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Dissertations / Theses on the topic 'SPS/07'

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Iseppato, Ilaria <1981&gt. "Disuguaglianze sociali in oncologia: accesso ai servizi, esperienze di cura e vissuto di malattia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2354/1/ISEPPATO_ILARIA_TESI.pdf.

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Iseppato, Ilaria <1981&gt. "Disuguaglianze sociali in oncologia: accesso ai servizi, esperienze di cura e vissuto di malattia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2354/.

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Lombi, Linda <1980&gt. "Droga, alcol e lavoro: La prevenzione come promozione della salute." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2443/1/Lombi_Linda_tesi.pdf.

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Abstract:
Lo scopo di questa dissertazione è quello di costruire un modello di promozione della salute nel contesto di lavoro in relazione al consumo di sostanze psicoattive fra lavoratori, attraverso il confronto tra la situazione italiana e inglese. L’ipotesi di fondo rimanda all’idea che i luoghi di lavoro possano rappresentare setting d’elezione per i progetti di prevenzione non solo perché alcuni studi dimostrano l’esistenza di fattori di rischio connessi alla mansione rispetto alle condotte relative allo stile di vita, ma anche perché il consumo di alcol e droghe è altamente diffuso tra i lavoratori e questo comporta rischi per la sicurezza e la salute personale nonché quella dei colleghi di lavoro. Si tratta quindi di indagare il rapporto tra contesto lavorativo e utilizzo di sostanze al fine di suggerire  alla luce degli studi internazionali in materia e delle riflessioni condotte dai soggetti coinvolti nella ricerca che si andrà a presentare  linee guida e indicazioni operative per la realizzazione di interventi di promozione alla salute nei contesti professionali. A tal fine, saranno analizzati gli esiti di 13 focus group che hanno coinvolto esperti italiani e 6 interviste somministrate a esperti inglesi volti a definire la situazione attuale in Italia e Gran Bretagna in materia di prevenzione del consumo di alcol e droghe nei luoghi di lavoro. In particolare, l’analisi verterà sulle seguenti aree: - Percezione circa la diffusione dei consumi nei luoghi di lavoro - Presentazione delle politiche adottate, in logica comparativa, tra i due paesi. - Analisi critica degli interventi e problematiche aperte. L’analisi del materiale empirico permette di delineare due modelli costruiti sulla base dei focus group e delle interviste: - in Italia si può affermare che prevalga il cd. modello della sicurezza: di recente trasformazione, questo sistema enfatizza la dimensione del controllo, tanto che si parla di sorveglianza sanitaria. É orientato alla sicurezza concepita quale rimozione dei fattori di rischio. Il consumo di sostanze (anche sporadico) è inteso quale espressione di una patologia che richiede l’intervento sanitario secondo modalità previste dal quadro normativo: una procedura che annulla la discrezionalità sia del datore di lavoro sia del medico competente. Si connota inoltre per contraddizioni interne e trasversali rispetto alle categorie lavorative (i controlli non si applicano alle professioni associate a maggiore prestigio sociale sebbene palesemente associate a rischio, come per esempio i medici) e alle sostanze (atteggiamento repressivo soprattutto verso le droghe illegali); - in Gran Bretagna, invece, il modello si configura come responsabilità bilaterale: secondo questo modello, se è vero che il datore di lavoro può decidere in merito all’attuazione di misure preventive in materia di alcol e droghe nei luoghi di lavoro, egli è ritenuto responsabile della mancata vigilanza. D’altro canto, il lavoratore che non rispetta quanto previsto nella politica scritta può essere soggetto a licenziamento per motivi disciplinari. Questo modello, particolarmente attento al consumo di tutte le sostanze psicoattive (legali e illegali), considera il consumo quale esito di una libera scelta individuale attraverso la quale il lavoratore decide di consumare alcol e droghe così come decide di dedicarsi ad altre condotte a rischio. Si propone di ri-orientare le strategie analizzate nei due paesi europei presi in esame attraverso la realizzazione di un modello della promozione della salute fondato su alcuni punti chiave: – coinvolgimento di tutti i lavoratori (e non solo coloro che svolgono mansioni a rischio per la sicurezza) al fine di promuovere benessere secondo un approccio olistico di salute, orientato ad intervenire non soltanto in materia di consumo di sostanze psicoattive (legali e illegali), ma più in generale sulle condotte a rischio; – compartecipazione nelle diverse fasi (programmazione, realizzazione e valutazione del progetto) del lavoratore, datore di lavoro e medico competente secondo una logica di flessibilità, responsabilizzazione condivisa fra i diversi attori, personalizzazione e co-gestione dell’intervento; – azione volta a promuovere i fattori di protezione agendo simultaneamente sul contrasto dei fattori di rischio (stress, alienazione, scarso riconoscimento del ruolo svolto), attraverso interventi che integrano diverse strategie operative alla luce delle evidenze scientifiche (Evidence-Based Prevention); – ricorso a strumenti di controllo (drug testing) subordinato all’esigenza di tutelare l’incolumità fisica del lavoratore e dei colleghi, da attuarsi sempre e comunque attraverso prassi che non violino la privacy e attraverso strumenti in grado di verificare l’effettivo stato di alterazione psico-fisica sul luogo di lavoro; – demedicalizzazione delle situazioni di consumo che non richiedono un intervento prettamente sanitario, ma che al contrario potrebbero essere affrontate attraverso azioni incentrate sul care anziché la cure; – messa a disposizione di servizi ad hoc con funzione di supporto, counselling, orientamento per i lavoratori, non stigmatizzanti e con operatori di formazione non solamente sanitaria, sull’esempio degli EAPs (Employee Assistence Programs) statunitensi. Si ritiene che questo modello possa trasformare i contesti di lavoro da agenzie di controllo orientate alla sicurezza a luoghi di intervento orientati al benessere attraverso un’azione sinergica e congiunta volta a promuovere i fattori di protezione a discapito di quelli di rischio in modo tale da intervenire non soltanto sul consumo di sostanze psicotrope, ma più in generale sullo stile di vita che influenza la salute complessiva.
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Lombi, Linda <1980&gt. "Droga, alcol e lavoro: La prevenzione come promozione della salute." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2443/.

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Abstract:
Lo scopo di questa dissertazione è quello di costruire un modello di promozione della salute nel contesto di lavoro in relazione al consumo di sostanze psicoattive fra lavoratori, attraverso il confronto tra la situazione italiana e inglese. L’ipotesi di fondo rimanda all’idea che i luoghi di lavoro possano rappresentare setting d’elezione per i progetti di prevenzione non solo perché alcuni studi dimostrano l’esistenza di fattori di rischio connessi alla mansione rispetto alle condotte relative allo stile di vita, ma anche perché il consumo di alcol e droghe è altamente diffuso tra i lavoratori e questo comporta rischi per la sicurezza e la salute personale nonché quella dei colleghi di lavoro. Si tratta quindi di indagare il rapporto tra contesto lavorativo e utilizzo di sostanze al fine di suggerire  alla luce degli studi internazionali in materia e delle riflessioni condotte dai soggetti coinvolti nella ricerca che si andrà a presentare  linee guida e indicazioni operative per la realizzazione di interventi di promozione alla salute nei contesti professionali. A tal fine, saranno analizzati gli esiti di 13 focus group che hanno coinvolto esperti italiani e 6 interviste somministrate a esperti inglesi volti a definire la situazione attuale in Italia e Gran Bretagna in materia di prevenzione del consumo di alcol e droghe nei luoghi di lavoro. In particolare, l’analisi verterà sulle seguenti aree: - Percezione circa la diffusione dei consumi nei luoghi di lavoro - Presentazione delle politiche adottate, in logica comparativa, tra i due paesi. - Analisi critica degli interventi e problematiche aperte. L’analisi del materiale empirico permette di delineare due modelli costruiti sulla base dei focus group e delle interviste: - in Italia si può affermare che prevalga il cd. modello della sicurezza: di recente trasformazione, questo sistema enfatizza la dimensione del controllo, tanto che si parla di sorveglianza sanitaria. É orientato alla sicurezza concepita quale rimozione dei fattori di rischio. Il consumo di sostanze (anche sporadico) è inteso quale espressione di una patologia che richiede l’intervento sanitario secondo modalità previste dal quadro normativo: una procedura che annulla la discrezionalità sia del datore di lavoro sia del medico competente. Si connota inoltre per contraddizioni interne e trasversali rispetto alle categorie lavorative (i controlli non si applicano alle professioni associate a maggiore prestigio sociale sebbene palesemente associate a rischio, come per esempio i medici) e alle sostanze (atteggiamento repressivo soprattutto verso le droghe illegali); - in Gran Bretagna, invece, il modello si configura come responsabilità bilaterale: secondo questo modello, se è vero che il datore di lavoro può decidere in merito all’attuazione di misure preventive in materia di alcol e droghe nei luoghi di lavoro, egli è ritenuto responsabile della mancata vigilanza. D’altro canto, il lavoratore che non rispetta quanto previsto nella politica scritta può essere soggetto a licenziamento per motivi disciplinari. Questo modello, particolarmente attento al consumo di tutte le sostanze psicoattive (legali e illegali), considera il consumo quale esito di una libera scelta individuale attraverso la quale il lavoratore decide di consumare alcol e droghe così come decide di dedicarsi ad altre condotte a rischio. Si propone di ri-orientare le strategie analizzate nei due paesi europei presi in esame attraverso la realizzazione di un modello della promozione della salute fondato su alcuni punti chiave: – coinvolgimento di tutti i lavoratori (e non solo coloro che svolgono mansioni a rischio per la sicurezza) al fine di promuovere benessere secondo un approccio olistico di salute, orientato ad intervenire non soltanto in materia di consumo di sostanze psicoattive (legali e illegali), ma più in generale sulle condotte a rischio; – compartecipazione nelle diverse fasi (programmazione, realizzazione e valutazione del progetto) del lavoratore, datore di lavoro e medico competente secondo una logica di flessibilità, responsabilizzazione condivisa fra i diversi attori, personalizzazione e co-gestione dell’intervento; – azione volta a promuovere i fattori di protezione agendo simultaneamente sul contrasto dei fattori di rischio (stress, alienazione, scarso riconoscimento del ruolo svolto), attraverso interventi che integrano diverse strategie operative alla luce delle evidenze scientifiche (Evidence-Based Prevention); – ricorso a strumenti di controllo (drug testing) subordinato all’esigenza di tutelare l’incolumità fisica del lavoratore e dei colleghi, da attuarsi sempre e comunque attraverso prassi che non violino la privacy e attraverso strumenti in grado di verificare l’effettivo stato di alterazione psico-fisica sul luogo di lavoro; – demedicalizzazione delle situazioni di consumo che non richiedono un intervento prettamente sanitario, ma che al contrario potrebbero essere affrontate attraverso azioni incentrate sul care anziché la cure; – messa a disposizione di servizi ad hoc con funzione di supporto, counselling, orientamento per i lavoratori, non stigmatizzanti e con operatori di formazione non solamente sanitaria, sull’esempio degli EAPs (Employee Assistence Programs) statunitensi. Si ritiene che questo modello possa trasformare i contesti di lavoro da agenzie di controllo orientate alla sicurezza a luoghi di intervento orientati al benessere attraverso un’azione sinergica e congiunta volta a promuovere i fattori di protezione a discapito di quelli di rischio in modo tale da intervenire non soltanto sul consumo di sostanze psicotrope, ma più in generale sullo stile di vita che influenza la salute complessiva.
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Celani, Laura <1979&gt. "Comprendere la ricerca:studio pilota sull'attitudine e la consapevolezza nei confronti della donazione di campioni biologici e delle Biobanche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3120/1/Tesi_finale.pdf.

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Celani, Laura <1979&gt. "Comprendere la ricerca:studio pilota sull'attitudine e la consapevolezza nei confronti della donazione di campioni biologici e delle Biobanche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3120/.

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Molteni, Lorella <1975&gt. "L'eroina al femminile." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3259/1/LORELLA_MOLTENI_TESI.pdf.

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Molteni, Lorella <1975&gt. "L'eroina al femminile." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3259/.

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Monteduro, Giuseppe <1981&gt. "L'Orientamento politico come fattore di differenziazione delle politiche pubbliche locali: I casi di Modena e Verona." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4540/1/Monteduro_Giuseppe_Tesi.pdf.

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Abstract:
La tesi ha per oggetto lo studio delle politiche pubbliche locali ed in particolare delle politiche sociali che dal 2011 sono diventate politiche esclusivamente territoriali. L’obiettivo è quello di verificare se il differente orientamento politico delle amministrazioni genera politiche differenti. Per verificare le ipotesi si sono scelti 2 Comuni simili sul piano delle variabili socio-economiche, ma guidati da giunte con orientamento politico differente: il Comune di Modena a guida Partito Democratico e il Comune di Verona con un sindaco leghista a capo di una giunta di centro-destra. Nella prima parte vengono esposti ed analizzati i principali paradigmi di studio delle politiche (rational choice, paradigma marxista, economia del benessere, corporativismo e pluralismo, neo-istituzionalismo e paradigma relazionale) e viene presentato il paradigma che verrà utilizzato per l’analisi delle politiche (paradigma relazionale). Per la parte empirica si è proceduto attraverso interviste in profondità effettuate ai due Assessori alle Politiche sociali e ai due Dirigenti comunali dei Comuni e a 18 organizzazioni di Terzo settore impegnate nella costruzione delle politiche e selezionate attraverso la metodologia “a palla di neve”. Sono analizzate le disposizioni normative in materia di politica sociale, sia per la legislazione regionale che per quella comunale. L’analisi dei dati ha verificato l’ipotesi di ricerca nel senso che l’orientamento politico produce politiche differenti per quanto riguarda il rapporto tra Pubblica Amministrazione e Terzo settore. Per Modena si può parlare di una scelta di esternalizzazione dei servizi che si accompagna ad un processo di internalizzazione dei servizi tramite le ASP; a Verona almeno per alcuni settori delle politiche (disabilità e anziani) sono stati realizzati processi di sussidiarietà e di governance. Per la fase di programmazione l’orientamento politico ha meno influenza e la programmazione mostra caratteristiche di tipo “top-down”.
My thesis deals with local public policies, with a particular focus on policies which since 2011 have acquired a mere territorial status. My aim was to verify if different political orientation of government could generate different orientation in policies. In order to test this hypothesis, I have chosen two municipalities which are very similar in terms of socio-economic variables, but with an otherwise politically orientated City Council. The cities I mean are Modena (led by Democratic Party) and Verona (led by a center-right council). Firstly, I have analyzed the major paradigms for the political study (rational choice, the Marxist paradigm, welfare economics, corporatism and pluralism, neo-institutionalism and the relational paradigm), and I have presented the paradigm used for political analysis (relational paradigm). I have applied experimental method by carrying out interviews to assessors for social policies, to municipal managers, to eighteen third-sector organizations involved in municipal policies, selected through the method called "ball of snow". Secondly, I have analyzed law provisions on social policy, both in the regional and municipal legislation, with a particular consideration to the so called “piani di zona”. To sum out, data analysis have confirmed the original research hypothesis. Political orientation has shown to produce different policies according to the relationship between Public Administration and Third Sector. Referring to Modena, it is possible to affirm a pure choice of outsourcing of services. On the other hand, referring to Verona, it is possible to verify a choice of subsidiarity and governance processes regarding to some policy areas (disabled and elderly). Finally, concerning to a planning phase, political orientation has demonstrated lower political influence with a planning of top-down type.
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Monteduro, Giuseppe <1981&gt. "L'Orientamento politico come fattore di differenziazione delle politiche pubbliche locali: I casi di Modena e Verona." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4540/.

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Abstract:
La tesi ha per oggetto lo studio delle politiche pubbliche locali ed in particolare delle politiche sociali che dal 2011 sono diventate politiche esclusivamente territoriali. L’obiettivo è quello di verificare se il differente orientamento politico delle amministrazioni genera politiche differenti. Per verificare le ipotesi si sono scelti 2 Comuni simili sul piano delle variabili socio-economiche, ma guidati da giunte con orientamento politico differente: il Comune di Modena a guida Partito Democratico e il Comune di Verona con un sindaco leghista a capo di una giunta di centro-destra. Nella prima parte vengono esposti ed analizzati i principali paradigmi di studio delle politiche (rational choice, paradigma marxista, economia del benessere, corporativismo e pluralismo, neo-istituzionalismo e paradigma relazionale) e viene presentato il paradigma che verrà utilizzato per l’analisi delle politiche (paradigma relazionale). Per la parte empirica si è proceduto attraverso interviste in profondità effettuate ai due Assessori alle Politiche sociali e ai due Dirigenti comunali dei Comuni e a 18 organizzazioni di Terzo settore impegnate nella costruzione delle politiche e selezionate attraverso la metodologia “a palla di neve”. Sono analizzate le disposizioni normative in materia di politica sociale, sia per la legislazione regionale che per quella comunale. L’analisi dei dati ha verificato l’ipotesi di ricerca nel senso che l’orientamento politico produce politiche differenti per quanto riguarda il rapporto tra Pubblica Amministrazione e Terzo settore. Per Modena si può parlare di una scelta di esternalizzazione dei servizi che si accompagna ad un processo di internalizzazione dei servizi tramite le ASP; a Verona almeno per alcuni settori delle politiche (disabilità e anziani) sono stati realizzati processi di sussidiarietà e di governance. Per la fase di programmazione l’orientamento politico ha meno influenza e la programmazione mostra caratteristiche di tipo “top-down”.
My thesis deals with local public policies, with a particular focus on policies which since 2011 have acquired a mere territorial status. My aim was to verify if different political orientation of government could generate different orientation in policies. In order to test this hypothesis, I have chosen two municipalities which are very similar in terms of socio-economic variables, but with an otherwise politically orientated City Council. The cities I mean are Modena (led by Democratic Party) and Verona (led by a center-right council). Firstly, I have analyzed the major paradigms for the political study (rational choice, the Marxist paradigm, welfare economics, corporatism and pluralism, neo-institutionalism and the relational paradigm), and I have presented the paradigm used for political analysis (relational paradigm). I have applied experimental method by carrying out interviews to assessors for social policies, to municipal managers, to eighteen third-sector organizations involved in municipal policies, selected through the method called "ball of snow". Secondly, I have analyzed law provisions on social policy, both in the regional and municipal legislation, with a particular consideration to the so called “piani di zona”. To sum out, data analysis have confirmed the original research hypothesis. Political orientation has shown to produce different policies according to the relationship between Public Administration and Third Sector. Referring to Modena, it is possible to affirm a pure choice of outsourcing of services. On the other hand, referring to Verona, it is possible to verify a choice of subsidiarity and governance processes regarding to some policy areas (disabled and elderly). Finally, concerning to a planning phase, political orientation has demonstrated lower political influence with a planning of top-down type.
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Sebastian, Solanes Raul Francisco <1982&gt. "Sociología y ética del deporte: Desde la perspectiva relacional." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5410/1/4._DEFINITIVA._Tesis_Doctoral_Bolonia_2013..pdf.

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Abstract:
Esta tesis presenta un breve estado de la cuestión de la sociología y la ética del deporte como nueva disciplina académica, desde su origen hasta el presente. En segundo lugar pretende ver que aporta la perspectiva de la sociologia relacional al estudio del deporte. La primera contribución es la “trans-discipliniariedad” entre disciplinas como la sociología y la ética, evitando caer en una ética “sociologizzata” o en una sociología “eticizzata”. Gracias a la relacionalidad se obtiene la des-mercantilización de bienestar. La lógica relacional busca el desarrollo económico sin olvida que la sociedad está formada por personas, que son lo realmente importantes por encima de los interés económicos. Otra contribución es la distinción entre la “sociedad humana” y la “sociedad de lo humano” que evita muchos de los actuales problemas que trae consigo las nuevas tecnologías. Y finalmente aporta el esquema “AGIL” como “brújula relacional” que ayuda a relaizar los objetivos, medios y reglas éticas dentro de la práctica deportiva.
Let's see how the prospect of 'relational approach contributes to the sociological study of sport. The first contribution is to trans-disciplinary approach, that is, the capacity not to avoid putting boundaries between disciplines such as sociology or ethics and work together without falling into the trap of an ethics ['sociologizzata'] ed'una sociology ['eticizzata'] The relational logic seeking economic development doesn´t forget the human society, always looking for people who are building the company. Another contribution is [in] its distinction between “human society” and the “society of the human race”. In the case of sport, theuse of genetic technologies to facilitate the performance of athletes and ultimately increase profit. Finally, I think relational sociology offers AGIL scheme, such as "relational compass", that helps us to achieve the objectives, the means, the rules (ethics) and values that must be followed in this sport as a social practice, and help to cement largely applied ethics in sport.
Tuttavia, lo sviluppo sistematico di un approccio sociologico allo studio dello sport ha avuto luogo principalmente negli anni Settanta del Secolo. Da allora, sono stati molti gli studiosi di scienze sociali che hanno affrontato il tema dello sport. L´interesse dei filosofi verso lo sport risalga all'antichità classica (come dimostrano le testimonianze di cui sopra), in tempi più recenti la filosofia non ha rivolto particolare attenzione allo sport; questo ha spinto alcuni autori a denunciare tale mancanza di attenzione. Nella mia ricerca ho notato che alla fine degli anni Settanta del secolo. A mio avviso, l'inizio del cambiamento da "filosofia dello sport" a "etica dello sport" è il lavoro compiuto di Robert. L. Simon. Vediamo come la prospettiva dell’ approccio relazionale contribuisce allo studio sociologico dello sport. Il primo contributo è quello di trans-disciplinarietà, cioè la capicità di evitare di mettere confini tra discipline come la sociologia o l'etica e per lavorare insieme senza cadere nella trappola d´una etica ['sociologizzata'] e d´una sociologia ['eticizzata']. Grazie alla relazionalità si ottiene de-mercificare il benessere. La logica relazionale cerca lo sviluppo economico non dimenticare la società umana, sempre alla ricerca di persone che stanno costruendo la società. La sociologia relazionale propone un modello di reciprocità che ci aiuta a superare la mercificazione attuale dello sport. Un altro contributo è nella sua distinzione tra la società umana e la società dello umano. Nel caso dello sport, l'utilizzo di tecnologie genetiche per facilitare l'esecuzione di atleti e infine per aumentare il profitto. Infine, ritengo sociologia relazionale offre lo schema AGIL, come “brussola relazionale”, che ci aiuta a realizzare gli obiettivi, i mezzi, le regole (etiche) e valori che devono essere seguite in questo sport come pratica sociale e aiutano a cementare in gran parte l´etica applicata allo sport.
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Sebastian, Solanes Raul Francisco <1982&gt. "Sociología y ética del deporte: Desde la perspectiva relacional." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5410/.

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Abstract:
Esta tesis presenta un breve estado de la cuestión de la sociología y la ética del deporte como nueva disciplina académica, desde su origen hasta el presente. En segundo lugar pretende ver que aporta la perspectiva de la sociologia relacional al estudio del deporte. La primera contribución es la “trans-discipliniariedad” entre disciplinas como la sociología y la ética, evitando caer en una ética “sociologizzata” o en una sociología “eticizzata”. Gracias a la relacionalidad se obtiene la des-mercantilización de bienestar. La lógica relacional busca el desarrollo económico sin olvida que la sociedad está formada por personas, que son lo realmente importantes por encima de los interés económicos. Otra contribución es la distinción entre la “sociedad humana” y la “sociedad de lo humano” que evita muchos de los actuales problemas que trae consigo las nuevas tecnologías. Y finalmente aporta el esquema “AGIL” como “brújula relacional” que ayuda a relaizar los objetivos, medios y reglas éticas dentro de la práctica deportiva.
Let's see how the prospect of 'relational approach contributes to the sociological study of sport. The first contribution is to trans-disciplinary approach, that is, the capacity not to avoid putting boundaries between disciplines such as sociology or ethics and work together without falling into the trap of an ethics ['sociologizzata'] ed'una sociology ['eticizzata'] The relational logic seeking economic development doesn´t forget the human society, always looking for people who are building the company. Another contribution is [in] its distinction between “human society” and the “society of the human race”. In the case of sport, theuse of genetic technologies to facilitate the performance of athletes and ultimately increase profit. Finally, I think relational sociology offers AGIL scheme, such as "relational compass", that helps us to achieve the objectives, the means, the rules (ethics) and values that must be followed in this sport as a social practice, and help to cement largely applied ethics in sport.
Tuttavia, lo sviluppo sistematico di un approccio sociologico allo studio dello sport ha avuto luogo principalmente negli anni Settanta del Secolo. Da allora, sono stati molti gli studiosi di scienze sociali che hanno affrontato il tema dello sport. L´interesse dei filosofi verso lo sport risalga all'antichità classica (come dimostrano le testimonianze di cui sopra), in tempi più recenti la filosofia non ha rivolto particolare attenzione allo sport; questo ha spinto alcuni autori a denunciare tale mancanza di attenzione. Nella mia ricerca ho notato che alla fine degli anni Settanta del secolo. A mio avviso, l'inizio del cambiamento da "filosofia dello sport" a "etica dello sport" è il lavoro compiuto di Robert. L. Simon. Vediamo come la prospettiva dell’ approccio relazionale contribuisce allo studio sociologico dello sport. Il primo contributo è quello di trans-disciplinarietà, cioè la capicità di evitare di mettere confini tra discipline come la sociologia o l'etica e per lavorare insieme senza cadere nella trappola d´una etica ['sociologizzata'] e d´una sociologia ['eticizzata']. Grazie alla relazionalità si ottiene de-mercificare il benessere. La logica relazionale cerca lo sviluppo economico non dimenticare la società umana, sempre alla ricerca di persone che stanno costruendo la società. La sociologia relazionale propone un modello di reciprocità che ci aiuta a superare la mercificazione attuale dello sport. Un altro contributo è nella sua distinzione tra la società umana e la società dello umano. Nel caso dello sport, l'utilizzo di tecnologie genetiche per facilitare l'esecuzione di atleti e infine per aumentare il profitto. Infine, ritengo sociologia relazionale offre lo schema AGIL, come “brussola relazionale”, che ci aiuta a realizzare gli obiettivi, i mezzi, le regole (etiche) e valori che devono essere seguite in questo sport come pratica sociale e aiutano a cementare in gran parte l´etica applicata allo sport.
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Amadori, Flavio <1969&gt. "La mediazione civile e commerciale come strumento di gestione del conflitto. Analisi a seguito dell'entrata in vigore del d.Lgs 4/3/2010 n. 28." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6260/1/amadori_flavio_tesi.pdf.

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Abstract:
Dopo aver analizzato il conflitto, le sue funzioni e le modalità di gestione, l'autore si sofferma dapprima sulle varie tipologie di mediazione per poi focalizzare l'attenzione sulla mediazione civile e commerciale evidenziando i dati disponibili dall'entrata in vigore del tentativo obbligatorio come condizione di procedibilità della domanda giudiziale per le materie civili, alla fine del 2013.
After analyzing the conflict, its functions and how to manage, the author dwells on the various types of mediation first and then focus on civil and commercial mediation highlighting the data available from the entry into force of the mandatory attempt as condition of admissibility of the claim for civil matters, at the end of 2013.
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Amadori, Flavio <1969&gt. "La mediazione civile e commerciale come strumento di gestione del conflitto. Analisi a seguito dell'entrata in vigore del d.Lgs 4/3/2010 n. 28." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6260/.

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Abstract:
Dopo aver analizzato il conflitto, le sue funzioni e le modalità di gestione, l'autore si sofferma dapprima sulle varie tipologie di mediazione per poi focalizzare l'attenzione sulla mediazione civile e commerciale evidenziando i dati disponibili dall'entrata in vigore del tentativo obbligatorio come condizione di procedibilità della domanda giudiziale per le materie civili, alla fine del 2013.
After analyzing the conflict, its functions and how to manage, the author dwells on the various types of mediation first and then focus on civil and commercial mediation highlighting the data available from the entry into force of the mandatory attempt as condition of admissibility of the claim for civil matters, at the end of 2013.
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Manca, Alessia <1985&gt. "Il dolore oncologico come malattia nella malattia. Una ricerca nazionale sulle donne con tumore al seno." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6269/1/Manca_Alessia_tesi.pdf.

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Abstract:
L’ipotesi di fondo su cui si basa l’intero lavoro è che il dolore oncologico debba essere riconosciuto come “malattia nella malattia”: non si può considerare tale dolore mero “sintomo” del cancro ma esperienza totale che coinvolge l’intera persona. Il dolore oncologico è carico di valenze e significati personali, è associato a rappresentazioni sociali e, come ogni malattia, è disease, illness e sickness. Partendo da questo presupposto, la dissertazione si è posta come obiettivo generale quello di studiare il dolore oncologico tra le donne con tumore al seno, le sue componenti sociali, psicologiche, individuali oltre che fisiche; si è voluto inoltre studiare la specificità del vissuto e dei significati associati all’esperienza dolorosa. Il lavoro è articolato in due parti fondamentali, una teorica ed una empirica. La prima presenta un inquadramento dei principali concetti della sociologia della salute riguardanti il dolore. Per quanto riguarda la parte empirica, si è fatto ricorso ad una ricerca mista, fatta di metodi misti e fondata su un approccio metodologico di natura integrativa che si avvale di tecniche quantitative e qualitative. La parte quantitativa si basa su una parte dei dati della ricerca nazionale ESOPO - Epidemiological Study of Pain in Oncology. Dall’intero campione sono state isolate le sole donne con tumore al seno (n=846). Si è proceduto quindi allo studio di tale campione, alle elaborazioni statistiche con il programma SPSS e all’interpretazione dei risultati. Per quanto riguarda la parte qualitativa, invece, è stata condotta un’analisi delle fonti che si è avvalsa di un approccio netnografico: è stata condotta un’osservazione non intrusiva di 12 blog scritti da donne con tumore al seno, con lo scopo di indagare le narrazioni di malattia, i vissuti personali, i significati di dolore e malattia e le loro ripercussioni sulla vita quotidiana.
Cancer pain is an invasive and debilitating experience not only in bio-organic level, but also psychological and social. The main objective of this work is to explore oncological pain between women with breast cancer considering it as disease, illness and sickness. It investigates diffusion, representations, perceptions, meanings and experiences of pain and its treatments. The thesis is divided into two main parts , one theoretical and one empirical. The first presents a classification of the main concepts and theories of the sociology of health related to the concept of pain. The second part analyses oncological pain with an approach of mixed research based on an integration of quantitative and qualitative techniques. The quantitative part is based on a segment of the data of the National Research Esopo - Epidemiological Study of Pain in Oncology. Starting from the entire sample were isolated only women with breast cancer (n =846) . This sample was subjected to the statistical analysis with the SPSS program and the interpretation of results. The qualitative part is based on a netnography approach: it was conducted non-intrusive observation of 12 blogs written by women with breast cancer , with the aim to investigate narratives of illness, personal experiences , the meanings of pain and disease and their impact on daily life. The work concludes with some final remarks do not want to be definitive but suggestions for further reading, reflections and actions spendable. The work concludes with some final remarks that do not want to be definitive but suggestions for further reading, reflections and practice actions.
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Manca, Alessia <1985&gt. "Il dolore oncologico come malattia nella malattia. Una ricerca nazionale sulle donne con tumore al seno." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6269/.

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Abstract:
L’ipotesi di fondo su cui si basa l’intero lavoro è che il dolore oncologico debba essere riconosciuto come “malattia nella malattia”: non si può considerare tale dolore mero “sintomo” del cancro ma esperienza totale che coinvolge l’intera persona. Il dolore oncologico è carico di valenze e significati personali, è associato a rappresentazioni sociali e, come ogni malattia, è disease, illness e sickness. Partendo da questo presupposto, la dissertazione si è posta come obiettivo generale quello di studiare il dolore oncologico tra le donne con tumore al seno, le sue componenti sociali, psicologiche, individuali oltre che fisiche; si è voluto inoltre studiare la specificità del vissuto e dei significati associati all’esperienza dolorosa. Il lavoro è articolato in due parti fondamentali, una teorica ed una empirica. La prima presenta un inquadramento dei principali concetti della sociologia della salute riguardanti il dolore. Per quanto riguarda la parte empirica, si è fatto ricorso ad una ricerca mista, fatta di metodi misti e fondata su un approccio metodologico di natura integrativa che si avvale di tecniche quantitative e qualitative. La parte quantitativa si basa su una parte dei dati della ricerca nazionale ESOPO - Epidemiological Study of Pain in Oncology. Dall’intero campione sono state isolate le sole donne con tumore al seno (n=846). Si è proceduto quindi allo studio di tale campione, alle elaborazioni statistiche con il programma SPSS e all’interpretazione dei risultati. Per quanto riguarda la parte qualitativa, invece, è stata condotta un’analisi delle fonti che si è avvalsa di un approccio netnografico: è stata condotta un’osservazione non intrusiva di 12 blog scritti da donne con tumore al seno, con lo scopo di indagare le narrazioni di malattia, i vissuti personali, i significati di dolore e malattia e le loro ripercussioni sulla vita quotidiana.
Cancer pain is an invasive and debilitating experience not only in bio-organic level, but also psychological and social. The main objective of this work is to explore oncological pain between women with breast cancer considering it as disease, illness and sickness. It investigates diffusion, representations, perceptions, meanings and experiences of pain and its treatments. The thesis is divided into two main parts , one theoretical and one empirical. The first presents a classification of the main concepts and theories of the sociology of health related to the concept of pain. The second part analyses oncological pain with an approach of mixed research based on an integration of quantitative and qualitative techniques. The quantitative part is based on a segment of the data of the National Research Esopo - Epidemiological Study of Pain in Oncology. Starting from the entire sample were isolated only women with breast cancer (n =846) . This sample was subjected to the statistical analysis with the SPSS program and the interpretation of results. The qualitative part is based on a netnography approach: it was conducted non-intrusive observation of 12 blogs written by women with breast cancer , with the aim to investigate narratives of illness, personal experiences , the meanings of pain and disease and their impact on daily life. The work concludes with some final remarks do not want to be definitive but suggestions for further reading, reflections and actions spendable. The work concludes with some final remarks that do not want to be definitive but suggestions for further reading, reflections and practice actions.
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Bragagnolo, Paola <1984&gt. ""Ho cominciato a perdere le scarpe". La ridefinizione del mondo nelle narrazioni di pazienti affetti da sclerosi multipla." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6273/1/Bragagnolo_Paola_tesi.pdf.

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Abstract:
Il lavoro di tesi analizza da un punto di vista metodologico e concettuale le narrazioni di malattia delle persone affette da sclerosi multipla. Lo scopo della ricerca è duplice: da un lato quello di indagare quali siano le trame narrative di coloro che raccontano la diagnosi della loro malattia, e dall’altro di analizzare i vissuti di malattia attraverso le categorie della sociologia della salute e della medicina e dell’antropologia medica.
The thesis analyses the narratives of illness of patients affected by multiple sclerosis from the methodological and conceptual point of view. On the one hand, it investigates which are the narrative threads of those who refer of their disease's diagnosis; in parallel it analyses the experiences of the disease through the theoretical framework of sociology of health and medicine adopting the epistemic categories medical anthropology
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Bragagnolo, Paola <1984&gt. ""Ho cominciato a perdere le scarpe". La ridefinizione del mondo nelle narrazioni di pazienti affetti da sclerosi multipla." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6273/.

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Abstract:
Il lavoro di tesi analizza da un punto di vista metodologico e concettuale le narrazioni di malattia delle persone affette da sclerosi multipla. Lo scopo della ricerca è duplice: da un lato quello di indagare quali siano le trame narrative di coloro che raccontano la diagnosi della loro malattia, e dall’altro di analizzare i vissuti di malattia attraverso le categorie della sociologia della salute e della medicina e dell’antropologia medica.
The thesis analyses the narratives of illness of patients affected by multiple sclerosis from the methodological and conceptual point of view. On the one hand, it investigates which are the narrative threads of those who refer of their disease's diagnosis; in parallel it analyses the experiences of the disease through the theoretical framework of sociology of health and medicine adopting the epistemic categories medical anthropology
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Pitti, Ilaria <1985&gt. "Emerging adulthoods. Percorsi giovanili di partecipazione e cittadinanza in prospettiva intergenerazionale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6447/1/Pitti_Ilaria_tesi.pdf.

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Abstract:
La tesi tematizza come proprio oggetto di indagine i percorsi di partecipazione politica e civica dei giovani nei contesti di transizione alla vita adulta, concentrandosi sull’influenza delle relazioni tra generazioni su tali espressioni di coinvolgimento. L’approfondimento empirico consiste in una ricerca qualitativa condotta presso il quartiere Navile di Bologna nel 2012. Basandosi sull’approccio metodologico della grounded theory, essa ha coinvolto un campione di giovani e un campione di adulti per loro significativi attraverso interviste semistrutturate. Dall’analisi emerge una rilevante disaffezione giovanile nei confronti della politica che, tuttavia, non traduce in un rifiuto del coinvolgimento, ma in una “partecipazione con riserva” espressa attraverso atteggiamenti tutt’altro che passivi nei confronti della politica formale - basati sulla logica della riforma, della resistenza o della ribellione - e mediante un forte investimento in attività partecipative non convenzionali (associazionismo e coinvolgimento). A fare da sfondo all’interesse partecipativo dei giovani si colloca una lettura negativa della propria condizione presente ed un conseguente conflitto intergenerazionale piuttosto manifesto, che si riflette sulle stesse modalità di attivazione. La politica, nelle sue espressioni più strettamente formali, viene interpretata come un ‘territorio adulto’, gestito secondo logiche che lasciano poco spazio ai giovani i quali, per tale ragione, scelgono di attivarsi secondo modalità alternative in cui il confronto con l’altro, quando presente, avviene prevalentemente tra pari o su basi avvertite come più paritarie. Il distanziamento dei giovani dalla politica formale riflette quindi una parallela presa di distanza dagli adulti, i quali risultano smarriti nello svolgimento delle loro funzioni di modello e di riconoscimento. La loro ambivalenza rispetto ai giovani - ossia il continuo oscillare tra il profondo pessimismo e il cieco ottimismo, tra la guida direttiva e la deresponsabilizzazione - si traduce in un riconoscimento parziale delle reali potenzialità ed esigenze dei giovani come cittadini ed adulti emergenti.
The thesis investigates youth paths of political and civic participation in the context of transitions to adulthood and focuses on the influence intergenerational relationships has on youth engagement. The empirical study consists of a qualitative research conducted in Bologna in 2012. Based on a grounded theory methodological approach, it involved a sample of young people and a sample of ‘significant adults’ through semi-structured interviews. The analysis shows a relevant disaffection towards politics among the youth which, however, does not lead to political and civic disengagement, but to a "conditional participation" expressed through proactive attitudes towards formal politics - based on a reform, resistance or rebellion logic- and through a deep investment in non-conventional activities. A negative interpretation of their present condition and a consequent intergenerational conflict are placed on the background of this type of involvement. Politics, in its most strictly formal expressions, is seen as an ‘adult area’ managed according to a logic that leaves little room to young people, who consequently choose to participate through alternative ways of activation where adult presence and power are perceived as weaker. Therefore, the young demographics’ departure from formal politics reflects a parallel distancing dynamic from adults, who appear unable to adequately perform their functions of model and recognition. Their ambivalence toward young people - that is, the constant fluctuation between pessimism and optimism, between oppressive guidance and lack of responsibility - results in a partial recognition of the real potential and needs of young people as citizens and emerging adults.
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Pitti, Ilaria <1985&gt. "Emerging adulthoods. Percorsi giovanili di partecipazione e cittadinanza in prospettiva intergenerazionale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6447/.

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Abstract:
La tesi tematizza come proprio oggetto di indagine i percorsi di partecipazione politica e civica dei giovani nei contesti di transizione alla vita adulta, concentrandosi sull’influenza delle relazioni tra generazioni su tali espressioni di coinvolgimento. L’approfondimento empirico consiste in una ricerca qualitativa condotta presso il quartiere Navile di Bologna nel 2012. Basandosi sull’approccio metodologico della grounded theory, essa ha coinvolto un campione di giovani e un campione di adulti per loro significativi attraverso interviste semistrutturate. Dall’analisi emerge una rilevante disaffezione giovanile nei confronti della politica che, tuttavia, non traduce in un rifiuto del coinvolgimento, ma in una “partecipazione con riserva” espressa attraverso atteggiamenti tutt’altro che passivi nei confronti della politica formale - basati sulla logica della riforma, della resistenza o della ribellione - e mediante un forte investimento in attività partecipative non convenzionali (associazionismo e coinvolgimento). A fare da sfondo all’interesse partecipativo dei giovani si colloca una lettura negativa della propria condizione presente ed un conseguente conflitto intergenerazionale piuttosto manifesto, che si riflette sulle stesse modalità di attivazione. La politica, nelle sue espressioni più strettamente formali, viene interpretata come un ‘territorio adulto’, gestito secondo logiche che lasciano poco spazio ai giovani i quali, per tale ragione, scelgono di attivarsi secondo modalità alternative in cui il confronto con l’altro, quando presente, avviene prevalentemente tra pari o su basi avvertite come più paritarie. Il distanziamento dei giovani dalla politica formale riflette quindi una parallela presa di distanza dagli adulti, i quali risultano smarriti nello svolgimento delle loro funzioni di modello e di riconoscimento. La loro ambivalenza rispetto ai giovani - ossia il continuo oscillare tra il profondo pessimismo e il cieco ottimismo, tra la guida direttiva e la deresponsabilizzazione - si traduce in un riconoscimento parziale delle reali potenzialità ed esigenze dei giovani come cittadini ed adulti emergenti.
The thesis investigates youth paths of political and civic participation in the context of transitions to adulthood and focuses on the influence intergenerational relationships has on youth engagement. The empirical study consists of a qualitative research conducted in Bologna in 2012. Based on a grounded theory methodological approach, it involved a sample of young people and a sample of ‘significant adults’ through semi-structured interviews. The analysis shows a relevant disaffection towards politics among the youth which, however, does not lead to political and civic disengagement, but to a "conditional participation" expressed through proactive attitudes towards formal politics - based on a reform, resistance or rebellion logic- and through a deep investment in non-conventional activities. A negative interpretation of their present condition and a consequent intergenerational conflict are placed on the background of this type of involvement. Politics, in its most strictly formal expressions, is seen as an ‘adult area’ managed according to a logic that leaves little room to young people, who consequently choose to participate through alternative ways of activation where adult presence and power are perceived as weaker. Therefore, the young demographics’ departure from formal politics reflects a parallel distancing dynamic from adults, who appear unable to adequately perform their functions of model and recognition. Their ambivalence toward young people - that is, the constant fluctuation between pessimism and optimism, between oppressive guidance and lack of responsibility - results in a partial recognition of the real potential and needs of young people as citizens and emerging adults.
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Panebianco, Daria <1981&gt. "Social network e capitale sociale degli ex-ospiti di Comunita' Liberta': Drug free e ricaduti a confronto." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6448/1/PANEBIANCO_DARIA_TESI.pdf.

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Abstract:
L'indagine condotta, avvalendosi del paradigma della social network analysis, offre una descrizione delle reti di supporto personale e del capitale sociale di un campione di 80 italiani ex post un trattamento terapeutico residenziale di lungo termine per problemi di tossicodipendenza. Dopo aver identificato i profili delle reti di supporto sociale degli intervistati, si è proceduto, in primis, alla misurazione e comparazione delle ego-centered support networks tra soggetti drug free e ricaduti e, successivamente, all'investigazione delle caratteristiche delle reti e delle forme di capitale sociale – closure e brokerage – che contribuiscono al mantenimento dell'astinenza o al rischio di ricaduta nel post-trattamento. Fattori soggettivi, come la discriminazione pubblica percepita e l'attitudine al lavoro, sono stati inoltre esplorati al fine di investigare la loro correlazione con la condotta di reiterazione nell'uso di sostanze. Dai risultati dello studio emerge che un più basso rischio di ricaduta è positivamente associato ad una maggiore attitudine al lavoro, ad una minore percezione di discriminazione da parte della società, all'avere membri di supporto con un più alto status socio-economico e che mobilitano risorse reputazionali e, infine, all'avere reti più eterogenee nell'occupazione e caratterizzate da più elevati livelli di reciprocità. Inoltre, il capitale sociale di tipo brokerage contribuisce al mantenimento dell'astinenza in quanto garantisce l'accesso del soggetto ad informazioni meno omogenee e la sua esposizione a opportunità più numerose e differenziate. I risultati dello studio, pertanto, dimostrano l'importante ruolo delle personal support networks nel prevenire o ridurre il rischio di ricaduta nel post-trattamento, in linea con precedenti ricerche che suggeriscono la loro incorporazione nei programmi terapeutici per tossicodipendenti.
The current study provides a descriptive overview of features of the personal support networks of Italian drug users after a long-term residential therapeutic treatment. I measured ego-centered networks in a sample of 80 treated addicts, and investigated which characteristics of support networks (network structural features, relational properties, types of resources mobilized) are related to post-treatment substance use. Furthermore, I explored the role of social capital in terms of the advantages due to ego's location in the structure of relationships as an opportunity to reach more and diverse benefits protective against drug abuse. The results show that a lower risk of relapse is positively associated with having network members with higher socio-economic status, who supply reputational resources, have greater occupational heterogeneity, and reciprocate support. Social capital as a function of “brokerage opportunity” contributes to maintaining abstinence through enhanced access to information in less homogeneous personal networks and exposure of treated drug users to greater creative ideas and chances. Implications for designing and implementing more effective post-treatment relapse prevention programs are discussed.
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Panebianco, Daria <1981&gt. "Social network e capitale sociale degli ex-ospiti di Comunita' Liberta': Drug free e ricaduti a confronto." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6448/.

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Abstract:
L'indagine condotta, avvalendosi del paradigma della social network analysis, offre una descrizione delle reti di supporto personale e del capitale sociale di un campione di 80 italiani ex post un trattamento terapeutico residenziale di lungo termine per problemi di tossicodipendenza. Dopo aver identificato i profili delle reti di supporto sociale degli intervistati, si è proceduto, in primis, alla misurazione e comparazione delle ego-centered support networks tra soggetti drug free e ricaduti e, successivamente, all'investigazione delle caratteristiche delle reti e delle forme di capitale sociale – closure e brokerage – che contribuiscono al mantenimento dell'astinenza o al rischio di ricaduta nel post-trattamento. Fattori soggettivi, come la discriminazione pubblica percepita e l'attitudine al lavoro, sono stati inoltre esplorati al fine di investigare la loro correlazione con la condotta di reiterazione nell'uso di sostanze. Dai risultati dello studio emerge che un più basso rischio di ricaduta è positivamente associato ad una maggiore attitudine al lavoro, ad una minore percezione di discriminazione da parte della società, all'avere membri di supporto con un più alto status socio-economico e che mobilitano risorse reputazionali e, infine, all'avere reti più eterogenee nell'occupazione e caratterizzate da più elevati livelli di reciprocità. Inoltre, il capitale sociale di tipo brokerage contribuisce al mantenimento dell'astinenza in quanto garantisce l'accesso del soggetto ad informazioni meno omogenee e la sua esposizione a opportunità più numerose e differenziate. I risultati dello studio, pertanto, dimostrano l'importante ruolo delle personal support networks nel prevenire o ridurre il rischio di ricaduta nel post-trattamento, in linea con precedenti ricerche che suggeriscono la loro incorporazione nei programmi terapeutici per tossicodipendenti.
The current study provides a descriptive overview of features of the personal support networks of Italian drug users after a long-term residential therapeutic treatment. I measured ego-centered networks in a sample of 80 treated addicts, and investigated which characteristics of support networks (network structural features, relational properties, types of resources mobilized) are related to post-treatment substance use. Furthermore, I explored the role of social capital in terms of the advantages due to ego's location in the structure of relationships as an opportunity to reach more and diverse benefits protective against drug abuse. The results show that a lower risk of relapse is positively associated with having network members with higher socio-economic status, who supply reputational resources, have greater occupational heterogeneity, and reciprocate support. Social capital as a function of “brokerage opportunity” contributes to maintaining abstinence through enhanced access to information in less homogeneous personal networks and exposure of treated drug users to greater creative ideas and chances. Implications for designing and implementing more effective post-treatment relapse prevention programs are discussed.
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Mattioli, Elena <1983&gt. "Negoziazioni intergenerazionali dell'autonomia abitativa in contesti di working class." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7014/1/Mattioli_Elena_tesi.pdf.

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Abstract:
Nell’ambito della riflessione sui processi di riproduzione e trasmissione intergenerazionale delle disuguaglianze sociali, la presente tesi dottorale propone un’analisi in prospettiva intersezionale dei percorsi verso l’indipendenza abitativa dei giovani bolognesi di origine popolare, e il ruolo svolto dalle loro famiglie in questi percorsi. Nell’approfondimento teorico si offre una ricostruzione del dibattito sociologico nazionale e internazionale sul tema delle disuguaglianze sociali e abitative delle giovani generazioni, nonché dello studio della classe sociale e i principali approcci presenti in letteratura. La ricerca sul campo si concentra, in particolare, sui modi in cui le famiglie appartenenti ad una determinata classe sociale, intesa nel senso conferito al termine da Bourdieu, negoziano e sostengono la transizione all’indipendenza abitativa dei loro figli. L’approfondimento empirico consiste in una ricerca qualitativa longitudinale retrospettiva, condotta nel bolognese nel 2013-2014 su un campione di famiglie working class. Ai giovani-adulti coinvolti e ai loro genitori è stato chiesto di ricostruire le loro biografie attraverso lo strumento delle life histories. La ricerca evidenzia il delinearsi di “micro sistemi economici” familiari specifici e creativi. Le molteplici forme di sostegno genitoriale nei percorsi di autonomizzazione dei figli, individuate nel corso dell’analisi del materiale raccolto, si innestano quindi all’interno di un più ampio sistema di supporto intergenerazionale, che continua anche dopo l’uscita dalla famiglia di origine, a conferma dello stretto legame che caratterizza le famiglie italiane. Nello studio una particolare attenzione viene rivolta alle logiche di legittimazione del sostegno genitoriale, adottate dalle famiglie per orientare i propri interventi di aiuto. Infine, mettendo a confronto la concezione di indipendenza dei giovani adulti con quella dei loro genitori, l’indagine rileva l’esistenza di una apparente contraddizione tra le rappresentazioni dell’indipendenza e dell’autonomia abitativa e i comportamenti attuati nella vita quotidiana, contraddizione che trova una risoluzione nella negoziazione, tra le due diverse generazioni, del concetto stesso di indipendenza.
The present doctoral thesis offers an intersectional analysis of the housing pathways of working class young people in Bologna, and of the role played by their family in the transition towards independent living, within a broader reflection on processes of reproduction and intergenerational transmission of social inequalities. The first part sets out the national and international sociological debate on youth’ social and housing inequalities, as well as the debate on social class. In the second part, the focus is on the empirical research. In particular, questions are raised on how families belonging to a particular social class, as understood in Bourdieu’s terms, negotiate and support the transition to independent living of their adult-children. The empirical study consists of a retrospective longitudinal qualitative research, carried out in Bologna in 2013-2014 on a sample of working-class families. Through life histories, young-adults and their parents were asked to reconstruct their biographies and housing experiences. The research highlights the emergence of specific and creative "micro-economic family systems". Through analysis on the collected materials, it was possible to identify several forms of parental support in young-adults’ pathways towards independent living, embedded in a wider system of intergenerational support, which continues even after leaving the family nest and confirms once again the strong ties characterizing Italian families. In the study, particular attention is given also to logics of legitimacy of parental support, underlying working class families' decisions of helping their adult-children. Finally, by comparing young adults’ idea of independence with that of their parents, the research reveals an apparent contradiction between representations of autonomy and independent living and everyday life practices, which is being solved by negotiating, between the two generations taken in exam, the meaning of independence itself.
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Mattioli, Elena <1983&gt. "Negoziazioni intergenerazionali dell'autonomia abitativa in contesti di working class." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7014/.

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Abstract:
Nell’ambito della riflessione sui processi di riproduzione e trasmissione intergenerazionale delle disuguaglianze sociali, la presente tesi dottorale propone un’analisi in prospettiva intersezionale dei percorsi verso l’indipendenza abitativa dei giovani bolognesi di origine popolare, e il ruolo svolto dalle loro famiglie in questi percorsi. Nell’approfondimento teorico si offre una ricostruzione del dibattito sociologico nazionale e internazionale sul tema delle disuguaglianze sociali e abitative delle giovani generazioni, nonché dello studio della classe sociale e i principali approcci presenti in letteratura. La ricerca sul campo si concentra, in particolare, sui modi in cui le famiglie appartenenti ad una determinata classe sociale, intesa nel senso conferito al termine da Bourdieu, negoziano e sostengono la transizione all’indipendenza abitativa dei loro figli. L’approfondimento empirico consiste in una ricerca qualitativa longitudinale retrospettiva, condotta nel bolognese nel 2013-2014 su un campione di famiglie working class. Ai giovani-adulti coinvolti e ai loro genitori è stato chiesto di ricostruire le loro biografie attraverso lo strumento delle life histories. La ricerca evidenzia il delinearsi di “micro sistemi economici” familiari specifici e creativi. Le molteplici forme di sostegno genitoriale nei percorsi di autonomizzazione dei figli, individuate nel corso dell’analisi del materiale raccolto, si innestano quindi all’interno di un più ampio sistema di supporto intergenerazionale, che continua anche dopo l’uscita dalla famiglia di origine, a conferma dello stretto legame che caratterizza le famiglie italiane. Nello studio una particolare attenzione viene rivolta alle logiche di legittimazione del sostegno genitoriale, adottate dalle famiglie per orientare i propri interventi di aiuto. Infine, mettendo a confronto la concezione di indipendenza dei giovani adulti con quella dei loro genitori, l’indagine rileva l’esistenza di una apparente contraddizione tra le rappresentazioni dell’indipendenza e dell’autonomia abitativa e i comportamenti attuati nella vita quotidiana, contraddizione che trova una risoluzione nella negoziazione, tra le due diverse generazioni, del concetto stesso di indipendenza.
The present doctoral thesis offers an intersectional analysis of the housing pathways of working class young people in Bologna, and of the role played by their family in the transition towards independent living, within a broader reflection on processes of reproduction and intergenerational transmission of social inequalities. The first part sets out the national and international sociological debate on youth’ social and housing inequalities, as well as the debate on social class. In the second part, the focus is on the empirical research. In particular, questions are raised on how families belonging to a particular social class, as understood in Bourdieu’s terms, negotiate and support the transition to independent living of their adult-children. The empirical study consists of a retrospective longitudinal qualitative research, carried out in Bologna in 2013-2014 on a sample of working-class families. Through life histories, young-adults and their parents were asked to reconstruct their biographies and housing experiences. The research highlights the emergence of specific and creative "micro-economic family systems". Through analysis on the collected materials, it was possible to identify several forms of parental support in young-adults’ pathways towards independent living, embedded in a wider system of intergenerational support, which continues even after leaving the family nest and confirms once again the strong ties characterizing Italian families. In the study, particular attention is given also to logics of legitimacy of parental support, underlying working class families' decisions of helping their adult-children. Finally, by comparing young adults’ idea of independence with that of their parents, the research reveals an apparent contradiction between representations of autonomy and independent living and everyday life practices, which is being solved by negotiating, between the two generations taken in exam, the meaning of independence itself.
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Martino, Fausta <1979&gt. "La valutazione di modelli e sperimentazioni di progettazione partecipata sociale e socio-sanitaria." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7304/1/martino_fausta_tesi.pdf.

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Abstract:
Fino ad oggi i servizi sociali hanno offerto interventi e prestazioni di tipo riparatorio, con la frammentazione della domanda e di conseguenza l’individualizzazione dell’offerta. L’obiettivo è quello di svolgere una ricerca esplorativa di studio di casi, avendo come livello di indagine il micro (l’esperienza di attivazione di processi partecipativi nell’ambito dei servizi sociali e sociosanitari in unità ecologiche e non necessariamente in unità amministrative) con la messa a sistema di buone prassi partecipative attraverso la valutazione delle stesse. Questo lavoro ha visto la collaborazione della scrivente con l’Agenzia sociale e sanitaria della regione Emilia Romagna.
Up until today, social services have offered reparatory interventions and activities, which caused fragmentation of requests and therefore individualisation of the offer. The objective of this research is to explore different cases, with a perspective focused on a micro-level i.e. how participatory processes are started in the field of social and social health services in ecological and not necessarily administrative units, through good participatory practices characterised by their own evaluation. This research has been made in collaboration with “Agenzia sociale e sanitaria della regione Emilia Romagna”.
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Martino, Fausta <1979&gt. "La valutazione di modelli e sperimentazioni di progettazione partecipata sociale e socio-sanitaria." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7304/.

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Abstract:
Fino ad oggi i servizi sociali hanno offerto interventi e prestazioni di tipo riparatorio, con la frammentazione della domanda e di conseguenza l’individualizzazione dell’offerta. L’obiettivo è quello di svolgere una ricerca esplorativa di studio di casi, avendo come livello di indagine il micro (l’esperienza di attivazione di processi partecipativi nell’ambito dei servizi sociali e sociosanitari in unità ecologiche e non necessariamente in unità amministrative) con la messa a sistema di buone prassi partecipative attraverso la valutazione delle stesse. Questo lavoro ha visto la collaborazione della scrivente con l’Agenzia sociale e sanitaria della regione Emilia Romagna.
Up until today, social services have offered reparatory interventions and activities, which caused fragmentation of requests and therefore individualisation of the offer. The objective of this research is to explore different cases, with a perspective focused on a micro-level i.e. how participatory processes are started in the field of social and social health services in ecological and not necessarily administrative units, through good participatory practices characterised by their own evaluation. This research has been made in collaboration with “Agenzia sociale e sanitaria della regione Emilia Romagna”.
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Capacci, Giulia <1980&gt. "Religione e sfera pubblica in Polonia. L'influenza della Conferenza Episcopale e dei movimenti pro-life sulla legislazione "eticamente sensibile"." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7342/1/Capacci_Giulia_Tesi.pdf.

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Abstract:
Il presente lavoro tratta l'influenza della Chiesa Cattolica in Polonia nella stesura della legislazione nazionale relativa all'interruzione di gravidanza e alla fecondazione assistita, nella loro costruzione discorsiva e nella loro collocazione ed espressione nel discorso pubblico. La tesi è divisa in tre parti. La prima fornisce un substrato di riferimento tramite un percorso torico e di revisione della letteratura che inquadra e motiva gli stretti rapporti esistenti fra Stato, Chiesa e identità in Polonia, creando la diade stereotipica Polak / Katolik. La seconda verifica la persistenza di questo binomio: attraverso l'analisi di dati provenienti dalla WVS e dal CBOS polacco, misuriamo il livello di religiosità e l'impatto della religione sulla vita quotidiana, sui comportamenti e sulle scelte morali della popolazione. Il tasso di aderenza alle pratiche religiose non si è modificato in maniera significativa nel corso dell'ultimo ventennio. Sebbene l'affiliazione sia maggiore per alcune categorie socio-demografiche, le differenze sono modeste e le correlazioni sovente non significative. Il ruolo storico della Chiesa Cattolica in Polonia e la diffusa e profonda religiosità del Paese costituiscono il framework dello spazio sociale in cui si articola il discorso pubblico. Nella terza parte, tramite Critical Discourse Analysis, abbiamo esaminato sia il discorso della Conferenza Episcopale Polacca sia la rappresentazione a mezzo stampa dei temi. Dall'analisi del corpus, emerge che il discorso pubblico è caratterizzato da parzialità, con una prevalenza pro-life in termini sia di linguaggio sia di messaggio. La semantica pro-vita si è trasferita non solo dal vocabolario orientato a quello quotidiano, ma anche dalla sfera della discussione sui diritti riproduttivi alle definizioni sociali di concetti più generali, configurando una “barriera discorsiva”. La stampa cattolica, inoltre, è particolarmente attiva nella trattazione di questi argomenti, mentre quella di sinistra mostra un ruolo meno incisivo nel prendere posizione sul tema.
The topic of the present work is the influence exerted by the Catholic Church in Poland on the drafting of national legislation on abortion and IVF, on their discursive construction and their collocation and expression in the public discourse. The thesis is divided into three parts. The first provides a theoric and historical framework motivating the close relations existing between State, Church, and identity in Poland, creating the stereotypical dyad Polak / Katolik. The second part verifies the persistence of this juxtaposition: through the analysis of data from the WVS and the Polish CBOS, we measure the level of religiosity and the impact of religion on daily life, behaviours, and moral choices of the population. Adherence rate to religious practices has not changed significantly over the last two decades. Although the affiliation is higher for some socio-demographic categories, differences are small and correlations often insignificant. The historical role of the Catholic Church in Poland and the widespread and deep religiosity of the country creates the social framework in which the public discourse is developed. In the third part, through Critical Discourse Analysis, we examined both the public discourses of the Polish Episcopal Conference and the representation of the issues in the national press. The analysis shows that public discourse is characterized by partiality, with a pro-life prevalence in terms of both language and message. Pro-life semantics moved not only from the oriented vocabulary to the everyday one, but also from the sphere of the discussion on reproductive rights to social definitions of more general concepts, configuring a “discursive barrier”. Moreover, while the Catholic press is particularly active in the discussion, the leftist one shows a less significant role in taking a position on the issue.
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Capacci, Giulia <1980&gt. "Religione e sfera pubblica in Polonia. L'influenza della Conferenza Episcopale e dei movimenti pro-life sulla legislazione "eticamente sensibile"." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7342/.

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Abstract:
Il presente lavoro tratta l'influenza della Chiesa Cattolica in Polonia nella stesura della legislazione nazionale relativa all'interruzione di gravidanza e alla fecondazione assistita, nella loro costruzione discorsiva e nella loro collocazione ed espressione nel discorso pubblico. La tesi è divisa in tre parti. La prima fornisce un substrato di riferimento tramite un percorso torico e di revisione della letteratura che inquadra e motiva gli stretti rapporti esistenti fra Stato, Chiesa e identità in Polonia, creando la diade stereotipica Polak / Katolik. La seconda verifica la persistenza di questo binomio: attraverso l'analisi di dati provenienti dalla WVS e dal CBOS polacco, misuriamo il livello di religiosità e l'impatto della religione sulla vita quotidiana, sui comportamenti e sulle scelte morali della popolazione. Il tasso di aderenza alle pratiche religiose non si è modificato in maniera significativa nel corso dell'ultimo ventennio. Sebbene l'affiliazione sia maggiore per alcune categorie socio-demografiche, le differenze sono modeste e le correlazioni sovente non significative. Il ruolo storico della Chiesa Cattolica in Polonia e la diffusa e profonda religiosità del Paese costituiscono il framework dello spazio sociale in cui si articola il discorso pubblico. Nella terza parte, tramite Critical Discourse Analysis, abbiamo esaminato sia il discorso della Conferenza Episcopale Polacca sia la rappresentazione a mezzo stampa dei temi. Dall'analisi del corpus, emerge che il discorso pubblico è caratterizzato da parzialità, con una prevalenza pro-life in termini sia di linguaggio sia di messaggio. La semantica pro-vita si è trasferita non solo dal vocabolario orientato a quello quotidiano, ma anche dalla sfera della discussione sui diritti riproduttivi alle definizioni sociali di concetti più generali, configurando una “barriera discorsiva”. La stampa cattolica, inoltre, è particolarmente attiva nella trattazione di questi argomenti, mentre quella di sinistra mostra un ruolo meno incisivo nel prendere posizione sul tema.
The topic of the present work is the influence exerted by the Catholic Church in Poland on the drafting of national legislation on abortion and IVF, on their discursive construction and their collocation and expression in the public discourse. The thesis is divided into three parts. The first provides a theoric and historical framework motivating the close relations existing between State, Church, and identity in Poland, creating the stereotypical dyad Polak / Katolik. The second part verifies the persistence of this juxtaposition: through the analysis of data from the WVS and the Polish CBOS, we measure the level of religiosity and the impact of religion on daily life, behaviours, and moral choices of the population. Adherence rate to religious practices has not changed significantly over the last two decades. Although the affiliation is higher for some socio-demographic categories, differences are small and correlations often insignificant. The historical role of the Catholic Church in Poland and the widespread and deep religiosity of the country creates the social framework in which the public discourse is developed. In the third part, through Critical Discourse Analysis, we examined both the public discourses of the Polish Episcopal Conference and the representation of the issues in the national press. The analysis shows that public discourse is characterized by partiality, with a pro-life prevalence in terms of both language and message. Pro-life semantics moved not only from the oriented vocabulary to the everyday one, but also from the sphere of the discussion on reproductive rights to social definitions of more general concepts, configuring a “discursive barrier”. Moreover, while the Catholic press is particularly active in the discussion, the leftist one shows a less significant role in taking a position on the issue.
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Canestrini, Edi <1983&gt. "Relazionarsi oggi nella web society." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7358/1/Canestrini_Edi_Tesi.pdf.

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Abstract:
L’avvento delle Information and Communication Technology (ICT) e successivamente quello di Internet nella sua evoluzione in Web 2.0 caratterizzato dall’insieme di tutte quelle tecnologie e applicazioni che permettono un alto grado di interattività tra utenti, ha portato alla diffusione della percezione di una realtà condivisa attraverso nuove possibilità e modalità di scambio comunicativo e socio-relazionale che hanno prodotto, e stanno tutt’ora producendo, sostanziali cambiamenti sul nostro essere sociali e relazionali. Ci troviamo infatti a vivere in quella che è stata definita la web society (Cipolla, 2013), la società dalla comunicazione in Rete, della socializzazione che vive e si dipana anche attraverso i social media. L’ipotesi generale che ha sostenuto l’intero lavoro qui esposto è che il web partecipi attivamente alla costruzione e al cambiamento delle dinamiche relazionali e sociali che caratterizzano il nostro fare società, attraverso l’offerta di una moltitudine di spazi interattivi mediante cui i soggetti riuscivano a soddisfare, ricercare, coltivare, mantenere ed ampliare le proprie relazioni sociali e affettive. Il lavoro qui esposto, ponendosi in un’ottica esplorativa presenta i risultati di una ricerca che ha permesso di mettere in luce e descrivere il rapporto della popolazione italiana, dai 14 ai 65 anni con internet e le innovazioni tecnologiche, gli stili di navigazione, l’utilizzo dei social network, la penetrazione dell’uso delle nuove tecnologie per svolgere determinate azioni socio-relazionali, ma anche il ruolo di internet all’interno delle relazioni amicali e di quelle sentimentali e le percezioni rispetto al rapporto internet e sessualità umana. Per raggiungere l’obiettivo si è adottata una metodologia mixed e sono stati utilizzati innovativi strumenti di indagine afferenti agli e-methods.
The work here Exposed, placing itself in a explorary perspective Presents the result That have allowed to put into light and describe the relationship of the Italian population, 14 to 65 years old with internet and Technological Innovations, the Styles of Navigation, the social network use, the rules and the penetration of ICT in specific socio-relational actions, but also the Role of the Internet in relationships with customers and friendship, on the sentimental relationship and perceptions to the rules of Internet on human sexuality. For do this we have adopted a mixed methodology and some of the innovative tools of the e-methods.
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Canestrini, Edi <1983&gt. "Relazionarsi oggi nella web society." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7358/.

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Abstract:
L’avvento delle Information and Communication Technology (ICT) e successivamente quello di Internet nella sua evoluzione in Web 2.0 caratterizzato dall’insieme di tutte quelle tecnologie e applicazioni che permettono un alto grado di interattività tra utenti, ha portato alla diffusione della percezione di una realtà condivisa attraverso nuove possibilità e modalità di scambio comunicativo e socio-relazionale che hanno prodotto, e stanno tutt’ora producendo, sostanziali cambiamenti sul nostro essere sociali e relazionali. Ci troviamo infatti a vivere in quella che è stata definita la web society (Cipolla, 2013), la società dalla comunicazione in Rete, della socializzazione che vive e si dipana anche attraverso i social media. L’ipotesi generale che ha sostenuto l’intero lavoro qui esposto è che il web partecipi attivamente alla costruzione e al cambiamento delle dinamiche relazionali e sociali che caratterizzano il nostro fare società, attraverso l’offerta di una moltitudine di spazi interattivi mediante cui i soggetti riuscivano a soddisfare, ricercare, coltivare, mantenere ed ampliare le proprie relazioni sociali e affettive. Il lavoro qui esposto, ponendosi in un’ottica esplorativa presenta i risultati di una ricerca che ha permesso di mettere in luce e descrivere il rapporto della popolazione italiana, dai 14 ai 65 anni con internet e le innovazioni tecnologiche, gli stili di navigazione, l’utilizzo dei social network, la penetrazione dell’uso delle nuove tecnologie per svolgere determinate azioni socio-relazionali, ma anche il ruolo di internet all’interno delle relazioni amicali e di quelle sentimentali e le percezioni rispetto al rapporto internet e sessualità umana. Per raggiungere l’obiettivo si è adottata una metodologia mixed e sono stati utilizzati innovativi strumenti di indagine afferenti agli e-methods.
The work here Exposed, placing itself in a explorary perspective Presents the result That have allowed to put into light and describe the relationship of the Italian population, 14 to 65 years old with internet and Technological Innovations, the Styles of Navigation, the social network use, the rules and the penetration of ICT in specific socio-relational actions, but also the Role of the Internet in relationships with customers and friendship, on the sentimental relationship and perceptions to the rules of Internet on human sexuality. For do this we have adopted a mixed methodology and some of the innovative tools of the e-methods.
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Corvino, Isabella <1982&gt. "Migrazioni e cittadinanza globale. Uno studio sul significato del riconoscimento tra cultura e identita." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8208/1/corvino_isabella_tesi.pdf.

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Abstract:
Il tema di questa tesi è il riconoscimento. La scelta deriva dalla precedente esperienza sul campo con i migranti, che ha messo in luce come l’approccio razionalistico corrente sia insufficiente a soddisfare le esigenze che essi manifestano. Si tratta di un approccio rivolto a persone per cui non è prevista una collocazione “intima” nel contesto d’accoglienza. Pone perciò il problema dell’appartenenza, che richiederebbe altri registri, accantonati però nella cultura occidentale sin dall’avvento della modernità. Il lavoro inizia con la disamina dei concetti sociologici fondamentali per l’argomento e con l’approfondimento delle questioni che ne emergono, come la comunicazione e l’importanza del linguaggio nella costruzione di soggetti e tematiche. Pone poi i temi centrali attraverso lo studio delle interviste e dei focus group da me realizzati e si interroga sul da fare. Ne emerge una posizione che invoca un cambio di registro, che viene proposto in una prospettiva di mediazione con quanto elaborato finora dagli appartenenti al canone moderno. È un approccio che richiede un paradigma inclusivo e un pensiero complesso e attui un riequilibrio delle posizioni che porti all’attribuzione di pari dignità ai registri che sono rimasti ai margini della riflessione. Il problema dei migranti è un indicatore di una crisi interna agli stati di destinazione: le stesse comunità d’accoglienza stanno perdendo unità e coesione e da ciò deriva l’incapacità ad accogliere. Tutto questo si inserisce in un quadro di grande complessità, dove la crisi dello stato-nazione innesca dinamiche opposte che spingono al localismo da una parte, al superamento delle vecchie configurazioni dall’altra, verso organismi sovranazionali. Il problema del riconoscimento è lo specchio di noi: obbliga a confrontarsi con l’ideale della cittadinanza globale e con le possibili forme della sua attuabilità e a elaborare nuove politiche che recuperino il livello etico-normativo e la capacità di un dialogo tra i livelli locale-nazionale-internazionale.
This work is about recognition. It is a choice that comes from my previous field experience with migrants, that made me understand that the current, rationalistic approach is not enough to satisfy their complex exigencies. It is aimed at people who are not to “intimately” belong to their destination context. It brings to the fore the problem of belonging, whose solution would require the acknowledgement of human dimensions that Western culture has put aside since the advent of Modernity. The thesis starts with the exam of essential sociological concepts and goes on to discuss the main questions that arise from it, such as communication and the importance of language in framing subjects and discourses. Its crucial themes are then developed through the study of interviews and focus groups I collected. Possible solutions are the next issue: I contend that a paradigmatic change is needed, so as to mediate between what modernity has already done and a complex thought that should bring about equal dignity for the different perspectives from which coexistence can be viewed. The issue with migrants is better understood as the indicator of a crisis in the destination countries, where the existing communities are losing unity and cohesion and are therefore not up to welcoming others. All this is part of a bigger picture, where the crisis of the Nation state triggers divergent dynamics that push on the one hand towards localism, on the other towards new configurations where supranational organizations come into play. The problem of recognition forces us to face the ideal of global citizenship and the thinkable ways of its realization. Moreover it urges us to develop new politics that focus on the relation between ethics and regulation and on the importance of a dialogue among the local, national and international levels.
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Bozzetti, Alessandro <1986&gt. "Seconde generazioni e istruzione universitaria: opportunità e sfide." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8246/1/Bozzetti_Alessandro_Tesi.pdf.

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Abstract:
Nel contesto italiano si può ormai parlare di una presenza migratoria strutturale, stabile e sviluppatasi su più generazioni, in cui quelle giovani si affacciano visibilmente ai livelli scolastico-educativi più elevati, interessando anche quello universitario. Gli approfondimenti ad oggi condotti sul percorso formativo dei giovani con alle spalle un background migratorio hanno seguito la maturazione demografica della popolazione a cui si riferiscono, non andando oltre il ciclo secondario d’istruzione. Dato che il background socio-economico e il capitale culturale dei genitori o di altri adulti significativi influenzano le scelte formative dei giovani, appare di estremo interesse approfondire il peso che l’origine straniera ha nella decisione di intraprendere un percorso educativo di lungo periodo. Dopo un'approfondita analisi dei dati disponibili a livello nazionale, la ricerca si focalizza nel dettaglio sul caso dell'Università di Bologna: tramite un approccio quanti-qualitativo (survey online e interviste semi-strutturate), l'elaborato qui presentato è mosso da un doppio obiettivo: da un lato ha valenza prettamente esplorativa, andando ad indagare un fenomeno, ad ora, pressoché ignorato, ancorché in continuo aumento; dall’altro si propone di studiare i percorsi biografici ed educativi che hanno portato gli studenti con background migratorio ad accedere agli studi universitari, così da approfondire non solo l’incidenza delle classiche variabili associate in letteratura a percorsi formativi di successo, ma anche quegli aspetti, propri di un’educazione di tipo universitario, che intervengono in un momento successivo. L’individuazione degli aspetti caratterizzati da maggiori criticità, così come una riflessione che possa permettere di fornire, ove possibile, indicazioni concrete in termini di percorsi di socializzazione e integrazione attiva a supporto della pianificazione e della gestione di politiche inclusive, principalmente a livello scolastico-universitario, potrebbero portare a nuove prospettive e a nuovi stimoli nella ricerca sulle seconda generazioni, così da evitare che le barriere già presenti possano trasformarsi in veri e propri vincoli strutturali.
Nowadays Italy has been experiencing a structural, stable and multigenerational migratory presence in which new generations have been increasingly getting access to the highest social and educational levels, including university. The educational choices young people make are either influenced by their social, cultural and economic background and also by their parents or other significant adults’ cultural background. Despite the fact that several researches were made on the presence of second-generation students in primary and secondary school, the state of research about the second generation students enrolled in the Italian University is still very poor: starting from theories such as segmented assimilation and selective acculturation, this research aims to examine the challenges and, simultaneously, the resources faced by young immigrants when they go on to university. After the quantification of the phenomenon at the Italian level, the research focused on the case of the University of Bologna: thanks to the collection of quantitative (online survey) and qualitative (semi-structured interviews) material, the resarch highlights the reasons that led the students to the decision to enroll to university, their results and their short and long-term projects. The ultimate goal is to provide guidance on the implementation of policies at national and educational level, which can concretely promote the full inclusion of second-generation students within the higher education system.
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Moretti, Veronica <1988&gt. "Percezione del rischio e sorveglianza digitale tra gli studenti di due campus universitari americani." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8460/1/TESI.Moretti%20Veronica.pdf.

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Abstract:
All'interno di ogni campus universitario americano è previsto un Department of Public Safety (DPS) incaricato di trasmettere agli studenti segnalazioni via email ogniqualvolta viene commesso un reato. Lo scopo è quello di fornire un'adeguata consapevolezza dei fenomeni criminosi verificatisi nelle aree limitrofe ai quartieri universitari. Il presente contributo vuole indagare in che misura la condivisione di informazioni, relative a eventi criminali, mediante nuovi dispositivi tecnologici (tra cui app e email), possa avere un impatto sulla modifica dei comportamenti degli studenti, sulla loro percezione del rischio e sulla sorveglianza digitale nei campus universitari americani. La metodologia utilizzata è eminentemente di tipo quantitativo (questionario) e i dati sono stati raccolti tra gli studenti di due prestigiose università americane: la Brown University (403 studenti) e la Columbia University (582 studenti). I risultati ottenuti mostrano una relazione controversa nel rapporto tra il mittente/DPS e il destinatario/studente: se da un lato il messaggio/informazione è ritenuto dagli studenti superfluo e inutile, dall'altro lato le nuove tecnologie sono in grado di modificare la percezione di sicurezza degli studenti, offrendosi come strumento di supporto (e in certi casi alternativo) rispetto ai "tradizionali" dispositivi. In poche parole, gli studenti non mostrano molto entusiamo per i nuovi sistemi di sorvegliana digitale, tuttavia non ne possono piu' fare a meno.
Within each American university campus, a Department of Public Safety (DPS) is designated to send students emails whenever a crime is committed on campus or in the surrounding area. The aim of this service is to provide an adequate awareness of such criminal activity. The hypothesis is that these crime-alert methods may represent a new and different type of control exercised by the DPS itself. The data was collected on two specific campuses. The total sample was 985 students. In general, this email service focuses on only some types of crime and not on others (e.g. sexual harassment and violence goes largely unreported), and this may reveal a new and different type of control exercised by the universities' department of public safety. Aside from the selectivity involved in deciding what to communicate or not, crime alerts may give rise to some form of control over the user's perception.
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Fabbri, Alessandro <1982&gt. "Il ruolo della Croce Rossa Italiana nella welfare society. Assistenza in pace e in guerra sullo sfondo dell'evoluzione del welfare state italiano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8477/1/Fabbri_Alessandro_tesi.pdf.

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Abstract:
La presente tesi costituisce uno studio di caso sociologico avente come oggetto la Croce Rossa Italiana ed il suo ruolo nella welfare society, alla luce della recente riforma che l’ha trasformata da ente pubblico in Ente del Terzo Settore. Si intende rilevare se gli effetti della riforma (2012), intersecatasi con quella del Terzo Settore (2017), abbiano avuto ricadute prevalentemente positive o piuttosto negative in termini di interesse pubblico, per la CRI, per lo Stato e per la società italiana in generale. Inoltre la tesi ha lo scopo di iniziare ad esplorare un ambito di studi sociologici finora scarsamente considerato. Il lavoro si articola in tre parti. Nella prima il tema della ricerca viene inquadrato teoricamente nell’ambito della sociologia del welfare: si analizzano i modelli sociologici di welfare state, i più recenti indirizzi di politica sociale europei, nonché il ruolo del Terzo Settore nei sistemi di welfare. Nella seconda parte il focus si concentra sull’Ente Croce Rossa, dapprima tramite la disamina delle caratteristiche distintive del Movimento e di alcune delle più importanti Società Nazionali, ed in seguito tramite una ricostruzione della storia della CRI. La terza parte dell’elaborato è dedicata all’esposizione dei risultati della ricerca empirica, nel corso della quale sono state impiegate diverse tecniche di indagine di carattere prevalentemente qualitativo. In particolare: a) l’analisi della documentazione ufficiale della CRI, che ne mette in luce gli aspetti più rilevanti (status giuridico, organizzazione, finanze, personale, obiettivi); b) l’illustrazione ed il commento di venti interviste semi-strutturate rivolte a testimoni privilegiati (dirigenti CRI, rappresentanti di Istituzioni pubbliche, esponenti del Terzo Settore, sociologi esperti di welfare). Le risultanze emerse, seppure non definitive, mostrano un sostanziale esito positivo della riforma: la CRI attualmente è un’organizzazione umanitaria vitale, ben strutturata, al passo coi tempi, benché ostacolata da alcune criticità, di cui si dà conto dettagliatamente nel lavoro.
This thesis is a sociological case study about the Italian Red Cross (IRC) and its role in the welfare society, in light of the recent reform that transformed it from a public body into a Third Sector Body. It is intended to note whether the effects of the reform (2012), intersected with that of the Third Sector (2017), have had mainly positive or rather negative consequences in terms of public interest, for the IRC, for the State and generally for the Italian society. Furthermore, the thesis aims to start exploring a so far rarely considered field of sociological studies. The work is divided into three parts. In the first one, the research topic is theoretically framed within the welfare sociology: the work analyzes the welfare state sociological models, the most recent European social policy guidelines, as well as the Third Sector role in welfare systems. In the second part, the focus is concentrated on the Red Cross Body, first through the examination of the distinctive features of the Movement and of some most important National Societies, and then through a reconstruction of IRC history. The third part of the paper is dedicated to the exposition of the empirical research results, during which various investigation techniques, mainly qualitative, were used. In particular: a) the analysis of IRC official documentation, in order to highlight several structural dimensions (legal status, organization, finances, staff, objectives); b) the illustration and comment of twenty semi-structured interviews addressed to privileged witnesses (IRC executives, public Institutions representatives, Third Sector members, welfare sociologists). The emerged results, although not definitive, show a substantial positive outcome of the reform: the IRC is currently a vital, well structured, up with the times humanitarian organization, although hampered by some critical issues, which are considered in detail in the work.
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Sbaragli, Sara <1985&gt. "La carriera del giocatore d'azzardo. Dalle indagini internazionali al caso italiano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8547/3/TESI%20dottorale%20di%20Sara%20Sbaragli.pdf.

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Abstract:
La ricerca si è posta come obiettivo quello di incrementare la conoscenza di base sulla carriera del giocatore d’azzardo – tradizionale e online – nel contesto nazionale al fine di formulare “indirizzi di spendibilità” rivolti ai servizi che si occupano di ludopatia. L’analisi delle carriere di gioco è suddivisa per aree tematiche: i dati socio-anagrafici e occupazionali; le modalità di fruizione e i luoghi del gioco; i significati personali del gioco e della condizione di dipendenza; la prossimità con gli ambienti devianti e la vittimizzazione familiare; il rapporto con i servizi di recupero. L’ipotesi di fondo rimanda all’idea che la ricognizione delle carriere di gioco inserite nelle specificità della realtà territoriale e del tessuto sociale nazionale sia indispensabile per i servizi assistenziali che devono sostenere e sviluppare interventi socio-sanitari nell’area dell’azzardo anche laddove vi sia un’utenza sommersa e, soprattutto, coerenti con il complesso quadro societario. Tre step metodologici sono considerati nella costruzione di una grande banca dati sulla correlazione tra “gioco d’azzardo”, “giocatori d’azzardo” e “ambiente di riferimento”. La ricerca utilizza come metodo le interviste semi-strutturate. Il materiale raccolto è stato oggetto di un confronto rispetto ai risultati delle ricerche svolte a livello nazionale e internazionale sul tema. Nelle conclusioni, infine, sono suggerite alcune linee di indirizzo per far fronte alle criticità delle politiche e degli interventi socio-sanitari nell’area dell’azzardo. Più precisamente, è proposto un modello correlazione di intervento per le ludopatie che si fonda su strategie di controllo orientate alla collettività e, d’altro canto, include interventi rivolti ai servizi e al singolo. Per la riprogettazione dei servizi è stato altresì avanzato un “modello di intervento” sviluppato in collaborazione con il Ser.T. di Forlì (la “clinica virtuale” per il gioco d’azzardo).
The aim of this empirical study is to increase the knowledge base on gamblers’ careers - traditional and online - including the “factors” influencing gambling behavior, the “trends for gambling behavior”, the “gamblers relational scheme”, and “the sociological and criminological implications of gambling”. The study also examines the service units treating gambling disorders, analyzing social and healthcare-related measures and policies in the field of gambling, that can affect the way people cope with, or control their gambling compulsions. Three methodological steps are considered in building a large databank on the correlation between “gambling”, “gamblers,” and “environment of reference”. The research uses semi-structured interviews, which will prove invaluable in collecting personal knowledge and characteristics related to factors commonly associated with the gambler’s career and on the various social aspects that characterize gambling. The study intends to add an additional important qualitative dimension to current research in the area. a) examines the service units treating gambling disorders, analyzing social and healthcare-related measures and policies in the field of gambling, that can affect the way people cope with, or control their gambling compulsions.
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Esposito, Carmela Anna <1989&gt. "Il ruolo della donna nella Croce Rossa Americana e Italiana. Spunti per un'analisi comparativa storica e sociologica dei ruoli femminili nel corso della Grande Guerra." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/8685/1/Esposito_CarmelaAnna_Tesi.pdf.

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Abstract:
La Croce Rossa è una delle organizzazioni umanitarie laiche più grandi e più longeve. Vanta la sua presenza in 190 realtà nazionali e una storia di oltre 150 anni. Il fatto che essa sia presente in quasi tutti i paesi del mondo e sia riconosciuta e apprezzata a livello nazionale e internazionale ha influito sulla volontà di analizzare, in chiave storica, sociologica e comparativa, quell’organismo. Capire maggiormente i modi attraverso i quali un ente di terzo settore, come quello della Croce Rossa, funzionasse, individuando possibili correlazioni tra contesto storico, sociale, politico e specifica società di Croce Rossa, sono stati i motivi alla base. L’adozione di un approccio sensibile al genere, nonché la comprensione dei modi attraverso i quali le società di Croce Rossa Americana e Italiana considerassero il personale maschile e femminile e gli riconoscessero le più differenziate mansioni lavorativi, sono stati gli obiettivi alla base della ricerca. Affinché quelle finalità fossero possibili, è stata adottata una specifica metodologia. Rivolgendo l’attenzione a un momento storico preciso (quello della Grande Guerra), sono stati prediletti strumenti di indagine non intrusivi e “non reattivi”. È stato pertanto considerato il materiale archivistico presente al riguardo e detenuto da specifici archivi pubblici. Ho pertanto sottoposto il materiale raccolto a un’analisi qualitativa – mediante l’aiuto del software NVivo, versione 12 – e ad una quantitativa – impiegando SPSS, versione 20. I risultati raggiunti hanno stabilito una forte disparità tra le due società di Croce Rossa considerate, ravvisando, nel diverso assetto socioculturale e nel tipo organizzazione intrinseca, le basi di ciò.
Red Cross is one of the biggest and most long-lived humanitarian organizations ever. The institution has been alive for more than 150 years and it is present in 190 States. I decided to do a sociological and historical research because I wanted to analyze the women’s roles of the American Red Cross and the Italian one during the First World War. Therefore, this thesis shows some social and cultural differences between Italian and American realities. I have taken a gendered approach to both case studies (American Red Cross and Croce Rossa Italiana) and organized the thesis in three parts. The first one is about the theoretical framework. In the second part I talk about the subject of study and the historical context of the Great War. Finally, in the third section I describe the research and the results achieved. I chose a non-intrusive methodology, and I collected many archival documents in Italy and in the United States to better understand the roles of women within those two institutions. Therefore, I did a quantitative and qualitative comparative analysis by using SPSS20 and NVivo12.
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D'Angelo, Vincenzo <1964&gt. "L'innovazione tecnologica nelle organizzazioni sanitarie. L'integrazione della cartella informatizzata infermieristica in Svizzera: un'analisi sociologica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8694/1/Tesi%20Vincenzo%20D%27Angelo.pdf.

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Abstract:
L’oggetto di questa tesi è l’innovazione tecnologica nelle organizzazioni sanitarie, in particolare mi soffermerò sulla cartella informatizzata infermieristica e le sue implicazioni con il lavoro di cura e le pratiche professionali infermieristiche. La metodologia scelta è un approccio mixed-method, è stato somministrato un questionario organizzato su un modello basato su 4 fattori determinanti: risorse, micro-rilevanza, micro-proprietà, macro-rilevanza, che permette di misurare l’adottabilità di un sistema informativo . È stata osservata la correlazione tra determinanti e le causalità, con l’utilizzo di metodi di regressione lineare. Per rilevare ed approfondire come l’innovazione tecnologica entra in relazione con i processi professionali ed organizzativi degli attori organizzativi, sono stati effettuati 5 focus group. Il contesto studiato è nella Svizzera italiana si tratta di un ospedale multisito che comprende nove istituti di cura. L’analisi è stata sviluppata in tre fasi: nella prima sono stati analizzati i dati provenienti dai questionari, successivamente le informazioni ottenute tramite i focus group, ed infine sono stati indentificati, temi e dati convergenti combinati ed analizzati attraverso un approccio misto. I risultati hanno permesso di identificare la micro-rilevanza come la variabile fondamentale per redire e valutare l’adottabilità di un sistema informativo in ambiente sanitario, e la micro-proprietà come seconda variabile per importanza. Dall’indagine qualitativa sono emersi temi come l’informazione, tempo, relazioni interpersonali, che caratterizzano i cambiamenti nelle pratiche professionali, e sono poi stati incrociati con dei sottogruppi di variabili tratti dal questionario. In conclusione l’adottabilità di un sistema informativo, deve comprendere modifiche dell’organizzazione, implica cambiamenti del ruolo e della cultura infermieristica e deve essere accompagnata da attività di formazione ai diversi attori coinvolti.
The subject of this thesis is technological innovation in health organizations, in particular I will focus on the computerized nursing record and its implications with nursing work and nursing professional practices. The chosen methodology is a mixed-method approach, a questionnaire was administered on a model based on 4 determining factors: resources, micro-relevance, micro-property, macro-relevance, which allows to measure the adoptability of an information system . The correlation between determinants and causalities was observed, using linear regression methods. To detect and study how technological innovation relates to the professional and organizational processes of the organizational actors, 5 focus groups were carried out. The studied context is in Italian Switzerland, it is a multi-site hospital that includes nine nursing institutions. The analysis was developed in three phases: in the first one the data from the questionnaires were analyzed, then the information obtained through the focus groups, and finally they were identified, themes and convergent data combined and analyzed through a mixed approach. The results made it possible to identify the micro-relevance as the fundamental variable for predicting and evaluating the adoptability of an information system in the healthcare environment, and the micro-property as the second variable in importance. Qualitative research has revealed themes such as information, time, interpersonal relationships, which characterize changes in professional practices, and were then crossed with sub-groups of variables taken from the questionnaire. In conclusion, the adoptability of an information system, must include changes to the organization, implies changes in the role and culture of nursing and must be accompanied by training activities for the various actors involved.
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Ienna, Gerardo <1989&gt. "Science and Technology Studies. Socio-epistemologia storica delle negoziazioni disciplinari." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/8824/5/Ienna_Gerardo_tesi.pdf.

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Abstract:
L’obiettivo di questo lavoro è (ri)costruire il processo di emergenza del campo di ricerca dei “Science and Technology Studies” (STS) come risultato di una complessa opera di negoziazioni disciplinari. In funzione di questo obiettivo, abbiamo elaborato una metodologia che abbiamo battezzato come “Socio-epistemologia storica”. Dal punto di vista storico, questa tesi di dottorato propone una dettagliata ricostruzione del processo di emergenza del campo interdisciplinare degli STS fra gli anni ’60 e la metà degli anni ’80 (grazie anche a ricerche d’archivio e storia orale). In primo luogo, ci siamo occupati di tracciare alcune traiettorie intellettuali, accademiche e socio-politiche in funzione di una disamina delle condizioni di possibilità dell’emergere di tale campo (fra gli anni ’30 e gli anni ’60). Nel capitolo seguente abbiamo invece proposto una cartografia dei principali centri di ricerca e programmi pedagogici nei principali casi nazionali come: U.K., U.S., Francia, Repubblica democratica tedesca, Repubblica federale tedesca, Austria, e Paesi Bassi. Infine, un ulteriore capitolo è invece dedicato alla ricostruzione della nascita delle prime reti di ricerca internazionali (società e associazioni professionali) in ambito STS. I risultati di questa ricerca storica sono stati interpretati e organizzati tramite il framework della “sociologia dei campi accademici” e della “sociologia della conoscenza”. A completare la nostra disamina, l’approccio filosofico ha reso possibile un’analisi epistemologica basata sui concreti processi storici e sociali di negoziazione disciplinare che hanno reso possibile il programma di ricerca interdisciplinare degli STS. In questo senso, abbiamo sostenuto che le frontiere disciplinari nelle scienze sociali siano al contempo elaborate socialmente, tramite un lungo processo di negoziazione storica, e sulla base di rivendicazioni epistemiche.
The aim of this work is to (re)construct the emergence process of the “Science and Technology Studies” (STS) field, as a result of broad disciplinary negotiations (especially between history of science, sociology of science and philosophy of science). In order to achieve this, I proposed an integrated methodology that I labelled “Socio-Historical Epistemology”. From the historical point of view, my Ph.D thesis provides a detailed survey of the academic emergence of the “STS” interdisciplinary field, from the 60s to the mid 80s (made also through archive research and oral history). First of all, I traced some intellectual, academical and socio-political trajectories, in order to explain the conditions of the emergence of this field (from the 30s to the 60s). In the following chapter I proposed a cartography of the major research units and pedagogical programs in U.K., U.S., France, German Democratic Republic, Federal Republic of Germany, Austria and Netherlands. Finally, another chapter is dedicated to the professional and international societies in STS. The results of this historical inquiry have been interpreted and organised through the framework of the “sociology of scientific fields” and the “sociology of knowledge”. Furthermore, the philosophical approach has made possible an epistemological analysis of both the historical and the sociological genesis and development of the interdisciplinary context of research of the “STS”. In this sense I argued that disciplinary boundaries in social sciences are, at the same time, diachronically constructed and reconstructed, through a collective process of controversies and negotiations and due to epistemological claims.
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Chiusole, Federica <1989&gt. "Dentro i mondi dell'azzardo. Una ricerca qualitativa su comportamenti, spazi e significati nelle pratiche di gioco di giovani scommettitori e pokeristi." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/9018/1/Chiusole_Federica_PhD_Thesis.pdf.

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Abstract:
Le recenti innovazioni tecnologiche e la progressiva liberalizzazione del mercato hanno contribuito ad estendere le forme e le opportunità di fruizione del gioco d’azzardo. Tuttavia la specifica lente in chiave medica con cui si è guardato al fenomeno in anni recenti non ha permesso di osservare i modi in cui questo si traduce nella vita quotidiana delle persone. L’obiettivo conoscitivo della tesi è di comprendere le concrete pratiche di gioco costruite dai giovani e i significati attribuiti a tali esperienze, concentrando in maniera particolare l’analisi sui repertori giustificativi e valutativi da loro chiamati in causa. Per farlo, la ricerca adotta una prospettiva interazionista (Blumer, 1969) e la Labeling Theory di Becker (1963). La necessità di far emergere il punto di vista degli attori e la natura processuale dell’apprendimento, insieme alla volontà di comparare la specificità dei singoli giochi, ha fatto sì che ci si focalizzasse su due specifiche pratiche -scommesse sportive e poker- e su una specifica popolazione: quella giovanile. Questa scelta ha coinciso con l’adozione di una metodologia non standard attraverso le tecniche dell’intervista semi-strutturata e dell’osservazione partecipante.
Recent technological innovations and the progressive liberalization of the market have contributed to extending the forms and opportunities for enjoying gambling. However, the specific medical lens with we looked at the phenomenon in recent years has not allowed to observe the ways in which this translates into people's daily lives.  The aim of the thesis is to understand the concrete playing practices built by young people and the meanings attributed to these experiences; focusing in particular on the analysis of the repertoiresthey use for supporting their gambling practices. The research adopts an interactionist perspective (Blumer, 1969) and Becker's Labeling Theory (1963). For bringing out the point of view of the actors, the procedural nature of learning, and the desire to compare the specificity of the individual games, I focused on two specific practices - sports and poker - and on one specific population: the youth. This choice coincided with the adoption of a non-standard methodology through the techniques of semi-structured interview and participant observation.
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Atzori, Flavia <1987&gt. "Self-tracking, empowerment e autocura tra i malati di diabete nella società digitale. Prospettive e limiti." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9156/1/Tesi_DEF.pdf.

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Abstract:
Il diabete è una patologia cronica che richiede una gestione costante attraverso la misurazione di parametri corporei e del conseguente adattamento terapeutico nel quotidiano. L’obiettivo del lavoro di ricerca è stato quello di indagare quale ruolo potessero avere i dispositivi digitali nella gestione della malattia, guardando in modo particolare a come questi strumenti si inseriscono nelle pratiche che investono gli aspetti della vita quotidiana, del concetto di sé e del vissuto di malattia dei pazienti. I principali risultati emersi dalla ricerca, condotta con tecniche qualitative, permettono di concludere che l’adozione di pratiche costanti e corrette di gestione attraverso i dispositivi digitali avviene se si è trovato per il diabete un ‘posto nelle proprie vite’, se si è cioè accettata la malattia come parte integrante della propria identità personale e sociale. In questi casi, l’utilizzo di digital device può fornire una base di dati che permettono, attraverso pratiche di self-tracking, di conoscere meglio il proprio corpo e i suoi cambiamenti nelle diverse situazioni quotidiane e quindi di riflettere sui dati per la presa di decisioni che incidono sull’andamento della malattia nel lungo periodo. Occorre, peraltro, che l’utilizzo degli strumenti sia condotto in maniera consapevole, e cioè considerando i rischi che possono derivare da un atteggiamento di eccessiva fiducia nei confronti degli stessi.
Diabetes is a chronic condition that requires constant management through the measurement of body parameters and consequent therapeutic adaptations in everyday life. The research goal was to investigate what role digital devices could have in managing the disease, looking in particular at how these tools fit into practices that affect aspects of everyday life, the concept of self and the patients’ illness. The main results that emerged from the research, which was conducted through qualitative techniques, show that the adoption of constant and correct management practices through digital devices occurs if a “place in one's life” has been found for diabetes, i.e. the disease is accepted as an integral part of one's personal and social identity. In these cases, the use of digital devices can provide a database that allows, through self-tracking practices, to know your body and its changes in different daily situations better, and therefore to reflect on the data for decision-making and affect the course of the disease in the long term. Furthermore, it is necessary that the use of digital tools is conducted in a conscious manner, that is, considering the risks that may derive from trusting them excessively.
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Finelli, Manuel <1972&gt. "Bambini di famiglie con il cancro: interazioni tra agency dell'infanzia e rotture biografiche eterovissute." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9224/1/MFinelli%20Phd%20Tesi.pdf.

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Abstract:
Quando il cancro colpisce un soggetto, i familiari più giovani tendono ad essere emarginati all'interno del sistema relazionale del nucleo d’appartenenza con conseguenze sulla vita individuale dei singoli e sul benessere emotivo della famiglia. Verificando questa ipotesi, la ricerca mira a capire se e come il coinvolgimento di bambini e adolescenti nelle cure oncologiche dei familiari possa rappresentare una risorsa. Fin dalla fase di progettazione, l'indagine è stata condotta adottando un approccio di Grounded Theory mediante il quale, attingendo esperienze da professionisti consultati attraverso interviste semi-strutturate, ho focalizzato l’analisi della letteratura svolta in parallelo. Comprendendo apporti disciplinari dai Childhood Studies, , dalla sociologia della salute e dalla sociologia della famiglia, il concetto di agency dell’infanzia (Favretto, Zaltron, Fucci: 2017) è stato assunto integrandolo a quelli di semantica dell’illness e illness esperita (Maturo: 2007), così da comprendere le interruzioni biografiche correlate al cancro (Bury: 2001) attraverso una medicine-based narrative (Kleinman : 1988) adottata con una centratura sull’infanzia/adolescenza (Alanen e Mayall: 2001, 2015). Sulla base di questi principi, 16 soggetti sono stati consultati attraverso colloqui in profondità in qualità di portatori di interesse: di un’età compresa tra i 13 ai 26 anni, tutti avevano avuto un membro della famiglia che ha sofferto di cancro durante la loro infanzia e l'adolescenza. Le narrazioni raccolte sono state organizzate in cinque cornici tematiche: 1) attribuzioni di significato alla malattia del familiare, 2) modalità ed effetti delle interruzioni biografiche condivise, 3) processi di normalizzazione rispetto alle malattie oncologiche del parente primario, 4) opportunità di partecipazione alle pratiche di cura 5) effetti positivi e negativi dell’essere coinvolti nella cura del familiare. Armonizzando modelli acquisiti da discipline di solito separate la tesi sostiene l’opportunità di ridefinire l'interazione tra l'agenzia dei bambini e le interruzioni della biografia familiare, offrendo un contributo epistemologico nella ricerca sulle relazioni intergenerazionali di malattia.
When cancer affects a relative in the household, the younger members tend to be marginalised within the family relationship system; this implies consequences on individual lives and the family emotional wellbeing. Testing this hypothesis, the research aimed to understand whether and how the involvement of children and adolescents in caring for family members in oncology treatments can represent a resource for the family. Since the design phase, the investigation was implemented in adopting a Grounded Theory approach tapping into the experiences of professionals questioned through semi-structured interviews which lead to focus a parallel literature review ranging from sociology of childhood, sociology of health and sociology of family. The review identified children’s agency (Favretto, Zaltron, Fucci:2017), along with semantics and experienced illnesses (Maturo:2007) as crucial concepts to understand cancer-related biographical disruptions (Bury:2001) through a narrative-based medicine approach (Kleinman:1988) adopted from child-centred point of view (Alanen and Mayall:2001, 2015). Based on these principles and concepts, 16 children and youth were consulted through in-depth interviews; their age ranging from 13 to 26 y.o., they all have had a family member suffering from cancer during their childhood and adolescence. The participants’ narratives were organised in five thematic frames: 1) attributions of meaning to a primary relative’s illness, 2) modalities and effects of shared biographical disruptions, 3) normalization processes implemented towards the oncological illnesses, 4) opportunities of participation in caring practices 5) perceptions of positive and negative effects of being involved as children/adolescents in the care of a family member. In harmonising theories from sociology of health and childhood studies, the paper sustains the worthiness of re-thinking and re-defining the interplay between children’s agency and family’s biographical disruptions. The combination of alternative models from usually separated disciplines offers an epistemological contribution in researching on intergenerational relationships within sociology of health and illness frameworks.
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Giannini, Vito <1988&gt. "Emozioni e difesa del territorio: la protesta contro il gasdotto TAP in Salento." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9927/1/Giannini_Vito_TESI.pdf.

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Abstract:
Tra i vari conflitti che contribuiscono a rendere instabile la società e ad alimentare le disuguaglianze tra individui e gruppi, quelli per l'uso del suolo e delle risorse naturali rivestono un'importanza cruciale poiché riguardano principalmente la sopravvivenza stessa degli ecosistemi viventi. Il fenomeno della protesta locale contro l'uso indesiderato del territorio (LULU) è in costante aumento in tutto il mondo e in Italia, ed è stato analizzato soprattutto da un punto di vista sociologico e politico, ma anche attraverso la lente della psicologia sociale e ambientale. Lo scopo di questo lavoro è di esplorare la dimensione emozionale dei conflitti socio-ambientali, contribuendo a colmare una lacuna in questo campo, soprattutto rispetto alla letteratura italiana. Se da un lato viene messa in discussione la narrazione NIMBY, che sottolinea a fini strategici il carattere localista, irrazionale ed egoistico delle proteste contro gli usi sgraditi del territorio, dall'altro emerge il ruolo delle emozioni sia come motore della protesta ma anche in relazione ai processi di sviluppo o di declino. La ricerca si concentra su una protesta in corso contro la costruzione di un gasdotto internazionale - il Trans Adriatic Pipeline (TAP) - in un'area costiera del Salento, in Puglia. Ho adottato un metodo qualitativo per meglio cogliere i significati e le emozioni dei soggetti coinvolti nella protesta, attraverso l'utilizzo di tecniche come l'intervista, l'osservazione partecipante e l'analisi di materiale documentario relativo al conflitto.
Among the various conflicts that contribute to making society unstable and fueling inequalities between individuals and groups, those for the use of land and natural resources are of crucial importance since they primarily concern the very survival of living ecosystems. The phenomenon of local protest against unwanted land uses (LULU) is constantly increasing all over the world and in Italy, and has been analyzed above all from a sociological and political perspective, but also through the lens of social and environmental psychology. The aim of this work is to explore the emotional dimension of socio-environmental conflicts, helping to fill a gap in this field, especially with respect to the Italian literature. If, on the one hand, the NIMBY narrative, which emphasizes for strategic purposes the localist, irrational and selfish character of the protests against the unwelcome uses of the territory, is questioned, on the other, the role of emotions emerges both as a driving force of protest but also in relation to the processes of development or decline. The research focuses on an ongoing protest against the construction of an international gas pipeline - the Trans Adriatic Pipeline (TAP) - in a coastal area of Salento, in Puglia. I adopted a qualitative method in order to better grasp the meanings and emotions of the subjects involved in the protest, through the use of techniques such as interview, participant observation and the analysis of documentary material relating to the conflict.
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Marchesi, Andrea <1994&gt. "Cleavage Politics in Changing Times. Political Realignment Processes in Western European Countries." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10144/1/marchesi_andrea_tesi.pdf.

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Abstract:
The dissertation fits the political realignment literature and aims to pro-vide further insights into cleavage politics by investigating voting behaviour in the Western European countries’ national elections. In particular, the dis-sertation focuses on the class and value voting patterns and on the change of these patterns in different countries and over the course of time. Peculiar pro-cesses affected all Western European party systems: whilst the «traditional» cleavage theory accounts for National and Industrial revolutions, those pro-cesses assumed to constitute the «societal modernization» determined chang-es in electoral competitions that questioned the relevance of individuals’ so-cial positions to study electoral preferences. Since the associations between social positions and voting behaviour underpin the so-called political cleav-age, the dealignment perspective assumes them to have been eroding since the second half of the XX century. On the other hand, the realignment perspective argues that the cleavage theory still accounts for individuals’ vote choices: of the four «traditional» cleavages, this perspective hypothesizes new class vot-ing patterns and alignments between electoral preferences and a new line of conflict, that is based on values. The dissertation provides a theoretical ac-count of the realignment of the class cleavage and a new conceptualization of value voting. Then, class and value voting patterns are explored. The analyses employ European Social Survey data and detect general and country-specific patterns. The dissertation adopts a mediation perspective and aims to observe how class voting patterns change when controlling for value orientations. The results are provided with a sensitivity analysis, indeed two versions of the measures computed for value orientations are compared. The findings show that social class continues to affect voting behaviour and that value orienta-tions both mediate this effect and affect electoral preferences.
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Dugar, Giulia <1992&gt. "The integration of immigrant-origin youths in Japan." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10417/1/PhD_Dissertation_DUGAR_front.pdf.

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Abstract:
The steadily growing immigration phenomenon in today’s Japan is showing a tangible and expanding presence of immigrant-origin youths residing in the country. International research in the migration studies area has underlined the importance of focusing on immigrant-origin youths to shed light on the character of the way immigrant incorporate in countries of destinations. In-deed, immigrants’ offspring, the adults of tomorrow, embody the interlocutor between first-generation immigrants and the receiving societal context. The extent of the presence of immigrants’ children in countries of destination is also a reliable yardstick to assess the maturation of the migration process, transforming it from a temporary phenomenon to a long-term settlement. Within this framework, the school is a privileged site to observe and analyze immigrant-origin youths’ integration. Alongside their family and peers, school constitutes one of the main agents of socialization. Here, children learn norms and rules and acquire the necessary tools to eventually compete in the pursuit of an occupation, determining their future socioeconomic standing. This doctoral research aims to identify which theoretical model articulated in the area of migration studies best describes the adaptation process of immigrant-origin youths in Japan. In particular, it examines whether (and to what extent) any of the pre-existing frameworks can help explain the Japanese occurring circumstances, or whether further elaboration and adjustment are needed. Alternatively, it studies whether it is necessary to produce a new model based on the peculiarities of the Japanese social context. This study provides a theoretical-oriented contribution to the (mainly descriptive but maturing) literature on immigrant-origin youths’ integration in Japan. Considering past growth trends of Japanese immigration and its expanding prospective projections (Korekawa 2018c), this study might be considered pioneering for future development of the phenomenon.
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Gibin, Marta <1990&gt. "La gestione delle cure oncologiche in Emilia-Romagna al tempo del COVID-19 tra lavoro invisibile e nuove pratiche di cura." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10424/1/Gibin_Marta_tesi.pdf.

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Abstract:
L’insorgere della pandemia da COVID-19 ha comportato una pesante riorganizzazione delle strutture ospedaliere e lo stesso sistema delle cure oncologiche è stato ripensato cercando di garantire, da un lato, la sicurezza dei pazienti e del personale sanitario e, dall’altro, la continuità delle cure. Il progetto analizza l’impatto di questa riorganizzazione sulle traiettorie di malattia dei pazienti oncologici e sul lavoro di cura dei diversi attori coinvolti nella definizione di queste traiettorie. La ricerca, focalizzata sul contesto ospedaliero emiliano-romagnolo, si è svolta tramite la realizzazione di interviste qualitative a personale sanitario ospedaliero, associazioni di volontariato, pazienti e caregiver. La gestione del rischio Covid ha comportato un consistente impegno in termini di safety work da parte del personale sanitario. Inoltre, le limitazioni degli accessi agli ambienti ospedalieri, imposte come misure di sicurezza, hanno comportato l’esclusione di familiari e associazioni di volontariato dagli ospedali e, di conseguenza, una maggiore solitudine del paziente in tutte le fasi del percorso di cura. L’assistenza fornita da queste figure ricomprende una componente di “lavoro invisibile” che la situazione pandemica ha permesso di far emergere. Infatti, i familiari supportano indirettamente e informalmente il lavoro del personale sanitario all’interno dello stesso ambiente ospedaliero. I professionisti intervistati hanno riconosciuto il venir meno di questo supporto. La risposta del personale ospedaliero, e infermieristico in particolare, si è articolata in due direzioni al fine di sopperire a queste mancanze: da un lato, incrementando la componente di sentimental work, e quindi di supporto emotivo ai pazienti; dall’altro, attraverso buone pratiche orientate a rispondere ai bisogni dei pazienti, intesi non solo in senso biomedico, ma anche psicologico e relazionale. Possiamo quindi concludere che, sotto certi aspetti, la pandemia è stata contrastata con una maggiore umanizzazione delle cure oncologiche e una maggiore attenzione ai bisogni dei pazienti intesi nella loro interezza e complessità.
The outbreak of the COVID-19 pandemic has led to a substantial reorganisation of hospital facilities, and oncological care itself has been reorganised trying to ensure, on the one hand, the safety of patients and healthcare professionals, and on the other, continuity of treatment. The project analyses the impact of this reorganisation on the illness trajectories of cancer patients and on the care work of the actors in various ways involved in the definition of these illness trajectories. The research was conducted through 41 semi-structured interviews with healthcare professionals, voluntary associations, cancer patients and informal caregivers in the Italian region Emilia-Romagna. The management of Covid risk entailed a substantial commitment in terms of safety work by healthcare professionals. The exclusion of family members and voluntary associations from hospital facilities, imposed as a safety measure, meant greater patient loneliness at all stages of the treatment process. The assistance usually provided by family members and voluntary associations includes a component of “invisible work” that the pandemic has allowed to come to light. Family members and voluntary associations informally support the work of healthcare professionals within the hospital setting. The professionals interviewed recognised the lack of this support. Healthcare professionals, and nurses in particular, have tried to, at least partially, replace the care work usually provided by family members and voluntary associations: on the one hand, by increasing their effort in terms of sentimental work, and therefore of emotional support to patients; on the other hand, with the implementation of new care practices aimed at responding not only to the biomedical needs of patients, but also to the psychological and relational ones, paradoxically showing a greater attention towards the humanisation of care and to the needs of patients understood in their entirety and complexity.
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Zurabishvili, Tinatin <1973&gt. "Lives apart? Experiences of transnational motherhood by Georgian labour migrants to Italy and their children." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10489/1/Zurabishvili_Tinatin_tesi.pdf.

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Abstract:
International labour migration processes of the last decades saw increasing numbers of solo female migrants employed in the developed countries. Many of these women were mothers who left their children in the sending countries and thus gave rise to a controversial phenomenon of transnational motherhood. The present thesis is based on the first empirical study of intergenerational narratives of mothers, Georgian labour migrants to Italy, and their children, left behind in Georgia. Mothers’ international labour migration is a challenge to the traditional ideology of motherhood. Although unconsciously migrant mothers often adhere to “alternative”, “rational”, future-oriented model(s) of parenting, they continue to live their experiences in the framework of traditional understandings of motherhood, which appears to be unequipped to “frame” transnational motherhood as, from its point of view, mothers’ choice to leave their children is reprehensible, yet transnational mothers’ physical absence is not an equivalent of “leaving” their children. Informants’ narratives strongly suggest that long periods of physical separation did not jeopardize bonds between mothers and children in transnational families. While informants’ selection bias is probable, the mother-child bond was not “broken” and the very essence of motherhood remained intact. Many forms of mothers’ and children’s online co-presence were documented during the interviews. Interviews also prove that the Internet cannot be considered a solution to the problem of family separation, experienced painfully by both mothers and children: it may reduce the pain caused by separation, but cannot be a substitute for mothers’ physical absence from their families. Despite the pain caused by separation, mothers’ emigration appeared to be the right decision made for the good of the family. Interviewed mothers almost univocally reported readiness to “keep going on”, and continue working in emigration to help their children until physically able to do so, because, as they put it, “motherhood never ends”.
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Kratter, Tiziano <1980&gt. "Immigrazione e pregiudizio razziale in un piccolo comune." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1729.

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Abstract:
L’obbiettivo di questo studio è quello di tentare una disamina di come le fonti di informazione possano influenzare la nostra percezione del fenomeno immigrazione in tutte le sue molteplici sfaccettature. All’interno di una piccola realtà, con un basso tasso di popolazione immigrata, sembra più semplice saggiare le reali conoscenze della popolazione sull’argomento, individuare eventuali pregiudizi, e cercare di capire fino a che punto le persone ne siano realmente consapevoli. Questa ricerca vuole essere un esperimento per saggiare quanto razzismo e pregiudizio siano presenti all’interno di una comunità a basso tasso d’immigrazione, quanto questi atteggiamenti vengano tradotti in azioni vere e proprie, e quanto queste idee vengano associate, oltre che all’idea di immigrato, anche alle persone straniere realmente conosciute e a quelle residenti nella stessa comunità.
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Cagnin, Stefania <1986&gt. "POVERTA' E CONSUMI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1737.

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Scarno', Valentina <1985&gt. "Il SERVIZIO D’ACCOGLIENZA PER I MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI: IL CASO DI VENEZIA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1840.

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Abstract:
La tesi verterà sul concetto di minore straniero non accompagnato, investito da una duplice caratteristica, ovvero essere al tempo stesso minore e straniero. Inoltre si analizzeranno le caratteristiche generali del fenomeno studiato, il quadro giuridico di riferimento, e si cercherà di presentare una realtà ormai consolidata nel territorio veneziano. La tesi si concluderà con i racconti in presa diretta, di minori che da pochi mesi hanno raggiunto la maggiore età. Le finalità della tesi, sono quelle di mostrare come questi ragazzi necessitano una volta fuori dalle strutture di accoglienza, di un'ulteriore presa in carico, ai fini di favorire una migliore integrazione nel tessuto sociale, in cui si svolge la loro nuova vita.
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Magnarin, Laura <1986&gt. "Migranti LGBTQ. Percorsi di vita sui confini." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1867.

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Abstract:
Questo elaborato cerca di porre una riflessione sulle condizioni di vita dei migranti lgbtq in Italia. In un primo momento si cercherà di decostruire il concetto di “razza”. Dopo un breve excursus storico sulla nascita di questa nozione, che durante tutto l’arco della storia ha contribuito a tracciare confini tra gli esseri umani, si proverà a decostruirla cercando di uscire dalla logica binaria bianco-nero e affermando invece l’esistenza di un’identità meticcia. Infine si cercherà di dimostrare come un’identità ibrida si incarni perfettamente nella figura del migrante. Successivamente si tenterà di provare come il concetto di genere sia in realtà una costruzione sociale e culturale che ha segnato barriere e creato separazioni. Si farà riferimento ai vari filoni di pensiero ponendo attenzione infine su i queer studies e attraverso questa prospettiva si punterà a decostruire il concetto di genere e a smantellare la dicotomia maschio-femmina eterosessuali uscendo da un sistema di eterosessualità obbligatoria. In seguito si arriverà ad una riflessione in merito all' intersezione tra teorie queer e studi post coloniali. In particolar modo si tenterà di mettere al centro del discorso i black queer studies. Si arriverà poi a riflettere sull’identità del migrante lgbtq e come questa sia espressione del proprio percorso migratorio e della propria omosessualità. Si proverà a dimostrare come questa doppia appartenenza del migrante lgbtq conduca in molti casi ad una doppia segregazione da parte del mondo esterno. In seguito si cercherà di considerare la prospettiva dei queer migration studies evidenziando come il processo migratorio sia un percorso capace di portare alla scoperta del proprio orientamento sessuale e come a volte la propria omosessualità possa essere considerata un fattore che spinge alla migrazione. Inoltre si evidenzierà come spesso i migration studies partano da una prospettiva esclusivamente eterosessuale. Successivamente si analizzeranno le condizioni di vita dei migranti lgbtq in Italia. Infine si punterà a riflettere su come i servizi rispondano ai bisogni di questi soggetti evidenziando come spesso questi non tengano in considerazione l’orientamento sessuale dell’immigrato. Particolare attenzione verrà dedicata ad alcuni sportelli nati in Italia in carico all’associazionismo gay per rispondere alle necessità di immigrati omosessuali.
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