Academic literature on the topic 'Società partecipate'

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Journal articles on the topic "Società partecipate"

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Mocetti, Sauro, and Giacomo Roma. "Da 8.000 a 1.000? Razionalizzazione e governance delle società pubbliche." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (January 2021): 7–44. http://dx.doi.org/10.3280/ep2020-003001.

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Abstract:
La regolazione delle partecipate pubbliche tra disposizioni di finanza pubblica e necessità industriali L'articolo analizza gli effetti della riforma introdotta dal Testo unico sulle Società a Partecipazione Pubblica nel mondo delle Public Utilities e delle società pubbliche in generale. Il testo parte da una analisi del contesto di riferimento, dagli anni Novanta ai giorni nostri, riportando le vicende di un Comune capoluogo di provincia e si sofferma, più in generale, sulle caratteristiche del mondo delle società partecipate in Italia. Successivamente ci si sofferma su alcuni profili critici del Testo Unico, criticandone da una parte la poca incisività su alcuni temi ritenuti, dal legislatore stesso, importanti. Una questione è quella delle perdite, dove si sottovaluta la loro concentrazione in poche società. La seconda riguarda la eccessiva penalizzazione dell'in-house providing, richiedendo di rivisitare il quadro legislativo di sfavore. La terza si riferisce all'assenza di una visione industriale, sostenendo che sia puntare alla crescita dimensionale delle imprese, favorendo le aggregazioni.
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Pozzoli, Stefano. "La regolazione delle partecipate pubbliche tra disposizioni di finanza pubblica e necessità industriali." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (January 2021): 45–64. http://dx.doi.org/10.3280/ep2020-003002.

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Abstract:
L'articolo analizza gli effetti della riforma introdotta dal Testo unico sulle Socie-tà a Partecipazione Pubblica nel mondo delle Public Utilities e delle società pub-bliche in generale. Il testo parte da una analisi del contesto di riferimento, dagli anni Novanta ai giorni nostri, riportando le vicende di un Comune capoluogo di provincia e si sofferma, più in generale, sulle caratteristiche del mondo delle società partecipate in Italia. Successivamente ci si sofferma su alcuni profili critici del Testo Unico, criticandone da una parte la poca incisività su alcuni temi ritenuti, dal legislatore stesso, importanti. Una questione è quella delle perdite, dove si sottovaluta la loro concentrazione in poche società. La seconda riguarda la eccessiva penalizzazione dell'in-house providing, richiedendo di rivisitare il quadro legislativo di sfavore. La terza si riferisce all'assenza di una visione industriale, sostenendo che sia pun-tare alla crescita dimensionale delle imprese, favorendo le aggregazioni.
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Monticone, Elisa. "L'avvocato familiarista nella rete interdisciplinare." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (July 2021): 141–50. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001015.

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Abstract:
A fronte di una società composta da individui sempre più soli e di una crescente diffusa aggressività, l'autrice propone una riflessione sulla necessità per l'avvocato che si occupa di tematiche familiari di ripensare il proprio ruolo, che non si potrà più esaurire nella mera tutela della parte assistita, per comprendere invece anche un impegno preventivo e di cura delle relazioni. Alla professione legale si chiede oggi di ricominciare a formarsi per ampliare le proprie competenze, dotandosi di capacità necessarie a sostenere le famiglie nel comprendere e affrontare pienamente i conflitti dai quali sono attraversate, nell'ottica di giungere, quando possibile, a soluzioni partecipate e potenzialmente più durature. L'autrice avanza l'invito alle professioni a uscire dalla propria solitudine, per creare spazi di conoscenza e condivisione, in cui sentirsi parte di una rete interdisciplinare, capace di elaborare interventi sinergici nuovi, solidi nella tutela dei diritti, ma arricchiti dal fatto di essere frutto della cooperazione tra competenze diverse.
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Gemelli, Paolo Maria. "Gli obblighi previsti dalla L. 190/12 a carico delle società partecipate e di quelle a controllo pubblico. Il ruolo dell'organismo di vigilanza." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 1 (October 2017): 133–45. http://dx.doi.org/10.3280/siss2017-001013.

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fraticelli, E. "Questionnaire on Therapeutic Education in Diabetology. Interest and attitudes in the Italian diabetes community." Journal of AMD 25, no. 2 (July 2022): 130. http://dx.doi.org/10.36171/jamd22.25.2.8.

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Abstract:
Il GISED ha promosso una survey online (Google moduli) nell’estate 2021 allo scopo di fotografare lo stato dell’arte sull’Educazione Terapeutica (ET) nella comunità diabetologica, focalizzare i temi di interesse e approfondimento per la progettazione di corsi di formazione sull’ET e raccogliere indicazioni per migliorare le pagine web del GISED delle Società Scientifiche diabetologiche. Abbiamo rivolto 16 quesiti su diverse aree tematiche. I partecipanti sono stati 94, nel 92,6% medici, soprattutto donne e per circa la metà tra i 56 e i 65 anni. La maggior parte riconosce la promozione dell’empowerment del paziente come l’essenza della missione dell’ET. C’è una forte volontà a partecipare a corsi educativi. Minore è l’interesse a partecipare a campi scuola. Più della metà dei partecipanti ha mantenuto un’attività educativa anche durante il periodo di pandemia da Sars Cov-2 adottando diverse e nuove forme comunicative. La comunicazione rappresenta l’area da aggiornare e migliorare maggiormente tra le competenze educative mentre motivazione/engagement ed empowerment, quelle da approfondire. I giovani considerano più importanti l’accompagnamento del paziente nel percorso di cura e sono meno interessati alla promozione dell’Empowerment. Al di sotto dei 55 anni prevale l’interesse per la pratica. La competenza comunicativa è più richiesta sopra i 55 anni e predomina sopra i 65 anni. I minori di 45 anni vorrebbero approfondire temi di pratica e pianificazione dell’attività educativa. Nelle fasce di età maggiori c’è più coinvolgimento verso la motivazione, l’empowerment e la relazione/ascolto. Le donne prediligono temi relazionali e partecipativi, mente gli uomini sono interessati maggiormente a funzioni pragmatiche. Modesta prevalenza di interesse per gli uomini a migliorare la comunicazione. Pur con i limiti derivanti dal basso numero dei partecipanti, i risultati del questionario aprono a un’interessante lettura di genere e per età, e suggeriscono nuovi spunti di ricerca utili alla progettazione di azioni formative in ambito educativo. PAROLE CHIAVE: educazione terapeutica; diabetologia; attitudini; età; genere.
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Zambianchi, Manuela. "Promuovere l'invecchiamento attivo attraverso il modello life skills education. Un progetto di ricerca-intervento per potenziare il pensiero critico ed il decision making." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2020): 651–72. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002009.

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Abstract:
L'invecchiamento positivo è definito dal modello sistemico di Rowe & Khan (1997) come la presenza di elevate risorse a livello fisico e cognitivo, le quali consentono di mantenere una partecipazione attiva alla società. Il modello Life Skills Education, proposto dall'OMS (1994) come insieme di competenze tra-sversali utili allo sviluppo positivo dei giovani, è stato qui ipotizzato poter contri-buire anche in età anziana alla salute bio-psico-sociale, con adattamenti nei contenuti e nella metodologia di approccio, per il quale è stato adottato il modello della ricercaazione partecipata di ispirazione lewiniana (Lewin, 1946; Kagan, 2012). Un progetto di ricerca-azione partecipata che ha avuto come riferimento teorico-metodologico i programmi Life Skills Education in età anziana (Zam-bianchi, 2015) centrato su due Life Skills, il pensiero critico ed il decision making si è svolto a Bagnacavallo (RA) con il supporto delle Istituzioni politiche e sanitarie territoriali. Hanno partecipato 16 iscritti (età media = 71.13 a. 13 femmine e 3 maschi) che hanno compilato in ingresso ed in uscita il questionario sulle rappresentazioni sociali della salute, due item sulle credenze della dieta mediterranea e dell'attività fisica per la salute ed il questionario sugli stili decisionali. Dopo il per-corso formativo, i modelli Manova a misure ripetute hanno mostrato modificazioni positive sulle credenze sui comportamenti salutari, sulla rappresentazione della salute e sullo stile decisionale di pianificazione razionale.
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Joblin, Joseph. "Ròle des associations professionnelles catholiques pour la diffusion d'une éthique chrétienne dans la société." Medicina e Morale 39, no. 3 (June 30, 1990): 525–40. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1178.

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Abstract:
l cristiani, soprattutto in una società pluralistica e democratica, devono sia sostenere le proprie idee che partecipare alle decisioni politiche. Le associazioni professionali cattoliche permettono ai cattolici di prendere parte al dibattito pubblico. Questo pensiero di natura socio-politica trova conferma nell'insegnamento degli ultimi Papi.
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Galbiati, Marisa. "Il ruolo sociale della comunicazione e lo storytelling audiovisivo. Strumenti di design per il dialogo sociale." ACTIO Journal of Technology in Design, Film Arts and Visual Communication, no. 1 (December 15, 2017): 24–32. http://dx.doi.org/10.15446/actio.n1.94640.

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Abstract:
Nella società dell’informazione e della comunicazione diventa prioritario dotarsi di strumenti adeguati per affrontare il progetto di design. Lo storytelling audiovisivo si configura come un utile strumento per analizzare, esplorare e progettare immagini e visioni che possono dare un contributo importante nella fase decisionale che riguarda il futuro della città. Ascolto, dialogo, co-progettazione, conversazione entrano a far parte della “cassetta degli attrezzi” del designer, per una progettazione partecipata e condivisa.
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Costa, Massimiliano. "Formatività e lavoro nella società delle macchine intelligenti." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 89–106. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9379.

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Abstract:
Nell'economia digitale e delle macchine intelligenti, il paradigma di lavoro - che è definito nella sua dematerializzazione cognitiva e produttiva - impone un nuovo collegamento tra azione, sviluppo economico e umano. La generatività dei nuovi contesti sociali e lavorativi del nuovo Cyber Phisical Systems (CPS) è caratterizzata da una più forte plasticità funzionale e da una riorganizzazione attiva e autonoma dei processi di conoscenza. Ciò rende fondamentale ripensare la formazione non come un fattore di produzione ma come una condizione di crescita integrale della persona all'interno di un modello di learnfare basato su un diritto di apprendimento e la promozione della capacitazione del cittadino. Questa sfida coincide, per la ricerca pedagogica, con la necessità di promuovere un modello di formazione capacitativo in grado di favorire un habitus riflessivo e aperto all'alterità. Questo nuovo habitus si basa sulla connessione tra competenza, abilità e capacità di formare una cultura tecnologica umanizzante non pensata come strumento di potere o controllo ma piuttosto di speranza, intersoggettività per uno sviluppo umano consapevole e partecipato
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Marcocci, Giuseppe. "SocietÀ ostili. Stereotipi, giustizia, integrazione (XVI-XVII secolo). Premessa." SOCIETÀ E STORIA, no. 138 (November 2012): 729–34. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-138002.

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Abstract:
La presenza difficile. Ebrei, potere centrale ed élites locali in una periferia pontificia (secoli XVI-XVIII) Tra XVI e XVIII secolo gli ebrei stanziati nello Stato Pontificio riuscirono a tramandare le proprie attivitÀ nelle cittÀ "senza ghetto", da cui erano stati espulsi nel 1569 da papa Pio V, e dove il potere centrale non permetteva di ricostruire una stanzialitÀ ebraica permanente. Durante questi due secoli l'Inquisizione romana concesse agli ebrei di tornare nelle terre di espulsione solo per partecipare alle fiere stagionali. Tuttavia, molte cittÀ autorizzarono gli ebrei a trattenersi anche dopo il termine delle fiere per favorire la continuitÀ dei loro commerci. Oppure, furono gli stessi ebrei a evadere i divieti pontifici approfittando della distanza da Roma e quindi di un controllo non sempre vigile da parte degli inquisitori centrali. In alcuni casi furono capaci di ricostruire una presenza duratura fino alla fine del XVIII secolo.
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Dissertations / Theses on the topic "Società partecipate"

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Marraffa, Chiara <1993&gt. "Impatto del GDPR sulle società partecipate: il caso AGSM S.p.A Verona." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13324.

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Abstract:
L’accelerazione tecnologica ed il continuo flusso di dati ed informazioni personali ha portato alla formulazione del GDPR, il “General Data Protection Regulation”, ossia il Regolamento europeo 2016/679 diventato efficacie in tutta l’Unione Europea il 25 maggio 2018. Esso mira a regolamentare in maniera più chiara, semplice e completa in materia di informativa e consenso della persona fisica al trattamento dei suoi dati. Lo stesso punta a rendere più elevato il livello di protezione dei dati personali e a favorire la loro circolazione all’interno dell’Unione Europea. Si analizza nel corso dell'elaborato, l’impatto che questi significativi cambiamenti hanno avuto nella vita aziendale di tutti i giorni. In particolar modo, riportando un esempio concreto di una società partecipata nel veronese dove ho potuto svolgere il tirocinio presso l’Ufficio Legale e Affari Societari, occupandomi per l’appunto di Privacy. Questa normativa ha inciso sulla conservazione e manipolazione dei dati degli utenti. Si esamina quindi il nuovo progetto di cui il management dell’azienda in questione si è dotato, osservando le fasi svolte nei mesi antecedenti all'applicazione della legge. In conclusione, vengono elencati gli eventuali rischi informatici che un'impresa potrebbe fronteggiare.
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Cafaro, Emanuela Mattia. "La previsione delle insolvenze. Teorie, modelli, applicazioni alle società partecipate pubbliche." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2016. http://hdl.handle.net/10556/2367.

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Abstract:
2014 - 2015
In recent years a lot of attention is paid, in Italy, to the financial trouble of the public owned companies which are systematically financial distressed... [edited by Author]
In recent years, a lot of attention is paid, in Italy, to the financial trouble of the public owned companies which are systematically financial distressed... [edited by Author]
XIV n.s.
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David, Giovanni <1993&gt. "I pagamenti e micro-pagamenti digitali negli enti locali e nelle società partecipate venete." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11772.

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Abstract:
La tesi riguarda una ricerca e successiva analisi, della situazione attuale relativa ai pagamenti digitali nelle sedi comunali e nelle connesse società partecipate (se presenti). Inizia con una corrente panoramica nazionale attinente alla digitalizzazione dei pagamenti fino ad arrivare alla situazione veneta. Sono stati esaminati i sette capoluoghi di provincia (Venezia, Verona, Vicenza, Treviso, Padova, Belluno, Rovigo) e tre comuni più piccoli di ogni ente provinciale. È stata analizzata, anzitutto, la struttura dei metodi di pagamento messi a disposizione da ogni amministrazione, per capire il livello e la qualità (in termini di utilità per il cittadino e maggiore efficienza per la PA) di digitalizzazione raggiunti per i micro-pagamenti e pagamenti “classici”. Successivamente, sono stati studiati i vari costi sostenuti dalle PA per la gestione “del contante” e per la “moneta digitale”, per comprendere se esiste, effettivamente un risparmio nei costi e nelle commissioni derivante dall’uso di POS, siti online e simili, rispetto all'impiego delle banconote e monete (i costi analizzati sono quelli: derivanti da commissioni e canoni bancari, derivanti dal mantenimento del sistema che movimenta il contante, derivante dal mantenimento dei sistemi di pagamento digitale innovativi). La medesima analisi fatta nei comuni, è stata replicata per le società partecipate dei sette capoluoghi provinciali che gestiscono i parcheggi e il trasporto pubblico locale nel territorio comunale.
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Carrano, Giovanna. "L’impatto dei sistemi di pianificazione e controllo sui percorsi di risanamento delle società partecipate pubbliche. Potenzialità e limiti alla luce della “riforma Madia”." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/2681.

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Abstract:
2015 - 2016
Il presente lavoro di ricerca ha come oggetto il processo di cambiamento che ha caratterizzato le società partecipate pubbliche negli ultimi anni, focalizzando precisamente la propria attenzione su quanto previsto dal decreto legislativo 175/2016 Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica emanato in attuazione della riforma Madia, che ha richiamato l’attenzione degli studiosi di discipline economiche ed, in particolare, di economia aziendale. L’introduzione dei modelli di gestione manageriale, il cambiamento dei valori guida dell’agire amministrativo, il continuo mutamento dei rapporti di forza tra componente politica e componente gestionale riaffermati a tutto tondo dal d.lgs. 175/2016, richiedono agli Enti locali, ai fini di gestire il rapporto con le aziende partecipate, una nuova capacità di pianificazione e controllo strategico. Gli strumenti previsti a supporto di questo nuovo agire, sebbene innovativi e di indubbia utilità, riusciranno a supportare l’Ente in una corretta azione di pianificazione e controllo strategico? Con la presente ricerca si è inteso comprendere la possibilità di supportare tale processo mediante l’utilizzo degli strumenti di programmazione e controllo nel risanamento delle società partecipate pubbliche, prima di raggiungere l’area della liquidazione giudiziale. Appare, a questo punto necessario definire l’obiettivo della ricerca: individuare, cioè, gli strumenti che possano integrare quelli esistenti e supportare l’organo di governo e il management delle società partecipate come richiesto loro, dall’attuale Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica, nell’individuazione degli obiettivi strategici, nella loro definizione ed articolazione e nella verifica del grado di raggiungimento degli stessi ai fini del risanamento delle medesime. Tali strumenti devono consentire di modellizzare una realtà complessa come quella delle società partecipate, tenendo conto delle influenze reciproche tra le variabili e restituire, al tempo stesso, indicazioni facilmente leggibili e interpretabili, che favoriscano la condivisione delle strategie all’interno delle società partecipate. Per indagare un tema così complesso, secondo un approccio economico aziendale, è stata adottata una metodologia deduttiva, che ha visto lo svolgimento di due fasi fondamentali. Nella prima fase deduttiva è stata posta in essere un’analisi della copiosa produzione normativa che ha riguardato il settore dei servizi pubblici locali, partendo dalle riforme poste in essere all’inizio del XX secolo. Grazie a questo studio è stato possibile comprendere i profondi cambiamenti che la materia ha subito nel corso degli anni, al mutare dei contesti di riferimento. Il ricorso al mercato e l’affermarsi di nuove aziende di gestione dei servizi, hanno 3 fatto sorgere nuove problematiche di governance per gli enti locali. Si è quindi provveduto a verificare, innanzitutto, se amministrazioni territoriali e soggetti gestori possedessero requisiti aziendali. Considerati come aziende, l’ente locale e i soggetti gestori nel loro insieme formano un gruppo, all’interno del quale il primo assume il ruolo di holding. In tal senso, è stata analizzata la dottrina economico aziendale in tema di governance delle amministrazioni territoriali sulle proprie consociate, definendo i poteri di indirizzo e coordinamento dell’ente locale e l’attuale normativa sul tema del controllo sugli organismi partecipati introdotta dalla riforma dovuta al decreto legge 174/2012. Sempre nella stessa fase deduttiva, ampio spazio è stato dato all’analisi della letteratura in tema di crisi di impresa, allo studio della normativa nel contesto italiano di riferimento e all’ inerente letteratura economico-aziendale. La seconda fase deduttiva ha visto l’analisi, tramite il pensiero degli studiosi di Economia Aziendale e alla luce della letteratura citata, delle caratteristiche, delle funzioni, dei contenuti, delle potenzialità e dei limiti degli strumenti di pianificazione e controllo a supporto della governance delle partecipate pubbliche, ai fini delle decisioni indirizzate alle strategie del risanamento. L’analisi condotta ai fini del raggiungimento dell’obiettivo di ricerca, individuare gli strumenti che possano integrare quelli esistenti e supportare l’organo di governo e il management delle società partecipate nell’individuazione degli obiettivi strategici, nella loro definizione ed articolazione e nella verifica del grado di raggiungimento degli stessi ai fini del risanamento delle medesime, si pone in prospettiva futura, su propositi di auspicio nella promozione di strumenti di gestione della crisi e di rendere la loro implementazione ancor più rispondente ai criteri di efficienza di tempestività ed equità. D'altronde il lavoro di ricerca condotto è riuscito a costruire un quadro chiaro e dettagliato sulla situazione futura, che si prospetta alle società partecipate pubbliche, definita dal nuovo Testo Unico entrato in vigore. Una nuova situazione che concerne, in modo particolare, le società in house che saranno sottoposte a procedure concorsuali e che non potranno fare più affidamento sull’obbligo dell’ente socio di ripianare le loro perdite, tanto più se fortemente indebitate, con la conseguenza che, in definitiva, dovranno provvedere loro stesse a fronteggiare la situazione nel miglior dei modi possibili in caso di crisi, pertanto sarà necessario cambiare, in modo radicale, il modus operandi di gestione che finora hanno adottato, mediante anche la predisposizione di specifici programmi di valutazione del rischio di crisi aziendale, in grado di prevenire la degenerazione in situazione patologiche gravi. 4 In questa prospettiva, il lavoro si propone di fornire un utile strumento per le società di partecipazione pubblica, con l’intento seppur minimo di apportare contestualmente uno sviluppo agli studi sulla materia, ma al contempo, sottolineare che nel momento in cui viene predisposto e presentato un piano di risanamento, si delinea ad ogni modo un progetto di impresa, che è ex se mutevole, cangiante, in quanto la realtà operativa non è e né mai sarà esattamente inquadrata all’interno di schemi preconfezionati, per quanto formulati con diligenza professionale, pur sempre sulla carta come business plan, piani di budget. La predisposizione, in contenuti minimi e in via generale, di un piano di risanamento, per le società partecipate pubbliche che versano in situazione di crisi, non ha altro scopo che esortare le stesse a cambiare il proprio modus operandi. I fenomeni patologici che si sono verificati, con frequenza crescente, in questi ultimi anni, non dovrebbero prodursi a fronte dell’osservanza delle norme del nuovo Testo Unico prese a riferimento nel lavoro di ricerca. Gli strumenti appena descritti possono fornire un rilevante contributo alla governance delle società partecipate pubbliche. Occorre osservare, tuttavia, che la realtà, ad oggi, appare arretrata e non ancora in grado di adottare efficacemente documenti complessi quali i piani d’impresa, appare quindi opportuno delineare un cammino che porti alla redazione di tali strumenti in modo graduale e senza fratture traumatiche con l’attuale operatività delle partecipate pubbliche. Prendendo, in considerazione, il fatto che il Testo Unico è entrato in vigore a Settembre 2016, la ricerca pone in evidenza una serie di fattori frenanti che possono essere riassunti come segue: - non perfetta compatibilità degli obiettivi e dei tempi di natura gestionale; - inadeguata preparazione sia del livello gestionale sui temi della pianificazione e controllo strategico; - normali resistenze al cambiamento; - inadeguatezza dei sistemi informativi Il seguente lavoro di tesi non analizza il fenomeno delle partecipate pubbliche mediante l’indagine dell’analisi empirica e di conseguenza non prevede nessuna fase induttiva. Non si fa ricorso a dati primari appositamente raccolti per gli specifici fini della ricerca che si sta conducendo, visto che il Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica è in vigore da Settembre 2016. Gli unici dati presenti nell’elaborato fanno riferimento a dati secondari utili per inquadrare il fenomeno delle partecipate pubbliche, in senso generale. In merito, si evidenzia 5 che diverse sono le banche dati a cui si può fare riferimento sul tema delle partecipate pubbliche in Italia, infatti, al momento in Italia, diversi dipartimenti e organi, per legge, sono tenuti a raccogliere le informazioni sul fenomeno in oggetto, come la Consob, la Corte dei Conti, il Dipartimento del Tesoro (MEF), ed altri. Nel lavoro di tesi è stata presa in considerazione, al fine del recupero di informazioni aggiornate sul fenomeno in oggetto, la banca dati Istat e precisamente il Comunicato del 23 dicembre 2016. Il presente lavoro, mettendo in luce alcune criticità proprie dei gruppi pubblici locali e proponendo alcune possibili soluzioni strumentali, lascia aperti spazi per ricerche future. In particolare, potrebbe essere utile implementare ricerche quantitative sui temi trattati con l’ausilio di questionari e interviste per meglio comprendere le peculiarità e le problematiche che caratterizzano le società partecipate pubbliche, nella percezione degli operatori, in modo tale da mettere in luce i gap informativi maggiormente sentiti. Potrebbe essere interessante indagare in maniera approfondita, sempre con l’ausilio degli operatori, le esperienze degli enti più avanzati in tema di sistemi di programmazione e controllo a supporto della governance. In particolare, sarebbe possibile verificare le condizioni che hanno consentito l’adozione di tali sistemi, per poi focalizzarsi sulle metodologie utilizzate per introdurre i diversi processi e strumenti. Infine sarebbe di sicura utilità il confronto con studiosi ed operatori di altri Paesi, in modo tale da dar vita ad una comparazione a livello internazionale sulle tematiche indagate, verificando le soluzioni adottate in altre realtà e valutandone l’applicabilità al contesto italiano. [a cura dell'autore]
XV n.s. (XXIX)
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5

GIACONI, MARTA. "Il lavoro nei processi di riorganizzazione dei servizi pubblici." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/47449.

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Abstract:
La ricerca ha ad oggetto il processo di riorganizzazione che negli ultimi dieci anni, ha coinvolto i servizi pubblici locali (SPL) ed, in particolare, gli effetti che tale trasformazione ha determinato sui rapporti di lavoro. L’elasticità delle categorie giuridiche analizzate ha indotto a dedicare una parte iniziale dello studio alla individuazione dei confini delle nozioni di servizio di interesse generale e servizio pubblico, rispettivamente nel contesto europeo e nazionale. L’approfondimento della materia nell’ambito di una prospettiva europea consente, infatti, non solo di sottoporre a verifica l’assunto secondo il quale i percorsi di privatizzazione o liberalizzazione sarebbero motivati da scelte e direttive di matrice sovranazionale, ma anche di meglio comprendere l’ equilibrio tra Europa economica ed Europa sociale. Quanto al contesto nazionale, successivamente ad una breve ricostruzione della nozione di servizio pubblico, della quale la dottrina amministrativistica ha fornito due letture, una soggettiva (legata cioè alla natura pubblica dell’ente erogatore) ed una oggettiva (connessa alla capacità del servizio di soddisfare le esigenze della collettività), le vicende di riorganizzazione dei SPL sono state analizzate nell’ambito del più ampio processo di privatizzazione della PA. È noto infatti che, aderendo alle teorie di New Public Management, negli anni si sia dato avvio, oltre alla integrazione di strumenti privatistici all’interno della struttura amministrativa, anche ad una vera e propria delega di attività pubbliche a soggetti privati. Se emblema della prima tecnica è costituito dalla contrattualizzazione del pubblico impiego, manifestazione del secondo tipo di interazione, più intensa, tra enti pubblici e privati è la diffusione di strumenti di esternalizzazione nel settore pubblico. Laddove, tuttavia, l’ esternalizzazione, sia essa contrattuale od associativa, coinvolga un ente pubblico, è necessario che riflessioni specifiche siano svolte sul destino dei lavoratori coinvolti e sulla possibilità che su questo possa incidere il perseguimento di un interesse pubblico. La scelta metodologica è stata quella di valutare l’impatto sul lavoro innanzitutto sotto una prospettiva “classica”, ossia analizzando istituti già oggetto di studi in dottrina, il trasferimento d’attività delle Pubbliche Amministrazioni e la disciplina delle clausole sociali. Al tentativo di verificare se la fase “dinamica” di collocamento all’esterno della gestione dei SPL possa esser ascritta alla sfera applicativa dell’art. 31 del D.lgs. n. 165/2001 e, la fase “statica” di esecuzione del contratto od esercizio della gestione, possa esser regolata da previsioni di carattere sociale (contenute nei bandi od in apposite convenzioni), è seguita l’analisi delle nuove problematiche poste dal c.d. uso strategico degli appalti pubblici nonché dalla creazione di soggetti formalmente privati ma sostanzialmente pubblici. Se da tempo si è diffusa l’esigenza di un committente pubblico socialmente responsabile che sappia ottimizzare le potenzialità dell’aggiudicazione come strumento di lotta ad una concorrenza fondata sull’indebolimento delle garanzie, minore attenzione è stata prestata al lavoro svolto alle dipendenze di società pubbliche che, pur essendo sottoposto a contratti collettivi di diritto privato, presenta rilevanti peculiarità, prima tra queste la fase di accesso, dal 2008 equiparata alla selezione concorsuale pubblica. La natura pubblica del capitale ma soprattutto la natura pubblica delle finalità perseguite, distante dallo scopo lucrativo tipico dei soggetti imprenditoriali, meritano, quindi, adeguata attenzione e, soprattutto, un maggior coinvolgimento delle PA e delle Parti sociali, di fatto partecipi del mutamento solo nelle fattispecie di cui all’art. 31 D.lgs. 165/2001. La ricerca intende dimostrare la necessità di condurre, invece, una esternalizzazione controllata, ossia di riconoscere che la PA sia legittimata, anche ricorrendo a strumenti già esistenti all'interno dell'ordinamento (il controllo analogo), a realizzare un più stringente monitoraggio sull’impatto che la riorganizzazione può avere sul livello qualitativo e quantitativo dell’occupazione. Adottando quale parametro di valutazione il servizio pubblico - strumento di coesione sociale e territoriale - la PA potrebbe così incidere, ad esempio, su scelte legate al ricorso al lavoro non standard da parte degli enti affidatari, laddove si riscontri un eventuale peggioramento della qualità del servizio erogato in seguito alla precarizzazione dei rapporti di lavoro. La pretesa di un ruolo maggiormente rilevante e definito della PA nell’ambito dei processi di trasformazione dei SPL, è del resto legittimata dal vincolo di congruità dell’attività amministrativa, pubblica e privata, al perseguimento di finalità sociali, che da tempo autorevole dottrina ritiene sia sancito dall’art. 97 Cost..
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VESCOVI, MATTEO. "CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELLE SOCIETÀ A PARTECIPAZIONE PUBBLICA ALLA LUCE DEL NUOVO TESTO UNICO (D.LGS. 19 AGOSTO 2016, N. 175)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/707978.

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Abstract:
La tesi analizza il modello di società emergente dal nuovo Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, giungendo alla conclusione che il legislatore della riforma abbia optato per la riconduzione di queste entità allo schema societario privatistico, declinato nei tipi previsti dal Codice civile. Di converso le esigenze di tutela dell’interesse pubblico, persa definitivamente la capacità di snaturare il modello civilistico tipico, rimangono extrasociali, confinate nella fase a monte dell’evidenza pubblica. Per apprezzare compiutamente la portata di tali approdi, l’analisi del Testo unico è preceduta da una ricostruzione del tortuoso itinerario delle società a partecipazione pubblica nel nostro ordinamento, che nel corso degli anni ha registrato oscillazioni tra opposte polarità e contrasti interpretativi profondi, frutto del complesso rapporto tra pubblici poteri ed economia.
The thesis aims at analyzing the model of company emerging from the new Consolidated law on public bodies owned companies, coming at the conclusion that the reform has chosen for a private characterization, according to the types envisaged by the Civil Code. Conversely, the need of pursuing public interest has permanently lost the ability to denaturalize the company. It represents an extrasocial interest, that may be satisfied only during the public law phase. To fully appreciate the importance of these results, the analysis of the Consolidated law is preceded by a reconstruction of the tortuous itinerary of public bodies owned companies in the Italian legal system, which over the years has seen oscillations between opposite polarities and deep interpretative contrasts, result of the complex relationship between public authorities and the economy.
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Medeossi, Daniele <1987&gt. "Pianificazione partecipata in una società divisa. Fab e orti urbani nella Belfast postconflitto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4487.

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Abstract:
La tesi analizzerà come, aderendo all’idea della pianificazione partecipata, sia possibile coinvolgere un ampio numero di partecipanti (singoli professionisti, organizzazioni governative e non, comitati di cittadini, etc.) nella fase progettuale e decisionale di un progetto di riqualificazione urbana, in un luogo che ha vissuto, e vive tuttora, profonde divisioni sociali e politiche come Belfast. Nel far ciò prenderò in esame il lavoro di FAB (Forum for Alternative Belfast), un forum di architetti attivo dal 2009, che ha come obiettivo la creazione di un progetto, meglio una visione, per la città che superi gli interessi particolaristici, spesso settari, e che invece abbracci la realtà urbana nella sua interezza.
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DI, IORIO Piernicola Maria. "Ecomusei e arte contemporanea: raccontare la memoria per vivere il futuro. Ricerca e strategia partecipata per lo sviluppo del territorio." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2018. http://hdl.handle.net/11695/82964.

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Abstract:
Raccontare la memoria per vivere il futuro nei contesti di periferia e più nello specifico nelle aree rurali non vuole essere un principio reazionario e nostalgico, ma un presupposto necessario per pensare un sistema integrato che valorizzi e innovi l’attuale sistema legato all’ambito ecomuseale, esaminando le attività e le arti di oggi. Lo studio trae spunto dal sistema definito ecomuseo, che in termini molto generali, non è di per sé un ente ma un progetto integrato, riferibile e coinvolgente la comunità locale, finalizzato alla valorizzazione del patrimonio culturale del territorio, in una logica di sviluppo sostenibile. Gli elementi alla base di questo progetto sono territorio, comunità e patrimonio. La comunità, che ha “scelto” un territorio come proprio spazio vitale, riconosce in esso un senso e un’identità. Il legame, protratto nel tempo, tra popolazione e territorio, costituisce il patrimonio di quella popolazione, che si estende anche al patrimonio privato dei membri stessi della comunità (De Varine 2005). L’intento di questo studio è avviare una politica culturale nuova che, partendo da questi assiomi, riesca a valorizzare, riqualificare ed evolvere gli ecomusei attraverso interventi e progetti di arte contemporanea. La ricerca ha l’obiettivo primario di individuare e far conoscere, con interventi di arte contemporanea, i percorsi della cultura che il territorio di riferimento offre, valorizzarne l’insieme dei beni della cultura materiale (edifici, manufatti, opere…) e di quella immateriale (saperi, sapori, racconti, tradizioni, mestieri, abitudini…). Il contemporaneo nel paesaggio rurale, può rappresentare l’elemento chiave per lo sviluppo dei luoghi con programmi che coinvolgano il territorio. Attraverso esposizioni, laboratori, workshop, seminari e incontri, in luoghi in disuso o comunque non convenzionali per attività ed esperienze d’arte contemporanea, si può attuare una lettura del territorio, inteso non solo in senso fisico, ma anche come storia della popolazione che lo abita e dei segni materiali e immateriali lasciati da coloro che lo hanno abitato in passato. Da ciò deriva anche l’interrelazione tra competenze e ambiti differenti su cui si costruisce il progetto stesso, che intende rispecchiare in tal modo la complessità della presenza e della funzione dell’arte nello spazio pubblico. Realizzare progetti legati al territorio significa interrogarsi sulle peculiarità di quel territorio, non semplicemente collocare opere d’arte al suo interno. Significa rivolgersi agli individui della comunità, fruitori attivi dell’opera, dando loro adeguati strumenti di comprensione. L’arte attuale è quella che maggiormente ci riguarda, perché parla di noi e del nostro quotidiano, del nostro grado di civiltà, della sensibilità oltre che del gusto estetico che gli uomini di oggi hanno maturato e considerano tale. È partendo da queste premesse che, attraverso il coinvolgimento della comunità locale anche sulle scelte degli interventi da concretizzare sul territorio, si propone il progetto pilota Molise Regione/Museo. Un sistema che integra opere d’arte, laboratori, cantieri creativi con l’identità geografica, storica, antropologica, economica ed ambientale del territorio. I progetti artistici site-specific nascono dalla mappatura dei “luoghi identitari” e dall’incontro tra l’artista e gli abitanti. Un confronto, un momento di studio e interazione rivolto alla riscoperta materiale e immateriale della memoria dei luoghi e delle genti, delle narrazioni e delle tradizioni che diventano il “nutrimento” dell’opera artistica.
Telling memory to live the future in suburban contexts and more specifically in rural areas does not want to be a reactionary and nostalgic principle, but a prerequisite for thinking of an integrated system that values and innovates the current ecomuseum-related system, examining the activities and the arts of today. The study derives from the ecomuseum-defined system, which in very general terms is not in itself an entity but an integrated, relevant and engaging project for the local community, aimed at enhancing the cultural heritage of the territory, in a logic of sustainable development. The underlying elements of this project are territory, community and heritage. The community, which has "chose" a territory as its own living space, recognizes in it a sense and an identity. The long-lasting bond between the population and the territory constitutes the heritage of that population, which also extends to the private wealth of the members of the community (De Varine 2005). The aim of this study is to initiate a new cultural policy that, starting from these axioms, succeeds in enhancing, re-qualifying and evolving ecomuseums through interventions and projects of contemporary art. The aim of the research is to identify and make known, with contemporary artwork, the paths of the culture that the reference territory offers, to enhance the material wealth of the material culture (buildings, artifacts, works ...) and that immaterial (knowledge, flavors, tales, traditions, crafts, habits ...). The contemporary in the rural landscape can be the key element for the development of places with programs that involve the territory. Through exhibitions, workshops, workshops, seminars and meetings, in disused or otherwise unconventional places for activities and contemporary art experiences, one can read the territory, understood not only in the physical sense but also as a history of the population inhabits it and the material and immaterial signs left by those who have lived in the past. From this is also the interplay between the different skills and areas on which the project is built, which thus reflects the complexity of the presence and the function of art in the public space. Site-specific art projects arise from the mapping of "identity places" and from the encounter between the artist and the inhabitants. A comparison, a moment of study and interaction aimed at the material and immaterial rediscovery of the memory of places and people, narratives and traditions that become the "nourishment" of the artistic work.
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Terragin, Enrico <1992&gt. "Welfare di comunità e programmazione partecipata - Il rapporto tra servizi sociali, enti del terzo settore e società civile nel sistema integrato di interventi e servizi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15545.

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Abstract:
Il sistema di welfare in Italia ha subito negli ultimi vent'anni una radicale trasformazione, in parte dovuta al ridimensionamento delle risorse economiche destinate alla protezione sociale, in parte alla riforma delle modalità di programmazione e gestione delle prestazioni. Al fine di migliorare il funzionamento dei servizi sociali, di realizzare pienamente i principi espressi dalle legge quadro 328/2000 e di riavvicinare le istituzioni alle comunità, la programmazione e l'erogazione dei servizi sono state aperte a nuovi attori del sociale come gli enti del terzo settore. Questi attori, forti della conoscenza dei territori nei quali operano, hanno favorito la transizione dal vecchio modello di welfare state, al nuovo modello di welfare mix caratterizzato da una co-partecipazione nei processi di implementazione delle politiche sociali (tanto a livello decisionale quanto a livello attuativo), tra le istituzioni territoriali, gli enti del terzo settore e l'insieme degli individui facenti parte delle comunità locali. In questo nuovo paradigma di welfare, che ha preso la denominazione di welfare community, si vuole ripensare alle modalità di progettazione degli interventi nei territori mettendo al centro la comunità, un soggetto ricco di potenzialità e capace, tramite l'aiuto del terzo settore e la supervisione dei servizi sociali, di trovare al proprio interno le risorse per fronteggiare i problemi.
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Books on the topic "Società partecipate"

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Baglioni, Lorenzo Grifone, ed. Scegliere di partecipare. Florence: Firenze University Press, 2011. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-284-4.

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Abstract:
The study concentrates on aspects of juvenile participation in the Florentine territory, taking into consideration different forms of political engagement, from that of the traditional party type to that which is expressed through citizen movements and committees, through to the new forms of engaged governance. While the generational data appear to show signs of little emancipation, frequently involving lack of interest, egoism and refuge in a culture of dependence, the young activists – with their direct engagement – contribute to infuse new life into the dynamics of politics. The dimension of active citizenship has important repercussions on the political culture of young people and on their experience of society. Bringing to light the underlying reasons and the specific features is the objective of this work which explores in a qualitative sense one of the salient issues of the previous sample survey Una generazione che cambia. Civismo, solidarietà e nuove incertezze dei giovani della provincia di Firenze (Firenze University Press 2007) edited by the same author.
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Partecipare l'architettura, ovvero, Come progettare nella comunità. Cosenza - Italy: Luigi Pellegrini editore, 2017.

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In nome della società civile: Un caso di sviluppo partecipato in Marocco. Milano: Guerini scientifica, 2010.

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4

Ganino, Mario. Partecipare nella società socialista: Forme di manifestazione diretta dell'opinione e della volontà dei cittadini nelgi "Stati Socialisti" europei. Milano: Edizioni Unicopli, 1987.

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Conference papers on the topic "Società partecipate"

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Fava, Federica. "Il progetto intermedio come luogo dell’empowerment: esempi di nuove pratiche nelle città europee." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7904.

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Abstract:
‘Città in attesa’ sono il risultato fisico e concettuale dei profondi cambiamenti che coinvolgono la nostra società. Nel secolo dell’urbanità, lo spopolamento di molte città occidentali la mancanza delle risorse necessarie al completamento di grandi piani urbani producono un numero crescente di spazi vacanti. Rimandando la sua trasformazione ad un futuro indefinito, la città viene quindi ridotta a un paesaggio amorfo, riflesso dell’altrettanto disagio sociale che investe un’ampia fascia della cittadinanza media. In questo scenario di incertezza il progetto temporaneo diviene strumento efficace ad abilitare lo spazio urbano al suo uso evitandone un ulteriore degrado. Attraverso pratiche intermedie le ‘pause temporali’ in cui è costretta la città possono essere trasformate in momenti di sperimentazione diventando inoltre opportunità di riflessione sui mezzi e sulle modalità del progetto stesso. Questo lavoro propone dunque una riflessione sul concetto di tempo basata sull’idea di durata reale introdotta da Bergson. ‘Attivando’ sequenze temporali solitamente inutilizzate, il progetto intermedio diventa mezzo dinamico di riqualificazione urbana basato sull’’empowerment delle comunità locali. Obiettivo di questo scritto è infine sintetizzare le caratteristiche che rendono il progetto intermedio capace di innescare una trasformazione della città basata su un modo nuovo di partecipare, orientato al rafforzamento delle capacità resilienti degli abitanti coinvolti. A questo scopo vengono raccolti e classificati in quattro categorie dimensionali diversi progetti realizzati in ambito europeo dimostrandone l’adattabilità a tutti i livelli della pianificazione. The physical and conceptual result of the great changes which affect our society is a city in ‘stand-by’. Even if the XXI century is considered to be an ‘urban century’, many Western cities are shrinking and lack the resources which are necessary to complete planned masterplans. By postponing the transformation of the city to an indefinite future, the number of vacant spaces is increasing. This situation reduces the city into an amorphous landscape that also reflects the social problems concerning a wide number of citizens. In this uncertain scenario, the temporary project becomes an effective tool to open the urban space toward its use as well as to avoid a further degradation of the landscape. Through interim practices the 'forced breaks', to which the city is constrained, can be transformed into moments of experimentation, becoming an opportunity to reflect on the means and methods of the project itself. This work proposes a reflection on the concept of time based on the idea of real duration introduced by Bergson. 'Activating' usually unused sequences of time, the interim project works as a dynamic means of urban regeneration based on the empowerment of local communities. Finally, the aim of this paper is to summarize the features that make the intermediate project able to trigger a transformation of the city based on a new way to participate, attempting to strengthen the resilient capacity of the people involved. For this purpose several European projects are collected and classified into four dimensional categories, showing the adaptability of the temporary project at all scales and levels of planning.
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