Journal articles on the topic 'Stato sociale'

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Rossi, Delfina. "Stato sociale e democrazia." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (September 2011): 79–90. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-003006.

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Abstract:
L'accesso ai beni non č garanzia del loro pieno utilizzo; occorre mettere le persone in grado di raggiungere determinati funzionamenti e capacitŕ che quei beni possono loro garantire. Lo stato sociale a San Marino quali funzionamenti e beni riesce a garantire? Il saggio parte dall'analisi del contesto economico della Repubblica di San Marino e ne descrive il modello di stato sociale, sviluppato e fondato sul ruolo dello Stato come fornitore diretto della maggior parte dei servizi. La lettura incrociata che ne risulta č che solo attraverso un processo di capacitazione delle persone, quindi dei cittadini, delle istituzioni e di integrazione delle politiche sarŕ possibile, in questo momento storico, raggiungere il bene sociale.
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Kramer, Nicole. "Der Wandel des italienischen Sozialstaats in Zeiten politischer Umbrüche." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (December 20, 2017): 3–23. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0003.

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Abstract:
Riassunto La storia dello Stato sociale italiano affonda le sue radici nel XIX secolo e comprende un periodo di radicali cambiamenti politici. Introducendo la sezione tematica „Le molte facce dello Stato sociale. Prospettive sulla storia della protezione sociale in Italia tra dittatura e democrazia“, il contributo offre una panoramica della ricerca e discute, in particolare, i risultati a cui sono giunti nuovi studi. A partire dai primordi delle assicurazioni sociali nel nuovo Regno d’Italia si seguono le fasi dell’ampliamento e della trasformazione dei sistemi di sicurezza sociale con particolare riguardo alle innovazioni realizzate durante la guerra e nel dopoguerra, nonche al quadro ideologico e alle idee guida su cui si basano. Da cio emerge che la forma dello Stato sociale italiano e stata influenzata sia dalla monarchia che dalla dittatura e la democrazia. Si discute in quale misura i passaggi da un regime all’altro, come pure le conseguenze prodotte dalla guerra, abbiano innescato dinamiche trasformative.
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Kramer, Nicole. "Der Wandel des italienischen Sozialstaats in Zeiten politischer Umbrüche." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (March 5, 2018): 3–23. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0003.

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Abstract:
Riassunto La storia dello Stato sociale italiano affonda le sue radici nel XIX secolo e comprende un periodo di radicali cambiamenti politici. Introducendo la sezione tematica „Le molte facce dello Stato sociale. Prospettive sulla storia della protezione sociale in Italia tra dittatura e democrazia“, il contributo offre una panoramica della ricerca e discute, in particolare, i risultati a cui sono giunti nuovi studi. A partire dai primordi delle assicurazioni sociali nel nuovo Regno d’Italia si seguono le fasi dell’ampliamento e della trasformazione dei sistemi di sicurezza sociale con particolare riguardo alle innovazioni realizzate durante la guerra e nel dopoguerra, nonché al quadro ideologico e alle idee guida su cui si basano. Da ciò emerge che la forma dello Stato sociale italiano è stata influenzata sia dalla monarchia che dalla dittatura e la democrazia. Si discute in quale misura i passaggi da un regime all’altro, come pure le conseguenze prodotte dalla guerra, abbiano innescato dinamiche trasformative.
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de Maria, Ranieri. "Corpo e individuo nel Welfare State: pubblici poteri e dignitŕ umana." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 2 (July 2012): 63–78. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-002004.

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Abstract:
Negli ultimi anni i media e la politica si sono occupati spesso delle vicende del corpo, a volte di mero interesse individuale. Ciň probabilmente deriva dall'attitudine crescente del Welfare State ad occuparsi della vita e della salute degli individui, e dalla tendenza alla socializzazione del corpo, sul quale č stata costruita una vera e propria economia. Correlatamente, l'attribuzione alla medicina di compiti sociali ulteriori rispetto alla cura della salute ha contribuito al processo, stabilendo inoltre dei modelli di "normalitŕ" da promuovere e imporre. Se da un lato la compressione indebita di spazi di privatezza da parte dello Stato puň violare la dignitŕ umana e rompere il contratto sociale, la crisi dello Stato sociale apre importanti interrogativi sul futuro.
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Strazzeri, Marcello. "La giuridificazione organizzativa dello stato sociale." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 3 (February 2012): 105–12. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-003009.

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Abstract:
La tendenza alla giuridificazione si colloca all'interno di un processo storico piů generale, della cui dinamica sociale ed istituzionale scandisce snodi essenziali. E tuttavia si puň propriamente parlare di giuridificazione quando tale tendenza assume, nelle societŕ moderne, una rilevanza tale da produrre una vera e propria proliferazione del diritto scritto. Correlativo e conseguente al processo di giuridificazione č l'ampliamento della sfera di attivitŕ, precedentemente regolata in modo informale, che viene assoggettata a normazione giuridica. La codificazione giuridica specialistica di stati di fatto globali interviene in una fase di ulteriore spinta del processo sotto forma di "coagulazione del diritto". Ispirandosi alla teoria dell'agire comunicativo, l'articolo esamina l'ascesa, l'affermarsi e il proliferare del processo di giuridificazione, con l'obiettivo di stabilire se e come tale tendenza abbia favorito l'emergere e il definirsi istituzionale di istanze del mondo vitale; se, inoltre, allo stato attuale del processo, queste istanze possano ancora essere promosse o non sia auspicabile un processo inverso di de-giuridificazione.
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Pierson, Paul. "LO STATO SOCIALE NELL'ERA DELL'AUSTERITÀ PERMANENTE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no. 3 (December 1999): 393–439. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200028902.

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Abstract:
IntroduzioneDa tempo riconosciuto come un elemento caratterizzante delle democrazie industriali avanzate, il welfare state reclama oggi più attenzione che mai. Malgrado l'incremento delle disuguaglianze in molti paesi, le domande di tagli alla spesa sociale si sono intensificate. I tentativi in tale senso hanno provocato un acceso dibattito e diffuse proteste e ciò pone il welfare al centro del dibattito politico e del conflitto sociale.
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Alber, Jens. "IL RIPENSAMENTO DEL WELFARE STATE IN GERMANIA E NEGLI STATI UNITI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, no. 1 (April 1997): 49–99. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200025533.

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Abstract:
IntroduzioneL'età dell'oro del welfare state sembra essersi conclusa. I cambiamenti demografici e l'intensificarsi della competizione internazionale in un'epoca di globalizzazione hanno messo a dura prova i sistemi di welfare. Sebbene non vi siano indicazioni di un rifiuto generale dello stato sociale (welfare backlash) tra l'opinione pubblica occidentale, gli elettori spesso scelgono partiti neo-conservatori che promettono di tagliare i programmi sociali e ridurre le tasse. In questa nuova fase di stagnazione e ridimensionamento dello stato sociale, la questione di quali fattori determinino la vulnerabilità di particolari programmi o espongano alcuni sistemi di welfare state a una politica di tagli ha assunto un ruolo centrale nel dibattito accademico.
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Poggi, Gianfranco. "LO STATO SFIDATO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no. 2 (August 1991): 191–221. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200013253.

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Abstract:
IntroduzioneVerso la fine del ventesimo secolo, allo stato si aprono prospettive dubbie, sia nei sistemi liberal-democratici che in quelli a partito unico. In entrambi i casi, per quanto in misura diversa e in modi diversi, lo stato svolge un ruolo assolutamente centrale nella gestione del processo sociale, assorbe e controlla una parte assai cospicua del prodotto sociale, riceve ed elabora una grande quantità di richieste1. In entrambi i tipi, tuttavia, i modi in cui lo stato fa fronte a questi compiti sono da qualche tempo divenuti oggetto di preoccupazione e critica in misura forse maggiore che nelle precedenti fasi della sua vicenda storica.
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Poggi, Gianfranco. "LO STATO SFIDATO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no. 2 (August 1991): 191–221. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200021808.

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Abstract:
IntroduzioneVerso la fine del ventesimo secolo, allo stato si aprono prospettive dubbie, sia nei sistemi liberal-democratici che in quelli a partito unico. In entrambi i casi, per quanto in misura diversa e in modi diversi, lo stato svolge un ruolo assolutamente centrale nella gestione del processo sociale, assorbe e controlla una parte assai cospicua del prodotto sociale, riceve ed elabora una grande quantità di richieste. In entrambi i tipi, tuttavia, i modi in cui lo stato fa fronte a questi compiti sono da qualche tempo divenuti oggetto di preoccupazione e critica in misura forse maggiore che nelle precedenti fasi della sua vicenda storica.
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Gambino, Silvio. "Diritti e Stato sociale. Quale futuro europeo?" CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (November 2015): 35–47. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2015-002002.

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de Ghantuz Cubbe, Giovanni. "La base ideologico-progettuale dello Stato sociale." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 2 (September 2015): 24–38. http://dx.doi.org/10.3280/sa2015-002002.

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Targetti Lenti, Renata. "LO STATO SOCIALE. STORIA, POLITICA, ECONOMIA: UNA NOTA." Il Politico 256, no. 1 (June 28, 2022): 190–200. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2022.691.

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Matteucci, Ivana. "Personal network e comunità ibride: le social street." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 125 (August 2021): 97–115. http://dx.doi.org/10.3280/sur2021-125006.

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Abstract:
Questo articolo intende verificare come il personal network generato nello spazio online tramite l'appartenenza ai gruppi social e alle comunità virtuali, rappresenti un contributo e un supporto alla vita relazionale del soggetto nello spazio sociale reale. É stato compiuto uno studio esplorativo dove, attraverso l'analisi di un caso, sono state gettate le basi interpretative per la comprensione del fenomeno delle Social Street, che in future ricerche potranno essere testate su un numero più ampio di casi. Con il metodo del questionario online sono stati coinvolti alcuni iscritti a un gruppo Facebook di una Social Street. Si è trovato che la vita comunitaria online dei soggetti può essere significativamente connessa alla vita offline del gruppo nello spazio sociale urbano condiviso costituito dalla strada, configurando il nostro esempio come comunità ibrida e caso concreto di realtà aumentata.
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Ferrera, Maurizio. "NEOWELFARISMO LIBERALE: NUOVE PROSPETTIVE PER LO STATO SOCIALE IN EUROPA." Revista Direito das Relações Sociais e Trabalhistas 3, no. 1 (October 9, 2019): 72–101. http://dx.doi.org/10.26843/mestradodireito.v3i1.102.

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Abstract:
Lo scopo del presente articolo è studiare il cosidetto neowelfarismo liberale e le nuove prospettive per lo stato sociale europeo. Innanzitutto, viene discusso il neoliberismo che ha avuto una fase d’ascesa negli anni ottanta, una d’appiattimento intorno alla metà degli anni novanta e una di discesa negli anni duemila. Viene studiata la sfida lanciata al welfare state dall’ideologia neoliberista durante la sua fase ascendente. In seguito si descrive e si discute l’ascesa di un nuovo e articolato approccio ideologico ai temi del welfare che chiamerò neowelfarismo liberale. Trattasi di una nuova sintesi ideologica volta a combinare in modo creativo spunti tratti dalla tradizione liberale e da quella socialdemocratica per elaborare una nuova concezione della natura e del ruolo dello Stato sociale in un contesto economico sempre più basato sulla conoscenza e sempre più aperto.
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Sclauzero, P., G. Galli, M. Carraro, G. Barbati, and G. O. Panzetta. "Un nuovo fenotipo di pazienti in dialisi è diventato attuale. Ruolo dei componenti della fragilità sulla qualità di vita in questa popolazione: studio trasversale." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 3 (January 26, 2018): 31–37. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1156.

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Abstract:
I pazienti in dialisi presentano spesso diverse componenti della fragilità: comorbidità, disabilità, dipendenza, malnutrizione, deficit cognitivo, inadeguate condizioni sociali, che incidono sulla qualità di vita (QoL). Scopo del lavoro è stato indagare questa relazione essendo la letteratura ancora non conclusiva. Ai 203 pazienti (età media 72.03+11.9 aa; età dialitica 42.6+55.6 mm; 126 m) in dialisi a Trieste l'1 agosto 2010 sono stati misurati: QoL (SF-36), disabilità (scale ADL e IADL), dipendenza (Karnofsky Index), stato nutrizionale (scala SGA) ed analizzato lo stato sociale. Il cluster componente fisica SF-36 (39.3+10.4) è risultato più compromesso di quello mentale: 48.5+8.6 (scala 0–100). I pazienti hanno presentato disabilità fisiche (ADL: 32.5%), strumentali (IADL: 38.4%), malnutrizione (34%), dipendenza (42.9%) e mediamente 3.04 comorbidità (range: 0–8). Il 31.5% vive senza supporto familiare, il 44.5% presenta ridotte relazioni sociali. La regressione lineare multipla ha dimostrato l'effetto negativo di: dipendenza (p<0.001), malnutrizione (p=0.001) e disabilità (p=0.005), escludendo comorbidità significative all'analisi univariata (dati aggiustati per genere, età, età dialitica). La vita in famiglia (p=0.002), il benessere economico (p=0.01) e soprattutto estese relazioni sociali (p<0.001) hanno avuto un ruolo positivo (test ANOVA). Pertanto una QoL soddisfacente è favorita dallo screening precoce, dalla riabilitazione funzionale-nutrizionale e dalla prevenzione dell'isolamento sociale attraverso una rete socio-sanitaria coordinata. (sian) (nursing)
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Loffi, Vittoria Costanza Alessandra. "La disciplina sull'aborto nei paesi del blocco BRICS in una prospettiva comparata." La Nuova Giuridica 2, no. 2 (January 19, 2023): 179–219. http://dx.doi.org/10.36253/lng-1989.

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Abstract:
L’obiettivo di questo elaborato è quello di fornire un’analisi sociale e giuridica delle discipline sulle interruzioni di gravidanza, sottolineando il ruolo giocato dai fenomeni storici del colonialismo e della determinazione per via rivoluzionaria di una forma di Stato socialista nel definire la posizione della donna all’interno della società. Tramite l’ottica del diritto comparato si vuole evidenziare la correlazione tra la forma di Stato dei paesi del blocco BRICS, la loro concezione di diritti riproduttivi e il ruolo dei movimenti femminili e femministi all’interno di ogni ordine sociale nell’aver imposto all’agenda politica del proprio paese il tema dei diritti riproduttivi. La nozione di forma di Stato attiene al rapporto tra libertà e autorità, pertanto vi risulta inclusa anche la peculiare relazione tra autorità e diritti riproduttivi. È per questo fondamentale sottolineare il ruolo dei movimenti femministi nella determinazione delle forme di Stato e nella conseguente delineazione dei propri diritti produttivi.The scope of this paper is to provide a social and legal analysis of abortion laws, emphasising the role played by the historical phenomena of colonialism and the determination by revolutionary means of a socialist form of State in defining the position of women within societies. Through the perspective of comparative law, the aim is to highlight the correlation between the form of state of the BRICS bloc countries, their conception of reproductive rights, and the role of women's and feminist movements within each social order in placing the issue of reproductive rights on the political agenda of their countries. The notion of the state form relates to the relationship between freedom and authority, so the peculiar relationship between authority and reproductive rights is also included. It is therefore crucial to emphasise the role of feminist movements in determining the forms of state and the consequent delineation of reproductive rights.
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Boccia Artieri, Giovanni. "Forme e pratiche della socievolezza in rete. Connessi in pubblico." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 41 (May 2012): 51–66. http://dx.doi.org/10.3280/sc2011-041005.

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Abstract:
L'articolo indaga il processo evolutivo della societŕ nel suo rapporto con gli individui nei termini dell'evoluzione della comunicazione e delle sue tecnologie. Qui, e in particolare nel web sociale, lo stato di contingenza del mondo diventa sempre piů visibile e va a caratterizzare i legami sociali. Il centro di questa svolta riguarda l'introduzione della comunicazione "personale di massa" (blog, SNSs) che cambia l'esperienza degli individui che sanno di essere potenzialmente "soggetto" di una conversazione mentre la forma del pubblico diventa quella dei networked publics. Č quindi nel contesto delle dinamiche di rete che il legame sociale deve essere visto come uno "stato di connessione", come un legame che ha assorbito la contingenza.
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Michieli, Andrea. "Il "dialogo sociale" nella costruzione asimmetrica dell'Unione Europea, tra battute d'arresto e rilanci." ECONOMIA PUBBLICA, no. 2 (August 2020): 89–104. http://dx.doi.org/10.3280/ep2020-002004.

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Abstract:
Nel processo di integrazione europea l'avanzamento del "dialogo sociale" e la tutela dei diritti sociali sono sempre andati di pari passo. L'armonizzazione "nel progresso" sostenuta dalle parti sociali europee si è però arrestata con la gestione della crisi del 2008 e con le scelte comunitarie di governance economica. Il con-tributo, dopo aver ripercorso la genesi della concertazione sociale europea e il suo attuale stato di paralisi, mette in rilevo la necessità di un nuovo corso del "dialo-go sociale" che, con l'approvazione de Pilastro europeo dei diritti sociali, possa ridefinire l'equilibrio tra libertà e diritti nel mercato unico europeo
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La Barbera, Francesco. "La convivenza dilemmatica: identità sociale, fiducia, interdipendenza." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (March 2012): 31–42. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-002004.

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Abstract:
Barbera Questo studio mirava a stabilire se l'interdipendenza percepita avesse un effetto significativo sulla cooperazione e se la fiducia fosse un mediatore di tale effetto. Alla ricerca hanno partecipato 82 studenti, di entrambi i sessi, che hanno preso parte individualmente ad un gioco dilemmatico con un partner fittizio di un'altra nazione europea. Č stato misurato il livello d'interdipendenza percepita dei soggetti con gli altri cittadini europei, ed č stata inoltre misurata la fiducia nel partner europeo con cui ciascun partecipante aveva giocato. I risultati mostrano che l'interdipendenza percepita ha un effetto significativo sulla cooperazione, che č mediato totalmente dalla fiducia. Tali risultati vengono discussi insieme alle loro implicazioni teoriche ed applicative.
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Strangio, Donatella, and Marco Teodori. "Le Terme di Viterbo: dal termalismo sociale ai progetti di rilancio nel segno del turismo del benessere." Agua y Territorio, no. 6 (December 30, 2015): 80–96. http://dx.doi.org/10.17561/at.v0i6.2811.

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Abstract:
Le motivazioni sottese a questo studio riguardano alcuni aspetti finora meno studiati del termalismo in Italia, in particolare le trasformazioni prodotte sul settore termale dall’intervento dello Stato a partire dagli anni tra le due guerre; tale intervento, intensifi catosi nel corso della seconda metà del Ventesimo secolo, produsse un nuovo modello di sviluppo, fuori dalle logiche di mercato, incentrato sul termalismo sociale assistito. Divenuto insostenibile dal punto di vista fi nanziario, dalla fi ne del Novecento l’apporto statale si ridusse drasticamente costringendo le imprese del settore ad elaborare nuovi percorsi per uscire da un profondo stato di crisi.Dopo aver fornito un inquadramento generale, tali processi sono stati studiati attraverso un particolare caso di studio, quello delle Terme di Viterbo. Le vicende di questa stazione termale sono state analizzate storicamente ricorrendo a fonti archivistiche inedite, ma sono state anche inquadrate nei loro assetti odierni sulla base di recenti indagini condotte dalle istituzioni locali, mosse dall’obiettivo di rivitalizzare i fl ussi turistici anche attraverso un nuovo connubio tra termalismo e benessere.
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Hoffmann-Lange, Ursula. "SEYMOUR MARTIN LIPSET: MODERNIZZAZIONE, STRUTTURA SOCIALE E CULTURA POLITICA COME FATTORI DELLO SVILUPPO DEMOCRATICO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 33, no. 3 (December 2003): 451–82. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200027428.

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Abstract:
IntroduzioneSeymour Martin Lipset è indubbiamente uno dei maggiori scienziati sociali del ventesimo secolo, «che ha plasmato, forse più di ogni altro scienziato sociale contemporaneo, lo studio delle condizioni, dei valori e delle istituzioni della democrazia negli Stati Uniti e in tutto il mondo (Marks 1995, 765). I suoi contributi sia alla scienza politica che alla sociologia sono straordinari. È l'unico ad essere stato sia Presidente dell'American Political Science Association (1979-80), sia dell'American Sociological Association (1992-3). È stato anche Presidente o vice Presidente di molte altre associazioni professionali americane e internazionali, come la International Society of Political Psychology, la World Association for Public Opinion Research, e la Society for Comparative Research. Le sue attività in queste associazioni testimoniano l'ampio spettro degli interessi accademici di Lipset, che vanno dalla politica comparata alla stratificazione sociale. Lipset ha anche ricevuto molti riconoscimenti, come fellowships da prestigiose istituzioni accademiche (ad es. il Center for Advanced Studies in the Behavioral Sciences di Stanford), premi da associazioni professionali, e non meno di sette Ph. D. onorari.
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Lopez, Giulia, Giulia Marabelli, Rosa Rosnati, and Raffaella Iafrate. "L'adozione e le sue rappresentazioni nel contesto sociale." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2020): 635–50. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002008.

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Abstract:
Le rappresentazioni dell'adozione ad oggi sono state scarsamente indagate. L'approfondimento di questo tema è rilevante in quanto potrebbe fornire utili indicazioni per l'attuazione di progetti di sensibilizzazione sulle tematiche dell'adozione. Esplorare quindi come l'adozione sia vista e percepita dalla popolazione adulta risulta un passo importante nell'ottica di promuovere una cultura dell'accoglienza nei confronti dei minori adottati e delle loro famiglie. A tal fine sono stati coinvolti 265 soggetti, ai quali è stato somministrato un questionario self-report contenente lo strumento del differenziale semantico che ha permesso di indagare la componente "atteggiamento" della rappresentazione relativamente all'adozione. In particolare, sono state indagate le emozioni relati-ve all'adozione e si è effettuato un confronto tra la rappresentazione di genitore e di genitore adottivo e quella di figlio e di figlio adottivo. I risultati mostrano un atteggiamento positivo che si esprime nella tendenza dei partecipanti ad associare al termine adozione emozioni positive. È risultata inoltre una significativa discrepanza tra l'immagine di "figlio" e di "figlio adottivo", più negativa per il secondo, mentre è emersa una visione tendenzialmente positiva dei genitori adottivi, visti come più concilianti e aperti al sociale rispetto ai genitori naturali. I risultati sono discussi in termini operativi.
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Grassi, Aldrigo, and Maria Cristina Falzoni. "Employment/unemployment and psychological discomfort. A survey among young people living in an Italian industrial area." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 2 (August 1996): 136–46. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004085.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Mettere a confronto la prevalenza di stati di disagio psichico in quattro gruppi di giovani di diversa condizione sociale (operai metalmeccanici esposti e non esposti a rischi occupazionali per la salute mentale, disoccupati o in cerca di prima occupazione e studenti a tempo pieno); lo studio inoltre valuta tra gli stessi gruppi, a distanza di sei anni, i cambiamenti di stato e le variazioni del disagio psichico. Disegno – I soggetti, selezionati attraverso accurate procedure di randomizzazione, sono maschi, in età compresa tra 20 e 29 anni, residenti da almeno 10 anni nella stessa area geografica e ancora conviventi con il nucleo famigliare originario. Sono stati reclutati 157 giovani, suddivisi nei seguenti gruppi: metalmeccanici esposti a rischi occupazionali specifici per la salute mentale (n° = 30); metalmeccanici non esposti (n° = 57); disoccupati (n° = 40); studenti a tempo pieno (n° = 30).La prevalenza degli stati di disagio psichico è stata confrontata nei quattro gruppi; a distanza di sei anni, sono stati valutati, nei 116 soggetti che hanno partecipato allo studio di follow-up, i cambiamenti di status e i livelli di disagio psichico.Setting – L'indagine è stata condotta a Cento (Ferrara), una zona economicamente ricca e con tassi di disoccupazione molto bassi. Le interviste sono state effettuate nel 1987 e nel 1993; i giovani, dopo essere stati contattati telefonicamente, sono stati intervistati nella propria abitazione, sempre dallo stesso psicologo. Principali misure utilizzate – Nel 1987 a ciascun soggetto sono stati somministrati una scheda «Posizione sociale e salute» (PSS) e un questionario, precedentemente validato, per la determinazione dell'indice di disagio psichico (IDP).Inoltre gli operai metalmeccanici, mediante il «Questionario di rischio lavorativo» (QRL), sono stati suddivisi nei due gruppi «a rischio» e «non a rischio» occupazionale per la salute mentale.Nel 1993, nello studio di follow-up, è stato nuovamente somministrato il questionario per la rilevazione dell'IDP ed è stata fatta compilare una scheda (Scheda per la posizione sociale e occupazionale) per raccogliere dettagliate informazioni sui cambiamenti lavorativi o di stato sociale intervenuti nei sei anni precedenti.Risultati – Nel 1987 si sono riscontrate situazioni di disagio psichico significativamente più frequenti e di maggior rilevanza negli operai metalmeccanici esposti a rischi occupazionali per la salute mentale (mentre nulla di significativo è emerso negli altri gruppi, in quello dei disoccupati in particolare). Dallo studio di follow-up si sono potuti rilevare miglioramenti significativi, per quanto riguarda il disagio psichico, negli operai metalmeccanici che sono passati dal lavoro manuale ad un altro tipo di impiego; si è inoltre riscontrata la tendenza, nei giovani disoccupati che hanno trovato, nei corso dei sei anni, un lavoro fisso, ad un peggioramento del grado di disagio psichico.Conclusioni – L'aspetto piu interessante della nostra ricerca sembra essere rappresentato dall'analisi delle relazioni tra prospettive occupazionali e salute mentale di giovani che vivono in un'area economicamente forte. Ulteriori ricerche dovranno tuttavia approfondire le problematiche specifiche connesse con le possibili prospettive occupazionali di studenti e giovani disoccupati e/o in cerca di prima occupazione.
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Moretti, Carla, Elena Spina, and Ugo Ciaschini. "Formazione e operativitŕ nel sociale: l'assistente sociale, l'educatore e l'operatore socio-sanitario." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (December 2012): 53–72. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-003004.

Full text
Abstract:
Gli autori in questo contributo evidenziano gli esiti di una ricerca relativa all'analisi di tre profili professionali del sociale (assistente sociale, educatore e operatore socio-sanitario), realizzata nel 2010 nel territorio della regione Marche. Con riferimento a tali profili i contenuti proposti mettono a fuoco gli aspetti connessi ai percorsi formativi e alle prassi operative messe in atto sul campo, evidenziandone i punti di forza, le criticitŕ, nonché le questioni aperte su cui appare piů urgente intervenire. In merito all'operativitŕ, tali figure professionali risentono delle condizioni di emergenza con cui i servizi si stanno misurando, oltre che dell'elevato carico di lavoro. Emerge, pertanto, uno stato di precarietŕ degli operatori che influisce sulla qualitŕ delle risposte e ne rende piů "incerto" il ruolo professionale, soprattutto nel terzo settore. D'altro canto si evidenzia come la legge 328/2000 abbia attribuito un forte rilievo alla dimensione dell'integrazione socio-sanitaria e del lavoro di rete.
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Magliano, Lorenza, Claudio Malangone, Manuela Guarneri, Cecilia Marasco, Andrea Fiorillo, Mario Maj, and Gruppo Di Lavoro. "The condition of the families of patients with schizophrenia in Italy: burden, social network and professional support." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no. 2 (June 2001): 96–106. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005170.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Questo studio ha inteso documentare: a) gli interventi che i pazienti con schizofrenia ricevono nei Servizi di Salute Mentale (SSM); b) il carico e la rete sociale dei familiari nonché il sostegno professionale che essi ricevono dai servizi. Disegno – Lo studio è stato condotto in 30 CSM selezionati in maniera randomizzata e stratificati per area geografica e densita di popolazione sull'intero territorio nazionale. In ciascun CSM selezionato, sono stati consecutivamente reclutati 25 pazienti con diagnosi DSM-IV di schizofrenia in fase di compenso clinico e altrettanti familiari-chiave. Il carico dei familiari è stato esplorato in relazione alia zona geografica, agli interventi ricevuti dai pazienti e al sostegno professionale e sociale prestato ai loro familiari. Principal misure utilizzate – a) paziente: Brief Psychiatric Rating Scale (BPRS) e intervista per 1'Accertamento delta Disabilita (AD); b) familiare-chiave: Questionari auto-compilati sui Problemi Familiari (QPF) e sulla Rete Sociale (QRS); c) interventi: Scheda di Rilevazione degli Interventi (SRI). Risultati – Sono stati raccolti dati relativi a 709 pazienti e altrettanti familiari-chiave. Nei due mesi precedenti la rilevazione dei dati, il 35% dei pazienti aveva partecipato a programmi riabilitativi, l'80% dei familiari era stato in contatto regolare con i CSM e P8% aveva ricevuto un intervento psicoeducativo familiare. I livelli di carico familiare erano maggiori al Sud. Tale differenza veniva meno quando la presa in ca-rico comprendeva interventi psico-riabilitativi e di sostegno familiare. Conclusioni – Questo studio mette in evidenza che la situazione delle famiglie dei pazienti con schizofrenia è attualmente più difficile al Sud, ed è sensibilmente influenzata dai tipo di presa in carico.
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Petrini, Francesco. "Lo sviluppo dello Stato sociale in Italia: tra clientelismo e universalismo." VENTUNESIMO SECOLO, no. 42 (October 2018): 113–30. http://dx.doi.org/10.3280/xxi2018-042007.

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Mazzardis, Sonia, Alessio Vieno, Martina Furegato, Massimo Santinello, and Massimo Mirandola. "Decrease in early adolescent illegal substance use in the Veneto region." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 19, no. 1 (March 2010): 80–85. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00001639.

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Abstract:
Il consumo di sostanze psicotrope, oltre ad essere un importante fattore di rischio per lo stato di salute individuale, rappresenta un fenomeno con significative ricadute in ambito sociale (Santinello et al., 2006; Serpelloni et al., 2009). Come riportato nella Relazione annuale sullo stato delle Tossicodipendenze in Italia (2009), nel 2007 sono stati registrati, nella regione Veneto, circa 11 decessi ogni 100000 abitanti a seguito di incidenti stradali droga-correlati. In particolare, le fasce detà maggiormente interessate dal fenomeno sono risultate, per le femmine, quelle tra i 14 e i 24 anni e, per i maschi, quelle tra i 19 e i 24 anni.
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Pigliaru, Francesco. "Il ritardo economico del Mezzogiorno: uno stato stazionario?" QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 3 (August 2009): 113–39. http://dx.doi.org/10.3280/qu2009-003006.

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Abstract:
- In this article I maintain that until the mid-Seventies the regions of the Italian Mezzogiorno followed a path first of divergence, then of convergence, reflecting a familiar pattern. The main characteristic in the case of the Mezzogiorno, however, is that the convergence phase led the area to a remarkably unfavorable steadystate. Further, I suggest that the disappointing results obtained in the area with numerous richly financed public policies are partly due to the poorer quality of the institutions in the Southern regions. In the second part of the article I discuss recent contributions that associate this failure of local institutions with the short supply of social capital, and that put its persistence down to mechanisms of intergenerational transmission of values and norms that change very slowly over time. In the final part of the paper I briefly discuss the role of economic policy faced with mechanisms of this nature.EconLit Classification: O120, O400, O430Keywords: Convergence, Institutions and Economic Growth, Social CapitalParole chiave: Convergenza, Istituzioni e crescita economica, Capitale sociale
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Arcidiacono, Caterina, and Filomena Tuccillo. "Donne migranti: convivere nella invisibilità sociale." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (March 2012): 43–56. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-002005.

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Abstract:
Il contributo esplora la consapevolezza reciproca e la cooperazione nella "buona convivenza". Vengono, in particolare, esaminate le dimensioni che trovano fondamento nell'armoniosa interazione tra individualità e contesti di riferimento. Lo scopo principale dell'articolo consiste nell'approfondire le strategie di vita delle donne di origine straniera impiegate nei servizi di cura della casa e della famiglia, alfine di conoscere gli elementi che ne caratterizzano le storie di vita, in relazione con il contesto locale e gli abitanti nativi. A tal proposito, il materiale raccolto, mediante intervista focalizzata, č stato sottoposto ad un'analisi di tipo interpretativo, utilizzando la Grounded Theory per giungere alla formulazione di una teoria di riferimento inerente l'oggetto dello studio.
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Rufino, Annamaria. "Salve, shalom, fil aman, ni hao. Riflessioni sulle radici sociali di una norma implicita." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2012): 179–83. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-001013.

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Abstract:
Il saluto č stato un significativo strumento di inclusione sociale e riconoscimento propositivo dell'altro. In questo senso puň essere considerato l'atto primitivo e fondativo della costruzione sociale e dei legami di solidarietŕ, oltre che un indicatore di cultura e civiltŕ. Nell'era globale, perň, tale prassi sociale ha perso pregnanza e significato, soprattutto negli agglomerati urbani caratterizzati da degrado ambientale, economico e socio-istituzionale. La hello practice rappresenta un strumento specifico dell'intelligenza territoriale, utile per verificare nella prassi sociale la capacitŕ di attivazione della fiducia e della socialitŕ.
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Morganti, Adolfo. "I Piccoli e i Grossi. La dimensione internazionale della Repubblica di San Marino." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (September 2011): 15–35. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-003003.

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Abstract:
Le recenti difficoltŕ nelle relazioni bilaterali fra la Repubblica di San Marino e l'Italia, giunte ad innescare alcuni prodromi di un diffuso conflitto sociale, obbligano e riprendere in mano ildelle relazioni internazionali della Repubblica di San Marino nell'attuale contesto di crisi dello Stato nazionale e diffusa globalizzazione politico-finanziaria. Partendo dall'analisi di alcuni dati storici l'articolo inquadra l'ampiezza delle relazioni internazionali della RSM sia rimandando a quelle propriamente istituzionali che datano dal 1862 fino all'opera delle reti parallele, nello specifico dell'. Assistendo quindi ad una diffusione in Europa del modello del Piccolo Stato, si affronta il tema delle prospettive che i Piccoli Stati Europei in generale, e la Repubblica di San Marino in particolare, possono aprirsi sia nella relazione con le grandi aggregazioni sovranazionali - prima fra le quali l'Unione Europea - sia con il vicino Stato Italiano.
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Bianco, Adele. "Sviluppo e conflitto sociale nel Governo dell'economia e azione sindacale di Michel Martone. Una lettura sociologica." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (July 2009): 103–20. http://dx.doi.org/10.3280/sa2009-001005.

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Abstract:
- "Governo dell'economia e azione sindacale" Unions, the Author focuses his attention on the post-war period. In this historical phase the relationships between State and Trade Unions is very cooperative. The analysis of this phenomena is the second very interesting topic of this book. The third relevant aspect is the concept of legislazione riflessiva (reflexive legislation). It means a transformation in the legislation processes: Trade Unions' action, its role and its result are increasingly important, so that it becomes part of ruling and legislation processes.Key words: Italy (history); Italian State; Economics; Trade Unions' Action; Development Social conflict. Parole chiave: Governo dell'economia - Relazioni Stato-Organizzazioni sindacali; Sviluppo; Conflitto sociale; Contrattazione collettiva; Concertazione.
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Basso, Pietro, and Fabio Perocco. "Immigrazione e trasformazione sociale dell'Europa: una svolta epocale e le sue prospettive." Perspectiva 38, no. 4 (January 13, 2021): 1–24. http://dx.doi.org/10.5007/2175-795x.2020.e67413.

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Abstract:
Il passaggio dal continente di emigrazione al continente di immigrazione è stato un enorme cambiamento per l'Europa. Dal 1945, decine di milioni di immigrati sono arrivati in Europa occidentale, prima di altre regioni europee, dopo dei quattro angoli del mondo. Così si è verificata un'enorme trasformazione sociale: la nascita (definitiva) di società multinazionali, multirazziali, multiculturali, multireligiose. Per molto tempo i governi e le aziende hanno voluto che gli immigrati fossero solo temporanei, per avere una massa di lavoratori precari, poco integrati e vulnerabili. Questa rivendicazione, tornata con forza negli ultimi anni, ha incontrato l'orgogliosa resistenza delle popolazioni immigrate, che hanno creato un sempre maggiore radicamento sociale. Lo stesso vale per l'analoga rivendicazione dei poteri istituiti di sottoporre le popolazioni e i lavoratori migranti a uno sfruttamento differenziato e ad ogni tipo di discriminazione, che sono state affrontate con lotte e ribellioni. Per decenni, nel fondo minaccioso della grande crisi irrisolta del 2008, questo conflitto si è aggravato fino a trasformare la “questione immigrazione” in una questione militare, che deve essere risolta con le marine militari e la polizia di frontiera. Questo articolo spiega che c’è tanta cosa in gioco: o torniamo a un modello di società e stato basato sulla più brutale oppressione “razziale” e di classe, oppure passiamo a una società definitivamente liberata da queste e altre forme di oppressione
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Roberti, Geraldina. "In relazione al consumo. Legami sociali e pratiche di fruizione sui Sns." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 43 (September 2012): 178–89. http://dx.doi.org/10.3280/sc2012-043012.

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Abstract:
L'articolo indaga il rapporto tra consumi e relazioni sociali nell'ambito dei percorsi identitari giovanili che si sviluppano sui social network (con particolare riferimento a Facebook). Attraverso una ricerca su un campione di giovani-adulti č stato possibile osservare come i ragazzi utilizzino la condivisione di una serie di pratiche di fruizione per rafforzare i loro legami sociali e come siano proprio le relazioni uno degli elementi fondamentali per la definizione della loro identitŕ. In questo senso, l'atto del condividere uno specifico consumo (o un prodotto) finisce per diventare piů importante del prodotto stesso, perché consente al soggetto di sperimentare un sentimento di appartenenza e contribuisce a strutturarne la rete sociale.
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Villalón, Jesús Cruz. "Covid-19 e diritto del lavoro spagnolo." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 168 (January 2021): 729–48. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2020-168004.

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Abstract:
La proclamazione dello stato di emergenza da parte del Governo spagnolo nel marzo 2020 ha provocato un impatto molto significativo in ambito giuslavoristico, essendo state adottate mi-sure legislative volte a dare priorità al telelavoro, a soluzioni di sospensione del rapporto di lavoro che evitino i licenziamenti, nonché ad importanti misure di protezione sociale per far fronte alle perdite di reddito per coloro che hanno smesso di lavorare. Il presente studio, la-sciando da parte il contenuto materiale delle misure adottate, intende analizzare il processo di elaborazione di queste norme emergenziali, l'intervento dei diversi poteri pubblici sia nel pro-cesso di approvazione che in quello di applicazione, nonché il ruolo inizialmente marginale della concertazione sociale, della contrattazione collettiva e della partecipazione dei lavoratori all'impresa, quest'ultimo almeno nella prima fase di sviluppo dello stato di emergenza. Da questo punto di vista, si analizzano le regole relative alle fonti del diritto, all'amministrazione del lavoro nonché il ruolo svolto dagli attori protagonisti abituali nello sviluppo del sistema spagnolo di relazioni industriali.
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Pozzi, Maura, Carlo Pistoni, Daniela Marzana, Lorenza Arpini, Sabina Moro, and Elena Marta. "La rappresentazione sociale di (dis)obbedienza nei giovani militari italiani." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (December 2021): 1–29. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12861.

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Abstract:
Il presente studio indaga il contenuto e la struttura della rappresentazione sociale (RS) di (dis)obbedienza, al fine di comprendere la relazione con l'autorit&agrave; in un gruppo di allievi delle Forze Armate Militari. Per il raggiungimento di questo obiettivo &egrave; stato utilizzato un questionario self-report, in versione online.Le analisi sono state condotte su un campione di 389 soggetti. I risultati mostrano come i concetti di (dis)obbedienza siano considerati come diametralmente opposti: l'obbedienza risulta avere una connotazione prevalentemente positiva, connessa a termini quali "rispetto", "lealt&agrave;", "fiducia" e, di contro, la disobbedienza risulta avere un'accezione per lo pi&ugrave; negativa, connessa a termini quali "irrispettosa", "negativa" e "sbagliata". Questi risultati avvalorano l'ipotesi che il contesto specifico abbia una forte influenza nel determinare le rappresentazioni sociali sul tema in oggetto.
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Andň, Romana, and Francesca Comunello. "Vieni via con me. Consumo televisivo, social media e civic engagement." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 43 (September 2012): 89–104. http://dx.doi.org/10.3280/sc2012-043006.

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Abstract:
Obiettivo di questo articolo č ragionare sul rapporto tra consumo mediale, uso dei social media e definizione del senso di appartenenza sociale e partecipazione culturale dei soggetti alla vita quotidiana. In particolare, oggetto del nostro lavoro sono le pratiche partecipative messe in campo dagli utenti dei social media (e, in particolare, di Twitter) a ridosso di Vieni via con me, un programma televisivo andato in onda sulla Rai nel mese di novembre 2010, condotto da Fabio Fazio e Roberto Saviano. Il programma č stato recepito come un'occasione di riflessione politica, con forti connotazioni anti governative, al punto che la sua stessa fruizione č stata interpretata, da molti degli spettatori attivi sui social media, come un momento di civic engagement.
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Ciccarelli, Roberto. "Il reddito di cittadinanza in italia: un caso di rivoluzione passiva." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (November 2022): 23–36. http://dx.doi.org/10.3280/es2022-002003.

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Abstract:
A tre anni dall'introduzione del "Reddito di Cittadinanza" in Italia, nel dibattito pubblico non è stato compresa a sufficienza la reale portata di una riforma che vincola, almeno sulla carta, il riconoscimento di un sussidio di ultima istanza a precisi e rigidi obblighi. In questo articolo si forniscono una serie di ipotesi per spiegare questo fenomeno che sarà interpreta- to sia in termini culturali che politici. Si utilizzerà una categoria ripresa da Antonio Gram- sci, quella di "rivoluzione passiva", adeguatamente contestualizzata e rielaborata. Si spie- gherà come il reddito di cittadinanza sia configurabile, per come è stato concepito e per come è stato gestito fino ad oggi, nella stessa cornice. In particolare, sarà evidenziato il doppio ruolo svolto da una simile misura: da un lato, essa si muove in una prospettiva di giustizia sociale, ma riconosce un sostegno condizionato nel tempo solo a una parte dei po- veri assoluti statisticamente rilevati in base a criteri meramente fiscali; dall'altro lato, evi- denzia l'esigenza di un controllo sociale vincolato a un'idea astratta di lavoro e distingue i poveri abili al lavoro da quelli non abili.
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Tambassi, Timothy. "Epistemologia e teoria sociale. Questioni interne ed esterne." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 42 (January 2012): 46–52. http://dx.doi.org/10.3280/las2011-042004.

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Abstract:
L'articolo discute il modo in cui la distinzione di Rudolf Carnap tra questioni interne ed esterne possa essere estesa e applicata alla teoria sociale. Seguendo Carnap si sostiene come, dato un sistema di riferimento, una questione č interna se valutata e risolta all'interno del sistema in questione, mentre č esterna se mette in discussione il sistema di riferimento dato e lo stato di cose che presuppone. Quindi, attraverso un'analisi incentrata principalmente sul sistema di riferimento ‘la Costituzione della Repubblica Italiana' e sul tema della giustizia, si discutono la rilevanza e le conseguenze di tale distinzione per la teoria sociale.
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Tallarita, Loredana. "Capitale sociale sportivo e modelli d'integrazione. Uno sguardo sul calcio amatoriale." MONDI MIGRANTI, no. 1 (March 2021): 177–96. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-001010.

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Abstract:
L'articolo intende esplorare il calcio come vettore d'integrazione degli immigrati (Ambrosini, 2017 e 2014). Il calcio amatoriale (Gasparini, 2018) ha consentito agli immigrati di sperimentare il dialogo con la comunità di accoglienza e il capitale sociale sportivo (Putnam, 2000; Coleman, 1988; Bourdieu, 1986, 1988, Vinnai, 2003) ha creato nuove forme di solidarietà tra etnie diverse. La ricerca ha analiz-zato la questione dell'integrazione attraverso l'impatto del capitale sociale del cal-cio amatoriale (Gasparini e Beaud, 2018; Gasparini, 2013; Vinnai, 2003). Lo stu-dio (Yin, 2013; Glaser e Strauss, 1967) è stato condotto in Sicilia (Ragusa e Gela). Sono state realizzate 60 interviste. Dai colloqui sono emersi i significati simbolici (Schütz, 1982) costruiti dagli immigrati nelle comunità d'accoglienza, scaturiti dal-le interazioni con gli operatori dei centri e gli istruttori della scuola calcio.
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Elia, Domenico F. A. "Crimini di guerra in provincia di Siena durante l'occupazione nazista." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 261 (February 2011): 728–37. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261009.

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Abstract:
Nel presente contributo l'autore indaga sulle fonti conservate negli archivi italiani (Archivio di Stato di Siena, Archivio centrale dello Stato, Roma, Archivio dell'Ufficio storico dello Stato Maggiore dell'esercito) relative ai crimini di guerra commessi nella provincia di Siena nel biennio 1943-1944 dalle forze armate tedesche e repubblicane. I crimini cosě individuati sono stati suddivisi in base alla tipologia di appartenenza (omicidio, ferimento, stupro, rastrellamento, danneggiamento di proprietŕ privata e pubblica, requisizione di beni privati e pubblici) e in modo diacronico, secondo tre fasi. La prima fase include i crimini commessi dal settembre 1943 al marzo 1944, nella quale č protagonista la violenza fascista; la seconda fase comprende i rastrellamenti antipartigiani svoltisi nel marzo del 1944; la terza, i crimini commessi durante la ritirata tedesca nell'estate del 1944. I dati raccolti hanno ricostruito l'intreccio di violenze e politica di sfruttamento al quale concorsero non solo le forze armate tedesche, ma anche quelle della Repubblica sociale italiana.
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Pavan Dalla Torre, Ugo. "Storicizzare la disabilità: l'esperienza dei mutilati di guerra italiani e la costruzione di una nuova identità." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (September 2021): 15–25. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-001003.

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Abstract:
Il concetto di disabilità, il ruolo dei disabili nell'ambito delle società e le pratiche di welfare, approntate per garantire a cittadini in situazione di svantaggio assistenza sanitaria e sociale, sono oggi dati acquisiti. L'articolo analizza in che modo questi aspetti sono andati consoli-dandosi e in che modo sono stati normati. La Grande Guerra è un termine a quo per comprendere in che modo e rispetto a quali pro-blemi sia stata definita l'identità dell'invalido; in che modo tale identità sia stata presentata alla società; in che modo sia stato creato un sistema di welfare e in che modo e su quali basi siano stati promulgati provvedimenti legislativi. L'analisi della storia dei mutilati di guerra e delle diverse azioni legislative permette di comprendere la base dei provvedimenti legislativi del secondo dopoguerra.
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Piccinelli, Marco, and Pierluigi Politi. "Struttura fattoriale della versione a 12 domande del General Health Questionnaire in un campione di giovani maschi adulti." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 2, no. 3 (December 1993): 173–81. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00006990.

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Abstract:
RiassuntoScopi- a) Indagare la struttura fattoriale della versione a 12 domande del General Health Questionnaire (GHQ-12) in un campione di maschi diciottenni; b) saggiare la capacità dei punteggi fattoriali standardizzati di discrimi- nare tra soggetti portatori o meno di un disturbo psichico secondo il giudizio dello psichiatra.Disegno- Un campione di 363 soggetti selezionati nel corso della visita militare di leva è stato invitato a completare il GHQ-12 e ad essere intervistato da uno psichiatra. Dati completi sono stati raccolti per 320 soggetti (88% del campione selezionato).Risultati- Due componenti con autovalore(eigenvalue)superiore a 1 sono emerse dall'analisi a componenti principali prima della rotazione, riuscendo a spiegare il 46.7% della varianza nei dati. La prima componente, sulla quale tutti i 12 items del questionario hanno rivelato un peso di segno positivo, è stata interpretata come una misura globale dello stato psicopatologico dei soggetti esaminati. La seconda componente è risultata bipolare, dal momento che su di essa tutti gli items «positivi» hanno presentato pesi di segno positivo, mentre gli items «negativi» hanno avuto pesi negativi; cio suggerisce che il GHQ è in grado di cogliere entrambe le componenti della salute mentale, la componente negativa (di cui sono espressione i sintomi) e la componente positiva (rappresentata dalla presenza di uno stato di benessere soggettivo). Dopo rotazione Varimax ciascun item del questionario pesava significativamente su uno solo dei due fattori identificati, fatta eccezione per l'item 12 il cui peso è risultato inferiore a 0,500 su entrambi i fattori. Il fattore A, caratterizzato dai 6 items «negativi» del GHQ-12, è stato denominato «disforia generale» ; il fattore B, definito da 5 dei 6 items «positivi» è stato chiamato «benessere/funzionamento sociale» . La migliore discriminazione tra soggetti portatori o meno di un disturbo psichico è stata offerta dai punteggi relativi al fattore «disforia generale» ; nessun vantaggio è stato invece ottenuto dalla combinazione dei punteggi riportati sui due fattori.Conclusioni- La compren- sione della struttura fattoriale del GHQ-12 potra fornire utili informazioni oltre a quelle offerte da un singolo punteggio di severità risultante dalla semplice somma delle risposte positive, spingendo la descrizione dello stato psicopatologico dei soggetti esaminati oltre la semplice distinzione tra «casi» e «non-casi».
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Indelicato, Liliana, Laura Salvotelli, Lorenza Santi, Vincenzo Stoico, Fabrizia Perrone, and Enzo Bonora. "Depressione, supporto sociale e stato di salute percepita in soggetti con piede diabetico." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (September 2017): 135–48. http://dx.doi.org/10.3280/pds2017-003007.

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Domenicali, Filippo. "Individualismo, crisi dello Stato sociale, solidarismo. Alcune riflessioni a partire da Pierre Rosanvallon." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 60 (February 2018): 49–62. http://dx.doi.org/10.3280/las2017-060005.

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Terragni, Laura, and Sigrun Henjum. "Patire la fame nella culla del welfare. Uno studio sulla sicurezza alimentare dei richiedenti asilo nei centri di accoglienza norvegesi." MONDI MIGRANTI, no. 2 (August 2021): 73–88. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-002004.

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Abstract:
I richiedenti asilo sono un gruppo particolarmente vulnerabile a forme di insicurez-za alimentare. Esistono tuttavia pochi studi che analizzino l'ampiezza e le cause di questo fenomeno in Europa. Questo studio indaga la sicurezza alimentare tra i ri-chiedenti asilo nei centri di accoglienza norvegesi. Lo studio è stato condotto at-traverso un questionario somministrato a 205 richiedenti asilo in otto centri e un'osservazione partecipante. L'indagine mostra che il 93% soffre di insicurezza alimentare e che la loro dieta è poco variata. Le condizioni abitative rendono dif-ficile mantenere il ruolo dei pasti come forma di commensalità. Questa indagine mostra che il cibo, o per meglio dire la sua mancanza, diviene un modo per sottoli-neare la precarietà e l'esclusione sociale dei richiedenti asilo anche in una società, come quella norvegese, conosciuta per uno stato sociale universalistico che mira a mantenere il benessere dei suoi cittadini.
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Tortorelli, Daniela. "Voglio stare solo, ma connesso Hikikomori, famiglie e dinamiche relazionali." PSICOBIETTIVO, no. 2 (June 2022): 48–67. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-002005.

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Abstract:
L'hikikomori e un disturbo nato in Giappone che si sta diffondendo sempre di piu anche nella societa occidentale. Seppur non sia stato ancora inquadrato in una sindrome definita dall'Organizzazione Mondiale della Sanita (OMS), presenta caratteristiche peculiari, sia sul piano individuale, che familiare, che sociale, tanto da configurarsi come una nuova forma di disagio psicologico e sociale sempre piu diffusa e preoccupante; e inoltre connessa con la diffusione dell'uso di Internet e video giochi. Nonostante l'individuo persegua l'isolamento, il disturbo veicola dinamiche relazionali relativamente specifiche e peculiari. Il lavoro illustra tali caratteristiche ponendo l'accento sulle dinamiche familiari e sociali connesse a tale disturbo, tracciando un confronto con la societa giapponese. Viene inoltre descritto un caso clinico e una riflessione rispetto al trattamento di tipo sistemico-relazionale.
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Bianco, Adele. "La riforma del mercato del lavoro e il concetto di disoccupazione." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (November 2010): 123–36. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-003012.

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Abstract:
Argomento del contributo č ricostruire come sia cambiata la concezione della disoccupazione. A seguito delle riforme del mercato del lavoro introdotte in Italia nel corso all'incirca degli ultimi quindici anni, si č scelto di legare lo stato di disoccupazione al reddito percepito. Innanzi tutto si osserverŕ che la disoccupazione si č fatta piů intricata da definire e da gestire. Relativamente all'attuale modalitŕ di accertamento e di mantenimento dello stato di disoccupazione, il lavoratore puň piů facilmente perdere una serie di benefici derivanti dal risultare disoccupato. La regolazione e gestione dello stato di disoccupazione non č riuscita a far calare il numero dei "veri" disoccupati e contraddice lo spirito delle politiche attive del lavoro, tendendo ad escludere quanti hanno una occupazione malsicura e conseguentemente legittimando il lavoro precario. Proveremo infine a interpretare, sotto il profilo sociale, culturale e valoriale, le ragioni del legame posto tra stato di disoccupazione e reddito percepito.
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Di Viggiano, Pasquale Luigi. "DEMOCRAZIA DIGITALE COME DIFFERENZA:." Revista da Faculdade Mineira de Direito 24, no. 48 (March 18, 2022): 64–78. http://dx.doi.org/10.5752/p.2318-7999.2021v24n48p64-78.

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Abstract:
La partecipazione sociale e politica digitale contemporanea (e-Democracy) è un prodotto della digitalizzazione dello Stato e dei suoi apparati, caratterizzata dalla produzione di nuovi diritti resi possibili dalle tecnologie della comunicazione. La digitalizzazione degli apparati dello Stato attraverso le nuove tecnologie basate su algoritmi intelligenti e le norme sulla società dell’informazione e della comunicazione hanno innescato la produzione di cosiddetti “nuovi diritti” la cui esigibilità amplia il concetto di democrazia stabilendo una differenza tra il tradizionale governo della cosa pubblica e le crescenti pretese delle comunità sempre più legate al sistema della comunicazione digitale. I diritti di accedere a Internet e alla rete, all’e-voting, a comunicare con la PA attraverso le nuove tecnologie, a ricevere servizi pubblici digitali sono paralleli a doveri dello Stato caratterizzati dalla soddisfazione dei nuovi diritti. Contemporaneamente cresce il rischio che forme di partecipazione digitale producano livelli di esclusioni intollerabili che intaccano la democrazia. Osservare e descrivere, con gli strumenti concettuali del Centro di Studi sul Rischio, come il sistema del diritto, della politica e della società evolvono attraverso il rapporto con l’ecosistema digitale trainato dall’arcipelago delle intelligenze artificiali rappresenta l’obiettivo e la sfida sempre incerta negli esiti, sempre nuova nelle acquisizioni ma sempre stimolante e proficua sotto il profilo della ricerca sociale, politica e giuridica.
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Piperno, Flavia. "Dalla catena della cura al welfare globale. L'impatto delle migrazioni sui regimi di cura nei contesti di origine e le nuove sfide per una politica di co-sviluppo sociale." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2011): 47–61. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-003004.

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Abstract:
Il mio articolo analizza alcuni aspetti dell'impatto sociale delle migrazioni sui contesti di origine. A questo scopo utilizzo il concetto del ‘diamante della cura', analizzato da diversi autori come Evers (1996), Jenson (2003) e Kofman e Raghuram (2009). Si tratta di una sorta di rombo; ognuno dei quattro angoli del rombo rappresenta un attore della cura: al vertice troviamo la famiglia, poi lo Stato (il livello nazionale e locale), la comunitŕ (Ong, no profit, volontariato, cooperazione sociale, etc.), e infine il mercato. L'articola analizza come l'emigrazione, specie quella femminile, incide su ognuno di questi quattro livelli comportando nuovi problemi e opportunitŕ che dovrebbero essere presi in considerazione dalle politiche sociali e di cooperazione allo sviluppo. L'articolo presenta alcuni dei principali ri-sultati di diversi programmi di ricerca portati avanti dal CeSPI a partire dal 2005. Nell'ambito di questi programmi, l'analisi di campo č stata portata avanti in Romania, Ucraina, Ecuador e Perů: alcuni dei principali paesi di provenienza del flusso migratorio femminile diretto all'Italia. Nell'articolo analizzo anche la possibilitŕ di attivare strategie "win win" che beneficino, cioč, contemporaneamente i paesi di arrivo e di origine. In questo contesto cito alcune buone pratiche che hanno puntato a promuovere uno sviluppo sociale comune e transnazionale valorizzando i flussi migratori indirizzati al settore socio-sanitario e della cura.
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