Dissertations / Theses on the topic 'Storia del diritto internazionale'
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Borea, Pasquale. "Evoluzione e prospettive del diritto dell’integrazione in Europa ed America Latina." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/196.
Full textIl fenomeno dell‟integrazione internazionale è divenuto, nell‟epoca più recente della globalizzazione, uno degli aspetti certamente più degni di interesse della più ampia materia del diritto internazionale. Com‟è noto, a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso, sulla base della specifica realtà settoriale, geo-politica e geo-economica del continente europeo, si è avviato e sviluppato un processo assolutamente unico nel suo genere di integrazione, prima economica e poi giuridica e sempre più politica, che ha portato gli Stati aderenti a cedere gradualmente una parte della propria sovranità in ragione di una sorta di “sovranità comune”, finalizzata al rafforzamento del peso economico e politico dell‟area continentale europea. Le ragioni a fondamento di un tale processo sono certamente da ricercarsi negli eventi storici, anche dolorosi, che hanno caratterizzato il periodo storico della prima metà del „900 e, dunque, nella primaria ed immediata esigenza di ristabilire un “nuovo ordine” nel continente europeo, dilaniato dagli eventi bellici, con una duplice finalità: quella di garantire le condizioni per un ristabilimento di un pacifico ordine democratico e quella di consentire la ricostruzione e la ripresa dell‟economia dei paesi dell‟area. L‟esperienza integrazionista, partita con la istituzione della Comunità Europea del Carbone e dell‟Acciaio e proseguita con la Comunità Economica Europea (poi solo Comunità Europea), si è poi completata con l‟esperienza parzialmente diversa dell‟Unione Europea. Tali iniziative sono state recentemente integrate, dopo il fallito tentativo del c.d. Trattato-Costituzione (Roma 2004), dall‟ultimo Trattato di Lisbona che viene, nel presente lavoro, esaminato in due dei suoi ambiti più peculiari riguardanti l‟aspetto interno dell‟integrazione fra gli Stati membri, attraverso un rinnovato anelito a colmare i problemi di “deficit democratico” che nel corso degli anni e dell‟evoluzione del percorso di integrazione si sono manifestati e l‟aspetto esterno dell‟integrazione come proiezione del “blocco” continentale europeo nelle relazioni con gli altri attori dello scacchiere internazionale, in una dimensione di equilibri globali sempre più interconnessi e di relazioni sempre più basate sulla logica della rappresentanza di interessi riconducibili ad aree geo-economiche e geo-politiche. Tale 3 fenomeno integrazionista, mutato e sviluppatosi nel corso degli anni e delle varie fasi, va inteso come tendenza non più solo prettamente economica, ma anche politica, giuridica nonché culturale, finalizzata all‟instaurazione di una cooperazione istituzionalizzata fra un numero limitato di Stati con caratteristiche di stabilità e dinamismo per il perseguimento di obiettivi comuni. Il fenomeno integrazionista non è tuttavia esclusivamente limitato all‟area europea, anche in altre aree geografiche extraeuropee sono sorti, a partire dagli anni cinquanta-sessanta del secolo scorso, processi di convergenza in forme volontarie, graduali e progressive di cooperazione ed integrazione internazionale, anche se i risultati, finora conseguiti in tali esperienze associative, non sono paragonabili alla riuscita che le medesime esperienze hanno avuto nell‟area continentale europea. In particolare, la cooperazione ed integrazione regionale ha avuto un suo autonomo sviluppo nell‟area latinoamericana, caratterizzata da un tendenziale “comune sentire” di natura storica, politica, culturale e per certi aspetti giuridica. In tal senso, le diverse forme associative latinoamericane vengono tradizionalmente intese come fasi di un‟evoluzione, non certamente lineare, di un più ampio e generale movimento di integrazione di natura sub-continentale che affonda le sue radici nella c.d. “teoria internazionalista bolivariana” o “diritto internazionale bolivariano” e che trova fondamento nei tentativi di riunione o associazione, sulla base della historia compartida, delle giovani repubbliche di nuova indipendenza, già a partire dalla metà dell‟800. In tal senso, l‟anelito integrazionista latinoamericano ha radici profonde al pari di quello europeo, anche se, a conclusione di un ciclo di sviluppo ed evoluzione dei processi di integrazione, l‟associazionismo integrazionista in America Latina ha prodotto un pluralismo di organizzazioni che hanno finito per non incidere, o comunque incidere in maniera frammentata, sull‟integrazione economico-politica dell‟area. In tempi più recenti, anche in considerazione degli effetti limitati e frammentari prodotti dalle varie forme di cooperazione ed integrazione rappresentate da ALADI, SELA, Mercosur e Comunità Andina, l‟anelito all‟integrazione sub-continentale si ritrova con ilTrattato di Brasilia del 2008, istitutivo dell‟UNASUR. Tale trattato, quasi contemporaneo all‟evoluzione dell‟integrazione europea operata con il Trattato di Lisbona, riprende lo spirito integrazionista della “teoria bolivariana”, nel tentativo di sintetizzare le precedenti, plurali e frammentate forme di integrazione e cooperazione, che, con più o meno successo, a seconda dei casi, hanno caratterizzato l‟evoluzione dell‟integrazionismo latinoamericano. Come si vedrà nel corso del presente lavoro, le similitudini del Trattato di Brasilia con il Trattato di Lisbona sono molteplici, anche da un punto di vista di integrazione “interna”, anche se certamente non comparabili per il livello tecnico-giuridico, né per l‟assetto istituzionale ed il riparto delle competenze che, nell‟ambito europeo, sono, per così dire “rodati”, da un‟evoluzione progressiva e di successo che consente di consolidare il percorso integrazionista europeo, già fissato dal collante dell‟unione economica e monetaria e da meccanismi di rafforzamento dell‟integrazione interna che possono consentire, ora, uno sviluppo dell‟azione esterna dell‟Unione Europea sullo scenario delle relazioni globali extracontinentali. Nell‟Unione delle Nazioni Sudamericane vi è una forte componente di storia comune che non può, però, non fare i conti con il percorso, non sempre coerente, delle forme di integrazione e cooperazione economica e commerciale e delle rispettive evoluzioni, nonché con le differenze – talvolta molto profonde - fra i suoi Stati membri, sia per quel che riguarda gli assetti politici interni, gli equilibri sociali, sia per i fondamentali economici. Sulla base di tali premesse, si procederà ad un‟analisi, certamente non esaustiva né onnicomprensiva, dei processi di integrazione in un‟ottica bi-continentale che porterà a considerare prima, rapidamente, l‟evoluzione dell‟integrazione continentale europea, per poi focalizzare i due aspetti ritenuti essenziali sul piano della duplice integrazione “interno-esterna” contenuti nel Trattato di Lisbona. E ciò, come visione prospettica del futuro dell‟integrazione europea, all‟interno della stessa, attraverso i meccanismi di controllo parlamentare e, dunque, di democratizzazione del processo decisionale ed all‟esterno, nella sua capacità di diventare, in prospettiva, attore globale ad unica voce, nella sfida del tutto nuova di un treaty-making power europeo che costituirebbe la forma più alta di esercizio della “sovranità comune”. Nell‟ottica latinoamericana, d‟altro canto, si porrà l‟attenzione su quello che si può definire un “neo internazionalismo” di radice bolivariana, che riprende l‟anelito unitario ed integrazionista della storia comune (historia compartida) delle repubbliche sudamericane in evidente contrasto con il pluralismo associativo che ha caratterizzato l‟integrazione latinoamericana degli anni passati. Il passo rilevante che viene compiuto dal Trattato di Brasilia è il coinvolgimento di paesi da sempre estranei all‟integrazionismo latino-americano, allargando la portata del tentativo unitario anche a paesi che non hanno una matrice linguistica, storica e politica che si richiama alla tradizione prettamente latina, fornendo, in tal modo, una piattaforma di integrazione sub-continentale, non limitata alla matrice latino-americana, ma estesa a quella sud-americana. La sfida, nell‟ottica prospettica dell‟integrazione nel sub-continente latinoamericano, sarà quella di capire se il rinnovato anelito unitario rappresentato dal Trattato di Brasilia, possa essere una forma di associazione che può consentire un cambio di rotta rispetto alle passate esperienze frammentate e limitate alla istituzione di comunità, sistemi economici, mercati comuni, in considerazione della sempre più marcata globalizzazione, non solo degli scambi, ma anche e soprattutto della governance come forma di concerto mondiale sulle decisioni di natura politico-economico-finanziaria che porta a scenari di rappresentatività per “macro aree” continentali o sub-continentali, ove singoli paesi, che non si inquadrano nell‟ambito di una sovranità comune, volontaria, negoziata e funzionale alle proprie esigenze di “gruppo”, avrebbero difficoltà a guadagnare una effettiva incisività. In tal senso, si dovrà cercare di comprendere se, nell‟ambito dell‟integrazione latinoamericana, gli aspetti di integrazione “interna”, pure affrontati dal Trattato di Brasilia con la istituzione di un Parlamento comune sudamericano, possano rafforzarsi nella forma di Unione delle Nazioni 6 sudamericane, così come gli aspetti di integrazione “esterna”, cioè di rappresentatività unica continentale sullo scenario globale, possano essere integrati ed affidati ad una tale forma di Unione, o debbano rimanere confinati entro i ruoli assunti a livello globale da paesi “leader” o “locomotiva” con effetti trainanti sull‟intero continente. In ogni caso, anche se appare ancora lunga la strada dell‟integrazione unitaria latinoamericana, l‟istituzione di una Unione delle Nazioni Sudamericane appare un necessario punto di svolta per l‟evoluzione del frammentato, non costante e confuso pluralismo associativo, che può diventare un‟occasione importante per un continente che sarà certamente protagonista (e vi sono già chiari segnali nell‟espansione economica del Brasile ed alcuni buoni risultati di altri paesi come la Colombia) sullo scacchiere internazionale degli anni a venire. [prefazione a cura dell'autore]
IX n.s.
Schillaci, Alice <1990>. "La barriera di separazione israeliana tra diritto internazionale e arte impegnata." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10868.
Full textFALCHI, DELITALA CLAUDIA. "Fra diritto dei contratti e nascita di una nuova scienza: i trattati internazionali della prima età moderna." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266658.
Full textTOSCANO, VINCENZO. "LO STATO DELLA CHIESA TRA DIRITTO INTERNO E INTERNAZIONALE NELLA PRIMA METÀ DELL'OTTOCENTO. LA FIGURA E IL PENSIERO POLITICO DI PELLEGRINO ROSSI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2022. http://hdl.handle.net/2434/926213.
Full textThe first part of the nineteenth century was a crucial moment for the European context, which was first forced to reckon with the last consequences of the great revolutionary wave, and then - directly - with France's most unscrupulous son; that petit diable arrived from Corsica and become emperor. In these years the Papal States experienced some of the most delicate moments of their existence (suffice it to think of the direct annexation to the French Empire or the deportation of Pius VII), without having the material strength to oppose such vicissitudes. The work carried out by the European representatives in Vienna, during the famous Congress, attempts to implement a “forced” and precarious return to the past, which will prove to be incapable of withstanding the spirit of the new times. The Papal State - this was the new denomination adopted after the great meeting of 1814-1815 (as if to eliminate the aura of sacredness destined to become increasingly uncomfortable in the following decades) - was faced with the urgent need to reorganise its institutional apparatus, aware that it could not definitively cancel the parenthesis of the years that had just passed. In a century that will see the disappearance of the temporal dominion of the popes, it was only one of the challenges with which the State of central Italy was called to confront. In fact, these events took place in a constantly evolving international scenario, where even the great powers were often called upon to deal with unexpected events, but were always attentive to the dynamics of balance and the balancing of interests at stake. For a reality that is not only a state entity, but also the centre of the Catholic world and the seat of the successor of Peter, accepting to change its “nature” is not easy. Allowing lay people access to the upper echelons of the bureaucracy, setting up “truly” representative bodies, or thinking of promulgating a fundamental charter, has been a recurring mirage for years. Although the need to modernise the internal administration of the State is echoed on many fronts, on the administrative, economic and, above all, judicial fronts, the line of intransigence and immobility seems to triumph almost always. It is true that action is sometimes taken, but more out of complacency than real conviction, having to take account of internal and external pressures. Pressure that sometimes comes from increasingly widespread discontent, sometimes from the interference of the large European states. The aim of this research work was therefore to analyse the main (especially legal) events - internal and external - that involved the Church State in the first half of the nineteenth century. A path developed along multiple lines, starting from the background of the great historical events of recent years, and intertwined with the vicissitudes of some great protagonists: popes, secretaries of state, heads of government, monarchs. A look not only at the domestic front, but also at the international one. Understanding how Rome tries to manage its foreign relations in a supranational context that in recent decades has seen the emergence of new states (e.g. Belgium), significant changes (e.g. France in 1830, with the beginning of the Orleanist monarchy, or the independence achieved by the countries of South America), or strong dynastic disputes (e.g. the Iberian Peninsula), is important to understand how it must also deal with governments that, depending on the case, take on markedly conservative characteristics or with strong liberal tendencies. Despite the Roman Curia's natural inclination, “closeness” to reactionary positions, relations with powers such as Russia or Austria don’t remain idyllic. However, the line just described was not the only one followed in the development of this research. As if wishing to proceed on two parallel tracks, we have also focused on the figure and political thought of one of the most important jurists of the first half of the century: Pellegrino Rossi. A jurist of course, although this expression is not enough to encapsulate the greatness of an “Italian son”, born and raised when united Italy did not yet exist. Much has already been said, or rather written, about this multifaceted character, and about his life spent between Italy, Switzerland, France and then back on the peninsula, working at the Roman court as a French representative, and then as a minister of His Holiness. And yet these aspects have been precisely useful in this work, looking at lesser-known but absolutely important aspects. These were, for example, the most important moments Rossi spent in Switzerland (as a member of the Geneva Representative Council and as an envoy to the Diet of Lucerne in 1832), or the major speeches he made at the Chamber of Peers in Paris between 1840 and 1844. The same can be said about the delicate events that involved the jurist during his tenure at the papal court. It was here, first as ambassador, and then as the pivot of the new government formed in September 1848, that the multifaceted Italian tried to shake the Roman State out of its torpor and pull it towards a more modern and truly constitutional order.
Giusti, Chiara <1995>. "la protezione del diritto all'abitazione nel diritto internazionale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15998.
Full textCASIGLIA, STEFANIA. "La protezione del lavoratore marittimo tra diritto internazionale pubblico e diritto internazionale privato." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1045543.
Full textVinci, Pierpaolo. "L'interpretazione del contratto internazionale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4612/1/Vinci_Pierpaolo_tesi.pdf.
Full textThe reasearch focuses on the analysis of a number of clauses, contained in international commercial contracts, which seem aimed at providing in advance a methodology for the intepretation of the contract. The study therefore analyzes the validity and efficacy of specific types of clauses, such as “entire agreement clauses”, “no oral modification clauses”, clauses containing definitions, and the like, in light of the rules of law applicable to the contract, being it a national law, an international convention of substantive law, or further rules of so-called soft law, such as the Unidroit Principles on international commercial contracts. The research has therefore revealed that, contrary to what it may appear at first sight, a number of the above-mentioned clauses do not affect interpretation issues, whereas they rather involve issues of evidence and form of the contracts. The study finally contains some preliminary observations on general theory of law.
Vinci, Pierpaolo. "L'interpretazione del contratto internazionale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4612/.
Full textThe reasearch focuses on the analysis of a number of clauses, contained in international commercial contracts, which seem aimed at providing in advance a methodology for the intepretation of the contract. The study therefore analyzes the validity and efficacy of specific types of clauses, such as “entire agreement clauses”, “no oral modification clauses”, clauses containing definitions, and the like, in light of the rules of law applicable to the contract, being it a national law, an international convention of substantive law, or further rules of so-called soft law, such as the Unidroit Principles on international commercial contracts. The research has therefore revealed that, contrary to what it may appear at first sight, a number of the above-mentioned clauses do not affect interpretation issues, whereas they rather involve issues of evidence and form of the contracts. The study finally contains some preliminary observations on general theory of law.
Ferracin, Sabrina <1988>. "L'Organizzazione Internazionale del Lavoro." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3269.
Full textStaltari, Erik <1992>. "Tassazione del commercio elettronico internazionale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12373.
Full textDANIELE, MATTEO. "L'applicazione del diritto internazionale alle operazioni cibernetiche." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2022. http://dx.doi.org/10.15167/daniele-matteo_phd2022-11-14.
Full textNANNINI, CLAUDIA. "LO STATO DEL PORTO NEL DIRITTO INTERNAZIONALE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/217166.
Full textGallese, Chiara <1982>. "La riforma del diritto internazionale privato in Giappone." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11969.
Full textBUSSANI, TIZIANO. "IL MERCATO DEL DEBITO SOSTENIBILE NEL DIRITTO INTERNAZIONALE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2023. https://hdl.handle.net/2434/954931.
Full textThe thesis investigates the regulation and governance of the global sustainable debt market from the perspective of public international economic law, in the light of the principle of sustainable development, and in the broader context of sustainable finance. The investigation begins with the reconstruction of sustainable development as a concept, objective, and principle with international legal significance as well as a global public good and proceeds with the examination of sustainable finance as a global economic phenomenon within the general reform process of international financial markets triggered by the United Nations 2030 Agenda and the Paris Agreement to support sustainable development and fight climate change. The thesis examines the evolution and characteristics of the emerging sector of sustainable finance, the most widespread instruments and practices, the political and regulatory initiatives taken at the national, transnational, and supranational levels, the subjects and actors involved in the governance of the market, the related regulation with particular reference to that of the European Union and the systematic positioning of the matter within the framework of international economic and financial law. On these general premises, the survey focuses specifically on the sustainable debt market, whose role in financing the transition toward sustainable development is strategic and crucial. In fact, the market has emerged globally as a distinct and autonomous segment of the international financial markets, consisting of a plurality of instruments sharing common structural characteristics - such as green bonds, sustainability bonds, social bonds, ESG-linked bonds, and homologous loans – which also have sector-specific disciplines resulting from the widespread and general application of transnational private standards within the market and the convergence of many soft-law and hard-law initiatives at different levels of governance. Through the analysis of the functions of standard-setting, compliance monitoring, and enforcement, the thesis analyzes the international/transnational governance structure of the market and examines the substantive and procedural disciplines of the main sustainable debt instruments according to the most relevant standards. Lastly, it focuses on external reviews as typical instruments for verifying compliance within the market and on the need to establish appropriate supervision and control mechanisms to prevent greenwashing at the national and supranational levels. In proceeding with the investigation, the thesis also explores contemporary international legal issues, such as the crisis of traditional forms of international public law-making, the growing role of private actors in the governance of international economic affairs, the problematic collocation of private standards within the framework of public international economic law, the relationship between international law and transnational law and the so-called “fragmentation” and “stagnation” of public international law facing the proliferation of global and transnational governance institutions resulting from the emergence of non-traditional and informal partnerships and networks between the public and the private sector in a multistakeholder fashion.
Soldan, Sara <1995>. "Relazioni euro-mediterranee: la risposta europea ai casi di violazione dei diritti umani in Egitto e in Libia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20266.
Full textCaroldi, Margherita <1994>. "Il Tribunale Internazionale del Diritto del Mare: Genesi, Organizzazione e Competenza." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14511.
Full textMonaco, Francesca <1977>. "La conclusione del contratto informatico nella contrattazione internazionale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2532/1/monaco_francesca_tesi.pdf.
Full textMonaco, Francesca <1977>. "La conclusione del contratto informatico nella contrattazione internazionale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2532/.
Full textColtro, Fabiana <1980>. "Il Giappone nel diritto internazionale delle peacekeeping operations (PKO) delle Nazioni Unite." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2008. http://hdl.handle.net/10579/127.
Full textZavan, Angela <1986>. "IL CASO DEGLI INTERNATI MILITARI ITALIANI. UNA «STORIA DELLE ESPERIENZE» TRA ARTE, MEMORIA E DIRITTI NEGATI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18568.
Full textDE, SOCIO VALENTINA. "L'ACCESSO ALL'ACQUA POTABILE NEL DIRITTO INTERNAZIONALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/983.
Full textThis thesis aims to investigate the existence of a human right to safe and potable water within the international law. As none of the main covenant related to human rights explicitly mentions the right to water, an inferential process used by doctrine had to be analysed in order to verify whether it was consistent with the purpose of affirming the existence of such a human right. Also main instruments of soft law have been studied. Particularly the latest resolution of the United Nations General Assembly and Human Rights Council have been accurately studied in order to verify the existence of a common "opinio iuris" among States. We consider that today a common opinion has actually emerged and therefore we suggest in conclusion to address a future research on the issue towards the analysis of State practices in order to verify the emerging of a customary right.
DE, SOCIO VALENTINA. "L'ACCESSO ALL'ACQUA POTABILE NEL DIRITTO INTERNAZIONALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/983.
Full textThis thesis aims to investigate the existence of a human right to safe and potable water within the international law. As none of the main covenant related to human rights explicitly mentions the right to water, an inferential process used by doctrine had to be analysed in order to verify whether it was consistent with the purpose of affirming the existence of such a human right. Also main instruments of soft law have been studied. Particularly the latest resolution of the United Nations General Assembly and Human Rights Council have been accurately studied in order to verify the existence of a common "opinio iuris" among States. We consider that today a common opinion has actually emerged and therefore we suggest in conclusion to address a future research on the issue towards the analysis of State practices in order to verify the emerging of a customary right.
Scialino, Francesco <1982>. "La responsabilità del vettore aereo e marittimo internazionale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5104/1/Scialino_Francesco-tesi.pdf.
Full textThis work is structured in two parts, the first one deals with the international air carrier's liability, the second one deals with the international maritime carrier's liability. In the matter of the first part, the first chapter describes all the international Conventions which pertain to the air carrier's liability, from Aja Convention edited in 1955 to Montreal Convention edited in 1999; in the second chapter there is a close examination of the different hypothesis of air carrier's liability, with particular reference to the air carrier's liability for damage sustained in case of death or bodily injury of a passenger; the third chapter deals with the refundability of mental injuries under the Montreal Convention. In the matter of the second part, the fifth chapter describes the provisions which are in force about the international maritime carriage of people and goods; in the sixth one there is a close examination of the maritime carrier's liability in the carriage of people under Athens Convention, while the last one examinates the maritime carrier's liability in the carriage of goods by sea under Rotterdam Rules. This work ends with some final observations.
Scialino, Francesco <1982>. "La responsabilità del vettore aereo e marittimo internazionale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5104/.
Full textThis work is structured in two parts, the first one deals with the international air carrier's liability, the second one deals with the international maritime carrier's liability. In the matter of the first part, the first chapter describes all the international Conventions which pertain to the air carrier's liability, from Aja Convention edited in 1955 to Montreal Convention edited in 1999; in the second chapter there is a close examination of the different hypothesis of air carrier's liability, with particular reference to the air carrier's liability for damage sustained in case of death or bodily injury of a passenger; the third chapter deals with the refundability of mental injuries under the Montreal Convention. In the matter of the second part, the fifth chapter describes the provisions which are in force about the international maritime carriage of people and goods; in the sixth one there is a close examination of the maritime carrier's liability in the carriage of people under Athens Convention, while the last one examinates the maritime carrier's liability in the carriage of goods by sea under Rotterdam Rules. This work ends with some final observations.
Laconi, Alessandra <1986>. "Le procedure concorsuali nell'ambito del trasporto marittimo internazionale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10257/1/Alessandra%20Laconi_Tesi%20AMS%20Dottorato.pdf.
Full textThis research addresses the main legal problems deriving from the opening of an insolvency procedure, examining the issues of greater legal and operational importance for the maritime transport sector, referring to the two systems which, at a supranational level, regulate cross-border insolvency, i.e. the one inspired by the UNCITRAL Model Law and EU Regulation 848/2015. The UNCITRAL and EU regulatory frameworks therefore represented the starting point of the scrutiny of the possible areas of conflict between maritime transport and insolvency proceedings: many areas of potential collision emerged, especially in relation to the typical connection criteria of navigation (first and foremost, the flag as a distinctive element of the nationality of the ship) and, therefore, for what concerns the identification of the COMI of the debtor/shipowner, especially if – as it happens frequently at the international level - organized as a shipping group. The second chapter is dedicated, in a broad sense, to maritime privileges and their relationship with insolvency proceedings, with particular reference to ship mortgages and maritime liens. In this regard, the main issues related to the implementation of maritime privileges have been analyzed, especially in relation to the legal institution of the arrest of ships in the context of cross-border insolvency. The third and final chapter is dedicated to the limitation of liability as a typical institution of the maritime sector, from the perspective of possible interference between the establishment of the funds referred to in the LLMC and CLC Conventions and insolvency proceedings. The research has shown that the universality which aims Regulation 848/2015 and the UNCITRAL system is jeopardized by the coexistence of different interpretations and implementations, such that the cross-border insolvency of shipping companies is not regulated in a uniform manner, with the consequent possibility of different treatment of similar cases and situations.
Paolitti, Chiara <1993>. "Il ruolo di Amnesty International nella tutela dei diritti delle donne con focus sulla violenza di genere e la campagna sul consenso." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19422.
Full textAtanasovska, Dushica <1981>. "L'adempimento del contratto di vendita internazionale secondo la CVIM." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/10286.
Full textMariottini, C. M. G. "INADEMPIMENTO CONTRATTUALE E RISARCIMENTO DEL DANNO NEL DIRITTO INTERNAZIONALE PRIVATO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/153107.
Full textDe, Vido Sara. "Strumenti giuridici di controllo nel contrasto del finanziamento al terrorismo internazionale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426504.
Full textIl finanziamento al terrorismo internazionale è un tema di grande attualità divenuto oggetto di un acceso dibattito in sede internazionale soprattutto a seguito dei tragici attentati che nell’ultimo decennio hanno colpito diversi Paesi in varie regioni del mondo. Dallo studio delle modalità con cui i terroristi hanno raccolto fondi per la pianificazione di attentati, sfruttando la globalizzazione dei mercati finanziari internazionali, appare chiaro come il contrasto del fenomeno debba avvenire non solo all’interno dell’ordinamento di ciascuno Stato, ma anche, e soprattutto, attraverso la cooperazione internazionale. La nostra indagine è partita, dal punto di vista metodologico, dall’analisi delle molteplici fonti in materia sul piano del diritto internazionale pubblico, del diritto dell’Unione europea e del diritto interno. Utili sono stati poi gli atti di c.d. “soft law” quali le raccomandazioni della Financial Action Task Force on Money Laundering, organismo intergovernativo che si occupa di lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. Nella prima parte dell’indagine, si è accertata in primo luogo l’autonomia di parte della definizione di finanziamento al terrorismo internazionale. La messa a disposizione di risorse ad un’organizzazione terroristica, indipendentemente dal fatto che queste vengano poi utilizzate, in tutto o in parte, per realizzare un attentato, è a nostro avviso nozione autonoma rispetto a quella di terrorismo internazionale. Infatti, il finanziatore è responsabile anche se non si prova che i fondi siano destinati specificatamente al compimento di un atto di terrorismo. E’ sufficiente dimostrare che essi siano diretti all’attività di un’organizzazione “designata” come terrorista. Il secondo profilo sul quale si è concentrata l’attività di ricerca è la ricostruzione di un obbligo di cooperazione nell’adozione di misure di contrasto del finanziamento al terrorismo di natura consuetudinaria. Tale ricostruzione è partita dall’analisi della risoluzione Onu n. 1373/2001, che richiede agli Stati di adottare misure interne omogenee di contrasto del finanziamento al terrorismo che sono poi il presupposto per una efficace cooperazione sul piano internazionale. La prassi, in particolare desumibile dai rapporti inviati dagli Stati al comitato anti-terrorismo delle Nazioni Unite, dalle norme di diritto interno adottate da alcuni Stati e dal comportamento dei rappresentanti degli Stati in sede internazionale, dimostra come gli Stati abbiano attivato tutti i meccanismi a loro disposizione per rispettare le disposizioni della risoluzione n. 1373/2001. Quanto all’opinio juris, imprescindibile per accertare l’esistenza di una norma consuetudinaria, è opportuno far riferimento alle dichiarazioni effettuate dagli Stati in sede di consesso intergovernativo o nell’ambito del Consiglio europeo o, ancora, nei rapporti inviati al comitato istituito dalla risoluzione Onu n. 1373. Accertata l’esistenza di una norma consuetudinaria in tal senso, ci siamo focalizzati sulle sue ripercussioni all’interno del sistema dell’Unione europea. L’analisi è stata condotta esaminando le principali misure di contrasto del finanziamento al terrorismo adottate nel quadro comunitario. Esse hanno diversa natura e diversa base giuridica, potendo essere collocate nei tre pilastri dell’Unione. L’azione dell’Unione europea è stata particolarmente incisiva nel quadro del contrasto del finanziamento al terrorismo internazionale. L’Unione europea ha ad esempio tradotto in atti vincolanti per gli Stati membri (direttive) delle misure che erano oggetto di mere raccomandazioni da parte di taluni organismi intergovernativi (Financial Action Task Force soprattutto). Tra le misure adottate nel quadro dell’Unione europea, si è ritenuto opportuno esaminare in particolare quelle di congelamento dei capitali per valutare in che misura gli Stati abbiano dato esecuzione ai provvedimenti stranieri in virtù del predetto obbligo di cooperazione internazionale. A tal fine sono state prese in esame le varie ipotesi nelle quali un giudice di uno degli Stati membri potrebbe trovarsi a seconda che la richiesta di congelamento discenda dalla designazione del soggetto in ottemperanza alla risoluzione Onu n. 1267/99 ovvero alla risoluzione n. 1373/2001. La cooperazione nell’adozione di misure di contrasto del finanziamento al terrorismo internazionale risulta rafforzata nel quadro comunitario. L’Unione europea ha non solo reso effettivo l’obbligo di cooperazione attraverso l’adozione di misure vincolanti per gli Stati membri, ma ha anche, nel contempo, contribuito in modo determinante al cristallizzarsi della norma consuetudinaria. Benché l’obbligo di cooperazione in questione possa dirsi rafforzato all’interno di un sistema quale quello dell’Unione europea, esso deve necessariamente coesistere con altre norme di rango comparabile presenti nel sistema comunitario quali quelle poste a tutela dei diritti umani fondamentali. In particolare, misure di congelamento dei capitali possono ledere il diritto ad un equo processo e ad un ricorso giurisdizionale effettivo, il diritto di proprietà, il diritto alla reputazione e il diritto di accesso ai documenti pubblici dell’Unione. Come si possono coordinare questi diritti con la norma consuetudinaria che impone un obbligo di cooperazione nel contrasto del finanziamento al terrorismo? I diritti umani fondamentali possono essere limitati, se non sono assoluti, ma solo seguendo un criterio di proporzionalità: così, se un soggetto - il cui nome risulti inserito in una lista di presunti terroristi - non ha il diritto di notificazione preventiva, questi avrà però diritto di presentare ricorso davanti ad un’autorità competente alla revisione delle liste.
Civiero, Ilaria <1987>. "La distruzione intenzionale del patrimonio culturale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4347.
Full textMicara, A. G. "Tutela uniforme del marchio nell'Unione europea e commercio internazionale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/61731.
Full textCarboni, Marina <1987>. "La Convenzione di Faro sul valore del patrimonio culturale per la società: uno strumento innovativo del Consiglio d'Europa?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2856.
Full textSaravo, Martina <1987>. "Diritto italiano e Diritto ebraico: la questione del divorzio nell'ordinamento giuridico del Regno d’Italia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5474.
Full textGARBO, Emanuela. "La funzione preventiva del diritto penale nel contrasto al terrorismo internazionale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2020. http://hdl.handle.net/10447/401276.
Full textSnidaro, Gabriele <1991>. "La tutela del minore e l'istituto della Kafala." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12311.
Full textBravo, Abolafia Luis <1990>. "La autonomía del laudo internacional respecto de la sede del arbitraje: un análisis desde la Convención de Nueva York de 1958." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10351/1/TESIS%20220606%20Tesis%20depositada%20Luis%20Bravo%202.pdf.
Full textThe importance and practical effect of the CNY is undisputed since long ago. The CNY has regulated, directly or impliedly, all fundamental pillars of international arbitration, providing a uniform legal framework for the development of this alternative dispute resolution mechanism. The CNY has obliged its Contracting States to recognize and enforce arbitration agreements and awards regardless of their parochial regulations and interests. Thus, because of its almost universal scope, the CNY has reached extraordinary relevance. Jointly with its relevance, the CNY has provided additional grounds in order to sustain the existence of an autonomous arbitral jurisdiction that would differ from the legal orders of each individual Contracting State. This approach has achieved even more relevance as it has been endorsed by scholars, practitioners and the judiciary of several countries –being its greatest exponent the French jurisdiction. In the view of the practical consequences of this debate, this thesis will address (CAP 1) a review of the CNY and its main provisions suggesting the “constitutional status” of the CNY, (CAP 2) the philosophical models of international arbitration, (CAP 3) the phenomenon of the enforcement of annulled arbitral awards by the national courts, and (CAP 4) the legal autonomy of the award rendered in an international arbitration from the seat of the arbitration.
Lerro, Marco <1987>. "L’Italia, gli Stati Uniti d’America e il diritto internazionale del mare." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3378.
Full textMaraldo, Mario Gabriele <1987>. "Il ruolo dell ONG nel diritto del lavoro a livello internazionale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4869.
Full textCHERUBINI, SANDRA. "Diritto del commercio internazionale e tutela dei diritti fondamentali dei fanciulli." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2012. https://hdl.handle.net/11565/4054295.
Full textMarino, Silvia. "Metodi di tutela del contraente debole nel diritto internazionale privato comunitario." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2633.
Full textLa tesi di dottorato ha ad oggetto un tema ormai classico nel diritto internazionale privato, ovvero la tutela del contraente debole. Tuttavia, l’approccio vuole diversificarsi. Infatti, oggetto dello studio è l’analisi dei metodi che sono utilizzati al fine di tutelare la parte debole, e non solo l’esame dei testi normativi, della giurisprudenza e delle sue ripercussioni. L’ambito della ricerca è limitato al settore della cooperazione giudiziaria comunitaria in materia civile: infatti, lo scopo è quello di verificare se i tradizionali strumenti del diritto internazionale privato classico siano stati recepiti anche in tale settore o se il diritto comunitario presenti degli aspetti di originalità. Successivamente, si vuole verificare se i metodi utilizzati siano idonei allo scopo. La tesi è composta di cinque capitoli, di cui uno introduttivo e gli altri di analisi dei metodi di coordinamento fra ordinamenti. Un capitolo introduttivo si è reso necessario in primo luogo per rilevare le specificità della cooperazione giudiziaria in materia civile rispetto al diritto internazionale privato in senso classico. Così, si vuole dar conto delle evoluzioni storiche dello specifico settore, con particolare rilievo alla sua “comunitarizzazione”, che ha portato alla trasformazione della Convenzione di Bruxelles del 1968 nel regolamento n. 44/2001 e che condurrà entro breve termine all’approvazione del regolamento “Roma I”, sostitutivo della Convenzione di Roma del 1980. Proprio in quest’ottica si vuole notare come diversi problemi tipici del diritto internazionale privato non si pongano a livello comunitario. Ci si riferisce, in particolare, al problema della qualificazione, che trova una soluzione univoca grazie alle competenze pregiudiziali attribuite alla Corte di giustizia, perdendo così, in questo settore, interesse le discussioni dottrinali e le diverse soluzioni giurisprudenziali circa le modalità di risoluzione della questione. Inoltre, sempre nel capitolo introduttivo, ci si chiederà cosa debba intendersi per tutela della parte contrattuale debole nel sistema internazionalprivatistico. Si prendono in esame due diverse possibilità, discusse dalla dottrina: la prima, secondo la quale deve essere garantita l’applicazione della legge sostanzialmente più favorevole possibile al contraente debole; la seconda, che ritiene che solo debbano essere assicurate delle garanzie minime, in particolare quelle previste dalle legge di residenza abituale del consumatore, in quanto legge da questi meglio conosciuta. Dopo una breve discussione, si motiva la scelta, che ricade su quest’ultima concezione. I quattro capitoli centrali sono dedicati all’analisi dei metodi di conflitto, quindi il primo al metodo classico, il secondo al rinvio all’ordinamento competente, il terzo alle norme di conflitto a finalità materiale, il quarto all’autonomia nella scelta del foro e della legge applicabile. Ogni capitolo si inizia con un’indagine, anche di carattere storico, sulle caratteristiche principali dei singoli metodi e le loro peculiarità; quindi, nel limitato ambito del rapporto contrattuale, si verifica se il diritto comunitario ne sia tributario, se abbia solamente recepito il metodo tradizionale o abbia apportato degli elementi di novità; in ogni caso, si verifica se le scelte compiute in sede comunitaria possano effettivamente garantire una tutela sufficientemente significativa alla parte debole. La dottrina italiana ha distinto un ulteriore metodo di diritto internazionale privato, il cd. jurisdictional approach. Come osservato anche nel corso del lavoro, non si è scientemente proposta un’analisi di questo metodo, perché non è parso utilizzato nel diritto internazionale privato comunitario in materia contrattuale. Pertanto, un suo esame avrebbe avuto una valenza meramente teorica, senza alcun fondamento normativo nel nostro ambito di ricerca. Accanto all’esame dei singoli metodi, alcuni strumenti e istituti tipici del diritto internazionale privato vengono presi in esame. Tipico è il caso del rinvio, la cui analisi assume un particolare rilievo proprio nel capitolo terzo allo scopo di verificare se possa essere ammesso un rinvio in favorem. Il problema, certo, non si pone nel campo di applicazione della Convenzione di Roma, che esclude l’operatività del rinvio, ma diventa interessante per quanto attiene il contratto di assicurazione, dal momento che le direttive sui servizi assicurativi non contengono una disciplina completa di diritto internazionale privato e non forniscono alcuna soluzione al problema. Inoltre, una particolare attenzione è prestata a tre strumenti classici, che possono essere utilizzati e che sono in effetti stati utilizzati al fine di tutelare una delle parti del rapporto, ovvero le norme di applicazione necessaria, le disposizioni imperative e l’ordine pubblico. Delineata la loro nozione nel primo capitolo, successivamente si verifica il loro ruolo all’interno dei diversi metodi. Così, si noterà che essi risultano indispensabili nel metodo classico, che, essendo caratterizzato dall’astrattezza, non prende in considerazione il contenuto sostanziale della legge applicabile, potendo lasciare la parte debole sprovvista di ogni tutela. Un’analoga conclusione può essere raggiunta per quanto attiene il metodo del rinvio all’ordinamento competente – con alcune peculiarità per quanto riguarda l’applicazione dei principi di ordine pubblico dell’ordinamento competente nello Stato del foro - ; questi limiti all’applicazione del diritto straniero, pur non essendo meno rilevanti, trovano una diversa giustificazione qualora la legge applicabile e il giudice competente siano stati scelti dalle parti: in tal caso, infatti, si tratta di tutelare la parte debole contro pressioni derivanti dall’altro contraente e dovute dal disequilibrio del potere negoziale dei due. All’opposto, quando la norma di conflitto ha carattere materiale, l’ordine pubblico pare avere invero scarsa rilevanza e il ruolo delle norme di applicazione necessaria e le disposizioni imperative è modesto, proprio perché la legge applicabile già risponde alle esigenze minime di tutela della parte debole richieste dalla lex fori. Un ulteriore aspetto di particolare interesse è relativo alla tendenziale coincidenza fra forum e ius. L’ultima parte del terzo capitolo è dedicata a questo problema; dopo un esame delle disposizioni rilevanti, si verifica se già questa coincidenza sia idonea a tutelare la parte contrattuale debole – fornendosi una risposta positiva e illustrandone le ragioni. Inoltre, proprio questa coincidenza può comportare delle soluzioni peculiari quanto al rilievo delle norme di applicazione necessaria della lex fori, appunto perché avente anche il ruolo di lex causae. Ogni capitolo presenta una conclusione parziale, che illustra gli elementi di continuità e di novità del diritto comunitario rispetto al diritto internazionale privato classico. Inoltre, si verifica se tali soluzioni siano effettivamente idonee a garantire una tutela minima alla parte contrattuale debole. Lo scopo è quello di rilevare, soprattutto, l’originalità di certe scelte del sistema di cooperazione giudiziaria in materia civile. .Questo elemento è messo in particolare rilievo nelle Conclusioni. In primo luogo si vuole mettere in luce come la cooperazione giudiziaria in materia civile parta da basi molto diverse rispetto ai sistemi convenzionali di diritto internazionale privato. Infatti, nel diritto comunitario è richiesto un coordinamento fra ordinamenti molto più forte, che non si limita ad alcuni contatti estemporanei ed occasionali. Anche nell’elaborazione di un sistema comune di diritto internazionale privato e processuale deve tenersi conto delle finalità essenziali del diritto comunitario – il funzionamento del mercato interno e lo sviluppo della libera circolazione intracomunitaria. La cooperazione giudiziaria non può prescindere da questi aspetti. Pertanto, anche la tutela della parte contrattuale debole deve essere contemperata con altre esigenze, quelle della produzione, e soprattutto la Convenzione di Roma costituisce un esempio della ricerca di questo difficile bilanciamento. In secondo luogo, tornando, conclusivamente, ai metodi di coordinamento e a riflessioni sottostanti a tutto il lavoro, si vuole notare come la struttura degli articoli 5, par. 3 e 6, par. 2 della Convenzione di Roma paia quella maggiormente idonea ad assicurare la tutela della parte debole, almeno nel senso che si è inteso nel nostro lavoro. Si sottolineano i vantaggi di chiarezza e di certezza del diritto che una tale soluzione consente – caratteristiche che rendono la contrattazione internazionale più sicura e interessante anche per l’altra parte; la semplicità dell’accertamento giudiziale circa la legge applicabile; la più facile conoscibilità dei diritti della parte debole. Inoltre, in queste ipotesi è modesto il rilievo delle norme di applicazione necessaria, delle disposizioni imperative e dell’ordine pubblico, a meno che non sia richiamata la legge di uno Stato non comunitario, elemento che risalta ancora la semplicità e l’idoneità di una tale soluzione e che distingue profondamente questo metodo dalla scelta di legge applicabile che, in molte ipotesi, ha bisogno almeno del correttivo delle disposizioni imperative. La tendenziale semplicità nell’applicazione di queste norme risulta, infine, rafforzata dal coordinamento che si è effettuato fra la Convenzione di Roma – e il prossimo regolamento “Roma I” - e il reg. n. 44/2001, il quale consente, in molteplici casi, l’applicazione da parte del giudice della lex fori. L’immediatezza di una tale soluzione alle problematiche del conflitto di leggi e di competenza giurisdizionale garantisce una tutela minima alla parte debole e, contemporaneamente, assicura una sufficiente certezza del diritto alla controparte, operatore economico.
XX CICLO
Marchioro, Irene <1991>. "I confini del regolamento (UE) 650/2012 sulle successioni internazionali." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9942/1/Tesi_Irene%20Marchioro_I%20CONFINI%20DEL%20REGOLAMENTO%20%28UE%29%20650-2012%20SULLE%20SUCCESSIONI.pdf.
Full textThe contiguity of successions with other related matters leads to difficulties in the application of Regulation (EU) 650/2012 and, specifically, in the exact delimitation of its scope with respect to matters excluded from it, so that it is necessary to investigate these "border" areas. The first border area analysed is that of the relationship between the Regulation and the other conventions in force in matters of succession. The second delimits the scope of application of the Regulation from that of other, excluded matters that have not been harmonised. These include the nature of rights in rem and questions governed by the law applicable to companies and other legal persons. The third one marks the limits of application of the Regulation with regard to harmonised areas of law, such as gifts, maintenance obligations and matrimonial and civil partnership property regimes. The topic of the relationship between the Succession Regulation and the Regulation (EU) 2015/848 on cross-border insolvency also merits separate consideration. The analysis of the individual border areas allows us to discern a number of guiding lines, which lead to some concluding reflections. Firstly, it must be understood how questions not covered by the Regulation, but nevertheless indispensable for settling a succession, can be known as preliminary questions, and what value these have in relation to the issuance of a European Certificate of Succession. Secondly, the arguments analysed lead to the question of the construction of a concept of adaptation shared at European Union level, a concept of which Regulation (EU) 650/2012 would prove to be the promoter. Nor does this appear surprising, since the greater are the interconnections between adjacent areas of law, the greater is the need to define the means of resolving application inconsistencies due to such interconnections. Translated with www.DeepL.com/Translator (free version)
Franzini, Carlotta <1995>. "Una guerra per l'indipendenza. Analisi storico-giuridica del caso ceceno." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/16104.
Full textNapoli, Nadia. "Energia sostenibile. Sfide e prospettive del diritto globale." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/1294.
Full textLa tesi esamina la dimensione ambientale delle questioni energetiche e le interconnessioni esistenti fra il diritto internazionale a protezione dell’ambiente e la regolamentazione giuridica del settore dell’energia, con specifico riferimento alle fonti rinnovabili e alla produzione di energia nucleare a scopi civili (cd. nucleare civile). Il tema della sostenibilità ambientale e le problematiche energetiche derivanti dall’utilizzo delle fonti fossili sono sempre più spesso dibattute in sedi internazionali. L’attuazione di una politica energetica «sostenibile» rappresenta attualmente una delle maggiori sfide del terzo millennio, in ossequio alla responsabilità inter-generazionale di cui si è fatta carico la comunità internazionale a partire dagli anni Settanta e che ha trovato efficace espressione nel concetto di sviluppo sostenibile. All’attenzione rivolta dai Governi all’energy security, cioè alle questioni di approvvigionamento delle risorse energetiche, si è affiancato — in conseguenza all’in-ternazionalizzazione della protezione ambientale — l’interesse sovranazionale/globale all’energy safety, vale a dire alla compatibilità dei modelli di produzione e consumo energetici con l’esigenza di tutela dell’ambiente umano. L’analisi condotta si incentra su tale aspetto, che poca attenzione ha avuto fino ad oggi da parte della dottrina internazionalistica. L’obiettivo della ricerca è verificare se si siano affermati a livello internazionale standards a tutela dell’ambiente, applicabili al settore energetico, che limitino gli Stati nella definizione delle politiche nazionali, nonché di analizzarne la modulazione rispetto alle diverse fonti alternative, in ragione delle specificità delle stesse. Nell’ottica descritta, verrà pertanto effettuata una disamina parallela dell’evoluzione normativa, delle politiche adottate a livello globale, regionale e statale, nonché delle procedure internazionali di controllo, esistenti rispetto alle due sub-species di fonti alternative: quelle rinnovabili e quella atomica. L’analisi è articolata in tre parti. Nel primo capitolo, dopo aver ricostruito, sulla base degli atti e della giurisprudenza internazionale, il concetto di sviluppo sostenibile, si analizzano i principi e gli obblighi ambientali applicabili al settore dell’energia, al fine di delineare il concetto giuridico di sostenibilità energetica. Si passa poi alla ricostruzione della normativa internazionale relativa, rispettivamente, alle fonti rinnovabili e all’energia nucleare, e si esaminano gli obblighi a tutela dell’ambiente ivi specificamente previsti. Il secondo capitolo ha ad oggetto le politiche energetiche internazionali, regionali e statali, riguardanti le due sottocategorie di fonti alternative. In particolare, a livello regionale è analizzata la politica energetica dell’Unione Europea e le competenze, nel settore della nuclear safety, dell’EURATOM. Il terzo capitolo, infine, esamina le procedure di controllo e le garanzie internazionali esistenti nel settore dell’energia per la verifica del rispetto degli obblighi di safety. Quanto a tale profilo, va sottolineato che esula dall’indagine, per esserne solo incidentalmente toccato, il tema della responsabilità internazionale per danni ambientali prodotti dall’attività di produzione energetica e/o da incidenti nucleari. La ricerca, infatti, intende incentrarsi sulla “fase fisiologica” piuttosto che su quella “patologica”, cioè sulle misure che, nel rispetto degli obblighi ambientali, devono essere preventivamente adottate dagli Stati nel settore della produzione e dell’utilizzo dell’energia, specie se trattasi della fonte atomica. [a cura dell'autore]
X n.s.
GIUNIPERO, di CORTERANZO CARLO AUGUSTO. "La comunità internazionale ed il diritto di guerra in Luigi Sturzo." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/241.
Full textAs an opponent to fascism, Luigi Sturzo a priest and an Italian political leader has to go into exile in London in 1924, during the formative years of international relations theory, what is usually called the First Great Debate. In 1929 Sturzo published a book on The International Community and the Right of War, which looks at the then debated international relations issues through his Christian background. This work will assess Sturzo's book in the unique historical milieu in which it was conceived, in order to identify a mix of liberalism and Christian thought rather unfamiliar both then and today. The work is organized in four chapter. The first face the reason of the Sturzo's exile in London. The second section is devoted to the cultural background of Sturzo's book, and specifically to his key British personal contacts: the liberals, the people gravitating around Chatham House and the British Catholics. Among the most relevant people corresponding with Sturzo or in other ways connected to his book we can find: Gilbert Murray, G.P. Gooch, Francis Hirst, Alfred Zimmern, Norman Angell, Leonard Wolf,. The third chapter illustrates Sturzo's relationship with the British Catholic and the Bishop of Westminster. The fourth and final chapter illustrates the articles and the different edition of The International Community and the Right of War: the English, the American, the French and the tentive edition in Germany and Spain.
GIUNIPERO, di CORTERANZO CARLO AUGUSTO. "La comunità internazionale ed il diritto di guerra in Luigi Sturzo." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/241.
Full textAs an opponent to fascism, Luigi Sturzo a priest and an Italian political leader has to go into exile in London in 1924, during the formative years of international relations theory, what is usually called the First Great Debate. In 1929 Sturzo published a book on The International Community and the Right of War, which looks at the then debated international relations issues through his Christian background. This work will assess Sturzo's book in the unique historical milieu in which it was conceived, in order to identify a mix of liberalism and Christian thought rather unfamiliar both then and today. The work is organized in four chapter. The first face the reason of the Sturzo's exile in London. The second section is devoted to the cultural background of Sturzo's book, and specifically to his key British personal contacts: the liberals, the people gravitating around Chatham House and the British Catholics. Among the most relevant people corresponding with Sturzo or in other ways connected to his book we can find: Gilbert Murray, G.P. Gooch, Francis Hirst, Alfred Zimmern, Norman Angell, Leonard Wolf,. The third chapter illustrates Sturzo's relationship with the British Catholic and the Bishop of Westminster. The fourth and final chapter illustrates the articles and the different edition of The International Community and the Right of War: the English, the American, the French and the tentive edition in Germany and Spain.
SANNA, PIETRO. "La tutela del passeggero nel diritto internazionale privato e processuale dell'Unione europea." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1060333.
Full textCHIES, ALBERTO. "L'Effettività del Principio di Libertà Sindacale in una Prospettiva Internazionale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3459747.
Full textThe effectiveness of freedom of association from an international perspective
Fidelbo, Costanza <1993>. "“Unite for Heritage: la protezione del patrimonio culturale nelle aree di crisi”." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13155.
Full textBellati, Sara <1990>. "L'Organizzazione Internazionale del Lavoro: Core Labour Standards e sistemi di controllo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5288.
Full textSANNA, SILVIA. "Tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori e disciplina del commercio internazionale." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2003. http://hdl.handle.net/11565/4050831.
Full text