Journal articles on the topic 'Storia dei processi culturali'

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Parisio, Enrico, and Fabio Mongelli. "Place identity design nel quartiere San Lorenzo a Roma." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (January 2022): 103–17. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-003008.

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Abstract:
L'emergenza sanitaria da Covid-19 ha modificando la tessitura delle relazioni sociali e l'approccio allo studio e al lavoro. Il ruolo del designer e, più in generale dell'artista, in que-sto contesto storico così imprevedibile, coincide oggi con quello dell'esploratore che abban-dona i processi di ricerca e sperimentazione individuale, per inseguire una nuova vocazione collettiva che guarda al domani. Città, parchi, piazze, agorà culturali dovranno confrontarsi con stravolgimenti che andranno ad incidere sulle abitudini dei cittadini. Gli spazi pubblici saranno rimodellati con progetti che tengano conto delle esigenze culturali connesse alla socia-lità e all'ambiente. È possibile immaginare un processo di rigenerazione urbana che, coinvol-gendo giovani studenti e ricercatori nella valorizzazione di una determinata identità territoriale, possa trasformarsi in un modello operativo aperto da innestare in altre aree. Roma prova a dare una prima risposta, con uno dei suoi quartieri simbolo: San Lorenzo, dando forma ad un'azione di co-design partecipativo che declina storia e futuro.
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Čok, Lucija. "Lingue e culture nel dibattito sulle identità europee." Linguistica 50, no. 1 (December 29, 2010): 137–42. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.50.1.137-142.

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Abstract:
Nelle politiche linguistiche e culturali delle strategie comunitarie, il discorso sulle identità del singolo (identità nazionale, culturale, linguistica, regionale...) presenta un potenziale punto d'intesa. Nel complesso delle attività che le politiche comunitarie propongono, risulta che una speciale attenzione è riservata alla tutela di alcune di esse (per esempio quella nazionale e linguistica). Si attivano quindi, simultaneamente, mezzi e conoscenze per instaurare la condivisione di un'unica cittadinanza e di una comune economia per creare una crescita culturale in un'entità organica. L'Europa è caratterizzata da culture e tradizioni simili e da una storia che accomuna tutte le nazioni che ne fanno parte. Il passato delle nazioni è contrassegnato dalla ricchezza dei valori paneuropei: valori politici, sociali, culturali, umani. La memoria, soprattutto la memoria storica, è fatta di un materiale essenziale atto a costruire e composto di elementi specifici insostituibili. Vi si trovano valori da salvaguardare e da distribuire. Uno dei vantaggi del continente Europa è il fatto di avere un passato, anche se, a tratti, conflittuale a causa delle specificità delle singole nazioni. La componente regionale e quella locale costituiscono un prezioso scrigno culturale paneuropeo le cui ricchezze emergono nel dialogo interculturale. Ci sono luoghi e tempi per cercare la creatività artistica, la curiosità scientifica, la forza intellettuale del singolo e dei gruppi che potranno far emergere nuove idee, proposte, progetti e strategie per arrivare al bene comune. La scuola è uno dei luoghi intesi come laboratori culturali. Il processo d'innovazione in atto all'interno del sistema scolastico supporta senz'altro la scuola nell'adempimento della sua funzione di operatore educativo comunitario e, allo stesso tempo, di tutore dei beni culturali e delle identità regionali.
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3

Corona, Gabriella. "Paolo Frascani e le trasformazioni storiche dei mari italiani." SOCIETÀ E STORIA, no. 126 (March 2010): 669–72. http://dx.doi.org/10.3280/ss2009-126004.

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Abstract:
L'Italia e il mare di Paolo Frascani Questo volume vuole essere la storia del recupero dell'identitÀ marittima dell'Italia otto-novecentesca, dopo un declino durato parecchi secoli che aveva visto l'Italia comunale, l'Italia delle Repubbliche Marinare progressivamente perdere il suo primato sul mare. Si racconta il processo di recupero del mare nella rappresentazione dell'Italia come nazione dando conto di come questo avviene nell'ambito del dibattito culturale, politico, istituzionale, facendo riferimento ai valori, ai sensi di appartenenza, ai modelli identitari e impiegando materiali molto diversi: la letteratura storiografica, la narrativa, la pubblicistica coeva, le fonti audiovisive, il cinema e cosě via. Ma al di lÀ dei propositi l'autore mostra l'urgenza ed il piacere di raccontare il mare liberamente dandone conto in maniera piů ampia. Nel dipanare il suo racconto Frascani non perde di vista le trasformazioni territoriali, demografiche, sociali ed economiche e da questo punto di vista il libro č anche la storia dei fattori che hanno determinato i processi di trasformazione attraverso i quali si sono venuti configurando i mari e le coste cosě come si presentano a noi oggi. Molte le questioni problematiche: la complessitÀ della periodizzazione, il ruolo delle scale geografiche, il mutamento nella percezione storica dei valori ambientali, i rischi di una nuova rappresentazione ideologica.
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Manetti, Giacomo, and Massimo Valeri. "La valutazione del patrimonio museale: il caso del Museo di Storia Naturale di Firenze." FINANCIAL REPORTING, no. 3 (November 2012): 111–33. http://dx.doi.org/10.3280/fr2012-003006.

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Abstract:
Il presente lavoro mira ad individuare le prassi per la valutazione dei beni culturali di proprietà delle pubbliche amministrazioni attraverso lo studio del caso del Museo di Storia Naturale di Firenze. Dopo aver esaminato le principali indicazioni della prassi e della dottrina in tema di valutazione dei beni culturali, gli autori affrontano un caso di studio nel quale è stato adottato, per l'inventariazione dell'intero patrimonio museale, uno dei metodi in precedenza discussi, ossia la stima degli esperti, quale proxy del valore di mercato delle collezioni. Con riferimento al caso di studio si indicano le motivazioni a supporto del metodo adottato e le difficoltà incontrate nella conduzione del processo valutativo. Dall'indagine condotta emergono alcuni limiti ed alcuni potenziali sviluppi della ricerca, evidenziati nelle conclusioni, sui criteri di valutazione del patrimonio museale.
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Scaramellini, Guglielmo, and Luca Muscarà. "Calogero Muscarà(1929-2020)." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 1 (March 2022): 114–24. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13370.

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Abstract:
Il 5 novembre 2020, a novantun'anni, il professor Calogero Muscarà è mancato per una polmonite interstiziale, nonostante avesse superato l'infezione da Covid-19. Egli stava ancora lavorando, con la passione e la lucidità che Gli erano sempre state proprie, sui temi ai quali si era dedicato fin dai primi anni di studio: Venezia, la sua storia e il suo presente; il sistema politico-amministrativo italiano dall'Unità a oggi e i suoi rapporti con l'evoluzione socio-economica-culturale del Paese in chiave territoriale; il concetto di megalopoli e la sua possibile applicazione all'Italia, tema cui era dedito dagli anni Settanta. Solo poche settimane prima aveva infatti licenziato l'articolo "Compartimentazione amministrativa dello Stato italiano e processi di formazione di una megalopoli nel Nord Italia", l'ultimo che abbia dato alle stampe e che uscirà quest'anno in un volume collettaneo a lui dedicato (Scaramellini, a cura di, 2022). Non Gli è stato possibile invece completare un altro saggio, più approfondito e articolato, sul medesimo tema e in gestazione da lungo tempo, a causa di un incidente informatico, ma soprattutto per l'incalzare del tempo e forse il presentimento che la pandemia lo attendesse al varco. Tale saggio, già steso a grandi linee ma ancora senza titolo, ripercorreva un tema sempre a Lui caro, fin dal suo esordio nella Geografia italiana: la storia dei rapporti intercorsi fra il mutare dell'ordinamento politico-amministrativo del Paese dopo l'Unità e il non sempre convergente sviluppo sociale, culturale, economico, in una parola, civico del sistema-Paese Italia e delle sue partizioni ‘regionali' (secondo i tratti delineati da Pietro Maestri nel 1868 e sostanzialmente confermate nelle successive vicende politiche, istituzionali, sociali, culturali, economiche, fino ai giorni nostri). Professore emerito della Sapienza, presidente della World Society for Ekistics, membro onorario della Société de Géographie de Paris e della Società geografica italiana di Roma, Calogero Muscarà è stato protagonista del rinnovamento della geografia italiana nel periodo del ‘miracolo economico', affrontando nei decenni successivi l'analisi dei profondi cambiamenti avvenuti nell'organizzazione del territorio italiano dalla fine della seconda guerra mondiale e le conseguenti problematiche ambientali, economiche, regionali, urbane e culturali, e contribuendo alla diffusione della geografia francese in Italia e alla conoscenza della geografia italiananel mondo francofono.
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Beni, Paolo. "Crisi e politicitŕ della cittadinanza." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (September 2011): 7–18. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003002.

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Abstract:
I profondi processi di trasformazione economica, sociale e culturale che negli ultimi decenni hanno investito il nostro Paese stanno producendo negli individui una crescente difficoltŕ a riconoscersi nelle relazioni sociali e nella dimensione pubblica del vivere civile. Cambia la percezione di sé dei cittadini e delle cittadine, fino a provocare disaffezione e alienazione. Č in atto una sfida: fra la cittadinanza come pura iscrizione anagrafica che sopravvive come strumento di discriminazione dei non cittadini, e la cittadinanza come insieme dei diritti delle persone, con la loro dignitŕ e autonomia, con il loro sentimento di solidarietŕ e appartenenza a una comunitŕ politica. L'urgenza della storia marcia nella seconda direzione, verso un'evoluzione che corregga le discriminazioni prodotte dall'economia di mercato e ripristini la piena eguaglianza dei diritti civili, politici e sociali.
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Romano, Franco. "Aspetti socioculturali nella prassi glottodidattica." Studia Polensia 9, no. 1 (November 24, 2020): 89–101. http://dx.doi.org/10.32728/studpol/2020.09.01.05.

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Abstract:
L’insegnamento della lingua italiana non può essere separato mai del tutto dagli aspetti culturali della nostra storia e civiltà, in quanto esiste tra i due una profonda e intima interconnessione. Diversi esiti linguistici e altrettanti enunciati o idiomatismi si spiegano proprio con l’ausilio di ragioni storiche, sociali e antropologiche, in una parola “culturali”, proprie del Paese. Una delle possibili chiavi di volta per trasmettere ai discenti stranieri elementi della nostra civiltà è quella di partire dalle loro osservazioni critiche e coinvolgerli in qualità di giudici dei nostri stili di vita, delle nostre abitudini e della nostra mentalità per porli al centro del processo di apprendimento in una veste più attiva, partecipe e interlocutoria.
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Journals, FrancoAngeli, and Massimiliano Grava. "Dalle fabbriche ai nuovi spazi dell' innovazione: transizioni socio-economiche e mutamenti dei paesaggi della produzione." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 4 (December 2021): 45–72. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa4-2021oa12959.

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Abstract:
Il presente contributo si pone l'obiettivo di combinare l'analisi dei cambiamenti urbani generati dalle dinamiche di transizione socio-economica con lo studio delle trasformazioni di spazi industriali e l'emergere di segni e significati riconducibili ai nuovi paesaggi dell'innovazione. Partendo dagli approcci evolutivi applicati in campo geografico e adottando alcune chiavi di lettura di matrice storico-culturale elaborate dalla letteratura sul paesaggio, il lavoro ricostruisce la storia dei processi di industrializzazione, di abbandono e di recupero che hanno riguardato tre aree industriali, situate in contesti urbani di piccolee medie dimensioni della provincia di Pisa, e la loro trasformazione in luoghi dell'università, della cultura, dell'imprenditorialità high-tech. Oltre alla trattazione dei contenuti progettuali e del ruolo dei soggetti convolti, l'articolo mira ad evidenziare le nuove forme di materialità collegate ai paesaggi dell'innovazione e le interconnessioni con le tendenze di sviluppo post-fordista e le strategie promosse a livello locale.
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Fazzini, Ilaria. "Una pluralità di sguardi sulla follia. Storia delle internate cremonesi nella seconda metà dell'ottocento." STORIA IN LOMBARDIA, no. 2 (September 2020): 114–32. http://dx.doi.org/10.3280/sil2018-002006.

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Abstract:
La storia delle donne internate in manicomio, della loro vita dentro e fuori gli istituti psichiatrici, è divenuta negli ultimi decenni oggetto di grande interesse e studio. La presente ricerca, condotta a partire dallo studio e dall'analisi delle cartelle cliniche e dei fascicoli personali delle donne internate nel Manicomio di Cremona dal 1868 al 1904, ha lo scopo di indagare l'internamento della follia femminile nella seconda metà dell'Ottocento e di farne emergere le caratteristiche e le peculiarità. Le cartelle cliniche delle pazienti cremonesi si sono rivelate una fonte utile e preziosa che ha fatto emergere chiaramente come l'internamento delle donne in manicomio fosse un processo "corale". Al suo interno infatti si intrecciava una pluralità di voci e di "sguardi" che "costruivano" e definivano la follia femminile: dallo "sguardo" dei familiari e dei rappresentanti delle istituzioni religiose e politiche coinvolti nelle procedure di ammissione, alla "voce" inascoltata delle internate portatrici di una propria soggettività, fino alle diagnosi e alle cure degli alienisti. L'autrice analizza e indaga questi soggetti, mostrandone il ruolo nelle diverse fasi del processo di internamento e rintracciando i differenti riferimenti culturali e i diversi linguaggi da loro utilizzati per individuare, comprendere, descrivere e, nel caso delle internate, manifestare e narrare la follia.
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D’Alessandri, Antonio. "Viaggiatori romeni in Italia durante il Risorgimento." IL RISORGIMENTO, no. 1 (May 2021): 96–116. http://dx.doi.org/10.3280/riso2021-001005.

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Abstract:
Il saggio affronta l'immagine dell'Italia durante la prima metà del XIX secolo negli scritti di viaggio di alcuni fra i più importanti autori romeni che, a vario titolo, visitarono la penisola. L'obiettivo è di mettere a fuoco in che modo la cultura italiana sia stata recepita e, soprattutto, come abbia influenzato l'elaborazione dell'identità nazionale romena contemporanea nella sua fase di formazione. L'analisi tiene in considerazione i maggiori eventi della storia romena dell'epoca, per collocare quelle opere nel loro contesto originario. Per i romeni del XIX secolo, l'Italia, con la sua storia, la lingua, la cultura, significò soprattutto la riscoperta delle antiche radici culturali della nazione. Accanto a ciò, la percezione romena dell'Italia, così come si può leggere nei testi dei viaggiatori selezionati, racchiudeva in sé anche gli stimoli a trovare, nei luoghi visitati, esempi concreti che potessero contribuire all'incipiente sviluppo delle terre romene e, infine, l'ammirazione per l'azione politica del Piemonte sabaudo nel processo di formazione statale italiana.
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Di Benedetto, Paolo. "Costruire e ri-costruire la storia e l’identità d’Asia in età imperiale." Ars & Humanitas 16, no. 1 (December 22, 2022): 47–63. http://dx.doi.org/10.4312/ars.16.1.47-63.

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Abstract:
Nell’antica Grecia, il mito delle Amazzoni, che, nell’immaginario collettivo greco, rappresentavano l’elemento “altro”, è spesso associato a tradizioni di fondazione e di eponimia in rapporto a città, soprattutto nella Ionia e nell’Eolide d’Asia Minore. Queste tradizioni si possono rintracciare in racconti locali, che si sono conservati fino all’età imperiale romana, in un momento in cui, in particolare, si assiste ad una ripresa delle tradizioni greche arcaiche e classiche durante la seconda sofistica. L’epoca dell’imperatore Adriano, più di ogni altra, sarebbe stata importante per la rinascita ed il recupero di questi miti di fondazione, in quanto molte città ioniche ed eoliche (come Efeso, Smirne, Cuma e Mirina) creavano un nesso con il loro passato e con la loro origine per mezzo della figura dell’Amazzone, rappresentata anche sulla monetazione locale, con l’obiettivo di affermare la loro antichità e priorità: tali tradizioni sono attestate anche nelle fonti letterarie. Grazie alla remota antichità ed adattabilità, il mito di fondazione basato sulle Amazzoni attraversò diversi processi di rielaborazione e rifunzionalizzazione e fu riutilizzato come “paradigma” in Asia Minore, soprattutto in età imperiale, per sottolineare l’archaiologia delle antiche poleis. Queste elaborazioni, fondate su antiche tradizioni mitiche locali, sono state determinanti per riaffermare e rivendicare l’identità culturale ed etnica dei Greci sotto l’Impero romano in un preciso momento storico. Obiettivo del presente lavoro è indagare i processi di costruzione e ri-costruzione dell’identità cittadina attraverso l’analisi delle fonti relative ai racconti di fondazione e di eponimia attestati in Ionia e in Eolide in relazione al particolare contesto legato al revival delle tradizioni locali greche in età imperiale.
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SANTOS, Taysa Kawanny Ferreira, and Inalda Maria dos SANTOS. "O lugar dos povos indígenas na história do Brasil e em Alagoas: breves reflexões." INTERRITÓRIOS 6, no. 10 (April 14, 2020): 415. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244918.

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Abstract:
RESUMOEste texto busca evidenciar algumas reflexões sobre os povos indígenas na História do Brasil e em Alagoas. Neste sentido a pesquisa tem como objetivo analisar os processos de silenciamento ocorridos ao longo da História do Brasil e especificamente em Alagoas. Teve como abordagem metodológica a pesquisa qualitativa e ancorou-se nos pressupostos da fenomenologiahermenêutica porque objetivou evidenciar os significados atribuídos pelos sujeitos ao fenômeno pesquisado. Tratou-se de um estudo de caso em que se adotou uma postura etnográfica de pesquisa, na intenção de valorizar a escuta, as observações e o respeito às práticas culturais. Povos indígenas. História. Resistência. The place of indigenous people in the history of Brazil and in Alagoas: brief reflections ABSTRACT This text seeks to highlight some reflections on indigenous peoples in the history of Brazil and in Alagoas. In this sense, the research aims to analyze the silencing processes that occurred throughout the history of Brazil and specifically in Alagoas. The methodological approach was based on qualitative research and was based on the assumptions of phenomenology-hermeneutics because it aimed to highlight the meanings attributed by the subjects to the researched phenomenon. It was a case study in which an ethnographic research stance was adopted, with the intention of valuing listening, observations and respect for cultural practices. Indian people. History. Resistance.El lugar de los pueblos indígenas en la historia de Brasil y en Alagoas: breves reflexiones RESUMEN Este texto busca resaltar algunas reflexiones sobre los pueblos indígenas en la Historia de Brasil y en Alagoas. En este sentido, la investigación tiene como objetivo analizar los procesos de silenciamiento que ocurrieron a lo largo de la historia de Brasil y específicamente en Alagoas. El enfoque metodológico se orientó en la investigación cualitativa y se basó en los supuestos de la fenomenología-hermenéutica porque pretendía resaltar los significados atribuidos por los sujetos al fenómeno investigado. Fue un estudio de caso en el que se adoptó una postura de investigación etnográfica, con la intención de valorar la escucha, las observaciones y el respeto por las prácticas culturales. Pueblos indígenas. Historia. Resistencia. Il posto delle popolazioni indigene nella storia del Brasile e di Alagoas: brevi riflessioni SINTESE Questo testo cerca di evidenziare alcune riflessioni sulle popolazioni indigene nella storia del Brasile e in Alagoas. In questo senso, la ricerca mira ad analizzare i processi di silenziamento che si sono verificati nella storia del Brasile e in particolare ad Alagoas. L'approccio metodologico si basava sulla ricerca qualitativa e si basava sui presupposti della fenomenologia ermeneutica perché intendeva evidenziare i significati attribuiti dai soggetti al fenomeno indagato. È stato un caso di studio in cui è stata adottata una posizione di ricerca etnografica, con l'intenzione di valutare l'ascolto, le osservazioni e il rispetto delle pratiche culturali. Popoli indigeni. Storia. Resistenza.
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Tramma, Sergio. "Terrorismo e radicalizzazione: orientamenti pedagogici." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 1 (October 2021): 54–67. http://dx.doi.org/10.3280/erp1-special-2021oa12467.

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Abstract:
Il terrorismo è un fenomeno che deve essere considerato presente anche nelle fasi nelle quali non si manifesta in maniera tragica ed evidente. In questi ultimi decenni il terrorismo prevalente è stato quello che fa riferimento alla tradizione islamica, interessando gli scenari globali e manifestandosi anche nei paesi occidentali, intrecciandosi con altri processi quali la globalizzazione asimmetrica, l'aumento delle diseguaglianze, l'occidentalizzazione del mondo. È un fenomeno che deve essere analizzato anche pedagogicamente, ponendo particolare attenzione ai processi di radicalizzazione cioè a quell'insieme di esperienze che portano le persone coinvolte ad aderire alle ideologie e ai metodi terroristici. Un'analisi che deve collocarsi in particolare nei territori urbani caratterizzati da forte marginalità economica e sociale, dove possono svilupparsi simpatie e adesioni nei confronti del terrorismo, in particolare da parte di persone che hanno nella loro storia familiare migrazioni da paesi a religione islamica. Il territorio è considerato il luogo nel quale le dinamiche globali e i fenomeni generali trovano la loro espressione nel "qui ed ora" della loro materialità quotidiana e diventano vita vissuta: dalle migrazioni internazionali ai processi di delocalizzazione, dalla omologazione culturale ai moti di resistenza a tale omologazione. Il terrorismo si sviluppa anche in opposizione alla modernità, e in questo è associabile a ogni forma di integralismo che si richiama a un passato caratterizzato da una presunta dimensione comunitaria di unione materiale e spirituale. Questione pedagogica centrale diventa quella delle appartenenze, e dei processi educativi che possono rafforzare o indebolire il senso delle appartenenze. Ciò che si auspica è un'educazione che fornisca ai soggetti strumenti per disvelare e criticare le proprie appartenenze e ricercare modalità radicali e non terroristiche di critica al presente.
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Lupo, Eleonora. "Design, beni culturali immateriali e “attivazione dell’autentico”: progettare il valore delle eredità culturali come “open-ended knowledge system”." i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 4 (January 9, 2011): 44–54. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2011.v4i.12662.

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Abstract:
Quando si parla di design per i beni culturali, più che di competenze di design e ambito di applicazione del progetto, è opportuno parlare di processi di design per i beni culturali. In questa visione, la valorizzazione dei beni culturali può essere vista come un insieme di processi di design (Lupo 2009). In un ideale ciclo di vita del bene culturale, materiale o immateriale (Lupo 2009), che proponiamo come lineare (si noti che questa semplificazione viene attuata solo come artificio retorico ed espediente comunicativo) si ha all’inizio un bene culturale ancora potenziale (che non esiste in quanto non ha forma), che si concretizza in forme di bene e che, quando è collettivamente socializzato riconosciuto, diventa bene esplicito, e quindi successivamente bene fruito o attivato da una comunità nel momento in cui se ne ‘appropria’ o vi partecipa in varie forme. Nel passaggio da uno stadio all’altro si verificano dei processi che sono chiamati rispettivamente di produzione (della forma) bene culturale, riconoscimento (del senso) del bene culturale e di attivazione (della funzione) del bene culturale.
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Mistri, Maurizio. "Processi cognitivi ed organizzazione dei distretti industriali." ARGOMENTI, no. 30 (March 2011): 39–67. http://dx.doi.org/10.3280/arg2010-030003.

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Abstract:
Questo saggio ha l'obiettivo di analizzare la capacitŕ di adattamento del sistema dei distretti industriali italiani ai cambiamenti in atto nella economia mondiale e nell'universo delle innovazioni tecnologiche. L'analisi viene compiuta con un riferimento costante alle basi cognitive dei processi decisionali degli agenti che operano nei distretti industriali. Il concetto di conoscenza, in effetti, ha una base strettamente cognitivista, a differenza di quanto č accaduto per il concetto di informazione. La riflessione sulla conoscenza in economia politica puň partire dall'idea che ogni sistema economico č incardinato in sistemi piů ampi (politici, culturali, militari, ecc.) che ne condizionano il funzionamento e le dinamiche evolutive. Ne deriva che nel mondo economico i processi dinamici non sono del tutto conoscibili ex ante, a causa dei limiti informativi e dei limiti computazionali a cui sono soggetti gli agenti economici.
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D'Agnelli, Francesca Maria, Claudia Guerrieri, Maria Teresa Rizzo, and Silvia Tichetti. "L'authority work nel sistema dei beni culturali ecclesiastici." DigItalia 16, no. 2 (December 2021): 91–107. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00038.

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Abstract:
L'approccio metodologico dei censimenti del patrimonio culturale degli enti ecclesiastici (diocesi e istituti culturali), coordinati dall'Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'Edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana, avviene nel rispetto degli standard di settore (beni storico artistici, architettonici, archivistici, librari, fotografici). Anche l'authority work, connaturato all'attività catalografica, rispetta questa scelta. Tuttavia, per garantire l'integrazione e consultazione cross domain delle banche dati sul portale BeWeB, il modello di authority work adottato gestisce tutto il ciclo di vita dei record di autorità, dalla produzione nei gestionali di catalogazione usati dai singoli enti schedatori fino a BeWeB, passando attraverso processi di riconciliazione che identificano univocamente l'entità e le risorse ad essa collegate.
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Luraschi, Andrea. "Territori marginali e sviluppo endogeno: l'economia culturale dell'artigianato a Kachchh (India)." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 4 (January 2013): 97–126. http://dx.doi.org/10.3280/qu2012-004004.

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Abstract:
Territori marginali e sviluppo endogeno: l'economia culturale dell'artigianato a Kachchh (India) Questo lavoro intende contribuire, attraverso l'analisi di un caso rappresentativo, alla comprensione delle condizioni e dei processi che permettono a un territorio marginale di intraprendere un percorso di sviluppo sostenibile. Le conclusioni principali sono due. Anzitutto, per i territori marginali le possibilitŕ reali di uscire dalla stagnazione paiono legate alla mobilitazione di risorse e capacitŕ locali, ossia all'innesco di processi di sviluppo endogeno. In secondo luogo, per lo sviluppo dei territori marginali hanno un rilievo speciale le risorse culturali, sempre presenti ma spesso "nascoste" o latenti. Sviluppo endogeno significa precisamente suscitare e valorizzare le risorse intrappolate nel territorio.
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Petrillo, Gianfranco. "Il problema di Milano. La federazione comunista piů grande d'Italia. 1921-1975." STORIA IN LOMBARDIA, no. 1 (October 2011): 20–83. http://dx.doi.org/10.3280/sil2011-001002.

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Abstract:
Milano č un perno fondamentale della storia recente d'Italia. La direzione nazionale del Partito comunista italiano non lo ha mai capito e ciň ha costituito un problema e una spia dei suoi perduranti ritardi politici e culturali nell'affrontare i problemi del paese. Dal settarismo delle origini alle tentazioni omologatrici degli anni ottanta del Novecento, la storia della Federazione milanese del Pci č la storia di questo problema.
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Pogliani, Laura. "Memoria e futuro per i cimiteri milanesi. Un contributo di ricerca e progetto." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 158–69. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095017.

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Abstract:
I cimiteri sono luoghi di lutto e memoria individuale e collettiva, di culto, di testimonianza architettonica, artistica, paesaggistica, ma sono anche ecosistemi contraddistinti da varietà ecologica e biodiversità. Territori in divenire, narrano la crescente diversificazione dei bisogni e dei valori culturali e simbolici degli abitanti, in relazione al presente e al futuro. La recente revisione del Piano regolatore dei cimiteri milanesi costituisce un'occasione per riflettere su queste condizioni e potenzialità e per rilanciare un progetto di multiculturalità e diversificazione ecologica degli spazi per la metropoli attuale. Il contributo sviluppa qualche spunto di riflessione ulteriore sul rapporto tra ricerca universitaria e attività amministrativa, nella costruzione di una proposta attenta all'innovazione dei processi.
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Doria, Marco. "La storia economica contemporanea in quaranta anni di "Società e storia"." SOCIETÀ E STORIA, no. 178 (January 2023): 783–817. http://dx.doi.org/10.3280/ss2022-178007.

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Abstract:
L'articolo si propone di analizzare i diversi saggi e interventi su temi di storia economica dell'età contemporanea pubblicati in oltre quaranta anni di vita di "Società e storia". In primo luogo si osserva quale sia, nella cultura e nella visione della storia dei componenti della prima direzione della rivista, il ruolo attribuito ai fatti e alle dinamiche economiche nei processi storici. A un'impostazione iniziale che spesso si richiamava, sebbene in maniera non dogmatica, al marxismo segue una visione della storia più eclettica e aperta a suggestioni molteplici. Si guarda poi alla evoluzione e agli orientamenti di ricerca affermatisi nella storiografia economica italiana dagli anni settanta del novecento a oggi. Infine si individuano le molte e diverse tematiche al centro dei contributi comparsi nella rivista.
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Castoldi, Mario. "La valutazione delle istituzioni educative: approcci a confronto." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 46 (April 2011): 9–20. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-046002.

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Abstract:
L'articolo intende presentare una panoramica degli approcci alla valutazione delle istituzioni educative (Istituti scolastici, centri di formazione professionale, etc.), ordinati in base al criterio esterno-interno: certificazione di qualitŕ, accreditamento esterno, accreditamento interno, analisi comparata tra istituzioni, autovalutazione. In merito ai processi autovalutativi si distinguono diverse prospettive in funzione dei paradigmi culturali di riferimento e della focalizzazione su aspetti diversi del funzionamento organizzativo ed educativo.
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Taylor, Miriam. "Il trauma collettivo e il campo relazionale." QUADERNI DI GESTALT, no. 1 (June 2021): 73–82. http://dx.doi.org/10.3280/gest2021-001008.

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Abstract:
A partire da una panoramica più ampia sul trauma, questo articolo considera alcuni dei fat-tori e dei processi che formano lo sfondo da cui le esperienze collettive possono essere vissute in modo traumatico. La storia delle pandemie fa luce sull'attuale pandemia di Coronavirus, in cui vediamo questi processi ripetersi, come è tipico nell'esperienza del trauma. I cambiamenti nei nostri modi di essere nel mondo (Herman, 1992) e tra di noi, specialmente quando lavoriamo in uno spazio non familiare, sono osservati attraverso la lente dell'incontro, del contatto e della disconnessione.
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De Castro, Paolo. "Agroalimentare e sviluppo: nuovi bisogni e nuove politiche per la crescita." RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no. 1 (April 2011): 29–33. http://dx.doi.org/10.3280/riss2011-001006.

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Abstract:
Il presente lavoro rileva il ruolo estremamente significativo svolto dal tessuto agricolo nell'orizzonte di una maggiore sostenibilitŕ dei processi di crescita. Per adempiere a tale compito, perň, si segnala la necessitŕ per il mondo agricolo nazionale ed europeo di intervenire sui modelli societari, sul credito, sulle politiche formative, sugli investimenti in infrastrutture e tecnologie promuovendo un maggiore orientamento verso azioni integrate che guardino ai sistemi piů che ai singoli prodotti o alle singole filiere. Solo cosě l'agricoltura potrŕ rimanere competitiva e contribuire attivamente alla preservazione delle identitŕ locali, dell'ecosistema, dei valori civici e culturali tradizionali delle comunitŕ rurali.
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Gaibazzi, Paolo. "Qui, nell'Altrove: giovani, migrazione e immaginazione geo-sociale nel Gambia rurale." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2011): 117–29. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-003008.

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Abstract:
La valle del Gambia conosce da diverse generazioni l'emigrazione su scala internazionale. In diverse zone del Paese, come i villaggi Soninke analizzati in questo articolo, la migrazione ha assunto un peso sociale ed economico notevole. I giovani, soprattutto se uomini, crescono in un ambiente migratorio e spesso coltivano il sogno di raggiungere parenti ed amici all'estero in un futuro quanto piů prossimo. Tuttavia, prestare attenzione ai desideri di migrazione dei giovani gambiani significa anche prendere in considerazione altri e piů ampi processi di immaginazione di luoghi e mondi culturali lontani. Beni materiali e immateriali provenienti dall'estero attraversano il Gambia e contribuiscono alla costruzione di una realtŕ sociale in cui l'Altrove diventa una dimensione del Qui. Pensare e pensarsi altrove assume cosě diversi significati nella vita quotidiana dei giovani gambiani, plasmando non solo i loro progetti migratori, ma pratiche culturali e narrazioni personali attraverso le quali essi cercano di dar forma e senso alla propria esistenza a ‘casa'. Questo articolo mette pertanto in evidenza i molteplici aspetti ‘locali' dell'immaginazione geo-sociale nella vita dei giovani uomini.
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della Porta, Donatella, and Liborio Mattina. "I MOVIMENTI POLITICI A BASE ETNICA: IL CASO BASCO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 15, no. 1 (April 1985): 35–67. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200002999.

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Abstract:
IntroduzioneNel corso degli ultimi venti anni in molte regioni dell'emisfero nord-occidentale sono riemersi quei movimenti politici a base etnica il cui declino era sembrato ineluttabile dopo la ridefinizione dei confini nazionali seguita alle due guerre mondiali. Tali movimenti hanno perseguito obiettivi diversi da un caso all'altro — dalla difesa della lingua regionale alla richiesta dell'autonomia politica, all'indipendenza — e talvolta anche divergenti tra le diverse componenti del medesimo schieramento. Nonostante le differenze essi sono stati contrassegnati da una comune caratteristica: quella di rivalorizzare attributi culturali oggettivi condivisi dai loro militanti — la razza, la lingua, la religione, l'insediamento in un determinato territorio, il riferimento a precedenti istituzioni, simboli, tradizioni storiche. Questi attributi sono serviti ad alimentare processi di identificazione politica che ai governi centrali è stato richiesto di riconoscere. Tuttavia, sebbene l'esistenza di attributi culturali oggettivi comuni ai membri di gruppi etnici sia stata una condizione necessaria del riemergere dei movimenti, non ne ha però costituito il fattore decisivo.
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del Gobbo, Giovanna. "I professionisti dell'educazione alla sostenibilità ambientale." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 112 (March 2021): 83–102. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112007.

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Abstract:
La riconversione e riorganizzazione dei processi economici (greening) e una dif-fusa responsabilità, anche individuale, rispetto all'ambiente e al territorio nella direzione di una "green society" oltre che della "green economy" sembrano poter aprire un potenziale mercato del lavoro dei professionisti dell'educazione alla sostenibilità ambientale. Le unità professionali operanti in attività di educazione, formazione e sensibilizzazione ambientale ad oggi sono varie. Le attività sono svolte, per lo più, da figure operanti in ambiti e settori diversi (public utilities, turismo, servizi culturali, escursionismo, tutela del patrimonio ambientale, agricoltura, educazione e istruzione, ecc.) vanno a definire una famiglia dai contorni indistinti, senza una univoca definizione di ruoli, aree di attività, competenze e percorsi for-mativi. Il presente contributo intende offrire uno sguardo introduttivo su un pro-blema che richiede necessariamente un approccio sistemico e sollecita la riflessione pedagogica sull'ambiente ad una interlocuzione più forte e mirata con il mercato del lavoro a garanzia di processi di professionalizzazione la cui utilità sociale ed economica sembra indiscutibile.
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Maggiore, Giulio, and Immacolata Vellecco. "I distretti culturali: modelli concettuali e processi di creazione del valore." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 1 (October 2011): 95–132. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-001006.

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Abstract:
Il lavoro sostiene la tesi che il modello del distretto culturale possa rappresentare un valido riferimento per orientare le politiche di sviluppo locale. Tale modello non costituisce una semplice variante del distretto industriale o del distretto turistico, ma assume tratti distintivi specifici nonché una notevole ricchezza di concettualizzazioni che si differenziano riguardo alle modalitŕ attraverso le quali il distretto crea valore. Esso appare dotato di una sua coerenza di fondo e di una sua originalitŕ, nonché capace di dar vita a dinamiche di sviluppo innovative, grazie alla possibilitŕ di attivare dinamiche di valorizzazione fondate sulla cultura - asset centrale e catalizzatore dei processi di sviluppo - da misurare in un'ottica di lungo periodo e non solo in termini economici, ma anche in termini di creativitŕ, attrattivitŕ del territorio e moltiplicazione del capitale sociale.
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Kunzmann, Klaus R. "Dopo la crisi economica globale: implicazioni sulle politiche per il futuro del territorio europeo." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 7–15. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058001.

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Abstract:
Il saggio si interroga sulle implicazioni territoriali di una crisi finanziaria non ancora conclusa che si ripercuote sulle economie locali europee. L'autore sottolinea la vulnerabilitŕ del ‘vecchio continente' e delle sue varietŕ regionali. A fronte della difficoltŕ a misurare analiticamente gli esiti spaziali della crisi, il saggio presenta cinque scenari di crescita europei che, in forma non necessariamente alternativa, alludono ad altrettante trame di possibili strategie di sviluppo spaziale nella dimensione continentale. Evocando i temi della societŕ della conoscenza, dell'economia creativa e della formazione permanente, della centralitŕ del paesaggio e dei contesti rurali, dei processi culturali e delle nuove produzioni, come quello dei molteplici legami con le economie emergenti a scala globale, il saggio ci conduce a considerare con realismo l'idea di un'Europa a due velocitŕ.
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Martone, María. "Paesaggi culturali intesi come integrazione di processi dinamici: il vomero da luogo di delizie a luogo urbano." Norba. Revista de Arte, no. 41 (January 26, 2022): 117–42. http://dx.doi.org/10.17398/2660-714x.41.117.

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Abstract:
Il contributo illustra, attraverso gli strumenti della rappresentazione e del rilievo, le trasformazioni che il paesaggio della collina del Vomero a Napoli ha subito nel corso della storia, passando da "luogo di delizie" a "luogo urbano", continuando a caratterizzare il paesaggio dell’intera città. A tale scopo, si è ritenuto importante riconoscere e identificare, in uno spazio fisico, vissuto ed eterogeneo di un luogo, nel caso specifico, della collina del Vomero, i paesaggi culturali che contengono sia i segni del passato che quelli della contemporaneità. Delineare, quindi, quei processi dinamici che rappresentano la storia degli insediamenti umani in continua trasformazione, significa anche delineare il nostro patrimonio identitario, la cui conoscenza è necessaria per ritrovare il racconto di “chi siamo” e di “chi eravamo” e per costruire il futuro delle nuove generazioni.
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Tonizzi, Elisabetta M. "Memoria, nostalgia, utopia. Il potere politico dei sentimenti." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 263 (December 2011): 255–70. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-263005.

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Abstract:
La discussione si incentra sul libro Nostalgia. Memoria e passaggi tra le sponde dell'Adriatico (Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2010, pp. 276), a cura di Rolf Petri, che illustra i contenuti e gli obiettivi scientifici dell'opera. Al dibattito partecipano due discussant, il sociologo Paolo Jedlowski e il filosofo Giacomo Marramao, che affrontano il libro secondo un approccio multidisciplinare, sottolineandone l'appartenenza all'ambito degli ‘studi culturali'. Sviluppano anche la complessa e controversa relazione tra nostalgia, costruzione della nazione e rituali della memoria. Viene inoltre pubblicata una parte dell'ampia discussione suscitata dai loro interventi.
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Catarci, Marco, Massimiliano Fiorucci, Maria Chiara Giorda, Gennaro Gervasio, Manfredi Merluzzi, and Paola Perucchini. ""Non avere paura": prevenire le discriminazioni attraverso l'educazione interculturale." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 1 (October 2021): 21–39. http://dx.doi.org/10.3280/erp1-special-2021oa12465.

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Abstract:
Il contributo che proponiamo offre una riflessione sulla confusione semantica e sui limiti dei discorsi sulla radicalizzazione che spesso contribuiscono ad alimentare stereotipi e pregiudizi, accelerando la diffusione di paure sociali già storicamente radicate, come quelle relative alle diversità culturali e religiose. Anziché soffermarci su modi e tecniche di azioni preventive di processi (almeno mediaticamente) sopravvalutati, proponiamo che l'educazione interculturale sia l'approccio più fruttuoso per operare una pulizia lessicale e concettuale, per prevenire le discriminazioni - in primis l'islamofobia - come mostrano i risultati del progetto PriMed-Prevenzione e interazione nello spazio trans-mediterraneo, per gettare le basi di legami sociali e culturali complessi e plurali. La prospettiva interdisciplinare si fonda su differenti approcci metodologici e su una variegata e recente letteratura proveniente, in particolare, dall'ambito pedagogico, psicologico, sociologico e storico.
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Brunetti, Dimitri. "La storia della Bassa Valle Scrivia sul web." DigItalia 16, no. 1 (June 2021): 117–27. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00030.

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Abstract:
Nel contesto dei portali culturali nazionali e regionali, il contributo propone il sito web condiviso fra tre comuni della Bassa Valle Scrivia che offre alla consultazione libera e gratuita un ricco patrimonio composto da fotografie, registrazioni sonore, audiovisivi, libri, inventari d'archivio, mappe, calendari e giornali locali per raccontare le vicende del territorio, delle famiglie e delle persone. Considerando gli elementi qualitativi e quantitativi che differenziano i grandi progetti dal variegato mosaico delle proposte sul web culturale offerte dalle realtà più piccole, l'illustrazione del sito piemontese vuole sollecitare il dibattito sulla convergenza delle esperienze per comporre un quadro unitario del patrimonio culturale nazionale.
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Scaglia, Evelina. "Tracce di una storia della pedagogia del neonato in Europa dall’Umanesimo al primo Novecento." Cadernos de História da Educação 20 (October 27, 2021): e052. http://dx.doi.org/10.14393/che-v20-2021-52.

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Abstract:
La proposta di scoprire alcune tracce di una storia della pedagogia del neonato in Europa dall’Umanesimo al primo Novecento è finalizzata a mostrare, attraverso la rilettura di alcuni autori significativi, il legame esistente nello sviluppo della loro riflessione pedagogica fra la genesi storica e la manifestazione morfologica dei processi educativi nell’esperienza di ciascuna persona. L’articolo intende affrontare un primo approfondimento di tale questione, nell’ottica di fornire anche un contributo alla formazione dei genitori e degli educatori impegnati nei servizi dell’Early Childhood Education and Care (ECEC).
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Gallo, Anna, and Sergio Leon Guerrero. "Juan María Montijano." Revista Eviterna, no. 10 (September 28, 2021): 55–66. http://dx.doi.org/10.24310/eviternare.vi10.12956.

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Abstract:
A partire da una riflessione maturata da Juan María Montijano riguardo la natura metafisica del design, intesa quale custode del reale significato degli oggetti che ci circondano, lo studio approfondisce il ‘valore immateriale dei prodotti materiali' con l’intento di invitare a porre attenzione non solo sul binomio forma-funzione ma anche sulla stratificazione intangibile che lo sostiene. Una dimensione considerata privilegiata in quanto qui si incontrano il processo progettuale e l’esperienza d’uso contribuendo entrambi a liberare gli oggetti dall’anonimato della standardizzazione e dai rischi della spersonalizzazione, dotandoli di una sorta di ‘biografia’. In questo modo le cose si trasformano in storie, linguaggi, relazioni. A supporto della tesi della ‘metafisica del disegno’, il terzo paragrafo indaga il pensiero di studiosi del Novecento – da Barthes, Baudrillard, Selle, Kopytoff, De Fusco, le cui ricerche convergono da prospettive differenti verso l’idea di una dimensione culturale del quotidiano costruita mediante i significati e i segni appartenenti alle sue componenti piccole e grandi. In tal senso anche il termine ‘patrimonio’ viene considerato nell’accezione inglese di Cultural Heritage, ovvero come giacimento attivo da continuare ad alimentare nel tempo attraverso strumenti in grado di valorizzarne i contenuti aggiornandoli e rendendoli accessibili e fruibili. Tra questi la tecnica dello storytelling, canale narrativo che pone in evidenza in particolar modo l’immateriale, ritrovando quindi nei contenitori culturali come archivi e biblioteche delle dimensioni in grado di favorire lo sviluppo di azioni strategiche finalizzate a incrementare conoscenza e cultura. Da qui la parte finale del testo è dedicata ad esaminare l’opera di valorizzazione portata avanti da Juan María Montijano per oltre quindici anni nella Biblioteca e nell’Archivio del san Carlo alle Quattro Fontane a Roma al fine di tutelare, raccontare e trasmettere nel tempo la memoria storica custodita al suo interno.
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Chimirri, Rosario. "Paesaggi marginalizzati: un'esperienza nella Calabria interna, per un nuovo comunitario." TERRITORIO, no. 99 (August 2022): 107–15. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099015.

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Abstract:
Nella recente attenzione per i paesaggi marginalizzati, la realtà dei paesi storici in abbandono costituisce tema di studio. Si tratta di luoghi organicamente fondati su sistemi relazionali, di cui tutelare i valori e migliorare i processi di recupero in atto. Legando la storia dei manufatti alle vicende umane ed evitando forme di musealizzazione e turistificazione, questo contributo, concentrandosi sui contesti della Calabria interna, è indirizzato a una prospettiva di riuso che, dall'anima dei luoghi, tende a un ‘nuovo comunitario', che possa ‘liberamente' riattecchire negli spazi del passato. In antitesi a una urbanistica della frammentazione e della solitudine, con la costruzione di ‘cantieri di vicinato', fra tradizione e innovazione.
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Giannichedda, Enrico. "Costruire storie e raccontare produzioni." Ex Novo: Journal of Archaeology 5 (May 24, 2021): 119–43. http://dx.doi.org/10.32028/exnovo.v5i.416.

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Abstract:
Prendendo le mosse dalle recenti acquisizioni dell’archeologia cognitiva, Michele Cometa, uno specialista di storia e teoria della letteratura, affronta in un corposo volume una questione fondamentale: la relazione fra produzione di utensili (i cicli produttivi), evoluzione del linguaggio, sviluppo di capacità narrative finalizzate a raccontare ‘storie’ utili. Una questione che, a mio avviso, non può riguardare soltanto gli specialisti della preistoria antica e dei processi di ominazione, perché ha molto a che vedere, in qualsiasi contesto preindustriale e prescientifico, con la trasmissione dei saperi tecnici (e, difatti, Cometa rinvia alle opere di A. Leroi-Gourhan), l’archeologia della produzione, la capacità di leggere in un manufatto la commistione di ‘funzione’ e ‘bellezza’ (o stile). Scopo del presente lavoro, oltre ad invitare a riflettere sulle tesi di Cometa a partire ovviamente dal libro, vi è ribadire, indipendentemente dai termini utilizzati e dalle partizioni disciplinari, l’utilità di studi archeologici in cui si fa storia della cultura materiale tenendo insieme la ricostruzione dei comportamenti (tecnici) e quella dei significati (sociali) anche grazie allo studio delle scelte ‘narrative’ adottate dagli antichi.
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Corsini, Maria Grazia. "Residential building types in Italy before 1930: the significance of local typological processes." Urban Morphology 1, no. 1 (January 16, 1997): 34–48. http://dx.doi.org/10.51347/jum.v1i1.4049.

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Abstract:
I tipi edilizi residenziali in Italia fino al 1930: permanenze e derivazioni dai processi tipologici locali. La maggior parte del tessuto edilizio dei quartieri progettati in Italia dalla seconda metà dell' Ottocento ad oggi è costituito dalla casa plurifamiliare ad appartamenti o `casa in linea'. La casa in linea dei primi quartieri di espansione rappresenta la codificazione del tipo plurifamiliare nato nella città antica dal riuso dell'edilizia monofamiliare medioevale, attraverso fenomeni di rifusione e sopraelevazione. Per questo, esaminando in comparazione i quartieri residenziali di città italiane progettati e realizzati dalla metà dell' Ottocento ai primi decenni del Novecento si rilevano, insieme a caratteri comuni nel tessuto e nell'edilizia, accezioni particolari e differenziazioni locali, nella struttura, nella distribuzione e soprattutto nel sistema di aggregazione della casa in linea, dovute alla permanenza e continuità di processi tipologici autoctoni ereditati dalla città antica. La ricostruzione dei processi tipologici locali diventa indispensabile per giungere al recupero del progetto riferito all'esperienza edilizia storica dell'area culturale di appartenenza, in stretta connessione e continuità con la cultura dei luoghi. L'analisi si sviluppa nella comparazione dei processi tipologici di tre città italiane, Genova, Roma, Milano.
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Ungar, Michael. "Aspetti generali e culturali della resilienza nei bambini e nei giovani." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2010): 109–22. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-001008.

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Abstract:
La resilienza viene studiata come un aspetto sia universale sia dotato di specifi citŕ culturale dello sviluppo positivo dei bambini e dei giovani, legato all'esposizione a livelli signifi cativi di avversitŕ. In questo lavoro si tratteggia brevemente la storia della ricerca sulla resilienza e si discute quindi un'interpretazione emergente della resilienza come costrutto ecologico socialmente negoziato. Alla resilienza contribuisce l'abilitŕ dell'ambiente del bambino di facilitare la crescita, compresi i meccanismi ambientali che infl uenzano l'espressione dei geni. Per spiegare questa interazione si introducono due concetti, la ricerca e la negoziazione. Quanto meglio i giovani sono in grado di muoversi per procurarsi le risorse di cui hanno bisogno per la salute mentale, tanto piů č probabile che lo sviluppo sia soddisfacente. Analogamente, quanto piů sono in grado di negoziare per ottenere che queste risorse siano rese disponibili in modi culturalmente rilevanti, tanto piů facilmente le risorse contribuiranno a uno sviluppo positivo. Si esplorano sette aspetti della resilienza con le loro interazioni complesse. Si presentano anche dati qualitativi provenienti da uno studio condotto in undici paesi con metodi mistio per illustrare i fattori multipli che infl uenzano le ricerche e le negoziazioni dei giovani per ottenere le risorse necessarie ad alimentare la resilienza. Il lavoro si conclude con una discussione sulle implicazioni per la ricerca e per la pratica clinica di questa interpretazione della resilienza.
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Pennacchini, M., D. Sacchini, and A. G. Spagnolo. "Evoluzione storica delle “Carte dei diritti dei morenti”." Medicina e Morale 50, no. 4 (August 31, 2001): 651–75. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.729.

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Abstract:
L’intento perseguito dagli autori con questo lavoro è stato quello di ripercorrere l’evoluzione negli ultimi decenni delle “carte” in cui vengono indicati i diritti delle persone morenti. Una storia che si va a contrapporre, con una sorprendente coincidenza nella cronologia, ai successivi momenti della depenalizzazione, prima, e della legalizzazione, poi, dell’eutanasia. Tali “carte”, infatti, hanno sostanzialmente inteso contrapporre il right to death with dignity al right to death senza altre specificazioni, rivendicato dai movimenti e dalle società a favore dell’eutanasia volontaria e del suicidio assistito. Questo lavoro, quindi, trova il suo momento iniziale con l’identificazione e l’analisi delle motivazioni socio-culturali oltre che di quelle più propriamente scientifiche che hanno portato all’elaborazione della prima carta dei diritti del morente, capostipite in un certo senso di tutte quelle seguenti. Dopo di che mostra l’evoluzione peculiare che tali carte, c.d. di prima generazione hanno avuto in Europa, e da ultimo illustra come esse si sono evolute, sia in Europa sia negli Usa in anni più recenti. Da ultimo, a conclusione della “review” storica, gli autori hanno voluto presentare la Carta dei diritti del malato cronico in evoluzione di malattia elaborata nel 1999 all’interno del Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” dell’Università Cattolica, esaminandone il contenuto e le ragioni che hanno portato alla sua elaborazione.
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Petrucco, Corrado, and Marina De Rossi. "Il Web 2.0 come mediatore dei processi di apprendimento formali ed informali tra scuola e territorio: il progetto «Didaduezero» della provincia di Trento." Swiss Journal of Educational Research 36, no. 3 (September 20, 2018): 435–58. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.36.3.5106.

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Abstract:
La ricerca presenta una sperimentazione sul campo in collaborazione con l’Istituto Provinciale per la Ricerca e la Sperimentazione Educativa of Trento (IPRASE) e ha sviluppato un nuovo modello (SoSoFIN – Social Software in formal, informal and non-formal context) per verificare se e come i processi di apprendimento degli studenti che si sviluppano nei contesti informali e non formali possono essere con efficacia integrati nel curriculum scolastico formale. Gli insegnanti e gli studenti sono stati accompagnati a sviluppare le loro competenze digitali attraverso l’uso degli strumenti del web 2.0 durante lo svolgimento di specifici progetti disciplinari. La ricerca ha sperimentato un ampio ventaglio di progetti in cui studenti e insegnanti hanno collaborato con le comunità locali creando artefatti digitali fortemente contestualizzati nel territorio e rendendoli disponibili a tutti. Questo approccio didattico, stimolando processi socio-culturali attraverso le tecnologie, ha migliorato la partecipazione e motivazione ad apprendere, così come le competenze digitali di insegnanti e studenti, che sono state messe alla prova sul campo.
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Pepe, Dunia, and Debora Vitali. "Il patrimonio culturale metafora dell'interdisciplinarità: storie, conoscenze, tecnologie e professioni." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 36 (February 2022): 103–19. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-036010.

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Abstract:
Il patrimonio culturale rappresenta un settore strategico per lo sviluppo della società, dell'economia e del lavoro. Una dimensione essenziale della gestione e della fruizione del patrimonio culturale è il processo della sua digitalizzazione. Accanto al patrimonio culturale esiste ormai un patrimonio culturale digitale che ne garantisce la conservazione, la diffusione e la valorizzazione. Le nuove tecno-logie hanno trasformato l'organizzazione di musei, gallerie, siti d'arte e siti archeologici. Queste stesse tecnologie hanno consentito la diffusione e l'operabilità a livello internazionale di infrastrutture digitali di informazione e ricerca. La digitalizzazione ha consentito ai luoghi della cultura di sperimentare nuovi legami, con i territori e con i cittadini, già dall'inizio degli anni 2000 e soprattutto a seguito del lockdown imposto dalla pandemia da Covid 19. Le tante attività di digitalizzazione volte a valorizzare i beni culturali richiedono sia co-noscenze umanistiche che scientifiche. Da un lato, esse implicano la creazione di realtà virtuali e modellizzazioni per una diversa e più profonda conoscenza, dall'altro lato, richiedono l'uso dell'intelligenza artificiale e dei big data per ricostruire il passato delle culture o per conoscere i flussi turistici nei siti d'arte. Anche le professioni, le competenze ed i percorsi formativi legati alla digitalizzazione dei beni culturali nascono dalle interazioni tra sistemi fisici e sistemi virtuali, da conoscenze ed esperienze di diversa natura.
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Cyrulnik, Boris. "Resilienza." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2010): 9–19. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-001002.

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Abstract:
Il trauma spiega come un evento esterno laceri gli involucri dell'Io e sconvolga il mondo interno della persona. La resilienza mette in evidenza le condizioni di guarigione di un Io vulnerabile. La resilienza come fenomeno legato alle reti neuronali dimostra come il deterioramento sensoriale alteri lo sviluppo del cervello; tuttavia una riorganizzazione del contesto puň riattivarne il funzionamento. La resilienza su base affettiva studia il riemergere nell'individuo di strategie di ricerca fi nalizzate a costruire relazioni rassicuranti di prossimitŕ. La resilienza dei sistemi familiari mostra come una famiglia supportiva rinforzi un membro traumatizzato. La resilienza nell'adolescenza prende in considerazione i cambiamenti biologici, affettivi e sociali propri di questo delicato periodo della vita. La resilienza nell'etŕ adulta analizza i meccanismi di difesa che impediscono o favoriscono il processo evolutivo. La resilienza nelle coppie anziane evidenzia come i disfunzionamenti di uno dei membri possano alterare l'intersoggettivitŕ della coppia e, d'altro canto, come l'empatia protegga entrambi. La resilienza nei processi culturali sottolinea l'importanza dei miti che strutturano rituali di interazione e dell'arte che modifi ca la rappresentazione del Sé ferito.
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Taddeo, Gabriella. "La "memoria giovane": processi, interfacce e significati sociali della memoria nell'era digitale." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 40 (June 2010): 81–89. http://dx.doi.org/10.3280/sc2009-040007.

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Abstract:
Il tema della memoria č stato negli ultimi anni esplorato in modo approfondito dalla sociologia dei processi culturali. Molti studiosi hanno evidenziato in modi diversi come proprio in un'era sempre piů caratterizzata dal movimento, dalla liquiditŕ di valori e identitŕ, dalla globalizzazione di immaginari e saperi, il tema della memoria prenda forza, a volte sotto forma di strumento funzionale, altre come nostalgia, altre ancora come commemorazione e rito sociale, o infine solo come "feticcio" identitario. Nel presente articolo si proverŕ a restituire un'analisi del tema della memoria, per come essa č emersa da una ricerca empirica svolta attraverso cinquantadue interviste in profonditŕ a giovani studenti. Si tratterŕ di affrontare, quindi, una memoria "giovane": ovvero l'esperienza di una generazione che sta muovendo i primi passi nella definizione del suo rapporto con il passato, e che probabilmente sta ulteriormente riconfigurando lo statuto funzionale, emotivo e culturale della memoria nella nostra societŕ.
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Green, André. "La posizione fobica centrale." PSICOANALISI, no. 1 (September 2012): 5–33. http://dx.doi.org/10.3280/psi2012-001002.

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Abstract:
Con posizione fobica centrale, l'autore descrive uno stato mentale in seduta che č caratterizzato da una perturbazione del funzionamento associativo ricollegabile alle manifestazioni del negativo. La distruttivitŕ riguarda i processi psichici del soggetto e il paziente realizza un diniego della propria realtŕ psichica. La posizione fobica centrale, con l'interruzione associativa, cerca d'evitare il potenziamento dei diversi traumi che hanno segnato la storia del paziente. Da questa elaborazione basata su una rilettura dell'articolo di Freud sulla negazione, vengono formulate alcune conclusioni teoriche.
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Lucidi, Fabio. "Dal modello bio-psico-sociale all'approccio alla salute globale." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (October 2021): 7–12. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-003002.

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Abstract:
Molti anni dopo la proposta di un modello bio-psico-sociale, si parla oggi di Salute Globa-le come diritto umano fondamentale, nel quale salute e malattia sono considerate risultati di processi non solo biologici ma anche economici, sociali, politici, culturali e ambientali, tra-scendendo e superando le prospettive nazionali, così come gli interessi e le possibilità delle singole discipline. Adottando una prospettiva transdisciplinare in un'ottica transnazionale, parlare di Salute Globale vuol dire mettere in primo piano le disuguaglianze che sono presenti in termini di speranza e di qualità di vita, malattie e disabilità così come risorse e opportunità di salute sia all'interno dei Paesi, sia tra di essi, attraverso la ricerca, la formazione e l'intervento in materia di assistenza, prevenzione della malattia e promozione della salute. La Psicologia della Salute ha l'opportunità di contribuire a questo processo portando in esso conoscenze, competenze, prospettive pronte a fondersi in un approccio che mette al centro la soluzione dei problemi e non le discipline che ad essa contribuiscono.
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Mercurio, Franco. "Per una politica bibliotecaria che sostenga la crescita culturale e agevoli la ricerca storica." SOCIETÀ E STORIA, no. 172 (June 2021): 352–57. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-172006.

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Abstract:
L'autore illustra il processo di progressiva marginalizzazione delle biblioteche pubbliche, in primis di quelle statali, rispetto alle altre componenti del patrimonio culturale nazionale. Tale processo, avviato tra gli anni sessanta e settanta del secolo scorso, si è accentuato nei decenni successivi con crescenti differenziazioni tra i diversi settori dell'amministrazione dei beni culturali, alimentando conflitti per la distribuzione e l'allocazione delle risorse finanziarie ed umane. Ne è derivata, soprattutto nell'ultimo decennio, segnato da una forte contrazione della spesa pubblica, una decisa marginalizzazione dei settori bibliotecario e archivistico. Le gravi conseguenze si avvertono oggi nella perduta qualità dell'erogazione dei servizi bibliotecari necessari all'alta formazione e alla ricerca. Sintetiche ed efficaci tabelle documentano la situazione critica in cui versano attualmente le biblioteche statali. L'autore propone soluzioni differenti per le diverse tipologie di biblioteche prese in esame. Per quanto riguarda le biblioteche non statali propone una maggior coordinamento nazionale che superi l'artificiosa suddivisone regionale delle politiche bibliotecarie. Per le biblioteche statali auspica il passaggio delle competenze, assieme agli archivi, dal Ministero per i beni culturali al neonato Ministero dell'università e della ricerca, ritenendo la loro funzione più aderente alla missione di quest'ultimo.
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Miano, Paola, Valeria Granatella, and Maria Garro. "Identitŕ di genere e benessere psicosociale nella condizione intersessuale." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (May 2011): 9–14. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-001002.

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Abstract:
Le autrici sottolineano come il ricorso a strategie di coping funzionali aumenti l'espressione di esiti positivi relativamente all'identitŕ di genere, alla funzionalitŕ sessuale e alle relazioni sociali, focalizzando l'attenzione sia sui processi di costruzione dell'identitŕ sessuale e di genere, sia sugli elementi che i soggetti con una diagnosi di Disturbo della Differenziazione Sessuale (DSD) percepiscono come distonici rispetto al sé. A partire dalla carente disponibilitŕ di schemi narrativi in grado di contenere la storia dei soggetti in condizione intersessuale, viene evidenziata la possibilitŕ che il punto di vista delle persone con DSD influenzi la definizione dei protocolli di intervento e promuova la valutazione della condizione intersessuale come un aspetto dell'identitŕ di genere.
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Cervia, Silvia. "Governare la salute. Una riflessione sul modello di network toscano." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (November 2011): 101–20. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-004007.

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Abstract:
Le trasformazioni dell'epoca post-moderna hanno inciso tanto profondamente sui sistemi sanitari da metterne in discussione il meccanismo stesso di legittimazione. Guardare alla salute come al risultato di un complesso sistema di variabili biologiche, fisiologiche, economiche, culturali e sociali implica infatti un ripensamento del tradizionale assetto di, fondato sulle gerarchie burocratiche e sui saperi esperti. Emergono cosě nuove forme di regolazionein grado di agire sulle diverse variabili intervenienti attraverso percorsi e processi di cooperazione tra i diversi attori pubblici e privati (). A partire dai diversi assetti di potere che un sistema a rete puň descrivere, l'articolo esplora i cambiamenti intervenuti sull'assetto dei poteri regolativi in ambito sanitario per individuare i principi ispiratori del modello didefinito dalla Regione Toscana attraverso le "Societŕ della Salute".
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Braović Plavša, Mira, and Nina Sirković. "I tratti storici e culturali del mediterraneo nel fumetto Favola di Venezia di Hugo Pratt." Hum, no. 25 (February 4, 2022): 67–86. http://dx.doi.org/10.47960/2303-7431.25.2021.67.

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Abstract:
Il fumetto Favola di Venezia è una storia apparentemente semplice sull' avventura di Corto Maltese alla ricerca di uno smeraldo perduto da qualche parte in questa bellissima città. Tuttavia, da un' analisi dei simboli e delle personalità sia nei disegni che nella parte testuale del fumetto si può dedurre che si tratta, di fatto, della storia del Mediterraneo come uno spazio in cui diverse culture, non solo geograficamente ma anche culturalmente, sono state legate da secoli. Essendo sempre in contatto, si mescolano e cambiano, si influenzano a vicenda, ma riescono comunque a mantenere la loro autenticità. Sebbene facciano parte del patrimonio culturale dell' intero Mediterraneo, i simboli, le leggende e le persone citati in questo fumetto sono associati principalmente a Venezia, in modo che, con una sola passeggiata per la città, il lettore possa facilmente immaginare la storia dell' intero territorio del Mediterraneo. Nell`articolo si cerca di provare che la lettura di questa opera non può essere passiva perché Pratt chiede dal lettore di esplorare attivamente simboli, personaggi ed eventi menzionati in Favola. Parole chiave: civiltà; Favola di Venezia; Hugo Pratt; leggende; Mediterraneo; simboli
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Cortiana, Fiorello. "Conoscenza e partecipazione al tempo di Internet." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (September 2011): 29–37. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003004.

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Abstract:
Internet sta cambiando - in parte ha giŕ cambiato - i confini della conoscenza, il sistema delle relazioni, la politica. Lungi dall'essere un semplice supporto informativo che succede al telegrafo, al telefono, alla radio, al televisore, al calcolatore elettronico, esso realizza una estensione delle relazioni sociali con una potenzialitŕ di elaborazione mai conosciuta prima nella storia dell'umanitŕ, uno spazio pubblico illimitato, un bene pubblico decisivo all'interno dei processi che la comunitŕ umana sta vivendo in questo passaggio di millennio. Anche se non mancano i tentativi di controllarlo...
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