Academic literature on the topic 'Sistemi territoriali'

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Journal articles on the topic "Sistemi territoriali"

1

Lombardini, Giampiero. "Ontologie per rappresentare conoscenza nei sistemi informativi territoriali." SCIENZE REGIONALI, no. 3 (October 2011): 127–34. http://dx.doi.org/10.3280/scre2011-003007.

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2

Malcevschi, Sergio. "Reti ecologiche polivalenti ed alcune considerazioni sui sistemi eco-territoriali." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 54–60. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058008.

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Abstract:
Le reti ecologiche polivalenti esprimono la morfologia che il sistema eco-paesaggistico-territoriale dovrŕ assumere per ottimizzare l'adattamento del sistema uomoambiente nei confronti degli scenari critici futuri. Esse associano i temi della biodiversitŕ e dei servizi ecosistemici attivi al contenimento degli impatti ambientali potenzialmente negativi attraverso lo sfruttamento ottimale delle opportunitŕ del sistema eco-territoriale. Si inseriscono nei processi decisionali che accompagnano la pianificazione territoriale proponendosi come infrastruttura prioritaria accanto alle altre tradizionalmente considerate (trasportistiche, energetiche) e come scenario di riferimento sul medio periodo in sede di Vas. Una rete di questo tipo deve garantire un'adeguata base per la biodiversitŕ, partendo dallo scheletro di Natura 2000 e dal sistema dei Parchi, ma deve poi saper utilizzare le matrici intermedie, integrando ad esempio quanto previsto dalle nuove politiche per un'agricoltura multifunzionale.
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3

Crisci, Massimiliano. "Popolazione e territorio: sistemi urbani della mobilità pendolare e domiciliare come spazi di vita quotidiana." ARGOMENTI, no. 34 (June 2012): 81–102. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-034004.

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Abstract:
Il contributo propone un accostamento tra le traiettorie territoriali sviluppate dai cambiamenti di domicilio e dal pendolarismo all'interno di una metropoli come Roma. La cadenza con cui si cambia abitazione è ovviamente più ampia rispetto alla frequenza giornaliera dello spostamento casa-lavoro. Tuttavia, è ipotizzabile che il gigantismo del territorio romano, lo squilibrio nella distribuzione territoriale delle residenze e delle unità produttive e la forte dipendenza della mobilità cittadina da infrastrutture di comunicazione inadeguate, rappresentino dei vincoli agli spostamenti, tali da incanalare buona parte delle traiettorie lungo percorsi circoscritti all'interno di analoghe porzioni di città, sia nel caso della mobilità quotidiana per lavoro, che dei trasferimenti di abitazione.
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4

Calza Bini, Paolo. "Quale sviluppo? Quale locale? Ripensando i sistemi territoriali nel terzo millennio." ARGOMENTI, no. 30 (March 2011): 119–47. http://dx.doi.org/10.3280/arg2010-030006.

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Abstract:
L'articolo rilegge criticamente e discute le interpretazioni degli ultimi trenta anni dello sviluppo locale, analizzando le diverse componenti del concetto. Da una parte si constata la necessitŕ di aggettivare lo sviluppo non piů analizzabile come una mera crescita economica né come un succedersi di univoci modi organizzativi del produrre e del ridistribuire, dall'altra si sottolinea come le forze omogeneizzanti della globalizzazione siano contrastate e rimodellate da radicamenti e sedimentazioni sociali delle diversitŕ socio-economiche, dei contesti locali. Non potendo disporre di schemi di sintesi sullo sviluppo locale, che č un fenomeno multidimensionale le istituzioni devono quindi avviare percorsi di riflessivitŕ attente alle direzioni e alle ricadute che le loro scelte possono avere nella regolazione locale e globale.
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5

Calza Bini, Paolo, and Caterina Cortese. "Sistemi di regolazione locale in una prospettiva di governance: proposte per l'analisi." ARGOMENTI, no. 33 (December 2011): 51–73. http://dx.doi.org/10.3280/arg2011-033003.

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Abstract:
Il saggio propone una rivisitazione del concetto di governance al fine di analizzare la sua validitŕ come modello per l'analisi dei sistemi locali di sviluppo. La riflessione inizia evidenziando le continuitŕ che esso dimostra di avere con sistemi pregressi di regolazione locale (modello distrettuale) nei quali i fattori socio-relazionali rappresentavano l'anello forte dello sviluppo e si conclude proponendo di utilizzare il modello di governance per osservare gli impatti socio-economici dei piů recenti programmi integrati territoriali. Tra limiti e opportunitŕ, gli autori convergeranno nell'osservare come l'utilizzo di una prospettiva propria della sociologia economica nello studio della governance locale possa rappresentare un'occasione per continuare a dare un'attenzione specifica alla dimensione meso (istituzioni) e micro (attori) dei processi che entrano nelle dinamiche dello sviluppo locale studiandone il sistema di relazioni e le pratiche di coordinamento.
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6

Bocchi, Stefano, and Roberto Spigarolo. "Bioregione, un percorso di ricerca agroecologica nei sistemi alimentari, fra produzione e consumo." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 21–25. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093003.

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Abstract:
Il sistema agro-alimentare italiano sta cercando percorsi innovativi, atti a garantire più equi assetti economici, una generale riappropriazione dei valori di cura e cultura del territorio, una maggiore attenzione alle tematiche sociali. Tale ampia e profonda innovazione di sistema, in contrasto con la cultura dei mercati alimentari delle commodity, risponde alla necessità di assumere consapevolmente le indicazioni di Agenda 2030. Con nuove politiche territoriali, sviluppate a scala locale, possono essere recuperati e rinforzati i legami esistenti fra gli ambiti della produzione agricola e quelli della ristorazione collettiva istituzionale. I nuovi sistemi agroalimentari locali e sostenibili possono essere studiati, sviluppati, gestiti all'interno di bioregioni, vale a dire aree individuate e analizzate utilizzando criteri ecosistemici, superando gli attuali più rigidi confini amministrativi.
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7

Cavallo, Aurora, and Benedetta Di Donato. "I sistemi agrari nel fenomeno urbano: geografie e processi territoriali di roma metropolitana." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (July 2016): 55–69. http://dx.doi.org/10.3280/es2016-002005.

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Adornato, Francesco. "La politica agricola comune verso il 2020: tra mercati globali e sistemi territoriali." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 2 (October 2011): 5–11. http://dx.doi.org/10.3280/aim2011-002001.

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9

Orazi, Francesco. "Innovazione, tecnologia e governance: il ruolo dell'universitŕ nel rilancio delle economie locali." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 125 (March 2012): 155–73. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-125010.

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Abstract:
L'articolo, a partire da ipotesi innovative di governance (Rete di Competenza) descrive il ruolo strategico dell'universitŕ in un contesto di economie basate sul fattore conoscenza, mettendo in luce ipotesi di ammodernamento dei sistemi territoriali. L'obiettivo del lavoro intende verificare le condizioni di persistenza, presso i territori provinciali della Terza Italia, di condizioni favorevoli per lo sviluppo di tessuti produttivi innovativi basati sui fattori tecnologia e conoscenza e caratterizzati per capacitŕ operative di tipo reticolare/virtuale. Il prodotto della ricerca da un lato propone una specifica pratica di governance diffusa per il coordinamento istituzionale delle risorse di sviluppo, dall'altro una dorsale connettiva web based per l'interazione strategica degli attori produttivi, istituzionali e sociali e per l'incremento delle attivitŕ di networking territoriale e virtuale.
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10

Romano, Bernardino. "Le reti ecologiche tra ‘zoning approach' e ‘urban policy approach'." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 27–35. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058004.

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Abstract:
Gli organismi di governo territoriale nazionale ancor oggi sono affezionati a tradizionali forme di tutela ‘insulare', faticosamente proiettati verso politiche di ‘rete', nelle regioni, invece, quasi tutte le leggi sull'uso e la trasformazione del territorio emanate dopo il 2002 contengono riferimenti alle reti ecologiche o ai sistemi di continuitŕ ambientale, anche se spesso si rileva una sostanziale inapplicabilitŕ dei concetti. Lo ‘zoning approach' e l'‘urban policy approach' attribuiscono un significato ecologico relazionale, e quindi un ruolo ecosistemico non necessariamente secondario, a settori territoriali quali gli incolti, i coltivi in abbandono, le aree incendiate, i boschi degradati ed altre aree che la tradizione urbanistica ha sempre relegato ad uno stato di pre-urbanizzazione ineluttabile. Si richiede una revisione profonda dei paradigmi programmatici che crea negli attuali equilibri uno sbilanciamento delle certezze acquisite.
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Dissertations / Theses on the topic "Sistemi territoriali"

1

BONOMI, TULLIA. "Sistemi Informativi Territoriali per la valutazione del bilancio del sistema idrogeologico milanese." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 1995. http://hdl.handle.net/10281/14096.

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Abstract:
L'oggetto dello studio è stato la valutazione del bilancio di massa delle acque sotterranee nel sistema idrogeologico nell'area milanese utilizzando i SIT ed applicando un modello di flusso, con particolare riguardo alla ricostruzione delle caratteristiche idrogeologiche del sistema. La zona in esame viene considerata, da un punto di vista idrogeologico, come sede di un acquifero monostrato salvo locali situazioni con presenza di intervalli argillosi che ne interrompono la continuità. I corpi presenti costituiscono una litozona rappresentata, da un punto di vista tessiturale, prevalentemente da termini ghiaiosi e ghiaioso-sabbiosi, con locali e discontinui livelli argillosi, geneticamente attribuiti a depositi fluvioglaciali ed alluvionali. Data l'estensione dell'area di studio, 1989 km2, che interessa il territorio di 189 comuni compreso quello di Milano, con quasi quattro milioni di abitanti ed un prelievo idrico complessivo annuo per tutta l'area superiore al miliardo di m3, è stato necessario mettere a punto un sistema informatizzato di gestione ed elaborazione dei dati. Tale attività è stata realizzata all'interno di un sistema integrato di hardware e software (SIT) che permette di operare sia con formati vettoriali che raster. Per la valutazione del bilancio idrogeologico è stato necessario valutare la distribuzione territoriale degli elementi e dei fattori del sistema sia per quanto riguarda le geometrie ed i parametri idrogeologici dei corpi interessati, sia relativamente alla variazione, nel tempo e nello spazio, dei fattori dinamici relativi alle entrate ed alle uscite dal sistema. Sono stati elaborati i dati relativi ai pozzi pubblici (1858) e privati (3001) raccolti, georeferenziati ed archiviati in un database associato a programmi per l'elaborazione statistica. Sono stati utilizzati software realizzati allo scopo, per ricostruire la distribuzione di classi granulometriche significative ai fini del modello idrogeologico, nell'intervallo di sottosuolo definito dalla litozona ghiaioso-sabbiosa. Sono state anche effettuate elaborazioni per definire con precisione le geometrie della zona. E' stata inoltre messa a punto una tecnica di elaborazione che consente, tramite estrazione dal database dei dati relativi a tutti i pozzi che captano solamente l'acquifero interessato e dei quali fossero contemporaneamente presenti i dati idraulici, di valutare la distribuzione della permeabilità e della trasmissività dell'acquifero. E' stata verificata una buona corrispondenza tra le zone interessate da elevate percentuali di termini grossolani e le zone ad elevata permeabilità e portata specifica. La ricostruzione dell'andamento della falda libera, nel tempo e nello spazio, è stata effettuata mediante elaborazione dei dati piezometrici mensili archiviati nel database. Sono stati raccolti ed inseriti nel database i dati piezometrici mensili storici di 92 stazioni, relativi agli ultimi 18 anni, e per alcune di esse quelli dal 1936. Per tutte le stazioni della rete CAP, inoltre, sono stati raccolti ed archiviati i dati relativi al quadriennio 1990-1993. Il livello della falda è funzione dei parametri idrogeologici dell'acquifero e dei fattori dinamici che agiscono sul sistema. In particolare la risposta della falda rappresenta l'effetto dinamico dell'interazione delle masse d'acqua in entrata ed in uscita variabili nel tempo e nello spazio. Per valutare l'evoluzione sinergica degli elementi che caratterizzano il bilancio del sistema, sono state considerate le sequenze storiche rappresentate da precipitazioni ed irrigazioni per le entrate e da prelievi dai pozzi e venute a giorno dai fontanili per le uscite. I trend socio-economici, indicativi di un diverso uso del territorio, agricolo e/o industriale, sono stati confrontati con l'andamento piezometrico per valutarne le connessioni ed i rapporti. Si e' riscontrato che non vi e' una corrispondenza univoca tra uno solo dei fattori in entrata o in uscita con l'evoluzione della falda, ma che invece tutti i fattori concorrono sinergicamente a determinarne l'andamento; inoltre l'influenza dei vari fattori varia nell'ambito del sistema idrogeologico considerato nel tempo e nello spazio. E' stato quindi applicato un modello matematico numerico di flusso delle acque sotterranee a differenze finite tridimensionale (Modflow) per la valutazione del bilancio di massa del sistema idrogeologico considerato e la simulazione della superficie piezometrica. Per l'inserimento dei dati nel modello, sono state messe a punto diverse tecniche informatiche che permettono di interfacciare tra loro i numerosi sistemi utilizzati. I dati reali sono stati georeferenziati ed interpolati per tutta l'area previa discretizzazione con una griglia a maglie quadrate di 500 m di lato, costituita da 136 colonne e 104 righe pari a 14144 celle, per poterli importare direttamente nel modello.. Per tutti gli elementi che caratterizzano le geometrie, i parametri e le voci del bilancio del sistema idrogeologico sono state elaborate le matrici relative alla loro distribuzione spaziale e temporale. Il modello è stato tarato per il 1990, ultimo anno del quale sono disponibili tutti i dati del bilancio idrogeologico. Questi sono complessivamente costituite da poco meno di un miliardo di m3/a in entrate, di cui un 30% dovuto alle precipitazioni ed il rimanente alle irrigazioni, e poco più di un miliardo di m3/a in uscita, legati essenzialmente a prelievi pubblici e privati. La distribuzione delle quantità relative alle varie voci è stata differenziata all'interno dell'area in base: alle diverse quantità di erogazioni effettuate dai consorzi irrigui sia arealmente che mensilmente; alle percentuali di territorio effettivamente irrigato, valutando cella per cella la percentuale di aree urbanizzata e quella agricola; al regime dei prelievi durante l'intero arco dell'anno. I limiti del modello applicato al sistema sono stati così definiti: a potenziale controllato rappresentato dai Fiumi Ticino ed Adda, ad Ovest e ad Est; a potenziale controllato nella zona meridionale lungo la linea dei fontanili; di ricarica nella zona settentrionale. In base alle elaborazioni effettuate ed alla conseguente calibratura del modello, sono state simulate le piezometrie nell'arco di tempo del 1990, con passi di tempo mensili. Le piezometrie così ottenute sono risultate essere analoghe con quelle reali, sia per le oscillazioni mensili che per la loro distribuzione areale. Il modello ha simulato le direzioni di flusso, il gradiente piezometrico e le quote della falda con una variazione complessiva, dopo un intero anno, riferita alle differenze tra piezometrie reali e quelle simulate del mese di dicembre sull'ordine di 2 m al massimo per l'80% dell'area. Successivamente, visti i buoni risultati ottenuti, è stata effettuata una simulazione su 2 anni consecutivi, il '90 e il '91 con passi di tempo mensili, ipotizzando i dati non disponibili relativi ad alcuni fattori di bilancio. La piezometria così simulata alla fine dei 2 anni, dicembre 1991, è risultata essere analoga come distribuzione territoriale ed oscillazioni mensili con quella reale, mentre sono risultate essere più marcate, in senso negativo, le differenze tra quella reale e quella simulata, comunque sull'ordine di 2 m sul 70% dell'intera area considerata. I risultati ottenuti dall'elaborazione del modello devono essere valutati tenendo presente che vi sono delle disomogeneità dei dati e/o delle imprecisioni riferite a: - distribuzione spaziale di alcuni parametri idrogeologici in quanto desunti indirettamente dalla distribuzione delle tessiture dei corpi costituenti il sottosuolo; - distribuzione spaziale e temporale di alcuni fattori di bilancio, di cui sono note solo le quantità complessive annue e le attribuzioni a generiche entità territoriali; - distribuzione della piezometria reale iniziale riferita a misure effettuate in condizioni statiche, mentre quella simulata si riferisce a condizioni dinamiche; - distribuzione piezometrica reale iniziale con locali anomalie cui non corrispondono analoghe anomalie nei valori dei parametri idrogeologici considerati; - problemi strettamente connessi alla modellistica non facilmente adattabile a complesse situazioni reali, per cui vi sono alcune schematizzazioni riferite, per esempio, alle geometrie dei corpi interessati. L'integrazione e la omogeneizzazione di tali informazioni richiederebbe un notevole dispendio sia in termini di risorse economiche che di tempo per poterle adeguatamente effettuare, probabilmente però senza riuscire ad ottenere un proporzionale miglioramento dei risultati. Data la metodologia adottata è comunque possibile aggiornare, integrare, omogeneizzare i dati in qualsiasi momento. In ogni caso i risultati ottenuti con le simulazioni sono i migliori possibili, in funzione dei dati attualmente disponibili, e comunque validi in base al confronto con la realtà. Si ritiene quindi che in una analisi costi benefici i risultati ottenuti siano buoni. Lo sviluppo di un database e di software originali ha anche permesso di ricostruire, in base ad un notevole numero di pozzi e relative stratigrafie (2784), la distribuzione delle tessiture nei corpi idrogeologici considerati. L'utilizzo di un SIT ha permesso di poter applicare in modo adeguato un modello di simulazione in quanto è stato possibile valutare in modo ottimale la distribuzione dei vari elementi del sistema idrogeologico che sono estremamente articolati sia spazialmente che temporalmente. Inoltre è stato possibile, in tempi relativamente brevi, aggiornare, integrare, migliorare, correggere i dati e conseguentemente la loro relativa distribuzione matriciale.
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Mazzucato, Elena <1989&gt. "Differenze territoriali e sistemi informativi: l'integrazione ottimale per la gestione di business internazionali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4010.

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Abstract:
Nell’attuale situazione socio-economica del nostro Paese, le imprese utilizzando risorse nell’innovazione tecnologica, possono sostenerne la crescita nel lungo termine. Tale affermazione si propone di indirizzare l’attenzione del lettore al delicato rapporto tra l’evoluzione tecnologica in atto e il contributo di crescita sostenibile che quest’ultima può apportare alle realtà aziendali. Entrando più nel dettaglio, l’elaborato traccia il percorso evolutivo che il sistema informativo aziendale ha subìto nel corso degli anni, con un focus particolare all’importanza che detiene l’integrazione ottimale del sistema informativo all’interno della governance aziendale. L’impresa internazionalizzata, è la realtà organizzativa che maggiormente utilizza tale strumento, in chiave di meccanismo operativo e di coordinazione delle unità estere. Il processo di internazionalizzazione intrapreso dalle aziende maggiormente strutturate, in diversi casi avviene attraverso un investimento diretto estero nel Paese prescelto, con l’obiettivo di apertura nel territorio di uno stabilimento produttivo. Grazie all’appoggio ricevuto dalla Camera di Commercio e dell’Industria italo-ceca, presso la quale è stato svolto uno stage formativo, è stata condotta un’indagine che ha coinvolto tre grandi aziende italiane socie della Camera, analizzandone il percorso effettuato nell’approcciarsi al Paese Repubblica Ceca e la conseguente nascita delle rispettive unità estere. L’aspetto approfondito ha riguardato in particolar modo il processo d’implementazione del sistema informativo all’interno della subordinata, le problematiche riscontrate, le soluzioni innovative implementate, le reazioni degli utenti e la posizione dell’azienda rispetto alle potenzialità della tecnologia cloud. Tale trattazione si è posta l’obiettivo di identificare dei modelli che rispecchino le differenti tipologie di gestione informativa aziendale dei casi analizzati. Il processo di analisi ha coinvolto sia la valutazione dei fattori chiave per ogni singola impresa, definendone gli aspetti positivi e negativi, sia l’evoluzione della tecnologia cloud e il suo ruolo sempre più dirompente all’interno dei sistemi informativi aziendali.
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Borghesi, Roberta <1980&gt. "Paesaggi agrari. Nuove prospettive per i sistemi territoriali: agricoltura ecologica, saperi tradizionali, scambio locale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2927/1/Roberta_Borghesi_tesi.pdf.

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Abstract:
Il paesaggio, e così anche il paesaggio agrario, può essere considerato come segno del rapporto uomo/natura, come costrutto storico che testimonia il succedersi delle diverse civilizzazioni che l'hanno generato, ma anche come spazio per l'immaginazione territoriale, come progetto per il futuro del territorio. In questo lavoro si trattano le relazioni tra questa visione del paesaggio e le forme di produzione e consumo dei prodotti agricoli, nell'ambito delle trasformazioni che l'ambito rurale sta subendo a partire dagli ultimi decenni, tra pressione dell'urbano, da un lato, e abbandono e crisi dell'agricoltura, dall'altro. Particolare attenzione è riservata a quelle esperienze che, attraverso la produzione biologica e lo scambio locale, esprimono un nuovo progetto di territorio, che prende avvio dal contesto rurale ma che pervade anche le città, proponendo anche nuove relazioni tra città e campagna. Nelle reti della filiera corta e dell'economia solidale che si concretizzano soprattutto come esperienze “dal basso”, di autogestione e partecipazione, si diffondono insieme prodotti e valori. In quest'ottica la sostenibilità ambientale non appare più come una fonte di limitazioni e esternalità negative, per dirla con il linguaggio dell'economia, ma diventa un valore aggiunto di appartenenza collettiva (equilibri ecologici, paesaggio) e un'occasione per nuove relazioni sociali e territoriali.
Many researchers consider landscape as a complex object, like an opportunity to link different subjects, in order to produce a representation which results holistic and systemic. In this way the work looks at the relation nature and society through the agricultural landscapes observation. Rural landscape, in fact, can be considered as a language able to communicate the relation man-nature itself and which can facilitate in an ethical reflexion on development model. Therefore, the work aims to study not only territory visible characteristics but the idea of landscape suggested is that a universe of relations (ecological, social, economical, etc.). The description of agricultural ecosystems, agro-ecosystems, in this sense, can be seen as an opportunity to think about the relation between practice (agricultural technologies but also social and economical relations and practices) and cultural representations. The aim is to study cognitive maps and spatial configurations which create territorial asset. Agriculture appears important in this way not only because it produces commodities (food) but also commons (environment, landscape). The awareness of landscape economic value, therefore, should be considered not in the sense of its commercial exploitation, rather in order to promote environment politics aware of its limits, which means sustainable development politics.
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Borghesi, Roberta <1980&gt. "Paesaggi agrari. Nuove prospettive per i sistemi territoriali: agricoltura ecologica, saperi tradizionali, scambio locale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2927/.

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Abstract:
Il paesaggio, e così anche il paesaggio agrario, può essere considerato come segno del rapporto uomo/natura, come costrutto storico che testimonia il succedersi delle diverse civilizzazioni che l'hanno generato, ma anche come spazio per l'immaginazione territoriale, come progetto per il futuro del territorio. In questo lavoro si trattano le relazioni tra questa visione del paesaggio e le forme di produzione e consumo dei prodotti agricoli, nell'ambito delle trasformazioni che l'ambito rurale sta subendo a partire dagli ultimi decenni, tra pressione dell'urbano, da un lato, e abbandono e crisi dell'agricoltura, dall'altro. Particolare attenzione è riservata a quelle esperienze che, attraverso la produzione biologica e lo scambio locale, esprimono un nuovo progetto di territorio, che prende avvio dal contesto rurale ma che pervade anche le città, proponendo anche nuove relazioni tra città e campagna. Nelle reti della filiera corta e dell'economia solidale che si concretizzano soprattutto come esperienze “dal basso”, di autogestione e partecipazione, si diffondono insieme prodotti e valori. In quest'ottica la sostenibilità ambientale non appare più come una fonte di limitazioni e esternalità negative, per dirla con il linguaggio dell'economia, ma diventa un valore aggiunto di appartenenza collettiva (equilibri ecologici, paesaggio) e un'occasione per nuove relazioni sociali e territoriali.
Many researchers consider landscape as a complex object, like an opportunity to link different subjects, in order to produce a representation which results holistic and systemic. In this way the work looks at the relation nature and society through the agricultural landscapes observation. Rural landscape, in fact, can be considered as a language able to communicate the relation man-nature itself and which can facilitate in an ethical reflexion on development model. Therefore, the work aims to study not only territory visible characteristics but the idea of landscape suggested is that a universe of relations (ecological, social, economical, etc.). The description of agricultural ecosystems, agro-ecosystems, in this sense, can be seen as an opportunity to think about the relation between practice (agricultural technologies but also social and economical relations and practices) and cultural representations. The aim is to study cognitive maps and spatial configurations which create territorial asset. Agriculture appears important in this way not only because it produces commodities (food) but also commons (environment, landscape). The awareness of landscape economic value, therefore, should be considered not in the sense of its commercial exploitation, rather in order to promote environment politics aware of its limits, which means sustainable development politics.
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BERTUCCIOLI, LAURA. "Archaeology smart museum, dal rilievo alla comunicazione innovativa di sistemi urbani e territoriali. Il museo diffuso di Fanum Fortunae." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2018. http://hdl.handle.net/11566/253146.

Full text
Abstract:
Negli ultimi decenni l’approccio ai beni culturali in termini di tutela, informazione e fruizione sta velocemente cambiando in rapporto allo sviluppo delle tecnologie digitali. In particolare, nell’ambito dei beni archeologici l’utilizzo di strumenti tecnologici e di applicazioni di archeologia virtuale appare ormai indispensabile per superare le problematiche relative alla fruizione del bene archeologico, di cui non sempre conosciamo la provenienza né la funzione, e che appare quindi spesso decontestualizzato. Attraverso la sperimentazione di diverse tipologie comunicative del reperto possiamo riuscire nell’intento di rendere accessibile e comunicare al pubblico il patrimonio culturale antico indagato attraverso le nuove tecnologie che favoriscono, da un lato un elevato impatto comunicativo e grande facilità di apprendimento, e dall’altro garantiscono l’elevata qualità scientifica e di contenuti culturali. Con questo lavoro sono state indagate le metodiche relative al rilievo (fotografia aerea, laser scanner, fotogrammetria), alla georeferenziazione (GNNS) e alle indagini non invasive del sottosuolo (georadar). L’applicazione di queste metodiche al patrimonio archeologico romano del centro storico di Fano, unitamente all’utilizzo delle nuove tecnologie al servizio del Cultural Heritage, hanno dimostrato la loro efficacia nell’ideazione di un museo archeologico diffuso. Il punto di partenza di questo lavoro è rappresentato da una serie di strategie messe in atto dall’amministrazione comunale in collaborazione con il Centro Studi Vitruviani e il dipartimento di ingegneria civile, edile e architettura dell’Univpm, volte a promuovere il territorio e il suo patrimonio culturale attraverso l’uso delle ICT, strategie che hanno condotto all’avvio del progetto ArcheoFano, implementato nel corso di questo lavoro, e alla realizzazione del museo archeologico virtuale della via Flaminia. Le metodiche utilizzate, dal punto di vista prettamente tecnico, sono quelle legate alle tecniche di rilievo che hanno condotto allo sviluppo di modelli 3D basati sull’elaborazione delle nuvole di punti ottenute e alla realizzazione di applicazioni di realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR). Da un punto di vista progettuale è stata effettuata un’accurata analisi del tessuto archeologico locale, attraverso dati d’archivio e ricerche mirate, estese anche alle vicende storiche che hanno interessato l’area individuata come sede del nuovo museo archeologico cittadino. Parallelamente ci si è interrogati sul tema dell’identità di un luogo e su come si possa creare un brand riconoscibile che leghi la città di Fano al nome di Marco Vitruvio Pollione. Obiettivo della tesi di dottorato è la delineazione di quelle strategie utili alla realizzazione del museo archeologico diffuso e la proposta di un nuovo polo di musealizzazione nell’edificio della ex filanda Bosone, area in cui insistono i resti del teatro romano. Particolare attenzione viene dedicata alle tematiche dell’accessibilità e dell’inclusione. Gli sviluppi possibili consistono nella messa in atto della proposta qui formulata, realizzando la rete museale diffusa nel territorio e il nuovo museo archeologico; parallelamente nella verifica delle ipotesi formulate con ArcheoFano attraverso mirate campagne di scavo.
During the last decades, the approach to cultural heritage in terms of safeguard, information and fruition is rapidly changing in relation to digital technologies development; particularly in an archaeological contest, the employment of technological tools and virtual archeology applications seems now necessary to overcome problems concerning the archaeological heritage utilisation, whose origins and function are often unknown and it is thus often out of context. By testing different communication typologies of an archaeological find, we can succeed in making the investigated archaeological cultural heritage accessible and in presenting it to the public through new technologies, which not only have a high communicative impact and great learning ease, but also grant elevate top scientific quality and cultural contents. Through this work, survey methods (aerial photography, laser scanners, photogrammetry), georeferencing (GNNS) and non-invasive underground surveying (georadar) have been investigated. The application of these methods to the Roman archaeological heritage in the Fano city center, together with the new technologies referred to Cultural Heritage, proved their effectiveness in the conception of a multi-location archaeological museum. Starting point of this work are the different strategies acted from municipality in collaboration with Centro Studi Vitruviani and Univpm engineering department, designed to territorial cultural heritage promotion, through ICT employement. These strategies brought to the ArcheoFano project beginning, that was implemented during this work, and to via Flaminia virtual archaeological museum realization. The procedures used, from a technical point of view, were related to the survey, that led to the development of 3D models, based on points clouds processing and to the realization of virtual reality (VR) and augmented reality (AR) applications. From a planning point of view, a careful analysis of the local archaeological pattern was carried out through archive data and focused researches; this analysis also included the historical events concerning the new archaeological museum site. At the same time we have been discussing the issue of a site's identity and how it would be possible to create a recognizable brand linking the city of Fano to Marco Vitruvio Pollione’s name. Aim of this Phd thesis is to outline the useful strategies for creating a scattered archaeological museum and to suggest a new museum location in the former Filanda Bosone building, where the Roman theatre remains were found. Particular attention is paid to accessibility and inclusion issues. The desired developments consists in the realization of the proposals here formulated, realizing the widespread museum and the new archaeological museum, and in the verification of ArcheoFano hypotheses through focused excavations.
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Forti, Simone. "Strategie per un utilizzo efficace di strumenti SIT per la gestione e il supporto decisionale in ambito comunale: il caso di Città di Castello." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
I motivi della scelta di questo tema di studio sono legati alle criticità ed esigenze riscontrate nell’ambito dell’esperienza professionale come dipendente del Comune di Città di Castello. Le grandi potenzialità offerte da strumenti evoluti e trasversali come quelli offerti da un Sistema Informativo Territoriale appaiono essere perfette per rendere più efficace l’azione amministrativa e per mettere a frutto il patrimonio informativo disponibile. Sono state descritte le caratteristiche generali di un SIT, le sue peculiarità, le difficoltà e le esigenze, illustrandone inoltre le potenzialità. Sono state condotte attività di ricognizione e di studio per provare a definire il design di un SIT calibrato sulle esigenze e potenzialità del Comune. È stata analizzata la struttura delle basi di dati, procedendo anche a sottoporre questionari ad alcuni dipendenti per comprendere meglio esigenze e criticità. Si è preso in considerazione il contesto locale e le sue peculiarità. Sono state illustrate le strategie per l’implementazione del SIT dell’Ente, individuando le priorità e le azioni da intraprendere, approfondendo tematiche specifiche. Si è illustrato come, attraverso l’utilizzo di dati aperti disponibili in rete, si possano condurre studi sull’utilizzo del suolo e soprattutto sulla sua evoluzione nel tempo, relazionando queste informazioni con l’andamento demografico e i cambiamenti del territorio. È stata proposta una strategia per implementare un Geoportale comunale, che comprendesse un servizio WebGIS basato su framework Open-Source, introducendo inoltre un catalogo dei geodati disponibili. Si è infine ipotizzato uno scenario di utilizzo di soluzioni evolute come la Blockchain per la gestione dei trasferimenti di potenzialità edificatorie dovuti all’introduzione di strumenti perequativi e compensativi. Si è cercato di far comprendere il valore aggiunto che il SIT può offrire in termini di pianificazione, gestione strategica e supporto alla capacità decisionale.
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Metrogos, Luís Miguel Horta. "Pacto para o desenvolvimento e coesão territorial do Alentejo Central - proposta de sistema de monitorização." Master's thesis, Universidade de Évora, 2018. http://hdl.handle.net/10174/23797.

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Abstract:
Os Pactos para o Desenvolvimento e Coesão Territorial apresentam-se como uma relevante inovação no período de programação 2014-2020, dado que evoluíram qualitativamente a partir da figura dos contratos de delegação de competências com a subvenção global que existiram no período anterior. Também no atual período de programação, o enfoque nos resultados é uma forte preocupação da União Europeia, pelo que os sistemas de monitorização são uma ferramenta essencial para a persecução dos objetivos da Política de Coesão 2014-2020. Este relatório de estágio divide-se em três capítulos principais, primeiramente procura-se abordar um conjunto de temas que conduzam, numa ordem lógica, a um enquadramento teórico das políticas de base territorial e, consequentemente, dos Pactos para o Desenvolvimento e Coesão Territorial, com propósito de entender o racional das políticas de base territorial que são a base para estes instrumentos territoriais. O segundo capítulo acontece devido à experiência obtida durante o estágio curricular realizado na Comunidade Intermunicipal da Alentejo Central e resulta no enquadramento prático deste relatório, constituído por uma contextualização e análise detalhadas das atividades desenvolvidas. O último capítulo, pretende apresentar uma proposta de Sistema de Monitorização para o Pacto para o Desenvolvimento e Coesão Territorial – Alentejo Central, visto que a monitorização é um processo fundamental para uma boa gestão e deve constituir-se como um instrumento tão importante como o próprio desenvolvimento da intervenção, apenas com o correto acompanhamento se consegue garantir o avanço em direção aos resultados esperados; ABSTRACT: PACT FOR DEVELOPMENT AND TERRITORIAL COHESION OF THE ALENTEJO CENTRAL – MONITORING SYSTEM PROPOSAL The Pacts for Development and Territorial Cohesion are a significant innovation in the programming period 2014-2020, since they have evolved qualitatively from the figure of the delegation of competences contracts with the global subvention that existed in the previous period. Also, in the current programming period the focus on results is a strong concern of the European Union, and monitoring systems are therefore an essential tool for achieving the objectives of Cohesion Policy 2014-2020. This internship report is divided into three main chapters. It is firstly intended to address a set of themes that will lead, in a logical order, to a theoretical framework of integrated approaches for territorial development and, consequently, the Pacts for Development and Cohesion Territorial, with the purpose of understanding the rational territorial-based policies that are the basis for these territorial instruments. The second chapter happens due to the experience obtained during the internship in the Intermunicipal Community of Alentejo Central and results in the practical framework of this report, constituted by a contextualization and detailed analysis of the activities developed. The last chapter intends to present a proposal for a monitoring system for the Pact for Development and Territorial Cohesion - Alentejo Central, monitoring is a fundamental process for good management and should be as important an instrument as the development of the intervention, only with the correct accompaniment can we guarantee the progress towards the expected results.
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Pote, Álvaro Miguel Cachulo Antunes. "Incoerências do Sistema de Gestão Territorial de Âmbito Local." Master's thesis, Faculdade de Ciências Sociais e Humanas, Universidade Nova de Lisboa, 2013. http://hdl.handle.net/10362/10369.

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Abstract:
Trabalho de Projeto apresentado para cumprimento dos requisitos necessários à obtenção do grau de Mestre em Gestão do Território – Área de Especialização em Deteção Remota e Sistemas de Informação Geográfica
A experiência proporcionada enquanto geógrafo na Câmara Municipal de Salvaterra de Magos permitiu explorar uma perspetiva pouco usual no desenvolvimento de um trabalho de projeto ou dissertação de mestrado. Ao longo do tempo, e perante as situações que foram surgindo em contexto profissional, foi possível reunir um conjunto diversificado de casos práticos, onde se evidenciaram deficiências do sistema de gestão territorial português, ao nível local, suportados pelos Sistemas de Informação Geográfica. Este percurso poderá ser apelidado como um “detetor de incoerências”. Assim, o presente trabalho expõe, avalia e indica alternativas para os problemas detetados. Todos os exemplos pertencem ao município de Salvaterra de Magos, mas podem ser extrapolados para outros municípios. Com esta abordagem, assente em bases técnico-científicas, pretende-se colocar em evidência deficiências do sistema de gestão territorial português e as dificuldades daí decorrentes para o planeamento e para a gestão urbanística. Essas deficiências são de natureza diversa e os casos analisados expõem situações de incoerência, quer ao nível local, quer na sua articulação com os níveis regional e nacional. O estudo termina com a apresentação e discussão daqueles que se entendem ser os principais motivos para os problemas relacionados com o ordenamento do território e gestão urbanística em Portugal e que podem estar na base dos exemplos selecionados para ilustração. Mais do que abordar um conjunto de elementos de teoria crítica, o objetivo principal deste trabalho de projeto é gerar discussão e colocar os estudiosos e decisores a refletir sobre a temática.
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Freitas, André Vieira. "Áreas protegidas, normas e território usado: o sistema nacional de unidades de conservação da natureza (SNUC) como um instrumento de ordenamento territorial." Universidade Federal de Uberlândia, 2014. https://repositorio.ufu.br/handle/123456789/16195.

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Abstract:
Contemplando el modelo brasileño de áreas protegidas, esta disertación constituye una lectura del Sistema Nacional de Unidades de Conservación de la Naturaleza (SNUC) como un instrumento de ordenamiento territorial. Se trata de la problematización de las unidades de conservación en el país y la investigación de su objetivo, la protección ambiental, en la calidad de norma, como orientación de usos en esos compartimientos del territorio y su pretendida articulación sistémica. La discusión se inicia en el campo teórico con los conceptos de espacio, ambiente y territorio comprendido como territorio usado y las nociones de protección, preservación y conservación ambiental. Pensando la actuación del Estado en el territorio, la discusión se vuelve para las políticas públicas, con una reflexión respecto al ordenamiento territorial y su dimensión ambiental, cuando se llega a la discusión sobre las áreas protegidas. Analizando el histórico de la actuación del Estado para las dimensiones territorial y ambiental de la planificación estatal, la discusión se vuelve para la estructuración del modelo brasileño de áreas protegidas, hasta la aprobación del SNUC. Por fin la discusión contempla la implementación del SNUC y sus implicaciones geográficas identificando el conjunto de las unidades de conservación como indicativas de una situación geográfica caracterizada por la difusión de la protección ambiental como norma en la dinámica de uso del territorio brasileño y el mérito del SNUC como un instrumento de ordenamiento territorial.
Contemplando o modelo brasileiro de áreas protegidas, a presente dissertação constitui uma leitura do Sistema Nacional de Unidades de Conservação da Natureza (SNUC) como um instrumento de Ordenamento territorial. Trata-se da problematização das unidades de conservação no país e da investigação do seu escopo, a proteção ambiental, na qualidade de norma, como orientação de usos nesses compartimentos do território e a sua pretendida articulação sistêmica. A discussão inicia-se no campo teórico com os conceitos de espaço, ambiente e território entendido como território usado e as noções de proteção, preservação e conservação ambiental. Pensando a atuação do Estado no território, a discussão se volta para as políticas públicas, com a reflexão acerca do ordenamento territorial e sua dimensão ambiental, quando se chega à discussão sobre as áreas protegidas. Analisando o histórico da atuação do Estado para as dimensões territorial e ambiental do planejamento, a discussão recai sobre a estruturação do modelo brasileiro de áreas protegidas, até a aprovação do SNUC. Por fim, a discussão se volta para a implementação do SNUC e as suas implicações geográficas identificando o conjunto das unidades de conversão como indicativas de uma situação geográfica caracterizada pela difusão da proteção ambiental como norma na dinâmica de uso do território brasileiro e para o mérito do SNUC como um instrumento de ordenamento territorial.
Mestre em Geografia
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Gonçalves, Fernando Miguel do Couto. "Capital intelectual: uma abordagem territorial." Master's thesis, Universidade de Évora, 2004. http://hdl.handle.net/10174/15142.

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Abstract:
Está em curso a denominada "Sociedade da Informação", pautada pela crescente influência dos sistemas e tecnologias de informação na vida dos indivíduos, das sociedades e das organizações. A distância dissipa-se, enquanto entrave ao relacionamento entre os indivíduos e instituições. A globalização da economia e, porque não, das culturas e das sociedades, conduz ao desaparecimento das fronteiras, físicas ou não, criando um ambiente concorrencial à escala mundial. As cidades e os territórios adquirem uma nova dimensão intangível, fruto do reconhecimento dos novos papéis dos indivíduos no processo de criação de valor. Os novos desafios económicos e sociais conduzem a novas políticas no que diz respeito à gestão territorial. Nascem as cidades e territórios do conhecimento, onde a criação de riqueza decorre muito mais da capacidade relacional de indivíduos e instituições do que de uma predisposição económica e de meras condições iniciais. /*** Abstract - The so-called "Information society" is now on his way, due mostly to the growing influence of information systems and technologies on people's life, as well as on societies and organisations. Distance is no longer an obstacle to the establishment of any kind of relationship between individual and societies. Economic, cultural and social globalization - which represent frontier's banishment, being physical or not -as opened his way to a planetary competitive environment. The cities and the territories acquire a new intangible dimension, fruit of the recognition of the new papers of the individuals in the value creation process. The new economic and social challenges lead the new politics regarding territorial management. The knowledge cities and territories are born. This means that wealth creation elapses much more of the relational capacity of individuals and institutions than that of an economical predisposition and of mere initial conditions.
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Books on the topic "Sistemi territoriali"

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Martino, F. Di. I sistemi informativi territoriali: Teoria e metodi. Roma: Aracne, 2005.

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Carolis, Guido De. Sistemi informativi territoriali, teoria ed esperienze: Guida bibliografica. Firenze: Alinea, 1987.

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Alberto, Bramanti, Maggioni Mario A, and Conferenza nazionale di scienze regionali (16th : 1995 : Siena, Italy), eds. La dinamica dei sistemi produttivi territoriali: Teorie, tecniche, politiche. Milano, Italy: FrancoAngeli, 1997.

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Ottimo, Egidio. Sistemi di logistica integrata: Hub territoriali e logistica internazionale. Milano: EGEA, 2001.

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Botticelli, Regina, and Domenico Paparella. Sistemi territoriali della produzione automobilistica: Il Piemonte e la Basilicata. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2002.

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Associazione degli industriali della Provincia di Bologna., ed. Area metropolitana: Un'opportunità per i sistemi competitivi territoriali, 13 maggio 1991. Roma: SIPI, 1991.

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Dalena, Pietro. Ambiti territoriali, sistemi viari e strutture del potere nel Mezzogiorno medievale. Bari: M. Adda, 2000.

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Patti, Isabella Di. Criticità ambientale e rischio tecnologico: [dal risanamento alla riqualificazione dei sistemi territoriali industriali]. Firenze: Alinea, 2004.

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Orlando, Marilena. Il ruolo dei sistemi informativi territoriali nel processo di recupero dei centri storici. Milano: F. Angeli, 2008.

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Progetti di territorio: La costruzione di nuove tecniche di rappresentazione nei sistemi informativi territoriali. Firenze: Firenze University Press, 2005.

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Book chapters on the topic "Sistemi territoriali"

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Dematteis, Giuseppe. "I servizi ecosistemici nella riproduzione dei sistemi territoriali. Osservazioni da una ricerca sugli scambi montagna-città." In I servizi ecosistemici nella pianificazione bioregionale, 47–57. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-050-4.07.

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Abstract:
From a research for the Metropolitan City of Turin on the flows of matter, energy, services, people and information between the metro-mountain and metro-urban subsystems, it has emerged that the ecosystem flows always have a degree of openness to the outside, which requires an assessment of the positive or negative effects on ecosystems on a larger scale, up to the global one. In perspective, less sectoral and more multifunctional visions of the interventions seem to be required, which also recognize the mountain as a new central location as a privileged place to experiment with alternative life models.
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2

Piscitelli, Claudia, Francesco Rotondo, and Francesco Selicato. "Sistemi territoriali culturali e centri storici minori." In Proposte ed esperimenti per una nuova urbanistica, 44–55. Quodlibet, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvj7wp3k.8.

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3

Altomare, Luciano. "Paesaggi e sistemi territoriali nel golfo di Taranto: il popolamento enotrio e greco a confronto." In Comparing Greek Colonies, 231–42. De Gruyter, 2022. http://dx.doi.org/10.1515/9783110752151-015.

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Aguilera Castro, Leonardo Antonio, Walter Ariza Camacho, Andrés Mauricio Munar Samboní, Oscar Eduardo Valbuena Calderón, Milton Alexander Pérez Pérez, Iván Rene Ortiz Molina, Nelly María Méndez Pedroza, et al. "Desarrollo agropecuario sostenible." In Gestión ambiental y desarrollo agropeuario sostenible, 79–195. Universidad Nacional Abierta y a Distancia, 2021. http://dx.doi.org/10.22490/9789586518215.02.

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Abstract:
Este capítulo recopila importantes investigaciones del sector agropecuario en el departamento del Huila, especialmente en las áreas de sistemas alternativos de producción acuícola (cultivo de tilapia roja - Oreochromis sp.); sistemas sostenibles de producción agrícola en agroecosistemas de café (coffea arabica L. variedad Caturra), papa criolla variedad “yema de huevo” (Solanum phureja Juz et buk. Et.); y achira (canna edulis Ker). Igualmente, se incluye un estudio de composición florística en un bosque urbano, así como el estudio de especies forestales de gran importancia para el país como la Guadua Angustifolia Kunth. Por último, se analiza desde la academia, el Plan de Acción Institucional de la Corporación Autónoma del Alto Magdalena (CAM), desde el contexto social y territorial. Los resultados obtenidos permitirán ampliar el conocimiento de potencialidades de cada sistema analizado y se constituyen en una línea base para generar estrategias que mejoren la productividad y competitividad del sector.
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Rodríguez, Jacobo Herrera, Jesica María Vega Zayas, and María Áurea Valerdi González. "Las mujeres recluidas en el sistema penitenciario mexicano." In De territorios violentos a la paz territorial, 309–28. Consejo Latinoamericano de Ciencias Sociales. CLACSO, 2022. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2v88cdt.14.

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del Espino Hidalgo, Blanca. "Las ciudades medias en el sistema territorial portugués." In Patrimonio y sostenibilidad en las ciudades medias históricas en el sur de Portugal, 16–29. Publicações do Cidehus, 2019. http://dx.doi.org/10.4000/books.cidehus.9229.

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GÓMEZ, ROBERTO INSIGNARES, and JHON JAIRO BUSTOS ESPINOSA. "Reforma al sistema tributario territorial, una tarea aplazada." In Comentarios a la reforma tributaria, 57–84. Universidad del Externado de Colombia, 2022. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2tjd6p8.6.

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VESGA, SONIA OSORIO. "Tributación territorial:." In El impacto de la ley 1819 de 2016 y sus desarrollos en el sistema tributario colombiano. Tomo III: impuestos indirectos, procedimiento tributario, r??gimen sancionatorio y tributaci??n territorial, 249–66. Universidad del Externado de Colombia, 2018. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1ddcszm.15.

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Amorim, Amilton, Marcos Aurélio Pelegrina, and Rui Pedro Julião. "Cadastro Territorial Multifinalitário." In Cadastro e gestão territorial: uma visão luso-brasileira para a implementação de sistemas de informação cadastral nos municípios, 21–35. Editora UNESP, 2018. http://dx.doi.org/10.7476/9788595462823.0004.

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PÉREZ, ANDRÉS ESTEBAN ORDÓÑEZ. "Las sanciones tributarias en el régimen de los tributos territoriales." In Análisis Crítico del sistema sancionador tributario, 415–40. Universidad del Externado de Colombia, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1k03nw0.17.

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Conference papers on the topic "Sistemi territoriali"

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Bossan, Mario, and Alfredo Ronchi. "Presentazione Esperienza Didattica del Dipartimento di Ingegneria dei Sistemi Edilizi e Territoriali - Politecnico di Milano." In eCAADe 1989: CAAD Education - Research and Practice. eCAADe, 1989. http://dx.doi.org/10.52842/conf.ecaade.1989.x.x4i.

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Lutzoni, Leonardo. "Forme di dialogo tra sapere tecnico e sapere locale: proposte di metodo: il dispositivo di trascinamento “la Strada che Parla” a Calangianus." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7941.

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Abstract:
Il processo di trasformazione, che ha visto protagonisti il territorio e la città contemporanea nella lunga fase della modernità, scandito dalle dinamiche veloci della globalizzazione e dal venir meno delle forme di controllo e di pianificazione, ormai incapaci di registrare e comprendere gli elementi delle diversità territoriali, sta fortemente riportando al centro dell’attenzione il peso dei territori deboli e dei sistemi locali come protagonisti del progetto. Sono territori, come la regione ambientale del Massiccio del Limbara, nei quali si stanno verificando fenomeni emergenti, indizi contemporanei di progetto, che messi in cortocircuito con gli elementi della storia e del passato, disegnano le traiettorie per una prospettiva di cammino differente. L’esperienza di ricercaazione svolta a Calangianus, è un esempio di proposta operativa sul territorio che ha provato a costruire, nel rimettere in discussione un’idea di pianificazione piramidale calata dall’alto, un processo relazionale in divenire, di conoscenza, azione e progetto, utilizzando strumenti e dispositivi innovativi. Un processo, esito di un’interazione tra sapere tecnico e competenze diffuse, di una sinergia tra attori, istituzioni, associazioni, strutture economiche, produttive e culturali, che operano nel territorio e che messe in relazione, possono innescare processi alternativi di sviluppo locale nel ripensare una nuova idea di città-territorio.
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Albissini, Piero, Antonio Catizzone, Laura De Carlo, Laura Carlevaris, Vittorio Di Stefano, and Alessandro Micucci. "Le trasformazioni dello spazio urbano: la quarta dimensione nella georeferenziazione dell’iconografia storica di Rome." In International Conference Virtual City and Territory. Barcelona: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2009. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7549.

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Abstract:
Se si considera la componente fisica del sistema città come espressione materiale dell’insieme dei fenomeni evolutivi dei luoghi, appare evidente come la sua rappresentazione possa essere considerata come sistema di conoscenza generale in grado di manifestare una convergenza di informazioni di natura altamente eterogenea. Le vaste trasformazioni che hanno interessato le città nella storia hanno determinato una evoluzione non solo nelle modifiche morfologiche degli assetti territoriali e nella stratificazione architettonica delle strutture urbane, ma anche nella percezione e fruizione degli spazi urbani. Se si considera l’organizzazione dello spazio urbano come ambito di relazione tra gli uomini, i contributi che provengono dalle fonti bibliografiche, iconografiche e cartografiche in particolare possono consentire la ricostruzione diacronica dei tessuti urbani. Questa ricostruzione è resa possibile dalla lettura delle diverse rappresentazioni che della città sono state date nel tempo, come rappresentazioni iconografiche o pittoriche, talvolta simboliche se non addirittura metaforiche, che consentono di acquisire conoscenze dei luoghi, anche quando presentano uno scarso grado di attendibilità. L’introduzione dell’informatica nel rilevamento e nella rappresentazione cartografica e la realizzazione dei sistemi informativi territoriali hanno aperto nuove possibilità non solo nella realizzazione di database collegati e georeferenziati, che possono contenere una notevole quantità di informazioni di diversa natura progressivamente incrementabili, ma soprattutto rendendo agevoli sia le molteplici interrogazioni sia le successive elaborazioni. Lo sviluppo della cartografia digitale dalla quale si possono derivare direttamente modelli tridimensionali, si pone quindi come punto di partenza per una corretta rappresentazione della complessità del fenomeno urbano e per un ripensamento dello spazio non più sulla base di esplorazioni planimetriche, ma tramite la creazione di modelli virtuali generati in maniera più o meno automatica a partire dalla cartografia stessa. In questo senso, il modello di derivazione cartografica costituisce l’aspetto metrico-quantitativo della rappresentazione della città, aspetto che risulta tanto più esatto, obiettivo e verificabile in quanto ottenuto con strumenti che rendono le misurazioni sufficientemente attendibili. Si tratta dunque di esplorare la cartografia tridimensionale cogliendone le peculiarità e la ricchezza nella restituzione dello spazio urbano, caratteristiche, queste, che suggeriscono immediatamente di tentare di ricostruire con la stessa vivacità rappresentativa anche tutti i trascorsi storici della città o, quanto meno, di alcuni dei suoi momenti topici, con particolare attenzione alle trasformazioni di natura orografica ed edilizia. In questo quadro emergono due distinti aspetti di natura metodologica, l’uno concernente la generazione del modello urbano e le implicazioni tecniche che questo comporta (implementazione di dati, automatismi, studi tipo-morfologici, scala del modello, …), l’altro relativo all’evoluzione della città attraverso il confronto tra modelli cartografici diversi (bi e tridimensionali). La realizzazione di un modello virtuale basato sulla cartografia digitale 3D, che fotografa lo stato attuale della struttura urbana, può rappresentare la griglia tridimensionale di riferimento per una visualizzazione delle trasformazioni spaziali attuata con una procedura che ripercorre a ritroso il cammino della storia. Si tratta di riferire a questa griglia orientata sulla base di capisaldi topografici certi i dati cartografici e iconografici provenienti dalla ricerca storico-documentaria, sulla base della individuazione di elementi invarianti della struttura urbana, come assetti orografici, vuoti urbani o edifici esistenti, etc., che non hanno mutato la loro localizzazione e le loro caratteristiche morfologiche. Così concepito, il modello tridimensionale di derivazione cartografica si caratterizza per la capacità di recepire e valorizzare documenti molto diversi e non necessariamente “scientifici” ai fini di una visualizzazione interattiva della storia del singolo brano di città o del singolo edificio per valutarne le trasformazioni sul piano morfologico e dimensionale, ma anche percettivo.
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Carallo, Sara. "Valorizzazione e tutela delle aree verdi periurbane per il recupero dell’identità culturale e della memoria storica del territorio." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7940.

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Abstract:
Il progetto di ricerca ha riguardato la progettazione di una greenway nel territorio comunale di Anzio e Nettuno al fine di comprendere come le aree verdi periurbane acquisiscono un ruolo di primaria importanza nell’ambito di attività di pianificazione territoriale. Esse infatti, in qualità di aree multifunzionali, consentono di innescare processi di riequilibrio dei flussi turistici e valorizzazione delle aree urbane. L’obiettivo principale del progetto si è concentrato sulla definizione di un’interazione dinamica tra sistemi sociali ed economici e sistemi ambientali basata su una funzione territoriale compatibile con gli obiettivi di tutela e delle risorse intendendo il territorio come substrato del processo di sedimentazione di valori storici, culturali e sociali. This research project focused on the design of a greenway in the municipality of Anzio and Nettuno in order to understand how green peri-urban areas acquire a role of primary importance within the activities of a territorial planning. As a matter of fact these multifunctional areas allow to trigger processes aimed at balancing tourist flows and enhancing urban areas. The project aims at defining a dynamic interaction between socio-economic and environmental systems based on a territorial function compatible with the objectives of protection of resources, being territory a substrate of the process of settling of historical, cultural and social values.
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Sammartino, Mariana Silvina. "Lineamientos para la definición de un modo de crecimiento urbano sostenible en tierras secas: el caso de la provincia de Mendoza, Argentina." In Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Barcelona: Facultad de Arquitectura. Universidad de la República, 2015. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.6108.

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Abstract:
Actualmente, el fenómeno de globalización está generando procesos territoriales que modifican sustancialmente los sistemas urbanos, con su consiguiente impacto sobre la organización territorial. En Mendoza, los procesos territoriales han generado un modelo territorial de concentración difusa desequilibrada, reflejo de una región subdesarrollada con una estructura espacial muy jerarquizada y un predominio de urbanización difusa, fuertemente concentrada en las escasas tierras secas irrigadas. Sólo el 3% de la superficie provincial posee riego donde, gracias a la sistematización y el aprovechamiento integral del agua, conviven los centros urbanos y las actividades productivas. Por presentar las ciudades como modo preponderante de crecimiento la extensión de la mancha urbana, se hace necesario formular lineamientos que definan un modo de crecimiento urbano sostenible para tierras secas. A tal fin, se formula una metodología que sitúa los procesos y el modelo territorial existente en Escenarios, la que posibilitará planificar y gestionar las ciudades de modo sostenible. Currently, the phenomenon of globalization is generating processes that substantially alter territorial urban systems, with its consequent impact on territorial organization. In Mendoza, regional processes have generated a model of unbalanced territorial concentration diffuse reflection of an underdeveloped region with a very hierarchical spatial structure and a predominance of urban sprawl, heavily concentrated in the few irrigated drylands. Only 3% of the provincial area has irrigation where, thanks to the systematic and comprehensive use of water, urban centers and live productive activities. To present cities as dominant growth mode expansion of the urban area, it is necessary to formulate guidelines defining a sustainable way of urban growth for dry land. To this end, a methodology that places the processes and the existing territorial model is formulated scenarios, which enable cities to plan and manage sustainably.
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Jacob, Nadia, and María Cortopassi. "Estructuras territoriales ocultas: los parajes en la Quebrada de Humahuaca." In Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Barcelona: Instituto de Arte Americano. Universidad de Buenos Aires, 2013. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.5923.

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Abstract:
La presente investigación constituye un estado de avance en el marco del Proyecto de Red “Paisajes culturales y desarrollo local. Evaluación de programas, proyectos y transformaciones territoriales en la Quebrada de Humahuaca”. Como integrantes del Nodo3–Rosario nos hemos centrado en los alcances conceptuales y operativos de nociones como territorio y paisaje, el análisis de los procesos de transformación del territorio y las alternativas de los instrumentos de ordenamiento territorial. Particularmente este artículo pretende destacar la unidad de las formas del paisaje rural y urbano, entendiendo que esta unidad define rasgos de identidad de las comunidades de este sistema territorial. Asimismo, se plantea su inclusión dentro de los lineamientos generales de un posible sistema de planificación y como parte sustantiva de los recursos patrimoniales. Lo oculto define un “rasgo permanente” en un área compleja y extensa en el espacio y el tiempo como lo es la Quebrada de Humahuaca. This working paper is a state of progress within the framework of the network project "Cultural landscapes and local development. Evaluation of programmes, projects and territorial transformations in the Quebrada de Humahuaca". As members of the Nodo3-Rosario we have focused on the conceptual and operational scope of notions such as territory and landscape, the analys is of the processes of transformation of the territory and the alternatives of territorial regulation instruments. Particularly this article aims to highlight the forms of the rural and urban landscape unit, understanding that this unit defines features of identity of the communities living in this territorial system. Likewise raises its inclusion within the outlines of a possible system of planning and as a substantive part of the heritage resources. The unseen defines a "permanent feature" in a complex and extensive both in space and time area such as the “Quebrada de Humahuaca”.
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Pastore Hernández, Verónica. "Constelaciones urbanas: apuntes sobre la forma de las relaciones sistémicas en el territorio." In Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Barcelona: Instituto de Arte Americano. Universidad de Buenos Aires, 2013. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.5925.

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Abstract:
La presente reflexión se propone avanzar sobre la construcción de una herramienta centrada en la lectura de las relaciones que definen la imagen del territorio. Una mirada que interpreta las dinámicas que operan en la ocupación del territorio entendido como un sistema abierto, sus componentes, su funcionamiento y la constante transformación de su espacio. Las Constelaciones Urbanas son entendidas entonces, como Unidades de Actuación; una herramienta para el diagnóstico y el proyecto territorial con miras a la identificación de una nueva territorialidad. This thesis aims the construction of a tool focused on the territory readings that define relationships. It intends to be a perspective that interprets the territory occupation dynamics as an open system, its components and functioning and its constant spatial transformation. The urban Constellations are understood, then, as Action Units, a tool for diagnosis and territorial projects, looking for the identification of a new territoriality.
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Elinbaum, Pablo. "Planes fuera del sistema: instrumentos ad-hoc para la ordenación y gestión de las áreas urbanas." In Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Barcelona: Maestría en Planeación Urbana y Regional. Pontificia Universidad Javeriana de Bogotá, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.6004.

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Abstract:
Luego de medio siglo de intensos procesos de urbanización, los límites municipales, con los que generalmente se asociaba la escala local, entran en contradicción y anacronismo con las dinámicas territoriales contemporáneas. Los nuevos patrones urbanos se explican mejor con el concepto de ‘área urbana’ cuya ordenación suele abordarse desde la ambigua y fluctuante escala sub-regional. Así, la necesidad de abordar conjuntamente fenómenos locales y regionales, entra en contradicción con los sistemas de planeamiento convencionales y con la subsidiariedad de las estructuras administrativas históricas. El objetivo de esta comunicación radica en evidenciar la innovación y la especificidad del planeamiento de las áreas urbanas. En particular, se explora el carácter heurístico de los instrumentos, focalizando en cómo permiten re-definir las escalas territoriales de ‘lo local’ y ‘lo regional’, e implícitamente la idea de ciudad y su gobernanza. Para este fin, nos apoyaremos en un estudio de caso comparado de tres planes de escala intermedia, coetáneos, implementados de forma ad-hoc y referidos a modelos socioculturales europeos diferentes. Argumentamos que ‘lo urbano’ debe restablecerse en cada experiencia de planeamiento de forma ad-hoc, utilizando la escala intermedia como un instrumento no solo de diseño sino también de gobernanza para superar los niveles tácitos y estáticos de los sistemas de planeamiento. After half a century of intense urbanization, municipal boundaries -those generally associated with local scale- show explicit contradiction regarding current territorial dynamics. New urban patterns are more related to the concept of 'urban area' and the ambiguous and fluctuating sub-regional scale. Thus, the need to jointly address local and regional phenomena challenges conventional planning systems and the subsidiarity of historical administrative structures. The aim of this paper is to evidence the innovation and specificity of recent urban areas’ management. In particular, we explore the heuristic nature of intermediate planning instruments, focusing on how they re-define the territorial scale of ‘the local’ and ‘the regional’, and implicitly the idea of the city and its governance. To this end, we rely on a multiple case study of three recent plurimunicipal plans, implemented in an ad-hoc manner, and referred to different European cultural models. We argue that intermediate design and governance instruments allow rearranging a meaningful scale for “the local”, overcoming tacit and static levels of planning systems.
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Mininni, Mariavaleria, Luigi Guastamacchia, and Teresa Pagnelli. "Rinaturalizzare/reinventare/riparare: azioni paesaggistiche per il riuso del paesaggio estrattivo: il caso studio della nuova provincia BAT." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8021.

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Abstract:
L’attività estrattiva ha costituito per la Puglia un importante motore di sviluppo economico e produttivo, uso del territorio legato alla sua tradizione storico-costruttiva. In particolare il bacino estrattivo della nuova provincia Barletta – Andria – Trani (BAT), a nord di Bari, in crisi ed in parte dismesso, è stato per la Regione uno dei riferimenti per l’ economia, non sempre sensibile verso le indotte trasformazioni sul paesaggio e territorio. Il presente contributo si propone di indagare quale possa essere il punto d’incontro tra il processo di pianificazione e quello produttivo, al fine di individuare strategie con cui operare il ripristino e la restituzione di usi, significati e valori a siti estrattivi ormai dismessi; attivando proattivamente e propositivamente processi virtuosi capaci di innescare da un lato una migliore gestione del paesaggio e dall’altro la necessaria innovazione nel sistema di gestione del comparto estrattivo risorse per il territorio. Partendo dall’atto di avvio del PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), attento al recupero di cave esaurite ed abbandonate, si è cercato di definire un percorso metodologico e progettuale, nel quale il presupposto di riacquisire le cave esaurite in un processo di sviluppo sostenibile del territorio trova, attraverso azioni di paesaggio ripensate come le “3R”: Rinaturalizzare, Reinventare, Riparare, proposte strategiche di trasformazione territoriale in grado di delineare scenari futuri per il territorio e per i nuovi contesti di vita. Operativamente attraverso lo strumento delle linee guida sono state messe a sistema le tre azioni di paesaggio in risposta alle criticità che derivano dai processi e conflitti in atto individuati dai progetti territoriali di paesaggio regionale, con l’obiettivo di pensare al riuso delle cave esaurite per consolidare e valorizzare i caratteri di ciascun contesto di vita, e creare nuovi valori e risignificazione dei luoghi. The mining activity has been an important driver of economic and productive development for the Apulia region, representing a land use inextricably linked to its historical and constituting tradition. In particular, the mining basin of the comprehensive province Barletta - Andria - Trani (BAT), north of Bari, is now undergoing a crisis and has been partly dismissed. However, it has always been an important driving force for the local economy of the region. The consequent problems associated with landscape modification and alteration, land use,waste and sludge proper disposal have never been sufficiently taken into account This paper aims to investigate a possible meeting point between the planning and the production processes, in order to identify recovery and recycling strategies, as well as identifying how to return the dismissed extraction sites their former uses, meanings and values by proactively activating virtuous processes capable of triggering a better landscape management on the one hand and, on the other hand, the necessary innovation of the mining management system, allowing it to be a territorial resource again. Starting from the act of initiating the PTCP (Provincial Territorial Coordination Plan), attentive to the recovery of exhausted quarries and abandoned, we have tried to define a methodological and design, in which the assumption of regaining the exhausted quarries in the process of development sustainable land is, through actions of landscape rethought as the "3R" renaturalise, Reinvent, Repairing, policy proposals of territorial transformation can outline future scenarios for the region and for new life contexts. Operationally, through the instrument of the guidelines have been put in the system landscape of three actions in response to the issues that arise from the processes and ongoing conflicts as identified by the local projects of regional landscape, with the aim of thinking about the reuse of exhausted quarries for consolidate and enhance the characteristics of each context of life, and create new values and re-signification of places.
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Arias Sierra, Almudena. "Sistema de ciudades medias y aglomeraciones urbanas andaluzas frente al futuro." In ISUF-h 2019 - CIUDAD COMPACTA VERSUS CIUDAD DIFUSA. Valencia: Editorial Universitat Politècnica de València, 2019. http://dx.doi.org/10.4995/isufh2019.2019.9733.

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Abstract:
Andalucía, situada al Sur de España, como estratégica charnela de unión entre el Mediterráneo y el Atlántico, entre Europa y África, es una región de antigua urbanización, cuya tradicional estructura policéntrica e importante y representativo nivel intermedio de poblamiento (municipios entre 10.000 y 100.000 habitantes), son entendidos como capital territorial de gran valor. Esta estructura policéntrica ha pervivido bajo una concepción provincialista con fuerte arraigo de casi dos siglos. El Plan de Ordenación Territorial de Andalucía (POTA), apostó abiertamente por un modelo de ciudad compacta, versión física de la ciudad mediterránea, permeable, diversificada, y consolidó también un modelo territorial de un nivel jerárquico superior constituido por diez Centros Regionales (8 capitales provinciales, Jerez y Algeciras). De este modo, además de una discutida visión igualitaria de la jerarquía urbana superior, correspondiente a aglomeraciones urbanas muy disímiles entre sí, plantea la potencialidad de un sistema de ciudades medias urbanas como la verdadera oportunidad andaluza que permita emerger a la región en el contexto europeo e internacional. Así, fenómenos urbanos de gran interés en el interior (redes de ciudades medias de la Vega, Sur de Córdoba) y en el litoral (agroindustria poniente, Costa del Sol-Occidental, Aglomeración Urbana de Málaga) están mostrando una nueva vitalidad de las ciudades medias que merecen una especial atención. Trataremos de hacer balance de respuestas dada hasta ahora respecto a la estrategia territorial andaluza del POTA, al impulso de nuevos objetivos como el respeto al funcionamiento de los territorios, las ciudades y los pueblos como sistema, destacando también, en el contexto del debate entre difusión y compacidad, el papel desempeñado por la gran extensión de territorio andaluz ambientalmente protegido y/o implicado en la producción agropecuaria.
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Reports on the topic "Sistemi territoriali"

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Lara Valle, Juan Jesús. El proceso de urbanización en las áreas de Jaén y Linares, según las nuevas tipologías territoriales del Sistema Estadístico Europeo y la aplicación de técnicas SIG. Edicions de la Universitat de Lleida, 2022. http://dx.doi.org/10.21001/cme_15.

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Melo-Becerra, Ligia Alba, Jorge Hernán Toro-Córdoba, and Héctor M. Zárate-Solano. La Inversión en Infraestructura de Transporte. Banco de la República de Colombia, December 2020. http://dx.doi.org/10.32468/be.1145.

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Abstract:
Este documento evalúa la inversión realizada en infraestructura de transporte en Colombia, la cual tiene orígenes y fuentes de financiamiento diversas, entre las que se destacan recursos del Presupuesto General de la Nación (PGN), recursos propios y del Sistema General de Participaciones de los gobiernos territoriales, ingresos del Sistema General de Regalías y recursos de las Asociaciones Público-Privadas. La información permite concluir que a nivel del Gobierno Nacional Central existe un sesgo en el largo plazo contra la inversión pública. Adicionalmente, utilizando una metodología basada en el modelo de corrección de errores lineal y sus extensiones en el ámbito no lineal, el estudio también evalúa si existe un comportamiento procíclico o contra-cíclico de la inversión pública de transporte en Colombia. Los resultados indican que la inversión tiende a ser recortada en los malos tiempos, pero presenta algunas respuestas contra- cíclicas en periodos de buenos tiempos.
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Gómez Duque, Lucía del Socorro. Factores que incidieron en la Sentencia C-075-2022 sobre la ley 2075 del 8 de enero del 2021. Contraloría General de Antioquia, January 2023. http://dx.doi.org/10.58373/obscga.005.

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Abstract:
El principal objetivo de la ley 2075 del 8 de enero del 2021 fue: modificar el régimen vigente para la liquidación de honorarios de los concejales de los municipios de cuarta, quinta y sexta categoría, procurando que los valores de los ingresos en ningún momento sean inferiores a un SMMLV (Salario Mínimo Mensual Legal Vigente). Todo aumento por este concepto en comparación con lo que, actualmente, perciban los concejales estará a cargo de la entidad territorial. Las sesiones de comisiones permanentes a las que concurran los concejales se remunerarán por el valor de una reunión ordinaria y tendrán los mismos términos de las sesiones ordinarias. El pago de la cotización al sistema de seguridad social: (pensión, salud, ARL y Cajas de Compensación Familiar) se hará con cargo al presupuesto de la administración municipal. Para financiar los costos de seguridad social de los concejales que reciban ingresos corrientes de libre destinación inferiores a 4.000 SMMLV, se destinará el 0,6% del Sistema General de Participación de Propósito General (tomado del artículo 2 de la ley 1176 de 2007). En este artículo se verificará por medio de un análisis mixto, es decir, cuantitativo y cualitativo, producto del seguimiento normativo aplicable al tema que se va a evaluar.
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Ricciulli-Marín, Diana, Jaime Bonet-Morón, and Gerson Javier Pérez-Valbuena. Política fiscal subnacional y ciclos económicos en Colombia. Banco de la República de Colombia, January 2021. http://dx.doi.org/10.32468/dtseru.295.

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Abstract:
Este documento estudia la relación de la política fiscal subnacional con los ciclos económicos en Colombia. Para ello, se estima un modelo dinámico de datos panel para municipios y departamentos durante el periodo 1990-2018. Los resultados señalan que, en promedio, la política fiscal subnacional en Colombia fue pro-cíclica en este periodo. No obstante, se encuentra una tendencia hacia menor pro-ciclicidad luego de las principales reformas al sistema de transferencias y la introducción de normas sobre responsabilidad fiscal subnacional. Las primeras buscaron un diseño menos pro-cíclico de las transferencias, mientras que las segundas fomentaron la disciplina y sosteniblidad de las finanzas locales. Por otra parte, se identifica un aumento reciente en la pro-ciclicidad de los gastos de inversión en los municipios de menor desarrollo y departamentos, lo cual coincide con el aumento en la participación de regalías en este grupo de entidades territoriales.
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Salas, Humberto. Medición de la confianza empresarial: un enfoque regional desde la Araucanía. Universidad Autónoma de Chile, July 2020. http://dx.doi.org/10.32457/2050012728/975520193.

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Abstract:
Toloza et al. (2018) describen una dificultad contingente al indicar que en nuestro país no se cuenta con “información robusta” a nivel regional y sectorial para el uso de los distintos agentes económicos. El autor resalta la insuficiente información para la toma de decisiones a nivel territorial y señala que esta es una limitante y un desafío país, por lo que es necesaria la “creación de sistemas regionales integrados de información territorial” (p. 194) para estos fines. El problema anterior, sumado al dilema de comprender el mecanismo bajo el cual estos agentes (empresas, familias y gobierno) forman sus expectativas, representa uno de los desafíos más importantes de la macroeconomía moderna, fundamentalmente en lo que refiere a los ciclos de negocios. Esto, dado que la gran dificultad para estudiar este fenómeno con mayor nivel de desagregación se centra en la disponibilidad de información (Borraz y Gianelli, 2011). Considerando el carácter social que tiene la economía, su comportamiento se ve influenciado por las percepciones de los agentes económicos, respecto de los escenarios futuros. Estas percepciones guardan relación con la coyuntura económica, la política, el resto del mundo y el marco jurídico en un país, entre otros elementos. Es en este contexto en que los gobiernos y el sector privado deben alcanzar un consenso sobre políticas económicas y sociales que produzcan un entorno estable para las regiones (Después de la crisis, 2010). La experiencia internacional indica que una consolidación y un buen manejo de la política fiscal influye fuertemente en el corto plazo en el “sentimiento empresarial” (Michail, et al., 2018). Esta tesis la refuerzan Bachmann y Sims (2012), quienes plantean que una política económica orientada a la consolidación tiene un impacto potente en la economía, a través del canal de confianza empresarial, con efectos que no deben ser subestimados. Considerando que en la Araucanía este componente es importante, la política fiscal juega entonces un papel relevante en las expectativas del empresariado. Es así como en la región, las empresas, gremios, consumidores, comerciantes, agricultores e inversionistas poseen visiones relativas de lo que podría acontecer, considerando su experiencia y apreciaciones, que son muchas veces subjetivas. Se formulan así, período a período, supuestos sobre acontecimientos que buscan explicar escenarios futuros; a este proceso mental colectivo lo llamamos expectativas. No cabe duda de que estas determinan el comportamiento futuro del consumo, del ahorro y la inversión, e incluso de la orientación de la política pública, al impactar directamente en la actividad económica y, más importante, en la generación de empleo e ingresos de la fuerza de trabajo. En consecuencia la situación en la Araucanía no es difiere del problema de cómo los agentes económicos se forman expectativas y cómo logran interactuar con la estructura institucional de la economía, habiendo históricamente interés de los investigadores por incursionar en estas temáticas (Rosser, 2001). La utilización de indicadores que reflejan las expectativas de agentes económicos levantados por medio de encuestas es desarrollada en muchos países que cuentan con un sistema de estadísticas avanzado. Lanzilotta (2014) establece que los indicadores de este tipo son ampliamente utilizados en investigación aplicada, con el fin de capturar y anticipar los movimientos de numerosas variables, para así dar cuenta de la formación de expectativas y los planes de las empresas. El autor plantea que los indicadores de expectativas elaborados a partir tanto de encuestas a empresarios como a consumidores son ampliamente divulgados, principalmente con dos objetivos: explorar los mecanismos de formación de expectativas e identificar su poder predictivo. Es válido, entonces, examinar la forma en que las expectativas locales tienen efectos concretos para la comunidad y los mecanismos en que estas perspectivas afectan realmente el desempeño económico de un territorio. Es en este contexto que según lo expuesto por Salas (2018), la Facultad de Administración y Negocios de la Universidad Autónoma de Chile —con metodología de la Universidad del Desarrollo y el apoyo de la Multigremial de la Araucanía, representante de SOFOFA en la zona— ha aunado esfuerzos para medir la confianza empresarial en la región, desde junio de 2017, creando así el primer Índice de Confianza Empresarial de la Araucanía (ICE Araucanía). Esta iniciativa es relevante, considerando la escasa información para la toma de decisiones del empresariado local en la zona y que la disposición de esta permite a los distintos sectores competir en entornos cambiantes. Así se busca contribuir y hacernos cargo en parte de un problema general que dejó la última crisis económica mundial. Esta manifestó la debilidad de América Latina y de las regiones para competir en una economía global y compleja, debido a la poca información disponible para la toma de decisiones empresariales (Después de la crisis, 2010).
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Territorialidad de Pueblos Afrodescendientes de América Latina y el Caribe en hotspots de biodiversidad: Desafíos para su integración en políticas de conservación. Rights and Resources Initiative, February 2023. http://dx.doi.org/10.53892/begv3447.

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Abstract:
Los Pueblos Afrodescendientes son parte integrante de la historia y de los procesos económicos, políticos y sociales de construcción nacional y desarrollo de América Latina y el Caribe. De hecho, los censos nacionales estiman que el 21% de la población total de la región—algo más de 134 millones de personas—son Afrodescendientes. Sin embargo, a pesar de los importantes avances legislativos a nivel internacional y nacional que reconocen la diversidad cultural y étnica y los derechos de los Pueblos Afrodescendientes, las condiciones sociales y económicas siguen siendo drásticamente desiguales y existen grandes brechas de información y reconocimiento que afectan a sus derechos. Este estudio busca dar a conocer la presencia territorial de los Pueblos Afrodescendientes en 16 países de América Latina y el Caribe.* El objetivo fue identificar progresivamente la presencia, tierras tituladas y no tituladas, y territorios de los Pueblos Afrodescendientes y abogar por el reconocimiento de sus derechos colectivos de tenencia. Aunque los Pueblos Afrodescendientes de la región han estado luchando por un lugar en los debates internacionales sobre el clima y la conservación, el hecho de no tener definidos los límites de sus tierras ancestrales ha sido un obstáculo para establecer adecuadamente la importancia de sus territorios para proteger la biodiversidad y hacer frente a retos complejos como la degradación de los ecosistemas, la pérdida de los sistemas alimentarios y otros problemas medioambientales. *Los 16 países estudiados son: Belice, Brasil, Bolivia, Colombia, Chile, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Honduras, México, Nicaragua, Panamá, Paraguay, Perú, Surinam y Venezuela.
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Artemisa: En defensa del medio ambiente. Universidad Militar Nueva Granada, May 2022. http://dx.doi.org/10.18359/docinst.6281.

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Abstract:
Estamos ante una encrucijada global de proporciones nunca vistas. El planeta se calienta más rápido de lo esperado y enfrentamos condiciones climáticas cada vez más extremas, lo que pone en riesgo la sostenibilidad de la vida humana en el mediano y largo plazo. El nivel de los océanos está aumentando, los arrecifes de coral están muriendo, las especies se están extinguiendo, los glaciares se están derritiendo y las condiciones climáticas extremas se hacen cada vez más frecuentes con intensas olas de calor, inundaciones, huracanes, incendios y/o sequías. Para hacer frente a esta compleja situación, todos, personas e instituciones en los ámbitos nacional, regional y global, tenemos que hacer nuestra parte para evitar llegar a un punto de no retorno. Aunque Colombia solo genera el 0,6 % de los gases de efecto invernadero (GEI), es uno de los veinte países más amenazados por la crisis climática. Nuestro país alberga el 50 % de los páramos del mundo y es catalogado como una potencia en agua, biodiversidad y ambiente, aloja alrededor del 10 % de la fauna y flora del mundo, teniendo por ello un rol central en los esfuerzos globales que se realizan para mitigar los efectos del cambio climático. También es reconocido por ser el segundo país con más alta presencia en biodiversidad en la tierra, goza de dos océanos, cinco vertientes hidrográficas, ríos, lagunas y ciénagas, siendo de esta manera el agua un recurso fundamental para el desarrollo de las generaciones futuras. El país cuenta con grandes extensiones de páramos, los cuales son la fuente del 70 % de agua dulce en nuestro país y comparte al sur de nuestras fronteras con la Amazonía, considerada la selva tropical más extensa del planeta y el pulmón del mundo. Una porción representativa de ese 10 % del total de la biodiversidad mundial que tiene nuestro país, se encuentra dentro del Sistema Nacional de Áreas Protegidas (SINAP), del que hace parte el Sistema de Parques Nacionales Naturales y las Reservas Forestales (más de 17 millones de hectáreas), una fuente importante de bienes y servicios ecosistémicos, entre los cuales, el suministro del recurso hídrico incluye más del 62 % de los nacimientos de los acuíferos nacionales y abastece a casi un 80 % de la población colombiana. Así mismo, protege lagunas y ciénagas que contienen el 20 % de los recursos hídricos que abastecen la generación de energía eléctrica del país. En estas áreas protegidas se conservan muestras representativas de los ecosistemas naturales marinos y continentales, los cuales, además de albergar un gran número de especies de fauna y flora, contribuyen a la regulación del clima y protegen las cuencas hidrográficas. Es así como por su especial importancia ecológica, los Parques Nacionales Naturales tienen la función de conservar, proteger y salvaguardar sus ecosistemas de especial valor por medio del Estado y de los particulares. Esta gran riqueza ambiental del país está siendo amenazada por el uso indebido de los recursos naturales, lo que genera un acelerado deterioro de los ecosistemas, alterando su funcionalidad y poniendo en riesgo la biodiversidad. Esta problemática se ha convertido en un reto de primer orden para el Estado colombiano, sus autoridades ambientales y la sociedad en general. El Sector Defensa no ha sido ajeno a esta realidad, por lo que en el marco definido por la ley, la Presidencia de la República y el Ministerio de Ambiente y Desarrollo Sostenible, ha reconocido el potencial desestabilizador de las afectaciones causadas por las diversas actividades ilícitas de los Grupos Armados Organizados (GAO), los Grupos Delincuenciales Organizados (GDO) y ciudadanos que hacen un uso indebido de los recursos naturales. Fenómenos como la siembra de cultivos ilícitos, la extracción ilícita de minerales, la tala indiscriminada, la ganadería extensiva, el acaparamiento de tierras, la pesca ilegal, la contaminación, el vertimiento de sustancias peligrosas y el tráfico ilegal de flora y fauna, han debilitado los ecosistemas nacionales. Estas actividades ilegales afectan los recursos hídricos del país, los suelos, los páramos y la atmósfera, produciendo efectos negativos que generan deforestación, pérdida de hábitats, extinción de especies, la destrucción de fuentes de agua, el deterioro de las tierras de cultivos e impactos negativos en las reservas forestales y las áreas que integran el Sistema Nacional de Áreas Protegidas (SINAP). La degradación ambiental que hemos visto no solo es utilizada por las organizaciones criminales para obtener recursos que les permiten sostener su accionar delictivo en diversas zonas del país, más grave aún, se constituye en un atentado directo contra el porvenir de las generaciones futuras. Es por ello que el Sector Defensa ha reconocido el agua, la biodiversidad y el medio ambiente como activos estratégicos de interés nacional, con un carácter principal y prevalente, buscando apoyar con sus capacidades a las autoridades ambientales del país, con el fin de realizar acciones cada vez más eficaces contra las organizaciones criminales responsables del deterioro ambiental. Es en ese contexto surge la idea de este libro, que busca presentar la problemática que se enfrenta y visibilizar las acciones realizadas por el Sector Defensa en coordinación con las autoridades ambientales, con el fin de apoyar la defensa de estos activos estratégicos, así como prevenir los daños futuros a los mismos, en aras de trabajar en la protección de los recursos naturales, bajo una visión multidimensional de la seguridad. El Ministerio de Defensa (MDN) ha sido consciente de los desafíos climáticos a los que se enfrenta, no solo el Sector, sino el territorio nacional, en cuanto a los impactos cada vez mayores derivados de las condiciones meteorológicas extremas y la explotación de los recursos. Por ello, el Sector ha trabajado para alinearse con la Política Nacional de Cambio Climático, los compromisos del país ante la Contribución Nacionalmente Determinada (NDC), el cumplimiento del CONPES 4021 de diciembre de 2020 para el Control de la Deforestación y la Gestión Sostenible de Bosques, para así aportar con acciones de adaptación, mitigación y gestión del riesgo ante el cambio climático y variabilidad climática mediante del Plan de Gestión de Cambio Climático del Sector Defensa (PIGCCSD). Este libro reúne los principales resultados del Sector Defensa en materia de protección del medio ambiente y resalta la articulación de las políticas, así como de la operativización de las mismas por parte de las Fuerzas Militares y la Policía Nacional, por la protección de los recursos naturales de la Nación, una responsabilidad que ha quedado claramente plasmada en la “Estrategia Artemisa”, que es un esfuerzo permanente, sostenido, conjunto, coordinado, e interinstitucional que permitirá proteger y defender el agua, la biodiversidad y el medio ambiente como activos estratégicos de la Nación, a partir de la lucha contra la deforestación, sus causas directas o subyacentes y contrarrestar los efectos del cambio climático, como también la lucha contra la explotación ilícita de minerales, contra los cultivos ilícitos que afectan el medio ambiente y el conjunto de actividades de control y vigilancia que apoya nuestra Fuerza Pública para la defensa de los recursos naturales. Trabajando de forma articulada con la Fiscalía, el Ministerio de Medio Ambiente y Desarrollo Sostenible, el Instituto de Hidrología, Meteorología y Estudios Ambientales (Ideam), y la Unidad de Parques Nacionales Naturales, en diversas zonas del país, la Estrategia Artemisa ha permitido brindar apoyo a las autoridades ambientales y administrativas, para preservar y defender el agua, la biodiversidad y el medio ambiente en las áreas de reserva forestal, áreas protegidas y 59 Parques Nacionales Naturales. Mediante la Directiva Permanente 008 del 22 de marzo de 2022, el MDN institucionalizó e impartió lineamientos e instrucciones al Comando General de las Fueras Militares, la Dirección General de la Policía Nacional y la Unidad de Gestión General del MDN, con el propósito de implementar medidas, desplegar operaciones, actividades de apoyo y gestión ambiental, para la implementación de la Estrategia Artemisa. De esta forma y bajo un enfoque sostenido, conjunto, coordinado, interinstitucional y multilateral, se trabajará para incluir dentro de la doctrina militar y policial las acciones relacionadas con la protección del agua, la diversidad y el medio ambiente, al tiempo que se concentrarán los esfuerzos de inteligencia en la identificación del modus operandi de las organizaciones criminales que afectan el medio ambiente, desarrollando operaciones contra los GAO y los GDO que atentan contra el medio ambiente. Desde el 2019 a la fecha se han realizado diecisiete (17) operaciones sobre las áreas de los Parques Nacionales Naturales, especialmente en las regiones de la Amazonía y la Orinoquía, como son los Parques Nacionales Naturales (PNN) Serranía de Chiribiquete, PNN La Paya, PNN Tinigua, PNN Picachos, PNN Sierra de La Macarena, la Zona de Reserva Forestal de la Amazonía y la Reserva Natural Nukak. Se han dispuesto, para esta campaña, 22.300 hombres de la Fuerza Pública, que, desde sus respectivas unidades militares y policiales resguardan las áreas protegidas del territorio nacional. Estas unidades incluyen: 10 batallones de alta montaña (páramos), una brigada contra el narcotráfico, una brigada contra la minería ilegal, unidades de guardacostas, infantería de marina y efectivos de la Policía Nacional. El Sector Defensa es consciente de que a futuro será fundamental continuar fortaleciendo las capacidades de la Fuerza Pública para, en el marco de sus competencias, continuar apoyando a las autoridades ambientales, entes territoriales y a la comunidad en la defensa y preservación del agua, la biodiversidad y el medio ambiente como activos estratégicos de la Nación. Será fundamental profundizar la disrupción del delito de la explotación ilícita de minerales, mediante el desmantelamiento de las economías ilícitas que se lucran de ella y de la afectación de la cadena criminal. En igual medida, será vital apoyar la recuperación de los ecosistemas más afectados por las actividades ilegales, por medio de actividades de restauración de áreas, del trabajo articulado con las comunidades, la construcción y mantenimiento de viveros forestales y el fortalecimiento a las investigaciones científicas lideradas desde la Armada Nacional y la Dirección General Marítima para la protección de los océanos, el recurso hídrico y sus ecosistemas. De esta forma será posible continuar trabajando en la reducción de los riesgos que se ciernen sobre los ecosistemas del país y disminuir los índices de deforestación, y tras la búsqueda de soluciones que contribuyan a la reducción y mitigación de los GEI. Esta estrategia que ha puesto en marcha el Sector Defensa y que es recogido en esta obra, presenta los aportes sectoriales del trabajo interinstitucional que se han venido realizando en los últimos años, siendo un ejemplo de la forma en la que se pueden sumar esfuerzos para contribuir a la superación de la encrucijada global que nos afecta a todos y que debe ser enfrentada con un esfuerzo común.
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