Academic literature on the topic 'Spazio di mediazione'

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Journal articles on the topic "Spazio di mediazione"

1

Scivoletto, Chiara. "Giustizia minorile e partecipazione sociale: qualche riflessione sulla mediazione penale." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 3 (December 2012): 55–67. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-003004.

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Abstract:
La mediazione penale č una attivitŕ fondata sulla logica della negoziazione attraverso cui si mira non solo alla gestione della situazione giuridica violata, ma anche alla ricomposizione dei rapporti sociali tra gli individui. La mediazione penale minorile permette all'autore di reato minorenne e alla sua vittima di divenire protagonisti attivi della gestione del conflitto che li oppone. Alla luce dei risultati di una ricerca, sinteticamente riportati nell'articolo, pare possibile affermare che la mediazione consente di aprire nella dimensione processuale penale uno spazio per le vittime che resterebbe altrimenti loro negato. Infatti la mediazione penale minorile ha offerto sia agli autori che alle vittime l'occasione per esprimersi e riconoscersi. Essa si presta dunque a divenire un laboratorio di partecipazione sociale, specie laddove venga praticata nella dimensione tra pari.
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2

Romano, Elida, and Didier Destal. "La famiglia entra in ospedale: suicidi in adolescenza." TERAPIA FAMILIARE, no. 94 (February 2011): 156–72. http://dx.doi.org/10.3280/tf2010-094011.

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Abstract:
Il bambino cresce in seno alla famiglia, che č il suo sociotipo principale. Nel corso della crescita, metterŕ questo sociotipo a confronto, se non in competizione, con gli altri spazi nei quali costruisce la sua differenziazione e la sua autonomia. La scuola ed il gruppo dei pari sono i principali. Nelle famiglie che incontriamo, spesso caratterizzate da una nuclearizzazione forte e disfunzionale, lo spazio familiare č danneggiato con violenza a causa di un'integrazione impossibile dell'adolescente nei suoi sociotipi esteriori. Questo danneggiamento č comune e reciproco tra l'adolescente ed il resto della famiglia. Quando il ricovero si rende necessario, deve rispettare delle modalitŕ che designano questo spazio esteriore "patologico" come un luogo in cui le competenze di ognuno, le paure, le speranze, ritrovano diritto di espressione; la prima condizione č allora che il luogo del ricovero sia un teatro di mediazione realmente aperto nella vita quotidiana a tutti i membri della famiglia senza eccezione.
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3

Perna, Cecilia. "Lo spazio di mediazione come dispositivo di progetto per la riqualificazione dei quartieri Erp." TERRITORIO, no. 72 (March 2015): 71–74. http://dx.doi.org/10.3280/tr2015-072011.

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4

Ferrando, Anna. "Donne oltre i confini. La traduzione come percorso di emancipazione durante il fascismo." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 294 (December 2020): 205–34. http://dx.doi.org/10.3280/ic294-oa1.

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Abstract:
Č nota a tutti la definizione che Cesare Pavese, cogliendo lo spirito dell'epoca, diede degli anni Trenta come il "decennio delle traduzioni". Meno noti i protagonisti di questa massiccia operazione di mediazione culturale. O, forse, sarebbe meglio dire, le protagoniste. Molte furono infatti le donne che scelsero l'attivitŕ traduttoria: si trattava di un lavoro flessibile, ‘nascosto', che si poteva svolgere a casa, e per di piů ancillare al lavoro dell'autore, un lavoro ‘adatto' alle donne, ma che molte donne, perň, usarono per ritagliarsi uno spazio di vita pubblica, di indipendenza e di libertŕ, esercitato anche nel selezionare i testi da tradurre e nel proporli agli editori. Quando nel 1938 Ada Gobetti tradusse uno dei libri di riferimento dell'american black feminism, Their eyes were watching God della Hurston, non si trattava certo di un'operazione unicamente letteraria. Chi furono dunque le intellettuali protagoniste del "decennio delle traduzioni"? E questo processo di mediazione culturale influenzň le pratiche, gli stili di vita, le mentalitŕ delle traduttrici stesse? L'archivio privato della traduttrice Alessandra Scalero permette di circoscrivere un caso di studio emblematico delle ‘mutazioni di genere' che investirono l'industria delle traduzioni fra le due guerre.
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5

Morosini, Irma, Lucia Balello, and Raffaele Fiaschetti. "Didier Anzieu, uno sguardo retrospettivo sul suo pensiero e i suoi contributi alla psicoanalisi." GRUPPI, no. 1 (July 2022): 107–24. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa1-2021oa14027.

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Abstract:
L'autrice passa in rassegna alcune idee di Didier Anzieu in psicoanalisi, evidenziandone le ricerche e gli interessi in diverse aree. Creatore di concetti quali l'interfantasmatizzazione, l'Io-pelle, gli involucri psichici che mette in rapporto con le categorie del pensiero in un sistema di relazioni e corrispondenze reciproche, Anzieu evidenzia il pensiero per metafore, dando spazio alla sensorialità e alle connessioni tra il biologico e lo psichico come energia che va da una zona all'altra legando parti e funzioni. Anzieu considera il gruppo come un corpo con un involucro specifico da comprendere e di cui aver cura. L'autrice utilizza alcuni di questi concetti per esprimere la propria esperienza clinica nel lavoro con i gruppi psicoterapeutici e propone un'apertura verso l'uso di risorse e tecniche di mediazione nel lavoro terapeutico in psicoanalisi.
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6

Pellizzari, Giuseppe. "Il lavoro dell'adolescenza e il lavoro con l'adolescente." RICERCA PSICOANALITICA, no. 1 (March 2011): 109–21. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-001008.

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Abstract:
Il concetto di "lavoro" č implicito in tutta l'opera di Freud. Designa una attivitŕ di mediazione e di lotta con un oggetto, interno e/o esterno, che ostacola il soggetto imponendo una trasformazione. Il modello naturale di tale lavoro č l'adolescenza come processo di riorganizzazione psichica rivoluzionaria che implica uno sforzo creativo considerevole per ridefinire l'identitŕ del soggetto. La societŕ in cui viviamo tende a banalizzare questo compito favorendo la scarica eccitatoria immediata a scapito della creativitŕ che comporta il tempo. Il lavoro terapeutico con gli adolescenti consiste nel riattivare la drammaticitŕ della loro crisi piuttosto che reprimerla in modo rassicurante. Ciň implica la fiducia nelle nascenti capacitŕ creative dell'adolescente e nello stesso tempo la sospensione del proprio "supposto sapere" al fine di riconquistarlo insieme nella costruzione di un comune spazio di lavoro. Due esempi clinici esemplificano questo processo.
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7

Troisi, S. Cristian. "La memoria “viaggiante” fra identità e traduzione." Entreculturas. Revista de traducción y comunicación intercultural, no. 11 (March 3, 2021): 53–68. http://dx.doi.org/10.24310/entreculturasertci.v1i11.12103.

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Abstract:
Una delle caratteristiche principali della memoria è il suo essere in movimento, il quale, attraversa in maniera trasversale: nazioni, epoche e tecnologie. Rappresenta, inoltre, uno degli aspetti più rilevanti nella costruzione dell’identità; definisce e scandice la vita di un individuo o un gruppo sociale, li caratterizza indelebilmente nel tempo, viene ri-mediata all’interno dei media e dei diversi gruppi della nostra società. Questo suo “viaggio” transnazionale che percorre lo spazio, il tempo e le tecnologie in una continua mediazione e ridefinizione lo si assimila al medesimo cammino che in una certa forma compie la traduzione. È innegabile come memoria, identità e traduzione siano intimamente connesse fra di loro e a ciò che è racchiuso nell’essenza umana, che deve intendersi in una dialettica dell’implicazione e dell’ipseità/alterità.
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8

Santoro, Elena. "L'adattamento resiliente nei bambini vittime di abuso e maltrattamento: un'analisi dei fattori protettivi e dei meccanismi di mediazione." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (December 2011): 33–52. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-003003.

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Abstract:
L'articolo offre una rassegna degli studi piů attuali centrati sulla resilienza in bambini vittime di abuso e maltrattamento. Le evidenze empiriche riportano una percentuale piuttosto bassa (0-22%) di adattamento resiliente: alcuni bambini maltrattati manifestano risorse di resilienza, ma la maggior parte di loro incontra difficoltŕ nell'adattamento in diversi ambiti del funzionamento psicosociale e nel corso del tempo. La resilienza intesa come processo dinamico dipende da fattori biologici e psicologici, che interagiscono con fattori familiari e contestuali in grado di potenziare o indebolire le risorse dell'individuo, facilitando e promuovendo un percorso di adattamento positivo per alcuni o, di contro, diventando elementi di crisi e di disadattamento per altri. Ampio spazio viene dato alla letteratura sui fattori di protezione che, a livello individuale, familiare e sociale sono in grado di promuovere ed attivare i meccanismi di recupero e l'adattamento resiliente nei bambini vittime di abuso e maltrattamento.
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9

Stramaccioni, Alberto. "L'eredità di Raniero Panzieri. Una nuova cultura anticapitalistica." SOCIETÀ E STORIA, no. 174 (January 2022): 724–46. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-174003.

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Abstract:
L'autore ricostruisce l'azione politica e l'elaborazione teorica compiuta da Raniero Panzieri (1921-1964) negli anni della modernizzazione economica e sociale del secondo dopoguerra al fine di individuare le principali tematiche che, sulla base di una consistente produzione memorialistica e di un altrettanto rilevante indagine storiografica, hanno costituito i riferimenti per una nuova cultura anticapitalistica alternativa a quella della sinistra storica. Il dirigente socialista-secondo l'autore- esprimendo forti critiche alle politiche del Pci e del Psi , considerate riformiste, propone di realizzare una nuova sinistra per una migliore efficacia nella difesa degli interessi dei lavoratori. In questa prospettiva ritiene che si debba superare il modello leninista nella gestione del partito per dar vita ad una struttura organizzativa realmente al servizio della classe operaia; intende poi affermare nuove forme di democrazia diretta contro la tradizionale mediazione sindacale e politico-parlamentare; sostiene inoltre di dover rileggere la teoria marxista oltre il dogmatismo storicista al fine di elaborare una nuova sociologia della classe operaia. Queste tematiche "secondo l'autore-non trovano consenso nell'area della sinistra storica ma alimentano l'azione politica di una nuova generazione di militanti attiva nel biennio ‘68-'69 e poi trovano spazio negli anni settanta e ottanta in molteplici riviste e gruppi politici e ancora oggi ,fuori da ogni anacronismo o analogia comparativa, possono comunque suscitare un qualche interesse difronte ai profondi mutamenti del sistema capitalistico indotti dal rapido progresso tecnologico.
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10

Minetti, Maria Grazia. "Abitare il tempo tra continuità e cambiamento." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 2 (November 2021): 52–69. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-002004.

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Abstract:
L'autrice si interroga sulla tendenza di alcuni pazienti a fermare il tempo in attesa che il passato cambi, e a vivere ogni cambiamento come una catastrofe, per lo scatenamento di angosce di frammentazione e di perdita della propria continuità di esistenza. Questa continuità è illusoriamente mantenuta fermando il passato in attesa che cambi. La difficoltà ad abitare la propria vita e proiettarsi nel futuro è collegata a una impasse nel processo di soggettivazione che nasce dal conflitto tra l'essere conforme ai desideri inconsci dei genitori e al desiderio di esprimere un proprio progetto, seguendo i propri ideali dell'Io. Il conflitto viene negato e non affrontato per la paura del proprio odio e la fantasia conseguente di far morire i genitori. Si tratta del conflitto identificatorio di cui parla Piera Aulagnier, fra l'essere identificato e potersi identificare, che se non risolto dalla mediazione dell'Io, fra continuità e cambiamento, inchioda il soggetto a una identificazione alienante. Continuità coi valori e gli ideali del gruppo familiare e possibilità di uscire dal verdetto genitoriale e proiettare i propri ideali fuori dalla famiglia. Abitare quindi una genealogia, far parte di una catena generazionale, che in questi casi è bloccata, come se si dovesse restare figli per sempre, cloni dei propri genitori. L'analisi dovrà attivare una disidentificazione rispetto all'identificazione alienante che vive il soggetto, attraverso la funzione di rispecchiamento e di holding, coadiuvata dal setting, con la regolarità delle sedute, e con la sua funzione di terzo, che immette uno spazio fra simmetria e asimmetria, continuità e discontinuità. In particolare, l'analista dovrà tollerare momenti di impantanamento e, in alcuni casi, delle vere reazioni terapeutiche negative, soprattutto per la difficoltà a elaborare il lutto per ciò che non c'è stato e avrebbe potuto accadere ma non può avvenire. In queste situazioni, a volte, sembra presente un dissidio insanabile più che un conflitto, del tipo mors tua vita mea, che blocca l'attività di pensiero e ogni lavoro psichico. L'analista dovrà lavorare molto sul proprio controtransfert, reinterrogando il suo desiderio rispetto al paziente e alla propria identità di analista. Navigando tra i diversi registri dell'analisi, potrà incontrare il blocco del proprio pensiero, il sentimento di impotenza a cui potrebbe reagire con intolleranza verso il paziente e con un eccesso di furor curandi. Si tratta in fondo di riuscire a mantenere integra la propria capacità analizzante, quel restare vivo di winnicottiana memoria.
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Dissertations / Theses on the topic "Spazio di mediazione"

1

Perna, Cecilia. "Lo spazio di mediazione nella riqualificazione degli insediamenti di edilizia residenziale pubblica." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2015. http://hdl.handle.net/10556/2034.

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Abstract:
2011 - 2012
In the last decade the Housing demand has become heterogeneous and transversal: from the socio-economic demand for job and housing, to the environmental one for energy supply and sustainability, up to the one for the implementation of efficient networks, such as transports, social capital, biodiversity and opportunities. In this framework, the question of Housing strongly plays again the important role it had already had in the postwar years so we can question about what could be the design of the residence nowadays (both in the field of the project for urban expansion and in the one for the requalification of existing real estate). Considering the role that public housing programs have played in the construction of European cities in the last century, and regarding both the inherited amount of "public city" and the current condition of inadequacy of the overall quality of housing, it seems advisable to focus on research materials that could help in a redevelopment able to solve the current demand. The research aims to focus on the relevance of the "space of mediation" within the process of rehabilitation of public housing, particularly paying attention to three questions. First of all, the historical and theoretical requirements that allow us to individuate the importance of this type of space; second there will be analyzed some of the most current approaches put in place in France (as they may be considered avant – garde pioneering in the rehabilitation processes) by using a methodology based on critical readings of public housing spaces for dichotomies (in | out, front | back, nature | built, private | common); finally this methodology that opposes to a "hierarchical" logic of space, a "polar" one, will be used to support the analysis phase as that of the project itself in a specific case-study in Naples. [edited by Author]
XI n.s.
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2

Tiberi, Flavia. "The Frequency of Compassion di Merc Fenn Wolfmoor: Proposta di traduzione e riflessioni sull’uso di un linguaggio più inclusivo." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Questo elaborato si incentra su due temi principali: il primo è la traduzione dall’inglese del racconto The Frequency of Compassion di Merc Fenn Wolfmoor e i relativi problemi traduttivi; il secondo è un’analisi delle difficoltà che si hanno in Italia nel parlare di chi non rientra nel binarismo di genere uomo-donna e di alcune possibili soluzioni.
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3

BOLDO, Alessandro. "SPAZI “CRITICI” E POLITICHE AMBIENTALI. Rappresentazioni incerte in contesti deboli, il caso dell’Autorità di Bacino del Po e della Convenzione delle Alpi." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2388786.

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Abstract:
Is there a possibility talking about the environment by telling stories? Starting from the pretext of a planning exercise promoted by the Authority of Po River Basin, for the “maintenance” of mountain and hill territories of the basin; the research inquires the cogency and effectiveness of planning instruments facing to environmental changes, often triggered to solve emergencies, that affecting the socio-ecological regimes. It thus seeks to investigate, how institutions, in particular weak institutions (the IT Basin Authority and the IT Mountain Communities), coping with the unpredictability of accidental events, overwhelming (unknowingly) not only “instrumental” deficits (implementation and misfit), but also operative uncertainty and cultural productions equally unexpected. The problems, related to ecosystems and resources management or climate change, soil conservation, and the cooperative action global-local (and many others), are coming out with prominence on the political agendas as well as on technical one; moreover their approach is often independently, their approach is often, independently, by sector and / or hierarchically, than to socio-ecological regimes, that allow and provide a different “narrative” of the problems and weave unusual web. If the institutional challenge related to environmental policies is facing the cross-cutting approaches, it may not take into account the relevance of no-institutional agents, building networks and sharing knowledge, not only “expert” one. Therefore the shift towards this complexity of relationships, between different kinds of knowledge and different actions, not only institutional or technical, is the subject of inquiring, testing the settlement of an unprecedented political (environment) space. So, methodologically, it is alternating between “analysis” and “narrative” approach. Analysis, focusing on the use of tools to solve the so called environment crisis (MANUMONT Project, promoted by the Authority of Po Basin and the Alpine Convention as an example of Regional Environmental Governance); on the other side, Narration rised the prominence of "stylized facts" (no methods), stories (no big numbers), not merely interpretive, but explanatory emergence of smart players (who have staged unusual outcome for the creation of new spaces). Relating to the modernization and its different epistemological, and investigating them qith misty eyes is perhaps unprecedented fact, to build a new relationship between modernization and the environment. Is there a possibility to solve the relationship between modernization and environmental crisis? This work try to come out a different perspective, raising this relationship in tension and turning the terms of the relationship in: modernization crisis - environment. Three different epistemological modernizations are looking deeply, matching three different approaches to environmental problems: the instrumental one (the PdM of ADB Po), the reflective and self-consciousness one with institutional uncertainties following, and finally the discoursive comes from the overlapping stories and different scales (CA and eco-villages). A tension between speeches, which sees new political subjectivity for the environmental space, getting onto the pragmatic regimes its most convincing valiance. Therefore, challenges, faced by environmental - crisis - modernization, mustn't be address solving the environmental crisis, but considering the crisis, not something to contain or reduce, rather than be questioned.
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4

Cannalire, Simona. "La conquista del cosmo nell'immaginario sovietico: proposta di traduzione del capitolo "Kosmos" dal testo "60-e: mir sovetskogo čeloveka" di P. L. Vajl' e A. A. Genis." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16498/.

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Abstract:
Il presente elaborato si pone l'obiettivo di dimostrare quanto e come la conquista del cosmo abbia influenzato la società sovietica. Partendo da un excursus storico-politico-culturale sulla corsa allo spazio e sulle svariate forme espressive (cinema, architettura, cultura popolare in genere) derivate da questo evento, si scoprirà inoltre come la fascinazione del popolo sovietico verso l'universo abbia in realtà radici molto più profonde. Queste ricerche saranno collegate alla successiva proposta di traduzione da me realizzata del capitolo "Kosmos" appartenente al libro "60-e: mir sovetskogo čeloveka" che rafforzerà la mia tesi, in quanto essa rappresenta un fedele resoconto del pensiero, stile di vita e dei valori dell'uomo medio sovietico degli anni '60. Per finire, sarà presente una breve analisi delle scelte e tecniche traduttive utilizzate, sopratutto in relazione ai vari realia e riferimenti culturali presenti nel testo.
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5

Menchetti, Roberta. "La traduzione della pubblicità: analisi e proposta di traduzione della campagna pubblicitaria "Spain marks" di Turespaña." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Il presente elaborato ha come obiettivo lo studio dell’influenza culturale nella comunicazione pubblicitaria e nella sua traduzione, attraverso l’analisi e la proposta di traduzione di sei grafiche tratte dalla campagna pubblicitaria “Spain marks” di Turespaña. Il primo capitolo presenta un’introduzione generale sulla comunicazione pubblicitaria, con particolare attenzione alla sua natura poliedrica e alla funzione conativa che essa svolge. Successivamente, si analizza la traduzione della pubblicità e le diverse strategie di marketing e di comunicazione che le aziende possono adottare per una campagna pubblicitaria all’estero: standardizzazione, adattamento e glocalizzazione. Il secondo capitolo ha come oggetto il ruolo chiave della cultura nella pubblicità e nella sua traduzione: servendosi del modello di Hofstede per delineare le diverse caratteristiche culturali di un paese, si mostra che esse si riflettono nella comunicazione pubblicitaria, in quanto suggeriscono lo stile di comunicazione adeguato alla cultura di destinazione. In seguito, si sottolinea che la presenza della cultura non si limita al testo, bensì si estende anche al paratesto grafico: a questo proposito, si presenta un metodo di lettura e interpretazione delle immagini basato sui concetti di ‘studium’ e ‘punctum’, come suggerito dalla teoria della ‘paratraduzione’. Infine, l’ultimo capitolo applica tali concetti teorici alla proposta di traduzione corredata di commento di sei grafiche tratte dalla campagna pubblicitaria “Spain marks” di Turespaña.
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Books on the topic "Spazio di mediazione"

1

Spazio e luogo dell'azione teatrale: Possibilità di mediazione di investimento sul luogo. Civitella in Val di Chiana (Arezzo): Zona, 2008.

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Urso, Elena, ed. Le ragioni degli altri. Florence: Firenze University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-324-3.

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Abstract:
Il volume raccoglie diversi contributi, molti dei quali presentati in occasione di un ciclo biennale di incontri comparatistici, svoltisi presso l’Università degli Studi di Firenze ed organizzati dalla curatrice, con l’intento di proporre una visione critica ed interdisciplinare del tema della mediazione familiare. Dapprima, si affronta il tema della ‘giustizia mite’, grazie a una serie di saggi dedicati alla prospettiva filosofica, psicologica e formativa, nonché ai profili giuridici della materia. Si analizzano, inoltre, le esperienze dei principali ordinamenti di common law e di civil law, di cui si fornisce un esteso approfondimento, compiuto da vari esperti stranieri. Si prende in esame, quindi, un insieme di questioni attualmente oggetto di un acceso diabattito, in quanto correlate alla compresenza di modelli tradizionali ed innovativi, nell’ambito delle relazioni familiari. Infine, si dà spazio ad una riflessione incentrata sulle garanzie da apprestare a tutela dei soggetti coinvolti nel conflitto, non solo all’interno della famiglia, ma anche nel più ampio contesto educativo e sociale.
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3

Soldati, Maria Grazia. Quando l'altrove è qui: Costruire spazi di mediazione culturale ed etnoclinica. Milano: FrancoAngeli, 2006.

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4

Lo spazio della mediazione: Conflitto di diritti e confronto di interessi. Milano: A. Giuffrè, 2003.

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5

Bassani, Alessandra, and Francesca Pulitanò, eds. Tabellio, Notarius, Notaio: quale funzione? Una vicenda bimillenaria. Milano University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.54103/milanoup.97.

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Abstract:
Il volume nasce nell’ambito del progetto di ricerca multidisciplinare Linguaggi della mediazione notarile tra Medioevo ed Età Moderna (LIMEN) dell’Università degli Studi di Milano. Esso rappresenta un momento di confronto dedicato ai giuristi: un percorso diacronico, che spazia dalle origini della funzione notarile all’esercizio di essa nel nostro tempo. Si coglie, così, la varietà delle risposte che, in contesti cronologici e culturali variabili, mettono al centro un soggetto, il notaio, che dia garanzie di affidamento e di terzietà nella redazione e nella conservazione degli atti giuridici. La raccolta offre una raffigurazione ‘in movimento’ dei compiti dei notai, nel­la convinzione che il recupero delle radici storico-giuridiche e culturali possa fornire una chiave di lettura anche all’odierna pratica della professione, oltre a qualche spunto di apertura alle sollecitazioni del futuro.
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Book chapters on the topic "Spazio di mediazione"

1

Montorfano, Beatrice. "Ai confini dello spazio scenico : il Timone d'Atene di Branko Brezovec." In Mediazioni letterarie: itinerari, figure e pratiche. Pisa University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.12871/978883339257823.

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