Dissertations / Theses on the topic 'Spettroscopia di risonanza magnetica'
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Soprani, Laura. "Metodi di quantificazione assoluta dei metaboliti cerebrali attraverso spettroscopia di risonanza magnetica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21609/.
Full textPoli, Marianna. "Valutazione di software per l'analisi di dati clinici di spettroscopia di risonanza magnetica cerebrale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24333/.
Full textTrezza, Maicol. "Analisi sperimentale della composizione del liquido di dialisi mediante spettroscopia di risonanza magnetica nucleare." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.
Find full textSTANCANELLI, EDUARDO. "UTILIZZO DELLA SPETTROSCOPIA DI RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE PER STUDIARE INTERAZIONI LIGANDO PROTEINA DI DERIVATI OLIGOSACCARIDICI DELL'EPARAN SOLFATO, OTTENUTI MEDIANTE SINTESI CHEMIOENZIMATICA." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2020. http://hdl.handle.net/11571/1321849.
Full textHeparan sulfate (HS) is a linear highly sulfated polysaccharide belonging to glycosaminoglycans family ubiquitously present in all mammals cell surface that play an important role in different physiological and pathological biological events, like embryonic development, viral and bacteria infections, inflammation response and blood coagulation processes. HS is composed by disaccharide repeating units of glucuronic acid (GlcA) or iduronic acid (IdoA) linked to N-sulfated or N-acetylated glucosamine. The sulfation patterns and locations of IdoA containing domains are essential for the function of HS. The conformation of HS also contributes to its biological function even though the relation structure-activity are still unclear. Novel chemoenzymatic approach was used to synthesize a series of HS derivates with a well-defined structure. NMR-based methods are used study the conformation of heparan sulfate-like oligosaccharides at the free state in solution and in complex with Antithrombin. NMR was used to obtain information regarding the structure and the conformation of a Heparan Sulfate mimetic which deters tumor growth by blocking tumor angiogenesis and prevents tumor cells from spreading via heparanase inhibition. Novel chemoenzymatic synthesis was used as a valid tool to design and synthetize a novel heparanase inhibitor.
Malucelli, Emil <1976>. "Informatizzazione della misura in vivo del Mg2+ citosolico libero del muscolo scheletrico e del cervello di uomo con la spettroscopia di risonanza magnetica del fosforo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/40/1/Malucelli_Emil_XIXciclo.pdf.
Full textMalucelli, Emil <1976>. "Informatizzazione della misura in vivo del Mg2+ citosolico libero del muscolo scheletrico e del cervello di uomo con la spettroscopia di risonanza magnetica del fosforo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/40/.
Full textSoffritti, Silvia <1974>. "Valutazione del danno ipossico-ischemico cerebrale nel neonato a termine mediante spettroscopia di risonanza magnetica ed elettroencefalogramma ad integrazione di ampiezza dopo trattamento ipotermico: studio caso-controllo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2134/1/tesi_dottorato_soffritti.pdf.
Full textSoffritti, Silvia <1974>. "Valutazione del danno ipossico-ischemico cerebrale nel neonato a termine mediante spettroscopia di risonanza magnetica ed elettroencefalogramma ad integrazione di ampiezza dopo trattamento ipotermico: studio caso-controllo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2134/.
Full textDall'Ara, Giulia. "La radioterapia guidata dalle bioimmagini di risonanza magnetica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9270/.
Full textCacciari, Davide. "Confronto delle caratteristiche di simulatori software di scanner di risonanza magnetica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.
Find full textSpigarelli, Francesca. "Metodi numerici per problemi di fingerprinting in risonanza magnetica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16402/.
Full textCOLLURA, Giorgio. "Sviluppo di Metodologie e di Analisi per Tecniche Avanzate di Risonanza Magnetica." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2020. http://hdl.handle.net/10447/395506.
Full textPalazzi, Silvia. "Studio di ripetibilità degli indici di diffusione in risonanza magnetica cerebrale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.
Find full textCarello, Mattia. "Analisi di un Algoritmo di Inversione per dati di Risonanza Magnetica Nucleare (NMR)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15181/.
Full textTomba, Alice. "Metodi numerici di regolarizzazione per l'inversione 2d di dati di risonanza magnetica nucleare." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8775/.
Full textZattini, Lorenzo. "Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI): principi di funzionamento ed esempi applicativi." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15581/.
Full textTurci, Alice. "Analisi di immagini del tessuto prostatico in Risonanza Magnetica multiparametrica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.
Find full textCrociani, Paolo. "Ricostruzione tridimensionale dell'anatomia dell'atrio sinistro da immagini di risonanza magnetica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7354/.
Full textVenturi, Greta. "Radioprotezione in risonanza magnetica nucleare: regolamento di sicurezza ed effetti biologici." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14574/.
Full textPalestini, Marianna. "Un Modello Ibrido per l'inversione dei dati di Risonanza Magnetica Nucleare." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19472/.
Full textFranceschelli, Alessandro <1972>. "Imaging di risonanza magnetica nucleare nello studio del tumore della prostata." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2571/1/franceschelli_alessandro_tesi%5B1%5D.pdf.
Full textFranceschelli, Alessandro <1972>. "Imaging di risonanza magnetica nucleare nello studio del tumore della prostata." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2571/.
Full textGESIOT, LORENZO. "CARATTERIZZAZIONE DI DOMINI STAS DI PROTEINE DELLA FAMIGLIA SULP MEDIANTE TECNICHE DI RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426995.
Full textLe Permeasi del Solfato (SulP) rappresentano una famiglia di trasportatori di membrana che assorbono o scambiano anioni inorganici. Nei batteri e nelle piante, questi trasportatori mediano l’assorbimento del solfato, una fondamentale fonte di zolfo, essenziale per il metabolismo di Procarioti ed Eucarioti. È stato dimostrato che alcuni geni coinvolti nel metabolismo dello zolfo costituiscono dei fattori di virulenza in alcuni patogeni di mammifero. Nei Micobatteri, ad esempio, l’analisi dell’espressione genica in risposta a stress ambientali ha dimostrato un accumulo inducibile e stabile della proteina Rv1739c, un trasportatore ad alta affinità e specifico per il solfato appartenente alla famiglia SulP. Nei mammiferi, i trasportatori SulP sono rappresentati dalla famiglia SLC26 (Solute Linked Carrier). I trasportatori di mammifero sono degli scambiatori anionici molto versatili, essenziali per normale fisiologia e coinvolti nella fisiopatologia umana. La rilevanza clinica della famiglia Slc26 è stata evidenziata con l’identificazione di mutazione patogeniche in quattro geni coinvolti in patologie ereditarie (Slc26A2 - displasia diastrofica, Slc26A3 - diarrea congenita con perdita di cloruro, Slc26A4 - sindrome di Pendred, Slc26A5 - sordità non sindromica). Le proteine SulP sono costituite da una regione idrofobica N-terminale composta da un numero variabile di segmenti trans-membrana e da una porzione C-terminale citoplasmatica che include un dominio STAS (Sulphate Transporter and Anti-Sigma factor antagonist). Il dominio N-terminale è associato al trasporto anionico, mentre la funzione del dominio STAS rimane sconosciuta; ciononostante, nei trasportatori SulP vegetali e SLC26 di mammifero, lo STAS è considerato fondamentale per il corretto indirizzamento verso la membrana plasmatica e per la funzione di trasporto. L'analisi di sequenza ha dimostrato un’inattesa similarità tra la regione citoplasmatica C-terminale dei trasportatori SulP e le proteine batteriche ASA (AntiSigma-factor Antagonist), caratterizzate grazie alla determinazione strutturale di SPOIIAA (117 aa) di Bacillus subtilis. SpoIIAA presenta un foglietto β costituito da quattro filamenti, circondato da quattro α-eliche. A differenza degli ASA batterici, i domini STAS dei trasportatori anionici sono scarsamente caratterizzati per quanto riguarda sia la loro funzione, sia la loro struttura. Nei domini STAS, il foglietto β e il loop compreso tra il filamento β3 e l’elica α2 sono molto conservati, mentre, a livello del loop compreso tra l’elica α1 e il filamento β3 e in posizione C-terminale, sono previste delle estensioni variabili di differente lunghezza. Queste osservazioni indicano che, probabilmente, la struttura tridimensionale dei domini STAS dei trasportatori anionici devia in modo imprevedibile da quella degli ASA batterici. Pertanto, la caratterizzazione strutturale degli STAS della famiglia SulP è fondamentale per comprenderne la fisiologia e il ruolo che le mutazioni hanno nell’insorgere delle patologie. Attualmente non è disponibile alcuna struttura tridimensionale sperimentale né dei trasportatori SulP, né dei loro domini. La determinazione strutturale dei domini STAS è il principale scopo di questo progetto. In effetti, le dimensioni limitate di queste proteine le rendono studiabili mediante tecniche di NMR in soluzione. I domini STAS delle proteine presentate qui di seguito sono stati espressi in E. coli e studiati mediante NMR: 1) STAS di Rv1739c da Mycobacterium tuberculosis: abbiamo espresso un campione marcato con l’isotopo 15N, che ci ha consentito di raccogliere esperimenti HSQC di ottima qualità; la proteina tuttavia si è dimostrata estremamente sensibile alla temperatura e si è denaturata mentre venivano testate diverse condizioni. Il principale problema con questa proteina è comunque stata la bassa resa ottenuta dalla sua espressione. Sfortunatamente, poco prima di cambiare strategia di clonaggio (passando da una comune His-tag rimuovibile con trombina ad un dominio di fusione SUMO rimuovibile), l’assegnazione NMR della stessa proteina è stata pubblicata. 2) STAS di SULTR1;2 da Arabidopsis thaliana: abbiamo espresso un campione marcato con l’isotopo 15N, che ci ha consentito di raccogliere esperimenti HSQC che hanno dimostrato un livello di aggregazione compatibile con la formazione di omodimeri. La proteina si è dimostrata molto instabile ed è precipitata in modo massivo entro poche ore dall’inizio degli esperimenti. 3) STAS di Prestina da Rattus norvegicus. La Prestina (SLC26A5) è espressa in grandi quantità e in modo quasi esclusivo nelle cellule cigliate esterne OHC (Outer Hair Cell) dell’organo del Corti, nell’orecchio interno dei mammiferi; a differenza degli altri membri della famiglia SLC26, ha la proprietà unica di subire modificazioni conformazionali voltaggio-dipendenti, ed è considerata fondamentale nell’elettromotilità delle cellule OHC. In risposta a variazioni del voltaggio trans-membrana, agisce come un motore molecolare, subendo riarrangiamenti strutturali che ne alterano la sezione nella membrana plasmatica, modificando di conseguenza la lunghezza cellulare di anche il 5%. Mutazioni della Prestina sono state individuate come la causa di gravi deficit uditivi. Abbiamo prodotto un campione di STAS marcato con 15N e un campione doppiamente marcato con 15N e 13C; questo dominio si è dimostrato stabile alle concentrazioni millimolari (1.2 mM), nella forma di un monomero ben strutturato. Abbiamo raccolto i seguenti esperimenti NMR 13C,15N-eteronucleari: HNCO, HNCA, HN(CA)CO, CBCA(CO)NH, HNCACB, H(CA)NH, HBHA(CBCACO)NH, H(CCCO)NH, (H)CC(CO)NH, HCCH-TOCSY, CBHD, 13C-HSQC per gruppi aromatici, (H)C(NC)H-His, (HB)CB(CGCC)H-TOCSY (per Tyr e Phe), 13C-NOESY (per gruppi aromatici and alifatici), 15N-NOESY, oltre ad un C-detected HCACO. Tutti questi esperimenti hanno richiesto un tempo macchina di oltre 45 giorni. L’assegnazione della catena principale e delle catene laterali è completa per circa il 90% dei residui. Purtroppo questa proteina presenta alcuni problemi di scambio conformazionale che ne sopprimono i segnali dei gruppi HN in catena principale di due sequenze (35-55 and 73- 80). È stato tuttavia possibile fare alcune interessanti considerazioni di tipo strutturale.
Saluci, Ettore. "Caratterizzazione di campioni stratificati sabbia/argilla mediante tecniche a risonanza magnetica nucleare." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3742/.
Full textGAINO, Luca. "Sintesi di nuove sonde paramagnetiche per applicazioni in Risonanza Magnetica per Immagini." Doctoral thesis, Università del Piemonte Orientale, 2015. http://hdl.handle.net/11579/115148.
Full textFranco, Martina. "La risonanza magnetica in diffusione per applicazioni oncologiche al cervello." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.
Find full textChiari, Diana Elisa. "Applicazione di tecniche di analisi statistica e texture analysis all'imaging di risonanza magnetica di pazienti affetti da glioblastoma multiforme." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7828/.
Full textLambertini, Matilde. "La risonanza magnetica pesata in diffusione per la valutazione delle lesioni mammarie." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12215/.
Full textCherillo, Francesco Antonio. "Trattografia con tensore di diffusione in risonanza magnetica: nuove frontiere per la neurochirurgia oncologica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/19867/.
Full textMARCHETTA, ELISA. "Studio dello sviluppo cerebrale in età pediatrica mediante tecniche avanzate di elaborazione di immagini a risonanza magnetica." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2016. http://hdl.handle.net/10281/103406.
Full textMarsili, Francesca. "Risonanza magnetica a tensori di diffusione e sue applicazioni cliniche: una revisione sistematica della letteratura." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.
Find full textDattola, Tiziano. "Caratterizzazione mediante tecniche di imaging a risonanza magnetica nucleare dello spiazzamento di fluidi non miscibili nei mezzi porosi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20013/.
Full textGEBBIA, ANDREA. "Analisi delle variazioni nella qualità immagine di esami di risonanza magnetica per pazienti dotati di dispositivi impiantabili attivi MR-conditional." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/905729.
Full textVenditti, Giampaolo. "Applicazioni innovative della risonanza magnetica nucleare alle matrici alimentari. Uno studio sul caffè verde." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422016.
Full textLa qualità del caffè verde rappresenta il principale requisito per la realizzazione di una bevanda apprezzata a livello commerciale. Attualmente tra i vari campi interessati dalla produzione scientifica sulla qualità del caffè verde vi sono lo sviluppo di metodologie per garantire l’autenticità e lo studio delle metodiche più appropriate per la quantificazione dell’acqua. Nel primo caso la necessità di metodi rapidi per l’autenticazione del caffè è divenuta in tempi recenti un’esigenza sempre più pressante a causa della crescente diffusione di pratiche di adulterazione nella filiera commerciale di questo prodotto. Tuttavia sono ancora limitati i metodi formulati per la determinazione dell’origine geografica; inoltre, la bassa numerosità di campioni analizzati nei lavori compiuti in tale ambito rende i risultati trovati non sufficientemente significativi. Rimane infine ambiguità sui possibili markers da utilizzare nella discriminazione. Occorrono da un lato quindi metodi adatti ad analisi routinarie per il controllo del maggior numero possibile di campioni, e dall’altro una scelta univoca di possibili markers per la discriminazione geografica delle varie qualità di caffè. Nell’ambito degli studi compiuti sull’acqua rimane ancora aperta la problematica della distribuzione dell’acqua stessa all’interno della matrice. La comprensione di questo fenomeno è di notevole importanza in quanto è stata osservata ad esempio in letteratura la correlazione fra il grado di idratazione e le proprietà meccaniche del chicco verde. La ricerca presentata in questo dottorato ha cercato di dare una risposta alle problematiche aperte appena descritte con il ricorso alla Risonanza Magnetica Nucleare, recentemente utilizzata con successo in ambito alimentare. In questo lavoro sono stati sviluppati infatti due metodi per la determinazione dell’origine geografica del caffè verde, rispettivamente con l’NMR nel dominio dei tempi, e con l’NMr ad alta risoluzione, quest’ultimo in combinazione con l’analisi statistica multivariata. Il primo metodo, basato sull’NMR nel dominio dei tempi, è stato realizzato per mezzo di uno spettrometro operante alla frequenza di 20 MHz (Bruker Minispec Mq20), e permette la determinazione simultanea delle percentuali di acqua e olio di un elevato numero di campioni in maniera rapida e riproducibile tramite l’utilizzo della sequenza spin echo. I valori delle percentuali di acqua e olio nei campioni sottoposti ad analisi è stato ricavato utilizzando due differenti calibrazioni per l’acqua e per l’olio. Le percentuali di acqua e olio ottenute dall’applicazione del metodo su 500 campioni di caffè verde sono stati sottoposti ad analisi statistica (ANOVA). I risultati ottenuti indicano che una buona discriminazione dei continenti di provenienza dei campioni è possibile utilizzando il valore di percentuale di olio come marker. Per quantificare correttamente le componenti acqua e olio con la sequenza spin echo è stata necessaria l’analisi preliminare dei tempi di rilassamento trasversale (T2) nel chicco verde con l’NMR nel dominio dei tempi mediante l’applicazione della sequenza CPMG. Le distribuzioni continue di tempi di rilassamento trasversale sono state ricavate invertendo con la trasformata di Laplace con l’aiuto del software Upen le curve CPMG ottenute. L’assegnazione preliminare della popolazioni di T2 relative alla fase acqua nella regione compresa fra 0.1 e 3 ms è stata realizzata confrontando i profili di rilassamento di una serie di chicchi verdi con i corrispondenti profili ottenuti per essicazione in stufa. La regione di T2 relativa alla componente lipidica dei chicchi verdi è stata invece assegnata sia confrontando i profili di rilassamento di una serie di chicchi a diversi livelli di idratazione sia confrontando le distribuzioni di T2 nel chicco con quella dell’olio estratto dallo stesso. Allo scopo di far luce sulla distribuzione dell’acqua nel caffè verde la regione della distribuzione di T2 attribuita all’acqua è stata studiata in dettaglio con una serie di esperimenti sistematici di reidratazione graduale di chicchi precedentemente essiccati. Le distribuzioni di T2 ottenute da chicchi essiccati e reidratati manualmente fino al 35% (su base secca) sia con H2O che con D2O e, alternativamente, per esposizione in atmosfera di umidità controllata, sono state confrontate con quelle di chicchi verdi tal quali. I dati ottenuti indicano che fino a circa 10% l’acqua incorporata nel chicco manifesta una mobilità ridotta, in quanto probabilmente adsorbita o legata con le pareti cellulari mediante ponti idrogeno. La reidratazione con acqua deuterata ha evidenziato inoltre il contributo dello scambio protonico al segnale della distribuzione osservato. L’analisi dei profili di distribuzioni dell’acqua ha inoltre portato all’osservazione che questo risulta determinato dalla convoluzione di due popolazioni di mobilità protonica, rispettivamente centrate a circa 0.5 e 1 ms. Sia nel chicco verde che in quelli reidratati è stato trovato che a contenuti di acqua fino a 4% delle due popolazioni è visibile solo quella a mobilità inferiore, mentre a percentuali intermedie sono presenti entrambe. Con riferimento all’articolo di Pittia e collaboratori, la componente a rilassamento rapido potrebbe essere associata all’effetto di antiplasticizzazione dell’acqua, mentre la popolazione caratterizzata da rilassamento più lento può essere correlata all’effetto plasticizzante dell’acqua. In questo senso i nostri dati forniscono una conferma ed un’interpretazione in termini di mobilità protoniche al co-siddetto effetto di antiplasticizzazione, scoperto a livello macroscopico. La distribuzione dei tempi di rilassamento trasversale dei T2 della regione associata ai lipidi (cioè quella compresa fra circa10 ms e circa 300 ms) mostra un profilo multimodale, che suggerisce la presenza di tre diverse mobilità protoniche. Tale osservazione è stata confermata sia con lo studio della dipendenza dalla temperatura delle mobilità protoniche, compiuto sia per la fase lipidica all’interno dei chicchi, sia per l’olio fresco isolato mediante estrazione soxhlet, sia dal confronto con dati di letteratura. Questa osservazione ha trovato inoltre conferma nei dati di letteratura. Un metodo per la discriminazione geografica è stato infine elaborato mediante l’analisi statistica multivariata delle risonanze NMR sia degli estratti organici che acquosi di 48 campioni di caffè verde di diversa provenienza. I dati ottenuti indicano che nell’estratto organico gli acidi grassi sembrano essere efficaci nel discriminare i campioni africani da tutti gli altri analizzati, mentre le componenti minoritarie sono efficaci nella differenziazione tra i campioni con diversa provenienza. In particolare il Kahweolo correla positivamente con i campioni del Brasile, mentre la caffeina e i composti minoritari differenziano i campioni centro americani da quelli del sud America, e altri componenti minoritari non identificati che caratterizzano i campioni africani e quelli asiatici. La caratterizzazione dell’estratto acquoso mediante esperimenti bidimensionali ha permesso inoltre l’identificazione di sistemi di spin caratteristici degli estratti protonici del campioni di caffè brasiliano, quali zuccheri minoritari e isomeri dell’acido clorogenico. Esperimenti di diffusione DOSY condotti sull’estratto acquoso dei campioni di origine africana hanno inoltre avvalorato l’ipotesi di una possibile interazione caffeina/ acidi clorogenici. In particolare i dati ottenuti fanno supporre che nell’estratto acquoso del campione africano analizzato, la caffeina è presente in soluzione sia in forma libera che complessata con l’acido clorogenico.
de, Respinis Margherita. "Nuovi indici prognostici nella malattia policistica renale: il contributo del tensore di diffusione in risonanza magnetica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17515/.
Full textCarletti, Angela <1976>. "Diagnosi prenatale delle malformazioni fetali: ecografia e risonanza magnetica a confronto in 11 anni di esperienza." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5682/1/carletti_angela_tesi.pdf.
Full textObjective: To evaluate the accuracy of fetal magnetic resonance (MRI) compared to 2D-3D ultrasound in the prenatal diagnosis of congenital anomalies. Materials and methods: We retrospectively evaluated all cases of fetal malformations underwent "expert" ultrasound and MRI in our Hospital from October 2001 to October 2012. The gestational age at ultrasound and magnetic resonance were respectively 28 and 30 weeks. The ultrasound diagnosis was compared with the MRI and then with the postnatal diagnosis. Results: 383 cases were selected, with a sonographic diagnosis or suspected fetal "complex" malformation or obstetric history of positive prenatal infections, evaluated with 2D-3D ultrasound, MRI and complete of follow-up. The study population included: 196 anomalies of the central nervous system (CNS) (51.2%), 73 thoracic defects (19.1%), 20 abnormalities of the face and the neck (5.2%), 29 malformations of the gastrointestinal tract (7.6%), 37 genitourinary defects (9.7%) and 28 cases with other indications (7.3%). An agreement between ultrasound, MRI and postnatal diagnosis was observed in 289 cases (75.5%) and was greater for the CNS anomalies, 156/196 cases (79.6%), compared with the others congenital defects, 133/187 cases (71.1%). The MRI has added important diagnostic information in 42 cases (11%): 21 CNS abnormalities, 2 facial and neck defects, 7 thoracic malformations, 6 gastrointestinal anomalies, 5 genitourinary defects and 1 case of suspected lumbar emivertebra. The ultrasound was more accurate than MRI in 15 cases (3.9%). In 37 cases (9.7%) both techniques were not correlated with postnatal findings. Conclusions: Prenatal ultrasound is still the primary fetal imaging modality. In some complex CNS and extra-CNS anomalies, particularly in late pregnancy, MRI can add relevant information.
Carletti, Angela <1976>. "Diagnosi prenatale delle malformazioni fetali: ecografia e risonanza magnetica a confronto in 11 anni di esperienza." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5682/.
Full textObjective: To evaluate the accuracy of fetal magnetic resonance (MRI) compared to 2D-3D ultrasound in the prenatal diagnosis of congenital anomalies. Materials and methods: We retrospectively evaluated all cases of fetal malformations underwent "expert" ultrasound and MRI in our Hospital from October 2001 to October 2012. The gestational age at ultrasound and magnetic resonance were respectively 28 and 30 weeks. The ultrasound diagnosis was compared with the MRI and then with the postnatal diagnosis. Results: 383 cases were selected, with a sonographic diagnosis or suspected fetal "complex" malformation or obstetric history of positive prenatal infections, evaluated with 2D-3D ultrasound, MRI and complete of follow-up. The study population included: 196 anomalies of the central nervous system (CNS) (51.2%), 73 thoracic defects (19.1%), 20 abnormalities of the face and the neck (5.2%), 29 malformations of the gastrointestinal tract (7.6%), 37 genitourinary defects (9.7%) and 28 cases with other indications (7.3%). An agreement between ultrasound, MRI and postnatal diagnosis was observed in 289 cases (75.5%) and was greater for the CNS anomalies, 156/196 cases (79.6%), compared with the others congenital defects, 133/187 cases (71.1%). The MRI has added important diagnostic information in 42 cases (11%): 21 CNS abnormalities, 2 facial and neck defects, 7 thoracic malformations, 6 gastrointestinal anomalies, 5 genitourinary defects and 1 case of suspected lumbar emivertebra. The ultrasound was more accurate than MRI in 15 cases (3.9%). In 37 cases (9.7%) both techniques were not correlated with postnatal findings. Conclusions: Prenatal ultrasound is still the primary fetal imaging modality. In some complex CNS and extra-CNS anomalies, particularly in late pregnancy, MRI can add relevant information.
Nanni, Michela <1976>. "Variabilita delle strutture commessurali nell'agenesia isolata del corpo calloso in un'ampia casistica di risonanza magnetica fetale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7626/2/tesi_08-04-2016.pdf.
Full textBackground and Purpose Agenesis of corpus callosum (ACC), even when isolated, may be characterized by anatomical variability. The aim of this study was to describe the types of other forebrain commissures, in a large cohort of randomly enrolled fetuses with apparently isolated ACC at prenatal magnetic resonance (MR) imaging. Materials and Methods From 2004 to 2014 in all fetuses with apparently isolated ACC submitted to prenatal MR imaging, the presence of the anterior (AC) or a vestigial hippocampal commissure (HC) was assessed "in consensus" by two pediatric neuroradiologists. Results Overall 62 cases of ACC were retrieved from our database. In 3/62 fetuses (4,8%) no forebrain commissure was visible at prenatal MR imaging, 23/62 cases (37,1%) presented only the AC, 20/62 cases (32,3%) showed both the AC and a residual vestigial HC, whereas in the remaining 16/62 cases (25,8%) a hybrid structure (HS) merging a residual vestigial HC and a rudiment of CC body was detectable. Postnatal MR imaging, when available, confirmed prenatal forebrain commissure findings. Conclusions The vast majority of fetuses with apparently isolated ACC showed at least one forebrain commissure at prenatal MR imaging, and about half of cases also a second commissure: a vestigial HC or a hybrid made of HC and rudiment CC body. It remains to be assessed if such variability is the result of different genotype and if it may have any impact on the long term neurodevelopmental outcome
Nanni, Michela <1976>. "Variabilita delle strutture commessurali nell'agenesia isolata del corpo calloso in un'ampia casistica di risonanza magnetica fetale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7626/.
Full textBackground and Purpose Agenesis of corpus callosum (ACC), even when isolated, may be characterized by anatomical variability. The aim of this study was to describe the types of other forebrain commissures, in a large cohort of randomly enrolled fetuses with apparently isolated ACC at prenatal magnetic resonance (MR) imaging. Materials and Methods From 2004 to 2014 in all fetuses with apparently isolated ACC submitted to prenatal MR imaging, the presence of the anterior (AC) or a vestigial hippocampal commissure (HC) was assessed "in consensus" by two pediatric neuroradiologists. Results Overall 62 cases of ACC were retrieved from our database. In 3/62 fetuses (4,8%) no forebrain commissure was visible at prenatal MR imaging, 23/62 cases (37,1%) presented only the AC, 20/62 cases (32,3%) showed both the AC and a residual vestigial HC, whereas in the remaining 16/62 cases (25,8%) a hybrid structure (HS) merging a residual vestigial HC and a rudiment of CC body was detectable. Postnatal MR imaging, when available, confirmed prenatal forebrain commissure findings. Conclusions The vast majority of fetuses with apparently isolated ACC showed at least one forebrain commissure at prenatal MR imaging, and about half of cases also a second commissure: a vestigial HC or a hybrid made of HC and rudiment CC body. It remains to be assessed if such variability is the result of different genotype and if it may have any impact on the long term neurodevelopmental outcome
Scalera, Giovanni Battista. "Risonanza Magnetica Dinamica e TC multifasica nella caratterizzazione dei tumori renali di piccole dimensioni (<3cm)." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1112.
Full textCanal, Sara. "Siringomielia cervicale secondaria a singole masse intracraniche occupanti spazio nel cane: caratteristiche di risonanza magnetica e fattori di rischio." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3422687.
Full textLo studio ha l’obiettivo di indagare la siringomielia (SM) cervicale associata a singole lesioni intracraniche occupanti spazio nel cane e, in particolare, di individuare quali possano essere i fattori di rischio deducibili dallo studio di risonanza magnetica (RM) del neurocranio condotto per diagnosticare la patologia cerebrale. A tale scopo è stata selezionata una popolazione di pazienti affetti da singola lesione intracranica, successivamente suddivisa in due gruppi sulla base della presenza o assenza di secondaria SM cervicale. Entrambe le condizioni sono state diagnosticate mediante studio RM, rispettivamente, del neurocranio e rachide cervicale. I due gruppi sono stati quindi confrontati relativamente al segnalamento, alle caratteristiche RM della massa intracranica e agli effetti secondari sulle circostanti strutture cerebrali allo scopo di individuare eventuali fattori predisponenti lo sviluppo di SM. Sulla base delle esistenti teorie eziopatogenetiche riguardanti la SM e dei dati pubblicati in letteratura, le ipotesi zero presupponevano che la localizzazione della massa in fossa posteriore, lesioni voluminose, l’erniazione cerebellare transforaminale e la presenza di idrocefalo ostruttivo potessero essere fattori predisponenti lo sviluppo di SM. Inoltre, analogamente a quanto riportato in letteratura per la sindrome di Chiari associata a SM nel cane, ci si può attendere che le razze brachicefaliche possano avere una maggiore predisposizione allo sviluppo di SM. Dai risultati ottenuti risulta fortemente raccomandato, in presenza di lesioni intracraniche occupanti spazio con indice volumetrico relativo superiore a 0,028 e causanti erniazione cerebellare e/o idrocefalo ostruttivo, estendere lo studio RM anche al rachide cervicale per individuare la presenza di eventuale SM che può complicare il quadro clinico e condizionare parimenti l’approccio terapeutico al paziente. Al contrario, nei pazienti che si presentano con deficit neurologici indicativi di una mielopatia cervicale e per i quali viene diagnosticata esclusivamente una SM risulta fondamentale estendere lo studio RM al neurocranio per individuare eventuali lesioni predisponenti lo sviluppo di tale anomalia.
Marino, Marco. "Studio e sviluppo di tecniche automatiche per la valutazione di massa e volumi del ventricolo sinistro in risonanza magnetica cardiaca." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7005/.
Full textVILLANI, UMBERTO. "Dall'imaging di microstruttura alla connettività strutturale: l'utilizzo della risonanza magnetica di diffusione per investigare l'impatto dei gliomi sul cervello umano." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3450310.
Full textDiffusion-based Magnetic Resonance Imaging (dMRI) is rapidly becoming the instrument of choice to probe the structure of the human brain in vivo. By modelling the properties of water diffusion inside cerebral tissues, it is indeed possible to extract surrogates of histological measures, such as fibre density, conformation and preferential direction, in a non-invasive manner. Furthermore, local orientational features can be used to reconstruct axonal pathways that link different brain regions, allowing the study of how they are structurally connected. Nevertheless, the quantification of dMRI measures must be cautious when the physiological environment of brain tissues is drastically altered. Such is the case of brain tumours. The microstructure of brain tumours is highly heterogeneous, being diverse between and inside specific types and malignancy grade. The wide spectrum of cellular environments they feature invalidates several hypotheses on which diffusion-based microstructure models are built and, contemporarily, poses difficulties in the process of tracking white matter in affected regions. Given these limitations, are these techniques worth using in this complex pathological environment? During the last three years I explored several state of the art diffusion-based methodologies in a cohort of patients suffering from a range of brain tumours. Hence, this thesis strives to be a summary of this work, laying the foundation for future studies aiming to integrate the use of advanced dMRI in the clinical neuro-oncological practice. The thesis is divided in three main parts, which are organized as follows: In the first part, an assessment is made whether two widely known diffusion advanced models, Neurite Orientation Dispersion and Density Imaging (NODDI) and the Spherical Mean Technique (SMT) are properly fitted in the tumoral lesion in terms of goodness-of-fit and parameter precision. Several works, concentrating mainly on NODDI, used such techniques not as biophysical models but as signal representations, trying to find biomarkers that differentiate more and less isotropic environments which contribute to the totality of the diffusion signal in ‘tumoral’ voxels. These studies were performed without first checking whether these diffusion metrics are mathematically reliable. This issue is here assessed from a technical point of view, without giving specific biophysical meaning to the models in exam inside the tumoral tissues The second part features a comparison study between methods for the identification of structurally disconnected white matter (WM) in brain tumour patients. Here, two branches of methodologies were identified, namely direct and indirect approaches. The formers use single-subject tractography to directly investigate which fibre bundles may be affected by the presence of the tumour. The latters, instead, embed the focal lesion on a normative atlas of white matter tracts, identifying the probability of a WM voxel being disconnected by the pathology. Employing known image analysis metrics, both approaches are discussed, highlighting points of convergence, but also of disagreement, in terms of the physio-pathological information they can convey. In the third and last part of this thesis, tumour-related anomalies of diffusion-based structural connectivity (SC) matrices are put in relationship with metabolic measures from [18F]-FDG PET. A procedure for tractography algorithm selection was firstly performed, and after the SC quantification, a statistical method of detecting altered connections in the tumour-affected SC matrix is presented. Within such a framework, the amount of affected SC entries was eventually quantified in the available cohort of patients and put in relationship with standardized uptake values from PET. Finally, a discussion of the results of this association is provided, paying particular attention to the limitations of these imaging modalities in the brain oncological field.
Riceputi, Giulia. "Valutazione funzionale delle lesioni al seno tramite nuovi parametri di perfusione e diffusione dall'imaging in risonanza magnetica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13207/.
Full textBenini, Martina. "Un approccio integrato allo studio delle mappe di connettività funzionale cerebrale mediante elettroencefalografia e risonanza magnetica funzionale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13985/.
Full textMarchetti, Alessandro. "Sviluppi metodologici per la cristallizzazione e l’analisi strutturale di proteine tramite Risonanza Magnetica Nucleare allo stato solido." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2012. http://hdl.handle.net/11384/85789.
Full textCarli, Giovanna. "La risonanza magnetica cerebrale nel neonato pretermine di peso molto basso (VLBW): indicazioni cliniche e significato prognostico." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3426723.
Full textMatzeu, Giacomo. "Ricostruzione di mappe MRI da dati sottocampionati." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16874/.
Full textMarsili, Davide. "riconoscimento automatico delle superfici ventricolari durante il ciclo cardiaco in base a immagini volumetriche di risonanza magnetica nucleare." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4290/.
Full textPipolo, Sara. "Studio e valutazione parametrica della perfusione per la diagnosi delle lesioni al seno in risonanza magnetica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.
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