Dissertations / Theses on the topic 'Sistemi urbani'

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Di, Bari Salvatore <1979&gt. "Dalla regione policentrica ai sistemi urbani. Locale e globale una ricerca di coerenze." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2113/1/dibari_salvatore_tesi.pdf.pdf.

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Abstract:
La ricerca svolta ha individuato fra i suoi elementi promotori l’orientamento determinato da parte della comunità europea di dare vita e sostegno ad ambiti territoriali intermedi sub nazionali di tipo regionale all’interno dei quali i sistemi di città potessero raggiungere le massime prestazioni tecnologiche per cogliere gli effetti positivi delle innovazioni. L’orientamento europeo si è confrontato con una realtà storica e geografica molto variata in quanto accanto a stati membri, nei quali le gerarchie fra città sono storicamente radicate e funzionalmente differenziate secondo un ordine che vede la città capitale dominante su città subalterne nelle quali la cultura di dominio del territorio non è né continua né gerarchizzata sussistono invece territori nazionali compositi con una città capitale di riconosciuto potere ma con città di minor dimensione che da secoli esprimono una radicata incisività nella organizzazione del territorio di appartenenza. Alla prima tipologia di stati appartengono ad esempio i Paesi del Nord Europa e l’Inghilterra, esprimendo nella Francia una situazione emblematica, alla seconda tipologia appartengono invece i Paesi dell’aera mediterranea, Italia in primis, con la grande eccezione della Germania. Applicando gli intendimenti comunitari alla realtà locale nazionale, questa tesi ha avviato un approfondimento di tipo metodologico e procedurale sulla possibile organizzazione a sistema di una regione fortemente policentrica nel suo sviluppo e “artificiosamente” rinata ad unità, dopo le vicende del XIX secolo: l’Emilia-Romagna. Anche nelle regioni che si presentano come storicamente organizzate sulla pluralità di centri emergenti, il rapporto col territorio è mediato da centri urbani minori che governano il tessuto cellulare delle aggregazioni di servizi di chiara origine agraria. Questo stato di cose comporta a livello politico -istituzionale una dialettica vivace fra territori voluti dalle istituzioni e territori legittimati dal consolidamento delle tradizioni confermato dall’uso attuale. La crescente domanda di capacità di governo dello sviluppo formulata dagli operatori economici locali e sostenuta dalle istituzioni europee si confronta con la scarsa capacità degli enti territoriali attuali: Regioni, Comuni e Province di raggiungere un livello di efficienza sufficiente ad organizzare sistemi di servizi adeguati a sostegno della crescita economica. Nel primo capitolo, dopo un breve approfondimento sulle “figure retoriche comunitarie”, quali il policentrismo, la governance, la coesione territoriale, utilizzate per descrivere questi fenomeni in atto, si analizzano gli strumenti programmatici europei e lo S.S.S.E,. in primis, che recita “Per garantire uno sviluppo regionale equilibrato nella piena integrazione anche nell’economia mondiale, va perseguito un modello di sviluppo policentrico, al fine di impedire un’ulteriore eccessiva concentrazione della forza economica e della popolazione nei territori centrali dell’UE. Solo sviluppando ulteriormente la struttura, relativamente decentrata, degli insediamenti è possibile sfruttare il potenziale economico di tutte le regioni europee.” La tesi si inserisce nella fase storica in cui si tenta di definire quali siano i nuovi territori funzionali e su quali criteri si basa la loro riconoscibilità; nel tentativo di adeguare ad essi, riformandoli, i territori istituzionali. Ai territori funzionali occorre riportare la futura fiscalità, ed è la scala adeguata per l'impostazione della maggior parte delle politiche, tutti aspetti che richiederanno anche la necessità di avere una traduzione in termini di rappresentanza/sanzionabilità politica da parte dei cittadini. Il nuovo governo auspicato dalla Comunità Europea prevede una gestione attraverso Sistemi Locali Territoriali (S.Lo.t.) definiti dalla combinazione di milieu locale e reti di attori che si comportano come un attore collettivo. Infatti il secondo capitolo parte con l’indagare il concetto di “regione funzionale”, definito sulla base della presenza di un nucleo e di una corrispondente area di influenza; che interagisce con altre realtà territoriali in base a relazioni di tipo funzionale, per poi arrivare alla definizione di un Sistema Locale territoriale, modello evoluto di regione funzionale che può essere pensato come una rete locale di soggetti i quali, in funzione degli specifici rapporti che intrattengono fra loro e con le specificità territoriali del milieu locale in cui operano e agiscono, si comportano come un soggetto collettivo. Identificare un sistema territoriale, è una condizione necessaria, ma non sufficiente, per definire qualsiasi forma di pianificazione o governance territoriale, perchè si deve soprattutto tener conto dei processi di integrazione funzionale e di networking che si vengono a generare tra i diversi sistemi urbani e che sono specchio di come il territorio viene realmente fruito., perciò solo un approccio metodologico capace di sfumare e di sovrapporre le diverse perimetrazioni territoriali riesce a definire delle aree sulle quali definire un’azione di governo del territorio. Sin dall’inizio del 2000 il Servizio Sviluppo Territoriale dell’OCSE ha condotto un’indagine per capire come i diversi paesi identificavano empiricamente le regioni funzionali. La stragrande maggioranza dei paesi adotta una definizione di regione funzionale basata sul pendolarismo. I confini delle regioni funzionali sono stati definiti infatti sulla base di “contorni” determinati dai mercati locali del lavoro, a loro volta identificati sulla base di indicatori relativi alla mobilità del lavoro. In Italia, la definizione di area urbana funzionale viene a coincidere di fatto con quella di Sistema Locale del Lavoro (SLL). Il fatto di scegliere dati statistici legati a caratteristiche demografiche è un elemento fondamentale che determina l’ubicazione di alcuni servizi ed attrezzature e una mappa per gli investimenti nel settore sia pubblico che privato. Nell’ambito dei programmi europei aventi come obiettivo lo sviluppo sostenibile ed equilibrato del territorio fatto di aree funzionali in relazione fra loro, uno degli studi di maggior rilievo è stato condotto da ESPON (European Spatial Planning Observation Network) e riguarda l’adeguamento delle politiche alle caratteristiche dei territori d’Europa, creando un sistema permanente di monitoraggio del territorio europeo. Sulla base di tali indicatori vengono costruiti i ranking dei diversi FUA e quelli che presentano punteggi (medi) elevati vengono classificati come MEGA. In questo senso, i MEGA sono FUA/SLL particolarmente performanti. In Italia ve ne sono complessivamente sei, di cui uno nella regione Emilia-Romagna (Bologna). Le FUA sono spazialmente interconnesse ed è possibile sovrapporre le loro aree di influenza. Tuttavia, occorre considerare il fatto che la prossimità spaziale è solo uno degli aspetti di interazione tra le città, l’altro aspetto importante è quello delle reti. Per capire quanto siano policentrici o monocentrici i paesi europei, il Progetto Espon ha esaminato per ogni FUA tre differenti parametri: la grandezza, la posizione ed i collegamenti fra i centri. La fase di analisi della tesi ricostruisce l’evoluzione storica degli strumenti della pianificazione regionale analizzandone gli aspetti organizzativi del livello intermedio, evidenziando motivazioni e criteri adottati nella suddivisione del territorio emilianoromagnolo (i comprensori, i distretti industriali, i sistemi locali del lavoro…). La fase comprensoriale e quella dei distretti, anche se per certi versi effimere, hanno avuto comunque il merito di confermare l’esigenza di avere un forte organismo intermedio di programmazione e pianificazione. Nel 2007 la Regione Emilia Romagna, nell’interpretare le proprie articolazioni territoriali interne, ha adeguato le proprie tecniche analitiche interpretative alle direttive contenute nel Progetto E.S.P.O.N. del 2001, ciò ha permesso di individuare sei S.Lo.T ( Sistemi Territoriali ad alta polarizzazione urbana; Sistemi Urbani Metropolitani; Sistemi Città – Territorio; Sistemi a media polarizzazione urbana; Sistemi a bassa polarizzazione urbana; Reti di centri urbani di piccole dimensioni). Altra linea di lavoro della tesi di dottorato ha riguardato la controriprova empirica degli effettivi confini degli S.Lo.T del PTR 2007 . Dal punto di vista metodologico si è utilizzato lo strumento delle Cluster Analisys per impiegare il singolo comune come polo di partenza dei movimenti per la mia analisi, eliminare inevitabili approssimazioni introdotte dalle perimetrazioni legate agli SLL e soprattutto cogliere al meglio le sfumature dei confini amministrativi dei diversi comuni e province spesso sovrapposti fra loro. La novità è costituita dal fatto che fino al 2001 la regione aveva definito sullo stesso territorio una pluralità di ambiti intermedi non univocamente circoscritti per tutte le funzioni ma definiti secondo un criterio analitico matematico dipendente dall’attività settoriale dominante. In contemporanea col processo di rinnovamento della politica locale in atto nei principali Paesi dell’Europa Comunitaria si va delineando una significativa evoluzione per adeguare le istituzioni pubbliche che in Italia comporta l’attuazione del Titolo V della Costituzione. In tale titolo si disegna un nuovo assetto dei vari livelli Istituzionali, assumendo come criteri di riferimento la semplificazione dell’assetto amministrativo e la razionalizzazione della spesa pubblica complessiva. In questa prospettiva la dimensione provinciale parrebbe essere quella tecnicamente più idonea per il minimo livello di pianificazione territoriale decentrata ma nel contempo la provincia come ente amministrativo intermedio palesa forti carenze motivazionali in quanto l’ente storico di riferimento della pianificazione è il comune e l’ente di gestione delegato dallo stato è la regione: in generale troppo piccolo il comune per fare una programmazione di sviluppo, troppo grande la regione per cogliere gli impulsi alla crescita dei territori e delle realtà locali. Questa considerazione poi deve trovare elementi di compatibilità con la piccola dimensione territoriale delle regioni italiane se confrontate con le regioni europee ed i Laender tedeschi. L'individuazione di criteri oggettivi (funzionali e non formali) per l'individuazione/delimitazione di territori funzionali e lo scambio di prestazioni tra di essi sono la condizione necessaria per superare l'attuale natura opzionale dei processi di cooperazione interistituzionale (tra comuni, ad esempio appartenenti allo stesso territorio funzionale). A questo riguardo molto utile è l'esperienza delle associazioni, ma anche delle unioni di comuni. Le esigenze della pianificazione nel riordino delle istituzioni politico territoriali decentrate, costituiscono il punto finale della ricerca svolta, che vede confermato il livello intermedio come ottimale per la pianificazione. Tale livello è da intendere come dimensione geografica di riferimento e non come ambito di decisioni amministrative, di governance e potrebbe essere validamente gestito attraverso un’agenzia privato-pubblica dello sviluppo, alla quale affidare la formulazione del piano e la sua gestione. E perché ciò avvenga è necessario che il piano regionale formulato da organi politici autonomi, coordinati dall’attività dello stato abbia caratteri definiti e fattibilità economico concreta.
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Di, Bari Salvatore <1979&gt. "Dalla regione policentrica ai sistemi urbani. Locale e globale una ricerca di coerenze." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2113/.

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Abstract:
La ricerca svolta ha individuato fra i suoi elementi promotori l’orientamento determinato da parte della comunità europea di dare vita e sostegno ad ambiti territoriali intermedi sub nazionali di tipo regionale all’interno dei quali i sistemi di città potessero raggiungere le massime prestazioni tecnologiche per cogliere gli effetti positivi delle innovazioni. L’orientamento europeo si è confrontato con una realtà storica e geografica molto variata in quanto accanto a stati membri, nei quali le gerarchie fra città sono storicamente radicate e funzionalmente differenziate secondo un ordine che vede la città capitale dominante su città subalterne nelle quali la cultura di dominio del territorio non è né continua né gerarchizzata sussistono invece territori nazionali compositi con una città capitale di riconosciuto potere ma con città di minor dimensione che da secoli esprimono una radicata incisività nella organizzazione del territorio di appartenenza. Alla prima tipologia di stati appartengono ad esempio i Paesi del Nord Europa e l’Inghilterra, esprimendo nella Francia una situazione emblematica, alla seconda tipologia appartengono invece i Paesi dell’aera mediterranea, Italia in primis, con la grande eccezione della Germania. Applicando gli intendimenti comunitari alla realtà locale nazionale, questa tesi ha avviato un approfondimento di tipo metodologico e procedurale sulla possibile organizzazione a sistema di una regione fortemente policentrica nel suo sviluppo e “artificiosamente” rinata ad unità, dopo le vicende del XIX secolo: l’Emilia-Romagna. Anche nelle regioni che si presentano come storicamente organizzate sulla pluralità di centri emergenti, il rapporto col territorio è mediato da centri urbani minori che governano il tessuto cellulare delle aggregazioni di servizi di chiara origine agraria. Questo stato di cose comporta a livello politico -istituzionale una dialettica vivace fra territori voluti dalle istituzioni e territori legittimati dal consolidamento delle tradizioni confermato dall’uso attuale. La crescente domanda di capacità di governo dello sviluppo formulata dagli operatori economici locali e sostenuta dalle istituzioni europee si confronta con la scarsa capacità degli enti territoriali attuali: Regioni, Comuni e Province di raggiungere un livello di efficienza sufficiente ad organizzare sistemi di servizi adeguati a sostegno della crescita economica. Nel primo capitolo, dopo un breve approfondimento sulle “figure retoriche comunitarie”, quali il policentrismo, la governance, la coesione territoriale, utilizzate per descrivere questi fenomeni in atto, si analizzano gli strumenti programmatici europei e lo S.S.S.E,. in primis, che recita “Per garantire uno sviluppo regionale equilibrato nella piena integrazione anche nell’economia mondiale, va perseguito un modello di sviluppo policentrico, al fine di impedire un’ulteriore eccessiva concentrazione della forza economica e della popolazione nei territori centrali dell’UE. Solo sviluppando ulteriormente la struttura, relativamente decentrata, degli insediamenti è possibile sfruttare il potenziale economico di tutte le regioni europee.” La tesi si inserisce nella fase storica in cui si tenta di definire quali siano i nuovi territori funzionali e su quali criteri si basa la loro riconoscibilità; nel tentativo di adeguare ad essi, riformandoli, i territori istituzionali. Ai territori funzionali occorre riportare la futura fiscalità, ed è la scala adeguata per l'impostazione della maggior parte delle politiche, tutti aspetti che richiederanno anche la necessità di avere una traduzione in termini di rappresentanza/sanzionabilità politica da parte dei cittadini. Il nuovo governo auspicato dalla Comunità Europea prevede una gestione attraverso Sistemi Locali Territoriali (S.Lo.t.) definiti dalla combinazione di milieu locale e reti di attori che si comportano come un attore collettivo. Infatti il secondo capitolo parte con l’indagare il concetto di “regione funzionale”, definito sulla base della presenza di un nucleo e di una corrispondente area di influenza; che interagisce con altre realtà territoriali in base a relazioni di tipo funzionale, per poi arrivare alla definizione di un Sistema Locale territoriale, modello evoluto di regione funzionale che può essere pensato come una rete locale di soggetti i quali, in funzione degli specifici rapporti che intrattengono fra loro e con le specificità territoriali del milieu locale in cui operano e agiscono, si comportano come un soggetto collettivo. Identificare un sistema territoriale, è una condizione necessaria, ma non sufficiente, per definire qualsiasi forma di pianificazione o governance territoriale, perchè si deve soprattutto tener conto dei processi di integrazione funzionale e di networking che si vengono a generare tra i diversi sistemi urbani e che sono specchio di come il territorio viene realmente fruito., perciò solo un approccio metodologico capace di sfumare e di sovrapporre le diverse perimetrazioni territoriali riesce a definire delle aree sulle quali definire un’azione di governo del territorio. Sin dall’inizio del 2000 il Servizio Sviluppo Territoriale dell’OCSE ha condotto un’indagine per capire come i diversi paesi identificavano empiricamente le regioni funzionali. La stragrande maggioranza dei paesi adotta una definizione di regione funzionale basata sul pendolarismo. I confini delle regioni funzionali sono stati definiti infatti sulla base di “contorni” determinati dai mercati locali del lavoro, a loro volta identificati sulla base di indicatori relativi alla mobilità del lavoro. In Italia, la definizione di area urbana funzionale viene a coincidere di fatto con quella di Sistema Locale del Lavoro (SLL). Il fatto di scegliere dati statistici legati a caratteristiche demografiche è un elemento fondamentale che determina l’ubicazione di alcuni servizi ed attrezzature e una mappa per gli investimenti nel settore sia pubblico che privato. Nell’ambito dei programmi europei aventi come obiettivo lo sviluppo sostenibile ed equilibrato del territorio fatto di aree funzionali in relazione fra loro, uno degli studi di maggior rilievo è stato condotto da ESPON (European Spatial Planning Observation Network) e riguarda l’adeguamento delle politiche alle caratteristiche dei territori d’Europa, creando un sistema permanente di monitoraggio del territorio europeo. Sulla base di tali indicatori vengono costruiti i ranking dei diversi FUA e quelli che presentano punteggi (medi) elevati vengono classificati come MEGA. In questo senso, i MEGA sono FUA/SLL particolarmente performanti. In Italia ve ne sono complessivamente sei, di cui uno nella regione Emilia-Romagna (Bologna). Le FUA sono spazialmente interconnesse ed è possibile sovrapporre le loro aree di influenza. Tuttavia, occorre considerare il fatto che la prossimità spaziale è solo uno degli aspetti di interazione tra le città, l’altro aspetto importante è quello delle reti. Per capire quanto siano policentrici o monocentrici i paesi europei, il Progetto Espon ha esaminato per ogni FUA tre differenti parametri: la grandezza, la posizione ed i collegamenti fra i centri. La fase di analisi della tesi ricostruisce l’evoluzione storica degli strumenti della pianificazione regionale analizzandone gli aspetti organizzativi del livello intermedio, evidenziando motivazioni e criteri adottati nella suddivisione del territorio emilianoromagnolo (i comprensori, i distretti industriali, i sistemi locali del lavoro…). La fase comprensoriale e quella dei distretti, anche se per certi versi effimere, hanno avuto comunque il merito di confermare l’esigenza di avere un forte organismo intermedio di programmazione e pianificazione. Nel 2007 la Regione Emilia Romagna, nell’interpretare le proprie articolazioni territoriali interne, ha adeguato le proprie tecniche analitiche interpretative alle direttive contenute nel Progetto E.S.P.O.N. del 2001, ciò ha permesso di individuare sei S.Lo.T ( Sistemi Territoriali ad alta polarizzazione urbana; Sistemi Urbani Metropolitani; Sistemi Città – Territorio; Sistemi a media polarizzazione urbana; Sistemi a bassa polarizzazione urbana; Reti di centri urbani di piccole dimensioni). Altra linea di lavoro della tesi di dottorato ha riguardato la controriprova empirica degli effettivi confini degli S.Lo.T del PTR 2007 . Dal punto di vista metodologico si è utilizzato lo strumento delle Cluster Analisys per impiegare il singolo comune come polo di partenza dei movimenti per la mia analisi, eliminare inevitabili approssimazioni introdotte dalle perimetrazioni legate agli SLL e soprattutto cogliere al meglio le sfumature dei confini amministrativi dei diversi comuni e province spesso sovrapposti fra loro. La novità è costituita dal fatto che fino al 2001 la regione aveva definito sullo stesso territorio una pluralità di ambiti intermedi non univocamente circoscritti per tutte le funzioni ma definiti secondo un criterio analitico matematico dipendente dall’attività settoriale dominante. In contemporanea col processo di rinnovamento della politica locale in atto nei principali Paesi dell’Europa Comunitaria si va delineando una significativa evoluzione per adeguare le istituzioni pubbliche che in Italia comporta l’attuazione del Titolo V della Costituzione. In tale titolo si disegna un nuovo assetto dei vari livelli Istituzionali, assumendo come criteri di riferimento la semplificazione dell’assetto amministrativo e la razionalizzazione della spesa pubblica complessiva. In questa prospettiva la dimensione provinciale parrebbe essere quella tecnicamente più idonea per il minimo livello di pianificazione territoriale decentrata ma nel contempo la provincia come ente amministrativo intermedio palesa forti carenze motivazionali in quanto l’ente storico di riferimento della pianificazione è il comune e l’ente di gestione delegato dallo stato è la regione: in generale troppo piccolo il comune per fare una programmazione di sviluppo, troppo grande la regione per cogliere gli impulsi alla crescita dei territori e delle realtà locali. Questa considerazione poi deve trovare elementi di compatibilità con la piccola dimensione territoriale delle regioni italiane se confrontate con le regioni europee ed i Laender tedeschi. L'individuazione di criteri oggettivi (funzionali e non formali) per l'individuazione/delimitazione di territori funzionali e lo scambio di prestazioni tra di essi sono la condizione necessaria per superare l'attuale natura opzionale dei processi di cooperazione interistituzionale (tra comuni, ad esempio appartenenti allo stesso territorio funzionale). A questo riguardo molto utile è l'esperienza delle associazioni, ma anche delle unioni di comuni. Le esigenze della pianificazione nel riordino delle istituzioni politico territoriali decentrate, costituiscono il punto finale della ricerca svolta, che vede confermato il livello intermedio come ottimale per la pianificazione. Tale livello è da intendere come dimensione geografica di riferimento e non come ambito di decisioni amministrative, di governance e potrebbe essere validamente gestito attraverso un’agenzia privato-pubblica dello sviluppo, alla quale affidare la formulazione del piano e la sua gestione. E perché ciò avvenga è necessario che il piano regionale formulato da organi politici autonomi, coordinati dall’attività dello stato abbia caratteri definiti e fattibilità economico concreta.
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Garetti, Giulia <1993&gt. "Pratiche dell'abitare comunitario nei sistemi urbani europei: la lezione di ecovillaggi e cohousing." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16285.

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Abstract:
Le città sono un prodotto della società umana e da sempre costituiscono parte integrante della vita della civitas, adattandosi alle nuove forme assunte dai processi socioculturali, giuridici ed economici. Di fatto, la capacità di ridefinire la propria identità nel tempo e nello spazio è diventata un imperativo per la sopravvivenza dei sistemi urbani odierni. Le pressioni che urbanizzazione e globalizzazione hanno imposto alle metropoli sono complesse da gestire; inoltre, il recente ruolo della città globale come motore dell’innovazione e cuore della creatività fa sì che essa necessiti di un continuo apporto di linfa vitale: investimenti privati e professionisti altamente qualificati. Nel tentativo di attrarre queste risorse, la città contemporanea offre intrattenimento e spettacolarità, rinnovandosi ad una velocità che è difficile da sostenere per una parte dei suoi residenti. Le politiche di rigenerazione, rinnovamento e riqualificazione celano spesso spoliazione ed inasprimento delle condizioni di vita urbana, nonché isolamento. Eppure, esistono esperienze dell’abitare incentrate su elementi comunitari, solidarietà ed ecologia che offrono spunti e prospettive per una riflessione sull'attuale gestione della realtà urbana: ecovillaggi e cohousing.
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Poli, Marco. "Life Cycle Assessment di sistemi alternativi per la raccolta di rifiuti urbani ed assimilati." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
La raccolta di rifiuti urbani ed assimilati può essere effettuata con modalità differenti che consentono il raggiungimento di risultati diversi in termini di miglioramento della percentuale di Raccolta Differenziata, quantità dei rifiuti indifferenziati e qualità delle frazioni raccolte in modo differenziato. Lo scopo di questo studio è quello di effettuare una analisi LCA su sistemi alternativi per la raccolta rifiuti, al fine di valutare i differenti impatti ambientali, quali siano i contributi dei trasporti a tali impatti, l’influenza delle singole filiere di rifiuti e della qualità dei materiali raccolti in modo differenziato. Sono stati confrontati i seguenti Scenari di raccolta territoriale: • Sistema stradale con cassonetti a libero accesso; • Sistema con Isole Ecologiche di Base (IEB) accessibili mediante tessere identificative individuali; • Sistema “Porta a Porta”. Sono state inoltre definite due diverse Unità Funzionali, utilizzate per effettuare due differenti analisi LCA degli scenari sopra indicati: 1. Raccolta di rifiuti in un anno, in un territorio di dimensioni definite (LCA sistema); 2. Impatti specifici (pertanto rapportati alle effettive tonnellate) delle differenti filiere di rifiuti territoriali (LCA filiere). Come perimetro di analisi sono state considerate le principali raccolte territoriali dei rifiuti urbani e assimilati del Comune di Dozza (BO), circa 6.600 abitanti. Sono state valutate le emissioni di gas serra prodotti considerando i processi relativi a: • Trattamenti e smaltimenti delle diverse tipologie di rifiuti; • Recupero materiali ed energia; • Raccolta territoriale e trasporto agli impianti di primo conferimento; • Trasporto a successivi impianti di effettivo recupero.
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DEMALDE', CHIARA AURORA. "Cibo e sostenibilità nei sistemi urbani. Il consumo alimentare sostenibile nella città di Milano." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/52032.

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Abstract:
La sostenibilità alimentare è un tema centrale nel dibattito internazionale in quanto è uno degli ambiti più delicati e importanti per il futuro dell’umanità, considerato che l’attuale sistema alimentare risulta insostenibile sia dal punto di vista ambientale, che economico e sociale. L’urgenza di ulteriori studi e ricerche in questo ambito riguarda soprattutto i sistemi urbani in quanto le città del futuro saranno sempre più popolose e le risorse naturali ed energetiche limitate e più scarse. L’emergenza alimentare è quindi uno dei temi principali della futura low carbon society e il rapporto tra cibo e città è uno dei punti chiave su cui riflettere. Dal punto di vista teorico la tesi propone una visione interdisciplinare volta ad unire i concetti della sostenibilità alimentare con la dimensione urbana, per dare forma a una visione più completa. Viene illustrata l’importanza del cibo nell’influenzare la nostra vita e i luoghi che viviamo e la forza di cambiamento contenuta in esso. Particolare attenzione è dedicata, quindi, agli studi sulla scelta alimentare in quanto è necessario indagare in profondità le motivazioni e gli ostacoli che determinano le pratiche di consumo nutrizionale dei cittadini e in che modo essi agiscono sull’attuazione di stili di vita sostenibili. Si esaminano inoltre i nuovi canali di approvigionamento alimentare “alternativi” attraverso cui i cittadini possono attuare pratiche di consumo sostenibile nel campo dell’alimentazione, sempre più frequenti e stabili soprattutto nelle città. Se ne rilevano caratteristiche, vantaggi e limiti per far luce sui motivi che spingono i cittadini a cercare e creare nuove modalità di consumo alimentare e sugli ostacoli attuativi che possono incontrare. L’ultima parte della tesi presenta i risultati di un’indagine empirica condotta nella città di Milano, volta a cogliere i fattori che determinano la scelta di consumo alimentare sostenibile dei milanesi. Oltre a considerare l’influenza dei fattori socioeconomici, la ricerca si propone di valutare il grado di incidenza di altre condizioni strutturali e territoriali, in primis l’accessibilità. Lo studio prende in esame anche i fattori valoriali e indaga l’influenza della predisposizione personale e delle attitudini al consumo sostenibile, nonché il ruolo dell’infomazione e della comunicazione. La ricerca si articola in tre fasi: una survey on-line a cittadini e a membri dei GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) milanesi, un’analisi spaziale della distribuzione di cibo sostenibile a Milano (effettuata tramite GIS) che permette di individuare le zone di analisi e passare all’ultima fase con le interviste in profondità effettuate a soggetti appartenenti a zone ad alta e bassa densità di cibo sostenibile. Questo permette di avere un quadro più esaustivo e di individuare drivers e barriere del consumo alimentare sostenibile nei sistemi urbani. Si riscontrano nuove evidenze empiriche e concettuali utili, sia a dare nuova linfa e orientamento in questo ambito di studi, sia a indirizzare le politiche locali verso una maggiore efficacia di azione.
Due to the current situation of economic crisis and environmental alarm together with the growing urbanization process at global level, it is becoming more and more urgent facing with problems that concern food sovereignty and urban sustainability. The result is a concrete necessity to elaborate new paradigms and methodology of research that can enlighten the situation from a theoretical and practical perspective. In the first part, an interdisciplinary approach is used to discuss the role of food and of eating practices in shaping our lives and the places we live, with reference to the literature on food sustainability and on urban food systems. A specific part is dedicated to sociological studies that show the cultural dimension of food and the evolving processes of eating habits. Moreover, it is presented the literature on ‘food choice’ that can help to understand better the rise of alternative food networks (AFN’s) which can orientate to a more sustainable way of living and buying. The last part of the thesis presents the results of an empirical research on the consumption of sustainable food in the city of Milan. The scope of the study is to identify which factors influence food choice, considering both contextual and personal factors. Thus, the focus is on the influence of spatial and economical accessibility to sustainable food but also on the incidence of values, attitudes and knowledge (including the role of information media). Three different research methods are used to investigate more effectively how sustainable food is distributed, perceived and known from milanese citizens: an on-line survey, a spatial analysis (with GIS) and qualitative interviews to residents in low and high density areas of sustainable food consumption. This research can reveal useful indications to manage new concepts and adopt a more complete view on the relationship between food and the city that includes also the sustainability issue. Furthermore, it highlights drivers and barriers on the path to enhance sustainable behaviour patterns that could be useful for researchers and to public actors in order to afford proper and effective strategies of intervention.
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6

Di, Ventura Giulia Paola. "Uso del radar meteorologico nella modellazione numerica dei sistemi di drenaggio urbano." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
La progettazione e la gestione delle reti di drenaggio urbano avviene attualmente attraverso dei modelli numerici che ne rappresentano le caratteristiche principali e permettono di valutare tutti i fenomeni relativi ai deflussi (portate, livelli idrici, inquinanti) che avvengono in seguito ad una sollecitazione di pioggia nota. Quest’ultima è in genere ricavata da misurazioni pluviometriche puntuali assumendo che la pioggia sia uniforme su tutta l’area. Le immagini radar di precipitazione, invece, fornendo una rappresentazione spaziale degli eventi, permettono di coglierne la variabilità all'interno dell’area drenata dalla rete. Attraverso una serie di simulazioni in tempo di pioggia effettuate in InfoWorks per due eventi scelti, sono stati indagati gli impatti che informazioni pluviometriche ottenute da immagini radar a diversa risoluzione (fenomeni distribuiti nello spazio) hanno sul modello della rete di drenaggio urbano della città di Bologna. I risultati hanno permesso di quantificare la risoluzione spaziale ottimale del dato pluviometrico radar per descrivere al meglio il comportamento idrologico-idraulico della rete di Bologna, con particolare riferimento alle sezioni idraulicamente più critiche del sistema (es. scaricatori di piena).
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Pratola, Dario. "Analisi ed ottimizzazione di sistemi multistadio di trattamento fumi: applicazione ad un termovalorizzatore di rifiuti urbani e speciali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10230/.

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Abstract:
Questo studio è mirato ad analizzare ed ottimizzare il consumo dei reagenti solidi impiegati da uno stabilimento di termovalorizzazione di rifiuti solidi urbani e speciali (Silea S.p.A, presso Valmadrera (LC)), per abbattere le correnti acide trattate nelle due linee fumi multistadio. Dopo aver scelto quale delle due linee prendere come riferimento, per poi riportare i risultati ottenuti anche sull’altra con opportune correzioni, il lavoro è stato condotto in diverse fasi, e affiancato da un costante confronto diretto con gli ingegneri e i tecnici dello stabilimento. Una volta preso atto delle normali condizioni di funzionamento dell’impianto, si è proceduto all’esecuzione di test, mirati a quantificare l’efficienza di rimozione dell’acido cloridrico, da parte del bicarbonato di sodio e dell’innovativo sorbente dolomitico, brevettato sotto il nome: Depurcal® MG. I test sono stati suddivisi in giornate differenti in base al tipo di reattivo da analizzare (e quindi lo stadio) e programmati in modo che permettessero di correlare la conversione dell’HCl alla portata di reagente solido introdotto. Una volta raccolti i dati, essi sono stati elaborati e filtrati in base a criteri oggettivi, per poi essere analizzati con senso critico, fornendo un quadro completo sulla reale potenzialità dell’impianto. Attraverso l’utilizzo di un opportuno modello è stato possibile caratterizzarlo e individuare la migliore condizione economico-operativa per ognuno dei possibili scenari individuati.
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Maniaci, Alessia. "Verona Central Park." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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La valorizzazione dello scalo ferroviario di Verona Porta Nuova è stata avviata nel gennaio 2020 con il bando di gara pubblicato da FS Sistemi Urbani, che prevede la riconversione dell'area in un parco urbano, connotato dall’insediamento di un mix di funzioni pubbliche e private. Il bando ha rappresentato il punto di partenza per condurre un’analisi sulla complessa realtà del territorio veronese: in particolare, è stata articolata un’indagine sulle relazioni e sulle connessioni esistenti tra i mutevoli volti della città. Nel primo capitolo si delinea la storia urbana della città, procedendo dalla scala generale per poi progressivamente osservare più in dettaglio l’evoluzione del quadrante sud, quindi dell’area ferroviaria collocata al suo interno. Ciò fa emergere le interazioni esistenti nel tessuto frammentario della città e suggerisce alcune chiavi per una lettura d’insieme del contesto di riferimento. Viene parallelamente esplorata fascia perimetrale dell’ex scalo merci, di cui sono discusse le criticità che la definiscono come barriera e cesura del tessuto urbano. Per immaginare la sua possibile trasformazione, tale scenario viene in ultimo considerato adottando una prospettiva più ampia, mediante il confronto alcune esperienze di rigenerazione attuate in spazi complessi in diversi contesti europei. Nel terzo capitolo, come sintesi ed esito delle indagini svolte, viene presentata l’ipotesi progettuale “Verona Central Park”, in cui l’infrastruttura verde costituita dal grande parco urbano, pur mantenendo viva la memoria ferroviaria del luogo, si inserisce nel tessuto urbano come nuovo dispositivo di connessione: occasione di scambio e interazione e punto di innesco di nuove dinamiche di sviluppo che coinvolgano le zone contigue, oggi separate.
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BERTUCCIOLI, LAURA. "Archaeology smart museum, dal rilievo alla comunicazione innovativa di sistemi urbani e territoriali. Il museo diffuso di Fanum Fortunae." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2018. http://hdl.handle.net/11566/253146.

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Negli ultimi decenni l’approccio ai beni culturali in termini di tutela, informazione e fruizione sta velocemente cambiando in rapporto allo sviluppo delle tecnologie digitali. In particolare, nell’ambito dei beni archeologici l’utilizzo di strumenti tecnologici e di applicazioni di archeologia virtuale appare ormai indispensabile per superare le problematiche relative alla fruizione del bene archeologico, di cui non sempre conosciamo la provenienza né la funzione, e che appare quindi spesso decontestualizzato. Attraverso la sperimentazione di diverse tipologie comunicative del reperto possiamo riuscire nell’intento di rendere accessibile e comunicare al pubblico il patrimonio culturale antico indagato attraverso le nuove tecnologie che favoriscono, da un lato un elevato impatto comunicativo e grande facilità di apprendimento, e dall’altro garantiscono l’elevata qualità scientifica e di contenuti culturali. Con questo lavoro sono state indagate le metodiche relative al rilievo (fotografia aerea, laser scanner, fotogrammetria), alla georeferenziazione (GNNS) e alle indagini non invasive del sottosuolo (georadar). L’applicazione di queste metodiche al patrimonio archeologico romano del centro storico di Fano, unitamente all’utilizzo delle nuove tecnologie al servizio del Cultural Heritage, hanno dimostrato la loro efficacia nell’ideazione di un museo archeologico diffuso. Il punto di partenza di questo lavoro è rappresentato da una serie di strategie messe in atto dall’amministrazione comunale in collaborazione con il Centro Studi Vitruviani e il dipartimento di ingegneria civile, edile e architettura dell’Univpm, volte a promuovere il territorio e il suo patrimonio culturale attraverso l’uso delle ICT, strategie che hanno condotto all’avvio del progetto ArcheoFano, implementato nel corso di questo lavoro, e alla realizzazione del museo archeologico virtuale della via Flaminia. Le metodiche utilizzate, dal punto di vista prettamente tecnico, sono quelle legate alle tecniche di rilievo che hanno condotto allo sviluppo di modelli 3D basati sull’elaborazione delle nuvole di punti ottenute e alla realizzazione di applicazioni di realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR). Da un punto di vista progettuale è stata effettuata un’accurata analisi del tessuto archeologico locale, attraverso dati d’archivio e ricerche mirate, estese anche alle vicende storiche che hanno interessato l’area individuata come sede del nuovo museo archeologico cittadino. Parallelamente ci si è interrogati sul tema dell’identità di un luogo e su come si possa creare un brand riconoscibile che leghi la città di Fano al nome di Marco Vitruvio Pollione. Obiettivo della tesi di dottorato è la delineazione di quelle strategie utili alla realizzazione del museo archeologico diffuso e la proposta di un nuovo polo di musealizzazione nell’edificio della ex filanda Bosone, area in cui insistono i resti del teatro romano. Particolare attenzione viene dedicata alle tematiche dell’accessibilità e dell’inclusione. Gli sviluppi possibili consistono nella messa in atto della proposta qui formulata, realizzando la rete museale diffusa nel territorio e il nuovo museo archeologico; parallelamente nella verifica delle ipotesi formulate con ArcheoFano attraverso mirate campagne di scavo.
During the last decades, the approach to cultural heritage in terms of safeguard, information and fruition is rapidly changing in relation to digital technologies development; particularly in an archaeological contest, the employment of technological tools and virtual archeology applications seems now necessary to overcome problems concerning the archaeological heritage utilisation, whose origins and function are often unknown and it is thus often out of context. By testing different communication typologies of an archaeological find, we can succeed in making the investigated archaeological cultural heritage accessible and in presenting it to the public through new technologies, which not only have a high communicative impact and great learning ease, but also grant elevate top scientific quality and cultural contents. Through this work, survey methods (aerial photography, laser scanners, photogrammetry), georeferencing (GNNS) and non-invasive underground surveying (georadar) have been investigated. The application of these methods to the Roman archaeological heritage in the Fano city center, together with the new technologies referred to Cultural Heritage, proved their effectiveness in the conception of a multi-location archaeological museum. Starting point of this work are the different strategies acted from municipality in collaboration with Centro Studi Vitruviani and Univpm engineering department, designed to territorial cultural heritage promotion, through ICT employement. These strategies brought to the ArcheoFano project beginning, that was implemented during this work, and to via Flaminia virtual archaeological museum realization. The procedures used, from a technical point of view, were related to the survey, that led to the development of 3D models, based on points clouds processing and to the realization of virtual reality (VR) and augmented reality (AR) applications. From a planning point of view, a careful analysis of the local archaeological pattern was carried out through archive data and focused researches; this analysis also included the historical events concerning the new archaeological museum site. At the same time we have been discussing the issue of a site's identity and how it would be possible to create a recognizable brand linking the city of Fano to Marco Vitruvio Pollione’s name. Aim of this Phd thesis is to outline the useful strategies for creating a scattered archaeological museum and to suggest a new museum location in the former Filanda Bosone building, where the Roman theatre remains were found. Particular attention is paid to accessibility and inclusion issues. The desired developments consists in the realization of the proposals here formulated, realizing the widespread museum and the new archaeological museum, and in the verification of ArcheoFano hypotheses through focused excavations.
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Calvio, Alessandro. "Infrastrutture e Soluzioni Geo-spaziali per la Gestione di Interventi Urbani basato su Apache Spark." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22901/.

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Nel corso degli ultimi tempi il progresso tecnologico e il fenomeno dei Big Data hanno permesso di accedere ad una grandissima mole di dati, favorendo la creazione di servizi per migliorare i bisogni delle persone. Come afferma Tobler nella prima legge della geografia “Ogni cosa è correlata a qualsiasi altra, ma le cose vicine sono più relazionate di quelle lontane”; in tale contesto i dati geografici acquisiscono un’importanza quanto mai grande grazie alla possibilità di riuscire ad associare ogni informazione ad un punto sulla terra e capire le relazioni che vi intercorrono. Questo è estremamente vero nell’ambito smart city e urban planning dove i dati forniti da smartphone, dispositivi indossabili e sensoristica permettono di avere in tempo reale una panoramica di quello che succede all’interno di una città, e di poter pianificare offerte e servizi conseguentemente tenendo in conto le esigenze dei cittadini. La tesi presentata nel documento si colloca in uno scenario di questo tipo, inserendosi all’interno di un progetto più ampio chiamato Interactive Planning Platform fOr city District Adaptive Manteinance Operations (IPPODAMO), mirato alla costruzione di un sistema di pianificazione dinamico-adattivo dei lavori urbani da effettuare nell’area di Bologna. Lo scopo è duplice: (i) la creazione di un architettura che possa, in tempi rapidi, elaborare un numero elevato di dati geografici provenienti da sorgenti diverse, capendo come questi siano integrabili per creare il sistema descritto e (ii) lo sviluppo di un prototipo di un algoritmo di pianificazione che, sulla base dell’andamento del traffico in una certa zona, sia in grado di fornire gli istanti di tempo migliori per posizionare un lavoro. Durante il lavoro verrà posta enfasi sia sulle operazioni che è possibile fare con dataset geografici per estrarre informazioni, ma anche sulle configurazioni che un’architettura complessa come questa deve possedere per soddisfare requisiti di affidabilità e velocità.
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FRANZESE, MAURIZIO. "La gestione dei rifiuti urbani residuali da raccolta differenziata: valutazione dei combustibili solidi secondari (CSS) producibili da impianti di trattamento meccanico biologico." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2014. http://hdl.handle.net/2108/203192.

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Abstract:
L’obiettivo di questo lavoro di dottorato è quello di valutare le maggiori opportunità di recupero energetico rappresentate dall’introduzione, nella legislazione italiana in materia di rifiuti, dei combustibili solidi secondari (CSS, definiti nella normativa comunitaria SRF, Solid Recovered Fuel) derivanti dai flussi di rifiuti in uscita da impianti di trattamento meccanico biologico. In particolare sono stati valutati tre flussi di rifiuti in uscita da due impianti di trattamento meccanico biologico operativi nella città di Roma, in termini di campionamento, classificazione e specificazione dei combustibili solidi secondari (CSS) previste dalle rispettive norme UNI. Il primo di questi flussi attualmente viene definito come combustibile derivato da rifiuti (CDR, definito nella normativa comunitaria RDF, Refuse Derived Fuel) sulla base delle norme UNI 9903 (2004); gli altri due, costituenti flussi di scarto, sono definiti scarti pesanti e scarti di raffinazione i quali entrambi, allo stato attuale, vengono conferiti in discarica. Tali considerazioni derivano dal fatto che la nuova norma sui combustibili solidi secondari ammette 125 possibili classi di CSS contro le sole 2 previste dalla precedente norma sul CDR, quindi l’obiettivo è stato di valutare se tali flussi possano essere sottratti al conferimento in discarica per poter essere valorizzati in impianti termici di incenerimento rifiuti (noti anche in letteratura come impianti Waste to Energy, WtE). In un primo momento è stata effettuata una prima classificazione del flusso da CDR in termini di CSS sulla base dei dati storici disponibili per i due impianti rappresentati dalle analisi fatte per il CDR, come ammette la stessa norma UNI relativa ai combustibili solidi secondari. È stata successivamente predisposta una metodica di campionamento propria rispondente alla norma UNI e calibrata sugli impianti oggetto di studio. Dall’applicazione della metodica di campionamento presso tali impianti, è stata effettuata una prima classificazione dei flussi in termini di combustibili solidi secondari; è stata inoltre valutata la rispondenza, in termini di parametri di classificazione e specificazione di tali flussi di rifiuti in uscita, alla norma relativa alla cessazione di qualifica di rifiuto (concetto noto in letteratura come End of Waste, EoW) definita dal Decreto Ministeriale n. 22 del 14/2/2013 relativo al combustibile solido secondario definito come CSS-combustibile. I risultati ottenuti mostrano che il potere calorifico inferiore (PCI) del flusso da frazione leggera (ex flusso CDR), calcolato sui campioni analizzati risulta sempre inferiore a quello ottenuto dalle elaborazioni relative ai dati storici. Per spiegare tali differenze, è stato quindi investigato il possibile ruolo delle diverse frazioni granulometriche (frazione più fine ϕ ≤ 2 mm e più grossolana ϕ > 2 mm) nelle fasi di classificazione e specificazione. È stato inoltre ipotizzato un accorpamento dei flussi in uscita ed effettuata una classificazione e specificazione degli stessi quali combustibili solidi secondari CSS. È stata quindi valutata la possibile gestione e valorizzazione dei flussi in uscita dagli impianti di trattamento meccanico biologico dei rifiuti urbani residuali da raccolta differenziata.
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Currado, Antonio. "Analisi comparativa di sistemi di recupero delle acque meteoriche attraverso la metodologia Life Cycle Assessment." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
A causa della crescita della popolazione urbana, ad un improprio consumo umano e all'effetto di variazioni climatiche, la scarsità idrica è un problema sempre più discusso. Le aree urbane sono tra i sistemi più vulnerabili in quanto sopportano grandi pressioni ambientali, dipendono da acque provenienti da fonti spesso distanti trasportate da infrastrutture a volte fatiscenti. Le attenzioni si stanno spostando su fonti alternative che consentano un risparmio idrico potabile, tra cui il recupero e il riutilizzo delle acque grigie e delle acque piovane per fini non potabili. Più della metà dell’acqua potabile usata nell'ambiente domestico non necessiterebbe in realtà di questo standard di qualità, e per ciò il riutilizzo di queste può mitigare il problema. Le tecnologie sono ormai efficienti e disponibili, la loro applicazione all'interno delle abitazioni è un problema di informazione e di accettabilità economica ed ambientale. In un contesto di gestione sostenibile delle risorse, l’applicazione di un criterio ambientale per lo studio di questi sistemi può essere utile nel processo decisionale relativo al loro utilizzo su scala maggiore, ed è qui che rientra la metodologia LCA, utilizzata per quantificare gli impatti ambientali associati al loro intero ciclo di vita. Ponendo l’attenzione sui sistemi di recupero delle acque meteoriche, si è visto che l’implementazione di questi su singole unità abitative fornisce le maggiori criticità in termini di impatto ambientale. Ma su alcune considerazioni sulla durezza delle acque in gioco, è apparso che destinare queste acque al lavaggio del bucato possa far rientrare nel ciclo di vita il risparmio di detergente che un’acqua dolce, come quella piovana, consente rispetto a quella che scorre nelle nostre case, spesso dura: si ha una minima inibizione del potere detergente, consentendone risparmi superiori al 50%. Gli impatti ambientali risultano così fortemente ridotti, rendendo così la loro l’installazione non più molto critica.
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Seritti, Agostino. "Produzione di poliidrossialcanoati dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani: recupero e utilizzo di acidi grassi volatili in sistemi a colture microbiche miste." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20650/.

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Abstract:
Il seguente lavoro di tesi mira a sviluppare tecnologie e processi sostenibili per la produzione di biopolimeri, quali poliidrossialcanoati (PHA). I PHA sono poliesteri di base biologica prodotti dai batteri, in sistemi di fermentazione a colture microbiche miste (MMC). Come substrato carbonioso è stata utilizzata la frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU). Il processo consiste in un sistema accoppiato di fermentazione acidogenica e strippaggio in ipertermofilia (70°C), per la produzione e recupero di acidi grassi volatili (VFA), utilizzati come fonte carboniosa in MMC per la produzione di PHA. Lo strippaggio è stato utilizzato come tecnica di recupero dei VFA dalla fermentazione, i primi test sono stati effettuati mediante l’utilizzo di soluzioni standard raggiungendo una resa massima del 99 % di VFA in 23h. L’esperimento reale, (fermentazione acidogenica accoppiata a strippaggio) ha auto una conversione massima del 65 % di FORSU in VFA, il recupero tramite lo strippaggio è stato del 90 % mentre la resa globale del processo accoppiato è stata pari al 18%. Per la produzione di PHA è stato utilizzato il ProBiotipo, impianto pilota di B-PLAS DEMO, progetto finanziato dalla EIT Climate-KIC. Le percentuali di produzione di PHA da MMC raggiunte sono dell’83 % su peso secco. Successivamente sono state effettuate estrazioni di PHA dalle biomasse batteriche con l’utilizzo di sodio dodecil solfato (SDS) per lisare la parete cellulare e dimetilcarbonato (DMC) solvente green per l’estrazione. Le rese di estrazione sono state del 94 %.
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Zoli, Marcello. "Analisi di vulnerabilità sismica dell'Istituto IPSCT "Luigi Einaudi"." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Pitarresi, Salvatore. "Metodologia per la costruzione delle curve di consumo idrico a partire dai dati di monitoraggio. Applicazione alla rete idrica di Rapallo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Tra gli strumenti a supporto degli interventi infrastrutturali e della gestione efficiente di un sistema di distribuzione idrica, vi è certamente la disponibilità di un buon modello idraulico. Le curve di consumo descrivono la richiesta idropotabile nel tempo, generalmente nell’arco delle 24 ore, e sono necessarie sia in fase di creazione, sia in fase di calibrazione del modello. L’obiettivo è stato quello di definire una metodologia per la costruzione di curve di consumo a partire dai dati di monitoraggio di una rete di distribuzione idrica. La metodologia sviluppata si basa sul metodo del Minimum Night Flow e sulla relazione che lega la perdita idrica reale alla pressione in rete. L’algoritmo è stato implementato nell’ambiente open source R; consente inoltre di svolgere un’analisi di sensitività sui parametri che influenzano la stima del consumo. Lo studio si inserisce nella costruzione e calibrazione del modello numerico della rete di distribuzione idrica di Rapallo (GE), che il DICAM dell’Università di Bologna sta realizzando in collaborazione con IREN SpA. Sono stati raccolti i dati di monitoraggio di 9 distretti relativi all’estate 2018, associando ad essi informazioni censuarie ISTAT. Sono stati adottati valori del consumo minimo notturno pari a 2.9 e 4.08 l/(ua*h), ottenuto dai consumi in telelettura di Fano (PU). Sono stati posti come parametri variabili il passo della media mobile delle portate per la ricerca del minimo notturno e l’esponente di perdita N. I risultati a livello di distretto, per coppie di passo ed N fissati, sono il coefficiente stagionale; le curve di perdita e consumo giornaliero; la stima della perdita idrica; la curva di consumo adimensionale (demand pattern) mediana. L’analisi di sensitività ha evidenziato come all’aumentare del passo della media mobile, vi sia una conseguente sovrastima delle perdite idriche. Le curve di consumo adimensionale mostrano andamenti tipici, con differenze legate alle caratteristiche dei distretti.
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Franchin, Silvia. "Recupero digitale di dati storici e tracce per un turismo culturale nell'area del Centro Cadore: fotogrammetria e GIS nella valorizzazione di un territorio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
La tesi si occupa dell'uso di più tecniche fotogrammetriche e di strumenti GIS nel recupero digitale e nell'integrazione di una molteplicità di dati storici, opportunamente georeferenziati, inerenti l'area del Centro Cadore, ai fini anche della valorizzazione turistico-culturale del territorio. Un ampio spazio viene dato alla caratterizzazione del territorio e delle fonti - cartografiche, fotografiche e testuali - che sono state recuperate ed organizzate in archivio. Le applicazioni fotogrammetriche comprendono la generazione di ortofoto digitali a scala territoriale da immagini storiche e modelli 3D close-range ottenuti con tecniche SfM.
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Sbrighi, Pietro. "Forensic engineering: applicazioni e metodologie della fire investigation nell'ambito delle costruzioni." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Il ruolo della Fire Investigation, intesa come attività investigativa, riguarda l'esame degli episodi legati agli incendi con la finalità di determinarne le cause. Tale disciplina rientra nel campo dell'ingegneria forense, abbracciando diversi ambiti specialistici che hanno lo scopo di ricostruire il nesso eziologico fondato su principi scientifici che coniugano l'ingegneria strutturale con il diritto. L’investigazione sulle cause d’incendio/esplosione è un’attività che richiede particolari conoscenze multidisciplinari, quali quelle relative al fenomeno incendio o quelle sul comportamento al fuoco dei materiali e delle strutture. L’investigazione antincendio è, inoltre, resa complessa non solo dalla natura distruttiva dell’evento su cui si indaga, che vede gli investigatori operare su scenari caratterizzati da livelli di danneggiamento delle strutture e dei materiali tali da non consentire una ricostruzione dello stato dei luoghi, ma anche della carenza di strumenti uniformi per la ricerca delle cause di incendi e di esplosione. La tesi affronta i principali punti della Fire Investigation, per una maggiore comprensione della tematica, avvalendosi di informazioni reperite in letteratura. Le conoscenze di base per un tecnico Fire Investigator, sono l’analisi degli incendi, la conoscenza di ingegneria strutturale applicata all’incendio, la metodologia logica di investigazione come indicati dalla norma NFPA 921 e infine la conoscenza delle attuali norme di prevenzione incendi in uso, al fine di saper comparare gli esiti dell’analisi di un incendio con le soluzioni progettuali che più idonee descritte in normativa. La tesi consta di una parte teorica sulla pratica investigativa antincendi e di una parte applicativa di fire investigation con due casi reali, con l’obiettivo di fornire una comparazione dei casi di studio con le attuali norme di prevenzione incendi, per identificare i difetti progettuali che hanno contribuito allo sviluppo dell’incendio.
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Catufi, Luca. "Ipotesi di applicazione della finanza di progetto per l’adeguamento, potenziamento e gestione degli impianti sportivi del comune di Città di Castello (PG)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Nella mia tesi ho preso in esame la possibile ristrutturazione e gestione degli impianti sportivi di Città di Castello, attraverso l’applicazione della finanza di progetto nell’ambito del Partenariato Pubblico Privato. Ad oggi queste strutture avrebbero necessità di essere adeguate mediante interventi che permettano un maggiore afflusso di persone, attratte da una nuova offerta di servizi. Dall’analisi della documentazione della società, che attualmente gestisce gli impianti, ho potuto constatare che il Comune di Città di Castello, per assicurare un pareggio di bilancio, ogni anno è costretto ad erogare, a quest’ultima, un cospicuo contributo tariffario. L’obiettivo della mia tesi è quello di verificare i benefici dello strumento della finanza di progetto per interventi di pubblica utilità e, nel caso preso in esame, quello di ridurre il contributo erogato dal Comune. L’applicazione di questo particolare strumento prevede l’ipotesi della proposta di un promotore privato, prendendo in considerazione gli investimenti necessari per l’adeguamento degli impianti; per ogni singolo investimento ho elaborato un quadro economico di spesa e degli elaborati di massima (studi preliminari), che insieme allo schema di convenzione e al piano economico finanziario, costituiscono lo studio di fattibilità, documento che dovrà essere posto successivamente a base di gara d’appalto. Per la verifica della convenienza economica dell’investimento ho calcolato i due indici fondamentali: il VAN (valore attuale netto) e il TIR (tasso interno di rendimento). Le ipotesi formulate dimostrano che nella gestione ventennale il Comune ridurrebbe il proprio esborso progressivamente fino ad arrivare all’obbiettivo a partire dall’anno 2025. A conclusione della mia tesi posso dire che la scelta della finanza di progetto potrebbe limitare l’esborso finanziario dell’amministrazione pubblica e migliorare l’efficienza e l’efficacia nella realizzazione e gestione di opere pubbliche.
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Semproli, Mattia. "Il "Patto dei Sindaci" promosso dall'U.E. Analisi delle strategie di una Governance Multilivello." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13131/.

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La tesi tratta principalmente l'iniziativa intrapresa dall'Unione Europea in materia di energia sostenibile, tramite l'accordo denominato "Patto dei Sindaci". Tale accordo mira al miglioramento della gestione territoriale attraverso una governance multilivello che parte dal basso (piccole entità locali come i comuni) al fine di raggiungere degli obiettivi comuni di diminuzione delle emissioni di CO2 entro il 2020. Per raggiungere questi risultati il Patto dei Sindaci si avvale di uno strumento fondamentale per la pianificazione e per gli interventi da effettuare, che prende il nome di Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile PAES. Ogni singolo Firmatario del Patto sarà tenuto a redigere un proprio Piano d'Azione in funzione delle proprie caratteristiche, delle singole esigente e dei propri obiettivi. A delineare tale Piano d'Azione il Firmatario potrà avvalersi di Coordinatori, Sostenitori, Partner Associati e Agenzie per l'Energia presenti anche loro all'interno del patto. Tutto questo per garantire una maggiore efficienza al raggiungimento di obiettivi prefissati. In particolare si andrà ad analizzare il caso studio del PAES del Comune di San Mauro Pascoli.
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Libetta, Andrea. "Valutare il ruolo dell'accessibilità per migliorare la fruizione e la pianificazione degli spazi verdi urbani - Definizione di un modello di valutazione e applicazione al caso di Bologna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Le aree verdi urbane (UGA) svolgono un ruolo chiave nello sviluppo di città compatte fornendo una moltitudine servizi ecosistemici. Nonostante ciò, finora la maggior parte delle città europee ha valutato il fabbisogno di aree verdi attraverso uno standard di tipo quantitativo, senza tenere in considerazione i benefici ottenibili e nemmeno la dislocazione effettiva delle UGA. L’obiettivo non è solo quello di garantire quantità minime di verde, ma anche di renderlo maggiormente accessibile e dare a tutti cittadini la possibilità di beneficiarne. La valutazione dei parametri di prossimità e accessibilità può risultare utile per individuare le aree che presentano carenza all’interno della città. Partendo da questi presupposti la tesi elabora una metodologia di analisi del fabbisogno di UGA che tiene in considerazione la loro accessibilità da parte della popolazione, facendo emergere le carenze effettive, dovute non sempre a una carenza di aree ma spesso a una localizzazione non equilibrata. Le analisi si basano su elaborazioni spaziali in ambiente GIS di dati relativi alla presenza di UGA esistenti, differenziate in funzione della loro area, alla distribuzione degli accessi alle UGA, alla rete dei percorsi e alla distribuzione della popolazione. Le elaborazioni effettuate consentono di verificare quali aree residenziali risultano fuori da una distanza di 300m, considerata mediamente adeguata per garantire un accesso agevole alle UGA. La metodologia viene testata sulla città di Bologna al fine di verificarne la replicabilità a città di medio-grandi dimensioni. La metodologia intende proporsi come uno strumento efficace di supporto alla pianificazione delle UGA in relazione al fabbisogno effettivo che si rileva nelle diverse aree della città, al fine di indirizzare interventi più mirati volti non solo ad elevare le quantità di verde nei contesti che necessitano di nuovi spazi ma anche a migliorare l’accessibilità agli stessi, migliorando di conseguenza la fruizione.
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Minto, Rossella. "Ottimizzazione di un appareto per il controllo delle condizioni climatiche nella cella per la misura della rigidità dinamica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Lo scopo di tale progetto è creare, dal sistema hardware fino alla programmazione software, un sistema che permetta da una parte il controllo autonomo delle condizioni climatiche di un ambiente, il monitoraggio e dall’altra di essere versatile, portatile e di facile utilizzo. Come esempio applicativo per il controllo delle condizioni climatiche in una teca per la misura della rigidità dinamica si andranno ad evidenziare inizialmente in cosa consistono le prove della rigidità dinamica e a cosa servono, per poi passare alla spiegazione dei fenomeni che regolano il comportamento delle miscele di aria e vapor d’acqua che permetteranno di capire le connessioni tra i fattori principali che regolano i cambiamenti climatici quali temperatura e umidità. Successivamente si andranno poi a descrivere con quali meccanismi si regola la climatizzazione degli ambienti, fino ad arrivare alla creazione di un sistema autonomo che gestisca autonomamente temperatura e umidità all’interno di una cella.
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Zaffagnini, Alberto. "Strumenti della geomatica per la documentazione archivistica dell'evoluzione di un progetto architettonico: il caso del Grand'Arco d'ingresso alla Galleria Vittorio Emanuele II di Milano." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Il presente lavoro si propone di approfondire e testare, utilizzando strumenti della Geomatica, moderne modalità di documentazione di un Bene Culturale, nello specifico un oggetto architettonico, quale il Grand'Arco di Ingresso alla Galleria Vittorio Emanuele II, situato a Milano, ed il relativo materiale archivistico conservato oggi a Fontanelice (Bo). La ricerca condotta nasce dalla richiesta dell'ente "Archivio Museo Giuseppe Mengoni - Centro studi per l'architettura - Centro documentazione Valle del Santerno", ubicato a Fontanelice, di migliorare la fruibilità dell’immenso patrimonio di documenti progettuali conservato relativo all’Arco progettato da Giuseppe Mengoni, e la condivisione del sapere ad esso annesso. Si è voluto strutturare un percorso conoscitivo ed un approccio metodologico multi-fase e multi-disciplinare, applicabile sia al restante materiale presente in archivio, sia ad altri casi di studio simili. L'elaborato si divide in tre parti: - la prima, legata alla ricerca storico-conoscitiva dell'oggetto indagato, dell'ingegnere-architetto che sviluppò il progetto e del luogo di conservazione del materiale archivistico; - la seconda, finalizzata all'inquadramento generale delle tecniche geomatiche atte alla documentazione dei Beni Culturali, approfondendo gli aspetti teorici della fotogrammetria digitale, tecnica applicata per il rilievo sia dell’Arco sia del materiale archivistico; - la terza, atta alla definizione della miglior soluzione per soddisfare la richiesta dell'Archivio Storico, quindi la descrizione delle fasi operative del rilievo e di elaborazione dati, fino all’ottenimento del risultato finale, consistente in un sistema digitale su piattaforma GIS di archiviazione e consultazione della documentazione archivistica, del patrimonio documentario; a questo si affianca, e potrà in futuro interfacciarsi, un modello digitale tridimensionale dell’Arco.
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Naldi, Matteo. "The effect of the temperature dependency of building insulation conductivity in continental and humid temperate climate." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Constant conductivity values of insulating materials are typically used in building design and assessment. However, the thermal conductivity of insulating materials changes with temperature. Linear temperature-dependent law exist for many inorganic fibrous materials such as fiberglass or rockwool, that exhibit a decreased thermal conductivity (better performance) at low temperatures, and a higher thermal conductivity (weaker performance) at high temperatures. However some insulating materials, especially the petrochemical-foamed insulation such as the polyisocyanurate (PIR), exhibit less regular behavior with poorer performance at cold temperatures. In this scenario, using constant thermal resistance values results in actual building are different from the design predictions, with increasing building energy consumptions, greater risks of condensation issues, and decreased occupant comfort. This thesis aims to understand the impact of the thermal conductivity change due to temperature when the insulation is used for exterior walls and flat roofs. Experimental results were used in detailed building energy simulations in the continental and humid temperate climates of Toronto and Milan respectively. Common rigid insulating materials boards were taken into account, such as fiberglass, rock- wool, polyisocyanurate, extruded polystyrene, and a hybrid insulation system, that is constituted by two different materials, polyisocyanurate and rockwool.
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Costa, Jacopo. "Dense image matching per la ricostruzione tridimensionale di monumenti storici da immagini acquisite con camere non metriche." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni ha permesso di incrementare notevolmente le prestazioni dei personal computer e la qualità delle fotocamere digitali, consentendo la possibilità di acquistare tali prodotti a prezzi sempre più contenuti. Le attuali e rilevanti capacità computazionali dei processori e la possibilità di acquisire sempre più facilmente immagini digitali ad alta risoluzione hanno favorito l’incontro delle tecniche proprie della Computer Vision con quelle della fotogrammetria digitale terrestre (close range photogrammetry). Sotto queste premesse negli ultimi anni si è registrato un notevole sviluppo degli algoritmi di ricostruzione tridimensionale a partire da immagini digitali (algoritmi image-based), che al giorno d’oggi permettono elaborazioni automatiche in tempo reale senza sacrificare l’accuratezza metrica, rendendo possibile ottenere prodotti sempre più analoghi a quelli derivabili da scansioni laser con costi decisamente inferiori. Si è quindi voluto indagare quale fosse la validità dei prodotti restituiti con tali algoritmi eseguendo un rilievo fotogrammetrico e una scansione laser della facciata della basilica di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna. Per ogni prodotto ottenuto sono state effettuate analisi qualitative e quantitative per poter giungere a un giudizio critico sull’efficacia di tali algoritmi, in relazione ad un loro reciproco confronto e al paragone con la consolidata tecnica del rilievo laser scanner.
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Celli, Andressa. "Evolução urbana de Sorocaba." Universidade de São Paulo, 2012. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/16/16139/tde-27072012-141358/.

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Esse trabalho tem como objetivo compreender como as mudanças socioeconômicas geraram transformações no sistema viário - caminhos, ferrovia, rodovias - e induziram a ocupação urbana - indústrias, loteamentos, condomínios - da cidade de Sorocaba em diferentes períodos - desde a sua fundação em 1661 até o ano de 2000. A partir de características socioeconômicas regionais e urbanas, descrevemos e analisamos o processo de evolução urbana de Sorocaba com o auxílio de croquis-síntese que ilustram o seu crescimento urbano.
This study aims to understand how the socioeconomic changes have brought out modifications in the road system - paths, railways, roads - and influenced the urban occupation -industries, subdivisions and condominiums - of the city of Sorocaba indifferent periods - since its foundation in 1661 until the year 2000. Taking into account urban and regional socioeconomic characteristics, this work describes and analyzes the process of Sorocaba\'s urban development based on sketches that illustrate its urban growth.
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Santos, Isabel Morim. "Sistema viário estrutural de São Paulo e suas estratégias urbanísticas: planos, projetos e intervenções, 1930 a 2002." Universidade de São Paulo, 2014. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/102/102132/tde-30102014-170049/.

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O sistema de transporte tem importante papel para a dinâmica de uma cidade. Em São Paulo a partir do século XX o sistema viário passa a ser o principal elemento estruturador da cidade. Além de servir para o transporte urbano, este sistema serviu como base para a expansão urbana de São Paulo. No presente trabalho foi feita a análise do sistema viário estrutural paulistano. Foram analisados os planos urbanos entre 1930 a 2002 examinando suas propostas urbanas e suas diretrizes para o sistema viário. O Plano de Avenidas (1930) do engenheiro-urbanista Prestes Maia foi o primeiro plano de conjunto a estabelecer diretrizes para o sistema viário, englobando estas duas funções do sistema viário. O sistema viário radio-perimetral proposto neste plano repercutiu amplamente nas intervenções ao longo de todo o século XX. O conceito radioconcêntrico foi retomado em planos seguintes, mas houve uma tentativa de quebras deste paradigma no Plano Urbanístico Básico (1968) e Plano Diretor de Desenvolvimento Integrado (1971). Estes planos apresentaram o conceito de malha de vias expressas, um sistema totalmente independente do sistema viário existente, o qual diluiria o caráter mononuclear da metrópole. Dado as difíceis condições econômicas do período, o modelo não foi pra frente. Os planos seguintes priorizaram o transporte coletivo e para o sistema viário, retomaram o modelo radioconcêntrico. A partir da década de 1980, outro elemento passa a marcar o sistema viário paulistano: as avenidas de fundo de vale. Dada a falta de recursos para intervenções viárias, amparando-se no Plano Nacional de Saneamento, foram implantadas várias avenidas ao longo da canalização de corpos d´água. Também a partir da década de 1980 observa-se uma maior difusão das intervenções viárias. Antes concentradas na região central e o vetor sudoeste, neste período há uma ampliação na área de intervenção (sentido Norte e Leste). A descentralização destas intervenções viárias contribuiu para o desenvolvimento de centros locais dissociados ao núcleo central, o que havia sido proposto como estratégia urbanística para São Paulo desde 1958 com a publicação do estudo da SAGMACS. Desde a divulgação deste estudo, a descentralização urbana passou a ser integrar todos os planos urbanos propostos para a cidade com diferentes medidas estratégicas: desde o desenvolvimento de centros locais, até a descentralização política. Apesar disso, até o final do período estudado, continua a haver uma concentração de investimentos para obras de grande porte na região central e sudoeste. Segundo Villaça, em São Paulo as classes mais altas tendem a se concentrar no quadrante sudoeste do município, região a qual também se concentraram os investimentos públicos. Ainda segundo Villaça, uma vez que não obrigatoriedade de aplicação das diretrizes presentes no plano diretor, ele tem pouco servido para o equacionamento dos problemas urbanos e, na verdade, tem permitido a perpetuação de ações não igualitárias sobre o território urbano.
The transportation system plays an important role in the dynamics of a city. Since the beginning of the twentieth century, São Paulo´s road system has become the main structural element of the city. Besides serving for transportation, this system serves an important role for the urban growth of São Paulo. In this work São Paulo´s structural road system will be analyzed. It studies the city´s urban plans between 1930 to 2002 and examines proposals for urban planning and the guidelines for the road system. The Plano de Avenidas (1930) was the first urban plan to establish guidelines for the road system that assumed it´s importance as a growth structure as well as its function as mode of transportation. The radial-perimetral road system proposed in this plan resonated widely in the interventions in the system throughout the twentieth century. The Radioconcêntrico concept was taken up on later plans, although there was attempts to break this paradigm in Plano Urbanístico Básico (1968) and Plano Diretor de Desenvolvimento Integrado (1971). These plans presented the concept of expressways in form of a grid, a fully independent system from the existing road system, which would undo the heavy mononuclear aspect of the metropolis. Given the difficult economic conditions of the period, this new road system model did not go forward. The following plans prioritized public transport and the road system resumed to the radioconcêntrico model. Since the 1980s, another category of intervention marks the road system of São Paulo: the avenidas de fundo de vale. Given the lack of resources for interventions in the road system, several avenues were opened along canalized by use of the resources of a national sanitation plan (Plano Nacional de Saneamento). Also since the 1980s the road interventions had become more spread out then before. Until then a majority of the big road related intervention had concentrated in central and southwest quadrant. The decentralization of these roads interventions contributed to the development of local centers dissociated with historical city center. This descentralization had been proposed as a urban strategy for São Paulo since 1958 with the publication of the SAGMACS study. After the release of this study, urban decentralization became an important proposal in the urban plans for São Paulo. The descentralization strategies went from the development of local centers, to political decentralization. Nevertheless, by the end of the period analyzed in this study, there remains to be a concentration of in the central and southwest regions. According to Villaça, in São Paulo the upper classes tend to be concentrated in the southwest quadrant of the city, a region which also concentrated public investments. Also according to Villaça, since there is no mandatory application of the guidelines present in the master plan, this mechanism has not attended its purpose: the resolution of urban problems. It in fact, has allowed the perpetuation of non- egalitarian actions on the urban territory.
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Ros, Deise Assenci. "Análise de sistemas complexos de drenagem urbana." Universidade de São Paulo, 2012. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/3/3147/tde-20122012-170838/.

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Este tese objetiva analisar sistemas complexos de drenagem urbana visando definir uma técnica de dimensionamento de obras de reservação. Nesta pesquisa, sistemas complexos de drenagem urbana são aqueles compostos por diversos reservatórios de detenção, distribuídos numa rede de canais formada por vários trechos. Este tipo de sistema é típico em megacidades. O dimensionamento das obras de reservação em redes complexas possui uma série de condicionantes, ou seja, ele é função de diversas variáveis, muitas delas de caráter aleatório. A principal delas é a chuva de projeto. Esta tese desenvolve uma técnica conjunta de simulação e de cenarização de chuvas com defasagem no tempo e no espaço para tratar a questão da variabilidade da precipitação de projeto. Do ponto de vista hidráulico, existem outras condicionantes para dimensionamento, dependendo do tipo de reservação adotada. Basicamente existem dois tipos de reservatórios para controle de cheias em cidades, os reservatórios on-line e os reservatórios off-line, cada um apresenta características próprias de desempenho que devem ser consideradas quando o sistema é dimensionado. Esta tese apresenta uma técnica de dimensionamento iterativa que permite compor um conjunto de reservatórios (on-line ou off-line) que atendem ao grau de proteção requerido para uma bacia urbana. Os métodos foram avaliados em bacias hipotéticas típicas de grandes cidades. Desse modo, uma série de variáveis foi contemplada, na tentativa de generalizar o método proposto. Os resultados mostraram a importância da cenarização da chuva de projeto. É praticamente inviável trabalhar hoje com as premissas clássicas para definir a chuva de projeto, a cenarização permite avaliar o desempenho do sistema segundo diferentes condições hidrológicas. Finalmente, ressalta-se que esta tese apresenta um enfoque novo de dimensionamento e que certamente irá requerer novas investigações e aperfeiçoamentos. Ela procura trazer à discussão a implementação de novos paradigmas para desenvolvimento de projetos no campo da drenagem urbana em grandes cidades.
This thesis aims to analyze urban drainage complex systems in order to define a technique for the design of detention ponds structures. In this study, Urban Drainage Complex Systems are those composed of several detention ponds, distributed in a network of channels formed by various reaches. This type of system is typical in megacities. The design of the reservation structures in complex networks has a number of constraints, in other words, it is a function of several variables, many of them are randomness. The main one is the design rainfall. This thesis develops a joint technical of simulation and the design rainfall scenario generation delayed in time and space to deal with the variability of design precipitation. From the hydrological point of view, there are other constraints for scaling, depending on the type of reservation adopted. There are basically two types of detention ponds for flood control in cities, on-line detention and off-line detention, each performance has its own characteristics that must be considered when the system is designed. This thesis presents an iterative design technique for composing a set of detention ponds (on-line or off-line) that satisfy the degree of protection required for an urban watershed. The methods were evaluated in hypothetical basins typical of large cities. Thus, a series of variables was included in an attempt to generalize the proposed method. The results showed the importance of design rainfall scenario generation. It is practically impossible to work today with the classical assumptions to define the design rainfall; the scenario generation allows evaluating system performance under different hydrological conditions. Finally, we emphasize that this thesis presents a new approach to sizing and it certainly will require further research and improvements. It seeks to bring the discussion to implementation of new paradigms for development projects in the field of urban drainage in large cities.
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Sousa, Lorena Cristina Faria de. "O conceito de urbanidade como ferramenta de análise da inserção urbana de sistemas BTR." Universidade Federal de Goiás, 2018. http://repositorio.bc.ufg.br/tede/handle/tede/9109.

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Solve the urban mobility in Brazilian ́s big cities is a necessary theme within the current urban planning, we must think of ways that people move through the urban fabric quickly and efficiently, within this scenario the prioritization of the public transportation through the insertion of systems BRT (Bus Rapid Transit or Bus Rapid Transit) that are usually used in an existing urban network, modifying the design of a street to receive resources through the segregation of traffic between vehicles and public transportation, has been implemented as a plausible and economically viable solution for cities. However, the focus on operational efficiency should not be the only approach to be taken. Performance must be a continuous system, continuing its role as the main public space within the city. From a non-governmental perspective of collective displacement, light infrastructure must also be provided. It is necessary that the series continue to be attractive and inviting to those who are circulating, which are urban to their users. Thus, a research presents in the area of the concept of urbanity and its dimensions and are tools of evaluation of the urbanity of spaces. Understanding that urbanity is a way to become your own unit, such as accessibility, security in access spaces, readability, vitality, among other aspects.
Resolver a mobilidade urbana nas grandes cidades brasileiras é um temática em pauta e necessária dentro do planejamento urbano atual, é preciso repensar as formas de as pessoas se deslocarem pelo tecido urbano de maneira rápida e eficiência, dentro deste cenário a priorização do transporte coletivo através da inserção de sistemas BRT (Bus Rapid Transit ou transporte Rápido por Ônibus) que consiste em aproveitar a malha urbana já existente, modificando o desenho de ruas para receber tal infraestrutura por meio da segregação do trafego entre veículos particulares e otransporte público, vem sendo implementado como uma solução plausível e economicamente mais viável para as cidades. Entretanto o enfoque apenas na eficiência operacional não deve ser o único enfoque a ser dar. É preciso que as ruas onde este sistema seja inserido continuem prestando seu papel como principal espaço público dentro da cidade. Sob a perspectiva de que a as políticas de mobilidade não deve apenas oferecer velocidade de deslocamentos dentro do transporte coletivo, mas devem também oferecer que a rua onde estas infraestruturas estejam inseridas sejam também de qualidade. É necessário que estas ruas continuem sendo atrativas e convidativas para os que nela circulam, que ofereçam urbanidade aos seus usuários. Assim essa pesquisa se insere na investigação do conceito de urbanidade e suas dimensões e a propõe ferramentas de avaliação da urbanidade destes espaços. Entendendo que urbanidade é a forma com que o espaço público irá receber seus usuários, denota a hospitalidade do espaço por meio de suas qualidades físicas como a acessibilidade, a segurança viária nos deslocamentos a pé, a legibilidade, a vitalidade, entre outros aspectos.
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Freire, Helena Barone. "Sistemas de lazer e violência urbana: estudo da relação no município de Piracicaba-SP." Universidade de São Paulo, 2005. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/11/11136/tde-29092005-123230/.

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Abstract:
Esta pesquisa traz evidências sobre a relação entre a oferta de sistemas de lazer e a violência urbana, envolvendo crianças e adolescentes, no município de Piracicaba, estado de São Paulo. Em uma primeira etapa, definiu-se uma área de estudo através de dados de procedência de crianças e adolescentes em situação de rua, e de jovens infratores em cumprimento de medidas socioeducativas, dados esses obtidos a partir de duas fontes indicadas pela Promotoria de Justiça da Infância e Juventude da Comarca de Piracicaba (projeto “Acolhimento à criança e ao adolescente em situação de rua” e organização não-governamental Serviço de Apoio ao Menor de Piracicaba - SEAME). Posteriormente, nessa área de estudo, analisou-se a disponibilidade e a situação atual dos sistemas de lazer à população local, e como tal, o Conjunto Habitacional Bosques do Lenheiro foi apontado para a realização desta pesquisa, por ser aquele de maior procedência de crianças e adolescentes em situação de rua - 34,5% do total analisado - e de jovens infratores em cumprimento de medidas socioeducativas - 9,2% do total analisado. Este loteamento de interesse social caracterizou-se por ser o mais pobre da Região Norte do município, bastante populoso e com alta concentração de jovens, já que a faixa etária de 0 a 20 anos de idade representa quase 55% da população. Não há sistemas de lazer efetivamente implantados disponíveis aos moradores. Nenhuma das dez áreas públicas destinadas a esse fim recebeu algum tipo de tratamento pela Prefeitura, e estavam todas abandonadas. De maneira geral, a situação da arborização no loteamento mostrou-se crítica: além dos já referidos sistemas de lazer não implantados, as áreas de preservação permanente também não receberam a devida atenção e a arborização de ruas era praticamente inexistente. A revisão bibliográfica realizada neste estudo apontou para uma relação realmente consistente entre arborização, lazer e redução da violência, não só em países do Hemisfério Norte, como no Brasil. Embora a oferta de arborização e lazer representasse apenas uma pequena parcela das carências observadas na área de estudo, a implantação de sistemas de lazer poderia contribuir para que esta se tornasse, ambiental e socialmente, um local melhor para se viver.
This research brings evidence of the relationship between the availability of public open spaces and urban violence involving children and teenagers in the municipality of Piracicaba, São Paulo state. To start with, a study area was defined according to two data sources on violence made available by the public prosecutor of the judicial district of Piracicaba (project “Shelter for children and teenagers in street situation” and nongovernmental organization Service Support to the Underage of Piracicaba - SEAME) that showed where the neighborhoods children and teenagers in street situation and young offenders under alternative judicial sentence come from in the municipality. These findings analyzed the availability and actual situation of public open spaces for the population residing in that area. The “Conjunto Habitacional Bosques do Lenheiro” was identified in this research as the study area because this is the place most of the children and teenagers in street situation - 34,5% of the total analyzed - and young offenders under alternative judicial sentence - 9,2% of the total analyzed - came from. This social interest allotment was characterized as the poorest place in the North region in the municipality, very populated and its residents since the age between 0 to 20 years old represents almost 55% of the population. It was found that no public open spaces had been made available for the population. The ten areas that the local government was supposed to deal with, were abandoned. In addition, urban forestry in this allotment was very low: beyond those not implanted public open spaces, the planting along the permanent preservation areas had not been implemented and street trees were almost nonexistent. The literature reviewed in this research showed a consistent relationship between urban forestry, leisure and violence reduction in the Northern Hemisphere countries and also in Brazil. The lack of urban forestry and leisure represents a very small part of the privation observed in the study area, but the availability of public open spaces might turn it into an environmentally and socially a more supportive place to live.
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Preto, Maria Helena de Fátima. "Sistema de espaços livres públicos: uma contribuição ao planejamento local." Universidade de São Paulo, 2009. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/16/16135/tde-03052010-164003/.

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Abstract:
O presente estudo preocupa-se em compreender a importância do Sistema de Espaços Livres Públicos SELP na estruturação do ambiente urbano e seu potencial para valorização do sentido público. Centra sua análise em área de urbanização consolidada e tem como objetivo caracterizar as principais atribuições do sistema a serem consideradas no processo de elaboração de políticas públicas e de sua contribuição ao planejamento urbano local; simultaneamente salienta a pertinência de convergir as preocupações ambientais com as políticas de valorização do espaço livre. Importante elemento de análise é a forma de estruturação do SELP no contexto do desenvolvimento urbano do Município de São Paulo e a legislação urbanística pertinente, para verificar como o Plano Diretor Estratégico do Município, aprovado em 2002, avança nessas questões. O estudo de caso a Subprefeitura de Vila Maria / Vila Guilherme na região nordeste do Município - busca estruturar um processo de análise que possa ser reproduzido em outros territórios buscando destacar conflitos e potencialidades sugeridos pela análise do SELP e compreender como a interação entre plano e gestão tem ocorrido no período recente.
The present work focuses in the importance of the Public Open Space System (or SELP Sistema de Espaços Livres Públicos) on structuring the urban environment and its potential on valuating the public sense. Based on a consolidated area, the analysis objective is to characterize the main attributions of the system in order to develop urban public politics, and contribute to the local planning. Therefore, it emphasizes the importance of environmental issues combined to urban politics that valuate the open spaces. The Public Open Space System structuring is an important element for the analysis of the urban development of São Paulo city, besides its legislation, to verify how the Strategic Urban Plan approved in 2002 deals with these issues. The study case is Vila Maria/ Vila Guilherme administrative unit, located at the northeast portion of São Paulo - its process analysis intends to create a method to be applied in order portions of the territory, emphasizing conflicts and potentials suggested by the SELP analysis, and comprehending how the urban plan and public management interact in recent time.
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Vasaturo, Giulio <1976&gt. "Sistemi di sicurezza urbana." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1908/1/VASATURO_GIULIO_TESI.pdf.

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Abstract:
Il problema della sicurezza/insicurezza delle città, dalle grandi metropoli sino ai più piccoli centri urbani, ha sollecitato negli ultimi anni un’attenzione crescente da parte degli studiosi, degli analisti, degli organi di informazione, delle singole comunità. La delinquenza metropolitana viene oggi diffusamente considerata «un aspetto usuale della società moderna»: «un fatto – o meglio un insieme di fatti – che non richiede nessuna speciale motivazione o predisposizione, nessuna patologia o anormalità, e che è iscritto nella routine della vita economica e sociale». Svincolata dagli schemi positivistici, la dottrina criminologica ha maturato una nuova «cultura del controllo sociale» che ha messo in risalto, rispetto ad ogni visione enfatizzante del reo, l’esigenza di pianificare adeguate politiche e pratiche di prevenzione della devianza urbana attraverso «tutto l’insieme di istituzioni sociali, di strategie e di sanzioni, che mirano a ottenere la conformità di comportamento nella sfera normativa penalmente tutelata». Tale obiettivo viene generalmente perseguito dagli organismi istituzionali, locali e centrali, con diverse modalità annoverabili nel quadro degli interventi di: prevenzione sociale in cui si includono iniziative volte ad arginare la valenza dei fattori criminogeni, incidendo sulle circostanze sociali ed economiche che determinano l’insorgenza e la proliferazione delle condotte delittuose negli ambienti urbani; prevenzione giovanile con cui si tende a migliorare le capacità cognitive e relazionali del minore, in maniera tale da controllare un suo eventuale comportamento aggressivo, e ad insegnare a genitori e docenti come gestire, senza traumi ed ulteriori motivi di tensione, eventuali situazioni di crisi e di conflittualità interpersonale ed interfamiliare che coinvolgano adolescenti; prevenzione situazionale con cui si mira a disincentivare la propensione al delitto, aumentando le difficoltà pratiche ed il rischio di essere scoperti e sanzionati che – ovviamente – viene ponderato dal reo. Nella loro quotidianità, le “politiche di controllo sociale” si sono tuttavia espresse in diversi contesti – ed anche nel nostro Paese - in maniera a tratti assai discutibile e, comunque, con risultati non sempre apprezzabili quando non - addirittura – controproducenti. La violenta repressione dei soggetti ritenuti “devianti” (zero tolerance policy), l’ulteriore ghettizzazione di individui di per sé già emarginati dal contesto sociale, l’edificazione di interi quartieri fortificati, chiusi anche simbolicamente dal resto della comunità urbana, si sono rivelate, più che misure efficaci nel contrasto alla criminalità, come dei «cortocircuiti semplificatori in rapporto alla complessità dell’insieme dei problemi posti dall’insicurezza». L’apologia della paura è venuta così a riflettersi, anche fisicamente, nelle forme architettoniche delle nuove città fortificate ed ipersorvegliate; in quelle gated-communities in cui l’individuo non esita a sacrificare una componente essenziale della propria libertà, della propria privacy, delle proprie possibilità di contatto diretto con l’altro da sé, sull’altare di un sistema di controllo che malcela, a sua volta, implacabili contraddizioni. Nei pressanti interrogativi circa la percezione, la diffusione e la padronanza del rischio nella società contemporanea - glocale, postmoderna, tardomoderna, surmoderna o della “seconda modernità”, a seconda del punto di vista al quale si aderisce – va colto l’eco delle diverse concezioni della sicurezza urbana, intesa sia in senso oggettivo, quale «situazione che, in modo obiettivo e verificabile, non comporta l’esposizione a fattori di rischio», che in senso soggettivo, quale «risultante psicologica di un complesso insieme di fattori, tra cui anche indicatori oggettivi di sicurezza ma soprattutto modelli culturali, stili di vita, caratteristiche di personalità, pregiudizi, e così via». Le amministrazioni locali sono direttamente chiamate a garantire questo bisogno primario di sicurezza che promana dagli individui, assumendo un ruolo di primo piano nell’adozione di innovative politiche per la sicurezza urbana che siano fra loro complementari, funzionalmente differenziate, integrali (in quanto parte della politica di protezione integrale di tutti i diritti), integrate (perché rivolte a soggetti e responsabilità diverse), sussidiarie (perché non valgono a sostituire i meccanismi spontanei di prevenzione e controllo della devianza che si sviluppano nella società), partecipative e multidimensionali (perché attuate con il concorso di organismi comunali, regionali, provinciali, nazionali e sovranazionali). Questa nuova assunzione di responsabilità da parte delle Amministrazioni di prossimità contribuisce a sancire il passaggio epocale «da una tradizionale attività di governo a una di governance» che deriva «da un’azione integrata di una molteplicità di soggetti e si esercita tanto secondo procedure precostituite, quanto per una libera scelta di dar vita a una coalizione che vada a vantaggio di ciascuno degli attori e della società urbana nel suo complesso». All’analisi dei diversi sistemi di governance della sicurezza urbana che hanno trovato applicazione e sperimentazione in Italia, negli ultimi anni, e in particolare negli ambienti territoriali e comunitari di Roma e del Lazio che appaiono, per molti versi, esemplificativi della complessa realtà metropolitana del nostro tempo, è dedicata questa ricerca. Risulterà immediatamente chiaro come il paradigma teorico entro il quale si dipana il percorso di questo studio sia riconducibile agli orientamenti della psicologia topologica di Kurt Lewin, introdotti nella letteratura sociocriminologica dall’opera di Augusto Balloni. Il provvidenziale crollo di antichi steccati di divisione, l’avvento di internet e, quindi, la deflagrante estensione delle frontiere degli «ambienti psicologici» in cui è destinata a svilupparsi, nel bene ma anche nel male, la personalità umana non hanno scalfito, a nostro sommesso avviso, l’attualità e la validità della «teoria del campo» lewiniana per cui il comportamento degli individui (C) appare anche a noi, oggi, condizionato dalla stretta interrelazione che sussiste fra le proprie connotazioni soggettive (P) e il proprio ambiente di riferimento (A), all’interno di un particolare «spazio di vita». Su queste basi, il nostro itinerario concettuale prende avvio dall’analisi dell’ambiente urbano, quale componente essenziale del più ampio «ambiente psicologico» e quale cornice straordinariamente ricca di elementi di “con-formazione” dei comportamenti sociali, per poi soffermarsi sulla disamina delle pulsioni e dei sentimenti soggettivi che agitano le persone nei controversi spazi di vita del nostro tempo. Particolare attenzione viene inoltre riservata all’approfondimento, a tratti anche critico, della normativa vigente in materia di «sicurezza urbana», nella ferma convinzione che proprio nel diritto – ed in special modo nell’ordinamento penale – vada colto il riflesso e la misura del grado di civiltà ma anche delle tensioni e delle contraddizioni sociali che tormentano la nostra epoca. Notevoli spunti ed un contributo essenziale per l’elaborazione della parte di ricerca empirica sono derivati dall’intensa attività di analisi sociale espletata (in collaborazione con l’ANCI) nell’ambito dell’Osservatorio Tecnico Scientifico per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio, un organismo di supporto della Presidenza della Giunta Regionale del Lazio al quale compete, ai sensi dell’art. 8 della legge regionale n. 15 del 2001, la funzione specifica di provvedere al monitoraggio costante dei fenomeni criminali nel Lazio.
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Vasaturo, Giulio <1976&gt. "Sistemi di sicurezza urbana." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1908/.

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Abstract:
Il problema della sicurezza/insicurezza delle città, dalle grandi metropoli sino ai più piccoli centri urbani, ha sollecitato negli ultimi anni un’attenzione crescente da parte degli studiosi, degli analisti, degli organi di informazione, delle singole comunità. La delinquenza metropolitana viene oggi diffusamente considerata «un aspetto usuale della società moderna»: «un fatto – o meglio un insieme di fatti – che non richiede nessuna speciale motivazione o predisposizione, nessuna patologia o anormalità, e che è iscritto nella routine della vita economica e sociale». Svincolata dagli schemi positivistici, la dottrina criminologica ha maturato una nuova «cultura del controllo sociale» che ha messo in risalto, rispetto ad ogni visione enfatizzante del reo, l’esigenza di pianificare adeguate politiche e pratiche di prevenzione della devianza urbana attraverso «tutto l’insieme di istituzioni sociali, di strategie e di sanzioni, che mirano a ottenere la conformità di comportamento nella sfera normativa penalmente tutelata». Tale obiettivo viene generalmente perseguito dagli organismi istituzionali, locali e centrali, con diverse modalità annoverabili nel quadro degli interventi di: prevenzione sociale in cui si includono iniziative volte ad arginare la valenza dei fattori criminogeni, incidendo sulle circostanze sociali ed economiche che determinano l’insorgenza e la proliferazione delle condotte delittuose negli ambienti urbani; prevenzione giovanile con cui si tende a migliorare le capacità cognitive e relazionali del minore, in maniera tale da controllare un suo eventuale comportamento aggressivo, e ad insegnare a genitori e docenti come gestire, senza traumi ed ulteriori motivi di tensione, eventuali situazioni di crisi e di conflittualità interpersonale ed interfamiliare che coinvolgano adolescenti; prevenzione situazionale con cui si mira a disincentivare la propensione al delitto, aumentando le difficoltà pratiche ed il rischio di essere scoperti e sanzionati che – ovviamente – viene ponderato dal reo. Nella loro quotidianità, le “politiche di controllo sociale” si sono tuttavia espresse in diversi contesti – ed anche nel nostro Paese - in maniera a tratti assai discutibile e, comunque, con risultati non sempre apprezzabili quando non - addirittura – controproducenti. La violenta repressione dei soggetti ritenuti “devianti” (zero tolerance policy), l’ulteriore ghettizzazione di individui di per sé già emarginati dal contesto sociale, l’edificazione di interi quartieri fortificati, chiusi anche simbolicamente dal resto della comunità urbana, si sono rivelate, più che misure efficaci nel contrasto alla criminalità, come dei «cortocircuiti semplificatori in rapporto alla complessità dell’insieme dei problemi posti dall’insicurezza». L’apologia della paura è venuta così a riflettersi, anche fisicamente, nelle forme architettoniche delle nuove città fortificate ed ipersorvegliate; in quelle gated-communities in cui l’individuo non esita a sacrificare una componente essenziale della propria libertà, della propria privacy, delle proprie possibilità di contatto diretto con l’altro da sé, sull’altare di un sistema di controllo che malcela, a sua volta, implacabili contraddizioni. Nei pressanti interrogativi circa la percezione, la diffusione e la padronanza del rischio nella società contemporanea - glocale, postmoderna, tardomoderna, surmoderna o della “seconda modernità”, a seconda del punto di vista al quale si aderisce – va colto l’eco delle diverse concezioni della sicurezza urbana, intesa sia in senso oggettivo, quale «situazione che, in modo obiettivo e verificabile, non comporta l’esposizione a fattori di rischio», che in senso soggettivo, quale «risultante psicologica di un complesso insieme di fattori, tra cui anche indicatori oggettivi di sicurezza ma soprattutto modelli culturali, stili di vita, caratteristiche di personalità, pregiudizi, e così via». Le amministrazioni locali sono direttamente chiamate a garantire questo bisogno primario di sicurezza che promana dagli individui, assumendo un ruolo di primo piano nell’adozione di innovative politiche per la sicurezza urbana che siano fra loro complementari, funzionalmente differenziate, integrali (in quanto parte della politica di protezione integrale di tutti i diritti), integrate (perché rivolte a soggetti e responsabilità diverse), sussidiarie (perché non valgono a sostituire i meccanismi spontanei di prevenzione e controllo della devianza che si sviluppano nella società), partecipative e multidimensionali (perché attuate con il concorso di organismi comunali, regionali, provinciali, nazionali e sovranazionali). Questa nuova assunzione di responsabilità da parte delle Amministrazioni di prossimità contribuisce a sancire il passaggio epocale «da una tradizionale attività di governo a una di governance» che deriva «da un’azione integrata di una molteplicità di soggetti e si esercita tanto secondo procedure precostituite, quanto per una libera scelta di dar vita a una coalizione che vada a vantaggio di ciascuno degli attori e della società urbana nel suo complesso». All’analisi dei diversi sistemi di governance della sicurezza urbana che hanno trovato applicazione e sperimentazione in Italia, negli ultimi anni, e in particolare negli ambienti territoriali e comunitari di Roma e del Lazio che appaiono, per molti versi, esemplificativi della complessa realtà metropolitana del nostro tempo, è dedicata questa ricerca. Risulterà immediatamente chiaro come il paradigma teorico entro il quale si dipana il percorso di questo studio sia riconducibile agli orientamenti della psicologia topologica di Kurt Lewin, introdotti nella letteratura sociocriminologica dall’opera di Augusto Balloni. Il provvidenziale crollo di antichi steccati di divisione, l’avvento di internet e, quindi, la deflagrante estensione delle frontiere degli «ambienti psicologici» in cui è destinata a svilupparsi, nel bene ma anche nel male, la personalità umana non hanno scalfito, a nostro sommesso avviso, l’attualità e la validità della «teoria del campo» lewiniana per cui il comportamento degli individui (C) appare anche a noi, oggi, condizionato dalla stretta interrelazione che sussiste fra le proprie connotazioni soggettive (P) e il proprio ambiente di riferimento (A), all’interno di un particolare «spazio di vita». Su queste basi, il nostro itinerario concettuale prende avvio dall’analisi dell’ambiente urbano, quale componente essenziale del più ampio «ambiente psicologico» e quale cornice straordinariamente ricca di elementi di “con-formazione” dei comportamenti sociali, per poi soffermarsi sulla disamina delle pulsioni e dei sentimenti soggettivi che agitano le persone nei controversi spazi di vita del nostro tempo. Particolare attenzione viene inoltre riservata all’approfondimento, a tratti anche critico, della normativa vigente in materia di «sicurezza urbana», nella ferma convinzione che proprio nel diritto – ed in special modo nell’ordinamento penale – vada colto il riflesso e la misura del grado di civiltà ma anche delle tensioni e delle contraddizioni sociali che tormentano la nostra epoca. Notevoli spunti ed un contributo essenziale per l’elaborazione della parte di ricerca empirica sono derivati dall’intensa attività di analisi sociale espletata (in collaborazione con l’ANCI) nell’ambito dell’Osservatorio Tecnico Scientifico per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio, un organismo di supporto della Presidenza della Giunta Regionale del Lazio al quale compete, ai sensi dell’art. 8 della legge regionale n. 15 del 2001, la funzione specifica di provvedere al monitoraggio costante dei fenomeni criminali nel Lazio.
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Sartori, André Giovanini de Oliveira. "Análise das metodologias do sistema das Nações Unidas de indicadores de desenvolvimento humano sustentável." Universidade Federal de São Carlos, 2012. https://repositorio.ufscar.br/handle/ufscar/4330.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2016-06-02T20:00:44Z (GMT). No. of bitstreams: 1 4502.pdf: 1509666 bytes, checksum: acabe24c916379a6c23ff912200b05b6 (MD5) Previous issue date: 2012-05-29
Universidade Federal de Minas Gerais
This paper analyzes the capacity that systems of indicators and synthesis-indicators; made or based on adapted methodologies developed by UN; have to operationalize the phenomenon about human and sustainable development; in the urban environment scale. The aim is to identify; systematize and analyze how the component variables of urban environment are approached by every set of indicators studied; relating the strengths and weaknesses of them for the utilization as information tools; to support decision making; within the scope of planning and urban management. The following synthesis-indicators selected are: Municipal Human Development Index (IDH-M) and Paulista Index of Social Responsibility (IPRS); the systems of indicators: Sustainable Development Index (IDS); Millennium Development Goals (ODM); GEO Cities Methodology and Habitat Agenda Indicators. The research method is based on analysis of collected indicators according to their treatment relative to the Bellagio Principles (IISD; 2000); and also regarding to the common variables of planning and management of urban environment; which are set as sanitation; habitation; environment; mobility; security and education. The results show that synthesis indicators and systems indicators studied are both not appropriate; rather in relation to meeting Bellagio Principles; than regarding the coverage of common variables to planning and management of urban environment. The synthesis indicators show their qualities to effective communication and guiding vision and goals; whereas systems of indicators show advantages on assessment capability of the system itself. Regarding to the strengths and weaknesses of the set of indicators studied for the utilization in urban planning; the utilization of these indicators; as information tools in decision making process; tends to be done in an indirect way. As a final conclusion of this paper; outstands that the utilization of indicators tends to be considered as a way to help to understand our daily routine. Nowadays; the systems of indicators and synthesis indicators available do not meet ideal conditions to analyze the urban environment in a holistic perspective; because there are weaknesses and gaps that harm its operation.
O presente trabalho analisou a capacidade que os sistemas de indicadores e indicadoressíntese; produzidos ou fruto de adaptações de metodologias criadas pela ONU; têm de operacionalizar fenômenos referentes ao desenvolvimento humano e sustentável; dentro da escala do meio urbano. O objetivo foi o de identificar; sistematizar e analisar de que forma as variáveis componentes do meio urbano são abordadas por cada conjunto de indicadores estudados; relacionando as potencialidades e as limitações deles para a utilização enquanto ferramentas de informação; no auxílio à tomada de decisão; dentro do escopo do planejamento e da gestão urbana. Foram selecionados os indicadores-síntese: Índice de Desenvolvimento Humano Municipal (IDH-M) e Índice Paulista de Responsabilidade Social (IPRS); e os sistemas de indicadores: Indicador de Desenvolvimento Sustentável (IDS); Objetivos de Desenvolvimento do Milênio (ODM); Metodologia GEO Cidades e Indicadores da Agenda Habitat. O método de pesquisa se baseou na análise dos indicadores colhidos de acordo com o atendimento deles em relação com os Princípios de Bellagio (IISD; 2000); e também com respeito às variáveis comuns ao planejamento e a gestão do meio urbano; que foram elencadas como saneamento; habitação; meio ambiente; mobilidade; segurança e educação. Os resultados indicaram que os indicadores-síntese e sistemas de indicadores estudados não se mostraram adequados; tanto em relação ao atendimento dos Princípios de Bellagio; quanto em relação à cobertura das variáveis comuns ao planejamento e a gestão do meio urbano. Os indicadores-síntese mostraram suas qualidades para a comunicação efetiva e a orientação de visão e metas; enquanto que os sistemas de indicadores mostraram virtudes na capacidade de avaliação do sistema. No que tange às potencialidades e fragilidades dos conjuntos de indicadores estudados para a utilização no planejamento urbano; o uso destes indicadores; como ferramentas de informação no processo decisório; tende a ser feita de forma indireta. Como conclusão final deste trabalho; destaca-se que a utilização de indicadores deve ser encarada como uma forma de se tomar consciência acerca do nosso cotidiano. Atualmente; os sistemas de indicadores e indicadores-síntese existentes não reúnem condições ideais para se analisar o meio urbano sob uma perspectiva holística; pois há fragilidades e lacunas que prejudicam seu funcionamento.
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Velhinho, Ana Paula. "Os espaços abertos no sistema urbano de Beja." Master's thesis, Universidade de Évora, 2011. http://hdl.handle.net/10174/11764.

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Abstract:
O presente relatório surge na sequência do estágio efectuado na Divisão de Zonas Verdes, na Câmara Municipal de Beja, no âmbito do mestrado em Arquitectura Paisagista. O estágio teve como objecto de estudo a caracterização dos espaços abertos da cidade Beja e a sua relação com o sistema urbano. Neste relatório descrevem-se as actividades desenvolvidas ao longo do período de estágio, tais como: o levantamento, caracterização dos espaços abertos e a avaliação da sua organização na cidade através da Estrutura Verde; e a elaboração de dois planos de plantação. Conclui-se com um conjunto de reflexões sobre a aprendizagem e das dificuldades sentidas no decorrer do estágio, para além da apresentação de sugestões elaboradas sobre as actividades e temas abordados; ### ABSTRACT: This report is the result of the practice which took place in the Green Areas Department of Beja City Hall throughout of the master in Landscape Architecture. The study subject of this practice was Beja’s open spaces characterization and its relation to open urban system. This report intends to describe the work conducted throughout the practice period such as the data collection, the green zones characterization and the appreciation of their organization in the city through the Green Structure; and two planting plans were developed. In the end I conclude with a set of reflections on the learning and the difficulties experienced during the internship, in addition to the presentation of elaborate suggestions on the activities and themes.
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Silva, Tiago Brito da. "Urbanismo sustentável e o paradigma da resiliência. Aplicações em planejamento e projeto: estudos de caso nas intervenções urbanas da Línea K em Medellín, sistema teleférico do Complexo do Alemão e Parque Sitiê no Vidigal." Universidade de São Paulo, 2017. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/16/16138/tde-22062017-164655/.

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Abstract:
A presente dissertação tem por objetivo discutir a importância de uma postura resiliente para a busca do urbanismo sustentável. O termo \"sustentável\" e suas variantes passaram por um desgaste nas últimas décadas, formando uma barreira prejudicial à sua aplicação efetiva. A \"resiliência\", surge, então, como uma forma de revisitar a questão, através de um conceito oriundo da física, que possibilita conceber uma transposição teórica para a arquitetura e o urbanismo, disciplinas nas quais o tema pode colaborar na formulação de novas ferramentas e conceitos aplicáveis ao planejamento e projeto. Almeja-se, através da sua conceituação teórica, contribuir para a elaboração de uma postura resiliente e promover o termo \"resiliência urbana\" em direção ao enfrentamento da crise urbana, ocasionada pelo crescimento vertiginoso da urbanização mundial e da consequente aglomeração populacional nas cidades. Nos países em desenvolvimento, essa abordagem pode ser de grande utilidade, dado que a crise urbana é fortalecida pelo avanço da informalidade e pela formação de novos tecidos urbanos às margens do planejamento. O conceito de resiliência, neste caso, possibilita uma discussão voltada às questões de espontaneidade, improvisos, constantes mudanças e transformações, inerentes à condição urbana, se discutido dentro de uma abordagem de Sistemas Adaptativos Complexos. Para tanto, elaborou-se uma análise reflexiva, a fim de aferir a transferência da teoria para prática, a partir de três projetos urbanos já implantados: as intervenções em torno da Línea K, em Medellín, Colômbia, o sistema teleférico do Complexo do Alemão e o Parque Sitiê, ambos na cidade do Rio de Janeiro. A partir daí, pôde-se constatar que a visão sistêmica adaptativa e complexa da resiliência traz a possibilidade de promover a inter-relação entre sociedade, economia e ambiente na construção do meio urbano e, assim, encorajar uma nova postura frente a difusão de um Urbanismo Sustentável.
The present dissertation aims to discuss the importance of a resilient posture in the search for a sustainable urbanism. The term \"sustainable\" and its variants have gone through a wear and tear through the last few decades, forming a barrier which prejudices its effective application. The \"resilience\" term then appears as a way of revisiting this matter, through a concept derived from physics, that allows a theoretical transposition to architecture and urbanism disciplines in which the subject can cooperate in the formulation of new tools and concepts that can be applied into planning and project design process. Over the theoretical conception, it is intended the contribution on the elaboration of a resilient attitude and therefore promotes the term \"urban resilience\" towards the current urban crisis, caused by the dramatical growth of the world urbanization and the consequent population cluster within cities. In developing countries, the approach can be very useful, given that the urban crisis is strengthened by the rise of informality and the formation of new urban networks at the edge of planning actions. The concept of resilience, in this case, enables a discussion focused on spontaneity issues, improvisations, changes and transformations, inherent to the urban condition, discussed within a Complex Adaptive Systems approach. However to elaborate a reflexive analysis it is necessary to verify the transformation of theory into practice from three urban projects already implemented: Line K\'s urban interventions in Medellín, Colombia, cable car system at Alemão Complex and Sitiê Park, both in Rio de Janeiro, Brazil. In conclusion, an adaptive and complex systemic view of resilience has the potential to promote an interrelationship between society, economy and environment during the construction of an urban environment and therefore encourage a new attitude towards the diffusion of Sustainable Urbanism.
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Rosa, Celso Nunes. "Sistemas integrados trem-ônibus : custo operacional do sistema alimentador." reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2000. http://hdl.handle.net/10183/159131.

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Abstract:
O presente trabalho examina os sistemas integrados trem-ônibus nos aspectos relativos à integração física, operacional e tarifária entre os dois modos, apresentando as principais vantagens e desvantagens deste tipo de racionalização, na concepção do transporte nas metrópoles, além de relacionar as interferências institucionais presentes, entre outras. Aborda as metodologias de custo operacional, detendo-se na de custo médio. Avalia a modelagem com base no custo médio e a evolução da sistemática de cálculo dos custos operacionais do ônibus e micro-ônibus, a alteração dos seus indicadores e a repercussão da Constituição Federal de 1988, abrangendo o período de 1980 a 1999. Conclui sobre os custos fixos, que a parcela decorrente da imobilização de ativos, tais como, os custos com depreciação de oficina e de equipamentos calculados com base em percentual aplicado ao valor do veículo, suscita maiores divergências, quer em tomo do percentual considerado, quer pelo tempo com que é realizada a depreciação. Estende a análise sobre a depreciação da frota e observa as divergências sobre o valor residual dos veículos, e outros parâmetros. Aborda a análise sobre os custos variáveis e suas variabilidades. O estudo de caso, objetiva verificar o custo operacional do ônibus urbano e do micro ônibus, bem como, identificar o equilíbrio entre a receita e a despesa das linhas alimentadoras gerenciadas pelo órgão metropolitano e determinar o fator de carregamento para o ponto de equilíbrio de cada linha alimentadora. Aplica a técnica de verificação dos extremos, para os diversos indicadores, com a finalidade de determinar a existência de valores espúrios que pudessem comprometer a normalidade da distribuição. Calcula o custo operacional com base no valor da mediana de cada coeficiente, e conclui que o custo para a RMPA é 24% superior a esta referência. Aplica a mesma metodologia do ônibus, para modelar o custo operacional do micro ônibus, a partir de seus coeficientes específicos, e concluiu que o custo operacional quilométrico calculado para o ônibus através da mediana apresenta acréscimo de 68,2% em relação ao valor apurado para o micro ônibus. Infere que o ponto de equilíbrio para as linhas operadas com ônibus convencionais, corresponde, aproximadamente, ao fator de carregamento igual ao número de assentos do veículo. Para a linha operada com micro ônibus, o ponto de equilíbrio corresponde ao fator de carregamento igual à metade da lotação do veículo.
This dissertation examines integrated bus-metro systems with relation to integration aspects such as physical, operational and fare. It presents the key advantages and disadvantages of sue h integration in the context of metropolitan areas within existing institutional frameworks. It then focuses on the methodologies of the operational costs, detailing the one based on the average costs. It evaluates, for the period 1980 to 1999, the methodologies based on the average costs and the evolution of the calculation procedures for the operational costs of buses and mini-buses, the alteration of its coeficients and the impact of the Federal Constitution of 1988. With relation to fixed costs, it concludes that the parcels deriving from, amongst others, depreciation of the repair shop and equipments calculated with relation to a percentage of the value of the vehicle, arises divergences. Furthennore, it investigates the fleet depreciation and denotes ditferences resulting from altemative forms of calculation. The dissertation also evaluates variable costs and their variabilities. The case study aims at verifying the operational costs of buses and mini-buses. lt also identifies the point of equilibrium between revenues and expenses of feeding lines managed by the metropolitan authority as well as pinpoints the loading factor for the point of equilibrium of each feeding line. lt applies the technique of identifying extreme values for several coeficients as to denote values that may influence the normality ofthe distributions. It calculates the operational costs taking the median values of every coeficient, concluding that the cost for RMPA is 24% above this level. The same methodology used to calculate the costs for buses is applied to determine the operational costs o f minibuses. The comparison between the operational costs of buses and mini-buses reveals that the former is 68,2% above the later. With regar to the equilibrium point, the loading factor for conventional buses corresponds to approximately the number of seats. In the case of mini-buses, the equilibrium point corresponds to halfthe loading ofthese vehicles.
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Klyuka, Iryna. "Tecnologie digitali per la catalogazione dei Beni Culturali: Villa Adriana. L'architettura contro il tempo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Villa Adriana presenta un ampio spettro di possibili casi studio finalizzati ad approfondire il tema della documentazione e della catalogazione dei Beni Culturali. La diffusione della rete Internet ha oggi determinato la necessità di gestire le informazioni in forma distribuita. Nel settore dei B.C., per anni le informazioni relative agli stessi venivano riassunte in schede, “beni schedati” per l’appunto, in modo da facilitarne la consultabilità e l’organizzazione manuale. Nel primo periodo della informatizzazione il processo è stato perfettamente uguale: schede, unità di misura e campi rimasero gli stessi, ma digitalizzati. È chiaro che oggi un sistema del genere appare poco appropriato rispetto alle proprietà dei sistemi digitali, per consentirne lo studio e/o la fruizione. Quindi è nata l’esigenza di migliorare la gestione dei dati raccolti e aggiornare la scheda tenendo conto dell’esperienza sia di coloro che lavorano nel campo della catalogazione dei beni culturali sia di coloro che operano nelle Soprintendenze e nelle Università. Tutto ciò ha spinto il Ministero per i Beni e le Attività Culturali a pensare una soluzione al fine di creare un processo evolutivo dei cittadini. L’“innovazione tecnologica”, oltre ad essere un’implementazione di una nuova regola organizzativa, miglio9ra il supporto alla salvaguardia dei beni artistici e archeologici, mettendo a disposizione dei tecnici delle soprintendenze e delle forze dell’ordine strumenti che semplificano l’attività nella tutela del patrimonio culturale. È innegabile il fatto che oggi i nuovi “media” siano il fulcro di un “movimento” verso i modelli rinnovati di comunicazione della conoscenza che offrono le forme più rapide e immediate dell’offerta culturale. Il sistema informativo permette di incrociare le informazioni di carattere tecnico con i dati relativi alla conoscenza del bene e alla sua storia, mettendoli in relazione alla specifica area a cui si riferiscono.
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Corteletti, Laís. "Efeitos configuracionais do sistema de transporte público : a extensão do Trensurb até Novo Hamburgo, RS." reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2015. http://hdl.handle.net/10183/130702.

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Abstract:
A crescente demanda por movimentação de pessoas e mercadorias nas cidades contemporâneas vem exigindo das administrações públicas investimentos em sistemas de circulação coletiva de alta capacidade (trens, metrôs, etc.). Do ponto de vista espacial, a implantação desses sistemas no interior das cidades pode causar efeitos, como, por exemplo, mudanças na acessibilidade, no uso do solo e nos fluxos entre as regiões. Pode haver valorização ou desvalorização de determinadas áreas, induzindo à ocupação e ao adensamento de certas zonas, até mesmo, promovendo o surgimento de novas centralidades. Esses efeitos são sistêmicos e de difícil avaliação e antecipação. O objetivo desta pesquisa é analisar e descrever os efeitos causados pela implantação de um sistema coletivo de circulação na configuração das cidades. A abordagem adotada pelo trabalho é a da configuração urbana, ou seja, a cidade é tratada como um sistema de espaços inter-relacionados, por sua vez, articulados a um sistema de movimento, uso do solo e centralidades. Toma-se como estudo empírico a implantação do Trensurb (trem metropolitano) na cidade de Novo Hamburgo, RS, ocorrida em 2014. O trabalho aborda o efeito do Trensurb sobre a acessibilidade, a centralidade e a estrutura de centros locais. Também explora o desempenho espacial da localização das estações do Trensurb em termos de sua eficiência na captura de usuários, avaliando a distribuição da oportunidade espacial de acesso ao trem. Por fim, verifica como se alteram as vantagens locacionais para oferta de serviços na cidade, após a implantação do trem. A metodologia utiliza técnicas e modelos desenvolvidos no campo dos sistemas configuracionais urbanos, tendo como referência dois cenários de análise: com e sem a presença do Trensurb. Os resultados permitem uma discussão quantitativa e qualitativa das principais alterações detectadas e reafirmam a importância desse tipo de abordagem para contribuir com a compreensão de problemas urbanos complexos.
The increasing demand in contemporary cities for circulation of people and goods has been requiring huge government investments for more efficient high capacity collective circulation systems (e.g., trains and subways). In the spatial point of view, these systems implementation in the cities can cause different impacts such as accessibility, land use and regional flows changes. Real estate appreciation or depreciation of certain areas may occur, leading to the occupation and consolidation of certain zones, and even fostering the emergence of new centralities. All these impacts are systemic and difficult to assess and anticipate. This research aims to analyze and describe the impacts caused by the implementation of a collective circulation system in the configuration of cities. The urban configuration approach is adopted, i.e., the city is addressed as an interrelated spaces system, which hinges a circulation system, land use and centrality. As empirical study, the city of Novo Hamburgo, Rio Grande do Sul, Brazil, has been chosen, where a metropolitan train, Trensurb, has been implemented in 2014. This study discusses the impact caused by Trensurb on urban accessibility and centrality and over the structure of local centers. It also exploits the spatial performance of the location of Trensurb stations in terms of their efficiency in achieving users and evaluates the distribution of the spatial opportunity of train access. Finally, this study verifies how the locational advantages for service offering change within the city, after the implementation of the new train. The methodology is based on models and techniques developed in the field of urban configurational systems, with reference to two scenarios analyses: with and without the presence of Trensurb. The results enable to quantitatively and qualitatively discuss the main changes detected in the system and to reaffirm the relevance of this approach to contribute to the understanding of complex urban problems.
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Florissi, Elena. "Desenvolvimento urbano sustentável: um estudo sobre sistemas de indicadores de sustentabilidade urbana." Universidade Federal de Pernambuco, 2009. https://repositorio.ufpe.br/handle/123456789/3211.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2014-06-12T16:28:56Z (GMT). No. of bitstreams: 2 arquivo2355_1.pdf: 908776 bytes, checksum: 55fd833635a468a0ed2ca3cff8c4f460 (MD5) license.txt: 1748 bytes, checksum: 8a4605be74aa9ea9d79846c1fba20a33 (MD5) Previous issue date: 2009
Este trabalho tem como objetivo analisar o papel da dimensão cultural nas ações voltadas ao monitoramento do desenvolvimento urbano sustentável e da conservação dos patrimônios naturais e culturais. Especificamente, estuda a importância da sustentabilidade do patrimônio cultural no processo de desenvolvimento urbano sustentável; identifica e analisa conjuntos de indicadores de sustentabilidade urbana, percebendo a importância dada à sustentabilidade cultural; e, por fim, propõe um conjunto de indicadores de sustentabilidade urbana a partir dos casos estudados. Desse modo, são objetos de estudo sistemas de indicadores de desenvolvimento urbano sustentável, cada vez mais formulados e utilizados no monitoramento das ações voltadas ao alcance da sustentabilidade urbana. Isto dará meios de avaliar a importância da dimensão cultural quando comparada às outras dimensões da sustentabilidade ambiental, econômica, social e institucional , comumente utilizadas na construção de conjuntos de indicadores de desenvolvimento sustentável. Com vistas ao exposto, o trabalho foi dividido em três momentos. No primeiro, de cunho teórico, é feito um aprofundamento conceitual sobre desenvolvimento sustentável, conservação integrada e cidades sustentáveis, de forma a dar respaldo na análise crítica e na proposta de indicadores de sustentabilidade urbana. No segundo momento, é feita uma investigação de estudos de caso de indicadores já existentes e utilizados em políticas de desenvolvimento sustentável, contrastando as compreensões teóricas com a realidade empírica, para em seguida se proceder a uma análise dos casos estudados à luz dos conceitos desenvolvidos e das preocupações acerca do desenvolvimento urbano sustentável, assumidas como fundamentais. Estes são procedimentos críticos que procuram uma contradição ao mesmo tempo em que geram uma nova compreensão. Posteriormente à análise dos casos de conjuntos de indicadores existentes, passa-se para o terceiro momento da pesquisa, com a proposição de um conjunto de indicadores de sustentabilidade urbana tendo como base o universo dos indicadores analisados e suas fontes de dados. A proposta é feita com o respaldo das duas primeiras etapas da pesquisa aprofundamento teórico-conceitual e análise crítica de sistemas de indicadores. Os resultados empíricos da pesquisa mostram que a dimensão cultural da sustentabilidade, embora presente nas apreciações teóricas, não está presente nos casos estudados. Em apenas um dos seis conjuntos de indicadores analisados a cultura aparece como uma dimensão, mas, mesmo assim, sem menção alguma aos patrimônios culturais. Através desse resultado e à luz do referencial teórico, é proposto, um conjunto de indicadores de sustentabilidade urbana. È sugerido que o fundamento teórico sobre desenvolvimento urbano sustentável insira as questões sobre o legado patrimonial cultural da cidade ao lado das questões essencialmente ambientais. Estas duas dimensões são percebidas como os dois eixos principais no processo de sustentabilidade local, tendo nas outras dimensões uma rede de suporte para a continuidade ao longo das gerações uma vez que as cidades possuem uma participação cada vez maior na utilização dos recursos naturais, e têm na sua construção cotidiana as marcas culturais e identitárias da comunidade local, essenciais na qualidade do processo de sustentabilidade
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Junior, Laerte Jose Duran. "Análise do surgimento de polos de ocupação urbana à ótica de Sistemas Complexos." Universidade de São Paulo, 2012. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/100/100132/tde-19122012-225247/.

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Abstract:
Desde os primeiros anos do século XXI mais da metade da população mundial passou a habitar em regiões urbanas. Este processo de urbanização, acelerado a partir da revolução industrial, trouxe consigo benefícios inegáveis à humanidade, mas também possui externalidades evidentes como o congestionamento, a violência e a segregação. Preocupada com estes problemas, surge a ciência do planejamento urbano, ora atuando na antecipação dos fatos, ora remediando os problemas existentes, utilizando as mais variadas propostas que partem de correntes de pensamento compostas por estudiosos das cidades que, nesta difícil tarefa, procuram embasamento em experiências anteriores ou em estudos que invariavelmente envolvem outras áreas de conhecimento, como sociologia, economia e engenharia. Paralelamente a estes esforços, surge nos últimos 40 anos, outra área de conhecimento, denominada Sistemas Complexos, para estudar fenômenos físicos, biológicos, econômicos e sociais, entre outros, utilizando as técnicas provenientes da dinâmica não linear, da física estatística e da computação baseada em agentes, e que vem sendo progressivamente aplicada ao estudo das cidades. Neste trabalho é realizada uma breve revisão da história do surgimento e da evolução das cidades, apresentada na seção 2, e em seguida, na seção 3, é apresentada a teoria dos sistemas complexos, descrevendo as principais características dos sistemas que podem ser analisados à ótica desta área de conhecimento. Na seção 4 é exposto o embasamento teórico e empírico que permite a fusão entre as duas ciências (Planejamento Urbano e Sistemas Complexos). Na seção 5 são reproduzidos alguns estudos computacionais da expansão urbana, consolidados na literatura científica que utilizam técnicas inerentes à ótica de sistemas complexos. Na seção 6 é proposto um modelo computacional simplificado que permite a visualização, extração de dados e análise da ocupação territorial com ênfase no estudo do custo de deslocamento no interior de um centro urbano, permitindo a conclusão, apresentada na seção 7, de que a cidade é um sistema complexo e que a abordagem através da união das áreas de conhecimento é promissora quando trata de assuntos relativos à expansão urbana, podendo ser de grande valor na elaboração de propostas que visem a amenização ou eliminação das externalidades que há tempo têm sido motivo de preocupação para os habitantes dos centros urbanos.
Since the beginning of the XXI century, more than half of the world population lives in urban areas. This process, accelerated with the industrial revolution, brought undeniable advantages, but also several handicaps, externalities such as traffic jams, violence and segregation. Concerned with these problems, a Urban Planning science is developed, acting in the effects as well as in the causes of the problems. In this task, the scientists use tools originated in several fields, such as economy, sociology and engineering. Meanwhile, in the last four decades, a different approach appears. It is called Complex Systems theory, targeted to deal with complex physical, biological, economical and social phenomena, utilizing techniques borrowed from the Non-linear dynamics, from the Statistical physics and from the Agent based models. It has been progressively applied to the Urban Planning science. This work reviews the appearance and development of the cities in the section 2, and in the section 3, the principles of Complex Systems theory are presented. In the section 4 it is showed that the Urban Planning science can profit from the Complex Systems approach. Section 5 reproduces some previous early computational models from the literature. This work contribution is presented next, in the section 6, a simplified model, based on Complex System approach, which allows visualization and urban occupation analyses in function of the transportation costs. The last section concludes that the view of the city as a complex system has many advantages when dealing with the urban expansions and the externalities arising from this process.
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Bevilacqua, Decio. "Crescimento urbano : relações críticas entre sistemas de serviços urbanos e consumidores e seus reflexos no crescimento da cidade." reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2015. http://hdl.handle.net/10183/132136.

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Em distintos momentos da história, pesquisadores investigaram e propuseram, com relativo sucesso, modelos locacionais que explicassem a origem e os processos dos crescimentos das cidades, mas, de modo frequente, esbarrando na complexidade desses sistemas. Recentemente, apoiados nas teorias sobre Sistemas Complexos, Nova Geografia Econômica e Modelos Configuracionais Urbanos, alguns conceitos proporcionam uma fundamentação mais consistente para a verificação das variáveis e suas interações espaciais, as quais identifiquem esses processos. Dentre os sistemas complexos, são representativos os conceitos sobre a resiliência e a criticalidade auto-organizada enquanto os conceitos do modelo centro-periferia, propostos pela nova geografia econômica, contribuem para compreensão das formações de aglomerações econômicas e populacionais. Tais abordagens conduzem ao desenvolvimento da hipótese de que a localização relativa dos serviços urbanos e dos moradores, no espaço intraurbano, estaria condicionada a duas forças que se contrapõem, “centrípeta e centrífuga”, que são geradoras de “tensões” as quais conduzem o sistema a atingir níveis críticos por determinados períodos até que novas condições movam o sistema, de maneira surpreendente, a um novo limiar. O processo de crescimento do sistema urbano seria, assim, sujeito às variações de densidades populacionais e das localizações dos diferentes serviços urbanos e suas externalidades econômicas existentes na cidade. A averiguação e os comportamentos destas forças foram testados em uma situação real, na cidade de Santa Maria – RS. Os dados populacionais e dos serviços urbanos foram espacializados recorrendo a um Sistema de Informação Geográfica – SIG e suas interações avaliadas com o uso de medidas configuracionais urbanas. Espera-se, com isso, contribuir para a consolidação do conhecimento da dinâmica urbana e das condições dos diversos estados do sistema urbano.
At different times, researchers have investigated and proposed, with relative success, locational models that explain the origin and the processes of urban growth, but, often, failing to account for the complexity of these systems. Recently, the theories of Complex Systems, New Economic Geography and Urban Configurational Models, have provided concepts with a more consistent rationale for checking variables and the spatial interactions that identify these processes. The Complex Systems framework has provided the concepts of resiliency and self-organized criticality, whereas New Economic Geography has furnished the center-periphery model, which aids in understanding economic and population agglomerations. These approaches support the hypothesis that the relative location of urban services and residents in the intraurban space is subject to centripetal and centrifugal forces, which generate tensions that lead the system toward critical levels for determined periods until new conditions move the system, unexpectedly, to a new threshold. The growth process of the urban system is thus subject to variations in population density and in localization of the different urban services and their economic externalities that exist in the city. The behaviors of these forces were tested in a real situation, in the city of Santa Maria, RS. Population and urban services data were spatialized using a Geographic Information System – GIS and their interactions were evaluated with the use of urban configurational measures to contribute to our knowledge of urban dynamics and the conditions of the various states of the urban system.
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Sierra, Cárdenas Erika Fhaisuly. "Avaliação dos sistemas urbanos de drenagem sustentável mediante o modelo Urban Water Use (UWU) em área urbana da cidade de Curitiba." reponame:Repositório Institucional da UFPR, 2017. http://hdl.handle.net/1884/47323.

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Abstract:
Orientador : Daniel Costa dos Santos, Ph. D.
Coorientador : Cesar Augusto M. Destro, Dr
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal do Paraná, Setor de Tecnologia, Programa de Pós-Graduação em Engenharia de Recursos Hídricos e Ambiental. Defesa: Curitiba, 31/03/2017
Inclui referências : f.87-92
Resumo: O processo de urbanização e de expansão das cidades tem sido constante nos últimos anos. O Brasil não é uma exceção deste fenômeno. Estas mudanças têm alterado o ciclo hidrológico natural, produzindo um aumento do escoamento superficial e diminuição da infiltração. Por conseguinte, foram concebidos os Sistemas Urbanos de Drenagem Sustentável (SuDS) para gerir os riscos ambientais advindos do escoamento superficial das águas urbanas. Desta maneira, o desenvolvimento urbano, quando devidamente planejado, representa avanços tecnológicos e proporcionam benefícios na infraestrutura de um determinado local, assim, esta pesquisa teve como objetivo principal a avaliação do modelo Urban Water Use (UWU) num caso de estudo na bacia do rio Belém cuja área é de 148 hectares, localizada na cidade de Curitiba, com projeção de 30 anos. A fim de propor medidas que promovam melhorias à mesma, o estudo foi conduzido em 4 etapas. Inicialmente foi realizada a caracterização da área de estudo com informação de caráter social, geológico, climático e técnico. Logo após, foram locadas e predimensionadas as medidas de SuDS. As seguintes medidas foram utilizadas: microreservatório; telhado verde; trincheiras de infiltração; pavimentos permeáveis; bacias de detenção; bioretenção e wetlands construídos. Posteriormente, foi aplicado o modelo UWU para a hierarquização e seleção do melhor grupo de medidas. No intuito de testa-lo, foram diagnosticadas as possíveis mudanças socioeconômicas e ambientais na área de estudo. Os indicadores estudados foram a vazão de escoamento critico superficial, a qualidade de escoamento superficial em cargas de contaminantes como são o Nitrogênio Kjendahl Total (NTK), Fosforo Total (PT), Sólidos Suspensos Totais (SST) e cobertura de abastecimento de água. Esta última foi usada para demonstrar a integração entre os sistemas de bacias urbanas. A formulação levou à elaboração de quatro cenários futuros em função de fatores externos como são o crescimento populacional, taxa de inflação e o efeito das mudanças climáticas na temperatura e intensidades da precipitação, além da formulação de seis grupos de medidas (GM). O GM5 influencia toda a área de estudo e foi considerado o melhor, tendo alcançado 3.34, valor considerado "bom" de acordo com a escala Índice de Efetividade (IE). O segundo melhor grupo foi o GM6 localizado sobre a Área de Proteção Permanente (APP). Futuros estudos de implementação poderiam ser feitos por etapas das medidas de drenagem, sendo o GM6 a área mínima de implementação, projetando até o GM5 permitindo á vez um maior envolvimento da comunidade na área. Demonstrou-se que o UWU fornece um ambiente de planejamento estratégico para a tomada de decisões que contribuem na sustentabilidade de áreas urbanas. Nos fatores externos, o aumento do crescimento populacional e da intensidade são os quais tiveram maior impacto sobre os indicadores de sustentabilidade. Por outro lado, a taxa de inflação e a mudança da temperatura são os indicadores de menor impacto. Como recomendação para futuros trabalhos, sugere-se o desenvolvimento de outros indicadores com outras variáveis que permitam ter uma maior sensibilidade dos fatores externos. Nesta etapa, a abordagem integrada entre as partes interessadas e envolvimento da comunidade pode ser usada para determinar as prioridades. Além disso, foi evidenciada a necessidade de um planejamento correto sobre o uso do solo e da ocupação urbana, com a finalidade de se obter a minimização dos impactos em decorrência das novas urbanizações e consequentemente a diminuição dos gastos da cidade de Curitiba com obras de correção e ampliação dos sistemas de drenagem urbana. Palavras-chave: modelo UWU, medidas SuDS, abordagem integrada, planejamento estratégico, tomada de decisão.
Abstract: The process of urbanization and city's expansion has been constant in the last years. Brazil isn't an exception to this phenomenon. These changes have altered the natural hydrological cycle, producing an increase in surface runoff and decreased infiltration. Therefore, were designed the Sustainable Urban Drainage Systems (SuDS) to manage the environmental risks arising from the surface runoff of urban waters. In this way, the urban development, when properly planned, represents technological advances and provides benefits in the infrastructure of a local determined, so, this research have as main objective the evaluation of the Urban Water Use (UWU) Model in a case study in the Belém river basin, whose study area equals to 148 acres, located in the Curitiba city, with a projection horizont for 30 years. In order to propose measures to improve improvements to it, the study was conducted in 4 stages. The study area was initially characterized with social, geological, climatic and technical information. After that, the measures of SuDS were localized and predimensioned. The following measures were used: microreservatory; green roof; infiltration trenches, permeable pavement, stormwater detention basin, biorretention and constructed wetland. Posterioly, the UWU model was applied to the hierarchy and selection of the best group of measures. In order to test it, were diagnosed the possible socioeconomic and environmental changes in the study area. The indicators studied where the flow of superficial critical flow, the quality of runoff surface in contaminant loads as they are the Kjendahl Total Nitrogen (NTK), Total Phosphorus (PT), Total Suspended Solids (TSS) and water supply system coverage. The latter was used to demonstrate the integration between urban basin systems. The formulation led to the elaboration of four future scenarios based on external factors such as population growth, the rate of inflation and the effect of climate change on temperature and precipitation intensities, besides the formulaion of six measures groups. The GM5 influence the entire study area and was considered the best group, having reached 3.34, value is rated as "good" according to the Effectiveness Index (EI) value. The second best group was the GM6 located over the Permanent Protection Area (PPA). Future implementation studies could be made by stages of the drainage measures being GM6 the minimum area of implementation, projecting up to GM5 while allowing greater community involvement in the area. It was demonstrated that UWU model provides a strategic environment planning to decisions-make that contribute to the sustainability of urban areas. In external factors, the increase in population growth and intensity of rainfall have had the greatest impact on sustainability indicators. On the other hand, the infiltration rate and change in temperature are the indicators of lower impact. As a recommendation for future work, it is suggested the development of other indicators with other variables that allow a greater sensitivity of external factors. At this stage, the integrated approach between stakeholders and community involvement can be used to determine priorities. Furthermore, it was evidenced the necessity of a strategic planning on the use of the ground and of the urban occupation, with the purpose of minimizing the impacts as a result of the new urbanizations and consequently the cost reduction of Curitiba city with correction works and expansion of urban drainage systems. Key-words: UWU Model; sustainable drainage system; integrated approach; strategic planning; decision-making.
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Carnielle, Leonardo Gonçalves. "Proposta de um sistema de análise da logística urbana para cidades de pequeno e médio porte." Universidade de São Paulo, 2009. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/18/18144/tde-17042009-162244/.

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O fluxo de veículos de carga em centros urbanos ocasiona degradação no tráfego das vias utilizadas e na área de entorno de seus destinos. Os veículos de grande porte trafegam em geral com menor velocidade, necessitam de áreas maiores para conversões e, para não interferir no fluxo das faixas de rolamento, necessitam de locais apropriados para as operações de carga e descarga. Esta dissertação propõe um método de avaliação da interferência dos veículos de carga nas vias urbanas, para cidades brasileiras de pequeno e médio porte. O método se baseia na coleta de dados junto aos órgãos públicos e privados envolvidos com o problema. Para a aplicação do método é necessária a identificação dos veículos utilizados, das quantidades por viagem e volumes totais movimentados pelas empresas, das características geométricas e de tráfego das vias urbanas e das formas de carregamento e descarregamento dos veículos. As áreas necessárias à conversão dos veículos são comparadas com as existentes nas vias trafegadas, com o auxílio de um SIG - Sistema de Informações Geográficas e um método de computação gráfica das trajetórias dos pontos críticos. A interferência no tráfego das vias, próximas a pontos de carga e descarga, é estudada de acordo com a configuração geométrica desses pontos. Para a avaliação quantitativa dos impactos sobre os fluxos de tráfego utiliza-se o software Integration. Um exemplo em pequena escala de uso do método proposto é apresentado, e algumas soluções são sugeridas. Essa aplicação do método apresenta as restrições do cenário operacional atual e os efeitos positivos de algumas alternativas de reformulação do tráfego de veículos de carga.
The cargo vehicle flow in urban centers causes traffic degradation on the roads used and at the destination surroundings. Heavy vehicles travel in general at lower speeds, need larger areas for conversions and, in order to not interfere in the traffic flow lanes, need appropriate docks for loading and unloading. This dissertation proposes method to evaluate the interference of cargo vehicles on urban roads, of medium and small size Brazilian cities. The method is based on data collection at public and private organizations involved with the problem. The application of the method requires the identification of the vehicles used in the operation, the quantities per haul and total volumes of goods transported by the companies, the geometric characteristics and traffic volumes of the road network and the forms of loading and unloading the vehicles. The areas needed for vehicle turns are compared with the existent along the roads traveled, with the aid of a GIS (Geographic Information System) and a graphical computation method. The traffic interference close to the loading and unloading docks is studied in accordance to the geometric configuration of these points. To quantify the impact on the traffic flow the Integration software is used. A small scale example of the proposed methods utilization is presented, and some solutions are suggested. This application of the method presents the constraints of the present operational scenario and the positive effects of some alternatives of cargo vehicle flow reformulation.
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Lanziotti, Thiago Maioli. "Avaliação de métodos multiescala de análise urbana para implementar sistemas cicloviários." Universidade do Vale do Rio dos Sinos, 2016. http://www.repositorio.jesuita.org.br/handle/UNISINOS/5979.

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Nenhuma
A proposição de sistemas de mobilidade para bicicletas tornou-se foco nos últimos anos devido aos problemas de deslocamento apresentados nas grandes cidades. Assim, a presente pesquisa buscou explorar métodos de avaliação do espaço urbano em diferentes escalas, a fim de verificar a aplicabilidade conjunta de tais metodologias com o intuito de uma leitura mais eficaz da cidade, servindo de subsídio ao planejador urbano na proposição de estruturas destinadas aos modais não motorizados. Buscou-se avaliar quais metodologias, qualitativas e quantitativas, aplicadas em conjunto, podem subsidiar o planejamento do transporte não motorizado. A pesquisa dividiu-se em três partes, cada uma referenciando uma escala de leitura do espaço urbano. A aplicação das metodologias em diversas escalas serviu de subsídio para a definição de áreas a serem avaliadas, em que o recorte iniciou-se na escala de cidade e finalizou na escala local, passando pela escala de bairro. A leitura do espaço urbano utilizando diversas escalas possibilitou melhor compreensão da área urbana como um todo e os aspectos que induzem os usuários a utilizarem os modais não motorizados, principalmente a bicicleta. As metodologias selecionadas demonstraram ser de fácil operacionalização e apresentaram sinergia na aplicação conjunta. Como resultados, a presente pesquisa elencou três metodologias, sintaxe espacial (escala de cidade), descentralidade urbana (escala de bairro) e nível de serviço qualitativo (escala local). Essas aplicadas conjuntamente, apresentaram como resultados a possibilidade de leitura do ambiente urbano similares aos estudos tradicionais. A sintaxe espacial indicou os eixos de maior conectividade e maior movimento de pessoas, já através da descentralidade foi possível definir o poder de atração de usuários para determinado local e o nível de serviço qualitativo possibilitou a avaliação da infraestrutura existente assim como a urbanidade do local. Este conjunto tornou o processo de estudo mais dinâmico em relação ao tempo desprendido pelas aplicações tradicionais, o que reflete nos custos operacionais para a produção de planos urbanísticos destinados aos modais não motorizados.
The propositionmobility systems proposition for bicycles has become a focus in recent years due to displacement problems presented in major cities. Threffore, the present study sought to explore urban space evaluation methods in different scales in order to verify the joint applicability of such methodologies in order to more effectively read the city, serving as a subsidy to the urban planner in structures proposition aimed at non-motorized modes. It was sought to assess which methods, qualitative and quantitative, applied together, could support the planning of non-motorized transport. The research was divided into three parts, each one referencing a reading scale of urban space. The application of methodologies in many scales served for defining areas to be evaluated, in that the cutting began in the scale of the city and finished on a local scale, through the neighborhood scale. Reading the urban space using different scales allow better understanding of the urban area as a whole and the aspects that induce users to use the non-motorized modes, especially the bicycle. The methodologies selected proved easy operation and showed synergy in the joint application. As a result, this research has listed three methodologies, space syntax (city scale), urban centerlessness (neighborhood level) and qualitative level of service (local scale). These applied jointly presented results as the possibility of reading the urban environment similar to traditional studies. The space syntax indicated the axes of greater connectivity and greater people movement, already through centerlessness was possible to define the power of user attraction to a certain place and the level of quality service has enabled the assessment of the existing infrastructure as well as the urbanity of the place. This set has the more dynamic process of study in relation to loose time by traditional applications, which reflects the operational costs for the production of urban plans for non-motorized modes.
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TORFEHNEZHAD, Mohammad. "La facciata drenante:una nuova soluzione per gestire le acque meteoriche sugli edifici tramite un sistema della facciata modulare/ventilata, collaborante all'uso dei sistemi di laminazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2015. http://hdl.handle.net/11392/2389030.

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COSTA, P. B. "AVALIAÇÃO do Desempenho de Sistema de Transportes Público Utilizando Indicadores de Mobilidade Urbana Sustentável." Universidade Federal do Espírito Santo, 2016. http://repositorio.ufes.br/handle/10/9476.

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Abstract:
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O grande desafio nas cidades brasileiras atualmente tem sido enfrentar longos engarrafamentos no trânsito, pois a maioria das pessoas deixa de utilizar o transporte coletivo para priorizar a praticidade do transporte individual motorizado. Incentivar a melhoria do transporte público é então essencial para minimizar o problema. Diante deste cenário, esta pesquisa tem como objetivos avaliar o Sistema de Transporte Público por Ônibus da Região Metropolitana da Grande Vitória utilizando indicadores de desempenho e realizar uma análise comparativa com sistemas de transportes de outras regiões do País. A partir da revisão de literatura, foi escolhido o IMUS (Índice de Mobilidade Urbana Sustentável), desenvolvido por Costa (2008), uma ótima ferramenta de suporte de políticas públicas, que auxilia no direcionamento de ações e, principalmente, na identificação das áreas que necessitam de investimentos. O índice é composto de 87 indicadores, mas como o foco desta pesquisa é o transporte público, foram calculados apenas 22 ligados diretamente ao tema. Na busca pelas regiões a serem analisadas comparativamente com a Região Metropolitana da Grande Vitória, foram considerados alguns critérios, tais como a utilização do índice de mobilidade urbana sustentável, a disponibilidade dos dados, a similaridade com o transporte utilizado na RMGV e a população existente na região a ser escolhida. Os resultados demonstram que a RMGV obteve um desempenho inferior em alguns indicadores, quando confrontado com as demais regiões escolhidas para comparação. Podem-se analisar os pontos positivos e negativos dos indicadores, o que permitirá aos gestores elaborar medidas e ações para solucionar os pontos deficitários e o aprimoramento dos indicadores que apresentaram bom desempenho. Sugere-se que haja maiores investimentos na pesquisa Origem-Destino, visto que seja importante por apresentar instrumentos que possibilitam o planejamento de transportes. Palavras-chave: Transporte Urbano. Mobilidade Urbana Sustentável. Indicadores. Índices de Mobilidade Urbana.
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Videira, Sandra Lúcia. "Dinâmica espacial do sistema bancário no estado de São Paulo." Florianópolis, SC, 1999. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/80642.

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Abstract:
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Filosofia e Ciências Humanas. Curso de Pós-Graduação em Geografia
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A presente dissertação procura mostrar como a normatização do sistema bancário brasileiro influenciou o caráter centralizador e concentrador, presente hoje no sistema financeiro do país. Centralizador pelo fato de um reduzidíssimo número de bancos controlar o sistema financeiro nacional. Concentrador pela distribuição de sedes e agências aglomeradas principalmente em apenas um locus - a cidade de São Paulo e a sua Região Metropolitana. Além da normatização do espaço bancário, trouxemos à tela de estudo o papel das fusões e incorporações refletindo tendência mundial. O papel da informatização no setor bancário foi destacado por atender à necessidade de integração sede/agência e agência/agência, além da viabilidade para inserção no mercado financeiro mundial. A informatização implicou mudanças no panorama de emprego do setor. Apresentamos a espacialidade dos bancos Banespa, Santander, Safra e Bradesco, destacando as distintas estratégias locacionais.
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Fontes, Nádia. "Proposta metodológica para planejamento de sistemas de espaços livres : Ribeirão Preto - SP /." Rio Claro, 2009. http://hdl.handle.net/11449/104350.

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Resumo: A pesquisa discute critérios e instrumentos de planejamento de sistemas de espaços livres, considerando o conjunto de loteamentos no contexto de uma bacia hidrográfica. Questiona-se o padrão de reserva de "áreas verdes/sistemas de lazer" em função de critérios legais predominantemente quantitativos que vêm gerando fragmentação e inadequação sócioambiental do espaço urbano. Propõe-se uma metodologia para identificar áreas prioritárias para implantação de espaços livres em processos de parcelamento do solo, relacionando demandas sociais e ambientais. Os resultados finais contemplam uma base de dados na forma de "coleção de mapas" e "mapa síntese", que pode subsidiar processos decisórios sobre a localização, distribuição e prioridades de usos que recaem sobre os espaços livres. Entre as variáveis contempladas, destacam-se leituras de setores urbanos carentes de espaços livres de caráter social-lazer e o mapeamento de áreas de concentração de escoamento superficial em concavidades de vertentes e fundos de vale, tratados como critérios qualitativos para a reserva de espaços livres. Diante da tendência à municipalização de processos de licenciamento e à redefinição de instrumentos de gestão e planejamento urbanos, espera-se favorecer a incorporação de novos critérios de reserva de espaços livres nessas instâncias, visando à valorização do espaço público e minimização de impactos ambientais nas cidades.
Abstract: The research discusses planning tools for open spaces systems, taking into account urban land allotments in a basin setting. The green areas/leisure systems reserve pattern is questioned due to predominantly quantitative legal criteria which are causing fragmentation and inadequacy social and environmental of urban space. A methodology is proposed to identifying priority areas for open spaces in land allotments, taking into account the relationships between social and environmental demands. The final results comprehend a data base in form of "set of maps" and "synthesis map", which permit to provide subsides to decisions processes of localization, distribution and priority of land uses in open spaces design. Amongst the considered variables, it is made remarkable readings of urban sectors with leisure open spaces needs and the mapping of runoff concentrated areas in concave slopes and valley beds, taken as qualitative criteria for open spaces reserves. Before the devolution trend of license processes and redefinition of managing and planning tools, it is expected to favor the adoption of new reserve criteria in those instances, aiming the enhancement of public spaces and minimization of environmental impacts in towns.
Acompanha 4 mapas
Orientador: Pompeu Figueiredo de Carvalho
Coorientador: Cenira Maria Lupinacci Cunha
Banca: Regina Célia de Oliveira
Banca: João Carlos Nucci
Banca: Paulo Renato Mesquita Pellegrino
Banca: Roberto Braga
Doutor
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Silva, Ana Margarida Franco Nunes da. "Concepção e desenvolvimento do sistema de informação geográfica do património arbóreo do município da Amadora." Master's thesis, Faculdade de Ciências Sociais e Humanas, Universidade Nova de Lisboa, 2011. http://hdl.handle.net/10362/7264.

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Abstract:
Dissertação de Mestrado em Gestão do Território Área de Especialização em Sistemas de Informação Geográfica e Detecção Remota
A importância dos espaços verdes enquanto elementos estruturantes da cidade tem vindo a ser reconhecida face a um tecido urbano cada vez mais compacto e complexo. Nas cidades, onde o espaço não edificado é reduzido, são os elementos arbóreos que ganham maior significado enquanto representações elementares da Natureza na manutenção da qualidade do espaço e protecção do ecossistema urbano. Esta dissertação centra-se na temática da Árvore Urbana, partindo do enquadramento das problemáticas do ambiente urbano, dos benefícios da árvore e das dificuldades de inserção destes elementos no desenho da cidade. Os principais objectivos consistem em georreferenciar e identificar as características do Património Arbóreo do Município da Amadora, de forma a integrar o Sistema de Informação Geográfica municipal. A Amadora é um município periférico da Área Metropolitana de Lisboa, caracterizado pela sua estrutura urbana desarticulada e elevada densidade populacional. Os dados recolhidos permitem caracterizar o património arbóreo face aos seus atributos e compreender a importância estrutural da árvore sobre a estrutura urbana e a qualidade de vida da população. O inventário à escala municipal reuniu um conjunto de 22 480 árvores localizadas em espaço público. Do ponto de vista da estrutura da paisagem, o município da Amadora apresenta um elevado índice de diversidade e de equidade. A distribuição das árvores apresenta diferenças entre as onze freguesias existindo uma maior densidade na freguesia da Reboleira, um maior número de árvores por 100 habitantes na freguesia da Buraca e uma maior extensão de ruas arborizadas na freguesia de São Brás. Em relação à estrutura urbana, os resultados revelam concordância da distribuição das árvores com os espaços verdes ao nível do município. A tendência de distribuição entre as árvores e o edificado e entre as árvores e a população é concordante ao nível do município, mas revela discordância ao nível das freguesias. A finalidade da análise dos dados é a identificação de áreas de carência de arborização no município.
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Weber, Natália de Assis Brasil. "Análise integrada do sistema energético urbano: estudo de caso da cidade de Porto Alegre." Universidade de São Paulo, 2017. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/106/106131/tde-25052017-190029/.

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Abstract:
Nos dias atuais as cidades são o epicentro de uma transformação energética, pois, são elas as principais consumidoras de matéria e energia. Energia fornecida, em sua maioria, através de um sistema convencional, centralizado e ineficiente. Dessa forma, são nos centros urbanos que poderão ser melhor implementadas estratégicas de eficiência energética e conservação de energia. Contudo, antes que os municípios se comprometam com novas iniciativas políticas e investimentos, o primeiro passo é melhorar a compreensão do sistema energético local. Por conseguinte, o objetivo central desta pesquisa é compreender de forma mais integrada o sistema energético de uma cidade através da aplicação de uma metodologia de análise. O município escolhido como estudo de caso é Porto Alegre, por ser uma cidade que se comprometeu em estabelecer mudanças para reduzir as emissões dos gases de efeito estufa, contudo, sem ainda possuir um plano de ação definido. A metodologia do trabalho é qualitativa e quantitativa e foi dividida em três etapas principais: a revisão bibliográfica, o desenvolvimento da metodologia de análise do sistema energético urbano e a aplicação da metodologia proposta. A revisão bibliográfica forneceu a base teórica para o desenvolvimento da metodologia de análise do sistema energético urbano. Esta metodologia prevê o levantamento de dados diversos que se complementam e, dessa forma, possibilitam uma análise integrada e mais aprofundada do sistema energético da cidade. Para tanto, a análise do sistema energético foi dividida em três etapas: caracterização municipal, análise da demanda de energia e levantamento da oferta das principais fontes energéticas locais. Para esta última etapa, visando um exercício concreto de avaliação, especificou-se o potencial de produção de eletricidade através do recurso solar. Os principais resultados da análise do sistema energético de Porto Alegre, entre os anos 2005 e 2014, destacam que o consumo de energia cresceu oito vezes mais que o aumento populacional e menos que a metade do PIB da cidade. Igualmente, no mesmo período, a frota de veículos, assim como o consumo de gasolina, aumentou 13 vezes mais que a população. Entre os setores econômicos analisados o setor transporte foi responsável, em 2014, pelo consumo de 60% da demanda final de energia da cidade. Nesse ano, a fonte de energia mais consumida foi a eletricidade, representando 28,1% do consumo final. Ainda analisando os dados de 2014, verificou-se que o consumo de eletricidade per capita de Porto Alegre pode ser considerado alto, 2,58 MWh/per capita, se igualando ao do Brasil e ao de alguns países desenvolvidos. Em relação ao potencial de produção de eletricidade, a partir da fonte solar, estimou-se um potencial de 2.549 GWh/ano, considerando todo o território da cidade, e de 772 GWh, considerando apenas o território que possuem edificações, aproximadamente 30% da cidade. Isto significa que se todos os consumidores residenciais e comerciais produzissem sua própria energia poderiam ser gerados 2.892 GWh por ano em Porto Alegre. Essa energia seria capaz de suprir 75,8% de toda a demanda de eletricidade da cidade em 2014. Ao final, ressaltou-se a importância de articular o planejamento energético ao planejamento urbano e ao plano de mobilidade urbana, uma vez que o sistema energético urbano está relacionado com os demais.
Nowadays cities at are the epicenter of an energetic transformation. Today, they are the main consumers of matter and energy. Most of that energy supplied through a conventional, centralized and inefficient system. Thus, it is in urban centers that strategic energy efficiency and energy conservation can be better implemented. However, before municipalities commit to new policy initiatives and investments, the first step is to improve understanding of the local energy system. Therefore, the central objective of this research is to understand in a more integrated way the energy system of a city through the application of a methodology of analysis of an urban energy system. The municipality chosen as a case study is Porto Alegre. It was chosen because is a city that has committed itself to establishing changes to reduce emissions of greenhouse gases, however, it does not have a defined plan of action. The methodology of the work is qualitative and quantitative and was divided into three main stages, among them: literature review, development of the methodology of urban energy system analysis, and application of the proposed methodology. The literature review provided the theoretical basis for the development of the methodology of analysis of the urban energy system. This methodology determines the collection of diverse data that complement each other and, thus, enable an integrated and more in-depth analysis of the city\'s energy system. In order to do so, the analysis of the energy system was divided into three stages: municipal characterization, analysis of the energy demand and survey of the supply of the main local energy sources. For this last stage, aiming a specific evaluation exercise, was specified the potential of electricity production through the solar resource.The main results of the analysis of the energy system of Porto Alegre, between 2005 and 2014, highlight that energy consumption grew eight times more than the population increase and less than half of the city\'s GDP. Also, in the same period, the car fleet grew 13 times more than the population. Among the economic sectors analyzed, the transportation sector was responsible for the consumption of 60% of the final energy demand of the city, in 2014. In that year, the most consumed energy source was electricity, representing 28.1% of final consumption. The per capita electricity consumption in Porto Alegre was considered high, 2.58 MWh/per capita, which equals that of Brazil and some developed countries. Regarding the potential for electricity production, it was determined a potential of 2,549 GWh/year (considering the entire territory of the city), and 772 GWh (considering only the territory that have buildings, approximately 30% of the city). This means that if all residential and commercial consumers produced their own energy could generate 2,892 GWh per year in Porto Alegre. This energy would be able to supply 75.8% of all city electricity demand. In the end, it was emphasized the importance of unifying the energy planning to the urban planning and to the urban mobility plan, since the urban energy system is related to both.
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