Academic literature on the topic 'Sistemi multifunzionali'

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Journal articles on the topic "Sistemi multifunzionali"

1

Marotta, Giuseppe, and Concetta Nazzaro. "Value portfolio in the multifunctional farm: new theoretical-methodological approaches." RIVISTA DI ECONOMIA AGRARIA, no. 2 (October 2012): 7–36. http://dx.doi.org/10.3280/rea2012-002001.

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Abstract:
La creazione di valore e stata oggetto di significativa attenzione nel dibattito economico- agrario, nazionale e internazionale, degli ultimi anni, portando allo sviluppo di nuovi approcci teorici che hanno permesso di reinterpretare i processi di riposizionamento funzionale dell'impresa agricola (multifunzionale). In quest'ottica, percio, la multifunzionalita permette all'azienda di rispondere alle nuove istanze sociali, consapevoli e responsabili, produrre benessere collettivo, integrare il reddito, individuare percorsi di creazione di valore socialmente responsabile. In questo senso, si rinnova la tradizionale visione della multifunzionalita, la quale da strumento di giustificazione dell'intervento pubblico in agricoltura assume valore di vero e proprio fattore strategico di vantaggio competitivo. Il paper propone un modello teorico che consente di analizzare come i processi di boundary shift portino alla creazione di un "portafoglio di valori" (PV) (Marotta, Nazzaro, 2010; 2011a, 2011b), e a nuovi modelli di impresa agricola multifunzionale e multi-valore. Sul piano metodologico, l'utilizzo della Value Portfolio and Multifunctional Governance Analysis (VPMGA) (Marotta, Nazzaro, 2010; 2011a, 2011b), ha permesso di validare empiricamente il modello del PV, in specifiche filiere agroalimentari e sistemi rurali della Campania, secondo un approccio che, integrando e completando la value chain analysis e la governance value analysis, si pone come innovativo e meglio rappresentativo delle specificita dell'impresa agricola multifunzionale. I risultati hanno permesso di verificare come il boundary shift e, quindi, il PV, consentono di diversificare il rischio, in situazioni di crisi, rappresentando una strategia competitiva per le imprese multifunzionali rispetto alle imprese che conservano il solo core business tradizionale.
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2

Bassi, Ivana, Alessandra Miccoli, and Sandro Sillani. "Sistemi locali multifunzionali per lo sviluppo rurale." RIVISTA DI ECONOMIA AGRARIA, no. 3 (March 2013): 65–80. http://dx.doi.org/10.3280/rea2012-003005.

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Argenti, Maria, and Anna Bruna Menghini. "Post-Covid Intergenerational Living." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 128 (July 2022): 59–70. http://dx.doi.org/10.3280/sur2022-128006.

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Abstract:
I recenti mutamenti sociali, uniti all'emergenza pandemica, hanno rivelato la necessità di riformulare modelli abitativi e di accoglienza basati sui principi del vivere solidale e sulla relazione fra le diverse generazioni. Il panorama architettonico internazionale ci offre esempi di strutture multifunzionali integrate nella dimensione del quartiere e sistemi diffusi di spazi condivisi per la vita, il lavoro e la cura, adeguati alla popolazione anziana ma inseriti in contesti sociali intergenerazionali.
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Malcevschi, Sergio. "Reti ecologiche polivalenti ed alcune considerazioni sui sistemi eco-territoriali." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 54–60. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058008.

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Abstract:
Le reti ecologiche polivalenti esprimono la morfologia che il sistema eco-paesaggistico-territoriale dovrŕ assumere per ottimizzare l'adattamento del sistema uomoambiente nei confronti degli scenari critici futuri. Esse associano i temi della biodiversitŕ e dei servizi ecosistemici attivi al contenimento degli impatti ambientali potenzialmente negativi attraverso lo sfruttamento ottimale delle opportunitŕ del sistema eco-territoriale. Si inseriscono nei processi decisionali che accompagnano la pianificazione territoriale proponendosi come infrastruttura prioritaria accanto alle altre tradizionalmente considerate (trasportistiche, energetiche) e come scenario di riferimento sul medio periodo in sede di Vas. Una rete di questo tipo deve garantire un'adeguata base per la biodiversitŕ, partendo dallo scheletro di Natura 2000 e dal sistema dei Parchi, ma deve poi saper utilizzare le matrici intermedie, integrando ad esempio quanto previsto dalle nuove politiche per un'agricoltura multifunzionale.
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Mauro, Mario. "L'impresa selvicolturale nel sistema del diritto agroambientale internazionale ed europeo, tra sostenibilità e multifunzionalità." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 2 (September 2019): 79–133. http://dx.doi.org/10.3280/aim2017-002004.

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6

Bruno, Francesco. "Inquinamento del territorio rurale e Pac." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 2 (October 2011): 29–52. http://dx.doi.org/10.3280/aim2011-002004.

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Abstract:
All'obiettivo di creare un sistema agricolo competitivo nei mercati mondiali, garante allo stesso tempo della salute dei consumatori, si accompagna l'esigenza di sviluppare le aree rurali, tutelare il territorio e proteggere l'ambiente. Protagonista è l'impresa agricola nella sua accezione multifunzionale, producendo essa non più (o non solo) beni (i prodotti agricoli), ma anche servizi ambientali e territoriali, nell'ambito di un modello di sviluppo endogeno e flessibile delle aree rurali. E proprio nel mercato dei servizi collegati alla tutela e alla conservazione dell'ambiente, caratterizzato dalla crescente domanda di qualità ambientale, l'impresa agricola non dotata di strumenti tali da poter competere nel mercato globalizzato dei beni, trova un naturale "sbocco" per la produzione di servizi legati alle sue specifiche caratteristiche territoriali. Tuttavia, se gli obiettivi che la nuova Politica di sviluppo delle aree rurali intende perseguire sono chiaramente desumibili dal contesto normativo, non altrettanto si può dire degli strumenti che si intende utilizzare, delle pronunce contrastanti dei giudici e della normativa ambientale e urbanistica.
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ANNESE, MARIELLA, Maria Raffaella Lamacchia, Vito Cascione, and Cristina Sunna. "I poli per l’infanzia ZeroSei." Contesti. Città, territori, progetti 1, no. 1 (October 27, 2022): 173–93. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13457.

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Abstract:
La riforma del Sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita sino ai sei anni, approvata con il Decreto Legislativo n. 65/2017, attuativo della citata legge della “Buona scuola” interpreta, inaugura e declina in modo precipuo una nuova fase dell’evoluzione degli ambienti educativi e, attraverso la previsione dei caratteri distintivi dei Poli per l’infanzia (art. 3), si ritrovano anche gli elementi a partire dai quali identificare i poli per l’infanzia come luoghi urbani multifunzionali il cui carattere sociale oltrepassa il target dell’utenza principale, aprendosi alla comunità che insiste nel contesto urbano. Il lavoro guarda all’esperienza condotta da Regione Puglia dal 2017, nell’ambito della quale i Poli per l’infanzia ZeroSei vengono definiti con una chiara caratterizzazione urbana. I progetti esemplificativi di queste innovative strutture, esito di tre procedure concorsuali a regia regionale, assumono rilevanza non solo per essere stati concepiti sotto il profilo della qualità architettonica del manufatto e del rapporto tra spazio e apprendimento ma ancheper la loro capacità di integrarsi funzionalmente e fisicamente con lo spazio urbano circostante, per l'opportunità data dai contesti periferici in cui sono collocati di offrire una esperienza didattica integrata nella dimensione identitaria del quartiere rispetto al quale si pongono in forte continuità e relazione. L'occasione descritta, consente di trarre alcune prime riflessioni sul ruolo dello spazio educativo e dell’architettura degli spazi per l’apprendimento del target 0-6 per i diversi contesti urbani.
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Giannini, Raffaello, and Antonio Gabbrielli. "Evoluzione e ruolo dei sistemi agricoli forestali multifunzionali di montagna." L'Italia Forestale e Montana, 2013, 259–68. http://dx.doi.org/10.4129/ifm.2013.5.02.

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Dissertations / Theses on the topic "Sistemi multifunzionali"

1

Lucío, Benito Maria Isabel. "Design of multifunctional systems based on carbon nanomaterials." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2015. http://hdl.handle.net/10077/11130.

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Abstract:
2013/2014
La nanotecnologia è chiamata a rivoluzionare molti settori della nostra vita. Tra tutti i campi in cui è convolta, la ricerca delle energie rinnovabili, la possibilità di ottenere acqua pulita in tutte le parti del mondo, il miglioramento della salute e l’aumento dell’aspettativa di vita e lo sviluppo di sistemi informatici, sono gli obiettivi che si distinguono. Le nanostrutture di carbonio sono materiali promettenti che possono aiutare a raggiungere questi obiettivi: includono fullereni, grafene, nanotubi e nanohorns di carbonio. Tutti hanno proprietà interessanti e offrono nuovi vantaggi per le applicazioni in chimica dei materiali e nella medicina. Il nostro gruppo di ricerca ha sviluppato interessanti metodi per modificare queste nanostrutture per poterli applicare nei campi sopra menzionate. In questo contesto, lo scopo generale di questa tesi è il disegno di sistemi multifunzionali basati su nanostrutture di carbonio destinati ai sensori e alle applicazioni biologiche. Nel capitolo 1, viene fatta una breve panoramica dei nanotubi e i nanohorns di carbonio, spiegando la loro struttura, le loro proprietà e le loro applicazioni. Inoltre, vengono descritte le diverse strategie per la loro funzionalizzazione. Il riconoscimento molecolare gioca un ruolo importante in molti sistemi biologici. In flavoproteine, l'interazione specifica tra il cofattore flavina e l’apoenzima determina la reattività della proteina. Di conseguenza, la modulazione dell'ambiente delle flavine può essere utilizzata come strumento per determinare il loro comportamento e anche per comprendere i processi molecolari negli enzimi. Con questi obiettivi in mente, nel capitolo 2 è descritta la sintesi di differenti derivati basati sul sistema nanotubi di carbonio-triazina per l’uso come ricevitori di riboflavina. In primo luogo, la sintesi e la caratterizzazione di diverse 1,3,5-triazine sono riportate. In una seconda fase, viene descritta la funzionalizzazione di nanotubi di carbonio a parete singola e a parete multipla con le differenti triazine e anche con catene di p-tolil, impiegando le radiazioni microonde. Dopo, si riporta la caratterizzazione completa di questi derivati con varie tecniche. L’auto-assemblaggio degli ibridi è stato analizzato con microscopia elettronica a trasmissione, osservando come i funzionalizzati con 1,3,5-triazine formano buone dispersioni in acqua, mentre loro si auto-assemblano in solventi non polari a causa del riconoscimento di legami d’idrogeno complementari. Tuttavia, derivati funzionalizzati con p-tolil formano migliori dispersioni in solventi organici ed invece si auto-assemblano in acqua. Viene poi studiata la capacità dei nanotubi di carbonio funzionalizzati a parete multipla di riconoscere la riboflavina con la spettroscopia di fluorescenza e ultravioletta visibile, analizzando la grandezza delle interazioni non-covalenti. Si vede come la funzionalizzazione covalente dei nanotubi di carbonio diminuisce la loro capacità di formare interazioni  mentre le interazioni di legame d’idrogeno giocano un ruolo fondamentale nel processo di riconoscimento tra i membri del sistema. Inoltre, si è demostrata l’influenza dei tipi di triazine nel comportamento della riboflavina. In questo modo, è dimostrata la modulazione del riconoscimento molecolare della riboflavina attraverso i diversi nanotubi. Così, recettori artificiali in processi di catalisi possono essere specificamente disegnati per ottenere il controllo delle interazioni tra i nanotubi di carbonio funzionalizzati e la riboflavina, modificando il suo comportamento. Inoltre, le dimensioni e le eccellenti proprietà di nanotubi permettono di utilizzarli come strumento nella progettazione di sensori per la rivelazione di singole molecole. Nel capitolo 3 si riporta la modifica di nanohorn di carbonio per l'impiego come farmaci selettivi nella terapia del cancro è rapportata. Prima, si mostra la sintesi e la caratterizzazione di diversi ibridi di nanohorn: Antibody-CNH, Drug-CNH, Antibody-Drug-CNH e Double Functionalized-CNH. In particolare vengono usati cisplatino, come profarmaco, ed un anticorpo specifico per le cellule che mostrano l’antigene PSMA (Prostate-specific membrane antigen). Di seguito, vengono presentati diversi esperimenti biologici sviluppati in collaborazione con il professor Marco Colombatti dell’Università degli Studi di Verona (Italia). L’ibrido Antibody-Drug-CNH possiede una migliore capacità di uccidere selettivamente le cellule che presentano l'antigene PSMA, rispetto ad altri derivati di nanohorns. Il nuovo sistema progettato offre un grande potenziale dato dalla possibilità di modificare il tipo e il grado di funzionalizzazione. Questo permette di variare la quantità di farmaco o di anticorpo nelle nanostrutture con lo scopo di migliorare l’efficienza dei nuovi derivati. Inoltre, questo metodo può incorporare altri farmaci o anticorpi al sistema, aprendo la porta al trattamento di altre malattie. Il capitolo 4 descrive l'applicazione di diverse nanostrutture di carbonio nella terapia genica. Prima, si mostra la funzionalizzazione di nanohorns di carbonio con gruppi amminici, impiegando diversi metodi che utilizzano le radiazioni a microonde (cicloaddizione 1,3-dipolare e addizione radicalica). In seguito, viene presentato il lavoro svolto in "the Nanomedicine Lab" (Università di Manchester), sotto la supervisione del Prof. Kostas Kostarelos. L'efficacia dei nanohorns di carbonio funzionalizzati per formare complessi con siRNA è comparata con quella dei nanotubi di carbonio forniti dal gruppo del professor Kostarelos. Si è visto come i nanohorn di carbonio formino complessi con siRNA a differenza dei nanotubi. I complessi siRNA/nanohorn si caratterizzano utilizzando varie tecniche e viene analizzata la loro capacità di rilasciare il siRNA. Sebbene nanohorn di carbonio funzionalizzati con l’addizione radicalica mostrano una forte interazione con il materiale genetico, i derivati funzionalizzati con la cicloaddizione 1,3-dipolare lo rilasciano più facilmente. I risultati suggeriscono che, per conseguire il miglior carrier, la complessazione totale del siRNA con le nanostrutture dovrebbe essere evitato. Tuttavia, gli ibridi devono essere analizzati in vitro per garantire la migliore scelta. Questo studio contribuisce alla comprensione dell’uso di nanohorn di carbonio come vettori per terapia genica; ma, un maggior numero di derivati deve essere analizzato per un confronto completo con i nanotubi di carbonio.
La nanotecnología se presenta como una nueva ciencia que podrá revolucionar multiples aspectos de nuestras vidas. Entre los numerosos campos en los que la nanotecnología está centrada, la búsqueda de energías renovables, la posibilidad de obtener agua limpia en cualquier parte del mundo, la mejora de la salud y la longevidad de las personas así como el avance de los sistemas informáticos, son los objetivos que más destacan. Las nanoestructuras de carbon son nanomateriales prometedores que pueden ayudar a lograr esas metas. Estos materiales incluyen fullerenos, grafeno, nanohorns y nanotubos de carbono, entre otros. Todos ellos presentan propiedades interesantes y ofrecen nuevas ventajas para aplicaciones en química de materiales y medicina. Nuestro grupo de investigación ha desarrollado metodologías interesantes para la modificación de esas nanoestructuras con el objeto de que puedan ser útiles en las aplicaciones citadas anteriormente. En ese contexto, el objetivo general de esta tesis es el diseño de sistemas multifuncionales basados en nanoestructuras de carbono para ser usados en sensores y en aplicaciones biológicas. En el capítulo 1 se detallan la estructura y las propiedades de los nanohorns y los nanotubos de carbono junto a sus aplicaciones. Además, se muestra un resumen de las diferentes metodologías usadas para su funcionalización. El reconocimiento molecular juega un papel importante en numerosos sistemas biológicos. En flavoproteinas, la interacción específica entre el cofactor flavina y la apoenzima determina la reactividad total de la proteina. De este modo, la modulación del entorno de la flavina puede usarse como herramienta para determinar su comportamiento y, además, para entender los procesos moleculares en las enzimas. Con esos objetivos en mente, en el capítulo 2 se describe la síntesis de diferentes derivados basados en el sistema nanotubo de carbono-triazina para usarlos como receptores múltiples de riboflavina. En primer lugar, se sintentizan y caracterizan distintas 1,3,5-triazinas. En un segundo paso, se funcionalizan nanotubos de carbono tanto de pared simple como de pared multiple con las diferentes triazinas así como con cadenas de p-tolilo usando radiación microondas, y esos derivados se caracterizan completamente mediante diversas técnicas. El autoensamblaje de los híbridos se analiza mediante microscopía de transmisión electrónica observando como los derivados de 1,3,5-triazinas forman buenas dispersiones en agua y se autoensamblan en disolventes no polares debido al reconocimiento mediante enlaces de hidrógeno complementarios. Sin embargo, los derivados de p-tolilo forman mejores dispersiones en disolventes orgánicos y se agregan en agua. Finalmente, la habilidad de los nanotubos de carbono de pared múltiple funcionalizados para reconocer la riboflavina se estudia mediante fluorescencia y espectrocopía ultravioleta visible, analizando el alcance de las interacciones no covalentes. La funcionalización covalente de nanotubos de carbono disminuye su habilidad para formar interacciones  mientras que las interacciones mediante enlaces de hidrógeno juegan un papel fundamental en el proceso de reconocimiento entre los componentes del sistema. También se estudia la infuencia de las diferentes triazinas en el comportamiento de los complejos. De esta manera, se demuestra la modulación del reconocimiento de la riboflavina por medio de los diversos híbridos de nanotubos de carbono. Así, los receptores artificiales en procesos de catálisis pueden ser específicamente diseñados para lograr control de la interacción entre los nanotubos de carbono funcionalizados y la riboflavina, modificando así su comportamiento. En el capítulo 3 se describe la modificación de nanohorns de carbon para ser usados como fármacos selectivos en la terapia contra el cancer. En primer lugar se muestra la síntesis y caracterización de diferentes híbridos de nanohorns: Antibody-CNH, Drug-CNH, Antibody-Drug-CNH and Double Functionalized-CNH. En particular se usan cisplatino en forma de prodroga y un anticuerpo específico (D2B) para células de próstata que muestran el antígeno PSMA. Finalmente se presentan diferentes experimentos biológicos desarrollados en colaboración con el profesor Marco Colombatti, de la Universidad de Verona (Italia). Se demuestra la mejor habilidad del híbrido Antibody-Drug-CNH para matar selectivamente células que muestran el antígeno PSMA en comparación con los otros derivados de nanohorns. El nuevo sistema diseñado ofrece gran potencial debido la la posibilidad de modificar tanto el tipo como el grado de funcionalización. Esto permite variar la cantidad de fármaco o anticuerpo en la nanoestructura con el objetivo de conseguir una mejor eficacia del derivado. Además, con este método se pueden incorporar otros fármacos o anticuerpos al sistema, lo que abre la puerta al tratamiento de otras enfermedades. El capítulo 4 describe la aplicación de distintas nanoestructuras de carbono en terapia génica. Primero se muestra la funcionalización de nanohorns de carbono con grupos amino mediante diferentes metodologías usando radiación microondas (cicloadición 1,3-dipolar y adición radicálica). Después, se presenta el trabajo desarrollado en “the Nanomedicine Lab” (Universidad de Manchester) bajo la supervision del profesor Kostas Kostarelos. Se compara la eficacia de los nanohorns de carbono funcionalizados para formar complejos con siRNA con la de una serie de nanotubos de carbono aportados por el grupo del profesor Kostarelos. En nuestros experimentos, los nanohorns de carbon forman complejos mejor que los nanotubos. Los complejos siRNA/nanohorns se caracterizan mediante diversas técnicas y se analiza su capacidad de liberar el siRNA. Aunque los nanohorns de carbono funcionalizados mediante adición radicálica muestran una interacción más fuerte con el material genético, los derivados funcionalizados mediante cicloadición 1,3-dipolar lo liberan de manera más fácil. Los resultados sugieren que la complejación total entre el siRNA y la nanoestructura debe ser evitada para lograr más fácilmente el posterior desplazamiento de este dentro de la célula. Sin embargo, para garantizar la elección del híbrido más eficaz, los complejos deben ser analizados in vitro. Por tanto, este estudio contribuye al entendimiento de los nanohorns de carbono como vectores en terapia génica. No obstante, un mayor número de derivados deben ser analizados para lograr una comparación completa con los nanotubos de carbono.
Nanotechnology is claimed to revolutionize every aspect of our life. Among the large number of fields in which nanotechnology is involved; finding renewable clean energy, obtaining clean water for all, improving health and longevity and enhancing computing power are the most noteworthy. Carbon nanostructures are promising nanomaterials that can help to achieve these objectives. Fullerenes, graphene, nanohorns and nanotubes are including within these materials. All of them exhibit interesting properties and offer new opportunities for applications in material chemistry and medicine. Our research group has developed interesting methodologies for modifying these nanostructures in order to be used in the aforementioned applications. In this context, the objective of this thesis is the design of multifunctional systems based on carbon nanomaterials to be applied in sensors and in biological applications. Chapter 1 explains the structure, properties and applications of carbon nanohorns and carbon nanotubes, together with their applications. In addition, it provides an overview of the different methodologies to functionalize them. Molecular recognition plays an important role in numerous biological systems. In flavoproteins, the specific interaction between the flavin cofactor and the apoenzyme determines the reactivity of the entire protein. Therefore, the modulation of the environment of flavins can be used as a tool to set their behaviour and to understand the molecular processes in enzymes. With these aims, chapter 2 describes the synthesis of different carbon nanotubes-triazine derivatives to be used as multi-receptors of riboflavin. Firstly, different triazines are synthesized and characterized. In a second step, both single-walled and multi-walled carbon nanotubes are functionalized with different 1,3,5-triazine and p-tolyl chains using radical addition under microwave irradiation and these derivatives are characterized by different techniques. The self-assembly of these hybrids is analysed by transmission electron microscopy, observing how the 1,3,5-triazines derivatives form good dispersions in water and self-assemble in non-polar solvents due to the DAD-ADA hydrogen bonding recognition, while the p-tolyl derivatives show better dispersability in organic solvents and aggregate in polar solvents. Finally, the ability of the functionalized multi-walled carbon nanotubes to recognize riboflavin is studied by fluorescence and UV spectroscopy, analysing the scope of the different non-covalent interactions. It is shown that the functionalization of nanotubes by covalent approach decreases the ability of them to form  stacking and also that the hydrogen bond interactions play an important role in the recognition processes between the components. The influence of the different triazines in the complexes is also shown. Thus, the modulation of the molecular recognition of riboflavin by the diverse nanotubes hybrids is demonstrated. Therefore, our study clarifies the understanding of non-covalent interactions in biological systems. In this way, artificial receptors in catalystic processes could be designed through a specific control of the interaction between functionalized carbon nanotubes and riboflavin. Additionally, the size and the excellent properties of carbon nanotubes will permit to use them as the building blocks in the design of sensors for single-molecule detection. In chapter 3, the modification of carbon nanohorns to be applied as new selective drugs in cancer therapy is shown. Firstly, the synthesis and characterization of different conjugates by the functionalization of carbon nanohorns with orthogonal chains is reported: Antibody-CNH, Drug-CNH, Antibody-Drug-CNH and Double Functionalized-CNH. In particular, cisplatin in a prodrug form and a specific D2B antibody for PSMA+ prostate cancer cells are attached. In collaboration with the group of Professor Marco Colombatti, different biological experiments are reported. The better ability of Antibody-Drug-CNH to selectively kill PSMA+ cancer cells in comparison with the other synthesized CNHs hybrids is demonstrated. This new system offers great potentiality due to the possibility of modifying the type and degree of functionalization. This allows the variation of the quantity of drug or antibody attached to the nanostructure in order to play with the killing efficacy. Similarly, the method is useful to attach different drugs or antibodies opening the way to the treatment of other diseases. Chapter 4 describes the application of different carbon nanostructures in gene delivery. Firstly, the functionalization of carbon nanohorns with amino moieties by different methodologies (1,3-dipolar cycloaddition and radical addition) under microwave irradiation and their characterization is shown. Then, the work developed at the Nanomedicine Lab (University of Manchester) under the supervision of Professor Kostas Kostarelos is reported. The efficacy of the functionalized carbon nanohorns to form complexes with siRNA is compared with the one of functionalized carbon nanotubes provides by Prof. Kostarelos’s group. In our experiments, carbon nanohorns form complexes better than nanotubes. The nanohors complexes are characterized by different techniques and their capability to release siRNA is analysed. Although the carbon nanohorns functionalized by radical addition showed the strongest complexation of siRNA, the derivatives functionalized by 1,3-dipolar cycloaddition showed its easiest release. The results suggest that, in order to obtain the best candidate, a complete complexation of siRNA with the carrier should be avoided. However, the analysis of the cellular uptake should be evaluated in the future to assess the greatest candidate. These outcomes contribute to the understanding of the role of carbon nanohorns as gene delivery vectors. Nevertheless, additional derivatives should be tested for a fully comparison with carbon nanotubes.
XXVII Ciclo
1986
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2

Harsan, Daniela Cristina. "Sistema 08. Arredo multifunzione per gli ambienti domestici di ingresso." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Nell’ultimo periodo, a causa della pandemia, siamo stati costretti a passare un lungo tempo nelle nostre case, svolgendo i compiti del lavoro e della vita quotidiana in un un unico posto: i confini tra gli spazi che dedichiamo a lavoro, scuola, palestra, tempo libero, famiglia e alla vita sociale sono scomparsi. La casa è diventata quindi l’unità fondamentale della società contemporanea, il luogo più importante al mondo, dove in ogni caso abbiamo le relazioni più significative. Abbiamo anche visto come il mondo sia ora bloccato tra due normali, ovvero viviamo alternativamente dentro e fuori al lockdown, il futuro è incerto, nessuno può dire per quanto durerà questo periodo e così le persone stanno iniziando ad adattarsi per il lungo periodo e convivere con lo sconosciuto, consapevoli di vivere in un periodo fragile dove tutto può accadere. Il nostro rapporto con la casa durante è quindi diventato più stretto ed è destinato a durare, ma i cambiamento attuati, legati allo spazio domestico e alle nostre abitudini dovranno essere protetti affinché durino anche dopo la pandemia. Dalle esigenze legate alla casa e alle nuove priorità che sono emerse durante questo particolare tempo, nasce il mio progetto di tesi, concentrato sulla realizzazione di un nuovo arredo da collocare all’ingresso (ma che può essere spostato successivamente alla pandemia anche in altre zone della casa), la riscoperta dell’anno: dimenticato per anni e spesso fuso con il soggiorno, è diventato adesso un luogo di particolare attenzione. E’ infatti un luogo dedicato alla sanificazione delle mani ed è un luogo dove riporre le mascherine per proteggere l’ambiente domestico e quello esterno dalla diffusione del virus. L’arredo cerca di soddisfare le nuove esigenze nate durante la pandemia ed è progettato secondo le caratteristiche principali del mobile moderno e razionale. Risponde inoltre alle caratteristiche emozionali attraverso l’uso del colore ed è, infine, attento alla sostenibilità.
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3

Sbrogiò, Luca. "Progettazione di un sistema costruttivo multifunzionale di copertura per la protezione e la valorizzazione di siti archeologici. Studio metodologico per la risposta integrata a esigenze complesse." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3425422.

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Abstract:
I siti archeologici sono una parte fondamentale del patrimonio culturale dell’umanità. Essi possono assumere l’aspetto del monumento—palazzi, città o luoghi noti a tutto il mondo—o della traccia—come la ceramica quotidianamente utilizzata da una famiglia— ma in entrambi i casi è riconoscibile un valore. Comunque la pura conservazione materiale non è sufficiente al fine della sopravvivenza del messaggio e del significato, che invece deve essere adeguatamente trasmesso e reso visibile per poter avere un ruolo nella vita contemporanea. La conservazione in situ, ammesso che sia possibile e ragionevole rispetto alle condizioni stesse del sito, è ritenuta una delle migliori opzioni per la trasmissione del messaggio nel modo più diretto e completo. Tuttavia essa comporta di dover affrontare problemi e rischi, tra cui la realizzazione di una copertura, che non esisterebbero nemmeno se gli stessi oggetti fossero trasportati nel museo. Solo pochi degli innumerevoli esempi in opera sui siti archeologici offrono una reale protezione o una efficace presentazione del sito e un numero ancor più ristretto una valida risposta ad entrambi i problemi. La mancanza di criteri condivisi per la valutazione delle coperture, complica anche la definizione di criteri di progetto adeguati e condivisi. Questa tesi offre una metodologia per l’interpretazione, la ricostruzione e la presentazione della casa romana nell’Italia antica, nella specifica accezione della casa ad atrio pompeiana finalizzata alla proposta di un nuovo tipo di copertura archeologica. In rapporto a una valutazione del rischio cui sono soggetti i materiali archeologici conservati sul posto e a una valutazione dell’efficacia delle coperture esistenti rispetto a criteri di carattere ambientale e architettonico, si fa la proposta di uno schema di linee guida per il progetto. Tali linee guida sono utilizzate per la selezione e l’adattamento al contesto archeologico di soluzioni tecnologiche già esistenti, al fine di garantire la reperibilità e ridurre i costi. Infine, le soluzioni tecnologiche interessanti entrano in rapporto con la casa romana attraverso gli schemi geometrici in essa riconoscibili. L’intera procedura di progetto viene implementata in modo parametrico in un “algoritmo visuale” che consente di poter esplorare numerose variazioni riconoscibili anche in un caso apparentemente limitato come l’antica Pompei. Il lavoro si conclude con l’applicazione delle soluzioni ritenute più efficienti alla ricostruzione filologico-integrativa di parte della domus insistente al di sopra del complesso delle Terme del Sarno nella regio VIII di Pompei.
Archeaological sites are an important part of the cultural heritage of mankind. They may assume either the appearance of the ’monument’ — such as the world-famous palace or city or place — or of the ’trace’ — that is the everyday pottery of a familiy — but they both have a value. However, preserving their fabric is not enough for their conservation, an activity which depends on the transmission of a message about their importance and meaning for today’s everyday life. In situ conservation, provided it is possible and sensible according to the site’s conditions, is considered the best option to convey the message in the most complete and direct way. However,thisimpliestocopewithrisksandproblems,suchastheerectionofasiteshelter, which do not exist if the same objetcs are moved to the museum. Only a few, among the countless examples built on archeological sites, offer a real protection to the materials or a real support to the display of the site and even lesser an effective combination of the two. The lack of assessment criteria is also an obstacle to the definition of a shared design procedure. This thesis offers a methodology for the interpretation, reconstruction and display of the Roman house in ancient Italy, in the specific version of the pompeian atrium house finalized to the definition of a new type of archaeological shelters. In relation to the risk assessment of archeological materials preserved in situ and to an evaluation of existing archaeological shelters according to the environmental and architectural criteria, a scheme of design guidelines is proposed. These guidelines are used for the selection and adaption to the archaeological sites of existing techincal solutions, in order to guarantee availability and to reduce costs. Finally, existing building materials relates with the Roman house through the geometric schemes recognizable in it. The whole procedure, parametrically translated, is implemented into a ’visual algorythm’ to explore the many possibilites exisisting even in a, apparently limited, case, such as the archaeological town of Pompeii. The research ends with the application of the most effective solution to the reconstruction of a part of the domus above the Sarno Baths complex in the regio VII of Pompeii.
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4

Mudric, Teo. "Impact behaviour of multifunctional panels." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3424077.

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Abstract:
The objective of this study was to investigate a multifunctional system under high- to hyper-velocity impact loading. This multifunctional system is a plate structure that, in addition to its load bearing function, has the ability of self-repairing holes generated by impacts. In order to achieve multiple functionality the panel consists of several different layers, each having a specific task, and thus primary contributing to a specific function of the entire multifunctional structure system. From a structural point of view this multifunctional system can be considered as a multilayer plate. From a functional perspective the panel layers can be divided in two groups: structural layer and self-healing layer. Each layer can occur once or more in a panel configuration. The performance of the multifunctional structure depends on the number of layers, the mechanical and physical properties of the individual layers, layer thickness and on the arrangement of the various layers in a multifunctional structure. The multifunctional system investigated in this work consists of one self-healing layer and one or two structural layers. To provide the structural system with the ability to seal holes generated by perforating impacts a layer of ethylene-co-methacrylic acid ionomer was used in a multifunctional system. These ionomers have been observed to self-heal following ballistic puncture and such a response is an inherent behaviour of those materials, therefore no external intervention is necessary in the self-healing process. For the structural layers, plates made of composite materials were used. Two slightly different structural layers were investigated. One is a laminate made entirely of carbon fibre reinforced plastics, while the other is a carbon fibre laminate with aramid fabric/epoxy resin composite layers attached to its front and back face. These two structural layers and the ionomer layer were combined to form several configurations of multifunctional panels. The different configurations, including also the individual layers alone, were tested under impact loading. Tests on the ionomer alone were performed to study its protection capability for bumper applications. For this purpose tests on aluminium plates were also performed and the results were compared to those of the ionomer. The protection capability was evaluated by studying the damage on witness plates and the momentum transferred to them. The composite structural layers for the multifunctional structure were tested individually and their behaviour was compared with that of the ionomer self-healing layer. Multifunctional panel configurations consisting of two and three layers were also tested. The impact behaviour and the comparison of the various configurations were characterized through the momentum transfer to the witness plate, the fragments velocities in the debris cloud, the damage in the layers, in certain cases the damage on the witness plate was also used. Several instruments were used to measure the relevant quantities. A ballistic pendulum was used to estimate the momentum of the debris cloud. A high-speed video camera was employed to film the impact tests, which enabled the measurement of fragments velocities by a dedicated software. An ultrasound flaw detector was applied for delamination damage detection in the composite material. Superficial damage was inspected visually. Learning how to use the ultrasound flaw detector and the high-speed video camera was an integral part of the PhD work that required a considerable amount of time. The self-healing of the ionomer was checked for all tests by visually examining the ionomer samples. The experiments were conducted at the CISAS impact facility, using a two stage light gas gun. The impact velocities in the experimental tests ranged from ~1.0 to ~4.0 km/s. Aluminium spherical projectiles were used, and ranged in diameter from 1.5 to 5.6 mm. Numerical simulations of the experimental tests on the individual layers were performed and the results were compared. The numerical simulations were performed with the commercially available ‘hydrocode’ Ansys Autodyn.
L'obiettivo di questa tesi era di studiare un sistema multifunzionale soggetto a impatti ad alta- e iper-velocità. Questo sistema multifunzionale è un pannello che, oltre alla sua funzione portante, ha la capacità di autoripararsi cioè di chiudere i fori causati da impatti. Al fine di ottenere la multifunzionalità il pannello è costituito da diversi strati, ciascuno avente un compito specifico, contribuendo così ad una funzione specifica dell'intero sistema struttura multifunzionale. Dal punto di vista strutturale questo sistema multifunzionale può essere considerato come una piastra multistrato. Dal punto di vista funzionale gli strati del pannello possono essere suddivisi in due gruppi: strato strutturale e strato auto-riparante. Ogni strato può essere presente una o più volte nella configurazione del pannello. Le prestazioni della struttura multifunzionale dipendono dal numero di strati, dalle proprietà meccaniche e fisiche degli strati individuali, dallo spessore degli strati e della disposizione dei vari strati nella struttura multifunzionale. Il sistema multifunzionale studiato in questo lavoro è costituito da un strato auto-riparante e uno o due strati strutturali. Per fornire al sistema strutturale la capacità di richiudere i fori generati da impatti perforanti, uno strato di ionomero con capacità auto-riparanti è stato applicato nel sistema multifunzionale. Si è osservato che questi ionomeri sono in grado di richiudere i fori causati da impatti balistici. Inoltre questa proprietà è un comportamento intrinseco di questi materiali, quindi non è necessario un intervento esterno nel processo di auto-riparazione. Per gli strati strutturali, sono state usate lastre in materiale composito. Due strati strutturali leggermente diversi sono stati studiati. Uno è un laminato realizzato interamente in fibra di carbonio e resina, mentre l'altro è un laminato misto con due strati di fibra aramidica in resina epossidica sulle superfici estreme e una parte centrale in laminato di fibre di carbonio. Questi due strati strutturali e lo strato di ionomero sono stati combinati tra di loro per formare diverse configurazioni di pannelli multifunzionali. Le diverse configurazioni, tra cui gli strati singoli, sono stati testati in casi di impatto. Prove sul solo ionomero sono state eseguite per studiare la sua capacità di protezione nei confronti di impatti. Per questo scopo anche dei test d’impatto su lastre di alluminio sono stati effetuati e i risultati sono stati confrontati con quelli dello ionomero. La capacità di protezione è stata valutata attraverso lo studio del danno su witness plates e la quantità di moto ad esse trasferita. Gli strati strutturali in materiale composito per la struttura multifunzionale sono stati testati singolarmente e i relativi risultati sono stati confrontati tra loro e con quelli dello strato auto-riparante in ionomero. Inoltre si sono testate e valutate configurazioni di pannelli multifunzionali composte anche da due o tre strati. Il comportamento sotto impatto e il confronto delle configurazioni è stato caratterizzato attraverso: - la valutazione del trasferimento della quantità di moto alla witness plate, - la velocità dei frammenti nella nuvola di detriti, - il danno negli strati e, in certi casi, il danno sulla witness plate. Diversi strumenti sono stati utilizzati per misurare tali quantità: - un pendolo balistico per stimare la quantità di moto della nube di detriti; - una videocamera ad alta velocità per filmare le prove d'impatto, il che ha consentito la misurazione della velocità dei frammenti; - un rilevatore di difetti ad ultrasuoni per il rilevamento della delaminazione nel materiale composito. Il danno superficiale è stato ispezionato visivamente così come l'auto-riparazione dello ionomero che è stata valutata per tutti i test esaminando visivamente i campioni di ionomero. L’apprendimento dell’utilizzo di strumenti sofisticati quali il rivelatore ad ultrasuoni e la videocamera ad alta velocità è stata parte integrante del lavoro di dottorato che ha richiesto una considerevole quantità di tempo. Gli esperimenti sono stati condotti presso il laboratorio di impatti del CISAS, utilizzando il cannone a doppio stadio e a gas leggero. Le velocità d'impatto nelle prove sperimentali variavano fra ~ 1.0 e ~ 4.0 km/s. Sono state utilizzate come proiettili delle sfere in alluminio, il cui diametro variava fra 1.5 mm e 5.6 mm. Infine sono state effettuate delle simulazioni numeriche delle prove sperimentali sui singoli strati ed i risultati sono stati confrontati con quelli sperimentali. Le simulazioni numeriche sono state effettuate utilizzando l'hydrocode commerciale Ansys AUTODYN.
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BORRELLI, IRENE PAOLA. "LA SOSTENIBILITÀ NEI SISTEMI TERRITORIALI A VOCAZIONE RURALE: IL RUOLO DELLA MULTIFUNZIONALITÀ." Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/2158/557290.

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Butelli, Elisa. "Strategie di Food Planning per riattivare relazioni urbano-rurali nei territori bioregionali." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/2158/1241349.

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Abstract:
La tesi affronta l’argomento della pianificazione alimentare seguendo un approccio di pianificazione e progettazione bioregionalista del territorio, includendo tematiche fondative come la considerazione dei metabolismi ecologici (di cui il ciclo alimentare rappresenta un aspetto rilevante), la valorizzazione del patrimonio territoriale, del protagonismo delle società locali, incorporando nell’analisi e nelle proposte la dimensione spaziale e del paesaggio. La tesi delinea un framework di governo del territorio multisettoriale e multilivello, alternativo a quello basato sulla destrutturazione globalizzata delle reti del cibo messa in atto dagli accordi economici internazionali, finalizzato alla riattivazione delle reti locali e di conseguenza alla ri- territorializzazione sistemi agroalimentari locali e al sostegno dello sviluppo di forme di autogoverno locale. Nella prima parte viene trattato il contesto problematico relativo all’attuale food planning e dei suoi squilibri legati all'agroindustria e alla de-territorializzazione delle reti del cibo, nonché quelli connessi alla separazione tra pianificazione territoriale e programmazione rurale. La seconda parte è incentrata sull’analisi di molteplici pratiche di food movements, politiche, strumenti, progetti, esperienze di ricerca-azione che si configurano come buone pratiche in risposta alle gravi emergenze ambientali, economiche e sociali generate dal paradigma globalizzato dell’agroindustria. Nella terza parte sono trattati quattro casi studio fra il sud America (Brasile e Argentina) e l’Europa. La parte quarta è incentrata sulla sperimentazione originale di un bilancio alimentare sul territorio della Città Metropolitana di Firenze. Nella parte conclusiva vengono definiti indirizzi innovativi per la costruzione di un modello di governance alimentare declinato in ottica bioregionale con una riflessione sulle possibili ricadute della strategia proposta sui territori.
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Books on the topic "Sistemi multifunzionali"

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I Great Lakes e la St Lawrence Seaway: Via d'acqua, Fourth Coast, sistema multifunzionale. Napoli, Italia: Loffredo University Press, 2011.

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Conference papers on the topic "Sistemi multifunzionali"

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Carallo, Sara. "Valorizzazione e tutela delle aree verdi periurbane per il recupero dell’identità culturale e della memoria storica del territorio." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7940.

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Abstract:
Il progetto di ricerca ha riguardato la progettazione di una greenway nel territorio comunale di Anzio e Nettuno al fine di comprendere come le aree verdi periurbane acquisiscono un ruolo di primaria importanza nell’ambito di attività di pianificazione territoriale. Esse infatti, in qualità di aree multifunzionali, consentono di innescare processi di riequilibrio dei flussi turistici e valorizzazione delle aree urbane. L’obiettivo principale del progetto si è concentrato sulla definizione di un’interazione dinamica tra sistemi sociali ed economici e sistemi ambientali basata su una funzione territoriale compatibile con gli obiettivi di tutela e delle risorse intendendo il territorio come substrato del processo di sedimentazione di valori storici, culturali e sociali. This research project focused on the design of a greenway in the municipality of Anzio and Nettuno in order to understand how green peri-urban areas acquire a role of primary importance within the activities of a territorial planning. As a matter of fact these multifunctional areas allow to trigger processes aimed at balancing tourist flows and enhancing urban areas. The project aims at defining a dynamic interaction between socio-economic and environmental systems based on a territorial function compatible with the objectives of protection of resources, being territory a substrate of the process of settling of historical, cultural and social values.
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