Academic literature on the topic 'Storia culturale del tempo'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'Storia culturale del tempo.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Journal articles on the topic "Storia culturale del tempo"

1

Schwarz, Guri. "Un antirazzismo commemorativo. La Shoah, i migranti e i demoni dell'analogia." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 297 (March 2022): 145–79. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297-s1oa-007.

Full text
Abstract:
Oggetto di questo contributo sono i caratteri dell'antirazzismo commemorativo, il suo sviluppo e le sue articolazioni in Italia dagli anni Ottanta ai nostri giorni. L'analisi muove da due assunti: 1. tanto il razzismo quanto l'antirazzismo sono esercizi di memoria; 2. la retorica del ‘mai più' — che ovviamente presuppone l'analogia storica –, è stata il più pervasivo dispositivo retorico antirazzista attivo in Italia negli ultimi quarant'anni. Il saggio propone un esercizio di storia del tempo presente. Dopo aver presentato, tramite alcuni esempi, le principali forme in cui tale dispositivo si manifesta, l'attenzione si orienta alla ricerca del punto di origine di quel sistema di rappresentazioni culturali. Si illustra come sia stato negli anni Ottanta, fase storica in cui l'Italia inizia a confrontarsi con nuovi fenomeni migratori e momento in cui — al contempo — la memoria della Shoah si va imponendo nell'industria culturale, che inizia a cristalizzarsi quel codice retorico antirazzista.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Čok, Lucija. "Lingue e culture nel dibattito sulle identità europee." Linguistica 50, no. 1 (December 29, 2010): 137–42. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.50.1.137-142.

Full text
Abstract:
Nelle politiche linguistiche e culturali delle strategie comunitarie, il discorso sulle identità del singolo (identità nazionale, culturale, linguistica, regionale...) presenta un potenziale punto d'intesa. Nel complesso delle attività che le politiche comunitarie propongono, risulta che una speciale attenzione è riservata alla tutela di alcune di esse (per esempio quella nazionale e linguistica). Si attivano quindi, simultaneamente, mezzi e conoscenze per instaurare la condivisione di un'unica cittadinanza e di una comune economia per creare una crescita culturale in un'entità organica. L'Europa è caratterizzata da culture e tradizioni simili e da una storia che accomuna tutte le nazioni che ne fanno parte. Il passato delle nazioni è contrassegnato dalla ricchezza dei valori paneuropei: valori politici, sociali, culturali, umani. La memoria, soprattutto la memoria storica, è fatta di un materiale essenziale atto a costruire e composto di elementi specifici insostituibili. Vi si trovano valori da salvaguardare e da distribuire. Uno dei vantaggi del continente Europa è il fatto di avere un passato, anche se, a tratti, conflittuale a causa delle specificità delle singole nazioni. La componente regionale e quella locale costituiscono un prezioso scrigno culturale paneuropeo le cui ricchezze emergono nel dialogo interculturale. Ci sono luoghi e tempi per cercare la creatività artistica, la curiosità scientifica, la forza intellettuale del singolo e dei gruppi che potranno far emergere nuove idee, proposte, progetti e strategie per arrivare al bene comune. La scuola è uno dei luoghi intesi come laboratori culturali. Il processo d'innovazione in atto all'interno del sistema scolastico supporta senz'altro la scuola nell'adempimento della sua funzione di operatore educativo comunitario e, allo stesso tempo, di tutore dei beni culturali e delle identità regionali.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Sariolghalam, Mahmoud. "Cultura politica ed evoluzione dello stato in Iran. Un approccio di storia culturale." STORIA URBANA, no. 131 (November 2011): 35–51. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-131003.

Full text
Abstract:
L'articolo si concentra sulla storia dell'evoluzione delle strutture diin Iran, concentrandosi sul periodo rivoluzionario, e investigandone i limiti e le potenzialitŕ. Pesano sullo stato iraniano secoli di autoritarismo e soprattutto l'ambigua definizione delle prioritŕ geostrategiche, vista la peculiare posizione geografica della Repubblica islamica, che ha causato il sacrificio di obiettivi quali la crescita economica e sociale del paese sull'altare della "sicurezza nazionale". Il saggio affronta anche la questione dell'identitŕ iraniana, elemento di difficile definizione a causa della composita ereditŕ culturale nazionale: fortemente nazionalista, al tempo stesso essa č anche religiosa e "intima, filosoficamente, con la storia intellettuale dell'Occidente". Queste diverse "fonti" dell'identitŕ sono in perenne conflitto e, sommate a un modello di governo contestato, rendono la cultura politica e ladella Repubblica islamica estremamente instabili.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Scaramellini, Guglielmo, and Luca Muscarà. "Calogero Muscarà(1929-2020)." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 1 (March 2022): 114–24. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13370.

Full text
Abstract:
Il 5 novembre 2020, a novantun'anni, il professor Calogero Muscarà è mancato per una polmonite interstiziale, nonostante avesse superato l'infezione da Covid-19. Egli stava ancora lavorando, con la passione e la lucidità che Gli erano sempre state proprie, sui temi ai quali si era dedicato fin dai primi anni di studio: Venezia, la sua storia e il suo presente; il sistema politico-amministrativo italiano dall'Unità a oggi e i suoi rapporti con l'evoluzione socio-economica-culturale del Paese in chiave territoriale; il concetto di megalopoli e la sua possibile applicazione all'Italia, tema cui era dedito dagli anni Settanta. Solo poche settimane prima aveva infatti licenziato l'articolo "Compartimentazione amministrativa dello Stato italiano e processi di formazione di una megalopoli nel Nord Italia", l'ultimo che abbia dato alle stampe e che uscirà quest'anno in un volume collettaneo a lui dedicato (Scaramellini, a cura di, 2022). Non Gli è stato possibile invece completare un altro saggio, più approfondito e articolato, sul medesimo tema e in gestazione da lungo tempo, a causa di un incidente informatico, ma soprattutto per l'incalzare del tempo e forse il presentimento che la pandemia lo attendesse al varco. Tale saggio, già steso a grandi linee ma ancora senza titolo, ripercorreva un tema sempre a Lui caro, fin dal suo esordio nella Geografia italiana: la storia dei rapporti intercorsi fra il mutare dell'ordinamento politico-amministrativo del Paese dopo l'Unità e il non sempre convergente sviluppo sociale, culturale, economico, in una parola, civico del sistema-Paese Italia e delle sue partizioni ‘regionali' (secondo i tratti delineati da Pietro Maestri nel 1868 e sostanzialmente confermate nelle successive vicende politiche, istituzionali, sociali, culturali, economiche, fino ai giorni nostri). Professore emerito della Sapienza, presidente della World Society for Ekistics, membro onorario della Société de Géographie de Paris e della Società geografica italiana di Roma, Calogero Muscarà è stato protagonista del rinnovamento della geografia italiana nel periodo del ‘miracolo economico', affrontando nei decenni successivi l'analisi dei profondi cambiamenti avvenuti nell'organizzazione del territorio italiano dalla fine della seconda guerra mondiale e le conseguenti problematiche ambientali, economiche, regionali, urbane e culturali, e contribuendo alla diffusione della geografia francese in Italia e alla conoscenza della geografia italiananel mondo francofono.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Caverzan, Mattia. "APPUNTI PER UNA STORIA DI RINALDO CORSO E DEI “FONDAMENTI DEL PARLAR THOSCANO”." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 28, 2022): 972–1017. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18335.

Full text
Abstract:
Durante tutto il Cinquecento, numerose figure si sono avvicendate nel panorama editoriale, linguistico e grammaticale. I futuri e sporadici interventi storici non hanno permesso al tempo di risparmiare l’altissimo profilo di uno di questi: Rinaldo Corso. Uno studio approfondito delle questioni storico-filologiche relative al suo operato ha rivelato ben più di quello che la superfice degli studi finora compiuti in tal direzione ha lasciato trasparire. L’analisi delle diverse edizioni della sua opera grammaticale, i Fondamenti del parlar thoscano, e lo studio dell’ambiente nel quale egli ha vissuto concorrono a corroborare l’ipotesi della centralità imprescindibile di questo intellettuale, a discapito della tirannia che la storia e la memoria talvolta riservano a persone di grande valore culturale. Notes fo a history of Rinaldo Corso and the Fondamenti del parlar thoscano Throughout the sixteenth century, numerous figures participated in the editorial, linguistic and grammatical panorama. Future and sporadic historical interventions did not allowe time to spare the very high profile of one of them: Rinaldo Corso. An in-depth study of the historical-philological issues related to his work has revealed much more than what superficial studies carried out in this direction have revealed so far. The analysis of the different editions of his grammatical work, the Fondamenti del parlar thoscano, and the study of the environment he lived in concur in corroborating the hypothesis of the indispensable centrality of this intellectual, at the expense of the tyranny that history and memory sometimes reserve for people of great cultural value.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Gabellieri, Nicola. "Il patrimonio bio-culturale alpino: un approccio geografico-storico al pascolo alberato di larici in Trentino (XVIII-XXI sec.)." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 3 (September 2021): 82–104. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa3-2021oa12533.

Full text
Abstract:
Recentemente l'UNESCO ha invitato gli studiosi ad approfondire lo studio delle dinamiche storiche e ambientali che hanno portato nel corso del tempo allo sviluppo di specifici ecosistemi e paesaggi, definiti come ‘bio-cultural heritage'. Raccogliendo questo stimolo, il contributo è dedicato a caratterizzare storicamente i pascoli alberati di larix decidua alpini: a partire dalla bibliografia sulla storia e sull'ecologia del larice, due casi studio di lariceti passati e presenti in Trentino sono approfonditi utilizzando un metodo geostorico che combina analisi di fonti documentali e osservazione di terreno. In conclusione, i lariceti risultano essere un prodotto di pratiche di uso e gestione delle risorse pascolive e forestali, capaci di fornire vari servizi ecosistemici, ma ad oggi a rischio di scomparsa.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Licordari, Mariangela. "Le sale cinematografiche nello scenario moderno dell’architettura portoghese della prima metà del XX secolo : alcuni esempi a confronto." Revista de História da Sociedade e da Cultura 18 (December 22, 2018): 207–26. http://dx.doi.org/10.14195/1645-2259_18_10.

Full text
Abstract:
Vero e proprio fenomeno culturale del XX secolo, in ambito architettonico il cinema rappresenta da sempre il simbolo della modernità e del progresso tecnologico. Nella storia dell’architettura moderna, la progettazione delle sale cinematografiche va di pari passo con la sperimentazione di nuove forme architettoniche rese possibili dall’impiego di moderni materiali da costruzione (quali in primis il cemento armato), divenendo un importante banco di prova tanto per la verifica tecnologica degli stessi quanto per l’immaginazione spaziale di nuovi ambienti, così divergenti da quelli propriamente classici dei teatri. Spazio architettonico fruibile e funzionale al vissuto umano, il cinema diventa rapidamente espressione di crescita, di sviluppo sociale ed economico e di prestigio urbanistico. Anche in Portogallo, come nel resto dell’Europa, le sale cinematografiche sono segnali tangibili del cambiamento stilistico e formale dell’architettura della prima metà del Novecento, facendosi portavoce di un’immagine nuova che rapidamente adornerà le città portoghesi d’un aspetto moderno e scenografico al tempo stesso.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Issa, Fawzi. "Il protagonista simbolo della classe borghese ne La coscienza di Zeno di Italo Svevo." (Faculty of Arts Journal) مجلة كلية الآداب - جامعة مصراتة, no. 09 (June 1, 2017): 57–84. http://dx.doi.org/10.36602/faj.2017.n09.11.

Full text
Abstract:
Questo studio mira a prendere in esame la figura del protagonista dell'opera di Italo Svelo, La coscienza di Zeno, in quanto simbolo della classe borghese, oramai alla soglia del tramonto e del disfacimento. Prendremo anche in analisi il contesto storico e socio-culturale in cui venne scritta l'opera, soprattutto in un momento così importante della storia dei tempi moderni. Si tratta di un momento carico di avvenimenti storici e culturali di primo piano in ambiti italiano e europeo che hanno influenzato tutti gli aspetti della vita, inclusa la produzione letteraria. Grazie agli studi pubblicati da Sigmond Freud nasce la cosiddetta psicanalisi che rappresenta una dimensione principale dell'opera presa in esame in questo studio e sarà approfondita in questa sede. Studieremo anche il ruolo del destino nella vita del protagonista e cercheremo di chiarire fino a che punto quest'ultimo riuscirà a contrastarlo.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Mazzoli, Gino. "Senza corpo né tempo. Avventure della psiche individuale e sociale nell'epoca delle nuove tecnologie." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (September 2020): 7–31. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2020-002002.

Full text
Abstract:
La rivoluzione delle nuove tecnologie non ha l'aria di essere una delle tante svolte nella storia dell'umanità. È come se l'invenzione della ruota, del treno, dell'elettricità e del computer si fossero unificate come forza d'impatto e moltiplicate per un numero infinito di volte. Non stiamo parlando di una singola invenzione, ma di una catena di invenzioni a getto continuo. La velocità con cui vengono introdotte queste innovazioni impedisce un adattamento emotivo e cognitivo sul piano sia individuale che sociale. In particolare, le due variabili essenziali dell'esperienza umana (spazio e tempo) sembrano venire espulse. Questa rivoluzione impatta un immaginario collettivo dominato dalla bulimia di esperienze, beni e diritti che viene espanso all'ennesima potenza dalla performatività tecnologica. E tuttavia questa scena (vissuta in modo inconsapevole, a prezzo di nuovi disturbi psichici come la depressione che è diventata la malattia più diffusa nell'Occidente) è stata sospesa dal Covid, uno stop globale che ha consentito a tutti di vedere il brodo culturale in cui eravamo immersi e di nominare i problemi che ci attraversano. In particolare, la tenuta psichica dell'individuo può essere posta come un nodo politico che riguarda tutti. Una considerazione disincantata della scena può consentire di vedere il virtuale come veicolo non solo di manipolazione e bilocazione fuorviante in realtà aumentate e second life, ma anche come sviluppo della dimensione interiore. Proprio al culmine di una deriva antiumana si apre dunque uno spazio per far transitare nel nuovo mondo in arrivo la specificità e la complessità della nostra specie.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Gallo, Anna, and Sergio Leon Guerrero. "Juan María Montijano." Revista Eviterna, no. 10 (September 28, 2021): 55–66. http://dx.doi.org/10.24310/eviternare.vi10.12956.

Full text
Abstract:
A partire da una riflessione maturata da Juan María Montijano riguardo la natura metafisica del design, intesa quale custode del reale significato degli oggetti che ci circondano, lo studio approfondisce il ‘valore immateriale dei prodotti materiali' con l’intento di invitare a porre attenzione non solo sul binomio forma-funzione ma anche sulla stratificazione intangibile che lo sostiene. Una dimensione considerata privilegiata in quanto qui si incontrano il processo progettuale e l’esperienza d’uso contribuendo entrambi a liberare gli oggetti dall’anonimato della standardizzazione e dai rischi della spersonalizzazione, dotandoli di una sorta di ‘biografia’. In questo modo le cose si trasformano in storie, linguaggi, relazioni. A supporto della tesi della ‘metafisica del disegno’, il terzo paragrafo indaga il pensiero di studiosi del Novecento – da Barthes, Baudrillard, Selle, Kopytoff, De Fusco, le cui ricerche convergono da prospettive differenti verso l’idea di una dimensione culturale del quotidiano costruita mediante i significati e i segni appartenenti alle sue componenti piccole e grandi. In tal senso anche il termine ‘patrimonio’ viene considerato nell’accezione inglese di Cultural Heritage, ovvero come giacimento attivo da continuare ad alimentare nel tempo attraverso strumenti in grado di valorizzarne i contenuti aggiornandoli e rendendoli accessibili e fruibili. Tra questi la tecnica dello storytelling, canale narrativo che pone in evidenza in particolar modo l’immateriale, ritrovando quindi nei contenitori culturali come archivi e biblioteche delle dimensioni in grado di favorire lo sviluppo di azioni strategiche finalizzate a incrementare conoscenza e cultura. Da qui la parte finale del testo è dedicata ad esaminare l’opera di valorizzazione portata avanti da Juan María Montijano per oltre quindici anni nella Biblioteca e nell’Archivio del san Carlo alle Quattro Fontane a Roma al fine di tutelare, raccontare e trasmettere nel tempo la memoria storica custodita al suo interno.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Dissertations / Theses on the topic "Storia culturale del tempo"

1

Carretta, Ilaria Ines Diletta <1996&gt. ""Strati del Tempo". La collezione d'arte contemporanea dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Vicenza." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20156.

Full text
Abstract:
Questa tesi compie per la prima volta una catalogazione scientifica e uno studio delle opere donate all’Assessorato alla Cultura e al Comune di Vicenza dai primi del Novecento. L’elaborato si apre con una ricostruzione della vita artistica vicentina, ripercorrendo alcune tappe fondamentali per meglio comprendere il contesto sociale e culturale in cui si mossero gli autori trattati, dalle vicende della Scuola d’Arte e Mestieri, fondata dall’Accademia Olimpica nel 1858, che formò numerosi artisti del territorio, passando per i Premi Marzotto per la Pittura e le importanti mostre sul collezionismo privato nel vicentino, fino alle rassegne di Textilia del 1988 e del 1991, grandi iniziative culturali promosse dal Comune, per concludere con il recupero, in tempi recenti, della Chiesa dei Santi Ambrogio e Bellino diventata spazio AB23, dedicato ad esposizioni artistiche e ora teatrali. La parte centrale dell’elaborato è composto da un ampio lavoro di schedatura ed analisi di tutte le opere che in questi decenni hanno accresciuto le raccolte comunali; sebbene le prime donazioni all’Assessorato risalgano alla fine degli anni Ottanta, molti degli artisti trattati iniziarono il loro operato ben prima. Pertanto, si è cercato di fornire la biografia e le tappe essenziali della carriera artistica di ogni autore, per poi compiere l’analisi dell’opera, o delle opere, donate. A conclusione dell’elaborato vi è uno spazio di riflessione progettuale volto alla valorizzazione delle opere donate, sia del loro valore artistico sia del gesto altruistico compiuto
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

MUSCOLINO, MARCO. "LA "RIVISTA DEL CINEMATOGRAFO": UNA STORIA CULTURALE, 1928-2008." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/630.

Full text
Abstract:
La «Rivista del Cinematografo» è un periodico longevo, il più longevo della storia del cinema italiano. Pubblicato a partire dal 1928, festeggia nel 2008 l’ottantesimo l’anniversario di vita. A dispetto di questa durevole presenza nel panorama editoriale italiano, la «Rivista del Cinematografo» rappresenta però una storia che è rimasta, e lo rimane ancora oggi, esclusa dai discorsi sociali. Il pre-giudizio storico da cui prende le mosse la presente ricerca individua invece – differentemente dalla vulgata “ufficiale” – la «Rivista del Cinematografo» non come “una storia a sé”, ma al contrario come una storia culturale in grado di illuminare in maniera significativa i processi storici del cinema italiano, con particolare – ma nient’affatto esclusivo – riferimento alle sue interrelazioni con la cultura cattolica. Si potrebbe dire, con una formula sintetica, che quella della «Rivista del Cinematografo» è una microstoria di lunga durata. Quest’ultima definizione può apparire contraddittoria perché accosta due categorie legate a due differenti tradizioni storiografiche: da una parte la microstoria, legata a una tradizione fattografica; dall’altra la lunga durata, legata a una tradizione teorico-esplicativa. Ma è proprio nell’ambito di una nuova concezione della storia – la cosiddetta storia culturale – che questa ricerca intende muoversi, nel tentativo di fare tesoro di un dibattito disciplinare che ha conosciuto un enorme sviluppo in questi ultimi anni, e che verrà discusso nella sezione introduttiva, analizzando le ricadute che esso ha sulla pratica storiografica in ambito cinematografico.
The «Rivista del Cinematografo» is the most ancient magazine in the Italian history of cinema. Published before 1928, in 2008 it celebrated its 80th anniversary. In spite of this long-lived presence in Italian publishing, the «Rivista del Cinematografo» represents a history left out in social discourses. This research considers instead the «Rivista del Cinematografo» as a cultural history that can illuminate the historical processes of the Italian cinema with particular – but not exclusive – reference to their relationships with the catholic culture. It could be said that the history of the «Rivista del Cinematografo» is a long duration microhistory. This definition can appear conflicting because it puts two categories that come from two different historical traditions near to each other: the microhistory and the long duration. But this research intends to explore a new historical perspective – the ‘so called’ cultural history – with the aim of learning from a debate which has developed enormously in recent years and analysing the consequences that this debate also has on the historical practice in the field of cinema.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

MUSCOLINO, MARCO. "LA "RIVISTA DEL CINEMATOGRAFO": UNA STORIA CULTURALE, 1928-2008." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/630.

Full text
Abstract:
La «Rivista del Cinematografo» è un periodico longevo, il più longevo della storia del cinema italiano. Pubblicato a partire dal 1928, festeggia nel 2008 l’ottantesimo l’anniversario di vita. A dispetto di questa durevole presenza nel panorama editoriale italiano, la «Rivista del Cinematografo» rappresenta però una storia che è rimasta, e lo rimane ancora oggi, esclusa dai discorsi sociali. Il pre-giudizio storico da cui prende le mosse la presente ricerca individua invece – differentemente dalla vulgata “ufficiale” – la «Rivista del Cinematografo» non come “una storia a sé”, ma al contrario come una storia culturale in grado di illuminare in maniera significativa i processi storici del cinema italiano, con particolare – ma nient’affatto esclusivo – riferimento alle sue interrelazioni con la cultura cattolica. Si potrebbe dire, con una formula sintetica, che quella della «Rivista del Cinematografo» è una microstoria di lunga durata. Quest’ultima definizione può apparire contraddittoria perché accosta due categorie legate a due differenti tradizioni storiografiche: da una parte la microstoria, legata a una tradizione fattografica; dall’altra la lunga durata, legata a una tradizione teorico-esplicativa. Ma è proprio nell’ambito di una nuova concezione della storia – la cosiddetta storia culturale – che questa ricerca intende muoversi, nel tentativo di fare tesoro di un dibattito disciplinare che ha conosciuto un enorme sviluppo in questi ultimi anni, e che verrà discusso nella sezione introduttiva, analizzando le ricadute che esso ha sulla pratica storiografica in ambito cinematografico.
The «Rivista del Cinematografo» is the most ancient magazine in the Italian history of cinema. Published before 1928, in 2008 it celebrated its 80th anniversary. In spite of this long-lived presence in Italian publishing, the «Rivista del Cinematografo» represents a history left out in social discourses. This research considers instead the «Rivista del Cinematografo» as a cultural history that can illuminate the historical processes of the Italian cinema with particular – but not exclusive – reference to their relationships with the catholic culture. It could be said that the history of the «Rivista del Cinematografo» is a long duration microhistory. This definition can appear conflicting because it puts two categories that come from two different historical traditions near to each other: the microhistory and the long duration. But this research intends to explore a new historical perspective – the ‘so called’ cultural history – with the aim of learning from a debate which has developed enormously in recent years and analysing the consequences that this debate also has on the historical practice in the field of cinema.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Nardo, Chiara. "Giovan Mario Crescimbeni nel sistema culturale del suo tempo." Thesis, Sorbonne Paris Cité, 2017. http://www.theses.fr/2017USPCA042.

Full text
Abstract:
Le travail de recherche a l’objectif de retracer l’expérience de Crescimbeni, premier Custode General de l’Académie de l’Arcadie,et reconstruire son profil biographique et culturel à travers l’examen des différents aspects de son activité intellectuelle (safonction de Custode, d’auteur, d’historien et critique de la littérature italienne) et de ses relations avec le contexte social etpolitique de référence, la cour pontificale de Clémente XI, pour évaluer l’impact et l’influence culturelle de l’Arcadie dans l’histoirede la pensée littéraire du XVIIIe siècle.Le premier chapitre reconstruit le profil biographique de l’auteur et décrit l’événement fondateur de son expérience intellectuelle :la constitution de l’Académie de l’Arcadie en 1690, en prenant en considération le contexte romain de la fin du XVIIe siècle.Le deuxième chapitre concerne la production lyrique de Crescimbeni : à travers l’examen des textes manuscrites et des éditionsimprimées de l’auteur, on a défini la poésie de Crescimbeni avec ses modèles, ses mètres et ses thèmes spécifiques.Ensuite, les chapitres 3 et 4 analysent l’activité de Custode General de Crescimbeni, à travers l’étude des documents manuscritesconservés par les Archives de les Bibliothèques Angélique et Apostolique du Vatican à Rome. En contenant de nombreusesinterventions de Crescimbeni sur les textes de les poètes Arcadiens, les cartes de la Bibliothèque Angélique sont importantesparce que elles permettent d’analyser son activité d’éditeur. D’autre part, les documents de la Bibliothèque du Vatican, surtoutmatériau épistolaires, éclairent la nature des aucunes relations sociales de Crescimbeni dans la société contemporaine et dans lasoi-disant « République des Lettres ».Le dernier chapitre traite, enfin, de l’activité de critique et d’historien de Crescimbeni. La thèse contient aussi l’édition de plusieurstextes inédits de le Custode d’Arcadie
My research has the purpose of tracing the experience of Crescimbeni, first General Master of the Arcadia Academy, and toreconstruct his biographical and cultural profile through the analysis of different aspects of his intellectual activity (his job asArcadia Master, author, historian and Italian literature critic) and through his relationships with the social and political context of thetime, the court of Pope Clemence XI, to evaluate the impact and cultural influence of Arcadia in history and thought of XVIIIcentury.The first chapter focuses on the biography of the author and describes the founding moment of his intellectual experience: thebirth of the Arcadia Academy in 1690, also considering the social context of Rome in the end of the XVII century.The second chapter is about the lyric production of Crescimbeni: thanks to the manuscripts and to printed texts of the author, thepoetry of Crescimbeni with his models, his masters and specific theme was framed.Then, chapters 3 and 4 analyze the activity of the General Master of Crescimbeni, throughout the study of the manuscriptsconserved in the Archives of the Angelic and Apostolic Vatican Library of Rome. Containing numerous interventions ofCrescimbeni on the text of other Arcadian poets, the papers of the Angelic Library are important because they allow to look at hisactivity as an editor. On the other hand, the documents of the Vatican Library, especially epistolary material, clarify the nature ofsome social relationships of Crescimbeni within his contemporary society and the so called “Lettres Society”.To conclude, last chapter speaks about the activity of critic and historian of Crescimbeni. The thesis also contains the edition ofmany unpublished texts of the Arcadia Master
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Falcinelli, Giacomo <1996&gt. "Storia dell'adattamento culturale della religione cattolica in Giappone." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19323.

Full text
Abstract:
Lo scopo del presente elaborato consiste nell’esporre, in maniera il più possibile esaustiva e completa, gli aspetti e le diverse circostanze in cui il fenomeno dell’adattamento culturale si è manifestato nella comunità cattolica giapponese nel corso dei secoli. Fin dalle prime conversioni, infatti, i cattolici giapponesi si sono sempre trovati, in diversi gradi e mossi da diverse motivazioni, a privilegiare o omettere, quando non addirittura a modificare, alcuni aspetti della religione cattolica seguendo gli schemi cognitivi mutuati dalla tradizione locale. Nel corso dell’elaborato, in particolare, verranno sviscerati tre diversi contesti della Storia dell’arcipelago giapponese nei quali l’adattamento culturale del cattolicesimo ebbe luogo: il primo contesto analizzato sarà il Giappone tra il Sengoku Jidai e l’era Edo, periodo di nascita della comunità cattolica giapponese, nel quale le prime forme di adattamento culturale si svilupparono non tanto in seguito del metodo di evangelizzazione tipico dei gesuiti, primi a predicare nell’arcipelago, quanto a causa della massiccia presenza di credenti nativi laici, i quali si ritrovarono a rivestire un ruolo sempre più centrale nella vita della comunità, mentre gli specialisti del culto europei si ritrovarono in un ruolo sempre più periferico fino al loro bando completo. Il secondo contesto preso in esame è il Giappone moderno, compreso tra il 1868 e il 1945: in quest’epoca caratterizzata dalla modernizzazione delle infrastrutture e da rapidi cambiamenti sociali e culturali, nonché dal ritorno dei missionari, si vedrà come la religione cattolica, tornando a essere più controllata da parte del clero non locale, sarà costretta a un adattamento dottrinale nei confronti di ideologie di stampo nativista e particolarista, onde non perdere il riconoscimento ufficiale faticosamente ottenuto e subire nuovamente persecuzioni. Infine, il terzo contesto analizzato sarà quello del Giappone contemporaneo, nel quale l’adattamento della religione cattolica, pur non costituendo più un bisogno dettato dalla necessità di sopravvivere, diventa un tema centrale nel dibattito religioso attuale a causa delle riforme interne alla Chiesa che ne rivoluzionano il rapporto con la diversità culturale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Venturin, Beatrice <1996&gt. "Artefici del nostro tempo 2019-2020: l’evoluzione di un progetto culturale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18379.

Full text
Abstract:
L’elaborato presenta l’analisi del progetto culturale Artefici del nostro tempo, un concorso aperto a giovani artisti di diverse discipline che concorrono per aggiudicarsi la prestigiosa opportunità di esporre al Padiglione Venezia in concomitanza all’Esposizione Internazionale di Arti Visive della Biennale di Venezia, patrocinato dal Comune di Venezia, in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia. L’obbiettivo è quello di analizzare il concorso dalla fase di ideazione del progetto a quella conclusiva, attraverso gli strumenti forniti dalla disciplina manageriale del project management, focalizzando l’attenzione sulla figura del Project Manager degli eventi culturali, a cui spettano compiti legati alla pianificazione, al coordinamento e al monitoraggio delle molteplici attività. Il lavoro è strutturato in due parti: la prima espone la teoria e gli strumenti del Project Manager; la seconda applica quanto descritto al caso studio Artefici del nostro tempo, descrivendone due edizioni. La prima edizione del 2019 viene trattata in tutta la sua compiutezza, illustrando e approfondendo le quattro fasi del ciclo di vita di un progetto, i dati economici e i risultati raggiunti; l’edizione 2020, invece, non ha avuto il decorso sperato a causa di forze maggiori (causa Covid) e, per questo, verranno esposte le problematiche emerse con le relative conseguenze.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Foscati, Alessandra <1965&gt. "«Ignis sacer». Una storia culturale del 'fuoco sacro' dal Tardoantico al Medioevo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4115/1/foscati_alessandra_tesi.pdf.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Foscati, Alessandra <1965&gt. "«Ignis sacer». Una storia culturale del 'fuoco sacro' dal Tardoantico al Medioevo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4115/.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Zago, Ilaria <1998&gt. "Architettura contemporanea e promozione culturale globale. Il caso del polo museale dell'Isola di Saadiyat." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21979.

Full text
Abstract:
Oggetto della tesi è l’analisi del ruolo dell’architettura contemporanea come motore di riqualificazione e rilancio economico dei contesti urbani tra dimensioni extra e innovazione funzionale, in particolare a partire da una crescente centralità del Medio Oriente che, attraverso strategie e sfide architettoniche, sta portando gli Emirati Arabi Uniti ad emergere come luogo culturale deputato a livello internazionale. In tal senso, paesi considerati come regioni periferiche della cultura si stanno trasformando in destinazioni primarie per l'arte grazie ad ingenti finanziamenti e prestigiose acquisizioni. La tesi si sviluppa partendo da un’osservazione ravvicinata delle città di Abu Dhabi e Dubai, finalizzata a cogliere i caratteri di rilancio economico in contesti urbani in rapida crescita e, quindi, le molteplici strategie adottate dagli Emirati Arabi Uniti sia in ambito culturale che in ambito urbanistico. La strategia urbana attualmente adottata da parte delle città di Abu Dhabi e di Dubai utilizza un approccio quasi sempre votato ad uno sviluppo sostenibile delle nuove opere realizzate, puntando ad un funzionamento evoluto della vita negli spazi pubblici, in particolare in quelli destinati alle attività culturali. Il distretto dell’Isola di Saadiyat, insieme al District 2020, dimostrano, infatti, come lo sviluppo dei centri culturali possa trasformare tali politiche in strategie spaziali urbanistiche. Attraverso l’analisi dell’emergente polo museale dell’Isola di Saadiyat ad Abu Dhabi nella tesi vengono studiati tre differenti approcci progettuali inerenti la contemporaneità, quindi la relazione tra le differenti soluzioni architettoniche e la pertinenza delle stesse con le esigenze museali rispettivamente nel Louvre Abu Dhabi Museum (2006-2017), progettato da Jean Nouvel, nel Guggenheim Abu Dhabi (in fase di realizzazione), progettato da Frank O. Gehry e ne Museo Nazionale Zayed (in fase di realizzazione), progettato da Norman Foster. Queste grandiose architetture - realizzate in collaborazione con prestigiose istituzioni internazionali quali il Louvre Museum di Parigi, il Solomon R. Guggenheim Museum di New York e il British Museum di Londra – sono state pensate per conciliare la promozione culturale locale con quella globale e, allo stesso tempo, stanno contribuendo alla riqualificazione di intere aree urbane, sia rivoluzionando il concetto stesso di museo (in taluni casi considerato alla stessa stregua di un’opera d’arte), sia agendo come motore nei processi di rilancio economico dei relativi contesti urbani in cui sorgono, dimostrando a tutti gli effetti le potenzialità dell’architettura contemporanea nella qualificazione di contesti urbani finora anonimi, fino a trasformare gli stessi in centri di diffusione culturale internazionale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

FERRARINI, FABIO. "ITALIANI E TEDESCHI ALLA CONQUISTA CULTURALE DEL 'GRANDE NORD' (1922-1945)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/733695.

Full text
Abstract:
The interest on fascism in Scandinavia and Finland is due to the importance that Nazism gave to the ‘nordic race’, its mythology and its cultural heritage. Fascism did not become very popular in the Nordic countries and it did not achieve power anywhere (the only exception was the case of Vidkun Quisling). This study, focused on Italian and German cultural propaganda in the Nordic countries, could show us that fascism was a global and transnational doctrine with diverse reformulations or ramifications. Therefore, this research could also be useful to the analysis of Mussolini’s struggle against Nazi political and cultural influence in the Nordic area. Organisations and associations like the Società Dante Alighieri (Dante Alighieri Society) and the Nordische Gesellschaft (Nordic Society), embodied the cultural comparison between the trope of Rome and the Germanic Weltanschauung. Moreover, the matter of race broke the network of the European right-wing groups and brought the failure of the ‘Fascist International’ dream. Consequently, the contradiction between the Latin and the Nordic interpretations of the world, made the Italo-German alliance fragile and inefficient.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Books on the topic "Storia culturale del tempo"

1

Bova, Sergio. Il restauro tra storia e coscienza del tempo. Torino: Trauben, 1998.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

La cultura del presente: Tempo e storia nella tarda modernità. Milano, Italy: FrancoAngeli, 1993.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Fin, Monica, and Han Steenwijk, eds. Gerasim Zelić e il suo tempo. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-979-9.

Full text
Abstract:
Gerasim Zeli&#263; (1752-1828) è una delle figure più emblematiche del panorama culturale serbo a cavallo fra Sette e Ottocento. Archimandrita del monastero serbo-ortodosso di Krupa, diplomatico e scrittore, dal 1794 al 1811 Zeli&#263; ricoprì la carica di Vicario generale dei serbi di Dalmazia e, come tale, fu uno degli attori principali degli eventi legati alla polemica confessionale che al tempo agitava la regione. La sua autobiografia, intitolata Žitije e pubblicata a Budapest nel 1823, lo colloca inoltre fra i protagonisti di un’epoca cruciale per la nascita della nuova letteratura serba. Seguendo un approccio multidisciplinare, i saggi raccolti nel volume Gerasim Zeli&#263; e il suo tempo analizzano la vicenda di Gerasim Zeli&#263;, il suo coinvolgimento negli eventi legati alla polemica confessionale in Dalmazia e la sua attività letteraria, allargando la discussione all’epoca in cui visse l’archimandrita serbo. Particolare attenzione viene dedicata al contesto in cui Zeli&#263; operò, ovvero la penisola balcanica, nonché alla storia culturale dei serbi di Ungheria fra XVIII e XIX secolo.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Italy) Design e Open Source for Cultural Heritage (Conference) (2011 Genoa. Design & open source for cultural heritage: Il design del patrimonio culturale fra storia, memoria e conoscenza : l'Immateriale, il virtuale, l'interattivo come "materia" di progetto nel tempo della crisi. Firenze: Alinea editrice, 2015.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Oltre il '900 (Conference) (2021 Biblioteca nazionale centrale di Roma). Oltre il Novecento: Chiara Lubich e la storia, la letteratura e la società del nostro tempo. Roma: Città nuova, 2022.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Taroni, Paolo. Filosofie del tempo: Il concetto di tempo nella storia del pensiero occidentale. Milano: Mimesis, 2012.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Maiello, Francesco. Storia del calendario: La misurazione del tempo, 1450-1800. Torino: G. Einaudi, 1994.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Convegno di studi storici (Rovigo, Italy) (16th 1990 Adria, Italy). Francesco Antonio Bocchi e suo tempo, 1821-1888: Atti del XVI Convegno di studi storici, Adria 21-22 aprile 1990 : organizzato dall'Associazione culturale Minelliana con il patrocinio della Regione Veneto e della Deputazione di storia patria delle Venezie. Rovigo: Minelliana, 1993.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Arnaldo, Benini, and Schneider Arno, eds. Thomas Mann nella storia del suo tempo. Firenze-Antella: Passigli, 2007.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Calonico, Davide. Il tempo è atomico: Breve storia della misura del tempo. Milano: Editore Ulrico Hoepli, 2013.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Book chapters on the topic "Storia culturale del tempo"

1

D’Ambrosio, Antonio. "«Una diversa me stessa». Venti racconti di Gianna Manzini." In Studi e ricerche del Dipartimento di Lettere e Filosofia, 393–413. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2023. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-688-1.22.

Full text
Abstract:
L’intervento presenta l’evoluzione della narrativa di Gianna Manzini dall’esordio con Tempo innamorato (1928) fino a Venti racconti (1941), antologia che riassume il suo intero percorso creativo. Di questa indaga la storia, attraverso il carteggio con Giuseppe De Robertis; studia la struttura; dimostra la raggiunta maturità stilistica dell’autrice con l’analisi di un campionario di varianti.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Tosco, Carlo. "La storia assente: i limiti della Convenzione Europea del Paesaggio." In Sapere l’Europa, sapere d’Europa. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-562-9/004.

Full text
Abstract:
The European Landscape Convention is an international treaty of great importance in the European institutional framework, but it contains a number of unclear and controversial points. This article investigates the relationship between the Convention and history, disclosing several critical aspects. In particular, it is worth mentioning that from the text of the Convention the term history/histoire is missing. The essay explores the reasons for this absence, in relation to a more general crisis of historical culture that affects the European nations. This crisis had already been foreseen by a number of authors, such as Jean-François Lyotard, Eric Hobsbawm, Claude Lévi-Strauss and François Hartog. In Italy, the most recent book by Adriano Prosperi (Un tempo senza storia, 2021) investigates the crisis of historical culture in contemporary societies, severely affecting schools and students’ educational programmes. The European Convention apparently shares this approach that constitutes a real threat to a proper knowledge of landscapes as repositories of collective memory and cultural heritage.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Hommel, Susanne. "Una storia di famiglia al tempo del nazismo." In Guerre senza limite, 75–79. Rosenberg & Sellier, 2017. http://dx.doi.org/10.4000/books.res.3676.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Grasso, Ida. "La Spagna di Paragone Letteratura (1950-75)." In Biblioteca di Rassegna iberistica. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-459-2/002.

Full text
Abstract:
Lo studio intende indagare la presenza della cultura ispanica in Paragone, rivista centrale del panorama letterario italiano della seconda metà del Novecento. La dichiarata apertura alla «storia di oggi», come si legge nel programmatico esordio del periodico, lo sguardo raffinato e analitico dei suoi collaboratori, vicini per animus critico e militanza culturale, ne fanno un imprescindibile punto di partenza per verificare, nell’ultimo venticinquennio della dittatura franchista, non soltanto l’eventuale diffusione e attestazione della produzione letteraria ispanica in Italia, ma anche, e soprattutto, la sua analisi in sede critica.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

D’Attoma, Sara. "2 • Divorzio e mediazione." In Sinica venetiana. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-602-2/002.

Full text
Abstract:
La libertà di divorzio, più di ogni altro diritto nell’ambito della disciplina giuridica sulla famiglia, è l’espressione di una volontà individuale. Essa può essere interpretata come complementare alla libertà di matrimonio, con la differenza che quest’ultima è stata riconosciuta dallo Stato come elemento primario e fondante della famiglia in largo anticipo rispetto alla libertà di divorzio. Nella storia del diritto di famiglia il nucleo famigliare è sempre stato considerato quale bene giuridico primario, da tutelare anche a scapito dell’esercizio dei diritti dei suoi singoli componenti. Il divorzio è stato relegato per molto tempo fra i fattori sociali destabilizzanti, per la sua espressione spiccatamente individualistica, e perciò non ammesso.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Conference papers on the topic "Storia culturale del tempo"

1

Ferrighi, Alessandra. "Citta', spazio e tempo: l’applicazione di un HGIS per la storia urbana." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7920.

Full text
Abstract:
La città è frutto dell'opera dell'uomo. Attraverso processi di lunga durata l’uomo ha costruito la forma della città adattando lo spazio circostante e modificando l’ambiente. Indagando tali processi, la storia delle città può essere narrata attraverso la ricerca e lo studio delle fonti, le interpretazioni e le analisi delle stesse. I luoghi o gli eventi legati alla città sono caratterizzati dai due concetti di Spazio e Tempo. Ogni città è stata creata in un determinato spazio e in un determinato tempo; ogni evento si è svolto in momento preciso e in un luogo specifico. I personaggi della storia sono vissuti in un intervallo temporale, hanno contribuito a segnare quel momento con azioni che sono riconoscibili come tracce nella storia. Siano essi personaggi illustri, che uomini del fare. Questa ricerca è nata dall'idea di trovare altri e diversi modi di comunicare, grazie alle nuove tecnologie, le trasformazioni, le stratificazioni e i cambiamenti delle città legati agli eventi naturali, alle decisioni politiche e amministrative avvenute nel corso della storia delle città stesse. Quando si narra la storia della città si fa riferimento, anche se non espressamente, alle due tematiche di Spazio e Tempo perché, come detto, le azioni si svolgono in momenti e luoghi definititi o circoscrivibili. L'HGIS (Historical GIS) se applicato alla storia urbana consente di mettere in relazione Spazio e Tempo nella lettura delle trasformazioni della città e del territorio circostante.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Silva, Madalena Pinto da. "Guardare oltre il tempo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7958.

Full text
Abstract:
È nostra convinzione che gli argomenti della dissoluzione del luogo contribuiscono a ideare una città che va aggiungendo architetture atopici, architetture dove si può manifestare più facilmente la spettacolarità delle sue forme, e dove la rottura spaziale della città diventa più evidente. D'altra parte, la difesa dell’anti-storicità del processo creativo architettonico, nel confronto con la città e la sua architettura in nome del progresso e del futuro, crea le forme di rottura e di disagio e dà forza ad una nuova visione puramente funzionalista. Oggi l'architettura appare come controllata d’altre aree del sapere, manifestandosi, tuttavia, esuberante nelle sue forme, in un’autonomia illusoria, e prigioniera di presupposti che le superano e svalutano. L'architettura contemporanea deve chiamare di nuovo a sé il concetto di continuità e permanenza, della prospettiva di creare nuove memorie e di contribuire alla definizione di riferimenti collettivi che possano edificare le forme della nostra storia attuale, e le forme di una città in crescita che oggi è già difficile da identificare. Siamo preoccupati, tuttavia, in un altro ordine, l'ordine che possiamo trovare attraverso esempi che mostrano una sequenza 'genomica', una struttura che stabilisca la continuità dei fatti che hanno determinato la città e che la hanno configurato in molti modi, nel corso della sua storia. In un processo dicotomico di causa ed effetto, la città contemporanea può anche vedere la sua forma descritta con la precisazione della forma dei suoi spazi pubblici (Il suo design e la sua posizione – una grammatica operativa), ma anche con il rapporto e i legami tra loro, (un ordine – una sintassi efficiente). We are convinced that the arguments surrounding the dissolution of place tend toward the materialization of a city which continues to amass atopic architectures, architectures that facilitate the spectacularism of their forms and where the spatial rupture of the city becomes more discernible. On the other hand, the vindication of the architectural creative process as anti-historical creates forms of rupture and discomfort, and empowers a new, merely functionalist, vision. Today architecture is seen as subsidiary to other branches of knowledge, and, despite its exuberant forms, it retains an illusory autonomy, confined by assumptions that surpass and depreciate it. Contemporary architecture must reclaim the notion of perpetuity and permanence, so as to create new memories and contribute to the maintenance of collective references that solidify our current history’s forms and the forms of a growing city increasingly difficult to identify. We are interested in the order that we can find by way of examples that feature a ‘genomic’ sequence, a structure capable of establishing the continuity of facts that throughout history have determined and configured the city in so many ways. By means of a dichotomous cause and effect process, we may also describe the contemporary city’s form by clarifying the form of public spaces (their design and position – an operative grammar) and the relation and articulation between public spaces (an order – an efficient syntax).
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Lutzoni, Leonardo. "Paesaggi in divenire: la territorialità attiva dei nuovi abitanti: il caso di Luogosanto in Alta Gallura." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7998.

Full text
Abstract:
Il paesaggio urbano contemporaneo, governato dal movimento e dalla trasformazione, produce disorientamento. La velocità delle reti assorda la città, lacera e segmenta la campagna e il binomio oppositivo urbano/rurale non si presenta più in quanto tale. In diverse aree del nostro paese, però, in particolare lì, dove la rete dei flussi e delle infrastrutture, del mercato e dell'economia globale, che alterano la fisionomia locale della città e del territorio, si dirada, si nascondono dei territori meno illuminati, spazi aperti, di rallentamento, di silenzio, di sopravvivenza di campagna e agricoltura, di resistenza alla crescita lineare e senza senso dell'urbanizzazione (Lanzani, 2011, pag. 20). Sono territori densi di natura e di storia nei quali si stanno verificando fenomeni emergenti, indizi, che disegnano le traiettorie per una prospettiva di cammino differente, ormai necessario, anche per la pianificazione urbanistica contemporanea: nuove forme dell'abitare, dinamiche di insediamento neo rurali, nuove economie legate alla terra, processi di riterritorializzazione, rielaborazione del rapporto tra uomo e natura, una vera e propria svolta etico-culturale. Partendo dalla consapevolezza di vivere ed agire in un delicato equilibrio “sistema-mondo” a cui ogni realtà locale è connessa, nell’articolo si analizza il fenomeno dei nuovi abitanti a Luogosanto, piccolo Comune dell’Alta Gallura, in Sardegna. Fenomeno che richiede un'impostazione metodologica basata sull'osservazione attenta, infatti, si tratta, in buona sostanza, di associare un’analisi più generale a un’indagine di dettaglio che può arrivare addirittura alla ricerca della singola esperienza di vita, necessaria a tracciare le linee per il progetto di territorio.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Maccarrone, Maria. "Una città nomade e multidimensionale: il caso della reale Aci." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7973.

Full text
Abstract:
Viviamo strani giorni, tempi di rapide accelerazioni, cambiamenti sociali e trasformazioni ambientali stressanti, che richiedono soluzioni contenitive e culturali improcrastinabili. Poniamo il caso di Acireale, città insulare di circa 50.000 abitanti, posta lungo la costa orientale sicula, stretta fra l’azzurra ionia marina, il nero del Vulcano Etna e il sempreverde degli agrumi. Il paesaggio dell’Aci trattiene geomorfologie e memorie antiche. Ricomporne le alterne vicende significa riflettere sulle “reali” specificità di una città siciliana per la quale è esistita un’articolata continuità storica di frequentazione in una porzione ampia di suolo vulcanico denominato Timpa. Nel corso dei secoli, le comunità hanno identificato in questo unico complesso lavico un salubre avamposto su cui migrare, tendenzialmente da Sud a Nord, fino a stanziarsi sul pianoro su cui sorge la città di Acireale. In età recente, la maggior crescita edilizia ha consumato pregevoli parti di terreno agricolo, inducendo uno sprawl urbano verso l’entroterra ed esponendo la Timpa a grandi rischi generati dalla progressiva assenza di organici interventi d’assetto territoriale. Questo contesto storico e paesaggistico aspetta d’essere attraversato, curato e valorizzato per ricomporre di quei valori percettivi che giacciono latenti nella memoria collettiva. La riqualificazione della Timpa può essere il tema per l’infrastrutturazione geografica con cui ri-connettere le inevitabili istanze di trasformazione urbana all’improrogabile sviluppo sostenibile del territorio acese. We live in strange days, periods of rapid acceleration, with stressful social changes and environmental changes, which require cultural solutions. Take the case of Acireale, city of about 50.000 inhabitants, located along the eastern coast of Sicily, between the Ionio sea, Mount Etna and evergreen citrus. The landscape of Aci holds geomorfologie and ancient memories. Over the centuries, communities have identified in this unique building of lava a place healthy where migrate, from South to North. In recent years, the growth of buildings has consumed valuable pieces of agricultural land, causing urban sprawl inland and exposing the Timpa large risks generated by the progressive absence of organic interventions of regional planning. This historical context and landscape is waiting to be crossed, edited and enhanced. The project of the Timpa may be the theme for re-connect the inevitable instances of urban transformation at the sustainable development of the territory.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Ballarin, Matteo, and Nadia D'Agnone. "Paesaggio, suolo, tempo: la rappresentazione dei tempi geologici nella citta' di Catania." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8041.

Full text
Abstract:
Parlare di tempo geologico è un modo di contestualizzare i processi materiali della terra nella sua storia. La scala dei tempi geologici suddivide la lunga storia della terra in eoni, ere, periodi ed epoche, non omogenei tra loro, ma in relazione l'un l'altro a seconda di ciò che emerge dall'analisi dei dati stratigrafici o dallo studio della stratificazione dei diversi livelli della crosta terrestre. Recentemente negli studi relativi a territorio e paesaggio è stata introdotta l'idea che l'epoca dell'Olocene, iniziata circa 11.700 anni fa, sia terminata e che sia stata sostituita da una nuova epoca geologica chiamata Antropocene, ovvero, 'l'era della razza umana'. Per confermare o meno questa ipotesi, siamo partiti da due categorie concettuali di paesaggio: il paesaggio terrestre ed il paesaggio costruito. Il caso studio della città di Catania, in Sicilia, ben si applica a questa ricerca: il suolo della città si è costruito sia tramite l'intensa opera dell'uomo -negli ultimi 40 anni fino a risalire al XVII secolo ed al nucleo greco antico- sia tramite una non indifferente attività geologica, rappresentata dalle molteplici eruzioni vulcaniche e dai frequenti terremoti che hanno colpito la conurbazione nel corso dei secoli. L'analisi -tramite sezioni e carotaggi- della stratigrafia storica ha evidenziato come la forma non solo della città ma del paesaggio di Catania abbia risentito in maniera eccezionale delle mutazioni geologiche intercorse, più di ogni altra città europea, e la rende un oggetto di studio privilegiato per esaminare la correlazione tra paesaggio, tempo ed usi. Geologic time is a way of contextualizing the material processes of the Earth within its long history. The geologic time scale divides the long history of the earth in eons, eras, periods and epochs, not separately, but in relation to each other depending on what emerges from the analysis of stratigraphic data and the different levels of the crust of the earth.Recently, studies related to territory and landscape have introduced the idea that the current Holocene epoch that began 11,700 years ago has ended and has been replaced by a new geological epoch called the Anthropocene, or, 'the era of human race'. To confirm or reject this hypothesis, we started from two conceptual categories of landscape: the terrestrial landscape and the constructed landscape. We apply this research using the case study of Catania, Sicily. The soil of the city of Catania is built is through both the intense work of man – in the last 40 years going back to the seventeenth century and to antiquity with the ancient Greeks – and, through substantial geological activity – by the many volcanoes and frequent earthquakes over the centuries. The analysis is defined by a sectioning and dissection of the historical stratigraphy of the ground of Catania. It reveals how the form of the city and landscape of Catania has undergone exceptional change and mutation evolving slowly in geologic time, more so than any other European city. It is therefore an interesting object of study to examine the relationship between landscape, time and use.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Albissini, Piero, Antonio Catizzone, Laura De Carlo, Laura Carlevaris, Vittorio Di Stefano, and Alessandro Micucci. "Le trasformazioni dello spazio urbano: la quarta dimensione nella georeferenziazione dell’iconografia storica di Rome." In International Conference Virtual City and Territory. Barcelona: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2009. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7549.

Full text
Abstract:
Se si considera la componente fisica del sistema città come espressione materiale dell’insieme dei fenomeni evolutivi dei luoghi, appare evidente come la sua rappresentazione possa essere considerata come sistema di conoscenza generale in grado di manifestare una convergenza di informazioni di natura altamente eterogenea. Le vaste trasformazioni che hanno interessato le città nella storia hanno determinato una evoluzione non solo nelle modifiche morfologiche degli assetti territoriali e nella stratificazione architettonica delle strutture urbane, ma anche nella percezione e fruizione degli spazi urbani. Se si considera l’organizzazione dello spazio urbano come ambito di relazione tra gli uomini, i contributi che provengono dalle fonti bibliografiche, iconografiche e cartografiche in particolare possono consentire la ricostruzione diacronica dei tessuti urbani. Questa ricostruzione è resa possibile dalla lettura delle diverse rappresentazioni che della città sono state date nel tempo, come rappresentazioni iconografiche o pittoriche, talvolta simboliche se non addirittura metaforiche, che consentono di acquisire conoscenze dei luoghi, anche quando presentano uno scarso grado di attendibilità. L’introduzione dell’informatica nel rilevamento e nella rappresentazione cartografica e la realizzazione dei sistemi informativi territoriali hanno aperto nuove possibilità non solo nella realizzazione di database collegati e georeferenziati, che possono contenere una notevole quantità di informazioni di diversa natura progressivamente incrementabili, ma soprattutto rendendo agevoli sia le molteplici interrogazioni sia le successive elaborazioni. Lo sviluppo della cartografia digitale dalla quale si possono derivare direttamente modelli tridimensionali, si pone quindi come punto di partenza per una corretta rappresentazione della complessità del fenomeno urbano e per un ripensamento dello spazio non più sulla base di esplorazioni planimetriche, ma tramite la creazione di modelli virtuali generati in maniera più o meno automatica a partire dalla cartografia stessa. In questo senso, il modello di derivazione cartografica costituisce l’aspetto metrico-quantitativo della rappresentazione della città, aspetto che risulta tanto più esatto, obiettivo e verificabile in quanto ottenuto con strumenti che rendono le misurazioni sufficientemente attendibili. Si tratta dunque di esplorare la cartografia tridimensionale cogliendone le peculiarità e la ricchezza nella restituzione dello spazio urbano, caratteristiche, queste, che suggeriscono immediatamente di tentare di ricostruire con la stessa vivacità rappresentativa anche tutti i trascorsi storici della città o, quanto meno, di alcuni dei suoi momenti topici, con particolare attenzione alle trasformazioni di natura orografica ed edilizia. In questo quadro emergono due distinti aspetti di natura metodologica, l’uno concernente la generazione del modello urbano e le implicazioni tecniche che questo comporta (implementazione di dati, automatismi, studi tipo-morfologici, scala del modello, …), l’altro relativo all’evoluzione della città attraverso il confronto tra modelli cartografici diversi (bi e tridimensionali). La realizzazione di un modello virtuale basato sulla cartografia digitale 3D, che fotografa lo stato attuale della struttura urbana, può rappresentare la griglia tridimensionale di riferimento per una visualizzazione delle trasformazioni spaziali attuata con una procedura che ripercorre a ritroso il cammino della storia. Si tratta di riferire a questa griglia orientata sulla base di capisaldi topografici certi i dati cartografici e iconografici provenienti dalla ricerca storico-documentaria, sulla base della individuazione di elementi invarianti della struttura urbana, come assetti orografici, vuoti urbani o edifici esistenti, etc., che non hanno mutato la loro localizzazione e le loro caratteristiche morfologiche. Così concepito, il modello tridimensionale di derivazione cartografica si caratterizza per la capacità di recepire e valorizzare documenti molto diversi e non necessariamente “scientifici” ai fini di una visualizzazione interattiva della storia del singolo brano di città o del singolo edificio per valutarne le trasformazioni sul piano morfologico e dimensionale, ma anche percettivo.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Cerasoli, Mario, and Biancamaria Rizzo. "Il futuro tecnologico dei centri storici." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7979.

Full text
Abstract:
Parlare di recupero e valorizzazione dei centri storici può essere quanto mai attuale in un’epoca in cui, forse per la prima volta, si mettono in discussione alcuni modelli insediativi e di sviluppo volti prevalentemente alla espansione delle aree urbane. A cinquant’anni di distanza da quando si è cominciato a parlare in modo organico di centri storici, in un periodo caratterizzato da una delle più gravi crisi economiche globali dopo quella del 1929, com’è cambiato il rapporto tra le città e i propri Centri Storici? Come sono visti i centri storici da chi li abita e da chi non li abita? Quale può essere allora il ruolo potenziale delle nuove tecnologie per la tutela e la valorizzazione dei Centri Storici? Le nuove tecnologie possono non solamente cambiare significativamente la qualità di chi abita e vive nei centri storici ma anche aumentare la competitività degli stessi, aumentando così la loro capacità di attrarre risorse umane e finanziarie e favorendone lo sviluppo economico e socio-culturale. Tuttavia, come si coniuga il valore della storia con le mutevoli esigenze della vita contemporanea? Quali le potenziali applicazioni delle nuove tecnologie per il miglioramento della vita nei centri antichi? Il Centro Storico costituisce un ambito territoriale estremamente delicato, con una precisa identità urbanistica e un elevato valore storico e testimoniale riferibile sia al tessuto urbano, sia a elementi del patrimonio edilizio di rilevante valore, sia ai suoi abitanti. Ma può in realtà rivelarsi una risorsa importante in un progetto di trasformazione virtuosa dell'intera compagine urbana, rafforzandone sia l'identità propria che la capacità di attrazione verso l'esterno. E le nuove tecnologie in questo progetto possono assumere un ruolo determinante. Talk about recovery and valorisation of the historic centers can be as timely as ever at a time when, perhaps for the first time, are put into question some settlement and development models principally aimed to the expansion of urban areas. After fifty years since it been started talking about in an organic way of historical centers, in a period characterized by one of the most serious global economic crisis after the one of 1929, as the relationship between the city and its historical centers has changed? As the historical centers are seen by those who live there and those who do not live in them? Which then can be the potential role of new technologies for the protection and valorisation of historical centers? The new technologies can not only significantly change the quality whose inhabits and lives in the historic centers but also increase the competitiveness of the same, thus increasing their ability to attract human and financial resources and promoting the economic development and socio-cultural. However, how it combines the value of history with the changing needs of contemporary life? What are the potential applications of new technologies for the improvement of life in the ancient centers? The historical center constitutes a territorial field extremely delicate, with a specific urban identity and an high historical and testimonial value referable both to the urban texture, both to elements the building heritage of significant value, both to its inhabitants. But it can actually become an important resource in a virtuous transformation project of the whole urban structure, strengthening both the its own identity that the attractiveness to the outside. And the new technologies in this project can play a decisive role.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography