Dissertations / Theses on the topic 'Sociologia del territorio e dei confini'

To see the other types of publications on this topic, follow the link: Sociologia del territorio e dei confini.

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the top 37 dissertations / theses for your research on the topic 'Sociologia del territorio e dei confini.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Browse dissertations / theses on a wide variety of disciplines and organise your bibliography correctly.

1

Rovati, Massimiliano. "La "città proibita": il porto vecchio e i nuovi confini. Quale futuro per Trieste?" Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8622.

Full text
Abstract:
201/2012
La questione inerente il progetto di recupero del Porto Vecchio di Trieste, uno dei siti di maggior pregio storico-architettonico della zona costiera italiana, da almeno 30 anni rappresenta la cartina di tornasole dello stato della città intera, sotto il profilo politico, sociale ed economico. Trieste, da sempre una città considerata laboratorio etnico, politico e sociale dagli osservatori qualificati, in realtà racchiude in sé due anime contrapposte che si confrontano: una aperta e cosmopolita, l’altra misantropa ed impaurita, amante di muri e confini. Oggi più che mai questo duello risulta esiziale per le prospettive future di una città ubicata nel cuore dell’Europa del terzo millennio, in costante calo demografico, con l’età media degli abitanti in continua crescita, in preda ad una sorta di lenta ma inesorabile decadenza. L’occasione di analizzare il progetto di recupero del Porto Vecchio assume rilevanza anche sotto il profilo psicologico e sociale, in una vicenda che continua a sortire i suoi effetti più deleteri, dove i confini politici e geografici sono stati sostituiti da quelli mentali, invisibili, ma fortemente presenti negli abitanti di questa città. All’interno di questa danza macabra giocata sulle spoglie di quella che viene definita “città proibita”, si muovono i protagonisti istituzionali, politici ed amministrativi, ma anche e soprattutto i cittadini, i quali vengono interpellati attraverso un sondaggio che in 5 sezioni riassume i concetti ritenuti principali ai fini della ricerca: il rapporto con la città di Trieste, l’atteggiamento nei confronti dei politici e degli amministratori, la presenza del Punto Franco, l’opinione sul progetto di recupero e sulla destinazione del Porto Vecchio, l’influenza dei media e del web. La visione dicotomica di una città dalle due anime contrapposte, trova conferma anche nelle diverse interviste realizzate con gli attori e i testimoni qualificati. Il quadro complessivo che si ricava attraverso l’analisi dei risultati, è utile a confermare le ipotesi di partenza, ossia l’importanza del sito in questione e la sua rappresentatività in chiave politica, economica e sociale, per quello che sarà il futuro di Trieste, in un processo in continuo divenire nel quale le geometrie variabili e la trasversalità degli schieramenti, uniti alla non soluzione dei problemi strutturali, sembrano mantenere sospesa la collocazione temporale della città e a rimandare, in maniera quasi compiaciuta, qualsiasi decisione.
XXIV Ciclo
1965
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Marchiori, Annachiara <1992&gt. ""La vulnerabilità delle donne richiedenti asilo e rifugiate: i contesti del territorio del Veneziano e delle città giordane"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17766.

Full text
Abstract:
Il 50% della popolazione mondiale rifugiata è costituito da donne: a differenza degli uomini, vivono la realtà della stigmatizzazione sessista sia nei loro paesi d’origine che in quelli di arrivo. Particolarmente vulnerabili, decidono di affrontare lunghi viaggi da sole, cercando rifugio fuori dal loro paese e, anche quando sembrano aver trovato un luogo sicuro, devono affrontare la minaccia di molestie, violenze, abusi e indifferenza. Nell’estate del 2018 e ad Aprile 2019, ho partecipato a due campi di volontariato in Giordania, con l’associazione ”Non dalla guerra”: ho avuto la possibilità di incontrare rifugiati siriani presenti nel territorio, i quali hanno riportato le loro storie di fuga e rinascita in un nuovo paese. Le donne sono coloro che più mi hanno colpito, per la forza e il coraggio che hanno dovuto dimostrare, ai loro figli, al paese che le ha accolte, ma soprattutto a loro stesse. Tra Dicembre 2019 e Febbraio 2020, ho svolto il tirocinio professionalizzante presso il Servizio di pronto intervento sociale, mediazione e inclusione del Comune di Venezia: ho avuto modo di seguire diverse donne richiedenti asilo e rifugiate, ognuna con storie, percorsi e scelte differenti. Analizzerò i contesti geo-politici di Italia e Giordania, riporterò i dati riguardanti le donne richiedenti asilo e rifugiate nel territorio veneziano e inserirò le storie di vita delle donne siriane rifugiate in Giordania, cercando di evidenziare le problematiche che le donne rifugiate vivono nei due diversi contesti di accoglienza.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Viola, Maura <1986&gt. "Lavorare Contro le Discriminazioni. Il Progetto dei Laboratori Anti- Discriminazioni con le Scuole Superiori del Territorio Veneziano." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4151.

Full text
Abstract:
L'idea di tesi nasce a partire dall'esperienza concreta di un progetto di <> con le classi superiori di licei e istituti presenti a Venezia e nel circondario. A seguito dell'ideazione di un lavoro congiunto con le scuole, nato dal lavoro di gruppo di giovani laureati già attivi nel territorio locale e facenti parte di associazioni e servizi afferenti al comune, si è scelto di analizzare il lavoro effettuato, compiere interviste sul campo che denotino l'importanza della suddetta attività per scoprirne i punti di forza e i possibili risvolti sul territorio. Il lavoro segue naturalmente all'analisi teorica dei concetti di discriminazione, pregiudizio, stereotipo; elenco di servizi e operatori che si occupano di discriminazione facendo riferimento ai casi emblematici accaduti in Italia e alla legislazione di tutela; analisi specifica del fenomeno migratorio e risvolti sul piano legislativo e dei 'discorsi' prodotti e diffusi dai media i quali, attraverso un'attenta analisi delle diverse teorie, si dimostra come provvedano a riprodurre le parole atte ad escludere e a rafforzare il pregiudizio del senso comune.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Migotto, Elisa <1997&gt. "VINO: ESPRESSIONE DEL TERRITORIO IL FENOMENO DELL’ENOTURISMO COME STRUMENTO DI SVILUPPO PER IL VENETO." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20200.

Full text
Abstract:
Durante gli ultimi vent’anni è cresciuto sempre più l’interesse verso i prodotti enogastronomici. Essi hanno ampliato il loro significato comprendendo aspetti di tradizione, storia e cultura così da diventare espressione del territorio di produzione. Conseguenza di tale trend positivo è l’intensificarsi del fenomeno dell’enoturismo e l’ampliamento dell’offerta di attività inerenti. Inoltre, l’enoturismo offre la possibilità di preservare i caratteri intrinsechi del territorio in modo da sviluppare le peculiarità sia dei centri storici che delle zone rurali. Questo elaborato inizia con una breve storia del vino. Dall’analisi di mercato si ricava che l’Italia è il primo Paese per produzione e il terzo per consumo, è inoltre il principale esportatore mondiale. Il Veneto rappresenta la prima regione italiana per quantità prodotta e per vino esportato. L’analisi prosegue con un excursus storico sul enoturismo. Dalla ricerca si evince come l’Italia sia la prima meta scelta, in particolare la Toscana. Riferendosi al Veneto, i territori più amati sono Soave, Valpolicella e Conegliano-Valdobbiadene. Nel settore operano diversi soggetti, ognuno dei quali svolge un ruolo differente. I principali attori sono le associazioni nazionali Movimento Turismo del Vino e Città del Vino; le Strade del Vino; cantine; musei; e fiere. L’ultima parte tratta il tema dei distretti culturali. Viene preso in considerazione il caso studio del distretto culturale del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Rui, Martina <1995&gt. "Dal campeggio al territorio: turismo sostenibile e conoscenza dei luoghi lungo il litorale di Cavallino – Treporti." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21394.

Full text
Abstract:
L’argomento che verrà affrontato all’interno del seguente elaborato sarà un tema molto attuale e dibattuto ossia la sostenibilità, nell’ambito della destinazione turistica di Cavallino – Treporti. Oltre a questo aspetto, verrà trattato un punto debole della destinazione e cioè la scarsa conoscenza del territorio circostante da parte dei turisti che si recano, anche regolarmente, in questo settore litoraneo. Nella prima parte dell’elaborato verrà analizzata l’area geografica di interesse relativa alla costa Adriatica, soffermandosi in modo particolare sul litorale di Cavallino – Treporti, il quale vanta la maggior concentrazione di campeggi della Regione Veneto. In seguito, si procederà con l’analisi della nascita e dello sviluppo dei campeggi e di come dovrebbero contribuire quest’ultimi nella mediazione tra il turista e contesto ambientale. In seguito, verrà approfondito il tema della sostenibilità turistica all’interno di strutture ricettive all’aria aperta come i campeggi lungo la costa veneta. Particolare attenzione sarà dedicata al caso studio dell’Europa Camping Village, struttura che sta puntando alla qualità della sua offerta residenziale anche attraverso la collaborazione dei propri ospiti.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

TUBALDI, MICHELE. "La cultura contemporanea per lo sviluppo del territorio urbano. Prospettive socio-economiche e giuridiche." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2012. http://hdl.handle.net/11566/242067.

Full text
Abstract:
A seguito della dematerializzazione affermatasi con la fase produttiva postmoderna, le città – centri focali del futuro sviluppo socioeconomico a livello mondiale – hanno dovuto far fronte all’avvento di nuovi elementi strutturanti il percorso di autorealizzazione degli individui. Elementi che afferiscono alla dimensione immateriale delle merci o che hanno una vera e propria consistenza “immateriale”, attinenti a ciò che è stato definito “capitale culturale”. La cultura, nell’epoca contemporanea, ha assunto una dimensione ben lontana da quelle tradizionali che si rifanno alla sfera antropologica o a quella di specializzazione dell’attività umana. Attualmente, non solo si è certificata un’idea del fenomeno culturale intimamente collegata alla sfera dei significati, ma se ne è anche delineata una specificità che ha a che fare con la funzione immaginaria dei beni e delle esperienze. La tesi “La cultura contemporanea per lo sviluppo del territorio urbano. Prospettive socioeconomiche e giuridiche” si pone l’obiettivo di indagare come questi elementi possano incidere in contesti territoriali contraddistinti da una sempre più evidente scarsità di risorse economiche. Vengono presi in considerazione tre scenari urbani: Berlino, Manchester e l’East Village di New York City, che hanno agito strategicamente in direzione di una trasformazione urbana culture led, e vengono individuate le caratteristiche essenziali dei territori esaminati riguardo gli elementi qualificanti il progresso urbano, secondo i parametri della competitività economica e della coesione sociale. In ultimo, viene avanzata l’analisi degli strumenti a disposizione degli amministratori territoriali al fine della conformazione territoriale nel paese a più alta dotazione culturale del mondo, l’Italia. Le impostazioni teoriche emerse nei primi due capitoli e le evidenze dei casi di studio del terzo e delle difficoltà operative del quarto, confermano e rafforzano l’idea di una proposta metodologica che poggi sulla dimensione culturale al fine del raggiungimento di un soddisfacente progresso sociale ed economico per quei territori che intendano far fronte, in un’ottica (pro)positiva, alle crisi cicliche che li colpiscono sempre più duramente.
Following the dematerialization derived from the postmodern production phase, the cities, considered the focal points of the future worldwide economic and social development, have had to face the advent of new elements that individuals are seeking to define themselves in the social context. Elements relating to immaterial aspect of goods, or to what has been called “the cultural capital”, as the knowledge and experiences. All these dynamics are part of the thesis "La cultura contemporanea per lo sviluppo del territorio urbano. Prospettive socio-economiche e giuridiche". Nowadays, the cultural phenomenon concerns the imaginary function of goods and experiences, relevant to distinction and success of the individual in the social fabric. This path concerns an idea of culture acting directly on the economic sphere, thorough the acquisition, by individuals, of the experiences usable in the social fabric. The aim of the thesis is to investigate how these elements affect territorial contexts. The case studies considered are Berlin, Manchester and the East Village in New York City, urban environments that have acted in the direction of a transformation driven by culture, and their most important features are identified, about the elements qualifying the urban development according to the parameters of economic competitiveness and social cohesion. Finally, it’s advanced the analysis of the tools available to local administrators in Italy, country with the largest cultural heritage in the world. The theoretical approaches emerged in the first two chapters, with the evidences of case studies of the third and the operational difficulties come out in the fourth, confirm and reinforce the idea of a methodological proposal that rests on the cultural dimension, in order to achieve a satisfactory social and economic progress for those cities that wish to handle, in a (pro)positive way, their cyclical shocks.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Chiara, Matteo <1992&gt. "Strategie, ruolo e tecniche di governance di rete per le PA nello sviluppo socio-economico del territorio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14371.

Full text
Abstract:
Il lavoro di tesi ha come oggetto le strategie adottate dalle pubbliche amministrazioni, in particolare dagli enti locali, all'interno delle proprie reti sociali al fine di promuovere lo sviluppo socio economico locale. Nella prima parte della trattazione l'attenzione si concentra sul tema dello sviluppo locale, identificato come la produzione di beni locali collettivi, si discute quindi del ruolo giocato dagli enti pubblici e la rilevanza data alla risorsa capitale sociale nel processo produttivo di questi ultimi beni. Successivamente si procede analizzando i fenomeni delle reti sociali, le risorse che gli attori impiegano nei giochi al loro interno e le diverse dinamiche tipiche cercando di individuare le strategie di governance territoriale. Si procede infine con dei case study relativi la produzione di sviluppo locale da parte di attori pubblici e privati. L'obiettivo è quindi quello di fornire un'analisi on the field quali possano essere le strategie di rete più adeguate che una PA possa adottare e, tra quelle che sono già state adottate, quali siano adeguate, quali adotti già, nonché quali siano quelle inadeguate al fine di promuove lo sviluppo del territorio.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Facchini, Andrea <1976&gt. "Il cibo come creatore di circoli virtuosi. Slow Food e Terra Madre, eccellenze nello sviluppo sostenibile del territorio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2550/1/Facchini_Andrea_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
Punto di partenza per il lavoro presentato, sono le tematiche legate alle pratiche di consumo di cibo in un’ottica che superi una semplice visione utilitaristica delle stesse, mentre viene evidenziato invece il più profondo rapporto uomo-cibo e i fenomeni di socializzazione che ne scaturiscono. Si trovano pertanto a coniugarsi la sociologia dei consumi e la sociologia della cultura. La base per questa visione del cibo e delle pratiche di produzione e consumo ad esso collegate è l’ipotesi che nel rapporto uomo-cibo sia individuabile un livello di significato superiore al mero utilitarismo/nutrizionismo, che si compone di una dimensione strutturale, una dimensione simbolica ed una dimensione metaforica. Il cibo, e di conseguenza tutte le pratiche ad esso collegate (produzione, elaborazione, consumo), rientrano pertanto in maniera naturale nella categoria “cultura”, e quindi, accostandoci al paradigma del passaggio da natura a società, attraverso il cibo si crea e si alimenta la socialità del consorzio umano, e quindi l’umanità stessa. Accostando a queste concettualizzazioni l’idea che il consumo in generale possa diventare una prassi tramite cui esperire una più diffusa ricerca di sostenibilità nello sviluppo del territorio, (facendosi carico delle conseguenze socio-ambientali derivanti dalla fruizione di determinati oggetti piuttosto che altri), si è sviluppata l’ipotesi che al consumo alimentare possa competere un ruolo precipuamente attivo nella definizione di pratiche sociali orientate alla sostenibilità, capaci cioè di integrare attraverso il consumo – e in relazione all’indebolimento delle tradizionali agenzie di socializzazione – quella perdita di senso civico e solidarietà organizzata che sperimentiamo nelle prassi di vita quotidiana. Sul piano operativo, la tesi è articolata in sei capitoli: • Il percorso presentato prende le mosse dalla considerazione che il cibo, inteso in un’ottica sociologica, costituisce un fattore culturale non irrilevante, anzi fondamentale per il consorzio umano. Si fornisce quindi una breve descrizione del ruolo del cibo nei suoi accostamenti con la definizione di un territorio (e quindi con la sua storia, economia e società), con le arti visive, con il cinema, con la musica, ma anche con la sfera sensoriale (tatto, gusto, olfatto) ed emotivo-cognitiva (psiche) dell’uomo. • Successivamente, si analizza nello specifico la funzione socializzante delle pratiche alimentari, ripercorrendo le tappe principali degli studi classici di sociologia e antropologia dell’alimentazione e introducendo anche l’idea di cibo come simbolo e metafora, che si riflettono sul piano sociale e sulle relazioni tra gli individui. La constatazione che le pratiche legate al cibo sono le uniche attività umane da sempre e per sempre irrinunciabili è un chiaro indicatore di come esse giochino un ruolo fondamentale nella socializzazione umana. • Nel terzo capitolo, la prospettiva simbolico-metaforica è la base di un’analisi di tipo storico delle pratiche alimentari, nello specifico delle pratiche di consumo di cibo, dalle origini dell’umanità ai giorni nostri. Viene presentato un excursus essenziale in cui l’attenzione è focalizzata sulla tavola, sui cibi ivi serviti e sugli eventi di socializzazione che si sviluppano attorno ad essa, considerando situazioni storico-sociali oggettive di cui si è in grado, oggi, di ricostruire le dinamiche e le fasi più significative. • Il quarto capitolo costituisce un momento di riflessione teorica intorno al tema della globalizzazione nella contemporaneità. Sia per una logica progressione cronologica all’interno del lavoro presentato, sia per la rilevanza in quanto inerente alla società attuale in cui viviamo, non si è potuto infatti non soffermarsi un po’ più a fondo sull’analisi delle pratiche alimentari nella contemporaneità, e quindi nella società generalmente definita come “globalizzata” (o “mcdonaldizzata”, per dirla alla Ritzer) ma che in realtà è caratterizzata da un più sottile gioco di equilibri tra dimensione locale e dimensione globale, che si compenetrano come anche nel termine che indica tale equilibrio: il “glocale”. In questo capitolo vengono presentati i principali riferimenti teorici relativi a queste tematiche. • Nel quinto capitolo è stata analizzata, quindi, la declinazione in senso “alimentare” della relazione tra globale e locale, e quindi non solo i mutamenti intercorsi nella contemporaneità nelle pratiche di produzione, scambio e consumo di cibo con particolare riferimento ai sistemi culturali e al territorio, ma anche alcune proposte (sia teoriche che pratiche) a garanzia di uno sviluppo sostenibile del territorio, che trovi i suoi fondamenti sulla perpetuazione di modalità tradizionali di produzione, commercio e consumo di cibo. • Nel sesto capitolo viene analizzato un caso di studio significativo, (il movimento Slow Food, con il suo progetto Terra Madre) senza la pretesa di confermare o smentire né le ipotesi di partenza, né i concetti emersi in itinere, ma semplicemente con l’intenzione di approfondire il percorso svolto attraverso l’esemplificazione operativa e la ricerca entro un piccolo campione composto da testimoni significativi e intervistati, sottoposti a colloqui e interviste incentrate su item inerenti i temi generali di questo lavoro e sul caso di studio considerato. La scelta del caso è motivata dalla considerazione che, alla luce delle filosofia che lo anima e delle attività che svolge, il movimento Slow Food con il progetto Terra Madre costituisce una vera e propria eccellenza nella pianificazione di uno sviluppo sostenibile del territorio e delle sue risorse, tanto economiche quanto sociali e culturali. L’intera analisi è stata condotta tenendo presente l’importanza della comparazione e della collocazione del singolo caso non solo nel contesto sociale di riferimento, ma anche in sintonia con l’ipotesi della ricerca, e quindi con l’assunto che le pratiche alimentari possano guidare uno sviluppo sostenibile del territorio. Per analizzare la realtà individuata, si è in primo luogo proceduto alla raccolta e all’analisi di dati e informazioni volte alla ricostruzione della sua storia e del suo sviluppo attuale. Le informazioni sono state raccolte attraverso l’analisi di materiali, documenti cartacei e documenti multimediali. Si è poi proceduto con colloqui in profondità a testimoni significativi individuati nell’ambito delle attività promosse da Slow Food, con particolare riferimento alle attività di Terra Madre; le informazioni sono state elaborate con l’ausilio dell’analisi del contenuto. Alla luce di quanto analizzato, tanto a livello teorico quanto a livello empirico, la tesi si conclude con alcune considerazioni che, in linea con la finalità dichiarata di approfondire (più che di confermare o smentire) le ipotesi di partenza circa un ruolo fondamentale delle pratiche alimentari nello sviluppo sostenibile del territorio, non possono comunque non tendere ad una convalida dei concetti introduttivi. Si individuano pertanto spunti importanti per affermare che nelle pratiche alimentari, nei tre momenti in cui trovano specificazione (la produzione, lo scambio, il consumo), siano individuabili quei semi valoriali che possono dare solidità alle ipotesi di partenza, e che quindi - nell’intento di operare per uno sviluppo sostenibile del territorio - sia possibile farne un valido strumento al fine di costruire dei veri e propri percorsi di sostenibilità ancorati ai concetti di tutela della tradizione locale, recupero e salvaguardia dei metodi tradizionali di produzione e conservazione, certificazione di tipicità, controllo della distribuzione, riscatto e promozione delle modalità tradizionali di consumo con particolare riferimento alle culture locali.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Facchini, Andrea <1976&gt. "Il cibo come creatore di circoli virtuosi. Slow Food e Terra Madre, eccellenze nello sviluppo sostenibile del territorio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2550/.

Full text
Abstract:
Punto di partenza per il lavoro presentato, sono le tematiche legate alle pratiche di consumo di cibo in un’ottica che superi una semplice visione utilitaristica delle stesse, mentre viene evidenziato invece il più profondo rapporto uomo-cibo e i fenomeni di socializzazione che ne scaturiscono. Si trovano pertanto a coniugarsi la sociologia dei consumi e la sociologia della cultura. La base per questa visione del cibo e delle pratiche di produzione e consumo ad esso collegate è l’ipotesi che nel rapporto uomo-cibo sia individuabile un livello di significato superiore al mero utilitarismo/nutrizionismo, che si compone di una dimensione strutturale, una dimensione simbolica ed una dimensione metaforica. Il cibo, e di conseguenza tutte le pratiche ad esso collegate (produzione, elaborazione, consumo), rientrano pertanto in maniera naturale nella categoria “cultura”, e quindi, accostandoci al paradigma del passaggio da natura a società, attraverso il cibo si crea e si alimenta la socialità del consorzio umano, e quindi l’umanità stessa. Accostando a queste concettualizzazioni l’idea che il consumo in generale possa diventare una prassi tramite cui esperire una più diffusa ricerca di sostenibilità nello sviluppo del territorio, (facendosi carico delle conseguenze socio-ambientali derivanti dalla fruizione di determinati oggetti piuttosto che altri), si è sviluppata l’ipotesi che al consumo alimentare possa competere un ruolo precipuamente attivo nella definizione di pratiche sociali orientate alla sostenibilità, capaci cioè di integrare attraverso il consumo – e in relazione all’indebolimento delle tradizionali agenzie di socializzazione – quella perdita di senso civico e solidarietà organizzata che sperimentiamo nelle prassi di vita quotidiana. Sul piano operativo, la tesi è articolata in sei capitoli: • Il percorso presentato prende le mosse dalla considerazione che il cibo, inteso in un’ottica sociologica, costituisce un fattore culturale non irrilevante, anzi fondamentale per il consorzio umano. Si fornisce quindi una breve descrizione del ruolo del cibo nei suoi accostamenti con la definizione di un territorio (e quindi con la sua storia, economia e società), con le arti visive, con il cinema, con la musica, ma anche con la sfera sensoriale (tatto, gusto, olfatto) ed emotivo-cognitiva (psiche) dell’uomo. • Successivamente, si analizza nello specifico la funzione socializzante delle pratiche alimentari, ripercorrendo le tappe principali degli studi classici di sociologia e antropologia dell’alimentazione e introducendo anche l’idea di cibo come simbolo e metafora, che si riflettono sul piano sociale e sulle relazioni tra gli individui. La constatazione che le pratiche legate al cibo sono le uniche attività umane da sempre e per sempre irrinunciabili è un chiaro indicatore di come esse giochino un ruolo fondamentale nella socializzazione umana. • Nel terzo capitolo, la prospettiva simbolico-metaforica è la base di un’analisi di tipo storico delle pratiche alimentari, nello specifico delle pratiche di consumo di cibo, dalle origini dell’umanità ai giorni nostri. Viene presentato un excursus essenziale in cui l’attenzione è focalizzata sulla tavola, sui cibi ivi serviti e sugli eventi di socializzazione che si sviluppano attorno ad essa, considerando situazioni storico-sociali oggettive di cui si è in grado, oggi, di ricostruire le dinamiche e le fasi più significative. • Il quarto capitolo costituisce un momento di riflessione teorica intorno al tema della globalizzazione nella contemporaneità. Sia per una logica progressione cronologica all’interno del lavoro presentato, sia per la rilevanza in quanto inerente alla società attuale in cui viviamo, non si è potuto infatti non soffermarsi un po’ più a fondo sull’analisi delle pratiche alimentari nella contemporaneità, e quindi nella società generalmente definita come “globalizzata” (o “mcdonaldizzata”, per dirla alla Ritzer) ma che in realtà è caratterizzata da un più sottile gioco di equilibri tra dimensione locale e dimensione globale, che si compenetrano come anche nel termine che indica tale equilibrio: il “glocale”. In questo capitolo vengono presentati i principali riferimenti teorici relativi a queste tematiche. • Nel quinto capitolo è stata analizzata, quindi, la declinazione in senso “alimentare” della relazione tra globale e locale, e quindi non solo i mutamenti intercorsi nella contemporaneità nelle pratiche di produzione, scambio e consumo di cibo con particolare riferimento ai sistemi culturali e al territorio, ma anche alcune proposte (sia teoriche che pratiche) a garanzia di uno sviluppo sostenibile del territorio, che trovi i suoi fondamenti sulla perpetuazione di modalità tradizionali di produzione, commercio e consumo di cibo. • Nel sesto capitolo viene analizzato un caso di studio significativo, (il movimento Slow Food, con il suo progetto Terra Madre) senza la pretesa di confermare o smentire né le ipotesi di partenza, né i concetti emersi in itinere, ma semplicemente con l’intenzione di approfondire il percorso svolto attraverso l’esemplificazione operativa e la ricerca entro un piccolo campione composto da testimoni significativi e intervistati, sottoposti a colloqui e interviste incentrate su item inerenti i temi generali di questo lavoro e sul caso di studio considerato. La scelta del caso è motivata dalla considerazione che, alla luce delle filosofia che lo anima e delle attività che svolge, il movimento Slow Food con il progetto Terra Madre costituisce una vera e propria eccellenza nella pianificazione di uno sviluppo sostenibile del territorio e delle sue risorse, tanto economiche quanto sociali e culturali. L’intera analisi è stata condotta tenendo presente l’importanza della comparazione e della collocazione del singolo caso non solo nel contesto sociale di riferimento, ma anche in sintonia con l’ipotesi della ricerca, e quindi con l’assunto che le pratiche alimentari possano guidare uno sviluppo sostenibile del territorio. Per analizzare la realtà individuata, si è in primo luogo proceduto alla raccolta e all’analisi di dati e informazioni volte alla ricostruzione della sua storia e del suo sviluppo attuale. Le informazioni sono state raccolte attraverso l’analisi di materiali, documenti cartacei e documenti multimediali. Si è poi proceduto con colloqui in profondità a testimoni significativi individuati nell’ambito delle attività promosse da Slow Food, con particolare riferimento alle attività di Terra Madre; le informazioni sono state elaborate con l’ausilio dell’analisi del contenuto. Alla luce di quanto analizzato, tanto a livello teorico quanto a livello empirico, la tesi si conclude con alcune considerazioni che, in linea con la finalità dichiarata di approfondire (più che di confermare o smentire) le ipotesi di partenza circa un ruolo fondamentale delle pratiche alimentari nello sviluppo sostenibile del territorio, non possono comunque non tendere ad una convalida dei concetti introduttivi. Si individuano pertanto spunti importanti per affermare che nelle pratiche alimentari, nei tre momenti in cui trovano specificazione (la produzione, lo scambio, il consumo), siano individuabili quei semi valoriali che possono dare solidità alle ipotesi di partenza, e che quindi - nell’intento di operare per uno sviluppo sostenibile del territorio - sia possibile farne un valido strumento al fine di costruire dei veri e propri percorsi di sostenibilità ancorati ai concetti di tutela della tradizione locale, recupero e salvaguardia dei metodi tradizionali di produzione e conservazione, certificazione di tipicità, controllo della distribuzione, riscatto e promozione delle modalità tradizionali di consumo con particolare riferimento alle culture locali.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Domaneschi, L. "Una cucina originale : un’indagine qualitativa sulla “cucina di territorio” nel caso di una città del Nord Italia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2007. http://hdl.handle.net/2434/46640.

Full text
Abstract:
Culinary cultures are often presented and offered throughout public commercial spaces, showing in this way a clear example of culinary commodification and expressing at least a kind of simulation of a certain geographical identity. Otherwise, again for that reason, in a globalizing context such as the contemporary one, food represents more and more one of the main channel to spread, among popular culture, almost some images of different national identities. This kind of interpretation of food inside these sort of venues working along the “tradition” issue, allows to analyze the eating out culture as a complex way to reproduce different forms of cultural identity, especially the one build on the geographical belonging. The aim of this analysis is to show how these narratives of belonging are mainly constructed through the gathering of different spatial meanings particularly linked to food, especially in a globalizing context such as the urban one, where near and far, presence and absence, are mixed in every consumption place. To suggest a possible answer, this study invite to consider food as an object at the border-line between art and commodity – as much as an object of the material culture – starting from the analysis of the work of some urban chefs. Drawing critically on both the work of Becker and Bourdieu, and in so much, considering the restaurant world one as an “artworld”, the intention is to show how the creativity and innovation that lead their activity could be a peculiar vehicle in the social definition of “quality food”. Drawing on the empirical material from in-depth interviews, participant observation and secondary statistical datas this study deal with a research conducted in a Northern Italian city, suggesting the restaurant as a sort of artistic-place and the chefs as cultural intermediaries in the contemporary urban foodscape.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
11

Di, Muzio Giorgia <1978&gt. "Donne esteuropee nel mercato dell'assistenza e della cura in Italia: percorsi, vulnerabilità e strategie. Un approfondimento nel territorio forlivese." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2568/1/Giorgia_DiMuzio_tesi.pdf.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
12

Di, Muzio Giorgia <1978&gt. "Donne esteuropee nel mercato dell'assistenza e della cura in Italia: percorsi, vulnerabilità e strategie. Un approfondimento nel territorio forlivese." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2568/.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
13

Gnarini, Daniela. "Doing it better: economic performance and social mobility of migrant entrepreneurs in Rome and Milan restaurant sector." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2019. https://hdl.handle.net/11572/367884.

Full text
Abstract:
This dissertation investigates the differentiation of migrants’ entrepreneurial performances in the restaurant sector. By adopting a biographical approach, this study analyses five main dimensions and their combinations in shaping performances: the context in which migrant entrepreneurs operate, the different businesses’ characteristics and strategies, migrants’ reliance on networks, their implementation of human capital, the individuals’ life trajectories, their classes of origin, and paths of upward (and eventually downward) social mobility. This study is based on 50 biographical interviews conducted in the two most important cities in Italy: Milan and Rome. In order to better understand the differentiation of performances, the sample includes entrepreneurs who reach good performances, those who manage to survive, and those who are in crisis. The findings evidence the intersection between networks, human capital, motivation, projects, and experiences of migrant entrepreneurs. These elements implement themselves, by creating a virtuous cycle, as far as successful cases are concerned. However, when these elements do not foster each other, migrant entrepreneurs tend to face many difficulties in conducting their businesses. This study also emphasises how economic performance and social mobility are not always interrelated, and some counterintuitive results emerge. On the one hand, it is underlined the importance of shelter enterprises, that do not have good business performances but can play a relevant social role in fostering upward social mobility for those entrepreneurs who come from lower classes of origin. On the other hand, good business performances are not always connected to the entrepreneurs’ upward mobility, which is often barely maintained and, in some cases, even declined.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
14

CLAPS, ENRICO ROCCO. "L'Embeddedness dei nuovi settori produttivi high-tech: il caso delle biotecnologie." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/51990.

Full text
Abstract:
Il seguente lavoro di ricerca si concentra sull'individuazione del ruolo ricoperto da forze sociali di diversa natura all'interno del funzionamento dei cosiddetti distretti high tech. In modo particolare è stata prestata attenzione al ruolo delle reti sociali e delle istituzioni. A differenza della maggioranza delle ricerche precedenti, non ci siamo però limitati a considerare il ruolo economico di ciascuna di queste forze sociali prese singolarmente ma abbiamo cercato di indagare anche l'interazione tra istituzioni e reti e gli esiti economici di questa loro interazione. Nello specifico dopo aver ricostruito il contesto istituzionale delle diverse province italiane abbiamo cercato di mostrare come esso influenzasse alcune dimensioni fondamentali delle reti d'inventori presenti al loro interno. La dimensione spaziale delle reti d'inventori, definibile come la prossimità/lontananza nello spazio degli inventori che hanno collaborato per sviluppare una data invenzione, è risultata dalla nostra analisi connessa con le caratteristiche istituzionali del contesto locale in cui gli inventori operavano. Essere collocati all'interno di un contesto istituzionale "povero" di risorse e potenziali partner spinge gli inventori a costruire delle collaborazioni con soggetti lontani nello spazio, dando origine in questo modo alle cosiddette reti lunghe in misura maggiore rispetto agli inventori collocati in contesti locali più ricchi di risorse.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
15

Oncini, Filippo. "Feeding Distinction: Constrictions and Constructions of Dietary Compliance." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2018. https://hdl.handle.net/11572/368585.

Full text
Abstract:
In this work, moving back and forth along complementary perspectives, I aim to provide an in-depth analysis of the social stratification of eating and feeding practices in an Italian context, with a special focus on the school canteen as a possible enhancer of children’s dietary compliance. Although the thesis cannot be read as a single monograph, the fil rouge that runs through the chapters presents new insights on the ways eating and feeding are organised, regulated, differentiated, and reproduced in Italy by adults and children. In fact, each chapter reads as an autonomous contribution, accompanied by a specific literature review, that distinctively adds to a branch of the research on food sociology, from health to consumption passing through childhood. Nevertheless, this does not imply that the chapters are disconnected, and the reader will often find cross references throughout the manuscript. The thesis is constructed on two different blocks, divided by methodology, but held together by the first chapter, in which I discuss the socio-philosophical foundation of the research. Here I initially draw from Bourdieu’s practice theory to discuss the theoretical and methodological foundations of the thesis, and I subsequently examine the concepts of eating and feeding practices, eventually outlining the contribution of each empirical chapter. Therefore, the first block seeks to identify theoretically informed empirical regularities using Bourdieu’s (2011) theory of capitals, and its adaptation to health behaviours as proposed by Abel (2007; 2008). This part aims to ‘quantify’ how capital constrictions shape food consumption and beyond. Chapter 2, focusing on gender differences in health behaviours among adults (Courtenay, 2000), analyses the determinants of dietary compliance, drinking behaviour and smoking, and how gender differentials change depending on the respondent’s levels of cultural capital. Chapter 3, however, which paves the way for the subsequent ethnography, focuses on the determinants of dietary compliance among Italian schoolchildren, and specifically on the role of the school canteen as an equaliser that can mitigate health inequalities by improving the diet of most disadvantaged children. In the second block, I focus on eating and feeding practices as social constructions. This part of the work allows me to go behind and beyond the empirical regularities shown in the previous chapters. Behind, because qualitative data provide an opportunity to consider the epistemological foundations and the political implications of the construction of dietary compliance, in school and at home; beyond, because they allow us to excavate in vivo how eating and feeding are part of a contested field of knowledge that depends on family endowments. The three chapters are hence based on the ethnographic fieldwork and the in-depth interviews conducted in four Italian primary schools. Chapter 4, partially rooted in the Foucauldian tradition of governmentality studies, uses the concept of strategy and tactics (de Certeau, 1984) to analyse the construction and implementation of a healthy meal and the resistances that arise around and within the school canteen. On a different note, chapter 5 makes use of the in-depth interviews with parents and the fieldnotes gathered in Poversano and Goldazzo school canteens to study how cultural and economic family resources shape parental feeding practices, their perception of the school meal and children’s knowledge of healthy food and cuisine. Finally, chapter 6 illustrates what happens to food education programs when they are applied in extreme contexts, such as the school of a poverty-stricken neighbourhood of Palermo. In the conclusions, I summarise the most important findings of the manuscript, and I draw attention to the possible implications for school food programs as well as for future directions for research.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
16

ANDREATTA, DANIELA. "Un’analisi esplorativa delle determinanti della gestione illegale dei rifiuti: il caso italiano." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/55868.

Full text
Abstract:
Negli ultimi anni, la gestione illegale dei rifiuti ha attirato l’attenzione pubblica e dell’accademia. A causa delle sue conseguenze negative non solo per l’ambiente, ma anche per la salute pubblica e la crescita economica, gli esperti hanno cominciato ad esplorare le dinamiche del fenomeno e le possibilità di prevenzione. Alcuni studi hanno evidenziato l’esistenza di diversi fattori che possono determinare la gestione illegale dei rifiuti, ma pochi di essi hanno empiricamente testato la validità dei fattori stessi. Di conseguenza, si avverte la necessità di produrre nuova conoscenza sull’argomento. Il presente studio consiste in un’analisi esplorativa di fattori socio-economici, fattori di policy e di performance, e fattori criminali che influenzano la gestione illegale dei rifiuti in Italia. Dopo aver identificato le determinanti considerate rilevanti dalla letteratura, l’obiettivo è quello di testarle empiricamente. Per prima cosa, grazie all’unicità di un dataset creato sul contesto italiano, nello studio si indaga quantitativamente l’effetto di diversi fattori sul fenomeno attraverso un’analisi econometrica. Successivamente, lo studio prosegue con un’analisi “crime script” al fine di esplorare quali fattori suggeriti dalla letteratura e testati nella parte quantitativa emergono anche da casi studio e come effettivamente intervengono nel ciclo dei rifiuti italiano. I risultati indicano che la gestione illegale dei rifiuti è determinata da: i) uno scarso sviluppo economico e demografico, un alto livello d’istruzione nel territorio, la presenza di turisti; ii) l'inefficienza della normativa ambientale, delle forze dell’ordine e delle prestazioni sui rifiuti; iii) la presenza di criminalità organizzata e la diffusione di crimini economici e fiscali. Prendendo spunto da questi risultati, lo studio non solo aumenta la conoscenza sul fenomeno, ma è anche in grado di avanzare alcuni suggerimenti di policy per contrastare efficacemente le condotte illegali legate alla gestione dei rifiuti.
In the last several decades, illegal waste management (IWM) has attracted great academic and public attention. Due to its negative consequences not only for the environment, but also for public health and economic growth, scholars started to be interested in the dynamics of IWM and in how to prevent it. Some studies stressed the existence of different factors that can determine the phenomenon, but very few of them have empirically tested their validity. Consequently, developing new research on the topic is still necessary. The present study conducts an explorative analysis of the socio-economic, policy and performance-driven and criminal factors influencing IWM in Italy. After the identification of the most relevant determinants according to the literature, the objective is to empirically test them. First, thanks to a unique dataset focused on the Italian context, the study quantitatively investigates the effect of different factors on the phenomenon through an econometric analysis. Second, the study realises a crime script analysis to explore which factors suggested by the literature and tested in the quantitative part emerge also in concrete case studies and how they effectively intervene in the Italian waste cycle. Results indicate that IWM is determined by: i) a low level of economic development and population density, a high level of education and tourists’ presence; ii) inefficiency in environmental regulation, enforcement and waste performances; iii) the presence of organised crime and the diffusion of economic and fiscal crimes. According to these findings, the study not only deepens the knowledge of the phenomenon, but it is also able to provide some policy suggestions to efficiently hinder illegal conducts related to waste management.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
17

ANDREATTA, DANIELA. "Un’analisi esplorativa delle determinanti della gestione illegale dei rifiuti: il caso italiano." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/55868.

Full text
Abstract:
Negli ultimi anni, la gestione illegale dei rifiuti ha attirato l’attenzione pubblica e dell’accademia. A causa delle sue conseguenze negative non solo per l’ambiente, ma anche per la salute pubblica e la crescita economica, gli esperti hanno cominciato ad esplorare le dinamiche del fenomeno e le possibilità di prevenzione. Alcuni studi hanno evidenziato l’esistenza di diversi fattori che possono determinare la gestione illegale dei rifiuti, ma pochi di essi hanno empiricamente testato la validità dei fattori stessi. Di conseguenza, si avverte la necessità di produrre nuova conoscenza sull’argomento. Il presente studio consiste in un’analisi esplorativa di fattori socio-economici, fattori di policy e di performance, e fattori criminali che influenzano la gestione illegale dei rifiuti in Italia. Dopo aver identificato le determinanti considerate rilevanti dalla letteratura, l’obiettivo è quello di testarle empiricamente. Per prima cosa, grazie all’unicità di un dataset creato sul contesto italiano, nello studio si indaga quantitativamente l’effetto di diversi fattori sul fenomeno attraverso un’analisi econometrica. Successivamente, lo studio prosegue con un’analisi “crime script” al fine di esplorare quali fattori suggeriti dalla letteratura e testati nella parte quantitativa emergono anche da casi studio e come effettivamente intervengono nel ciclo dei rifiuti italiano. I risultati indicano che la gestione illegale dei rifiuti è determinata da: i) uno scarso sviluppo economico e demografico, un alto livello d’istruzione nel territorio, la presenza di turisti; ii) l'inefficienza della normativa ambientale, delle forze dell’ordine e delle prestazioni sui rifiuti; iii) la presenza di criminalità organizzata e la diffusione di crimini economici e fiscali. Prendendo spunto da questi risultati, lo studio non solo aumenta la conoscenza sul fenomeno, ma è anche in grado di avanzare alcuni suggerimenti di policy per contrastare efficacemente le condotte illegali legate alla gestione dei rifiuti.
In the last several decades, illegal waste management (IWM) has attracted great academic and public attention. Due to its negative consequences not only for the environment, but also for public health and economic growth, scholars started to be interested in the dynamics of IWM and in how to prevent it. Some studies stressed the existence of different factors that can determine the phenomenon, but very few of them have empirically tested their validity. Consequently, developing new research on the topic is still necessary. The present study conducts an explorative analysis of the socio-economic, policy and performance-driven and criminal factors influencing IWM in Italy. After the identification of the most relevant determinants according to the literature, the objective is to empirically test them. First, thanks to a unique dataset focused on the Italian context, the study quantitatively investigates the effect of different factors on the phenomenon through an econometric analysis. Second, the study realises a crime script analysis to explore which factors suggested by the literature and tested in the quantitative part emerge also in concrete case studies and how they effectively intervene in the Italian waste cycle. Results indicate that IWM is determined by: i) a low level of economic development and population density, a high level of education and tourists’ presence; ii) inefficiency in environmental regulation, enforcement and waste performances; iii) the presence of organised crime and the diffusion of economic and fiscal crimes. According to these findings, the study not only deepens the knowledge of the phenomenon, but it is also able to provide some policy suggestions to efficiently hinder illegal conducts related to waste management.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
18

VITALE, TOMMASO. "Conflitti e produzione normativa: un approccio pragmatico. Tre casi di conflitto sulla destinazione di aree pubbliche." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2003. http://hdl.handle.net/10281/10448.

Full text
Abstract:
How to study local development when it seems that local societies are torn in a lot of "fragments", in different groups that do not communicate between them, do not understand them, do not accept them? What could be the contribution of political sociology to the study of development in polarised local societies? Considering different bodies of literature, the paper examines the reasons why it is necessary to examine conflicts and local development in relation to the forms of institutional mediation. To study the normative dimension involved in a conflict I studied some cases of allocative conflict at the urban level. Particularly, I tried to understand if, and how, in these cases the contentious process enacts a common normative tissue and social ties based on publics goods, recognized like commons. I consider normativity like a result, enacted in the dynamics of a conflict, and I develop my analysis within a public action theory that I elaborate from the pragmatic research program of the "political and moral sociology" (Boltanski, Thévenot 1991): I consider conflicts like "sequences of tests, submitted to a categorization more or less binding, that enact an arena of actors, which is composed of different stages, each one with its own temporality". So, I elaborate questions about the quality of mediations, about the public character of the conflict arena and about the normative competences of actors in conflict.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
19

PALADINI, ROBERTO. "ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA COME ATTORI DI GOVERNANCE URBANA Dottorato di ricerca in “architettura, città e design” curriculum “Pianificazione territoriale e politiche pubbliche del territorio”." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/11578/301592.

Full text
Abstract:
L’avvento delle nuove tecnologie e della digitalizzazione che ha caratterizzato l’ultimo decennio, in un contesto globalizzato di crisi finanziaria internazionale suggellata dal crac della Lehman Brothers del 2008, è stato uno dei principali elementi che ha scardinato le molte certezze economiche e le rese di posizione di istituzioni e famiglie. In questo contesto sono aumentate le difficoltà della maggior parte delle imprese, in particolare le piccole - ovvero secondo le classificazioni internazionali quelle con meno di 50 addetti, che in base a dati Istat ed alle schede informative dell’Unione europea rappresentano il 99,4% delle imprese italiane, circa 3,75 milioni di aziende - ad adeguarsi alle trasformazioni dei mercati e della Pubblica Amministrazione. Tali dinamiche, che da un lato hanno messo in discussione modelli economici e sociali e dall’altro ne costituiscono l’evoluzione, hanno modificato anche il sistema d’influenze, posizioni e rapporti tra gli stakeholder operanti in un medesimo territorio, favorendo talvolta i processi collaborativi e di disintermediazione a sfavore della rappresentanza, filtrata dai corpi intermedi e dei partiti, modificando radicalmente il rapporto tra imprese, associazioni di categoria, associati, cittadini ed Enti pubblici. In questo scenario, il ruolo agito dalle associazioni datoriali di categoria italiane, già da decenni in forte trasformazione, sembra essersi riconfigurato almeno in parte, passando da un atteggiamento prettamente corporativo atto a perseguire l’interesse dei propri associati, erogando loro servizi e rappresentandoli (molto spesso in contrapposizione con molteplici degli altri interessi in campo); a un agire di natura consociativa, riaffermandone una funzione sociale, che pone maggiore forza ed attenzione rispetto ai rapporti con la pubblica amministrazione e gli stakeholder locali. La questione che la tesi intende indagare s’inserisce nel dibattito presente nella letteratura italiana sulle associazioni di categoria, intendendo analizzare le modalità di funzionamento delle stesse, provando a capire fino a che punto esse portano avanti meramente azioni ed interessi lobbistici e quando, se e in quali contesti invece possono evolvere quali attori con un ruolo significativo nel sistema di governance urbana. Rispetto al contesto economico territoriale del Veneto, che fa da scenario alla ricerca, in questa sede vengono analizzate le azioni progettuali poste in essere da alcune articolazioni territoriali della Confederazione Nazionale dell’Artigianato di Venezia, realizzate in risposta agli stimoli dati dalle linee di finanziamento camerali sulla rigenerazione urbana. Al fine di approfondire e comprendere se e come si è definito questo cambiamento di ruolo nelle politiche urbane da parte delle associazioni di categoria, l’approccio utilizzato per l’analisi è quello della collaborative governance. Entrambi i casi selezionati sono stati scelti in quanto agiscono su linee di finanziamento relative a politiche urbane non mainstream, ovvero finalizzate alla rigenerazione di aspetti sociali ed economici dei territori oggetto delle progettualità e non sugli aspetti fisici e spaziali di luoghi e strutture. L’avvento dell’emergenza sanitaria scaturita dal Covid 19, sembra aver accentuato tali dinamiche, riaffermando la funzione sociale e di punto di riferimento per il territorio di tali organizzazioni.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
20

DUGATO, MARCO. "L'INTERAZIONE TRA LE CARATTERISTICHE DEI QUARTIERI E L'AMBIENTE FISICO NELLA DETERMINAZIONE DELLA VULNERABILITÀ AL CRIMINE NEI MICROLUOGHI. PROVE EMPIRICHE DA UNA VALUTAZIONE SPAZIALE MULTILIVELLO DEL RISCHIO DI CRIMINALITÀ A MILANO, IT E IZTAPALAPA, MX." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/98602.

Full text
Abstract:
Diverse teorie si concentrano sui legami tra criminalità e caratteristiche specifiche di luoghi e comunità. Tuttavia, solo pochi studi applicati sostengono esplicitamente che i fattori contestuali possono combinarsi nel determinare il rischio di criminalità e che le loro influenze criminogene possono operare su scala diversa. Questo studio si propone di indagare come alcune caratteristiche del paesaggio urbano (microlivello) interagiscono tra loro, nonché con le caratteristiche demografiche, economiche e sociali dell'ambiente dei quartieri circostanti (livello meso), per determinare la vulnerabilità spaziale alla criminalità e, in definitiva, la probabilità di un evento criminale. Questo studio conduce una valutazione del rischio di criminalità spaziale per rapine e crimini violenti in due grandi aree urbane: Milano, Italia e Iztapalapa, Messico. I casi di studio sono focalizzati su due paesi molto diversi, il che consente sia la valutazione dell'influenza di effetti contestuali più ampi (livello macro) sia la verifica di alcuni presupposti teorici al di fuori dell'ambiente anglosassone. L'analisi si fonda sull'approccio del Risk Terrain Modeling. Tuttavia, contrariamente alle applicazioni precedenti, l'analisi in questo studio si basa su un modello di regressione multilivello che include termini di interazione. Lo studio propone inoltre metodi innovativi attraverso i quali esporre e comunicare i propri risultati. Nel complesso, i risultati dimostrano che fattori contestuali misurati a diverse scale geografiche interagiscono in modo significativo tra loro per determinare il rischio di criminalità. Questa scoperta suggerisce di combinare input provenienti da diverse teorie al fine di comprendere le dinamiche alla base del verificarsi del crimine. Inoltre, il metodo proposto generalmente consente di prevedere meglio i crimini futuri e consente la generazione di narrazioni di rischio più precise per informare politiche e interventi.
Several theories focus on the links between crime and specific characteristics of places and communities. However, only a few applied studies explicitly purport that contextual factors may combine in determining crime risk and that their criminogenic influences may operate at different geographical scales. This study aims to investigate how certain features of the urban landscape (micro-level) interact with each other, as well as with demographic, economic and social characteristics of the surrounding neighbourhoods (meso-level), to determine spatial vulnerability to crime and, ultimately, the likelihood of a criminal event. This study conducts a spatial crime risk assessment for robberies and violent crimes in two large urban areas: Milan, Italy and Iztapalapa, Mexico. The case studies are focused on two very different countries, which allows for both the assessment of the influence of broader contextual effects (macro-level) and to test certain theoretical assumptions outside the Anglo-Saxon environment. The analysis is grounded in the Risk Terrain Modeling approach. However, in contrast to previous applications, the analysis in this study relies on a multi-level regression model including interaction terms. The study also proposes innovative methods through which to display and communicate its findings. Overall, the results demonstrate that contextual factors measured at different geographical scales interact significantly among them to determine crime risk. This finding suggests combining inputs from different theories in order to understand the dynamics behind crime occurrence. Furthermore, the proposed method generally allows us to better predict the locations of future crimes and enables the generation of more precise risk narratives to inform policies and interventions.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
21

DUGATO, MARCO. "L'INTERAZIONE TRA LE CARATTERISTICHE DEI QUARTIERI E L'AMBIENTE FISICO NELLA DETERMINAZIONE DELLA VULNERABILITÀ AL CRIMINE NEI MICROLUOGHI. PROVE EMPIRICHE DA UNA VALUTAZIONE SPAZIALE MULTILIVELLO DEL RISCHIO DI CRIMINALITÀ A MILANO, IT E IZTAPALAPA, MX." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/98602.

Full text
Abstract:
Diverse teorie si concentrano sui legami tra criminalità e caratteristiche specifiche di luoghi e comunità. Tuttavia, solo pochi studi applicati sostengono esplicitamente che i fattori contestuali possono combinarsi nel determinare il rischio di criminalità e che le loro influenze criminogene possono operare su scala diversa. Questo studio si propone di indagare come alcune caratteristiche del paesaggio urbano (microlivello) interagiscono tra loro, nonché con le caratteristiche demografiche, economiche e sociali dell'ambiente dei quartieri circostanti (livello meso), per determinare la vulnerabilità spaziale alla criminalità e, in definitiva, la probabilità di un evento criminale. Questo studio conduce una valutazione del rischio di criminalità spaziale per rapine e crimini violenti in due grandi aree urbane: Milano, Italia e Iztapalapa, Messico. I casi di studio sono focalizzati su due paesi molto diversi, il che consente sia la valutazione dell'influenza di effetti contestuali più ampi (livello macro) sia la verifica di alcuni presupposti teorici al di fuori dell'ambiente anglosassone. L'analisi si fonda sull'approccio del Risk Terrain Modeling. Tuttavia, contrariamente alle applicazioni precedenti, l'analisi in questo studio si basa su un modello di regressione multilivello che include termini di interazione. Lo studio propone inoltre metodi innovativi attraverso i quali esporre e comunicare i propri risultati. Nel complesso, i risultati dimostrano che fattori contestuali misurati a diverse scale geografiche interagiscono in modo significativo tra loro per determinare il rischio di criminalità. Questa scoperta suggerisce di combinare input provenienti da diverse teorie al fine di comprendere le dinamiche alla base del verificarsi del crimine. Inoltre, il metodo proposto generalmente consente di prevedere meglio i crimini futuri e consente la generazione di narrazioni di rischio più precise per informare politiche e interventi.
Several theories focus on the links between crime and specific characteristics of places and communities. However, only a few applied studies explicitly purport that contextual factors may combine in determining crime risk and that their criminogenic influences may operate at different geographical scales. This study aims to investigate how certain features of the urban landscape (micro-level) interact with each other, as well as with demographic, economic and social characteristics of the surrounding neighbourhoods (meso-level), to determine spatial vulnerability to crime and, ultimately, the likelihood of a criminal event. This study conducts a spatial crime risk assessment for robberies and violent crimes in two large urban areas: Milan, Italy and Iztapalapa, Mexico. The case studies are focused on two very different countries, which allows for both the assessment of the influence of broader contextual effects (macro-level) and to test certain theoretical assumptions outside the Anglo-Saxon environment. The analysis is grounded in the Risk Terrain Modeling approach. However, in contrast to previous applications, the analysis in this study relies on a multi-level regression model including interaction terms. The study also proposes innovative methods through which to display and communicate its findings. Overall, the results demonstrate that contextual factors measured at different geographical scales interact significantly among them to determine crime risk. This finding suggests combining inputs from different theories in order to understand the dynamics behind crime occurrence. Furthermore, the proposed method generally allows us to better predict the locations of future crimes and enables the generation of more precise risk narratives to inform policies and interventions.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
22

ULERI, FRANCESCA. "AGRO-ESPORTAZIONE E CAMBIAMENTI AGRARI LATINOAMERICANI: UN'ANALISI SOCIOLOGICA DELL' EVOLUZIONE DELL' ECONOMIA CONTADINA SOTTO LA MERCIFICAZIONE DELLA QUINOA NELL' ALTOPIANO MERIDIONALE BOLIVIANO. EFFETTI SU TERRA LAVORO E SICUREZZA ALIMENTARE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/72837.

Full text
Abstract:
Dagli anni '80 lo sviluppo del sistema agro-alimentare globale ha subito un processo di progressiva globalizzazione che ha interessato sia il complesso della produzione che i modelli di consumo. Questa tendenza ha innanzitutto portato a una crescente integrazione verticale dei produttori agricoli sui mercati globali. La loro azione è stata reciprocamente vincolata all'azione di altri attori specializzati operanti sui mercati di input e output. Allo stesso modo, le recenti trasformazioni dei comportamenti dei consumatori nei cosiddetti paesi occidentalizzati, hanno avuto un impatto su territoriali diversi da quelli che li hanno innescati, contribuendo così a rimodellare le modalità e le pratiche di produzione in quei complessi che entrano nel mercato al fine di soddisfare una nuova domanda agroalimentare diversificata. L'orientamento verso nuovi prodotti, come prodotti biologici, alimenti funzionali o prodotti "esotici" ricchi di proprietà nutrizionali, che fino a poco tempo fa appartenevano esclusivamente a nicchie di mercato specifiche, segna oggi il profilo dell'offerta sui grandi canali di distribuzione. L'evoluzione delle preferenze di consumo ha avuto, e continua ad avere, un'influenza decisiva nell'incorporare nuovi territori e gruppi di produttori nelle catene globali. Tuttavia questa integrazione non è esente da meccanismi deterritorializzazione del prodotto e rimodellamento del tessuto sociale agrario. La tesi, dopo aver descritto tale scenario in relazione al suo impatto generale sulle economie rurali latinoamericane, si concentra su un caso studio specifico riguardante l'evoluzione dell'economia contadina nell'Altiplano boliviano in seguito al boom internazionale della quinoa. Questa evoluzione viene analizzata alla luce dei cambiamenti nel sistema di accesso alla terra, nell'organizzazione del lavoro agricolo e nella sfera della sicurezza alimentare. Il contributo si basa su una ricerca empirica condotta in tre municiplaità rurali dell’altopiano meridionale boliviano attraverso una metodologia quali-quantitativa comprendente l'uso di interviste semi-strutturate, metodologie standardizzate specifiche per la valutazione del livello di sicurezza alimentare (FCS, ELCSA ) e la somministrazione di un questionario. I dati sono stati interpretati attraverso la lente di un complesso quadro teorico che coinvolge il pensiero marxista, la teoria Chayanoviana sull'economia contadina, l'istituzionalismo polanyiano e i recenti contributi della scuola di sociologia rurale di Wgeningen. Partendo dall'analisi del modo tradizionale in cui le comunità andine si sono organizzate storicamente per fornire alle famiglie contadine l'accesso sufficiente alla terra e al lavoro, la tesi segue presentando l'impatto sociale del quinoa-boom. Il lavoro evidenzia nuovi meccanismi di accaparramento e concentrazione della terra ed erosione dell'azione comunitaria, elementi i quali pongono l'economia contadina locale in un processo di erosione e differenziazione di fronte a emergenti conflitti sociali e vulnerabilità nell'ambito della sicurezza alimentare.
Since the 1980s the development of the global agro-food system has undergone a process of progressive globalization which has affected both complex of production and patterns of consumption. This trend has firstly resulted in a growing vertical integration of the agricultural producers on global markets. Their action has been mutually bound to the action of others specialized actors (e.g. input suppliers, intermediaries, marketers etc.) operating on the input and output markets. In the same way, the recent transformations of consumer behaviors, in the so-called westernized countries, have impacted on spatial and territorial contests different from the ones that have triggered them, thus contributing to reshape modes and practices of production in those complexes that enter the market in order to meet a new diversified agro-food demand. The orientation towards new products, such as organic products, functional foods, or “exotic” products rich in nutritional properties, that until recently belonged exclusively to specific market niches, marks today the profile of the supply on the large distribution channels. The evolution of the consumption preferences has had, and still continues to have, a decisive influence in incorporating new territories and groups of producers into the global value chain from which they had remained excluded during the previous Fordist period. Nonetheless, the integration into the global market has proceeded in connection to a process of commodification of the production cycle that, on the one hand, has detached the product from the territories of origin and (fetishization), on the other hand, has restructured the agrarian ground. This thesis after describing the above scenario in relation to its impact on the Latin American agrarian context, moves to focus on a specific case study regarding the evolution of the peasant economy in the Bolivian Altiplano sur under the international quinoa boom. This evolution is analyzed in the light of the changes in the land access system, agricultural labour organization and food security. The contribution is based on an empirical research carried out in three rural municipalities of the Bolivian Southern Highlands through a quali-quantitative methodology comprising the use of semi-structured interviews, specific standardized methodologies for the assessment of the food security level (FCS, ELCSA), and the administration of a questionnaire to a sample of local quinoa producers. Data have been interpreted through the lenses of a complex theoretical framework entailing the Marxist thought, the Chayanovian theorization on the peasant economy, the Polanyian institutionalism and the recent contributions of the Wgeningen Rural Sociology School. By starting from the analysis of the traditional way through which the Andean communities have historically organized themselves in order to provide the peasant households with the sufficient access to land and labour as to satisfy their reproduction needs, the thesis moves to present the social impact of the export boom. It shows new land-grabbing mechanisms, concentration of access to land and erosion of the community action which are now placing the local peasant economy in a pathway of erosion and differentiation in front of emerging social conflicts and vulnerabilities in the sphere of food security.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
23

ULERI, FRANCESCA. "AGRO-ESPORTAZIONE E CAMBIAMENTI AGRARI LATINOAMERICANI: UN'ANALISI SOCIOLOGICA DELL' EVOLUZIONE DELL' ECONOMIA CONTADINA SOTTO LA MERCIFICAZIONE DELLA QUINOA NELL' ALTOPIANO MERIDIONALE BOLIVIANO. EFFETTI SU TERRA LAVORO E SICUREZZA ALIMENTARE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/72837.

Full text
Abstract:
Dagli anni '80 lo sviluppo del sistema agro-alimentare globale ha subito un processo di progressiva globalizzazione che ha interessato sia il complesso della produzione che i modelli di consumo. Questa tendenza ha innanzitutto portato a una crescente integrazione verticale dei produttori agricoli sui mercati globali. La loro azione è stata reciprocamente vincolata all'azione di altri attori specializzati operanti sui mercati di input e output. Allo stesso modo, le recenti trasformazioni dei comportamenti dei consumatori nei cosiddetti paesi occidentalizzati, hanno avuto un impatto su territoriali diversi da quelli che li hanno innescati, contribuendo così a rimodellare le modalità e le pratiche di produzione in quei complessi che entrano nel mercato al fine di soddisfare una nuova domanda agroalimentare diversificata. L'orientamento verso nuovi prodotti, come prodotti biologici, alimenti funzionali o prodotti "esotici" ricchi di proprietà nutrizionali, che fino a poco tempo fa appartenevano esclusivamente a nicchie di mercato specifiche, segna oggi il profilo dell'offerta sui grandi canali di distribuzione. L'evoluzione delle preferenze di consumo ha avuto, e continua ad avere, un'influenza decisiva nell'incorporare nuovi territori e gruppi di produttori nelle catene globali. Tuttavia questa integrazione non è esente da meccanismi deterritorializzazione del prodotto e rimodellamento del tessuto sociale agrario. La tesi, dopo aver descritto tale scenario in relazione al suo impatto generale sulle economie rurali latinoamericane, si concentra su un caso studio specifico riguardante l'evoluzione dell'economia contadina nell'Altiplano boliviano in seguito al boom internazionale della quinoa. Questa evoluzione viene analizzata alla luce dei cambiamenti nel sistema di accesso alla terra, nell'organizzazione del lavoro agricolo e nella sfera della sicurezza alimentare. Il contributo si basa su una ricerca empirica condotta in tre municiplaità rurali dell’altopiano meridionale boliviano attraverso una metodologia quali-quantitativa comprendente l'uso di interviste semi-strutturate, metodologie standardizzate specifiche per la valutazione del livello di sicurezza alimentare (FCS, ELCSA ) e la somministrazione di un questionario. I dati sono stati interpretati attraverso la lente di un complesso quadro teorico che coinvolge il pensiero marxista, la teoria Chayanoviana sull'economia contadina, l'istituzionalismo polanyiano e i recenti contributi della scuola di sociologia rurale di Wgeningen. Partendo dall'analisi del modo tradizionale in cui le comunità andine si sono organizzate storicamente per fornire alle famiglie contadine l'accesso sufficiente alla terra e al lavoro, la tesi segue presentando l'impatto sociale del quinoa-boom. Il lavoro evidenzia nuovi meccanismi di accaparramento e concentrazione della terra ed erosione dell'azione comunitaria, elementi i quali pongono l'economia contadina locale in un processo di erosione e differenziazione di fronte a emergenti conflitti sociali e vulnerabilità nell'ambito della sicurezza alimentare.
Since the 1980s the development of the global agro-food system has undergone a process of progressive globalization which has affected both complex of production and patterns of consumption. This trend has firstly resulted in a growing vertical integration of the agricultural producers on global markets. Their action has been mutually bound to the action of others specialized actors (e.g. input suppliers, intermediaries, marketers etc.) operating on the input and output markets. In the same way, the recent transformations of consumer behaviors, in the so-called westernized countries, have impacted on spatial and territorial contests different from the ones that have triggered them, thus contributing to reshape modes and practices of production in those complexes that enter the market in order to meet a new diversified agro-food demand. The orientation towards new products, such as organic products, functional foods, or “exotic” products rich in nutritional properties, that until recently belonged exclusively to specific market niches, marks today the profile of the supply on the large distribution channels. The evolution of the consumption preferences has had, and still continues to have, a decisive influence in incorporating new territories and groups of producers into the global value chain from which they had remained excluded during the previous Fordist period. Nonetheless, the integration into the global market has proceeded in connection to a process of commodification of the production cycle that, on the one hand, has detached the product from the territories of origin and (fetishization), on the other hand, has restructured the agrarian ground. This thesis after describing the above scenario in relation to its impact on the Latin American agrarian context, moves to focus on a specific case study regarding the evolution of the peasant economy in the Bolivian Altiplano sur under the international quinoa boom. This evolution is analyzed in the light of the changes in the land access system, agricultural labour organization and food security. The contribution is based on an empirical research carried out in three rural municipalities of the Bolivian Southern Highlands through a quali-quantitative methodology comprising the use of semi-structured interviews, specific standardized methodologies for the assessment of the food security level (FCS, ELCSA), and the administration of a questionnaire to a sample of local quinoa producers. Data have been interpreted through the lenses of a complex theoretical framework entailing the Marxist thought, the Chayanovian theorization on the peasant economy, the Polanyian institutionalism and the recent contributions of the Wgeningen Rural Sociology School. By starting from the analysis of the traditional way through which the Andean communities have historically organized themselves in order to provide the peasant households with the sufficient access to land and labour as to satisfy their reproduction needs, the thesis moves to present the social impact of the export boom. It shows new land-grabbing mechanisms, concentration of access to land and erosion of the community action which are now placing the local peasant economy in a pathway of erosion and differentiation in front of emerging social conflicts and vulnerabilities in the sphere of food security.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
24

Dimitriadis, I. "MIGRANT CONSTRUCTION WORKERS' TACTICS TO COPE WITH UNEMPLOYMENT DURING THE CRISIS : CASE STUDY ON ALBANIAN IMMIGRANTS IN MILAN AND ATHENS." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/543513.

Full text
Abstract:
This dissertation presents a comparative study of Albanian migrant construction workers in Italy and Greece. Using qualitative research methods, it explores the coping practices of first-generation Albanian migrants employed in the residential construction in Milan and Athens during the recent financial crisis. More specifically, this study focuses on the responses adopted by Albanian builders and their households to cope with high rates of unemployment in construction in both contexts. The research started on March 2015 and involved 16 months of fieldwork in Milan, Athens and Albania, where I mainly interviewed three categories of informants: workers, trade unionists and labour inspectors. The two case studies have mainly concentrated on three different aspects. First, the dissertation analysed the factors that ensure continuity in building trades, that is how Albanian migrants continue to get a job in residential construction. Second, it put emphasis on migrants’ engagement in informal employment to understand whether and when such engagement may constitute an active response to cope with high unemployment rates. Third, beyond males' occupation in construction, it explored practices that migrants and their households developed in order to cope with crisis during the crisis.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
25

LAMPUGNANI, DAVIDE. "SMART CITIES E PROCESSI DI TRADUZIONE SOCIO-TECNICA. IL CASO DI TORINO SMART CITY." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6764.

Full text
Abstract:
La tesi ha come oggetto lo studio del rapporto tra tecnologia e società all’interno del fenomeno delle smart cities. In particolare, facendo riferimento all’approccio dei Science and Technology Studies, il lavoro di ricerca si propone di indagare i processi di traduzione socio-tecnica dell’idea di “smart city” riferendosi empiricamente al campo italiano ed al caso della città di Torino. A livello concettuale e metodologico, si sottolinea la necessità di far dialogare ed integrare lo studio dettagliato dei processi socio-tecnici con il più ampio contesto storico entro cui questi si trovano inseriti. A livello storico, invece, la tesi traccia una traiettoria che, partendo dalla città reticolare moderna della metà dell’800 e risalendo fino ai movimenti delle intelligent cities e della smart growth degli anni ’90, arriva fino al rilancio globale della smart city nel biennio 2008-2009. Infine, a livello attuale, il lavoro pone in evidenza il rapporto ambivalente tra le narrazioni e le forme di traduzione socio-tecnica veicolate dagli attori imprenditoriali ed istituzionali internazionali e le narrazioni e le forme di traduzione sviluppate dalle città. Attraverso l’analisi del caso di Torino Smart City la tesi mostra le potenzialità insite nell’idea di “smart city” ed i rischi connessi alla riproduzione di forme di tecno-determinismo e tecno-utopismo.
The object of the thesis is the study of the relationship between technology and society within the phenomenon of smart cities. In particular, referring to the Science and Technology Studies approach, the research aims at investigating the processes of socio-technical translation of the “smart city” idea by empirically addressing the Italian field and the case study of the city of Turin. At conceptual and methodological level, we show the necessity of a dialogue and an integration between the thick description of socio-technical processes and the wider context within which these are embedded. At historical level, the thesis traces a trajectory that, starting from the modern networked city of mid ‘800 and continuing up to intelligent cities and smart growth movements of the 90s, reaches the global raising of the smart city in 2008-2009. Finally, at present, the work underlines the ambivalent relationship between narrations and forms of socio-technical translation pushed by entrepreneurial and international institutional actors and narrations and forms of translation developed by cities. By analyzing the case of Torino Smart City the thesis shows both the inherent potentialities of the “smart city” idea and the risks connected with the reproduction of forms of techno-determinism and techno-utopianism.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
26

LAMPUGNANI, DAVIDE. "SMART CITIES E PROCESSI DI TRADUZIONE SOCIO-TECNICA. IL CASO DI TORINO SMART CITY." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6764.

Full text
Abstract:
La tesi ha come oggetto lo studio del rapporto tra tecnologia e società all’interno del fenomeno delle smart cities. In particolare, facendo riferimento all’approccio dei Science and Technology Studies, il lavoro di ricerca si propone di indagare i processi di traduzione socio-tecnica dell’idea di “smart city” riferendosi empiricamente al campo italiano ed al caso della città di Torino. A livello concettuale e metodologico, si sottolinea la necessità di far dialogare ed integrare lo studio dettagliato dei processi socio-tecnici con il più ampio contesto storico entro cui questi si trovano inseriti. A livello storico, invece, la tesi traccia una traiettoria che, partendo dalla città reticolare moderna della metà dell’800 e risalendo fino ai movimenti delle intelligent cities e della smart growth degli anni ’90, arriva fino al rilancio globale della smart city nel biennio 2008-2009. Infine, a livello attuale, il lavoro pone in evidenza il rapporto ambivalente tra le narrazioni e le forme di traduzione socio-tecnica veicolate dagli attori imprenditoriali ed istituzionali internazionali e le narrazioni e le forme di traduzione sviluppate dalle città. Attraverso l’analisi del caso di Torino Smart City la tesi mostra le potenzialità insite nell’idea di “smart city” ed i rischi connessi alla riproduzione di forme di tecno-determinismo e tecno-utopismo.
The object of the thesis is the study of the relationship between technology and society within the phenomenon of smart cities. In particular, referring to the Science and Technology Studies approach, the research aims at investigating the processes of socio-technical translation of the “smart city” idea by empirically addressing the Italian field and the case study of the city of Turin. At conceptual and methodological level, we show the necessity of a dialogue and an integration between the thick description of socio-technical processes and the wider context within which these are embedded. At historical level, the thesis traces a trajectory that, starting from the modern networked city of mid ‘800 and continuing up to intelligent cities and smart growth movements of the 90s, reaches the global raising of the smart city in 2008-2009. Finally, at present, the work underlines the ambivalent relationship between narrations and forms of socio-technical translation pushed by entrepreneurial and international institutional actors and narrations and forms of translation developed by cities. By analyzing the case of Torino Smart City the thesis shows both the inherent potentialities of the “smart city” idea and the risks connected with the reproduction of forms of techno-determinism and techno-utopianism.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
27

BORGHI, PAOLO. "SELF-EMPLOYED COLLECTIVE REPRESENTATION Strategies in emerging fields: a comparative perspective on Italy and Germany." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/241191.

Full text
Abstract:
Il progetto di ricerca si propone di esplorare in una prospettiva comparativa il campo emergente della rappresentanza del lavoro autonomo in Italia e Germania. Le nuove organizzazioni e quelle tradizionali, così come le loro strategie di rappresentanza costituiscono il focus dello studio. Il progetto di ricerca si articola in 9 fasi: 1) la mappatura delle organizzazioni. 2) Le interviste agli esperti per affinare i confini della mappatura e per integrarla. 3) La selezione delle organizzazioni, sia in Italia che in Germania, secondo criteri comuni. 4) Lo studio approfondito attraverso un approccio multi-method (interviste semi-strutturate, analisi documentale e osservazioni). L'approccio multi-method ha permesso di triangolare, contestualizzare e convalidare i dati raccolti. 5) Un ulteriore studio approfondito di sei organizzazioni attraverso interviste in profondità, etnografie anche attraverso i social network 6) L'archiviazione e la codifica attraverso Atlas-ti di tutta la documentazione raccolta. 7) Il trattamento dei dati codificati. 8) L'analisi dei dati elaborati 9) La fase trasversale basata sull'analisi della letteratura. L'approccio teorico si basa sull'idea che sia le nuove organizzazioni che quelle tradizionali siano coinvolte nello stesso campo d'azione strategico emergente (Fligstein, 2001a; Fligstein & McAdam, 2012). Il concetto di campo è quindi discusso a partire dal lavoro seminale di Pierre Bourdieu, passando per l'approccio teorico promosso dalla Scuola Neo-Instituzionalista. In particolare, è stato considerato il concetto di isomorfismo (DiMaggio & Powell, 1983). I lavori di Bourdieu e Powell/Di Maggio costituiscono la solida base su cui Fligstein e McAdam sviluppano l'idea di campo d'azione strategica emergente. L'approccio generale adottato con la teoria dei campi d'azione strategica emergenti è stato integrato dalla prospettiva etnografica sulle organizzazioni complesse (cap.3.3.1) proposta da Barbara Czarniawska (Czarniawska-Joerges, 1992; B. Czarniawska, 2004, 2009). L'idea alla base di questa scelta è quella di andare oltre le posizioni e dichiarazioni formali assunte dalle organizzazioni studiate per comprendere appieno le ragioni e le motivazioni delle scelte operate e delle posizioni espresse. A questo proposito, è stato fondamentale considerare un approccio classico allo studio delle organizzazioni che si concentra sul processo di sensmaking (Weick, 1979, 1995, 2009). Per sviluppare appieno questo approccio è stato necessario considerare sia una prospettiva emica che etica (Harris, 1976) rispetto ai soggetti studiati. In particolare, l'approccio soggettivo (Armano & Murgia, 2013) applicato agli attori chiave delle organizzazioni selezionate, ha permesso di ricostruire la pluralità delle prospettive esistenti all'interno delle organizzazioni. Il punto di partenza del lavoro sul campo è stata la mappatura delle organizzazioni esistenti in Italia e in Germania. Questa attività ha permesso di avvicinare il più possibile l'universo delle organizzazioni esistenti e quindi di selezionare, sulla base di criteri comuni, le organizzazioni più pertinenti. La nascita delle organizzazioni è la prima dimensione analizzata. Inoltre, secondo l'approccio teorico adottato, sono state prese in considerazione le forme, le strutture, le regole che disciplinano le organizzazioni e le loro risorse. Successivamente le strategie di rappresentanza sono state analizzate. Il confronto è avvenuto sia fra organizzazioni diverse nello stesso paese tra organizzazioni simili in Italia e Germania. Successivamente, l'ambiente esterno, popolato da alleati, nemici e altri attori rilevanti come le istituzioni pubbliche, è stato preso in considerazione sia assumendo il punto di vista degli attori chiave che attraverso l'analisi dei documenti. Infine è stata considerata la dimensione urbana, una delle variabili rilevanti che influenzano il processo di strutturazione della rappresentazione del lavoro autonomo.
The research project aims to explore in a comparative perspective the emerging field of self-employment representation in Italy and Germany. In doing so the traditional organizations and the new ones are the main focus as well their representation strategies. The research design is built on 9 phases: 1) the mapping of the organisations. 2) The interviews to experts in order to fine tune the borders of the mapping and to integrate it. 3) The selection of the organisations both in Italy and Germany according to common criteria. 4) The in-depth study through a multi-method approach (semi-structured interviews, document analysis and observations). The multi-method approach has allowed to triangulate, contextualise and validate the data collected. 5) A further in depth study of six organisations through in depth interviews, ethnographies also through digital social networks 6) The archiving and coding through Atlas-ti of all the collected documentation. 7) The processing of coded data. 8) The analysis of the data processed and 9) The transversal phase based on the literature analysis. The theoretical approach is based on the idea that both new organisations and the traditional ones are involved in the same emerging strategic action field (Fligstein, 2001a; Fligstein & McAdam, 2012). The concept of field therefore is discussed starting from the seminal work of Pierre Bourdieu, passing through the theoretical approach promoted by the Neo-Institutionalist School. In particular, the concept of isomorphism (DiMaggio & Powell, 1983) has been considered. Bourdieu’s and Powell/Di Maggio works are part of the strong basement on which Fligstein and McAdam develop the idea of emerging strategic action fields. The general approach adopted with the theory of emerging strategic action fields has been complemented by the ethnographic perspective on complex organizations (Chap.3.3.1) proposed by Barbara Czarniawska (Czarniawska-Joerges, 1992; B. Czarniawska, 2004, 2009). The idea behind this choice is to go beyond the formal positions and declarations taken by the organisations studied in order to fully understand the reasons and motivations for the choices made and the positions expressed. In this regard, it was also fundamental to consider a classic approach to the study of organizations that focuses on the sensmaking process (Weick, 1979, 1995, 2009). In order to fully develop this approach it was necessary to consider both an emic and an ethical perspective (Harris, 1976) with respect to the subjects studied. In particular, the subject-oriented approach (Armano & Murgia, 2013) applied to the key actors of the selected organizations, has allowed to reconstruct the plurality of the existing perspectives within the organisations. The starting point of the fieldwork has been the mapping of the relevant organizations existing in Italy and Germany. This activity made it possible to bring as close as possible the universe of existing organisations and then select, on the basis of common criteria, the most relevant organisations. The birth of the organisations is the first dimension analysed. Moreover, according to the theoretical approach adopted the shapes, the structures, the rules governing the organisations as well as their resources have been considered. After that the representations strategies have been analysed and compared both within different organisations in the same countries and between similar organisations in Italy and Germany. After that the external environment populated by allies, enemies and other relevant players such as public institutions has been taken into account through the point of view of the key actors and through the analysis of documents. Finally the urban dimension, one of the relevant variable that influence the structuring process of self-employment representation has been considered.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
28

Bojović, Dragana <1979&gt. "New options for public engagement with climate change adaptation using information and communication technologies." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/3975.

Full text
Abstract:
This doctoral dissertation was inspired by the new possibilities offered by Information and Communication Technologies (ICT) for strengthening citizen agency to meet the widely recognized need for active public inclusion in decision-making on adaptation to climate change. To ensure the success of adaptation polices it is essential that policy-makers both involve public knowledge and experience and gain public acceptance for the measures they propose to cope with climate change. Traditional forms of public participation are often intensive, time-consuming and limited to small-scale participatory activities. However, recent years have seen a significant increase in the visibility of different citizens’ perspectives in the online world. The two guiding questions behind the research for this thesis were thus as follows: 1) What is the role of ICT in current participatory processes?; and 2) Can ICT ensure efficient and meaningful public participation in climate change adaptation? To answer these questions, this dissertation analyses the use of online participation – eParticipation – in reaching out to the public. The paper draws on knowledge from different disciplines, including information and communication studies as well as classic works of social and political scientists, to understand the relation between social capital and adaptive capacity in the online world. The dissertation develops a theoretical framework for supporting online public participation in climate change adaptation. It further presents findings from tests undertaken as to the suitability of various online tools and social marketing approaches for applying different parts of this framework. The framework was implemented in a case study and the results obtained proved that eParticipation is efficient in terms of the time and money needed for participation. The results indicated the decreasing significance of the digital divide as an obstacle for using online spaces for public participation. For while a pre-existing online network of users is a prerequisite for conducting successful eParticipation involving high numbers of participants and obtaining meaningful results, we can reasonably expect different engagement approaches to become feasible with further Internet proliferation. Finally, eParticipation is not presented as a panacea but rather as an approach that can be combined with well-established participatory practices. For example, interviews were used in this study to ensure the acceptability and meaningfulness of the obtained results. The paper recommends assigning an important role to scientists, who are encouraged to reach out to the general public and act as “brokers” of information between different groups that would not otherwise be in contact. From a research point of view, this dissertation contributes to a still-emerging research agenda aimed at identifying and understanding the options and limitations of using ICT for engaging citizens. From an action point of view, the results of this research signal how ICT can scale up public participation in climate change decision-making and thus add to a more equal and democratic climate change governance.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
29

FOSSATI, SERENA. "ENVIRONMENTAL ACTIVISM AS IDENTITY PROJECT: THE CASE OF STUDENT ENVIRONMENTAL ASSOCIATIONS IN CHINA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39109.

Full text
Abstract:
Il progetto di ricerca analizza i tratti distintivi dell'identità ecologica promossa da associazioni ambientaliste cinesi e le relative pratiche coinvolte nel processo di gestione delle identità all’interno di piattaforme di social networking. Un secondo livello di analisi indaga le modalità con cui gli attivisti negoziano la loro identificazione con i progetti identitari ecologici attivati dalle organizzazioni di appartenenza. La ricerca etnografica si focalizza su dieci associazioni studentesche attive a Pechino. La metodologia qualitativa include interviste in profondità a membri delle organizzazioni, osservazioni partecipanti delle loro attività, l’analisi qualitativa del contenuto di post condivisi sui loro profili Sina Weibo e Wechat; e dei contenuti condivisi dai membri sui loro profili WeChat Moments tra febbraio e luglio 2016. I risultati rivelano identità ecologiche complesse ed elaborate. Lo studio propone una tassonomia tripartita dei progetti identitari, che include ‘sustainable lifestyle-related identities’, in riferimento alla responsabilità degli studenti nel ridurre il loro impatto ambientale (in relazione alla conservazione di acqua, energia, cibo e pratiche di viaggio sostenibili); ‘investigation-related identities', indicando l'impegno degli studenti nella comprensione delle questioni ambientali e nel contributo alla soluzione delle relative problematiche attraverso azioni concrete; ‘social identities’, riferendosi alla determinazione delle associazioni a occuparsi di questioni sociali, impegnandosi in progetti di beneficenza.
The study explores the distinctive features of the environmental identity promoted by Chinese students environmental associations (SEAs), and the social media practices involved in their identity management processes. A second level of analysis investigates how activists negotiate their identification with the environmental identity projects fostered by their organizations. The ethnographic research focuses on ten SEAs located in Beijing. The data collection process is based on extensive usage of in-depth interviews with staff members, participant observations of activities, and content analysis of materials posted on SEAs’ social media accounts (Sina Weibo, WeChat), and materials shared by members on their WeChat Moments over a six-month period (February- July 2016). Results reveal that SEAs environmental identities are plural and composite in themselves. I propose a tripartite taxonomy, which includes sustainable lifestyle-related identities, referring to the responsibility of students to reduce their carbon footprint, by addressing the sources of their impact (in relation to water, energy, food conservation, green travel practices); investigation-related identities, consisting in students’ meaningful engagement in the understanding of environmental issues, and contribution to their solution through concrete action; and social identities, referring to SEAs determination to be concerned about social issues, by engaging in charity projects.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
30

FOSSATI, SERENA. "ENVIRONMENTAL ACTIVISM AS IDENTITY PROJECT: THE CASE OF STUDENT ENVIRONMENTAL ASSOCIATIONS IN CHINA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39109.

Full text
Abstract:
Il progetto di ricerca analizza i tratti distintivi dell'identità ecologica promossa da associazioni ambientaliste cinesi e le relative pratiche coinvolte nel processo di gestione delle identità all’interno di piattaforme di social networking. Un secondo livello di analisi indaga le modalità con cui gli attivisti negoziano la loro identificazione con i progetti identitari ecologici attivati dalle organizzazioni di appartenenza. La ricerca etnografica si focalizza su dieci associazioni studentesche attive a Pechino. La metodologia qualitativa include interviste in profondità a membri delle organizzazioni, osservazioni partecipanti delle loro attività, l’analisi qualitativa del contenuto di post condivisi sui loro profili Sina Weibo e Wechat; e dei contenuti condivisi dai membri sui loro profili WeChat Moments tra febbraio e luglio 2016. I risultati rivelano identità ecologiche complesse ed elaborate. Lo studio propone una tassonomia tripartita dei progetti identitari, che include ‘sustainable lifestyle-related identities’, in riferimento alla responsabilità degli studenti nel ridurre il loro impatto ambientale (in relazione alla conservazione di acqua, energia, cibo e pratiche di viaggio sostenibili); ‘investigation-related identities', indicando l'impegno degli studenti nella comprensione delle questioni ambientali e nel contributo alla soluzione delle relative problematiche attraverso azioni concrete; ‘social identities’, riferendosi alla determinazione delle associazioni a occuparsi di questioni sociali, impegnandosi in progetti di beneficenza.
The study explores the distinctive features of the environmental identity promoted by Chinese students environmental associations (SEAs), and the social media practices involved in their identity management processes. A second level of analysis investigates how activists negotiate their identification with the environmental identity projects fostered by their organizations. The ethnographic research focuses on ten SEAs located in Beijing. The data collection process is based on extensive usage of in-depth interviews with staff members, participant observations of activities, and content analysis of materials posted on SEAs’ social media accounts (Sina Weibo, WeChat), and materials shared by members on their WeChat Moments over a six-month period (February- July 2016). Results reveal that SEAs environmental identities are plural and composite in themselves. I propose a tripartite taxonomy, which includes sustainable lifestyle-related identities, referring to the responsibility of students to reduce their carbon footprint, by addressing the sources of their impact (in relation to water, energy, food conservation, green travel practices); investigation-related identities, consisting in students’ meaningful engagement in the understanding of environmental issues, and contribution to their solution through concrete action; and social identities, referring to SEAs determination to be concerned about social issues, by engaging in charity projects.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
31

MAZZUCOTELLI, SALICE SILVIA. "L'ARTE DELLO SPAZIO PUBBLICO: ATTORI E PRATICHE DELLA PUBLIC ART." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/677.

Full text
Abstract:
Questa dissertazione si propone di contribuire alla riflessione teorica sulle trasformazioni della città contemporanea, che discipline come la sociologia urbana e, nell’ultimo decennio, la sociologia della cultura, stanno portando avanti; vorrebbe, in particolare, costruire dei ponti tra queste e la produzione artistica per lo spazio pubblico che va sotto il nome di Public Art. Il mutato rapporto fra forma fisica della città, modelli produttivi e modalità di uso degli spazi pubblici ha contribuito a stimolare la formazione di nuovi ambiti di elaborazione dell’identità collettiva. Attraverso uno studio qualitativo realizzato in Italia e negli Stati Uniti, mostra come l'Arte Pubblica obblighi l’arte e gli artisti ad una ridefinizione del loro ruolo “pubblico”: la sperimentazione di nuove strategie di comunicazione simbolica nello spazio pubblico e la ricerca di un confronto con la dimensione locale del territorio fanno della Public Art un’innovativa formula di rappresentazione e rappresentatività del territorio.
This dissertation contributes to the ongoing debates about the transformations of contemporary cities, which has long invested urban sociology and, more recently, has become a concern in the sociology of culture. It also explores the possibility to build bridges between these disciplines and the production of art in public space known as Public Art. The transformed relationship between the city’s physical form, its production systems and the different ways in which public space is used nowadays creates new areas for the elaboration of social identities. Through a qualitative study carried out in Italy and the United States, it also shows how contemporary Public Art requires a redefinition of the “public” role of art and artists: as it tests new strategies of symbolic communication in public space and it tries to get in contact with the local dimension, Public Art becomes an innovative formula of representation of the territory.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
32

MAZZUCOTELLI, SALICE SILVIA. "L'ARTE DELLO SPAZIO PUBBLICO: ATTORI E PRATICHE DELLA PUBLIC ART." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/677.

Full text
Abstract:
Questa dissertazione si propone di contribuire alla riflessione teorica sulle trasformazioni della città contemporanea, che discipline come la sociologia urbana e, nell’ultimo decennio, la sociologia della cultura, stanno portando avanti; vorrebbe, in particolare, costruire dei ponti tra queste e la produzione artistica per lo spazio pubblico che va sotto il nome di Public Art. Il mutato rapporto fra forma fisica della città, modelli produttivi e modalità di uso degli spazi pubblici ha contribuito a stimolare la formazione di nuovi ambiti di elaborazione dell’identità collettiva. Attraverso uno studio qualitativo realizzato in Italia e negli Stati Uniti, mostra come l'Arte Pubblica obblighi l’arte e gli artisti ad una ridefinizione del loro ruolo “pubblico”: la sperimentazione di nuove strategie di comunicazione simbolica nello spazio pubblico e la ricerca di un confronto con la dimensione locale del territorio fanno della Public Art un’innovativa formula di rappresentazione e rappresentatività del territorio.
This dissertation contributes to the ongoing debates about the transformations of contemporary cities, which has long invested urban sociology and, more recently, has become a concern in the sociology of culture. It also explores the possibility to build bridges between these disciplines and the production of art in public space known as Public Art. The transformed relationship between the city’s physical form, its production systems and the different ways in which public space is used nowadays creates new areas for the elaboration of social identities. Through a qualitative study carried out in Italy and the United States, it also shows how contemporary Public Art requires a redefinition of the “public” role of art and artists: as it tests new strategies of symbolic communication in public space and it tries to get in contact with the local dimension, Public Art becomes an innovative formula of representation of the territory.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
33

LAZZERINI, ILARIA. "L'IMPLEMENTAZIONE DELLA "CONVENZIONE ILO N.169" : EFFETTI SULLA GESTIONE DELLE TERRE COLLETTIVE IN ARGENTINA E CILE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/245728.

Full text
Abstract:
Abstract In the light of the inexorable scarcity of natural resources of the territory, the growing phenomenon of land-grabbing, the rediscovery of the importance of the commons and, as a consequence, their sustainable management, the research that I have designed aims to highlight the role played by international norms in the redefinition of local land assets. In particular, my focus is on the ILO International Labour Organization) Convention no. 169 on the rights of Indigenous and Tribal Peoples, in which a special section (Part II) is devoted to the recognition of their collective property rights on the so-called ancestral lands. I have chosen to focus my thesis on the C169 because, twisting the protection of human rights with the issue of land property rights, and being to date the sole tool of supranational law that, if ratified, will assume the force of law, this Convention should play a key role in redesigning the current territorial demarcation and, therefore, in reducing the asymmetry of economic power between different social groups. Given the enormous potential of C169 – a key agreement for the concrete realization of the rights it recognizes – I decided to check its effectiveness in two case studies where the conflicts on the use of land resources and on the Indigenous Peoples rights are sadly current and inexplicably overlooked. I am referring to Argentina and Chile, where C169 was ratified in 2000 and 2008 respectively, with special attention to the Northern Argentine Province of Salta and to the IX Chilean Region. This doctoral dissertation is divided into five chapters. The first one is addressed to analyze the dilemma of the commons, reviewing the interdisciplinary literature on this topic, ranging from anthropology to history, as well as to the study of human rights and land rights (and the struggles related to such claims). The focus is especially placed on the Latin American issue and its evolution in time. In the second chapter, I have highlighted the chameleonic role of law in managing the commons, which goes from being a tool of oppression in the colonial era to becoming a corrective expedient of the historical errors made in the past. The role of international law, that has been increasingly important within the State borders, is discussed in the third chapter, devoted to the incorporation of the ILO Convention no. 169 in both the national Argentine and Chilean legal systems. Chapter four describes my own field observations, intended to integrate the legislative, judicial and administrative documentation collected, as well as some additional informational material drawn from both the local press and from the NGOs activity on this issue. My own field research consisted in semi-structured interviews and informal discussion with privileged witnesses, directly or indirectly involved in the C169 implementation process, made in Buenos Aires, Salta, Embarcación, Santiago de Chile and Temuco. Therefore, the aim of my inquiry, which – I think – could be described as an evaluation research, is to verify how Argentina and Chile have committed themselves so far to the enforcement of the principles laid down in C169, assessing the so-called implementation process, by pointing out gaps, inconsistencies and possible perverse effects vis-à-vis the logic that underlies the values of the Convention, and showing similarities and differences between the Argentine and the Chilean implementation model.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
34

GUARINO, LAURA. "Casà è di chi l'abita. Forme e significati dell'abitare a Casablanca." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1009446.

Full text
Abstract:
This work points out the development of the city of Casablanca, from the colonial period under the French Protectorate until nowadays. A multidisciplinary approach, from the history of architecture to sociology and visual ethnography, has been used to analyse the different urban policies developed for social housing and the inner meanings that the inhabitants link to their home and to the general idea of inhabiting. The analysis of National Archives sources in Morocco and French has been reinforced by a field research. The fieldwork has been carried out in two different moments: in 2015 and in 2017, with some people living in what we have defined as the main models of social housing, implemented during the French government: the slums, the cités ouvrières (workers gated community) and the collective buildings. These spaces have been in the past, and are still nowadays, battleground of social conflicts, in opposition to the dominant system of power. Casablanca, and Morocco in general, is carrying out a strong policy to eradicate slums and informal settlements and the idea of social housing has been implementing with a facilitation to the access of property, not always affordable for people with low incomes. At the same time, thanks to the stability of the monarchy, huge foreign investments are overcoming to finance the construction of international financial hubs and multinational offshore activities. We have then explored the question of what the role of the inhabitants within these processes is and mostly what their narration of the history that involves them is. The realization of an ethnographical documentary has helped us to investigate these subjects.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
35

Lastrico, V. "PROCESSI DECISIONALI E MOVIMENTI DI PROTESTA TRA SCIENZA E POLITICA. UNA COMPARAZIONE TRA ITALIA E FRANCIA SUL CASO ALTA VELOCITÀ." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/174183.

Full text
Abstract:
La ricerca intende indagare come la strutturazione delle arene decisionali, e nello specifico l’apertura a soggetti portatori di saperi non specialistici, possa influire sulla definizione del problema di policy, nel caso politiche tecno-scientifiche altamente conflittuali come quelle ambientali. A questo scopo si mettono a comparazione due casi relativi ai fenomeni che si rivelano spesso come i più complessi anche fra i conflitti ambientali, vale a dire quelli di pianificazione e localizzazione di grandi infrastrutture particolarmente impattanti sul territorio quali le tratte ferroviarie ad alta velocità. La scelta è ricaduta sui due casi nazionali, italiano e francese, della progettata linea transfrontaliera Torino-Lione, per gli spunti che essi offrono in termini di rapporto fra saperi, repertori d’azione collettiva, struttura delle arene decisionali, e nel tentativo di fornire una prospettiva il più possibile originale e completa su un fenomeno sempre più studiato da diverse angolature, ma su cui non esistono risultati univoci. Molte ricerche tentano infatti di dare una risposta al differente grado di conflittualità riscontrabile sul medesimo progetto dai due lati del confine. In gran parte nel fare ciò adottano spiegazioni di tipo prettamente istituzionale e statico, ponendo di volta in volta in rilievo la maggiore partecipazione concessa ai destinatari o al contrario il maggior decisionismo rintracciabile in Francia, così come la maggiore o minore fiducia verso le istituzioni e la scienza. Obiettivo della tesi è invece di indagare il ruolo che la strutturazione e il funzionamento delle arene decisionali può avere nel determinare la reazione locale, ma attraverso la mediazione operata dalla cognizione sociale. Il che significa indagare non solo se le modalità decisionali possono avere un ruolo nello spiegazione della protesta (o se al contrario quest’ultima sia da addebitare unicamente alla scelta di policy, al di là del modo attraverso cui si è giunti alla scelta), ma anche in che modo ciò avvenga. Vale a dire perché, all’interno dei due casi con processo decisionale omogeneo, alcuni attori decidano di ricorrere a repertori d’azione di tipo conflittuale ed altri no. Si tenta di capire come la strutturazione delle arene (il loro grado di inclusività, l’apertura a forme di conoscenza differenti da quelle tecnico-scientifiche ufficiali, la legittimazione delle istanze locali) si ripercuota sulla definizione del problema, e come questa, a sua volta, da un lato retroagisca sul processo decisionale stesso, costringendo ad un re-framing i policy-makers, e dall’altra funga da stimolo per l’azione collettiva e la scelta delle strategie d’azione (adesione, scientificizzazione, protesta). A tal scopo si analizzano, attraverso le tecniche qualitative e quantitative della political claim analysis, della frame analysis e della protest event analysis, i discorsi prodotti dagli attori coinvolti nella vicenda nei due casi d’indagine.
Aim of this work is to investigate how the structure of decision-making arenas, and specifically the opening to subjects with no specialized knowledge, can influence policy problem definition, in the case of highly contested policies involving techno-scientific and environmental issues. In order to do so a comparative analysis is carried out, comparing two cases related to the phenomena that often represent the most complex environmental conflicts, namely those of planning and location of major infrastructure particularly impacting for local life quality, such as high-speed railway lines. The choice fell on the two national cases, Italian and French, of the proposed cross-border line Turin-Lyon, for the cues they offer in terms of relation among different kinds of knowledge, collective action repertoires, structure of decision-making arenas, and in an attempt to provide an as original and complete as possible perspective of a phenomenon widely studied from different viewpoints, but on which no unequivocal result is reached. In fact, many researches are trying to explain the different degrees of conflict found on the same project from both sides of the border. In order to reach this goal they usually adopt strictly institutional and static explanations, underlining from time to time different supposed characteristics of French policy-making (the increased participation granted to the recipients, or on the opposite the greater role of imposition), as well as the greater or lesser confidence towards institutions and science. Aim of the thesis is rather to investigate the role the structuring and functioning of decision-making arenas may have in determining local reaction, but through the mediation made by social cognition. That means not only to investigate whether the method of decision may have a role in the explanation of the protest (or if on the contrary protest is to be charged only to the policy choice, beyond the way by which the choice is reached), but also how this happens. That is why, within the two cases with homogeneous decision-making process, some actors decide to use conflictual action repertoires, and others do not. The attempt is to understand how the structuring of the arenas (their inclusiveness degree, openness to forms of knowledge different from the techno-scientific official ones, legitimacy of local instances) influences the problem definition, and how this, in turn, retroacts on the decision-making itself (forcing policy-makers to a reframing) and acts as a stimulus for collective action and choice of action strategies (adhesion, technical reframing or protest). For this purpose the discourses produced by involved actors in the two cases are investigated through qualitative and quantitative techniques of political claims analysis, frame analysis and protest event analysis.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
36

DI, PIERRI Marica. "Cambiamenti climatici e diritti umani. Il paradigma della Giustizia climatica e il ruolo delle climate litigations per la protezione dei diritti umani nel contesto clima-alterato." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2021. https://hdl.handle.net/10447/514951.

Full text
Abstract:
In che misura i sempre più diffusi, pervasivi e drammatici impatti dei cambiamenti climatici, che interessano con geometrie variabili tutte le latitudini e longitudini del globo, mettono a rischio la tenuta del sistema dei diritti umani universalmente riconosciuti? La ricerca si pone l'obiettivo di rispondere a tale quesito ragionando su quali sfide essi pongano e su quali siano, nell'attuale panorama, gli strumenti giuridici utili a garantire la piena tutela dei diritti fondamentali nel nuovo contesto clima- alterato. La fondatezza e l’attendibilità delle ricerche scientifiche che avvalorano l’esistenza del cambiamento climatico antropogenico si pongono come presupposto fattuale dell'intero lavoro: la rilevanza dell'emergenza climatica nell'attuale scenario globale è infatti documentata da decenni di evidenze e serie di dati accreditati, sistematizzati e diffusi da enti di ricerca e organismi internazionali. In tal senso, il passaggio in rassegna della gran quantità di report disponibili e la selezione dei dati più rilevanti costituiscono lo scheletro di evidenze da cui muove l'indagine. Se a partire dal Rapporto The limits to growth del 1972, innumerevoli pubblicazioni hanno messo in luce i pericoli posti dall'incompatibilità ambientale del modello economico alla piena tutela dei diritti umani, tale incompatibilità è resa con particolare efferatezza dalla minaccia rappresentata dai cambiamenti climatici per il godimento di gran parte dei diritti fondamentali tra cui spiccano il diritto alla vita, alla salute, all'ambiente salubre, a un tenore di vita adeguato, all'alimentazione, all'acqua pulita, all'autodeterminazione. Gli organismi internazionali, tra cui di particolare rilevanza appare il lavoro del Consiglio per i Diritti Umani dell'ONU, hanno progressivamente affermato e definitivamente riconosciuto che gli impatti climatici hanno implicazioni dirette ed indirette sull'effettivo godimento dei diritti universalmente riconosciuti. Da almeno due decenni le Nazioni Unite tentano, attraverso le proprie agenzie, organismi e attività, di indurre gli Stati membri a coordinare e moltiplicare gli impegni per il contrasto ai cambiamenti climatici, anche nell'ottica di garantire protezione ai diritti connessi al clima. La discussione dottrinale nata attorno alle emergenti necessità di tutela si è orientata – ricalcando quanto avvenuto con il diritto umano all'ambiente salubre – per la rilettura delle fattispecie esistenti alla luce dei profili climatici attuali. Accanto a questo sforzo di ri-significazione e di specificazione, assai rilevante appare la spinta, da più parti proveniente, tesa al riconoscimento di uno specifico “diritto umano al clima sicuro”. L'approccio teorico attraverso cui si analizza il processo di affermazione delle nuove istanze è quello dell'Ecologia politica, che fornisce un approccio integrato alla lettura delle questioni ambientali, ricorrendo ad elementi di analisi mutuati dagli studi sociologici, antropologici, dalle scienze politiche, dalle scienze economiche e dalle scienze giuridiche. La scelta risponde all'esigenza di mettere in luce le connessioni tra fattori politici, sociali ed economici e sfide ecologiche, prestando particolare attenzione alle ricadute delle minacce ambientali in termini di giustizia, discriminazione, impoverimento socio-economico nonché sul ruolo degli attori sociali. Tale relazione appare particolarmente rilevante ai fini della piena comprensione del fenomeno dei cambiamenti climatici (tanto in termini di asimmetria delle responsabilità quanto di asimmetria degli impatti) e dell'individuazione di risposte efficaci a contrastare le molteplici implicazioni sociali del riscaldamento globale. Lo stesso tipo di prospettiva integrata tra ambiente, diritti, vulnerabilità, fattori sociali, politici ed economici, pur con origini e finalità da principio differenti, ha portato all'affermazione del paradigma della Giustizia ambientale prima e della Giustizia climatica poi. Si tratta di nozioni fondate sulla constatazione di una ripartizione iniqua dei rischi e degli impatti ambientali e climatici – che penalizza in modo sistematico con maggior gravità le fasce più vulnerabili della popolazione mondiale – e costituiscono riferimento teorico dell'intero lavoro. Dal punto di vista più strettamente giuridico, oltre alla ricostruzione delle tappe salienti del dibattito internazionale inerente la relazione tra essere umano e ambiente, viene ripercorso il cammino che ha portato dall'affermazione del concetto di sviluppo sostenibile alla possibilità di qualificare giuridicamente – e azionare in giudizio – i diritti delle generazioni future. Punto nodale dell'excursus è la disamina - con particolare riferimento ai documenti elaborati dagli organismi delle Nazioni Unite (Consiglio Diritti Umani, Assemblea Generale, Report Relatori Speciali etc.) - degli stratificati legami esistenti tra climate change e tutela dei diritti umani nonché dell'esistenza e configurabilità di un diritto umano al clima stabile e sicuro. I fondamenti giuridici, i contenuti e le potenzialità in termini di effettività della tutela di un siffatto diritto sono ampiamente argomentati nella ricerca. La declinazione del nesso tra diritti umani e cambiamenti climatici, anche attraverso la già citata possibilità di riconoscere uno specifico diritto umano al clima, assume forza anche alla luce della rilevanza assunta dalla via giudiziaria alla Giustizia climatica. Nell'ultimo decennio le azioni legali in ambito climatico sono divenuti strumento di rivendicazione e di affermazione delle istanze di protezione di individui e comunità dagli impatti del climate change, utilizzato dalla società civile con sempre maggior frequenza e capillarità. Le evidenze scientifiche segnalano come una drastica e rapida riduzione delle emissioni di gas serra sia imprescindibile per evitare uno squilibrio irreversibile del sistema climatico e scongiurare le conseguenze che ne derivano. Nonostante gli strumenti internazionali approntati e le normative nazionali esistenti, tale riduzione non è ancora avvenuta, sintomo di un’inerzia diffusa incompatibile con un’inversione di tendenza tempestiva. Di conseguenza, questo tipo di controversia legale mira a coinvolgere gli organismi giudiziari chiamando i giudici a svolgere un ruolo attivo nel contrasto al riscaldamento globale. L'esame degli orientamenti teorici e lo studio approfondito delle diverse impostazioni e culture giuridiche rilevabili nel campo (vasto e in continua evoluzione) del contenzioso climatico, effettuata tramite una corposa casistica internazionale, traccia una complessiva panoramica del nuovo ambito legale, evidenziandone rilevanza, tendenze, sfide, questioni giuridiche e prospettive. In conclusione, il ripensamento del ruolo del diritto in funzione del contenimento delle incertezze sul futuro poste dai cambiamenti climatici appare come prospettiva centrale cui la ricerca mira a contribuire; la domanda di fondo da cui partire è se in un sistema giuridico in grado di riflettere a pieno la portata di tale urgenza, l’inazione possa essere considerata, e con che conseguenze, una violazione dei diritti umani. In questo scenario, il contenzioso climatico si pone come elemento nuovo e utile in un sistema di governo multi-dimensionale del clima, costituendo strumento prezioso, in questa fase storica, per la realizzazione della Giustizia climatica.
To what extent do the increasingly widespread, pervasive and dramatic impacts of climate change, jeopardise the resilience of the universally recognised human rights system? This research aims to discuss climate change challenges and what legal instruments are currently available to guarantee the full protection of fundamental rights in the new climate-altered context.  The anthropogenic nature of climate change is a fundamental ground of this research: the relevance of the climate emergency in the current global scenario is in fact documented by decades of scientific evidence and series of accredited data, systematised and disseminated by research entities and international organisations. The review of the large number of available reports and the selection of the most relevant and accredited data constitute the skeleton of solid evidence on which this research is based.  Since The Limits to Growth Report in 1972, countless publications have highlighted the dangers posed by the environmental incompatibility of the economic model with the full protection of human rights. Climate change emphasizes such incompatibility and increasingly threatens the enjoyment of most fundamental rights, including the right to life, health, a healthy environment, food, clean water and self-determination.  International organisations, including the UN Human Rights Council, have affirmed and recognised that climate impacts have direct and indirect implications on the effective enjoyment of universal rights. For at least two decades, the United Nations, through its agencies, bodies and activities, have been trying to induce member states to coordinate and multiply their efforts to combat climate change to guarantee the protection of climate-related rights.  Following the evolution of the human right to a healthy environment, the doctrinal discussion that arose around the emerging need for protection has been oriented towards the reinterpretation of existing cases in the light of current climate profiles. Alongside this effort of re-signification and specification, the push, coming from many sources, for the recognition of a specific "human right to a safe climate" appears very relevant.   The theoretical register through which the analytical reading of the process of affirmation of the new demands is presented is that of Political Ecology, which provides an integrated approach to the reading of environmental issues, using elements of analysis borrowed from sociological and anthropological studies, political science, economics and legal science. Such perspective responds to the need to highlight the connections between political, social and economic factors and ecological challenges, paying particular attention to the effects of environmental threats in terms of justice, discrimination, socio-economic impoverishment and the role of social actors. This relationship is particularly relevant for the full understanding of the climate change phenomenon (both in terms of asymmetry of responsibilities and asymmetry of impacts) and for the identification of effective responses to counter the multiple social implications of global warming.  The same kind of integrated perspective between environment, rights, vulnerability, social, political and economic factors, although with different origins and aims in principle, has led to the affirmation of the paradigm of first Environmental Justice and then Climate Justice. These notions are based on the observation of an unequal distribution of environmental and climate risks and impacts - which systematically penalises the most vulnerable sectors of the world's population with greater severity - and constitute the theoretical reference for this study.  From a more strictly legal point of view, in addition to the reconstruction of the main stages of the international debate on the relationship between human beings and the environment, this research traces the path that led from the affirmation of the concept of sustainable development to the possibility of legally qualifying - and defend in court - the rights of future generations.  The focal point of the excursus is the examination - with particular reference to the documents drawn up by UN bodies (Human Rights Council, General Assembly, Special Rapporteurs' Reports, etc.) - of the stratified links between climate change and the protection of human rights, as well as the existence and configurability of a human right to a stable and safe climate. The legal foundations, the contents and the potential in terms of effectiveness of the protection of such a right are widely argued in this study. The declination of the link between human rights and climate change through the recognition of a specific human right to a safe climate becomes stronger also in the light of the importance assumed by the judicial route to climate justice.  In the last decade, legal actions in the climate field have become a tool for claiming and asserting the protection of individuals and communities from the impacts of climate change, used by civil society with increasing frequency and capillarity. The aforementioned scientific evidence shows that a drastic and rapid reduction in greenhouse gas (GHG) emissions is essential to avoid an irreversible imbalance in the climate system and to avert the consequences that ensue. Despite the international instruments in place and the existing national regulations, GHG emissions’ reduction has not yet taken place, a sign of the widespread inertia that is incompatible with a timely reversal of climate change. Consequently, this type of legal dispute aims to involve judicial bodies by calling on judges to play an active role in combating global warming.  The examination of the theoretical orientations and the in-depth study of the different legal approaches and cultures from the vast and constantly evolving field of climate litigation, carried out by means of an extensive international cases study, traces a comprehensive overview of the new legal field, highlighting its relevance, trends, challenges, legal issues and perspectives.  The rethinking of the role of law as a function of the containment of uncertainties about the future posed by climate change appears to be a central perspective to which this study aims to contribute; the basic question to be addressed is whether in a legal system capable of fully reflecting the scope of such urgency, climate inaction can be considered a violation of human rights and with what consequences. In a multi-dimensional climate governance system, climate litigation stands as a new and useful element  and constitutes a valuable tool for the realisation of Climate Justice.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
37

RENGHINI, Cristina. "Il sistema di tutela brevettuale nell'Unione Europea: il Brevetto Europeo con effetto unitario e il Tribunale Unificato dei Brevetti." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251086.

Full text
Abstract:
Dopo più di quarant’anni di tentativi tesi alla realizzazione di un titolo di protezione brevettuale “comunitario”, nel 2012 sono stati emanati due regolamenti, il n. 1257/2012 e il n. 1260/2012, attuativi di una cooperazione rafforzata tra ventisei Stati membri dell’Unione europea: essi creano un brevetto europeo con effetto unitario e ne disciplinano il regime di traduzione applicabile. L’anno successivo, venticinque Stati membri hanno firmato un accordo istitutivo del Tribunale unificato dei brevetti. I summenzionati strumenti normativi costituiscono il c.d. “pacchetto brevetti”, che entrerà in vigore una volta che almeno tredici Stati membri, tra cui Germania, Francia e Regno Unito, avranno ratificato l’Accordo. Rispetto al panorama attuale, caratterizzato da una frammentazione normativa e giurisdizionale, tale nuova architettura porterà indubbiamente notevoli vantaggi. Da un lato, infatti, i regolamenti europei introducono un “nuovo brevetto” che estende la sua efficacia oltre i confini nazionali; la portata della protezione e gli effetti saranno infatti uniformi in tutto il territorio degli Stati membri partecipanti. Dall’altro, il Tribunale unificato, competente a giudicare quasi tutte le controversie in materia brevettuale, si sostituirà ai giudici nazionali, garantendo l’uniformità della giurisdizione e delle decisioni. Tuttavia, il risultato ottenuto con il “pacchetto brevetti” non sembra essere adeguato agli obiettivi di unitarietà che le istituzioni europee e gli Stati membri si erano prefissati. Si tratta infatti di un quadro normativo complesso, che combina il diritto dell’Unione europea, il diritto internazionale (in particolare l’Accordo sul Tribunale unificato e la Convenzione sul brevetto europeo), e il diritto nazionale degli Stati membri, a cui gli atti citati rinviano in diverse occasioni, e che istituisce due strumenti, il brevetto europeo con effetto unitario e il Tribunale unificato dei brevetti, dalla natura assai controversa. Per tale ragione, la nuova normativa solleva molteplici questioni di natura costituzionale, in ordine alla compatibilità del nuovo sistema con l’ordinamento giuridico dell’Unione europea. Uno dei profili problematici di particolare interesse riguarda la cooperazione rafforzata in tema di tutela brevettuale unitaria, che sembra essere stata instaurata per eludere il dissenso di Italia e Spagna in relazione al regime linguistico applicabile. Inoltre, nei due regolamenti europei manca una vera e propria disciplina sostanziale, sollevando pertanto dei dubbi sull’effettiva “unitarietà” del nuovo brevetto. Infine, alcune caratteristiche del Tribunale unificato, quali la sua particolare struttura, il riparto interno delle competenze, il regime linguistico e la previsione di un periodo transitorio in cui è possibile ancora adire il giudice nazionale, si pongono in contrasto con il fine di unificazione giurisdizionale. A tali considerazioni si aggiunge che la decisione del Regno Unito di uscire dall’Unione europea potrebbe compromettere l’entrata in vigore del “pacchetto brevetti”. Obiettivo del presente lavoro è quello di analizzare in modo organico l’intera disciplina, nell’ottica di verificarne l’effettiva compatibilità con l’ordinamento dell’Unione europea. Solamente attraverso un approccio sistematico fondato sui principi e sugli strumenti dell’UE, si possono superare le attuali criticità che emergono dal “pacchetto brevetti”, nell’ottica di un effettivo miglioramento di tale nuova disciplina e del conseguente raggiungimento di una reale unitarietà nella tutela brevettuale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography