Academic literature on the topic 'Stato imprenditore'

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Journal articles on the topic "Stato imprenditore"

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Liotti, Giorgio, and Marco Musella. "Flessibilità e soddisfazione per il lavoro: Una riflessione generale." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 113 (July 2022): 13–27. http://dx.doi.org/10.3280/qua2021-113002.

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Abstract:
Negli ultimi venticinque anni, l'Italia ha profondamente modificato il quadro delle regole generali alla base del funzionamento del mercato del lavoro (Blan-chard et al., 2014; Bassanini e Duval, 2006; O'Higgins, 2012; Dutt et al., 2015; Brancaccio et al., 2018; Arestis and González-Martínez, 2015; Liotti, 2020; 2021). Con l'obiettivo dichiarato di favorire l'aumento dell'occupazione e l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, si sono - di fatto - applicate ricette di stampo neoliberista che hanno progressivamente portato ad una maggiore flessibilizzazione del mercato del lavoro. Uno dei problemi che non ci risulta sia stato analizzato dagli studiosi del mercato del lavoro è l'impatto di questo cambiamento di regole sul rapporto di "fiducia" tra imprenditori e lavoratori. In altre parole, come l'introduzione delle politi-che di flessibilità, che hanno reso via via il lavoro più instabile e precario, ha influito sulla sinergia tra lavoratore ed imprenditore, sinergia che rappresenta (come teo-rizzato da un filone interessante della letteratura sugli efficiency wages della teoria New-keynesian) uno dei pilastri del successo dell'impresa capitalista (per una ras-segna di questi modelli degli anni 80, si veda Jossa-Musella, 1996, cap. 20). Lo scopo di questo lavoro è iniziare a colmare questa lacuna, analizzando la dinamica del rapporto tra flessibilità del mercato del lavoro e "soddisfazione" per il lavoro (come proxy della fiducia dei lavorati nell'impresa) in Italia nel periodo compreso tra il 2001 e il 2018. Facendo uso della semplice statistica descrittiva (senza la presunzione di voler dare risposte semplici ad un tema così complicato, sia dal punto di vista teorico che empirico), si possono sottolineare due risultati principali: i) considerando il periodo 2001-2008, ad una maggiore flessibilità del mercato del lavoro si associa una repentina riduzione della soddisfazione dei lavo-ratori; ii) analizzando invece il periodo 2009-2018, tale relazione inversa sembra svanire. Già solo questa evidenza testimonia che le questioni da approfondire sono diverse e interessanti: si tratta, per esempio, non solo di studiare in modo più ap-profondito la relazione astratta tra flessibilità del mercato del lavoro e soddisfa-zione per il lavoro bensì, anche di indagare sui fattori economici, sociali e politici che sono alla base del mutamento dinamico del trend nei due diversi periodi considerati e, anche, ad esempio, di comprenderne l'impatto sulla produttività.
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Di Salvo, Margherita. "L’italianità nella Little Italy di Toronto: heritage, legacy e affection." Italian Canadiana 36, no. 1 (October 3, 2022): 123–50. http://dx.doi.org/10.33137/ic.v36i1.39388.

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Abstract:
Il presente contributo si propone di descrivere la percezione dell’italianità di alcuni imprenditori italiani e italo-canadesi che operano nell’ambito del Made in Italy nell’area della città di Toronto (Ontario) denominata Little Italy. La categoria del Made in Italy, dal punto di vista legislativo, identifica tutti i prodotti realizzati in Italia e con materia prima italiana e viene opposta a quella di Italian sounding che, al contrario, è associata a prodotti che ricordano l’Italia e che talvolta fingono solamente un legame con il Bel Paese. L’analisi è stata condotta a partire da un corpus di interviste a imprenditori italiani e italo-canadesi che hanno le loro attività nel quartiere che sorge lungo College Street, a Toronto. Lo studio si colloca nell’ambito della sociolinguistica interpretativa e mira a ricostruire la percezione dell’italianità di imprenditori che hanno alcune attività italiane gestite da famiglie italiane e tra le prime aperte lungo College Street. L’analisi ha consentito di cogliere le trasformazioni che il concetto di italianità ha avuto nel corso degli ultimi cinquant’anni e, con esso, come l’italianità nella Little Italy studiata sia passata da heritage a legacy e ad affection.
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Zaccardi, Glauco. "Lavoroŕ la carte e precarietŕ." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (September 2011): 189–203. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003015.

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Abstract:
Uno dei tratti della condizione giovanile č il passaggio dalla scuola al lavoro. Orbene, nell'ultimo decennio, la scelta del legislatore italiano - pur con il dichiarato fine di agevolare l'inserimento giovanile nel mondo del lavoro - č stata in realtŕ quella di costruire un sistema che consente agli imprenditori di pagare poco i lavoratori di etŕ inferiore a trenta anni, senza che a questi ultimi siano forniti, attraverso adeguati percorsi formativi, gli strumenti per costruirsi un futuro in linea con le aspettative di sviluppo della persona attraverso il lavoro. Il tutto in un quadro di assoluta insufficienza delle tutele previdenziali. Precarietŕ, dunque, senza formazione né sicurezza sociale.
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Villarejo Galende, Helena. "Balance de una década de regulación de los grandes establecimientos comerciales en España." Ciudades, no. 10 (February 1, 2018): 39. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.10.2007.39-65.

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Abstract:
Nuove norme legislative sono state prodotte per risolvere i problemi sollevati dallo sviluppo dei nuovi formati commerciali. All’inizio, sono stati ispirati dal modello francese della legge Royer, con l’obiettivo di regolamentare le grandi strutture distributive. Dalla regolamentazione della localizzazione delle strutture si è quindi passati alla pianificazione del commercio, con i Piani per le attività commerciali, definendo le destinazione d’uso dei suoli e con i Piani per la modernizzazione del commercio, che sostengono attraverso aiuti finanziari gli imprenditori l’innovazione del settore. Gli obiettivi di questi strumenti sono strettamente settoriali e non tengono in alcun conto le relazioni con gli obiettivi della pianificazione e della progettazione urbanistica. La Direttiva Bolkenstein del 2006 ha avuto l’effetto di ridurre gli ostacoli nella localizzazione delle imprese economiche. L’autorizzazione per l’apertura di nuove strutture commerciali deve rispondere all’interesse generale (pianificazione, urbanistica, tutela dell’ambiente), favorendo il successo imprenditoriale.La regolazione di carattere amministrativo delle attività commerciali ha anche prodotto effetti non previsti, come il contenimento degli ipermercati a fronte dello sviluppo di supermercati e centri commerciali ed un processo di concentrazione delle imprese.
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Giullari, Barbara, and Sara Elisabetta Masi. "Processi di policy making e innovazione nelle politiche industriali dell'Emilia Romagna." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 125–38. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122009.

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Abstract:
Il paper illustra una ricerca che ha per oggetto lo studio del processo di policy making per la realizzazione del Programma regionale per la ricerca industriale, l'innovazione e il trasferimento tecnologico della Regione Emilia Romagna. La trattazione riflette sulla sfida posta dal passaggio da politiche lineari dell'innovazione a politiche sistemiche in cui l'innovazione è elemento cruciale degli output, ma anche ingrediente fondamentale del processo di. In questa prospettiva il focus del lavoro di ricerca consiste nella ricostruzione del rapporto tra attori e contesto istituzionale per esplorare i processi diche producono innovazione e l'individuazione del ruolo di imprenditori di policy.L'impostazione dell'analisi ha inoltre consentito di evidenziare le criticitŕ della retorica della convergenza nei processi dilocale dell'economia, attraverso lo studio comparato di due contesti locali in cui la politica per l'innovazione oggetto di studio è stata realizzata.
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Donathan Guido. "Sfide e potenziale per il futuro sviluppo agricolo in Giordania: ruolo dell'istruzione e dell'imprenditorialità." International Journal of Science and Society 4, no. 3 (September 29, 2022): 460–73. http://dx.doi.org/10.54783/ijsoc.v4i3.540.

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Abstract:
Il documento esamina lo stato dello sviluppo agricolo in Giordania, le sfide attuali e il potenziale di sviluppo futuro. L'obiettivo dello studio è svelare il ruolo dell'istruzione e dell'imprenditorialità nella promozione dello sviluppo agricolo in Giordania attraverso: l'introduzione di nuove tecnologie nel settore; applicare una prospettiva di marketing moderna e globale e potenziare l'imprenditorialità giovanile. Questo studio si basa su un approccio teorico basato sulla ricerca secondaria e la ricerca primaria comprende due indagini sono state condotte in questo studio. Come vari studi, questo studio ha confermato che la scarsità d'acqua è la principale sfida allo sviluppo agricolo in Giordania e che il settore è meno sviluppato rispetto ad altri settori del paese. Tuttavia, questo studio ha aggiunto che la scarsa partecipazione dell'imprenditoria giovanile nel settore non è solo dovuta alla scarsità finanziaria e all'insufficiente conoscenza dei giovani, ma anche alla loro scarsa attitudine al lavoro nel settore. Pertanto, si suggerisce che vi sia la necessità di cambiare drasticamente il paradigma del sistema educativo per soddisfare le esigenze del mercato. Utilizzare anche il ruolo della R&S per migliorare la gestione delle risorse idriche e concentrarsi sulla desalinizzazione e il riutilizzo delle acque reflue e cambiare l'atteggiamento dei giovani nei confronti del lavoro in agricoltura. A ciò si aggiunge la necessità di fornire un maggiore supporto finanziario e tecnico per attrarre e aiutare i giovani imprenditori a investire nel settore. Di conseguenza, si presenterà un'opportunità per affrontare le sfide attuali e promuovere lo sviluppo futuro.
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Baviello, Davide. "Democrazia e modernizzazione. Ambizioni americane e modelli europei nella distribuzione italiana 1947-1978." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 259 (November 2010): 284–301. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-259005.

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Abstract:
Con il piano Marshall e l'avvio dell'integrazione europea, gli Stati Uniti lanciarono un ambizioso progetto egemonico. Fondato sulla modernizzazione economica come strumento per consolidare la democrazia, esso venne tuttavia ostacolato da gran parte degli imprenditori italiani, anche se l'aumento della produttivitŕ e la diffusione del benessere avrebbero non solo rafforzato il libero mercato, ma anche eroso le basi sociali del consenso al Partito comunista italiano e al Partito socialista italiano. Questi partiti, che si proponevano di ammodernare la distribuzione commerciale secondo modelli diversi dal supermercato introdotto dagli americani nel 1957, furono accusati di volere la scomparsa del commercio privato, come era giŕ avvenuto in Europa orientale. I comunisti s'impegnarono nello sviluppo delle cooperative e i socialisti, nel primo governo Moro, proposero invano la creazione di una rete di supermercati a gestione pubblica. A conferma della mancata attuazione del progetto di consolidamento democratico attraverso la modernizzazione, dopo il boom economico la democrazia italiana fu sottoposta a serie minacce eversive, mentre la riforma commerciale del 1971, invece d'ispirarsi ai principi liberisti della Comunitŕ europea, continuň a ostacolare la distribuzione moderna.
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Pertot, Gianfranco. "Milano e le difese militari da Napoleone al 1900: dismissioni, distruzioni, restauri." STORIA URBANA, no. 136 (March 2013): 29–67. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-136002.

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Abstract:
L'occupazione napoleonica di Milano portň con sé la demolizione dei baluardi del castello, una nuova piazza d'armi, un piano rivoluzionario quanto idealistico (quello dell'Antolini). Con la nuova concezione di guerra, di difesa e di offesa le mura persero la loro principale funzione e rimasero in auge come confine tributario, le porte divennero nuovi capisaldi monumentali o scomodo intralcio alla circolazione, le truppe trovarono spazi e ospitalitŕ in un gran numero di conventi del centro espropriati al tempo della dominazione austriaca. Questo stato di cose perdurň per buona parte dell'Ottocento, fino a quando le mutate condizioni politiche e socio-economiche, unitamente ad una rapida crescita demografica, videro la cittŕ scavalcare le sue mura, e porre il problema della regolazione della crescita attraverso nuovi strumenti urbanistici, mentre una spregiudicata imprenditoria del denaro avviava enormi speculazioni immobiliari sulle aree del demanio militare, in particolare sulla piazza d'armi napoleonica. S'innescarono a catena questioni paradigmatiche: la costruzione del nuovo Quartiere delle Milizie, lo spostamento reiterato della nuova piazza d'armi, la stipula di convenzioni fra Comune e demanio per la permuta di aree e caserme, la demolizione di Porte, Pusterle e delle mura spagnole. Un processo che ha generato contraddizioni che si consegnano ancora irrisolte alla Milano del Piano di Governo del Territorio (PGT).
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Lombardi, Mauro, and Nicolň Bellanca. "Le traiettorie reticolari dell'innovazione territoriale." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 17–30. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122002.

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Abstract:
I sistemi socio-economici locali (Ssl) sono stati interpretati dalle tradizioni di studi risalenti a Marshall, Porter e Krugman principalmente considerando la prossimitŕ spaziale degli attori. Era l'ancoraggio territoriale a far lievitare forme peculiari di economie esterne, di vantaggi competitivi e di dinamiche endogene. Negli ultimi decenni, tuttavia, questi sistemi hanno attraversato cambiamenti multi-dimensionali a molteplice scala. Le nuove connotazioni strutturali - tra cui la prossimitŕ cognitiva, la, la complementaritŕ di contratti formali e accordi informali nelle collaborazioni tra imprese, le reti translocali - richiedono un differente quadro teorico e comportano diverse implicazioni di policy. Il quadro teorico pone al centro la co-evoluzione di tecnologie, modelli organizzativi, culture e istituzioni. Entro la molteplicitŕ di traiettorie rese possibili da tale co-evoluzione, ciascun Ssl è sia correlato ad un sistema socio-tecnico che ne limita le dinamiche di mutamento, sia inserito in percorsi lungo i quali puň accedere in modi discontinui ad orizzonti tecno-economici lontani. Le implicazioni di policy debbono pertanto riferirsi alle traiettorie innovative che l'attuale transizione socio-tecnica globale rende possibili ad uno specifico gruppo di Ssl, che è nel nostro caso la Toscana. Sul piano strategico operativo - considerando i limiti politici e civili della societŕ in oggetto - tentiamo di cogliere alcuni cruciali "colli di bottiglia" che bloccano la percezione e il perseguimento degli interessi collettivi di lungo periodo. Questi blocchi riguardano la miopia cosě degli imprenditori come delle istituzioni pubbliche nei riguardi del potenziale tecnico-scientifico effettivamente accessibile e dei percorsi evolutivi che converrebbe imboccare; l'inadeguatezza delle forme istituzionali entro cui vengono prodotti e gestiti i beni comuni o; la carenza di appropriati modi per capitalizzare le imprese innovative. Per ognuno di tali lock-in avanziamo proposte costruttive percorribili.
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Cargnello, G. "Ricerche volte a definire il paradigma e un prontuario “completo” di descrittori materiali, immateriali, …(ora oltre 150000) base della “Carta della Sostenibilità Universale Olistica MetaEtica 4.1C.17.18”: Descrittori che vanno oltre l'immaginabile, oltre “la terra, i cieli e gli universi”." BIO Web of Conferences 12 (2019): 01006. http://dx.doi.org/10.1051/bioconf/20191201006.

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Abstract:
Relativamente alla “sostenibilità” facendo seguito alle ricerche pregresse, ultimamente abbiamo coinvolto oltre 3500 signori italiani e non italiani che vanno dai ricercatori ai semplici, umili ma colti, illuminati ed illuminanti cittadini, nonché teologi, filosofi, psicologi, sociologi, moralisti, umanisti, ambientalisti, economisti, politici, amministratori, imprenditori, tecnici, …. Queste attività e ricerche hanno definito un paradigma sulla sostenibilità e reso possibile scrivere un prontuario “completo” di descrittori (ora oltre 150000: compresi quelli materiali ed immateriali, “fisici” e “metafisici”, spirituali e non spirituali, dei credenti e dei non credenti, degli atei, dei “credenti atei”, dell' “humanae sàpere” compresi, …, “MetaEtici 4.1C”) prima, mai visti i quali, pure, vanno oltre l'immaginabile, oltre “la terra, i cieli, gli universi, i multiversi, …”. Paradigma e prontuario che hanno pure attinto, come dovevano attingere da: “Dichiazione di Stoccolma”, “Rapporto di Brundtland”, ONU, UNESCO, CE, OIV, SQNPI, VIVA, EQUALITAS, GiESCO 2015, GiESCO 2017, Tergeo, Magis, SOStain, Prowine, ECO-Prowine, Ita.Ca/Gea.Vite, Vino Naturale, Dinamic wine, Vino Libero, New Green Revolution, Organic wine, VinNatur …e dai vari progetti, programmi, protocolli, regolamenti, associazioni, norme sulle “sostenibilità”, nonché, ed in particolare, dall' “humanae sàpere”. Queste attività e queste ricerche sono risultate fondamentali per scrivere, come è stata scritta, la “Carta della Sostenibilità Universale Olistica.MetaEtica 4.1.18 Liberi ma nel Condizionamento Democratico Naturale Universale Olistico.MetaEtico 4.1C” secondo la così detta “Grande Filiera Metaetica 4.1C” del Conegliano Campus 5.1C, la quale carta è risultata rappresentare, pure, un' importante opportunità spirituale, culturale, relazionale e di sensibilizzazione per ulteriori riflessioni e approfondimenti dell'anima, culturali, “di vita”, “Politici”, terminologici, concettuali, relazionali, metodologici teorici di base ed applicativi in generale e in particolare, ad esempio, per chi opera: 1-sulla “sostenibilità” intesa come “Sostenibilità Universale Olistica.MetaEtica 4.1.18 Liberi ma nel Condizionamento Democratico Naturale Universale Olistico. MetaEtico 4.1C”, 2-sulla fondamentale indispensabile urgente: 2.1-massima sburocratizzazione, totale alla fine, sburocratizzazione già in corso, 2.2-per eliminare il conflitto di interessi, eliminazione, già in atto, 3-sulle auto-dichiarazioni 4.1C, auto-certificazioni 4.1C e auto-garanzie 4.1C sburocratizzanti, responsabili, veritiere, facilmente controllabili, garantite “MetaEticamente 4.1C” già in fase applicativa le quali non escludono innovativi, rivoluzionari, originali interventi di terzi “MetaEtici 4.1C”, 4- e non per ultimo, ma in primis, attività e ricerche condotte per contribuire a rendere tutto, ogni sistema “Libero nel Condizionamento Democratico Naturale Universale Olistico.MetaEtico Sostenibile 4.1C”.
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Dissertations / Theses on the topic "Stato imprenditore"

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VESCOVI, MATTEO. "CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELLE SOCIETÀ A PARTECIPAZIONE PUBBLICA ALLA LUCE DEL NUOVO TESTO UNICO (D.LGS. 19 AGOSTO 2016, N. 175)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/707978.

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Abstract:
La tesi analizza il modello di società emergente dal nuovo Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, giungendo alla conclusione che il legislatore della riforma abbia optato per la riconduzione di queste entità allo schema societario privatistico, declinato nei tipi previsti dal Codice civile. Di converso le esigenze di tutela dell’interesse pubblico, persa definitivamente la capacità di snaturare il modello civilistico tipico, rimangono extrasociali, confinate nella fase a monte dell’evidenza pubblica. Per apprezzare compiutamente la portata di tali approdi, l’analisi del Testo unico è preceduta da una ricostruzione del tortuoso itinerario delle società a partecipazione pubblica nel nostro ordinamento, che nel corso degli anni ha registrato oscillazioni tra opposte polarità e contrasti interpretativi profondi, frutto del complesso rapporto tra pubblici poteri ed economia.
The thesis aims at analyzing the model of company emerging from the new Consolidated law on public bodies owned companies, coming at the conclusion that the reform has chosen for a private characterization, according to the types envisaged by the Civil Code. Conversely, the need of pursuing public interest has permanently lost the ability to denaturalize the company. It represents an extrasocial interest, that may be satisfied only during the public law phase. To fully appreciate the importance of these results, the analysis of the Consolidated law is preceded by a reconstruction of the tortuous itinerary of public bodies owned companies in the Italian legal system, which over the years has seen oscillations between opposite polarities and deep interpretative contrasts, result of the complex relationship between public authorities and the economy.
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ARISI, CLAUDIA. "THE POLITICAL ORGANISATION OF BUSINESS AND WELFARE STATE RESTRUCTURING: HOW ASSOCIATIONAL FACTORS SHAPE EMPLOYERS' COOPERATION FOR SOCIAL POLICY DEVELOPMENT." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/208343.

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Abstract:
Given that business interests have assumed ever-growing importance in welfare state restructuring, and that welfare programmes impose significant costs on firms, when and how can employers decide to actively support the development of contemporary social policy? This thesis shows that specific types of business interest organisation can favour the cooperation of employers for the establishment of new social welfare legislation by mediating between their heterogeneous economic interests and the political target structure, and by governing their collective political mobilisation. Drawing on theories of collective action and neo-corporatist models, the thesis elaborates an original typological framework and assesses it through an historical cross-national study of the role of organised business in the Austrian and Italian severance pay reforms (1990s-2000s). Detail process-tracing and systematic cross-case comparison are used to reconstruct and analyse what motivated and enabled the Austrian business community, but not the Italian one, to decisively promote the use of severance payments for the expansion of supplementary pension funds. Empirically, the thesis finds that differences in the institutional set-up of the national organisation of business interests have shaped divergent governance roles of business in the two countries by making for different organisational capacities of interest coordination and unification on the one hand, and of bargained interest accommodation, on the other. In particular, highly inclusive and cohesive organisational forms of interest representation, like the Austrian ones, have allowed employers’ representatives to contain intra-class interest conflicts and deliver unitary, politically manageable and moderate social policy demands. Moreover, rather stable participation in state regulation (in non-wage policy areas) and high sanction leverage vis-à-vis members have enabled organisational leaders to determine collective social policy goals and strategies quite independently from the short-term interests of employers, and to render organisational decisions binding also for members opposing resistance. In closing, the thesis provides evidence that, even in presence of appropriate institutional arrangements, a remarkable responsibility for building business support for social welfare initiatives rests on the government. Since the latter can bias the contingent conditions of political influence, it can dampen organisations’ cooperative efforts whenever it opts for clientelistic dynamics of policy formation instead of backing the construction of cross-class reform coalitions.
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Books on the topic "Stato imprenditore"

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A, Gagliardi, ed. Nascita Dello Stato Imprenditore. Lanciano,Italia: Casa Editrice Rocco Carabba, 2009.

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2

Rugafiori, Paride. Imprenditori e manager: Industria e Stato in Italia 1850-1990. Milano: UNICOPLI, 1995.

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3

Rugafiori, Paride. Imprenditori e manager: Industria e stato in Italia, 1850-1990. Milano: Unicopli, 1995.

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4

Stefano, Emanuela Di. Produzioni e commerci nelle province dello Stato pontificio: Imprenditori, mercanti, reti, secoli XIV-XVI. Narni (TR): CRACE, Centro ricerche ambiente cultura economia, 2013.

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5

L'editoria a Napoli nel decennio francese: Produzione libraria e stampa periodica tra Stato e imprenditoria privata (1806-1815). Milano, Italy: FrancoAngeli, 2011.

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Conference papers on the topic "Stato imprenditore"

1

Roselli, Claudia. "Geografie della memoria e zone di transizione: interpretare le possibilità future di salvaguardia dei legami territoriali a Delhi." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7959.

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Abstract:
Il futuro delle metropoli sarà quello di continuare ad aumentare in dimensioni ed estensioni, fagocitando territorio, oppure ci sarà un momento in cui le cose cominceranno a cambiare, nella consapevolezza collettiva e politica, che è necessario assimilare i concetti di limite e di sostenibilità? Sembra che le svolte economiche globali abbiano già allertato le menti sensibili verso un necessario cambiamento di rotta nella governance urbana. Non è più possibile ignorare le trasformazioni, talvolta molto pericolose, in atto nelle nostre città, ed è piuttosto necessario tentare un loro indirizzamento verso passaggi temporali che considerino l'importanza della memoria collettiva, attivando l'engramma giusto per costruire nuove relazioni antropologiche, culturali e sociali. Nello specifico il paper vuole esaminare la realtà della città di Delhi, la capitale indiana, svelando l'esistenza nel suo corpo di zone di confine territoriali: zone dove ancora è possibile trovare e riconoscere tracce della sua antica origine rurale fatta di mestieri agricoli e artigiani, forni di argilla e terre coltivate. Questa anima della città, costituita da memorie, saperi e relazioni territoriali è stata minacciata, negli ultimi anni, dal desiderio cieco di espansione di imprenditori senza scrupoli e da decisioni non monitorate capillarmente relative ai piani di sviluppo urbanistico, le quali hanno avuto ricadute non prevedibili a spese del territorio e dell'ambiente. Negli ultimi anni, dopo la fine delle aspettative create dai Giochi del Commonwealth, la città ha sviluppato una rete infrastrutturale più veloce, promuovendo l'utilizzo dei mezzi pubblici e creando una rete metropolitana molto efficiente, presupposto iniziale per riconquistare la sua antica fama di città verde. Oltre a queste nuove potenzialità infrastrutturali anche i tessuti connettivi, tra area ed area e le grandi zone di verde urbano ( giardini, parchi e foreste ) potenziano l'ipotesi di trasformare Delhi in una delle più competitive capitali del futuro. Per realizzare questa visione è necessario creare vocabolari, strade e linguaggi, capaci di suggerire lo sviluppo di nuovi modelli di insediamenti urbani sopratutto nelle zone più sensibili ovvero laddove avviene l'incontro tra l'urbano ed il rurale. The future of the metropolis will be to increase in dimension and extension phagocyting territory, or it will be a moment where the things will start to change, in the collective and politic awareness, that it is necessary to absorb the concepts of limits and sustainability? It seems that the global economic turns have already alerted the sensitive minds towards a necessary change of the course of the urban governance. It is not possible to ignore longer, the transformations, sometime very dangerous, in our cities, todays. Rather it is necessary try to addressed them in a time crossing, capable of understanding the importance of the collective memory, attracting the proper engramma to build new anthropological, cultural and social relations. Specifically the paper would like analyze the reality of the city of Delhi, the Indian capital, disclosing the existences, on its body, of some territorial boundaries. Zones where it is possible to find and to recognize tracks of its ancient rural origins made by crafts and agricultural artisan, clay ovens and cultivated lands. This soul of the city, made by memories, knowledges and territorial relations was menaced, on the last years, from the blind wish of expansions of unscrupulous businessman and from decisions not capillary monitored relatively to urban development plans, which have had unpredictable consequences for the territory and for the environment. After the end of the expectations created from the Commonwealth Games, on 2010, the city developed an infrastructural net more quick, promoting the use of the public transports and creating an underground net very efficient, initial assumption to regain its former glory of green city. Over these new infrastructural potentialities also the connective tissues, between area and area and the big zones of urban green, like gardens, parks and forests, they had great potential in themselves to make Delhi one of the most competitive capital of the future.To realize this visions it is necessary to create vocabularies, roads and languages, capable of suggesting the development of new models of urban settlements mainly on the sensitive zones, where it will happen the encounter between urban and rural.
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