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1

1918-, Zevi Bruno, and Benincasa Carmine, eds. Venti spazi aperti italiani. Torino, Italy: Edizioni SEAT, 1986.

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2

Alessandro, Rogora, and Dessì Valentina, eds. Il comfort ambientale negli spazi aperti. Monfalcone (Gorizia): Edicom, 2005.

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3

Galleria d'arte moderna "Il Castello" (Milan, Italy), ed. Valerio Adami: Forme chiuse, spazi aperti. Milano: Edizioni Galleria Il Castello, 2016.

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4

Aymonino, Carlo. Piazze d'Italia: Progettare gli spazi aperti. Milano: Electa, 1988.

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5

Margini e spazi aperti delle città in trasformazione. Bologna: Compositori, 2014.

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6

La percezione degli spazi urbani aperti: Analisi e proposte. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2016.

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7

Rosetti, Claudio. Il progetto della piazza: L'architettura degli spazi aperti della città. Roma: Gangemi, 1985.

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8

L' architettura degli spazi aperti della città: Il progetto della piazza. Roma: Gangemi, 1985.

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9

Orlandi, Alessandro. Il paesaggio della città: Spazi aperti, giardini, parchi e struttura urbana. Roma: Gangemi Editore, 1994.

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10

Grifoni, R. Cocci. Tecnologie urbane: Costruito e non costruito per la configurazione degli spazi aperti. Trento]: LISt Lab, 2017.

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11

Ippolito, Achille Maria. Spazi urbani aperti: Strumenti e metodi di analisi per la progettazione sostenibile. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2014.

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12

Metta, Annalisa, and Maria Livia Olivetti. Città pubblica/paesaggi comuni: Materiali per il progetto degli spazi aperti dei quartieri ERP. Roma: Gangemi, 2013.

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13

Cirasa, Monica. Recupero degli spazi aperti di relazione nei centri storici minori: Aspetti bioclimatici e innovazione tecnologica. Roma: Gangemi, 2011.

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14

Linda, Falcidieno Maria, ed. Spazi aperti e immagine urbana: Idee per la valorizzazione del quartiere di San Vincenzo a Genova. Firenze: Alinea, 2005.

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15

Attanasio, Sergio. La Villa carafa di Belvedere al Vomero: Tipologia e sviluppo dell'architettura degli spazi aperti nella residenza extraurbana. Napoli: Società editrice Napoletana, 1985.

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16

Ippolito, Achille M. Il vuoto progettato: Gli spazi pubblici urbani aperti da Roma all'Europa dagli anni sessanta agli anni novanta. Roma: F.lli Palombi, 1996.

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17

Baldi, Maria Elsa. La riqualificazione del paesaggio: Progettualità naturalistica e storico-culturale nella pianificazione degli spazi aperti per la sostenibilità della bellezza. Pioppo (Palermo): La Zisa, 1999.

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18

Invernizzi, Ermes. Pietra in architettura: Pietra e progetto degli spazi aperti collettivi = Stone in architecture : stone and design of collective open spaces. Mantova: Universitas studiorum, 2012.

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19

Puccini, Enrico. Spazio aperto, spazio chiuso: Cento anni di sperimentazioni nell'edilizia residenziale tedesca. Roma: Nuova cultura, 2011.

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20

1975-, Fratus Tiziano, ed. Lo spazio aperto: Il teatro ad uso delle giovani generazioni. Roma: Editoria & spettacolo, 2002.

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21

Valente, Ilaria. Figure dello spazio aperto: La place royale e l'architettura urbana in Francia. Milano: UNICOPLI, 2000.

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22

Carfagna, Daniele. L'architettura tra le case: Abitare lo spazio aperto nei quartieri INA-Casa. Firenze: Alinea, 2012.

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23

Baistrocchi, Elena, and Marco Zaccaroni, eds. 73° Congresso dell'Unione Zoologica Italiana. Florence: Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-347-2.

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Abstract:
Il volume raccoglie i contributi al 73° Congresso dell’Unione Zoologica Italiana, svoltosi a Firenze nel settembre 2012 con il contributo organizzativo del Dipartimento di Biologia Evoluzionistica “Leo Pardi”. Il Congresso, che ha visto un’ampia partecipazione di zoologi, anatomo comparati, biologi della riproduzione, etologi ed ecologi, si è aperto con la lettura plenaria di Marlene Zuk, dell’Università del Minnesota “Mate choice and thinkering with evolution” e si è articolato in quattro simposi: I “Dalle strategie sessuali al comportamento sociale (in onore di Tullia Zetto)”; II “Uso dello spazio, orientamento e migrazioni (in onore di Guido Tosi)”; III “Distruttori endocrini”; IV “Specie alloctone”. I Simposi sono stati arricchiti dalle relazioni invitate di Paolo Luschi, Gian Carlo Panzica e Piero Genovesi.
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24

Silva, Felice De. Dall'alloggio alla città: Comporre gerarchie dello spazio aperto per il progetto di rigenerazione dei quartieri residenziali pubblici. Napoli: CLEAN edizioni, 2018.

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25

Matteis, Milena De. Rigenerare le periferie venete: Sguardi, mappe e strategie operative per abitare lo spazio aperto negli insediamenti pubblici. [Siracusa]: LetteraVentidue, 2015.

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26

Brusa, Elisabetta. 8 tesi per 150 anni. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-384-7.

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Abstract:
8 tesi per 150 anni è un filo rosso che parte dalle pagine di alcuni libri-tesi, preziosamente conservati tra le mura dell’Archivio Storico di Ca’ Foscari, per trasformarsi nel corso del 2018 nel simbolico volo di alcune rondini-studenti.Mettendo insieme voci provenienti dal passato e voci e corpi della nostra contemporaneità, Fucina Arti Performative Ca’ Foscari ha celebrato, nell’anno dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Ateneo veneziano, gli otto Dipartimenti, dedicando ad ognuno di questi una performance realizzata partendo dall’elaborazione di una tesi.Spaziando cronologicamente (la prima tesi affrontata è del 1913) tra le diverse aree di studio – Economia, Studi Linguistici e Culturali Comparati, Scienze Molecolari e Nanosistemi, Filosofia e Beni Culturali, Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea, Studi Umanistici, Management e Scienze Ambientali, Informatica, Statistica – e, itinerando tra la magnificenza di sale, aule magne, cortili e auditorium cafoscarini, Fucina – con i suoi abitanti virtuali, studenti provenienti da tutti e otto i Dipartimenti, a cui si sono aggiunti studenti del Conservatorio Benedetto Marcello e dell’Accademia di Belle Arti di Venezia – è riuscita a costruire un mosaico di narrazioni intrecciando temi, ricerche, personaggi storici e figure immaginifiche, che ha condiviso con un pubblico curioso e attento.Il testo che qui presentiamo è la testimonianza di quanto realizzato ed è costituito dalla raccolta degli otto copioni, elaborati di volta in volta da uno studente-curatore.La collaborazione con i direttori dei Dipartimenti, con docenti di discipline diverse, con il personale cafoscarino coinvolto nella sfida, oltre alla partecipazione di Ca’ Foscari Alumni e di altre istituzioni veneziane, insieme all’Agenzia di Venezia di Banca Mediolanum, ha trasformato quest’esperienza in un possibile modello universitario di ricerca performativa.Se chi legge riuscirà a mettere in movimento processi immaginativi, allora per tutti coloro che hanno vissuto e condiviso questo progetto ambizioso sarà un ulteriore traguardo raggiunto.Fucina Arti Performative Ca’ Foscari nasce con il nome di Cantiere Teatro Ca’ Foscari nel 2011 come spazio fisico e mentale, teorico e pratico, aperto durante l’anno accademico agli studenti dei vari Dipartimenti desiderosi di confrontarsi con tematiche e sviluppi del mondo delle arti performative, realizzando produzioni proprie. Nel 2018 Cantiere Teatro Ca’ Foscari, diretto da Elisabetta Brusa, si trasforma in Fucina Arti Performative Ca’ Foscari.
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27

Aymonino, Carlo. Piazze D'Italia: Progettare Gli Spazi Aperti (Documenti di architettura). Edizioni Electa, 1989.

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28

Rasia, Carlo. Tutela giudiziale europea e arbitrato. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg254.

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Abstract:
Uno studio sull’arbitrato nell’ordinamento europeo acquista il sapore di una sfida ma al contempo è un invito ad intensificare l’attenzione sull’uso della giustizia privata nello spazio dell’Unione europea, in particolare in quel contesto di globalizzazione dei mercati e del diritto con cui ogni giurista deve inevitabilmente confrontarsi. Il mercato globale ha portato, infatti, ad un ripensamento della dimensione spaziale degli ordinamenti e all’arretramento della sovranità degli Stati, allargando, anche a causa delle disfunzioni dell’organizzazione giudiziaria statale, il fenomeno della privatizzazione della giustizia: in un ordinamento aperto, senza confini, infatti, si indebolisce l’idea di una giustizia imposta dallo Stato, mentre si rafforzano le esigenze che spingono a lasciare spazio ai privati in generale e all’arbitrato in particolare. In questo volume ci si interroga a fondo, in modo organico, sul ruolo che la giustizia privata può svolgere nell’attuazione dell’ordinamento dell’Unione ponendo, al centro dell’analisi, la tutela del cittadino europeo avanti all’arbitro convenzionalmente istituito, sulla base della tesi, che verrà sottoposta a dimostrazione, che il cittadino (ma anche ogni individuo) può e deve trovare qui gli stessi standard di tutela che rinverrebbe avanti ad un giudice dello Stato. A tale scopo l’autore, esaminando il tema del rinvio pregiudiziale in arbitrato, le modalità di applicazione delle normativa europea sia davanti agli arbitri che in sede di controllo del lodo nonché il ruolo ricoperto dal giudice privato nei regolamenti processuali europei, propone una lettura dell’arbitrato, non come corpo estraneo, ma come momento rilevante nell’attuazione del diritto europeo, in armonia con l’art. 81 del tr. Fue, introdotto dal trattato di Lisbona del 2009, che promuove come obiettivi dell’Unione, fra gli altri, l’accesso alla giustizia e i mezzi alternativi di risoluzione delle controversie.
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