Academic literature on the topic 'Speranza collettiva'

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Journal articles on the topic "Speranza collettiva"

1

Dell'Olio, Cecilia, Maria Rosaria De Maria, Marisa Artioli, Matteo Guerrino, and Uma Giardina. "Dalla vergogna individuale alla speranza collettiva." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (March 2016): 87–97. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2016-001006.

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2

Russo, Vincenzo. "Filologie della speranza postcoloniale." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 44 (September 2012): 71–82. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-044006.

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Abstract:
Il saggio prova a leggere Il principio speranza di Bloch non solo come l'ultima grande difesa filosofica della speranza ma anche come vero e proprio lavoro di restituzione filologica di tutti quei luoghi situabili fra gli interstizi delle tradizioni teologiche, teologiche-naturali, mistiche e storico-filosofiche, e le spie delle manifestazioni letterarie e artistiche "in cui si insinua l'utopico". La teoria postcoloniale puň contribuire, almeno nella riconfigurazione politicamente piů radicale delle sue posizioni, a pensare ancora alla speranza come coscienza anticipatrice ed emancipatrice. Il romanzo postcoloniale africano, in particolare un romanzo come La generazione dell'utopia, diventa un luogo di osservazione privilegiato per rintracciare le immagini o i simulacri della speranza stessa in tutte le sue rifrazioni passionali e politiche, individuali e collettive.
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3

Temple, Nicholas. "Quando la speranza è attaccata: la violenza come difesa dalla colpa." PSICOANALISI, no. 2 (January 2021): 41–55. http://dx.doi.org/10.3280/psi2020-002003.

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Abstract:
Il lavoro affronta il tema della distruttività umana come modalità di difesa dai sentimenti di colpa. Come già evidenziato da Freud e dalla Klein, sia a livello individuale che collettivo, la distruttività può essere proiettata negli altri, oppure può essere attribuita a un trauma del passa-to che determina una reazione distruttiva, in modo da evitare l'assunzione della responsabilità. Ogni riconoscimento della responsabilità per la propria distruttività produce un senso di colpa doloroso che, di conseguenza, può essere negato o proiettato. Inoltre, il senso di colpa si inten-sifica quando c'è la consapevolezza che il danno è stato inflitto a qualcosa sentito come buono e prezioso. Attraverso l'analisi di alcuni casi clinici, l'autore ci mostra la difficoltà presente nel lavoro analitico con pazienti suicidi o violenti. L'analista deve confrontare il paziente con il proprio desiderio di utilizzare la violenza per sterminare ciò che è danneggiato e vulnerabile dentro se stesso, o attaccare un'immagine persecutoria per neutralizzarla. Allo stesso tempo, viene mes-so nel transfert nella posizione di essere un oggetto che può essere incolpato, e poi attaccato e ucciso nella fantasia. Il trattamento psicoanalitico, infatti, rappresenta una speranza di cambia-mento e di sviluppo e può facilmente provocare una ritorsione violenta per aver disturbato l'equilibrio psichico e aver offerto una via d'uscita da una relazione interna vincolata. La paura di questo cambiamento psichico può provocare una pericolosa reazione terapeutica negativa.
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4

Szymanski, Charles. "Organized Labor and the Tech Giants." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 173 (May 2022): 69–108. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2022-173004.

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Abstract:
Il movimento sindacale negli Stati Uniti sta cercando di invertire la rotta rispetto a un decennio di caduta libera. Nel 2021 i tassi di sindacalizzazione del settore privato si collocavano appena sopra il 6%, e varie recenti misure legislative e giudiziarie (per esempio, la decisione nel caso Janus) hanno pressoché privato i sindacati del settore pubblico della loro capacità di racco-gliere fondi e rappresentare i dipendenti pubblici. A seguito delle elezioni del novembre 2020, con il Partito democratico - che tradizionalmente supporta le istanze connesse al lavoro - che poteva contare sulla Presidenza, sulla Camera dei Rappresentanti e sul Senato, si sperava in una rinascita del sindacato. Purtroppo, anche queste speranze sono state vanificate dalla schiacciante sconfitta di un sindacato di lavoratori della logistica in una campagna di alto pro-filo condotta per organizzare i lavoratori Amazon in un magazzino dell'Alabama nell'aprile del 2021. La sconfitta è stata simbolicamente devastante, poiché una vittoria in quelle elezioni avrebbe rappresentato un importante segnale della rilevanza dei sindacati nella new economy per l'organizzazione dei lavoratori di uno dei cinque "giganti della tecnologia" americani (Amazon, Google, Microsoft, Facebook e Apple). Questo articolo esamina le prospettive dei sindacati nell'organizzare i dipendenti dei "giganti della tecnologia" a seguito della loro scon-fitta nella vicenda Amazon. In particolare, emergono chiari elementi per sostenere che i dipen-denti dei "giganti della tecnologia" hanno bisogno e possono beneficiare di un'azione colletti-va per raggiungere i loro interessi, e i sindacati possono giocare un ruolo chiave nell'aiutarli a soddisfare tale esigenza.
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5

Biggio, Gianluca. "Interpretazione dell'emergenza. Riflessioni cliniche." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 2 (November 2020): 37–56. http://dx.doi.org/10.3280/psp2020-002003.

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Abstract:
L'autore espone alcune considerazioni sull'influenza che l'emergenza Covid-19 ha riverberato nel mondo interno dei pazienti e della terapia stessa. Prende in considerazione la fase iniziale, Fase 1, in cui il lockdown ha modificato l'assetto terapeutico. Nella successiva Fase 2, con la riapertura parziale della socialità, si pongono nuovi pro-blemi riguardo alle fantasie collettive e a quelle dei pazienti, relativa-mente a un "ritorno alla normalità" che appare più oneroso e meno semplice di quanto si era fantasticato. Vengono riportati il sogno di un paziente che si sta avvicinando alla conclusione della terapia durante il lockdown; il sogno pur in una seduta a distanza fa scaturire una sorta di intimità onirica condivisa tra paziente e analista. Tale intimità si riper-cuote in una rêverie dell'analista al risveglio a ridosso della seduta. Successivamente viene riportato un flash clinico di una paziente che riprende le sedute in presenza nella Fase 2, ripresa che si rivela più complessa del previsto nella gestione di un'attesa riparativa tra un sen-timento di timore e di speranza al tempo stesso.
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6

Arpioni, Maria Pia. "Lo sguardo sul paesaggio nella fotografia di Giovanni Pasinato // The Look into Landscape in the Photography of Giovanni Pasinato // La mirada sobre el paisaje en la fotografia de Giovanni Pasinato." Ecozon@: European Journal of Literature, Culture and Environment 6, no. 1 (March 2, 2015): 73–96. http://dx.doi.org/10.37536/ecozona.2015.6.1.639.

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Abstract:
Il saggio presenta il lavoro di un giovane fotografo del Nord Est italiano, Giovanni Pasinato (Venezia 1974-), attraverso l’analisi della sua opera e un’intervista all’autore, impegnato in un’attività dalle consistenti valenze cognitive ed etiche, ascrivibile alla Scuola italiana di fotografia del paesaggio (Luigi Ghirri, Guido Guidi, Giovanni Chiaramonte), ma dotata di tratti originali in forte sviluppo. Il contributo intende mostrare come la fotografia di Pasinato—dalle esplorazioni del “terzo paesaggio” lungo strade e autostrade, alla ricerca condotta sulle scene urbane di Treviso e Venezia Mestre, fino alla più recente perlustrazione dell’antico bosco del Montello (sulla cui esistenza minacciata si era levato altissimo anche il canto poetico di Andrea Zanzotto, scomparso nel 2011)—sia tutta incentrata sulla funzione fondamentale dello “sguardo,” grazie alla quale il suo lavoro si caratterizza come indagine e strumento di consapevolezza, in senso lato “politica,” sul rapporto fra l’essere umano e i luoghi. Le immagini di Pasinato, sommesse, limpide e allo stesso tempo avvolte da vaghezza, interrogano l’osservatore, proponendogli un dialogo con gli spazi fotografati ed evidenziando l’inscindibilità stilistica fra forma e contenuto; si distinguono per l’assenza di ogni compiacimento soggettivistico ed estetico, a favore della riscoperta, realizzata per mezzo di una essenziale valorizzazione della “visione,” dello stretto nesso fra cultura e natura, fra l’essere umano e gli altri viventi. Proprio mentre sollecitano il senso della nostra responsabilità collettiva, tralasciando ogni cedimento sentimentalistico e nostalgico, queste fotografie invitano ad avere coscienza e perciò, in ultima analisi, speranza. Pasinato rivendica così alla fotografia un’alta funzione artistica e civile, spesso misconosciuta proprio da quegli enti e istituzioni che dovrebbero avere a cuore il bene comune. Abstract The analysis and the interview of the author contained in this essay portray the work of a young Italian photographer, Giovanni Pasinato (Venice 1974-), who lives in the North East of Italy and who devotes himself to an activity encompassing important cognitive and ethical aspects. His work can be included within the Italian School of Landscape Photography (Luigi Ghirri, Guido Guidi, Giovanni Chiaramonte), but has original features in robust development. This essay will show how Pasinato’s photography—from his explorations of the “third landscape” along roads and highways, through his research in the urban scenes of Treviso and Venice Mestre, up to the latest reconnaissance of the Montello’s ancient wood (on whose endangered existence, Andrea Zanzotto, who died in 2011, wrote wonderful poems)—is entirely focused on the fundamental function of the “look,” thanks to which his work characterizes itself as an investigation, an instrument of the awareness, in the broad sense “political,” of the relationship between human being and place. Pasinato’s whispered, limpid yet at the same time ambiguous images, question their beholders, offering them a dialogue with the photographed spaces, underlining the stylistic indivisibility between form and content. In comparison to other landscape photography experiences, Pasinato’s works stand out, thanks to the absence of any subjective and aesthetic self-gratification and by favouring, through an essential enhancement of the “vision,” the revival of the close relationship between culture and nature and between human beings and other living beings. Just as his photographs stress the importance of our collective responsibility, ignoring any sentimental or nostalgic concession, they are an exhortation to raise awareness and, ultimately, hope. Thus, Pasinato ascribes to photography a highly artistic and civil function, which is often disregarded by those organizations and those authorities that should really care for the common good. Resumen El análisis y la entrevista del autor en que se centra este ensayo presentan la obra de un joven fotógrafo del noreste de Italia, Giovanni Pasinato (Venecia, 1974-), que se dedica a un actividad que abarca importantes aspectos cognitivos y éticos. Su trabajo puede incluirse en la Escuela Italiana de Fotografía del paisaje (Luigi Ghirri, Guido Guidi, Giovanni Chiaramonte), pero tiene rasgos originales en fuerte desarrollo. Este ensayo mostrará como la fotografía de Pasinato—desde sus exploraciones del "tercer paisaje" en el camino de carreteras y autopistas, la investigación en las escenas urbanas de las ciudades de Treviso y Venecia Mestre, hasta la más reciente exploración del antiguo bosque de la colina llamada Montello (sobre el riesgo de su desaparición, también el poeta Andrea Zanzotto, fallecido en 2011, escribió algunas de sus mejores obras)—está completamente enfocada en la función fundamental de la observación, gracias al que su trabajo se caracteriza como una investigación, un instrumento de la concienciación, en el amplio sentido “político”, de la relación entre ser humano y lugar. Las imágenes de Pasinato, suaves, claras y al mismo tiempo envueltas en vaguedad, questionan a quien observa, le proponen un dialogo con los espacios fotografiados y subrayan la inseparabilidad estilística entre forma y contenido. En comparación con otras experiencias de fotografía del paisaje, las representaciones de Pasinato destacan gracias a la ausencia de autocomplacencia subjetivista y estética, tratando de descubrir nuevamente la estrecha interrelación entre naturaleza y cultura, entre los seres humanos y otros seres vivientes. En cuanto instan nuestro sentido de la responsabilidad colectiva, dejando de poner la atención en sentimentalismos y nostalgias, estas fotografías invitan a adquirir conciencia y, además, esperanza. Pasinato reclama para la fotografía una importante función artística y civil, muchas veces ignorada por las instituciones que deberían preocuparse por el bien común.
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Dissertations / Theses on the topic "Speranza collettiva"

1

MANZANO, MORAN CARLOS ALBERTO. "Processes of Social Innovation in Housing (SI-H) in Latin America: an approach for the comparative analysis of innovative bottom-up housing claim practices." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/392557.

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Abstract:
L'accesso a un alloggio adeguato è stato riconosciuto come una condizione direttamente collegata al benessere umano, diventata purtroppo un bene strategico per il mercato finanziario globale, provocando tensioni strutturali che raggiungono il loro apice nei contesti urbani alla periferia dello sviluppo neoliberista. In America Latina, l’instabilità socio-politica, il pensiero progressista (ad esempio, le teorie della Teologia della Liberazione e della Pedagogia degli Oppressi), il know-how tradizionale, la solidarietà e il mutuo soccorso e il sincretismo locale-europeo, hanno creato le condizioni per una tradizione accumulata bottom-up di auto-fornitura di alloggi, dove le persone che sono sistematicamente oppresse ed escluse hanno (ri)rivendicato il diritto all'alloggio e si sono impegnate in progetti politici più ampi. Riguardo a questo, sono stati fatti notevoli sforzi per descrivere la tradizione empirica che si è accumulata, ma ciò che è carente è il tentativo di collegare tale tradizione alle teorie urbane e sociali. Pertanto, questa dissertazione contribuisce proponendo lenti concettuali per osservare e comparare esperienze empiriche locali, in modo che i dati possano essere raccolti su scala regionale e alla fine si possano tradurre tali osservazioni in teorie. Le condizioni abitative globali richiedono nuovi modi di pensare alla fornitura, alla gestione e al possesso di alloggi; quindi, dall'analisi di esperienze contro-egemoniche innovative si possono trarre lezioni preziose. Come metodologia è stata scelta l'analisi comparativa di casi studio e sono stati presi in considerazione alcuni principi derivanti da studi comparativi urbani postcoloniali. I casi di studio selezionati sono Sociedad Cooperativa de Vivienda Unión Palo Alto (Messico) e Asociación Cooperativa de Vivienda La Libertad 13 de Enero (El Salvador), entrambe hanno adattato i principi della rete uruguaiana di Cooperativismo de Vivienda por Ayuda Mutua (CVAM), che hanno ampliato in tutta l'America Latina e si distingue per la sua capacità di adattamento, resilienza, istituzionalizzazione e crescita. I principali risultati della ricerca includono: primo, un modello preliminare per l'analisi comparativa in cui le ipotesi sono delineate sulla base di collegamenti concettuali provenienti da diverse tradizioni accademiche. Social Innovation (SI) fornisce una comprensione più ampia dei processi sociali alla base delle esperienze di Producción Social del Hábitat (Produzione Sociale di Habitat); Hope è riconosciuta come una forza collettiva per contrastare la stagnazione, organizzare azioni di rivendicazione dell'alloggio e fissare orizzonti raggiungibili basati sulle capacità territoriali; e Autonomy rappresenta il processo spazio-temporale di allineamento delle azioni di resistenza in una ricerca collettiva di autodeterminazione che implica la partecipazione agli spazi decisionali. Secondo, un'analisi del quadro normativo nazionale, del sistema istituzionale del settore abitativo e dell'evoluzione di entrambi i casi studio. Terzo, un'analisi comparativa pilota di Social Innovation in Housing (SI-H) in cui le categorie concettuali del modello preliminare vengono messe a punto riflettendo sui risultati provenienti dal lavoro sul campo, inoltre, i dati vengono utilizzati per l'analisi incrociata. Quarto, i risultati delle interviste e delle testimonianze di esperti forniscono nuove prospettive per l'interpretazione dei dati e informano riguardo la mappatura dell'internazionalizzazione della rete di Cooperativismo de Vivienda por Ayuda Mutua (CVAM) in America Latina. Infine, le conclusioni sono organizzate sulla base dei quesiti di ricerca. Primo, sono conclusioni che riguardano collegamenti concettuali e alcune definizioni originali; secondo, sono conclusioni sul modello concettuale proposto e delle sue categorie più rilevanti; infine, c’è una serie di conclusioni del confronto pilota che potrebbero fornire ipotesi per la ricerca futura.
Access to adequate housing has been acknowledged as a condition directly linked to human well-being that has however become a strategic commodity for the global financial market, causing structural tensions that reach their apex in urban contexts on the periphery of the neoliberal development. In Latin America, neoliberal principles have been widely adopted, and urbanization dynamics have reproduced socio-spatial exclusion and inequality. However, socio-political turmoil, progressive thinking (e.g., theories of Liberation Theology and Pedagogy of the Oppressed), traditional know-how, solidarity and mutual-aid, and local-European syncretism, have created the conditions for an accumulated tradition of bottom-up housing self-provision, where people that are systematically oppressed and excluded have (re)claimed their right to housing and engaged in broader political projects. Since the 1970s in Latin America, exemplary practices of organized bottom-up housing claims have emerged, institutionalized, informed governance structures, and been impactful in terms of housing provision. Over this, considerable efforts for describing the accumulated empirical tradition have been done, but less in trying to link it with urban and social theories. Therefore, this dissertation contributes by proposing conceptual lenses for approaching and comparing local empirical experiences, so data can be collected at a regional scale, and theorization can eventually be produced. Global housing conditions demand new ways of thinking about housing provision, management, and tenure; hence, valuable lessons can be drawn from the analysis of innovative counter-hegemonic experiences. Comparative case study analysis has been selected as the methodology and some principles coming from post-colonial urban comparative studies are considered. The case studies selected are Sociedad Cooperativa de Vivienda Unión Palo Alto (Mexico) and Asociación Cooperativa de Vivienda La Libertad 13 de Enero (El Salvador), both have adapted principles of the Uruguayan Mutual-Aid Housing Cooperative Network (CVAM), which have extended across Latin America and stands out due to their adaptability, resilience, institutionalization and scaling-up capacity. The main outcomes of the research include: First, a preliminary model for comparative analysis where assumptions are outlined based on conceptual linkages coming from different scholarly traditions. Social Innovation (SI) provides a broader understanding of the social processes underpinning the experiences of Producción Social del Hábitat (Social Production of Habitat); Hope is recognized as a collective force to counteract stagnation, organize actions of housing claim, and set an attainable horizons based on territorial capacities; and Autonomy represents the spatial-temporal process of aligning actions of resistance in a collective pursuit of self-determination that implies participation in decision-making spaces. Second, a comprehensive analysis of the national regulatory framework, the institutional system of the housing sector, and the evolution of both case studies in different periods. Third, a pilot comparative analysis of Social Innovation in Housing (SI-H) where the conceptual categories of the preliminary model are fine-tuned by reflecting over the results coming from the fieldwork, and data is used for cross-analysis. Fourth, results of the interviews and testimonies of experts which provide new perspectives for data interpretation and inform the mapping of the internationalization of Mutual-aid Housing Cooperatives (CVAM) network in Latin America. Finally, conclusions are organized in accordance to the research questions. First, conclusions regarding conceptual links and some original definitions; second, conclusions on the proposed conceptual model and some of its most relevant categories; third, a series of conclusions from the pilot comparison that could inform hypotheses for future research.
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