Academic literature on the topic 'Sistemi a concentrazione'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'Sistemi a concentrazione.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Journal articles on the topic "Sistemi a concentrazione"

1

Di Guardo, Sebastiano. "Innovazione organizzativa nei servizi di Giustizia per il Cittadino: il caso della Volontaria Giurisdizione." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 130–57. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001006.

Full text
Abstract:
L'articolo approfondisce il tema dell'innovazione organizzativa della Volontaria Giurisdizione, un istituto giuridico dell'ordinamento civile italiano che riguarda, tra le varie materie, le misure di protezione giuridica a favore delle persone disabili e degli anziani e che si svolge, perlopiů, senza intermediazione legale. In questo lavoro viene presentato il caso del progetto di cambiamento organizzativo del Tribunale di Monza. Si tratta di un caso di riprogettazione radicale dei processi interistituzionali di tutela giuridica e dei sistemi di erogazione dei servizi avvenuto con una grande partecipazione degli organi di governo dell'organizzazione, dei professionisti coinvolti, delle istituzioni e del territorio locale. Risultati tangibili sono stati l'abbattimento dei tempi di processo, la riduzione dei tempi di attesa per i Cittadini, l'eliminazione di attivitŕ banali con conseguente concentrazione su quelle piů critiche. I risultati socio-organizzativi sono stati la maggiore cooperazione tra giudici e cancellieri nell'interesse dell'ottimizzazione dei processi di lavoro, la sperimentazione di un partneriato tra Tribunale e Territorio per andare incontro ai bisogni espressi dalla Cittadinanza e la sperimentazione di un modello di cambiamento strutturale che č avvenuto anche senza nuove leggi o risorse aggiuntive.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Menis, Claudio. "Les rapports entre le droit communautaire et la nouvelle loi italienne relative à la protection de la concurrence." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 79–92. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344974.

Full text
Abstract:
Abstract La nuova legge italiana sulla concorrenza s’inserisce in un contesto economico e giuridico caratterizzato dall’esistenza del diritto comunitario della concorrenza, che è applicable a tutti i comportamenti delle imprese che producono effetti nella Comunità economica europea.Il diritto comunitario non esclude che gli Stati membri introducano leggi nazionali per la protezione della concorrenza, che anzi possono coesistere legittimamente con il diritto comunitario e anche svolgere un ruolo importante in seno alla Comunità.Pertanto, è utile esaminare quale sia l’incidenza del diritto comunitario della concorrenza sulla legge italiana e, inoltre, quale sia il ruolo che la legge italiana può svolgere per contribuire ad assicurare il buon funzionamento del mercato comune.In primo luogo, è necessario esaminare i rapporti tra gli articoli 85 e 86 del Trattato CEE e i diritti nazionali della concorrenza.Tali articoli si applicano esclusivamente ai comportamenti delle imprese che sono suscettibili d’influenzare gli scambi commerciali tra Stati membri. Essi non hanno quindi il compito di sostituirsi ai diversi diritti nazionali della concorrenza ma, al contrario, lasciano aperta agli Stati membri la possibilità di emanare norme specifiche per il controllo delle imprese i cui comportamenti hanno effetto nei rispettivi territori nazionali.Peraltro, secondo quanto ha stabilito nel 1969 la Corte di Giustizia delle Comunità europee, l’applicazione parallela del diritto comunitario e del diritto nazionale non può essere ammessa che nella misura in cui non pregiudichi l’applicazione uniforme, in tutto il mercato comune, delle norme comunitarie.Tra i diversi casi possibili, quelli in cui le autorità nazionali possono agire sono sia il caso in cui la Commissione abbia ritenuto di vietare gli accordi o le pratiche in discussione, ed in cui un divieto a livello nazionale potrebbe contribuire ad elevare le sanzioni nei riguardi dell’impresa incriminata (pur tenendosi conto del fatto che per motivi di equità le sanzioni cumulate non possono superare un certo livello), sia il caso in cui la Commissione abbia dichiarato che un accordo o una pratica non rientrano nel campo d’applicazione degli articoli 85 o 86; in quest’ultimo caso, secondo la dottrina prevalente, un’attestazione negativa non priverebbe le autorità nazionali del diritto di applicare la loro legislazione sulla concorrenza. Un caso analogo è quello in cui la Corte, con una speciale lettera amministrativa (lettre de classement), abbia espresso l’opinione di non dover intervenire in applicazione dell’art. 85, e nel quale le autorità nazionali possono applicare le loro norme più ristrette.Per quanto riguarda, poi, il regolamento comunitario attinente alle concentrazioni nei suoi rapporti con i diritti nazionali di concorrenza, esso non determina il suo campo di applicazione sulla base dell’influenza esercitata sugli scambi tra Stati membri, ma in funzione del criterio della dimensione comunitaria dell’operazione di concentrazione. In questo caso, contrariamente a quanto accade per l’applicazione degli articoli 85 ed 86 del Trattato CEE, viene escluso qualsiasi intervento dei sistemi nazionali nei riguardi delle concentrazioni di dimensione comunitaria (con due eccezioni: quando la concentrazione rischia di determinare una «posizione dominante” all’interno di uno Stato membro e quando uno Stato membro intenda assicurare la protezione di interessi legittimi che non sono tutelati dal regolamento comunitario).Gli Stati membri possono, invece, applicare la loro legislazione alle concentrazioni che non abbiano dimensione comunitaria.Tutto quanto precede riguarda i rapporti tra normative CEE e diritti nazionali degli Stati membri. Vediamo adesso la posizione della legge italiana con riguardo al diritto comunitario della concorrenza.A questo riguardo, vi sono alcune difficoltà interpretative. Infatti, secondo il primo comma dell’art. l della legge, quest’ultima si applicherebbe alle intese, agli abusi di posizione dominante ed alle concentrazioni d’imprese che non ricadono nell’ambito di applicazione delle norme comunitarie. Pertanto, l’Autorità italiana, dopo aver constatato che un caso sottopostole non rientra nell’ambito di applicazione della legge, ne informa la Commissione delle Comunità europee, trasmettendole tutte le informazioni in suo possesso.Se ci si attenesse, quindi, ai due primi’ paragrafi, si potrebbe ritenere che la legge italiana non possa mai essere applicata a casi che rientrano nella competenza del diritto comunitario della concorrenza; tale limitazione del diritto italiano della concorrenza, come si è visto, non è richiesta dal diritto comunitario (salvo per le concentrazioni di dimensione comunitaria).Il terzo paragrafo dell’art. 1, tuttavia, sembra introdurre un’eccezione a questa limitazione, affermando che, per quanto riguarda i casi per i quali la Commissione delle Comunità europee ha gia iniziato una procedura, l’Autorità italiana deve sospendere l’istruttoria, «salvo per gli eventuali aspetti di esclusiva rilevanza nazionale».Due interpretazioni sono possibili: che gli «aspetti di esclusiva rilevanza nazionale” si riferiscano soltanto a comportamenti che non sono suscettibili d’influenzare gli scambi tra Stati, oppure che si riferiscano anche a comportamenti che possono influenzare tali scambi e, di conseguenza, la legge italiana potrebbe applicarsi anche a comportamenti che rientrano nel diritto comunitario della concorrenza. In quest’ultimo caso potrebbe esservi un’applicazione parallela dei due ordinamenti della concorrenza, sempre con il rispetto del primato del diritto comunitario (salvo che per le concentrazioni di dimensione nazionale).Sara compito dell’Autorità scegliere tra queste due possibili interpretazioni.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Beretta, Enrico, Vacche Alessandra Dalle, and Andrea Migliardi. "Competitivitŕ ed efficienza della supply-chain: un'indagine sui nodi della logistica in italia." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (November 2012): 135–73. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002001.

Full text
Abstract:
La logistica č importante sia per la sua incidenza diretta sul Pil nazionale sia, in modo indiretto, nel consentire una maggiore o minore competitivitŕ del sistema-paese. La complessiva debolezza del sistema logistico italiano, documentata da varie fonti interne e internazionali, ha numerose cause: inadeguatezze nelle infrastrutture di trasporto a lungo raggio, ma anche dei raccordi di "ultimo miglio"; frammentazione e scarsa integrazione tra gli operatori; inefficienze localizzate nelle singole modalitŕ di trasporto; problemi nei raccordi tra i vettori di diverso tipo (ossia nell'intermodalitŕ); carenze programmatorie e normative. Il presente lavoro approfondisce queste tematiche mediante un'indagine condotta presso un campione di spedizionieri italiani. Per quanto attiene alle infrastrutture, gli operatori riterrebbero utile il completamento degli assi ferroviari in grado di connettere il paese alle principali direttrici di traffico europee, nonché di assicurare un efficace collegamento fra il Nord e il Sud del paese, ma anche un potenziamento dei raccordi locali con altri tipi di vettori, specie quello marittimo. Altri problemi risiedono negli allacci delle aree portuali alla viabilitŕ ordinaria e nell'insoddisfacente funzionamento dei nessi intermodali tra le diverse forme di trasporto. I centri logistici vengono ritenuti nel complesso sufficienti, anche se si riscontrano problemi circa l'eccessiva frammentazione e la distribuzione sul territorio. Tariffe del trasporto, durata e prevedibilitŕ dei tempi, efficienza e affidabilitŕ degli operatori sarebbero nel complesso sufficienti, a eccezione del comparto ferroviario. L'organizzazione della catena logistica risente di una scarsa programmazione delle attivitŕ, dell'insufficiente integrazione tra gli operatori e della loro eccessiva frammentazione. Le dotazioni informatiche degli operatori e il ricorso all'ICT vengono giudicate nel complesso sufficienti, ma č carente l'integrazione dei sistemi tra i diversi operatori, con conseguenze negative sul trattamento complessivo del ciclo della merce e sulla tracciabilitŕ delle spedizioni. Dall'indagine sono emerse anche diverse indicazioni di policy. In primo luogo, gli operatori chiedono di razionalizzare il quadro normativo, di rilanciare liberalizzazioni e concorrenza e di concentrare le risorse su un contenuto novero di obiettivi infrastrutturali realizzabili. In secondo luogo, gli operatori stessi potrebbero contribuire alla concentrazione e razionalizzazione dell'offerta. Infine, le Associazioni di categoria nazionali e locali dovrebbero stimolare l'integrazione dei diversi sistemi di ICT e promuovere il rispetto di standard minimi di servizio.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Charrier, Guy. "Parallèle entre la loi italienne pour la protection de la concurrence et le système français." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 103–15. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345045.

Full text
Abstract:
Abstract La nuova legge italiana per la protezione della concorrenza e del mercato presenta una notevole analogia, sia nei concetti che nei principali meccanismi applicativi, con le principali legislazioni dei Paesi membri della CEE e soprattutto con quelle che sono state introdotte negli anni più recenti.Il campo d’applicazione riguarda, almeno in principio, tutti i settori di attività, sia nel sistema italiano che in quello francese, poiché nessuna deroga è prevista, salvo per alcune particolari attività, come gli audio-visivi, la stampa, le banche e le assicurazioni.Questa estensione del campo di applicazione della legislazione si spiega con il fatto che essa riguarda tutte le pratiche anti-concorrenziali che vadano a detrimento del buon funzionamento del mercato e che tali pratiche siano suscettibili di provenire da tutti gli operatori economici.In Francia, peraltro, vige una distinzione tra comportamenti diretti a falsare il mercato, e che ricadono sotto le categorie di cartelli e di abuso di posizione dominante, di cui si occupa il Consiglio della concorrenza, e le pratiche restrittive, come il rifiuto di vendere, la subordinazione delle vendite, le discriminazioni e l’imposizione di prezzi, che sono di competenza dei tribunali perché in principio riguardano soltanto i rapporti tra imprese.Un secondo aspetto riguarda l’applicazione delle regole della concorrenza alle persone pubbliche. In principio, le disposizioni della legge italiana circa le imprese pubbliche (art. 8) e quelle della legge francese (art. 53) rispondono soltanto in parte alla questione. Nel diritto francese, quando una persona pubblica agisce da privato, è sottoposta alle leggi che riguardano il comportamento dei privati. Una difficoltà sorge, invece, quando questa persona pubblica, agendo nell’ambito dei suoi poteri, genera sul mercato effetti che danneggiano la concorrenza. Una recente sentenza del Tribunale dei conflitti ha concluso che le regole della concorrenza non si applicano alle persone pubbliche se non nella misura in cui esse diano luogo ad attività di produzione (di distribuzione o di servizi).La legge italiana non dà alcuna definizione del concetto di concorrenza nè dà alcun elemento che ne consenta la giustificazione economica. Altrettanto avviene con la legge vigente in Francia, ove sono i testi delle decisioni che forniscono indicazioni al riguardo.Il principio generate del divieto dei cartelli, come anche l’elenco dei casi suscettibili di costituire intese di carattere anti-concorrenziale, sono presentati in modo molto simile sia nella legge italiana che in quella francese. Ambedue riprendono, d’altronde, la formulazione dell’art. 85 del Trattato di Roma.Tutto fa pensare che l’Autorità italiana si troverà di fronte a casi analoghi a quelli di cui si è in varie occasioni occupato il Consiglio della concorrenza francese: cartelli orizzontali (accordi sui prezzi, sulla ripartizione dei mercati, sull’esclusione di un’impresa del mercato, ecc.); intese verticali (risultanti da accordi tra un produttore ed i suoi distributori nell’ambito di contratti di distribuzione selettiva o esclusiva); imprese comuni (la cui creazione può rientrare nel campo della proibizione di cartelli o costituire un’operazione di concentrazione); intese tra imprese appartenenti allo stesso gruppo (nel quadro dei mercati pubblici, il Consiglio ha ritenuto che non sia contrario alle norme concorrenziali, per imprese con legami giuridici o finanziari, rinunciare alla loro autonomia commerciale e concertarsi per rispondere a delle offerte pubbliche).Sull’abuso di posizione dominante, così come per i cartelli, i due sistemi italiano e francese presentano molte somiglianze. Tuttavia, contrariamente al diritto francese ed a quello tedesco, nella legislazione italiana non si fa alcun riferimento alle situazioni di «dipendenza economica». Peraltro, l’identificazione di questo caso è alquanto complessa e, sinora, il Consiglio non ha rilevato alcun caso che rientri nello sfruttamento abusivo di una situazione di dipendenza economica. Pertanto, si può forse concludere che il legislatore italiano sia stato, a questo riguardo, più saggio di quello francese. Più in generale, per quanto riguarda i casi di abuso di posizione dominante, il Consiglio deBa concorrenza ha seguito un’impostazione piuttosto tradizionalista.Anche sul controllo delle concentrazioni, il testo della legge italiana richiama quello francese e anche quello della normativa comunitaria, pur se è diversa la ripartizione delle competenze tra Autorità incaricata della concorrenza e Governo. Nella legge italiana, d’altra parte, vi sono delle norme relative alla partecipazione al capitale bancario che fanno pensare ad un dibattito molto vivo su questo tema.I livelli «soglia” per l’obbligo di notifica delle concentrazioni sono più elevati in Francia. Bisognerà poi vedere con quale frequenza il Governo italiano farà ricorso all’art. 25, che gli conferisce il potere di fissare criteri di carattere generale che consentono di autorizzare operazioni di concentrazione per ragioni d’interesse generale, nel quadro dell’integrazione europea.L’interesse delle autorità amministrative francesi nei riguardi delle concentrazioni, che un tempo era molto limitato, è divenuto più intenso negli anni più recenti, anche se i casi di divieto di concentrazioni sono stati sinora molto limitati.In conclusione, si può ricordare che un organismo competente in materia di protezione della concorrenza ha un triplice compito: pedagogico (attraverso la pubblicazione delle decisioni, delle motivazioni e delle ordinanze su questioni di carattere generale e sui rapporti attinenti al funzionamento del mercato), correttivo (per distogliere gli operatori economici da comportamenti anti-concorrenziali) e, infine, dissuasivo (poiché l’esperienza di applicazione delle leggi relative alla concorrenza dimostra che la loro efficacia dipende in modo decisivo dalla comminazione di sanzioni).
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Howe, Martin. "Reflections on the Italian Law for the Protection of Competition and the Market." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 135–45. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345081.

Full text
Abstract:
Abstract La nuova legge italiana per la protezione della concorrenza e del mercato è oggetto di grande interesse nel Regno Unito, a motivo dell’intenzione del governo di modificare il sistema britannico di regolamentazione della concorrenza, soprattutto per quanto riguarda i cartelli.La nuova legge deve ancora essere presentata, ma un libro bianco è stato preparato dal governo.La necessità di cambiare la legislazione al riguardo è emersa, in parte, perché essa è piuttosto antica (la prima legge è del 1948) e per vari aspetti inefficace, ed in parte per la difficoltà di conciliarla con la regolamentazione comunitaria.L’industria britannica teme che la diversità tra sistema nazionale e sistema comunitario di tutela della concorrenza possa tradursi in procedure concorrenti e con risultati discordanti, cosa che metterebbe in svantaggio le imprese britanniche rispetto a quelle degli altri partners comunitari.È rimarchevole il fatto che la legge italiana sia non soltanto modellata sulla base della legge comunitaria, ma che essa affermi che la legge nazionale non sarà applicata quando la Comunità europea abbia giurisdizione.Nel Regno Unito, invece, si insiste sulla possibilità di compiere indagini a livello nazionale, pur accettando il primato della legislazione comunitaria, in caso di contrasto. Si ammette che pratiche o accordi vietati dalla Commissione non possono essere consentiti, ma si sostiene che possono essere vietati, a livello nazionale, accordi e pratiche ammessi a livello comunitario.Peraltro, l’apparentemente chiara distinzione contenuta nella legge italiana tra i compiti della legislazione nazionale e quelli della legislazione comunitaria rischia di venir meno tutte le volte che i due ordinamenti interpreteranno le leggi in modo diverso. Questa possibility era stata alla base dell’opposizione del Regno Unito al conferimento alla Commissione europea della giurisdizione esclusiva per le fusioni di «dimensione comunitaria».Il sistema britannico è basato sul concetto di «interesse pubblico», che è per sua natura impreciso, anche se esso viene applicato in modo pragmatico e flessibile, cosa da non sottovalutare se si tiene conto del fatto che in questo campo le opinioni convenzionalmente accolte possono cambiare.Vi sono tuttavia numerosi vantaggi in un sistema che, come quello italiano, è basato su proibizioni, e di essi tiene conto il libro bianco governativo: dà messaggi più chiari alle industrie su cosa sia consentito, conferisce poteri investigativi più precisi all’Autorità della concorrenza e può anche stabilire sanzioni per comportamenti illegali, con possibili effetti deterrenti.L’Autorità italiana dovrebbe dare assoluta priorità alla eliminazione degli accordi decisamente anti-concorrenziali, come quelli diretti alla fissazione dei prezzi, alle domande ed offerte concordate, ed alla suddivisione del mercato. Si tratta di accordi che hanno raramente una giustificazione di carattere efficientistico o di altra natura.I cartelli su cui è necessario concentrarsi sono quelli di carattere orizzontale, mentre i cartelli verticali non sembrano rilevanti, almeno di regola. Pertanto, l’avere inserito anche i cartelli verticali nella legislazione italiana (conformemente a quella europea) complica molto il lavoro dell’Autorità (a motivo dell’intenso lavoro burocratico che ne conseguira) senza effettivamente contribuire alla tutela della concorrenza, che potrebbe in questo caso avvenire attraverso il ricorso alla categoria dell’abuso di posizione dominante.Per quanto riguarda le concentrazioni, sebbene quelle orizzontali siano il modo più semplice mediante cui si può giungere all’abuso di posizione dominante, bisogna riconoscere che esse costituiscono una parte molto controversa della politica della concorrenza. Vi è il problema di stabilire le dimensioni della concentrazione da sottoporre a controllo, nonché quello della prevalenza di altre considerazioni, attinenti, per esempio, alla promozione dello sviluppo regionale, rispetto ai principii della concorrenza.A proposito delle concentrazioni, bisogna distinguere il caso in cui le attività in questione siano esposte alla concorrenza internazionale da quello in cui non lo siano. In quest’ultimo caso, gli effetti delle concentrazioni devono essere esaminati con attenzione maggiore, per verificare se possano aver luogo benefici sotto il profilo di una maggiore efficienza o sotto altri aspetti. Si tratta, comunque, di valutazioni molto complesse, che non possono risolversi con una semplice formula circa il tasso di concentrazione.La repressione dell’abuso di posizione dominante è indubbiamente una parte essenziale della legislazione per la tutela della concorrenza. Tale è quindi anche nel Regno Unito, dove peraltro l’inesistenza di proibizioni rende difficile ottenere effetti deterrenti. Peraltro, un limite all’accoglimento del sistema previsto dall’art. 86 del Trattato CEE (così come del corrispondente articolo 3 della legge italiana) è costituito dalla difficoltà di definire l’«impresa dominante” e, ancor più, l’«abuso», con la conseguenza che si rischia di rendere ancora più difficile la vita delle imprese, che si troverebbero di fronte al divieto di compiere atti «illegali” che non sono precisamente definiti.Sebbene siano state numerose nel Regno Unito le indagini in materia di abuso di posizione dominante, nella maggior parte dei casi esse hanno condotto alla conclusione della loro infondatezza. È probabile che l’Autorità italiana abbia esperienze analoghe.Per quanto possano essere diverse, da Paese a Paese, le leggi sulla concorrenza e gli stessi ordinamenti, nonché i sistemi economici e sociali, è sorprendente la somiglianza tra i problemi che le autorità responsabili della tutela della concorrenza si trovano di fronte.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Cirillo, S., L. Simonetti, F. Di Salle, L. Stella, R. Elefante, and F. Smaltino. "La risonanza magnetica nell'emorragia subaracnoidea." Rivista di Neuroradiologia 2, no. 3 (October 1989): 219–25. http://dx.doi.org/10.1177/197140098900200304.

Full text
Abstract:
La risonanza magnetica per immagine dell'emorragia subaracnoidea ha un ruolo ben definito nelle fasi subacute: l'efficacia della TC si riduce velocemente, mentre l'accuratezza diagnostica della RM aumenta per l'evidente accorciamento del T1 legato alla metemoglobina ed alla lisi cellulare. La velocity di produzione di metemoglobina e di lisi eritrocitaria sono in relazione con la riduzione della concentrazione locale di glucosio. Nel sistema subaracnoideo una molecola soluta può seguire i gradienti di concentrazione: la concentrazione di glucosio non può, perciò, abbassarsi velocemente, come nelle raccolte parenchimali. Comunque, anche se l'iperintensita in T1 è chiaramente dipendente dalla concentrazione, è possibile riconoscere un'emorragia subaracnoidea anche a basse concentrazioni sangue/liquor, come abbiamo riscontrato in 2 pazienti. Nelle fasi iperacute ed acute la sensibilità della RM è basata principalmente sulla riduzione del T2 causata dalla formazione di deossiemoglobina, mentre il segnale in T1 non subisce importanti modificazioni: la bassa velocity di riduzione della pressione parziale di ossigeno negli spazi subaracnoidei rende difficile distinguere miscele sangue-liquor dal liquor puro. Perciò la diagnosi RM di ESA può essere difficile, come abbiamo riscontrato in due pazienti, ma i coaguli possono offrire un utile ausilio semeiologico. Nelle fasi precoci il segnale dell'ESA è completamente modificato dai processi coagulativi, a causa di un chiaro accorgimento del T1, che diviene evidente durante la retrazione del coagulo. Questo carattere può essere considerato un utile marker in vivo di ESA acuta: è stato cosi possibile valutare una lieve iperintensità silviana in un'ESA acuta altrimenti negativa. D'altra parte bisogna considerare che la coagulazione di miscele sangue/liquor a influenzata da vari fattori biochimici, fisici e topografici, e quindi può presentare aspetti molto differenti e necessita di un esame accurato per essere dimostrata.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Balaguer Callejón, Francisco. "L'impatto dei nuovi intermediari dell'era digitale sulla libertà di espressione." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (August 2021): 33–62. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-001002.

Full text
Abstract:
Le nuove tecnologie hanno un impatto sia positivo che negativo sulla libertà di espressio-ne, sui diritti costituzionali e sui processi democratici. Tale incidenza è stata positiva nelle fasi iniziali di sviluppo del Web e in particolare nelle prime fasi del Web 2.0, quando Internet era progettato in modo più partecipativo e cooperativo. Negli ultimi anni, tuttavia, sono emersi processi gerarchici di organizzazione di informazioni e dati ad opera di grandi socie-tà tecnologiche che si pongono come nuovi intermediari tra utenti e sfera pubblica. La libertà di espressione è attualmente condizionata da questi intermediari che controllano i processi di comunicazione. L'articolo si propone di riflettere sul ruolo di questi nuovi intermediari in relazione alla configurazione della sfera pubblica nei sistemi democratici, mettendone in rilievo l'impatto riguardo alla libertà di espressione nell'ambito dei rapporti tra sfera pub-blica e privata e tra sfera statale e globale. In questi ambiti la capacità di regolazione e con-trollo da parte dello Stato si indebolisce a fronte del potere di queste grandi società che occu-pano e monopolizzano uno spazio pubblico dove la libertà di espressione viene ridotta a merce, tanto che informazioni e opinioni si trasformano in dati monetizzabili, attraverso gli algoritmi delle applicazioni Internet. In tal modo l'utilizzo di questi algoritmi, allo scopo di promuovere fake news e radicalizzazione per attirare l'attenzione del pubblico e generare maggiori guadagni, rischia di distruggere una percezione sociale condivisa della realtà. Tra le tante misure che possono essere adottate, spiccano quelle legate al diritto della concorren-za, ovvero basate su misure previste da regolatori istituzionali e volte ad ostacolare una concentrazione ancora maggiore di potere monopolistico. Tuttavia, invece di restrizioni, sarebbe preferibile lasciare spazio a una tecnologia aperta che ponga fine alla natura chiusa e gerarchica delle applicazioni.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Ruppelt, Hans-Jürgen. "Competition Law and its Application in Germany." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 117–24. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345054.

Full text
Abstract:
Abstract L’economia tedesca è sempre stata caratterizzata da una struttura molto concentrata, in cui le imprese facevano frequente ricorso ai cartelli. Alia fine dell’ultima guerra, gli alleati (ed in particolare gli Stati Uniti) hanno insistito perché la concentrazione fosse ridotta ed i cartelli fossero eliminati, introducendo cosi la libera concorrenza nell’economia.La legge ha introdotto un generale divieto di cartellizzazione, con alcune esenzioni legali che consentono specifiche intese.L’applicazione della legge attraverso un organismo indipendente, l’Ufficio Federale dei Cartelli, si è basata esclusivamente sugli aspetti concorrenziali, con esclusione quindi degli aspetti di «interesse pubblico». L’unica eccezione è costituita dal potere di autorizzazione di cartelli e concentrazioni da parte del Ministro, che tuttavia vi ha fatto ricorso molto raramente.Nell’ambito di applicazione della legge sono rientrate non soltanto le attività dirette a limitare la concorrenza da parte dei privati, ma anche le distorsioni del mercato prodotte da interventi pubblici, come regolamentazione, sussidi e protezionismo. Negli anni più recenti, in particolare, la politica della concorrenza si è ispirata all’idea di modificare l’equilibrio tra settore privato e settore pubblico, riducendo quest’ultimo mediante deregolamentazione e privatizzazione.La legge tedesca riguarda essenzialmente quattro gruppi di limitazioni della concorrenza: accordi orizzontali, restrizioni verticali, abuso del potere di mercato e concentrazioni.Gli accordi orizzontali sono proibiti e, di conseguenza, nulli. Coloro che vi abbiano preso parte sono passibili di una multa che può giungere fino ad un ammontare pari a tre volte il valore degli utili così conseguiti. Si tratta, peraltro, di un criterio di difficile applicazione, essendo molto ardua la determinazione dell’incremento di utili ottenuto con un accordo.Una lacuna del sistema era costituita dal fatto di escludere alcune forme di collusione che a stretto rigore non rientravano nella categoria degli «accordi». È stato necessario emendare la legge, includendovi esplicitamente le «azioni concertate».Un secondo problema riguarda l’inclusione o meno nel concetto di «restrizione della concorrenza” dell’obbligo per le parti dell’accordo di mettere in atto comportamenti contrari alla concorrenza. Secondo l’interpretazione degli organi giudiziari tale obbligo si deve presumere.Per quanto riguarda le deroghe, l’Ufficio Federale dei Cartelli tende ad essere alquanto rigido.Per gli «accordi verticali», la legge tedesca, in contrasto con l’art. 85 del Trattato CEE e con la legge italiana, introduce specifiche regole. Essi sono, in genere, legali, con la sola eccezione degli accordi per la determinazione del prezzo, che sono proibiti di per sé, a meno che non riguardino il settore dell’editoria.Gli interventi per accordi verticali sono stati poco frequenti e, a quanto sembra, nella maggior parte dei casi tali accordi non dovrebbero essere stati influenzati dalla legislazione sulla concorrenza.Per quanto riguarda l’abuso di potere di mercato, il vecchio adagio statunitense vale anche per la Germania: le dimensioni non danno luogo, di per sé, ad un pericolo. Analogamente, una posizione dominante, come tale, non può essere ritenuta dannosa, anche se è ampiamente diffusa l’opinione secondo cui non debba essere consentito l’abuso di posizione dominante.Sotto il profilo applicativo, peraltro, bisogna identificare due fondamentali presupposti: una «posizione dominante” e un «comportamento abusivo».Il controllo del comportamento abusivo persegue, sia in Germania che in Italia, due obiettivi: impedire alle imprese dominanti di stabilire prezzi troppo elevati, realizzando profitti monopolistici (abuso di prezzi), e proteggere la libertà di competere delle altre imprese (pratiche restrittive).Per quanto riguarda l’abuso di prezzi, l’esperienza tedesca non è stata molto incoraggiante, soprattutto per la ben nota difficoltà nella definizione del «giusto prezzo».Hanno avuto maggiore successo, invece, i procedimenti nei riguardi di pratiche restrittive. Anche in questo caso non e facile applicare la normativa concorrenziale, specie per quanto riguarda i casi «marginali», come i casi di collegamenti tra imprese che non sembrano evidenziare comportamenti anti-competitivi.L’introduzione della regolamentazione delle concentrazioni è avvenuta in Germania soprattutto per le difficoltà nel perseguire gli abusi di posizione dominante. Diversamente dalla legge italiana, il sistema tedesco non prevede un minimo fatturato nazionale, ma fa riferimento al valore del fatturato nel suo complesso, dovunque sia stato conseguito.Notevoli difficoltà potranno derivare dalla definizione del concetto di «controllo». Dal punto di vista pratico sembra conveniente combinare le caratteristiche di flessibilità e certezza giuridica con una definizione generale che specifichi il maggior numero possibile di fattispecie.Le caratteristiche più significative dell’attività di controllo delle concentrazioni svolta in Germania sono l’effetto sospensivo della notificazione che precede la concentrazione e un criterio strettamente concorrenziale. L’esperienza dimostra che è molto difficile far venir meno una concentrazione, una volta che sia stata effettuata. Per questo motivo si richiede che le concentrazioni che eccedono una determinata soglia siano comunicate in anticipo.Sebbene l’Ufficio Federale dei Cartelli abbia a disposizione quattro mesi per completare la sua investigazione, circa i tre quarti delle procedure sono completate entro quattro settimane.Vi è una netta distinzione di compiti tra l’Ufficio Federale dei Cartelli e il Ministro dell’Economia. Il primo si occupa degli aspetti strettamente inerenti alla concorrenza, senza tener conto degli altri benefici che possono derivare dalla concentrazione. Il Ministro, invece, per considerazioni d’interesse pubblico, può autorizzare una concentrazione che l’Ufficio Federale dei Cartelli aveva bloccato. Sino ad ora (dal 1973) soltanto sei autorizzazioni sono state concesse dal Ministro e non sembra che esse abbiano dato luogo ai risultati positivi che erano attesi.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Baglioni, Angelo. "Liberalizzazione, concentrazione e diversificazione del sistema bancario italiano." ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, no. 3 (September 2009): 7–19. http://dx.doi.org/10.3280/poli2009-003002.

Full text
Abstract:
- Starting from the early nineties, the Italian banking system has undergone a deep process of deregulation, consolidation and diversification. The deregulation process has enabled Italian banks to enter new - geographical and product - markets. The single European market has introduced a competitive challenge from abroad. The concentration process may be explained on several grounds. Smaller banks have aimed at reaching a more efficient scale of production. Deals involving banks located in Northern and Southern Italy had a prudential rationale, given the weakness of Southern banks. Large banks have presumably pursued a defensive strategy, due to the threat of take-overs from abroad. An important role has been played by the moral suasion exerted by the Bank of Italy. Deregulation and consolidation have come along together with an increase of the competitive pressure, as shown by the decline of interest rate margins. Banks have reacted by diversifying their business, in order to expand their sources of revenue and to create switching costs for their customers (by selling bundles of services). Keywords: banks, deregulation, consolidation, competition Parole chiave: banche, liberalizzazione, concentrazione, concorrenza Jel Classification: G21 - L89
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Febi, G., G. Arcidiacono, P. Marchesi, M. Tosetti, and R. Battini. "L'impiego della maschera laringea in anestesia pediatrica per RM." Rivista di Neuroradiologia 13, no. 2 (April 2000): 197–202. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300206.

Full text
Abstract:
Per eseguire un esame di risonanza magnetica (RM) in età pediatrica è necessario “sedare” in sicurezza il bambino per garantirne durante le scansioni I'immobilità e l'omeostasi delle funzioni vitali. Nella ricerca di una metodica che riassumesse caratteristiche di invasività minima, scarsa produzione di inquinamento ambientale e che consentisse un esatto e costante controllo del livello di anestesia e della pervietà delle vie aeree, siamo giunti all'utilizzo della maschera laringea (LMA) abbinato ad anestesia generale inalatoria in respiro spontaneo. In un periodo di 18 mesi 482 bambini non premedicati di classe ASA I-III (5,5 + 4,3 aa; range 1 giorno − 18 aa) affetti da patologie del SNC sono stati sottoposti in sequenza ad anestesia inalatoria con LMA per eseguire una RM cerebrale. Utilizzando un circuito Mapleson “F” modificato allungando le branche inspiratoria ed espiratoria e collegando quest'ultima ad un sistema di aspirazione “Venturi”, l'anestesia veniva indotta, in presenza di un genitore, facendo respirare al bambino alotano a concentrazioni rapidamente crescenti in una miscela gassosa di ossigeno e protossido d'azoto al 50%. Alla scomparsa del riflesso ciliare il. genitore poteva allontanarsi, si provvedeva ad incannulare una vena periferica e quindi si introduceva una maschera laringea di misura appropriata. Utilizzando un monitor amagnetico compatibile con gli alti campi magnetici presenti, si provvedeva quindi a monitorare la saturazione trans-cutanea dell'ossigeno (Sa02), l'ECG, la PA non invasiva, la pressione parziale della C02 di fine espirazione (EtPC02) e la concentrazione sia dell'alogenato che dei gas respirati. Si posizionava poi il bambino all'interno del magnete continuando l'anestesia in respiro spontaneo con alotano a 1,5 della sua concentrazione minima alveolare inibente (MAC) in miscela gassosa di ossigeno ed aria, con un flusso respiratorio minimo di 300 ml/Kg/min. Circa alla metà della durata dell'esame la concentrazione dell'alogenato veniva diminuita a circa 1,0 MAC. Al termine dell'esame si sospendeva l'erogazione dell'alogenato togliendo la maschera laringea alla comparsa dei primi riflessi delle vie aeree superiori. Il piccolo veniva poi adagiato su un lettino di un'altra stanza dove si risvegliava accanto allo stesso genitore che aveva precedentemente assistito all'induzione. In tutta l'esperienza descritta, sia durante l'induzione, che nel periodo intraesame, come al risveglio, non sono stati registrati casi rilevanti di desaturazione, ipotensione, bradicardie, aritmie, convulsioni o altri incidenti clinicamente significativi. Non si è mai constatato rigurgito gastro-esofageo. Questo lavoro durato quasi due anni ci porta senz'altro a concludere che l'utilizzo della LMA con anestesia inalatoria in respiro spontaneo per il paziente in età pediatrica in risonanza magnetica, comporta ottimi risultati in fatto di sicurezza ed efficacia anestesiologica.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Dissertations / Theses on the topic "Sistemi a concentrazione"

1

EGIDI, LORENZO. "Studio e sviluppo di sistemi solari a concentrazione." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2017. http://hdl.handle.net/11566/245427.

Full text
Abstract:
In questo lavoro, svolto durante i tre anni di dottorato, viene presentato lo studio dei sistemi fotovoltaici e termici a concentrazione. Nella prima parte della tesi, si sono messe a confronto gli effetti delle ottiche secondarie sulle prestazioni delle celle fotovoltaiche a tripla giunzione tramite un banco di prova indoor ed outdoor. Le celle fotovoltaiche utilizzate sono a tripla giunzione III-V di forma circolare con una superficie attiva di 4,15 mm2. Le celle fotovoltaiche 3J testate hanno differenti substrati, Insulated Metal Substrate (IMS) e Direct Bonded Copper (DBC). Le ottiche utilizzate sono costituite, da una lente Fresnel come ottica primaria, utilizzata solo nel banco outdoor, due ottiche secondarie rifrattive (RTP) realizzate in materiale dielettrico. La massima efficienza raggiunta durante i test è circa il 30%, nel banco indoor, e del 17% nel banco outdoor a causa della bassa efficienza della lente Fresnel. Inoltre, sono state monitorate le prestazioni di due impianti CPV da 3,5 kWp, in condizioni di funzionamento reali. Il rendimento elettrico ha fatto registrare un massimo pari al 31% ed una potenza pari a 2,7 kW. Inoltre si è valutato l’effetto dello sporco: una lente Fresnel pulita permette di produrre circa il 19% di potenza in più ed un’efficienza maggiore del 5%, a parità di DNI. Il sistema d’inseguimento, nel caso peggiore, ha commesso un errore pari a 0,26°, inferiore all’angolo di accettanza delle ottiche (0,4°). Contemporaneamente, è stata eseguita una campagna sperimentale su un sistema solare termico a concentrazione da 2,5 kWt. L’impianto ha fatto registrare una produzione massima giornaliera pari a 22,5 kWh con un’efficienza massima del 71,7%. Infine tramite un modello numerico, sviluppato per supportare la progettazione del prototipo, sono state simulate le prestazioni dell’impianto. I risultati ottenuti tramite il modello numerico sono in buono accordo con i dati ottenuti dalla campagna sperimentale.
The paper presents the study of concentration photovoltaic and thermal system, carried out during the three years of Phd. The first part of thesis analyzes and compares the effects of the secondary optics on the performance of a triple junction solar cell. Are set up two bench test, an indoor bench test and an outdoor one. The cells are triple junction III-V and they have a circular shape with an active area of 4.15 mm2. In addition, two different solutions for the 3J cell receiver are tested, the Insulated Metal Substrate technology (IMS) and the Direct Bonded Copper (DBC). The optics consists of a primary Fresnel lens with constant pitch, used only with outdoor bench test, and a refractive secondary optic (RTP) made of dielectric material. Maximum efficiency achieved about 30% on indoor bench, and 17% in outdoor bench, mainly due to low Fresnel lens efficiency. During the research project monitoring the performance of two 3,5 kWp CPV devices under real outdoor operating conditions, took place. The overall AC electrical efficiency has a peak of 31% and the maximum electric production is 2.7 kW. The effect of lens fouling has a much higher impact: a clean lens allows to produce about 19% more power and efficiency increases by 5%, at equal solar irradiation. The tracking mechanism has proved, in the worst case, an inaccuracy of 0.26° which is lower than the acceptance angle of the optics (0.4°). Concurrently, an extensive test campaign has been carried out of a 2.5 kWt Concentrated Solar Thermal Power system. The experimental analysis allowed to prove that the overall plant performance and the optical efficiency were high. In particular, the daily energy production and the plant efficiency reached a peak value of about 22.5 kWh and 71.71%. The plant output has also been investigated using an analytical model previously developed to support the prototype design. In general, the simulation results were in good agreement with the experimental data.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

POZZETTI, Luana. "Sistemi Fotovoltaici a Bassa Concentrazione per Integrazione Architettonica." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2014. http://hdl.handle.net/11392/2389060.

Full text
Abstract:
For approval of tariffs imposed by the Decree DM July 5, 2012 (Quinto Conto Energia) for photovoltaic systems integrated with innovative features, is defined as “non-conventional photovoltaic module” a “photovoltaic module whose use is possible and effective only for applications like architectural , being itself a building element”. In this context, the concentrating photovoltaic systems suitable for building integration (BICPV) are low concentration parabolic trough (LCPV , C <10 suns), which need a single axis movement in order to ensure uniform illumination of the photovoltaic cells, and luminescent solar concentrators (LSC, C = 2-3 suns), able to concentrate both the direct and diffuse radiation. These systems are highly versatile: they have a linear or planar geometry easily to integrate. They are also multi-functional as they may offer additional features such as sun shading or night lighting. In this thesis are presented two different solutions for BICPV: the linear parabolic trough Solar Flight and the solar window based on LSC. Both systems are equipped with an integrated MPPT (Maximum Power Point Tracking), and the energy produced by the photovoltaic cells is used to power white or RGB integrated LED bars for ambient lighting. Have been cured all the different phases of prototyping two modules: the optical and mechanical design, the realization of electronic circuits, the characterization lab tests and finally the installation of the modules in a passive house presented in Madrid during the international Solar Decathlon Europe 2012 competition.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

GHIRARDI, Elisa (ORCID:0000-0002-2939-482X). "Ottimizzazione di impianti solari a concentrazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2021. http://hdl.handle.net/10446/183100.

Full text
Abstract:
The energy demand expected increase and the even more impacting greenhouse effect promote many effort to increase the renewable contribute in several electric markets and is expected to increase further in the next years. The increasing penetration of PV and wind energy, that are for definition unpredictable and variables, in several markets is forcing the power plants (both fossil and renewable) to operate with a high level of flexibility and a high dispatchability is becoming a requirement as important as a low price. In spite of a higher LCOE, Concentrated Solar Power (CSP) plants are recognized as the favorite way to produce electricity thanks to the availability of an embedded long-term storage system that allows supplying thermal energy when the irradiation is low (or fluctuating) and can extend (or shift) the operation of the plant according to the power demand variability. This thesis proposes the assessment of the central receiver system (CRS), considered the best option over CSP technologies. Nevertheless, many aspects still penalize the tower systems, mainly the higher installation costs and the lower energy density. The optimal design of the heliostat layout and the selection of the optimal geometrical/design parameters (tower height and receiver dimensions, among all) are fundamental to improve the performance of CRS, independently of the operation mode of the plant (connected or not to the grid). Successively, the capacity of a solar tower system operating in island-mode to fulfill the power demand is investigated, compared with the most mature PTC technology. Finally, the integration of the CRS is investigated in a fully renewable production system (PV+Wind turbines+CSP) where 90\% of the load must be satisfied.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Petito, Fabio. "Definizione, modellazione teorico – sperimentale ed energy management di sistemi termo – fotovoltaici a concentrazione." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/2567.

Full text
Abstract:
2015 - 2016
The evolution in the renewable energies field led to search for solutions that allow the combined achievement of heterogeneous energy vectors. This theme introduces multiple levels of analysis, from the definition of new systems and the environmental impact analysis to the overall economic performances, in the traditional cost – benefit paradigm. In this context, the Green Renewable Technologies redefines the concept of innovative solution, as they represent a choice based on eco – sustainability princes. This aspect provides a driving force, both for the basic and industrial research. The key point of the analysis can be summarized in two basic concepts: the definition of new systems not yet standardized and the combined energy production in order to meet different demands. In this analysis, the systems based on the solar concentration present wide margin of study. Such devices don’t have established standards from the specific system configuration point of view and as regards the basic components. In addition, although primarily designed for the electrical or thermal energy production, in a separate way, they have a high potential of combined energy capability. In the presented work a complete analysis of the concentration systems is provided. Considering both the electrical and the thermal energy production, we can talk of concentrating photovoltaic and thermal systems. Generally, the basic principle of these systems is to focus the solar radiation, by means of optical devices, on specific solar cells, the multi – junction ones, in order to increase the obtained energy and decrease the solar cell area. The sunlight concentration lead to an increase in the solar cell temperature, hence a right cooling is needed. By employing a cooling fluid it is possible to avoid electrical losses and simultaneously obtain thermal energy. The main aim of this work is the definition and theoretical – experimental modeling of such kind of systems in order to evaluate their energetic and economic performances. In particular, the work is not referred to a specific plant but, by means of different simulations, a parametric analysis has been conducted in order to understand the different variables influence on the system configuration. Hence, it was possible to adapt the system operating with different configurations and to assess the electrical and thermal potential depending on a specific application. A concentrating photovoltaic and thermal systems is principally composed of three parts, the optics that allows the sunlight concentration, the receiver, where the solar cells are placed and the tracking system. The solar cells chosen are triple junction solar cells, in particular the characteristics of Indium – Gallium phosphide, Gallium arsenide and Germanium (InGaP/GaAs/Ge) cells have been experimentally analyzed. The work evaluates the main parameters of a concentrating plant, such as the concentration factor which describes how many times the incident radiation has been amplified, the acceptance angle which affects on tracking and the configuration. This describes how the cells and the optics are arranged to each other. The concentration systems are described in each component, highlighting what is present in the literature. The analysis defines both the part to modeling and the employed tools in order to achieve an overall assessment of these systems. In this way, starting from the input, a procedure for the solar potential evaluation has been defined by means of the artificial neural networks. In particular, as these systems work only with the direct component of the solar radiation, two networks have been analyzed both for the global and direct radiation, employing a recombination process. The first network considers seven input parameters while the second one, for the direct radiation evaluation, exploits four input variables, including the cloudiness. These models have been trained, validated and tested exploiting data from national databases and experimental measures for different years. The neural networks designed have also been statistically compared with the main literature results in this field, reporting excellent performances. In order to evaluate the energetic performances of a concentration system, different models have been introduced. In particular, models for the electrical analysis, starting from the cells characteristics and the chosen configuration, have been defined. Moreover, the thermal analysis has been conducted, studying the cell temperature. Hence, the definition of a Random Forest model for the cell temperature predicting has been a key point of the analysis. The evaluation of the cell temperature under concentration, in fact, represents a problem which effects both the electrical and the thermal analysis. Hence, the realized Random Forest model, allows to solve different problems. As for the neural networks models, also for the Random Forest model the use of experimental data has been fundamental. Once known the cell temperature, different thermal model have been realized in order to evaluate the cooling fluid temperature. In particular, depending on the concentration level and the number of the cells, two different cooling circuit have been realized. The first one based on a point – focus configuration, while the second one based on a line – focus configuration. By means of graphic softwares, such as Catia and Solidworks, and implementing a numeric analysis in Ansys, the fluid temperatures in the different cooling circuits have been evaluated. The line focus configuration has shown the best performances both for the reached temperatures and the response time. The last modeling phase analyzed the system connection with a residential user. In particular, the use of a tank which would represent a thermal energy storage has also been evaluated. Moreover, different inefficiency analysis has been conducted in order to evaluate the energetic end economic performances of the concentration systems in different conditions. The experimental analysis represented a key point for all the realized model. It had a dual role, on one hand, it allowed to understand the influence of different variables, not theoretically evaluable. On another hand, it allowed to obtain a database of experimental measures, which have been fundamental for the different realized models, such as the neural networks and Random Forest. The experimental analysis starts with the development o a concentrating system at the University of Salerno. This plant presents a point – focus configuration with a Fresnel lens, as primary optics, a kaleidoscope as secondary optics, and a triple junction solar cell. This plant allowed to define an experimental procedure for the concentration factor evaluation. By changing the Fresnel lens height, it was possible to modify the concentration factor and to evaluate different cell parameter such as the open circuit voltage, the short circuit current, the efficiency, the fill factor and the series and shunt resistances. The maximum concentration factor reached has been of 310 suns, with a lens height of 24 cm. The experimental phase provided for the definition of a measurement equipment that, on the one hand, allowed the monitoring of the system performances, while on another hand it permitted to collect measures useful for the theoretical models. In particular, different thermo – resistances, a pyranometer, an acquisition system and a Source Meter Unit have been employed in order to monitor the electrical signals and for the cell characterization. The last phase of the experimental study allowed to design a new line focus system with a concentration factor of about 100 suns. The main results of the theoretical – experimental modeling, after the input analysis and the study of the system variables, show the electrical and thermal performance of the concentration systems defined. In particular, considering a residential user and exploiting a choice model, a point – focus system with 180 triple junction cells has been chosen. With this configuration, considering the electric national grid and a thermal energy storage, the system allows to meet the user energy demands. Another application example, for a residential user, led to define a line focus system with 500 triple junction solar cells. The experimental results, over the estimation of the concentration factor, have shown a maximum temperature for the solar cell of about 70°C. Hence, it allowed the parametric analysis of the cell temperature by means of the Random Forest model, which shows as, increasing the concentration factor, the system can be employed both for the winter heating and the summer cooling. Generally, for a domestic user in the South of Italy, the concentrating photovoltaic and thermal system allows an annual electric energy production of about 3000 kWh and an annual thermal energy production between 10000 and 13000 kWh. Taking into account of average energy demands and considering the system possibility of work with the electrical national grid and a tank, the concentrating systems represent a good solution for a residential user. Moreover, as shown by the analysis of the different configuration, the systems can meet the energy demand with a simple payback period between 8 and 11 years, considering some inefficiencies. Hence, the presented work shows the great potential of the concentration system in the combined energy production field. The theoretical and experimental analysis have been conducted focusing on the study of the different parameters influence. The main results are connected to the input prevision, the system operating analysis for both the electrical and the thermal part and the designing of different prototypes. The concentrating photovoltaic and thermal systems represent an interesting alternative solution which shows a high flexibility in the system configuration and which constitute a topic for further development, in particular for the definition of a standard plant. [edited by author]
La continua evoluzione nel settore delle energie rinnovabili ha condotto alla ricerca di soluzioni che permettano l’ottenimento combinato di vettori energetici eterogenei. Tale tematica introduce molteplici piani di analisi, dalla definizione di nuovi sistemi, all’analisi dell’impatto ambientale fino alla resa economica complessiva, nel classico paradigma costi – benefici. In quest’ottica, le Green Renewable Technologies ridefiniscono il concetto di soluzione innovativa, in quanto rappresentano una scelta basata su principi di eco – sostenibilità. Tale aspetto fornisce una spinta propulsiva, sia alla ricerca di base che a quella industriale. Il punto cardine dell’analisi è sintetizzabile attraverso due concetti basilari: la definizione di nuovi sistemi non ancora standardizzati e la produzione combinata di energia per il soddisfacimento di richieste differenti. In questo discorso si innestano, trovando ampi margini di studio i sistemi a concentrazione solare. Tali dispositivi, infatti, risultano privi di standard affermati sia dal punto di vista della configurazione specifica di impianto, che per quanto concerne la componentistica di base. Inoltre, seppur studiati principalmente per la produzione di energia elettrica o termica, in maniera separata, essi presentano elevate potenzialità di producibilità combinata. Nel lavoro presentato viene fornita un’analisi approfondita dei sistemi a concentrazione. Nello specifico, considerando sia la parte elettrica che quella termica e definendo le principali tecnologie a supporto, parliamo di sistemi termo – fotovoltaici a concentrazione. In generale, il principio fondamentale di un sistema termo – fotovoltaico a concentrazione è quello di focalizzare i raggi luminosi, per mezzo di dispositivi ottici di vario genere, su particolari celle solari, di tipo multi – giunzione, al fine di aumentare l’energia ottenuta e ridurre l’area del materiale fotovoltaico attivo. Con la concentrazione della luce solare, la temperatura delle celle aumenta ed è fondamentale un corretto raffreddamento, al fine di non inficiare sul rendimento elettrico. Attraverso uno smaltimento attivo del calore, tramite un fluido termo – vettore, è possibile ottenere contemporaneamente energia termica. Lo scopo del lavoro è la definizione e modellazione teorico – sperimentale di tali apparati al fine di poterne valutare le prestazioni energetiche ed economiche. In particolar modo, non ci si è riferiti ad uno specifico impianto ma, attraverso le varie simulazioni, si è svolta un’analisi parametrica che permettesse di comprendere l’influenza di ciascuna variabile, interna o esterna, sul sistema. In tal senso, è stato possibile adattare il funzionamento dell’impianto con varie configurazioni e valutarne le potenzialità elettriche e termiche a seconda dell’applicazione. Un sistema termo – fotovoltaico a concentrazione è composto da tre parti principali, l’ottica che permette di focalizzare la luce, il ricevitore, dove sono alloggiate le celle multi – giunzione e che include il sistema di recupero del calore e l’inseguitore. Le celle scelte sono a tripla giunzione, in particolar modo sono state analizzate sperimentalmente le caratteristiche di celle di fosfuro di Indio – Gallio, arseniuro di Gallio e Germanio (InGaP/GaAs/Ge). Il lavoro valuta i principali parametri di un impianto a concentrazione, tra cui il fattore di concentrazione che descrive di quanto venga amplificata la radiazione incidente sulla cella, l’angolo di accettazione che incide sull’inseguimento e sulla corretta focalizzazione e la configurazione. Quest’ultima descrive come le celle e le ottiche sono disposte le une rispetto alle altre. I sistemi a concentrazione sono descritti in ogni loro componente, evidenziando i punti di forza ed analizzando quanto presente in letteratura. L’analisi definisce tutte le parti da modellare e gli strumenti da impiegare per raggiungere l’obiettivo di valutazione complessiva di tali impianti. In questo senso, partendo dall’input, al fine di valutare le prestazioni dell’impianto in ogni condizione, è stata definita una procedura per la stima del potenziale solare attraverso le reti neurali. In particolare, dato che i sistemi a concentrazione operano solo con la componente diretta della radiazione, si è fatta particolare attenzione al modello di tale frazione della radiazione globale. Sono state definite due reti, una per la radiazione globale ed una per la diretta. Dopo un’attenta analisi delle variabili input ed un processo di ricombinazione, la prima rete è stata costruita considerando sette parametri di input tra cui: latitudine e longitudine ore di luce, declinazione solare. La rete per la radiazione diretta, invece, presenta quattro input principali tra cui la stessa radiazione globale e l’indice di chiarezza, che descrive le condizioni di nuvolosità. Tali modelli sono stati addestrati, validati e testati con dati per vari anni, impiegando misure di database nazionali e prove sperimentali. Le reti valutate statisticamente e confrontate con la letteratura hanno offerto ottimi risultati in termini di errore medio sulla predizione. Le reti neurali, così definite, hanno permesso, poi, di implementare un’app mobile per la valutazione del potenziale solare a Salerno. Al fine valutare le prestazioni energetiche di un impianto a concentrazione, si sono definiti differenti modelli. In particolar modo, si è descritto come valutare la producibilità elettrica, a partire dalle prestazioni delle celle e dalle configurazioni scelte. Grande attenzione, inoltre, è stata posta sui modelli per la valutazione della temperatura della cella, variabile che influenza sia la parte elettrica che quella termica. Il culmine dell’analisi è stata la costruzione di un modello tipo Random Forest che ha permesso di prevedere la temperatura al variare della concentrazione, della temperatura ambiente e della radiazione incidente. Come per i modelli alle reti neurali, anche in questo caso è stato fondamentale l’impiego di dati sperimentali raccolti sul campo. Infine, la valutazione delle prestazioni termiche dell’impianto ha avuto come principale elemento di analisi la temperatura del fluido termo – vettore. A seconda di concentrazione e numero di celle sono stati definiti due circuiti di raffreddamento, uno basato su uno schema point – focus, l’altro su una configurazione line – focus. Sfruttando software grafici come Catia e SolidWorks e implementando l’analisi numerica in Ansys è stato possibile osservare i tempi di risposta di ciascun impianto e le temperature raggiunte dal fluido. In particolare si è impiegata una soluzione di acqua e glicole in un circuito con un diametro interno di 4.2 cm e celle a tripla giunzione da 1 cm. I modelli, principalmente in regime transitorio, hanno permesso di valutare la configurazione line – focus come più efficiente sia per i tempi di risposta che per le temperature raggiunte. Anche in questo caso, parte delle simulazioni hanno considerato come input ai modelli termici, temperature della cella valutate sperimentalmente. L’ultima fase modellistica, infine, ha analizzato la connessione del sistema a concentrazione ad un’utenza domestica, definendo il funzionamento di un possibile serbatoio che fungesse da accumulo per l’energia termica. Si sono, inoltre, svolte analisi di inefficienza a partire da una prestabilita configurazione e sono state analizzate le potenzialità energetico – economiche degli impianti a concentrazione, in varie condizioni. L’analisi sperimentale, come detto, rappresenta un aspetto basilare del lavoro, essa infatti ha avuto un duplice ruolo, da un lato ha permesso di analizzare l’incidenza di alcuni fattori, non direttamente rilevabile teoricamente. Dall’altro lato, invece, ha consentito, tramite il sistema di misura allestito, di costruire un database di rilevazioni, fondamentali per differenti modelli come quello di Random Forest per la valutazione della temperatura della cella, oppure quelli alle reti neurali. Lo studio sperimentale parte dalla sviluppo di un sistema a concentrazione realizzato all’Università degli Studi di Salerno. Tale sistema sfrutta una configurazione point – focus con una lente di Fresnel dal diametro di 30 cm, un caleidoscopio come ottica secondaria, ed una cella a tripla giunzione. Attraverso tale apparato sono state valutate differenti configurazioni al fine di definire una procedura sperimentale per la valutazione del fattore di concentrazione. In modo particolare, variando l’altezza della lente e valutando le tensioni di corto circuito della cella, è stato, di volta in volta, calcolato un fattore di concentrazione. Ciò ha permesso di caratterizzare sperimentalmente la cella al variare di C, osservando i principali parametri quali: tensione di circuito aperto, Fill Factor, rendimento, resistenza serie e resistenza di shunt. Si è ottenuta una concentrazione massima di 310x con un’altezza della lente di circa 24 cm. La fase sperimentale ha, in parallelo, previsto la definizione di una strumentazione di misura che permettesse da un lato di monitorare le prestazioni dell’impianto e dall’altro di raccogliere misure utili ai modelli teorici. In modo particolare, sono state impiegate diverse termo – resistenze, un piranometro, un sistema di acquisizione per la raccolta dei dati dai sensori ed il monitoraggio dei segnali elettrici ed una Source Meter Unit per imporre una tensione variabile in sede di caratterizzazione della cella. L’ultima fase di studio sperimentale ha permesso di progettare un nuovo impianto di tipo line – focus, con un fattore di concentrazione intorno ai 100x, lanciato il produzione a Novembre 2016. I principali risultati della modellazione teorico – sperimentale, consequenziali allo studio dell’input e delle variabili del sistema, mostrano le analisi elettriche e termiche svolte, evidenziando le ottime potenzialità dei sistemi a concentrazione. In modo particolare, considerando un’applicazione domestica, tramite un modello di scelta si è giunti alla definizione di un sistema point – focus con 180 celle disposte in tre moduli ed un fattore di concentrazione elevato. In questa configurazione, il sistema risponde ai carichi dell’utenza, sfruttando sia la rete elettrica che il serbatoio di accumulo. Altri esempi di applicazioni, hanno mostrato l’analisi di un sistema line – focus, con circa 500 celle. I risultati dell’analisi sperimentale, oltre ad un fattore C stimato in 310x, evidenziano una temperatura massima della cella che supera i 70°C. Ciò quindi ha reso possibile l’analisi parametrica della temperatura, tramite il modello di Random Forest, che evidenzia come, all’aumentare della concentrazione, il sistema possa essere impiegato sia per il riscaldamento invernale che per la refrigerazione estiva. In generale, per un’utenza domestica situata al Sud Italia, il sistema a concentrazione permette una produzione di circa 3000 kWh elettrici annui e di 10000 – 13000 kWh termici. Considerando richieste medie, la possibilità di scambiare energia elettrica con la rete e l’impiego di un serbatoio con integrazione si può affermare che tali sistemi presentano ottime potenzialità per un’utenza domestica. Inoltre, è potuto osservare come le differenti configurazioni possano sopperire alle richieste, con un tempo medio di ritorno dell’investimento tra gli 8 e gli 11 anni, nel caso di inefficienze irrisolte. Il lavoro presentato, quindi mostra le grandi potenzialità dei sistemi a concentrazione nell’ambito della produzione combinata di energia. L’analisi teorica e sperimentale si è incentrata sullo studio dell’influenza di ciascun parametro, caratteristico di tali tipi di impianti. I principali risultati sono connessi alla previsione dell’input, alla valutazione del funzionamento in termini sia elettrici che termici, ed allo studio sperimentale dei sistemi al fine di progettare e realizzare diversi prototipi. In generale, quindi i sistemi a concentrazione rappresentano una soluzione alternativa interessante, che mostra elevata flessibilità nella configurazione e nella possibilità di continui sviluppi volti a definire uno standard. [a cura dell'autore]
XV n.s. (XXIX)
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Gambioli, Alessandro. "Sviluppo di una procedura per la stima delle emissioni di sistemi energetici per la regione Emilia Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6429/.

Full text
Abstract:
Sviluppo di una procedura per la stima delle emissioni di sistemi energetici da integrare nel MiniBREF, programma di calcolo utilizzato da ARPA Emilia-Romagna, basato sulle linee guida definite nel BREF per la valutazione dell'impatto ambientale e confronto tra soluzioni impiantistiche alternative.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

MUSIO, CLAUDIA. "Management strategies of electric vehicles and Concentrating Photovoltaic systems for microgrids." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266748.

Full text
Abstract:
The present PhD dissertation is focused on the development of management strate- gies of electric vehicles and concentrating photovoltaic systems in microgrids (MGs). Firstly the MG concept and then the state-of-the-art analysis of the most important components (that are photovoltaic and energy storage systems and electric vehicles) are presented. Then, the first part of the thesis is focused on the concentrating photovoltaic (CPV) systems, the most promising new technology for improving the efficiency of PV systems. In particular, two prototypes characterization and the role of CPV systems in MGs are introduced. In fact, the knowledge of the CPV issues highlighted during the characterization process allows the development of a suitable EMS, in order to guarantee the quality, the reliability and the controllability of the MG and consequently of the main electrical power system, especially in presence of a large number of renewable energy sources (RESs). The second part of the dis- sertation deals with the analysis of two battery electric vehicles (BEVs) models. Nowadays, the exploitation of BEVs has to be placed in a future contest in which the vehicle batteries will perform different tasks in addition to driving purpose, such as the vehicle to grid (V2G) paradigm. Thus, an accurate model that reproduces the battery behavior under real dynamic driving conditions is mandatory, as well as its validation. Moreover, the EV modelling allows to make the EV feedback in- formation reliable for managing correctly and profitably an EV eet inside a MG. Consequently, in the last part, two management strategies (MSs) are presented. The former operates in a MG composed by office and laboratory loads, a CPV plant and a traditional at-plate PV one and a BEV eet. The MS proposed aims to maxi- mize the energy self-consumption by respecting both the driver needs and the MG requirements. The second MS manages the same MG by employing a stationary storage system instead of a BEV eet. In this case, the MS purpose is to guarantee a at-programmable power production profile at the DC node of the MG, even in case of severe weather conditions.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Fabbri, Marco. "Sviluppo di un sistema per il monitoraggio della concentrazione batterica tramite impedenziometria." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12848/.

Full text
Abstract:
Conoscere la concentrazione batterica di un campione biologico è di primaria importanza per molti segmenti di mercato come l'industria biomedicale, militare , ma anche l'industria alimentare e per il controllo ambientale. L'obiettivo della tesi è lo sviluppo di un dispositivo per il monitoraggio della concentrazione batterica basato sulla variazione di conducibilità della soluzione nel tempo, dovuto all'accumulo di ioni nella soluzione in cui sono presenti i batteri. Questa tecnica prende il nome di Impedance Microbiology e presenta una serie di vantaggi rispetto alle tecniche tradizionali in termini di tempo e di denaro. La tecnica di Impedance Microbiology promette di essere più veloce della SPC, portando il tempo di analisi da 24-72 ore ad approssimativamente 12 ore. Questa tecnica inoltre ha il vantaggio di poter essere automatizzata e di non necessitare di personale qualificato, riducendo sensibilmente i costi di analisi. In questa tesi verrà quindi sviluppato il dispositivo che permetterà di svolgere le analisi di Impedance Microbiology e verrà testato in laboratorio per valutarne il funzionamento.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Giangrande, Samuele. "Controllo del moto e massimizzazione delle prestazioni in un sistema solare a concentrazione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3321/.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Graziani, Alessandro. "Methods and tools for the optimization of renewable technologies and hybrid energy systems. Metodi e strumenti per l'ottimizzazione di tecnologie rinnovabili e sistemi energetici ibridi." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3423884.

Full text
Abstract:
The United Nations (UN) project "Sustainable energy for all" sets three ambitious objectives to favor a sustainable development and to limit climate change: - Universal access to modern energy services. Electricity is currently not available for 1.3 billion people and the global energy demand is expected to grow of about 35% within 2040, due to the increasing world population and the expanding economies - Double the global rate of improvement in energy efficiency - Double the share of renewable energy sources (RESs) in the global energy mix In addition, according to the climate scenario assessed in the fifth assessment report (AR5) of the International Panel on Climate Change (IPCC), the prevention of undesirable climate effects requires a 40-70% reduction of greenhouse gas (GHG) emissions, compared with 2010 levels, by mid-century, and to near-zero by the end of this century (IPCC, 2014). The achievement of such objectives requires and encourages the spread of RESs in the global energy mix, gradually replacing depleting and polluting energy sources based on fossil fuels, which still have the main incidence on the energy sector. RESs already play a major role in several countries, due to the technological development and the increasing market competitiveness, and the world renewable power capacity reached 22.1% in 2013, showing an increasing trend in 2014 (REN, 2014). However, supporting policies, robust investments from the private sector and efforts from the scientific community are still crucial to demonstrate the technical and economic sustainability and effectiveness of RESs, helping their large-scale diffusion. Starting from such a background, this Ph.D dissertation focuses on the study, design and development of methods and tools for the optimization and enhancement of renewable energy technologies and their effective integration with energy storage solutions and traditional energy sources powered by fossil fuels (hybrid energy systems). The analysis of the major literature and the different scenarios and perspectives of RESs in the national and international contexts have shown that their economic sustainability, and then their diffusion, is closely connected to a number of technical, economic/financial and geographical parameters. Such parameters are the input of the analytic models developed for the techno-economic design of photovoltaic (PV) plants and small wind turbines (SWTs) and applied to the economic feasibility study, through multi-scenario analysis, of such systems in some of the main European Union (EU) Countries. Among the obtained results, the self-consumption of the produced energy plays a crucial role in the economic viability of SWTs and PV plants and, particularly, after the partial or total cut of incentives and uncertainties related to supporting policies within the EU context. The study of the energy demand profile of a specific user and the adoption of battery energy storage (BES) systems have been identified as effective strategies to increase the energy self-consumption contribution. Such aspects have led to the development of an analytic model for the techno-economic design of a grid connected hybrid energy system (HES), integrating a PV plant and a BES system (grid connected PV-BES HES). The economic profitability of the grid connected PV-BES HES, evaluated for a real case study, is comparable with PV plants without storage in case of a significant gap between the cost of energy purchased from the grid and the price of energy sold to the grid, but high BES system costs due to the initial investment and the maintenance activities and the eventual presence of incentives for the energy sold to the grid can make the investment not particularly attractive. Thus, the focus has shifted to the techno-economic analysis of off-grid HES to meet the energy demand of users in remote areas. In this context, BES systems have a significant role in the operation and management of the system, in addition to the storage of exceeding energy produced by the intermittent and variable RESs. The analysis has also been strengthened by an industrial application with the aim to configure, test and install two off-grid HESs to meet the energy demand of a remote village and a telecommunication system. In parallel, two experimental activities in the context of solar concentrating technology, a promising and not fully developed technology, have been carried out. The former activity deals with the design, development and field test of a Fresnel lens pilot-scale solar concentrating prototype for the PV energy distributed generation, through multi-junction solar cells, and the parallel low temperature heat recovery (micro-cogeneration CPV/T system). The latter activity deals with the development of a low cost thermal energy (TES) storage prototype for concentrating solar power (CSP) plants. TES systems show a great potential in the CSP plants profitability since they can overcome the intermittent nature of sunlight and increase the capacity factor of the solar thermal power plant. Concluding, the present Ph.D dissertation describes effective methods and tools for the optimization and enhancement of RESs. The obtained results, showing their critical issues and potential, aim to contribute to their diffusion and favor a sustainable development
Il progetto delle Nazioni Unite "Sustainable energy for all" ha fissato tre obiettivi ambiziosi per favorire uno sviluppo sostenibile e limitare l'impatto del cambiamento climatico: - Accesso universale a moderni servizi elettrici. Tali servizi sono attualmente indisponibili per circa 1.3 miliardi di persone ed è previsto un aumento del 40% della domanda globale di energia elettrica entro il 2040, a causa dell'incremento della popolazione mondiale e delle economie in crescita nei paesi in via di sviluppo - Raddoppio del tasso globale di miglioramento dell'efficienza energetica - Raddoppio del contributo di fonti di tipo rinnovabile nel mix energetico globale Inoltre, lo scenario climatico proposto nel "fifth assessment report (AR5)" redatto da "International Panel on Climate Change (IPCC)" stabilisce la necessità di ridurre l'emissione di gas ad effetto serra del 40-70%, rispetto ai valori registrati nel 2010, entro il 2050 ed eliminarli in modo quasi definitivo entro la fine del secolo con lo scopo di evitare effetti climatici indesiderati. Il raggiungimento di tali obiettivi richiede e incoraggia la diffusione di fonti energetiche rinnovabili (FER) all'interno del mix energetico globale, rimpiazzando gradualmente le fonti di energia convenzionali basate su combustibili fossili, inquinanti e in via di esaurimento, che hanno ancora l'incidenza principale nel settore energetico. A seguito nel loro sviluppo tecnologico e la crescente competitività nel mercato, le FER rivestono già un ruolo fondamentale nel mix energetico di numerose Nazioni ricoprendo il 22.1% del fabbisogno globale di energia nel 2013 e mostrando un andamento in rialzo nel 2014 (REN, 2014). Tuttavia, sono ancora cruciali politiche di supporto, ingenti investimenti privati e contributi della comunità scientifica per dimostrare l'efficacia e la sostenibilità tecnica ed economica delle FER e favorire, quindi, una loro diffusione in larga scala. In questo contesto, la seguente tesi di dottorato è rivolta allo studio, progettazione e sviluppo di metodi e strumenti per l'ottimizzazione e la valorizzazione di tecnologie energetiche rinnovabili e la loro integrazione efficace con fonti di produzione di energia convenzionali alimentate da combustibili fossili e sistemi di accumulo di energia (Sistemi energetici di tipo ibrido). I contributi scientifici disponibili in letteratura e l'analisi dei diversi scenari e delle prospettive delle FER nei vari contesti nazionali ed internazionali hanno dimostrato che la loro sostenibilità economica, e quindi la loro diffusione, è strettamente legata ad una serie di parametri tecnici, economico / finanziari e geografici. Tali parametri sono stati impiegati come input in due modelli analitici sviluppati per la progettazione tecnico-economica di impianti fotovoltaici (FV) e micro turbine eoliche e applicati per lo studio della loro fattibilità economica, attraverso analisi multi-scenario, in alcuni dei maggiori Paesi Europei. I risultati ottenuti hanno mostrato come l'autoconsumo dell'energia prodotta rivesta un ruolo fondamentale nella redditività economica dei citati impianti ed, in particolare, a seguito del taglio parziale o totale dei sistemi di incentivazione e l'incertezza attorno alle politiche di supporto all'interno del panorama Europeo. Lo studio specifico del profilo di domanda elettrica delle utenze e l'impiego di sistemi di accumulo di energia sono stati identificati come strategie efficaci al fine di incrementare la quota di autoconsumo. Tali considerazioni hanno portato allo sviluppo di un modello analitico utile alla progettazione tecnico-economica un sistema energetico ibrido connesso alla rete Nazionale integrante un impianto FV e un sistema di accumulo a batterie. La redditività del sistema, valutata su un caso reale, risulta comparabile a un impianto fotovoltaico privo di batterie in caso di un gap significativo tra il costo dell'energia elettrica acquistata dalla rete e il prezzo di vendita dell'energia elettrica ceduta in rete. Tuttavia, gli elevati costi dovuti all'acquisto iniziale e alle attività di manutenzione, e l'eventuale incentivazione sulla vendita dell'energia in rete, non rendono l'investimento particolarmente attrattivo per impianti connessi alla rete. L'attenzione si è quindi rivolta all'analisi tecnico-economica di sistemi energetici ibridi non connessi alla rete, comunemente definiti in isola o off-grid, per soddisfare il fabbisogno energetico di utenti in area remote e quindi prive di allaccio a una rete elettrica. In tali sistemi, i sistemi di accumulo a batterie, oltre alla capacità di accumulo dell'energia prodotta in eccesso variabili e intermittenti FER, hanno funzioni fondamentali nella gestione del sistema stesso. L'attività è stata anche rafforzata da un'applicazione industriale per la configurazione, test e installazione di due sistemi energetici ibridi in isola impiegati per soddisfare il fabbisogno energetico di un villaggio e di un sistema di telecomunicazione situati in aree remote. In parallelo, sono state svolte due attività sperimentali applicate alla promettente, ma non ancora completamente sviluppata a livello industriale, tecnologia solare a concentrazione. La prima attività riguarda la progettazione, sviluppo e test sperimentali di un prototipo in scala ridotta di concentratore solare a lenti di Fresnel per la produzione distribuita di energia elettrica, mediante l'uso di celle fotovoltaiche multi giunzione, ed energia termica a bassa temperatura, tramite un sistema di recupero termico. La seconda attività concerne lo sviluppo e test sperimentali di un prototipo di sistema di accumulo termico per impianti termodinamici alimentati da sistemi a concentrazione solare. Il sistema di accumulo consente di compensare la natura intermittente e variabile della fonte solare incrementando le ore di funzionamento dell'impianto termodinamico con i conseguenti benefici economici. Concludendo, la presente tesi di dottorato include la descrizione di metodi e strumenti per l'ottimizzazione e valorizzazione delle FER. I risultati evidenziano le criticità e potenzialità dei sistemi studiati con lo scopo di contribuire a una loro diffusione e favorire uno sviluppo sostenibile
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

De, Grandis Giuseppe. "Analisi e ottimizzazione termodinamica del sistema di generazione di potenza di un impianto solare a concentrazione ibrido." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amslaurea.unibo.it/466/.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Books on the topic "Sistemi a concentrazione"

1

Mario, Comana, ed. La concentrazione del sistema bancario italiano: Aspetti strutturali e organizzativi. Bari: Cacucci, 2003.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography