Academic literature on the topic 'Spazi funzionali'

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Journal articles on the topic "Spazi funzionali"

1

Zanni, Fabrizio. "L'ibrido urbano. Ipotesi di concettualizzazione." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 96–98. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056016.

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Abstract:
Il lavoro sul concetto di ‘ibrido' apre l'esplorazione di nuovi operatori teorici attraverso cui ‘aggredire' la condizione urbana e cercare di individuare, al di lŕ della stanca replica dell'esistente, qualche possibilitŕ, almeno ipotetica, di rottura della fatale logica riproduttiva dell'insediamento contemporaneo. Da un punto di vista progettuale un possibile spazio urbano ibrido puň essere definito come composizione, anche dissonante, di spazi architettonici e urbani definiti dalla intersezione di differenti specie di forme spaziali e funzionali o dalla mutazione di spazi predefiniti, in accordo con una concezione genetica e non deduttiva dell'operazione progettuale. Il concetto di ‘ibrido urbano' lavora attorno al concetto di ‘soglia' inteso come intervallo, rete od insieme di soglie. Acquista pregnanza allora una possibile strategia di intervento progettuale che si ‘insinui' all'interno delle strutturazioni urbane autoriproducenti per individuare un principio interno di rigenerazione, di commistione, di ibridazione locale.
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Vedovelli, Cristina. "Ambienti fisici di apprendimento che favoriscono i processi attentivi: gli effetti dello spazio vuoto, del colore e del design biofilico." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 104–20. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.357.

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Abstract:
L’esperienza degli spazi vissuta dagli individui è mediata da complessi e dinamici percorsi di raccolta degli stimoli sensoriali provenienti dall’ambiente circostante e dalla loro elaborazione cognitiva. È necessario un approccio di ricerca multidisciplinare e multilivello per supportare la costruzione di spazi fisici di apprendimento che forniscano agli studenti ambienti sensoriali funzionali all’espansione del proprio potenziale (Barret & Barret, 2010). Questo contributo approfondisce tre qualità degli ambienti fisici che hanno dimostrato con evidenze scientifiche di favorire i processi attentivi degli studenti: il vuoto, inteso come pulizia percettiva ed essenzialità degli spazi, il colore e la presenza di elementi naturali o design biofilico.
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Oppio, Alessandra, Luca Forestiero, Loris Sciacchitano, and Marta Dell'Ovo. "How to assess urban quality: a spatial multicriteria decision analysis approach [Come valutare la qualità urbana: un approccio di analisi decisionale spaziale multi-criteriale per gli spazi aperti pubblici]." Valori e Valutazioni 28 (July 2021): 21–30. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212803.

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Abstract:
From the early 1990s the quality of public space is at the centre of the Agenda of major European cities. Today, more than before, the health emergency due to the Covid-19 pandemy has pointed out the importance of the relationship among public space, quality of life and health. Public and semi-private spaces, especially in high-dense cities and in the most affected areas by Covid-19, represent a strong driver both for restarting and for helping cities to face the new normal age. Despite the advancement of research during the past two decades and empirical evidence about the relationship among quality of open spaces, quality of life and urban sustainability, there is still a lack of studies on how to measure the quality of open spaces. Among the several research lines, the Urban Design approach across its evolution has always focused on it, starting from aesthetic as well as technical issues and increasingly including the social and economic ones. Dai primi degli anni ’90 la qualità dello spazio pubblico è al centro dell’Agenda delle principali città europee. Oggi, più di prima, l’emergenza sanitaria generata dalla pandemia da Covid-19 ha delineato l’importanza delle relazioni tra spazio pubblico, qualità della vita e salute. Gli spazi pubblici e semi-privati, specialmente nelle città densamente popolate e nelle aree più colpite dalla pandemia, sono un elemento chiave da cui ripartire per aiutare le città ad affrontare una nuova normalità e a definire una risposta alle restrizioni sanitarie. Nonostante gli avanzamenti della ricerca scientifica e le evidenze empiriche sulla relazione tra qualità degli spazi aperti, qualità della vita e sostenibilità urbana, pochi sono ancora gli studi su come misurare la qualità degli spazi aperti. Tra le diverse tradizioni di ricerca, l’Urban Design ha sempre prestato una particolare attenzione a questo tema, iniziando con aspetti funzionali ed estetici e includendo nel corso della sua evoluzione anche questioni sociali ed economiche.
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Caravaggi, Lucina. "Disconnessioni e infrastrutture di paesaggio." CRIOS, no. 19 (May 2021): 20–33. http://dx.doi.org/10.3280/crios2020-019003.

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Abstract:
"Roma in movimento" è il titolo di una recente ricerca dedicata al rapporto tra le forme di prigionia urbana e la difficoltà di spostarsi nella città metropolitana di Roma. L'osservazione ravvicinata dello spazio urbanizzato intorno e oltre il GRA conferma che diverse forme di urbanizzazione contemporanea sono riconducibili non solo a nuove specie di insediamenti ma all'insieme di correlazioni ecologiche e servizi funzionali che ne permettono la sopravvivenza. L'ipotesi di lavoro sinteticamente delineata in questo testo è centrata sul concetto di infrastrutture flessibili declinate come nuove ‘infrastrut¬ture di paesaggio' a partire proprio dai temi dello spostamento sostenibile, motore della possibile riattivazione di vasti preziosi paesaggi marginali. L'ipotesi interpretativa indaga alcune categorie del progetto paesaggistico connesse al ‘movimento' (continuità, inter¬sezione e interazione) attraverso cui dare corpo a una nuova rete di spazi e collegamen¬ti verdi al servizio degli spostamenti alternativi alle auto, capaci di favorire nuove forme di accesso democratico alla città.
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Costa, Paolo. "La variabile sociologica nella valutazione degli effetti della progettazione architettonica." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 90 (September 2010): 113–27. http://dx.doi.org/10.3280/sur2009-090007.

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Abstract:
La valutazione post-occupativa (POE, Post-Occupancy Evaluation), č una pratica che studia gli spazi costruiti dopo che sono stati abitati, allo scopo di individuare lo scarto tra gli obiettivi inscritti nel progetto e le opportunitŕ e i significati effettivamente colti dai suoi abitanti. Dopo aver ricostruito la storia di questa pratica, indicato le sue fasi principali e i vari livelli a cui essa č in grado di produrre conoscenza, il saggio analizza criticamente gli approcci adottati nelle valutazioni degli ultimi anni, mostrando come queste abbiano dato sempre minor rilievo all'analisi delle variabili sociologiche, a fronte di una attenzione crescente verso le dimensioni tecnologiche e funzionali della progettazione architettonica.
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Pellini, R., A. De Virgilio, G. Mercante, B. Pichi, V. Manciocco, P. Marchesi, F. Ferreli, and G. Spriano. "Lembo miofasciale di vasto laterale nella ricostruzione della lingua." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 4 (August 2016): 321–25. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1031.

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Abstract:
Nell'ultimo decennio il lembo antero-laterale di coscia (ALT) è diventato il lembo libero più utilizzato nella ricostruzione della lingua, dal momento che esso è caratterizzato da bassa morbidità a livello del sito donatore e da migliori risultati estetici. Tuttavia, l'ALT fascio-cutaneo può essere insufficiente nella ricostruzione nei difetti maggiori (es. glossectomia totale) mentre la sua variante muscolo-cutanea (che include il muscolo vasto laterale)' può essere troppo voluminosa. Scopo dello studio è quello di descrivere la nostra esperienza preliminare nella ricostruzione della lingua utilizzando il lembo libero mio-fasciale di vasto laterale che potrebbe a nostro parere offrire notevoli vantaggi nella ricostruzione testa-collo come: possibilità di confezionare un lembo voluminoso quando necessario, ottimi risultati funzionali, obliterazione di spazi morti con prevenzione dello sviluppo di fistola e infezione con minima morbidità a livello del sito donatore.
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Mazza, Caterina, and Samuele Calzone. "Spazi di apprendimento virtuali e integrati: l’esperienza di alcune scuole italiane impegnate nei progetti ‘PON per la scuola’ nell’affrontare l’emergenza COVID-19." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 46–61. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.307.

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Abstract:
Negli ultimi anni il dibattito sull’educazione si è arricchito di una nuova componente che prevede, come proposto da Loris Malaguzzi (I cento linguaggi dei bambini. L'approccio di Reggio Emilia all'educazione dell'infanzia, 2010), di considerare lo spazio come il “terzo educatore”, capace di sostenere l’apprendimento in una prospettiva di inclusione e di ascolto. È ormai riconosciuto il ruolo dello spazio nei processi di rinnovamento dei sistemi scolastici, così come promosso dalle ricerche dell’OCSE: l’ambiente fisico risulta determinante nello sviluppo del benessere degli studenti (Cuyvers, 2011), nella possibilità di accedere all’istruzione e infine nell’acquisizione di competenze chiave (Von Ahlefeld, 2009). A partire dal 2020, l’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del COVID-19 ha costretto le scuole di ogni ordine e grado a ripensare la didattica online e a rivedere, di conseguenza, l’ambiente scolastico. L’iniziale sospensione delle attività didattiche in presenza e la realizzazione, successivamente, di una didattica mista (presenza-online) ha alterato l’organizzazione degli spazi scolastici, accentuando in alcuni casi forme di diseguaglianza (relative, ad esempio, all’accesso ai device tecnologici) che hanno contribuito ad aumentare il divario e la povertà educativa nei territori (Save The Children, 2 marzo 2021). In tale prospettiva, il presente studio ha approfondito la risposta che le scuole secondarie di secondo grado, all’interno dell’opportunità offerta dal Programma Operativo Nazionale PON Per la Scuola 2014-2020, hanno sperimentato in termini di didattica a distanza, durante i mesi del primo lockdown (marzo-giugno 2020) e nel primo quadrimestre dell’a.s. 2020/2021. Sono state individuate 12 scuole particolarmente attive che sono state coinvolte in una analisi qualitativa: l’indagine ha permesso anche di individuare alcuni casi virtuosi di istituti che hanno organizzato lo spazio di apprendimento virtuale sia acquistando strumentazione tecnologica per dotare il proprio istituto di attrezzature adeguate, sia offrendo una formazione specifica al corpo docente in relazione all’uso delle TIC e delle metodologie didattiche maggiormente funzionali all’erogazione della didattica a distanza e digitale integrata. L’obiettivo è capire come un ripensamento dello spazio, in forme miste (presenza-online), abbia promosso il recupero della dimensione di inclusione e di collaborazione che sono alla base dello sviluppo delle competenze: l’ambiente fisico facilita infatti l’espressione di bisogni e di esigenze specifiche ma richiede, allo stesso tempo, una metodologia didattica adeguata e una disponibilità di tecnologie. Questa analisi intende cogliere le prospettive di miglioramento e gli ambiti su cui sarebbe auspicabile pianificare interventi di tipo formativo e di supporto alle scuole per il futuro, oltre che estendere ulteriormente l’analisi esplorando altre realtà. Un’ulteriore prospettiva di ricerca futura potrebbe coinvolgere gli studenti che hanno sperimentato la didattica a distanza in una riflessione meta-cognitiva sul loro processo di apprendimento in relazione allo spazio fisico e virtuale in cui si svolge la relazione pedagogica.
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Mangia, S., MA Macrì, G. Garreffa, and B. Maraviglia. "Prospettive e limiti dei metodi RM nello studio della funzionalità cerebrale." Rivista di Neuroradiologia 13, no. 1 (February 2000): 85–92. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300115.

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Abstract:
In questo lavoro vengono affrontati alcuni argomenti che sono al centro della più recente indagine scientifica nel campo delle neuroscienze, in relazione alle metodologie che utilizzano la risonanza magnetica nucleare nello studio della funzionalita cerebrale. Soprattutto grazie alle sue caratteristiche di non invasività, la risonanza magnetica funzionale non soltanto si presenta come un formidabile strumento di ricerca finalizzato alla comprensione delle relazioni che intercorrono tra la struttura cerebrale, la funzionalità cerebrale e le patologie neurologiche, ma si prospetta anche come un'importante tecnica diagnostica di routine clinica. Tuttavia le problematiche legate a tale metodologia sono molteplici, e riguardano da una parte l'interpretazione stessa del segnale rivelato in condizioni di attivazione neuronale, dall'altra la definizione della risoluzione spazio-temporale, della specificità spaziale e della significatività statistica delle mappe di attivazione ottenute.
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Brignoli, Chiara. "Costruire spazio pubblico con la cultura." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 70–72. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093011.

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Abstract:
L'attivazione di pratiche di partecipazione a Romano di Lombardia è descritta nella sua capacità di ripensare le forme e i modi degli spazi e delle attività culturali all'interno della città. Gli eventi e le iniziative, nati da percorsi di cittadinanza attiva che hanno saputo coinvolgere e valorizzare in prima persona i giovani, hanno funzionato da innesco per la costruzione di spazio pubblico attraverso la riqualificazione di luoghi prima abbandonati o la riqualificazione di spazi esistenti.
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Megna, Gianfranco. "Clinica e antropologia nella riabilitazione del disabile grave." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 17–20. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003003.

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Abstract:
Il recupero dei deficit motori e di comunicazione richiede un'approfondita conoscenza dei meccanismi di compenso e vicarianza esistenti nel SNC. Tali meccanismi riguardano la possibilitŕ di riorganizzazione delle funzioni gnosiche, prassiche e fasiche compromesse o abolite dal danno cerebrale, attraverso processi di "spostamento" della funzione in aree perilesionali o di "riconnessione" di circuiti dedicati che il danno stesso ha posto in stato di isolamento funzionale. Uno strumento di facilitazione dei suddetti processi č rappresentato dalla CIMT (Constraint Induced Movement Therapy); accanto all'intervento tecnico č perň necessario un sostegno legislativo che garantisca al disabile l'accessibilitŕ agli spazi comuni.
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Dissertations / Theses on the topic "Spazi funzionali"

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Guastini, Mara. "Teorema di Lebesgue-Radon-Nikodym e rappresentazioni di funzionali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
La tesi tratta il teorema di Lebesgue-Radon-Nikodym per misure assolutamente continue. Nel primo capitolo sono introdotti i concetti base di misura, integrabilità di funzioni e funzionali lineari. Il secondo capitolo è dedicato alla dimostrazione del teorema, e segue la versione proposta da John von Neumann. Nell'ultimo capitolo si mostrano due rappresentazioni di funzionali lineari come conseguenze del teorema. Una prima, per funzionali lineari continui sullo spazio di funzioni p-sommabili, e una seconda, nota come teorema di rappresentazione di Riesz, per funzionali lineari limitati sullo spazio di funzioni continue che si annullano all'infinito.
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D'Ambrosio, Roberta. "Imbedding and compactness results in some function spaces." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/192.

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Abstract:
2009 - 2010
Abstract Nello studio di vari problemi ellittici con soluzioni in spazi di Sobolev S( ) (con o senza peso) definiti su un aperto di Rn, non necessariamente limitato o regolare, spesso risulta necessario stabilire risultati di regolarit`a e stime a priori per le soluzioni di tali problemi. Questi risultati si basano molte volte sulla limitatezza e l’eventuale compattezza dell’operatore di moltiplicazione u −! g u (i) definito su uno spazio di Sobolev S( ) e a valori in uno spazio di Lebesgue Lp( ) con un opportuno p 2 [1,+1[ e dove g `e un’assegnata funzione definita in uno spazio normato V . `E necessario, quindi, ottenere una stima del tipo kg ukLp( ) c · kgkV · kukS( ) , (ii) dove la costante c 2 R+ dipende dalle propriet`a di regolarit`a di , dagli esponenti di sommabilit`a e la funzione g soddisfa opportune condizioni. Se L `e l’operatore differenziale associato al problema ellittico, stime del tipo (ii) permettono, ad esempio, di provare immediatamente la limitatezza dell’operatore, dove 1 2 Abstract g rappresenta uno dei coefficienti dell’operatore stesso. Tuttavia, altri tipi di risultati non si riescono ad ottenere direttamente per l’operatore L, a causa della natura non necessariamente regolare dei suoi coefficienti. Risulta dunque necessario introdurre una classe di operatori Lh, i cui coefficienti, pi`u regolari, approssimano i coefficienti dell’operatore L. Questa “ deviazione ” dei coefficienti di Lh da quelli di L, deve essere fatta controllando le norme dei coefficienti approssimanti con quelle dei coefficienti dati. Dunque, `e necessario ottenere stime dove la dipendenza dai coefficienti `e espressa solo in termini delle loro norme (in tal caso, per esempio, non ci sono problemi nel passaggio a limite). In altre parole, se g rappresenta un coefficiente di L e gh un coefficiente pi`u regolare della classe approssimante, `e necessario avere un “ buon controllo ” sulla differenza g − gh. L’introduzione delle decomposizioni per funzioni appartenenti ad opportuni spazi funzionali, che rappresentano l’ambiente dei coefficienti dell’operatore differenziale L, gioca un ruolo molto rilevante in questo processo di approssimazione. Nel presente lavoro, si costruiscono decomposizioni per funzioni appartenenti ad opportuni spazi funzionali, la cui introduzione `e legata alla risolubilit`a di alcuni problemi ellittici del tipo sopra menzionato. Come applicazione, si ottengono risultati di limitatezza e compattezza per un operatore di moltiplicazione definito in uno spazio di Sobolev (con o senza peso) . L’idea della decomposizione consiste nello scrivere una funzione g, appartenente ad un opportuno spazio funzionale, come somma di una funzione gh, pi`u regolare, e di una rimanente funzione g − gh, la cui norma `e controllata dal modulo di continuit`a della funzione g. Nella prima parte del lavoro si approfondisce lo studio di alcuni spazi Abstract 3 funzionali pesati, la cui introduzione `e legata alla risolubilit`a di problemi di Dirichlet per equazioni differenziali lineari del secondo ordine di tipo ellittico, in domini non regolari, con soluzioni in spazi di Sobolev con peso.Come applicazione, usando le decomposizioni per funzioni appartenenti a tali spazi funzionali pesati, si provano risultati di immersione e compattezza sull’operatore (i), definito in uno spazio di Sobolev con peso. La struttura espositiva del Capitolo 1 e del Capitolo 2 rispecchia la progressione delle considerazioni svolte. Nel Capitolo 1 si studiano alcune propriet`a e applicazioni degli spazi di Sobolev con peso. Siano un dominio di Rn, k 2 N, 1 p < +1 e il vettore peso le cui componenti sono funzioni misurabili su . Lo spazio di Sobolev con peso Wk,p( ; ) `e l’insieme delle funzioni u = u(x) definite a.e. su , le cui derivate (nel senso delle distribuzioni) @ u, di ordine | | k, sono tali che: Z |@ u(x)|p (x) dx < +1. Nel Capitolo 2, si considera una classe di funzioni peso, denotata con A( ), e si definiscono i corrispondenti spazi di Sobolev con pesoWk,p s ( ) su aperti di Rn. Precisamente, una funzione peso : ! R+ appartiene alla classe A( ) se e solo se esiste una costante 2 R+, indipendente da x and y, tale che : −1 (y) (x) (y) , 8 y 2 , 8 x 2 \ B(y, (y)), 4 Abstract Per k 2 N0, s 2 R e 1 p +1, si denota con Wk,p s ( ) lo spazio delle distribuzioni u su tali che s+| |−k @ u 2 Lp( ) per | | k, munito della seguente norma : kukWk,p s ( ) = X | | k k s+| |−k @ ukLp( ) , dove la funzione peso appartiene alla classe A( ). Nel Capitolo 2 si approfondisce, inoltre, lo studio degli spazi funzionali pesati Kr t (r 2 [1,+1[, t 2 R) e di alcuni suoi sottospazi. Sia r 2 [1,+1[ e t 2 R, si denota con Kr t ( ) la classe delle funzioni g, appartenenti a Lrl oc( ), tali che : sup t−n r (x) kgkLr( \B(x, (x))) < +1, dove la funzione peso appartiene alla classe A( ). Si prova, facilmente, che gli spazi L1 t ( ) e C1 o ( ) sono sottoinsiemi di Kr t ( ) (lo spazio L1 t ( ) `e costituito dalle funzioni g tali che t g 2 L1( )). Si possono, pertanto, definire le chiusure di L1 t ( ) e di C1 o ( ) in Kr t ( ) (denotate rispettivamente con Krt( ) e Krt ( )). Si costruiscono, inoltre, opportune decomposizioni per funzioni g 2 Krt ( ) e per funzioni g 2 Krt ( ), da cui si ottengono risultati di immersione sull’operatore di moltiplicazione (i), definito su uno spazio di Sobolev con peso Wk,p s ( ) e a valori in Lq( ) e dove il fattore moltiplicativo g appartiene ad un opportuno sottospazio di Kr t ( ). L’utilizzo delle decomposizioni in tali risultati consente di evidenziare come la parte meno regolare (g−gh) della funzione g in Krt ( ) o in Krt ( ), influenzi la stima. Infine, uno studio approfondito degli spazi Krt ( ) ha condotto all’introduzione di Abstract 5 un nuovo sottospazio di Kr t ( ), denotato con Krt ( ) . Si sono esaminate le relazione che intercorrono tra Krt ( ), Krt ( ) e Krt ( ) ed in particolare si sono individuate opportune condizioni sulla funzione peso 2 A( ) affinch`e si abbia Krt ( ) = Krt ( ). Nel Capitolo 3 si approfondisce lo studio degli spazi di tipo Morrey. Anche in questo caso, utilizzando le decomposizioni per funzioni appartenenti ad opportuni sottospazi di tipo Morrey, si ottiene un risultato di compattezza per l’operatore (i), definito su un classico spazio di Sobolev. Sia un aperto non limitato di Rn, n 2.Per p 2 [1,+1[ e 2 [0, n[, si considera lo spazio Mp, ( ) costituito dalle funzioni g in Lp loc( ) tali che: kgkp Mp, ( ) = sup 2]0,1] x2 − Z \B(x, ) |g(y)|p dy < +1, dove B(x, ) `e la sfera aperta di Rn di centro x e raggio . Lo spazio di tipo Morrey Mp, ( ) rappresenta una generalizzazione del classico spazio di Morrey Lp, e contiene strettamente lo spazio Lp, (Rn) se = Rn. La sua introduzione `e legata alla risolubilit`a di problemi di tipo ellittico con coefficienti discontinui su domini non limitati. Nella prima parte del Capitolo 3, si rivolge l’attenzione alle propriet`a di densit`a degli spazi di tipo Morrey. Si forniscono, infatti, utili lemmi di caratterizzazione per funzioni appartenenti alle chiusure di L1( ) e C1 o ( ) in Mp, ( ) ( denotate rispettivamente con fMp, ( ) e Mp, 0 ( )). Utilizzando tali lemmi di caratterizzazione, si costruiscono decomposizioni per funzioni in fMp, ( ) e in Mp, 0 ( ) che consentono di provare un 6 Abstract risultato di compattezza sul seguente operatore di moltiplicazione u 2 Wk,p( ) ! g u 2 Lq( ) con q 2 [p,+1[ e g appartenente ad un opportuno sottospazio di Mp, ( ). Infine, un’attenta disamina degli spazi Mp, ( ) e dei suoi sottospazi conduce all’introduzione di un nuovo spazio funzionale pesato di tipo Morrey Mp, ( ), dove il peso appartiene ad una classe di funzioni peso, denotata con G( ). Precisamente, fissato d 2 R+, una funzione peso : ! R+ appartiene alla classe G( , d) se e solo se esiste una costante 2 R+, indipendente da x and y, tale che −1 (y) (x) (y) , 8 y 2 , 8 x 2 (y, d). Si pone G( ) = [ d>0 G( , d). Siano 2 G( ) \ L1( ) e d un numero reale positivo tale che 2 G( , d). Fissato un sottoinsieme misurabile secondo Lebesgue E di , per p 2 [1,+1[ e 2 [0, n[ si denota con Mp, ( ) lo spazio delle funzioni g 2 Mp, ( ) tali che lim h!+1 sup E2 ( ) sup x2 2]0,d] − (x)|E(x, )| 1h kg EkMp, ( ) = 0, Abstract 7 Un’attenta analisi delle relazioni che intercorrono tra Mp, ( ), fMp, ( ) e Mp, 0 ( ), ha consentito di provare le seguenti inclusioni Mp, 0 ( ) Mp, ( ) fMp, ( ) . In particolare si sono individuate opportune condizioni sulla funzione peso affich`e si abbia Mp, 0 ( ) = Mp, ( ). Si precisa che i risultati ottenuti nel Capitolo 2 possono trovare applicazione nello studio di problemi al contorno per equazioni ellittiche su domini non regolari (ad esempio, domini con frontiera singolare), con soluzioni in spazi di Sobolev pesati Wk,p s , per provare che gli operatori differenziali associati al corrispondente problema ellittico (i cui coefficienti di ordine inferiore appartengono ad opportuni spazi Kr t ) hanno rango chiuso o sono semi-fredholmiani. I risultati contenuti nel Capitolo 3, invece, possono essere utili, per esempio, nello studio di problemi di Dirichlet per equazioni ellittiche su domini non limitati (la cui frontiera `e sufficientemente regolare), con soluzioni in classici spazi di Sobolev, per stabilire stime a priori sul corrispondente operatore differenziale associato al problema ellittico, i cui coefficienti di ordine inferiore appartengono a spazi di tipo Morrey Mp, . Si precisa, inoltre, che gli spazi Krt ( ) e Mp, ( ) possono essere utilizzati nello studio di alcuni problemi al contorno per equazioni di tipo ellittico con coefficienti discontinui appartenenti a tali spazi. [a cura dell'autore]
IX n.s.
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3

Foschini, Federico. "Programmazione funzionale in spazio logaritmico: funzioni di ordinamento." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1627/.

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4

LOUBANI, JINAN. "Spazi di moduli analitici di funzioni non quasi-omogenee." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2018. http://hdl.handle.net/11571/1228270.

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Abstract:
Sia f un germe di funzione olomorfa in due variabili che svanisce all'origine. L'insieme zero di questa funzione definisce un germe della curva analitica. Sebbene la classificazione topologica di un tale germe sia ben nota sin dal lavoro di Zariski, la classificazione analitica è ancora ampiamente aperta. Nel 2012, Abramo Hefez e Marcelo Hernandes hanno risolto il caso irriducibile e annunciato il caso dei due componenti. Nel 2015 Yohann Genzmer e Emmanuel Paul hanno risolto il caso di funzioni topologicamente quasi omogenee. Lo scopo principale di questa tesi è quello di studiare la prima classe topologica di funzioni non quasi omogenee. Nel capitolo 2, descriviamo lo spazio dei moduli locali delle foliazioni in questa classe e forniamo una famiglia universale di forme analitiche normali. Nello stesso capitolo, proviamo l'unicità globale di queste forme normali. Nel capitolo 3, studiamo lo spazio dei moduli delle curve che è lo spazio dei moduli delle foliazioni fino all'equivalenza analitica delle separatrici associate. In particolare, presentiamo un algoritmo per calcolare la sua dimensione generica. Il capitolo 4 presenta un'altra famiglia universale di forme analitiche normali che è globalmente unica. In effetti, non esiste un modello canonico per la distribuzione dell'insieme di parametri sui rami. Quindi, con questa famiglia, possiamo vedere che la famiglia precedente non è l'unica e che è possibile costruire forme normali considerando un'altra distribuzione dei parametri. Infine, riguardo alla globalizzazione, discutiamo nel capitolo 5 una strategia basata sulla teoria dell'invariant geometrica e spieghiamo perché non funziona fino ad ora.
Let f be a germ of holomorphic function in two variables which vanishes at the origin. The zero set of this function defines a germ of analytic curve. Although the topological classification of such a germ is well known since the work of Zariski, the analytical classification is still widely open. In 2012, Abramo Hefez and Marcelo Hernandes solved the irreducible case and announced the two components case. In 2015, Yohann Genzmer and Emmanuel Paul solved the case of topologically quasi-homogeneous functions. The main purpose of this thesis is to study the first topological class of non quasi-homogeneous functions. In chapter 2, we describe the local moduli space of the foliations in this class and give a universal family of analytic normal forms. In the same chapter, we prove the global uniqueness of these normal forms. In chapter 3, we study the moduli space of curves which is the moduli space of foliations up to the analytic equivalence of the associated separatrices. In particular, we present an algorithm to compute its generic dimension. Chapter 4 presents another universal family of analytic normal forms which is globally unique as well. Indeed, there is no canonical model for the distribution of the set of parameters on the branches. So, with this family, we can see that the previous family is not the only one and that it is possible to construct normal forms by considering another distribution of the parameters. Finally, concerning the globalization, we discuss in chapter 5 a strategy based on geometric invariant theory and explain why it does not work so far.
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5

Lodi, Michael. "Programmazione funzionale in spazio logaritmico: una libreria di funzione aritmetiche." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1444/.

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Abstract:
In questa Tesi forniamo una libreria di funzioni aritmetiche che operano in spazio logaritmico rispetto all'input. Partiamo con un'analisi dei campi in cui è necessario o conveniente porre dei limiti, in termini di spazio utilizzato, alla computazione di un determinato software. Vista la larga diffusione del Web, si ha a che fare con collezioni di dati enormi e che magari risiedono su server remoti: c'è quindi la necessità di scrivere programmi che operino su questi dati, pur non potendo questi dati entrare tutti insieme nella memoria di lavoro del programma stesso. In seguito studiamo le nozioni teoriche di Complessità, in particolare quelle legate allo spazio di calcolo, utilizzando un modello alternativo di Macchina di Turing: la Offline Turing Machine. Presentiamo quindi un nuovo “modello” di programmazione: la computazione bidirezionale, che riteniamo essere un buon modo di strutturare la computazione limitata in spazio. Forniamo poi una “guida al programmatore” per un linguaggio di recente introduzione, IntML, che permettere la realizzazione di programmi logspace mantenendo però il tradizionale stile di programmazione funzionale. Infine, per mostrare come IntML permetta concretamente di scrivere programmi limitati in spazio, realizziamo una libreria di funzioni aritmetiche che operano in spazio logaritmico. In particolare, mostriamo funzioni per calcolare divisione intera e resto sui naturali, e funzioni per confrontare, sommare e moltiplicare numeri espressi come parole binarie.
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Socionovo, Alessandro. "Spazi di Sobolev e funzioni BV in gruppi di Carnot." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14131/.

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Abstract:
In questa tesi presentiamo i primi risultati sugli spazi di Sobolev e BV in gruppi di Carnot, che estendono alcuni importanti risultati di analisi funzionale visti in ambito euclideo. Un gruppo di Carnot è un gruppo di Lie nilpotente, connesso e semplicemente connesso, la cui algebra di Lie ammette una stratificazione di sottospazi vettoriali compatibile con la parentesi di Lie del gruppo, tale che il sottospazio del primo strato generi tutta l'algebra. Il punto cruciale nello studio dei gruppi di Carnot sta nel fatto che essi presentano delle analogie fortissime con gli spazi euclidei in cui siamo normalmente abituati a lavorare (infatti gli spazi euclidei sono dei particolari gruppi di Carnot). Sfruttando dunque queste analogie, riprenderemo una parte della teoria sugli spazi di Sobolev e BV già vista in ambito euclideo, estendendola nel caso gruppi di Carnot. Per quanto riguarda gli spazi di Sobolev, arriveremo a dimostrare importanti risultati come il Teorema di Meyers-Serrin ed il Teorema di immersione compatta, per il quale sarà necessario riscrivere le disuguaglianze di tipo Sobolev-Poincaré. Per quanto riguarda invece gli spazi BV, lo scopo sarà quello di arrivare al Teorema di Anzellotti-Giaquinta, per poi concludere con la disuguaglianza isoperimetrica.
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Ottati, Adalberto. "L'Accademia di Villa Adriana: spazi, ambienti e funzioni del cd. Piccolo Palazzo." Doctoral thesis, Universitat Rovira i Virgili, 2015. http://hdl.handle.net/10803/296443.

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Abstract:
El propòsit d'aquest estudi és l'anàlisi tècnica i l'estudi artístic de la part menys coneguda de la Vila Adriana: l'Acadèmia. El nom d’Acadèmia, que prové de la Història Augusta (H. A. Elio Sparziano, 26.5), identifica una part de la residència imperial de la qual no hi ha una interpretació precisa. Les estructures es troben en una zona d’aterrassament artificial de 400 metres de llarg, entre la vall de Risicoli al sud i la del Canopo al nord i s’articulen en diferents ambients que, tot i harmonitzar-se en el context, destaquen per la seva unicitat estilística i estructural. Aquest conjunt presenta característiques semblants a les de la vil•la: un gran peristil, una entrada monumental amb una estructura mixtilínia i un saló circular articulat en nínxols rectangulars i semicirculars. Des del punt de vista arquitectònic les ruïnes de l'Acadèmia repeteixen totalment el geni del seu creador: la predilecció per la alternança de línies rectes i corbes conjunt amb el funcionalisme de camins. Per a l'àrea d'estudi se ha realitzat un acurat examen de les estructures muràriesque, amb la investigació de arxius i a través de l’estudi de la decoració arquitectònica i estatuària pretén dur a terme la restitució total de la imatge que l'edifici transmetia als seus contemporanis. S'ha emfatitzar que d'aquesta zona procedent espècimens esculturals de qualitat sublim com els centaures en marbre bigio morato, ara en els Museus Capitolins. L'estudi dels paraments ha permès identificar les empremtes de les diferents fases durant la construcció de les estructures i d'una sèrie de solucions tècniques utilitzades per a la realització i per a la preservació de les edificis. L'anàlisi ha permès trobar nous elements per intentar una identificació i reproducció virtual de les volumetries que permeti d’entendre els significats topogràfics, arquitectònics i, eventualment, ideològics del monument.
El objetivo de este trabajo es el análisis técnico y el estudio histórico-artístico de la parte menos conocida de la Villa Adriana: la Academia. La denominación de Accademia, procedente de las palabras de la Historia Augusta, identifica un área de la residencia imperial que aún hoy huye de una interpretación puntual y definitiva. Las estructuras se encuentran en una zona formada por una terraza artificial de 400 metros de largo, entre el valle de Risicoli al sur y el del Canopo al norte y se articulan en diferentes ambientes que, no obstante resultan en una armonía arquitectónica perfecta con el contexto de la villa, destacan por su unicidad estilística y estructural. Este conjunto presenta características similares a las otras partes de la villa: un gran peristilo, una entrada monumental con una estructura mixtilínea y un salón circular articulado en nichos rectangulares y semicirculares. Desde el punto de vista arquitectónico los restos de la Academia reflejan totalmente el genio de su creador: la predilección por la alternancia de líneas rectas y curvas, junto al funcionalismo de los recorridos. Para el área de estudio, entonces, se ha realizado un examen detallado de las estructuras murarias que, junto a la investigación en los archivos y, a través del estudio de la decoración arquitectónica y estatuaria, pretende llevar a cabo la restitución total de la imagen que el edificio transmitía a sus contemporáneos. Hay que poner en relieve que, desde esta zona, proceden especímenes esculturales de calidad sublime como los centauros en mármol Bigio morato, ahora en los Museos Capitolinos. El estudio de los paramentos ha permitido identificar las huellas de las diferentes fases de la construcción y de una serie de soluciones técnicas utilizadas para la realización y para la preservación de los edificios. El análisis ha permitido encontrar nuevos elementos para la identificación y reproducción virtual de las volumetrías que permitan entender los significados topográficos, arquitectónicos y, eventualmente, ideológicos del monumento.
The aim of research is the technical analysis and artistic study of the less known side of Hadrian’s Villa: the "Accademia". This definition, originating from the words of Historia Augusta (H.A. Elio Sparziano, 26.5), identifies an area of the imperial residence that still eludes a compelling interpretation.The structures insist on artificial terracing along about four hundred meters between the valley of Risicoli southwards and the valley of Canopus north, and they are organized into different buildings which, although placed in the context, stand out for their uniqueness both stylistic and structural.The complex incorporates some architectural designs applied in the rest of the villa: a large peristyle, the monumental entrance with a multi-linear structure, the circular room subdivided into rectangular and semicircular niches. From the architectural point of view the ruins of the Academy recall completely the genius of its creator: the famous Hadrian's predilection for the alternation of straight and curved lines merges the functionalism of paths. We have approached the study of the area to provide a careful analysis of the archaeological evidence that supported by archival research and by study of statuary and architectonic findings, could lead to the return of plausible '"image" that this complex the architecture united furnishings, sent to the ancients observers. It should be emphasized that from this area come statuery specimens of sublime quality as the well-known centaurs in bigio morato marble now in the Capitoline Museums. The study of the masonries has allowed to identify traces of the different phases and changes during the construction of structures and of a series of technical solutions used for the realization and for the preservation of buildings The analysis is founding new elements to hazard hypothesis of identification and restitution of volumes, such as to read some topographical, architectural and possibly ideological meanings.
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Bianchedi, Federica. "Il concetto di funzione: storia, applicazioni, sviluppi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10982/.

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Abstract:
Il concetto di funzione è tra i più rilevanti, ma anche tra i più controversi concetti matematici. In questo lavoro di tesi si è esaminato questo concetto a partire dalle sue origini fino ad arrivare alla definizione bourbakista, che è quella insegnata a tutti gli studenti a partire dalla scuola secondaria fino ad arrivare all'università. Successivamente si è analizzato in che modo questo delicato concetto viene presentato agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, osservando come le recenti Indicazioni Nazionali e Linee Guida danno suggerimenti per affrontare questo argomento, anche esaminando alcuni libri di testo. Infine si è descritto come il concetto di funzione abbia preso, in tempi relativamente recenti, un respiro più ampio dando luogo all'analisi funzionale, laddove le funzioni non sono più viste come corrispondenza punto a punto ma come oggetti che vengono osservati globalmente. Si considereranno infatti nuovi spazi i cui elementi sono funzioni.
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Digirolamo, Carola. "Restauro e attualizzazione funzionale di Palazzo Monsignani-Sassatelli in Imola (Bologna): il problema degli spazi abbandonati." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
La tesi in oggetto comprende l'analisi storica di Imola e di Palazzo Monsignani-Sassatelli in Imola (Bologna), le indagini tematiche di studio, il rilievo del degrado ed infine una proposta progettuale di restauro e attualizzazione di alcuni locali delle cantine del manufatto congruenti alle normative vigenti.
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Zucchelli, Andrea. "Trasformata di Bargmann dell'operatore CP, e spazio di funzioni associato." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3081/.

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Books on the topic "Spazi funzionali"

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Clemente, Massimo. Città interetnica: Spazi, forme e funzioni per l'aggregazione e per l'integrazione. Napoli: Editoriale scientifica, 2008.

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Giuliomaria, Paola Di. Liceo Farnesina: Nuovi spazi didattici : concorso internazionale di progettazione, ampliamento e nuove funzionalità. [Rome, Italy]: Prospettive, 2011.

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Longo, Antonino. Geografie contemporanee del centro storico: Spazi (ir)reali, nuove funzioni e city-users in una metropoli mediterranea. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2009.

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Teresa, Graziano, ed. Geografie contemporanee del centro storico: Spazi (ir)reali, nuove funzioni e city-users in una metropoli mediterranea. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2009.

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5

La casa nella Grecia romana: Forme e funzioni dello spazio privato fra I e VI secolo. Roma: Quasar, 2006.

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Lombardo, Salvatore. Asili nido e scuole materne: Manuale di edilizia scolastica : orientamenti educativi, tipologie edilizie, organizzazione funzionale degli spazi, organizzazione degli spazi esterni, norme tecniche regionali e statali sugli asili nido, norme tecniche statali sulle scuole materne, norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica (D.M. 26 agosto 1992). Palermo: Dario Flaccovio, 1994.

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Spazi pubblici e dimensione politica nella città romana, funzioni, strutture, utilizzazione (Conference) (2015 Clermont-Ferrand, France; Bologna, Italy). Spazi pubblici e dimensione politica nella città romana: Funzioni, strutture, utilizzazione = Espaces publics et dimension politique dans la ville romaine : fonctions, aménagements, utilisations : Clermont-Ferrand, 30 marzo 2015, Bologna 27 ottobre 2015. Bologna: Bononia University Press, 2017.

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Francesa, Luna. Registro Spese 2021: Libro e Diario Delle Spese, Ampio Spazio per Registrare Entrate e Uscite Settimanale, Pratico e Funzionale per Pianificare e Organizzare il Tuo Lavoro. Independently Published, 2020.

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Francesa, Luna. Registro Spese 2021: Libro e Diario Delle Spese, Ampio Spazio per Registrare Entrate e Uscite Settimanale, Pratico e Funzionale per Pianificare e Organizzare il Tuo Lavoro. Independently Published, 2020.

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Francesa, Luna. Registro Contabile 2021: Libro e Diario Delle Spese, Ampio Spazio per Registrare Entrate e Uscite Settimanale, Pratico e Funzionale per Pianificare e Organizzare il Tuo Lavoro. Independently Published, 2020.

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Book chapters on the topic "Spazi funzionali"

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Canuto, Claudio, and Anita Tabacco. "Funzioni tra spazi euclidei." In UNITEXT, 117–63. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5729-6_4.

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Canuto, Claudio, and Anita Tabacco. "Funzioni tra spazi euclidei." In UNITEXT, 113–58. Milano: Springer Milan, 2008. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-0874-8_4.

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Santangeli Valenzani, Riccardo. "Spazi privati e funzioni pubbliche nell’edilizia residenziale altomedievale." In Spazio pubblico e spazio privato, 199–211. Turnhout: Brepols Publishers, 2018. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.5.116185.

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Polin, Giovanni. "APOSTOLO ZENO E LA DEFINIZIONE FUNZIONALE DELLO SPAZIO TEATRALE, CONSIDERAZIONI SU UN CASO ESEMPLARE:." In Theatre Spaces for Music in 18th-Century Europe, 299–320. Hollitzer Verlag, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv15d7z24.15.

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Conference papers on the topic "Spazi funzionali"

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Bellini, Oscar Eugenio. "Green camouflage: una nuova identità per le infrastrutture urbane nella città densa." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7982.

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Abstract:
La crescente richiesta di città più ecologiche e sostenibili impone il ripensamento dei manufatti e delle attrezzature che vanno sotto la denominazione di infrastrutture urbane. Diventate un imprescindibile componente fisica dell’ecosistema urbano hanno infatti assunto, nella città contemporanea, l’involontario ruolo di testimoni della contrapposizione tra contesto naturale e ambiente artificiale. Attualmente oggetto di una riflessione critica che sta spostando l’interesse dalla loro configurazione estetico/funzionale alla verifica di compatibilità ambientale e paesaggistica, esse possono essere ripensate, anche grazie all’impiego della vegetazione e del verde tecnologico, quale azione preliminare verso la loro rigenerazione e quella degli “infra-luoghi” che ad esse si accompagnano. Al di là delle tendenze modaiole, che sovente scadono nel greenwashing, l’inverdimento delle infrastrutture può rappresentare l’occasione per rendere ambientalmente più sostenibili consistenti porzioni di città, anche in ragione degli importanti benefici che la vegetazione produce: riduzione dell’isola di calore, controllo del deflusso delle acque piovane, abbattimento dell’inquinamento atmosferico e del rumore, etc. In questo contesto i dispositivi del camouflage, attuati con il verde, possono aprire ad una nuova estetica, favorendo la dissimulazione di queste attrezzature all’interno della città. Il saggio propone un primo bilancio di una ricerca, tutt’ora in corso, sulle potenzialità dell’impiego della vegetazione nella città densa quale strumento con cui ripensare e riabilitare le infrastrutture e i relativi spazi, che deturpano il paesaggio urbano, formulando alcune riflessioni, contestualizzate per concreti risultati raggiunti, su come le tecniche del camouflage e della mimicry possono contribuire a migliorare il ruolo e la natura di queste attrezzature urbane, altrimenti solo ed esclusivamente funzionali. The growing demand for more environmentally friendly and sustainable cities requires the rethinking of the artifacts and equipment that we commonly call gray infrastructure. They have become an inevitable physical component of the urban ecosystem and have in fact assumed, in the contemporary city, the involuntary role of witnesses to the contrast between natural and artificial environment. Gray Infrastructures are currently subject to a critical reflection about their environmental compatibility as well as their aesthetic/functional configuration; that is why they can be rethought, by use of vegetation and ecotechgreen, to regenerate the "infraplaces" which they accompany. Beyond the greenwashing, the greening of infrastructure could be an opportunity to make more environmentally consistent parts of the high city, also because of the important benefits that vegetation produces: heat island reduction, control of storm water runoff, reducing air pollution and noise, etc. Intervening in many environmental aspects, ‘ecotechgreen’ becomes the premise for a new environmental planning with which to transform towns into more efficient ecosystems. In this context, the devices of camouflage, practiced by ecotechgreen, can open a new urban aesthetic, facilitating the disguise of these facilities within the city. This paper presents partial results of an ongoing research, about different planning approaches relative to these urban components into the high density city, and it shows how the techniques of camouflage and mimicry may help to improve the role and nature of these urban facilities.
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