Academic literature on the topic 'Sito di legame'

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Journal articles on the topic "Sito di legame"

1

Marinelli, Alberto. "Socievolezza 2.0. I legami sociali nella network society." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 41 (May 2012): 30–50. http://dx.doi.org/10.3280/sc2011-041004.

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Abstract:
L'oggetto di questo lavoro č la virtualizzazione dei legami sociali che si sperimenta nei siti di social network. Sia nella teoria sociologica sia nella teoria della comunicazione non possiamo piů distinguere l'analisi della comunicazione mediata dal computer dall'osservazione delle nuove forme di socialitŕ che sono incorporate nella societŕ della rete. Queste nuove forme di relazioni, specificamente attivate dai social media, sono caratterizzate dalla "privatizzazione della sociabilitŕ" e dalla possibilitŕ di passare facilmente tra le diverse reti sociali. Da questo punto di vista teorico, la costruzione di legami sociali č la realizzazione attuale di connessioni.
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2

Rusconi, Paolo. "Ambienti per design. Note di lettura." L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità 19, no. 19-20 (December 13, 2022): 176–201. http://dx.doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n19-20_2022_pp176-201.

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Abstract:
Ambienti per design un suono udito una cosa vista (EXIT) di Zeno Birolli uscì nel 1983, all’interno della raccolta Sorbi, tordi & nitidezze, un volume che radunava materiali vecchi e lavori nuovi con il sottotitolo di Arte in Italia dopo la Metafisica. Il libro, relativamente noto nella produzione storico artistica di Zeno Birolli, rappresenta il frutto di una stagione intensa di elaborazione intellettuale e progettuale: nell’idea dell’autore doveva presentarsi come una sorta di silloge di un decennio di riflessioni sulle arti nel periodo tra le due guerre. Tra i nuovi studi critici pubblicati nella raccolta, Ambienti per design risulta essere sia per numero di pagine sia per contenuti uno dei più autorevoli e impegnati. Il testo è la descrizione dettagliata di alcuni interni creati per le mostre dell’abitazione e dell’arredamento moderno della Triennale milanese del 1936, ma il tema dominante si raccoglie intorno all’idea che vi sia “un legame che procede dalla prima metafisica di De Chirico [...], si permuta nell’opera di alcuni pittori e scultori della postmetafisica e nel razionalismo architettonico degli anni trenta e quaranta, sino allo spazio scenico di Antonioni”.
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3

Gilliver, C. M. "A mercator bovarius from Veii in a new inscription from the Mola di Monte Gelato." Papers of the British School at Rome 58 (November 1990): 193–96. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200011648.

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Abstract:
UN MERCATOR BOVARIUS VEIENTE DA UNA NUOVA ISCRIZIONE DALLA MOLA DI MONTE GELATOAmpie parti di un'iscrizione appartenente a un rilievo funerario marmorea dell'inizio del I secolo d.C. sono venute alla luce da una calcara durante gli scavi alla Mola di Monte Gelato, nell'Etruria Meridionale. Il rilievo, tipico fra quelli realizzati da gruppi di liberti durante la tarda fase repubblicana e la prima età imperiale, risente nelle caratteristiche di un'influenza urbana. Uno dei liberti menzionati, C. Valerius Faustus, fu un mercator bovarius, probabilmente legato al commercio di bestiame a Roma, e sacerdote del culto imperiale nel limitrofo municipio di Veio. La sola donna commemorata nel monumento, forse la moglie di Faustus, ha anch'essa un nesso con Veio come si evince dall'evidenza epigrafica. Questo complesso appare utile per illustrare, dunque, i legami presenti fra il sito di Mola di Monte Gelato, in rapporto al municipio veiente e alla non lontana città di Roma.
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4

De Pieri, Filippo. "Storie accademiche, storie pubbliche, patrimonio. La pianificazione urbana nell'Europa post-napoleonica attraverso i due siti Unesco di Nizza e La Chaux-de-Fonds/Le Locle." STORIA URBANA, no. 168 (November 2021): 141–63. http://dx.doi.org/10.3280/su2021-168006.

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Abstract:
L'articolo pone a confronto due siti recentemente iscritti nella Lista del patrimonio mondiale Unesco - La Chaux-de-Fonds/Le Locle e Nizza - focalizzandosi sui modi in cui le storie della pianificazione urbana del primo Ottocento sono state mobilitate nella costruzione di narrazioni pubbliche associate al patrimonio urbano. Per quanto simili narrazioni possano apparire discutibili se confrontate con l'evidenza documentaria disponibile, esse sembrano anche capaci di assumere un ruolo di stimolo per l'emergere di nuove ricerche su temi finora scarsamente osservati. I casi di studio offrono un interessante punto di vista per approfondire i legami reciproci che potenzialmente esistono tra storie urbane accademiche da un lato e narrazioni socialmente condivise del cambiamento urbano dall'altro. Se osservati insieme, questi due siti Unesco mostrano la necessità di un riesame comparativo della storia dei piani di primo Ottocento basati sulla griglia, specialmente nell'Europa napoleonica. Già interpretati come l'esito di teorie urbane implicite che privilegiavano l'organizzazione razionale, l'iniziativa individuale, la distribuzione uniforme delle opportunità, questi piani sostennero di fatto una notevole pluralità di immaginari sociali - ben esemplificata in questo caso dalla contrapposizione tra piani concepiti come supporto per il turismo internazionale e le attività di svago lungo la costa francese, e un piano concepito come supporto alla produzione industriale tra le montagne svizzere.
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5

Pepe, Dunia, and Debora Vitali. "Il patrimonio culturale metafora dell'interdisciplinarità: storie, conoscenze, tecnologie e professioni." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 36 (February 2022): 103–19. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-036010.

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Abstract:
Il patrimonio culturale rappresenta un settore strategico per lo sviluppo della società, dell'economia e del lavoro. Una dimensione essenziale della gestione e della fruizione del patrimonio culturale è il processo della sua digitalizzazione. Accanto al patrimonio culturale esiste ormai un patrimonio culturale digitale che ne garantisce la conservazione, la diffusione e la valorizzazione. Le nuove tecno-logie hanno trasformato l'organizzazione di musei, gallerie, siti d'arte e siti archeologici. Queste stesse tecnologie hanno consentito la diffusione e l'operabilità a livello internazionale di infrastrutture digitali di informazione e ricerca. La digitalizzazione ha consentito ai luoghi della cultura di sperimentare nuovi legami, con i territori e con i cittadini, già dall'inizio degli anni 2000 e soprattutto a seguito del lockdown imposto dalla pandemia da Covid 19. Le tante attività di digitalizzazione volte a valorizzare i beni culturali richiedono sia co-noscenze umanistiche che scientifiche. Da un lato, esse implicano la creazione di realtà virtuali e modellizzazioni per una diversa e più profonda conoscenza, dall'altro lato, richiedono l'uso dell'intelligenza artificiale e dei big data per ricostruire il passato delle culture o per conoscere i flussi turistici nei siti d'arte. Anche le professioni, le competenze ed i percorsi formativi legati alla digitalizzazione dei beni culturali nascono dalle interazioni tra sistemi fisici e sistemi virtuali, da conoscenze ed esperienze di diversa natura.
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6

Russo, Pasquale. "I migranti forzati in Puglia tra campi di accoglienza e progetti territoriali per l'integrazione: il centro di Borgo Mezzanone." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2010): 99–112. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-003006.

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Abstract:
La presenza di migranti forzati nella regione Puglia č un fenomeno che dal secondo conflitto mondiale si č esteso sino ad oggi con modalitŕ e dinamiche in parte simili, in parte mutate dalle politiche nazionali ed europee. Per comprendere la presenza e l'accoglienza posta in essere dalle istituzioni italiane in Puglia in favore dei richiedenti asilo č opportuno analizzare le modalitŕ di accoglienza sul piano nazionale nel periodo compreso tra la fine del secondo conflitto mondiale ed oggi. I centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) odierni sono il frutto di poltiche nazionali decennali legate all'emergenza. Per comprendere la funzione dei CARA si guarderŕ al centro di Borgo Mezzanone in provincia di Foggia. I CARA. sono concepiti come strutture di sosta temporanea per i richiedenti asilo e al loro interno gli asilanti permangono molto spesso sino all'enventuale riconoscimento di una protezione internazionale. Conseguenzialmente i centri di accoglienza si traformano da luoghi di emergenza per soste temporanee, in "abitazioni" inadatte a tutti i suoi ospiti e particolarmente alle categorie vulnerabili: minori, anziani, disabili. Con l'eventuale riconoscimento della protezione internazionale solo il Servizio di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR), dal 2002, offre un modello di accoglienza agganciato a standard europei. Per i restanti migranti forzati non accolti dallo SPRAR si verifica un difficile percorso di integrazione viziato da un "oblio" istituzionale.
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Cipriani, Roberto. "Religione e sport. Tra rito e spettacolo." El Futuro del Pasado 6 (October 1, 2015): 87–111. http://dx.doi.org/10.14516/fdp.2015.006.001.003.

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Abstract:
Sono numerosi i punti di contatto e le affinità fra religione e sport. Il che avviene sin dai tempi più antichi. Esemplare è il caso della Grecia, dove non a caso sono sorte le Olimpiadi in un contesto e con motivazioni a carattere tipicamente religioso.La stessa ripresa dei Giochi Olimpici nel 1896 rappresenta un momento di svolta per la storia dello sport ma evidenzia anche le ragioni profondamente etiche (e religiose) che animavano il loro fondatore, il barone de Coubertin.Oggi sotto diverse forme ed in situazioni favorevoli il legame fra religione e sport si va rafforzando tanto da poter verificare la presenza di riti, preghiere, formule, gesti, simboli e ruoli tipicamente religiosi anche in avvenimenti sportivi, nel corso della loro preparazione come nelle fasi successive allo svolgimento delle competizioni.Vari studi sul campo mostrano che specialmente entro modelli d’ispirazione cristiana vigono e si diffondono pratiche religiose che accompagnano da vicino le dinamiche relative all’organizzazione di gare in diversi sport, a partire dai momenti fondativi per giungere sino ai processi di legittimazione delle memorie del passato.Soprattutto nel campo del calcio esistono forme di divismo, movimenti parareligiosi e culti propiziatori ed esorcistici tesi ad ottenere risultati agonistici continuamente positivi.
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Raposo, Otávio, Pedro Varela, José Alberto Simões, and Ricardo Campos. "“Nos e fidju la di gueto, nos e fidju di imigranti, fidju di Kabu Verdi”: estética, antirracismo e engajamentos no rap crioulo em Portugal." Sociedade e Estado 36, no. 1 (April 2021): 269–91. http://dx.doi.org/10.1590/s0102-6992-202136010013.

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Abstract:
Resumo Ao longo de décadas, o rap tem sido central na construção de um discurso antirracista em Portugal. Com músicas a denunciar a violência policial, a exclusão social, o legado colonial e o racismo, os rappers negros das periferias de Lisboa desempenham um papel de vanguarda na luta contra a opressão racial, particularmente aqueles que cantam em crioulo cabo-verdiano. Apoiados por dispositivos e redes digitais, estes jovens constroem circuitos de sociabilidade e de produção musical impulsionadores de uma estética insurgente capaz de desafiar o estatuto de subalternidade que lhes é imposto. O presente trabalho debruça-se sobre a importância do rap na exposição do problema do racismo na sociedade portuguesa. Recorrendo a diferentes pesquisas de natureza qualitativa, analisamos os estilos de vida, as letras de música, o acesso às redes digitais e os engajamentos dos rappers no movimento antirracista.
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9

Barnish, S. J. B. "Pigs, Plebeians and Potentes: Rome's Economic Hinterland, c. 350–600A.D." Papers of the British School at Rome 55 (November 1987): 157–85. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200008990.

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Abstract:
MAIALI, PLEBEI E ‘POTENTES’: L'ENTROTERRA ECONOMICO DI ROMA CA. NEL 350–600 d.C.Questo articolo mette in relazione la villa lucana di San Giovanni di Ruoti, scavata di recente, ed altri siti dell'Italia meridionale, con i cambiamenti nella popolazione romana e nelle necessità alimentari nel V e VI secolo d.C. L'aumento o la diminuzione della prosperità nella regione sono legate anche alla commutazione monetaria delle tasse, e allo sviluppo dell'economia mediterranea nel suo insieme. Si sostiene che il commercio e la produzione locale dipendevano dagli scambi extra-regionali ma allo stesso tempo erano in concorrenza con loro. Questo rapporto è strettamente connesso al declino dell'autorità centrale nel regno ostrogoto e negli stati contemporanei, e alla restaurazione di Giustiniano dell'impero romano a occidente. Questo evento si dimostrò disastroso in egual misura per le economie regionali e per quelle mediterranee.
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Rotondi, Armando. "Werner Schroeter e Vincent Monnikendam: Il sangue di Napoli da una prospettiva straniera tra tradizione e internazionalismo." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, no. 2 (March 16, 2018): 537–51. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818764112.

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Abstract:
Scopo del contributo è analizzare le differente immagini e “anime” di Napoli così come ritratte da due registi stranieri, il tedesco Werner Schroeter e il documentarista olandese Vincent Monnikendam, che hanno dedicato al “sangue di Napoli” due tra i loro lavori più importanti e celebri. In Neapolitanische Geschwister (1978), Schroeter crea una interessante saga familiare che va dal 1942 sino agli anni ’70, mescolando folklore napoletano, realismo, espressionismo ed elementi ella grande tradizione teatrale napoletana (come Raffaele Viviani), ma anche Bertolt Brecht, e una poetica tipica della produzione di Schroeter. In tempi relativamente più recenti, Vincent Monnikendam, nel documentario Zielen van Napels (2005), è interessato invece alle differenti anime della città e dei suoi cittadini, prendendo le mosse—nella sua descrizione—da suggestioni musicali e dall’arte di Caravaggio. Le immagini di Napoli dipinte dai due registi sono, allo stesso tempo, legate alla tradizione—ma vista da occhi esterni—in una prospettiva internazionale, lontana dalla visione oleografica e stereotipata della città.
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Dissertations / Theses on the topic "Sito di legame"

1

De, March Matteo. "Studi strutturali su proteine naturali e artificiali." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2011. http://hdl.handle.net/10077/4503.

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Abstract:
2009/2010
La ricerca del dott. De March Matteo, svolta nel corso dei tre anni della Scuola di Dottorato in Scienze e Tecnologie Chimiche e Farmaceutiche, ha riguardato in generale lo studio strutturale tramite diffrazione di raggi X di proteine artificiali e naturali. Essa è stata sviluppata su 3 distinti progetti, nei quali sono state sfruttate la sorgente di radiazione X convenzionale, presente al Centro di Eccellenza in Biocristallografia (CEB), e la sorgente di luce ELETTRA, sincrotrone di 3° generazione. Il primo progetto riguarda la caratterizzazione strutturale del biorecettore KE1 e del complesso Avidina-BCG. La capacità del nuovo biorecettore peptidico KE1 (35 residui) di riconoscere in modo altamente selettivo e specifico piccole molecole naturali quali i derivati dalla xantina è stata determinata tramite numerosi saggi sperimentali in soluzione dal gruppo del Dott. F. Berti. La formazione e la crescita in specifiche condizioni di cristalli singoli di questa biomolecola, ottenuta per sintesi chimica, ne ha consentito lo studio cristallografico tramite diffrazione di raggi X. La conseguente caratterizzazione strutturale ha rivelato la formazione di un motivo tipo three helix bundle parallelo, raro in natura, dal quale può essere generato un sito di coordinazione per metalli in grado di mimare strutturalmente i siti catalitici di metallo-proteine naturali. Per testare allo stato solido la capacità del biorecettore di legare i derivati xantinici sono state effettuate co-cristallizzazioni del peptide con queste molecole e soaking di cristalli formati in soluzioni di caffeina e teofillina. Per entrambi i metodi non si è osservata crescita di cristalli del complesso. Un terzo approccio si è allora basato sull’utilizzo del sistema avidina – biotina, usato per la selezione del peptide KE1 nei saggi ELISA. In questi saggi, il biorecettore è stato complessato ad una sonda sintetica (BCG), composta da una molecola di biotina legata covalentemente ad una molecola di caffeina. La porzione biotinica della sonda viene riconosciuta dall’avidina, altamente specifica per la biotina, mentre quella caffeinica dal biorecettore. Considerando la struttura cristallina del biorecettore, è stato ipotizzato che l’elevata affinità tra KE1 e sonda osservata nel saggi ELISA fosse dovuta ad interazioni non specifiche formate tra il sistema biotina-avidina e KE1, oltre alla maggiore interazione specifica del recettore con la caffeina. Gli esperimenti di cristallizzazione hanno portato in questo caso all’ottenimento di cristalli singoli in cui è presente il complesso binario tra l’avidina ed il bioconiugato (BCG). Questa struttura, ottenuta a 2.3Å di risoluzione, risolta ed affinata fino ad un valore di Rfactor del 20%, e’ la prima nel suo genere e presenta interessanti caratteristiche strutturali, in particolare nella regione di legame della proteina con la sonda. Il secondo progetto riguarda lo studio strutturale di due complessi tra l’HIV- Proteasi e nuovi inibitori di tipo solfonamidico. La caratterizzazione dei complessi tra l’enzima Proteasi da HIV e inibitori selettivi è oggetto di studio da molti anni e sempre nuovi farmaci vengono disegnati e sviluppati con lo scopo di ottenere maggiore affinità per l’enzima e di contrastare il problema dell’insorgenza di resistenze specifiche acquisite dal virus verso i farmaci commerciali più potenti. In collaborazione con la Prof.ssa M. Funicello, sono stati ottenuti nuovi complessi tra l’HIV-Pr e gli inibitori FT99 ed FT107. La principale caratteristica di questi inibitori è lo scaffold di tipo sulfonammidico, che si ritrova in alcuni inibitori commerciali ad alta selettività e specificità, quali Darunavir, Amprenavir e Tipranavir. Tramite metodiche di biologia molecolare è stato possibile clonare il gene codificante per l’HIV-Pr in E.Coli-BL21, esprimere l’enzima e purificarlo con tecniche cromatografiche. Dopo refolding e complessazione agli inibitori, sono stati prodotti cristalli singoli di entrambi i complessi che sono cresciuti in specifiche condizioni. I dati cristallografici raccolti su questi complessi enzima-inibitore hanno mostrato valori di risoluzione di 2.0Å (Ft99) e 1.45Å (FT107). Usando il metodo del Molecular Replacement sono state risolte entrambe le strutture dei complessi che sono poi state affinate fino a valori di Rfactor del 20% e 16%, rispettivamente. L’analisi della struttura dell’enzima e delle interazioni specifiche con i due composti, trovati disordinati nel sito catalitico, ha portato ad alcune considerazioni, nell’ambito di un progetto tipo Structure Based Drug Design. Le modifiche strutturali da attuare a nuove potenziali molecole basate su questo scaffold, hanno come scopo l'ottenimento di farmaci sempre più efficaci in grado contrastare le problematiche derivanti dall’uso dei farmaci commerciali. Il terzo ed ultimo progetto interessa lo studio dei citocromi C e dei complessi di trasferimento elettronico. Le strutture del citocromo c da cuore di cavallo (cyt C), cocristallizzate in presenza di ioni nitrato nelle forme ossidata (trigonale) e ridotta (monoclina), sono state risolte ed analizzate con particolare attenzione alle interazioni tra gli ioni e le catene laterali dei residui posti sulle superfici elettrostatiche. A questo proposito è stato osservato un cambiamento nel pattern di interazione ione – proteina che dipende dallo stato di ossidazione, infatti su 26 siti di interazione totali mappati 18 sono conservati in entrambe le forme mentre 8 sono caratteristici distintamente dei due stati di ossidazione. Un particolare sito, che è conservato sia nel ferri- che nel ferro- cyt C, è descritto dall’interazione con i residui Ile28 e Phe81 e rappresenta la regione in cui avviene il trasferimento dell’elettrone da/verso il centro metallico della proteina. Il baricentro delle cariche elettrostatiche superficiali, calcolato dalla posizione dei siti di interazione, è funzione dello stato di ossidazione del ferro. Per analizzare ulteriormente il significato che la modifica della superficie elettrostatica ha nell’ambito del riconoscimento molecolare in natura, è stato calcolato il vettore di spostamento del baricentro e questo è stato confrontato con la geometria delle interazioni che permettono la formazione dei complessi naturali di cui è nota la struttura cristallografica. Sfruttando sia la direzione di trasferimento elettronico che la disposizione media delle cariche elettrostatiche sulla superficie della proteina (rappresentate dai siti di mappatura), è stato studiato il meccanismo di formazione e rottura dei complessi che si generano dall’interazione tra il cyt C ed i suoi maggiori partner biologici, quali il complesso del Citocromo bc1 e la Citocromo Perossidasi. Allo stesso modo è stato analizzato un complesso che non coinvolge il citocromo c, ma una proteina strutturalmente simile, il citocromo c2, ed il Centro di Reazione. In accordo con la funzione del cyt C, si ipotizza il movimento di attacco, scivolamento e distacco della metalloproteina dai partners relativi nei macrocomplessi. Questo meccanismo basato sui dati sperimentali ottenuti utilizzando la sonda elettrostatica per campionare la superficie del citocromo è in accordo con dati di letteratura che mostrano come sia la formazione del supercomplesso cytC-III2IV2 in lievito a permettere il trasferimento dell’elettrone dal complesso III al cyt C e poi alla citocromo Ossidasi. Nell’ambito dello studio dei complessi di trasferimento elettronico, in collaborazione con la Dott.ssa G. Di Rocco, sono stati prodotti cristalli proteici di un nuovo macrocomplesso di derivazione batterica (Shewanella baltica) costituito da due eme-proteine, la Di heme protein (DHC) e la Baltica heme protein (BHP), e non ancora caratterizzato tramite diffrazione di raggi X. Analisi cinetiche e potenziometriche indicano che le due proteine interagiscono tra loro ed è plausibile un meccanismo di trasferimento elettronico dai gruppi prostetici della DHC all’eme c della BHP. A causa dell’elevato disordine strutturale dei cristalli, cresciuti in 6-7 giorni, sono stati raccolti dati a bassa risoluzione, che non hanno permesso di risolvere la struttura del complesso, anche se le prime analisi indicano che la presenza di entrambe le proteine in cella è compatibile con i dati cristallografici finora raccolti. Recentissimi dati su nuovi cristalli cresciuti in un arco temporale più lungo (60 giorni), ottenuti ad una risoluzione di 1.14Å ed indicanti parametri di cella differenti, hanno portato alla determinazione strutturale della singola proteina DHC, di cui è presente in letteratura solo una struttura omologa e derivante dal batterio Rhodobacter Sphaeroides.
XXIII Ciclo
1983
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2

Colucci, Silvia. "Aspetti legali e tecniche del commercio elettronico per massimizzare la sicurezza degli utenti finali. Sviluppo e analisi critica di un sito web a norma di legge." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Con l'analisi delle normative di riferimento dei contratti a distanza e la valutazione degli aspetti legali è possibile ricavare soluzioni utili da applicare ad un sito e-commerce per prevenire diverse tipologie di rischi riscontrabili in Internet e garantire la massima sicurezza sia agli acquirenti che ai professionisti/venditori nelle procedure di acquisto e vendita online.
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Poppa, P. "L¿INDIVIDUAZIONE E LA CARATTERIZZAZIONE DEI SITI DI OCCULTAMENTO DI RESTI UMANI IN AMBITO FORENSE: APPLICAZIONI GEOPEDOLOGICHE E GEOARCHEOLOGICHE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/169989.

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Abstract:
In a forensic scenario one of the most complex situations is the search for buried human remains, which in Italy is often tied to cases involving organised crime. The burial of a body has an impact on the environment directly above and around the area in which the grave has been excavated. If the environmental alterations can be recognized and interpreted correctly they can supply information regarding the site of burial and location of the body. The study was performed in order to establish the impact that a disturbance, due to the excavation of a grave, and to verify the interaction between a buried, decomposing body and the environment directly above and around the area of the burial due to its presence. The following study was conducted in the Ticino National Park in Lombardy, northern Italy. The chosen area for the study is of alluvial origin and characterized by the presence of a medium gravel to sand sediments covered by a very thin layer of organic topsoil. Two sub areas were singled out for the burial of 11 pigs, deceased for reasons not related to the study, weighing between 48 and 90 kg. The sub areas are adjacent to one another and have been denominated area A and area B. Area A corresponds to a small clearing in the woods with a grassy surface. Area B is a wooded area of which the surface is made up of a layer of decomposed foliage with scarce undergrowth. In each of the two areas, with the help of a small excavator, 6 pits were dug of which 5 were actual burials and 1, for purposes of comparison, was left empty apart from a metal plaque placed in the bottom that served as a target during the georadar survey. All but one of the burials in area A were single, whereas two subjects were placed in one of the pits to simulate a double victim clandestine grave. All of the burials in area B were single. The burial of all subjects in both areas was carried out in the spring of 2009: in area A all 6 individuals were buried at a depth of approximately 100 cm (pigs 1, 2, 3, 4 and 5 which were punt in the same grave, and 6), in area B 5 individuals were buried at a depth of approximately 80 cm (pigs 7, 8, 9, 10 and 11). The subjects were buried at two different depths in order to create a realistic scenario in the wooded area B. The presence of tree roots obstructed the digging of a grave beyond a depth of 80 cm, and therefore this level was not exceeded. The depth of burial in area A amounted to 110 cm. The exhumation of the carcasses in both areas was programmed at fixed intervals: the first after a period of 7 weeks in both Areas , the second after a period of 29 weeks in Area A and 35 in Area B, the third after a period of 56 weeks in Area A and 54 in Area B, the fourth after a period of 102 weeks in Area A and 103 in Area B and the fifth after a period of 130 weeks in Area A and 128 weeks in Area B. The surface above and around the burial was periodically monitored with a view to verifying alterations, both in the morphology of the surface and the re-colonization of the vegetation directly above the grave. The subterranean observation of the burials was monitored by means of ground penetrating radar (GPR), the chosen instrument being a Pulse Ekko Pro. Geophysical surveys were carried out on all burials before the trial started, a week after the deposition of the animals and subsequently, shortly before each of the exhumation dates. The exhumed corpses of the animals were finally subjected to autopsy in order to define the various degrees of decomposition during the entire period of the project according to the ADD method (Accumulated Degree-Days). Regarding the macroscopic aspects of the graves in the grassy area A, results demonstrate that also after a longer period the surface presents signs of disturbance and the graves remain visible to the naked eye. This is due mainly to the fact that the repopulation of the vegetation in and around the graves progresses in a non-intensive manner. The scenario in the wooded area B is quite different. Just one month after the burial of the animals the surface presents a uniform appearance due to the continuous coverage of leaves shed by surrounding trees that make the graves and the original surface from which they were cut. Results show that the GPR technology can clearly detect an anomaly within the deposition site during all the experimental period; the depth of the sites seem not to be relevant for the their detection, probably because the burials occur within sediments with the same origin. The decomposition proved to modify the detectability of the anomaly, as pointed out by the correlation existing between ADD score from each sample and the corresponding evidences provided by GPR. The difference in volume identified by means of GPR appears to be proportionate to the process of decomposition of the subject. The consistent loss of fluids and the re-compaction of the backfill of the grave lead, eventually, to the almost complete loss of a geophysical signature. The study has therefore demonstrated that geophysical tools may provide a useful indication for detection of burials; the need for a multidisciplinary approach to the search and recovery of buried corpses has been stressed as well. The next studies should focus on the subjective interpretation of the GPR report and the detectability of burials.
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4

PANTINI, SARA. "Analysis and modelling of leachate and gas generation at landfill sites focused on mechanically-biologically treated waste." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/203393.

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Abstract:
Despite significant efforts have been directed toward reducing waste generation and encouraging alternative waste management strategies, landfills still remain the main option for Municipal Solid Waste (MSW) disposal in many countries. Hence, landfills and related impacts on the surroundings are still current issues throughout the world. Actually, the major concerns are related to the potential emissions of leachate and landfill gas into the environment, that pose a threat to public health, surface and groundwater pollution, soil contamination and global warming effects. To ensure environmental protection and enhance landfill sustainability, modern sanitary landfills are equipped with several engineered systems with different functions. For instance, the installation of containment systems, such as bottom liner and multi-layers capping systems, is aimed at reducing leachate seepage and water infiltration into the landfill body as well as gas migration, while eventually mitigating methane emissions through the placement of active oxidation layers (biocovers). Leachate collection and removal systems are designed to minimize water head forming on the bottom section of the landfill and consequent seepages through the liner system. Finally, gas extraction and utilization systems, allow to recover energy from landfill gas while reducing explosion and fire risks associated with methane accumulation, even though much depends on gas collection efficiency achieved in the field (range: 60-90% Spokas et al., 2006; Huitric and Kong, 2006). Hence, impacts on the surrounding environment caused by the polluting substances released from the deposited waste through liquid and gas emissions can be potentially mitigated by a proper design of technical barriers and collection/extraction systems at the landfill site. Nevertheless, the long-term performance of containment systems to limit the landfill emissions is highly uncertain and is strongly dependent on site-specific conditions such as climate, vegetative covers, containment systems, leachate quality and applied stress. Furthermore, the design and operation of leachate collection and treatment systems, of landfill gas extraction and utilization projects, as well as the assessment of appropriate methane reduction strategies (biocovers), require reliable emission forecasts for the assessment of system feasibility and to ensure environmental compliance. To this end, landfill simulation models can represent an useful supporting tool for a better design of leachate/gas collection and treatment systems and can provide valuable information for the evaluation of best options for containment systems depending on their performances under the site-specific conditions. The capability in predicting future emissions levels at a landfill site can also be improved by combining simulation models with field observations at full-scale landfills and/or with experimental studies resembling landfill conditions. Indeed, this kind of data may allow to identify the main parameters and processes governing leachate and gas generation and can provide useful information for model refinement. In view of such need, the present research study was initially addressed to develop a new landfill screening model that, based on simplified mathematical and empirical equations, provides quantitative estimation of leachate and gas production over time, taking into account for site-specific conditions, waste properties and main landfill characteristics and processes. In order to evaluate the applicability of the developed model and the accuracy of emissions forecast, several simulations on four full-scale landfills, currently in operative management stage, were carried out. The results of these case studies showed a good correspondence of leachate estimations with monthly trend observed in the field and revealed that the reliability of model predictions is strongly influenced by the quality of input data. In particular, the initial waste moisture content and the waste compression index, which are usually data not available from a standard characterisation, were identified as the key unknown parameters affecting leachate production. Furthermore, the applicability of the model to closed landfills was evaluated by simulating different alternative capping systems and by comparing the results with those returned by the Hydrological Evaluation of Landfill Performance (HELP), which is the most worldwide used model for comparative analysis of composite liner systems. Despite the simplified approach of the developed model, simulated values of infiltration and leakage rates through the analysed cover systems were in line with those of HELP. However, it should be highlighted that the developed model provides an assessment of leachate and biogas production only from a quantitative point of view. The leachate and biogas composition was indeed not included in the forecast model, as strongly linked to the type of waste that makes the prediction in a screening phase poorly representative of what could be expected in the field. Hence, for a qualitative analysis of leachate and gas emissions over time, a laboratory methodology including different type of lab-scale tests was applied to a particular waste material. Specifically, the research was focused on mechanically biologically treated (MBT) wastes which, after the introduction of the European Landfill Directive 1999/31/EC (European Commission, 1999) that imposes member states to dispose of in landfills only wastes that have been preliminary subjected to treatment, are becoming the main flow waste landfilled in new Italian facilities. However, due to the relatively recent introduction of the MBT plants within the waste management system, very few data on leachate and gas emissions from MBT waste in landfills are available and, hence, the current knowledge mainly results from laboratory studies. Nevertheless, the assessment of the leaching characteristics of MBT materials and the evaluation of how the environmental conditions may affect the heavy metals mobility are still poorly investigated in literature. To gain deeper insight on the fundamental mechanisms governing the constituents release from MBT wastes, several leaching experiments were performed on MBT samples collected from an Italian MBT plant and the experimental results were modelled to obtain information on the long-term leachate emissions. Namely, a combination of experimental leaching tests were performed on fully-characterized MBT waste samples and the effect of different parameters, mainly pH and liquid to solid ratio (L/S,) on the compounds release was investigated by combining pH static-batch test, pH dependent tests and dynamic up-flow column percolation experiments. The obtained results showed that, even though MBT wastes were characterized by relatively high heavy metals content, only a limited amount was actually soluble and thus bioavailable. Furthermore, the information provided by the different tests highlighted the existence of a strong linear correlation between the release pattern of dissolved organic carbon (DOC) and several metals (Co, Cr, Cu, Ni, V, Zn), suggesting that complexation to DOC is the leaching controlling mechanism of these elements. Thus, combining the results of batch and up-flow column percolation tests, partition coefficients between DOC and metals concentration were derived. These data, coupled with a simplified screening model for DOC release, allowed to get a very good prediction of metal release during the experiments and may provide useful indications for the evaluation of long-term emissions from this type of waste in a landfill disposal scenario. In order to complete the study on the MBT waste environmental behaviour, gas emissions from MBT waste were examined by performing different anaerobic tests. The main purpose of this study was to evaluate the potential gas generation capacity of wastes and to assess possible implications on gas generation resulting from the different environmental conditions expected in the field. To this end, anaerobic batch tests were performed at a wide range of water contents (26-43 %w/w up to 75 %w/w on wet weight) and temperatures (from 20-25 °C up to 55 °C) in order to simulate different landfill management options (dry tomb or bioreactor landfills). In nearly all test conditions, a quite long lag-phase was observed (several months) due to the inhibition effects resulting from high concentrations of volatile fatty acids (VFAs) and ammonia that highlighted a poor stability degree of the analysed material. Furthermore, experimental results showed that the initial waste water content is the key factor limiting the anaerobic biological process. Indeed, when the waste moisture was lower than 32 %w/w the methanogenic microbial activity was completely inhibited. Overall, the obtained results indicated that the operative conditions drastically affect the gas generation from MBT waste, in terms of both gas yield and generation rate. This suggests that particular caution should be paid when using the results of lab-scale tests for the evaluation of long-term behaviour expected in the field, where the boundary conditions change continuously and vary significantly depending on the climate, the landfill operative management strategies in place (e.g. leachate recirculation, waste disposal methods), the hydraulic characteristics of buried waste, the presence and type of temporary and final cover systems.
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Books on the topic "Sito di legame"

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Sperti, Luigi, Margherita Tirelli, and Silvia Cipriano. Prima dello scavo. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-284-0.

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Abstract:
Il volume raccoglie i risultati della prima campagna di survey effettuata dall’Università Ca’ Foscari nel sito di Altino, in località Ghiacciaia, un’ampia area di proprietà demaniale che corrisponde alla parte nord-orientale dell’abitato della città antica. Si tratta quindi di uno dei pochi interventi sistematici sull’area urbana, rimasta sino ad ora ai margini delle ricerche sulla città veneta. I docenti, i dottorandi e gli studenti coinvolti affrontano sia temi generali – dalla storia degli studi sull’area alle tecniche di ricognizione – sia il ricco materiale emerso nel corso della ricognizione, fornendone un basilare inquadramento tipologico e cronologico. L’indagine archeologica e la ricerca scientifica che in questi ultimi decenni hanno interessato l’area altinate mettono sempre più in luce la rilevanza del sito, che si impone come uno dei luoghi nodali nel panorama veneto dalla prima età del Ferro fino all’età tardoantica, indissolubilmente legato alla nascita di Torcello e quindi all’origine di Venezia.
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Ferrone, Siro, ed. www.drammaturgia.it. Florence: Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-435-6.

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Abstract:
Drammaturgia è un sito scientifico che affronta tematiche legate al mondo del cinema, del teatro, della danza e della musica e viene aggiornato costantemente con nuovi interventi, segnalazioni e recensioni delle più interessanti pubblicazioni del settore. Il sito, pubblicato con il contributo del Corso di Laurea in Progettazione e Gestione di Eventi e Imprese dell'Arte e dello Spettacolo, è riconosciuto come pubblicazione di alto valore culturale dal Ministero dei Beni artistici e culturali.
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Jasink, Anna Margherita, and Giulia Dionisio, eds. MUSINT 2. Florence: Firenze University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-396-4.

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Abstract:
Musint 2 si propone come un testo da ‘leggere’ che accompagna il nuovo sito-web MUSINT II, seguendo e innovando le linee generali del precedente MUSINT. Ma, come i due progetti on-line differiscono sia negli aspetti tecnici che nei contenuti, pur mantenendo principi e finalità analoghi, così anche il nuovo volume assume un ruolo che lo rende una novità più consona ai progressi che caratterizzano le discipline archeologiche sia sotto l’aspetto scientifico che quello didattico. Viene mantenuta la suddivisione in tre sezioni. La prima contiene una serie di lavori direttamente legati al sito MUSINT II. Si nota un aumento delle presentazioni relative agli aspetti tecnici e didattici, ritenuti una innovazione del nuovo sito, rispetto ai contributi scientifici intesi in senso più tradizionale. La seconda sezione presenta una esemplificazione di lavori significativi di musealizzazione virtuale, volutamente scelta negli ambiti più vari, sottolineandone il taglio didattico. La terza sezione si presenta sullo stesso piano di quella del volume precedente, anche se sono riscontrabili delle novità proprio nella scelta delle ricerche: vengono infatti presentate tematiche già proposte in fase sperimentale e nuove ricerche che si sono venute individuando nel corso di questi anni attraverso le conoscenze più ampie sulle possibilità di una museologia digitale e interattiva.
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Gustapane, Antonello. Il ruolo del pubblico ministero nella Costituzione italiana. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg259.

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Abstract:
La Costituzione italiana ha trasformato in maniera innovativa il ruolo del pubblico ministero: da rappresentante del potere esecutivo presso l’autorità giurisdizionale, gerarchicamente sottoposto al Ministro della giustizia, che è tipico dei paesi di civil law , ad autonomo potere pubblico, titolare della pretesa punitiva dello Stato da esercitare obbligatoriamente nei casi stabiliti dalla legge e secondo le forme del giusto processo, e inserito nell’ambito dell’ordine giudiziario governato dal Csm. Nel volume, i principi costituzionali in tema di funzione requirente vengono quindi sviluppati sino a sostenere che, per rispettare appieno il ruolo che la Costituzione attribuisce al pubblico ministero di promotore a fini di giustizia dell’intervento decisorio del giudice, i poteri direttivi, che la riforma Castelli/Mastella conferisce al procuratore della Repubblica, devono essere interpretati in modo da rispettare la posizione di esclusiva sottoposizione alla legge costituzionalmente conforme, che è propria di ogni magistrato ordinario, compreso quello addetto alle funzioni requirenti. La ricerca si chiude difendendo i sempre attuali principi costituzionali sul pubblico ministero dai tentativi di stravolgimento operati con il disegno di legge costituzionale sulla giustizia presentato il 7 aprile 2011 dalle forze politiche di centro-destra.
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Bolzonella, Marco. Oltre i confini del dogado. L’espansione patrimoniale degli enti ecclesiastici veneziani nel Padovano (secoli IX-XIV). Viella, 2022. http://dx.doi.org/10.52056/9788833139753.

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Abstract:
Già a partire dal IX secolo gli enti ecclesiastici veneziani – come del resto le famiglie patrizie, legate ad essi da complessi rapporti – acquisirono beni fondiari in terraferma: il Padovano iniziò, quindi, a configurarsi come un’area di vitale importanza per la produzione e il rifornimento (attraverso il Brenta e altre vie d’acqua) di derrate agricole per la città lagunare. Fu in particolare nei secoli XII-XIV (quelli della crescita e della crisi, per Venezia come per Padova) che il fenomeno prese consistenza; ed è allora, soprattutto, che fu prodotta una documentazione molto ricca e varia. Monaci, monache, badesse, amministratori veneziani instaurarono relazioni strette, e dai mille risvolti, con la società rurale del territorio padovano (da Monselice a Bagnoli, da Piove di Sacco a Vigodarzere, da Teolo a Vigonza) ma anche con la città, ove acquisirono case e magazzini, e il suo ceto dirigente. La formazione e la secolare presenza di questo ‘contado invisibile’ di Venezia, già illustrate da molti studi, costituisce uno sfondo cruciale sul quale si imposta sino al Trecento il controverso, molto spesso apertamente conflittuale, rapporto di coesistenza tra Venezia e Padova conclusosi con la guerra di conquista del 1405 e l’inclusione della città antoniana nello stato da Terra.
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Casale, Davide. L'automaticità delle prestazioni previdenziali. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg289.

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Abstract:
Il volume s’incentra sul principio d’automaticità delle prestazioni previdenziali, in base al quale a talune condizioni esse spettano al lavoratore anche quando la contribuzione obbligatoria non sia stata versata dal datore. Questa tutela mitiga i deleteri effetti dell’omissione contributiva, contemperando la necessità di finanziamento del sistema con le fondamentali esigenze di solidarietà sociale, ai fini dell’effettività e, quindi, dell’adeguatezza delle provvidenze(art. 38 Cost.). Nel centenario dalla sua prima apparizione in Italia nella disciplina infortunistica del 1917,la progressiva affermazione di questo principio, confluito nel Codice civile (art. 2116 c.c.), viene ricostruita criticamente sino agli sviluppi recenti. Anche a seguito di un’esplicita giurisprudenza costituzionale di fine secolo, difatti, è tutt’ora in corso un’espansione dell’ambito d’applicazione oggettivo e soggettivo di questa tutela. L’automaticità è declinata dal legislatore in maniera non omogenea per le diverse prestazioni: l’attenzione viene qui concentrata sulla tutela d’invalidità, vecchiaia e superstiti, al cui proposito si pongono le più delicate questioni di bilanciamento valoriale. Al centro della trattazione sono le responsabilità correlate all’automaticità dei diritti previdenziali, in particolare quelle del datore e dell’ente previdenziale. L’idea di responsabilità assume importanza anche con riguardo al crescente ruolo del lavoratore. Dalla ricostruzione emerge come la modulazione legale dei limiti, condizionanti l’applicazione dell’automaticità delle prestazioni, sia funzionale alla convergenza dell’interesse individuale con l’interesse pubblico: l’uno inerente all’integrità della posizione contributiva e l’altro all’effettività della riscossione.
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Conference papers on the topic "Sito di legame"

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Ragosta, Annamaria, and Bianca Gioia Marino. "Close to the volcan. Knowledge, conservation and enhancement of a Vesuvian vernacular heritage." In HERITAGE2022 International Conference on Vernacular Heritage: Culture, People and Sustainability. Valencia: Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/heritage2022.2022.15377.

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Abstract:
Nell'area circostante le pendici del vulcano è individuabile un reticolo storico di architettura rurale creato dalla nota fertilità del suolo vesuviano. Il terreno, ricco di minerali per la natura piroclastica del sito, ha favorito fin dall'epoca romana la costruzione di strutture agricole, più o meno concentrate in aree dove la natura impervia del suolo consentiva un proficuo insediamento per la coltivazione. La rete di tali esempi di architettura vernacolare, situata entro i confini del Parco Nazionale del Vesuvio, è ancora oggi visibile, seppur frammentata e in stato di abbandono. Una ricerca in corso ha permesso di effettuare una prima rigorosa indagine. Tali edifici sono espressione di criteri distributivi coerenti con la loro funzione e rappresentano lo stretto rapporto tra tipologia insediativa e territorio. Questa particolarità si riflette fortemente nelle tecniche costruttive e rappresenta anche la testimonianza materiale di un particolare savoir-faire edilizio tramandato nei secoli. Vengono utilizzati materiali prelevati dal sito (es. lave, schiuma lavica, lapilli, pomice, ecc.) e sebbene non vi sia un'esatta estrazione della pietra, esiste la tecnica 'a cantieri' con una malta forte come legante. La tipologia è diversificata: dal piccolo presidio all'edificio disposto su due livelli, talvolta turriti, a seconda dell'impegno produttivo e colturale. A differenza delle masserie tradizionali poste più a valle, già oggetto di una notevole storiografia, questi casi di architettura rurale posti più a monte non sono mai stati oggetto di indagine sistematica. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli.
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Mininni, Mariavaleria, Luigi Guastamacchia, and Teresa Pagnelli. "Rinaturalizzare/reinventare/riparare: azioni paesaggistiche per il riuso del paesaggio estrattivo: il caso studio della nuova provincia BAT." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8021.

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Abstract:
L’attività estrattiva ha costituito per la Puglia un importante motore di sviluppo economico e produttivo, uso del territorio legato alla sua tradizione storico-costruttiva. In particolare il bacino estrattivo della nuova provincia Barletta – Andria – Trani (BAT), a nord di Bari, in crisi ed in parte dismesso, è stato per la Regione uno dei riferimenti per l’ economia, non sempre sensibile verso le indotte trasformazioni sul paesaggio e territorio. Il presente contributo si propone di indagare quale possa essere il punto d’incontro tra il processo di pianificazione e quello produttivo, al fine di individuare strategie con cui operare il ripristino e la restituzione di usi, significati e valori a siti estrattivi ormai dismessi; attivando proattivamente e propositivamente processi virtuosi capaci di innescare da un lato una migliore gestione del paesaggio e dall’altro la necessaria innovazione nel sistema di gestione del comparto estrattivo risorse per il territorio. Partendo dall’atto di avvio del PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), attento al recupero di cave esaurite ed abbandonate, si è cercato di definire un percorso metodologico e progettuale, nel quale il presupposto di riacquisire le cave esaurite in un processo di sviluppo sostenibile del territorio trova, attraverso azioni di paesaggio ripensate come le “3R”: Rinaturalizzare, Reinventare, Riparare, proposte strategiche di trasformazione territoriale in grado di delineare scenari futuri per il territorio e per i nuovi contesti di vita. Operativamente attraverso lo strumento delle linee guida sono state messe a sistema le tre azioni di paesaggio in risposta alle criticità che derivano dai processi e conflitti in atto individuati dai progetti territoriali di paesaggio regionale, con l’obiettivo di pensare al riuso delle cave esaurite per consolidare e valorizzare i caratteri di ciascun contesto di vita, e creare nuovi valori e risignificazione dei luoghi. The mining activity has been an important driver of economic and productive development for the Apulia region, representing a land use inextricably linked to its historical and constituting tradition. In particular, the mining basin of the comprehensive province Barletta - Andria - Trani (BAT), north of Bari, is now undergoing a crisis and has been partly dismissed. However, it has always been an important driving force for the local economy of the region. The consequent problems associated with landscape modification and alteration, land use,waste and sludge proper disposal have never been sufficiently taken into account This paper aims to investigate a possible meeting point between the planning and the production processes, in order to identify recovery and recycling strategies, as well as identifying how to return the dismissed extraction sites their former uses, meanings and values by proactively activating virtuous processes capable of triggering a better landscape management on the one hand and, on the other hand, the necessary innovation of the mining management system, allowing it to be a territorial resource again. Starting from the act of initiating the PTCP (Provincial Territorial Coordination Plan), attentive to the recovery of exhausted quarries and abandoned, we have tried to define a methodological and design, in which the assumption of regaining the exhausted quarries in the process of development sustainable land is, through actions of landscape rethought as the "3R" renaturalise, Reinvent, Repairing, policy proposals of territorial transformation can outline future scenarios for the region and for new life contexts. Operationally, through the instrument of the guidelines have been put in the system landscape of three actions in response to the issues that arise from the processes and ongoing conflicts as identified by the local projects of regional landscape, with the aim of thinking about the reuse of exhausted quarries for consolidate and enhance the characteristics of each context of life, and create new values and re-signification of places.
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