Academic literature on the topic 'Società in controllo pubblico'

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Journal articles on the topic "Società in controllo pubblico"

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Borgogelli, Franca. "Frammentazione organizzativa e pubbliche amministrazioni: interesse generale e tutela dei lavoratori nelle società a controllo pubblico." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 158 (July 2018): 357–402. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2018-158006.

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Sabbioni, Paolo. "Il controllo analogo quale presupposto dell'in house providing." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (January 2021): 85–101. http://dx.doi.org/10.3280/ep2020-003004.

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Abstract:
Il Contributo affronta il tema del controllo analogo nelle società pubbliche ricostruendo l'origine dell'istituto e i presupposti del controllo, tenendo conto dell'evoluzione che ha avuto sul tema la giurisprudenza nazionale e, prima ancora, comunitaria. In particolare vengono analizzate le problematiche connesse alla nozione di controllo analogo congiunto e approfonditi i presupposti dell'esercizio del controllo, considerandone la disciplina alla luce del Testo Unico Società Pubbliche. La problematica del controllo è così inserita nel tema dell'affidamento in house, tenendone conto le implicazioni che hanno determinato l'evoluzione della disciplina del controllo analogo
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Pommerehne, Wemer W. "Drugs and Politicians: The Failures of the Market and of Public Policy." Journal of Public Finance and Public Choice 12, no. 2 (October 1, 1994): 87–94. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539897.

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Abstract:
Abstract Il punto centrale di questo scritto è se debba o meno essere decriminalizzato il mercato della droga. Come base dell’analisi e utilizzato un modello che prevede il libero mercato dei narcotici e che così consente di effettuare una valutazione delle alternative.L’argomentazione fondamentale è che questo modello soffre di difetti intrinseci al mercato e che militano contro la completa legalizzazione della droga. D’altra parte è egualmente inaccettabile l’altro caso estremo, che è quello predominante nel mondo di oggi, del completo bando delle vendite di tutti i tipi di narcotici. Esso, infatti, impone elevati costi alla società.Dal punto di vista sociale ed anche economico, la mighore soluzione sembra quindi una politica intermedia tra completa decriminalizzazione e bando totale: il controllo statale della distribuzione di narcotici. In tal modo si viene incontro alle obiezioni dei sostenitori del sistema attuale, mantenendo importanti aspetti del controllo pubblico, mentre al tempo stesso si tiene maggiormente conto dell’interesse delle persone maggiormente colpite dal problema, nonché della società nel suo insieme.
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Mori, Simona, Laura Di Fiore, Chiara Lucrezio Monticelli, and Marco Meriggi. "Un confronto sui sistemi di polizia politica nell'Italia preunitaria." SOCIETÀ E STORIA, no. 176 (August 2022): 301–71. http://dx.doi.org/10.3280/ss2022-0176005.

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Abstract:
Il forum propone una riflessione a più mani sul tema della polizia politica nell'Italia post-napoleonica, che la maturità degli studi su quel comparto strategico dei governi legittimisti sembra ormai consentire. Questa prima messa a punto di taglio comparato vuole cogliere le molte risonanze esistenti fra i dispositivi di controllo politico che, muovendo dalla paradigmatica esperienza rivoluzionaria e napoleonica, gli stati della penisola misero in campo per contrastare le pulsioni eversive dilaganti nell'intero continente con strategie coordinate. L'esame dei casi evidenzia al contempo i profili comuni e le curvature che ciascun governo impresse alle politiche securitarie, tematizzandole in vario modo nel discorso pubblico. Si conferma così, accanto al portato repressivo di questa azione, la duttilità della funzione poliziesca e il ruolo ambivalente che essa giocò nei processi di politicizzazione delle società agli albori della contemporaneità. Per il Regno delle Due Sicilie il contributo di Laura Di Fiore guarda con particolare attenzione alla fase post-quarantottesca, rilevando per un verso l'intensa cooperazione instaurata dal governo borbonico con gli stati confinanti per il contrasto all'attività cospirativa degli esuli, per l'altro la strategia di degradazione del nemico, ovvero della militanza anti-sistema, adottata sul piano retorico. Chiara Lucrezio Monticelli mette a fuoco la peculiare interazione realizzata dallo Stato della Chiesa fra gli ordinamenti di polizia sperimentati nell'incisiva stagione francese e le più tradizionali strutture del controllo ecclesiastico, effetto di un'intensa dialettica interna fra conservazione e riforma. Il Regno Lombardo-Veneto esaminato da Simona Mori mette la polizia politica al servizio del suo progetto imperiale di temperata conservazione, sostanzialmente fallendo nell'intento di egemonizzare i servizi di sicurezza operanti nella penisola, mentre sul versante interno alterna fasi di tolleranza ad altre di rigore, senza riuscire ad arginare l'allargarsi del dissenso. Marco Meriggi conclude con un quadro d'insieme che attinge alla memorialistica, alla letteratura e alle fonti normative, per restituire una rappresentazione multiprospettica della polizia politica che, ridimensionata rispetto al titanismo evocato dalla narrazione risorgimentale, viene a configurarsi come strumento di un complessivo disegno di governo verticale della società, che accomuna i maggiori contesti politici dell'Italia restaurata.
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Gemelli, Paolo Maria. "Gli obblighi previsti dalla L. 190/12 a carico delle società partecipate e di quelle a controllo pubblico. Il ruolo dell'organismo di vigilanza." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 1 (October 2017): 133–45. http://dx.doi.org/10.3280/siss2017-001013.

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Mori, Simona. "Polizia e società italiana fra Otto e Novecento: spunti da alcuni studi recenti." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 575–89. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173011.

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Abstract:
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autrice discute i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio, e Dura lex sed lex. Storia e rappresentazione della Polizia di Stato dal 1852 alla Riforma del 1981, a cura di Raffaele Camposano e Fabio Santilli.
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Seche, Giuseppe. "Il commercio dei cavalli tra Sardegna e Corona d’Aragona alla fine del XV secolo. Prime considerazioni." Anales de la Universidad de Alicante. Historia Medieval, no. 23 (May 26, 2022): 105. http://dx.doi.org/10.14198/medieval.21403.

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Abstract:
Lo studio propone prime considerazioni sul commercio dei cavalli tra il Regno di Sardegna e i territori della Corona d’Aragona nella seconda metà del XV secolo. L’analisi si basa su 51 licenze di esportazione e consente di ricostruire le dinamiche di un traffico regolato dall’autorità pubblica, evidenziando gli ufficiali impegnati nel controllo e nel rilascio delle relative autorizzazioni. I profili dei soggetti coinvolti sono quelli dei mercanti di professione, cui si aggiungono i membri dell’alta società urbana, con ruoli nell’amministrazione della città o del regno, e coloro che trasportano equini in maniera occasionale. Infine, non mancano gli esponenti del mondo feudale, spesso in affari con i mercanti d’oltremare, i quali possono far valere franchigie, esenzioni fiscali e vantaggiosi legami con i funzionari del regno. Tra i luoghi di destinazione si segnalano le grandi piazze commerciali iberiche (Barcellona, Maiorca e Valenza) e alcune città italiane (Napoli, Piombino e Roma), dove i cavalli potevano essere acquistati da uomini di alto rango (si pensi al sacrestano maggiore Alonso Cortés) ed essere utilizzati anche per ragioni militari o per servizio di stato. Emerge un commercio rischioso ma con grandi margini di guadagno, portato avanti da soggetti specializzati che si avvalgono di navigli con particolari caratteristiche tecniche. Il proseguimento della ricerca consentirà di precisare le conoscenze sul trattamento fiscale riservato ai cavalli e pone già nuove domande sulle pratiche di allevamento, che dovevano rispondere alla continua e regolare richiesta di animali proveniente dal mondo iberico e da quello italiano.
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da Empoli, Domenico. "The Italian Law for the Protection of Competition and the Market." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 69–78. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344956.

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Abstract:
Abstract Gli studi attinenti alla «politica della concorrenza” sono uno dei settori nei quali da maggior tempo collaborano economisti e giuristi, dato che, in assenza di questa cooperazione, i soli strumenti di cui dispone l’economista, senza quelli del giurista, non sono sufficienti ad interpretare ed applicare le norme antitrust.Soprattutto sulla spinta di queste esigenze si è sviluppato nelle Università americane l’insegnamento di corsi di «Law and Economics», disciplina ormai consolidata.Da un punto di vista intellettuale, pertanto, non vi è dubbio che il tema della concorrenza sia di particolare interesse.Peraltro, già da qualche tempo le opinioni degli studiosi circa gli effetti della politica della concorrenza e, quindi, sull’opportunità di introdurre una specifica legge al riguardo e, poi, di applicarla in modo rigoroso, non sono molto concordi.L’atteggiamento critico nei riguardi dell’intervento pubblico che caratterizza l’epoca attuale e che si può sintetizzare nella nozione di «fallimento dello Stato», non ha risparmiato neppure la politica della concorrenza, sui cui effetti sono state avanzate, e permangono, numerose incertezze.Peraltro, se un atteggiamento critico poteva avere un suo fondamento apprezzabile nei momento in cui si discuteva dell’opportunity o meno di introdurre questa legge, non vi è dubbio che, una volta che questa sia entrata in vigore, essa debba essere oggetto di studio, sempre critico, ma costruttivo.Per questo motivo, è apparsa molto utile la pubblicazione su questo numero di Economia delle Scelte Pubbliche degli atti di un convegno internazionale, organizzato a Reggio Calabria nei dicembre del 1990 dall’Istituto Superiore Europeo di Studi Politici, che ha avuto come oggetto la nuova legge italiana della concorrenza, confrontata con le normative già in vigore presso altri Paesi OCSE, oltre che con la normativa CEE.Assieme ai testi delle relazioni, viene anche pubblicato il testo della legge, sia nella traduzione inglese che in quella francese (ambedue non ufficiali).L’ordine di pubblicazione dei diversi contributi segue il seguente schema: dopo questa presentazione della legge italiana, segue l’articolo di Claudio Menis sulle relazioni tra legislazione CEE e legge italiana. Successivamente, vengono pubblicati (seguendo l’ordine alfabetico per paese) gli scritti che riflettono valutazioni della legge italiana alla luce dell’esperienza nazionale di ciascuno dei Paesi OCSE rappresentati: Belgio (van Meerhaeghe), Francia (Charrier), Germania (Ruppelt), Spagna (Canivell), Svizzera (Baldi) e Regno Unito (Howe).Infine, un articolo di Eric Lacey confronta i lineamenti essenziali della struttura della legge italiana con quelli della media dei Paesi OCSE.La presentazione della legge italiana, non è compito facile per un economista, per la necessità di ricorrere a termini giuridici molto specialistici.La legge considera tre principali fattispecie che sono suscettibili di danneggiare la concorrenza: i cartelli che restringono la libertà di concorrenza, l’abuso di posizione dominante e le concentrazioni.I «cartelli” (o «intese») sono definiti dalla legge come «gli accordi e/o le pratiche concordati tra le imprese, nonché le deliberazioni, anche se adottate ai sensi di disposizioni statutarie o regolamentari, di consorzi, associazioni di imprese ed altri organismi similari». Esse sono vietate quando «abbiano per oggetto, o per effetto, di impedire, restringere o falsare in maniera consistente il gioco della concorrenza all’interno del mercato nazionale o in una sua parte rilevante” (art. 1).L’«abuso di posizione dominante” è vietato dall’art. 3, che include anche una casistica, peraltro non del tutto esauriente, circa situazioni identificabili come abuso di posizione dominante.Le «operazioni di concentrazione», d’altra parte, hanno luogo, secondo l’art. 5, «quando due o più imprese procedono a fusione», «quando uno o più soggetti in posizione di controllo di almeno un’impresa ovvero una o più imprese acquisiscono direttamente o indirettamente [...], il controllo dell’insieme o di parti di una o più imprese», e «quando due o più imprese procedono, attraverso la costituzione di una nuova società, alla costituzione di un’impresa comune». Sulla base dell’art. 6, tali operazioni sono vietate quando costituiscono o rafforzino una posizione dominante sul mercato.L’organo che ha il compito di garantire l’appHcazione della legge è l’Autorità, che è stata creata appositamente e che è composta da quattro membri, più il presidente, nominati sulla base di una determinazione adottata d’intesa dai presidenti dei due rami del Parlamento.Una caratteristica fondamentale del nuovo organo per la tutela della concorrenza è la sua indipendenza dal potere politico, che viene attenuata soltanto a proposito delle operazioni di concentrazione. Come afferma, infatti, l’art. 25, il Consiglio dei Ministri può elaborare criteri di carattere generate che autorizzino operazioni che sarebbero vietate ai sensi dell’art. 6 e, inoltre, può anche vietare specifiche operazioni di concentrazione qualora vi partecipino «enti o imprese di Stati che non tutelano l’indipendenza degli enti o delle imprese con norme di effetto equivalente a quello dei precedenti titoli o applicano disposizioni discriminatorie o impongono clausole aventi effetti analoghi nei confronti di acquisizioni da parte di imprese o enti italiani».Oltre ai poteri d’istruttoria e decisione nei riguardi delle tre fattispecie di cui si è detto, con la possibilità d’imporre anche sanzioni pecuniarie, l’Autorità ha anche poteri conoscitivi e consultivi, sulla cui base può esprimere pareri, o di sua iniziativa o su richiesta del presidente del Consiglio dei Ministri.
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Romano, Giulia, and Andrea Guerrini. "L'efficacia del sistema dei controlli contabili delle società quotate italiane: un'analisi delle impugnative di bilancio effettuate dalla Consob." FINANCIAL REPORTING, no. 4 (December 2011): 49–79. http://dx.doi.org/10.3280/fr2011-004003.

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Abstract:
L'oggetto di indagine del presente lavoro è costituito dal sistema dei controlli sull'informativa contabile diffusa dalle società quotate, con particolare riferimento al bilancio di esercizio e consolidato. Attraverso l'analisi dei casi in cui la Consob ha esercitato il potere di impugnativa sui bilanci, gli Autori effettuano un'indagine sull'efficacia dei principali presidi di controllo previsti dalla normativa vigente, rappresentati dal collegio sindacale1 e dalla società di revisione, nominati entrambi dall'assemblea dei soci. Le evidenze empiriche segnalano alcune criticità rilevanti che caratterizzano le attività di controllo ed i "giudizi" sull'informativa contabile dei due organi.
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Prampolini, Antonio. "Internet e l'uso pubblico della storia. Dalle riflessioni di Nicola Gallerano alle indagini di Antonino Criscione sui siti web." SOCIETÀ E STORIA, no. 134 (February 2012): 797–813. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-134008.

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Abstract:
Chi volesse oggi affrontare il tema dell'uso pubblico della storia, quale paradigma storiografico di successo nell'Italia degli ultimi vent'anni, dovrebbe assumere come punto di riferimento le fondamentali riflessioni di Nicola Gallerano sui rapporti tra storia, memoria e societÀ. L'avvento di Internet, nuovo medium dove convergono tutti gli altri media della moderna societÀ di massa, ha avuto un'influenza significativa sull'uso pubblico della storia. Antonino Criscione ne ha fatto oggetto di una particolare attenzione nei suoi studi sulla Rete. L'articolo inizia prendendo in esame la definizione di uso pubblico della storia proposta da Gallerano, che precede l'affermazione di Internet-Web, per poi analizzare le indagini di Criscione sulla presenza della storia nel nuovo medium. L'esigenza di adottare un approccio critico, ma positivo, nei confronti dell'uso pubblico della storia, inteso come fenomeno culturale e sociale complesso e articolato (che non deve essere identificato a priori con un revisionismo mistificatorio o apologetico) accomuna i due storici. E questo approccio č necessario soprattutto in Internet, dove non pochi siti di storia contemporanea si propongono come "luoghi della memoria" e "comunitÀ di rete".
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Dissertations / Theses on the topic "Società in controllo pubblico"

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MONTEFIORI, CLAUDIO. "La corporate governance e gli amministratori indipendenti: le società quotate a controllo pubblico." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1072.

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Abstract:
Il tema riguardante il sistema di governo delle imprese ha origini lontane, essendo sempre stato un argomento che ha interessato e stimolato studiosi di varie discipline, economiche e sociali. La particolare attenzione rivolta al tema negli ultimi anni è frutto anche dei numerosi scandali finanziari e contabili che hanno scosso, a livello internazionale, il sistema dell’impresa e la sua capacità di sostenersi senza una condivisa regolamentazione della materia. Conseguentemente si è assistito a diverse ondate di interventi, volte a disciplinare il sistema di governo delle imprese, il cui obiettivo è stato quello di creare maggiori garanzie per gli investitori, aumentando obblighi e adempimenti in capo ad amministratori e manager ed inasprendo le relative pene in caso di accertamento di determinati reati. In tale contesto assume particolare importanza la figura dell’amministratore indipendente, soprattutto nell’ambito delle società a partecipazione pubblica; questi, in forza della sua posizione di estraneità e libertà da qualsiasi conflitto di interesse con chi conduce la società, risulta il soggetto più idoneo all’interno del CdA a svolgere il ruolo di vigilanza nell’interesse di tutti i soggetti coinvolti.
The topic of the government of the companies has always interested and stimulated scholars of various economic and social disciplines. In the recent years, the particular attention for this topic is the result of many financial and accounting scandals that have upset, worldwide, the government of the companies and its ability to support itself without a shared legislation. It should be noted, as a result, that various interventions have tried to create better guarantees for the investors, increasing duties and fulfillments for managers and worsening punishments when from the inquiries made it appears that specific crimes have been perpetrated. In this context, above all in the public companies, the role of the outside directors is very important; in fact the outside director, for his non involvement and freedom from every conflict of interest towards the management, is the most suitable person to keep an eye on the interests of all people involved.
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2

Santaniello, Rossella. "L’impatto reputazionale nelle società private in controllo pubblico: il caso dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/2562.

Full text
Abstract:
2014 - 2015
This thesis focused on the role and importance of corporate reputation within a peculiar type of enterprise, represented by public controlled societies, subject with a dual profile but of intense interest, especially following the entry into force on 23 September 2016 of Legislative Decree 19 August 2016, n. 175. In that regard, it should be noted that the term "private companies in public control" adopted as the title of this dissertation is deliberately improper. The correct locus is that of a "public-controlled company" but has been employed in order to evoke the broad formula adopted by the Italian legislator and ANAC in the Guidelines for the Implementation of Corruption and Transparency Prevention Regulations. The focus was on the Polygraphic Institute (IPZS), which, as is well-known, exclusively engages in important activities involving the primary interests of the State, from security to health protection, from anti-money laundering to the preparation of methodologies and tools for essential vigilance and control activities. The issue of corporate reputation for a firm’s success is widely accepted as a strategic, intangible asset capable of generating returns and competitive advantage. In the context of this conceptual framework, the thesis examines the process of measuring corporate reputation both from a multistakeholder perspective and from a perspective of Corruption and Trasparency Prevention Regulations adopted by IPZS. According to a stakeholder engagement approach, such actors can be classified on the basis of the extent/degree of interest nourished towards the organization – relational attitude –, with reference to the support provided to carrying out the firm’s activities, or to the role played by those part of the relational network. Therefore, from the perspective of the latter representing opportunities or threats and in consideration of attitudes which are either helpful or otherwise, potentially four sub-groups of stakeholders can be delineated. If the onus is on governance to create a balance between the needs of the various stakeholders in order to continue to produce and distribute wealth, a relevant issue in this study is that of the way to detect critical interlocutors (in terms of 5 relevance and number) from a corporate reputation perspective. The most evident advantage is that of proposing a theoretical model of analysis of corporate reputation providing precise indications of management and an operative measuring tool capable of grasping the different impressions perceived by the various stakeholders. [edited by Author]
XIV n.s.
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3

Nalesso, Valentina <1988&gt. "Pianificazione e controllo degli investimenti in una società di servizi pubblici: il caso ETRA SPA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3499.

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Abstract:
La gestione dei servizi pubblici è stata oggetto di rapide evoluzioni nel corso degli anni. Anche nel servizio idrico non si ha più a che fare con aziende municipalizzate, ma con società di capitali la cui gestione, pur nell'ambito di vincoli normativi ed organizzativi ben precisi, tende sempre più ad essere ispirata ad approcci tipici delle imprese private. In questa tesi viene analizzato, in particolare, l'approccio alla valutazione degli investimenti in ETRA SPA, che gestisce il servizio idrico integrato in 74 comuni veneti. Viene descritto il processo di pianificazione e valutazione adottato dalla società, e il caso studiato permette di evidenziare la complessità della valutazione degli investimenti in un contesto in cui si tentano di combinare vincoli e obiettivi di tipo politico e normativo con una gestione manageriale di tipo privatistico.
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Gobbo, Federica <1995&gt. "Controllo e regolazione nelle società a partecipazione pubblica dagli enti locali. Il caso di Hydrogea S.p.A." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16725.

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Abstract:
Il presente elaborato si propone di analizzare la materia delle società partecipate dagli enti pubblici locali a seguito dell’introduzione del Testo unico (d. lgs. 175/2016) e del decreto correttivo (d.lgs. 100/2017). Si fa riferimento quindi alle società partecipate dal Comune di Pordenone e in particolare è posto all’attenzione il caso di Hydrogea S.p.A. La trattazione inizia con una panoramica sull'evoluzione normativa che sta alla base della materia, partendo dalla legge Madia fino a giungere alle più recenti novità. All’interno di questo vasto panorama s’inseriscono le società in house, identificate poiché ricevono affidamenti diretti di contratti pubblici dalle amministrazioni pubbliche socie; a loro volta quest’ultime esercitano sulle società il controllo analogo. Gli enti controllanti devono avere un’influenza determinante sia sugli obiettivi strategici sia sulle decisioni significative della società stessa. Inoltre, è necessario che l’ottanta per cento dei soci mantenga la natura pubblica della società e che quest’ultima crei servizi per l’ottanta per cento a favore di essi. Il Comune di Pordenone, poiché ente pubblico incaricato a esercitare il controllo analogo sulle suddette società, ha stipulato con esse delle << convenzioni per la gestione in forma associata e coordinata di servizi pubblici locali >>. L’elaborato pone poi l’attenzione alle autorità di regolazione, preposte a garantire la sviluppo della concorrenza e dell’efficacia dei servizi che sono considerati di pubblica utilità. Le stesse autorità devono anche assicurare che i servizi erogati siano offerti e fruiti in modo omogeneo sul territorio nazionale. Per esplicitare tutto quanto detto in precedenza, l’elaborato pone l’esempio di Hydrogea S.p.A., società partecipata e controllata dal Comune di Pordenone: a favore di essa, lo stesso Comune vi esercita il controllo analogo. È dunque interessante analizzare lo scenario di questa società incaricata alla gestione del servizio idrico integrato e di tutto quanto attiene alla gestione delle risorse idriche.
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5

Carrano, Giovanna. "L’impatto dei sistemi di pianificazione e controllo sui percorsi di risanamento delle società partecipate pubbliche. Potenzialità e limiti alla luce della “riforma Madia”." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/2681.

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Abstract:
2015 - 2016
Il presente lavoro di ricerca ha come oggetto il processo di cambiamento che ha caratterizzato le società partecipate pubbliche negli ultimi anni, focalizzando precisamente la propria attenzione su quanto previsto dal decreto legislativo 175/2016 Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica emanato in attuazione della riforma Madia, che ha richiamato l’attenzione degli studiosi di discipline economiche ed, in particolare, di economia aziendale. L’introduzione dei modelli di gestione manageriale, il cambiamento dei valori guida dell’agire amministrativo, il continuo mutamento dei rapporti di forza tra componente politica e componente gestionale riaffermati a tutto tondo dal d.lgs. 175/2016, richiedono agli Enti locali, ai fini di gestire il rapporto con le aziende partecipate, una nuova capacità di pianificazione e controllo strategico. Gli strumenti previsti a supporto di questo nuovo agire, sebbene innovativi e di indubbia utilità, riusciranno a supportare l’Ente in una corretta azione di pianificazione e controllo strategico? Con la presente ricerca si è inteso comprendere la possibilità di supportare tale processo mediante l’utilizzo degli strumenti di programmazione e controllo nel risanamento delle società partecipate pubbliche, prima di raggiungere l’area della liquidazione giudiziale. Appare, a questo punto necessario definire l’obiettivo della ricerca: individuare, cioè, gli strumenti che possano integrare quelli esistenti e supportare l’organo di governo e il management delle società partecipate come richiesto loro, dall’attuale Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica, nell’individuazione degli obiettivi strategici, nella loro definizione ed articolazione e nella verifica del grado di raggiungimento degli stessi ai fini del risanamento delle medesime. Tali strumenti devono consentire di modellizzare una realtà complessa come quella delle società partecipate, tenendo conto delle influenze reciproche tra le variabili e restituire, al tempo stesso, indicazioni facilmente leggibili e interpretabili, che favoriscano la condivisione delle strategie all’interno delle società partecipate. Per indagare un tema così complesso, secondo un approccio economico aziendale, è stata adottata una metodologia deduttiva, che ha visto lo svolgimento di due fasi fondamentali. Nella prima fase deduttiva è stata posta in essere un’analisi della copiosa produzione normativa che ha riguardato il settore dei servizi pubblici locali, partendo dalle riforme poste in essere all’inizio del XX secolo. Grazie a questo studio è stato possibile comprendere i profondi cambiamenti che la materia ha subito nel corso degli anni, al mutare dei contesti di riferimento. Il ricorso al mercato e l’affermarsi di nuove aziende di gestione dei servizi, hanno 3 fatto sorgere nuove problematiche di governance per gli enti locali. Si è quindi provveduto a verificare, innanzitutto, se amministrazioni territoriali e soggetti gestori possedessero requisiti aziendali. Considerati come aziende, l’ente locale e i soggetti gestori nel loro insieme formano un gruppo, all’interno del quale il primo assume il ruolo di holding. In tal senso, è stata analizzata la dottrina economico aziendale in tema di governance delle amministrazioni territoriali sulle proprie consociate, definendo i poteri di indirizzo e coordinamento dell’ente locale e l’attuale normativa sul tema del controllo sugli organismi partecipati introdotta dalla riforma dovuta al decreto legge 174/2012. Sempre nella stessa fase deduttiva, ampio spazio è stato dato all’analisi della letteratura in tema di crisi di impresa, allo studio della normativa nel contesto italiano di riferimento e all’ inerente letteratura economico-aziendale. La seconda fase deduttiva ha visto l’analisi, tramite il pensiero degli studiosi di Economia Aziendale e alla luce della letteratura citata, delle caratteristiche, delle funzioni, dei contenuti, delle potenzialità e dei limiti degli strumenti di pianificazione e controllo a supporto della governance delle partecipate pubbliche, ai fini delle decisioni indirizzate alle strategie del risanamento. L’analisi condotta ai fini del raggiungimento dell’obiettivo di ricerca, individuare gli strumenti che possano integrare quelli esistenti e supportare l’organo di governo e il management delle società partecipate nell’individuazione degli obiettivi strategici, nella loro definizione ed articolazione e nella verifica del grado di raggiungimento degli stessi ai fini del risanamento delle medesime, si pone in prospettiva futura, su propositi di auspicio nella promozione di strumenti di gestione della crisi e di rendere la loro implementazione ancor più rispondente ai criteri di efficienza di tempestività ed equità. D'altronde il lavoro di ricerca condotto è riuscito a costruire un quadro chiaro e dettagliato sulla situazione futura, che si prospetta alle società partecipate pubbliche, definita dal nuovo Testo Unico entrato in vigore. Una nuova situazione che concerne, in modo particolare, le società in house che saranno sottoposte a procedure concorsuali e che non potranno fare più affidamento sull’obbligo dell’ente socio di ripianare le loro perdite, tanto più se fortemente indebitate, con la conseguenza che, in definitiva, dovranno provvedere loro stesse a fronteggiare la situazione nel miglior dei modi possibili in caso di crisi, pertanto sarà necessario cambiare, in modo radicale, il modus operandi di gestione che finora hanno adottato, mediante anche la predisposizione di specifici programmi di valutazione del rischio di crisi aziendale, in grado di prevenire la degenerazione in situazione patologiche gravi. 4 In questa prospettiva, il lavoro si propone di fornire un utile strumento per le società di partecipazione pubblica, con l’intento seppur minimo di apportare contestualmente uno sviluppo agli studi sulla materia, ma al contempo, sottolineare che nel momento in cui viene predisposto e presentato un piano di risanamento, si delinea ad ogni modo un progetto di impresa, che è ex se mutevole, cangiante, in quanto la realtà operativa non è e né mai sarà esattamente inquadrata all’interno di schemi preconfezionati, per quanto formulati con diligenza professionale, pur sempre sulla carta come business plan, piani di budget. La predisposizione, in contenuti minimi e in via generale, di un piano di risanamento, per le società partecipate pubbliche che versano in situazione di crisi, non ha altro scopo che esortare le stesse a cambiare il proprio modus operandi. I fenomeni patologici che si sono verificati, con frequenza crescente, in questi ultimi anni, non dovrebbero prodursi a fronte dell’osservanza delle norme del nuovo Testo Unico prese a riferimento nel lavoro di ricerca. Gli strumenti appena descritti possono fornire un rilevante contributo alla governance delle società partecipate pubbliche. Occorre osservare, tuttavia, che la realtà, ad oggi, appare arretrata e non ancora in grado di adottare efficacemente documenti complessi quali i piani d’impresa, appare quindi opportuno delineare un cammino che porti alla redazione di tali strumenti in modo graduale e senza fratture traumatiche con l’attuale operatività delle partecipate pubbliche. Prendendo, in considerazione, il fatto che il Testo Unico è entrato in vigore a Settembre 2016, la ricerca pone in evidenza una serie di fattori frenanti che possono essere riassunti come segue: - non perfetta compatibilità degli obiettivi e dei tempi di natura gestionale; - inadeguata preparazione sia del livello gestionale sui temi della pianificazione e controllo strategico; - normali resistenze al cambiamento; - inadeguatezza dei sistemi informativi Il seguente lavoro di tesi non analizza il fenomeno delle partecipate pubbliche mediante l’indagine dell’analisi empirica e di conseguenza non prevede nessuna fase induttiva. Non si fa ricorso a dati primari appositamente raccolti per gli specifici fini della ricerca che si sta conducendo, visto che il Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica è in vigore da Settembre 2016. Gli unici dati presenti nell’elaborato fanno riferimento a dati secondari utili per inquadrare il fenomeno delle partecipate pubbliche, in senso generale. In merito, si evidenzia 5 che diverse sono le banche dati a cui si può fare riferimento sul tema delle partecipate pubbliche in Italia, infatti, al momento in Italia, diversi dipartimenti e organi, per legge, sono tenuti a raccogliere le informazioni sul fenomeno in oggetto, come la Consob, la Corte dei Conti, il Dipartimento del Tesoro (MEF), ed altri. Nel lavoro di tesi è stata presa in considerazione, al fine del recupero di informazioni aggiornate sul fenomeno in oggetto, la banca dati Istat e precisamente il Comunicato del 23 dicembre 2016. Il presente lavoro, mettendo in luce alcune criticità proprie dei gruppi pubblici locali e proponendo alcune possibili soluzioni strumentali, lascia aperti spazi per ricerche future. In particolare, potrebbe essere utile implementare ricerche quantitative sui temi trattati con l’ausilio di questionari e interviste per meglio comprendere le peculiarità e le problematiche che caratterizzano le società partecipate pubbliche, nella percezione degli operatori, in modo tale da mettere in luce i gap informativi maggiormente sentiti. Potrebbe essere interessante indagare in maniera approfondita, sempre con l’ausilio degli operatori, le esperienze degli enti più avanzati in tema di sistemi di programmazione e controllo a supporto della governance. In particolare, sarebbe possibile verificare le condizioni che hanno consentito l’adozione di tali sistemi, per poi focalizzarsi sulle metodologie utilizzate per introdurre i diversi processi e strumenti. Infine sarebbe di sicura utilità il confronto con studiosi ed operatori di altri Paesi, in modo tale da dar vita ad una comparazione a livello internazionale sulle tematiche indagate, verificando le soluzioni adottate in altre realtà e valutandone l’applicabilità al contesto italiano. [a cura dell'autore]
XV n.s. (XXIX)
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Spedicato, Giorgio <1978&gt. "Diritto d'autore e interesse pubblico nella società dell'informazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/910/1/Tesi_Spedicato_Giorgio.pdf.

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Spedicato, Giorgio <1978&gt. "Diritto d'autore e interesse pubblico nella società dell'informazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/910/.

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Giovanetti, Silvia. "Eugenetica e Società. Il discorso pubblico sull'eugenetica in Italia." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426520.

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Abstract:
The aim of this dissertation is to explore the ways in which biomedical practices, scientific knowledge, and institutional settings are linked together in a process of co-production of science and society. Public debates surrounding biomedical topics are indeed sites of co-production, since the actors involved in the debate create discursive repertoires in which scientific and socio-cultural elements (such as values, norms, identity claims, and worldviews) are linked together in coherent images of science and society, which the actors try to make binding in the juridical and political arenas. Such dissertation focuses on the case of eugenics in Italy. By analyzing the public discourse on eugenics in the first decades of Twentieth Century and on the so-called new eugenics in the last fifteen years in the most important Italian newspapers, this work would show the ways in which the relation between science and society is discursively constructed in an interactive manner, in which social and scientific element are mutually translated and produced. The choice of eugenics as case study is justified by the fact that, on one hand, eugenics is the most paradigmatic example of biopolitical programs of the latest century and, on the other hand, the new technology of assisted fertilization and genetic screening, such as prenatal and preimplantation diagnosis (usually labelled as new eugenics practices) are become controversial and problematic objects. Technically acting on the private sphere of human reproduction, such practices tend to call into question some fundamental cultural and cognitive categories, which preserve the moral and social order of any given society. The discourses on eugenics are means by which the actors try to frame and regulate such practices. In such discourses, moreover, actors tend to delineate visions of society, through claiming identities, values, ethical orientations and negotiating the social role of science and religion. This dissertation compares the public discourses on eugenics and new eugenics, showing how the differences between the two practices could be related to two different biopolitical arrangements and forms of life. In a co-production approach, it is showed that the two form of eugenics are determined by two different ways of organizing social life (i.e. a collectivistic versus an individualistic model) and, at the same time, eugenics partakes – by providing a legitimating scientific discourse – in the production of the collective conscience and representations of such two social settings. In other words, the evolution of eugenics follows the so-called process of individualization of society and provides a (contested) ground in which such process could be made concrete. Finally, by analyzing the peculiarities of Italian eugenics movements, such work shows also how eugenics, which was seen as a beneficial practice, is nowadays considered the icon of evil medicine and a rhetoric device that spreads a negative shadow on any debate on biomedical topics.
Questo lavoro di ricerca si pone l’obbiettivo di indagare, attraverso lo studio di una particolare pratica bio-medica, come sapere scientifico, pratiche bio-mediche, orientamenti istituzionali e dibattito pubblico vadano a legarsi e allo stesso tempo influenzarsi reciprocamente, dando luogo ad un rapporto di co-produzione tra scienza e società. La tesi mira dunque all’analisi del discorso pubblico attorno ad una specifica pratica scientifica, individuata appunto nell’eugenetica, per analizzare le modalità attraverso cui si configura il rapporto tra scienza e società, al fine di individuare, inoltre, come all’interno dei processi discorsivi vengano tradotti elementi propri del contesto sociale. La scelta di concentrare l’attenzione attorno ai dibattiti relativi alla cosiddetta eugenetica si lega da un lato all’importanza assunta dalla vecchia eugenica nei programmi biopolitici del secolo scorso e dall’altro per il carattere problematico che vanno a costituire determinate tecnologie di riproduzione assistita, di diagnostica (prenatale e preimpianto) cui verrebbero apposte le etichette di nuova eugenetica. La problematicità in questo caso è data dal fatto che tali pratiche intervenendo come rottura delle classificazioni “naturali” (o ritenute tali) dell’ordine morale e sociale ed interferendo appunto del delicato ambito della riproduzione, contribuirebbero ad alimentare confusione all’interno di categorie sociali e concettuali preesistenti, considerate fondamentali ed assodate. In questi dibattiti, dunque, attraverso la ricerca di una regolamentazione delle pratiche biomediche si vanno a costituire diverse visioni della società, vengono esplicitati e rivendicati valori e si discute il ruolo di istituzioni come la scienza e la Chiesa. La tesi indaga quindi i modi attraverso cui l’eugenetica si è relazionata al contesto sociale, ovvero come sia stata influenzata da due diversi modelli di concepire la società (ovvero da un modello collettivista prima ed uno individualista poi) e come abbia partecipato alla costruzione delle coscienze e delle rappresentazioni collettive di questi modelli. Inoltre, questa tesi cercherà anche di spiegare come l’eugenetica da pratica sostanzialmente accettata a livello sociale sia oggi diventata un termine negativo che influenza il dibattito sulle nuove pratiche di diagnosi genetica.
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9

Andreon, Arianna <1992&gt. "Il controllo di gestione di una società cooperativa vitivinicola." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10548.

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Abstract:
Il presente elaborato intende illustrare il controllo di gestione aziendale, applicato ad una società cooperativa vitivinicola. Dopo una breve introduzione, viene eseguita un'analisi del contesto internazionale relativamente alla produzione e al consumo di vino, approfondendo le aree geografiche interessate da questa attività ed indicando le principali differenze di carattere tecnico e climatico che hanno favorito o meno il proliferare di questo tipo di coltivazione. Proprio nel primo Capitolo, viene preso in considerazione sia il mercato mondiale che quello nazionale. In particolare, si rende opportuno analizzare il rapporto con il territorio in quanto gioca un ruolo importante per il settore vinicolo e, al fine di comprenderlo al meglio, si fornisce una panoramica della normativa che regola quest’ultimo. Il secondo Capitolo definisce le varie tipologie di impresa, specificando inoltre la funzione della pianificazione aziendale e strategica, che porta un settore ad essere competitivo nel mercato ed a mantenere una posizione all'interno di quest'ultimo. Ciò dato dal fatto che viviamo in un contesto in continua evoluzione, dove l'innovazione diventa una delle qualità fondamentali per garantire una continuità alla propria azienda. Il controllo di gestione, dalle sue origini alle sue finalità, viene affrontato nel terzo Capitolo, il quale si propone di esaminare tutti gli elementi utili alla corretta gestione di un'impresa, evidenziandone i punti di forza e le aree di miglioramento per giungere ad un risultato positivo. Infine, il quarto Capitolo riguarda l'applicazione dei temi teorici, affrontati nei precedenti capitoli, ad un caso aziendale pratico. Partendo dalla sua storia aziendale e passando per la sua struttura produttiva, si ottiene un quadro completo del funzionamento dell'azienda stessa.
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Cabianca, Alessandro <1974&gt. "Le Società del Trasporto Locale Tra crisi economica, Servizio Pubblico e Libertà d'Impresa." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8691/1/CABIANCA%20A%20Le%20societ%C3%A0%20del%20trasporto%20pubblico%20locale%20tra%20crisi%20economica%20servizio%20pubblico%20e%20libert%C3%A0%20d%27impresa.pdf.

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Abstract:
La presente ricerca si occupa dei rapporti tra servizio pubblico e libertà d’impresa. L’obiettivo è di riflettere su come la sottoposizione al regime di servizio pubblico di interi settori economici condizioni da un punto di vista funzionale ed organizzativo gli operatori che ivi si trovano ad operare. La chiave di lettura attraverso la quale il fenomeno è considerato è quella del trasporto pubblico locale, nella sua specificazione dell’autotrasporto di linea ed assume un particolare significato nell’attuale momento storico di crisi, che ha avuto pesanti ripercussioni per il settore. I temi di ricerca sviluppati concernono: -l’individuazione dell’area riservata al servizio pubblico e correlativamente di quella in cui le attività di trasporto collettivo di linea possano essere prestate in regime di libertà d’impresa; -i rapporti tra il servizio pubblico di linea ed i mercati ad esso contigui; -i soggetti economici che svolgono l’attività di trasporto collettivo di persone e i condizionamenti funzionali che essi subiscono per la presenza di una parte dell’attività sottoposta al regime di servizio pubblico, con particolare riferimento alla presenza massiccia in questo settore delle società a partecipazione pubblica.
This research focuses on the relationship between public services and the freedom of enterprise. The aim is to investigate on the impact of the public service regime on private and public operators from a functional and organizational point of view. This phenomenon is considered through the lens of the local public transport, in its specification of public passenger transport; this takes on particular significance in the current historical crisis, which has ha serious repercussions for the sector. In particular, the research topics concerne: -the identification of the market sectors reserved to the public service and the sectors opened to the regime of freedom of business -the relationships between the public service of the collective transport of people and the adjacent markets; -the impact on the involved economic subjects of a part of the public service regime, with a special focus on the massive presence in this sector of publicly owned companies.
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Books on the topic "Società in controllo pubblico"

1

Cassese, Elisabetta. Il controllo pubblico del riciclaggio finanziario. Milano: Giuffrè, 1999.

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2

Fimiani, Pasquale. Le società miste nel servizio pubblico ambientale. Milano: Giuffrè, 1998.

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3

Ragnedda, Massimo. La società postpanottica: Controllo sociale e nuovi media. Roma: Aracne, 2008.

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4

Ragnedda, Massimo. La società postpanottica: Controllo sociale e nuovi media. Roma: Aracne, 2008.

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5

Prove di società: Come uscire dallo stile pubblico "all'italiana". Roma: Donzelli, 2011.

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6

Zero tolleranza: Strategie e pratiche della società di controllo. Roma: DeriveApprodi, 2000.

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7

Cucco, Marco. La trama dei media: Stato, imprese, pubblico nella società dell'informazione. Roma: Carocci editore, 2014.

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8

Creazione contemporanea: Arte, società e territorio tra pubblico e privato. Roma: Sossella, 2004.

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9

Bosticco, Paolo. La responsabilità degli organi di controllo nelle società di capitali. Milano: Giuffrè, 2004.

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10

P, Chiti Mario, ed. Il partenariato pubblico-privato: Concessioni, finanza di progetto, società miste, fondazioni. Napoli: Editoriale scientifica, 2009.

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Book chapters on the topic "Società in controllo pubblico"

1

Farina, Massimo, and Ambra Pacitti. "L’autorità di controllo cd. “capofila” nel trattamento transfrontaliero di dati personali: criteri per l’individuazione della competenza territoriale e limiti dell’attuale quadro normativo alla luce del Regolamento UE/2016/679." In Società delle tecnologie esponenziali e General Data Protection Regulation: la circolazione internazionale dei dati personali, 119–42. Ledizioni, 2019. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.11381.

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