Academic literature on the topic 'Stati affettivi'

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Journal articles on the topic "Stati affettivi"

1

Martorana, Giuseppe. "L'autoferimento. Uno studio pilota sui fattori di rischio: ruolo e interazione di trauma, attaccamento, dissociazione ed alessitimia." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (July 2012): 7–31. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-002002.

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Abstract:
Questo studio si propone di indagare il ruolo che i vissuti traumatici, l'attaccamento, la disregolazione affettiva e i processi dissociativi hanno nello sviluppo dell'autoferimento in un gruppo di giovani che si autoferiscono. I partecipanti sono 27 (22 femmine, 5 maschi), hanno aderito alla ricerca compilando il questionario on-line disponibile su "SIBRIC", sito web costruito ad hoc per lo studio e la ricerca sul self injury. Successivamente sono stati somministrati i seguenti test: TSI-A, ASQ, TAS-20, DES-II e A-DES. I dati di questo studio pilota confermano l'ipotesi che eventi traumatici, difficoltŕ nell'attaccamento, regolazione affettiva e dissociazione costituiscono fattori di rischio per lo sviluppo ed il mantenimento del self injury. Pertanto sarebbe necessario un maggiore approfondimento. Sulla base dei risultati ottenuti l'autore sostiene che un attaccamento insicuro ed esperienze traumatiche durante l'infanzia possano indebolire la capacitŕ di regolazione di stati affettivi, favorendo cosě l'insorgere di sintomi dissociativi e tratti alessitimici. Il self injury costituirebbe una strategia maladattiva di regolazione delle emozioni utilizzata per gestire tali stati.
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2

Guicciardi, Marco, Daniela Loi, Andrea Manca, Monica Marini, Riccardo Pazzona, and Luigi Raffo. "Pollice verde 2.0: una nuova risorsa per un invecchiamento attivo." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (October 2022): 28–39. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-003005.

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Abstract:
L'orticoltura può influire positivamente sul benessere delle persone anziane, contrastando il declino fisico e cognitivo e migliorando la qualità della vita. Le moderne tecnologie fornisco-no un valido supporto per incoraggiare lo svolgimento di tali attività e promuovere uno stile di vita attivo. Il presente studio esplorativo si propone di valutare gli effetti di attività di orticultura comunitaria supportate da una piattaforma digitale in un campione misto di partecipanti over 60 durante il periodo della pandemia da COVID-19. I partecipanti di età superiore ai sessanta anni hanno preso parte ad un percorso della durata di sei mesi, diviso in due periodi. Durante i primi tre mesi i partecipanti si sono limitati a rispondere ai test che indagavano le seguenti va-riabili psicologiche: autostima, solitudine, depressione, qualità della vita, affetti, supporto sociale e funzionamento cognitivo. Nei successivi tre mesi i partecipanti sono stati coinvolti in attività di orticoltura, supportate da applicazioni digitali accessibili tramite smartphone, cui ha fatto seguito la rilevazione delle stesse variabili psicologiche. Gli effetti dell'orticultura sono stati valutati confrontando le due serie di rilevazioni. I risultati mostrano un incremento della qualità della vita degli anziani, delle funzioni cognitive e, in misura minore, del benessere soggettivo. Gli anziani che risultano spo-sati o conviventi manifestano in genere una migliore qualità della vita e a seguito dell'intervento sono meno propensi ad esprimere stati affettivi negativi. Non sono stati evidenziati segni di depressione. L'orticultura assistita digitalmente può migliorare la qualità della vita degli anziani durante la pandemia da COVID-19.
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Balestrieri, Matteo. "Expressions of depression in Alzheimer's disease. The current scientific debate." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 9, no. 2 (June 2000): 126–39. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008319.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo– In questa rassegna sono stati raccolti ed analizzati i dati conoscitivi provenienti da ricerche che si occupano della relazione tra depressione e malattia di Alzheimer (Alzheimer's Disease, AD).Metodo– E' stata analizzata in modo sistematico la letteratura, attingendo sia alle segnalazione presenti nella banca-datiMedlineche alle informazioni ricavabili da una analisi ragionata degli studi pubblicati.Risultati– La prevalenza di segni e sintomi depressivi nei pazienti con AD è piuttosto elevata (40-50%). II ruolo della depressione all'interno dell'AD (indipendente, prodromo, fattore di rischio) deve in realtà essere ancora definito. I dati sulla familiarità per la depressione suggeriscono che l'AD agisca come stimolo scatenante la depressione su una base di vulnerabilità genetica. Su un versante biologico l'insorgenza di depressione nell'AD potrebbe derivare da uno sbilanciamento tra sistema colinergico e noradrenergico, mentre sul versante della comprensione psicologica la depressione costituirebbe una reazione di lutto per il decadimento cognitivo. Gli attuali strumenti diagnostici validati in pazienti con AD costituiscono un buon ausilio nella clinica e nella ricerca. L'individuazione di una depressione nel corso di un AD rimane in realtà sempre difficoltosa se non sono presenti sintomi affettivi franchi, poichè i sintomi cognitivi, psicomotori e vegetativi appartengono sia alia depressione che all'AD. I disturbi affettivi più frequentemente riportati sono la depressione maggiore e la distimia. Nel trattamento farmacologico si suggerisce l'utilizzo dei farmaci antidepressivi con minori effetti anticolinergici. Buoni risultati sono stati ottenuti anche adattando diversi tipi di psicoterapia alle particolari esigenze del paziente demente.Conclusioni– L'attuale dibattito scientifico si basa su conoscenze ancora limitate e parcellizzate. La futura ricerca in questo campo dovrà produrre studi che siano in grado di soddisfare criteri di indagine più rigidi, con una migliore definizione dei casi, una stratificazione per fattori di rischio ed una prospettiva longitudinale.
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4

Minelli, Andrea, and Michael Di Palma. "La funzione vagale: un link fra psiche, cervello e corpo." PNEI REVIEW, no. 1 (April 2022): 20–37. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2022-001003.

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Abstract:
Il nervo vago influenza i nostri stati psicologici e la flessibilità delle risposte adattative alle sollecitazioni ambientali e modula la regolazione dinamica dei sistemi biologici coinvolti nell'allostasi. L'output vagale è modulato dall'attività coordinata di strutture cerebrali fra loro interconnesse a formare una rete gerarchica multi-livello, il central autonomic network (CAN), che realizza l'integrazione neuroviscerale tramite anelli multipli di retroazione iterativa centro-periferia (cervello-corpo) operanti a vari livelli di complessità nel nevrasse; ogni livello gerarchico della rete elabora e integra nuovi tipi di informazione rispetto al livello precedente, e contribuisce in maniera più flessibile e contesto-specifica alla modulazione del tono vagale. L'output vagale si associa ad una varietà di processi neuropsichici, come gli stati affettivi, la regolazione delle emozioni, le funzioni esecutive. La compromissione della funzione vagale, associata a bassi indici di variabilità della frequenza cardiaca (HRV), si accompagna a rigidità delle risposte psicofisiologiche, disregolazione dei processi allostatici e all'incremento del rischio per patologie mediche e neuropsichiatriche.
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Montirosso, Rosario, Lynne Murray, Guenda Ghezzi Perego, Roberto Brusati, Francesco Morandi, and Renato Borgatti. "Modalitŕ interattive nella relazione precoce tra madre e bambino affetto da labio-palato-schisi. Studio osservativo su un campione italiano." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2010): 134–52. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-003007.

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Abstract:
I bambini affetti da labio-palato-schisi (LPS) possono presentare difficoltŕ nell'interazione socio-emozionale con la madre. L'obiettivo dello studio č analizzare la qualitŕ degli scambi affettivi in una fase precoce dello sviluppo. Hanno preso parte alla ricerca due gruppi (clinico e di controllo) composti entrambi da 16 diadi madre-bambino. Un'interazione di cinque minuti viso-a-viso č stata vi- deo-registrata quando il bambino aveva 2 mesi di vita. I comportamenti e lo stile interattivo della madre e del bambino sono stati codificati mediante il sistema GRS - Global Rating Scales [29]. Č stato inoltre somministrato il questionario BDI - Beck Depression Inventory - compilato dalle madri per valutare la sintomatologia depressiva. I risultati evidenziano che rispetto ai bambini del gruppo di controllo i bambini con LPS manifestano una ridotta partecipazione allo scambio relazionale con la madre. Le madri del gruppo clinico appaiono meno sensibili rispetto alle madri del gruppo di controllo. Tra i due gruppi di madri non emergono differenze ai punteggi ottenuti al questionario sulla sintomatologia depressiva. Tuttavia, nel corso dell'interazione con il loro bambino le madri del gruppo clinico manifestavano segni di natura depressiva. Globalmente le interazioni madrebambino affetto da LPS risultano meno fluide e con un minor numero di scambi comunicativi positivi. In conclusione, la presenza di LPS nel bambino interferisce in modo rilevante sulla qualitŕ dell'interazione precoce madre-bambino. Questi risultati suggeriscono l'importanza di pianificare interventi precoci indirizzati a facilitare la relazione tra la madre e il bambino affetto da LPS.
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6

Baldoni, Franco, Bruno Baldaro, and Mariagrazia Benassi. "Disturbi affettivi e comportamento di malattia nel periodo perinatale: correlazioni tra padri e madri." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2010): 25–44. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-003002.

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Abstract:
Secondo la teoria dell'attaccamento una funzione principale dell'essere genitori č fornire una "base sicura", cioč una particolare atmosfera di sicurezza e di fiducia all'interno della relazione con la figura di attaccamento. Questa necessitŕ si manifesta anche nella vita di coppia, in particolare durante la gravidanza e nel periodo successivo alla nascita di un figlio. Per studiare l'influenza di alcuni aspetti psicologici e comportamentali nelle madri e nei padri durante il periodo perinatale, gli autori hanno studiato un campione di 40 coppie valutate dal secondo trimestre di gravidanza al primo trimestre dopo il parto. In quattro occasioni a tutti i soggetti sono stati somministrati quattro questionari: il CES-D, il Symptom Questionnaire, l'Illness Behaviour Questionnaire e il Perinatal Couple Questionnaire. L'analisi statistica ha evidenziato che in questo periodo i padri manifestano alterazioni emotive con oscillazioni che sono correlate con la sofferenza materna. I padri le cui compagne hanno sofferto di disturbi affettivi durante il post-partum sono risultati piů depressi, ansiosi e irritabili, tendono a manifestare la loro sofferenza sotto forma di sintomatologia somatica e ad essere preoccupati per la propria salute e per il ruolo paterno. Gli interventi psicologici sui disturbi affettivi nel periodo perinatale dovrebbero perciň riguardare non solo la madre, ma entrambi i genitori. Nelle situazioni maggiormente a rischio, un aiuto psicoterapeutico finalizzato a ridurre la sintomatologia depressiva e ansiosa, le preoccupazioni ipocondriache e le difficoltŕ genitoriali puň favorire una migliore relazione di attaccamento non solo nei confronti del bambino, ma anche del proprio partner.
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Schotte, Kerstin, and Brian Cooper. "Subthreshold affective disorders: a useful concept in psychiatric epidemiology?" Epidemiology and Psychiatric Sciences 8, no. 4 (December 1999): 255–61. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008162.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo - Negli ultimi anni si è sviluppata una consistente letteratura sui concetti di disturbi affettivi sotto-soglia, sub-sindromici, minori, brevi e ricorrenti e sulle loro applicazioni nelle ricerche sulla popolazione generate. Lo scopo di questa breve revisione della letteratura è quello di esaminare le definizioni è lo stato corrente di queste categorie, proposte in riferimento soprattutto alia depressione e di valutare il loro potenziale contributo alia psichiatria epidemiologica. Metodo - È stata effettuata una ricerca Medline sui suddetti quattro termini per il periodo 1965-1999. Sono state esaminate anche le referenze bibliografiche rilevanti contenute in tutte le pubblicazioni identificate. Risultati - In larga misura questi concetti sono stati sviluppati come risposta ai limiti nel sistema di classificazione DSM e, in minor misura, in quello ICD. I gruppi sono stati identificati per aver meno sintomi rispondenti ai criteri o una minor durata dei sintomi rispetto alle categorie diagnostiche «ufficiali». L'uso di queste definizioni ha dato luogo a stime di prevalenza che variano in modo più esteso. Conclusioni - Sono indispensabili metodi perfezionati per la classificazione di tutte quelle persone nella popolazione generale, che hanno bisogno di trattamento medico e di aiuto per disturbi psicologici, ma che non soddisfano i criteri operativi indicati dalle linee guida ufficiali. Ciò, comunque, non può essere attuato semplicemente abbassando le soglie operative in questi sistemi. Sono necessarie ulteriori ricerche sulle caratteristiche cliniche e psicosociali dei disturbi psichiatrici comuni. In molte società un setting favorevole è quello della medicina di base, dove sono già in corso iniziative per una classificazione pragmatica e globale dei problemi di salute della popolazione.
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Grimaldi, Pietro. "Cognizione sociale, metacognizione e psicopatologia." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 51 (January 2023): 9–31. http://dx.doi.org/10.3280/qpc51-2022oa15180.

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Abstract:
Gli esseri umani comprendono e danno un senso al mondo sociale utilizzando la cognizione sociale, ovvero processi cognitivi attraverso i quali vengono comprese, elaborate e ricordate le proprie interazioni con gli altri (Morgan et al., 2017). Il termine cognizione sociale in maniera generale, viene riferito alle operazioni mentali che sono alla base delle interazioni sociali, tra cui percepire, interpretare e generare risposte alle intenzioni, alle disposizioni e ai comportamenti degli altri (Green et al., 2008). Un livello di ordine superiore della cognizione sociale è rappresentato dalla capacità di comprendere e ragionare sugli stati mentali e affettivi propri e altrui, utilizzando tale comprensione per risolvere i problemi e gestire la sofferenza soggettiva, livello definito mentalizzazione (Bateman & Fonagy, 2012; Choi-Kain & Gunderson, 2008) o metacognizione (Semerari & Dimaggio, 2003). L'attivazione dei sistemi motivazionali interpersonali, così come degli schemi relazionali, possono influenzare l'intersoggettività e le capacità mentali necessarie per gestire i compiti della vita e le relazioni interpersonali.La compromissione della cognizione sociale, così come le disfunzioni delle diverse abilità metacognitive sono riconosciute come una caratteristica chiave di diverse condizioni psicopatologiche.
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Torretta, Rossella. "Costituzione identitaria e possibile incidenza dell'evento traumatico non elaborato nella diagnosi di infertilitŕ inspiegata o parzialmente inspiegata." RICERCA PSICOANALITICA, no. 2 (May 2011): 113–28. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-002009.

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Abstract:
L'esperienza acquisita nei colloqui con le coppie "infertili" ha permesso di evidenziare il peso predominante della mente nei casi di infertilitŕ inspiegata o parzialmente inspiegata. Aspetti affettivi non risolti legati alla vita della coppia, o di uno dei partner, sembrano influenzare la capacitŕ generativa. L'esperienza clinica ha suggerito l'esistenza di un legame profondo tra infertilitŕ inspiegata e la presenza di conflitti che rendono impossibile da affrontare la possibilitŕ di poter generare. Sono tanti i motivi per cui si desidera concepire e, tra questi, anche il bisogno di riparazione. Riparazione alla frattura nel proprio divenire identitariamente, ma anche a quella di adulti significativi nella propria vita. Nel corso di percorsi psicoterapeutici con coppie che si sottoponevano a fecondazione assistita č stata osservata la ricorsivitŕ di esperienze traumatiche e/o luttuose non elaborate, accadute nel corso delle loro vite e in quelle dei loro adulti di riferimento. Per poter approfondire e verificare l'eventuale correlazione e incidenza tra trauma/lutto non elaborato e infertilitŕ inspiegata sono stati studiati questi aspetti su un campione di 89 coppie infertili all'inizio di un programma di PMA. Il 71% del campione presentava almeno un lutto o un trauma non elaborati. L'infertilitŕ inspiegata puň essere letta come un sintomo dietro il quale si celano richieste di autorizzazione a essere, a potersi definire identitariamente. Il trauma č allora stato visto come impossibilitŕ ad acquisire un significato di sé in relazione al contesto nel quale si č inseriti, ostacolo alla possibilitŕ di ricerca della propria identitŕ. Identitŕ intesa come presenza a sé stessi
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Whitney, Shiloh. "From the Body Schema to the Historical-Racial Schema." Chiasmi International 21 (2019): 305–20. http://dx.doi.org/10.5840/chiasmi20192129.

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Abstract:
What resources does Merleau-Ponty’s account of the body schema offer to the Fanonian one? First I show that Merleau-Ponty’s theory of the body schema is already a theory of affect: one that does not oppose affects to intentionality, positioning them not only as sense but as force, cultivating affective agencies rather than constituting static sense content. Then I argue that by foregrounding the role of affect in both thinkers, we can understand the way in which the historical-racial schema innovates, anticipating and influencing feminist theories of the affective turn – especially Sara Ahmed’s theory of affective economies. The historical-racial schema posits the constitution of affective agencies on a sociogenic scale, and these affective economies in turn account for the possibility of the collapse of the body schema into a racial epidermal schema, a disjunction of affective intentionality Fanon calls “affective tetanization.” Quelles ressources l’analyse du schéma corporel faite par Merleau-Ponty fournit-elle au schéma historico-racial proposé par Fanon ? En premier lieu, je vise à montrer que la théorie du schéma corporel de Merleau-Ponty est déjà une théorie de l’affect : une théorie qui n’oppose pas les affects à l’intentionnalité, qui ne les considère pas seulement comme un sens, mais comme une force, en cultivant des agentivités affectives plutôt qu’en constituant des contenus de sens statiques. Ensuite, j’affirmerai qu’en mettant en premier plan le rôle de l’affect chez ces deux penseurs, nous pouvons comprendre les innovations qu’apporte le schéma historico-racial, en anticipant et en influençant les théories féministes du tournant affectif – surtout la théorie de Sara Ahmed au sujet des économies affectives. Le schéma historico-racial établit la constitution d’agentivités affectives sur une échelle sociogénique, et ces économies affectives expliquent à leur tour la possibilité d’une dégradation du schéma corporel en schéma épidermique racial, une disjonction de l’intentionnalité affective que Fanon appelle « tétanisation affective ».Quali risorse può offrire la nozione merleau-pontiana di schema corporeo a quella di Fanon? In primo luogo, mi propongo di mostrare che la teoria dello schema corporeo elaborata da Merleau-Ponty è allo stesso tempo una teoria dell’affetto: una teoria che non oppone la dimensione degli affetti all’intenzionalità, poiché li considera non solo come senso ma come forze, in quanto implicano delle agentività affettive piuttosto che costituire meri contenuti statici di senso. Intendo quindi sostenere che mettendo in evidenza il ruolo dell’affetto in questi due autori sia possibile comprendere il portato innovativo dello schema storico-razziale, che anticipa e influenza le teorie femministe legate all’affective turn – e in particolare la teoria delle economie affettive elaborata da Sara Ahmed. Lo schema storico-razziale afferma la costituzione di agentività affettive a un livello sociogenetico, mentre le economie affettive rendono conto della possibilità del collasso dello schema corporeo in uno schema razziale epidermico, una disgiunzione dell’intenzionalità affettiva che Fanon definisce “tetanizzazione affettiva”.
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Dissertations / Theses on the topic "Stati affettivi"

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GILTRI, MARTA. "From Real Affective States towards Affective Agents Modeling." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2023. https://hdl.handle.net/10281/404517.

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Abstract:
La modellazione di agenti che tiene conto di emozioni e stati affettivi costituisce un argomento di discussione piuttosto importante nell’ambito della simulazione ad agenti, soprattutto per via di come introdurre parametri affettivi nella modellazione possa contribuire a rendere le simulazioni più realistiche. In questo ambito di ricerca, però, il modo di introdurre nei modelli parametri in grado di regolare lo stato affettivo degli agenti per da influenzarne azioni e comportamenti è spesso basato sui modelli emozionali che si trovano in letteratura, oppure sulle teorie e i modelli fisici che vengono solitamente utilizzati per la modellazione di pedoni e folle. L’approccio presentato in questo lavoro, quindi, mira ad approcciare il problema dal punto di vista dei dati, puntando ad arrivare alla modellazione di agenti affettivi partendo da dati provenienti da persone reali ed acquisiti tramite esperimenti creati ad hoc con il preciso obiettivo di studiare reazioni e comportamenti da poter poi tradurre in modellazione. In particolare, in questo lavoro il problema viene affrontato concentrandosi in particolare sull’ambito pedonale, osservando diversi tipi di interazione coinvolgenti pedoni tramite quattro diversi esperimenti atti a raccogliere dati in grado di descrivere le interazioni operate dai soggetti per poi inserirle in un contesto di modellazione. Gli esperimenti vengono effettuati in vivo, in vitro e online, osservando le interazioni di pedoni con veicoli, ostacoli in movimento ed altri pedoni, raccogliendo dati riguardo queste diverse interazioni tramite dati fisiologici e questionari atti a profilare i partecipanti e a fornire maggiori informazioni riguardo al comportamento e alle reazioni da loro dimostrate. I dati raccolti vengono quindi utilizzati per la modellazione, prima in ambito di automi cellulari e poi, successivamente, nell’ambito dei sistemi multi-agente, mostrando come le informazioni ricavate dai dati vengano integrate all’interno dei modelli al fine di includere parametri affettivi che, in base ai valori assegnati, influenzino in un certo modo il comportamento degli agenti. Vengono poi proposte alcune simulazioni derivanti dai modelli, ai fini di osservare come i parametri affettivi introdotti influenzino il comportamento degli agenti in azione in determinate situazioni.
The modeling of agents involving emotions and affective states constitutes a relevant discussion topic in the research concerning multi-agent simulations, especially because of how the introduction of affective parameters inside the modeling process could effectively make the produced simulations more realistic. In this research area, though, the modality in which parameters regulating the affective state of agents are introduced into models, so that the agents’ behaviour and actions are influenced by them, is always based on emotional models found in literature, or on physics theories and models usually involved for the modeling of pedestrians and crowds. The approach this work presents, then, aims at tackling this problem from the point of view of data, thus wanting to get to affective agent modeling starting from data coming from real people, acquired through ad-hoc experiments with the precise goal of observing reactions and behaviour to be later translated inside a model. In particular, the focus of this work falls on the research on pedestrians and walkability, observing different types of interactions involving pedestrians through four different experiment through which gather data able to describe the participants’ interactions to then implement them in the modeling step. The proposed experiments are executed in-vivo, in-vitro and online, observing pedestrian interactions with vehicles, moving obstacles and other pedestrians, gathering data regarding these interactions through physiological data and questionnaires made for profiling purposes and in order to have more information regarding the subjects’ behaviour and reactions. The gathered data is then used for modeling, firstly from the point of view of cellular automata and then passing on to the multi-agent systems perspective, showing how the information obtained from the data is introduced inside the models to be parametrized in affective parameters that, depending on the assigned values, could influence in a certain way the behaviour of the agents. After that, some simulation instances derived from the models are presented, as to observe how the affective parameters that were introduced in the models actively influence the behaviour of agents acting and moving in certain situations.
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Catti, Francesca Alessia <1980&gt. "Stato della salute orale in pazienti istituzionalizzati affetti da patologie neuropsichiatriche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4508/1/Catti_Francesca_Tesi.pdf.

Full text
Abstract:
Le patologie di pertinenza odontostomatologica in pazienti adulti istituzionalizzati affetti da disabilità neuropsichiatrica presentano un’alta prevalenza; scopo del presente lavoro è stato la valutazione della prevalenza di carie (DMFT, SIC) e lo stato di igiene orale (OHI-S) in un gruppo di 103 (72 maschi, 31 femmine, età media 51) pazienti degli Istituti del P.O. Corberi e della RSD Beato Papa Giovanni XIII di Limbiate (MB). E’ stato valutata la collaborazione alla visita con la scala di Frankl, si è definito lo stato funzionale del paziente, in base alla Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF) e si è valutata con un questionario la motivazione degli operatori sanitari a stili di salute orale. Lo studio ha evidenziato un DMFT medio pari a 16,14 e SIC pari a 23,8, valori non correlabili con l'età del soggetto. L’OHI-S medio è pari a 3,46, dato che si presenza correlato con il tempo intercorso dall’ultima visita odontoiatrica. Dal confronto con un gruppo di soggetti sani della stessa età risultano significativamente più elevati i valori della componente (M) e (F) del DMFT e di tutte le componenti dell’OHI-S. Il campione è stato diviso in due gruppi a seconda della loro pregressa collaborazione al trattamento odontoiatrico e sono stati confrontati i dati ricavati dalla checklist ICF. Il gruppo collaborante ha mostrato livelli di funzionalità superiori per quanto riguarda le capacità di osservare, parlare e l’assistenza personale. Dalle risposte del personale socio-sanitario ermerge scarsa informazione sulle tecniche di igiene orale domiciliare quotidiana del paziente assistito. I risultati di questo studio confermano l'alta prevalenza di carie e scarsa igiene orale in soggetti istituzionalizzati con disabilità neuropsichiatrica. L'ICF si è dimostrata una utile guida per la valutazione dell�approccio comportamentale più idoneo in fase di trattamento. Infine, si evidenzia l’importanza di una formazione continua degli operatori socio-sanitari.
The caries prevalence (DMFT, SIC) and oral hygiene status (OHI-S) were assessed in a group of 103 (72 males, 31 females, mean age 51) of the 216 neuropsychiatric institutionalized living in a long-term care institution close to Milan. Comparison with a control group of healthy patients of the same age was evaluated. In order to focus on the decision-making process of choosing need of pharmacological sedation, set of codes of the International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF) and Frankl scale can be useful. Participants were divided into two groups depending on their tolerability of dental treatment. The results of these groups for codes were then compared using the Mann-Whitney test.  Nurses’ assessments of barriers to oral hygiene improvement were detected using a questionnaire on 97 caregivers. Evaluation showed overall DMFT of 16,14 and SIC of 23,8. The stepwise linear regression analysis showed that the mean DMFT index did not increase with age. Comparison with controls showed significant differences in M and F component. Mean OHI-S score was 3,46 and the stepwise linear regression analysis showed that it increased with time since previous dental examination. Significant differences with controls were detected. The tolerable group showed lower disability levels in regard to d110 Watching, d330 Speaking and e340 Personal Care Provider. Nurses’ questionnaire results showed lack of nurses’ education in oral hygiene issues. The findings of this study demonstrate high caries prevalence, poor oral hygiene and needs for dental treatment. The ICF was raised as a more suitable possibility for considering the application of pharmacological sedation for dental treatment on patients with neuropsychiatric disease. Coordinated strategies between the caregivers and dental office must be improved in order to overcome barrier of nurses’ education.
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Catti, Francesca Alessia <1980&gt. "Stato della salute orale in pazienti istituzionalizzati affetti da patologie neuropsichiatriche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4508/.

Full text
Abstract:
Le patologie di pertinenza odontostomatologica in pazienti adulti istituzionalizzati affetti da disabilità neuropsichiatrica presentano un’alta prevalenza; scopo del presente lavoro è stato la valutazione della prevalenza di carie (DMFT, SIC) e lo stato di igiene orale (OHI-S) in un gruppo di 103 (72 maschi, 31 femmine, età media 51) pazienti degli Istituti del P.O. Corberi e della RSD Beato Papa Giovanni XIII di Limbiate (MB). E’ stato valutata la collaborazione alla visita con la scala di Frankl, si è definito lo stato funzionale del paziente, in base alla Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF) e si è valutata con un questionario la motivazione degli operatori sanitari a stili di salute orale. Lo studio ha evidenziato un DMFT medio pari a 16,14 e SIC pari a 23,8, valori non correlabili con l'età del soggetto. L’OHI-S medio è pari a 3,46, dato che si presenza correlato con il tempo intercorso dall’ultima visita odontoiatrica. Dal confronto con un gruppo di soggetti sani della stessa età risultano significativamente più elevati i valori della componente (M) e (F) del DMFT e di tutte le componenti dell’OHI-S. Il campione è stato diviso in due gruppi a seconda della loro pregressa collaborazione al trattamento odontoiatrico e sono stati confrontati i dati ricavati dalla checklist ICF. Il gruppo collaborante ha mostrato livelli di funzionalità superiori per quanto riguarda le capacità di osservare, parlare e l’assistenza personale. Dalle risposte del personale socio-sanitario ermerge scarsa informazione sulle tecniche di igiene orale domiciliare quotidiana del paziente assistito. I risultati di questo studio confermano l'alta prevalenza di carie e scarsa igiene orale in soggetti istituzionalizzati con disabilità neuropsichiatrica. L'ICF si è dimostrata una utile guida per la valutazione dell�approccio comportamentale più idoneo in fase di trattamento. Infine, si evidenzia l’importanza di una formazione continua degli operatori socio-sanitari.
The caries prevalence (DMFT, SIC) and oral hygiene status (OHI-S) were assessed in a group of 103 (72 males, 31 females, mean age 51) of the 216 neuropsychiatric institutionalized living in a long-term care institution close to Milan. Comparison with a control group of healthy patients of the same age was evaluated. In order to focus on the decision-making process of choosing need of pharmacological sedation, set of codes of the International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF) and Frankl scale can be useful. Participants were divided into two groups depending on their tolerability of dental treatment. The results of these groups for codes were then compared using the Mann-Whitney test.  Nurses’ assessments of barriers to oral hygiene improvement were detected using a questionnaire on 97 caregivers. Evaluation showed overall DMFT of 16,14 and SIC of 23,8. The stepwise linear regression analysis showed that the mean DMFT index did not increase with age. Comparison with controls showed significant differences in M and F component. Mean OHI-S score was 3,46 and the stepwise linear regression analysis showed that it increased with time since previous dental examination. Significant differences with controls were detected. The tolerable group showed lower disability levels in regard to d110 Watching, d330 Speaking and e340 Personal Care Provider. Nurses’ questionnaire results showed lack of nurses’ education in oral hygiene issues. The findings of this study demonstrate high caries prevalence, poor oral hygiene and needs for dental treatment. The ICF was raised as a more suitable possibility for considering the application of pharmacological sedation for dental treatment on patients with neuropsychiatric disease. Coordinated strategies between the caregivers and dental office must be improved in order to overcome barrier of nurses’ education.
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ALTAVILLA, DANIELA. "Associazione tra stato attuale della mente, regolazione affettiva e attaccamento romantico: uno studio neurobiologico." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11573/877632.

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Abstract:
Secondo la teoria dell’attaccamento l’interiorizzazione dei diversi aspetti dell’esperienza relazionale precoce influenzerebbero il comportamento e la regolazione delle emozioni anche in età adulta, nella relazione con il partner. All'interno di un legame di attaccamento sicuro, in cui è possibile un'integrazione d’informazioni affettive e cognitive, si svilupperebbero competenze emotive ottimali. Studi comportamentali hanno dimostrato che l’attaccamento sicuro risulta essere negativamente correlato con l’alessitimia, un deficit della regolazione affettiva. In età adulta, l'alessitimia è associata ad alti livelli di ansia ed evitamento nelle relazioni di coppia e con un minore adattamento, soddisfazione e qualità della relazione con il partner. Diversi studi hanno, inoltre, sottolineato come la regolazione delle emozioni presenti delle differenze legate al genere. Nello specifico, è stato notato che le donne evitanti presentano un atteggiamento più ruminativo, mentre gli uomini tenderebbero a sopprimere le emozioni. L'ipotesi è che lo stato della mente adulta relativo all’attaccamento infantile è associato ai livelli di alessitimia e a quelli di ansia ed evitamento nella relazione con il partner. Inoltre, si ipotizza che tali associazioni sono modulate dalla relazione esperita con il genitore del sesso opposto. Negli ultimi anni, è stato indagato come l'attaccamento e l'alessitimia modulano l'attivazione cerebrale in risposta a stimoli emotivi. Ad oggi, questa associazione ancora non è chiara. Considerate le differenze di genere nella regolazione emotiva dimostrate da diversi studi, si ipotizza che i livelli di alessitimia e di evitamento sono associati con l’attivazione cerebrale negativamente negli uomini e positivamente nelle donne. Per la valutazione delle variabili psicologiche sono stati somministrati: Adult Attachment Interview (AAI), Experience in Close Relationship- Revised (ECR-R) e Toronto Alexithymia Scale -20 items (TAS-20). L’attività elettroencefalografica di 43 partecipanti (20 uomini e 23 donne, età M= 24.2 ± 2.2) è stata registrata in risposta a stimoli di interazioni di coppia di diversa valenza emotiva (positiva, negativa, ambigua) e a stimoli neutri. Le analisi statistiche sono state condotte su Event-related Potentials (ERPs) e sull’attivazione delle aree di Brodmann (BA) estratte tramite sLORETA (Standardized low-resolution electromagnetic tomography). I risultati principali mostrano che la rappresentazione della relazione che l’individuo ha con il genitore del sesso opposto è associata all’alessitimia e all’ansia e all’evitamento nella relazione con il partner e che l’idealizzazione dei genitori, in particolare quella del padre, sembra associata ad una maggiore sicurezza nella relazione di coppia. Inoltre, nelle donne l’evitamento e la difficoltà a identificare le emozioni risultano positivamente associati con l'attivazione della giunzione amigdala-ippocampo (Ahj) destra e il cingolato posteriore (PCC) sinistro in risposta agli stimoli emotivi, negli uomini questa associazione risulta negativa. Questo risultato suggerisce come l’alessitimia e l’evitamento possano essere strategie di regolazione espresse in modo differente negli uomini e nelle donne.
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LAPENTA, LEONARDO. "Stato di Male ricorrente in pazienti affetti da epilessia: inquadramento sindromico, fattori precipitanti, trattamento ed outcome." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/11573/918050.

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Books on the topic "Stati affettivi"

1

Logiche affettive: Il potere d'interferenza degli stati d'animo nella formazione delle scelte demografiche. [Turin, Italy]: UTET università, 2010.

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Dolfi, Anna, ed. Non finito. Opera interrotta e modernità. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-729-6.

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Abstract:
Non finito, opera interrotta… difficile trovare una definizione, circoscrivere il tema, distinguere il caso dall’intenzionalità. Certo pochi ‘generi’ e/o declinazioni hanno come il non finito bisogno di ciò che è esterno all’opera e che in qualche modo la completa, collocandola in posizione privilegiata per la sintonia con la nostra inquieta modernità. Non stupisce che in letteratura siano naturaliter ‘sospesi’ – oltre a ciò che è stato brutalmente interrotto – gli epistolari, i diari, le cronache della malattia e della sofferenza; né che l’incompiutezza accompagni gli scritti che rinviano a grumi irrisolti, traumi nascosti, taciute malinconie. Dettata da scelta o da gradi distinti di incapacità, la tentazione del non finito, del non finire, insegue, incalza, illude… Ce ne parlano le scritture del privato, gli abbozzi, i progetti, le carte che testimoniano il cammino necessario all’opera per arrivare alla sua forma. Questo libro, ricco e suggestivo, ideato e curato da Anna Dolfi, inscritto – come il suo oggetto – all’insegna dell’incompiuto, del non finibile, si interroga su alcuni dei tanti esempi possibili, lungo un arco diacronico che va alla letteratura alle arti figurative, al teatro, al cinema: da Leonardo a Blake, da Ariosto a Stendhal, da Dossi a Gadda, da Kafka a Borges, dalla Sarraute alla Morante, dagli sconosciuti scriventi affetti da ‘cancroregina’ all’ultimo Pirandello messo in scena da Tiezzi, fino al Fellini dell’impossibile Mastorna ... Al centro del volume una sezione con le pagine del dattiloscritto ed i quaderni di appunti inediti di/per La scelta di Giuseppe Dessí conduce ai limiti dello spazio bianco, là dove la chambre claire fissa con pochi, rarefatti segni, quanto si cela oltre la scrittura.
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