Journal articles on the topic 'Stato delle acque'

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Talŕ, Paola. "Acque trasportate: l'acquedotto di Colognole e l'entroterra di Livorno." STORIA URBANA, no. 125 (April 2010): 169–86. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125009.

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Abstract:
Costruito tra il 1793 e il 1872 su progetto di illustri architetti ed ingegneri delle Regie Fabbriche Granducali, l'Acquedotto di Colognole funziona per la cittŕ fino al 1957; da allora viene abbandonato e approvvigiona solo alcuni piccoli centri collinari. Oggi ci troviamo di fronte ad un manufatto monumentale che ha perso la funzione per cui era stato costruito, ma non il suo valore storico e architettonico e la relazione con il paesaggio. La costruzione di questo acquedotto ha segnato l'evoluzione delle consuetudini delle popolazioni collinari e dei territori che ha attraversato trasformandone gli scenari. La comprensione dei complessi cambiamenti nel tempo consente una lettura del paesaggio di grande attualitŕ in merito a rilevanti questioni di conservazione e tutela. Il contributo inquadra il tema a partire dalle accresciute necessitŕ dell'approvvigionamento idrico della cittŕ e del porto di Livorno, illustra la complessa articolazione del lungo cantiere per la costruzione del nuovo acquedotto; infine dedica un'ultima parte all'importanza della conoscenza geografica del paesaggio, cosě come emerge dalle descrizioni dalle principali guide storiche del XIX secolo e dalle vicende della realizzazione della Passeggiata degli Acquedotti.
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2

Rudiero, Riccardo. "La centrale idroelettrica del cotonificio Widemann (San Germano Chisone, Torino): prospettive di conoscenza, conservazione e valorizzazione." Labor e Engenho 11, no. 4 (December 26, 2017): 492. http://dx.doi.org/10.20396/labore.v11i4.8651203.

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Abstract:
Le valli alpine del Pellice, Chisone e Germanasca, ai cui piedi sorge la città di Pinerolo (TO), furono tra le prime aree industrializzate dello stato sabaudo, vocazione che si riscontra ancora in un’ampia rete di testimonianze materiali: dai complessi produttivi alle opere sociali per la classe operaia; dalle infrastrutture di sfruttamento delle acque al sistema di elettrificazione. Riguardo quest’ultimo, sono ancora numerose le strutture atte alla generazione di energia elettrica, talune dismesse, altre in funzione, altre ancora in corso di trasformazione. Il presente contributo si soffermerà sul caso della centrale idroelettrica del Cotonificio Widemann di San Germano Chisone (TO), dove l’analisi dell’esistente e una lettura diacronica dei documenti d’archivio hanno permesso di ricostruirne la storia e hanno fornito la base per alcune suggestioni legate alla sua conservazione e valorizzazione.
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3

Tadi, Massimo, and Angela Colucci. "Terredoltreadda: un caso campione per un nuovo modello insediativo responsabile." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 138–47. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058013.

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Abstract:
Č in corso la redazione del Piano strategico e di alcuni progetti pilota all'interno della pianifi cazione concertata di tre comunitŕ del Parco Regionale Adda Sud, unite sotto la denominazione di Terreoltreadda, che condividono l'orientamento verso uno sviluppo territoriale sostenibile, la riduzione di emissioni in atmosfera e l'innovazione nei sistemi produttivi, insediativi e dei servizi. Apripista nel 2006 č stato il comune di Boffalora d'Adda, che ha cominciato a integrare la pianifi cazione urbanistica, approvando un Pgt sperimentale, e le singole azioni di progetto. Gli asset sui quali si gioca questa scommessa sono quelli dell'energia, con la sperimentazione di tecniche ambientali e di produzione di energie rinnovabili, della biodiversitŕ e delle acque, per la stretta correlazione non solo con il fi ume, ma con una rete storica di canali e fontanili, e quello della cultura, con la presenza dell'abbazia di Cerreto, dei nuclei storici e delle cascine.
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Donathan Guido. "Sfide e potenziale per il futuro sviluppo agricolo in Giordania: ruolo dell'istruzione e dell'imprenditorialità." International Journal of Science and Society 4, no. 3 (September 29, 2022): 460–73. http://dx.doi.org/10.54783/ijsoc.v4i3.540.

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Abstract:
Il documento esamina lo stato dello sviluppo agricolo in Giordania, le sfide attuali e il potenziale di sviluppo futuro. L'obiettivo dello studio è svelare il ruolo dell'istruzione e dell'imprenditorialità nella promozione dello sviluppo agricolo in Giordania attraverso: l'introduzione di nuove tecnologie nel settore; applicare una prospettiva di marketing moderna e globale e potenziare l'imprenditorialità giovanile. Questo studio si basa su un approccio teorico basato sulla ricerca secondaria e la ricerca primaria comprende due indagini sono state condotte in questo studio. Come vari studi, questo studio ha confermato che la scarsità d'acqua è la principale sfida allo sviluppo agricolo in Giordania e che il settore è meno sviluppato rispetto ad altri settori del paese. Tuttavia, questo studio ha aggiunto che la scarsa partecipazione dell'imprenditoria giovanile nel settore non è solo dovuta alla scarsità finanziaria e all'insufficiente conoscenza dei giovani, ma anche alla loro scarsa attitudine al lavoro nel settore. Pertanto, si suggerisce che vi sia la necessità di cambiare drasticamente il paradigma del sistema educativo per soddisfare le esigenze del mercato. Utilizzare anche il ruolo della R&S per migliorare la gestione delle risorse idriche e concentrarsi sulla desalinizzazione e il riutilizzo delle acque reflue e cambiare l'atteggiamento dei giovani nei confronti del lavoro in agricoltura. A ciò si aggiunge la necessità di fornire un maggiore supporto finanziario e tecnico per attrarre e aiutare i giovani imprenditori a investire nel settore. Di conseguenza, si presenterà un'opportunità per affrontare le sfide attuali e promuovere lo sviluppo futuro.
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Broccolini, Alessandra, and Katia Ballacchino. "La zuppa, il fuoco e il lago. Cibo e identitŕ intorno al lago di Bolsena." CULTURE DELLA SOSTENIBILITA ', no. 6 (June 2010): 102–33. http://dx.doi.org/10.3280/cds2009-006007.

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Abstract:
Il saggio prende spunto da un lavoro di ricerca e documentazione relativo ai beni demoetnoantropologici immateriali promosso dall'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) del Ministero per i Beni e le Attivitŕ Culturali, che č stato condotto sui saperi e le pratiche alimentari nell'area del lago di Bolsena (provincia di Viterbo). In particolare il saggio analizza il ruolo che occupa un piatto tradizionale dell'alimentazione lacustre denominato sbroscia - una zuppa di pesci di lago - nella definizione dell'identitŕ locale entro pratiche e saperi della contemporaneitŕ. Questo piatto che, a causa di un sapore denso e di una natura poco adatta ai palati turistici non si č trasformato in prodotto commerciale, rappresenta per molti aspetti un elemento narrativo e uno strumento catalizzatore di sentimenti di appartenenza al lago, grazie alla sua origine mitica e arcaica, al suo rapporto intimo e solido con l'ambiente naturale lacustre e con la cultura locale della pesca tradizionale, di natura prettamente maschile. La riflessione antropologica proposta vuole riflettere sulle problematiche insite nei processi di patrimonializzazione della cultura immateriale locale prodotti dalle pratiche ministeriali di catalogazione (attraverso la scheda BDI), che a fatica riescono a restituire la complessitŕ del rapporto cibo/identitŕ in quello che viene da piů parti definito il lago "che si beve", proprio per l'uso alimentare delle acque lacustri che si faceva e che si fa ancora nella preparazione locale della sbroscia. Sono proprio le acque del lago, infatti, insieme ad un uso tutto maschile del fuoco "non domestico" e all'utilizzo del "pignatto" per cucinare la sbroscia che rendono la preparazione e la consumazione di questo piatto un rito significativo sul piano simbolico per i pescatori che vivono questo territorio. Persino l'abitudine di mangiare la sbroscia con le mani entra nel confine identitario, nella memoria narrativa dei pescatori che si rifanno ad un passato premoderno. Nell'uso quotidiano contemporaneo della sbroscia si rileva il suo rapporto opaco con altri luoghi del consumo alimentare: i paesi lontani dal lago, le sagre e i ristoranti del luogo, confermando la sua forte caratteristica di piatto "intimo" e non commerciale, privato, selettivo e di retroscena. In che modo quindi, questo cosě complesso bene effimero, in bilico tra materiale e immateriale, si puň inserire in un processo di valorizzazione del territorio e delle comunitŕ locali legato al loro sviluppo sostenibile? A questo e ad altri interrogativi relativi al patrimonio etnografico, tenta di rispondere il saggio in questione.
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Nuti, Lucia. "Le alterne fortune dell'acqua nella storia del territorio." STORIA URBANA, no. 125 (April 2010): 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125001.

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Abstract:
Questa nota introduttiva propone alcune riflessioni sulla presenza dell'acqua nel paesaggio della Toscana e sulle sue variazioni nel corso dei secoli. Momenti di forte espansione dell'acqua nelle sue diverse forme, acque vive,morte,naturali, artificiali,navigabili o di deflusso, si sono alternati a momenti di regressione in favore delle terre coltivate. Nell'attuale clima culturale sembrano risorgere le fortune dell'acqua ed i piani di recupero urbano e territoriale le assegnano un ruolo attivo come componente del paesaggio e si torna a invocarne la presenza anche nei luoghi da cui č stata tenacemente estromessa.
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Hurst, Henry. "The Scalae (ex-Graecae) above the Nova Via." Papers of the British School at Rome 74 (November 2006): 237–91. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003275.

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Abstract:
LE SCALAE (EX-GRAECAE) SULLA NOVA VIALo studio, iniziato dalla Soprintendenza alle Antichità di Roma, fornisce una ricognizione dettagliata delle mura in elevato e della pianta della scalinata che dalla Nova Via conduceva al cosiddetto Clivus Victoriae nell'angolo nord-ovest del colle Palatine Questa superfrcie fu per la prima volta esposta nel 1880 e fu vista da Lanciani come parte di una via cha andava dal tempio di Vesta al sito della Porta Romanula; più recentemente questa è stata identificata con le Scalae Graecae note dai testi antichi. L'attuale gradinata si data all'epoca adrianea e da accesso agli ambienti situati lungo il suo lato orientale, incluso un probabile mulino ad acqua alimentato dall'acqua proveniente da un canale della Domus Tiberiana. Quasi certamente esso non fornisce un collegamento alia parte superiore del colle Palatine Sono stati rinvenuti anche resti precedenti di epoca imperiale, probabilmente risalenti al periodo augusteo, insieme con una massiccia struttura probabilmente spoliata al livello della Nova Via, che potrebbe costituire un resto della Porta Romanula.
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Ricoveri, Giovanna. "Beni comuni e nuovo modello di sviluppo." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 3 (March 2011): 91–106. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-003005.

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Abstract:
La tesi sostenuta in questo articolo è che i beni comuni del passato - quelli di sussistenza - possono diventare, se riletti ed aggiornati alla luce del presente, la spina dorsale di un ordine sociale alternativo a quello capitalistico, che domina sul mondo da circa tre secoli. Si ritiene che il "ritorno dei beni comuni", come viene chiamata la proposta presentata in questo elaborato, sia una necessità storica per riuscire a superare la crisi del capitalismo e i problemi da esso creati, specialmente nella sua ultima fase finanziaria: il saccheggio della natura, la privatizzazione dello spazio pubblico, la disoccupazione, le disuguaglianze sociali, i disastri ecologici. Per sostenere la proposta avanzata in questo articolo, prima di tutto vengono identificate le caratteristiche principali dei beni comuni come l'autogoverno da parte delle comunità locali., si ricorda brevemente come i beni comuni siano stati delegittimati dalla Rivoluzione industriale nel passaggio dal Medioevo alla modernità . Terzo: si mettono in evidenza le nuove "recinzioni" di acqua, aria, terra ed dell'energia, così come quella del cambiamento climatico. Quarto: il ritorno ai beni comuni richiede una fase intermedia, cioè la conversione ecologica delle economie che deve essere realizzata dalle comunità locali. Quinto: vengono considerati i motivi che non hanno ancora permesso al ritorno dei beni comuni di diventare il primo tema dell'agenda dei movimenti.
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Thomas, Robert, and Andrew Wilson. "Water supply for Roman farms in Latium and South Etruria." Papers of the British School at Rome 62 (November 1994): 139–96. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010060.

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Abstract:
RIFORNIMENTO D'ACQUA PER LE FATTORIE ROMANE DEL LAZIO E DELL'ETRURIA MERIDIONALENumerose cisterne sono note da siti rurali nell'area di Roma, molte troppo grandi per essere state riempite con acqua piovana scaricata dai tetti degli edifici. La presenza di rifornimenti esterni per le cisterne è stata anche confermata dal ritrovamento di numerose sezioni di canali, condotte e tubi. Il confronto della capacità delle cisterne con le quantità d'acqua necessarie per irrigazione e per altri usi agricoli suggerisce che le cisterne permettessero un rifornimento idrico per uso domestico e per gli animali, permettendo inoltre di irrigare piccoli orti, ma non estesi campi coltivati. La localizzazione di queste strutture idriche viene esaminata in relazione alia generale topografia di alcune aree. Viene proposto che le ville, le fattorie e gli insediamenti rurali ottenessero acqua da una serie di possibili sistemi di acquedotto, che andavano dalla presenza di rubinetti nel più generale sistema di acquedotti romani, alla presenza di acquedotti più piccoli amministrati da una municipalità locale, fino alla presenza di sistemi a piccola scala costruiti e mantenuti da cooperative o da privati
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Dono, Gabriele, and Graziano Mazzapicchio. "L'impatto economico dei cambiamenti climatici sulla disponibilitŕ di acqua irrigua in un'area del Mediterraneo." ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no. 1 (July 2010): 129–50. http://dx.doi.org/10.3280/efe2010-001010.

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Abstract:
L'impatto economico dei Cambiamenti Climatici sulla disponibilitŕ di acqua irrigua in un'area del Mediterraneo, di Gabriele Dono e Graziano Mazzapicchio Questo studio valuta alcuni effetti economici e produttivi del cambiamento climatico sull'agricoltura di un'area irrigua dell'Italia meridionale. Esso considera, in particolare, la variazione dovuta al cambiamento nel regime delle piogge sulla disponibilitŕ d'acqua per l'irrigazione in una diga. Stimato il rapporto tra precipitazioni e volumi d'acqua nella diga, si definiscono le distribuzioni dei vari stati d'invaso idrico nel passato, nel presente e in uno scenario futuro. Queste distribuzioni sono usate per rappresentare le attese degli agricoltori sulle condizioni di disponibilitŕ idrica che potrebbero affermarsi passando da una situazione di stabilitŕ a una di crescente variabilitŕ dei fenomeni piovosi. In particolare, tali distribuzioni sono inserite in un modello di Programmazione Stocastica Discreta che riproduce le scelte delle aziende agricole dell'area, dato il valore stocastico atteso per l'acqua d'irrigazione disponibile in diga. I risultati delle simulazioni ottenuti confrontando gli scenari del presente e del futuro con quello del passato, evidenziano un calo dei redditi e dell'occupazione soprattutto in alcune tipologie aziendali. Emergono anche modifiche nell'uso del suolo, con un calo nell'uso dei fattori produttivi e un aumento della quantitŕ di acqua estratta dai pozzi aziendali.
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Wilson, Andrew. "Late antique water-mills on the Palatine." Papers of the British School at Rome 71 (November 2003): 85–109. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002403.

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Abstract:
I MULINI AD ACQUA TARDOANTICHI SUL PALATINONel corso degli scavi diretti da Henry Hurst nel settembre 2002 sul pendio settentrionale del Palatino a Roma, è stato riportato alla luce un pavimento tardoantico realizzato con pietre sia intere che frammentarie di mulini. Le pietre sono di un tipo generalmente associato ai mulini ad acqua per la macinazione del grano e, insieme a quelle di una pavimentazione simile rinvenuta diversi anni fa nelle vicinanze da Clemens Krause, forniscono un'evidenza considerevole per la presenza di un complesso comprendente almeno cinque mulini ad acqua, situato sul pendio settentrionale o su quello occidentale del Palatino in eta tardoantica. Questo complesso di mulini ad acqua potrebbe essere stato connesso all'annona, anche se il grano avrebbe potuto essere comunque macinato lì per ragioni commerciali. La pavimentazione scoperta di recente è datata al 350–500 circa dalla ceramica; li pietre da mulino potrebbero datare all'incirca allo stesso periodo, anche se i mulini dalle quali provengono potrebbero essere stati costruiti precedentemente. Un paio di frammenti di mulini in pietra di età moderna, rinvenuti presso la Fontana della Pioggia nei Giardini Farnese, sul pendio settentrionale del Palatino, indicano come gli stessi fattori della presenza di un pendio ripido e della disponibilità d'acqua raccolta artificialmente in cima al Palatino incoraggiassero lo sfruttamento del sito in maniera simile anche in età più moderna.
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Sear, Frank. "Cisterns, drainage and lavatories in Pompeian houses, Casa del Granduca (VII.4.56)." Papers of the British School at Rome 72 (November 2004): 125–66. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002695.

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Abstract:
CISTERNE, DRENAGGI E LATRINE NELLE CASE DI POMPEI, CASA DEL GRANDUCA (VII.4.56)L'articolo delinea la complessa cronologia del lato orientale dell'Insula 4, Regio VII e procede con l'esame dettagliato del sistema idrico della Casa del Granduca. All'interno della casa si hanno evidenze di canali e di una cisterna relativi alla fase precedente la costruzione della dimora nella sua forma attuale. La prima casa ad atrio del sito sembra avere utilizzato questa cisterna e, quando essa fu ampliata, furono costruite altre cisterne. La cisterna del peristilio è di particolare interesse perché la sua parte superiore è ricavata da un capitello dorico che probabilmente apparteneva al colonnato sannitico del lato meridionale del Foro. Altri capitelli dorici, più piccoli, sono stati riutilizzati nel peristilio e questi potrebbero essere appartenuti all'ordine superiore dello stesso colonnato. Intorno al 40 d.C. fu installato un sistema di acqua corrente con tubi in piombo e fu costruito un ninfeo, probabilmente il primo di Pompei. Viene discussa brevemente anche la tecnica dei mosaici e la loro importanza. L'articolo termina con alcune osservazioni sull'utilità di installare sistemi di acqua corrente nelle case pompeiane.
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Zito, M. P., S. Maldone, I. Capelli, F. Centofanti, and C. Raimondi. "Impiego della dialisi peritoneale nell'encefalopatia mitochondriale neurogastrointestinale (MNGIE): un Caso Clinico." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no. 2 (January 24, 2018): 13–17. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1429.

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Abstract:
L'Encefalomiopatia Mitocondriale Neurogastrointestinale (MNGIE) è una rara malattia autosomica recessiva causata da mutazioni del gene ECGF1 che codifica per l'enzima Timidina-Fosforilasi, il quale regola il catabolismo della timidina e della desossiuridina. Tali mutazioni causano la perdita della funzione dell'enzima, conseguente aumento dei livelli plasmatici di timidina e de-ossiuridina e alterazione dei meccanismi di riparazione e replicazione del DNA mitocondriale. La MNGIE è caratterizzata da deficit neurologici (neuropatia periferica, leucoencefalomiopatia), oftalmoplegia bilaterale, ptosi palpebrale, dismotilità/atonia gastrointestinale con malassorbimento e malnutrizione. Riportiamo un caso di trattamento combinato con Dialisi Peritoneale (DP) e Nutrizione Parenterale (NP) in una paziente affetta da MNGIE e severa malnutrizione, con disturbi gastrointestinali e dolori addominali complicati da occlusioni intestinali recidivanti e severo quadro di malnutrizione. È stata quindi iniziata una NP e, un trattamento mediante DP La scelta del tipo di soluzioni da utilizzare e delle modalità di scambio si è basata sul concetto di miglioramento della rimozione dei soluti nelle soste lunghe e del riassorbimento di glucosio e acqua dal liquido peritoneale, che, in questo caso, era auspicabile. La scelta della soluzione Nutrineal PD4 è stata fatta su base empirica e sulle esperienze effettuate nei pazienti con insufficienza renale cronica e MIA sindrome.
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Coleman, Lucinda. "Performing Water: Site-specific dance-making as liquid art." Choreographic Practices 11, no. 1 (July 1, 2020): 101–22. http://dx.doi.org/10.1386/chor_00014_1.

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Abstract:
The Remnant Dance Project, Culaccini, developed site-specific dance movement in response to the waters of the Taleggio Valley, Italy, during the Nature, Art and Habitat Residency (NAHR) (2018). The intention was to respond to the Enna River system through documenting dance movement made in the region via film, photography and reflective writing. The practice-led research process was shared on the daily blog, ‘The drop of the day’. At the close of the NAHR, a short dance film, Performing Water, was made to further interrogate the nature of site-specific dance-making in water and the notion of what constitutes ‘site-dance’ in this context. In our journey of water-dance discovery, unique marks have remained on each other, the site and on things we have made, like the traces of a water vessel: culaccini. The dance made for the project was immersive and focused, constructed to invite interpretation through the use of symbolism and imagery. Progetto Culaccini sviluppa un movimento di danza site-specific in risposta alle acque dei torrenti della Val Taleggio, Italia (2018). L’intenzione è quella di rispondere al sistema del torrente Enna documentando il movimento di danza fatto sul luogo attraverso film, fotografia e scrittura riflessiva. Questo processo di ricerca guidato dalla pratica venne condiviso quotidianamente sul blog: La goccia del giorno. Al termine della residenza Natura, Arte e Habitat, la produzione di un cortometraggio di danza ha permesso l’analisi e approfondimento della danza site-specific in acqua e la nozione di ciò che costituisce la ‘danza’ in questo contesto. Nel nostro viaggio di scoperta della danza nell’acqua, segni unici rimangono impressi uno sull’altro, il luogo e le cose che abbiamo fatto, come le tracce di un vessello d’acqua: i culaccini. La danza fatta in questo contesto è stata immersiva e focalizzata; costruita per invitare l’interpretazione attraverso l’uso di simbolismo e immagini.
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Taylor, Rabun. "A citeriore ripa aquae: aqueduct river crossings in the ancient city of Rome." Papers of the British School at Rome 63 (November 1995): 75–103. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010205.

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Abstract:
A CITERIORE RIPA AQUA: ATTRAVERSAMENTI FLUVIALI DELL'ACQUEDOTTO NELLA ROMA ANTICAUn attento esame delle fonti letterarie suggerisce che l'introduzione di quattro acquedotti nella zona transtiberina, l'Aqua Appia, l'Anio Vetus, l'Aqua Marcia e l'Aqua Virgo, sia dovuta ad Agrippa. Si ritiene che il Pons Cestius sia stato costruito per lo meno in parte per realizzare questo progetto. Il Pons Agrippae, che certamente trasportava l'Aqua Virgo e forse l'Anio Vetus o anche l'Aqua Marcia, fu più tardi smantellato e ristrutturato a breve distanza più a valle, da Probo, con il nome di Pons Aurelius. I vecchi ponti dell'acquedotto vennero deviati verso questo nuovo ponte per mantenere il rifornimento di acqua nella trans-tiberina. L'Aqua Traiana attraversava il Tevere da ovest con un proprio ponte e procedeva verso est subito a sud del Colle Aventino, per congiungersi probabilmente alla rete di distribuzione sul Celio prima di diramarsi per alimentare le Terme Traiane e le altre regioni della città che giacevano ad est del fiume.
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Botti, P., A. Virdis, G. Solinas, P. Buscarinu, M. Ferralis, G. Marras, P. Spanu, and S. Vacca. "Reclamation and agricultural reuse of wastewater: the experience of the Cagliari sewage treatment plant (Sardinia, Italy)." Water Science and Technology 59, no. 1 (January 1, 2009): 65–72. http://dx.doi.org/10.2166/wst.2009.776.

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Abstract:
In Sardinia, as in many other Mediterranean regions, recurrent droughts and climate change have dramatically reduced available water resources. As a result of this critical situation, in 1995 the Italian Government declared a state of emergency and drew up a program for financial support by the State and local authorities with the aim of reducing this serious deficit. One of the actions focused on reclaiming and reusing the effluent from the sewage treatment plant of Cagliari. This article reports on the multidisciplinary preliminary study performed by the Ente Acque della Sardegna (ENAS) to evaluate the suitability of reusing Is Arenas effluent for irrigation and on the operation of the tertiary treatment plant.
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Kucharczyk, W. "MRI of the Hypothalamic-Pituitary Region." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 1 (February 1994): 11–15. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700101.

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Abstract:
La risonanza magnetica ha consentito un nuovo approccio diagnostico e una piu-approfondita conoscenza dei disordini di sviluppo, funzione e morfologia della regione ipotalamo-ipofisaria. L'intensità di segnale in RM è primariamente dipendente dal rapporto reciproco tra concentrazione di H2O e tessuti «solidi», rappresentati questi ultimi da macromolecole proteiche e lipidiche, fosfolipidi di membrana e glicolipidi. Sia la concentrazione che la struttura macromolecolare dei complessi ormonali presenti nell'ipotalamo e nell'ipofisi, come pure l'assenza o la presenza di sostanze paramagnetiche e ferromagnetiche ne influenzano il segnale in RM consentendo una discriminazione tra stati normali e patologici. L'ipotalamo è un regolatore cruciale di funzioni endocrine e vegetative. Esso contiene nuclei responsabili della sintesi dei «releasing hormones» diretti all'adenoipofisi attraverso il sistema portale, e i nuclei sopraottico e paraventricolare che sintetizzano ossitocina e vasopressina, trasportate lungo i processi assonali dei nuclei alia neuroipofisi. I complessi nucleari ipotalamici non so no chiaramente identificabili con la RM, mentre 1' Anatomia macroscopica dell'ipotalamo, del peduncolo ipofisario e della ghiandola ipofisi, distinta in lobo anteriore e posteriore, è riconoscibile in dettaglio. La chiarezza di dimostrazione di queste strutture è la ragione principale dell'utilità della RM nella diagnosi di patologie di questa regione. L'aspetto unico e peculiare dell'ipofisi alla RM è la drastica differenza di segnale, sulle immagini «pesate» in T1, tra lobo anteriore e posteriore nonostante la loro analoga concentrazione di acqua e macromolecole. In particolare è 1' alta intensità di segnale del lobo posteriore ad essere unica. Benché ancora non si sia giunti ad una accettabile spiegazione per l'alto segnale della neuroipofisi, va sottolineato come esso sia un marker diagnostico importante: esso è assente nel diabete insipido centrale, aiuta nel distinguere il diabete insipido dalla polidipsia primaria e può servire come indicatore di alterazioni disembriogenetiche. Il significato diagnostico dell'assenza dell'alto segnale della neuroipofisi si è modificato dalla prima osservazione di tale reperto nel diabete insipido centrale, reperto che inizialmente si pensava costante e indice sicuro di tale situazione patologica. Successivamente tale assenza e stata riscontrata in alcuni soggetti normali e in altri con diabete insipido nefrogenico. Per contro la sua identificazione in alcuni soggetti con diabete insipido centrale ha portato a concludere che la dimostrazione dell'iperintensita della neuroipofisi non indica necessariamente integrita funzionale dell'asse ipotalamo-ipofisario. Pertanto la RM è, al meglio, un'indagine qualitativa ma non in grado di esplorare la funzionalità ipotalamo-ipofisaria in modo quantitativo. La RM ha contribuito in modo sostanziale alia comprensione delle anomalie morfologiche ipofisarie riscontrabili nel nanismo ipotalamo-ipofisario. Adenoipofisi ipoplasica, peduncolo ipofisario sottile o assente e posizione ectopica della iperintensità della neuroipofisi sono l'insieme di anomalie riscontrabili in soggetti con deficit multiplo di ormoni ipofisari e nel 50% di soggetti con deficit isolato di ormone della crescita. Il rimanente 50% di questi ultimi presenta solo un'adenoipofisi ipoplasica. Molto probabilmente le forme più severe di nanismo ipotalamo-ipofisario sono legate ad un difetto di sviluppo embrionale dell'asse ipotalamo-ipofisario. La posizione ectopica della neuroipofisi sarebbe un indicatore di un errore nell'organogenesi che porta ad una mancata discesa dell'abbozzo neuroipofisario nell'interno della cavità sellare. Da ultimo, un basso segnale dell'adenoipofisi specie sulle immagini «pesate» in T2, dovuto a deposito di ferro, si rileva in pazienti talassemici post-trasfusi che sono spesso affetti da ritardo puberale correlabile all'ipopituitarismo. L'RM, in tal caso, si è dimostrata un utile test qualitativo della funzionalità gonadotropinica in quanto un maggior grado di ipointensità dell'adenoipofisi alla RM sembra correlabile con una scarsa risposta dell'LH al test di stimolazione con GnRH.
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Bobbi, Silvia. "La progettazione del naviglio di Pavia (1805-1808): il difficile avvio della politica d 'intervento Territoriale nel Regno d'Italia." SOCIETÀ E STORIA, no. 137 (September 2012): 561–97. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-137003.

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Abstract:
Il saggio si avvale della documentazione concernente i lavori pubblici conservata presso l'Archivio di Stato di Milano, allo scopo di ripercorrere la progettazione del Naviglio di Pavia (1805-1808) durante il Regno d'Italia - opera di alto valore strategico- militare, per il trasporto dei cannoni prodotti nell'Arsenale di Pavia - e mettere in luce i motivi che condussero alla rimozione di Giovanni Paradisi dalla carica di Direttore del Dipartimento di Acque e Strade nel 1809. Emerge come le resistenze opposte dagli ingegneri del corpo al progetto ed al primo progettista, il matematico Vincenzo Brunacci, avessero origine nelle tradizionali collusioni intessute tra costoro e gli appaltatori d'opere pubbliche, a cui quest'ultimo stava tentando di porre un argine per mezzo di un nuovo «Piano d'amministrazione» del naviglio. L'opposizione degli ingegne- ri si celň dietro questioni di carattere tecnico - come l'opera di Bruschetti si preoccupň di confermare - come quelle giÀ emerse nel parere dell'ispettore generale del corpo francese dei Ponts et Chaussées, Gaspard Claire François Marie Riche de Prony, contrario al progetto per rivalitÀ accademiche e scientifiche in precedenza maturate contro Brunacci. Si sostanziň invece, come solo le carte amministrative testimoniano tra le fonti, in un vero e proprio "tranello burocratico" teso a Brunacci sul piano della correttezza procedurale, che ne determinň le dimissioni.
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Montirosso, Rosario, Alberto Del Prete, Anna Cavallini, and Patrizia Cozzi. "Profilo neurocomportamentale in un gruppo di bambini pretermine sani. Applicazione della NICU Network Neurobehavioral Scale (NNNS)." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2010): 96–116. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-003005.

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Abstract:
Il presente studio č parte di un progetto di ricerca longitudinale multicentrico, denominato NEO-ACQUA (NEONATAL ADEQUATE CARE for QUALITY of LIFE), il cui principale obiettivo č la valutazione della qualitŕ della vita di bambini nati pretermine, ma considerati "sani" alla dimissione per l'assenza di patologie conclamate. In quest'articolo sono riportati i risultati relativi alla valutazione neurocomportamentale. Lo scopo primario č indagare possibili differenze nel profilo neurologico e comportamentale rispetto a bambini nati a termine. Hanno preso parte allo studio 69 bambini nati molto pretermine (etŕ gestazionale < 30a settimana e/o peso alla nascita < 1500 gr) e 33 bambini nati a termine. I pretermine sono stati valutati al raggiungimento dell'etŕ postmestruale a termine (_ 37 settimane), i nati a termine tra la seconda e la terza giornata di vita. La valutazione neurocomportamentale č stata eseguita tramite la Neonatal Intensive Care Unit Network Neurobehavioral Scale (NNNS). In confronto ai nati a termine, i pretermine presentavano un maggior numero di riflessi non ottimali e una scarsa qualitŕ del movimento. Sul piano comportamentale manifestavano una minore capacitŕ di attenzione e di partecipazione allo scambio con l'ambiente. Inoltre risultavano meno abili nella regolazione del distress. Infine, presentavano marcati livelli di stress. I risultati rilevano che, anche in assenza di documentate complicazioni cliniche, bambini fortemente pretermine presentano un'alterazione del profilo neurocomportamentale. Queste evidenze sono discusse alla luce del possibile utilizzo della NNNS in programmi di intervento precoce a favore dei bambini pretermine e di sostegno ai loro genitori.
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Ruisi, Manuela. "La tutela e la gestione delle risorse idriche nell’Appennino centrale e il progetto ReSTART." Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater 8, no. 3 (October 14, 2019). http://dx.doi.org/10.7343/as-2019-407.

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Abstract:
L’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale ha dato avvio al nuovo aggiornamento del Piano di Gestione delle Acque, così come previsto dalla Direttiva quadro sulle Acque 2000/60/CE e dalla normativa nazionale di suo recepimento (D.lgs. 152/06 e ss.mm.ii). Si tratta del riesame del Piano, in sintesi, alla luce dello scostamento dello stato ambientale dei corpi idrici dagli obiettivi prefissati e della conseguente individuazione di strategie d’azione per il raggiungimento degli stessi [...].
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Oliveira, Hebe Souza de, and Flavio Wacholz. "Arte e ambiente: le risorse idriche brasiliane dal punto di vista NAIF." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, July 9, 2020, 37–60. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/arte-it/arte-e-ambiente.

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Abstract:
Il Brasile è un paese privilegiato in termini di quantità di acqua disponibile nel suo territorio. Il modo in cui l’acqua è rappresentata nei dipinti mette in evidenza la percezione che l’artista ha di questa risorsa naturale. L’obiettivo di questo lavoro era sottolineare l’importanza delle risorse idriche brasiliane e promuovere l’arte naïf. Per quanto riguarda le procedure metodologiche, è stata svolta una ricerca documentaria, sulla base dei cataloghi delle mostre: Bienal Naifs do Brasil al SESC di Piracicaba/SP (1996-2018); Biennale Internazionale di Naif Art Totem Cor-Ação – BINAIF de Socorro/SP (2017 e 2019); e l’Esposizione Nazionale di Arte Naïf nello Stato di San Paolo (2019). Lo studio è stato descrittivo, con un’analisi qualitativa dei dipinti e dei loro rapporti con le risorse idriche, a loro volta le risorse idriche dipinte nelle opere sono state presentate in modo tecnico. Quindici opere sono state selezionate per la loro attinenza al tema. L’insieme dei dipinti analizzati comprende i molteplici usi dell’acqua, oltre agli aspetti geografici, storici, culturali e ai diversi biomi dei bacini idrografici. Sono stati inoltre osservati problemi come inondazioni, scarsità e inquinamento delle risorse idriche. La ricerca ha effettuato un viaggio attraverso il Brasile, da nord a sud, occupandosi sia delle acque continentali che delle acque oceaniche che bagnano la costa del paese. In considerazione di ciò, si conclude che l’acqua è una risorsa naturale indispensabile, valorizzarla attraverso l’arte naif ne favorisce anche la conservazione e quindi contribuisce alla gestione delle risorse idriche.
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Almeida, Hellen Karine Santos, Matheus Monteiro Ybanez Paiva, Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias, Amanda Alves Fecury, Carla Viana Dendasck, and Antônio de Pádua Arlindo Dantas. "Analisi tecnologica del materiale di Areal Morro Branco, Porto Grande, Amapá, per frazionamento." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, March 26, 2020, 05–13. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/ambiente/analisi-tecnologica.

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Abstract:
La sabbia naturale viene estratta con metodi minerari, anche per la produzione di sabbie artificiali. La sabbia è ampiamente utilizzata in diverse aree. Come aggregati di costruzione; industrie di trasformazione dei materiali; trattamento delle acque e delle acque reflue. L’Areal della società Morro Branco, dove sono stati raccolti i campioni di sabbia, si trova intorno alla sede del comune di Porto Grande. Il comune di Porto Grande ad Amapá si trova al centro dello stato a 108 chilometri dalla capitale Macapá. L’obiettivo di questa ricerca era quello di effettuare l’analisi tecnologica del materiale di Areal Morro Branco, Porto Grande, Amapá, per frazionamento. La sabbia è stata rimossa da una zona sabbiosa nel comune di Porto Grande – AP con l’uso di utensili a mano per la raccolta. Sono stati raccolti 03 (tre) campioni provenienti da punti diversi con composizione diversa, a causa dell’esistenza di materia organica nella sua composizione. Il silicato di sodio con una concentrazione del 10% e il bromoforme sono stati utilizzati per la degradazione della materia organica del campione. Queste procedure sono state determinate nel campione secco in forno per 24 ore a circa 110° C e la percentuale di umidità (%U), questo, è stata determinata anche nel campione originale. E’ stato verificato attraverso i test e le procedure eseguite che l’umidità della sabbia dell’Areal Morro Branco è influenzata dalla materia organica derivante dalle aree forestali e dalle risorse idriche dei dintorni dell’Areal. La granulometria dei punti da cui la sabbia è stata raccolta nella sabbia ha caratteristiche di grano angolato e sottoangolo. Con l’aiuto della densità bromoforme, è stato possibile rendersi conto che la sabbia da cui è stato raccolto il campione presenta aggregati di quarzo, feldspato con una densità inferiore a 2,89 g/cm3. È stato suggerito che la sabbia possa anche avere derivati minerali della sabbia con densità maggiore di 2,89 g/cm3, che sono olivina e pirosseno.
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Bazzoffi, Paolo, Roberta Gentile, and Andrea Rocchini. "Metodologia di rilievo della rugosità superficiale del suolo con Pole Aerial Photography (PAP)." Italian Journal of Agronomy 10, no. 1s (November 23, 2015). http://dx.doi.org/10.4081/ija.2015.722.

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Abstract:
<p>La valutazione della rugosità superficiale del suolo è importante in agricoltura sotto molteplici aspetti: nello studio delle relazioni tra le rugosità della superficie e volume massimo di stoccaggio di acqua nelle depressioni della superficie per lo sviluppo di modelli idrologici da utilizzare nelle strategie di conservazione del suolo e dell'acqua; ogni qualvolta occorra definire lo stato di amminutamento delle zolle determinato dagli strumenti agricoli di lavorazione del suolo in relazione all’umidità e alle caratteristiche fisiche del suolo. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di calibrare una nuova metodologia di misura della Rugosità Superficiale del Suolo (Random Roughness), basata sull’analisi di immagini stereoscopiche ricavate con Metodologia PAP (Pole Aerial Photography). La nuova metodologia si pone due obbiettivi innovativi fondamentali: misurare la Rugosità superficiale su ampie aree campionarie, al fine di una migliore rappresentazione delle superfici; ricavare i valori di rugosità con una tecnologia speditiva a basso costo.</p>
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Ducci, Daniela, and Sergio Rusi. "Between 2019 and 2020 over scientific events and awards for young people." Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater, December 19, 2019. http://dx.doi.org/10.7343/as-2019-445.

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Abstract:
Nei mesi finali del 2019 sono stati portati a termine diversi eventi co-organizzati o patrocinati da IAH Italy. Il 30 settembre a Bologna, nella sede della Regione Emilia- Romagna di Viale della Fiera è stato fatto il punto sulla lotta al cambiamento climatico, durante il convegno “Cambiamenti climatici e acque sotterranee” [...]
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Araújo, Angela Amorim De, Arthur Tibério De Lacerda Vieira, Ivanilda Lacerda Pedrosa, Márcia Virgínia Di Lorenzo Florêncio, Pablo Raphael Oliveira Honorato Da Silva, and Suely Amorim De Araújo. "Annegamento negli anziani in Paraíba-Brasile." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, November 15, 2020, 66–82. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/anziani.

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Abstract:
L’annegamento è un problema globale, ed è tra le principali cause di morte nel mondo, e gli anziani fanno parte di questa nuova realtà come gruppo speciale che subisce anche incidenti di immersione. Lo scopo di questo studio era analizzare le morti dovute all’annegamento negli anziani nello stato della Paraíba dal 2005 al 2015. Si tratta di uno studio retrospettivo e descrittivo associato all’analisi spaziale delle regioni con una maggiore incidenza di annegamento in persone di età pari o superiore a 60 anni nello stato della Paraíba. I dati sono stati raccolti dai registri IML (Gemol e Numol) dal 2005 al 2015, per un totale di 80 casi di annegamento. Caratteristiche sociodemografiche come fascia d’età, sesso, spazialità e descrizione locale dell’evento (fiumi, dighe, mare, cascata, cacimbas, dighe e ambienti domestici), fornitore di assistenza, file dell’Istituto medico legale della polizia scientifica, codice internazionale delle malattie – CID 10 (codice W74), spostamento dell’occorrenza. Come risultato abbiamo localizzato la regione del settore Mari della regione selvaggia di Paraíba- Açude Olho D’agua (Latitudine 7.11º S e Longitudine 35.2º ), era il luogo con il maggior numero di annegamenti, dove dighe/laghi (55%), maschi (91%), sposati (46%), di età compresa tra i 60 e i 69 anni (60%), la popolazione locale ha effettuato la prima assistenza (41%), 14 ore è stata di maggiore frequenza (11%) e la domenica (29%). Possiamo concludere che l’annegamento avviene in diversi scenari acquatici, e in questo studio si è verificato in acqua dolce, diversi fattori sono stati associati all’annegamento negli anziani, come deficit di cognizione, polifarmaci e limitazioni fisiche, tali risultati possono aiutare a incoraggiare le politiche di protezione per questo gruppo e i membri della famiglia guidano nelle regioni d’acqua dolce e accentuano l’assistenza.
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Bezerra, Francisco Paiva, and Wendell José Soares dos Santos. "Sistema di raccolta dell'acqua piovana in una residenza unifamiliare a Pesqueira - Pernambuco." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, May 31, 2022, 33–55. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/ingegneria-civile/raccolta-dellacqua.

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Abstract:
A causa della scarsità d’acqua e di vari problemi sociali causati dalla mancanza di accesso all’acqua, è chiaro che la popolazione ha bisogno di alternative sostenibili per rimediare a tali carenze. In questo contesto, al fine di sottolineare la dottrina in materia ed evidenziare l’importanza del riutilizzo dell’acqua per la conservazione delle risorse idriche per le generazioni future, questo articolo ha come domanda guida: l’utilizzo di un sistema di raccolta dell’acqua piovana presenta aspetti economici, tecnici e fattibilità ambientale? Pertanto, l’obiettivo è presentare una proposta per un sistema di raccolta dell’acqua piovana in una residenza unifamiliare situata nella città di Pesqueira, Stato di Pernambuco. La metodologia si è basata sull’effettuazione di calcoli di varie dimensioni, che hanno evidenziato come il volume totale fosse necessario per soddisfare le esigenze di riuso, essendo determinato attraverso la somma del volume del giardino, del garage e dello scarico della residenza. Infine, si è concluso che, in relazione alla captazione dell’acqua piovana attraverso il tetto dell’edificio studiato, è stato possibile minimizzare parzialmente gli allagamenti, nonché la riduzione dell’uso dell’acqua potabile fornita dal concessionario, rendendo il progetto economicamente ed ecologicamente sostenibile nella città di Pesqueira PE. Inoltre, è stato riscontrato un risparmio di 213,9775 L al giorno nell’utilizzo di acqua pulita attraverso l’utilizzo del citato sistema, che ha generato un impatto positivo sul valore mensile della tariffa idrica del concessionario.
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Dematteis, Antonio, Marco Barla, Alessandro Boscaro, Alessandro Gargini, Maria Governa, Fabrizio Grosso, Alessandra Insana, et al. "Linee guida per la gestione sostenibile delle venute d’acqua e del calore geotermico nelle gallerie." Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater 9, no. 4 (December 22, 2020). http://dx.doi.org/10.7343/as-2020-486.

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Abstract:
Questo documento presenta le Linee Guida per la gestione sostenibile delle venute d’acqua e del calore geotermico nelle gallerie, elaborate dal Gruppo di Lavoro GESTAG (GEstione SosTenibile delle Acque nelle Gallerie), istituito il 20/06/2012 dal Comitato Italiano dell’Associazione Internazionale degli Idrogeologi. Il documento affronta e descrive obiettivi, metodi e casi di studio, ciascuno dei quali richiede di adottare misure tecniche di vario tipo, illustrate nei capitoli seguenti, come studi idrogeologici, modelli predittivi degli impatti, soluzioni tecnologiche di contenimento del drenaggio e di captazione, recupero e valorizzazione delle risorse intercettate, monitoraggi. Sono affrontati anche i così detti temi non tecnici, come la comunicazione, poiché è ormai noto che l’accettabilità sociale di una galleria influenza direttamente la sua sostenibilità economica e finanziaria, per gli effetti che può avere sui tempi di realizzazione e sui costi delle compensazioni. Sulla base delle diverse esperienze dei componenti del Gruppo di Lavoro GESTAG, si è optato per una suddivisione in 11 temi principali, in particolare, in ciascuno dei capitoli successivi a quello introduttivo vengono trattati rispettivamente: Capitolo 2: l’importanza del ritorno di esperienza proveniente da gallerie già scavate, le banche dati disponibili e i criteri di analisi dei dati pregressi; Capitolo 3: come realizzare lo studio idrogeologico di una galleria, la relazione con il modello geologico, le metodiche da adottare nelle differenti fasi del progetto, che sono state distinte in ante-operam, in corso d’opera e post-operam; Capitolo 4: il tema degli impatti che il drenaggio in galleria può avere sull’ambiente circostante, le analisi che devono essere svolte e gli strumenti da adottare per la gestione del rischio, infine gli interventi per la mitigazione degli impatti; Capitoli 5 e 6: le metodiche di progettazione per la valorizzazione rispettivamente delle acque drenate in galleria e del calore; Capitolo 7: i prodotti chimici che vengono utilizzati in fase di scavo per il sostegno e il miglioramento del terreno, e la loro compatibilità con l’utilizzo delle acque drenate; Capitolo 8: i criteri di monitoraggio delle acque in un progetto di galleria; Capitolo 9: la comunicazione, il rapporto con i territori e l’analisi di casi pregressi, nonché una guida sulle buone pratiche da adottare; Capitolo 10: una panoramica sulla normativa europea ed italiana in tema di valutazione di impatto ambientale, monitoraggio e scarichi delle acque drenate; Capitolo 11: la bibliografia ragionata inerente l’argomento trattato, che include pubblicazioni tecnico scientifiche, normative di riferimento e risorse web.
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La Vigna, Francesco, Claudio Papiccio, Isidoro Bonfà, Maria Pia Congi, Rossella Maria Gafà, Lucio Martarelli, Gennaro Maria Monti, et al. "L’attività di monitoraggio idrogeologico nella Città di Roma." Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater 10, no. 1 (March 29, 2021). http://dx.doi.org/10.7343/as-2021-506.

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Abstract:
Nel mese di Aprile del 2020, è stata sottoscritta tra ISPRA, Dipartimento per il Servizio Geologico d’Italia, e Roma Capitale una convenzione di ricerca con l’obbiettivo di sistematizzare il monitoraggio delle acque sotterranee cittadine.
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Rossetto, Rudy. "Buone notizie per gli acquiferi… dal 2023 …" Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater, June 30, 2020. http://dx.doi.org/10.7343/as-2020-470.

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Abstract:
Con l’inizio della stagione estiva abbiamo il secondo volume per l’anno 2020 della rivista Acque Sotterranee – Italian Journal of Groundwater. Anche in questa occasione pubblichiamo contributi rilevanti per la gestione dei sistemi idrologici superficiali e sotterranei, proprio in un periodo dell’anno in cui l’impatto antropico dovuto ai prelievi si fa importante. andando spesso ad alterare sia lo stato quantitativo che lo stato chimico dei corpi idrici sotterranei.
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Piazzini, Sandro, Elena Spadini, Fabio Cianchi, Leonardo Favilli, and Giuseppe Manganelli. "I Lepidotteri Ropaloceri della Riserva Statale di Popolamento Animale “Lago di Burano” (Capalbio, Grosseto)." Bollettino della Società Entomologica Italiana, November 30, 2012, 99–105. http://dx.doi.org/10.4081/bollettinosei.2012.99.

Full text
Abstract:
Negli anni 2007-2009 è stata effettuata una ricerca sui Lepidotteri Ropaloceri della Riserva Statale di Popolamento animale “Lago di Burano” (Capalbio, GR). Le specie accertate sono 50 tra le quali otto (Thymelicus acteon, Gegenes nostrodamus, Zerynthia cassandra, Lycaena thersamon, Charaxes jasius, Libythea celtis, Hipparchia fagi, Hipparchia statilinus) di interesse conservazionistico. Le entità più diffuse sono Pieris brassicae, Colias crocea, Polyommatus icarus, Lasiommata megera, Pieris rapae, Gonepteryx cleopatra, Maniola jurtina, Coenonympha pamphilus, Papilio machaon, Limenitis reducta e Kanetisa circe, specie in grado di colonizzare diverse situazioni ambientali, quelle sporadiche Thymelicus sylvestris, Ochlodes venatus, Zerynthia cassandra, Euchloe ausonia, Favonius quercus, Satyrium ilicis, Cacyreus marshalli, Celastrina argiolus, Polyommatus thersites, Inachis io e Polygonia c-album, che non trovano nella riserva ambienti idonei alla loro sopravvivenza. Le principali minacce per i Ropaloceri di Burano sono rappresentate dalla gestione della vegetazione operata per fini agricoli e dalla regimazione delle acque. Per ridurre l’impatto di questa attività si suggeriscono: il mantenimento di una fascia di terreno incolto (ampia almeno 20 m) intorno al lago e di una striscia di vegetazione (larga tra 2 e 4 m) lungo i canali retrostanti; la conservazione di siepi e arbusti; l’effettuazione degli interventi di sfalcio della vegetazione erbacea tra dicembre e gennaio.
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May, William E. "Caring for persons in the persistent vegetative state and Pope John Paul II’s March 20, 2004 address on life-sustaining treatments and the vegetative state." Medicina e Morale 54, no. 3 (June 30, 2005). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2005.389.

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Abstract:
L’autore parte da un breve resoconto del suo coinvolgimento nella questione, concentrandosi sugli incontri dei filosofi morali/teologi, medici, giuristi e infermieri che presiedette nel 1986 per discutere l’argomento in profondità, dopo la dichiarazione della Pontificia Accademia delle Scienze del 1985 che affermava che il trattamento delle persone in uno stato di incoscienza permanente non è obbligatorio ma che tutta l’assistenza, compresa la nutrizione, dovrebbe essere loro profusa. Questi incontri portarono l’autore stesso e alcuni altri a cambiare le loro precedenti opinioni, secondo cui non era obbligatoria la nutrizione, e a scrivere un documento, pubblicato nella rivista Issues in Law and Medicine nel 1987 e firmato da più di 90 studiosi, in cui vengono fornite le ragioni per cui tale nutrizione è moralmente necessaria in modo ordinario. Egli analizza quindi i punti di vista delle diverse fonti sull’argomento, compresi i vescovi cattolici e gli studiosi, dai primi anni ‘80 fino al pronunciamento di Giovanni Paolo II del 20 marzo 2004. In particolare egli presenta l’argomento assai influente presentato da Kevin O’Rourke, O.P., che afferma che un’adeguata lettura del discorso del 1957 di Papa Pio XII sosterrebbe l’opinione secondo cui tale somministrazione di cibo/acqua è straordinaria perché non permette al soggetto in stato di incoscienza permanente di perseguire il fine spirituale della vita. L’autore mostra che questa interpretazione di Pio XII è grossolanamente imprecisa. L’autore, quindi, riassume il discorso di Giovanni Paolo II del 20 marzo affermando che la nutrizione di tali persone è una questione di assistenza ordinaria ed è obbligatoria. Egli poi esamina l’accoglienza estremamente ostile che questo discorso ha avuto da parte di molti teologi, che hanno affermato che esso non è compatibile con l’insegnamento della tradizione Cattolica, o che impone gravi pesi non necessari a coloro che forniscono le cure, o che non era ben ragionato, ecc. L’autore conclude con la difesa del discorso di Giovanni Paolo II, rispondendo alle obiezioni sollevategli contro. ---------- The Author begins with a brief account of his own involvement in the question, focusing on the meeting of moral philosophers/theologians, doctors, lawyers and nurses he chaired in 1986 to discuss the issue in depth after the 1985 declaration by the Pontifical Academy of Sciences that treatment of permanently unconscious person is not required but that all care, including feeding, should be lavished on them. These meeting led him and some others to change their carlier views that considered such feeding not obligatory and to prepare a paper, published in Issues in Law and Medicine in 1987 and signed by more than 90 scholars, proving the reasons why such feeding is ordinarily morally required. He then reviews the views of different sources, including both Catholic bishops and scholars, over this issue from early 1980s until John Paul II’s statement of March 20, 2004. He in particular presents the highly influential argument advanced by Kevin O’Rourke, O.P., claiming that a proper reading of a 1957 address by Pope Pius XII support the view that such provision of food/hydration is extraordinary because it does not enable the permanently unconscious to pursue the spiritual goal of life and shows that this interpretation of Pius XII is grossly inaccurate. He then summarizes John Paul II’s March 20 address affirming that feeding such persons is ordinarily a matter of ordinary care and is obligatory. He next surveys the extremely hostile reception this address received from may theologians, who declared that it was not compatible with traditional Catholic teaching, that it imposed unnecessarily grave burdens on care givers, that it was not well reasoned etc. He concludes by defending John Paul II’s address and responding to objections leveled against it.
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Silva, Pâmela do Espírito Santo, Amanda Alves Fecury, Euzébio Oliveira, Carla Viana Dendasck, and Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias. "Panoramica quantitativa di un decennio di casi di intossicazione alimentare nel nord del Brasile." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, August 25, 2020, 121–28. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/biologia-it/intossicazione-alimentare.

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Abstract:
Le malattie di origine alimentare (ADS) possono essere definite come quelle causate da agenti esterni che penetrano nell’essere vivente, attraverso acqua o cibo contaminato. Gli alimenti e l’acqua possono essere contaminati da tossine sia nella lavorazione industriale che durante la manipolazione umana. L’obiettivo di questo lavoro era quello di confrontare i dati quattordicenni sull’intossicazione alimentare nella regione settentrionale del paese con i dati nazionali. La ricerca è stata condotta nel database FIOCRUZ Sinitox System, tra il 2000 e il 2013. L’intossicazione alimentare umana si verifica in quantità maggiore nell’area urbana e la fascia d’età con il maggior numero di casi di intossicazione alimentare è stata compresa tra 20 e 29 anni e 30 e 39 anni. Contrariamente a quanto accade in Brasile, nella regione settentrionale il numero di casi collettivi è stato superiore a quelli individuali e la maggior parte dei casi di intossicazione umana si verifica con il genere femminile. Forse se ci fosse un tasso più elevato di servizi igienico-sanitari di base nel paese e se ci fosse uno stimolo maggiore all’insegnamento delle buone pratiche ai produttori e ai gestori di alimenti pronti da mangiare, forse si potrebbe osservare un cambiamento positivo in questo scenario.
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