Dissertations / Theses on the topic 'Storia dei processi culturali'

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Caamano, Gabriella Rossali <1992&gt. "Storie di lavoro minorile del sud mondo, voci che raccontano la realtà boliviana." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20637.

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Abstract:
Il tema della ricerca è il “lavoro minorile”, ossia l’occupazione più o meno retribuita svolta dai ragazzi e dalle ragazze di età inferiore a quindici anni. Parlare di “lavoro minorile” significa soprattutto iniziare a distinguere ciò che è lavoro da ciò che è “sfruttamento”, partendo da quelli che sono i luoghi comuni e gli stereotipi. La volontà è quella di analizzare il fenomeno per chiedersi se possa avere solamente connotazioni negative o se, in alcuni casi, possa mostrare anche implicazioni positive per i bambini e le loro famiglie. Vista l’ampiezza del tema si è deciso di soffermarci sul fenomeno in Sud America, in particolare nell’esempio boliviano. Nella prima parte del mio elaborato verrà analizzato il fenomeno del lavoro minorile: dove si verifica tale fenomeno, quali sono le cause e quali le conseguenze, quali le possibili soluzioni e la loro fattibilità. L’intenzione è quella di analizzare tale fenomeno con diversi metodi: all’approccio sociologico verrà dunque affiancato quello giuridico, al fine di comprendere al meglio la situazione in esame. Verranno prese in considerazione alcune Convenzioni: quali la Convezione Oil, la Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia del 1989 (Convention of the Rights of the Child) e alcune delle normative italiane attualmente in vigore. È descritta in seguito l’attività e la struttura di due associazioni che sostengono i bambini lavoratori e le loro famiglie: Contexto (Sud America) e di Nats per (Italia). L’analisi include delle interviste effettuate a persone seguite da queste associazioni (bambini, adolescenti e adulti) e da alcuni operatori. Dalle interviste emerge come filone comune l’importanza del lavoro per la realizzazione delle loro vite e, al contempo, il valore degli studi come mezzo che dà loro la possibilità di accedere a occupazioni di più alto profilo.
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MALACRIDA, LAURA. "RICOSTRUIRE IL PUZZLE DELLA PROPRIA STORIA Una ricerca partecipativa con le persone adottate." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/75453.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi, realizzato su mandato della cooperativa C.T.A. di Milano, discute i risultati di una ricerca partecipativa realizzata per approfondire il percorso di ricerca delle origini da parte di persone adottate con adozione nazionale. Per la realizzazione della ricerca, in accordo con i principi dell’approccio partecipativo, sono stati coinvolti quattro esperti per esperienza -adulti adottati che hanno fatto esperienza di ricerca delle proprie origini- i quali, lavorando in gruppo insieme al ricercatore, hanno definito le domande di ricerca, valutato la scelta dello strumento per la raccolta dei dati, costruito la traccia dell’intervista e infine analizzato i dati raccolti. Dalle 16 interviste realizzate sono emersi risultati che evidenziano la complessità del percorso di ricerca delle origini: quali significati assume per le persone adottate, le modalità con cui avviene, da parte di chi le persone adottate si sentono supportate nel corso delle ricerche, il rapporto con la famiglia adottiva, con altre persone adottate, con i Tribunali per i Minorenni e con gli operatori sociali. Questi risultati forniscono numerosi elementi utili non solo per approfondire la conoscenza del fenomeno, ma anche per immaginare l’attivazione di forme di sostegno specifiche per coloro che necessitano di ricostruire il puzzle della propria storia.
This thesis, carried out under the mandate of CTA Milan, shows the results of a participatory research on the process of reconstruction of pre-adoptive history by Italian adult adoptees. According to the participatory model, four experts by experience were involved in a research group (steering group), and work in tandem with the researcher on all the research project. Integrating researcher’ s technical skills with experiential skills of co-researchers, we defined the research question and decided to use semi-structured interviews to collect data. Text analysis of the transcripts of the 16 interviews carried out, was also made in the steering group, according to the literature review and to the personal experience of co-researchers. The interviews analysis shows the whole complexity of the origins’ research process: what is the meaning of origins’ research in the view of adoptees; how Italian adoptees try to find the identity of their birth family; by whom they have been supported during this research process; the relationships with adoptive family, with other people who live adoptive experiences, with the Juvenile Court and social workers. With these results we could learn more about origins’ research and provide significant suggestions on how adopted people could be supported in their experience of research.
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MALACRIDA, LAURA. "RICOSTRUIRE IL PUZZLE DELLA PROPRIA STORIA Una ricerca partecipativa con le persone adottate." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/75453.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi, realizzato su mandato della cooperativa C.T.A. di Milano, discute i risultati di una ricerca partecipativa realizzata per approfondire il percorso di ricerca delle origini da parte di persone adottate con adozione nazionale. Per la realizzazione della ricerca, in accordo con i principi dell’approccio partecipativo, sono stati coinvolti quattro esperti per esperienza -adulti adottati che hanno fatto esperienza di ricerca delle proprie origini- i quali, lavorando in gruppo insieme al ricercatore, hanno definito le domande di ricerca, valutato la scelta dello strumento per la raccolta dei dati, costruito la traccia dell’intervista e infine analizzato i dati raccolti. Dalle 16 interviste realizzate sono emersi risultati che evidenziano la complessità del percorso di ricerca delle origini: quali significati assume per le persone adottate, le modalità con cui avviene, da parte di chi le persone adottate si sentono supportate nel corso delle ricerche, il rapporto con la famiglia adottiva, con altre persone adottate, con i Tribunali per i Minorenni e con gli operatori sociali. Questi risultati forniscono numerosi elementi utili non solo per approfondire la conoscenza del fenomeno, ma anche per immaginare l’attivazione di forme di sostegno specifiche per coloro che necessitano di ricostruire il puzzle della propria storia.
This thesis, carried out under the mandate of CTA Milan, shows the results of a participatory research on the process of reconstruction of pre-adoptive history by Italian adult adoptees. According to the participatory model, four experts by experience were involved in a research group (steering group), and work in tandem with the researcher on all the research project. Integrating researcher’ s technical skills with experiential skills of co-researchers, we defined the research question and decided to use semi-structured interviews to collect data. Text analysis of the transcripts of the 16 interviews carried out, was also made in the steering group, according to the literature review and to the personal experience of co-researchers. The interviews analysis shows the whole complexity of the origins’ research process: what is the meaning of origins’ research in the view of adoptees; how Italian adoptees try to find the identity of their birth family; by whom they have been supported during this research process; the relationships with adoptive family, with other people who live adoptive experiences, with the Juvenile Court and social workers. With these results we could learn more about origins’ research and provide significant suggestions on how adopted people could be supported in their experience of research.
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Fiore, Enrico Maria <1995&gt. "La glocalizzazione della musica giapponese contemporanea. Processi culturali, economici e sociali nell'Universo Giappone del XXI secolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18941.

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Abstract:
Questo elaborato parte dalla volontà di approfondire i fattori non solo socioeconomici, ma più ampiamente umani, che si manifestano nei processi di trasmissione, ricezione e assimilazione di esperienze culturali e prodotti creativi stranieri. Il focus tematico è intorno al significato del processo di glocalizzazione della musica giapponese contemporanea, intesa come ri-assimilazione culturale di elementi globali – provenienti da ambienti esterni ad un dato sistema culturale – in specifici contesti locali. Al fine di realizzare l’obiettivo prefissato, è stato ritenuto opportuno selezionare due casi di studio su cui condurre delle indagini di tipo qualitativo. L’elaborato è composto da quattro capitoli. Il primo si prepone di definire l’oggetto in sé della ricerca, ossia la musica giapponese. Nel secondo capitolo si cerca di definire quali siano quei processi che entrano in gioco quando la musica, intesa come prodotti creativi e esperienze di consumo, varca i confini nazionali per approdare in mercati esteri. Il terzo capitolo è più propriamente volto a definire in maniera puntuale la metodologia di ricerca adottata e gli obiettivi prefissati, presentando la domanda di ricerca. Si cercherà di fare questo attraverso la presentazione di due casi di studio. Infine, il quarto capitolo chiude l’opera con l’elaborazione dei dati raccolti dalle interviste alla luce delle fonti teoriche utilizzate per costruire i primi due capitoli. Il fine ultimo è quello di trovare una propria personale risposta alla domanda di ricerca presentata, la quale verrà elaborata nelle Conclusioni.
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Ravecca, A. "ESPERIENZE DI DI GIOVANI IMMIGRATI NELL'UNIVERSITÀ ITALIANA - STORIE IN TENSIONE FRA MOBILITÀ E MARGINALITÀ." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/230962.

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Abstract:
Nowadays disparities in educational opportunities are among the most pervasive challenges across Western societies. Educational setbacks perpetuate broader inequalities in later stages of life. This happens particularly for the socioeconomically disadvantaged and for children with an immigrant background. This thesis focuses on the latter and on their experience in higher education system of a specific national setting, Italy. Forty interviews have been administered to migrant origin studies. Their narratives have been analyzed and red through the lens of international literature on the topic. Three ilealtipic groups have been built gathering students with common experiences and orientations in the Italian University system.
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6

Bianco, Angela <1979&gt. "Esperto in processi di valorizzazione, conservazione e gestione del patrimonio artistico culturale del "distretto" veneziano." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1239.

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Abstract:
Il presente lavoro si suddivide sostanzialmente in tre nuclei. Il primo capitolo indaga il così detto "distretto" dell'arte contemporanea veneziana e lo confronta con le più aggiornate teorie di valorizzazione del patrimonio culturale. Il secondo capitolo, definisce il nodo nevralgico della tesi e tratta il tema delle professioni museali. Il terzo nucleo, suddiviso in altrettanti capitoli, descrive i progetti realizzati: Mediatori Culturali, A.Mu.C- Archivio multimediale del contemporaneo e Art Night Venezia. Attraverso il metodo della actionresearch sono state concretamente testate alcune nuove figure professionali intese come ponte e collante tra le differenti istituzioni, sempre in funzione di una più efficace fruizione del patrimonio storico-artistico. L'esito della ricerca ha definito strategie e procedure atte a potenziare le competenze culturali e professionali di una serie di figure già dotate di un alto livello formativo ma non ancora assorbibili nello scomparto del "distretto" culturale veneziano dell'arte contemporanea, ma in prospettiva configurabili per un mercato del lavoro più ampio.
This work focuses mainly on three parts. The first chapter investigates the so called venetian “district” of contemporary art, in comparison with the most updated theories for the valorisation of the cultural heritage. The second chapter, defines the key point of the thesis and deals with the topic of the museum professions. The third part, subdivided in as many chapters, describes the projects carried out: Cultural Mediators, A.Mu.C – Multimedia Archive of Contemporary art, and Art Night Venice. Through the actionresearch method, some new professionals, intended to bridge between the different institutions, have been positively tested, aiming to a better fruition of the historical and artistic heritage. The outcome of the research has defined strategies and procedures suitable to enhance the cultural and professional expertises of highly trained subjects, who are not yet absorbable in the compartment of the venetian cultural “district” of contemporary art, but in prospect, configurable for a broader labour market.
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OLTEAN, ADINA MARIA. "TRANSYLVANIA AND FRIULI-VENEZIA GIULIA IN THE PRESENT EUROPEAN CONTEXT. A COMPARATIVE STUDY ON HISTORY, ADMINISTRATION AND DELOCALIZATION." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2007. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12221.

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8

Storato, Giulia. "Sentirsi a casa. Bambini e bambine tra artefatti, luoghi e storie." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3421800.

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Abstract:
This research aims to explore the social construction of children’s belongings. Their artefacts and places are assumed to be the starting points to collect stories about “who they are”. Moving within the childhood studies’ paradigm (James, 2013b; Qvoturp, 2005; Mayall, 2002; James, Jenks, Prout, 1998; Corsaro, 1997; Prout, James, 1997), this research explores how children actively produce and co-produce their biographies and belongings. In doing so they offer to the researcher different representations of them in their worlds that are useful to re-think the asymmetrical relationships between generations, genders and between natives/migrants. In order to gather the developing constructions of children’s belongings, home was adopted as the key-social construct. The stories around home were conceptualized as situated narratives of belonging, built through relationships, practices, memories, and emotions that underlined the children’s social action in building self-representations within multidimensional and multi-layered social worlds. Home was put in practice within each stage of the research, where the researcher tried to problematize her positioning within the school context, being always aware of the insurmountable asymmetries of power between them. Having this in mind, she tried to create participative spaces, where home could emerge from the children’s point of view and she could be able to recognize it. Artefacts were used as the first starting point to stimulate children’s narratives. According to the approach “every object tells a story” (Pahl, 2012), artefacts can evoke different relationships, experiences, and memories that can be placed across different timescales and places and they can open on emic perspectives on participants’ everyday life (Pahl, 2012; Rowsell, 2011; Pahl, Rowsell, 2011; Pahl, Rowsell, 2010; Turkle, 2007; Bernardi et al., 2011). In order to enlighten further dimensions of children’s home-making processes, places were assumed to be the second starting point in the construction of data. The research project involved 74 children attending the fourth and fifth grade of two primary schools, placed in a rural neighbourhood in Vicenza and in an urban neighbourhood of Padova respectively. Following a mosaic approach (Clark, Moss, 2001), a workshop of 12 two-hour long meetings was organised within each classroom. During these meetings, the children brought to school or drew their artefacts and they took pictures of their favourite places. Then, they were asked to tell stories about them, both in written form individually and orally in small groups. The interpretations of children’s tales underlined different capabilities of agency. In the structures created by the research, the children revealed their agency by choosing whether to share their worlds, how to share them, and what to tell about them. In this sense, the researcher saw them as narra-actors. Within their narratives, children described the social structures and the avialable resources that they had for the construction of their own biographies and worlds. The school, the nuclear family, the extended family and the context of growth were represented by the children as social structures that condition, limit and control their life. The overall results show how all these structures were transformed in situated narratives of belongings, which were necessarily re-built by the researcher in different typologies of home/homeland. This re-composition was possible thanks to the interpretative lens of the key-construct and to the intersection between genders, experiences of mobility and contexts of growth. The first typology is home as experiences and practices of the family. The family as a social structure was enacted, reproduced, rejected, recomposed by the children. In their tales the researcher identified different representations of family: the nuclear family within the house, the nuclear family on holiday, the near and faraway extended family, the imagined family. These different forms were transformed in resources of belonging through processes of integration and distinction of the children within them. In each figure of family, different children’s self-representations were identified. In particular, they were different in the intersection between genders and experiences of mobility. The second typology is home as relationships and experiences of community. In it, the neighbourhood and its more or less institutionalised places were narrated, manipulated, signified by the children. In home as community the children represented themselves among peers and focused on more individualised processes. In the community, they moved across multi-layered spatial horizons that were different in relation to the intersection between genders and contexts of growth. Home as family and home as community could mix themselves, showing processes of self-recognition within the territory and its landscapes, traditions and history. These processes were described as narratives of homeland, built in similar processes, but in different spatial horizons by native and migrant children. In conclusion, the adoption of the multidimensional construct of home, practiced through the choice of using artefacts and places as starting points, enabled the researcher to read belongings as subjective choices, co-built by the children within the available resources provided by the pre-existing social structures in different ways. The research showed how the narra-actors children offered multi-layered and multidimensional representations of belonging that could be placed along different physical and symbolic places (forms of family, of community, of place of birth). In the intersection between genders, experiences of mobility, and contexts of growth, these representations could be built through both similar and different processes. The research also highlighted children’s capabilities to build and co-build their own images of home and homeland as territories of self. Children are able to confirm and redefine the asymmetrical relationships between the ascribed belongings that are performed, but also enacted and elaborated since childhood.
La ricerca indaga i processi di costruzione sociale delle appartenenze dei bambini e delle bambine a partire dalle loro narrazioni di artefatti e luoghi. Muovendo dai presupposti dei childhood studies (James, 2013b; Qvoturp, 2005; Mayall, 2002; James, Jenks, Prout, 1998; Corsaro, 1997; Prout, James, 1997), essa cerca innanzittutto di mostrare le capacità dei bambini di rielaborare le proprie biografie e appartenenze e di offrire rappresentazioni di esse che possono mettere in gioco le asimmetrie nei rapporti tra generazioni, generi e tra migranti/nativi. Per cogliere la costruzione processuale delle appartenenze, home è stato assunto come costrutto teorico guida. Le narrazioni attorno ad home sono state interpretate come racconti situati di appartenenza, costruiti attraverso un insieme di relazioni, pratiche, memorie, esperienze che hanno messo in luce le capacità di azione sociale del bambino nel costruire rappresentazioni di sé all’interno di mondi sociali multidimensionali e multisituati. Home è stato operativizzato in ogni fase della ricerca, durante la quale si è cercato costantemente di problematizzare la postura e i posizionamenti della ricercatrice, all’interno del contesto scolastico. Nella consapevolezza delle ineliminabili asimmetrie di potere, si è promossa la creazione di spazi partecipativi in cui home potesse emergere dal punto di vista dei bambini e la ricercatrice fosse in grado di riconoscerlo. Partendo dall’approccio “ogni oggetto racconta una storia” (Pahl, 2012), gli artefatti sono stati assunti come punto di partenza in grado di evocare relazioni, pratiche, esperienze, memorie vissute anche in altri tempi e luoghi e di offrire al ricercatore prospettive emiche sulla vita dei partecipanti (Pahl, 2012; Rowsell, 2011; Pahl, Rowsell, 2011; Pahl, Rowsell, 2010; Turkle, 2007; Bernardi et al., 2011). Con il fine di illuminare i processi, le strutture e gli orizzonti spaziali di home, i luoghi hanno rappresentato il secondo standpoint per la costruzione dei dati. La ricerca è stata condotta con 74 bambini e bambine frequentanti la classe IV e V di due scuole primarie situate in un contesto rurale (una piccola frazione di un paese in provincia di Vicenza) e in uno urbano (un quartiere di Padova). Seguendo un approccio a mosaico (Clark, Moss, 2001), all’interno di ciascuna classe è stato organizzato un laboratorio di 12 incontri della durata di due ore ciascuno. Durante gli incontri i bambini e le bambine hanno portato a scuola o disegnato i loro oggetti e scattato fotografie dei luoghi significativi per loro, raccontando le storie ad essi riferite sia nella forma scritta (individualmente) sia nella forma orale (nel piccolo gruppo). L’interpretazione delle narrazioni mette in luce diverse capacità di agency dei bambini narra-attori che, all’interno delle condizioni contingenti create dal contesto, sono riassumibili nella scelta di narrare, di come raccontare e di cosa raccontare. Nei racconti i bambini hanno descritto le strutture sociali e le risorse a loro disposizione per costruire le proprie biografie e i propri mondi. La scuola, la famiglia convivente, la famiglia allargata, e gli ambienti di crescita, sono stati rappresentati come strutture che controllano, limitano e influenzano i processi di costruzione delle loro soggettività. I risultati complessivi mostrano come tali strutture, rilette attraverso il costrutto guida e interpretate nell’intersezione tra generi, vissuti di mobilità e contesti di crescita, siano state rielaborate in racconti situati di appartenenza, ricomposti necessariamente dalla ricercatrice in diverse tipologie di home/homeland. La prima tipologia corrisponde a home come esperienze e pratiche di famiglia. La famiglia come struttura è stata agita, riprodotta, rifiutata, ri-composta dai bambini che, nei racconti, hanno restituito rappresentazioni di essa come famiglia convivente in casa, famiglia convivente in vacanza, famiglia allargata vicina e lontana, famiglia immaginata, trasformandola, attraverso processi di integrazione e di distinzione, in risorsa di appartenenza. All’interno di ogni figura di famiglia sono state individuate diverse rappresentazioni di sé del bambino, distinte soprattutto in relazione e nell’intersezione tra generi e differenti vissuti di mobilità. La seconda tipologia corrisponde a home come esperienze e relazioni di comunità. In essa, il vicinato e i suoi spazi istituzionalizzati, tra i quali la scuola, sono stati raccontati, manipolati, significati dai bambini. In home di comunità i bambini si sono rappresentati tra pari e tesi verso processi di individualizzazione, muovendosi in diversi orizzonti spaziali soprattutto in relazione al loro genere e contesto di crescita. Dalla sovrapposizione delle due tipologie di home è stato possibile individuare processi di radicamento nel territorio, nei suoi paesaggi e nella sua storia, descritti come racconti di homeland e rappresentati con processi analoghi, ma in orizzonti spaziali diversi da bambini nativi e bambini migranti. In sintesi, grazie all’adozione del costrutto multidimensionale home, operativizzato nella scelta di assumere artefatti e luoghi come punti di partenza, è stato possibile leggere le appartenenze come scelte soggettive dichiarate, co-costruite a partire dalla rielaborazione delle diverse risorse fornite ai bambini dalle strutture sociali preesistenti. La ricerca ha mostrato come i bambini narra-attori, restituiscano rappresentazioni multi-situate e multidimensionali di appartenenza che sono disposte lungo molteplici luoghi fisici e simbolici (forme di famiglia, di comunità, di luogo natale) e che possono, nell’intersezione tra generi, vissuti di mobilità e contesti di crescita, venir costruite attraverso processi simili o differenti. Essa ha messo in evidenza le capacità di bambini e bambine di costruire proprie immagini di home e homeland come territori del sé. I bambini sono capaci di confermare e di ridefinire i rapporti asimmetrici tra le appartenenze ascritte, che sono performate, ma anche processualmente agite e rielaborate sin dall’infanzia.
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GRECO, CAROLINA GIOVANNA. "IL CONTRIBUTO DELLA SOCIETA' CIVILE AL PROCESSO DI DEMOCRATIZZAZIONE IN BOSNIA ERZEGOVINA: ESEMPI DI COOPERAZIONE AL FEMMINILE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6228.

Full text
Abstract:
Il tema della vivacità della società civile nelle regioni della ex Jugoslavia rappresenta - soprattutto se considerato in relazione con le numerose iniziative di pace intraprese negli anni '90 di fronte all'imminenza del conflitto - un tema ancora poco indagato dalla letteratura sia in Italia e nel mondo anglosassone sia, soprendentemente, nei Paesi dell'area balcanica. Il presente lavoro di ricerca si pone invece come obiettivo quello di dimostrare l'esistenza di una radicata tradizione di attivismo civico nelle ex Repubbliche jugoslave e in Bosnia Erzegovina in particolare, dimostrando come soprattutto l'attivismo femminile, dagli anni Settanta sino ad oggi, abbia notevolmente contribuito all'emergere di un nuovo soggetto politico che ha preso attivamente parte ai processi di democratizzazione e riconciliazione della società nel contesto postbellico. Lo studio delle forme e dei metodi di lotta del Neofeminizam rappresenta infatti una lente di ingrandimento privilegiata e poco utilizzata per la comprensione di più ampie dinamiche inerenti il complesso processo di transizione che la Bosnia oggi è costretta ad affrontare.
The theme of the vibrancy of civil society in the regions of the former Yugoslavia represents – especially when considered in connection with the many peace initiatives undertaken in the ‘90s – a topic that has been little studied in the literature both in Italy and in the Anglo-Saxon world, but also surprisingly, in the Balkans countries. This research work aims to demonstrate the existence of a strong tradition of civic activism in all former Yugoslavia Republics and in particular in Bosnia and Herzegovina. Especially female activism, from the ‘70s until today, has greatly contributed to the emergence of a new political subject that has taken an active part in the democratization and reconciliation processes in the context of post-war Bosnia and Herzegovina. The analysis of the forms and struggle methods of Neofeminizam represents a privileged and little used key for the understanding of broader dynamics inherent in the complex process of transition that Bosnia Herzegovina is forced to face today.
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GRECO, CAROLINA GIOVANNA. "IL CONTRIBUTO DELLA SOCIETA' CIVILE AL PROCESSO DI DEMOCRATIZZAZIONE IN BOSNIA ERZEGOVINA: ESEMPI DI COOPERAZIONE AL FEMMINILE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6228.

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Abstract:
Il tema della vivacità della società civile nelle regioni della ex Jugoslavia rappresenta - soprattutto se considerato in relazione con le numerose iniziative di pace intraprese negli anni '90 di fronte all'imminenza del conflitto - un tema ancora poco indagato dalla letteratura sia in Italia e nel mondo anglosassone sia, soprendentemente, nei Paesi dell'area balcanica. Il presente lavoro di ricerca si pone invece come obiettivo quello di dimostrare l'esistenza di una radicata tradizione di attivismo civico nelle ex Repubbliche jugoslave e in Bosnia Erzegovina in particolare, dimostrando come soprattutto l'attivismo femminile, dagli anni Settanta sino ad oggi, abbia notevolmente contribuito all'emergere di un nuovo soggetto politico che ha preso attivamente parte ai processi di democratizzazione e riconciliazione della società nel contesto postbellico. Lo studio delle forme e dei metodi di lotta del Neofeminizam rappresenta infatti una lente di ingrandimento privilegiata e poco utilizzata per la comprensione di più ampie dinamiche inerenti il complesso processo di transizione che la Bosnia oggi è costretta ad affrontare.
The theme of the vibrancy of civil society in the regions of the former Yugoslavia represents – especially when considered in connection with the many peace initiatives undertaken in the ‘90s – a topic that has been little studied in the literature both in Italy and in the Anglo-Saxon world, but also surprisingly, in the Balkans countries. This research work aims to demonstrate the existence of a strong tradition of civic activism in all former Yugoslavia Republics and in particular in Bosnia and Herzegovina. Especially female activism, from the ‘70s until today, has greatly contributed to the emergence of a new political subject that has taken an active part in the democratization and reconciliation processes in the context of post-war Bosnia and Herzegovina. The analysis of the forms and struggle methods of Neofeminizam represents a privileged and little used key for the understanding of broader dynamics inherent in the complex process of transition that Bosnia Herzegovina is forced to face today.
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VERGANI, MATTEO. "Identità e mutamento nelle storie degli attivisti del Partito Democratico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/985.

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Abstract:
Questa tesi presenta un’indagine sugli attivisti del Partito Democratico, condotta tra il 2009 e il 2010 nei circoli di quattro città italiane (Milano, Perugia, Roma e Napoli) attraverso etnografie e interviste biografiche. L’identità degli attivisti è studiata attraverso il metodo dello storytelling, ampiamente utilizzato negli studi dei fenomeni politici. Partendo dal presupposto teorico che ogni attivista possiede tante identità quanti sono i suoi flussi stabili di relazioni verso altri attori (individuali o collettivi), ne vengono individuati essenzialmente due: il primo verso l’interno dell’organizzazione e il secondo verso l’esterno. Nel primo caso, l’identità degli attivisti viene studiata attraverso le relazioni che essi intrattengono all’interno del partito (con leader, dirigenti e altri attivisti). Nel secondo caso, vengono analizzate le relazioni che gli attivisti intrattengono con elettori e realtà associative dei territori. Infine, si presenteranno gli aspetti dinamici delle identità degli attivisti, le scintille del mutamento che attraversano le loro storie. Il quadro generale che emerge dalla ricerca è un attivismo che viene definito, con una metafora informatica, “1.5”: un attivismo contemporaneo che sta esperendo un mutamento dalla militanza tradizionale dei partiti elettorali di massa, in una direzione che però è ancora per molti aspetti nebulosa. Un mutamento incompiuto: una rivoluzione “1.5”.
This work presents field research on the activists of the Italian Democratic Party, developed between 2009 and 2010 in four Italian cities (Milan, Perugia, Rome and Naples) through ethnographies and in-depth interviews. The identity of the activists is studied through the method of storytelling, widely used within the field of political studies. Starting from the theoretical assumption that social identities are stable steams of relations between actors, this work identifies two relevant steams for party activists: the first is toward the organization itself, and the second is toward the territory. In the first case, the identity of the activists is examined through the relationships with party leaders, managers and other activists. In the second case, it is analyzed the relation that activists maintain with the territory: voters, associations, and other political organizations. Finally, it is presented the dynamic aspect of the activists’ identities, the spark of change that run through their stories. The overall picture that emerges from the research is a “1.5 activism”: a contemporary form of activism that is experiencing a shift from traditional electoral mass parties, yet still remaining unfinished. A “1.5” revolution.
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VERGANI, MATTEO. "Identità e mutamento nelle storie degli attivisti del Partito Democratico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/985.

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Abstract:
Questa tesi presenta un’indagine sugli attivisti del Partito Democratico, condotta tra il 2009 e il 2010 nei circoli di quattro città italiane (Milano, Perugia, Roma e Napoli) attraverso etnografie e interviste biografiche. L’identità degli attivisti è studiata attraverso il metodo dello storytelling, ampiamente utilizzato negli studi dei fenomeni politici. Partendo dal presupposto teorico che ogni attivista possiede tante identità quanti sono i suoi flussi stabili di relazioni verso altri attori (individuali o collettivi), ne vengono individuati essenzialmente due: il primo verso l’interno dell’organizzazione e il secondo verso l’esterno. Nel primo caso, l’identità degli attivisti viene studiata attraverso le relazioni che essi intrattengono all’interno del partito (con leader, dirigenti e altri attivisti). Nel secondo caso, vengono analizzate le relazioni che gli attivisti intrattengono con elettori e realtà associative dei territori. Infine, si presenteranno gli aspetti dinamici delle identità degli attivisti, le scintille del mutamento che attraversano le loro storie. Il quadro generale che emerge dalla ricerca è un attivismo che viene definito, con una metafora informatica, “1.5”: un attivismo contemporaneo che sta esperendo un mutamento dalla militanza tradizionale dei partiti elettorali di massa, in una direzione che però è ancora per molti aspetti nebulosa. Un mutamento incompiuto: una rivoluzione “1.5”.
This work presents field research on the activists of the Italian Democratic Party, developed between 2009 and 2010 in four Italian cities (Milan, Perugia, Rome and Naples) through ethnographies and in-depth interviews. The identity of the activists is studied through the method of storytelling, widely used within the field of political studies. Starting from the theoretical assumption that social identities are stable steams of relations between actors, this work identifies two relevant steams for party activists: the first is toward the organization itself, and the second is toward the territory. In the first case, the identity of the activists is examined through the relationships with party leaders, managers and other activists. In the second case, it is analyzed the relation that activists maintain with the territory: voters, associations, and other political organizations. Finally, it is presented the dynamic aspect of the activists’ identities, the spark of change that run through their stories. The overall picture that emerges from the research is a “1.5 activism”: a contemporary form of activism that is experiencing a shift from traditional electoral mass parties, yet still remaining unfinished. A “1.5” revolution.
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FOSSATI, SERENA. "ENVIRONMENTAL ACTIVISM AS IDENTITY PROJECT: THE CASE OF STUDENT ENVIRONMENTAL ASSOCIATIONS IN CHINA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39109.

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Abstract:
Il progetto di ricerca analizza i tratti distintivi dell'identità ecologica promossa da associazioni ambientaliste cinesi e le relative pratiche coinvolte nel processo di gestione delle identità all’interno di piattaforme di social networking. Un secondo livello di analisi indaga le modalità con cui gli attivisti negoziano la loro identificazione con i progetti identitari ecologici attivati dalle organizzazioni di appartenenza. La ricerca etnografica si focalizza su dieci associazioni studentesche attive a Pechino. La metodologia qualitativa include interviste in profondità a membri delle organizzazioni, osservazioni partecipanti delle loro attività, l’analisi qualitativa del contenuto di post condivisi sui loro profili Sina Weibo e Wechat; e dei contenuti condivisi dai membri sui loro profili WeChat Moments tra febbraio e luglio 2016. I risultati rivelano identità ecologiche complesse ed elaborate. Lo studio propone una tassonomia tripartita dei progetti identitari, che include ‘sustainable lifestyle-related identities’, in riferimento alla responsabilità degli studenti nel ridurre il loro impatto ambientale (in relazione alla conservazione di acqua, energia, cibo e pratiche di viaggio sostenibili); ‘investigation-related identities', indicando l'impegno degli studenti nella comprensione delle questioni ambientali e nel contributo alla soluzione delle relative problematiche attraverso azioni concrete; ‘social identities’, riferendosi alla determinazione delle associazioni a occuparsi di questioni sociali, impegnandosi in progetti di beneficenza.
The study explores the distinctive features of the environmental identity promoted by Chinese students environmental associations (SEAs), and the social media practices involved in their identity management processes. A second level of analysis investigates how activists negotiate their identification with the environmental identity projects fostered by their organizations. The ethnographic research focuses on ten SEAs located in Beijing. The data collection process is based on extensive usage of in-depth interviews with staff members, participant observations of activities, and content analysis of materials posted on SEAs’ social media accounts (Sina Weibo, WeChat), and materials shared by members on their WeChat Moments over a six-month period (February- July 2016). Results reveal that SEAs environmental identities are plural and composite in themselves. I propose a tripartite taxonomy, which includes sustainable lifestyle-related identities, referring to the responsibility of students to reduce their carbon footprint, by addressing the sources of their impact (in relation to water, energy, food conservation, green travel practices); investigation-related identities, consisting in students’ meaningful engagement in the understanding of environmental issues, and contribution to their solution through concrete action; and social identities, referring to SEAs determination to be concerned about social issues, by engaging in charity projects.
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FOSSATI, SERENA. "ENVIRONMENTAL ACTIVISM AS IDENTITY PROJECT: THE CASE OF STUDENT ENVIRONMENTAL ASSOCIATIONS IN CHINA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39109.

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Abstract:
Il progetto di ricerca analizza i tratti distintivi dell'identità ecologica promossa da associazioni ambientaliste cinesi e le relative pratiche coinvolte nel processo di gestione delle identità all’interno di piattaforme di social networking. Un secondo livello di analisi indaga le modalità con cui gli attivisti negoziano la loro identificazione con i progetti identitari ecologici attivati dalle organizzazioni di appartenenza. La ricerca etnografica si focalizza su dieci associazioni studentesche attive a Pechino. La metodologia qualitativa include interviste in profondità a membri delle organizzazioni, osservazioni partecipanti delle loro attività, l’analisi qualitativa del contenuto di post condivisi sui loro profili Sina Weibo e Wechat; e dei contenuti condivisi dai membri sui loro profili WeChat Moments tra febbraio e luglio 2016. I risultati rivelano identità ecologiche complesse ed elaborate. Lo studio propone una tassonomia tripartita dei progetti identitari, che include ‘sustainable lifestyle-related identities’, in riferimento alla responsabilità degli studenti nel ridurre il loro impatto ambientale (in relazione alla conservazione di acqua, energia, cibo e pratiche di viaggio sostenibili); ‘investigation-related identities', indicando l'impegno degli studenti nella comprensione delle questioni ambientali e nel contributo alla soluzione delle relative problematiche attraverso azioni concrete; ‘social identities’, riferendosi alla determinazione delle associazioni a occuparsi di questioni sociali, impegnandosi in progetti di beneficenza.
The study explores the distinctive features of the environmental identity promoted by Chinese students environmental associations (SEAs), and the social media practices involved in their identity management processes. A second level of analysis investigates how activists negotiate their identification with the environmental identity projects fostered by their organizations. The ethnographic research focuses on ten SEAs located in Beijing. The data collection process is based on extensive usage of in-depth interviews with staff members, participant observations of activities, and content analysis of materials posted on SEAs’ social media accounts (Sina Weibo, WeChat), and materials shared by members on their WeChat Moments over a six-month period (February- July 2016). Results reveal that SEAs environmental identities are plural and composite in themselves. I propose a tripartite taxonomy, which includes sustainable lifestyle-related identities, referring to the responsibility of students to reduce their carbon footprint, by addressing the sources of their impact (in relation to water, energy, food conservation, green travel practices); investigation-related identities, consisting in students’ meaningful engagement in the understanding of environmental issues, and contribution to their solution through concrete action; and social identities, referring to SEAs determination to be concerned about social issues, by engaging in charity projects.
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MASSERA, ANDREA. "Immagini e simbologie delle rivolte contemporanee: dall’Ottocento ai social media." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1056008.

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Abstract:
The goal of this work is to analyze the study of the revolts in contemporary history from a visual perspective. It does not claim nor the ambition to be completely exhaustive, it obviously does not take into consideration all the insurrectional events of the past centuries and their selection is partly motivated by the historical significance they had, and partly decided in an arbitrary way. The same methodology has been adopted for what concerns the analyzed images, some of which are iconic pictorial or cinematographic representations, while others are relevant because they are related to the more theoretical part of the dissertation. Through the study and analysis of contemporary revolts and their representations, the objective of this work is to identify the recurring elements and symbols of the revolt, following their evolution and researching their origins and socio-cultural motivations. Starting from these assumptions, the work asks itself crucial questions on the historical-philosophical and visual characteristics that unite and identify the revolts of contemporary history; but not only that, it follows the development of the distinctive elements of the aforementioned revolts over the centuries from the 19th to the 21st. Among them, a decisive role belongs to the crowd. For this reason, the work aims to investigate the evolution of the phenomenon and highlight its centrality in the most contemporary uprisings and social movements.
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Belloni, Milena. "Cosmologies of destinations: rootes and routes of Eritrean forced migration towards Europe." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2015. https://hdl.handle.net/11572/368011.

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Abstract:
Cosmologies of destinations investigates some commonly neglected dimensions of forced migration. It examines the key symbolic structures and social mechanisms which encourage and sustain the mobility trajectories of Eritreans from their home country to Ethiopia, Sudan, Italy and beyond. The central argument is that, in refugee-producing countries which suffer from protracted crisis and livelihood disruption, refugee movements become much more than a form of reactive mobility. Within these communities, becoming a refugee is not only a way to escape oppressive conditions but also the outcome of socially and symbolically embedded strategies aimed at personal realization and family well-being. Building on a multi-sited ethnography of the everyday life of Eritrean refugees in a number of settings (including homes, refugee camps, urban squats, and other settings of sociability) in their home country as well as in Ethiopia, Sudan and Italy, the thesis explores the range of social and economic resources needed to circumvent legal and geographic borders, and the moral and cultural norms that underpin these practices. It contributes to the theorization of refugee mobility, which is currently somewhat underdeveloped, by providing a framework to analyse high-risk forced migration, based on an emic understanding and systematic description of the living conditions, life aspirations and risk perceptions of Eritreans in their home country and in transit to Europe. The study feeds into the broader debate on the blurring boundaries between labour and forced migration by emphasising the social and cultural, along with the structural, determinants of mobility and immobility. The thesis is divided into five chapters. The first analyses the conditions that make exit a widespread and legitimate, albeit controversial, option for young people in Eritrea. The second chapter provides accounts of refugees' everyday lives in the first safe countries (Ethiopia and Sudan), chronicling the dynamics that trigger secondary movements towards Europe. The third analyses the lives of Eritrean refugees in Italy, documenting the conditions that activate further mobility within Europe. The fourth chapter describes the migratory infrastructures that allow for these refugee movements, including the role played by transnational marriages, smugglers and family networks. The final chapter provides a micro-analysis of decision-making, aimed at explaining the willingness of refugees to take great risks at different stages of the migration process. A methodological note narrates how the research was carried out in the various sites and analyses the implications of multi-sited ethnographic fieldwork with refugees.
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Prandelli, Marta. "Di fronte alla variazione: Racconti di madri e padri di giovani con differenti caratteristiche del sesso." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3423275.

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Abstract:
Being a parent-to-be often involves facing the question: "is it a boy or a girl?", which answer is never entirely obvious. The definition of sex and gender of a newborn with a variation in the development of biological sex, also known as Intersex or Disorder of Sex Development, is an extremely complex social and medical process that has engaged individuals, families, activists, health professionals, social scientists, support groups and lawyers in a twenty-year debate that has not yet been able to give a certain answer to this question. Currently there is no consensus on the intervention guidelines and, within the medical practice, the transition from an optimal gender policy to a patient-centered model seems to be slow, leaving parents without tools in a time when they are often required to face quick binding decisions for the future of the newborn. The growing attention to the Intersex/DSD issue has highlighted the need to start research that supports the psychosocial well-being of patients and their families, promoting the development of longitudinal studies and psychoeducational programs that will prevent to live the moment of diagnosis as an emergency. In the field of psychosocial research, there are still very few studies conducted in the Italian context investigating how parents learn, communicate and live the situation of their child with a variation of sex characteristics. Through a review of the literature and an exploratory research based on 38 life stories of Italian mothers and fathers, the present research shows what are parent's actions and reactions to the diagnosis of the child, focusing on three central themes: the communication modalities, the prescriptions and proscriptions deriving from the implicit categorisation of sex and gender and the opinions on the surgical operations and the diagnostic labels. Results show the need to structure a holistic approach that promotes the overall support of the parent, in order to become a promoter of the physical, mental, social and environmental health of the child.
Essere in attesa di diventare genitore comporta spesso essere posti di fronte alla domanda: “è un maschio o una femmina?”, la cui risposta non è mai del tutto ovvia. La definizione del sesso e del genere di un/a neonato che nasce con una variazione dello sviluppo del sesso biologico, conosciuta anche come Intersex o Disorder of Sex Development, è un processo sociale e medico estremamente complesso, che ha impegnato individui, famiglie, attivisti, professionisti della salute, scienziati sociali, gruppi di sostegno e giuristi in un dibattito ventennale che ancora non ha saputo dare una risposta certa a questa domanda. Attualmente non esiste un consenso sulle linee guida di intervento e, all’interno della pratica medica, il passaggio da una optimal gender policy a un modello incentrato sul paziente sembra tardare a compiersi, lasciando i genitori senza strumenti in un momento in cui è spesso richiesto loro di affrontate decisioni rapide, vincolanti per il futuro del neonato con poche ore di vita. La crescente attenzione per la questione Intersex/DSD ha evidenziato la necessità di avviare ricerche che supportino il benessere psicosociale dei pazienti e delle loro famiglie, promuovendo lo sviluppo di studi longitudinali e programmi psicoeducativi che permettano di non vivere più il momento della diagnosi come emergenziale. Nel campo della ricerca psicosociale, sono ancora pochi gli studi condotti nel contesto italiano che hanno indagato le modalità con cui i genitori apprendono, comunicano e vivono la situazione del/la proprio/a figlio/a. Attraverso una revisione della letteratura e un’indagine esplorativa basata su 38 racconti di vita di madri e padri italiani, la presente ricerca mostra quali sono le azioni e le reazioni dei genitori di fronte alla diagnosi del/la figlio/a, individuando nello specifico tre tematiche centrali: le modalità comunicative, le prescrizioni e le proscrizioni derivanti dalle categorie implicite di sesso e genere e le opinioni sulle operazioni chirurgiche e le etichette diagnostiche. Tali risultati mostrano la necessità di strutturare un approccio olistico che promuova il supporto globale del genitore, affinché diventi a sua volta promotore della salute fisica, mentale, sociale e ambientale del/la figlio/a.
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GUARINO, LAURA. "Casà è di chi l'abita. Forme e significati dell'abitare a Casablanca." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1009446.

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Abstract:
This work points out the development of the city of Casablanca, from the colonial period under the French Protectorate until nowadays. A multidisciplinary approach, from the history of architecture to sociology and visual ethnography, has been used to analyse the different urban policies developed for social housing and the inner meanings that the inhabitants link to their home and to the general idea of inhabiting. The analysis of National Archives sources in Morocco and French has been reinforced by a field research. The fieldwork has been carried out in two different moments: in 2015 and in 2017, with some people living in what we have defined as the main models of social housing, implemented during the French government: the slums, the cités ouvrières (workers gated community) and the collective buildings. These spaces have been in the past, and are still nowadays, battleground of social conflicts, in opposition to the dominant system of power. Casablanca, and Morocco in general, is carrying out a strong policy to eradicate slums and informal settlements and the idea of social housing has been implementing with a facilitation to the access of property, not always affordable for people with low incomes. At the same time, thanks to the stability of the monarchy, huge foreign investments are overcoming to finance the construction of international financial hubs and multinational offshore activities. We have then explored the question of what the role of the inhabitants within these processes is and mostly what their narration of the history that involves them is. The realization of an ethnographical documentary has helped us to investigate these subjects.
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Radaelli, Marta <1976&gt. "Applicazione dei processi elettrochimici per la rimozione di inquinanti." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2007. http://hdl.handle.net/10579/73.

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Carraro, Maddalena <1997&gt. "Sviluppo sostenibile orientato agli eventi culturali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20520.

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Abstract:
L’elaborato propone uno studio riguardante lo sviluppo sostenibile e l’organizzazione di eventi culturali sostenibili. L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite rinnova la strada verso lo sviluppo sostenibile, mediante l’individuazione di diciassette obiettivi inerenti alle tre dimensioni della sostenibilità. L’istituto nazionale di statistica Istat elabora delle raccolte per monitorare gli avanzamenti nazionali e regionali verso l’Agenda; l’Onu ha istituito un gruppo di lavoro per supportare e valutare tale impegno a livello globale. L’obiettivo del lavoro di ricerca è riconoscere se e in quali aspetti, la cultura e gli eventi culturali possono contribuire allo sviluppo sostenibile del paese. Nella tesi si evidenzia che la cultura è un fattore rilevante in termini di coesione ed inclusione sociale, di innovazione e resilienza, di rispetto per la natura e di sensibilizzazione. Le istituzioni culturali possono informare il pubblico allo sviluppo sostenibile, mediante la diffusione di significati incorporati nei beni culturali e creativi, sia mediante l’attenzione nel proprio operato alle tematiche della sostenibilità. Partendo dalle recenti edizioni del Festival dello Sviluppo Sostenibile, si approfondisce il discorso rispetto all’industria cinematografica e al settore museale. Con il progetto europeo GreenFEST si pone l’attenzione alla diffusione del green public procurement negli appalti pubblici e all’individuazione di Criteri Ambientali Minimi nel settore degli eventi culturali.
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De, Zotti Chiara <1993&gt. "L'evoluzione del comportamento dei consumatori." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18730.

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BRAMBILLA, MARIA. "Religiosità e processi identitari: aspetti culturali, familiari e sociali dell’identità religiosa dei giovani." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1737.

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Abstract:
Lo studio 1 indaga l’autocategorizzazione dell’identità religiosa in diverse culture, analizzando le differenze tra livello individuale e sociale e tra identità religiosa centrale e periferica, mettendo così in discussione la distinzione tra orientamento religioso intrinseco e estrinseco (Allport & Ross, 1967). I risultati indicano che l’identità religiosa viene categorizzata a un livello sociale dai partecipanti europei e a un livello individuale dai partecipanti non occidentali e che entrambi i livelli sono centrali nell’identità personale. Lo studio 2 esamina gli antecedenti familiari e di gruppo dell’internalizzazione religiosa (Ryan, Rigby, & King, 1993; Assor, 2012). I risultati indicano che la promozione dell’autonomia e la testimonianza di fede data dai genitori predicono l’identificazione religiosa dei figli, mentre l’introiezione viene predetta dall’affetto condizionato dei genitori; i leader religiosi e il gruppo religioso hanno anch’essi un’influenza sull’internalizzazione religiosa. Lo studio 3 indaga la relazione tra internalizzazione religiosa e pregiudizio verso i musulmani, analizzando il ruolo di mediazione dei valori. I risultati indicano che l’identità religiosa identificata è associata a livelli più bassi di pregiudizio rispetto all’identità religiosa introiettata; i valori prosociali mediano la relazione tra identificazione e pregiudizio, mentre i valori di conformismo mediano la relazione tra introiezione e pregiudizio.
Study1 investigated the self-categorization of religious identity in different cultures, analyzing the difference between an individual and a social level and between a central versus a peripheral religious identity, thus questioning the distinction between and intrinsic and extrinsic religious orientation (Allport & Ross, 1967). Results indicated that religious identity is mainly categorized at a social level by European respondents and at an individual level by nonwestern respondents, and that both levels are central in personal identity. Study 2 addressed the familiar and group antecedents of religious internalization (Ryan, Rigby, & King, 1993; Assor, 2012). Findings showed that parental autonomy support and intrinsic value demonstration predicted children religious identification, whereas conditional regard predicted introjection; religious leaders and groups also influenced religious internalization. Study 3 investigated the relationship between religious internalization and prejudice towards Muslims, analyzing the mediating role of values. Results indicated that identificated religious identity is associated with lower levels of prejudice than introjected religious identity; prosocial values mediated between identification and prejudice, whereas conformity values mediated between introjection and prejudice.
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BRAMBILLA, MARIA. "Religiosità e processi identitari: aspetti culturali, familiari e sociali dell’identità religiosa dei giovani." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1737.

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Abstract:
Lo studio 1 indaga l’autocategorizzazione dell’identità religiosa in diverse culture, analizzando le differenze tra livello individuale e sociale e tra identità religiosa centrale e periferica, mettendo così in discussione la distinzione tra orientamento religioso intrinseco e estrinseco (Allport & Ross, 1967). I risultati indicano che l’identità religiosa viene categorizzata a un livello sociale dai partecipanti europei e a un livello individuale dai partecipanti non occidentali e che entrambi i livelli sono centrali nell’identità personale. Lo studio 2 esamina gli antecedenti familiari e di gruppo dell’internalizzazione religiosa (Ryan, Rigby, & King, 1993; Assor, 2012). I risultati indicano che la promozione dell’autonomia e la testimonianza di fede data dai genitori predicono l’identificazione religiosa dei figli, mentre l’introiezione viene predetta dall’affetto condizionato dei genitori; i leader religiosi e il gruppo religioso hanno anch’essi un’influenza sull’internalizzazione religiosa. Lo studio 3 indaga la relazione tra internalizzazione religiosa e pregiudizio verso i musulmani, analizzando il ruolo di mediazione dei valori. I risultati indicano che l’identità religiosa identificata è associata a livelli più bassi di pregiudizio rispetto all’identità religiosa introiettata; i valori prosociali mediano la relazione tra identificazione e pregiudizio, mentre i valori di conformismo mediano la relazione tra introiezione e pregiudizio.
Study1 investigated the self-categorization of religious identity in different cultures, analyzing the difference between an individual and a social level and between a central versus a peripheral religious identity, thus questioning the distinction between and intrinsic and extrinsic religious orientation (Allport & Ross, 1967). Results indicated that religious identity is mainly categorized at a social level by European respondents and at an individual level by nonwestern respondents, and that both levels are central in personal identity. Study 2 addressed the familiar and group antecedents of religious internalization (Ryan, Rigby, & King, 1993; Assor, 2012). Findings showed that parental autonomy support and intrinsic value demonstration predicted children religious identification, whereas conditional regard predicted introjection; religious leaders and groups also influenced religious internalization. Study 3 investigated the relationship between religious internalization and prejudice towards Muslims, analyzing the mediating role of values. Results indicated that identificated religious identity is associated with lower levels of prejudice than introjected religious identity; prosocial values mediated between identification and prejudice, whereas conformity values mediated between introjection and prejudice.
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Trigili, Emanuela <1986&gt. "Femminilizzazione dei processi migratori: il caso marocchino ed ecuadoriano in Andalucía." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2854.

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Abstract:
Nel mondo contemporaneo l’intensa mobilità territoriale è diventata elemento distintivo alla fine del XX secolo e ancora di più nei primi decenni del XXI secolo. In un’epoca di crisi e di transizione, prepotentemente influenzata dal processo di globalizzazione, le migrazioni internazionali hanno rappresentato una sfida per i paesi europei che nel corso del tempo hanno cercato di rispondere al fenomeno formulando specifici progetti sociali. Le condizioni di relativo benessere, la stabilità politica e la carenza di manodopera di alcuni paesi delle Comunità Europea, costituiscono degli elementi di attrazione per i paesi circostanti ma soprattutto per i paesi extracomunitari che, con l’acuirsi delle due grandi crisi petrolifere del 1973 e 1979, sono stati costretti a spostare lo sguardo verso l’Europa e in particolar modo verso l’area mediterranea. In tale contesto, a partire dagli anni Ottanta, la Spagna passa dall’essere paese di forte emigrazione, intraeuropea e successivamente extraeuropea, a uno dei principali paesi ricettori di popolazione straniera dell’Unione Europea. Oltre ad essere caratterizzate da una forte accelerazione e differenziazione, le migrazioni contemporanee si distinguono per il progressivo incremento delle donne nei flussi migratori che ha fatto parlare gli esperti di chiara tendenza verso un processo di femminilizzazione. La segmentazione del mondo del lavoro insieme alla persistente visione androcentrica che tendeva ad essenzializzare la figura della donna nei processi di mobilità lavorativa, sono alcuni degli elementi che caratterizzano i flussi migratori considerati in questa tesi, quello delle donne marocchine ed ecuadoriane nel sud della Spagna. Due diversi gruppi provenienti da aree geografiche diverse che confluiscono nello stesso territorio per motivazioni e modalità differenti ma che attraverso tali processi conferiscono alla figura femminile maggiore visibilità in quanto soggetto attivo di sviluppo economico, confutando lo stereotipo della donna economicamente inattiva e totalmente dipendente dall’uomo.
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Morigi, William. "Tecniche geomatiche di reverse engineering nel campo dei Beni Culturali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
La salvaguardia e conservazione del Patrimonio Artistico ed Architettonico rappresentano un aspetto imprescindibile di ogni cultura, e trovano le loro fondamenta nella coscienza e conoscenza dei Beni. Il rilievo è l’operazione basilare per acquisire una conoscenza rigorosa di un oggetto nella sua geometria e in altre sue caratteristiche. Le finalità delle operazioni di rilevamento sono molteplici, dall’archiviazione a scopo di documentazione fino all’indagine conservativa volta alla diagnostica e alla progettazione di interventi. I modelli digitali, introdotti dallo sviluppo tecnologico degli ultimi decenni, permettono una perfetta conoscenza del bene, non necessitano di contatto diretto durante la fase di rilevamento e possono essere elaborati secondo le esigenze del caso. Le tecniche adottate nel Reverse Engineering si differenziano per il tipo di sensore utilizzato: quelle fotogrammetriche utilizzano sensori di tipo “passivo” e trovano oggi largo impiego nel settore dei Beni Culturali grazie agli strumenti di Structure from Motion, mentre strumenti basati su sensori di tipo “attivo” utilizzano Laser o proiezione di luce strutturata e sono in grado di rilevare con grande precisione geometrie anche molto complesse. La costruzione del modello della fontana del Nettuno e della torre Garisenda di Bologna costituiscono un valido esempio di applicazione delle tecniche di rilievo digitale, e dimostrano la validità delle stesse su oggetti di diversa dimensione in due diversi ambiti applicativi: il restauro e il monitoraggio. Gli sviluppi futuri del Reverse Engineering in questo ambito sono molteplici, e la Geomatica rappresenta senza dubbio una disciplina fondamentale per poterli realizzare.
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Davanzo, Claudia <1975&gt. "I processi sociali nelle tribù virtuali di prodotto: uno studio netnografico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1973.

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Abstract:
Questo lavoro approfondisce i processi sociali di due comunità online di prodotto nel settore del “mobile web”, legate rispettivamente ad Apple e Android: Italiamac e Androidiani. Poiché sul fenomeno delle comunità online non ci sono numerosi contributi sociologici ma copiosa è la produzione nell’ambito della letteratura di marketing, in quest’analisi si è andati ad indagare se le comunità virtuali di prodotto possano essere considerate delle vere comunità, come sostengono gli studiosi di marketing e comunicazione, e se una marca commerciale sia davvero in grado di creare attorno ad essa una tribù. Per comprendere le reali motivazioni che spingono alcuni gruppi online a definirsi una comunità, condividendo interessi e passioni e investendo del tempo per mantenere questo tipo di aggregazione sociale, è stato utilizzata l’analisi etnografica attraverso il computer, definita “netnografia” (Kozinets, 2010). Con questo metodo, le due comunità oggetto di studio sono state analizzate, dal punto di vista della ricerca sociale, attraverso l’identificazione di quattro variabili di osservazione: la condivisione di ruoli e regole prestabilite, l’utilizzo di un linguaggio comune, la presenza di rituali e tradizioni e la passione verso un prodotto/marchio che funge da valore di legame. Nelle conclusioni della ricerca, si è osservato che, secondo le variabili predefinite, Italiamac possiede le caratteristiche di una tribù, poiché fortemente incentrata sul valore di legame espresso dal forte marchio di riferimento, mentre Androidiani ha peculiarità molto più simili ad una comunità di pratica. Dal punto di vista metodologico, i risultati ottenuti dallo studio netnografico condotto incoraggiano lo sviluppo di questa modalità di indagine.
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Silvestri, Francesca <1994&gt. "Quando la sostenibilità corre il rischio di costituire una liability: analisi esplorativa dell’atteggiamento dei consumatori nei confronti della gioielleria sostenibile e dei diamanti lab-grown." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18039.

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Abstract:
Il numero dei cosiddetti “consumatori consapevoli” è in costante aumento e conseguentemente si amplificano gli sforzi in termini di sostenibilità realizzati dalle imprese. Se da un lato si dà per scontato che l’attribuzione di caratteristiche green aggiunga valore ai prodotti, dall’altro, a seconda della categoria merceologica, non è detto che questo susciti effettivamente l’interesse dei consumatori. L’obiettivo dell’elaborato è quello di analizzare come tale dinamica si esplichi all’interno del settore della gioielleria responsabile, mercato nel quale negli ultimi anni si sono affacciati i controversi diamanti lab-grown. Trattandosi di oggetti accompagnati da un’elevata carica simbolica, l’indagine adotta un approccio socio-antropologico basato sul concetto di cultura materiale. I primi capitoli dell’elaborato sono stati dedicati alla presentazione del quadro teorico di riferimento. Dopo aver approfondito il concetto di sostenibilità e aver fornito una panoramica teorica della nozione di cultura materiale, si è giunti a descrivere, sia dal punto di vista sociale che economico, il fenomeno del consumo etico. Questa prima parte teorica è stata conclusa, infine, con l’illustrazione del mercato della gioielleria responsabile, degli scandali che hanno riguardato la filiera dei diamanti e con un’analisi dei diamanti lab-grown. Trattandosi di un argomento nuovo e controverso, si è scelto di affidarsi all’indagine qualitativa, al fine di effettuare uno studio ancora esplorativo. Le metodologie di ricerca selezionate sono state il focus group study e l’intervista individuale semi-strutturata. Sono stati quindi effettuati tre focus group, differenziati sulla base dell’età dei partecipanti, tramite i quali è stato possibile individuare degli argomenti e degli aspetti interessanti, da approfondire successivamente per mezzo di indagini quantitative. Tali argomenti sono stati poi utilizzati per effettuare delle interviste con esperti di sostenibilità operanti nel settore di riferimento, al fine di comprendere se essi abbiano già una rilevanza nel determinare il comportamento delle aziende.
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DEL, MONTE DIANA. "MOMENTI DI TEATRO PERFORMATIVO TRA ITALIA E STATI UNITI: ROBERT WILSON, MOTUS, PUNCHDRUNK." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/18933.

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Abstract:
Una performance teatrale è un meccanismo complesso che viaggia attraverso molte variabili. L'approccio della lettura dell'evento performativo come nodo d'incontro e scambio di diversi agenti e aspetti è stato inoltre presentato dall'International Federation for Theater Research (IFTR) nella pubblicazione Theatrical Events. Borders, Dynamics, Frames. La tesi dottorale, in accordo con tale lettura, presenta tre case-study: Motus, Punchdrunk e Robert Wilson. I tre esempi sono qui analizzati nella loro totalità di opere d'arte, fenomeni culturali e meccanismi organizzativi, evidenziandone peculiarità, similitudini e differenze. Di ognuno sono stati valutati il processo creativo, le strategie di produzione, la relazione con la stampa e/o i mezzi di diffusione, le collaborazioni con la comunità artistica, la relazione con il pubblico. La ricerca è stata portata avanti coordinando diverse metodologie: la preferenza è stata data alle fonti primarie e al lavoro di campo nell'area di New York - interviste, fotografie, raccolta di dati e materiale iconografico. Sono stati poi consultati gli archivi della New York Public Library for the Performing Arts, della Byrd Hoffmann Foundation e del The Watermill Center. Il secondo capitolo si avvale inoltre della preziosa collaborazione sul campo dei ricercatori del gruppo ISPOCC (Initiative for the Study and Practice of Organized Creativity and Culture) della Columbia University Business School
A performance is a dynamic system that involves many variables. The importance of theatre performances as aesthetic-communicative encounters of a wide range of agents and aspects has also been stressed by IFTR, through the working group "Theatrical events" and its publication Theatrical Events. Borders, Dynamics, Frames. In accordance with the IFTR approach, the dissertation presents three case-study: Motus, Punchdrunk and Robert Wilson. The three international artists and companies are studied here as a crossroad of interactions among art, marketing, and social context, tracing similarities and differences in their theatrical productions. Specifically, the research analyzed four theatrical events: Sleep No More by Punchdrunk, Syrma Antigones project by Motus, The Discovery Watermill Day and The Old Woman by Robert Wilson. The essay is the result of a combined archive and fieldwork research based in New York. The archival materials is from New York Public Library for the Performing Arts, Byrd Hoffman Foundation, The Watermill Center, Motus theater company's archive, while the fieldwork collected visual materials such as pictures, sketches, videos as well as interviews and artists notes during the events. Part of the Sleep No More's fieldwork is in collaboration with ISPOCC (Initiative for the Study and Practice of Organized Creativity and Culture) at Columbia University Business School.
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DEL, MONTE DIANA. "MOMENTI DI TEATRO PERFORMATIVO TRA ITALIA E STATI UNITI: ROBERT WILSON, MOTUS, PUNCHDRUNK." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/18933.

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Abstract:
Una performance teatrale è un meccanismo complesso che viaggia attraverso molte variabili. L'approccio della lettura dell'evento performativo come nodo d'incontro e scambio di diversi agenti e aspetti è stato inoltre presentato dall'International Federation for Theater Research (IFTR) nella pubblicazione Theatrical Events. Borders, Dynamics, Frames. La tesi dottorale, in accordo con tale lettura, presenta tre case-study: Motus, Punchdrunk e Robert Wilson. I tre esempi sono qui analizzati nella loro totalità di opere d'arte, fenomeni culturali e meccanismi organizzativi, evidenziandone peculiarità, similitudini e differenze. Di ognuno sono stati valutati il processo creativo, le strategie di produzione, la relazione con la stampa e/o i mezzi di diffusione, le collaborazioni con la comunità artistica, la relazione con il pubblico. La ricerca è stata portata avanti coordinando diverse metodologie: la preferenza è stata data alle fonti primarie e al lavoro di campo nell'area di New York - interviste, fotografie, raccolta di dati e materiale iconografico. Sono stati poi consultati gli archivi della New York Public Library for the Performing Arts, della Byrd Hoffmann Foundation e del The Watermill Center. Il secondo capitolo si avvale inoltre della preziosa collaborazione sul campo dei ricercatori del gruppo ISPOCC (Initiative for the Study and Practice of Organized Creativity and Culture) della Columbia University Business School
A performance is a dynamic system that involves many variables. The importance of theatre performances as aesthetic-communicative encounters of a wide range of agents and aspects has also been stressed by IFTR, through the working group "Theatrical events" and its publication Theatrical Events. Borders, Dynamics, Frames. In accordance with the IFTR approach, the dissertation presents three case-study: Motus, Punchdrunk and Robert Wilson. The three international artists and companies are studied here as a crossroad of interactions among art, marketing, and social context, tracing similarities and differences in their theatrical productions. Specifically, the research analyzed four theatrical events: Sleep No More by Punchdrunk, Syrma Antigones project by Motus, The Discovery Watermill Day and The Old Woman by Robert Wilson. The essay is the result of a combined archive and fieldwork research based in New York. The archival materials is from New York Public Library for the Performing Arts, Byrd Hoffman Foundation, The Watermill Center, Motus theater company's archive, while the fieldwork collected visual materials such as pictures, sketches, videos as well as interviews and artists notes during the events. Part of the Sleep No More's fieldwork is in collaboration with ISPOCC (Initiative for the Study and Practice of Organized Creativity and Culture) at Columbia University Business School.
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Marciante, Lucia <1974&gt. "Reti socievoli: l’impatto dei social networks nella costruzione dello spazio pubblico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4596/1/marciante_lucia_tesi.pdf.

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Abstract:
La tesi si è consolidata nell’analisi dell’impatto dei social networks nella costruzione dello spazio pubblico, nella sfera di osservazione che è la rete e il web2.0. Osservando che il paradigma della società civile si sia modificato. Ridefinendo immagini e immaginari e forme di autorappresentazione sui new media (Castells, 2010). Nel presupposto che lo spazio pubblico “non è mai una realtà precostituita” (Innerarity, 2008) ma si muove all’interno di reti che generano e garantiscono socievolezza. Nell’obiettivo di capire cosa è spazio pubblico. Civic engagement che si rafforza in spazi simbolici (Sassen, 2008), nodi d’incontro significativi. Ivi cittadini-consumatori avanzano corresponsabilmente le proprie istanze per la debacle nei governi.. Cultura partecipativa che prende mossa da un nuovo senso civico mediato che si esprime nelle “virtù” del consumo critico. Portando la politica sul mercato. Cultura civica autoattualizzata alla ricerca di soluzioni alle crisi degli ultimi anni. Potere di una comunicazione che riduce il mondo ad un “villaggio globale” e mettono in relazione i pubblici connessi in spazi e tempi differenti, dando origine ad azioni collettive come nel caso degli Indignados, di Occupy Wall Street o di Rai per una notte. Emerge un (ri)pensare la citizenship secondo due paradigmi (Bennett,2008): l’uno orientato al governo attraverso i partiti, modello “Dutiful Citizenship”; l’altro, modello “Self Actualizing Citizenship” per cui i pubblici attivi seguono news ed eventi, percepiscono un minor obbligo nel governo, il voto è meno significativo per (s)fiducia nei media e nei politici. Mercato e società civile si muovono per il bene comune e una nuova “felicità”. La partecipazione si costituisce in consumerismo politico all’interno di reti in cui si sviluppano azioni individuali attraverso il social networking e scelte di consumo responsabile. Partendo dall’etnografia digitale, si è definito il modello “4 C”: Conoscenza > Coadesione > Co-partecipazione > Corresposabilità (azioni collettive) > Cultura-bility.
The thesis has been consolidated in the analysis of the impact of social networks in the construction of public space, in the sphere of observation represented from networking and web2.0. Noting that the paradigm of civil society has changed. Redefining images and imaginary and forms of self-representation on the new media (Castells, 2010). On the assumption that public space "is never a preconceived reality" (Innerarity, 2008) but moves within networks that generate and provide sociability At the aim to understand what is public space (between online and offline) Civic engagement that gets increased in symbolic spaces (Sassen, 2008), significant meeting nodes. Thus citizens-consumers co-responsibly advance their issues for the debacle in governments. Participatory culture that gets moved by a new civic engagement mediated expressed in the "virtues" of critical consumption. Bringing the policy on the market. Self actualized civic culture searching solutions to the crisis of recent years. Power of a communication that reduces the world to a "global village", linking "connected publics" in different spaces and times, giving rise to collective actions as the Indignados movement, Occupy Wall Street or, in Italy, “Rai per una notte”. Emerge a (re)thinking citizenship according to two paradigms (Bennett, 2008): one oriented to the government through parties, "dutiful Citizenship" model; the other, "Self Actualizing Citizenship" model, for which the active publics followed news and events, perceive a lower requirement in the government, the vote is less significant because of (not)trust in the media and politicians. Market and civil society moved togheter for the common good and a new "happiness". Participation gets constituted as political consumerism into networks in which individual actions are developed through social networking and responsible consumer choices. Starting with digital ethnography, we define the model "C 4" Knowledge> Co-support> Co-participation> Co-resposability (collective action)> Culture-ability.
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Marciante, Lucia <1974&gt. "Reti socievoli: l’impatto dei social networks nella costruzione dello spazio pubblico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4596/.

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Abstract:
La tesi si è consolidata nell’analisi dell’impatto dei social networks nella costruzione dello spazio pubblico, nella sfera di osservazione che è la rete e il web2.0. Osservando che il paradigma della società civile si sia modificato. Ridefinendo immagini e immaginari e forme di autorappresentazione sui new media (Castells, 2010). Nel presupposto che lo spazio pubblico “non è mai una realtà precostituita” (Innerarity, 2008) ma si muove all’interno di reti che generano e garantiscono socievolezza. Nell’obiettivo di capire cosa è spazio pubblico. Civic engagement che si rafforza in spazi simbolici (Sassen, 2008), nodi d’incontro significativi. Ivi cittadini-consumatori avanzano corresponsabilmente le proprie istanze per la debacle nei governi.. Cultura partecipativa che prende mossa da un nuovo senso civico mediato che si esprime nelle “virtù” del consumo critico. Portando la politica sul mercato. Cultura civica autoattualizzata alla ricerca di soluzioni alle crisi degli ultimi anni. Potere di una comunicazione che riduce il mondo ad un “villaggio globale” e mettono in relazione i pubblici connessi in spazi e tempi differenti, dando origine ad azioni collettive come nel caso degli Indignados, di Occupy Wall Street o di Rai per una notte. Emerge un (ri)pensare la citizenship secondo due paradigmi (Bennett,2008): l’uno orientato al governo attraverso i partiti, modello “Dutiful Citizenship”; l’altro, modello “Self Actualizing Citizenship” per cui i pubblici attivi seguono news ed eventi, percepiscono un minor obbligo nel governo, il voto è meno significativo per (s)fiducia nei media e nei politici. Mercato e società civile si muovono per il bene comune e una nuova “felicità”. La partecipazione si costituisce in consumerismo politico all’interno di reti in cui si sviluppano azioni individuali attraverso il social networking e scelte di consumo responsabile. Partendo dall’etnografia digitale, si è definito il modello “4 C”: Conoscenza > Coadesione > Co-partecipazione > Corresposabilità (azioni collettive) > Cultura-bility.
The thesis has been consolidated in the analysis of the impact of social networks in the construction of public space, in the sphere of observation represented from networking and web2.0. Noting that the paradigm of civil society has changed. Redefining images and imaginary and forms of self-representation on the new media (Castells, 2010). On the assumption that public space "is never a preconceived reality" (Innerarity, 2008) but moves within networks that generate and provide sociability At the aim to understand what is public space (between online and offline) Civic engagement that gets increased in symbolic spaces (Sassen, 2008), significant meeting nodes. Thus citizens-consumers co-responsibly advance their issues for the debacle in governments. Participatory culture that gets moved by a new civic engagement mediated expressed in the "virtues" of critical consumption. Bringing the policy on the market. Self actualized civic culture searching solutions to the crisis of recent years. Power of a communication that reduces the world to a "global village", linking "connected publics" in different spaces and times, giving rise to collective actions as the Indignados movement, Occupy Wall Street or, in Italy, “Rai per una notte”. Emerge a (re)thinking citizenship according to two paradigms (Bennett, 2008): one oriented to the government through parties, "dutiful Citizenship" model; the other, "Self Actualizing Citizenship" model, for which the active publics followed news and events, perceive a lower requirement in the government, the vote is less significant because of (not)trust in the media and politicians. Market and civil society moved togheter for the common good and a new "happiness". Participation gets constituted as political consumerism into networks in which individual actions are developed through social networking and responsible consumer choices. Starting with digital ethnography, we define the model "C 4" Knowledge> Co-support> Co-participation> Co-resposability (collective action)> Culture-ability.
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De, Rossi Chiara <1995&gt. "Mitigare l’impatto della pandemia con soluzioni digitali: il caso dei musei." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17712.

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Abstract:
La pandemia causata dal coronavirus ha avuto effetti globali di natura sia sociale che economica. Dal punto di vista economico, molti sono i settori che stanno vivendo un periodo di grande difficoltà. Sicuramente il settore che più ne rimette è il settore turistico assieme a quello culturale, che vede in ginocchio anche istituzioni ben consolidate come i musei. L’obiettivo di questa tesi è capire come e se gli strumenti digitali siano stati di supporto agli enti museali durante il periodo di lockdown. Inoltre, la tesi indaga i sentimenti degli utenti riguardo alle iniziative digitali in questione. Le domande che questa ricerca si pone riguardano quindi la strumentalizzazione utilizzata per coinvolgere l’utente a distanza; i feedback derivati dalle attività virtuali proposte; e infine, se con la visita online si sia aperta una nuova modalità di approccio alle visite ai musei, da sfruttare anche dopo l'emergenza sanitaria. Per rispondere a queste domande è stato utilizzato un approccio qualitativo, interloquendo con intermediari di alcuni musei italiani ed europei, i cui feedback hanno dimostrato che i musei sono stati pronti a reagire a questa situazione di emergenza; ed un approccio quantitativo, sottoponendo un questionario online agli utenti, che ha dimostrato come il pubblico ha reagito alle attività online proposte. Sono state inoltre prese in considerazione le analisi delle attività social dei musei casi studio della tesi. Su questa base, la ricerca offre un punto di vista sulla tematica e fornisce ai musei alcune idee sul futuro post emergenza sanitaria.
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Vanin, Marta <1997&gt. "Comunicazione pubblicitaria e scelte di consumo: un’analisi del settore dei profumi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21914.

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Abstract:
Lo scopo di questo elaborato è quello di comprendere il ruolo svolto dagli spot pubblicitari nel determinare le decisioni d'acquisto di profumi. Il percorso di analisi inizia, dunque, da un approfondimento relativo al prodotto in questione, alla sua storia e alle dinamiche del settore. Dopodiché, si passa ad esaminare l'ambito della pubblicità, con particolare riguardo allo spot pubblicitario e al ruolo svolto da quest'ultimo nelle scelte d'acquisto, sia in generale che nel contesto specifico dei profumi, per il quale vengono analizzati anche alcuni esempi. A tal punto, si procede con l'esposizione del lavoro di ricerca condotto ai fini di questo elaborato, con i relativi risultati. Si tratta, in particolare, di un'indagine sul peso che lo spot pubblicitario svolge nelle scelte d'acquisto di profumi, per capire se esso esercita effettivamente un'influenza e se può incidere di più o di meno rispetto ad altri elementi del prodotto.
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Coghetto, Silvia <1996&gt. "L'influenza delle emozioni nei processi decisionali e la moderna disciplina del neuromarketing." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18889.

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Abstract:
Questo elaborato mira ad approfondire il ruolo che la sfera emozionale umana ha nei processi decisionali e, più in particolare, nei meccanismi d’acquisto. A livello culturale e scientifico, le emozioni sono state rilegate per molto e, forse troppo tempo, ad un ruolo marginale a causa della predilezione in ambito della ricerca della conoscenza secondo criteri logici e razionali. Da pochi decenni tuttavia, è stato avviato un processo di rivalutazione del ruolo delle emozioni nell’agire umano grazie alle scienze filosofiche, alla psicoanalisi ed alle moderne neuroscienze. Lo scopo di questa ricerca è dunque quello di sottolineare l’importanza della sfera irrazionale nei processi decisionali e della necessità di utilizzare le emozioni consapevolmente nella comunicazione odierna da parte delle aziende, evitando di trasformare le emozioni stesse in un bene di consumo nelle mani delle imprese. Si procederà con un'analisi approfondita della sfera emozionale e dell'evoluzione degli studi a riguardo nel corso del tempo, approfondendo successivamente gli studi di Neuromarketing: scienza basata sulle emozioni e sulla loro comprensione per poter realizzare strategie di marketing aziendali efficaci. Tale studio sarà supportato da un'indagine qualitativa sperimentale. Si ritiene altresì importante delineare i limiti dell’utilizzo delle emozioni entro cui le aziende possano avvalersi di questi strumenti per persuadere e non manipolare le scelte d’acquisto. Esistono infatti asimmetrie informative rilevanti fra i consumatori e le aziende che, se non adeguatamente considerate, possono sfociare in strategie non etiche e disoneste.
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Vettoretto, Marta <1988&gt. "Gusti e consumi culturali: Interpretazioni sociologiche del gusto tra Bourdieu e Peterson." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3644.

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Abstract:
Abstract Questo elaborato conclusivo muove dalla volontà di approfondire un saggio della studiosa Birgit Eriksson “On Common Tastes: heterogeneity and Hierarchies in Contemporary Cultural Consumption”, scritto nel 2009 e nato dalla volontà di tracciare una sorte di storia dell'analisi del gusto. Il percorso proposto dalla Eriksson parte da Kant sino a giungere alle ricerche più attuali per quanto riguarda l'ambito statunitense, senza dimenticare il passaggio imprescindibile per chiunque voglia avvicinarsi all'analisi dei gusti e disgusti: La Distinzione di Pierre Bourdieu. Quelle di Kant, Bourdieu e Peterson sono tre teorie apparentemente contrastanti e inavvicinabili, lo scopo di questo elaborato è stato proprio quello di proporre un confronto incrociato e valutare l'effettiva validità di ognuna di esse nell'ambito dei consumi contemporanei. Nella mia tesi ho riproposto un riassunto per ogni autore citato dalla Ericksson: Kant, Bourdieu e Peterson. Il primo capitolo è volto alla descrizione dei punti cardine della teoria distintiva bourdieuiana, mentre a seguire ho definito in maniera riassuntiva il pensiero filosofico di Kant, un punto di partenza necessario per poter affrontare al meglio il confronto fra le parti citate. La teoria kantiana e quella bourdieuiana sono viste come due elementi inconciliabili, la prima rappresenta la possibilità di democratica mentre nella seconda il gusto è visto come un mezzo in grado di dividere la società in frazioni. Richard Peterson è l'indiscusso rappresentate nell'ambito degli studi statunitensi sovracitati, i quali si sono focalizzati sull'ambito artistico e hanno realizzato una mappatura dei gusti musicali nei cittadini americani. In base ai risultati di questa ricerca Peterson propone una terza via, non vi è né unione né una netta separazione bensì esistono sì gusti di classe differenti ma vi è anche la possibilità di una contaminazione: le preferenze delle classi dominanti non sono più relegate ai soli generi tradizionali, ma si sono ampliate sino a coprire tutto lo spettro della cultura sonora. L'onnivorismo culturale si può difatti considerare come una sorta di ibridazione: gli intellettuali elitisti stanno espandendo i loro gusti e, conseguentemente, i loro consumi verso generi solitamente considerati di “basso livello”. Alla luce di tutte queste teorie sorge quindi una domanda: la nuova tendenza onnivora petersoniana è indice di una futura democraticizzazione in senso kantiano o rappresenta una rinnovata forma di dominazione distintiva in senso bourdieuiano?
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Orlandi, E. C. "L'altra parte del consumo : una etnografia sulla produzione sociale dei rifiuti." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2010. http://hdl.handle.net/2434/148314.

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Abstract:
The other side of consumption: an ethnography about the social production of waste The topic of this work is the study of the ways in which things are turned into waste, and specifically into certain kinds of waste – that is, how rubbish is socially produced. Thus, the thesis focuses on the analysis of how and why something can become waste (hazardous waste, recyclable waste, rubbish saved from becoming waste…) when it passes through the institutionalized paths, the practices and the accounts that, as a whole, create it as rubbish. This line of enquiry takes, as its starting point, the idea that rubbish consists of objects that move into circuits of production, exchange and consumption where the definition of something as refuse is contextual (sometimes, recursive) in regard to their placement and management. Starting from this point of view, the aim of the thesis is the depiction of the practices of rubbish-making in a supermarket, where I carried out an ethnography research. These are framed in the wider context of the social production of rubbish in contemporary Italian society. This is discussed showing how, in order to study the processes of waste making, it is essential to recognize the complexity of the different relationships that shape rubbish (and that in turn rubbish helps to enlighten) as well as the connections among the different levels involved.
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Visentin, Martina <1982&gt. "Processi di morfogenesi delle politiche sociali locali: le sfide della sussidiarietà e della riflessività." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3438/1/visentin_martina_tesi.pdf.

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Abstract:
La tesi di Martina Visentin, dal titolo “Processi di morfogenesi delle politiche sociali locali: le sfide della sussidiarietà e della riflessività ”, intende analizzare le pratiche di sussidiarietà relative a due progetti di politica familiare nel contesto veneto. La sussidiarietà è intesa come modalità di lavoro entro queste progettualità, strettamente connessa alla riflessività dei servizi che vengono attuati. La tesi è suddivisa nel segente modo. Nela prima parte si esplora la dimensione teorica del principio di sussidiarietà. Tale contestualizzazione è utile per poter arrivare alla dimensione sociologica del concetto e comprendere la portata innovativa dell'attuazione del principio di sussidiarietà. Nella seconda parte si affronta il tema della trasformazione del welfare italiano attraverso lo sguardo dei servizi alla persona. Nello specifico, si evidenzia che, nella realizzazione di tali servizi, la valorizzazione della capacità riflessiva degli attori in gioco non deve mai essere mai essere data per scontata. Pur nella difficoltà e nella consapevolezza che questo implichi l'attuazione di una radicale revisione delle identità, delle funzioni degli attori in gioco (e la conseguente costruzione e riconoscimento di codici propri) e che tale sviluppo è possibile solo entro un quadro di nuova capacità riflessiva. Nella terza parte viene esposto lo studio di casi: I due studi di caso presentati sono: i) il progetto Politiche Familiari del Comune di Montebelluna (Tv) che ha l'obiettivo di promuovere e valorizzare la piena cittadinanza della famiglia; ii) il progetto 'Famiglie in rete', che prevede in tutto il territorio dell' U.l.s.s. n. 8 di Asolo (Tv) la promozione e la creazione di reti di solidarietà tra famiglie. Attraverso di essi si è voluto comprendere come gli attori in gioco debbano cambiare la loro identità e funzione per lavorare sussidiariamente. Infine, nelle conclusioni, vengono esposti i principali risultati della ricerca. Nel tracciare l'emergere di elementi morfostatici e morfogenetici (Archer 1995) si è tentata una valutazione della bontà dei progetti attraverso un'analisi comparativa dei nodi critici e delle potenzialità dei due casi.
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Visentin, Martina <1982&gt. "Processi di morfogenesi delle politiche sociali locali: le sfide della sussidiarietà e della riflessività." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3438/.

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Abstract:
La tesi di Martina Visentin, dal titolo “Processi di morfogenesi delle politiche sociali locali: le sfide della sussidiarietà e della riflessività ”, intende analizzare le pratiche di sussidiarietà relative a due progetti di politica familiare nel contesto veneto. La sussidiarietà è intesa come modalità di lavoro entro queste progettualità, strettamente connessa alla riflessività dei servizi che vengono attuati. La tesi è suddivisa nel segente modo. Nela prima parte si esplora la dimensione teorica del principio di sussidiarietà. Tale contestualizzazione è utile per poter arrivare alla dimensione sociologica del concetto e comprendere la portata innovativa dell'attuazione del principio di sussidiarietà. Nella seconda parte si affronta il tema della trasformazione del welfare italiano attraverso lo sguardo dei servizi alla persona. Nello specifico, si evidenzia che, nella realizzazione di tali servizi, la valorizzazione della capacità riflessiva degli attori in gioco non deve mai essere mai essere data per scontata. Pur nella difficoltà e nella consapevolezza che questo implichi l'attuazione di una radicale revisione delle identità, delle funzioni degli attori in gioco (e la conseguente costruzione e riconoscimento di codici propri) e che tale sviluppo è possibile solo entro un quadro di nuova capacità riflessiva. Nella terza parte viene esposto lo studio di casi: I due studi di caso presentati sono: i) il progetto Politiche Familiari del Comune di Montebelluna (Tv) che ha l'obiettivo di promuovere e valorizzare la piena cittadinanza della famiglia; ii) il progetto 'Famiglie in rete', che prevede in tutto il territorio dell' U.l.s.s. n. 8 di Asolo (Tv) la promozione e la creazione di reti di solidarietà tra famiglie. Attraverso di essi si è voluto comprendere come gli attori in gioco debbano cambiare la loro identità e funzione per lavorare sussidiariamente. Infine, nelle conclusioni, vengono esposti i principali risultati della ricerca. Nel tracciare l'emergere di elementi morfostatici e morfogenetici (Archer 1995) si è tentata una valutazione della bontà dei progetti attraverso un'analisi comparativa dei nodi critici e delle potenzialità dei due casi.
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Nolla, Colomer Maria <1994&gt. "L'analisi Social Media nelle istituzioni culturali: Il caso del Museu Nacional d'Art de Catalunya." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14272.

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Abstract:
Con il tempo siamo stati capaci di evolvere i mezzi di comunicazione rendendoli sempre più abili a connettere le persone su vasta scala, abbattendo le barriere naturali di tempo e spazio. Si pensi alla radio, al telefono e soprattutto agli attuali Social Media. In questo modo non solo è possibile tenere traccia del pensiero umano, ma soprattutto averne una restituzione immediata sotto forma di “data”. Come vedremo nel corso del lavoro di tesi, i Social Media costituiscono fonti significative per la comunicazione e per la promozione di una azienda, in quanto creano reti attraverso cui è possibile essere ascoltati e dar vita a sentimenti di appartenenza, e questo si registra in forma di dati. Lo studio ha il proposito di dimostrare che l’analisi dei dati generati dai social media permette di prevedere i risultati della comunicazione da parte delle istituzioni, anche culturali, di studiare i metodi di engagement più efficaci e accrescere i sentimenti positivi da parte delle diverse fasce di utenza. Inoltre, tramite l’analisi dei risultati derivanti dallo studio delle specifiche tecniche utilizzate nel passato, sarà più semplice asserire quali siano le tecniche inefficaci e determinare quali siano invece più efficaci per il raggiungimento di obiettivi futuri. Partendo dall’indago dei Social Media come strumento di comunicazione nelle istituzioni culturali, si fa un’analisi della pagina di Facebook del Museu Nacional d’Art de Catalunya, applicando diverse tecniche, per ottenere dei risultati tangibili e contestualizzati e così poter valutare la performance della istituzione su Facebook.
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Vanzetto, Valentina <1993&gt. "L'applicazione delle Neuroscienze al Marketing per una più efficace comprensione del comportamento dei consumatori." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13651.

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Abstract:
L’elaborato intende illustrare l’importanza che il neuromarketing e il marketing emozionale hanno assunto nell’ultimo decennio nello studio e nell’interpretazione del comportamento dei consumatori. L’applicazione al marketing delle tecniche neuro scientifiche, le quali permettono una migliore comprensione di ciò che avviene all’interno della mente dei consumatori a livello cerebrale, inconscio ed emotivo nel momento in cui essi prendono una decisione d’acquisto, rappresenta infatti una strategia fondamentale per molte aziende per capire e, a volte, anticipare i desideri e i bisogni delle persone. La tesi cerca inoltre di evidenziare i limiti degli strumenti utilizzati finora dal marketing tradizionale per le proprie ricerche di mercato, poiché si tratta di tecniche che non tengono conto della sfera emozionale dei consumatori, la quale, in realtà, prevale sulla sfera cognitiva nel momento in cui si prende una decisione. Il case study sarà infatti una prova evidente del divario esistente fra le risposte di un questionario (relativo alla preferenza di due brand di prodotti GDO) e l’effettivo comportamento degli intervistati al momento del consumo dei due prodotti.
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Fama', Bruno <1995&gt. "La televisione dei “gaijin”: Programmi televisivi e rappresentazione dell’altro nel Giappone contemporaneo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16856.

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Abstract:
Lo scopo di questa tesi è quello di indagare quale sia il rapporto tra coloro i quali si possono definire “giapponesi” e coloro i quali non vengono invece riconosciuti tali, attraverso l’analisi di alcuni programmi televisivi. L’obbiettivo principale sarà quello di indagare come questi programmi televisivi rappresentano questi individui e la loro diversità. Su quali criteri si basa l’immagine che ci danno? Si cerca di assimilare, emarginare o includere queste differenze? Vi sono atteggiamenti che possono in qualche modo rappresentare una forma di discriminazione? Se ci sono, su quali criteri si basano? In primo luogo, si tratterà quindi delle minoranze visibili e di quelle invisibili presenti nel territorio al fine di delineare quelle differenze che esistono tra chi può essere riconosciuto come giapponese e chi no concentrandosi principalmente su quelle minoranze che potremmo definire “visibili”. Dopo una breve parentesi sui metodi e i criteri utilizzati in questa tesi, si passerà al cuore di questa tesi rappresentato dallo studio dei programmi campione in cui compaiono come protagonisti dei “non giapponesi”. Si analizzeranno i soggetti, i temi, le immagini e le parole che vengono scelte per interagire con l’altro cercando quale sia il significato che gli viene attribuito e come possa essere decodificato dallo spettatore.
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Sabo, Anamaria Ariana <1988&gt. "MODELLI MASCHILI EGEMONICI E MASCOLINITA’ MARGINALI UNA CHIAVE DI LETTURA DEI RAPPORTI SOCIALI DI OPPRESSIONE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12805.

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Abstract:
Analizzare le mascolinità ,ossia le peculiarità che contraddistinguono i maschi , con le quali si autoidentificano e vengono identificati in quanto esseri sessuati e nel processo storico di inculturazione , significa condividere il riposizionamento delle esperienze maschili nella propria parzialità di genere al fine di conferire alla realtà “umana” una valenza inclusiva che consideri gli uomini soggetti attivi della propria storia e non più degli human beings ,attori neutri, asessuati, appartenenti alla categoria di genere privilegiata ,connotata da un’astratta umanità. La narrazione storica dominante ha prediletto non solo i maschi, ma il maschio, un ideale di mascolinità e virilità proposto come valore universale e destinato a svolgere un ruolo vitale nell’ascesa del nazionalismo moderno. E’ proprio dall’impostazione di un modello maschile egemonico che muove l’elaborazione di riflessioni critiche sulla pluralizzazione della mascolinità. Nonostante il richiamo della “patria” volto alla costruzione dello stereotipo maschile nazionale a cui sono accorsi moltissimi uomini in cambio di uno spicchio di eternità[1], tale ideale è stato profondamente permeato dalle influenze esercitate dai mutamenti sociali , determinando differenti e molteplici declinazioni della mascolinità. In questo elaborato esplorerò alcune di queste sfaccettature che si definiscono nelle esperienze individuali e di gruppo e le forme di gerarchizzazione intimamente intrecciate con l’identità nazionale, una questione di riconoscimento. Ne emergono indubbiamente mascolinità egemoniche e mascolinità marginali. [1] GEORGE L. MOSSE, Sessualità e nazionalismo, Editori Laterza, Bari, 2011, p. 10.
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Speranza, Caterina <1987&gt. "accoglienza dei richiedenti asilo in Italia - differenza tra accoglienza diffusa e in centri più concentrati." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15043.

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Abstract:
Ciò che andrò ad analizzare parte da un preambolo storico su come il nostro Paese ha vissuto l'immigrazione dal dopo guerra ad oggi Quindi una analisi del contesto in cui l'immigrazione si va a inserire in Italia. Determinato il contesto analizzerò il modo in cui nel nostro paese avviene l’accoglienza dei richiedenti asilo, che è caratterizzata da una gestione generale nazionale che poi lascia agli enti locali la gestione che più sembra adatta al territorio. Esporrò quindi come si evolve il percorso di accoglienza di queste persone e in che strutture sono o dovrebbero essere accolti nelle varie fasi. Le principali strutture sono i CAS (centri di accoglienza straordinaria) e gli Sprar (servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) i quali non sono equamente distribuiti sul territorio italiano infatti la maggioranza si trova nel sud Italia. Scopo importante dello Sprar è quello di sostenere le persone inserite nel progetto verso un'autonomia personale all'interno del territorio di riferimento, questo fa emergere tutta una serie di limiti concreti che gli operatori e i beneficiari si trovano ad affrontare e fa emergere come sia necessario coinvolgere non solo gli enti che gestiscono l'accoglienza ma tutti i servizi a cui fan riferimento anche i cittadini italiani, dagli enti di formazione alle agenzie interinali ai servizi sociali. Per questo aspetto porterò anche delle interviste di persone direttamente coinvolte nella gestione di centri Sprar. Questo per poi arrivare alla diatriba tra accoglienza diffusa, quindi in strutture più piccole, solitamente appartamenti, come si è deciso di accoglierli a Belluno e come il modello Sprar auspicherebbe e l'accoglienza in strutture grandi dove sono accolti molti richiedenti asilo in uno stesso "campo", o struttura, un esempio può essere il centro di Cona dove vi erano un migliaio di persone. La Tesi verrà supportata da riferimenti ricavati da documentazione ufficiale, da articoli di esperti, da pubblicazioni specialistiche e mirate, da interviste con vari soggetti , istituzionali, operatori e beneficiari, dalle quali vorrei far emergere quanto la modalità di accoglienza utilizzata ha effetti rispetto all'integrazione nei territori come effetti economici, culturali e sociali. Trarrò quindi delle considerazioni su quanto emerso dalla ricerca. Nel frattempo è stato approvato il decreto sicurezza e quindi verificherò le conseguenze che questo determinerà nella gestione dell'accoglienza.
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Carreri, Anna. "Padri flessibili e madri precarie. Modelli culturali, pratiche quotidiane e processi biografici innovativi in corso di negoziazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2015. https://hdl.handle.net/11572/369081.

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Abstract:
La tesi ha l'obiettivo di comprendere quale sistema di nuovi valori, aspirazioni e norme sociali, rispetto all'ideologia delle sfere separate, orienta l'agire di neogenitori in coppie dual precarious e con quali conseguenze dal punto di vista soggettivo, tanto nella quotidianità quanto lungo il corso biografico. Il lavoro di ricerca adotta un approccio sociologico di tipo interpretativo e si articola su tre fuochi di analisi specifici: gli assetti culturali e normativi influenti nei processi di sense-making tra famiglia e lavoro, le pratiche quotidiane di boundary-work fra gli ambiti di vita e i processi decisionali lungo le esperienze biografiche. La tesi fa luce su come i meccanismi, allo stesso tempo pratici e culturali, collocati in contesti familiari, strutturali e culturali specifici, concorrano, talvolta in modo conflittuale e talvolta attraverso taciti processi di adattamento, ad innovare e, per altri versi, a riprodurre i modelli egemoni di conciliazione famiglia-lavoro.
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Napolitano, Giulia <1990&gt. "Lavoro e soluzioni abitative dei rchiedenti asilo, tra pratiche umanitarie e atteggiamenti infantilizzanti degli operatori dell'accoglienza." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16318.

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Abstract:
Lo studioso Luciano Gallino, a proposito delle trasformazioni avvenute nel mercato del lavoro e delle conseguenze determinatesi sulla salute dei lavoratori, sosteneva che la mancanza di un lavoro dignitoso fosse causa di malattia. Quello degli immigrati richiedenti asilo è il lavoro precario per eccellenza: sono impegnati nei segmenti più bassi del mondo del lavoro, svolgono le mansioni più faticose, meno qualificate e meno remunerate dal punto di vista salariale; sono protagonisti di una vera e propria segregazione occupazionale. Inoltre, vi è una condizione di generale disparità in materia di salario, inquadramento e mobilità (orizzontale e verticale). L'allocazione di risorse umane immigrate ha un ruolo rilevante nel funzionamento del sistema economico, volto all'estrazione del profitto e all'accumulazione del capitale. Con questo lavoro di tesi mi propongo: A) un'approfondita ricostruzione del dibattito scientifico su 1) Accoglienza e mobilità dei richiedenti protezione internazionale; 2) lavoro migrante e lavoro informale; 3) insediamenti abitativi informali e homelessness ; B) una breve presentazione del quadro giuridico e normativo e dell percorso burocratico (secondo capitolo capitolo molto snello e asciutto, compilativo. Su qusto nbisogna andare via veloci, poichè ci sono già molte tesi che lo approfondiscono e non è l'oggetto della sua ricerca); C) la ricerca empirica con interviste effettuate in Veneto e in Puglia, rivolte a testimoni privilegiati e richiedenti asilo e/o titolari protezione internazionale (con particolare riferimento alla mobilità geografica sul territorio nazionale, alle condizioni lavorative, nonchè alle soluzioni abitative).
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Pasqualetto, Veronica <1994&gt. "“Strategie di comunicazione e lo studio dei comportamenti d’acquisto nel mercato e-commerce: il caso Pixartprinting”." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16436.

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Abstract:
L’elaborazione di questa tesi nasce dall’interesse, maturato nel tempo, di analizzare gli individui come consumatori e comprendere in che modo il marketing influisca le loro esigenze ed i loro bisogni nella fase d’acquisto. Nel tempo, l’identità del consumatore si è modificata, sia per motivi di crescita socio-culturale sia per motivi di evoluzione tecnologica. Quest’ultimo aspetto, in particolare, ha ridefinito l’approccio ed il comportamento di ogni individuo, nella fase di acquisto di prodotti presenti nel mercato online. Importante diviene dunque la funzione, assunta dal marketing, di sviluppare sempre più strategie capaci di comunicare il valore e le funzioni stesse del prodotto. Il marketing oggi, offre diversi metodi che permettono alle aziende di creare un proprio modello di vendita e soprattutto di soddisfazione del cliente. In questo elaborato si vuole quindi esporre il caso Pixartprinting, azienda che nel tempo, è riuscita in modo innovativo e creativo, a distinguersi nel mercato e-commerce di stampa digitale online (web to print) per le sue capacità comunicative e digitali. Grazie ad un’interazione continua tra aree di progettazione, quali marketing ed IT (Information Technlogy), è stato possibile partecipare al progetto di creazione del nuovo sito UK, che permetterà all’azienda di entrare nel mercato inglese. Alla base del progetto, oltre all’idea di vendita, vi è la necessità di comunicare il prodotto in modo chiaro, trasparente e coerente con i valori propri dell’azienda. Inoltre, sono state eseguite alcune interviste mirate ad analizzare il rapporto azienda-cliente dal punto di vista della comunicazione, così da identificare un possibile modello volto al miglioramento del rapporto con il cliente e alla sua piena soddisfazione nella fase di scelta e di acquisto.
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Marrone, Vincenzo <1975&gt. "L’abitare come relazione sociale: il significato della casa e i processi di coesione sociale di vicinato." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5438/1/marrone_vincenzo_tesi.pdf.

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Abstract:
Se le trasformazioni sociali in atto tendono a esasperare il senso di incertezza, sradicamento ed individualismo, sussistono pratiche che si contrappongono alle tendenze dominanti, finalizzate a ricucire i legami sociali su scala locale. La progettazione urbano-architettonica interiorizza il nuovo bisogno di comunità originando soluzioni abitative tese a favorire gli scambi informali fra vicini, facendo leva sul concetto di capitale sociale, attaccamento al quartiere, identità del luogo e partecipazione. La casa, simbolo di stabilità e sicurezza ma anche di privacy, privatismo familiare, diventa sempre più oggetto di studi, domanda sociale e intervento politico. Soprattutto è sempre più intesa come un nodo di relazioni familiari in una rete di relazioni sociali più ampie. Casa e quartiere incidono nella esperienza di benessere e socialità familiare? In che modo gli spazi urbani e architettonici influenzano la coesione sociale? Quale il ruolo degli abitanti nello sviluppare socialità e integrazione? Sono queste le domande che ci siamo posti per rilevare le dinamiche sociali e culturali dell’abitare attraverso uno studio di caso condotto in due quartieri simili. Dalla ricerca emerge come il significato della casa non sia univoco ma cambi rispetto al ciclo di vita familiare e a quello economico e ciò incide nella partecipazione alle attività di quartiere. Mostriamo inoltre come lo spazio fisico costruito crea importanti opportunità per gli scambi informali e per il benessere familiare e individuale dei bambini ma che, il contesto sociale sia una discriminate fondamentale. Nel quartiere dove è presente una organizzazione di abitanti il numero delle relazioni di vicinato aumenta, cambiano anche la qualità delle relazioni e le distanze fisiche fra i vicini. Emerge inoltre che la reciprocità è il principale strumento di costruzione della coesione comunitaria interna e crea un atteggiamento di apertura e fiducia che va al di là dei confini di quartiere.
The current social changes enhance the uncertainty, displacement and individualism perception, but at the same time, some practices contrast with the dominant trend. These practices are aimed to create local social ties. For instance, the urban-architectural planning is embodying the growing need for community, developing housing solutions aimed to increase informal neighbors exchanges. So it relies on the terms of social capital, neighborhood attachment, place identity, participation. Home, the symbol of stability and safety, but also, privacy and familiar privatism, increasingly becomes the object of sociological studies, social question and policy action. It is increasingly understood as a node within widest networks of household relationships. In which extent home and neighbourhood community affect to the family well-being and sociability? In which extent the urban-architectural spaces impact on social cohesion levels? What is the role of inhabitants in developing sociability and integration? Starting from these research questions, we explore the social and cultural dynamics of inhabiting, using a case study in two similar planned neighbourhoods. The research findings highlight that the meaning of home is not unique but it changes in function of the family life cycle and economic status. So, the meanings of the home are linked with the neighborhood activities’ participation. The findings show that the physic built space creates important chances for informal exchanges, family and children well-being but, also that, the social context is the determinant of the social benefits. Comparing the neighborhoods, the one in which a inhabitants association is present, the number of neighbor relations and the physic distances between them increase, as well as the quality of relations between neighbors improves. Furthermore, it seems that the reciprocity is the principal mean about the constitution of the internal community cohesion and it also creates an openness and trust attitude that goes beyond the neighbourhood boundaries.
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Marrone, Vincenzo <1975&gt. "L’abitare come relazione sociale: il significato della casa e i processi di coesione sociale di vicinato." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5438/.

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Se le trasformazioni sociali in atto tendono a esasperare il senso di incertezza, sradicamento ed individualismo, sussistono pratiche che si contrappongono alle tendenze dominanti, finalizzate a ricucire i legami sociali su scala locale. La progettazione urbano-architettonica interiorizza il nuovo bisogno di comunità originando soluzioni abitative tese a favorire gli scambi informali fra vicini, facendo leva sul concetto di capitale sociale, attaccamento al quartiere, identità del luogo e partecipazione. La casa, simbolo di stabilità e sicurezza ma anche di privacy, privatismo familiare, diventa sempre più oggetto di studi, domanda sociale e intervento politico. Soprattutto è sempre più intesa come un nodo di relazioni familiari in una rete di relazioni sociali più ampie. Casa e quartiere incidono nella esperienza di benessere e socialità familiare? In che modo gli spazi urbani e architettonici influenzano la coesione sociale? Quale il ruolo degli abitanti nello sviluppare socialità e integrazione? Sono queste le domande che ci siamo posti per rilevare le dinamiche sociali e culturali dell’abitare attraverso uno studio di caso condotto in due quartieri simili. Dalla ricerca emerge come il significato della casa non sia univoco ma cambi rispetto al ciclo di vita familiare e a quello economico e ciò incide nella partecipazione alle attività di quartiere. Mostriamo inoltre come lo spazio fisico costruito crea importanti opportunità per gli scambi informali e per il benessere familiare e individuale dei bambini ma che, il contesto sociale sia una discriminate fondamentale. Nel quartiere dove è presente una organizzazione di abitanti il numero delle relazioni di vicinato aumenta, cambiano anche la qualità delle relazioni e le distanze fisiche fra i vicini. Emerge inoltre che la reciprocità è il principale strumento di costruzione della coesione comunitaria interna e crea un atteggiamento di apertura e fiducia che va al di là dei confini di quartiere.
The current social changes enhance the uncertainty, displacement and individualism perception, but at the same time, some practices contrast with the dominant trend. These practices are aimed to create local social ties. For instance, the urban-architectural planning is embodying the growing need for community, developing housing solutions aimed to increase informal neighbors exchanges. So it relies on the terms of social capital, neighborhood attachment, place identity, participation. Home, the symbol of stability and safety, but also, privacy and familiar privatism, increasingly becomes the object of sociological studies, social question and policy action. It is increasingly understood as a node within widest networks of household relationships. In which extent home and neighbourhood community affect to the family well-being and sociability? In which extent the urban-architectural spaces impact on social cohesion levels? What is the role of inhabitants in developing sociability and integration? Starting from these research questions, we explore the social and cultural dynamics of inhabiting, using a case study in two similar planned neighbourhoods. The research findings highlight that the meaning of home is not unique but it changes in function of the family life cycle and economic status. So, the meanings of the home are linked with the neighborhood activities’ participation. The findings show that the physic built space creates important chances for informal exchanges, family and children well-being but, also that, the social context is the determinant of the social benefits. Comparing the neighborhoods, the one in which a inhabitants association is present, the number of neighbor relations and the physic distances between them increase, as well as the quality of relations between neighbors improves. Furthermore, it seems that the reciprocity is the principal mean about the constitution of the internal community cohesion and it also creates an openness and trust attitude that goes beyond the neighbourhood boundaries.
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Bigioli, Ambra. "Modelli digitali per la valorizzazione dei Beni Culturali. Applicazioni all'Eremo di Cerbaiolo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
La realizzazione di luoghi isolati di preghiera, comune a molteplici religioni, ha reso possibile la diffusione di un gran numero di eremi che costituiscono una grande parte del patrimonio culturale di interesse storico ed architettonico del nostro paese. Lo studio di questi impianti architettonici costituisce una tappa fondamentale nel doveroso impegno per la conservazione e la valorizzazione del nostro patrimonio. In risposta alla crescente richiesta di acquisizione dei manufatti antropici e del patrimonio paesaggistico si ricorre, sempre più, all’impiego di strumenti e tecniche innovative che permettono di rilevare e rappresentare con notevole accuratezza oggetti tridimensionali di qualsiasi ordine di grandezza. Nell'elaborazione della tesi si è scelto di documentare le parti del complesso dell’Eremo di Cerbaiolo con diversi metodi, per poi ricostruire un modello tridimensionale complessivo che fungerà da contenitore di memoria storica e fonte di conoscenza per le generazioni future. A causa dell’estensione, della presenza di più ambienti voltati, dell’irregolarità delle superfici e della presenza di diversi materiali costruttivi, sono state applicate le metodologie di rilevamento ritenute più idonee in termini di precisione ed accuratezza: quella laser scanner e quella fotogrammetrica, le quali forniscono dati tridimensionali compatibili ed integrabili con un rilievo tipo tradizionale. I risultati mostrano le applicazioni di queste tecniche, e i modelli relativi, soffermandosi poi su alcune procedure semi-automatiche di ottimizzazione dei modelli 3D e della loro integrazione in un unico modello complessivo. L'estrazione di elaborati tecnici bidimensionali dimostrano poi le potenzialità di documentazione dello "strumento" prodotto; partendo da questi la tesi tratteggia le possibilità di valorizzazione del manufatto a partire dal modello complessivo.
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Bernabei, Vincenzo. "Shared identities Scambi, rappresentazioni, media e consumi culturali delle soggettività contemporanee." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2015. http://hdl.handle.net/10556/2003.

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Abstract:
2009 - 2010
L'identità sembra essere il punto critico in cui si riversano le tensioni del corpo sociale durante le fasi di crisi, ma anche la base da cui spesso si riparte verso nuove conquiste culturali, politiche e scientifiche. Il sé è un concetto che si plasma senza sosta assumendo i tratti che di volta in volta gli permettono di interfacciarsi con il piano oggettuale, con fenomeni del pensiero e della tecnica che costituiscono gli universi di riferimento in cui si compie la nostra vicenda. Fenomeni che talvolta possono apparire scontati, metabolizzati, ma che non smettono di ragguagliarci su noi stessi e sui nostri profili identitari. Come nel caso della costruzione di un'idea condivisa di natura. La natura ha gradualmente assunto le caratteristiche di un costrutto utilizzato per esercitare il controllo sulle risorse, sul sapere, sui corpi. Terreni di battaglia sopra cui condurre logoranti guerre di potere facendo leva sulle armi della retorica, da brandire di volta in volta di fronte a delicati temi come la bioetica, il fine-vita, l'aborto e il divorzio, la sessualità e l'etnia. La natura non è mai “semplicemente” physis, e si carica di una serie di accezioni e di influenze nuove, derivanti dall'ambiente intellettuale, più che fisico. Da un lato abbiamo sviluppato un'idea di natura come luogo intangibile, letteralmente utopico, in cui fare ritorno, un vero e proprio antitodo nostalgico alla freddezza metallica della Macchina; dall'altro nei processi culturali moderni e contemporanei è possibile rintracciare un'idea di natura diametralmente opposta e coesistente a quella appena illustrata. Vicino al tratto utopico del “luogo perduto” trova luogo una rappresentazione mediatica legata alla natura intesa come ambiente ostile, disastroso. Il Disastro rappresenta in questo caso l'inquietudine connessa alla discontinuità dei tratti collaborativi propri dell'interazione sociale, una instabilità minacciosa e potenzialmente catastrofica che viene rappresentata tramite l'ammutinamento del Selvaggio... [a cura dell'autore]
IX n.s.
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