Academic literature on the topic 'Storia del teatro napoletano'

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Journal articles on the topic "Storia del teatro napoletano"

1

Mosca, Anna. "Scannasurice di enzo moscato: um esempio di plurilinguismo del teatro italiano." Dramaturgias, no. 7 (July 4, 2018): 14–31. http://dx.doi.org/10.26512/dramaturgias.v0i7.9505.

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Abstract:
Il presente articolo propone una riflessione sulla peculiarità linguistica, e conseguentemente, sulle specifiche questioni traduttologiche del Teatro Italiano, attraverso lo studio di Scannasurice (Degolarratos), testo teatrale del drammaturgo, attore e regista Enzo Moscato, come esempio di scrittura ibrida tra italiano e napoletano. Si analizza dunque la traduzione di alcuni frammenti di Scannasurice dal napoletano al portoghese del Brasile e, pari- menti, si presenta la contestualizzazione dell’opera nella prospettiva storica, artistica, teatrale nell’ambito della Tradizione Drammatica Italiana e Napoletana.
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2

Fabris, Dinko. "Circolazione dell’opera italiana attraverso i teatri non europei del Mediterraneo: Il caso degli italiani al Cairo intorno alla prima dell’ Aida del 1871." Artigrama, no. 36 (December 9, 2022): 223–40. http://dx.doi.org/10.26754/ojs_artigrama/artigrama.2021368108.

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Abstract:
Per un secolo e mezzo, l’episodio della prima dell’Aida di Verdi al Cairo nel 1871 hacatturato l’attenzione degli studiosi, che non hanno mai esplorato sistematicamente il contestooperistico —allo stesso tempo locale e globalizzato— in cui quella vicenda si era inserita. Inrealtà l’Egitto stava vivendo una fase di grande interesse per l’opera e per i teatri all’europea,condivisa da molti altri territori dell’impero ottomano a cominciare dalla capitale Costantinopoli. Compagnie di cantanti italiani avevano già portato il repertorio più aggiornato dell’operaitaliana prima ad Alessandria e poi al Cairo e, negli stessi anni della produzione di Aida, unacompagnia era stata scritturata per una stagione di opere francesi e italiane, con la direzione diNicola De Giosa, compositore di scuola napoletana e primo vero direttore dell’orchestra del Teatrodi San Carlo. Come il prediletto di Verdi, Emanuele Muzio, anche De Giosa fu però scartato dalsovrintendente del teatro egiziano, che affidò la direzione di Aida a Bottesini. Alcuni frammentisuperstiti di documentazione consentono di intuire il peso della presenza degli artisti italianinella nascita del teatro d’opera vicereale al Cairo. Artisti e direttori itineranti, ma anche glialtri individui coinvolti nelle prime rappresentazioni di opere europee in Egitto, sono certamenteprotagonisti di una storia minore, ma che ci sembra interessante cominciare a ricostruire perinserire queste vicende di mobilità artistica in una più ampia rete dei teatri del Mediterraneo.
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3

Boggio, Maricla. "Regina Bianchi e il sangue del teatro Napoletano." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (February 7, 2018): 582–91. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818755364.

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Abstract:
Nata nel 1921, Regina Bianchi matura insieme a un teatro che da semplice dialettalità si fa, con Eduardo, giudice del mondo e rappresentante di un popolo e della sua grandezza e miseria, affrontando tutta la strada dei ruoli nelle opere rappresentate e arrivando ben presto ai personaggi di maggior rilievo. Il traguardo è il ruolo di Filumena Marturano con cui Eduardo De Filippo le impone di cimentarsi, lei recalcitrante per paura del confronto con la grande Titina De Filippo. Vita privata e professione recano in lei il segno del personaggio materno, che i registi più diversi le affidano e in cui lei si immedesima attraverso una sensibilità sempre rinnovata e al tempo stesso coerente con un modello, quella di Filumena a cui si aggiungono la protagonista di Napoli milionaria, la Zà Croce del pirandelliano Liolà, Anna la madre di Maria, Adelaide madre di Giacomo Leopardi fino a dare la sua impronta di sensibilità partenopea nella Madre dei Sei personaggi in cerca d’autore diretta da Zeffirelli. La caratteristica partenopea della sua recitazione, immedesimata nei sentimenti e al tempo stesso straniata nel modo di porsi, consente a Regina di essere anche protagonista di un teatro che supera i confini della napoletanità.
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4

Taffon, Giorgio. "“Assurdo napoletano”: Eduardo anni Quaranta." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (April 17, 2018): 592–99. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818757477.

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Abstract:
Il presente contributo vuol riprendere alcune mie riflessioni sulla svolta drammaturgica, tematica e teatrale di Eduardo De Filippo negli anni Quaranta, espresse in particolare in due volumi, Scritture per la scena, del 2001 (coautore Marco Ariani), e Maestri drammaturghi nel teatro italiano del ‘900, del 2005. Intenzione di chi scrive è quella di mettere ulteriormente a fuoco, anche sulla scorta di altri interventi critici e interpretativi più recenti, i modi in cui, partendo da una cultura tradizionale, dialettale, anche “bassa”, e da tipiche basi etnoantropologiche cronotopiche, Eduardo De Filippo ha saputo allinearsi su posizioni di cultura “alta”, fin europea, portando il neorealismo esemplare di Napoli milionaria! all’altezza di autori europei: Camus, Beckett, anche Pinter. E inventando un “assurdo napoletano”.
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5

d'Amora, Mariano. "Nuove visioni drammaturgiche e sociali nel teatro e nella letteratura di Giuseppe Patroni Griffi." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (February 12, 2018): 600–630. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818755383.

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Abstract:
Il napoletano Giuseppe Patroni Griffi s’impone in Italia nel secondo Novecento per la poliedricità espressiva che, fin dagli esordi, caratterizza il suo operato. Radio, letteratura, cinema, teatro, televisione sono gli ambiti nei quali egli opera lasciando, puntualmente, chiara impronta del suo estro. In questo saggio ci soffermeremo su larga parte della sua produzione letteraria e teatrale.
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6

Garavaglia, Valentina. "Tra utopia e riformismo, il teatro pubblico di Paolo Grassi e Giorgio Strehler." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 1 (March 10, 2020): 439–58. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910088.

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Abstract:
L’incontro tra Paolo Grassi e Giorgio Strehler avvenuto nella Milano del dopoguerra, segna l’inizio di un sodalizio, artistico e umano, che ha concorso a scrivere importanti pagine della storia del teatro non solo italiano, ma soprattutto ha contribuito ad arricchire la storia della cultura di ispirazione socialista nel nostro paese. Il legame tra il Piccolo Teatro di Milano, nei suoi primi 25 anni di vita, e la storia del socialismo riformista si racconta attraverso drammaturgie di impegno politico, scelte di regia e di politica culturale nelle quali si intrecciano le biografie del regista e dell’ideologo, uniti nell’impegno per la realizzazione di un teatro d’arte per tutti a partire dall’eredità della Resistenza. Attraverso l’analisi degli appunti di regia, della corrispondenza privata, della critica e degli allestimenti, l’articolo si propone di ripercorrere gli anni dalla fondazione del Piccolo Teatro, nel 1947, fino al 1972, anno in cui Paolo Grassi passerà alla direzione del Teatro alla Scala. A partire dal primo allestimento di Giorgio Strehler, L’albergo dei poveri di Gor’kij, le scelte drammaturgiche e stilistiche del primo teatro stabile pubblico italiano si rivelano emblematiche della continua tensione ideale tra arte e politica, tra attenzione rivolta all’uomo e riflessione sulla collettività.
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7

D’Amora, Mariano. "La figura del femminiello/travestito nella cultura e nel teatro contemporaneo napoletano." Cahiers d’études italiennes, no. 16 (June 30, 2013): 201–12. http://dx.doi.org/10.4000/cei.1198.

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8

Sette, Piersandro, Romolo M. Dorizzi, and Anna M. Azzini. "La breve storia del laringoscopio: dal teatro lirico al teatro operatorio." La Rivista Italiana della Medicina di Laboratorio - Italian Journal of Laboratory Medicine 9, no. 1 (March 2013): 45–51. http://dx.doi.org/10.1007/s13631-012-0077-5.

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9

Lucia, Carmela. "I “suoni dei sensi” e le partiture sonore nella lingua di scena del teatro di Ruggero Cappuccio." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (April 24, 2018): 648–66. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818757730.

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Abstract:
Obiettivo del saggio è presentare una prima analisi della lingua del teatro di Ruggero Cappuccio, autore multanime e poliedrico, considerato una delle voci più originali della drammaturgia contemporanea, non solo dell’area napoletana. Oggetto della ricerca sono due opere pubblicate Shakespea Re di Napoli (2002) e Le ultime sette parole di Caravaggio (2012), con un copione inedito, intitolato Circus Don Chisciotte (2017). Le scelte formali, fortemente ancorate alla dialettalità del napoletano, ma anche del siciliano e, con minore frequenza, del veneziano, si affrancano dalla koinè regionale del napoletano, perché superano la diglossia italiano-dialetto della drammaturgia di Eduardo, per dare corpo a una lingua di scena poetica, lontana dal realismo mimetico, resa attraverso un raffinato e originale mlange verbale carico di sonorità, con un ben consolidato livello di scelte pluristilistiche. La rilevanza attribuita alla phoné, reinventata in un’entitè reificata e palpabile, o caratterizzata da una grottesca materialità, dà luogo a partiture sonore e a una scrittura votata all’adibizione di misure poetiche e strutture melodiche, a una “lingua di scena”, fatta soprattutto di intarsi e parallelismi fonici, con prevalenza di couplingassonantici, per l’interferenza di registri tonali dissonanti e per l’esaltazione del patrimonio orale delle koinai regionali del repertorio italiano, spesso accostate all’inglese e allo spagnolo.
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10

Ledgeway, Adam. "Sulla storia dei verbi copulari dei dialetti dell'alto Meridione: il caso del napoletano." Italianist 28, no. 2 (October 2008): 281–303. http://dx.doi.org/10.1179/026143408x363587.

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Dissertations / Theses on the topic "Storia del teatro napoletano"

1

Merli, Elena <1989&gt. "Teatro e arti visive: elementi storico-artistici del lavoro dell'attrice." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4305.

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Abstract:
Questa ricerca indaga pittura e scultura nella creazione del personaggio e nell'elaborazione del training. Si chiariscono le motivazioni che stimolano a prendere ispirazione dall'arte esaminando il lavoro di tre attrici attive nella scena teatrale contemporanea. This study focuses on painting and sculpture as a source of inspiration during the training and the creation of a character. We examine what motivates an actor to draw inspiration from works of art, dealing with three actresses who are active on the contemporary theatre scene.
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2

Bottaro, Marica <1987&gt. "Il saxofono nel teatro musicale francese del XIX secolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2000.

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3

Farinelli, Francesco <1981&gt. "La drammatizzazione della storia. Uno studio del secondo Novecento attraverso i racconti del teatro di narrazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6166/1/Farinelli_Francesco_tesi.pdf.

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Abstract:
Sorto alla fine degli anni ottanta del Novecento, il teatro di narrazione ha raggiunto un notevole successo di pubblico a partire dagli anni Novanta. I suoi legami con il giornalismo d'inchiesta hanno condotto questo genere teatrale verso la narrazione di alcuni tra gli eventi pi controversi della storia dell'Italia repubblicana; eventi non ancora risolti sul piano processuale o al centro di una memoria storica fortemente divisa. Marco Baliani, Marco Paolini e Ascanio Celestini sono i tre autori che abbiamo scelto per affrontare un'analisi delle loro narrazioni in merito, rispettivamente, all'omicidio di Aldo Moro, alla strage di Ustica e all'eccidio delle Fosse Ardeatine. Oggetto della ricerca l'analisi dell'utilizzo delle fonti da dichiarate o comunque utilizzate dai narratori per la costruzione delle loro performances la loro selezione, la loro interpretazione e la loro disposizione nel testo e la messa in evidenza del problema della verità e del suo rapporto con il verosimile nelle narrazioni teatrali di eventi storici. Particolare attenzione viene inoltre posta al grande dibattito internazionale tra storia e fiction, alle strategie di coinvolgimento dell'opinione pubblica su temi morali e politici nonché all'analisi dei fattori economici e delle committenze che sono alla base di tali narrazioni.
In the eighties of the twentieth century a particular theatrical form appeared in Italy, which is known today as teatro di narrazione (storytelling theater). The storytelling theater has among its best actors and writers those involved in telling contemporary history in order to revive the memory of past events. Marco Baliani, Marco Paolini and Ascanio Celestini are among the actors who now better represent this artistic movement. The purpose of this thesis is to show how their performances are created and spread and to analyze the relationship between historical sources and drama texts of three events in the history of Italy: Mr Aldo Moro's murder, the slaughter of the Fosse Ardeatine and the massacre of Ustica. Particular attention is devoted to the international debate between history and fiction, to the analysis of the relationship between narrators and the public opinion, between morality and politics, and to the study of patronage and economic factors of these performances.
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4

Farinelli, Francesco <1981&gt. "La drammatizzazione della storia. Uno studio del secondo Novecento attraverso i racconti del teatro di narrazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6166/.

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Abstract:
Sorto alla fine degli anni ottanta del Novecento, il teatro di narrazione ha raggiunto un notevole successo di pubblico a partire dagli anni Novanta. I suoi legami con il giornalismo d'inchiesta hanno condotto questo genere teatrale verso la narrazione di alcuni tra gli eventi pi controversi della storia dell'Italia repubblicana; eventi non ancora risolti sul piano processuale o al centro di una memoria storica fortemente divisa. Marco Baliani, Marco Paolini e Ascanio Celestini sono i tre autori che abbiamo scelto per affrontare un'analisi delle loro narrazioni in merito, rispettivamente, all'omicidio di Aldo Moro, alla strage di Ustica e all'eccidio delle Fosse Ardeatine. Oggetto della ricerca l'analisi dell'utilizzo delle fonti da dichiarate o comunque utilizzate dai narratori per la costruzione delle loro performances la loro selezione, la loro interpretazione e la loro disposizione nel testo e la messa in evidenza del problema della verità e del suo rapporto con il verosimile nelle narrazioni teatrali di eventi storici. Particolare attenzione viene inoltre posta al grande dibattito internazionale tra storia e fiction, alle strategie di coinvolgimento dell'opinione pubblica su temi morali e politici nonché all'analisi dei fattori economici e delle committenze che sono alla base di tali narrazioni.
In the eighties of the twentieth century a particular theatrical form appeared in Italy, which is known today as teatro di narrazione (storytelling theater). The storytelling theater has among its best actors and writers those involved in telling contemporary history in order to revive the memory of past events. Marco Baliani, Marco Paolini and Ascanio Celestini are among the actors who now better represent this artistic movement. The purpose of this thesis is to show how their performances are created and spread and to analyze the relationship between historical sources and drama texts of three events in the history of Italy: Mr Aldo Moro's murder, the slaughter of the Fosse Ardeatine and the massacre of Ustica. Particular attention is devoted to the international debate between history and fiction, to the analysis of the relationship between narrators and the public opinion, between morality and politics, and to the study of patronage and economic factors of these performances.
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PASSALACQUA, VERONICA. "Storia del teatro di Antonio Porta. Dalle carte alla messa in scena." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2019. http://hdl.handle.net/11567/943909.

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Abstract:
The work focuses on the theatre of Antonio Porta (Vicenza, 1935 – Milan, 1989), one of the most important voices of Italian poetry of the second half of the twentieth century. The purpose is to retrace the author’s theatre production, from a both historical – critical and philological point of view, by including it in the context of the “unofficial” Italian theatre between 1960s and 1980s.
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Gobbetto, Marco <1986&gt. "Dall’espressionismo di Oskar Kokoschka alle sperimentazioni del laboratorio teatrale del Bauhaus. Rivoluzione ed evoluzione del teatro tedesco nei primi anni del Novecento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13042.

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Abstract:
Dagli ultimi anni del Ventesimo secolo il teatro tedesco è attraversato da un profondo mutamento che continuerà lungo tutto il Novecento. I protagonisti del mondo teatrale in Germania intraprendono un percorso che li porterà a variare sia il modo di concepire lo spazio teatrale sia la funzione stessa dello spettacolo che viene portato in scena, concentrandosi sull’allestimento scenico e introducendo un nuovo tipo di rapporto con lo spettatore. L’obiettivo di questo elaborato è quello di analizzare gli esempi più importanti di questa rivoluzione, soprattutto per quanto riguarda gli allestimenti scenici. Vengono studiati i casi di autori che sono entrati nella memoria collettiva non tanto per il loro lavoro in ambito teatrale ma per essersi imposti in altri campi della creazione artistica, soprattutto pittorica e fotografica; grazie alle loro messinscene, hanno gettato le fondamenta per un nuovo modo di concepire il teatro. Nel primo capitolo vengono esposti e analizzati i lavori teatrali di Oskar Kokoschka, autore che rompe definitivamente con la tradizionale concezione naturalistica del dramma. Grazie alle sue opere per il teatro e l’apparato grafico correlato ad esse (ad esempio disegni e bozzetti per la messinscena) irrompe, sul palcoscenico, la poetica espressionista già indagata, contemporaneamente, nelle sue opere pittoriche. Argomento del secondo capitolo è l’attività teatrale di Vasilij Kandinksij. Le sue composizioni sceniche introducono un nuovo modo di concepire lo spettacolo teatrale, basato su un concetto di ‘astrazione’ e allontanamento dalla realtà oggettiva, due aspetti che già Kandinskij aveva cominciato ad approfondire sia nei suoi testi teorici che nei suoi quadri. Con Kandinskij il dramma teatrale viene liberato dalle catene che lo legano al testo scritto, esso esplode in uno spettacolo basato su forme, colori, movimento e musica, il suo fine ultimo è quello di risvegliare le emozioni più profonde dello spettatore. Oggetto di studio del terzo capitolo è la ricerca del laboratorio teatrale del Bauhaus. Oskar Schlemmer, direttore del laboratorio dal 1923, porta sul palcoscenico la meccanizzazione dell’evento teatrale. Nei suoi spettacoli la figura umana è essenziale, essa viene inserita in uno spazio geometrico dove il suo movimento diventa fondamentale per creare lo spazio teatrale. Il concetto di astrazione geometrica dell’ambiente scenico è alla base dei progetti per il teatro di Arnold Weininger, allievo del laboratorio del Bauhaus, i cui progetti per allestimenti teatrali possono ritenersi rilevanti per l’evoluzione del modo di concepire le rappresentazioni all’interno della scuola di Dessau. Un altro protagonista del teatro del Bauahus è Laszlo Moholy-Nagy. Egli, oltre a progettare numerose scenografie, teorizza il ‘teatro della totalità’ in cui, in polemica con le idee di Schlemmer, elimina totalmente la figura umana. Nel quarto e ultimo capitolo è parso utile inserire alcuni esempi significativi dei profondi cambiamenti a cui è sottoposto anche l’edificio stesso del teatro. Il flusso di cambiamenti che travolge il teatro tedesco dalla fine dell’Ottocento non investe esclusivamente il testo teatrale e la sua messinscena ma, con il Festpielhaus voluto da Richard Wagner, comincia a mutare anche il luogo stesso dove vengono rappresentati gli spettacoli. Sintomatici di questi cambiamenti sono i progetti per il Grosses Schauspielhaus ideato da Hans Poelzig e Max Reinhardt e il Totaltheater di Walter Groupius e Erwin Piscator. L’elaborato vuole, quindi, studiare il lavoro di individui la cui attività diventa un punto di partenza fondamentale per il mutamento e lo sviluppo del teatro tedesco del Novecento; essi gettano le basi di un cambiamento che sconvolge sia lo spettacolo rappresentato, sia il luogo in cui esso viene messo in scena.
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7

Marchesini, Francesca. "Da un dialetto all'altro: napoletano e veronese nella traduzione della commedia "Grisù, Giuseppe e Maria" di Gianni Clementi." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8792/.

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Abstract:
La tesina si occupa dell’adattamento di una commedia scritta in napoletano, Grisù, Giuseppe e Maria di Gianni Clementi, in dialetto veronese da parte di Daniele Marchesini. Si cercherà di mettere in luce i tratti caratteristici dell’originale e di descrivere e motivare la scelta del dialetto da parte dell’autore (in particolare il ruolo del dialetto rispetto alle altre “lingue” presenti nella commedia e di come queste lingue caratterizzino i personaggi) e di vedere come l’adattamento veronese riproponga, utilizzando un altro dialetto e altri riferimenti culturali, il medesimo rapporto fra dialetto e lingua italiana e in generale le altre lingue presenti nel testo originale.
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8

Turato, Lisa <1997&gt. "Salvador Dalì e la spettacolarità, scene e costumi del suo teatro surrealista." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20970.

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Abstract:
Il legame fra teatro e arte è sempre stato stretto. Nell’800 vi è una revisione critica dello spazio scenico che prende diverse strade: al naturalismo di Antoine, alla formazione della scuola simbolista del Théâtre de l’Œeuvre. Ma è principalmente la compagnia del Ballet Russe de Monte Carlo fondata da Sergej Pavlovič Diaghilev a portare sui palchi europei l’influenza delle maggiori personalità delle avanguardie dei primi del Novecento: primitivismo russo, cubismo, futurismo e metafisica. Il surrealismo come avanguardia si rivolge principalmente a una prospettiva linguistica ed autoriale. Salvador Dalì ha già una formazione scenografica giovanile, accompagnò Garcìa Lorca nella creazione delle scene di Mariana Pineda, a lui dedicherà poi The three cornered hat. Lavorerà come scenografo cinematografico amatoriale a fianco di Luis Buñuel, creando i manifesti visivi più importanti del movimento: Un chien andalou e L’age d’or. Espulso dal movimento, Dalì si lega al mondo del balletto; durante la Seconda Guerra mondiale insieme a Massine e Chanel inizia ad elaborare il suo capolavoro: Tristan Fou. Scappato negli Stati Uniti la possibilità di realizzazione dello spettacolo si smaterializza e le idee di Tristan Fou si trasformano negli spettacoli di Bacchanale e Labyrinth (solo nel 1944 riuscirà a creare il Tristan Fou). Le sue scenografie hanno una fantasia sfrenata e sconvolgente spesso causa di scandali; come nel caso di Salomè, le cui scene create per Brook nel 1948 portarono al licenziamento del regista. La collaborazione con Visconti a As you like it non solo lo battezzò nel teatro di prosa ma contribuì all’innovazione delle scene italiane molto arretrate rispetto ai palchi europei. Il successo ottenuto in America gli valse opportunità di collaborazione con registi come di Alfred Hitchcock e personalità come Walt Disney; in Italia lo portò alla partecipazione alle biennali di musica e teatro presso il Teatro della Fenice al seguito di Escobar e Alvary. La sua infinita fantasia e l’egocentrismo maniacale travolgono questi spettacoli al punto da far passare in secondo piano tutto il resto. Non stupisce che abbia scelto un vecchio teatro come sede del proprio museo in modo che la sua arte possa essere esposta come in un enorme spettacolo, in cui la sua vita sia in continua esposizione allo sguardo del pubblico pagante.
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9

Stefani, D. "L'orchestra del Teatro alla Scala nella prima metà dell'800. Organizzazione, funzioni, gerarchie." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/329672.

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Abstract:
Nel corso del XIX secolo l’orchestra di teatro si afferma come realtà stabile, sociale e finanziaria, un organismo cioè che si identifica sempre più con la città e con il teatro in cui opera, trasformandosi in una istituzione professionale, regolata da contratti e statuti. A Milano tutto questo si verifica in una fase storica delicata che vede in particolare tra il 1796 e il 1815 un mutamento di strutture amministrative, economiche e sociali senza precedenti. Sul piano culturale il teatro è il principale catalizzatore di attenzioni da parte delle autorità governative che – se inizialmente lo considerano un efficace veicolo di consenso e di diffusione di ideali, centro della vita culturale cittadina e luogo di aggregazione e di svago – trasformerà la loro azione in un crescente impegno di moralizzazione e di controllo poliziesco su ogni singolo aspetto dell’organizzazione teatrale. Scopo di questa tesi è analizzare come le diverse vicende politiche che hanno attraversato la Milano di quegli anni abbiano influito sull’amministrazione e la gestione quotidiana del Teatro alla Scala, e in particolare della sua orchestra.
During the Nineteenth Century the opera orchestra becomes a stable, social and financial reality, an entity that is increasingly identified with the city and with the theatre in which it operates, becoming a professional institution, governed by contracts and statutes. In Milan, all this occurs in a delicate phase of history that sees an unprecedented changing of administrative, economic and social structures, in particular transformed in a growing commitment of moralization and control of every aspect of theatrical organization. The aim of this thesis is to analyze how that period's political events have influenced the Teatro alla Scala administration and its daily management, in particular its orchestra's.between 1796 and 1815. Culturally the theatre is the main catalyst of attention from government authorities: while initially it is considered as an effective vehicle for consensus and dissemination of ideals, a centre of cultural life, a meeting and entertaining place, later it will be.
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10

Rossi, Federica <1993&gt. "I «Notatori» di Pietro Gradenigo: musica e teatro nell'ambito del quotidiano a Venezia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14277.

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Abstract:
La presente tesi si pone come obiettivo l’analisi di alcuni dati presenti nei «Notatori del Nobil Uomo Pietro Gradenigo», in particolar modo quelli inerenti alle arti performative e visive del mondo veneziano del XVIII secolo. Attraverso le consuetudini dell’epoca, riportate all’interno degli scritti di Gradenigo, è possibile comprendere la struttura di tale società ed il suo sviluppo, sia culturale che sociale.
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Books on the topic "Storia del teatro napoletano"

1

Storia del teatro antico. Roma: Carocci, 2005.

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2

Storia del teatro contemporaneo. Roma: Studium, 2008.

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3

Attisani, Antonio. Breve storia del teatro. Milano: BCM, 1989.

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4

Apollonio, Mario. Storia del teatro italiano. Milano: Biblioteca universale Rizzoli, 2003.

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5

1966-, Totaro Piero, ed. Storia del teatro greco. Grassina: Le Monnier università, 2008.

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6

Guardamagna, Daniela. Storia del teatro inglese. Roma: Carocci, 2002.

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7

Storia del teatro futurista. Roma: Studium, 2005.

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8

Storia del teatro italiano. Roma: Newton Compton, 1995.

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9

Antonucci, Giovanni. Storia del teatro futurista. Roma: Edizioni studium, 2005.

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10

Storia del teatro greco. Roma: Carocci editore, 2020.

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Book chapters on the topic "Storia del teatro napoletano"

1

Galatà, Francesco. "Per la fortuna del Decameron nella letteratura di fine Ottocento: riscritture pascoliane edite e inedite." In Studi e saggi, 155–74. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-668-1.09.

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Abstract:
Although Boccaccio’s name is rarely encountered in published works of Giovanni Pascoli (1855-1912), traces of a constant reading and reuse of the Decameron have emerged and continue to emerge from the poet’s manuscripts. The article outlines the history of the already known contacts between the two authors and adds a new document: the unknown verse drama ‘Messer Gentile’, inspired by the novella X 4. This drama, designed as a one-act play with a prologue and three scenes, has been left unfinished: only the prologue and the first scene are preserved, but it is enough to appreciate some dynamics that characterize the rewriting process. A dense network of references to the most ancient Italian poetic tradition emerges from the dramatic lines, and among the manuscripts one discovers an experimental rhythmic prose composed of hendecasyllables arranged in a line that the study reconnects to the reform of modern tragic theater envisaged by Pascoli. Sebbene il nome di Boccaccio si incontri molto raramente nell'opera di Giovanni Pascoli (1855-1912), dai manoscritti del poeta sono emerse e continuano a emergere tracce di una lettura costante del Decameron. Il contributo ripercorre la storia dei contatti già noti tra i due autori e aggiunge un nuovo documento: l'inedito dramma in versi 'Messer Gentile' ispirato alla novella X 4. Il dramma, progettatto come atto unico con prologo e tre scene, rimase incompiuto: ci sono giunti soltanto il prologo e la prima scena, che sono sufficienti per apprezzare alcune delle dinamiche che caratterizzano la riscrittura. Dai versi emerge una fitta rete di riferimente alla tradizione poetica italiana delle origini e tra i manoscritti si ritrova un esperimento di prosa modulata sul ritmo continuato degli endecasillabi riconducibile all'idea di moderno teatro tragico di Pascoli.
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"Storia del KTTMCC Pissi pissi, bau bau." In Il teatro gay in Italia, 218–28. Accademia University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.4000/books.aaccademia.5049.

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