Academic literature on the topic 'Sistemi urbani'

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Journal articles on the topic "Sistemi urbani"

1

Zakrajšek, Franc J., Jurij Stare, Vlasta Vodeb, and Petra Zakrajšek. "E – urbani sistemi." Urbani izziv 11, no. 2 (2000): 8–15. http://dx.doi.org/10.5379/urbani-izziv-2000-11-02-002.

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2

Petrešin, Vesna. "Sistemi prihodnosti za sožitje z naravo." Urbani izziv 11, no. 2 (2000): 111–16. http://dx.doi.org/10.5379/urbani-izziv-2000-11-02-016.

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3

Zanderighi, Luca. "Loyalty (community) Card come strumento di rivitalizzazione del commercio urbano." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 4 (December 2011): 45–62. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-004005.

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Abstract:
Negli ultimi anni in Italia il commercio al dettaglio si sta caratterizzando per una crescente concorrenza a livello di sistema di offerta che riguarda non solo la competizione tra i diversi poli di offerta extraurbana (centri commerciali, mall, Factory Outlet Centre) e il commercio del centro storico, ma anche quella tra differenti sistemi di offerta urbani. Dopo avere analizzato brevemente i fattori che spiegano le crescenti difficoltÀ competitive del commercio urbano rispetto ai poli di offerta pianificata extraurbana, l'articolo analizza l'importanza di una carta fedeltÀ di area come strumento di promozione e di coesione del commercio urbano. In particolare, si approfondisce l'analisi di un caso specifico - quello della carta fedeltÀ di Savigliano - anche attraverso l'esame dei principali risultati di alcune recenti analisi quantitative e qualitative che sottolineano il ruolo economico e sociale di tale strumento.
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4

Benassi, Federico, and Marianna Mantuano. "Transizioni e strutture latenti di alcuni sistemi urbani italiani (1951-2011)." TERRITORIO, no. 81 (September 2017): 162–72. http://dx.doi.org/10.3280/tr2017-081031.

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5

Salizzoni, Emma. "Paesaggi della strada in pandemia: progetti per l’emergenza e oltre." Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no. 1 (July 26, 2021): 218–41. http://dx.doi.org/10.36253/rv-10157.

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Abstract:
Sin dai primi mesi della pandemia è risultato chiaro come, per far fronte all’emergenza sanitaria, i futuri scenari urbani avrebbero dovuto prevedere significative innovazioni in tema di mobilità e di progetto del paesaggio stradale. L’emergere delle istanze connesse al distanziamento sociale e al contingentamento dei mezzi pubblici hanno portato diverse città a prevedere sistemi di mobilità sostenibile in grado di contrastare una incontrollata crescita nell’uso del mezzo privato. Al contempo, si è guardato con rinnovato interesse alla strada come spazio in grado di supplire alla carenza di aree aperte pubbliche di prossimità, emersa in diversi contesti urbani a seguito delle misure di limitazione agli spostamenti. L’interpretazione della strada come paesaggio complesso, in grado, soprattutto all’interno di tessuti urbani densi, di assolvere a funzioni non solo di mobilità, ma anche sociali ed ecologiche è stata pertanto posta alla base di diverse sperimentazioni progettuali, in Italia e all’estero. Questo articolo riporta e discute alcune iniziative di ridisegno del paesaggio stradale urbano, innescate dalla contingenza pandemica, attualmente in corso a Torino, città tra le più colpite dalla prima come dalla seconda “ondata”. La lettura di queste esperienze, oltre a gettare luce su una realtà locale in fieri e non scontata in una città tradizionalmente “auto-centrica”, apre a riflessioni più generali sul ruolo della crisi, non solo sanitaria, come effettivo motore di innovazione urbana e su obiettivi e modi del progetto di paesaggio per la strada nella contingenza pandemica e oltre.
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6

Tonon, Chiara. "L'importanza della biodiversità ambientale urbana su salute e benessere, dal microbiota al cervello sociale." PNEI REVIEW, no. 1 (April 2022): 78–93. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2022-001007.

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Abstract:
Il microbiota ambientale si sovrappone e stimola quello umano, contribuendo alla sua diversità. L'abbondanza e la varietà di microrganismi negli ambienti urbani è in continua diminuzione e negli ultimi anni l'ipotesi che la perdita di biodiversità porti ad una disregolazione immunitaria ed a conseguenti patologie croniche è sempre più evidente, visto che ambiente, microbiota umano e sistema immunitario sono sistemi che interagiscono costantemente. Mentre in Occidente gli studiosi si concentrano soprattutto su allergie e patologie respiratorie, i giapponesi indagano anche l'impatto sistemico del verde urbano e del paesaggio arboreo, dimostrandone l'indiscutibile effetto positivo sull'essere umano. Non è ancora chiaro però quale sia la funzione che, la variabilità della specie all'interno delle aree verdi, svolge sulla salute. L'ipotesi più interessante è legata al ruolo che i segnali microbici possono avere sul neurosviluppo fisiologico e sull'influenzare, a livello cerebrale, la programmazione dei comportamenti sociali. È di primaria importanza sensibilizzare ad una salute globale, partendo da un'educazione sistemica, che curi la plant blindness, evidenziando il valore della diversità biologica intesa come biblioteca della vita, capitale umano fondamentale per permettere l'adattamento ai cambiamenti e l'allenamento del sistema immunitario nella difesa da malattie esistenti e del progresso.
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7

Curci, Francesco, and Chiara Geroldi. "La Città Vecchia e i grandi sistemi urbani di Taranto: evoluzione, spazi e paesaggi." TERRITORIO, no. 94 (April 2021): 48–58. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-094005.

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Musarra, Gabriella. "Una nuova dialettica tra il piano e il progetto: i grandi progetti urbani." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 51–73. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104004.

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Abstract:
In risposta ai cambiamenti in corso nei sistemi insediativi e soprattutto alle modifiche che la societŕ manifesta, negli anni Novanta č stato possibile registrare un crescente cambiamento delle politiche urbane; ai problemi di qualitŕ della vita urbana, di deficit infrastrutturale e di servizi, le amministrazioni si trovano a dovere affrontare nuovi problemi che vanno dalla trasformazione della struttura economica delle cittŕ, al rilancio delle cittŕ e della loro capacitŕ attrattiva, al coinvolgimento di nuovi operatori economici e al reperimento di nuove risorse finanziarie per la trasformazione di essa. La riqualificazione nasce, quindi, non solo come azione di recupero e miglioramento dell'esistente, ma anche e soprattutto come processo di innovazione delle tecniche di intervento, delle modalitŕ di progettazione, delle politiche, delle forme di cooperazione e di coinvolgimento delle forze sociali. Nell'ambito delle strategie messe in campo dalle cittŕ per migliorare il proprio posizionamento competitivo, giocano un ruolo particolare i "Grandi Progetti", necessari a formulare programmi di ristrutturazione urbanistica e rigenerazione economica. Il progetto urbano, cosě inteso, non č né un piano urbanistico, né un progetto architettonico. Č uno strumento pragmatico che offre la possibilitŕ di operativitŕ immediata, un modo di intervento che investe gli strumenti di pianificazione e di progettazione e che si adatta ai gradi di certezza o di incertezza del contesto.
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9

Crisci, Massimiliano. "Popolazione e territorio: sistemi urbani della mobilità pendolare e domiciliare come spazi di vita quotidiana." ARGOMENTI, no. 34 (June 2012): 81–102. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-034004.

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Abstract:
Il contributo propone un accostamento tra le traiettorie territoriali sviluppate dai cambiamenti di domicilio e dal pendolarismo all'interno di una metropoli come Roma. La cadenza con cui si cambia abitazione è ovviamente più ampia rispetto alla frequenza giornaliera dello spostamento casa-lavoro. Tuttavia, è ipotizzabile che il gigantismo del territorio romano, lo squilibrio nella distribuzione territoriale delle residenze e delle unità produttive e la forte dipendenza della mobilità cittadina da infrastrutture di comunicazione inadeguate, rappresentino dei vincoli agli spostamenti, tali da incanalare buona parte delle traiettorie lungo percorsi circoscritti all'interno di analoghe porzioni di città, sia nel caso della mobilità quotidiana per lavoro, che dei trasferimenti di abitazione.
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Pizzorni, Maria, Ombretta Caldarice, and Nicola Tollin. "A methodological framework to assess the urban content in climate change policies." Valori e Valutazioni 29 (January 2022): 123–32. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212909.

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Abstract:
By 2050, people in urbanized areas will account for 68% of the world’s population, 80% of which will be concentrated in Asia and Africa. The United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) introduced in 2011 the National Adaptation Plan (NAP) under the Cancun Adaptation Framework (CAF). Countries of the non-Annex I, described by the UN-General Assembly as especially vulnerable to the impacts of climate change, are invited to develop NAPs to identify adaptation challenges and devise appropriate climate adaptation responses. Recognizing the increasing vulnerability of urban systems to the effects of climate change, in 2019, UN-Habitat defined the supplement of the NAP process's technical guidelines for addressing urban and human settlement issues in NAPs. This paper aims to propose a methodology to assess the urban content of the NAPs after ten years from that the CAF comes into force. The evaluation is based, adapting and expanding, on the methodology used to assess the urban content of Nationally Determined Contributions (NDC) published by UN-Habitat in 2017. The methodology aims to analyse both key adaptation challenges and responses explicitly or implicitly related to urban systems. Moreover, it aims at understanding the interlinkage of urban content in NAP in relation to other key policies, such as NDCs and National Urban Policies (NUPs). In this perspective, 172 indicators were selected and clustered into nine groups: (i) Geographic Indicators; (ii) General Indicators; (iii) NAPs General Indicators; (iv) NAPs Urban Indicators; (v) NDCs Indicators; (vi) NUPs Indicators; (vii) Urban content in National Policies Indicators; (viii) International policy linkages (including SDGs, Sendai Framework for Disaster Risk Reduction, Paris Agreement and New Urban agenda); (ix) National plans/policy/strategies/reports linkages. The methodology was tested on Brazil’s NAP, trying to find general considerations to apply to the countries that officially submitted their NAPs between 2014 to 2020. The test showed that: there is a stronger focus on defining climate adaptation challenges more than responses; climate adaptation challenges and responses are predominantly identified at the national scale, with a focus on policies and strategies at the national level; among the Brazilian NAP, there is "cities strategy", and it means that the NAP has a high urban content. In conclusion, the paper will highlight critical issues and improvements for each of the nine indices analysed. Entro il 2050, la popolazione urbana rappresenterà il 68% della popolazione mondiale. Di questa, l'80% sarà concentrata in Asia e in Africa. A partire da questo scenario di incrementale urbanizzazione, nel 2011 la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) ha introdotto, nell'ambito del Cancún Adaptation Framework (CAF), i Piani Nazionali di Adattamento (NAP). I NAP sono concepiti come strumento a supporto dei Paesi inclusi nel Non-Annex I, descritti dall'Assemblea generale dell'ONU come particolarmente vulnerabili alle transizioni in atto, per identificare le sfide e progettare le risposte più appropriate verso l’adattamento in risposta al cambiamento climatico. Riconoscendo la crescente vulnerabilità dei sistemi urbani, UN-Habitat nel 2019 ha predisposto delle linee guida per supportare la redazione dei NAP, in particolare per includere le questioni urbane e gli insediamenti umani. A dieci anni dall'entrata in vigore del CAF, il presente articolo presenta una proposta metodologica per valutare il contenuto urbano dei NAP. L’approccio valutativo proposto è un aggiornamento dalla metodologia utilizzata per analizzare il contenuto urbano dei Nationally Determined Contributions (NDCs), pubblicata da UN-Habitat nel 2017, e qui adattata ai NAP. La metodologia mira ad analizzare sia le sfide chiave per l’adattamento, ma anche le risposte esplicitamente o implicitamente connesse ai sistemi urbani e l'interconnessione del contenuto urbano dei NAP in relazione ad altre politiche chiave, quali NDCs e NUP (Politiche Urbane Nazionali). In questa prospettiva, la metodologia si compone di 172 indicatori, raggruppati in nove gruppi: (i) Indicatori geografici; (ii) Indicatori generali; (iii) Indicatori generali dei NAP; (iv) Indicatori che leggono il contenuto urbano dei NAP; (v) Indicatori degli NDC; (vi) Indicatori dei NUP; (vii) Indicatori che analizzano il contenuto urbano delle politiche nazionali; (viii) Collegamenti con le politiche internazionali (inclusi SDGs, Sendai Framework for Disaster Risk Reduction, Accordo di Parigi e New Urban Agenda); e (ix) Collegamenti nazionali tra piani/politiche/strategie/report. La metodologia è stata testata sul NAP del Brasile, al fine di individuare considerazioni generali da adottare anche per gli altri Paesi del sud del mondo che hanno presentato i loro NAP tra il 2014 e il 2020. In sintesi, questa sperimentazione ha mostrato che: (i) vi è una maggiore attenzione alla definizione delle sfide di adattamento al clima più che all’individuazione di risposte; (ii) le sfide e le risposte di adattamento al cambiamento climatico sono prevalentemente identificate su scala nazionale; (iii) il NAP del Brasile si caratterizza per un alto contenuto urbano. In conclusione, il paper mette in luce punti di forza e criticità della metodologia, identificando alcuni miglioramenti per ciascuno dei nove gruppi di indicatori, nella prospettiva di applicare questo approccio di valutazione anche in altri contesti territoriali.
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Dissertations / Theses on the topic "Sistemi urbani"

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Di, Bari Salvatore <1979&gt. "Dalla regione policentrica ai sistemi urbani. Locale e globale una ricerca di coerenze." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2113/1/dibari_salvatore_tesi.pdf.pdf.

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Abstract:
La ricerca svolta ha individuato fra i suoi elementi promotori l’orientamento determinato da parte della comunità europea di dare vita e sostegno ad ambiti territoriali intermedi sub nazionali di tipo regionale all’interno dei quali i sistemi di città potessero raggiungere le massime prestazioni tecnologiche per cogliere gli effetti positivi delle innovazioni. L’orientamento europeo si è confrontato con una realtà storica e geografica molto variata in quanto accanto a stati membri, nei quali le gerarchie fra città sono storicamente radicate e funzionalmente differenziate secondo un ordine che vede la città capitale dominante su città subalterne nelle quali la cultura di dominio del territorio non è né continua né gerarchizzata sussistono invece territori nazionali compositi con una città capitale di riconosciuto potere ma con città di minor dimensione che da secoli esprimono una radicata incisività nella organizzazione del territorio di appartenenza. Alla prima tipologia di stati appartengono ad esempio i Paesi del Nord Europa e l’Inghilterra, esprimendo nella Francia una situazione emblematica, alla seconda tipologia appartengono invece i Paesi dell’aera mediterranea, Italia in primis, con la grande eccezione della Germania. Applicando gli intendimenti comunitari alla realtà locale nazionale, questa tesi ha avviato un approfondimento di tipo metodologico e procedurale sulla possibile organizzazione a sistema di una regione fortemente policentrica nel suo sviluppo e “artificiosamente” rinata ad unità, dopo le vicende del XIX secolo: l’Emilia-Romagna. Anche nelle regioni che si presentano come storicamente organizzate sulla pluralità di centri emergenti, il rapporto col territorio è mediato da centri urbani minori che governano il tessuto cellulare delle aggregazioni di servizi di chiara origine agraria. Questo stato di cose comporta a livello politico -istituzionale una dialettica vivace fra territori voluti dalle istituzioni e territori legittimati dal consolidamento delle tradizioni confermato dall’uso attuale. La crescente domanda di capacità di governo dello sviluppo formulata dagli operatori economici locali e sostenuta dalle istituzioni europee si confronta con la scarsa capacità degli enti territoriali attuali: Regioni, Comuni e Province di raggiungere un livello di efficienza sufficiente ad organizzare sistemi di servizi adeguati a sostegno della crescita economica. Nel primo capitolo, dopo un breve approfondimento sulle “figure retoriche comunitarie”, quali il policentrismo, la governance, la coesione territoriale, utilizzate per descrivere questi fenomeni in atto, si analizzano gli strumenti programmatici europei e lo S.S.S.E,. in primis, che recita “Per garantire uno sviluppo regionale equilibrato nella piena integrazione anche nell’economia mondiale, va perseguito un modello di sviluppo policentrico, al fine di impedire un’ulteriore eccessiva concentrazione della forza economica e della popolazione nei territori centrali dell’UE. Solo sviluppando ulteriormente la struttura, relativamente decentrata, degli insediamenti è possibile sfruttare il potenziale economico di tutte le regioni europee.” La tesi si inserisce nella fase storica in cui si tenta di definire quali siano i nuovi territori funzionali e su quali criteri si basa la loro riconoscibilità; nel tentativo di adeguare ad essi, riformandoli, i territori istituzionali. Ai territori funzionali occorre riportare la futura fiscalità, ed è la scala adeguata per l'impostazione della maggior parte delle politiche, tutti aspetti che richiederanno anche la necessità di avere una traduzione in termini di rappresentanza/sanzionabilità politica da parte dei cittadini. Il nuovo governo auspicato dalla Comunità Europea prevede una gestione attraverso Sistemi Locali Territoriali (S.Lo.t.) definiti dalla combinazione di milieu locale e reti di attori che si comportano come un attore collettivo. Infatti il secondo capitolo parte con l’indagare il concetto di “regione funzionale”, definito sulla base della presenza di un nucleo e di una corrispondente area di influenza; che interagisce con altre realtà territoriali in base a relazioni di tipo funzionale, per poi arrivare alla definizione di un Sistema Locale territoriale, modello evoluto di regione funzionale che può essere pensato come una rete locale di soggetti i quali, in funzione degli specifici rapporti che intrattengono fra loro e con le specificità territoriali del milieu locale in cui operano e agiscono, si comportano come un soggetto collettivo. Identificare un sistema territoriale, è una condizione necessaria, ma non sufficiente, per definire qualsiasi forma di pianificazione o governance territoriale, perchè si deve soprattutto tener conto dei processi di integrazione funzionale e di networking che si vengono a generare tra i diversi sistemi urbani e che sono specchio di come il territorio viene realmente fruito., perciò solo un approccio metodologico capace di sfumare e di sovrapporre le diverse perimetrazioni territoriali riesce a definire delle aree sulle quali definire un’azione di governo del territorio. Sin dall’inizio del 2000 il Servizio Sviluppo Territoriale dell’OCSE ha condotto un’indagine per capire come i diversi paesi identificavano empiricamente le regioni funzionali. La stragrande maggioranza dei paesi adotta una definizione di regione funzionale basata sul pendolarismo. I confini delle regioni funzionali sono stati definiti infatti sulla base di “contorni” determinati dai mercati locali del lavoro, a loro volta identificati sulla base di indicatori relativi alla mobilità del lavoro. In Italia, la definizione di area urbana funzionale viene a coincidere di fatto con quella di Sistema Locale del Lavoro (SLL). Il fatto di scegliere dati statistici legati a caratteristiche demografiche è un elemento fondamentale che determina l’ubicazione di alcuni servizi ed attrezzature e una mappa per gli investimenti nel settore sia pubblico che privato. Nell’ambito dei programmi europei aventi come obiettivo lo sviluppo sostenibile ed equilibrato del territorio fatto di aree funzionali in relazione fra loro, uno degli studi di maggior rilievo è stato condotto da ESPON (European Spatial Planning Observation Network) e riguarda l’adeguamento delle politiche alle caratteristiche dei territori d’Europa, creando un sistema permanente di monitoraggio del territorio europeo. Sulla base di tali indicatori vengono costruiti i ranking dei diversi FUA e quelli che presentano punteggi (medi) elevati vengono classificati come MEGA. In questo senso, i MEGA sono FUA/SLL particolarmente performanti. In Italia ve ne sono complessivamente sei, di cui uno nella regione Emilia-Romagna (Bologna). Le FUA sono spazialmente interconnesse ed è possibile sovrapporre le loro aree di influenza. Tuttavia, occorre considerare il fatto che la prossimità spaziale è solo uno degli aspetti di interazione tra le città, l’altro aspetto importante è quello delle reti. Per capire quanto siano policentrici o monocentrici i paesi europei, il Progetto Espon ha esaminato per ogni FUA tre differenti parametri: la grandezza, la posizione ed i collegamenti fra i centri. La fase di analisi della tesi ricostruisce l’evoluzione storica degli strumenti della pianificazione regionale analizzandone gli aspetti organizzativi del livello intermedio, evidenziando motivazioni e criteri adottati nella suddivisione del territorio emilianoromagnolo (i comprensori, i distretti industriali, i sistemi locali del lavoro…). La fase comprensoriale e quella dei distretti, anche se per certi versi effimere, hanno avuto comunque il merito di confermare l’esigenza di avere un forte organismo intermedio di programmazione e pianificazione. Nel 2007 la Regione Emilia Romagna, nell’interpretare le proprie articolazioni territoriali interne, ha adeguato le proprie tecniche analitiche interpretative alle direttive contenute nel Progetto E.S.P.O.N. del 2001, ciò ha permesso di individuare sei S.Lo.T ( Sistemi Territoriali ad alta polarizzazione urbana; Sistemi Urbani Metropolitani; Sistemi Città – Territorio; Sistemi a media polarizzazione urbana; Sistemi a bassa polarizzazione urbana; Reti di centri urbani di piccole dimensioni). Altra linea di lavoro della tesi di dottorato ha riguardato la controriprova empirica degli effettivi confini degli S.Lo.T del PTR 2007 . Dal punto di vista metodologico si è utilizzato lo strumento delle Cluster Analisys per impiegare il singolo comune come polo di partenza dei movimenti per la mia analisi, eliminare inevitabili approssimazioni introdotte dalle perimetrazioni legate agli SLL e soprattutto cogliere al meglio le sfumature dei confini amministrativi dei diversi comuni e province spesso sovrapposti fra loro. La novità è costituita dal fatto che fino al 2001 la regione aveva definito sullo stesso territorio una pluralità di ambiti intermedi non univocamente circoscritti per tutte le funzioni ma definiti secondo un criterio analitico matematico dipendente dall’attività settoriale dominante. In contemporanea col processo di rinnovamento della politica locale in atto nei principali Paesi dell’Europa Comunitaria si va delineando una significativa evoluzione per adeguare le istituzioni pubbliche che in Italia comporta l’attuazione del Titolo V della Costituzione. In tale titolo si disegna un nuovo assetto dei vari livelli Istituzionali, assumendo come criteri di riferimento la semplificazione dell’assetto amministrativo e la razionalizzazione della spesa pubblica complessiva. In questa prospettiva la dimensione provinciale parrebbe essere quella tecnicamente più idonea per il minimo livello di pianificazione territoriale decentrata ma nel contempo la provincia come ente amministrativo intermedio palesa forti carenze motivazionali in quanto l’ente storico di riferimento della pianificazione è il comune e l’ente di gestione delegato dallo stato è la regione: in generale troppo piccolo il comune per fare una programmazione di sviluppo, troppo grande la regione per cogliere gli impulsi alla crescita dei territori e delle realtà locali. Questa considerazione poi deve trovare elementi di compatibilità con la piccola dimensione territoriale delle regioni italiane se confrontate con le regioni europee ed i Laender tedeschi. L'individuazione di criteri oggettivi (funzionali e non formali) per l'individuazione/delimitazione di territori funzionali e lo scambio di prestazioni tra di essi sono la condizione necessaria per superare l'attuale natura opzionale dei processi di cooperazione interistituzionale (tra comuni, ad esempio appartenenti allo stesso territorio funzionale). A questo riguardo molto utile è l'esperienza delle associazioni, ma anche delle unioni di comuni. Le esigenze della pianificazione nel riordino delle istituzioni politico territoriali decentrate, costituiscono il punto finale della ricerca svolta, che vede confermato il livello intermedio come ottimale per la pianificazione. Tale livello è da intendere come dimensione geografica di riferimento e non come ambito di decisioni amministrative, di governance e potrebbe essere validamente gestito attraverso un’agenzia privato-pubblica dello sviluppo, alla quale affidare la formulazione del piano e la sua gestione. E perché ciò avvenga è necessario che il piano regionale formulato da organi politici autonomi, coordinati dall’attività dello stato abbia caratteri definiti e fattibilità economico concreta.
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Di, Bari Salvatore <1979&gt. "Dalla regione policentrica ai sistemi urbani. Locale e globale una ricerca di coerenze." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2113/.

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Abstract:
La ricerca svolta ha individuato fra i suoi elementi promotori l’orientamento determinato da parte della comunità europea di dare vita e sostegno ad ambiti territoriali intermedi sub nazionali di tipo regionale all’interno dei quali i sistemi di città potessero raggiungere le massime prestazioni tecnologiche per cogliere gli effetti positivi delle innovazioni. L’orientamento europeo si è confrontato con una realtà storica e geografica molto variata in quanto accanto a stati membri, nei quali le gerarchie fra città sono storicamente radicate e funzionalmente differenziate secondo un ordine che vede la città capitale dominante su città subalterne nelle quali la cultura di dominio del territorio non è né continua né gerarchizzata sussistono invece territori nazionali compositi con una città capitale di riconosciuto potere ma con città di minor dimensione che da secoli esprimono una radicata incisività nella organizzazione del territorio di appartenenza. Alla prima tipologia di stati appartengono ad esempio i Paesi del Nord Europa e l’Inghilterra, esprimendo nella Francia una situazione emblematica, alla seconda tipologia appartengono invece i Paesi dell’aera mediterranea, Italia in primis, con la grande eccezione della Germania. Applicando gli intendimenti comunitari alla realtà locale nazionale, questa tesi ha avviato un approfondimento di tipo metodologico e procedurale sulla possibile organizzazione a sistema di una regione fortemente policentrica nel suo sviluppo e “artificiosamente” rinata ad unità, dopo le vicende del XIX secolo: l’Emilia-Romagna. Anche nelle regioni che si presentano come storicamente organizzate sulla pluralità di centri emergenti, il rapporto col territorio è mediato da centri urbani minori che governano il tessuto cellulare delle aggregazioni di servizi di chiara origine agraria. Questo stato di cose comporta a livello politico -istituzionale una dialettica vivace fra territori voluti dalle istituzioni e territori legittimati dal consolidamento delle tradizioni confermato dall’uso attuale. La crescente domanda di capacità di governo dello sviluppo formulata dagli operatori economici locali e sostenuta dalle istituzioni europee si confronta con la scarsa capacità degli enti territoriali attuali: Regioni, Comuni e Province di raggiungere un livello di efficienza sufficiente ad organizzare sistemi di servizi adeguati a sostegno della crescita economica. Nel primo capitolo, dopo un breve approfondimento sulle “figure retoriche comunitarie”, quali il policentrismo, la governance, la coesione territoriale, utilizzate per descrivere questi fenomeni in atto, si analizzano gli strumenti programmatici europei e lo S.S.S.E,. in primis, che recita “Per garantire uno sviluppo regionale equilibrato nella piena integrazione anche nell’economia mondiale, va perseguito un modello di sviluppo policentrico, al fine di impedire un’ulteriore eccessiva concentrazione della forza economica e della popolazione nei territori centrali dell’UE. Solo sviluppando ulteriormente la struttura, relativamente decentrata, degli insediamenti è possibile sfruttare il potenziale economico di tutte le regioni europee.” La tesi si inserisce nella fase storica in cui si tenta di definire quali siano i nuovi territori funzionali e su quali criteri si basa la loro riconoscibilità; nel tentativo di adeguare ad essi, riformandoli, i territori istituzionali. Ai territori funzionali occorre riportare la futura fiscalità, ed è la scala adeguata per l'impostazione della maggior parte delle politiche, tutti aspetti che richiederanno anche la necessità di avere una traduzione in termini di rappresentanza/sanzionabilità politica da parte dei cittadini. Il nuovo governo auspicato dalla Comunità Europea prevede una gestione attraverso Sistemi Locali Territoriali (S.Lo.t.) definiti dalla combinazione di milieu locale e reti di attori che si comportano come un attore collettivo. Infatti il secondo capitolo parte con l’indagare il concetto di “regione funzionale”, definito sulla base della presenza di un nucleo e di una corrispondente area di influenza; che interagisce con altre realtà territoriali in base a relazioni di tipo funzionale, per poi arrivare alla definizione di un Sistema Locale territoriale, modello evoluto di regione funzionale che può essere pensato come una rete locale di soggetti i quali, in funzione degli specifici rapporti che intrattengono fra loro e con le specificità territoriali del milieu locale in cui operano e agiscono, si comportano come un soggetto collettivo. Identificare un sistema territoriale, è una condizione necessaria, ma non sufficiente, per definire qualsiasi forma di pianificazione o governance territoriale, perchè si deve soprattutto tener conto dei processi di integrazione funzionale e di networking che si vengono a generare tra i diversi sistemi urbani e che sono specchio di come il territorio viene realmente fruito., perciò solo un approccio metodologico capace di sfumare e di sovrapporre le diverse perimetrazioni territoriali riesce a definire delle aree sulle quali definire un’azione di governo del territorio. Sin dall’inizio del 2000 il Servizio Sviluppo Territoriale dell’OCSE ha condotto un’indagine per capire come i diversi paesi identificavano empiricamente le regioni funzionali. La stragrande maggioranza dei paesi adotta una definizione di regione funzionale basata sul pendolarismo. I confini delle regioni funzionali sono stati definiti infatti sulla base di “contorni” determinati dai mercati locali del lavoro, a loro volta identificati sulla base di indicatori relativi alla mobilità del lavoro. In Italia, la definizione di area urbana funzionale viene a coincidere di fatto con quella di Sistema Locale del Lavoro (SLL). Il fatto di scegliere dati statistici legati a caratteristiche demografiche è un elemento fondamentale che determina l’ubicazione di alcuni servizi ed attrezzature e una mappa per gli investimenti nel settore sia pubblico che privato. Nell’ambito dei programmi europei aventi come obiettivo lo sviluppo sostenibile ed equilibrato del territorio fatto di aree funzionali in relazione fra loro, uno degli studi di maggior rilievo è stato condotto da ESPON (European Spatial Planning Observation Network) e riguarda l’adeguamento delle politiche alle caratteristiche dei territori d’Europa, creando un sistema permanente di monitoraggio del territorio europeo. Sulla base di tali indicatori vengono costruiti i ranking dei diversi FUA e quelli che presentano punteggi (medi) elevati vengono classificati come MEGA. In questo senso, i MEGA sono FUA/SLL particolarmente performanti. In Italia ve ne sono complessivamente sei, di cui uno nella regione Emilia-Romagna (Bologna). Le FUA sono spazialmente interconnesse ed è possibile sovrapporre le loro aree di influenza. Tuttavia, occorre considerare il fatto che la prossimità spaziale è solo uno degli aspetti di interazione tra le città, l’altro aspetto importante è quello delle reti. Per capire quanto siano policentrici o monocentrici i paesi europei, il Progetto Espon ha esaminato per ogni FUA tre differenti parametri: la grandezza, la posizione ed i collegamenti fra i centri. La fase di analisi della tesi ricostruisce l’evoluzione storica degli strumenti della pianificazione regionale analizzandone gli aspetti organizzativi del livello intermedio, evidenziando motivazioni e criteri adottati nella suddivisione del territorio emilianoromagnolo (i comprensori, i distretti industriali, i sistemi locali del lavoro…). La fase comprensoriale e quella dei distretti, anche se per certi versi effimere, hanno avuto comunque il merito di confermare l’esigenza di avere un forte organismo intermedio di programmazione e pianificazione. Nel 2007 la Regione Emilia Romagna, nell’interpretare le proprie articolazioni territoriali interne, ha adeguato le proprie tecniche analitiche interpretative alle direttive contenute nel Progetto E.S.P.O.N. del 2001, ciò ha permesso di individuare sei S.Lo.T ( Sistemi Territoriali ad alta polarizzazione urbana; Sistemi Urbani Metropolitani; Sistemi Città – Territorio; Sistemi a media polarizzazione urbana; Sistemi a bassa polarizzazione urbana; Reti di centri urbani di piccole dimensioni). Altra linea di lavoro della tesi di dottorato ha riguardato la controriprova empirica degli effettivi confini degli S.Lo.T del PTR 2007 . Dal punto di vista metodologico si è utilizzato lo strumento delle Cluster Analisys per impiegare il singolo comune come polo di partenza dei movimenti per la mia analisi, eliminare inevitabili approssimazioni introdotte dalle perimetrazioni legate agli SLL e soprattutto cogliere al meglio le sfumature dei confini amministrativi dei diversi comuni e province spesso sovrapposti fra loro. La novità è costituita dal fatto che fino al 2001 la regione aveva definito sullo stesso territorio una pluralità di ambiti intermedi non univocamente circoscritti per tutte le funzioni ma definiti secondo un criterio analitico matematico dipendente dall’attività settoriale dominante. In contemporanea col processo di rinnovamento della politica locale in atto nei principali Paesi dell’Europa Comunitaria si va delineando una significativa evoluzione per adeguare le istituzioni pubbliche che in Italia comporta l’attuazione del Titolo V della Costituzione. In tale titolo si disegna un nuovo assetto dei vari livelli Istituzionali, assumendo come criteri di riferimento la semplificazione dell’assetto amministrativo e la razionalizzazione della spesa pubblica complessiva. In questa prospettiva la dimensione provinciale parrebbe essere quella tecnicamente più idonea per il minimo livello di pianificazione territoriale decentrata ma nel contempo la provincia come ente amministrativo intermedio palesa forti carenze motivazionali in quanto l’ente storico di riferimento della pianificazione è il comune e l’ente di gestione delegato dallo stato è la regione: in generale troppo piccolo il comune per fare una programmazione di sviluppo, troppo grande la regione per cogliere gli impulsi alla crescita dei territori e delle realtà locali. Questa considerazione poi deve trovare elementi di compatibilità con la piccola dimensione territoriale delle regioni italiane se confrontate con le regioni europee ed i Laender tedeschi. L'individuazione di criteri oggettivi (funzionali e non formali) per l'individuazione/delimitazione di territori funzionali e lo scambio di prestazioni tra di essi sono la condizione necessaria per superare l'attuale natura opzionale dei processi di cooperazione interistituzionale (tra comuni, ad esempio appartenenti allo stesso territorio funzionale). A questo riguardo molto utile è l'esperienza delle associazioni, ma anche delle unioni di comuni. Le esigenze della pianificazione nel riordino delle istituzioni politico territoriali decentrate, costituiscono il punto finale della ricerca svolta, che vede confermato il livello intermedio come ottimale per la pianificazione. Tale livello è da intendere come dimensione geografica di riferimento e non come ambito di decisioni amministrative, di governance e potrebbe essere validamente gestito attraverso un’agenzia privato-pubblica dello sviluppo, alla quale affidare la formulazione del piano e la sua gestione. E perché ciò avvenga è necessario che il piano regionale formulato da organi politici autonomi, coordinati dall’attività dello stato abbia caratteri definiti e fattibilità economico concreta.
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Garetti, Giulia <1993&gt. "Pratiche dell'abitare comunitario nei sistemi urbani europei: la lezione di ecovillaggi e cohousing." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16285.

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Abstract:
Le città sono un prodotto della società umana e da sempre costituiscono parte integrante della vita della civitas, adattandosi alle nuove forme assunte dai processi socioculturali, giuridici ed economici. Di fatto, la capacità di ridefinire la propria identità nel tempo e nello spazio è diventata un imperativo per la sopravvivenza dei sistemi urbani odierni. Le pressioni che urbanizzazione e globalizzazione hanno imposto alle metropoli sono complesse da gestire; inoltre, il recente ruolo della città globale come motore dell’innovazione e cuore della creatività fa sì che essa necessiti di un continuo apporto di linfa vitale: investimenti privati e professionisti altamente qualificati. Nel tentativo di attrarre queste risorse, la città contemporanea offre intrattenimento e spettacolarità, rinnovandosi ad una velocità che è difficile da sostenere per una parte dei suoi residenti. Le politiche di rigenerazione, rinnovamento e riqualificazione celano spesso spoliazione ed inasprimento delle condizioni di vita urbana, nonché isolamento. Eppure, esistono esperienze dell’abitare incentrate su elementi comunitari, solidarietà ed ecologia che offrono spunti e prospettive per una riflessione sull'attuale gestione della realtà urbana: ecovillaggi e cohousing.
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Poli, Marco. "Life Cycle Assessment di sistemi alternativi per la raccolta di rifiuti urbani ed assimilati." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
La raccolta di rifiuti urbani ed assimilati può essere effettuata con modalità differenti che consentono il raggiungimento di risultati diversi in termini di miglioramento della percentuale di Raccolta Differenziata, quantità dei rifiuti indifferenziati e qualità delle frazioni raccolte in modo differenziato. Lo scopo di questo studio è quello di effettuare una analisi LCA su sistemi alternativi per la raccolta rifiuti, al fine di valutare i differenti impatti ambientali, quali siano i contributi dei trasporti a tali impatti, l’influenza delle singole filiere di rifiuti e della qualità dei materiali raccolti in modo differenziato. Sono stati confrontati i seguenti Scenari di raccolta territoriale: • Sistema stradale con cassonetti a libero accesso; • Sistema con Isole Ecologiche di Base (IEB) accessibili mediante tessere identificative individuali; • Sistema “Porta a Porta”. Sono state inoltre definite due diverse Unità Funzionali, utilizzate per effettuare due differenti analisi LCA degli scenari sopra indicati: 1. Raccolta di rifiuti in un anno, in un territorio di dimensioni definite (LCA sistema); 2. Impatti specifici (pertanto rapportati alle effettive tonnellate) delle differenti filiere di rifiuti territoriali (LCA filiere). Come perimetro di analisi sono state considerate le principali raccolte territoriali dei rifiuti urbani e assimilati del Comune di Dozza (BO), circa 6.600 abitanti. Sono state valutate le emissioni di gas serra prodotti considerando i processi relativi a: • Trattamenti e smaltimenti delle diverse tipologie di rifiuti; • Recupero materiali ed energia; • Raccolta territoriale e trasporto agli impianti di primo conferimento; • Trasporto a successivi impianti di effettivo recupero.
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DEMALDE', CHIARA AURORA. "Cibo e sostenibilità nei sistemi urbani. Il consumo alimentare sostenibile nella città di Milano." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/52032.

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Abstract:
La sostenibilità alimentare è un tema centrale nel dibattito internazionale in quanto è uno degli ambiti più delicati e importanti per il futuro dell’umanità, considerato che l’attuale sistema alimentare risulta insostenibile sia dal punto di vista ambientale, che economico e sociale. L’urgenza di ulteriori studi e ricerche in questo ambito riguarda soprattutto i sistemi urbani in quanto le città del futuro saranno sempre più popolose e le risorse naturali ed energetiche limitate e più scarse. L’emergenza alimentare è quindi uno dei temi principali della futura low carbon society e il rapporto tra cibo e città è uno dei punti chiave su cui riflettere. Dal punto di vista teorico la tesi propone una visione interdisciplinare volta ad unire i concetti della sostenibilità alimentare con la dimensione urbana, per dare forma a una visione più completa. Viene illustrata l’importanza del cibo nell’influenzare la nostra vita e i luoghi che viviamo e la forza di cambiamento contenuta in esso. Particolare attenzione è dedicata, quindi, agli studi sulla scelta alimentare in quanto è necessario indagare in profondità le motivazioni e gli ostacoli che determinano le pratiche di consumo nutrizionale dei cittadini e in che modo essi agiscono sull’attuazione di stili di vita sostenibili. Si esaminano inoltre i nuovi canali di approvigionamento alimentare “alternativi” attraverso cui i cittadini possono attuare pratiche di consumo sostenibile nel campo dell’alimentazione, sempre più frequenti e stabili soprattutto nelle città. Se ne rilevano caratteristiche, vantaggi e limiti per far luce sui motivi che spingono i cittadini a cercare e creare nuove modalità di consumo alimentare e sugli ostacoli attuativi che possono incontrare. L’ultima parte della tesi presenta i risultati di un’indagine empirica condotta nella città di Milano, volta a cogliere i fattori che determinano la scelta di consumo alimentare sostenibile dei milanesi. Oltre a considerare l’influenza dei fattori socioeconomici, la ricerca si propone di valutare il grado di incidenza di altre condizioni strutturali e territoriali, in primis l’accessibilità. Lo studio prende in esame anche i fattori valoriali e indaga l’influenza della predisposizione personale e delle attitudini al consumo sostenibile, nonché il ruolo dell’infomazione e della comunicazione. La ricerca si articola in tre fasi: una survey on-line a cittadini e a membri dei GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) milanesi, un’analisi spaziale della distribuzione di cibo sostenibile a Milano (effettuata tramite GIS) che permette di individuare le zone di analisi e passare all’ultima fase con le interviste in profondità effettuate a soggetti appartenenti a zone ad alta e bassa densità di cibo sostenibile. Questo permette di avere un quadro più esaustivo e di individuare drivers e barriere del consumo alimentare sostenibile nei sistemi urbani. Si riscontrano nuove evidenze empiriche e concettuali utili, sia a dare nuova linfa e orientamento in questo ambito di studi, sia a indirizzare le politiche locali verso una maggiore efficacia di azione.
Due to the current situation of economic crisis and environmental alarm together with the growing urbanization process at global level, it is becoming more and more urgent facing with problems that concern food sovereignty and urban sustainability. The result is a concrete necessity to elaborate new paradigms and methodology of research that can enlighten the situation from a theoretical and practical perspective. In the first part, an interdisciplinary approach is used to discuss the role of food and of eating practices in shaping our lives and the places we live, with reference to the literature on food sustainability and on urban food systems. A specific part is dedicated to sociological studies that show the cultural dimension of food and the evolving processes of eating habits. Moreover, it is presented the literature on ‘food choice’ that can help to understand better the rise of alternative food networks (AFN’s) which can orientate to a more sustainable way of living and buying. The last part of the thesis presents the results of an empirical research on the consumption of sustainable food in the city of Milan. The scope of the study is to identify which factors influence food choice, considering both contextual and personal factors. Thus, the focus is on the influence of spatial and economical accessibility to sustainable food but also on the incidence of values, attitudes and knowledge (including the role of information media). Three different research methods are used to investigate more effectively how sustainable food is distributed, perceived and known from milanese citizens: an on-line survey, a spatial analysis (with GIS) and qualitative interviews to residents in low and high density areas of sustainable food consumption. This research can reveal useful indications to manage new concepts and adopt a more complete view on the relationship between food and the city that includes also the sustainability issue. Furthermore, it highlights drivers and barriers on the path to enhance sustainable behaviour patterns that could be useful for researchers and to public actors in order to afford proper and effective strategies of intervention.
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Di, Ventura Giulia Paola. "Uso del radar meteorologico nella modellazione numerica dei sistemi di drenaggio urbano." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
La progettazione e la gestione delle reti di drenaggio urbano avviene attualmente attraverso dei modelli numerici che ne rappresentano le caratteristiche principali e permettono di valutare tutti i fenomeni relativi ai deflussi (portate, livelli idrici, inquinanti) che avvengono in seguito ad una sollecitazione di pioggia nota. Quest’ultima è in genere ricavata da misurazioni pluviometriche puntuali assumendo che la pioggia sia uniforme su tutta l’area. Le immagini radar di precipitazione, invece, fornendo una rappresentazione spaziale degli eventi, permettono di coglierne la variabilità all'interno dell’area drenata dalla rete. Attraverso una serie di simulazioni in tempo di pioggia effettuate in InfoWorks per due eventi scelti, sono stati indagati gli impatti che informazioni pluviometriche ottenute da immagini radar a diversa risoluzione (fenomeni distribuiti nello spazio) hanno sul modello della rete di drenaggio urbano della città di Bologna. I risultati hanno permesso di quantificare la risoluzione spaziale ottimale del dato pluviometrico radar per descrivere al meglio il comportamento idrologico-idraulico della rete di Bologna, con particolare riferimento alle sezioni idraulicamente più critiche del sistema (es. scaricatori di piena).
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Pratola, Dario. "Analisi ed ottimizzazione di sistemi multistadio di trattamento fumi: applicazione ad un termovalorizzatore di rifiuti urbani e speciali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10230/.

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Abstract:
Questo studio è mirato ad analizzare ed ottimizzare il consumo dei reagenti solidi impiegati da uno stabilimento di termovalorizzazione di rifiuti solidi urbani e speciali (Silea S.p.A, presso Valmadrera (LC)), per abbattere le correnti acide trattate nelle due linee fumi multistadio. Dopo aver scelto quale delle due linee prendere come riferimento, per poi riportare i risultati ottenuti anche sull’altra con opportune correzioni, il lavoro è stato condotto in diverse fasi, e affiancato da un costante confronto diretto con gli ingegneri e i tecnici dello stabilimento. Una volta preso atto delle normali condizioni di funzionamento dell’impianto, si è proceduto all’esecuzione di test, mirati a quantificare l’efficienza di rimozione dell’acido cloridrico, da parte del bicarbonato di sodio e dell’innovativo sorbente dolomitico, brevettato sotto il nome: Depurcal® MG. I test sono stati suddivisi in giornate differenti in base al tipo di reattivo da analizzare (e quindi lo stadio) e programmati in modo che permettessero di correlare la conversione dell’HCl alla portata di reagente solido introdotto. Una volta raccolti i dati, essi sono stati elaborati e filtrati in base a criteri oggettivi, per poi essere analizzati con senso critico, fornendo un quadro completo sulla reale potenzialità dell’impianto. Attraverso l’utilizzo di un opportuno modello è stato possibile caratterizzarlo e individuare la migliore condizione economico-operativa per ognuno dei possibili scenari individuati.
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Maniaci, Alessia. "Verona Central Park." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
La valorizzazione dello scalo ferroviario di Verona Porta Nuova è stata avviata nel gennaio 2020 con il bando di gara pubblicato da FS Sistemi Urbani, che prevede la riconversione dell'area in un parco urbano, connotato dall’insediamento di un mix di funzioni pubbliche e private. Il bando ha rappresentato il punto di partenza per condurre un’analisi sulla complessa realtà del territorio veronese: in particolare, è stata articolata un’indagine sulle relazioni e sulle connessioni esistenti tra i mutevoli volti della città. Nel primo capitolo si delinea la storia urbana della città, procedendo dalla scala generale per poi progressivamente osservare più in dettaglio l’evoluzione del quadrante sud, quindi dell’area ferroviaria collocata al suo interno. Ciò fa emergere le interazioni esistenti nel tessuto frammentario della città e suggerisce alcune chiavi per una lettura d’insieme del contesto di riferimento. Viene parallelamente esplorata fascia perimetrale dell’ex scalo merci, di cui sono discusse le criticità che la definiscono come barriera e cesura del tessuto urbano. Per immaginare la sua possibile trasformazione, tale scenario viene in ultimo considerato adottando una prospettiva più ampia, mediante il confronto alcune esperienze di rigenerazione attuate in spazi complessi in diversi contesti europei. Nel terzo capitolo, come sintesi ed esito delle indagini svolte, viene presentata l’ipotesi progettuale “Verona Central Park”, in cui l’infrastruttura verde costituita dal grande parco urbano, pur mantenendo viva la memoria ferroviaria del luogo, si inserisce nel tessuto urbano come nuovo dispositivo di connessione: occasione di scambio e interazione e punto di innesco di nuove dinamiche di sviluppo che coinvolgano le zone contigue, oggi separate.
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BERTUCCIOLI, LAURA. "Archaeology smart museum, dal rilievo alla comunicazione innovativa di sistemi urbani e territoriali. Il museo diffuso di Fanum Fortunae." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2018. http://hdl.handle.net/11566/253146.

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Abstract:
Negli ultimi decenni l’approccio ai beni culturali in termini di tutela, informazione e fruizione sta velocemente cambiando in rapporto allo sviluppo delle tecnologie digitali. In particolare, nell’ambito dei beni archeologici l’utilizzo di strumenti tecnologici e di applicazioni di archeologia virtuale appare ormai indispensabile per superare le problematiche relative alla fruizione del bene archeologico, di cui non sempre conosciamo la provenienza né la funzione, e che appare quindi spesso decontestualizzato. Attraverso la sperimentazione di diverse tipologie comunicative del reperto possiamo riuscire nell’intento di rendere accessibile e comunicare al pubblico il patrimonio culturale antico indagato attraverso le nuove tecnologie che favoriscono, da un lato un elevato impatto comunicativo e grande facilità di apprendimento, e dall’altro garantiscono l’elevata qualità scientifica e di contenuti culturali. Con questo lavoro sono state indagate le metodiche relative al rilievo (fotografia aerea, laser scanner, fotogrammetria), alla georeferenziazione (GNNS) e alle indagini non invasive del sottosuolo (georadar). L’applicazione di queste metodiche al patrimonio archeologico romano del centro storico di Fano, unitamente all’utilizzo delle nuove tecnologie al servizio del Cultural Heritage, hanno dimostrato la loro efficacia nell’ideazione di un museo archeologico diffuso. Il punto di partenza di questo lavoro è rappresentato da una serie di strategie messe in atto dall’amministrazione comunale in collaborazione con il Centro Studi Vitruviani e il dipartimento di ingegneria civile, edile e architettura dell’Univpm, volte a promuovere il territorio e il suo patrimonio culturale attraverso l’uso delle ICT, strategie che hanno condotto all’avvio del progetto ArcheoFano, implementato nel corso di questo lavoro, e alla realizzazione del museo archeologico virtuale della via Flaminia. Le metodiche utilizzate, dal punto di vista prettamente tecnico, sono quelle legate alle tecniche di rilievo che hanno condotto allo sviluppo di modelli 3D basati sull’elaborazione delle nuvole di punti ottenute e alla realizzazione di applicazioni di realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR). Da un punto di vista progettuale è stata effettuata un’accurata analisi del tessuto archeologico locale, attraverso dati d’archivio e ricerche mirate, estese anche alle vicende storiche che hanno interessato l’area individuata come sede del nuovo museo archeologico cittadino. Parallelamente ci si è interrogati sul tema dell’identità di un luogo e su come si possa creare un brand riconoscibile che leghi la città di Fano al nome di Marco Vitruvio Pollione. Obiettivo della tesi di dottorato è la delineazione di quelle strategie utili alla realizzazione del museo archeologico diffuso e la proposta di un nuovo polo di musealizzazione nell’edificio della ex filanda Bosone, area in cui insistono i resti del teatro romano. Particolare attenzione viene dedicata alle tematiche dell’accessibilità e dell’inclusione. Gli sviluppi possibili consistono nella messa in atto della proposta qui formulata, realizzando la rete museale diffusa nel territorio e il nuovo museo archeologico; parallelamente nella verifica delle ipotesi formulate con ArcheoFano attraverso mirate campagne di scavo.
During the last decades, the approach to cultural heritage in terms of safeguard, information and fruition is rapidly changing in relation to digital technologies development; particularly in an archaeological contest, the employment of technological tools and virtual archeology applications seems now necessary to overcome problems concerning the archaeological heritage utilisation, whose origins and function are often unknown and it is thus often out of context. By testing different communication typologies of an archaeological find, we can succeed in making the investigated archaeological cultural heritage accessible and in presenting it to the public through new technologies, which not only have a high communicative impact and great learning ease, but also grant elevate top scientific quality and cultural contents. Through this work, survey methods (aerial photography, laser scanners, photogrammetry), georeferencing (GNNS) and non-invasive underground surveying (georadar) have been investigated. The application of these methods to the Roman archaeological heritage in the Fano city center, together with the new technologies referred to Cultural Heritage, proved their effectiveness in the conception of a multi-location archaeological museum. Starting point of this work are the different strategies acted from municipality in collaboration with Centro Studi Vitruviani and Univpm engineering department, designed to territorial cultural heritage promotion, through ICT employement. These strategies brought to the ArcheoFano project beginning, that was implemented during this work, and to via Flaminia virtual archaeological museum realization. The procedures used, from a technical point of view, were related to the survey, that led to the development of 3D models, based on points clouds processing and to the realization of virtual reality (VR) and augmented reality (AR) applications. From a planning point of view, a careful analysis of the local archaeological pattern was carried out through archive data and focused researches; this analysis also included the historical events concerning the new archaeological museum site. At the same time we have been discussing the issue of a site's identity and how it would be possible to create a recognizable brand linking the city of Fano to Marco Vitruvio Pollione’s name. Aim of this Phd thesis is to outline the useful strategies for creating a scattered archaeological museum and to suggest a new museum location in the former Filanda Bosone building, where the Roman theatre remains were found. Particular attention is paid to accessibility and inclusion issues. The desired developments consists in the realization of the proposals here formulated, realizing the widespread museum and the new archaeological museum, and in the verification of ArcheoFano hypotheses through focused excavations.
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Calvio, Alessandro. "Infrastrutture e Soluzioni Geo-spaziali per la Gestione di Interventi Urbani basato su Apache Spark." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22901/.

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Abstract:
Nel corso degli ultimi tempi il progresso tecnologico e il fenomeno dei Big Data hanno permesso di accedere ad una grandissima mole di dati, favorendo la creazione di servizi per migliorare i bisogni delle persone. Come afferma Tobler nella prima legge della geografia “Ogni cosa è correlata a qualsiasi altra, ma le cose vicine sono più relazionate di quelle lontane”; in tale contesto i dati geografici acquisiscono un’importanza quanto mai grande grazie alla possibilità di riuscire ad associare ogni informazione ad un punto sulla terra e capire le relazioni che vi intercorrono. Questo è estremamente vero nell’ambito smart city e urban planning dove i dati forniti da smartphone, dispositivi indossabili e sensoristica permettono di avere in tempo reale una panoramica di quello che succede all’interno di una città, e di poter pianificare offerte e servizi conseguentemente tenendo in conto le esigenze dei cittadini. La tesi presentata nel documento si colloca in uno scenario di questo tipo, inserendosi all’interno di un progetto più ampio chiamato Interactive Planning Platform fOr city District Adaptive Manteinance Operations (IPPODAMO), mirato alla costruzione di un sistema di pianificazione dinamico-adattivo dei lavori urbani da effettuare nell’area di Bologna. Lo scopo è duplice: (i) la creazione di un architettura che possa, in tempi rapidi, elaborare un numero elevato di dati geografici provenienti da sorgenti diverse, capendo come questi siano integrabili per creare il sistema descritto e (ii) lo sviluppo di un prototipo di un algoritmo di pianificazione che, sulla base dell’andamento del traffico in una certa zona, sia in grado di fornire gli istanti di tempo migliori per posizionare un lavoro. Durante il lavoro verrà posta enfasi sia sulle operazioni che è possibile fare con dataset geografici per estrarre informazioni, ma anche sulle configurazioni che un’architettura complessa come questa deve possedere per soddisfare requisiti di affidabilità e velocità.
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Books on the topic "Sistemi urbani"

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Sergio, Bertuglia Cristoforo, and La Bella Agostino, eds. I Sistemi urbani. Milano, Italy: F. Angeli, 1991.

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Debernardi, Luisa. Governance e sistemi urbani. Roma: Carocci, 2007.

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Enzo, Tiezzi, ed. Città fuori dal caos: La sostenibilità dei sistemi urbani. Roma: Donzelli, 2008.

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Gasparini, Katia. Schermi urbani: Tecnologia e innovazione : nuovi sistemi per le facciate mediatiche. Milanofiori Assago (MI) [i.e. Milan, Italy]: Wolters Kluwer Italia, 2012.

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La politica dei cittadini: Forme e strumenti di partecipazione politica nei sistemi urbani. Milano: F. Angeli, 1985.

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(Pietro), Romano P., ed. Dinamiche dei sistemi urbani: Indagine di un'area metropolitana = Urban systems dynamics : the investigation of a metropolitan area. Firenze: Alinea, 2009.

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Magnaghi, Alberto, ed. La regola e il progetto. Florence: Firenze University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-624-4.

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Abstract:
Il territorio, conteso tra mille interessi conflittuali, ha sempre più bisogno di una progettazione unitaria in quanto bene comune, alla scala in cui si abita, si lavora, si consuma: una scala che comprende luoghi urbani, reti di città, fiumi, valli, zone agricole, entroterra costieri. Rispetto al progetto architettonico e urbano, il progetto di territorio ha regole disciplinari molto più episodiche e settoriali. Esito toscano di una ricerca nazionale sul “progetto di territorio”, questo volume propone il concetto di bioregione urbana come metodologia atta ad integrare analisi e progetti su: i prerequisiti ambientali dell'insediamento, la riconfigurazione di sinergie fra città e campagna, il riequilibrio policentrico dei sistemi urbani, i sistemi economici ed energetici a base locale, le forme di autogoverno per uno sviluppo locale autosostenibile a partire dalle regole per la messa in valore dei beni patrimoniali del territorio.
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Macaluso, Francesco. Trasformazioni dei sistemi urbani e territoriali: Saggi per una lettura delle aree di Nord-Est. Venezia: Cafoscarina, 2010.

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Rizzo, Giulio Gino, and Antonella Valentini, eds. Luoghi e paesaggi in Italia. Florence: Firenze University Press, 2004. http://dx.doi.org/10.36253/88-8453-144-6.

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Abstract:
Primo volume di una collana del Dottorato di Ricerca in Progettazione Paesistica dell'Università di Firenze - settore disciplinare innovativo per il suo coinvolgimento politico e sociale - illustra le potenzialità di tale ambito di studio con il frutto di un ampio laboratorio didattico-creativo. Le varie esperienze progettuali vengono raggruppate in sei sezioni tematiche: Parchi e paesaggio; Parchi metropolitani; Spazi urbani; Sistemi fortificati; Luoghi per l'arte; Paesaggi storici; Idee e progetti (quest'ultima dedicata a temi centrali nella ricerca italiana, come il paesaggio agrario e quello fluviale).
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Gilmo, Vianello, and Centro nazionale delle ricerche (Italy). Progetto finalizzato I.P.R.A., eds. Interazione e competizione dei sistemi urbani con l'agricoltura per l'uso della risorsa suolo: Il quadro regionale in Emilia-Romagna = Interaction and competition of urban systems with agriculture for the use of soil resources : regional outline in Emilia-Romagna. Bologna: Pitagora, 1987.

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Book chapters on the topic "Sistemi urbani"

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Semboloni, Ferdinando. "Città e sistemi urbani. Analisi e progetto." In UNITEXT, 215–47. Milano: Springer Milan, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-4008-3_13.

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Gligorijević, Milan, Siniša Milković, and Aleksandar Maksimović. "Analitički pristup izboru lokacija sistema video-nadzora i ANPR sistema u urbanim područjima." In Urbana bezbednost i urbani razvoj, 285–98. Beograd: Univerzitet u Beogradu, Fakultet bezbednosti, 2018. http://dx.doi.org/10.18485/fb_ubur.2018.1.ch18.

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Ralević, Miodrag, and Tatjana Mrđenović. "Grad kao bezbednosni sistem u prošlosti, sadašnjosti i budućnosti: granice i urbani dizajn." In Urbana bezbednost i urbani razvoj, 312–23. Beograd: Univerzitet u Beogradu, Fakultet bezbednosti, 2018. http://dx.doi.org/10.18485/fb_ubur.2018.1.ch20.

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4

Bellavitis, Anna. "Working Daughters, Wives, Mothers, Sisters, Widows." In Women’s Work and Rights in Early Modern Urban Europe, 31–41. Cham: Springer International Publishing, 2018. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-96541-3_3.

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Bazzani, Armando, Sandro Rambaldi, and Bruno Giorgini. "Modellizzazione della mobilità urbana. Una nuova sfida per la teoria dei sistemi dinamici." In UNITEXT, 305–30. Milano: Springer Milan, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-4008-3_16.

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Dematteis, Giuseppe. "I servizi ecosistemici nella riproduzione dei sistemi territoriali. Osservazioni da una ricerca sugli scambi montagna-città." In I servizi ecosistemici nella pianificazione bioregionale, 47–57. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-050-4.07.

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Abstract:
From a research for the Metropolitan City of Turin on the flows of matter, energy, services, people and information between the metro-mountain and metro-urban subsystems, it has emerged that the ecosystem flows always have a degree of openness to the outside, which requires an assessment of the positive or negative effects on ecosystems on a larger scale, up to the global one. In perspective, less sectoral and more multifunctional visions of the interventions seem to be required, which also recognize the mountain as a new central location as a privileged place to experiment with alternative life models.
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Kelly, Ashley Scott, and Xiaoxuan Lu. "Introduction." In Critical Landscape Planning during the Belt and Road Initiative, 1–9. Singapore: Springer Singapore, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-981-16-4067-4_1.

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Abstract:
AbstractThe book’s introduction, Landscape as Development, introduces the distinct positions of critic and planner in development and offers initial justifications for a “critical” practice of ecological planning, as construed by landscape architecture. Landscape architecture has the most substantial ecological mandate among its sister disciplines of architecture and urban planning and has made significant recent historical contributions to development planning, including being the origin of modern landscape ecology and geographic information systems science. In order to become “critical,” landscape architecture, as planning, must recognize the contradictions between urban or economic sustainability and the critical social theory undercurrents in sustainable development. We introduce a working definition of “critical landscape planning” as it is developed throughout the book: A practice of critical landscape planning, routed in landscape architecture, uses multiple forms of sustainability to plan for landscapes engaging in (or encountering) development. The critical landscape planner holds a cultural-technological position and simultaneously applies science to specific site conditions, is critical of that science, and in the process and practice of applying it, refines and deepens the relevant scope of work. This introduction finishes by covering the structure of this book.
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APARECIDO SOLANA DOS SANTOS, VLADIMIR, and CHARLEI APARECIDO DA SILVA. "IMBRICAÇÕES: TEORIA GERAL DOS SISTEMAS, SISTEMA CLIMA URBANO E PAISAGEM URBANA." In GEOGRAFIA & PESQUISA, 41–63. TOTALBOOKS, 2021. http://dx.doi.org/10.52632/978.65.88393.20.8.2.

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Roschild, Caroline Voser Pereira, Dairana Misturini, Paulo Roberto Pagliosa Alves, and Cristhiane Michiko Passos Okawa. "ROMPIMENTO DA ETE-LEI E A LAGOA DA CONCEIÇÃO: IMPACTOS AMBIENTAIS E O BIOMONITORAMENTO NA ÁREA DEGRADADA EM AMBIENTE URBANO." In Gestão Urbana Sustentável, Águas Urbanas, 88–103. Bookerfield Editora, 2021. http://dx.doi.org/10.53268/bkf21110207.

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Abstract:
A Lagoa da Conceição (Santa Catarina -BR) é uma laguna costeira, com área de 20,3 km², configurada em três setores, Norte, Sul, Centro, e canal que liga o setor central à Praia da Barra da Lagoa, desde 1980. Cada setor da lagoa possui características físicoquímicas, sedimentares, biológicas e hidrodinâmicas distintas, o que a torna um importante e valoroso ecossistema de Florianópolis. A grande beleza cênica e riqueza cultural a tornaram um dos cartões postais da Ilha, gerando o aumento do turismo e crescimento populacional a partir da década de 80. Essa situação, concomitante ao precário sistema de tratamento de efluentes domésticos e a baixa hidrodinâmica de algumas áreas, vem gerando impactos ambientais. O presente capítulo irá apresentar um breve histórico da Lagoa da Conceição, seu adensamento populacional, a crise sanitária e fauna bioindicadora macrobentônica até o rompimento da ETE-LEI. Devido ao rompimento, diversas modificações negativas abruptas foram observadas, como modificações físico-químicas no sistema, morte e colonização de organismos oportunistas, ecotoxicidade e proliferação de algas potencialmente produtoras de toxinas. Por fim, sugere-se que seja promovida a recuperação da área degradada e convidamos o leitor a refletir e questionar quais as consequências a curto, médio e longo prazo da entrada de um aporte de 450-550 mil metros cúbicos de efluente tratado com altos níveis de nutrientes (N:P) em um ecossistema semifechado lagunar localizado em ambiente urbano.
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"PLANIFICAR EL SISTEMA SOCIOECOLÓGICO." In Socioecosistemas urbanos, 129–50. Editorial Universidad del Norte, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv287sbd6.6.

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Conference papers on the topic "Sistemi urbani"

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Albissini, Piero, Antonio Catizzone, Laura De Carlo, Laura Carlevaris, Vittorio Di Stefano, and Alessandro Micucci. "Le trasformazioni dello spazio urbano: la quarta dimensione nella georeferenziazione dell’iconografia storica di Rome." In International Conference Virtual City and Territory. Barcelona: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2009. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7549.

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Abstract:
Se si considera la componente fisica del sistema città come espressione materiale dell’insieme dei fenomeni evolutivi dei luoghi, appare evidente come la sua rappresentazione possa essere considerata come sistema di conoscenza generale in grado di manifestare una convergenza di informazioni di natura altamente eterogenea. Le vaste trasformazioni che hanno interessato le città nella storia hanno determinato una evoluzione non solo nelle modifiche morfologiche degli assetti territoriali e nella stratificazione architettonica delle strutture urbane, ma anche nella percezione e fruizione degli spazi urbani. Se si considera l’organizzazione dello spazio urbano come ambito di relazione tra gli uomini, i contributi che provengono dalle fonti bibliografiche, iconografiche e cartografiche in particolare possono consentire la ricostruzione diacronica dei tessuti urbani. Questa ricostruzione è resa possibile dalla lettura delle diverse rappresentazioni che della città sono state date nel tempo, come rappresentazioni iconografiche o pittoriche, talvolta simboliche se non addirittura metaforiche, che consentono di acquisire conoscenze dei luoghi, anche quando presentano uno scarso grado di attendibilità. L’introduzione dell’informatica nel rilevamento e nella rappresentazione cartografica e la realizzazione dei sistemi informativi territoriali hanno aperto nuove possibilità non solo nella realizzazione di database collegati e georeferenziati, che possono contenere una notevole quantità di informazioni di diversa natura progressivamente incrementabili, ma soprattutto rendendo agevoli sia le molteplici interrogazioni sia le successive elaborazioni. Lo sviluppo della cartografia digitale dalla quale si possono derivare direttamente modelli tridimensionali, si pone quindi come punto di partenza per una corretta rappresentazione della complessità del fenomeno urbano e per un ripensamento dello spazio non più sulla base di esplorazioni planimetriche, ma tramite la creazione di modelli virtuali generati in maniera più o meno automatica a partire dalla cartografia stessa. In questo senso, il modello di derivazione cartografica costituisce l’aspetto metrico-quantitativo della rappresentazione della città, aspetto che risulta tanto più esatto, obiettivo e verificabile in quanto ottenuto con strumenti che rendono le misurazioni sufficientemente attendibili. Si tratta dunque di esplorare la cartografia tridimensionale cogliendone le peculiarità e la ricchezza nella restituzione dello spazio urbano, caratteristiche, queste, che suggeriscono immediatamente di tentare di ricostruire con la stessa vivacità rappresentativa anche tutti i trascorsi storici della città o, quanto meno, di alcuni dei suoi momenti topici, con particolare attenzione alle trasformazioni di natura orografica ed edilizia. In questo quadro emergono due distinti aspetti di natura metodologica, l’uno concernente la generazione del modello urbano e le implicazioni tecniche che questo comporta (implementazione di dati, automatismi, studi tipo-morfologici, scala del modello, …), l’altro relativo all’evoluzione della città attraverso il confronto tra modelli cartografici diversi (bi e tridimensionali). La realizzazione di un modello virtuale basato sulla cartografia digitale 3D, che fotografa lo stato attuale della struttura urbana, può rappresentare la griglia tridimensionale di riferimento per una visualizzazione delle trasformazioni spaziali attuata con una procedura che ripercorre a ritroso il cammino della storia. Si tratta di riferire a questa griglia orientata sulla base di capisaldi topografici certi i dati cartografici e iconografici provenienti dalla ricerca storico-documentaria, sulla base della individuazione di elementi invarianti della struttura urbana, come assetti orografici, vuoti urbani o edifici esistenti, etc., che non hanno mutato la loro localizzazione e le loro caratteristiche morfologiche. Così concepito, il modello tridimensionale di derivazione cartografica si caratterizza per la capacità di recepire e valorizzare documenti molto diversi e non necessariamente “scientifici” ai fini di una visualizzazione interattiva della storia del singolo brano di città o del singolo edificio per valutarne le trasformazioni sul piano morfologico e dimensionale, ma anche percettivo.
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Araújo Lima, Cristina de. "Configuração urbana e o sistema BRT de Curitiba – Brasil: investigando a qualidade espacial do entorno de terminais: uma metodologia em construção." In Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Barcelona: Facultad de Arquitectura. Universidad de la República, 2015. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.6145.

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Abstract:
Otimizar o consumo de espaço e recursos naturais é uma meta recomendável para atingir maior sustentabi-lidade urbana, assim como racionalizar e gerenciar eficientemente os fluxos urbanos. O presente artigo apresenta uma etapa de uma pesquisa no campo do Desenho Urbano que questiona como se configuram os espaços do entorno de terminais de ônibus. O objetivo é refletir sobre resultados e consequências de projetos urbanos (urban design), principalmente aqueles que afetam parcelas significativas da população, como as condições de mobilidade em centros metropolitanos. Curitiba é pólo de uma região metropolitana formada por 29 municípios, sendo que 13 deles são abrangidos pelo sistema de transporte integrado RIT, que transporta diariamente cerca de 2 milhões de usuários. A justificativa para o estudo deriva da ampliação do sistema RIT em face à expansão periurbana, limitações ambientais e otimização do uso do solo urbani-zado. A metodologia é de pontuação por categorias de elementos existentes e escala de valores, como primeira etapa para obter indicadores para gestão ambiental urbana. Optimizing the occupation of space and the use of natural resources is a recommended goal in order to achieve greater urban sustainability, and so is rationalizing and managing efficiently urban flow. This article presents a step of a research in the field of Urban Design that questions how are urban spaces configured in the surroundings of bus stations. The objective is to reflect about results and consequences of urban pro-jects (urban design), especially those affecting a significant part of the population, such as mobility condi-tions in metropolitan centers. Curitiba is the pole of a metropolitan area composed by 29 municipalities, but 13 of them comprised by the integrated transportation system known as RIT, which transports approximately 2 million users daily. The study is justified by the upcoming extension of the RIT system in face of peri-urban growing, environmental limits and the balance for urbanized soil needs. The methodology is of punctuating per categories existing elements and scales of values as first stage as to obtain pointers to manage the ur-ban environment.
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Pultrone, Gabriella. "Turismo e centri urbani minori: possibili percorsi integrati verso frontiere innovative di sviluppo sostenibile." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8032.

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Abstract:
Il trend crescente del fenomeno turistico costituisce una sfida determinante nell’ambito delle questioni più ampie legate al paradigma della sostenibilità, in considerazione dei diversi effetti che le attività ad esso correlate producono su città e territori interessati. È un problema che va orientato nella giusta direzione come strumento privilegiato carico di valenze: capacità di sensibilizzare al rispetto dell’ambiente; elevate potenzialità di sostenere attività economiche tradizionali e innovative; capacità di contribuire al miglioramento della qualità della vita. Se correttamente programmato e gestito, esso può infatti giocare un ruolo chiave per il riequilibrio territoriale, attraverso la costruzione di sistemi turistici che comprendano destinazioni mature, emergenti ed aree marginali, in un’ottica di destagionalizzazione dei flussi e promozione delle economie locali, e in una logica in grado di coniugare stabilità e innovazione in un processo dialettico fra tradizione e creatività. Per molte città e regioni italiane, come la Calabria, la scelta di tutelare, valorizzare e gestire in modo integrato le risorse naturalistico-ambientali, paesaggistiche e storico-culturali attraverso la leva e il moltiplicatore del settore turismo può rappresentare, anche in momenti di crisi, un importante strumento per rivalutare il proprio patrimonio, sviluppare l’indotto a esso collegato, promuovere progetti strategici nel settore del turismo, stimolare la creazione di strutture ricettive e servizi complementari. Di fronte alle sfide della globalizzazione riscoprire i caratteri della propria specificità diviene quindi un’occasione imperdibile per ripensare il proprio sviluppo con intelligenza, laddove l’attributo smart si riferisca all’incontro creativo di tecnologie e capacità umane, che attraverso le comunità stesse diventano portatrici di innovazione. The growing trend of tourism is a key challenge in the context of broader issues related to the paradigm of sustainability, taking into account the different effects that the activities related to it produce on cities and regions concerned. This issue must be addressed in the right direction as a privileged instrument full of values: the ability to raise awareness of the environment; great potential to support innovative and traditional economic activities, the ability to contribute to improving the quality of life. If properly planned, it can play a key role in the territorial balance, through the construction of tourist facilities including mature destinations, emerging and marginal areas, with a seasonal adjustment of flows and promotion of local economies, that combines stability and innovation in a dialectical process between tradition and creativity. For many Italian cities and regions, such as Calabria, the choice to protect, enhance and manage the resources in an integrated natural-environmental, landscape and historical-cultural through the lever and the sector leverage tourism can be, even in times of crisis, an important tool to revalue its assets, develop the armature connected to it, to promote strategic projects in the tourism sector, to stimulate the creation of accommodation facilities and complementary services. Faced with the challenges of globalization, rediscover its own specificity then becomes a unique opportunity to rethink its own development with intelligence, where the smart attribute refers to the meeting of creative technology and human capabilities, through which the communities themselves become carriers of innovation.
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Masip Torne, Jaume, and Josep Roca Cladera. "Re-estructuración de los sistemas metropolitanos hacia modelos policéntricos?: bipolaridad o sistema policéntrico equipotencial: un análisis para la Región Metropolitana de Barcelona." In International Conference Virtual City and Territory. Coimbra: Department of Civil Engineering of the University of Coimbra and e-GEO, Research Center in Geography and Regional Planning of the Faculty of Social Sciences and Humanities of the Nova University of Lisbon, 2011. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7790.

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Abstract:
Esta comunicación forma parte del trabajo de investigación pre-doctoral realizado, cuyo objetivo era poner las bases para la actual investigación doctoral. Dicha investigación realizada se resume en: el funcionamiento actual de los sistemes urbanos en los últimos decenios se ha ido alejando de forma progresiva de la estructura urbana monocéntrica desarrollada a partir de los trabajos de Von Thünen , Christaller, Alonso, Mills y Muth entre otros, hacia un nuevo paradigma de estructura urbana basado en una progresiva aparición y consolidación de sistemas complejos, en parte dispersos y en parte policéntricos; donde este último, el policéntrico, se ha ido erigiendo como el modelo urbano más deseado en la medida que se propugna como objetivo normativo por la Pespectiva de Desarrollo Espacial Europea por ser considerado como el modelo de estructura urbana que afavorece más claramente el refuerzo de la competividad y de la cohesión territorial, es decir sistemas metropolitanos más eficientes y sostenibles.
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Lopez varela, Susana, and Joan Moreno Sanz. "La red de transporte masivo como soporte del sistema de espacios abiertos metropolitanos. Caso de estudio: La Línea 2 del Metro de Lima." In ISUF-h 2019 - CIUDAD COMPACTA VERSUS CIUDAD DIFUSA. Valencia: Editorial Universitat Politècnica de València, 2019. http://dx.doi.org/10.4995/isufh2019.2019.9654.

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Abstract:
El modelo de desarrollo urbano disperso y monofuncional, ha incrementado la movilidad urbana y la dependencia de sistemas de locomoción individuales, generando externalidades negativas ambientales y sociales: contaminación atmosférica, fragmentación de los espacios abiertos, desigualdad social, etc. La planificación urbana orientada a la movilidad sostenible es uno de los retos del desarrollo urbano futuro. La promoción de sistemas de transporte masivo en entornos urbanos densos y mixtos, debería contribuir, no sólo a mejorar la eficiencia de las redes de transporte y a reducir el impacto de la movilidad, sino también a ayudar a estructurar un sistema de espacios abiertos metropolitanos. El presente artículo tiene como objetivo principal evaluar el papel de la red de transporte público masivo, como vertebrador de un sistema de espacios abiertos físicamente conectados y socialmente inclusivos. Como caso de estudio se ha tomado la nueva Línea 2 del Metro de Lima, actualmente en ejecución, y como insumo para la definición del sistema, el Plan de Espacios Abiertos e Infraestructura Ecológica en Lima (PEAIE). La complementariedad entre ambos podría contribuir a mejorar la conectividad ambiental y la inclusión social en los nuevos espacios abiertos asociados al proyecto. Metodológicamente se evaluarán, a partir de la definición de indicadores, las variables de conectividad, calidad ambiental e inclusión social de los espacios abiertos de Lima en relación a la nueva Línea 2 del Metro. En conclusión, la planificación urbana integrada y orientada al transporte masivo permitiría redefinir el papel de los espacios abiertos como un sistema interconectado, accesible e inclusivo.
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Lopez varela, Susana, and Joan Moreno Sanz. "La red de transporte masivo como soporte del sistema de espacios abiertos metropolitanos. Caso de estudio: La Línea 2 del Metro de Lima." In ISUF-h 2019 - CIUDAD COMPACTA VERSUS CIUDAD DIFUSA. Valencia: Editorial Universitat Politècnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/isufh2019.2020.9654.

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Abstract:
El modelo de desarrollo urbano disperso y monofuncional, ha incrementado la movilidad urbana y la dependencia de sistemas de locomoción individuales, generando externalidades negativas ambientales y sociales: contaminación atmosférica, fragmentación de los espacios abiertos, desigualdad social, etc. La planificación urbana orientada a la movilidad sostenible es uno de los retos del desarrollo urbano futuro. La promoción de sistemas de transporte masivo en entornos urbanos densos y mixtos, debería contribuir, no sólo a mejorar la eficiencia de las redes de transporte y a reducir el impacto de la movilidad, sino también a ayudar a estructurar un sistema de espacios abiertos metropolitanos. El presente artículo tiene como objetivo principal evaluar el papel de la red de transporte público masivo, como vertebrador de un sistema de espacios abiertos físicamente conectados y socialmente inclusivos. Como caso de estudio se ha tomado la nueva Línea 2 del Metro de Lima, actualmente en ejecución, y como insumo para la definición del sistema, el Plan de Espacios Abiertos e Infraestructura Ecológica en Lima (PEAIE). La complementariedad entre ambos podría contribuir a mejorar la conectividad ambiental y la inclusión social en los nuevos espacios abiertos asociados al proyecto. Metodológicamente se evaluarán, a partir de la definición de indicadores, las variables de conectividad, calidad ambiental e inclusión social de los espacios abiertos de Lima en relación a la nueva Línea 2 del Metro. En conclusión, la planificación urbana integrada y orientada al transporte masivo permitiría redefinir el papel de los espacios abiertos como un sistema interconectado, accesible e inclusivo.
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Zárate Rodríguez, María del Pilar. "INTEGRACIÓN ENTRE SISTEMAS DE TRANSPORTE MASIVO Y LA CIUDAD: una contrapropuesta para la nueva troncal de Transmilenio en Bogotá, Av. 68." In Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Bogotá: Universidad Piloto de Colombia, 2022. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.10090.

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Abstract:
The adoption of mass transit systems as efficient means of commuting has improved accessibility for thousands of people in urban areas. However, very often, infrastructural interventions have resulted in a disconnection between transport facilities and the urban spaces where they are inserted, due to an excessive prioritization of commuting over pedestrian experience. This paper argues for a proposal in which the possibility of addressing this issue from an urban design approach centered on mobility and the mobile subject is illustrated. For this purpose, based on a literature review and an analysis of referents, a number of core aspects are introduced in order to advance some design criteria and strategies for creating high-quality urban mobility spaces. In particular, this paper presents a project in which these aspects, criteria and strategies are applied to a counterproject for the construction of Avenida 68 line in Bogota, where the main mass transit system (TransMilenio) is an example of the prioritization of efficiency in commuting over high-quality urban spaces. Keywords: Transport Infrastructures, TransMilenio, Urban Mobility Spaces, Quality of Urban Spaces Topic: Public space and urban project in contemporary metropolis La implementación de sistemas masivos de transporte como medios eficientes de desplazamiento ha logrado mejorar las condiciones de accesibilidad para miles de personas en áreas urbanas. Sin embargo, en muchos casos, las intervenciones físicas que requieren estos sistemas han generado una ruptura entre las infraestructuras de transporte y el espacio urbano en el que se insertan. Esta desarticulación, resultado de una excesiva priorización del desplazamiento, produce un deterioro en la calidad de la experiencia de los peatones. Este trabajo desarrolla una propuesta que muestra la posibilidad de aportar a la solución de este problema a través del diseño urbano y a partir de un enfoque centrado en la movilidad y la persona móvil. Para ello, se plantean una serie de aspectos fundamentales que surgen de la revisión de la literatura y del análisis de referentes, y que permiten llegar a estrategias y criterios de diseño para la creación de espacios urbanos de movilidad con calidad. En concreto, se presenta una proyecto que aplica estas estrategias y criterios en una contrapropuesta de diseño para un tramo de la troncal Avenida 68 en la ciudad de Bogotá, cuyo sistema masivo de transporte (TransMilenio), es un ejemplo de la priorización del desplazamiento sobre la calidad del espacio urbano. Palabras clave: Infraestructuras de transporte, TransMilenio, espacio urbano de movilidad, calidad del espacio urbano. Bloque temático: espacio público y proyecto urbano en la metrópolis contemporánea.
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Schäfer, Karine Lise. "Estruturação morfológica de projetos urbanos: a articulação entre os sistemas de espaços públicos e de equipamentos comunitários." In Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Barcelona: Curso de Arquitetura e Urbanismo. Universidade do Vale do Itajaí, 2016. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.6305.

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Abstract:
A investigação ora em desenvolvimento parte do entendimento da condição fragmentada e difusa da cidade atual frente às visões globais de períodos anteriores e a potencialidade dos projetos urbanos em atuar no desenho da cidade, promover a coesão e articulação de suas partes e responder às novas formas de urbanidade da sociedade atual. A abordagem da estruturação morfológica possibilita uma leitura da cidade que identifique a tensão entre permanências e mudanças, e de situações/locais urbanos potenciais para a implantação de projetos urbanos em Navegantes-SC. Para tanto propõe-se inicialmente o reconhecimento da estrutura formal da cidade, visto sua elevada condição de permanência quando associada a usos coletivos – espaços públicos e equipamentos comunitários. Tem-se por hipótese de trabalho que os projetos urbanos, o sistema de espaços públicos e de equipamentos comunitários ao se sobreporem, se articularem e coexistirem podem gerar espaços urbanos mais representativos, mais qualificados e com maior vitalidade urbana. Research now under development of the understanding of the fragmented condition and diffuse the current city facing the global views of prior periods and the potential of urban projects in operating in city design, promote cohesion and articulation of its parts and respond to new forms of urbanity of contemporary society. The approach of the morphological structure enables a city of reading that identifies the tension between permanence and change, and situations / potential urban sites for the implementation of urban projects in Navegantes, SC. Therefore it is proposed initially recognition of the formal structure of the city as its high permanence condition when associated with collective uses -public and community facilities spaces. It has been a working hypothesis that urban projects, public spaces system and community facilities to overlap, articulate and coexist can generate more representative urban spaces, more skilled and more urban vitality.
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Lise Schäfer, Karine, and Lisete Assen de Oliveira. "Relações entre a estrutura morfológica e o sistema de equipamentos comunitários: o caso da cidade de Navegantes (SC)." In Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Barcelona: Facultad de Arquitectura. Universidad de la República, 2015. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.6215.

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Abstract:
Este artigo focaliza na forma urbana as relações entre morfologia urbana e equipamentos comunitários. Partindo-se das conceituações de Morfologia Urbana como um sistema estruturado e do conjunto dos Equipamentos Comunitários, que nas várias escalas, também formam um sistema, o trabalho objetiva o entendimento dos vínculos e possível interdependência entre a estrutura morfológica e o sistema de equipamentos comunitários na forma urbana em um território emergente. Esta investigação apresenta e discute o caso de Navegantes, cidade de pequeno a médio porte, fundada e estruturada a partir de meados do Século XX e integrante do aglomerado urbano da Foz do Rio Itajaí-Acú, no litoral do Estado de Santa Catarina, litoral sul do Brasil. No caso da referida cidade, pode-se identificar que a compreensão de sua estrutura formal relacionada ao sistema de equipamentos comunitários leva ao aprofundamento do conhecimento sobre a sua forma urbana presente e possibilidades futuras, o projeto. This article focuses on urban, relations between urban form and community facilities. Starting from the concepts of Urban Morphology as a structured and all the Community Equipment system, which in various scales, also form a system, the paper aims at understanding the linkages and possible interdependence between morphological structure and community facilities in the system urban form in an emerging country. This research presents and discusses the case of Navegantes, small to medium-sized city, founded and structured from the mid-twentieth century and part of the urban center of Foz do Itajai-Acu River, on the coast of Santa Catarina State, southern coast Brazil. In the case of that city, one can identify the understanding of its formal structure related to community facilities system leads to deeper understanding of its urban form present and future possibilities, the project.
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Rubio Longo, Marlon. "Nós de mobilidade na metrópole de São Paulo: uma visão de intervenção sistêmica a partir do Plano Integrado de Transportes Urbanos de 2025." In Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Barcelona: Instituto de Arte Americano. Universidad de Buenos Aires, 2013. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.5892.

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Abstract:
O artigo pretende abordar a noção de intervenção urbana sistêmica na metrópole de São Paulo, a partir da ativação de forças locais e metropolitanas representadas pelos nós de mobilidade, ou seja, as áreas de interseção das redes de infraestrutura de transporte público. O papel desempenhado por tais redes tem se destacado em muitas pesquisas recentes que apontam possibilidades de leitura, interpretação e ação urbana na metrópole contemporânea baseadas nesses elementos. Para tanto, temos como objeto de estudo o Plano Integrado de Transportes Urbanos de 2025 (PITU 2025), mais precisamente a partir de suas premissas urbanísticas, como o adensamento em áreas específicas e a proposição das estações intermodais como âncoras de desenvolvimento urbano local, garantindo a articulação entre a expansão do sistema de mobilidade estrutural com as áreas de grande potencial para intervenção urbana. The article aims to discuss the notion of systemic urban intervention in the São Paulo metropolis, from the activation of local and metropolitan forces represented by the mobility nodes, it means, the intersection areas of transport infrastructure network. The role of such networks has been highlighted in many recent urban debates that indicate the reading, interpretation and urban action possibilities in the contemporary metropolis based on these elements. Therefore, the Integrated Urban Transport Plan of 2025 (PITU 2025) is proposed as the object, more precisely from its urban issues, as the density improvement in specific areas and the proposition of intermodal stations as anchors of local urban development, ensuring the articulation between the expansion of the structural mobility system with potential areas for urban intervention.
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Reports on the topic "Sistemi urbani"

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Crotte, Amado, Carina Arvizu, and Javier Garduño. Sistema Electrónico de Pago de Pasajes (SEPP) de Transporte Público Urbano. Inter-American Development Bank, December 2018. http://dx.doi.org/10.18235/0002299.

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Nevo, Miroslava, Alejandro Pablo Taddia, Ramiro Alberto Ríos Flores, José Enrique Pérez Fiaño, Patricia Brennan, and Paola Ortiz. Evolución de los sistemas de transporte urbano en América Latina . Inter-American Development Bank, October 2017. http://dx.doi.org/10.18235/0000828.

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Cello, Pablo, Reinaldo García, and Mauro Nalesso. Abierta configuration options Centro de soporte HydroBID. Integración de HydroBID Flood con el modelo EPA SWMM para simulaciones de drenaje urbano en la Municipalidad de la Ciudad de Santa Fe, Argentina. Inter-American Development Bank, February 2022. http://dx.doi.org/10.18235/0003973.

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Abstract:
Las pérdidas socioeconómicas debidas a inundaciones en áreas urbanas constituyen un problema muy serio en América Latina y el Caribe. Para responder a estos problemas y promover la adaptación a los efectos del cambio climático, la División de Agua y Saneamiento del BID promueve el diseño de infraestructura resiliente a través de la innovación. El modelo HydroBID Flood fue implementado en la ciudad de Santa Fe, Argentina, para evaluar sus sistemas de drenaje urbano y apoyar el diseño y el monitoreo con la finalidad de mitigar los efectos de las inundaciones urbanas.
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Díaz Santamaría, William Ricardo, and Raúl Gonzalo García Vargas. Multifuncionalidad de árboles dispersos y árboles aislados en contextos urbanos y rurales. Universidad Nacional Abierta y a Distancia- UNAD, October 2020. http://dx.doi.org/10.22490/notas.5870.

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Abstract:
Las funciones de los individuos vegetales de carácter leñoso en un sentido amplio están relacionadas con particularidades de carácter ecológico, ecosistémico, productivo, social y cultural. Ahora bien, cuando se analiza los aspectos conceptuales y las características específicas de los árboles dispersos y árboles aislados, entendidos como aquellos individuos producto de la regeneración natural o de la siembra directa por parte del ser humano, presentes en predios ubicados en áreas rurales y urbanas, conlleva a la especificidad de sus funciones en un contexto determinado. En tal sentido, los bienes y servicios ambientales y ecosistémicos que los árboles otorgan a la humanidad adquieren un valor diferencial cuando el individuo arbóreo o el conjunto de árboles (aislados y dispersos), se encuentran haciendo parte de un sistema productivo rural (agrícola, pecuario y agroforestal) o de un casco urbano. De esta manera, las funciones generales de los árboles que comprenden una amplia gama, desde ser corresponsables de la regulación hídrica, el control de erosión, el ciclaje de nutrientes, propiciar microclimas, producción de materias primas (productos maderables y no maderables), la conservación de la biodiversidad, el ser sumideros de carbono y la producción de oxígeno, entre otras, denota un análisis de mayor rigurosidad cuando el árbol hace parte esencial del paisaje y de la estructura productiva rural y urbana. Así las cosas, los árboles dispersos y aislados manejados de forma adecuada y como constituyentes esenciales de un sistema, propician el incremento de la productividad, pero también de las condiciones ambientales que mejoran considerablemente el bienestar humano y la conectividad ecosistémica de una región determinada.
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Suarez, Ancor, and Tomas Serebrisky. ¿Los teleféricos como alternativa de transporte urbano? Ahorros de tiempo en el sistema de teleférico urbano más grande del mundo: La Paz-El Alto (Bolivia). Inter-American Development Bank, August 2017. http://dx.doi.org/10.18235/0000789.

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Concha, Juanita, and Gibet Camós. Sistemas de transporte urbano: Lecciones aprendidas desde la perspectiva de la prestación del servicio: Caso de estudio: Colombia. Inter-American Development Bank, March 2019. http://dx.doi.org/10.18235/0001963.

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Fuquene Yate, Diana Marcela, Andrea Viviana Yate Segura, and Jhon Ignacio Baquero Cruz. Estudio de un sistema de recolección y aprovechamiento de aguas lluvia para áreas urbanas en la ciudad de Bogotá. Universidad Nacional Abierta y a Distancia, 2017. http://dx.doi.org/10.22490/ecapma.1773.

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Maroñas, Cecilia, Nicolás Rezzano, and Marcello Basani. El saneamiento urbano en Montevideo: 40 años de logros y lecciones aprendidas hacia un servicio adecuado y universal. Inter-American Development Bank, May 2021. http://dx.doi.org/10.18235/0003281.

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Abstract:
Un elemento clave para evitar repetir los errores y avanzar hacia un futuro mejor consiste en aprender de la propia experiencia. En ese sentido, todos lo acontecido durante los casi 40 años de arduo trabajo en el desarrollo del sistema de saneamiento y drenaje de Montevideo contiene conocimientos prácticos muy valiosos. Extraer lecciones de tales vivencias permite aprovechar el camino transitado y mejorar el desempeño de los futuros proyectos que se desarrollen en la región. Esto es así, en gran medida, porque la ejecución ininterrumpida de las distintas etapas del Plan de Saneamiento Urbano de Montevideo lo han convertido en un caso de éxito sin precedentes a nivel latinoamericano. En este trabajo se identifican cuatro grandes grupos de lecciones aprendidas, vinculados con: (i) aspectos de carácter institucional, (ii) aspectos relativos al sistema financiero-comercial, (iii) aspectos relacionados con la ejecución de los proyectos que formaron y forman parte del PSU, y (iv) aspectos de carácter social y comunicacional.
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Alcaíno, Manuel, Analia Jaimovich, Sofía Lerche, Carolina Méndez, Marcela Ortiz Guerrero, and Eloísa Vidal. Gestión local y mejora educativa: evaluación, apoyo pedagógico y accountability interno en Brasil. Banco Interamericano de Desarrollo, December 2022. http://dx.doi.org/10.18235/0004632.

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Abstract:
Este artículo describe la experiencia de gestión educativa en el municipio de Aracruz, en el estado de Espírito Santo, Brasil. El municipio de Aracruz presenta una mejora sostenida en la educación primaria de sus escuelas, registrando el salto más importante entre los municipios urbanos grandes del estado. Algunos de estos resultados se dan en el marco de una importante inversión de la Secretaría Municipal de Aracruz (SEMED) en la consolidación de una función de acompañamiento pedagógico a directores/as escolares y en la implementación de innovaciones en la gestión de la información y sistemas de evaluación local. Un componente clave de esta experiencia es la continuidad de un cuerpo técnico formado por docentes que reparten su jornada laboral entre la escuela y el departamento de educación. La elaboración del Plan Municipal de Educación 2015 - 2025 representa la expresión de un trabajo que se viene realizando en Aracruz, que culmina en: i) la organización de un sistema robusto de supervisión de las escuelas para el seguimiento y acompañamiento técnico-pedagógico; ii) creación de un sistema municipal de evaluación diagnóstica que frecuentemente alimenta a las escuelas sobre el dominio de los estudiantes en diferentes materias; y iii) la implementación de un sistema de gestión de la información escolar que apoya a los equipos de las escuelas y de la SEMED para el seguimiento actualizado de las prácticas educativas. Esta tríada de iniciativas, que funcionan de manera articulada, fortalece un mecanismo interno de rendición de cuentas, coordinación y optimización de esfuerzos entre equipos y asegura una asistencia efectiva a las escuelas.
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Montoya Robledo, Valentina, Laureen Montes Calero, and Valeria Bernal Carvajal. Decálogo para planes de movilidad urbana sostenible sensibles al género. Inter-American Development Bank, August 2021. http://dx.doi.org/10.18235/0003423.

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Este decálogo presenta diez ideas clave para incorporar la perspectiva de género en la planeación integral de la movilidad de nuestras ciudades. A partir de las iniciativas de género en el transporte que ha venido desarrollando la red de ciudades miembro del Transport Gender Lab (TGL), así como las experiencias de otras ciudades de América Latina y el Caribe (ALC), el documento presenta buenas prácticas para cada uno de los puntos del decálogo. Estos ejemplos permiten destacar el progreso de los sistemas de transporte urbano responder a las necesidades de todos los usuarios y usuarias, sin embargo, todavía existen importantes oportunidades de mejora para lograr una movilidad integralmente sostenible e inclusiva.
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