Dissertations / Theses on the topic 'STORIA DEI CONCETTI'

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1

Guidi, Aurora. "L'evoluzione del concetto di integrale nella storia e all'interno della scuola." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10132/.

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Abstract:
Argomento della presente tesi è il calcolo integrale. Nella prima parte dell'elaborato viene descritta l'evoluzione storica delle idee presenti già nella matematica antica, che conducono infine alla creazione del calcolo integrale vero e proprio, nei fondamentali lavori di Newton e Leibniz. Segue una sintetica descrizione delle sistematizzazioni formali della teoria dell'integrazione, ad opera di Riemann e successivamente Lebesgue, oltre alla generalizzazione dell'integrale di Riemann ideata da Sieltjes, di grande importanza, fra l'altro, nel calcolo delle probabilità. Si dà poi conto degli spazi funzionali con norme integrali (L^p, spazi di Sobolev). L'ultimo capitolo è dedicato all'insegnamento del calcolo integrale nella scuola secondaria in Italia, e alla sua evoluzione dall'inizio del XX secolo a oggi.
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2

Mundo, Marianna. "La comprensione del concetto di limite, dalla storia alla pratica didattica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8745/.

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Abstract:
Molti concetti basilari dell'Analisi Matematica si fondano sulla definizione di limite, della quale si è avuta una formulazione rigorosa solo nel XIX secolo, grazie a Cauchy e a Weierstrass. Il primo capitolo ripercorre brevemente le tappe storiche di un percorso lungo e difficile, durato circa 2000 anni, evidenziando le difficoltà dei grandi matematici che si sono occupati dei concetti infinitesimali. Nel secondo capitolo vengono esposte le possibili cause delle difficoltà degli studenti nell'apprendimento dei limiti. Nel terzo capitolo vengono descritte ed analizzate le risposte degli studenti liceali ed universitari ad un questionario sui limiti.
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3

Benedetti, Letizia <1997&gt. "La teoria dei pungoli: dall'origine storica del concetto alle sue applicazioni pratiche. Il caso del sito "Treviso PER TE"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20803.

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Abstract:
Negli ultimi anni i concetti di nudge e di paternalismo libertario hanno acquisito una forte popolarità sia nell’ambito academico che al suo esterno. Lo scopo dell’indagine è risalire all’origine storica di questi strumenti di influenza del comportamento umano, valutandone potenzialità e rischi. Attraverso questionari e interviste, verrà condotta un’analisi del sito internet “Treviso PER TE”, in qualità di pungolo. Ne verranno in questo modo studiati gli eventuali benefici e criticità nello stimolare il commercio cittadino e la digitalizzazione delle piccole attività.
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4

Cinti, Fabiana. "Storia e sviluppo del concetto di limite: fra matematica, filosofia e didattica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6325/.

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Abstract:
La letteratura mostra come siano innumerevoli le difficoltà e gli ostacoli nell'apprendimento del concetto di limite: la ricerca è volta ad ipotizzare un possibile aiuto e supporto alla didattica con l'utilizzo della storia della matematica relativa al concetto di limite.
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5

Stancanelli, Silvia <1994&gt. "Viaggio tra le Arti. I Concerti del Tempietto fra musica, storia e archeologia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21526.

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Abstract:
Questo lavoro si propone di fornire un'analisi dell'attività dell'Associazione Culturale il Tempietto, che opera in una importante città ricca di arte e storia come Roma. Il primo capitolo analizza la struttura e la storia del Teatro Marcello di Roma, andando a studiare il cambiamento del Teatro durante le epoche, per arrivare ai restauri avvenuti nel Novecento, gli ultimi anni 1980-2001, quando l’Associazione Il Tempietto ha iniziato a organizzare concerti alle pendici del Teatro. Nel secondo capitolo scopriamo la storia dell’Associazione Culturale Il Tempietto e la sua attività annuale. Il terzo capitolo si concentra nello specifico sui due Concerti di Pasqua e Pasquetta, rispettivamente del 17 e 18 aprile 2022, analizzando le varie fasi di organizzazione di uno spettacolo. L’ultimo capitolo riflette sulle criticità e i punti di forza di questi interventi culturali all’interno di una città metropolitana. ​
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6

Moracas, Alessandra <1991&gt. "Osservando gli abissi dell’orrido: storia ed evoluzione del concetto di paura dal mostro al doppio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17002.

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Abstract:
L'elaborato si propone di prendere in esame i motivi della paura e la loro evoluzione attraverso lo studio e l'approfondimento di alcuni romanzi. Un viaggio dal Frankenstein di Mary Shelley a Vukovlad di Paolo Maurensig, passando per Edgar Allan Poe, Robert Louis Stevenson, Oscar Wilde e Stephen King.
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7

Favaro, Stefano. "Salvatore Pugliatti e il suo tempo: per un diritto tra sistema e storia." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3422735.

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Abstract:
The dissertation entitled “Salvatore Pugliatti and his own time: for a Law between system and History” examines carefully, in a reconstructive and declarative way, the legal and methodological thought of Salvatore Pugliatti. He was a Sicilian jurist, who died in 1976. His ideas grew and developed in the decades around the half of the last century during which he founded the School of Civil Law at the University of Messina. In order to elucidate his thought, this dissertation faces the study either of Pugliatti’s works directly addressed to the analysis of theoretic and methodological matters, and of those, among his works of positive law, in which it is possible to evict, through his exposition, the fulfilment of his speculative goal somewhere else expressed. For this reason, this work is divided into three chapters. The first one has the aim to frame the scientific figure of Salvatore Pugliatti in his own times, between 1927 and the first half of the seventies, during which he operated, so it reconstructs either the historical elements and the juridical-philosophical and methodological ones which influenced Pugliatti’s thought. From the historical point of view many elements emerge and are considered: the ascent and the fall of Fascist regime, the ruin of the Second World War, the slow rebuilding of the Italian institutional order consequent upon it. From a juridical point of view the most important elements which are examined are: the special legislation of Mussolini’s regime, the fascist re-codification, the Civil Code that came into force in 1942 and, above all, the Constitution, which came forth in 1948, whose formal importance and substantial content obliged the Italian civil law doctrine, and so Pugliatti either, to redefine at least a part of the dogmatic certitudes achieved by juridical science till that moment. Moreover, concerning the philosophical and methodological context, this study inspects the main cultural trends which could have affected Pugliatti’s thought. Firstly, the direction of the juridical-formalistic Positivism which was dogmatic and post-pandettistic: it was inclined to reduce the Philosophy of Law within the borders of juridical science structured in conformity with experimental science. Secondly, the direction graviting in the orbit of Italian juridical Neo-Idealism of Gentile’s actualism and Croce’s historicism, which was inclined to exclude the chance to provide the scientific characteristic both to the Philosophy of Law and to the Juridical Science. Thirdly the direction of the Juridical Empiric Historical Idealism post- Croce which was inclined to make up, starting from Croce’s and Gentile’s idealism, the historical value of juridical character as the point of departure of any form of reflection about Law. In particular Angelo Ermanno Cammarata and Widar Cesarini Sforza embodied this idea and they influenced Pugliatti’s thought. Then the second chapter faces, in light of this context, the real nucleus of Pugliatti’s theoretic reflection, following analytically, through a careful exam of Pugliatti’s contributions dedicated in particular to methodological topics, the lines, even chronological, of his progressive evolution. First of all, this study analyses the first juvenile period of Pugliatti’s scientific production: it appears, considering his theoretic-juridical convincement, as strongly hinged on a methodological paradigm of a strict systematic rigour based on a Positivistic logical juridical nature and on an inevitable dualism between the formal abstractness of the conceptual system created by the jurist and the concreteness of historical interests that originates it. The second, more mature period of Pugliatti’s speculative iter, in the Forties, allows to single out an evolution in his methodological creed: he gathered solicitations coming in particular from his active participation to the well known polemic “about the nature of juridical concepts” and to the debate about the crisis of Law and Juridical Science, but also from his clear interest for Linguistics and from the reading and knowing of eminent figures like Santi Romano and Capograssi. In these years Pugliatti arrived to consolidate his own convincement in a new idea of Jurisprudence, that is qualified as a practical science: in fact it is undoubtedly bond to the real data and functional to the construction of a perfect, abstract, logical and conceptual juridical system, nevertheless it has also to root even in the concrete interest of consociate, in the magmatic flowing of History and in the changeable becoming of rules, so that it remains science, but qualified as a practical one, and it finds in itself the chance of a dialectic composition of the dualism form-substance, abstract-concrete, that, in other way, would remain inerasable. Finally the analysis of the third period of Pugliatti’s thought underlines a gradual perfecting of his conviction previously achieved through a deepening of the problem related to the connection between continuous and discontinuous in Law. The dialectic synthesis of the dualism between form and substance, realised through the conception of Jurisprudence as a practical science, is crystallized in the idea- conclusive in Pugliatti’s methodological course- that the complexity of juridical experience, in which coexist either the juridical synchrony of abstract discontinuous of the Law system or the historical diachrony of mobile continuous of the juridical order tout court (which couldn’t resolve in rule because it is other to them). His final idea is realised in the formula that qualifies Law as a “ synthesis of manifold in one”. At last the third chapter analyses some of the main works of Pugliatti related to some topic of Positive Law in which the author uses his own methodological tool when he faced technical problems of pure civil law. The analysis passes from the representation, whose importance is emphasized by Pugliatti, in the description of the institutes, the concrete and historical relationship between dominus and representer, to the phenomenon of coercive transfer; from the every important studies about properties (where the owner is considered plural, no more singular) to the brief exposition of the dialectic connection existing, according to Pugliatti, between the public and private Law. From this analysis, as a synthesis of the figure of Pugliatti, emerges an image of a complete jurist, gifted with a great culture and a great juridical background, constantly researching for a clarification of methodological criteria of his own action; moreover, even though his thought never manages to emancipate completely from the persistence of the dualism between abstract and concrete, between form and History, which juridical science seems condemned to, refalling into a juridical Positivism only partly, critically and consciously subdue, Pugliatti’s thought anyway leaves, as a methodological inheritance for the jurist of today, a deep and bright breath of his own solid complexity, based on the intuition of the constant necessity of exegesis and of multidisciplinary, of the strong need of the reference to a positive data and of the fundamental necessity to calibrate any philosophical, methodological or legal reflection, on and with Law, within an historical and concrete frame of reference.
L’elaborato, dal titolo “Salvatore Pugliatti e il suo tempo: per un diritto tra sistema e storia”, effettua una disamina ricostruttiva ed espositiva del pensiero giuridico e metodologico di Salvatore Pugliatti, giurista siciliano dei decenni posti a cavallo della metà del secolo scorso, morto nel 1976, fondatore della Scuola di diritto civile dell’Università di Messina, affrontando lo studio sia delle opere dell’Autore direttamente indirizzate all’analisi di questioni di indole teorico-metodologica, sia di quelle, tra le sue opere di diritto positivo, in cui è dato evincere, nelle pieghe dell’esposizione, l’attuazione dei traguardi speculativi di fondo altrove espressi. A tale scopo, il lavoro è ripartito in tre capitoli. Il primo di essi si prefigge l’obiettivo di inquadrare la figura scientifica di Salvatore Pugliatti entro il contesto temporale, compreso tra il 1927 e la prima metà degli anni Settanta, in cui l’Autore ha operato, ed è dedicato alla ricostruzione sia delle componenti storiche, sia di quelle più specificamente giuridico-normative e filosofico-metodologiche, che ne hanno maggiormente influenzato il pensiero. Se, dal punto di vista storico, emergono, e vengono analizzati, l’ascesa e la caduta del regime fascista, lo sfacelo della seconda guerra mondiale, e la lenta ricostruzione dell’assetto istituzionale italiano ad essa susseguente, dal punto di vista normativo assumono rilievo, e vengono via via analizzati, la legislazione speciale del regime mussoliniano, la ricodificazione fascista, l’entrata in vigore del Codice Civile del 1942 e, soprattutto, l’irrompere della Costituzione del 1948, che, per la sua portata formale e per il suo contenuto sostanziale, ha costretto la dottrina civilistica italiana, e dunque anche Pugliatti, a ridefinire quantomeno parte delle certezze dogmatiche sino ad allora raggiunte dalla scienza giuridica. Per quanto riguarda, inoltre, il contesto più marcatamente giusfilosofico e metodologico di riferimento, l’elaborato passa in rassegna le principali tendenze culturali che si sono manifestate suscettibili di influire sul pensiero di Pugliatti, ossia, più specificamente: in primo luogo, l’indirizzo, normativista ed astrattizzante, proprio del positivismo giuridico formalistico di matrice dogmatica e postpandettistica, tendente a ridurre la filosofia del diritto entro i confini della scienza giuridica strutturata secondo il metodo delle scienze sperimentali; in secondo luogo, l’indirizzo, gravitante nell’orbita del neoidealismo giuridico italiano, proprio dell’attualismo gentiliano e dello storicismo crociano, tendente ad escludere, seppure per vie diverse, la possibilità di munire del carattere della scientificità tanto la filosofia del diritto quanto la scienza giuridica; in terzo luogo, l’indirizzo, proprio del cosiddetto idealismo giuridico post-crociano empirico-storicistico, in cui spiccano, per l’influenza che hanno avuto sulla riflessione pugliattiana, le figure di Angelo Ermanno Cammarata e Widar Cesarini Sforza, e tendente a recuperare, a partire dall’idealismo stesso di Croce e Gentile, il valore storicamente concreto della giuridicità da cui promana qualsiasi forma di riflessione sul diritto. Il secondo capitolo affronta invece, alla luce di un simile contesto, il nucleo vero e proprio della riflessione teorica di Pugliatti, seguendo analiticamente, attraverso la disamina dei contributi dell’Autore dedicati a tematiche di indole specificamente metodologica, le linee anche cronologiche della sua progressiva evoluzione. L’elaborato analizza, innanzitutto, la prima fase, giovanile, della produzione scientifica pugliattiana, che appare ancora fortemente incardinata, sotto il profilo dei convincimenti teorico-giuridici, sui paradigmi metodologici di un deciso rigore sistematico di natura logico-normativista e di matrice giuspositivistica, e di un inevitabile dualismo tra le astrattezze formali del sistema concettuale elaborato dal giurista e la concretezza degli interessi storici ad essi sottesi ma ad essi, necessariamente, anche rigorosamente estranei. La seconda fase, più matura, dell’iter speculativo di Pugliatti, relativa agli anni Quaranta, consente di individuare un’evoluzione nel credo metodologico dell’Autore: raccogliendo le sollecitazioni provenienti in modo particolare dalla sua partecipazione attiva alla nota “polemica sulla natura dei concetti giuridici” e al dibattito sulla “crisi” del diritto e della scienza giuridica, ma provenienti anche dal manifestato interesse per la linguistica e dalla lettura e conoscenza di figure eminenti come Santi Romano e Capograssi, Pugliatti giunge in questi anni a consolidare i propri convincimenti in una concezione rinnovata di giurisprudenza, che viene qualificata come scienza pratica, cioè come scienza che, senza dubbio ancorata al dato positivo e funzionale alla costruzione di perfetti sistemi giuridici astratti, logici e concettuali, non può tuttavia non radicarsi, traendone origine, anche negli interessi concreti dei consociati, nel fluire magmatico della storia, e, con esso, nel divenire mutevole delle norme, così che essa, rimanendo scienza, ma qualificandosi come scienza pratica, trova dunque in sé stessa la possibilità di una composizione dialettica del dualismo forma-sostanza, astratto-concreto, che altrimenti rimarrebbe insopprimibile. L’analisi della terza fase del pensiero di Pugliatti, infine, evidenzia nell’Autore il graduale perfezionamento, operato attraverso l’approfondimento della problematica relativa al rapporto tra il “continuo” e il “discontinuo” nel diritto, dei convincimenti precedentemente acquisiti: la sintesi dialettica del dualismo tra forma e sostanza, operata attraverso la concezione della giurisprudenza come scienza pratica, si cristallizza così nell’idea – conclusiva del percorso metodologico di Pugliatti – secondo cui la complessità dell’esperienza giuridica, nella quale convivono la sincronia giuridica del discontinuo astratto del sistema normativo e la diacronia storica del continuo mobile dell’ordinamento giuridico tout court (che non si risolve nelle norme poiché è anche altro rispetto ad esse), trova compimento nella formula che qualifica il diritto come “sintesi del molteplice nell’uno”. Il terzo capitolo analizza, infine, alcune tra le principali opere di Pugliatti relative a tematiche di diritto positivo in cui l’Autore impiega, nel momento in cui affronta questioni tecniche di puro diritto civile, lo strumentario metodologico di cui si è dotato: l’analisi passa dalla rappresentanza, di cui è valorizzato da Pugliatti il rilievo che assume, nella descrizione dei caratteri dell’istituto, il concreto e storico rapporto sottostante di gestione tra il dominus e il rappresentante, al fenomeno dei trasferimenti coattivi, dagli importantissimi studi pugliattiani sulle proprietà (in cui l’istituto proprietario è considerato al plurale, non più al singolare, stante la polverizzazione delle tipologie di diritti dominicali rinvenibili nell’ordinamento a fronte della diversificazione dei soggetti titolari del diritto e delle funzioni proprie dei singoli beni che ne sono oggetto), alla breve esposizione del rapporto dialettico intercorrente, per Pugliatti, tra il diritto pubblico e il diritto privato. Dall’analisi effettuata emerge, quale sintesi della figura di Pugliatti, l’immagine di un giurista completo, dotato di un forte bagaglio culturale e giuridico, costantemente proteso verso la ricerca di una chiarificazione dei criteri metodologici del proprio operare, il cui pensiero, se non riesce invero mai ad emanciparsi completamente dalla persistenza del dualismo tra astratto e concreto, tra forma e storia, cui la scienza giuridica sembra essere condannata, ricadendo tendenzialmente entro le spire di un normativismo positivista solo parzialmente, criticamente e consapevolmente attenuato, lascia comunque, come eredità metodologica per il giurista di oggi, il respiro lucido e profondo della propria solida complessità, fondata sull’intuizione della necessità costante dell’esegesi e della multidisciplinarietà, dell’altrettanto forte necessità del riferimento al dato positivo, e dell’insopprimibile necessità di calibrare qualsiasi riflessione, sia essa filosofica, metodologica o di diritto positivo, sul e col diritto, all’interno della cornice storica e concreta di riferimento.
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8

Malatesta, Olimpia <1989&gt. "Genealogia dell'ordoliberalismo. Sui concetti di Stato, economia e società a partire dalla crisi del laboratorio politico weimariano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9933/1/GENEALOGIA%20DELL%27ORDOLIBERALISMO%20.pdf.

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Abstract:
La tesi ricostruisce la genesi concettuale dell'ordoliberalismo a partire dalla crisi economica, politica e sociale della Repubblica di Weimar, indagando il rapporto della teoria ordoliberale con il laboratorio concettuale tedesco e con alcuni dei suoi autori più influenti (Schmitt, Schumpeter, Sombart, Sinzheimer, Schmoller, Savigny, Riehl). La ricostruzione dei concetti ordoliberali di economia, Stato e società consente di interpretare l'ordoliberalismo come uno degli ultimi eredi delle scienze sociali tedesche. La critica a queste ultime e la loro rifondazione disciplinare costituisce il principale sforzo teorico dell'ordoliberalismo, di cui qui si intende rendere conto.
The thesis reconstructs the conceptual origins of ordoliberalism starting from the economic, political and social crisis of the Weimar Republic, investigating the relationship of ordoliberal theory with the German conceptual laboratory and with some of its most influential authors (Schmitt, Schumpeter, Sombart, Sinzheimer, Schmoller, Savigny, Riehl). The reconstruction of the ordoliberal concepts of economy, state and society allows to interpret ordoliberalism as one of the last heirs of German social sciences. The critique of the latter and their disciplinary refoundation constitutes the main theoretical effort of ordoliberalism, which we intend to account for.
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9

Drighetto, Alessandro <1990&gt. "l'evoluzione del concetto di guerra tra i popoli scandinavi dalla fine dell'era di Vendel fino alla conquista di Bari." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/14042.

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10

Donà, Sofia <1994&gt. "L’evoluzione del concetto di reddito di base secondo un approccio storico-economico. Dalle radici nell’Umanesimo nel XVI secolo al dibattito moderno." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16785.

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Abstract:
La tesi mira a spiegare l’evoluzione del concetto di reddito di base dalle radici teoriche nel XVI secolo ai giorni nostri, secondo un approccio costantemente legato alle condizioni economiche delle varie epoche. L’idea di basic income, infatti, è entrata nell’attuale dibattito politico in numerose comunità in tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’India, dal Brasile all’Italia, emergendo come possibile soluzione in un mondo in costante evoluzione tecnologica, destinata a cambiare il mondo del lavoro, che già inizia a mostrarsi in tutta la sua precarietà, rendendolo orfano di una grossa fetta di professioni tradizionali. Ma l’idea di reddito di base, dato a tutti indiscriminatamente, non è emersa recentemente, bensì secoli fa, ogni qualvolta l’economia non è stata in grado di rispondere spontaneamente a rivoluzioni tecnologiche o grandi depressioni. Dalle radici puramente teoretiche dell’Umanesimo e Illuminismo, forme arcaiche di sistema assistenziale sono state applicate inizialmente in Inghilterra tramite le Poor Laws. Dopo la prima forma pratica, l’idea di aiuto alle fasce più economicamente deboli della popolazione si è rivelata valida anche dopo la prima rivoluzione industriale e la grande depressione del XIX secolo. Solo con la crisi del 1929, però, iniziò la costruzione del moderno welfare state a partire dagli Stati Uniti e l’idea di basic income si tramandò nel tempo tramite non solo l’ala più politicamente progressista della società, ma anche grazie a economisti più conservatori. Nonostante un breve periodo neoliberale durante il quale l’idea venne accantonata, il dibattito sul reddito di base, e soprattutto sulla sua sostenibilità economica, ritorna oggi alla ribalta in particolar modo in quelle aree geografiche dove l’avanzamento tecnologico è più progredito, in primo luogo nella famosa Silicon Valley.
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Tomasello, Federico <1979&gt. "Fra il nome e la storia. Trasformazioni del discorso politico e concetto di classe al principio della monarchia di Luglio (1831-1832)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5840/1/tomasello_federico_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
La ricerca indaga tensioni e trasformazioni che investono le principali correnti di pensiero politico in Francia nei primi anni della monarchia di Luglio, e vi osserva l’emergere del concetto di classe. Assumendo la dimensione dell’avvenimento come punto di intersezione fra storia e teoria, l’elaborato si concentra sul periodo novembre 1831-giugno 1832 per analizzare il modo in cui, nell’ordine del discorso politico repubblicano, liberale e socialista, le vicende di questi mesi vengono interpretate cercando di dar nome alle figure sociali che esse fanno irrompere nel dibattito pubblico. Il titolo Fra il nome e la storia fa dunque riferimento allo sforzo di indagare il campo di tensione che si apre fra concreto divenire storico e grandi operazioni di nominazione che segnano l’affiorare di strutture concettuali della lunga durata. L’emergere della nozione di classe operaia e delle categorie che intorno a essa si organizzano viene interpretata come una «formazione discorsiva» che pone in questione significato e confini del politico. La frattura del 1848 è assunta come orizzonte e margine esterno della ricerca nella misura in cui si ipotizza che essa segni una prima affermazione del regime di verità di tale formazione discorsiva: lo statuto politico del lavoro. L’elaborato consta di quattro capitoli. I primi tre indagano la riflessione sul politico e la funzione che in essa svolge il concetto di classe a partire dall’interpretazione di alcuni avvenimenti del tornante 1831-32 proposta nel discorso repubblicano del quotidiano «Le National» e della Société des Amis du Peuple, in quello del liberalismo dottrinario di François Guizot e in quello socialista nascente, prima del movimento sansimoniano, e poi muovendo fino al 1848 francese con l’analisi propostane da Karl Marx. Il quarto capitolo indaga infine la dimensione del «sociale», la sua elaborazione e articolazione attraverso il lavoro di studio e oggettivazione delle figure del mondo del lavoro.
The research investigates the tensions and transformations of the main streams of political thought in France, considering the emergence of the notion of class. Starting from a conception of event as a point of intersection between history and theory, the dissertation focuses on the period November 1831-June 1832 in order to analyze how republican, liberal and socialist discourses interpreted the events unfolding during those months in the attempt of naming the social figures that swarmed in the public debate. The title Between the Name and the History hence refers to the analysis of the field of tension that emerges between the concrete historical becoming and the naming operations that signal the rise of long-lasting conceptual structures. The dissertation understands the appearance of the notion of working class as a «discursive formation» that questions the boundaries of the political. The 1848 break is taken as the horizon and external limit of the dissertation, since the research hypothesizes this rift as a first utterance of the regime of truth belonging to this discursive formation: the political statute of labor. The dissertation consists of four chapters. The first three chapters investigate the reflections on the political and the function of the concept of class in these reflections, triggered by some events occurring in 1831-1832. The first chapter analyzes the rhetoric emerging in the republican discourse, particularly in the newspaper National and in the Société des Amis du Peuple. The second chapter examines the reflections that sprung from the doctrinaire liberalism discourse of Guizot. The third chapter investigates the considerations of the rising socialist discourse: from the saint-simonian movement to Marx’s analysis of 1848 in France. The fourth chapter is centered upon the «social» dimension: namely, its elaboration and articulation through the study and the objectification of different figures in the realm of labor.
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Tomasello, Federico <1979&gt. "Fra il nome e la storia. Trasformazioni del discorso politico e concetto di classe al principio della monarchia di Luglio (1831-1832)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5840/.

Full text
Abstract:
La ricerca indaga tensioni e trasformazioni che investono le principali correnti di pensiero politico in Francia nei primi anni della monarchia di Luglio, e vi osserva l’emergere del concetto di classe. Assumendo la dimensione dell’avvenimento come punto di intersezione fra storia e teoria, l’elaborato si concentra sul periodo novembre 1831-giugno 1832 per analizzare il modo in cui, nell’ordine del discorso politico repubblicano, liberale e socialista, le vicende di questi mesi vengono interpretate cercando di dar nome alle figure sociali che esse fanno irrompere nel dibattito pubblico. Il titolo Fra il nome e la storia fa dunque riferimento allo sforzo di indagare il campo di tensione che si apre fra concreto divenire storico e grandi operazioni di nominazione che segnano l’affiorare di strutture concettuali della lunga durata. L’emergere della nozione di classe operaia e delle categorie che intorno a essa si organizzano viene interpretata come una «formazione discorsiva» che pone in questione significato e confini del politico. La frattura del 1848 è assunta come orizzonte e margine esterno della ricerca nella misura in cui si ipotizza che essa segni una prima affermazione del regime di verità di tale formazione discorsiva: lo statuto politico del lavoro. L’elaborato consta di quattro capitoli. I primi tre indagano la riflessione sul politico e la funzione che in essa svolge il concetto di classe a partire dall’interpretazione di alcuni avvenimenti del tornante 1831-32 proposta nel discorso repubblicano del quotidiano «Le National» e della Société des Amis du Peuple, in quello del liberalismo dottrinario di François Guizot e in quello socialista nascente, prima del movimento sansimoniano, e poi muovendo fino al 1848 francese con l’analisi propostane da Karl Marx. Il quarto capitolo indaga infine la dimensione del «sociale», la sua elaborazione e articolazione attraverso il lavoro di studio e oggettivazione delle figure del mondo del lavoro.
The research investigates the tensions and transformations of the main streams of political thought in France, considering the emergence of the notion of class. Starting from a conception of event as a point of intersection between history and theory, the dissertation focuses on the period November 1831-June 1832 in order to analyze how republican, liberal and socialist discourses interpreted the events unfolding during those months in the attempt of naming the social figures that swarmed in the public debate. The title Between the Name and the History hence refers to the analysis of the field of tension that emerges between the concrete historical becoming and the naming operations that signal the rise of long-lasting conceptual structures. The dissertation understands the appearance of the notion of working class as a «discursive formation» that questions the boundaries of the political. The 1848 break is taken as the horizon and external limit of the dissertation, since the research hypothesizes this rift as a first utterance of the regime of truth belonging to this discursive formation: the political statute of labor. The dissertation consists of four chapters. The first three chapters investigate the reflections on the political and the function of the concept of class in these reflections, triggered by some events occurring in 1831-1832. The first chapter analyzes the rhetoric emerging in the republican discourse, particularly in the newspaper National and in the Société des Amis du Peuple. The second chapter examines the reflections that sprung from the doctrinaire liberalism discourse of Guizot. The third chapter investigates the considerations of the rising socialist discourse: from the saint-simonian movement to Marx’s analysis of 1848 in France. The fourth chapter is centered upon the «social» dimension: namely, its elaboration and articulation through the study and the objectification of different figures in the realm of labor.
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Di, Costanzo Giulia <1990&gt. "Ricordare nella modernità. Il concetto di storia di Walter Benjamin come punto di vista per l’analisi dei Memoriali di Dani Karavan, Rachel Whiteread e Christian Boltanski." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8495.

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Abstract:
Lo studio della memoria investe un campo di saperi e di conoscenze vasto ed eterogeneo, pertanto l’elaborato nasce dalla selezione degli aspetti della memoria funzionali a comprendere come nella nostra epoca si svolgono le pratiche culturali legate ad essa. Analizzando la rivoluzionaria prospettiva del filosofo Walter Benjamin, viene preso in considerazione il suo testo intitolato 'Le tesi sul concetto di storia', nel quale egli espone la necessità di assumere un nuovo punto di vista nei confronti della ricostruzione storica e della memoria. L’elaborato intende mostrare l’attualità della riflessione del filosofo proponendo l’analisi dei lavori di tre artisti contemporanei che hanno realizzato dei Memoriali, nei quali riecheggiano aspetti del pensiero di Benjamin. Attraverso lo studio delle opere sulla memoria di Dani Karavan, Rachel Whiteread e Christian Boltanski si cerca di comprendere come esse si collochino all’interno delle pratiche memoriali passate e odierne, quali siano i valori etici che trasmettono e quale sia la loro importanza a livello sociale.
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Falso, Gianluca <1993&gt. "Tre quinquenni di soft power cinese. Il cambiamento del concetto di soft power nell'era Hu-Xi attraverso la traduzione di quattro articoli specialistici." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13971.

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Abstract:
Le politiche di apertura della Cina hanno fatto sì che il paese cambiasse il suo comportamento in politica estera. Negli ultimi quarant’anni si è passati da un atteggiamento di celare le proprie capacità e aspettare il proprio momento, a lottare duramente per il successo. Il cambio di rotta dell’orientamento dei vertici del partito comunista cinese ha stimolato i circoli politici ed accademici a sviluppare un concetto di soft power che si combinasse con l’ideologia di Pechino, e risaltasse le caratteristiche del paese per essere più appetibile e più gradito in un contesto globalizzato. Il soft power cinese è già entrato nel suo terzo quinquennio, e oltre a differenziarsi dalla teoria proposta da Joseph Nye, sta assumendo sempre più caratteristiche cinesi.
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ZUCCHELLI, Giovanni (ORCID:0000-0001-5944-3058). "L'evoluzione del concetto di sovranità tra il mondo occidentale e il mondo islamico." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2014. http://hdl.handle.net/10446/30379.

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D'ASCANIO, VALENTINA. "La cultura della performance: comunicazione e controllo nella produzione di conoscenza: analisi storico-critica del concetto di performatività e suoi riflessi nell’istruzione superiore." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/201981.

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Fenocchio, Marco Antonio. "Il momento genetico e l'evoluzione del concetto di furtum in diritto romano. 'Detrahere alteri aliquid'. Per una ricostruzione storica del delitto di furto: genesi, sviluppi, vicende." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425050.

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Abstract:
The work analyzes the original notion of theft in Roman law at the time of twelve tables (450 B.C.) and its subsequent extentions (in a phase of this development several facts were submitted to the punishment provided for theft, such as damage, receiving of stolen goods, fraud, robbery and many others). The author deals also with the principal facets related to juristic elaboration of furtum until the 3rd century.
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Caskey, Sarah A. "Open secrets, ambiguity and irresolution in the Australian, New Zealand, and Canadian short story." Thesis, National Library of Canada = Bibliothèque nationale du Canada, 2000. http://www.collectionscanada.ca/obj/s4/f2/dsk2/ftp02/NQ58399.pdf.

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BARDOTTI, LORENZO. "'Governo parlamentare': nascita di una categoria politica nella cultura costituzionale italiana tra Ottocento e Novecento." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/2158/1119920.

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Abstract:
Seguendo l’approccio metodologico della storia dei concetti (Begriffsgeschichte), l’elaborato mira a descrivere i cambiamenti dell’assetto politico-costituzionale italiano attraverso l’evoluzione semantica di sintagmi linguistici come ‘governo parlamentare’, ‘governo rappresentativo’, ‘governo costituzionale’, ‘parlamentarismo’. Tale analisi si concentra grossomodo in un periodo di tempo che va dalla seconda metà dell’Ottocento, fino alla prima metà del Novecento. Come fonti, accanto ai classici prodotti della dottrina politico-costituzionale, quali monografie accademiche, corsi universitari, prolusioni e discorsi parlamentari, si sono utilizzate voci di dizionari e enciclopedie, opuscoli, fonti giornalistiche, periodici e riviste di taglio più o meno specialistico e di orientamento politico diverso (liberale/moderato, cattolico, socialista, repubblicano, nazionalista, fascista). L’evoluzione concettuale di lemmi-cardine come ‘governo parlamentare’ e altri sintagmi ad esso finitimi permette di ricostruire i mutamenti della forma di governo italiana, evitando anche spiacevoli anacronismi a livello storiografico. Infatti la forma di governo non dovrebbero essere descritta attraverso quadri concettuali elaborati nella nostra contemporaneità e poi applicati retrospettivamente al passato, ma con sintagmi e concetti appartenenti alla realtà storica che si intende prendere in esame.
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ALESSANDRA, Campanari. "“IDENTITY ON THE MOVE” FOOD, SYMBOLISM AND AUTHENTICITY IN THE ITALIAN-AMERICAN MIGRATION PROCESS." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251264.

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Abstract:
Il mio lavoro di ricerca rappresenta un contributo allo studio dell'esperienza umana dello “spazio alimentare” come costruzione sociale che comprende sia i modelli del comportamento umano, e la loro relazione sensoriale con uno specifico luogo, sia l'imprenditoria etnica. Il nucleo di questo progetto di ricerca è rappresentato da un’indagine multi-generazionale del multiforme processo della migrazione italiana in America, laddove la cultura alimentare viene utilizzata come veicolo per esaminare come gli immigrati abbiano prima perso e poi negoziato una nuova identità in terra straniera. Lo scopo generale della tesi è quello di esaminare come il cibo rappresenti un collegamento nostalgico con la patria per la prima generazione, un compromesso culturale per la seconda e un modo per rinegoziare un'etnia ibrida per le generazioni successive. La lente del cibo è anche utilizzata per esplorare lo sviluppo dei ristoranti italiani durante il Proibizionismo e il loro ruolo nel processo di omogeneizzazione culinaria e di invenzione della tradizione nel mondo contemporaneo. Per spiegare come la cucina regionale in America sia diventata un simbolo collettivo di etnia e abbia potuto creare un'identità Italo-Americana nazionale distinta da quella italiana, ho adottato il modello creato da Werner Sollors e Kathleen Neils Cozen e sintetizzato con l'espressione di “invenzione dell'etnia”. Il capitolo di apertura esplora la migrazione su larga scala che ha colpito l'Italia e la storia economica italiana per oltre un secolo e prosegue con un’analisi storica sullo sviluppo dei prodotti alimentari nel tempo. La prima sezione evidenzia il significato culturale dell'alimento e il suo ruolo nella costruzione di un'identità nazionale oltre i confini italiani e prosegue con un’analisi sulla successiva variazione delle abitudini alimentari durante l'immigrazione di massa. Il capitolo conclude illustrando il quadro teorico utilizzato per teorizzare le diverse dimensioni dell'etnia. Partendo dall'ipotesi che l'identità sia un elemento socialmente costruito e in continua evoluzione, il secondo capitolo è dedicato all'analisi della natura mutevole del cibo, esplorata attraverso tre distinti ma spesso sovrapposti tipi di spazio: spazio della "memoria individuale"; spazio della "memoria collettiva"; spazio della "tradizione inventata". Lo spazio della “memoria individuale” esplora come i primi immigrati italiani tendevano a conservare le loro tradizioni regionali. Al contrario lo spazio della memoria collettiva osserva il conflitto ideologico emerso tra la prima e la seconda generazione di immigrati italiani, in risposta alle pressioni sociali del paese ospitante. L'analisi termina con la rappresentazione di generazioni successive impegnate a ricreare una cultura separata di cibo come simbolo dell'identità creolata. Il capitolo tre, il primo capitolo empirico della dissertazione, attraverso l'analisi della letteratura migrante mostra l'importanza del cibo italiano nella formazione dell'identità italo- americana. Questa letteratura ibrida esamina il ruolo degli alimenti nelle opere letterarie italo-americane di seconda, terza e della generazione contemporanea di scrittori. Il quarto capitolo completa la discussione seguendo la saga del cibo italiano dai primi ristoranti etnici a buon mercato, frutto della tradizione casalinga italiana, fino allo sviluppo di un riconoscibile stile di cucina italo-americano. A questo proposito, i ristoranti rappresentano una "narrazione" etnica significativa che riunisce aspetti economici, sociali e culturali della diaspora italiana in America e fa luce sull'invenzione del concetto di tradizione culinaria italiana dietro le cucine americane. La sezione termina con un'esplorazione del problema moderno relativo al fenomeno dell’Italian "Sounding" negli Stati Uniti, basato sulla creazione di immagini, colori e nomi di prodotti molto simili agli equivalenti italiani, ma senza collegamenti diretti con le tradizioni e la cultura italiana. Il capitolo finale fornisce una visione etnografica su ciò che significa essere italo-americani oggi e come i ristoranti italiani negli Stati Uniti soddisfano la tradizione culinaria Italiana nel mondo contemporaneo americano. Per concludere, considerando le teorie dell'invenzione della tradizione, due casi di studio esplorativi a Naples, in Florida, vengono presentati sia per analizzare come gli italo-americani contemporanei manifestano la loro etnia attraverso il cibo etnico sia per esaminare come il cibo italiano viene commercializzato nei ristoranti etnici degli Stati Uniti, alla luce della del processo di globalizzazione.
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