Academic literature on the topic 'Spazio di libertà'

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Journal articles on the topic "Spazio di libertà"

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Nascimbene, Bruno. "Lo spazio di libertŕ, sicurezza e giustizia a due anni dall'entrata in vigore del Trattato di Lisbona." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 4 (March 2012): 13–26. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-004002.

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Abstract:
1. La definizione di spazio di libertà, sicurezza e giustizia2. La comunitarizzazione e il Trattato di Lisbona. Le residue competenze degli Stati3. Le situazioni di compromesso politico: immigrazione, cooperazione giudiziaria penale, accordi di Schengen4. Lo spazio e la tutela dei diritti fondamentali5. Le realizzazioni compiute. Le azioni necessarie6. Il principio del mutuo riconoscimento. La sua rilevanza, in particolare, nella cooperazione giudiziaria penale e nella politica di immigrazione e asilo
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Balaguer Callejón, Francisco. "L'impatto dei nuovi intermediari dell'era digitale sulla libertà di espressione." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (August 2021): 33–62. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-001002.

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Abstract:
Le nuove tecnologie hanno un impatto sia positivo che negativo sulla libertà di espressio-ne, sui diritti costituzionali e sui processi democratici. Tale incidenza è stata positiva nelle fasi iniziali di sviluppo del Web e in particolare nelle prime fasi del Web 2.0, quando Internet era progettato in modo più partecipativo e cooperativo. Negli ultimi anni, tuttavia, sono emersi processi gerarchici di organizzazione di informazioni e dati ad opera di grandi socie-tà tecnologiche che si pongono come nuovi intermediari tra utenti e sfera pubblica. La libertà di espressione è attualmente condizionata da questi intermediari che controllano i processi di comunicazione. L'articolo si propone di riflettere sul ruolo di questi nuovi intermediari in relazione alla configurazione della sfera pubblica nei sistemi democratici, mettendone in rilievo l'impatto riguardo alla libertà di espressione nell'ambito dei rapporti tra sfera pub-blica e privata e tra sfera statale e globale. In questi ambiti la capacità di regolazione e con-trollo da parte dello Stato si indebolisce a fronte del potere di queste grandi società che occu-pano e monopolizzano uno spazio pubblico dove la libertà di espressione viene ridotta a merce, tanto che informazioni e opinioni si trasformano in dati monetizzabili, attraverso gli algoritmi delle applicazioni Internet. In tal modo l'utilizzo di questi algoritmi, allo scopo di promuovere fake news e radicalizzazione per attirare l'attenzione del pubblico e generare maggiori guadagni, rischia di distruggere una percezione sociale condivisa della realtà. Tra le tante misure che possono essere adottate, spiccano quelle legate al diritto della concorren-za, ovvero basate su misure previste da regolatori istituzionali e volte ad ostacolare una concentrazione ancora maggiore di potere monopolistico. Tuttavia, invece di restrizioni, sarebbe preferibile lasciare spazio a una tecnologia aperta che ponga fine alla natura chiusa e gerarchica delle applicazioni.
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Masini, Paolo. "Libertà non è uno spazio libero. La Charrette: un modello di progettazione partecipata per i tempi (difficili) che corrono." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 87–103. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.364.

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Abstract:
Il presente scritto illustra sinteticamente un modello di progettazione partecipata discretamente nota in ambito urbanistico, la Charrette, dando evidenza di una possibile riduzione applicativa alla progettazione degli ambienti di apprendimento. Poiché tuttavia le dinamiche partecipative sono autentiche solo se pongono al centro l’idea di comunità educante, abbiamo riservato una breve introduzione per considerare se le diverse progettualità innovative degli spazi “oltre l’aula” riflettono davvero questa articolazione, oppure sono simili a grandi carovane migratorie di strumenti e strutture verso terre nuove, che lasciano però intatte in patria le cornici ideologiche e gli schemi mentali tradizionali del dispositivo-scuola (Foucault). Tutto sembrerebbe a portata di mano, invece la libertà non è uno spazio libero.
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Souza, Lidyane Maria Ferreira de, and Luca Baccelli. "L'UTILITÀ DELL’ANALISI CULTURALE DEI DIRITTI SOGGETTIVI RELIGIOSI." Revista Eletrônica do Curso de Direito da UFSM 17, no. 1 (December 31, 2022): e79979. http://dx.doi.org/10.5902/1981369470979.

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Abstract:
Nei paesi democratici, l’ordine giuridico in genere riconosce diritti soggettivi religiosi, prima di tutti la libertà religiosa. Dalla Guerra dei Trent’anni, un’ esperienza storicamente e geograficamente abbastanza specIfica, la libertà religiosa è presentata come soluzione universale alla sfida della coesistenza di differenti credenze religiose nello stesso spazio politico. Di conseguenza, si osserva come questi diritti promuovano determinati tipi di soggettività e di organizzazione religiosa. Dato che tale critica è già stata rivolta alla categoria dei diritti soggettivi, così come a quella dei diritti umani, questo articolo investiga se le risposte fornite a queste critiche – nell’ambito dei studi sociogiuridici, dell’analisi culturale del diritto e della filosofia e sociologia dei diritti umani – possono contribuire a riflettere sull’utilità dei diritti soggettivi religiosi per le persone di fede non egemonica. Si conclude che l’analisi culturale permette identificare possibili reinvenzioni della strategia politica dei diritti soggettivI religiosi.
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Herranz, Gonzalo. "Dimensioni culturali e tematiche dei movimenti pro-eutanasia: la situazione fuori dai Paesi Bassi." Medicina e Morale 50, no. 4 (August 31, 2001): 707–27. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.731.

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Abstract:
Sorge all’interno del dibattito teologico, da parte di chi maggiormente ha sentito l’influsso del cosiddetto (ma solo cosiddetto…) “cattolicesimo liberale” e soprattutto nell’ambito medico, in cui la linea di pensiero liberista e utilitarista ha un ampio spazio, la riflessione sulla “libertà del morire”. A nostro parere siamo di fronte ad un’inopportuna e falsificata accezione del termine libertà, che viene ad essere invocata per costruire e fondare un altrettanto falso “diritto a morire”. Si tratta di una concezione di libertà non autenticamente tale: il “diritto a morire” secondo noi non può esistere, perché si tratterebbe di una contraddizione in terminis, che va a minacciare il diritto ben più accertato e riconosciuto che è quello “a vivere”: esiste se mai un diritto a vivere qualitativamente bene, e non solo dal punto di vista biologico, ma soprattutto antropologico, anche l’atto supremo della vita umana naturale che è appunto il morire, inteso a tutti gli effetti come atto della vita. Anche la volontà del paziente (living-will) non è il termine ultimo della sua libertà, la quale ha da confrontarsi con altre volontà, come del resto accade in tutte le azioni umane. Saranno poi necessarie delle specificazioni, caso per caso, o per gruppo di casi, atte ad evitare le possibili forme di accanimento terapeutico, laddove si sostituisca un “vitalismo biologico”, il più delle volte artificiale e attuato con mezzi sproporzionati, alla vita propriamente intesa.
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Vietri, Agostino, and Alessia Buccino. "La storia di Maria, il "maschio sbagliato" L'odio è una coperta che nasconde il senso delle cose." PSICOBIETTIVO, no. 1 (March 2021): 89–100. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-001009.

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Abstract:
Il caso clinico si basa sull'integrazione degli interventi psicoterapeutici individuale e familiare. La vicenda personale e clinica di Maria sottolinea l'importanza di accogliere ed amplificare le emozioni ridondanti per poi ricostruirne la rete occulta di significati. Per accedervi abbiamo avuto bisogno della famiglia. Il percorso attraverso i miti ed i mandati familiari ha permesso di poterli riconoscere, esplicitare ed infine ricontrattare, creando uno spazio nuovo di libertà. È stato possibile decifrare il mandato assegnato a ogni membro della famiglia e introdurvi elementi di cambiamento. La psicoterapia familiare, attraverso la realizzazione di immagini metaforiche e di strumenti di rinarrazione, ha permesso a Maria per la prima volta di visualizzare un futuro che le consentisse di essere libera, superando l'odio e contemporaneamente preservando il legame con la sua famiglia. La psicoterapia individuale ha sostenuto queste trasformazioni che, senza uno spazio familiare condiviso, avrebbero fatto attrito con potenti e profonde istanze di cui sarebbe stato difficile liberarsi senza dolore.
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Lorenzetti, Anna. "Amministrazione penitenziaria, Volontariato, Terzo Settore." Società e diritti 8, no. 15 (January 11, 2023): 105–27. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/19680.

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Abstract:
Lo scritto analizza il ruolo del terzo settore e del volontariato nel contesto dell’amministrazione penitenziaria. A partire dalle origini, passando dal dibattito in assemblea costituente, si ripercorre l’evoluzione normativa che ha riconosciuto un sempre maggiore spazio all’intervento del volontariato che il terzo settore può inverare. Trattandosi di un momento di grande fermento normativo, alla luce di alcune recenti riforme, tra cui la c.d. Riforma Cartabia, lo scritto precisa rischi e potenzialità del terzo settore in un contesto peculiare quale quello volto ad accogliere – in termini simbolici e pratici – chi sia privato della libertà personale, collocandoli nel quadro costituzionale. Sono in particolare i principi di solidarietà, di pari dignità, il principio personalista e il finalismo rieducativo a deporre per un sempre maggiore spazio del terzo settore nel contesto penitenziario, ferma restando la necessità di marcare una distanza rispetto a ruoli e funzioni dell’amministrazione pubblica, anche al fine di evitare che risultino non visibili le vistose inefficienze nei servizi trattamentali.
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Casini, Marina, and Antonio G. Spagnolo. "Aspetti giuridici, deontologici ed etici della prescrizione medica degli estroprogestinici a scopo contraccettivo." Medicina e Morale 51, no. 3 (June 30, 2010): 429–51. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.692.

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Abstract:
Di fronte alla richiesta della donna, la prescrizione di sostanze estroprogestiniche con funzione contraccettiva è da considerarsi un atto cui il medico è tenuto, oppure al medico è lasciato uno spazio di libertà per opporsi alla richiesta e seguire i dettami della propria coscienza? La questione venuta alla ribalta con una sentenza del Tribunale di Milano (1997) è affrontata a partire da un’indagine ricognitiva di carattere giuridico relativa all’introduzione nel nostro ordinamento della contraccezione. Viene poi fatta la triplice distinzione: c.d. “contraccezione d’emergenza”, contraccettivi che potrebbero avere un’efficacia abortiva e contraccezione vera e propria. Mentre nel primo caso è possibile ricorrere all’art. 9 L. 194/1978 (obiezione di coscienza all’aborto), nel secondo e nel terzo la lettera e la ratio dell’art. 9 conducono ad una sua non applicabilità. Questo tuttavia non significa obbligare il medico a prestazioni contrarie alla propria coscienza o al proprio convincimento clinico. Alla luce di alcune norme della legislazione sanitaria e del codice deontologico emerge il ruolo centrale della fiducia rapporto medico-paziente e il criterio della libera scelta che presiede tale rapporto. Il carattere fiduciario basato sulla libera scelta, comprende anche la sfera delle convinzioni morali del medico. Questi può dunque contare su un margine di libertà per esprimere contrarietà a quanto richiesto da paziente e il paziente può avvalersi della sua libertà di cambiare medico.
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Rampone, Celeste. "Intessere relazioni. Un'ipotesi di progetto da - e per - la città." TERRITORIO, no. 100 (November 2022): 86–91. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100010.

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Abstract:
La tendenza verso un minor coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni riguardo la città emerge con chiarezza analizzando il fenomeno dei lavoratori di piattaforma e, nello specifico, dei rider. Fattori legati alle peculiarità di questa modalità di lavoro, come l'algoritmo che lo governa e il pagamento a cottimo, negano ai rider libertà di scelta nell'impostazione - e nella geografia - del lavoro. Inoltre, fondano una situazione discriminatoria e la necessità di progettare un rinnovato coinvolgimento di questi attori e di tutti i cittadini nelle decisioni sullo spazio urbano, attraverso l'inclusione delle istanze di cui sono portatori e un ripensamento delle sue infrastrutture, verso una città maggiormente accogliente e veicolo di un sistema di diritti realmente esercitabili.
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Anna Manfredi, Rita. "Gioco nei limiti - Gioco dei limiti." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 1 (June 2021): 56–71. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-001004.

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Abstract:
L'autrice prende in esame il gioco nei limiti e sottolinea l'importanza del senso di libertà che il soggetto deve vivere e provare perché questa attività risulti ri-creativa e possa permettere la distinzione fra realtà interna e realtà esterna. Nello spazio intermedio che si crea l'Io raggiunge così una identità rappresentativa e sublimatoria. Il gioco dei limiti, invece, appare una attività che cerca, attraverso rischi esterni, di negare un vuoto profondo. Il gioco diventa un feticcio che viene usato per nascondere il "mancante" e che procura al soggetto una sensazione di estasi, di vitalità e una convinzione di eternità. Il gioco d'azzardo viene presentato attraverso un caso clinico. L'autrice utilizza tecniche non classiche dal punto di vista psicoanalitico al fine di relazionarsi con il paziente e aiutarlo a uscire dalla compulsione di ripetizione.
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Dissertations / Theses on the topic "Spazio di libertà"

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Perego, Alessandro. "L'Amministrazione dei beni come spazio di libertà per l'ordinamento canonico." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423694.

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Abstract:
“The administration of the temporal goods as a space of liberty for the Canonical legal system.” is both the title and the subject matter of this doctoral thesis. The topic, which represents a clear example of res mixtae, is analyzed from the perspective of the Canonical legal system, seeking to give an original and complete review of the juridical terms by means of which the Catholic Church vindicates for itself the right to administrate its temporal goods. The analysis starts from the Canon 1254 of the current Codex Iuris Canonici, which recognizes the ius pubblicum ecclesiasticum principle according to which the Catholic Church by innate right is able to acquire, retain, administer and alienate temporal goods in order to pursue its proper purposes In particular, this provision is considered under the profile of the historical evolution that led to the current wording as well as in its dogmatic meaning and in the implications with the current Canonical legal system. After having defined – through the analysis of this provision – the space of patrimonial freedom that the Catholic Church asks for itself, the thesis deals with the provisions of the Book V, Title II of the Codex Iuris Canonici, which are dedicated to the administration of the temporal goods belonging to the Catholic Church. Firstly it considers the subjects involved at any title in the administration of ecclesiastical goods (such as the Roman Pontiff, the Ordinary, the Immediate Administrator, the finance officer, the finance council and the conference of bishops). Secondly it pays attention to the different acts of administration (transactions which can worsen the stable patrimony of the owner legal entity, acts of ordinary and extraordinary administration, maioris momenti acts). Finally, the thesis deals with the pathology of the acts of administration in the Canonical legal system, with regard both to the effects of the invalidity and the deriving responsibility, and with the relationships between the provisions of the Title II and the Italian legal system.
La tesi ha come titolo ed oggetto d’indagine “l’amministrazione dei beni temporali come spazio di libertà per l’ordinamento canonico”. Il tema, che rappresenta una delle più tipiche res mixtae, è affrontato ponendosi nella prospettiva dell’ordinamento canonico e cercando di offrire un’originale ed esaustiva trattazione dei termini giuridici con cui la Chiesa cattolica rivendica per sé la libertà di amministrare i beni temporali. L’analisi è condotta a partire dal canone 1254 del vigente Codex iuris canonici che riconosce il principio dello ius pubbblicum ecclesiasticum per il quale la Chiesa ha il diritto nativo di acquistare, possedere, amministrare ed alienare i beni temporali per conseguire i fini che le sono propri. In particolare, la norma è considerata tanti sotto il profilo dell’evoluzione storica che ha condotto alla formulazione testuale vigente quanto nel suo significato dogmatico e nelle sue implicazioni nell’ordinamento canonico vigente. Definito attraverso lo studio di questa norma lo spazio di libertà patrimoniale che la Chiesa rivendica per se stessa, lo sviluppo della tesi riguarda le norme contenute nel titolo II del libro V del Codex iuris canonici, dedicato all’amministrazione dei beni temporali della Chiesa. Di esso vengono presi in considerazione dapprima i soggetti coinvolti a vario titolo nell’amministrazione dei beni ecclesiastici (il Romano Pontefice, l’Ordinario, l’Amministratore immediato, l’economo, gli organi consultivi con competenze economico-patrimoniali e le Conferenze episcopali) e successivamente, le differenti tipologie di atti di amministrazione (atti che intaccano il patrimonio stabile del soggetto giuridico proprietario, atti di ordinaria e di straordinaria amministrazione, atti maioris momenti). Concludono l’elaborato una riflessione sulla patologia dell’atto di amministrazione nell’ordinamento canonico, sia per quanto riguarda gli effetti della sua invalidità sia per quanto attiene la responsabilità che ne discende, e un esame delle connessioni ed i rapporti della disciplina del titolo II con l’ordinamento statuale italiano.
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Bazzocchi, Valentina. "I diritti fondamentali nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia dell'Unione Europea." Université Robert Schuman (Strasbourg) (1971-2008), 2007. http://www.theses.fr/2007STR30007.

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Abstract:
L’espace de liberté, de sécurité et de justice est devenu progressivement l’une des priorités de l’UE. Il est souvent analysé du point de vue des avantages qu’il garantira aux citoyens de l’Union et, plus généralement, aux individus qui s’y trouvent. Mais cet espace a un « côté obscur»: les limitations des droits individuels qu’il peut, par sa nature, impliquer. La recherche se propose de vérifier si les actes adoptés dans cet espace garantissent un équilibre entre les exigences de sécurité et celles de protection des droits individuels. Les paramètres de référence utilisés sont la Convention européenne des droits de l’homme, la Charte des droits fondamentaux de l’Union européenne et la jurisprudence des Cours de Strasbourg et de Luxembourg. De l’analyse des actes ayant des répercussions sur la protection des données, il apparaît une tendance à considérer prioritaire l’aspect sécuritaire. De l’analyse des actes ayant des conséquences sur les garanties procédurales, il apparaît une tendance à développer la dimension épée du droit pénal. L’absence d’un système complet de remèdes juridictionnels dans le troisième pilier constitue une limite que l’intervention des juridictions nationales et de la Cour européenne peut en partie combler. Une révision des Traités serait donc nécessaire aussi pour éviter les conflits intrapiliers, toujours plus fréquents. Seulement un développement parallèle des exigences de sécurité et celles de protection des droits individuels peut assurer la réalisation d’un réel espace de liberté, de sécurité et de justice de l’UE
The Area of freedom, security and justice has increasingly become one of the fundamental objectives of the European Union. This is often analysed for the benefits that it will guarantee to the European citizens as well as to all the individuals within its territory. However, this Area has a “dark side”, namely the limits that for its own nature it might entail to individual rights. This research aims at assessing whether the acts adopted in this Area guarantee a balance between the need of security and the need of protection of individual rights. References that have been used are the ECHR, the Charter of fundamental rights of the eu and the case law of the European Court and the Court of Justice. From an analysis of the legislation that has implications on data protection; a trend has emerged to consider the security aspect as a priority. From an analysis of the legislation on the procedural rights, a trend has emerged to develop the repressive aspect of criminal law. The absence of a complete system of judicial remedies in the third pillar is limit that the national judges and the European court can only partially overcome. A treaty’s reform is therefore necessary, also in order to limit interpillar conflicts. Only a parallel development of the needs of security and of protection of individual rights can ensure the achievement of a real Area of freedom, security and justice of EU
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Bazzocchi, Valentina <1976&gt. "I diritti fondamentali nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/502/1/TesiValentinaBazzocchi.pdf.

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Bazzocchi, Valentina <1976&gt. "I diritti fondamentali nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/502/.

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Ceci, Giuseppina. "Il progetto di creazione della Procura europea nello spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/3178.

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Abstract:
2015 - 2016
The article 86 TFEU estabilishes that in order to combat crimes affecting the financial interests of the Union, the Council may establish a European Public Prosecutor's Office from Eurojust. To carry out the cited norm, on the wake of the projects of “Corpus Juris” and “Model Rules”, the Commission worked out a proposal for a Council Regulation on the establishment of the European Public Prosecutor's Office (COM/2013/0534 final). On this proposal the Council wasn’t able to obtain the unanimity, anyway 20 Member States decided to establish enhanced cooperation to adopt the Regulation de quo. Waiting for the consent of the European Parliament, we wish that the expectant organ won’t be too much “weak” and that it will be able - even if without a “european criminal law” – to efficiently protect the financial interests of the EU, in the perspective of a full achievement of the european area of freedom, security and justice. [edited by Author]
XXIX ciclo
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Gatto, Cosimo Emanuele <1990&gt. "La prevenzione e la risoluzione dei conflitti di giurisdizione nello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9776/1/Gatto_Cosimo%20Emanuele_Tesi.pdf.

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Abstract:
L’elaborato ha ad oggetto lo studio della tematica inerente alla prevenzione e alla risoluzione dei conflitti di giurisdizione tra autorità giudiziarie appartenenti a Paesi membri dell’Unione europea, in presenza di un reato caratterizzato da elementi di transnazionalità. In questi casi è necessario elaborare alcuni canoni idonei a individuare per tempo l’autorità giudiziaria competente a condurre l’attività di accertamento. Tale esigenza sorge a causa della lacunosità ed insufficienza dell’attuale normativa (Decisione quadro 2009/948/GAI) sotto molteplici profili: il riferimento è tanto alla carenza di tassatività e cogenza dei criteri necessari a radicare la giurisdizione in un determinato Stato, quanto all’irrilevanza, nelle dinamiche inerenti alla scelta del foro, dei diritti di difesa dell’indagato. In questa prospettiva, occorre dunque trovare un punto di equilibrio tra le istanze repressive e quelle di tutela dei diritti fondamentali: detto altrimenti, l’esigenza di evitare di prevenire “zone franche” nello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia – anche alla luce della libertà di movimento dei soggetti e dunque dei criminali – non può comportare la lesione della sfera giuridica del cittadino europeo. Il presente lavoro di ricerca, sulla scorta dell'analisi tanto dei principi quanto delle regole attualmente vigenti, si pone l'obiettivo di individuare delle guidelines in linea con il portato garantistico della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea ed efficaci per assolvere il mandato presente all’art. 82, § 1, lett. b) TFUE: ossia di prevenire e risolvere i conflitti di giurisdizione.
This research aims to study the issue of preventing and resolving conflicts of jurisdiction between judicial authorities of EU Member States when faced with transnational crimes. In such cases, it is necessary to spell out criteria that can identify in advance the competent judicial authority. The current legislation (Framework Decision 2009/948/JHA) is not sufficient in many regards: in particular, the current system lacks precision and cogency in the determination of a State’s jurisdiction and puts no value in the individual’s defence rights when establishing the forum. Therefore, in this perspective, it is necessary to find a balance between the repressive instances and the protection of the fundamental rights. In other words, the prevention of "free zones" in the Area of freedom, security and justice – also keeping in mind individuals and criminals freedom of movement – cannot encroach upon the legal sphere of the European citizen. After the analysis of current principles and rules, this thesis aims to identify appropriate guidelines, in line with the guarantee content of the Charter of Fundamental Rights of the European Union and with the effective fulfilling of the mandate of Article 82(1)(b) TFEU: to prevent and resolve conflicts of jurisdiction.
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Tracogna, Clara. "Il ne bis in idem europeo e i conflitti di giurisdizione nello Spazio di Libertà, Sicurezza e Giustizia." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427477.

Full text
Abstract:
Summary The dissertation deals with the European ne bis in idem principle and conflicts of jurisdiction in the European Area of Freedom, Security and Justice. The first chapter explains the rationale of the principle, distinguishing between ne bis in idem at the national and international level. Confirming that double jeopardy is not a general principle of international law yet, it is explained that a decision can prevent a second trial only when this rule is stated in an international Convention. However, in the European Area, artt. 54-58 of the Schengen Agreement recognize a ne bis in idem effect to foreign decisions. Recently, art. 50 of the European Charter of Fundamental Rights states that in the European Union the ne bis in idem principle is a fundamental principle. Chaper II and III explain the meaning of idem factum and final decision in light of both national jurisprudence and European Court of Human Rights and European Court of Justice decisions. The concept of idem factum has been interpreted by the European Court of Justice as referring only to the nature of the acts, encompassing a set of concrete circumstances which are inextricably linked together, irrespective of the legal classification given to them or the legal interest protected. As for the final decision, the Court states that, despite the legal classification of the decision, it is important that in the State that first decided the issue this decision has the effect to prevent a second trial. In both chapters some core questions are developed suggesting that, while looking forward a definition of idem factum and final decision developed at the European level, the current possibility to develop a common definition is based on European Court of Justice jurisprudence. The last chapter focusses on The Green Paper on ne bis in idem and conflicts of jurisdiction and on the Framework Decision 2009/948/JHA that approved a model of resolution and prevention of conflicts of jurisdiction among European Union member States. The Framework Decision introduces a consulting procedure that the States should start whenever they have the suspect that a parallel trial for the same facts against the the same person is pending in another member State. However, the grounds to choose in which State to hold the trial are not specified. When implementing the Framework Decision (deadline: 15th June 2012), the Italian Parliament should face some problems of consistency with Constitutional principles, as the right to defence (nor the defendant or the defendant’s lawyer take part to the procedure related to conflicts of jurisdiction); the mandatory criminal prosecution principle; the principle that states that no special judges are admitted. Some suggestions are given in order to easier the implementation of the Framework Decision and to balance its rules with the Italian Constitution principles.
Sintesi La tesi è dedicata al ne bis in idem europeo e ai conflitti di giurisdizione nello Spazio di Libertà, Sicurezza e Giustizia. Il primo capitolo ricostruisce il fondamento della garanzia, individuando le distinzioni configurabili nel ne bis in idem interno e internazionale. Si nega l’esistenza di una consuetudine internazionale che incorpori il divieto di doppio giudizio nei rapporti tra gli Stati: affinchè a una decisione straniera possa essere riconosciuta forza di giudicato, è necessario che un accordo internazionale vincoli gli Stati in tal senso. Tuttavia, in ambito europeo si è sentita l’esigenza di assicurare a questo principio una più ampia tutela. Nel 1990, la Convenzione di Applicazione dell’Accordo di Schengen ha previsto alcune disposizioni (artt. 54-58) che riconoscono effetto di cosa giudicata alle decisioni irrevocabili straniere. Infine, con la Carta di Nizza, l’art. 50 ha trovato finalmente collocazione nel documento che tutela i diritti fondamentali nell’Unione europea: nello Spazio europeo di Libertà, Sicurezza e Giustizia, il principio del ne bis in idem ha ora rango di diritto fondamentale. Nel secondo capitolo e nel terzo capitolo si rende conto del significato di idem factum e di sentenza definitiva secondo la giurisprudenza delle corti nazionali, della Corte europea dei diritti dell’uomo nonché della Corte di giustizia europea. Per la Corte di giustizia l’identità deve essere intesa come esistenza di un insieme di fatti inscindibilmente collegati tra di loro, indipendentemente dalla qualificazione giuridica o dal bene giuridico tutelato, che sono infatti mutevoli nei diversi Stati. Quanto alla decisione definitiva in grado di precludere un successivo accertamento, la Corte ritiene che, al di là del nomen iuris del provvedimento, conta che, nello Stato al quale appartiene l’autorità che lo ha pronunciato, questo sia comunque in grado di impedire un successivo accertamento. In entrambe i capitoli si individuano alcuni punti critici che dovranno essere in futuro risolti attraverso una nuova definizione del divieto di doppio giudizio ovvero, se l’impianto normativo dovesse rimanere quello attuale, attraverso l’interpretazione della Corte di giustizia. Nell’ultimo capitolo, infine, si analizza il Libro Verde del 2006 sul ne bis in idem e i conflitti di giurisdizione e la Decisione quadro 2009/948/GAI che ha introdotto una serie di meccanismi per la prevenzione e la risoluzione dei conflitti di giurisdizione tra Stati membri dell’Unione europea. La Decisione quadro prevede un meccanismo obbligatorio di consultazione che gli Stati avviano quando un’autorità che ha instaurato un procedimento abbia fondato motivo di ritenere che in un altro Stato pende un giudizio parallelo per i medesimi fatti nei confronti della stessa persona. Tuttavia, non vengono individuati i criteri per la determinazione dell’autorità mieux placée per accertare i fatti. In occasione del recepimento nel nostro ordinamento, che dovrà avvenire entro il 15 giugno 2012, si porranno alcuni problemi di compatibilità con alcuni principi fondamentali, quali il diritto di difesa, poiché né imputato né difensore sono coinvolti nel procedimento di consultazione; il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale nonché il principio del giudice naturale precostituito per legge. Si propongono quindi alcune vie interpretative per favorire il recepimento della normativa tramite un bilanciamento dei principi in gioco.
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Tomasi, L. "La tutela comunitaria della vita familiare tra mercato interno e spazio di libertà, sicurezza e giustizia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2007. http://hdl.handle.net/2434/52020.

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Abstract:
The thesis inquires into the features of EC regulation of family relationships. Respect for family life is a fundamental right recognised by the European Union. Protection of family life arises as a spill-over effect of EC free movement, immigration and sex equality law. It also constitutes an object of EC private international law. Legislation and case-law demonstrate the emergence of a principle of respect throughout the Member States of the European citizens personal and family status as a condition for effective free movement. Such a principle may prevent the application of national laws denying recognition of a family status acquired in another Member State. However, the recognition of status may be inhibited by the necessity to protect general interests of the Member States, whose legitimacy is to be assessed by the European Court of Justice. The principle of recognition of status also deserves a role within the enactment of EC private international law in family matters under art. 65 EC. In conclusion, EC action in family matters is aimed at promoting mutual recognition of family status between the Member States, rather than at harmonising family laws
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Ferraro, Francesca. ""Lo spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia fondamento per una democrazia europea oltre lo Stato?" Sicurezza Diritti umani e Sovranità "condivisa" nell'Unione europea." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/597.

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Abstract:
2010 - 2011
Questa ricerca è strutturata in tre parti distinte: - La Prima Parte affronta la questione chiave dei: “Mutamenti nel rapporto fra territorio e spazio nell’Europa moderna”. Un nodo teorico senza il quale non si riuscirebbe a comprendere il tentativo di costruzione di uno "spazio giuridico comune" dell’ Unione europa attuale che si deve misurare con la presenza di territori nazionali con una loro specificità geografica, storica, politica e giuridica, che ancora forniscono senso di appartenenza. Da qui' la dialettica fra territorio e spazio che mantiene e, anzi, acuisce la sua centralità come emerge dal processo costituente dell'Unione europea e in parallelo dall'esperienza derivante da sessant'anni di giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'Uomo. Anche da questo punto di vista, il processo di costruzione dell’Europa è intimamente dialettico, muovendo essenzialmente dalle realtà statali per intravedere la via travagliata che conduce oltre di esse: il rapporto fra Stato e territorio ha segnato la storia dello Stato e della dottrina ad esso relativa. Lo spazio comune europeo si inserisce come elemento necessario e critico di analisi. -La Seconda Parte è dedicata a: “Lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia alla luce dei trattati dell'Unione europea”. E’ una parte necessariamente più "specialistica", che entra in un campo storico-giuridico, provando a descrivere il funzionamento dello spazio comune dell'Unione europea posto in relazione con l’insieme delle innovazioni istituzionali in cui è inserito e, quindi, cercando anche di analizzare i mutamenti morfologici in termini di sovranità e legittimazione che ne derivano. Diviene, dunque, centrale, la legittimazione attraverso i diritti, attraverso la novità del carattere vincolante della “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea” e il principio di cittadinanza. -La Terza Parte si concentra su: “La legittimazione dello spazio multilaterale dell'Unione europea” e prova ad aprire lo sguardo sul rapporto fra l’Europa dello "spazio comune" e gli spazi globali, su cui tutte le entità, statali e non-statali, oggi si relazionano. In questo spazio comune, il tema della democrazia e della sovranità si trovano intimamente interconnessi. La questione centrale per sviluppare questa analisi è: quale contributo può dare l’Europa (l'Unione europea) della “sovranità condivisa” in uno spazio oltre gli Stati nazionali per la legittimazione di una visione multilaterale della governance globale. [a cura dell'autore]
X n.s.
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CASTAGNO, JEAN PAULE. "Il mandato europeo di ricerca delle prove. Presente e futuro del principio di mutuo riconoscimento delle decisioni giudiziarie penali." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/14743.

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Abstract:
L'elaborato si propone di richiamare la nozione di cooperazione giudiziaria in materia penale; analizzare il principio del mutuo riconoscimento delle decisioni penali, svolgendo un excursus storico che mostri in quali contesti è nato il principio del mutuo riconoscimento e come ha ivi trovato applicazione; esaminare la decisione quadro relativa al mandato europeo di ricerca delle prove, evidenziando possibili criticità applicative; indagare le attuali difficoltà di attuazione dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, valutando il possibile suggerimento di soluzioni alternative.
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Books on the topic "Spazio di libertà"

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Verso l'Europa dei diritti: Lo spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia. Bologna: Il mulino, 2005.

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Simone, Magherini, and Universita di Firenze. Centro di studi "Aldo Palazzeschi"., eds. Il codice della libertà: Aldo Palazzeschi (1885-1974) : catalogo della mostra documentaria : Galleria d'arte moderna e contemporanea di Bergamo, Spazio parolaimmagine : Bergamo, 9-11 dicembre 2004. Firenze: Società editrice fiorentina, 2004.

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Negri, Antonio. Le verità nomadi: Per nuovi spazi di libertà. Roma: Antonio Pellicani, 1989.

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4

Caruso, Corrado. La libertà di espressione in azione. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg268.

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Abstract:
l volume propone una rinnovata lettura della libertà di manifestazione del pensiero, classico tema della riflessione costituzionalistica, attraverso un'analisi casistica articolata su due livelli. Il lavoro ripercorre sia la giurisprudenza costituzionale sui limiti alla libertà di espressione e sui mezzi di diffusione del pensiero, sia gli orientamenti dei giudici ordinari e amministrativi su alcuni casi emblematici riguardanti, ad esempio, le opinioni razziste e "negazioniste"; il diritto di cronaca, di critica politica, di satira; la disciplina del mercato radiotelevisivo, della par condicio e della stampa on-line. La libertà di espressione è così descritta "in azione", a partire dall'opera delle Corti, che assurgono al rango, tanto promettente quanto impegnativo, di "custodi" del discorso pubblico, cioè di uno spazio di comunicazione che contribuisce a fondare l'autonomia politica di individui e soggetti privati.
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Non sono forse libero? (1 Cor 9,1): Spazi e confini della libertà : atti della XLV Sessione di formazione ecumenica, Chianciano Terme, 27 luglio-2 agosto 2008. Milano: Àncora, 2009.

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Book chapters on the topic "Spazio di libertà"

1

Andreini, Laura. "Spazio libero e barriere attraversabili:." In Dalla 16. Biennale di Architettura, 89–96. Quodlibet, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvb1hs8f.15.

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2

Morelli, Alice. "Nel tempo e nello spazio. Linguaggio e natura nella filosofia di Ludwig Wittgenstein." In Philosophica. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-325-0/010.

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Abstract:
The paper focuses on some naturalistic aspects of Wittgenstein’s later philosophy. Wittgenstein has often been considered a radical anti-naturalist philosopher, mainly because he does not endorse the thesis of the continuity between philosophy and science. However, it will be argued that Wittgenstein’s later philosophy incorporates a kind of naturalism without naturalization, i.e., a liberal naturalism, in virtue of the relation between human nature and language. It will be concluded that Wittgenstein’s liberal naturalism provides an example of a naturalistic perspective on language which avoids the limits of an intellectualist approach without leading to scientism: this is meant to express the irreducibility of naturalism to the mere scientific version.
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3

Viggiano, Romina. "La Spagna nelle prime Biennali veneziane del secondo dopoguerra." In Storie della Biennale di Venezia. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-366-3/020.

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Abstract:
This essay aims to analyse the Spanish Pavilion at Venice Biennale in the years from 1948 to 1956. Rosalía Torrent calls this chronological arc años de travesía: from 1948 precisely because within the Biennales under Francoism (1938-76) it marks the passage to the commissioner of Luis González Robles, who materializes and exports a ‘modern’ image of Spain that justifies on a political level the tacit acceptance of the regime among the Western powers in defence of the ‘red danger’. The period shows the weakness of liberal hopes and the exploitation of art by the dictatorship.
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Conference papers on the topic "Spazio di libertà"

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Burgio, Gianluca, and Giovanna Acampa. "Paradigmi relazionali nello spazio urbano: il caso-studio del centro storico di Palermo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8031.

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Abstract:
In questo scritto analizzeremo le modalità attraverso le quali vengono sovvertite, con piccole azioni dei cittadini, le regole che disciplinano gli spazi urbani. Partendo dal caso studio del centro storico di Palermo illustreremo come la “conquista” anche temporanea, di strade e piazze possa permettere una rivitalizzazione ed una rivalutazione dei luoghi. Il nostro interesse è rivolto a comprendere come si siano sviluppati processi di ri-conquista dello spazio urbano, che hanno permesso di “addomesticare” alcuni spazi della città, modificando usi e configurazioni comuni, che estrapolati dal contesto abituale sono stati inseriti in nuove relazioni. La scelta di prendere Palermo come caso studio deriva da alcune caratteristiche di questa città: la prima caratteristica può essere individuata nelle sue radici storico-culturali che in qualche modo favoriscono l’insediamento di nuove comunità; l’altra caratteristica è che le forme di scambio con abitanti di diverse culture avvengono, non in periferia, ma in centro. Questo rende la città siciliana un caso non unico ma atipico nel panorama europeo, dove si tende ad avere una spinta centrifuga e quindi una emarginazione delle popolazioni non locali e dei ceti meno abbienti. Da questo punto di vista il centro di Palermo può essere considerato come una sorta di spugna, che riesce non solo ad assorbire nuove comunità ma anche ad attrarre esponenti del ceto sociale medio. A differenza di altre città europee, dove si sono innescati processi di gentrification grazie agli interventi strutturali promossi dalla pubblica amministrazione, a Palermo il processo di riqualificazione è dovuto a piccole azioni promosse dai residenti. L’inversione della tendenza degenerativa che era in atto e l’inversione dell’andamento dei valori immobiliari non è dovuta quindi ad una politica integrata, quanto alla libera iniziativa delle fasce sociali più deboli. In this script we’ll describe the everyday,little actions of the citizens that break the rules of the urban areas’ organization. Starting from the Old Town of Palermo, that we used as the example in our analysis, we’ll show how the “conquest”, even just temporary, of streets and squares could achieve a revitalization and a revaluation of quarters. Our focus is on understanding how revitalization/ re-conquest of urban areas has taken place. By altering people preconcieved ideas of areas of the city, this process achived the “domestication” of some areas that, out of their usual context, are inserted in new relations. Our choice to take Palermo as example derives from some typical characteristics of this city: the first one is due to its historical-cultural origins which, in some way, favor the settlement of new comunities; the second is that the way of live among population of different cultures develops in the centre of the city, not in the suburbs. These features make Palermo not unique, but atipical compared to the rest of Europe where immigrants and lower-class people, are generally forced to the external areas of towns. From this point of view we can imagine Palermo’s Old town as a sponge which is able not just to absorb new comunities, but also to attract people from the middle classes. In European cities gentrification processes are started thanks to projects realized by the Public Administrations, On the contrary in Palermo this process generates from actions of the inhabitants themselves. The change of degenerative trend and the increasing value in the Real Estate Market is therefore not caused by a political action, but thanks to the initiative of the lower class.
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Andreassi, Fabio, and Ottavia Aristone. "Geografia e storia nei territori sensibili: rischio, emergenza e memoria: prove di dialogo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7934.

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Abstract:
Si vuole esplorare il significato nella pratica di alcune parole chiave quali cambiamento, collasso, emergenza, memoria, rischio e la loro eventuale capacità di esplicitare i nessi tra geografia e storia nei territori sensibili. Per i sapere non esperti, la nozione di rischio diventa cangiante: declinata al passato in forma di mitografia o respinta e scomoda declinazione del futuro, al presente tende a perdere un significato proprio per scivolare nel campo semantico dell'emergenza. Questa coniugazione produce azioni, nell'unità di spazio-temporale del disastro, che appartengono all'emergenza: depotenziata di un passato irripetibile e di un futuro incerto, si configura quale potente veicolo del potere, avendo liberato le decisioni dalle procedure necessarie per la verifica della opportunità tecnica e del consenso consapevole. Nei "casi di emergenza" si riduce la relazione decisionale con gli abitanti coinvolti; il coordinamento e la gestione assumono forme autoritative e astratte, inconsapevoli della soglia di sopportabilità del rischio da parte delle popolazioni. L'efficienza dell'intervento di prima istanza non corrisponde alla efficacia nella media durata laddove l'azione pubblica non orienta le possibili scelte e non ne supporta i processi attuativi e adattivi. Our intention is to explore the practical meaning of certain key-words such as change, collapse, emergency, memory and risk, and how they may explain the links between the geography and history of sensitive areas. For non-experts, the notion of risk is many-faceted: when declined in a past sense as a myth, or a rejected, inconvenient declination of the future, in the present, it loses its intrinsic meaning and comes to refer to an emergency. This conjugation produces actions, within the space and time of the disaster, which are proper to the emergency: its unrepeatable past weakened and with an uncertain future, it emerges as a forceful vehicle of power, which takes all the decisions and enforces the procedures necessary for assessing technical necessities and conscious consensus. In "cases of emergency", the inhabitants involved are deprived of their part in decision-making, while the management of the emergency takes on an abstract and authoritarian form and seems unable to sense the threshold of tolerance of risk of the population. The immediate intervention is seen to be effective, but not in the mid-term, where public action does not take into account the possible alternatives or sustain the local people in their attempt to adapt.
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Lecardane, Renzo, and Zeila Tesoriere. "Patrimonio militare e progetti di rigenerazione urbana: l’infrastruttura bellica dell’Atlantic Wall e di Saint-Nazaire." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7908.

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Abstract:
Nel 2010, la base sottomarina di Saint-Nazaire è stata dichiarata «Patrimonio del XX secolo» dal Ministère de la Culture et de la Communnication francese ed è divenuta il simbolo di un nuovo approccio patrimoniale che riconosce il patrimonio materiale e immateriale in tutte le sue forme, non limitandosi soltando al manufatto certificato come monumento. La memoria, i beni materiali o i luoghi poco conosciuti hanno così contribuito a definire una nuova dimensione urbana proiettata verso il futuro. Riferirsi esplicitamente al tema del rapporto tra waterfront e patrimonio militare, attraverso l’esempio di Saint-Nazaire, ci porta a riflettere sul ruolo del progetto urbano nella trasformazione della città contemporanea. Gli stessi principi collegano tale caso di studio a molte altre operazioni di rigenerazione della città europea e, in particolare, delle città portuali francesi. A partire dagli anni ‘80, per far fronte alla crisi del settore industriale, alcune città portuali, tra cui Marsiglia, Le Havre, Saint-Nazaire e Dunkerque, hanno elaborato numerosi studi e progetti sulle loro aree industriali obsolete o abbandonate, al fine di potenziare le attività portuali e di destinare gli spazi resi liberi a nuove attività. Il riconoscimento del valore di risorsa urbana e patrimoniale a tali aree portuali ha consentito di riattivare dinamiche economiche, sociali e spaziali spesso interrotte o in disuso. In 2010 the submarine base in Saint-Nazaire was declared ‘Heritage of the XX century’ by the French Ministère de la Culture et de la Communnication. Thereafter it became the symbol of a new approach related to heritage that recognises the tangible and intangible heritage in all its forms, not only restricted to the artifact acknowledged as a ‘monument’. Remembrance, the material assets or the little known places have thus contributed to defining a new urban dimension projected toward the future. The case of Saint-Nazare, relating clearly to the relationship between waterfront and military heritage, encourages us to meditate on the role of urban design in the transformation of the contemporary city. The same principles connect this case study to several other redevelopment operations in the European city and, in particular, the French port cities. Starting from the '80s, in order to face the crisis in the industrial sector, several port cities, including Marseille, Le Havre, Dunkirk and Saint-Nazaire, produced diverse studies and projects regarding their obsolete or abandoned industrial areas, in order to boost port activities and to allocate the vacant places to new activities. Acknowledgment of the value of these port areas as urban resources (as well as cultural heritage) has consented the regeneration of (often previously interrupted or abandoned) economic, social and spatial activity.
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