Academic literature on the topic 'Sociologia dei sensi'

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Journal articles on the topic "Sociologia dei sensi"

1

Gephart, Werner. "Senso. Sull’estetica sociologica dei sensi o sulla sociologia ontologica applicata." Rivista di estetica, no. 55 (March 1, 2014): 213–29. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.1016.

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2

Bagnasco, Arnaldo. "Per una sociologia ragionevole nel cambiamento sociale. Considerazioni sul lavoro dei sociologi." Sociología del Trabajo, no. 100 (May 13, 2022): 33–44. http://dx.doi.org/10.5209/stra.81998.

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Abstract:
L’articolo propone una breve ricostruzione delle vicende economiche e sociali negli anni di Sociologia del Trabajo. Il primo paragrafo è un riassunto del cambiamento economico, elaborato dal punto di vista della sociologia economica, vale a dire con riferimento agli assetti istituzionali che hanno regolato l’interazione degli interessi in gioco in momenti successivi; il secondo paragrafo prova invece a rendere conto di come è cambiata in quel processo la società, mostra l’evoluzione della sua struttura con riferimento alla ricerca sulla disuguaglianza sociale. L’ultima parte è una riflessione sul tipo di sociologia utile da praticare oggi, nel cambiamento descritto in precedenza. Con la scelta di alcuni riferimenti disponibili in una vasta letteratura di ricerca, cercati come segnavia o indizi, è proposto un percorso in direzione di una sociologia ragionevole, vale a dire una sociologia che ha senso della misura, è realista, riformista, impegnata. In un momento in cui ci sono segni ovunque di arretramento istituzionale, compito dei sociologi è collaborare al rafforzamento e rinnovamento delle istituzioni democratiche costruite con fatica, e a contribuire, per la loro parte, al progetto di assetti condivisi di regolazione nel cambiamento.
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3

Floriani, Sonia. "I movimenti del ritorno nell’esperienza dei migranti italiani in Canada." Italian Canadiana 35 (August 18, 2021): 79–93. http://dx.doi.org/10.33137/ic.v35i0.37219.

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Abstract:
Ai fini di un’interpretazione dei modi in cui la migrazione si trasforma nel tempo biografico, in questo saggio concentro l’attenzione sull'esperienza del nóstos. Infatti, analizzando sia i modi in cui cambiano la rappresentazione e la pratica del ritorno nella biografia del migrante, sia le forme in cui si dissolve e si ricostruisce il senso di dimora, propongo alcune ipotesi di lettura dell'esperienza della migrazione. La costruzione delle ipotesi si è avvalsa del ‘dialogo’ con alcune figure di straniero proposte dalla sociologia classica, in particolare da Alfred Schutz, Georg Simmel e Robert Park, e delle narrazioni biografiche raccolte nel corso di una ricerca sulla migrazione italiana del secondo dopoguerra in Canada.
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4

Passigli, Stefano. "RIFORME ISTITUZIONALI E GOVERNO: UN COMMENTO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no. 3 (December 1991): 419–40. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017846.

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Abstract:
IntroduzioneIl dibattito sulle riforme istituzionali, dopo molti anni di andamento “carsico” con improvvise emersioni ed altrettanto rapide scomparse, sembra avere trovato con le campagne referendarie del Comitato promosso dall'on. Segni la via maestra per giungere ad un qualche sbocco. I promotori del referendum si propongono di modificare i sistemi elettorali in senso maggioritario con il triplice obiettivo di aumentare la governabilità, sottraendo la scelta dei governi al gioco dei partiti e rimettendone la formazione a forme più dirette di investitura popolare; favorire un più diretto rapporto tra eletti ed elettori; e migliorare la qualità della classe politica. Un evidente filo rosso lega questi obiettivi: la convinzione che ilparty governmentabbia fatto il suo tempo e che la nostra società richieda una democrazia meno mediata. Le concrete alternative sollevate nel dibattito e dai quesiti referendari sottendono dunque questioni più ampie, cui non possiamo dedicarci nel breve spazio di questorejoinder, e cui accenniamo solo per sottolineare che esse non potevano non destare l'attenzione di uno studioso che, come Sartori, ha fatto nella democrazia, e dei partiti e sistemi di partito, il focus principale dei suoi interessi. Nell'esaminare il saggio di Sartori va dunque innanzitutto detto che il suo è un contributo non solo estremamente topico, ma anche che discende direttamente da molte sue affermazioni teoriche.
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5

Rossi Sciumè, Giovanna. "Problemi sociologici emergenti nel merito del dibattito sulla procreazione assistita." Medicina e Morale 42, no. 1 (February 28, 1993): 165–81. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1074.

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Abstract:
Il contributo si propone di analizzare sotto il profilo sociologico alcuni dei principali nodi problematici evidenziatisi in seguito alla diffusione delle tecniche di procreazione assistita. Il punto di partenza di questa analisi è costituito dal superamento della definizione strettamente medica della sterilità e della considerazione di tale fenomeno come "questione sociale totale", che coinvolge l'individuo nella sua interezza, vale a dire nella sua dimensione fisica, psichica, affettiva e relazionale. L'assunzione di tale prospettiva implica inevitabilmente un'attenta valutazione dell'impatto delle tecniche di procreazione assistita sulla specifica configurazione della famiglia e della coppia che a tali tecniche si rivolge; inoltre, la diffusione di queste procedure, che, come si può intuire, ha comportato un mutamento di segno problematico del significato della genitorialità, richiede, al fine di evitare un ripiegamento in senso puerocentrico e narcisistico della cultura familiare, la delineazione dei diritti di tutti i soggetti coinvolti nel procedimento di procreazione assistita - ed in primo luogo di quelli del bambino nato tramite queste tecniche - ed un leale confronto tra i diritti stessi.
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6

Serpieri, Roberto. "Leadership educativa: prendere sul serio l'etica." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 160 (August 2021): 67–87. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-160004.

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Abstract:
Lo scopo di questo articolo è dimostrare come le politiche educative che hanno ristrutturato i sistemi educativi dagli anni '80 e che si sono diffuse in tutto il mondo occidentale, puntato sulla leadership come leva per il cambiamento. Discorsi, paradigmi e ‘nuovi' esperti hanno infatti rimodellato il ruolo dei dirigenti scolastici in senso managerialista, per implementare nelle scuole tecnologie, metodi, strumenti e perfino teorie e valori provenienti dai settori privati ed imprenditoriali. Qui sono presentate le teorie che hanno sostenuto tali cambiamenti, impattando perciò sulla leadership educativa come professione. Una mappa concettuale distingue i discorsi, welfarista, managerialista e ‘critici', così come le premesse ontologiche ed epistemologiche che sostengono le teorie della leadership. Con questa cornice, le ricerche empiriche sulla leadership educativa, condotte di recente sia a livello internazionale che italiano, sono criticamente discusse alla luce di questo scivolamento della dirigenza scolastica verso un ethos neoliberale.
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Cazzola, Franco. "LA CORRUZIONE POLITICA IN ITALIA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, no. 2 (August 1988): 223–58. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012193.

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Abstract:
IntroduzioneIn altra sede ho già avuto modo di ricordare come intorno al problema «corruzione politica» (un fenomeno difficile da afferrare) sia venuta fuori una miriade babelica di esercizi denotativi riconducibile a tre grandi filoni, a seconda del criterio che vi viene posto a base. Se si assume il criterio legalistico corruzione è «un comportamento che devia dai doveri formali di un ruolo pubblico (una carica elettiva o dovuta a nomina) per ottenere vantaggi legati a questioni private (personali, di famiglia, di clan privato) relative al denaro o allo status; oppure che viola delle regole stabilite per impedire indebite forme di influenza privata». Se, invece, si pone a fondamento della definizione il criterio dell'interesse pubblico si allarga notevolmente il concetto di corruzione: «Un sistema di ordine pubblico e civile esalta l'interesse comune ponendolo al di sopra di interessi particolari; trasgredire l'interesse comune per interessi particolari è corruzione». Se, infine, si cerca nel criterio dell'opinione pubblica il fondamento della definizione abbiamo che è corruzione ciò che viene considerato tale dal peso dell'opinione pubblica: un atto è presumibilmente corrotto solo se la società lo condanna come tale, e se chi lo compie sente dei sensi di colpa nel compierlo.
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8

Cucci, Giovanni. "RELIGIONE E SECOLARIZZAZIONE. DUE REALTÀ ANTITETICHE?" Síntese: Revista de Filosofia 47, no. 149 (December 20, 2020): 535. http://dx.doi.org/10.20911/21769389v47n149p535/2020.

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Abstract:
La secolarizzazione in Europa nasce da lontano. Nell’articolo se ne mostrano le radici filosofiche e teologiche, legate alla rigorizzazione della problematica di Dio e alla pensabilità della sua presenza nel mondo. La crisi della scolastica, accentuata dal sorgere della scienza moderna, porta all’esclusione della problematica teologica dalle università, dal vivere civile (a motivo della guerre di religione e dell’inquisizione, cattolica e protestante) e dalla riflessione filosofica (Kant). La problematica religiosa ritrova interesse in sede culturale a partire dagli anni ’70 del ‘900, in sociologia (Berger, Casanova), in filosofia (Wittgenstein, Plantinga), in psicologia (Bruner, Gardner). Ciò che accomuna queste prospettive è la pluralità di approcci possibili al mondo e alla vita, nessuna delle quali ha la pretesa di ritenersi di dominio esclusivo. Il ripensamento del rapporto tra religione e secolarizzazione è sempre più ricorrente anche in sede socio/politica, con l’esplodere dei problemi legati al pluralismo religioso, alle migrazioni e alla crisi di senso, che pongono problemi enormi in ordine alla sopravvivenza stessa delle società occidentali.
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Rebon, Julian, and Rodrigo Salgado. "Le imprese recuperate dai lavoratori nella cittŕ di Buenos Aires: un bilancio in prospettiva emancipatoria." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 123 (September 2011): 150–62. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-123009.

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Abstract:
L'articolo si interroga sulla capacitŕ di trasformazione sociale in un senso emancipatorio dell'esperienza legata al recupero di imprese da parte dei lavoratori nella Ciudad Autónoma de Buenos Aires. In questo senso, gli autori analizzano diverse dimensioni riferite agli elementi constituenti del processo, cosě come alla natura sociale dell'ordine socio- produttivo emergente.
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10

Costantini, Eleonora. "Mobilitŕ e invisibilitŕ. Le principali trasformazioni nel mondo della prostituzione migrante esercitata in luoghi chiusi." MONDI MIGRANTI, no. 1 (September 2010): 83–102. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-001004.

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Abstract:
Negli ultimi dieci anni il mercato della prostituzione ha suběto costanti mutamenti, alcuni dei quali particolarmente complessi da indagare a causa delle sempre piů frequenti strategie di mascheramento della vendita di sesso e del conseguente sfruttamento, in appartamenti o in locali di intrattenimento, soprattutto della componente migrante. L'analisi - utilizzando i principali concetti della sociologia dalle migrazioni - si propone di ripercorrere queste trasformazioni a partire dai concetti di mobilitŕ e visibilitŕ, utilizzando i dati e le informazioni provenienti da due ricerche realizzate negli anni 2003-2005 e 2007-2008, sul territorio della regione Emilia Romagna. Oggi la prostituzione si presenta come un mercato altamente differenziato al proprio interno, con almeno tre segmenti prevalenti, funzionalmente interrelati tra loro: quello della strada, quello degli appartamenti e quello dei locali. Riguardo alle soggettivitŕ coinvolte la componente migrante rappresenta ancora quella piů significativa, sia in termini di genere femminile che transessuale. L'esercizio della prostituzione in luoghi chiusi, inoltre, ha favorito la trasformazione e la proliferazione delle reti di supporto necessarie al buon funzionamento del mercato: la prostituzione in appartamento, ad esempio, richiede agenzie e intermediari immobiliari, figure di protezione e/o controllo, o agenzie sovra-locali in grado di gestire spostamenti di lavoro tra cittŕ diverse. I locali, d'altra parte, si stanno evolvendo verso forme sempre piů simili a pub o birrerie, discoteche o disco-pub, in cui si accede prevalentemente per bere, ascoltare musica e in cui si puň assistere agli spettacoli delle intrattenitrici. In un mercato con queste nuove caratteristiche, la prostituzione rappresenta oggi per la componente migrante un lavoro redditizio che permette una certa mobilitŕ sociale anche in patria; da qui l'idea di realizzare percorsi migratori ripetuti nel tempo, il cui obiettivo č l'accumulo di risorse economiche in tempi rapidi. Il meccanismo del debito contratto per il viaggio e per il supporto logistico una volta a destinazione, rende tuttavia l'esercizio della prostituzione una risorsa logorante, ossia una risorsa che nel lungo periodo puň imbrigliare il percorso migratorio verso il basso. Le principali ragioni che connotano in questo senso l'esercizio sono la sempre forte concorrenza verso il basso che si registra nel mercato; l'investimento individuale richiesto in termini di risorse economiche e fisiche; la pericolositŕ dell'esercizio che si lega alla natura deviante del mercato; infine, la raggiunta competenza e specializzazione delle reti criminali nelle molte attivitŕ che l'esercizio in appartamento e nei locali richiedono
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Dissertations / Theses on the topic "Sociologia dei sensi"

1

PETRILLI, ENRICO. "“Se è tutto troppo bello, non ti preoccupare” Un’etnografia dei piaceri nei club di musica elettronica." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/207351.

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2

Vernari, Chiara. "Gravità, grevità e levità. Bambini in ospedale e macchine di divertimento: interazioni organizzative e pratiche creative." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3423341.

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Abstract:
The present study explores creativity from the vantage point of Sociology. Often considered something which takes place deep within the psyche of the creative individual, and thus outside the purview of sociological theory, creavity as presented in this dissertation is intimately connected to three domains long considered essential to sociological analysis: space, materiality, and the body. Based on participant observation in the Veneto-based Zamperla amusement park manufacturing company, and the Florence-based Meyer children’s hospital, this study offers a three-part argument. The first chapter explores the spatiality of creativity, analyzing the essential yet easily overlooked fact that all creative processes take place in particular spaces. Drawing upon “labelling theory,” we explore the symbolic power of declaring a space “creative.” In Meyer, the “creativity” of the hospital space is carefully embedded within the architectural layout and interior design of the building. It acts as a monument to its own creativity, whose symbolic power is keenly felt within the daily operations of the hospital. By contrast, the offices of Zamperla are understood as “creative” because of their somewhat chaotic, improvised, “just-in-time” organizational rhythm, which members of the firm see as outward manifestations of their President, Alberto Zamperla. The second chapter explores the generative tension between the immateriality and the materiality of creativity. While the aim of both Meyer and Zamperla is to produce sensations that are immaterial and light – excitement, joy, laughter, thrills – each must work with components that are material and heavy in a physical and sometimes emotional sense – metal blocks, catheters, drips, medical instruments, and so forth. To translate the immateriality of inspiration into an equally immaterial sensation of levity for customers and patients, each must travel through the heavy realm of equipment, moving from air to metal to air. This “productive oxymoron” of creativity also applies to the metaphorical metal of bureaucracy and standardization of procedures, embodied in Zamperla by the leadership of the general Director, sets against the charismatic dimension of the leadership of the President. The last chapter explores creativity and the corporeal dimension. Just as the creative processes in this study are transmitted by way of materiality, so too do they take shape by way of bodies and their practices, capacities and limitations. In Zamperla are described by the passengers of the rides, whose bodies the designers and engineers must constantly take into account, insofar as the high speeds, steep motions, acceleration and the twists of their creations, if taken too far, can cause harm or even death. At Meyer, we consider the body of the performing artists and educational professionals. As part of their intervention and energetic transformation through a relationship of play with ill children, they must maintain and protect their own emotional bodies, insofar as the heavy and intense suffering of the environment can easily erode one’s balance. Through the description and analysis of these two case studies and of these three areas, this thesis offers a new understanding of the creative process, and at the same time demonstrates that the study of creativity is well within the competence of sociological theory and practice.
Il presente studio esplora la creatività dal punto di vista sociologico. Spesso considerato qualcosa che avviene nel profondo della psiche di una persona, e quindi al di fuori della sfera della teoria e della pratica sociologica, la dinamica creativa presentata in questa ricerca è intimamente collegata a tre campi fondanti dell’analisi sociologica: lo spazio, la materialità, e il corpo. Basata sull’osservazione partecipante dell’azienda manifatturiera vicentina di macchine di divertimento Zamperla, e dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, questo studio offre un’argomentazione che si snoda in tre tematiche. Nel primo capitolo, esplora la spazialità della creatività, analizzando il fatto essenziale e facilmente trascurato che tutti i processi creativi si svolgono in spazi dedicati. Attingendo alla “teoria dell’etichettamento”, si esplora il potere simbolico di dichiarare uno spazio “creativo”. Al Meyer, la creatività dello spazio ospedaliero è accuratamente rappresentata dall’allestimento architettonico e insita nel design di interni della costruzione. Esso agisce come un monumento alla sua creatività, il cui potere simbolico è profondamente sentito dall’operatività quotidiana dell’ospedale. Gli uffici della Zamperla, invece, si intendono “creativi” per il loro ritmo organizzativo apparentemente caotico e improvvisato, che i membri organizzativi considerano una manifestazione esteriore del loro Presidente, Alberto Zamperla. Il secondo capitolo esplora la tensione generativa tra l’aspetto immateriale e quello materiale della creatività. Mentre l’intento sia al Meyer che in Zamperla è quello di produrre sensazioni che sono di levità – eccitazione, gioia, risate, emozioni – entrambi devono lavorare con componenti che sono materiali e pesanti in senso fisico e talvolta emotivo – blocchi di metallo, cateteri, flebo, strumenti medici. Per tradurre l’immaterialità dell’ispirazione creativa in un’altrettanto immateriale sensazione di leggerezza per i clienti e i piccoli pazienti, ciascuno deve viaggiare attraverso il regno di forme pesanti, passando dall’aria al metallo all’aria. Quest’“ossimoro produttivo” vale anche per il metallo metaforico della burocrazia e della standardizzazione procedurale, impersonato in Zamperla dalla leadership operativa del Direttore generale, contrapposto alla dimensione carismatica della leadership del Presidente. L’ultimo capitolo esplora la creatività e la dimensione corporea. Proprio come i processi creativi in questo studio sono trasmessi dalla materialità, così sono messi in forma dai corpi e dalle loro pratiche, dalle loro capacità e dai loro limiti. In Zamperla, sono descritti dai passeggeri delle giostre, dei cui corpi progettisti e ingegneri devono costantemente tener conto, perché l’alta velocità, il movimento ripido, l’accelerazione e gli avvitamenti delle loro creazioni, se si spingono oltre, possono provocare danni o addirittura la morte. Al Meyer, si prende in considerazione il corpo degli artisti dello spettacolo e delle professionalità educative. Nel loro intervento di trasformazione energetica attraverso una relazione di gioco con i bambini degenti e malati, devono mantenere e proteggere il loro corpo emozionale, perchè la grevità intensa e di sofferenza dell’ambiente ospedaliero ne logora gli equilibri. Attraverso la descrizione e l’analisi di questi due casi-studio e di questi tre ambiti, questa tesi offre una nuova comprensione del processo creativo, e dimostra allo tempo stesso che lo studio della creatività è ben di competenza della teoria e della pratica sociologica.
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Andreatta, Claudia. "L'agency dei bambini e delle bambine nelle pratiche religiose. Senso e rappresentazioni del percorso di preparazione alla prima comunione." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422990.

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Abstract:
This research situates within the framework of the paradigm of New Childhood Studies which acknowledge agency to children, thus becoming social actors that can also build their own cultures and influence adults' ones. Under this perspective children are seen as talented and skilled negotiators in relationships both with peers and adults, having voice to shape and modify the space they live in. The aim of the research is to study the formation of children's cultures in the processes of reproduction, internalization and interpretation of religious practices, with a special attention to reveal the form and content of agency. The research question was organized around three topics. The fist one aims to understand how children structure peer cultures within the context of religious practice. The second focuses on forms and contents of the negotiations that children engage with adults as regards of participation in the catechism and content of activities and finally of attendance at Sunday Masses. Furthermore, it investigates on what are children's request, how they express their needs, to whom children present them and what kind of relationships do children have with adults. Finally, the third focus is centered on interpretative reproduction and in particular on meanings and senses that children attribute to the catechism they attend. Therefore this research has focused in particular children's experiences during the final year of their preparation course of first communion, observing both the whole year of catechism and the ceremony in which they receive their first eucharist. The three focuses are bound to each other by trying to identify how gender and social class of children affect the different representations emerging. Research design was meant to combine together different methods, outlining various stages that allow us to switch from moments of research and analysis to space of reflection, useful to edit and re-calibrate ongoing approach in the field. The multi-method approach made possible to combine qualitative approaches such as ethnographic observation and focus groups, and quantitative approach as the sample survey. As for participant observation, it was decided to focus on children's experiences attending courses in preparation for their first communion in two different Catholic parishes of the city of Mestre (Venice). These two have been identified on the basis of a religiosity criterion along a continuum that ranges from a maximum of religious homogeneity to a maximum of religious non-homogeneity. Concerning the first case, it was involved a parish located in high quarters with a majority of Catholics, mostly Italians, for the second one it was identified a parish in a neighborhood where there are also other religions and nationalities. We conducted in both cases a twenty hour observation, for a total amount of forty hours. We also held four meetings in which children were asked to participate in focus groups. These were structured and presented to children as laboratories in which they would discuss together what they do at catechism. Moreover they had the opportunity to contribute along with the researcher to review the sample survey. Finally, we made a sample survey using a questionnaire that would allow us to describe with a large sample children's perceptions, thoughts and opinions on the catechism, their first communion, confession and in general on the religious practice world to which, more or less voluntarily belong. The survey was carried out in ten parishes of Mestre and Marghera and six parishes in Bassano del Grappa and its surroundings, for a total of sixteen parishes and 430 questionnaires collected. Thus, research has shown two results. The first concerns the ways in which children express their agency in catechism shaping their relationships with their catechists and allowing children a certain freedom of action. In this way the structure of the catechism depends on children's agency, and in particular on their ability to change it through sabotage and negotiation mechanisms that determine variations in the structure of activity. Finally, the second result concerns the process of individualization of belief which is evident already in children who are preparing for their first communion. In particular, it becomes evident in several episodes in which children have reinterpreted the traditions of Christian rituals, in the way of considering the sacraments, in the way they pray, their commitment to Christian values and beliefs and lastly questioning and doubting some mysteries of the Gospel they heard Therefore, while children up to now found only a marginal role on sociology of religion and they were seen especially through adults referring children experiences, this research aim to add a space for children and childhood on the reflection in studies of religious practices.
La prospettiva teorica entro cui si inserisce il lavoro di ricerca è quello dei New Childhood Studies che considera i bambini come portatori di agency, costruttori delle proprie culture, abili negoziatori sia negli intrecci di relazioni con i propri pari, sia con gli adulti. Nello specifico, la ricerca intende studiare la formazione delle culture dei bambini e delle bambine nel processo di riproduzione, interiorizzazione e interpretazione delle pratiche religiose, con un’attenzione allo svelare le forme e i contenuti dell’agency. La domanda di ricerca è stata organizzata attorno a tre nuclei tematici. Un primo nucleo tematico vuole comprendere in che modo si strutturino le culture dei pari all'interno di un contesto di pratica religiosa. Il secondo riguarda le forme e i contenuti delle negoziazioni che i bambini ingaggiano con gli adulti rispetto alla partecipazione al catechismo e ai contenuti delle attività e la presenza alle messe domenicali. Inoltre si indaga su quali sono le richieste che provengono dai bambini e come organizzano queste loro istanze, quali sono i rapporti con gli adulti e chi sono gli adulti a cui i bambini si rivolgono per presentarle. Infine il terzo nucleo riguarda la riproduzione interpretativa e in particolare quali siano i significati e il senso che i bambini attribuiscono al percorso di catechismo che hanno intrapreso. L'attenzione di questa ricerca, si è focalizzata in particolare sulle esperienze che i bambini fanno durante il loro ultimo anno di percorso di preparazione alla prima comunione, osservando sia l’intero anno di catechismo frequentato dai bambini che lo svolgimento della cerimonia in cui ricevono la loro prima eucaristia. I tre nuclei sono legati tra di loro dal tentativo di individuare quale ruolo giocano il genere e la classe sociale di appartenenza dei bambini nelle diverse rappresentazioni che emergono. Nel percorso di ricerca si è voluto combinare tra di loro diversi metodi, delineando diverse fasi che procedono per passi successivi, consentendo di alternare ai momenti di ricerca altrettanti spazi di analisi e riflessività utili a modificare e ri-calibrare in itinere l’approccio sul campo. L'approccio multi-metodo ha consentito di integrare approcci qualitativi come osservazione etnografica e focus group, con approcci quantitativi come l'indagine campionaria. Per quanto riguarda l'osservazione partecipante, si è scelto di concentrarsi sulle esperienze dei bambini delle classi che stanno frequentando i corsi di preparazione alla prima comunione in due parrocchie cattoliche del comune di Venezia. Queste sono state individuate in base a un criterio di religiosità rispetto a un continuum che va da un massimo di omogeneità religiosa a un massimo di disomogeneità religiosa: nel primo caso si tratta una parrocchia inserita in quartieri a alta maggioranza di cattolici, prevalentemente di nazionalità italiana, il secondo caso invece riguarda una parrocchia di un quartiere in cui sono presenti anche altre confessioni religiose e diverse nazionalità. In entrambe le parrocchie le ore di osservazione sono state venti, per un totale di quaranta. Sono stati inoltre organizzati 4 incontri in cui ai bambini e alle bambine è stato chiesto di partecipare a dei focus group. Questi sono stati strutturati e proposti ai bambini come laboratori in cui si sarebbe discusso assieme di che cosa fanno a catechismo e in cui avrebbero avuto la possibilità di contribuire a revisionare assieme al ricercatore la parte di indagine campionaria. Infine, si è realizzata un'indagine campionaria che ha previsto l'utilizzo di un questionario standardizzato che permettesse di raccontare in un ampio campione di bambini le percezioni, i pensieri e le opinioni dei bambini in merito al catechismo, alla loro Prima Comunione, alla Confessione e in generale al mondo della pratica religiosa di cui, più o meno volontariamente, fanno parte. L’indagine si è realizzata in dieci parrocchie di Mestre e Marghera e sei parrocchie di Bassano del Grappa e dintorni, per un totale di sedici parrocchie e 430 questionari raccolti. La ricerca ha evidenziato pertanto due risultati di ricerca. Il primo riguarda i modi in cui i bambini manifestano la loro agency a catechismo nelle relazioni con le loro catechiste e che consentono ai bambini una certa libertà di azione. In questo modo la struttura del catechismo dipende in modo diretto ed evidente dall'agency dei bambini, e in particolare dalla loro capacità di attuare meccanismi di sabotaggio e negoziazione che determinano modifiche nella struttura delle attività. Il secondo infine riguarda il processo di individualizzazione del credere che si evidenzia già nei bambini che si stanno preparando alla prima comunione. In particolare emerge molto bene negli episodi in cui i bambini hanno reinterpretato le tradizioni dei rituali cristiani, il modo di considerare i sacramenti, le forme di preghiera, l'adesione ai valori del cristianesimo o la messa in discussione di alcuni misteri evangelici di cui hanno sentito parlare Si intende pertanto contribuire ad aggiungere uno spazio di riflessione negli studi delle pratiche religiose che consenta di includere i bambini e le bambine fino ad oggi presenti solo con un ruolo marginale, visti di riflesso attraverso le esperienze degli adulti di riferimento.
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PINTO, LAURA. "LE ATTIVITA' DI UTILITA' SOCIALE NELLA GIUSTIZIA PENALE MINORILE. LA COSTRUZIONE DEL "SENSO DI SUCCESSO" CON LO SGUARDO DEL LAVORO SOCIALE: LA VOCE DEI PROTAGONISTI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/135274.

Full text
Abstract:
La ricerca studia in che modo avvenga la co-costruzione della risposta di giustizia ai minori che commettono reato all'interno delle comunità in cui si verificano i fatti penalmente rilevanti. L'osservazione (con lo sguardo del servizio sociale) parte da un concetto di giustizia che, oltre a contenere, può creare opportunità per riparare le conseguenze dei reati commessi da una persona in crescita, rafforzando la responsabilità collettiva piuttosto che punire e comprimere la Agency del soggetto. Gli obiettivi della ricerca: • approfondire la conoscenza di ciò che rende “buona” un'esperienza di giustizia comunitaria promossa dal servizio sociale, dal punto di vista dei professionisti, della magistratura coinvolta, dei minori autori di reato, delle loro famiglie, dei collaboratori locali • esplorare i modi in cui l'assistente sociale agisce nella direzione del successo, accompagnando il minorenne autore di reato e la sua famiglia e facilitando il coping con i membri della rete. I dati sono stati raccolti utilizzando 9 focus group creati raggruppando i partecipanti in modo omogeneo sulla base del loro ruolo e della loro esperienza (compresi autori di reato minorile, assistenti sociali, magistrati, avvocati...), per co-costruire un quadro che descriva gli aspetti positivi per ciascuno delle prospettive dei protagonisti di questo percorso. In una seconda fase, i dati raccolti vengono analizzati in un focus group di secondo livello a composizione mista, comprendente un rappresentante di ciascun ruolo con cui sono stati condotti i focus group precedenti, affrontando l'analisi dei primi dati in modo partecipativo. I risultati mostrano che la risposta della comunità alla commissione di un crimine commesso da un minorenne non è una buona strategia "a priori", perché la comunità può avere paura e sentirsi insicura di fronte agli atti trasgressivi. Se coinvolti, però, la comunità e le persone sanno collaborare attivamente alla coproduzione di attività di riparazione comunitaria con i giovani che hanno commesso un reato. Questo lavoro è un tentativo di ricostruire un processo di risposta dal servizio sociale all'interno del sistema di giustizia penale minorile che può favorire, con successo, il cambiamento individuale e promuovere la fiducia della comunità in modo relazionale.
The research studies how the co-construction of the judicial response to juvenile offenders takes place within the communities where the criminally relevant facts occur. The point of view (from the point of view of social work) is a concept of justice that, in addition to containing, can create opportunities to redress the consequences of crimes committed by a growing person, strengthening collective responsibility rather than punishing and compressing the agency of the subject. The objectives of the research: • deepen the knowledge of what makes a community justice experience promoted by the social service "good", from the point of view of professionals, the judiciary involved, juvenile offenders, their families, local collaborators • explore the ways in which the social worker acts in the direction of success, accompanying the child and his family and facilitating coping. Data were collected using 9 focus groups created by grouping the participants homogeneously basis of their role and their experience (including juvenile offenders, social workers, magistrates, lawyers ...), to co-construct a framework that describe the positive aspects for each of the perspectives of the protagonists of this path. In a second phase, the collected data are analyzed in a second level focus group with mixed composition, including a representative of each role with which the previous focus groups were conducted, addressing the analysis of the first data in a participatory way. Results show that the community response to the commission of a crime is not a good "a priori" strategy, because the community can be afraid and feel insecure in the face of deviant acts. If involved, however, the community and the people know how to actively collaborate in the co-production of community reparation activities with young people who have committed a crime. This work is an attempt to reconstruct a social services response process within the juvenile criminal justice system that can successfully foster individual change and promote community trust in a relational way.
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Guillaume, Olivier. "Le sens organisationnel : le cas des démarches de qualité /." Paris : l'Harmattan, 2008. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb41367476d.

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CORNETTA, DENISE ELENA. "Studio dei fattori che possono aumentare il senso di comunità e la collaborazione in contesti di comunità locali urbane: il ruolo dei social media basati sul Web." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/96101.

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Abstract:
The PhD thesis regards the study of the factors that can make vertical social media Web applications that are capable of supporting the communication, the collaboration and generally speaking the practices that constitute communities of place that are circumscribed in the urban context, such as zone associations, inhabitants of single neighborhoods and residents of the same condos. In order to study these factors we adopted a purposely multi-disciplinary approach that leveraged contributions from different but complementary disciplines like the sociology of communities and urban sociology, psychology of groups and communities, and the design sciences, especially those that are applied to the analysis, development and experimentation of interactive systems, that are usable as Web applications. This approach has led to the adoption of various techniques of qualitative research: the psychometric questionnaire, the semi-structured interview, the focus group and the action research. The research has been undertaken in collaboration and in parallel with the activities of a research team within the computer science department of the University of Milano-Bicocca. This has allowed for the mutual influence between our research and the development activities and for our concrete contribution to the incremental development of a number of modules that over time have been collected in the technological project dubbed "condiviviamo" on the Drupal content management platform. Our research has given the high level principles and some interaction requirements for the development of those modules and has also provided a feedback o the easiness of adoption of computational tools supporting community life also by lay people. In regard to the high level principles it resulted clear that the dominant model of messaging and user-driven content production, which is typical of social platforms of large diffusion and worldwide success should be flanked by more convivial tools, that is tools aimed at enabling, supporting and facilitating the establishment and management of activities to be carried out outside the virtual world and therefore in the reference territory of the community of place. This means to design systems with a particular care for the collaborative and cooperative element that could be capable to help citizens to reach common goals such as: to improve security and urban cleanliness, resolve small conflicts between neighbors, to help each other and exchange useful tools, save money with ethical and collective purchasing groups. This element has been identified as the main one that allow the people involved as members of a community of place to get a better mutual knowledge and acquaintance and therefore understand how to complement their skills, competencies and interests, so to improve the common life and place, without having to depend on the help of the authorities and of the formal public institutions. This awareness and the process of reciprocal acquaintance have been found to be the most important factors for the success and the continuous growth and evolution of local communities and elements that can improve and develop themselves further with the informed, aware and well-directed use of the new media and ICT, even outside the systems that are ingrained in the market economy and the capitalistic model of interpersonal relations and that, as such, can weaken conviviality of new social groups confronting the challenges of the increasing migration, the population aging, the disruption of the traditional family and the pervasiveness of technologies of the continuous monitoring and surreptitious control.
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Pharo, Patrick. "Sens et légitimité : contribution à une phénoménologie du lien civil." Paris, EHESS, 1991. http://www.theses.fr/1991EHES0057.

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Abstract:
Les recherches presentees visent a relier la question du sens des actions et passions humaines a celle de la legitimite de l'ordre politique, comptant que ce qui est ressenti comme bon ou mauvais par les personnes (et qui fait le sens au present) entretient des rapports determines avec ce qui est bon ou mauvais pour la cite (qui fait la legitimite). Elles debouchent sur une phenomenologie du lien civil, c'est-adire l'etude des structures conceptuelles, connaissables a priori et en partie necessaires, qui rendent les existences humaines mutuellement intelligibles et determinent la signification de leurs histoires singulieres. Cette phenomenologie explicite les principes, les normes, les formes, les consequences, les limites et la moralite de l'intelligence mutuelle entre les etre humains, en vue d'etudier la facon dont le sens intime d'une experience singuliere se rapporte a un sens commun et se soumet a son epreuve. La demarche est presentee dans le memoire de synthese sous forme des trois etats successifs par lesquels elle est passee. Chacun de ces etats cherche a degager les problemes du sens et de la legitimite des paradoxes de la theorie culturelle de l'homme, qui est encore aujourd'hui le paradigme central des sciences sociales. Un premier etat met en place les bases de la recherche et prend ses distances par rapport a la version structuraliste de cette theorie. Le second etat discute plus directement les fondements logiques de ces paradoxes, qu'on trouve notamment dans les theories metasociologiques. Le troisieme etat expose les hypotheses de la
The studies assembled in this thesis raise the question of the relationship between the legitimacy of a political order and the meaning of human actions and passions; they attempt to show that the individual sense of good and evil is closely tied to that of civic good and evil. The method of investigation is a phenomenology of the civil bond, that is the analysis of the conceptual structures of mutual understanding this phenomenology specifies the principles, norms, forms, consequences, limits and morality of mutual understanding, in order to investigate the links between the meaning of a private experience and the constraints of common sense. The introductory report presents three successive stages of this research each stage scrutinizes the questions of meaning and legitimacy in relation to the poradoxes of a cultural theory of man. Tho first part of the report accounts for the original research grounds and criticizes the structuralist version of the cultural theory of man. The second part discusses the logical grounds of these paradoxes, namely in metasociological theories. The third part expounds the hypotheses raised by a phenomenology of the civil bond, and, in particular, it argues that a norm of mutual understanding constrains social relations and compels social agents to expect truth and good from one another
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DESIDERI, AGNESE. "I processi di categorizzazione sociale durante l'infanzia." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/114596.

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Abstract:
Questa tesi affronta il tema dei processi di categorizzazione sociale durante l’infanzia. Suddetto tema ha suscitato ampio interesse in numerose discipline quali la pedagogia, l’antropologia, la psicologia. Per quanto riguarda la disciplina sociologica, nonostante il tema rappresenti dal punto di vista epistemologico un tema centrale per la disciplina, il campo empirico relativo all’infanzia rimane, soprattutto in Italia, ancora poco sondato. È stato quindi realizzato durante l'anno scolastico 2018-2019 uno studio empirico sperimentale nelle città di Firenze e di Prato. Il campione è costituito da 96 famiglie provenienti da tre istituti scolastici suddivisi in base al livello socio-economico: alto, medio e medio-basso (l’indicatore ESCS - Economic, Social and Cultural Status - è stato fornito dal Ministero dell’istruzione italiano). La metodologia utilizzata corrisponde ai mixed-methods: gli strumenti di intervista e di analisi non standard sono stati intersecati con strumenti di intervista e di analisi standard. Novantasei minori, di età pari a sette anni ed i loro genitori sono stati intervistati tramite intervista con foto-stimolo. É stato anche utilizzato un questionario al fine di ricostruire il profilo socio-demografico e socioeconomico delle famiglie. I foto-stimoli ritraggono individui realmente esistenti e sono stati selezionati sulla base dei seguenti criteri: genere, età, appartenenza socio-professionale, appartenenza etnica ed etno-religiosa (tenendo conto delle principali minoranze etniche, etno-religiose e dei principali gruppi socio-professionali presenti in Italia nel 2019). I risultati raggiunti ruotano attorno alle seguenti macro-tematiche: il ruolo del linguaggio di senso comune nell’uniformare le risposte dei soggetti intervistati; il ruolo giocato dalla cultura materiale nella fase di “giustificazione” delle modalità di impiego delle categorie sociali. Ed infine, il tema della “riproduzione sociale” dell’habitus materno (quindi la coincidenza – elevata - nell'utilizzo delle stesse categorie sociali da parte delle madri e dei rispettivi figli).
This thesis deals with the processes of social categorization during childhood. This topic has aroused wide interest in many disciplines such as pedagogy, anthropology, psychology. As for sociology, although the topic represents a central theme for the discipline from an epistemological point of view, there is still a lack of empirical research on childhood, especially in Italy. Therefore, an empirical, experimental study has been carried out during the academic year 2018-2019 in the cities of Florence and Prato. The sample includes about 96 families from three schools. The schools are divided into three socio-economic levels: upper, middle and lower-middle, according to the ESCS (Economic, Social and Cultural Status indicator has been provided by the Italian Ministry of Education). The study employs a mixed methods approach. Children, aged seven, as well as their parents have been interviewed using photo-elicitation interview. A survey has been also used to question children’s families in order to reconstruct their socio-demographic and socio-economic profile. The images show real people that differ in gender, age, ethnicity, religious background, as well as in socio-economic and socio-professional characteristics (taking into account the main ethnic, ethno-religious minorities and the main socio-professional groups present in Italy in 2019). The results achieved revolve around the following macro-themes: the role played by the common sense language in standardizing the respondents's answers; the role played by the material culture when the respondents try to justify «how they use social categories". And finally, the theme of "social reproduction" of the maternal habitus (therefore the coincidence - high - in the use of the same social categories of mothers and their children).
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Trabal, Patrick. "Le sens commun, les mathématiques et les sciences : une approche de la sociologie des sciences par une étude des représentations sociales des mathématiques et des sciences." Paris, EHESS, 1995. http://www.theses.fr/1995EHES0064.

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Abstract:
Le point de départ de cette thèse tient en un constat : les élèves du secondaire semblent avoir généralement des représentations des mathématiques qui pouvant nuire a cet apprentissage. Une étude plus approfondie montre qu'il s'agit d'un réel phénomène social : la relation envers les mathématiques semblent profondément ambivalente. C'est la raison pour laquelle nous avons aborde une approche des représentations sociales des mathématiques, que nous avons élargie aux représentations des sciences et de la technologie. La notion de représentation sociale nous a conduit a une réflexion sur l'objet de la représentation : notre travail rend donc compte des différents discours epistemologiques. Le constant selon lequel un seul de ces discours semble diffuse en dehors du cercle des différents protagosnistes, nous a alors conduit a poser une hypothèse bourdieusienne qui tient en une logique de reproduction de la position dominante de la représentation réaliste. Le propos des scientifiques largement diffuse par l'enseignement et la vulgarisation scientifiques, tend a consolider leur position dominante, ainsi que leur vision du monde. Une approche historique, fondée sur la reforme "des mathématiques modernes" montre que les difficultés de cette reforme émanent moins des raisons contingentes généralement invoquées (médiocrité des manuels scolaires, insuffisance de la formation. . . ) Que de la volonté des réformateurs de changer la représentation sociale que la société a des mathématiques. Ce point confirme l'intérêt de recherches plus précises que ce travail se propose de commencer
The starting point of this dissertation consists of a simple observation : the difficulties secondary school pupils meet in their apprenticeship of mathematics, come generally from their mathematics representations. A more exhaustive study shows that this is a real social phenomenon : the relation to mathematics seems deeply ambivalent. Therefor we have treated an approach to the social representation of mathematics, that we have widened to representation of science and technology. The notion of social representation imposes a reflection on the object of the representation itself : our work gives an account of the various "epitemological" discourses. The fact that only one of these discourses seems to have been circulated outside the circle of the different protagonists, has led us to formulate a hypothesis related to the theory of bourdieu, which consists of a logic of reproduction of the predominant position of the realistic representation. These scientists'words widely distributed by the educational and the scientific vulgarisation tend to consolidate their predominant position and their vision of the world. A historical approach, based on the reform of "the modern mathematics" shows that the difficulties in the making use of this reform come less from the generally invoked reasons (mediocrity of school books, insufficiency in teachers training,. . . ) Than from the will of the reformers to change the social representation, which society has on mathematics. This point confirms the interest of more precise researchs, that this dissertation intends to begin
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Boutiba, Rim. "Repenser la Responsabilité Sociétale des Entreprises à travers une perspective de construction de sens : perceptions de 20 responsables RSE." Thesis, Université de Lorraine, 2014. http://www.theses.fr/2014LORR0318.

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Abstract:
Ce travail de recherche a pour objet de s’interroger sur la contribution de la théorie de sensemaking à l’étude de la Responsabilité Sociétale des Entreprises (RSE). A cet effet, nous nous proposons de rendre compte du sens que les acteurs attribuent aux actions socialement responsables. Ce faisant, nous cherchons à mettre en évidence la variété de processus de sensemaking pouvant aboutir à une variété de représentations de la RSE. Notre étude qualitative consiste à explorer en profondeur le processus de sensemaking de la RSE. Nous avons eu recours à un procédé de croisement de perspectives méthodologiques : une analyse lexicale, une analyse thématique de contenu et enfin une analyse par les cartes cognitives. Les résultats font apparaître quatre classes de discours portant sur la RSE : la responsabilité vis-à-vis des parties prenantes (PP) et la cartographie des PP ; le comportement moral et éthique ; le développement durable, la certification et le reporting ; le cadrage et le déploiement de la démarche. Ces derniers montrent la nécessité de considérer cinq dimensions du processus de sensemaking de la RSE : les facteurs déclencheurs, le processus d’énaction, le processus de sélection, le processus de communication et le processus d’adaptation. Il ressort aussi de cette étude cinq types de perceptions de ce processus de sensemaking de la RSE : la perception englobante des responsables, la perception des responsables des entreprises et organisations tunisiennes publiques, la perception des responsables des entreprises et organisations tunisiennes appartenant au programme de promotion de l’ISO 26000, la perception des responsables des firmes multinationales privées et la perception du responsable du programme de promotion des principes du Pacte Mondial
The aim of this research is to identify the contribution of sensemaking theory to the study of Corporate Social Responsibility (CSR). Therefore, we propose to bring out the meaning that actors attribute to socially responsible actions. For that matter, we seek to highlight the variety of sensemaking process that can lead to a variety of CSR representations. Our qualitative study consists in exploring in depth the sensemaking process of CSR. We have used crossing methodological perspectives: a lexical analysis, a thematic content analysis and finally a cognitive maps analysis. The results suggest four classes of discourse on CSR: responsibility to stakeholders (SK) and stakeholder mapping; moral and ethical behavior; sustainable development, certification and reporting; framing and implementing the approach. These results show the need to consider five dimensions of the sensemaking process of CSR: triggers, enactment process, selection process, communication process and adaptation process. From this study appear also five perceptions’ types of the sensemaking process of CSR: the global managers’ perception, the perception of public enterprises and organizations managers, the perception of Tunisian enterprises and organizations belonging to the ISO 26000 promotion program managers, the perception of private multinationals managers, and the perception of the manager of the Global Compact principles program
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Books on the topic "Sociologia dei sensi"

1

Contini, Paolo. L'oggetto e il senso: Per una lettura sociologica della comunicazione nella società dei consumi. Roma: Aracne, 2005.

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2

The sense of dissonance: Accounts of worth in economic life. Princeton: Princeton University Press, 2009.

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3

Making sense in (and of) the first Christian century. Sheffield, England: Sheffield Academic Press, 2000.

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4

Boffo, Vanna, ed. A Glance at Work. Florence: Firenze University Press, 2012. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-187-4.

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Abstract:
The topics of work flexibility, precarious jobs, and the relationship between work, the market and production are subjects that are widely debated in the sociological, philosophical, economic and political spheres. Yet these topics are less touched on in the tradition of pedagogical research. The intention of this book is to build a seedbed for reflection on the central position assumed by work in the lives of every woman and man, inhabitants of a planet in which the transformation of work activities is imposing radical changes on lifestyles, community-building and societies. Work is not an abstract concept, but is incorporated into every human person who does it and into the relationships linking them to others. Man, his education and human formation provide the pivot around which to perform a pedagogical survey within the universe of "work", and inside the relationship between the human condition and working/professional life. What sense does work acquire today when going to observe children, young people, adults or migrants? Namely, what sense does it assume when its pivotal viewpoint is shifted off-centre in time and space? The essays intend to spark agile but critical, synchronic and diachronic reflection which, stemming from contextual questions on the meaning of work and on change in the workplace, will proceed to investigate the subjects in their specific lives and existential conditions. Essays by: Vanna Boffo, Pietro Causarano, Giovanna Del Gobbo, Emiliano Macinai, Maria Rita Mancaniello, Stefano Oliviero and Clara Silva.
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5

The Sense of Dissonance: Accounts of Worth in Economic Life. Princeton University Press, 2011.

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6

Waller, Lee. Sense of Belonging at Work. Taylor & Francis Group, 2022.

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7

Waller, Lee. Sense of Belonging at Work. Taylor & Francis Group, 2022.

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8

Entangled Sensemaking at Sea: Bycatch Management That Makes Good Social and Ecological Sense. Taylor & Francis Group, 2020.

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9

Good, Jason. Entangled Sensemaking at Sea: Bycatch Management That Makes Good Social and Ecological Sense. Taylor & Francis Group, 2020.

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10

Good, Jason. Entangled Sensemaking at Sea: Bycatch Management That Makes Good Social and Ecological Sense. Taylor & Francis Group, 2020.

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Book chapters on the topic "Sociologia dei sensi"

1

Mercier, Lucie. "Sens." In Dictionnaire de sociologie clinique, 576–78. Érès, 2019. http://dx.doi.org/10.3917/eres.vande.2019.01.0576.

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2

Hanique, Fabienne. "Sens du travail." In Dictionnaire de sociologie clinique, 579. ERES, 2019. http://dx.doi.org/10.3917/eres.vande.2019.01.0579.

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3

de Yzaguirre, Fernando. "Organisation et sens." In Dictionnaire de sociologie clinique, 451–54. Érès, 2019. http://dx.doi.org/10.3917/eres.vande.2019.01.0451.

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4

Le Digol, Christophe. "Chapitre 13. Des clivages sens dessus dessous." In Nouvelle sociologie politique de la France, 177–87. Armand Colin, 2021. http://dx.doi.org/10.3917/arco.frina.2021.01.0177.

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5

Demeulenaere, Pierre. "Forme, sens et cognition dans l'esthétique de Simmel." In La Sociologie de Georg Simmel (1908), 159–72. Presses Universitaires de France, 2002. http://dx.doi.org/10.3917/puf.watie.2002.01.0159.

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6

LEVY-BRUHL, Sacha. "Solidarité et épidémie." In Les épidémies au prisme des SHS, 229–38. Editions des archives contemporaines, 2022. http://dx.doi.org/10.17184/eac.6009.

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Abstract:
Notre contribution se propose d’aborder la question du statut accordé au savoir de type sociologique dans la société française contemporaine à l’aune de la pandémie de la Covid-19. On voudrait en effet montrer que dans certaines réactions politiques à la pandémie s’est rejoué le rapport très étroit qui avait caractérisé l’émergence de l’État social français entre sociologie et épidémie, sous une forme qui témoigne cependant cette fois de la crise que traverse le savoir sociologique. Nous montrerons d’abord ce qui lie si étroitement épidémie et sciences sociales à travers un retour à la sociologie durkheimienne. Celle-ci est en effet fondée sur l’idée qu’il y a en tout Homme deux êtres, un être biologique et un être social, et qu’à mesure que la division du travail social s’accentue, l’être social, tout en restant aussi présent, en vient à être masqué derrière l’être biologique, sous la figure de l’individu. Si Durkheim assigne à la sociologie le rôle de lever le voile de cette illusion individualiste, il est des moments où cette démarche est rendue plus aisée en ce que la pertinence de l’épistémologie sociologique acquiert une sorte d’évidence. Parce que la maladie contagieuse concerne un virus tout aussi invisible que l’est devenu l’être social en modernité, qui ne s’exprime que par une contrainte sur le corps qui prend le nom de symptômes là où elle apparait sous la forme de régularités statistiques pour la sociologie, et qu’elle ne se déploie qu’à travers des interactions sociales, l’épidémie est sans doute, parmi tous les événements, celui qui entretient avec l’épistémologie de la sociologie les liens les plus étroits. En témoigne la spécificité de l’épidémiologie en médecine, fondée sur une approche statistique qui rompt avec le principe de l’absoluité du patient individuel pour n’aborder la maladie que dans son existence collective, à travers les risques différenciés qu’elle induit d’un point de vue populationnel. C’est ce lien que nous mettrons en lumière en étudiant comment la tuberculose a été utilisée par le courant solidariste pour donner à cette conception durkheimienne toute sa portée en la transformant en un véritable projet politique, celui de l’État social, au début du XXe siècle. On tentera ainsi de montrer qu’une fois prouvée cette proximité entre épidémie et sociologie, il devient possible d’établir à partir des réactions qu’a suscitées la Covid-19 un diagnostic sur la situation des sciences sociales en France. Or, parce que les sciences sociales sont indissociables d’un courant politique organisé autour de l’État social que l’on nomme socialisme, c’est aussi un diagnostic politique que l’on peut réaliser en suivant les mobilisations et les rejets du thème de la solidarité auxquels a donné lieu la survenue de cette épidémie. À cet égard, ce sont les adresses officielles du président de la République, qui ont ponctué les premiers mois de la crise, que nous mobiliserons, en montrant que si la première d’entre elles a consisté en un surprenant encensement de l’État social, cette référence a vite été remplacée par d’autres, aux antipodes de l’épistémologie sociologique. On s’intéressera donc au sens de cette mobilisation, puis de son rejet et des termes qui sont venus la remplacer, en les plaçant au cœur de notre diagnostic sur le statut des sciences sociales dans la France contemporaine. Ce faisant, la savoir de la société apparaitra comme celui pouvant être extrait de l’expérience pandémique d’une façon particulière, car c’est sa place dans l’organisation sociale qui peut directement être évaluée à cette aune, et, avec elle, les implications politiques que charrie son épistémologie.
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Desrosières, Alain. "Chapitre 10. Peut-on tout mesurer ? Les deux sens, technique et social, du verbe pouvoir." In Pour une sociologie historique de la quantification, 173–86. Presses des Mines, 2008. http://dx.doi.org/10.4000/books.pressesmines.918.

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Cantin, Serge. "Le Désenchantement du Monde et l’Avenir du Christianisme selon Fernand Dumont." In The Paideia Archive: Twentieth World Congress of Philosophy, 42–48. Philosophy Documentation Center, 1998. http://dx.doi.org/10.5840/wcp20-paideia199836613.

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Abstract:
Dans cette communication, je voudrais donner un aperçu de la pertinence de la pensée de Fernand Dumont (philosophe, sociologue, théologien et chrétien engagé) en regard des débats contemporains en philosophie de la religion. La première partie fait ressortir les principaux points de désaccord entre Dumont et Marcel Gauchet (Le désenchantement du monde, 1985) quant à la place et au rôle du christianisme dans une société sécularisée. Alors que, selon Gauchet, la religion chrétienne est destinée à ne subsister que sous le mode d’une expérience personnelle et subjective du sacré, Dumont s’efforce de penser les conditions d’ "une conversion de la pensée chrétienne" au drame de l’histoire et du salut collectif. Dans la seconde partie, je centre l’attention sur les idées et les valeurs qui fondent la foi anthropologique de Dumont. La comparison avec "l’humanisme transcendental" de Luc Ferry (dans L’homme-Dieu ou le sense de la vie) permet de saisir, par contraste, toute la profondeur et l’originalité de l’humanisme dumontein, ainsi que sa portée critique à l’égard des humanismes désincarnés.
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Conference papers on the topic "Sociologia dei sensi"

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Canfora, Fabrizio. "Il centro direzionale di Napoli: verso una città-territorio?" In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7985.

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Abstract:
Negli ultimi anni l’ascolto e l’osservazione della società, come via d’accesso alla pratica delle politiche di pianificazione ed alla sperimentazione di nuovi orientamenti progettuali, ha assunto progressivamente un ruolo più incisivo. In tal senso la letteratura sociologica ha fornito spunti interessanti di riflessione per la problematizzazione di nozioni come quelle di bisogno, identità e azione locale, centrali nelle pratiche e nelle teorie della pianificazione. Una risposta al bisogno di radicamento territoriale si osserva nella pianificazione urbanistica degli ultimi anni in molte città europee, tra cui Napoli. Infatti, le politiche urbanistiche della città solo di recente provano a travalicare gli strumenti urbanistici tradizionali di tipo vincolistico. Il contributo si propone di evidenziare i risultati di una ricerca, quale caso studio, condotta a Napoli in merito ad un intervento di progettazione urbana di notevole rilevanza sulla riorganizzazione della città e più nello specifico, nella porzione di quartiere in cui è stato realizzato: si tratta del Centro direzionale. L’obiettivo di questo contributo è quello di analizzare le fasi del processo di pianificazione. Sono state approfondite due macrodimensioni di analisi. La prima di matrice “organizzativa” in cui si analizza quanto il processo pianificatorio sia risultato “inclusivo” rispetto ai diversi stakeholders; la seconda di matrice “relazionale”, in cui si considera l’identità e il senso di appartenenza con il territorio delle diverse popolazioni che vivono il Centro. È stato valorizzato il capitale “bio-socioambientale”? In recent years, listening and observation of society has gradually assumed a greater role, to define new urban policies and planning modeling. In this sense, sociological literature provided causes for reflection, problematizing concepts as need, identity or local action; central key concepts in the practices and theories of urban planning. Lately, in many European cities (Naples included), urban planning provided a response to the need of territorial identity. Recently the urban policies overcome the traditional planning tools. This paper presents the results of a case study about the planning and restyling of a contemporary neapolitan “business district” called Centro direzionale. The aim of the paper is to described the urban planning process. I have considered two macrodimension of analysis. The first one is organizational: it examines how the project is inclusive for stakeholders. The second one is relational: it considers the territorial identity and the sense of community of the different populations livening on District. Has the "bio-socio-environmental capital” been improved?
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Zocchi, Angela Maria, and Barbara Raggiunti. "Il territorio tra rigenerazione e riconoscimento." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7901.

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Abstract:
Da tempo, nelle analisi delle trasformazioni dello spazio e della tutela dell’ambiente, si ricorre all’uso di metafore; ad esempio, quella della rigenerazione che, in quanto metafora “biologica”, evoca anche interventi di tipo “terapeutico”. Scopo del nostro contributo è mettere a fuoco senso e significati della “rigenerazione”, facendo riferimento a specifici processi di ri-costruzione e re-interpretazione che hanno interessato il territorio abruzzese negli ultimi anni, a partire dal terremoto dell’aprile 2009 che ha distrutto il capoluogo de L’Aquila. Seguendo una struttura argomentativa centrata sulla dicotomia “recupero versus ricostruzione”, e coniugando prospettiva teorica e ricerca empirica, l’articolo propone una riflessione su alcune pagine di un “classico” della sociologia – La memoria collettiva di Maurice Halbwachs – mettendole in relazione con evidenze empiriche emerse da una recente ricerca partecipativa sui bisogni sociali rilevati all’interno del progetto C.A.S.E. (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili) di Assergi, in provincia de L’Aquila. Esplorando, poi, il possibile nesso tra riconoscimento e rigenerazione del territorio, le Autrici richiamano l’attenzione sul processo di re-interpretazione, in chiave bioclimatica, bioedilizia e antisismica, delle cosiddette case di terra, vere e proprie architetture della memoria, presenti in diverse Regioni italiane, tra le quali anche l’Abruzzo. La riflessione su alcune dinamiche di rivalutazione e di riappropriazione dello spazio, costituisce l’occasione per mettere a fuoco una diversa dimensione del costruire che, tra paesaggio e memoria, intende proporsi come strumento fondamentale per la realizzazione di una buona qualità della vita. It’s long since, in the analysis of environment and space transformation, researchers have used metaphors such as that of “regeneration”, a biological metaphor that evokes therapeutic interventions as well. The aim of our contribution is to focus on the sense and meaning of “regeneration” by referring to the specific processes of re-construction and re-interpretation that have concerned Abruzzo in the last years, starting from April 2009 earthquake that destroyed the city of L’Aquila. The following paper will deal with the dichotomy “recovery versus reconstruction” through the combining of the theoretical perspective of Maurice Halbwachs and the empirical research of the social needs observed in the C.A.S.E. Project of Assergi (L’Aquila). Then, by exploring the possible connection between territory recognition and regeneration, the authors will refer to the process of re-interpretation of the bioclimatic, bio-constructive and antiseismic built in earth houses, which are present in Abruzzo as well as in a number of other Italian regions. The analysis of some space reevaluation and re-appropriation dynamics will give us the opportunity to focus upon a different building dimension, between landscape and memory, that wants to be proposed as a fundamental instrument for the amelioration of life.
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Buda, Chiara. "Cittadinanze sospese e diritto alla cittá: suspended citizenship and the right to the city." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7905.

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Abstract:
La città globale ha generato una forte ipermobilità delle merci e degli uomini. Cambiano cioè gli attori e i gruppi sociali della scena urbana. Rilevante è la presenza degli immigrati che forniscono manodopera in numerosi ambiti. Le società ospitanti riconoscono, infatti, il ruolo determinante degli stranieri in quanto lavoratori, ma pongono forti resistenze nel riconoscerli in quanto cittadini. In altre parole, restano cittadini sospesi tra il paese d’origine e quello d’arrivo, perché godono di una cittadinanza con revoca. Gli immigrati possono al massimo godere di una cittadinanza sostanziale, nel senso che esiste un insieme di pratiche di cittadinanza, che fanno percepire lo straniero come se fosse a casa propria pur non essendolo. Si tratta delle c.d. pratiche di home making, cioè di addomesticamento dello spazio circostante. Tale riappropriazione del contesto urbano, esprime in realtà la rivendicazione dello straniero al diritto alla centralità e il desiderio di non essere periferizzati. Si tratta del diritto alla città elaborato da Henri Lefebvre nel 1978, inteso come diritto alla vita urbana. Non tutti però godono allo stesso modo di tale diritto: i soggetti più deboli e vulnerabili non hanno voce nei processi decisionali. Ma la vera essenza della cittadinanza contemporanea consiste nel prender parte ad una vita pienamente urbana, per tale motivo i migranti, in quanto attori urbani e portatori di una particolare domanda di città, dovrebbero essere ascoltati dagli amministratori locali. The central topic of this paper is the complex relationship between migrants and the global city, which has created a strong hypermobility of goods and people. There are new actors in the urbane scene: immigrants provide labor in many areas, but they are particularly invisible at the main decision-making levels, especially in those concerning the city design. They are subjected to discrimination: first of all as city users and also as proponents of urban and architectural projects. Our cities are not able to answer the "supply of city" of those who live in, that means they do not fully answer to the people needs and desires. Consequently, the weakest and most vulnerable citizens don’t fully enjoy their right to the city. This right has been presented by Henri Lefebvre around the 70s. According to the French sociologist everyone should enjoy the "right to urban life", that is the possibility to satisfy their aspirations in terms of political, social and environmental impacts in the city.
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Capilla, Vicente Collado, and Sonia Gómez-Pardo Gabaldón. "URBAN LANDSCAPE ASSESSMENT." In 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia: Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.6020.

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Abstract:
URBAN LANDSCAPE ASSESSMENT Vicente Collado Capilla1 and Sonia Gómez-Pardo Gabaldón21Servicio de Infraestructura Verde y Paisaje. Generalitat Valenciana. Ciutat Administrativa 9 D'Octubre-Torre 1, C/ Castán Tobeñas 77, 46018 Valencia; 2Servicio Territorial de Urbanismo. Provincia de Valencia. Generalitat Valenciana. Prop I, C/ Gregorio Gea, nº 27, 46009 Valencia. E-mail: vcc.arq@gmail.com sgpg.sgpg@gmail.com Key words: urban_landscape, streetcape, landscape_value, andscape_assessment, landscape_preferences. The urban landscape assesment as an important element in the quality of life and the sustainable development of the city constitutes an incipient field of investigation from a new perspective that adds meanings and values. An analysis of the different methodological developments and national and international experiences in the assessment of these landscapes will highlight its importance as a strategic element to improve the quality of the city. It starts from the concept of assessment as a system where tangible and intangible values ​​are considered by the population and the experts. These include among other formal, economic, environmental, social, cultural issues (…) and the relationships between them. Consideration of the opinions of experts from different points of view such as urbanism and architecture but also environment, economy, geography, history, archeology, sociology, social assistance, etc. Together with the preferences expressed by the population regarding the spaces they inhabit on a daily basis and their aspirations, strengthen the sense of belonging and the identity of the place as key elements in the perception of the urban landscapes that allows to contribute new qualities, integration criteria and ​​contemporary values to any type of intervention. These are strategies and intervention procedures that start from the complexity of the city as a system and incorporate the perception that citizens have or will have of their immediate environment. References: Czynska Klara and Pawel Rubinowicz (2015). ´Visual protection Surface method: Cityscape values in context of tall buildings´. SSS10 Proceedings of the 10 th International Space Syntax Symposium. Paquette Sylvain (2008). Guide de gestion des paysages au Québec. Université de Montréal Pallasmaa, Juhani (2005). The Eyes of the Skin. Architecture and the Senses. New York: John Wiley. Ministry of Environment and Energy The National Forest and Nature Agency (1997). International Survey of Architectural Values in the Environment. Denmark . The Landscape Institute and Institute of Environmental Management & Assessment (2013). Guidelines for Landscape and Visual Impact Assessment. Third Edition, London: Routledge.
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