Journal articles on the topic 'Società partecipate'

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Mocetti, Sauro, and Giacomo Roma. "Da 8.000 a 1.000? Razionalizzazione e governance delle società pubbliche." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (January 2021): 7–44. http://dx.doi.org/10.3280/ep2020-003001.

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Abstract:
La regolazione delle partecipate pubbliche tra disposizioni di finanza pubblica e necessità industriali L'articolo analizza gli effetti della riforma introdotta dal Testo unico sulle Società a Partecipazione Pubblica nel mondo delle Public Utilities e delle società pubbliche in generale. Il testo parte da una analisi del contesto di riferimento, dagli anni Novanta ai giorni nostri, riportando le vicende di un Comune capoluogo di provincia e si sofferma, più in generale, sulle caratteristiche del mondo delle società partecipate in Italia. Successivamente ci si sofferma su alcuni profili critici del Testo Unico, criticandone da una parte la poca incisività su alcuni temi ritenuti, dal legislatore stesso, importanti. Una questione è quella delle perdite, dove si sottovaluta la loro concentrazione in poche società. La seconda riguarda la eccessiva penalizzazione dell'in-house providing, richiedendo di rivisitare il quadro legislativo di sfavore. La terza si riferisce all'assenza di una visione industriale, sostenendo che sia puntare alla crescita dimensionale delle imprese, favorendo le aggregazioni.
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Pozzoli, Stefano. "La regolazione delle partecipate pubbliche tra disposizioni di finanza pubblica e necessità industriali." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (January 2021): 45–64. http://dx.doi.org/10.3280/ep2020-003002.

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Abstract:
L'articolo analizza gli effetti della riforma introdotta dal Testo unico sulle Socie-tà a Partecipazione Pubblica nel mondo delle Public Utilities e delle società pub-bliche in generale. Il testo parte da una analisi del contesto di riferimento, dagli anni Novanta ai giorni nostri, riportando le vicende di un Comune capoluogo di provincia e si sofferma, più in generale, sulle caratteristiche del mondo delle società partecipate in Italia. Successivamente ci si sofferma su alcuni profili critici del Testo Unico, criticandone da una parte la poca incisività su alcuni temi ritenuti, dal legislatore stesso, importanti. Una questione è quella delle perdite, dove si sottovaluta la loro concentrazione in poche società. La seconda riguarda la eccessiva penalizzazione dell'in-house providing, richiedendo di rivisitare il quadro legislativo di sfavore. La terza si riferisce all'assenza di una visione industriale, sostenendo che sia pun-tare alla crescita dimensionale delle imprese, favorendo le aggregazioni.
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Monticone, Elisa. "L'avvocato familiarista nella rete interdisciplinare." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (July 2021): 141–50. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001015.

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Abstract:
A fronte di una società composta da individui sempre più soli e di una crescente diffusa aggressività, l'autrice propone una riflessione sulla necessità per l'avvocato che si occupa di tematiche familiari di ripensare il proprio ruolo, che non si potrà più esaurire nella mera tutela della parte assistita, per comprendere invece anche un impegno preventivo e di cura delle relazioni. Alla professione legale si chiede oggi di ricominciare a formarsi per ampliare le proprie competenze, dotandosi di capacità necessarie a sostenere le famiglie nel comprendere e affrontare pienamente i conflitti dai quali sono attraversate, nell'ottica di giungere, quando possibile, a soluzioni partecipate e potenzialmente più durature. L'autrice avanza l'invito alle professioni a uscire dalla propria solitudine, per creare spazi di conoscenza e condivisione, in cui sentirsi parte di una rete interdisciplinare, capace di elaborare interventi sinergici nuovi, solidi nella tutela dei diritti, ma arricchiti dal fatto di essere frutto della cooperazione tra competenze diverse.
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Gemelli, Paolo Maria. "Gli obblighi previsti dalla L. 190/12 a carico delle società partecipate e di quelle a controllo pubblico. Il ruolo dell'organismo di vigilanza." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 1 (October 2017): 133–45. http://dx.doi.org/10.3280/siss2017-001013.

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fraticelli, E. "Questionnaire on Therapeutic Education in Diabetology. Interest and attitudes in the Italian diabetes community." Journal of AMD 25, no. 2 (July 2022): 130. http://dx.doi.org/10.36171/jamd22.25.2.8.

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Abstract:
Il GISED ha promosso una survey online (Google moduli) nell’estate 2021 allo scopo di fotografare lo stato dell’arte sull’Educazione Terapeutica (ET) nella comunità diabetologica, focalizzare i temi di interesse e approfondimento per la progettazione di corsi di formazione sull’ET e raccogliere indicazioni per migliorare le pagine web del GISED delle Società Scientifiche diabetologiche. Abbiamo rivolto 16 quesiti su diverse aree tematiche. I partecipanti sono stati 94, nel 92,6% medici, soprattutto donne e per circa la metà tra i 56 e i 65 anni. La maggior parte riconosce la promozione dell’empowerment del paziente come l’essenza della missione dell’ET. C’è una forte volontà a partecipare a corsi educativi. Minore è l’interesse a partecipare a campi scuola. Più della metà dei partecipanti ha mantenuto un’attività educativa anche durante il periodo di pandemia da Sars Cov-2 adottando diverse e nuove forme comunicative. La comunicazione rappresenta l’area da aggiornare e migliorare maggiormente tra le competenze educative mentre motivazione/engagement ed empowerment, quelle da approfondire. I giovani considerano più importanti l’accompagnamento del paziente nel percorso di cura e sono meno interessati alla promozione dell’Empowerment. Al di sotto dei 55 anni prevale l’interesse per la pratica. La competenza comunicativa è più richiesta sopra i 55 anni e predomina sopra i 65 anni. I minori di 45 anni vorrebbero approfondire temi di pratica e pianificazione dell’attività educativa. Nelle fasce di età maggiori c’è più coinvolgimento verso la motivazione, l’empowerment e la relazione/ascolto. Le donne prediligono temi relazionali e partecipativi, mente gli uomini sono interessati maggiormente a funzioni pragmatiche. Modesta prevalenza di interesse per gli uomini a migliorare la comunicazione. Pur con i limiti derivanti dal basso numero dei partecipanti, i risultati del questionario aprono a un’interessante lettura di genere e per età, e suggeriscono nuovi spunti di ricerca utili alla progettazione di azioni formative in ambito educativo. PAROLE CHIAVE: educazione terapeutica; diabetologia; attitudini; età; genere.
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Zambianchi, Manuela. "Promuovere l'invecchiamento attivo attraverso il modello life skills education. Un progetto di ricerca-intervento per potenziare il pensiero critico ed il decision making." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2020): 651–72. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002009.

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Abstract:
L'invecchiamento positivo è definito dal modello sistemico di Rowe & Khan (1997) come la presenza di elevate risorse a livello fisico e cognitivo, le quali consentono di mantenere una partecipazione attiva alla società. Il modello Life Skills Education, proposto dall'OMS (1994) come insieme di competenze tra-sversali utili allo sviluppo positivo dei giovani, è stato qui ipotizzato poter contri-buire anche in età anziana alla salute bio-psico-sociale, con adattamenti nei contenuti e nella metodologia di approccio, per il quale è stato adottato il modello della ricercaazione partecipata di ispirazione lewiniana (Lewin, 1946; Kagan, 2012). Un progetto di ricerca-azione partecipata che ha avuto come riferimento teorico-metodologico i programmi Life Skills Education in età anziana (Zam-bianchi, 2015) centrato su due Life Skills, il pensiero critico ed il decision making si è svolto a Bagnacavallo (RA) con il supporto delle Istituzioni politiche e sanitarie territoriali. Hanno partecipato 16 iscritti (età media = 71.13 a. 13 femmine e 3 maschi) che hanno compilato in ingresso ed in uscita il questionario sulle rappresentazioni sociali della salute, due item sulle credenze della dieta mediterranea e dell'attività fisica per la salute ed il questionario sugli stili decisionali. Dopo il per-corso formativo, i modelli Manova a misure ripetute hanno mostrato modificazioni positive sulle credenze sui comportamenti salutari, sulla rappresentazione della salute e sullo stile decisionale di pianificazione razionale.
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Joblin, Joseph. "Ròle des associations professionnelles catholiques pour la diffusion d'une éthique chrétienne dans la société." Medicina e Morale 39, no. 3 (June 30, 1990): 525–40. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1178.

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Abstract:
l cristiani, soprattutto in una società pluralistica e democratica, devono sia sostenere le proprie idee che partecipare alle decisioni politiche. Le associazioni professionali cattoliche permettono ai cattolici di prendere parte al dibattito pubblico. Questo pensiero di natura socio-politica trova conferma nell'insegnamento degli ultimi Papi.
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Galbiati, Marisa. "Il ruolo sociale della comunicazione e lo storytelling audiovisivo. Strumenti di design per il dialogo sociale." ACTIO Journal of Technology in Design, Film Arts and Visual Communication, no. 1 (December 15, 2017): 24–32. http://dx.doi.org/10.15446/actio.n1.94640.

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Abstract:
Nella società dell’informazione e della comunicazione diventa prioritario dotarsi di strumenti adeguati per affrontare il progetto di design. Lo storytelling audiovisivo si configura come un utile strumento per analizzare, esplorare e progettare immagini e visioni che possono dare un contributo importante nella fase decisionale che riguarda il futuro della città. Ascolto, dialogo, co-progettazione, conversazione entrano a far parte della “cassetta degli attrezzi” del designer, per una progettazione partecipata e condivisa.
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Costa, Massimiliano. "Formatività e lavoro nella società delle macchine intelligenti." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 89–106. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9379.

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Abstract:
Nell'economia digitale e delle macchine intelligenti, il paradigma di lavoro - che è definito nella sua dematerializzazione cognitiva e produttiva - impone un nuovo collegamento tra azione, sviluppo economico e umano. La generatività dei nuovi contesti sociali e lavorativi del nuovo Cyber Phisical Systems (CPS) è caratterizzata da una più forte plasticità funzionale e da una riorganizzazione attiva e autonoma dei processi di conoscenza. Ciò rende fondamentale ripensare la formazione non come un fattore di produzione ma come una condizione di crescita integrale della persona all'interno di un modello di learnfare basato su un diritto di apprendimento e la promozione della capacitazione del cittadino. Questa sfida coincide, per la ricerca pedagogica, con la necessità di promuovere un modello di formazione capacitativo in grado di favorire un habitus riflessivo e aperto all'alterità. Questo nuovo habitus si basa sulla connessione tra competenza, abilità e capacità di formare una cultura tecnologica umanizzante non pensata come strumento di potere o controllo ma piuttosto di speranza, intersoggettività per uno sviluppo umano consapevole e partecipato
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Marcocci, Giuseppe. "SocietÀ ostili. Stereotipi, giustizia, integrazione (XVI-XVII secolo). Premessa." SOCIETÀ E STORIA, no. 138 (November 2012): 729–34. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-138002.

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Abstract:
La presenza difficile. Ebrei, potere centrale ed élites locali in una periferia pontificia (secoli XVI-XVIII) Tra XVI e XVIII secolo gli ebrei stanziati nello Stato Pontificio riuscirono a tramandare le proprie attivitÀ nelle cittÀ "senza ghetto", da cui erano stati espulsi nel 1569 da papa Pio V, e dove il potere centrale non permetteva di ricostruire una stanzialitÀ ebraica permanente. Durante questi due secoli l'Inquisizione romana concesse agli ebrei di tornare nelle terre di espulsione solo per partecipare alle fiere stagionali. Tuttavia, molte cittÀ autorizzarono gli ebrei a trattenersi anche dopo il termine delle fiere per favorire la continuitÀ dei loro commerci. Oppure, furono gli stessi ebrei a evadere i divieti pontifici approfittando della distanza da Roma e quindi di un controllo non sempre vigile da parte degli inquisitori centrali. In alcuni casi furono capaci di ricostruire una presenza duratura fino alla fine del XVIII secolo.
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Capalbo, Francesco. "La accountability delle societŕ partecipate dalle pubbliche amministrazioni italiane e il modello civilistico di rendicontazione: un improbabile connubio." MANAGEMENT CONTROL, no. 3 (December 2012): 117–38. http://dx.doi.org/10.3280/maco2012-003006.

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Abstract:
The federalist reform, recently launched in Italy, brought to the revision of the financing mechanisms of public institutions. These ones will no longer be based on the historical expense of public entities but on the calculation of specific standard costs, useful to define the standard financing needs of public institutions. In such a framework, this paper investigates the conditions for the applicability of standard costs methodology to local public transport companies, providing insights about its benefits and limitations in a context of crisis caused by the application of low fees. Beyond the difficulties to calculate the standard costs, the study seems to show the motivational effects produced by the standard costs methodology and the benefits coming from its use as a guideline for selecting providers.
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Toscano, Mario Aldo. "Introduzione. Il potere, il tempo, le forme." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (November 2011): 11–18. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-004002.

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Abstract:
Il tema del potere č forse il tema piů drammatico che la societŕ deve affrontare. Ed č inevitabile perché la societŕ impone un processo organizzativo ed istituzionale che chiama in causa l'idea del governo a cui non tutti possono partecipare, con la conseguente differenza tra "governanti" e "governati". Questi ultimi possono tuttavia in vari modi esprimere il loro consenso e dissenso in un processo che dalla tradizione viene considerato democratico. Con la crescita e il potenziamento dell'identitŕ individuale nella storia, nuove esigenze intervengono nel processo democratico e il governo stesso assume una dimensione generale se non generica; con una serie di dilemmi che devono essere affrontati e che mostrano di essere fondamentali per il seguito del "discorso" democratico.
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Inglehart, Ronald. "LA NUOVA PARTECIPAZIONE NELLE SOCIETà POST-INDUSTRIALI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, no. 3 (December 1988): 403–45. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012600.

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Abstract:
IntroduzioneLo sviluppo economico dovrebbe condurre a crescenti livelli di partecipazione politica di massa per almeno tre buoni motivi teorici: 1) i cittadini delle società industriali avanzate hanno visto migliorare le loro capacità di partecipare: durante l'ultimo mezzo secolo i loro livelli di istruzione si sono accresciuti in modo impressionante e la formazione politica si è fatta più facilmente accessibile; 2) le norme sociali si sono fatte più permissive verso la partecipazione politica della metà femminile della popolazione. Una o due generazioni fa le donne non avevano neanche il diritto di voto. Oggi, non solo lo hanno acquisito in tutte le democrazie occidentali, ma vi è anche una crescente accettazione informale del fatto che esse debbano giocare un ruolo politico uguale a quello degli uomini e si sono diffusi i modelli di ruolo politico femminile. Infine, 3) vi sono segnali che le priorità valoriali del pubblico occidentale siano venute gradualmente passando da valori materialisti a valori postmaterialisti. Questo trend dovrebbe contribuire ad una crescita del tasso di partecipazione politica: liberatisi dalla necessità di concentrare le loro energie in via prioritaria nella lotta per la sicurezza economica e fisica, i cittadini dovrebbero essere in grado di dedicare più attenzione a preoccupazioni postmaterialistiche come la politica.
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D.d.E. "The 1987 Meeting of the European Public Choice Society." Journal of Public Finance and Public Choice 5, no. 2 (October 1, 1987): 135–41. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344325.

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Abstract:
Abstract La riunione annuale della European Public Choice Society ha avuto luogo quest’anno in Italia (a Reggio Calabria, dal 22 al 25 aprile 1987).I lavori si sono svolti in un’atmosfera particolare, dato che si è trattato del primo incontro dopo I’attribuzione al Prof. Buchanan del premio Nobel per I’Economia, un riconoscimento che, oltre a riguardare in modo diretto il suo destinatario, è anche apparso come una autorevole indicazione dell’importanza della teoria delle scelte pubbliche, di cui il Prof. Buchanan è illustre esponente.Le relazioni principali sono state presentate dallo stesso Prof. Buchanan, sul tema del costituzionalismo economico (con un interessante commento di Alan Peacock), dal Prof. Rowley, sul Calculus of Consent di Buchanan e Tullock a venticinque anni dalla pubblicazione, e dal Prof. Mueller, sulle votazioni con metodo probabilistico.II convegno annuale della EPCS è anche un’occasione per confronti con le riunioni degli anni precedenti, a partire dal primo convegno, che ebbe luogo nel 1972. Anche quest’ultimo incontro ha confermato la continua crescita della Società, sia per il numero dei partecipanti, sia per I’interesse sempre più ampio che i suoi lavori riscuotono.
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Bertone, Tarcisio. "I cattolici e la società pluralista, le “leggi imperfette” e la responsabilità dei legislatori." Medicina e Morale 50, no. 5 (October 31, 2001): 855–75. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.734.

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Abstract:
L’autore argomenta la riflessione intorno al seguente quesito: in quale misura un cittadino cattolico può accettare di partecipare all’elaborazione di una legge che non corrisponde esattamente alle sue convinzioni? Dopo avere passato in rassegna il dibattito attuale - che registra l’indubbio pluralismo della società odierna, in cui coesistono diverse correnti di pensiero che si fondano sui diritti dell’uomo e che si vedono costrette a patteggiare per elaborare le leggi e applicarle – vengono illustrate tre tipi di leggi ingiuste: 1. quelle che permettono la violazione di un diritto umano fondamentale; 2. quelle che stabiliscono una politica pubblica che violi un tale diritto; 3. quelle che istituzionalizzano degli atti intrinsecamente cattivi. Esclusa moralmente ogni cooperazione formale a dette leggi, davanti a esse possono essere eticamente giustificabili, a seconda dei casi, tre atteggiamenti: l’opposizione, la tolleranza, la cooperazione materiale. Tali prese di posizione sono argomentate nel prosieguo del contributo con esempi concreti.
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Bozzao, Paola. "Reddito minimo e welfare multilivello: percorsi normativi e giurisprudenziali." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 132 (November 2011): 589–629. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-132003.

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Abstract:
Il saggio, muovendo dalla assenza di misure di reddito minimo per le persone in difficoltŕ economica nel sistema diitaliano, ricostruisce ed analizza criticamente ilin materia a livello europeo, nazionale e locale. Nell'esaminare tale complesso assetto giuridico istituzionale l'A. si sofferma, in particolare, sugli spazi di intervento regolativo delle misure di reddito minimo nell'ordinamento statale e sub-statale. L'indagine conduce l'A. alla prospettazione di un modello di inclusione sociale attiva che - sulla base di una lettura attualizzata dei principi costituzionali sottesi agli artt. 4 e 38 Cost. - consenta di estendere tale fondamentale misura di lotta all'esclusione sociale ai soggetti abili involontariamente privi di lavoro che si mostrino disponibili a partecipare attivamente al progresso materiale o spirituale della societŕ.
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Mantini, Pierluigi, and Alberto Scaravaggi. "I fondi immobiliari nel federalismo patrimoniale. Profili giuridici." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 161–69. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058016.

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Abstract:
La riforma del federalismo fi scale prende avvio con la legge delega n. 42/2009 e con il primo decreto attuativo n. 85/2010 sul federalismo patrimoniale. In particolare, l'art. 6 del decreto intende favorire la valorizzazione dei beni attraverso fondi comuni di investimento immobiliare e sancisce precise regole affinché i fondi possano svolgere un ruolo attivo. I fondi immobiliari sono strumenti finanziari che consentono ai risparmiatori di partecipare ai risultati economici di iniziative immobiliari, utilizzando il modello organizzativo del patrimonio gestito da un intermediario professionale, le Sgr (Societŕ di gestione del risparmio) che si occupano di fondi immobiliari. In specie, i fondi ad apporto pubblico possono costituire uno strumento evoluto per le politiche di sviluppo urbano.
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Orazi, Stefano. "Periodici femminili del 1848 nello Stato Pontificio." IL RISORGIMENTO, no. 1 (May 2021): 67–95. http://dx.doi.org/10.3280/riso2021-001004.

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Abstract:
L'autore ha inteso porre in evidenza il contesto in cui nascevano a Roma due periodici aperti al mondo femminile, "La donna italiana" e "Una donna bizzarra", che rispetto ad altre similari realtà giornalistiche della Penisola si muovevano in un territorio, quello pontificio, nel quale la libertà di stampa trovava maggiori limitazioni che altrove. Dalle voci emerse nei due giornali romani si è voluto evidenziare il comune e coraggioso invito rivolto alle donne a partecipare alla generale richiesta di riforme liberali, nel desiderio di stimolarle ad impegnarsi nella trasformazione di una società più aperta e più giusta, specie in tema di rappresentanza politica e modernità giuridica. Il contributo è arricchito da alcune rare lettere conservate all'Archivio del Museo Centrale del Risorgimento, che contribuiscono ad accrescere la comprensione del ruolo delle donne prima e dopo l'unità d'Italia.
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Dyduch, Jan. "Troska o małżeństwo i rodzinę w sprawozdaniach z wizytacji kanonicznych kardynała Karola Wojtyły." Prawo Kanoniczne 42, no. 3-4 (December 20, 1999): 199–213. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1999.42.3-4.05.

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Abstract:
Card. Karol Wojtyła prendeva cura pastorale dei matrimoni e delle famiglie. Le considerava come beni fondamentali della società e della Chiesa. Questa preoccupazione si esprime nei rapporti delle visitazioni canoniche. Durante le visitazioni lui insegnava del matrimonio mostrandolo come l’alleanza insolubile e sacramentale, di carattere religioso e sacro. Spiegava pure, ehe la famiglia serve la vita, la protegge, è luogo dell’educazione dei figli, e partecipa alla missione di evangelizzare e santificare. Card. Karol Wojtyła svolgeva la sua missione pastorale tra le coppie e le famiglie ed insegnava ai suoi sacerdoti la stessa cura pastorale familiare.
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Buraggi, Gianluigi, K. E. Britton, U. Büll, D. Emrich, G. Fueger, C. G. Winkler, A. Bishop-Delaloye, et al. "The Joint Task Group on Clinical Utility of Labelled Antibodies of the Society of Nuclear Medicine Europa (Snme) and the European Nuclear Medicine Society (Enms)." International Journal of Biological Markers 1, no. 3 (September 1986): 147–53. http://dx.doi.org/10.1177/172460088600100306.

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Abstract:
In September 1985 a task group on the clinical utility of labelled antibodies was founded by the Society of Nuclear Medicine - Europe. This document was elaborated to report the aims and the programs of the group. In September 1986 the European Nuclear Medicine Society decided to partecipate in this initiative and a joint task group was created. Initial Document A. The aims ot the Task Group are to monitor, co-ordinate and promote research and clinical application of techniques using radiolabeled antibodies in nuclear medicine. A.1. The Group should develop into a major point of reference, giving scientific and technical support to each member of the Society involved in this field. B. To pursue these purposes it will be necessary to develop the following: B.1. Criteria to evaluate the suitability of antigen-antibody systems for tumour detection and/or therapy. B. 2. Criteria for quality control of radioimmunoreagents. B. 3. Criteria for the prevention of adverse reactions or damage due to the reagent. B. 4. Selection of suitable dosimetric methods for diagnostic or therapeutic applications. B. 5. Elaboration of protocols for clinical experiments, including appropriate techniques to be applied in single cases. B. 6. Organization of cooperative studies. C. The Task Group should promote: C.1. Informal meetings between the members of the Group. C.2. Workshops open to the members of the Society and other researchers. C.3. Publication of reports in appropriate journals.
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Pastore, Gerardo. "Elementi per una Governance del lifelong learning: il modello dei Circoli di studio." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (November 2011): 121–36. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-004008.

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Abstract:
Da oltre un decennio studiosi, politici ed esperti discutono di democrazia partecipativa e si impegnano nella teorizzazione di modelli diin grado di aumentare le possibilitŕ decisionali dei cittadini. Da qui la diffusione delle cosiddette "best practices" politiche, amministrative, sociali volte a superare quel deficit democratico che sembra caratterizzare le societŕ contemporanee e a contrastare i dilaganti atteggiamenti antipolitici, oltre che antisociali. Nell'articolo si individua una comunione di intenti fra pratiche partecipative, cittadinanza attiva e il piů ampio processo di costruzione della societŕ della conoscenza. A partire dalla considerazione del ruolo strategico delsi propone un approfondimento monografico sui circoli di studio, in quanto pratica formativa chiamata a giocare funzioni chiave nella costruzione della cittadinanza attiva e nella realizzazione di spazi per la promozione della partecipazione e della cultura democratica.
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Terragni, Laura, and Sigrun Henjum. "Patire la fame nella culla del welfare. Uno studio sulla sicurezza alimentare dei richiedenti asilo nei centri di accoglienza norvegesi." MONDI MIGRANTI, no. 2 (August 2021): 73–88. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-002004.

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Abstract:
I richiedenti asilo sono un gruppo particolarmente vulnerabile a forme di insicurez-za alimentare. Esistono tuttavia pochi studi che analizzino l'ampiezza e le cause di questo fenomeno in Europa. Questo studio indaga la sicurezza alimentare tra i ri-chiedenti asilo nei centri di accoglienza norvegesi. Lo studio è stato condotto at-traverso un questionario somministrato a 205 richiedenti asilo in otto centri e un'osservazione partecipante. L'indagine mostra che il 93% soffre di insicurezza alimentare e che la loro dieta è poco variata. Le condizioni abitative rendono dif-ficile mantenere il ruolo dei pasti come forma di commensalità. Questa indagine mostra che il cibo, o per meglio dire la sua mancanza, diviene un modo per sottoli-neare la precarietà e l'esclusione sociale dei richiedenti asilo anche in una società, come quella norvegese, conosciuta per uno stato sociale universalistico che mira a mantenere il benessere dei suoi cittadini.
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Semproni, Antonio. "Revocata la vendita fatta da una società a un trust per la famiglia dell’amministratore (Trib. Piacenza, 31 maggio 2022)." Trusts, no. 6 (December 1, 2022): 1067–69. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.216.

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Abstract:
Massima È revocabile ex art. 2901 cod. civ. l’atto di cessione tramite cui una S.r.l. (poi fallita) vende a un trust familiare, istituito dall’amministratore e socio unico della detta S.r.l., un fabbricato ad uso abitativo: l’eventus damni sussiste in quanto il prezzo della cessione era di gran lunga inferiore al valore effettivo del fabbricato e veniva corrisposto mediante dazione di una partecipazione societaria di valore di gran lunga inferiore al prezzo stesso; la scientia damni in capo alla società, nella persona del suo amministratore e socio unico (nonché disponente del trust), è da ritenersi provata in quanto questi era perfettamente consapevole della significativa esposizione debitoria della S.r.l. all’epoca della cessione e intendeva continuare a godere del fabbricato; ugualmente si ritiene provata la partecipatio fraudis del trustee in ragione del suo legame professionale con la S.r.l. e delle sue relazioni personali e lavorative con il disponente.
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Corchia, Luca. "Il principio di inclusione nei nuovi processi deliberativi. Il caso della legge n. 69/2007 della Regione Toscana." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (November 2011): 79–99. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-004006.

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Abstract:
Il concetto di "inclusione" fa riferimento alla domanda "chi partecipa?", ovvero alla questione cruciale di come vengono determinati in astratto e selezionati concretamente i soggetti della societŕ civile a cui viene demandata la deliberazione su taluni aspetti dei processi decisionali delle amministrazioni pubbliche. L'autore affronta i principali aspetti teorici e metodologici, confrontando le risposte della letteratura critica con le norme della legge n. 69/2007 della Regione Toscana. Dalla disamina emerge un insieme di scelte pregiudiziali che specifica cosa significhi democrazia deliberativa, come essa si realizzi nei processi partecipativi e quali misure vadano prese per evitare il consolidarsi di meccanismi sociali selettivi.
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Sani, Serena. "L'approccio interculturale nella scuola: le politiche dell'Unione Europea in favore del potenziamento del ruolo e delle competenze degli insegnanti." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 508–29. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa10143.

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Abstract:
Nella nuova società globale e pluralistica appare fondamentale fornire agli insegnanti le necessarie competenze non soltanto per adattarsi ai continui mutamenti in atto, ma anche per ridefinire costantemente la loro funzione educativa e le loro metodologie didattiche. La necessità di fornire un'effettiva formazione interculturale agli insegnanti è stata più volte ribadita, nel corso degli ultimi decenni, sia dalle istituzioni europee sia da molti studiosi che hanno affrontato la questione dell'educazione e dell'integrazione degli alunni immigrati nelle scuole del Vecchio Continente. A questo proposito, particolare interesse rivestono gli inviti a partecipare ai programmi europei di mobilità per garantire a tutti gli educatori la possibilità di fare esperienze formative e di sviluppo personale che li portino ad entrare in contatto diretto con altre realtà educative e culturali e a conoscere altri punti di vista e altri modi di fare scuola. Nel presente articolo sarà posta particolare attenzione alla disamina delle Raccomandazioni, Risoluzioni e documenti vari elaborati dalle istituzioni europee in merito all'educazione interculturale e alla questione della formazione interculturale dei docenti.
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Migliorini, Laura. "Progetti e percorsi del vivere insieme: la prospettiva psicosociale." RICERCA PSICOANALITICA, no. 2 (May 2011): 57–68. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-002005.

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Abstract:
La famiglia, in una prospettiva psico-sociale, si puň considerare sfidata in senso epistemico: essa per la sua natura si confronta con i contesti, con i cambiamenti, con la capacitŕ di adattarsi ad eventi di vita differenziati e molteplici. La famiglia puň essere considerata come un "progetto" che si trasforma per unificare situazioni diverse e talvolta contraddittorie, andando a delineare "percorsi" familiari sempre piů differenziati e difficili da prevedere. Tali percorsi possono dipendere da eventi di vita non scelti, di cui si subiscono tutte le conseguenze e le sofferenze, oppure da eventi fortemente voluti che aprono a possibili felicitŕ o infelicitŕ. Lo scenario che l'autrice delinea comprende le variegate strategie del vivere insieme in cui sempre piů si declina il familiare; accanto ad una societŕ e ad un amore "liquidi", infatti, anche la famiglia non sembra piů in grado di conservare la propria forma. La costruzione dei suoi confini e dei significati che assume, attraverso l'attuale molteplicitŕ delle forme familiari, cui ciascuno di noi puň partecipare anche contemporaneamente, rappresenta la sfida principale legata alla capacitŕ di ciascuno di costruire e mantenere dei legami.
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Mura, Antonello, and Daniele Bullegas. "Prospettive trasformative di educazione genitoriale: itinerari di sviluppo e traiettorie teorico-operative." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2021): 9–23. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12914.

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Abstract:
La presenza di una condizione di disabilità può modificare profondamente l'assetto familiare in termini organizzativi, relazionali e affettivi, influendo significativamente sulle capacità e sulle risorse genitoriali. Per tale ragione, diviene importante predisporre e implementare interventi efficaci nel supportare i genitori di fronte a simili sfide, anche al fine di sostenere quei processi inclusivi con cui le famiglie, la scuola e l'intera società sono chiamate a confrontarsi in un percorso dinamico e continuo di intervento, di ricerca e di formazione. Attraverso una revisione della letteratura internazionale, il presente lavoro restituisce gli esiti di una ricerca qualitativa che evidenzia in che termini e con quali modalità, all'interno del paradigma dell'Adult Education, l'approccio trasformativo abbia trovato concreta applicazione nell'ambito dell'educazione genitoriale. L'indagine di revisione, condotta su dieci studi empirici, prende in considerazione le esperienze e le percezioni dei genitori che hanno partecipato a programmi di supporto parentale. L'analisi ha permesso di elaborare tre temi principali: (1) le trasformazioni genitoriali, (2) il dispositivo formativo e (3) i genitori in transizione. I risultati riportati lasciano emergere la possibilità di delineare, sotto il profilo teorico e operativo, un modello di intervento e di supporto che, coerentemente con la teoria dell'apprendimento trasformativo, può incidere sulle prospettive di significato e sulle pratiche educative e di cura genitoriali.
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Calandra, Giulia, and Clelia Farina. "CANZONI / CORPI IN MOVIMENTO: UN LABORATORIO ITASTRA IN TEMPI DI PANDEMIA." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 21, 2022): 63–75. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18154.

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Abstract:
Muovendo dall’esperienza musicale della harga mediterranea, l’articolo descrive il laboratorio Canzoni / Corpi in Movimento, tenuto dalla Scuola di Italiano per Stranieri dell’Università di Palermo durante la pandemia di Covid-19. I partecipanti usano canzoni e plurilinguismo come luogo di aggregazione e riflessione politica (§ 2) e Facebook per costruire nuovi immaginari migratori (§ 3); si definiscono unici e plurali e si riappropriano della narrazione della migrazione nell’ascolto attivo dei docenti (§ 4); riconoscono le canzoni come mezzo per esprimere identità collettive e resistere al neocolonialismo (§ 5), superare conflitti interetnici e celebrare il multilinguismo (§ 6), costruire ponti tra le due sponde del Mediterraneo (§ 7). Le conclusioni (§ 8) escludono facili soluzioni alla narrazione decomplessificata della migrazione e auspicano l’ascolto delle istanze dei migranti nella società italiana nonché un passaggio di testimone ai nuovi arrivati. Songs / bodies in motion: an ItaStra workshop for pandemic times Drawing from the musical experience of Mediterranean harga, this paper describes the workshop Canzoni / Corpi in Movimento, held by the Italian Language School for Foreigners at the University of Palermo. The participants use songs and multilingualism as a space of aggregation and political reflection (§ 2) and Facebook to shape new migratory narratives (§ 3); they define themselves as one plural body and reappropriate the narrative of migration in the active listening of their teachers (§ 4); they acknowledge songs as a tool to express collective identities and resist neocolonialism (§ 5), overcome interethnic conflicts and celebrate multilingualism (§ 6), build bridges across the Mediterranean Sea (§ 7). The conclusions (§ 8) exclude easy solutions to the decomplexified narration of migration and hope for the active listening of migrants’ petitions within Italian society as well as for the torch of narration to be passed on to newly arrived migrants.
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Castiglioni, Benedetta, Massimo de Marchi, and Monica Ruffato. "Paesaggi democratici: dalla partecipazione alla cittadinanza." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 65–83. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001006.

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Abstract:
L'articolo esplora le potenzialitŕ offerte dal paesaggio (inteso nella sua dimensione sociale di mediatore sensibile tra societŕ e territorio) come occasione di partecipazione e di costruzione di una cittadinanza sostenibile e responsabile. Dopo una attenta analisi della dimensione sociale del paesaggio, alla luce della Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, 2000) la seconda parte dell'articolo affronta il quadro delle politiche per la partecipazione, e l'evolversi degli strumenti di misurazione dell'che obbligano ad un miglioramento della qualitŕ decisionale e dell'inclusione sociale sulle questioni relative ai rapporti tra comunitŕ e luoghi. Nella terza parte dell'articolo sono esaminati due tipologie di esempi relativi all'istituzionalizzazione di pratiche partecipative relative al paesaggio: gli Osservatori del Paesaggio e le reti di attori. L'ultima parte dell'articolo evidenzia come il "fare partecipazione" sul paesaggio rappresenti una grande occasione pubblica per ricostruire e approfondire la dimensione della cittadinanza sostenibile a partire dal delineare nuove regole di appartenenza e responsabilitŕ nei confronti di comunitŕ e luoghi.
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Varaldo, Riccardo, Daniele Dalli, Riccardo Resciniti, and Annalisa Tunisini. "Marketing e intangibles per la competitivitŕ delle medie imprese italiane." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (December 2010): 207–25. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-002001.

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Abstract:
Il paper analizza il ruolo del marketing soprattutto nelle sue componenti piů intangibili nelle strategie competitive delle medie imprese industriali italiane di successo. In particolare, si individuano le scelte di posizionamento di queste imprese e si esamina attraverso quali politiche di branding, pricing e comunicazione e quali relazioni di canale esse sono realizzate. Finalitŕ ultima del paper č l'identificazione dei modelli di successo nella gestione del marketing e l'analisi dei casi mira ad evidenziare come a) l'eccellenza di marketing segue a un generale recupero di competitivitŕ che si basa sul distacco dai modelli imprenditoriali tradizionali e sull'adesione a un modello d'impresa manageriale che gestisce direttamente il rapporto con i mercati, b) l'eccellenza di marketing esprime di rado una via italiana al marketing in senso stretto, quanto piuttosto una corretta applicazione dei principi del marketing tout court in grado di valorizzare il patrimonio di risorse cui sono applicati. Sul piano metodologico il paper si avvale dell'analisi dei risultati di 29 casi di studio di medie imprese con performance superiori alle medie dei rispettivi settori (alimentari, prodotti per la persona, prodotti per la casa, meccanica leggera, cantieristica). La ricerca č stata promossa dalla Societŕ Italiana di Marketing e ad essa hanno partecipato 29 gruppi di ricerca di 21 atenei diversi.
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Caprara, Leonardo. "Linee evolutive del ruolo dei laici nel diritto canonico vigente." Scientia Canonica 4, no. 8 (September 10, 2022): 105–43. http://dx.doi.org/10.31240/2595-1165.vol4n8a2021pp105-143.

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Abstract:
Il Concilio Vaticano II costituisce lo spartiacque storico tra due epoche: quella preconciliare dominata dalla visione della Chiesa come societas perfecta inæqualis e dalla conseguente costruzione del rapporto laico/chierico in termini di subordinazione/sovraordinazione e quella post-conciliare nella quale matura l’idea della corresponsabilità e partecipazione di tutti i battezzati - siano essi chierici, laici o religiosi - nell’edificazione del Corpo di Cristo. Gli apporti della dottrina conciliare sono stati trasfusi in termini giuridici nel Codex del 1983 che pone al centro del (nuovo) diritto costituzionale canonico il principio di uguaglianza specificato dal principio di varietà: tutti i fedeli sono eguali nella dignità e nell’azione godendo dei medesimi diritti e doveri ma ognuno di essi è chiamato a partecipare alla missione della Chiesa con uno specifico ruolo determinato dalla rispettiva vocazione e condizione. Dopo aver dato conto del mutamento di indirizzo tra il Codice del 1917 e la nuova codificazione canonica, il presente contributo si sofferma sull’evoluzione della concezione del laicato nel post- Concilio con particolare attenzione ad alcuni documenti pubblicati nel corso degli ultimi tre pontificati sottolineandosene il contributo decisivo sia quanto all’interpretazione, arricchimento e sviluppo dei principi conciliari sia quanto all’applicazione concreta delle norme codiciali.
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Cecalupo, Marta, and Daniela Di Donato. "Life Skills as a resource to start inclusion processes at school: a study on TFA participants." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 23, no. 1 (February 4, 2023): 141–50. http://dx.doi.org/10.36253/form-13625.

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Abstract:
Twenty-first century teachers are faced with challenges and rapid societal changes that inevitably require skills that facilitate the development of resilience and coping factors. These factors become fundamental above all for specialized teachers, who today are indispensable figures for integrating and supporting not only the individual student with difficulties, but the entire class group. In this regard, the contribution presents some results of a research carried out on 139 enrolled in the Active Formative Training (AFT) course on Information and Communication Technologies (ICT) for special teaching, to identify the skills and limitations perceived during their professional career. From the results of the interviews, it emerges that the participants in the training, mostly teachers, consider some aspects related to teaching practices and the working context as indispensable to develop processes of inclusion at school, which in turn are associated with perceived emotional, social, and cognitive competencies. Le Life Skills come risorsa per avviare processi di inclusione a scuola: uno studio sui partecipanti al TFA. Gli insegnanti del XXI secolo si trovano di fronte a sfide e a rapidi cambiamenti sociali, che richiedono inevitabilmente delle competenze che facilitino lo sviluppo di fattori di resilienza e di coping. Tali fattori diventano fondamentali soprattutto per gli insegnanti specializzati, che ad oggi sono delle figure indispensabili per integrare e sostenere non soltanto il singolo alunno con difficoltà, ma l’intero gruppo classe. A tale proposito il contributo presenta alcuni risultati di una ricerca svolta su 139 iscritti al corso Tirocinio Formativo Attivo (TFA) sulle Tecnologie Informatiche e di Comunicazione (TIC) per la didattica speciale, per identificare le competenze e i limiti percepiti durante il proprio percorso professionale. Dai risultati delle interviste emerge come i partecipanti alla formazione, per lo più insegnanti, considerino alcuni aspetti legati alle pratiche didattiche e al contesto lavorativo come indispensabili per sviluppare processi di inclusione a scuola, che a loro volta sono associati alle competenze emotive, sociali e cognitive percepite.
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Tesi, Alessio, and Antonio Aiello. "La valutazione del benessere organizzativo: lo "Strumento Integrato per la Valutazione del Benessere Organizzativo (SIVBO)" nel framework teorico del modello "Job Demands-Resources"." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (June 2021): 139–57. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-002009.

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Abstract:
Il presente studio ha l'obiettivo di fornire evidenze circa la validità psicometrica dello "Strumento Integrato per la Valutazione del Benessere Organizzativo (SIVBO)". Facendo rife-rimento al modello teorico job demands-resources (JD-R, Demerouti et al., 2001) lo strumen-to ha l'obiettivo di misurare il benessere organizzativo. I partecipanti allo studio (N = 754), provenienti da diversi contesti lavorativi, hanno risposto ad un questionario autodescrittivo contenente il SIVBO e altre scale di misura. L'analisi fattoriale esplorativa ha messo in eviden-za una soluzione fattoriale composta di un totale di 18 item, con quattro dimensioni denomina-te: richieste lavorative, risorse lavorative, risorse lavorative relazionali e risorse personali. L'analisi fattoriale confermativa ha comprovato che il modello a quattro fattori, con un fattore sovraordinato di secondo ordine, denominato benessere organizzativo, è quello che presenta un miglior adattamento ai dati. Gli indici di coerenza interna (alfa di Cronbach, rho di Spear-man e composite reliability) dello strumento sono risultati adeguati. Le analisi di correlazione e regressione hanno messo in evidenza che le scale del SIVBO risultano significativamente as-sociate a misure concorrenti e discriminanti. Il SIVBO si presenta come uno strumento dotato di proprietà psicometriche adeguate che, considerando anche la sua brevità, si candida a essere applicato agevolmente per la misurazione del benessere organizzativo in molteplici contesti lavorativi.
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Maeran, Roberta, Angelo Boccato, Davide Bottecchia, and Alessandra Cicciarella. "Networking: una possibile strategia per gli interventi di outplacement." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (December 2021): 1–25. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12107.

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Abstract:
Il networking è una strategia che ha come obiettivo la gestione della propria rete di conoscenze per acquisire informazioni in modo informale, in particolare, su possibili proposte lavorative non pubblicizzate mediante inserzioni. Senza una solida rete di contatti le persone in cerca di lavoro incontreranno maggiori ostacoli nel loro percorso. Nello specifico contesto italiano la maggior parte delle opportunità professionali sono nascoste e regolate da un processo di passaparola.Focus della presente ricerca è quello di descrivere come il networking venga percepito e utilizzato dai partecipanti a percorsi di outplacement per valutarne un suo possibile utilizzo come strategia per il reinserimento lavorativo. Il questionario prende in esame le tre dimensioni del networking (intensità, qualità e atteggiamento) oltre alle capacità comunicative, all'autoefficacia, alla personalitàproattiva e alla resilienza.La ricerca, svolta in collaborazione con Intoo, società leader nei servizi di outplacement in Italia, ha coinvolto 146 disoccupati attivi con un'età media di 46.94 anni.Differenze significative si sono riscontrate per due dimensioni del networking: per l'intensità in rapporto al genere e per l'atteggiamento con l'ultimo ruololavorativo ricoperto dai partecipanti.Non sono emerse differenze significative per quanto riguarda età, titolo di studio e periodo trascorso dall'inizio del percorso di outplacement e le dimensioni del networking. Tali dimensioni presentano tutte correlazioni positive e significative con i costrutti di personalità. Vengono discussi implicazioni e limiti dello studio.
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Colarusso, S. "A survey to photograph Italy’s young diabetology." Journal of AMD 24, no. 4 (February 2022): 288. http://dx.doi.org/10.36171/jamd21.24.4.9.

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Abstract:
Il Gruppo Nazionale Giovani AMD ha condotto nel Gennaio 2020 una survey rivolta a giovani diabetologi under 45, al fine di ottenere un’istantanea della next generation diabetologica. La survey, partita il 15 gennaio 2020 via mail (Google Moduli), ha incluso 23 quesiti, suddivisi per sezioni: raccolta dati anagrafici, genere/formazione, contesto lavorativo (tipologia di contratto, sede lavorativa, attività prevalente), criticità/esigenze, rapporti con le società medicoscientifiche, utilizzo dei canali social, grado di motivazione. Fra i 259 giovani diabetologi che hanno partecipato alla survey (età: 55% 30-40, 27% 40-45, 8% <30) notevole è stata la differenza di genere con prevalenza del sesso femminile (64% ). La predominante specializzazione indicata è l’endocrinologia (~71%); circa il 45% dei giovani diabetologi italiani lavora con un contratto di dipendenza, il 25% come libero professionista e circa il 17% in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale come specialista ambulatoriale territoriale. Nel 73% dei casi il tipo di attività svolta è prevalentemente/ esclusivamente ambulatoriale , il 54% la svolge in prevalente ambito diabetologico, il 42% anche endocrinologico. Tramite una scala di grading numerico (punteggio da 1 a 4) le maggiori criticità indicate sono: l’organizzazione lavorativa, la mancanza del team diabetologico, l’impossibilità di prescrivere farmaci richiedenti un piano terapeutico se non con un contratto di lavoro pubblico, gli spazi fisici delle strutture lavorative. Fra le principali esigenze rilevate al primo posto l’implementazione della formazione professionale (73%). Le aree di maggior interesse sono: terapie innovative, tecnologie, diabete e gravidanza, telemedicina, educazione terapeutica. L’80% dei giovani diabetologi ha espresso un alto livello di motivazione ad essere coinvolti in iniziative associative grazie alla nascita del Gruppo Nazionale Giovani AMD. La forte motivazione dei giovani diabetologi rappresenta un’ottima base e punto di partenza per favorire una collaborazione fra le classi dirigenziali attuali e future, approntando insieme dei percorsi di crescita e formazione professionali in linea con il sapere, saper fare e saper essere. PAROLE CHIAVE giovane diabetologo; setting lavorativo; bisogni formativi; motivazione.
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Karlsson Minganti, Pia. "Matrimoni contestati. Giovani musulmani in contesti transnazionali." MONDI MIGRANTI, no. 2 (January 2011): 117–29. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-002006.

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Abstract:
Nella ricerca accademica si presta sempre piů attenzione al fenomeno del raggiungimento dell'etŕ adulta tra i musulmani di seconda e terza generazione presenti in Europa. Quest'articolo tratta in particolare dei membri delle associazioni islamiche giovanili esistenti in Svezia e in Italia. Presenterň qui un mio nuovo progetto di ricerca, finalizzato allo studio delle trattative sulla pianificazione dei loro matrimoni: con chi, quando, dove e come. Le trattative in questione riguardano l'idea che i giovani hanno del matrimonio islamico, idea che si č venuta formando nel quadro delle emergenti sfere pubbliche dell'Islam. Inoltre, nelle negoziazioni sono coinvolti membri appartenenti a famiglie transnazionali e a network etnici, che hanno orientamenti religiosi diversi e diverse motivazioni nella pianificazione matrimoniale. Poiché i giovani musulmani vivono in Europa, i loro matrimoni sono influenzati anche dagli atteggiamenti e dalle condizioni della societŕ che li circonda. Strutturato in forma di indagine comparata, questo progetto si basa su interviste di carattere qualitativo e osservazioni partecipative tra i giovani attivisti musulmani di due paesi europei: Svezia e Italia. La questione centrale delle trattative di matrimonio č qui presa in esame a partire da ideali, desideri, obblighi e condizioni dei singoli giovani. Tale questione č intesa come un punto di osservazione strategico per l'esame degli aspetti significativi del cambiamento in corso. Da questo punto di osservazione, si ha modo di vedere come le azioni delle persone nella quotidianitŕ si colleghino a processi societari di globalizzazione e alla riorganizzazione delle relazioni di genere. Parole chiave: Giovani musulmani, Svezia, Italia, Matrimonio, Genere, Migrazioni.
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Gregori, Maddalena. "Dalla comunitŕ di villaggio allo stato. La ricerca-azione nella prassi operativa quotidiana dell'Ong cambogiana "krom"." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (February 2011): 235–48. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-003014.

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Abstract:
L'articolo si occupa dell'intervento di sviluppo integrato (economico, sociale e individuale) svolto dall'Ong Krom Akphiwat Phum nell'area nord ovest della Cambogia all'indomani della fine della guerra che ha insanguinato il Paese per piů di vent'anni. L'intervento, iniziato nel 1993, si č proposto inizialmente di reintegrare nella societŕ cambogiana l'enorme massa di rifugiati provenienti dai campi profughi posti lungo i confini della Thailandia; successivamente, di offrire strumenti per lo sviluppo delle nuove comunitŕ cosě formate e infine di proporsi come sostegno per lo sviluppo di un movimento di base in grado di rapportarsi con le forze che governano il Paese in modo democratico e partecipato. La metodologia utilizzata da Krom č stata ed č tuttora quella dell'intervento-azione, con una presenza continuativa degli operatori nei villaggi e con un coinvolgimento diretto della popolazione nell'analisi dei problemi, nella scelta delle soluzioni e nell'elaborazione dei progetti di sviluppo. I risultati ottenuti sono stati superiori a quelli di altre Ong attive nello stesso periodo, soprattutto in termini di empowerment della popolazione e di self-efficacy. Ma, col tempo e con la sempre maggior complessitŕ degli interventi, alcuni elementi di criticitŕ hanno iniziato ad emergere, soprattutto per quanto riguarda i rapporti tra gli operatori e la struttura dell'Ong. In sostanza, da una recente valutazione esterna emergono tre rilevanti punti di criticitŕ: 1. la mancanza di ruoli certi e competenze professionali specifiche che rende la rotazione tra le diverse funzioni del Programme Management Team poco funzionale e di scarso sostegno per i membri dello staff; 2. la mancanza di un punto di vista esterno, una figura di supporto per gli operatori dello staff, che da troppi anni si relazionano tra loro e solo tra loro, e che cominciano a mostrare segni di burn out; 3. il confuso rapporto/concetto di potere, che porta l'Ong a doversi reinterrogare su quale sia la struttura (autorevole/democratica) piů giusta per funzionare al meglio.
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Federici, Antonio, and Marco Zappa. "Sistema informativo screening: la genesi della conoscenza come elemento di sistema." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 50 (December 2012): 55–72. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-050005.

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Abstract:
L'articolo descrive le principali caratteristiche del Sistema Informativo (SIS) dei programmi di screening oncologico in Italia(PS). Il SIS č organizzato per rispondere al bisogno conoscitivo di valutare la qualitŕ dei PS e la loro effectiveness. Tale bisogno si declina differentemente a seconda dell'interlocutore che, in effetti, puň esprimere un interesse informativo con prioritŕ diverse. Sono state nel tempo studiate e selezionate diverse variabili, sulla base delle loro caratteristiche di qualitŕ informativa, che vengono raccolte annualmente in survey nazionali. La fonte dei dati sono i sistemi gestionali dei PS Il SIS permette di produrre numerosi indicatori che derivano dalle Linee Guida Europee e che rispondono alle seguenti necessitŕ di monitoraggio e valutazione: - un PS č un percorso e non l'esecuzione di un test e dunque bisogna misurare la qualitŕ del percorso oltre che la singola prestazione; - un PS č rivolto a una popolazione asintomatica e quindi deve tenere conto della sensibilitŕ (capacitŕ di individuare i portatori della lesione di interesse) ma anche della specificitŕ (capacitŕ di individuare e dunque non esaminare ulteriormente e soprattutto non trattare chi non č portatore della lesione di interesse). Per queste ragioni viene misurato (per esempio) sia il tasso di identificazione, sia la percentuale di richiamo ad approfondimento o il VPP; - descrivere la qualitŕ organizzativa del programma. La valutazione č compiuta mediante standard di riferimento, nella massima parte dei casi adottati dalle Linee guida Europee, secondo un'ottica di benchmark inter- e intraregionale. I risultati della valutazione sono utilizzati, mediante specifiche forme di reporting, in modo sistematico ai livelli: regionale/aziendale; di governancenazionale; internazionale (evidence generation); di societŕ civile. La survey non č un sistema statico di raccolta e viene revisionato sulla base dello sviluppo delle conoscenze. Sulla base del Piano Nazionale della Prevenzione 2010-12, il SIS entrerŕ a far parte del nuovo sistema sanitario nazionale basato su un datawarehouse nazionale di dati individuali. L'intera esperienza dei PS in Italia si candida ad essere un prototipo di una governance innovativa nel panorama di devoluzione del sistema sanitario, contribuendo a identificare strumenti nuovi e a costruire una conoscenza piů approfondita del modello di governance. In questo quadro il sistema informativo/di valutazione č un esempio di sistema costruito in modo partecipato da esperti ed operatori, orientato alla valutazione della distanza osservato-atteso del beneficio di salute ottenibile con la prevenzione secondaria in oncologia.
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Martelli, Barbara. "TWO HALVES OF THE SAME KIWI: ITALIAN LANGUAGE AND CULTURE AMONG NEW ZEALANDERS OF ITALIAN ORIGIN." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 26, 2022): 338–59. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18183.

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Abstract:
This essay documents the diffusion of the Italian language and culture in Aotearoa-New Zealand, an officially bilingual (English and Māori), as revealed by the double name, and multicultural society. By adopting an eclectic approach that combines sociolinguistics, language teaching methodology, and cultural anthropology, my paper is a micro-ethnography performed on a group of five women of Italian origin with different levels of competency in Italian as their second language. This group of Kiwis – as New Zealanders frequently refer to themselves – ranged age from 16 to 68 and reside in greater Auckland, New Zealand’s most populous city. Their testimonies were collected through a series of face-to-face semi-structured qualitative interviews and based on several sessions of participant observation involving immersion and interaction in the socio-cultural environment of the informants. Notwithstanding their small number, the stories collected in this research disclose a significant ethnographic relevance as they testify to key aspects of Italianness in the social and historical context of New Zealand. In line with the sociolinguistic theories on the circulation of Italian in the world, on the motivations underpinning its learning and on the typology of speakers, I specifically addressed the following topics: Italian as a language of migration, Italian as a language of culture, Italian taught at university, Italian as part of a fluid and transnational multi-identity, and Italian in the global market. Due metà dello stesso Kiwi: lingua e cultura italiana tra i neozelandesi di origine italiana Il seguente saggio documenta la diffusione della lingua e della cultura italiana in Aotearoa - Nuova Zelanda, paese ufficialmente bilingue (inglese e Māori), come rivela il doppio nome, e multiculturale. Attraverso un approccio eclettico che combina sociolinguistica, glottodidattica e antropologia culturale, l’articolo si propone come micro-etnografia condotta su un gruppo di cinque donne di origine italiana con diversi livelli di competenza in italiano come lingua seconda. Questo gruppo di informatrici Kiwi – questo è il nome con il quale i/le neozelandesi si riferiscono comunemente a sé stessi/e – ha un’età compresa tra i sedici e i sessantotto anni e risiede nell’area metropolitana di Auckland, la città più popolosa della Nuova Zelanda. Le loro testimonianze sono state raccolte tramite una serie di interviste qualitative semi-strutturate, condotte di persona, e diverse sessioni di osservazione partecipante che hanno comportato l’immersione e l’interazione nell’ambiente socio-culturale delle informatrici. Nonostante il loro numero limitato, le storie raccolte in questa ricerca dimostrano una significativa rilevanza etnografica poiché testimoniano aspetti chiave dell’italianità nel contesto storico-sociale neozelandese. In linea con le teorie sociolinguistiche sulla circolazione dell'italiano nel mondo, sui motivi dell’apprendimento e sulla tipologia dei parlanti, ho esaminato nello specifico i seguenti argomenti: l’italiano lingua di migrazione, l’italiano lingua di cultura, l’italiano insegnato all’università, l’italiano come parte di una pluri-identità fluida e transnazionale e, infine, l’italiano nel mercato globale.
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Capalbo, Francesco. "Le Società Partecipate Pubbliche Tra Accountability Pubblica e Modelli Di Reporting Privatistici (State-Owned Enterprises: Public Accountability and Private Reporting)." SSRN Electronic Journal, 2012. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.2079783.

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Maia, Elisa. "Spunti per la problematizzazione dell’educazione alla cittadinanza. Il caso di Libera." MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 10, no. 2 (December 2020). http://dx.doi.org/10.30557/mt00150.

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Abstract:
Seppure la società contemporanea sia attraversata da forti spinte individualistiche, sorrette da ideologie neoliberiste fondate sulla concorrenza e sull’efficienza, sempre più sono i cittadini impegnati per il bene comune, che promuovono i valori della solidarietà e della corresponsabilità sociale, strategici nella ritessitura di comunità ispirate a principi democratici e inclusivi. Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie da anni si impegna in percorsi di formazione e progettazione partecipata dei beni confiscati alla criminalità organizzata, sostenendo processi di sviluppo locale e coesione sociale. In tal senso, il lavoro di Libera offre spunti di riflessione al ripensamento dell’educazione alla cittadinanza, altresì nelle sue implicazioni economico-sociali, come pensiero che indaga le contraddizioni, teso al disvelamento delle ingiustizie e delle disuguaglianze, nella prospettiva di una coscienza glocale necessaria per la costruzione di legami di solidarietà globale.
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Costa, Pedro Henrique Maia, Susane de Almeida Aranha Costa, Amanda Alves Fecury, Carla Viana Dendasck, Euzébio de Oliveira, and Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias. "L’insegnamento della Costituzione federale nel contesto del liceo integrato dell’Istituto federale di istruzione, scienza e tecnologia di Amapá (IFAP)." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, April 26, 2021, 123–39. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/integralizzato-dellistituto.

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Abstract:
La nostra Costituzione federale del 1988 ha inserito l’istruzione come diritto fondamentale nell’elenco dei diritti sociali. Uno degli scopi dell’istruzione è quello di garantire e preparare lo studente all’esercizio del cittadino. Le proposte evidenziate non hanno lo scopo di formare una laurea in giurisprudenza, ma piuttosto un cittadino consapevole, che riconosce i suoi diritti e doveri fondamentali davanti alla società e allo Stato. L’obiettivo di questa ricerca è verificare la reale possibilità di introdurre lo studio della Costituzione Federale (CF) nell’IFAP, sulla base della conoscenza di questi studenti delle conoscenze di base sulla Costituzione federale. Questionari strutturati sono stati utilizzati con domande chiuse e aperte, di carattere dissertazione e altre di carattere oggettivo, applicate a gennaio 2018 ai partecipanti coinvolti, con l’aiuto di Google Forms. Il liceo brasiliano, esaminato da un taglio puntuale del corso tecnico negli edifici nella forma integralizzata dell’IFAP, campus Macapá, non può rispettare le raccomandazioni del CF e della LDB in base al risultato del questionario applicato agli studenti. Questo insegnamento occupa un posto privilegiato nella formazione educativa brasiliana, tra le elementari e le superiori. Gli studenti dimostrano di essere entusiasti della possibilità di implementare scansioni di base nel corso tecnico negli edifici dell’IFAP, nel campus di Macapá, anche se facoltativamente.
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Bedin, Rafael Antonio Caldart, Maísa Schultz, André Wanderley de Oliveira Guimarães, Felippe Orli de Farias Motta Külkamp, and Antonio Bedin. "Distribuzione per stato fisico ASA e per Mallampati Scala dei pazienti sottoposti a erniorrafia inguinale mediante videolaparoscopia." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, October 21, 2020, 90–99. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/mallampati-scala.

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Abstract:
Nella valutazione preanestenica, che dovrebbe sempre avvenire prima di interventi chirurgici elettivi, l’anestesista esegue la valutazione dello stato fisico. Questo studio ha verificato il profilo dei pazienti riferiti per l’intervento di herniorrhary inguinale a Joinville secondo i criteri dell’American Association of Anesthesiology da agosto 2016 ad agosto 2017. Lo stato fisico è stato valutato secondo la classificazione dell’American Association of Anesthesiology (ASA), identificando la classificazione dello stato fisico (ASA 1, 2, 3, 4, 5 e 6) dei pazienti sottoposti a chirurgia herniorrhamy inguinale a Joinville. È stata verificata la prevalenza della scala Mallampati delle vie aeree 1, 2, 3 e 4 secondi. E ha correlato i dati per la verifica e l’elaborazione di approcci terapeutici individualizzati in base ai profili trovati per il miglioramento della cura del paziente. Si tratta di uno studio clinico epidemiologico retrospettivo condotto da agosto 2016 ad agosto 2017. 328 pazienti hanno partecipato allo studio, età 45.80±11.60, peso 81.22±13.32 e indice di massa corporea 27.28±3.79. Lo stato fisico più frequente, secondo la classificazione dell’anestesiologia (ASA) della American Society. La difficoltà di intubazione tracheale di Mallampati era 1. Questo studio mirava a quantificare la prevalenza dello stato fisico ASA e la classificazione mallampati dei pazienti sottoposti a chirurgia dell’herniorrhacupia inguinale nella città di Joinville tra agosto 2016 e agosto 2017. Inoltre, sono stati raccolti dati demografici (genere, età, peso e indice di massa corporea), nonché lo stato fisico e la classificazione delle previsioni di difficoltà di intubazione mallampati.
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Rhonheimer, Martin. "La Creazione e la legge naturale a fondamento della morale della vita in Giovanni Paolo II." Medicina e Morale 56, no. 5 (October 30, 2007). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2007.302.

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Abstract:
Giovanni Paolo II nel suo Magistero ha trattato ampiamente il tema della legge naturale, in particolare nell’Enciclica Veritatis Splendor, ove è possibile reperire una trattazione sulla definizione, l’essenza e le caratteristiche di essa secondo l’insegnamento di Tommaso d’Aquino. La legge naturale è una legge propria dell’uomo creato quale essere libero e razionale, la cui ragione, partecipe della ragione divina e ordinatrice, è capace di reperire in se stessa, in base alle inclinazioni naturali della persona umana, i principi primi e, in tal modo, svolgere funzione normativa e di discernimento sul bene e sul male. La legge naturale è la stessa ragione umana in quanto compie questo ruolo normativo nell’unità sostanziale di corpo e anima spirituale. Nella Veritatis Splendor la questione etica si esplica mediante una trattazione sull’oggetto dell’azione, dal quale dipende fondamentalmente la moralità dell’atto umano poiché nell’oggetto viene a trovarsi il fine immediato o proximus di una libera scelta della volontà guidata dalla ragione. Tale insegnamento trova applicazione nell’ambito dell’etica della vita nei tre grandi temi affrontati da Giovanni Paolo II nell’Enciclica Evangelium Vitae: il divieto assoluto di uccidere, che si specifica in particolare nella condanna di atti quali l’uccisione diretta di un innocente, l’aborto e l’eutanasia, deriva da una fondamentale violazione della giustizia, fondata sull’uguaglianza. La scelta deliberata della morte di un soggetto, intesa quale fine o mezzo, con la relativa strumentalizzazione della vita e della persona, è perciò sempre moralmente illecita. Così, Giovanni Paolo II ha presentato una dottrina coerente atta ad evidenziare il nesso fra legge naturale, oggetto morale degli atti umani ed etica della vita. Il divieto di uccidere è un principio primo ed universale della stessa legge naturale che, perseguendo il bene dell’uomo, viene, come diritto naturale, a costituire il fondamento della convivenza umana nella società. ---------- John Paul II broadly dealt with the topic of natural law in his Magisterial teaching, particularly in the Encyclical Veritatis Splendor, where it is possible to retrieve a treatment on the definition, the essence and the characteristics of it according to the teaching of Thomas Aquinas. Natural law is a law proper of man created as a free and rational being, whose reason, participating of the divine and ordaining reason, is able to retrieve in itself, according to the natural inclinations of the human person, the first principles and, in such way, to develop normative function and of discernment on the good and on the evil. The natural law is the human reason itself as it achieves this normative role in the substantial unity of body and spiritual soul. In Veritatis Splendor the ethical matter is expounded through a treatment on the object of the action, on which the morality of the human act fundamentally depends, since in the object it comes to be the immediate end itself or proximus of a free choice of the will driven by the reason. Such teaching finds application within the ethics of life in the three great themes faced by John Paul II in the Encyclical Evangelium Vitae: the absolute prohibition to kill, that is particularly specified in the condemnation of acts as the direct killing of an innocent, the abortion and the euthanasia, derives from a fundamental violation of the justice, founded upon the equality. The deliberate choice of the death of a subject, intended as end or mean, with the relative exploitation of the life and the person, is therefore always morally illicit. This way, John Paul II presented a coherent doctrine able to underline the connection between natural law, moral object of the human acts and ethics of life. The prohibition to kill is a first and universal principle of the natural law itself that, aiming at the good of man, it comes, as natural right, to constitute the base of the human cohabitation in the society.
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