Academic literature on the topic 'Sistema sorveglianza'

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Journal articles on the topic "Sistema sorveglianza"

1

Calcagno, Paolo. "Il dominio genovese e il grano in Antico regime: un sistema federale sotto la sorveglianza dello stato." STORIA URBANA, no. 134 (June 2012): 75–94. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-134005.

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Abstract:
Genova, secc. XVI-XVIII Dominio Grano, approvvigionamenti, giusdicenti, comunitŕ Lo stridore fra l'austera organizzazione annonaria di Genova e del suo Dominio e la straordinaria avventura commerciale dei mercanti della Superba nel Mediterraneo occidentale ha profondamente influenzato la storiografia genovese, che ha affrontato il problema in maniera strumentale e ideologica, rielaborando in maniera acritica la condanna del sistema formulata dalla pubblicistica fisiocratica. In realtŕ non sappiamo praticamente nulla del funzionamento dell'ufficio dell'annona in cittŕ (e degli uffici locali nelle comunitŕ del Dominio), dell'approvvigionamento delle Riviere e del rapporto che a tal fine si viene a creare fra il centro e la periferia. Sulla base della documentazione dell'Abbondanza genovese - conservata presso l'archivio storico del Comune - e attraverso l'analisi di un caso specifico (quello di Savona), il saggio tenta di offrire alcuni spunti di riflessione e possibili chiavi di lettura, al fine di valutare la funzionalitŕ delle istituzioni annonarie e di osservare il grado di integrazione economica e politicoamministrativa nel contesto dello Stato genovese.
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Galeotti, P. "Il ruolo dell'infermiere in ambulatorio di nefrologia." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 4 (January 26, 2018): 50–56. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1174.

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Abstract:
Lo scopo di questo articolo è quello di definire la figura dell'infermiere dell'Ambulatorio di Nefrologia in relazione a tutte le attività infermieristiche svolte dalla prima visita del paziente al follow-up. Una figura infermieristica complessa che, oltre alla formazione di base deve aver acquisito una cultura nefrologica specifica sia attraverso l'esperienza che attraverso la formazione continua. Vengono definite le aree di competenza nefrologica: educazione alla salute, prevenzione delle complicanze nei diversi stadi della MRC, assistenza alla ricerca clinica, idoneità al trapianto e follow-up. Particolare importanza viene data alla multidisciplinarietà, al lavoro in team per garantire al paziente e alla famiglia la presa in carico globale per tutto il percorso di cura e di uscita dalla malattia. Viene inoltre sottolineato che maggiore attenzione e sorveglianza nella prevenzione e nel processo di donazione da vivente portano nel tempo risparmio per il sistema sanitario nazionale e qualità di vita migliore per l'intero nucleo familiare dal paziente. (sian) (nursing)
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Carbonari, L., F. Galli, and L. Tazza. "Team dell'accesso vascolare: modelli organizzativi." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 1 (January 24, 2018): 2–8. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1105.

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Abstract:
Il nefrologo, che si confronta con tutti i problemi inerenti all'insufficienza renale, è anche da sempre principale gestore della terapia emodialitica. Per tale motivo tocca al nefrologo, in prima istanza, occuparsi dell'accesso vascolare disponendone l'allestimento, la sorveglianza e la manutenzione a garanzia della possibilità di effettuare il trattamento sostitutivo. Rispetto a quanto avviene in altri paesi, in Italia l'attività dell'accesso non è ad oggi standardizzata né strutturata; ciascun centro dialisi si organizza in funzione delle capacità dei nefrologi ivi operanti e delle collaborazioni di altri specialisti presenti nell'ospedale, spesso senza un percorso strutturato e con modalità di intervento per lo più fondate sulla disponibilità personale e sul volontarismo. Partendo dalla storia dell'accesso vascolare in Italia, abbiamo individuato tre tipologie organizzative che correlano, da un lato, con il contesto storico in cui sono sorte e, dall'altro, con il progresso, in termini di dispositivi medici e competenze specialistiche, che ha via via modificato i comportamenti. Il modello organizzativo “primordiale” vede il nefrologo confezionare e correggere personalmente gli accessi disponibili in quell'epoca. Nel modello polispecialistico, che nasce successivamente, il nefrologo inizia a delegare ad alti specialisti, più competenti sul versante tecnico, singole fasi del lavoro; resta colui che inizia il percorso e detta i tempi ma perde, talora, il controllo della gestione complessiva. Nel modello strutturale integrato, ideale ma non ancora integralmente realizzabile, il chirurgo dedicato all'accesso dialitico ed il radiologo interventista interagiscono da vicino con il nefrologo, che funge da regista, coordinatore e amministratore di tutto il processo di gestione dell'accesso vascolare. La formazione culturale specifica e necessaria e la conoscenza del programma terapeutico complessivo sono condivise dal team dell'accesso. In tale modello integrato dovrebbero essere trovate soluzioni perché anche la responsabilità professionale ed il rimborso amministrativo risultino bene “integrate” tra i vari specialisti ed operatori sanitari che partecipano all'attività. Il rimborso a D.R.G. com'è attualmente regolato presenta incongruenze e può produrre effetti contrari alla migliore cura del paziente. Le Aziende ospedaliere attualmente non riservano all'accesso vascolare, parte irrinunciabile della terapia dialitica, l'attenzione necessaria e non comprendono come una corretta gestione del problema, fondata su percorsi organizzati, migliori la qualità di vita del paziente e contenga il costo assistenziale della dialisi. La gestione complessiva dell'accesso vascolare dialitico non può più fondarsi, attualmente, solo sulla “buona volontà” del nefrologo dializzatore, ma richiede regole strutturali. Pertanto andrebbero definite le motivazioni professionali mediante l'attribuzione di precisi compiti, con lo scopo di meglio identificare e minimizzare il “rischio organizzativo”. L'individuazione di meccanismi economico-organizzativi-normativi che privilegino anzitutto l'ottenimento del risultato e, a seguire, che premino il lavoro di tutta la squadra che l'ha generato è la condizione prima per creare il modello integrato. è più che mai tempo che l'accesso vascolare entri a pieno titolo nel sistema qualità della dialisi e per farlo, a nostro avviso, il modello organizzativo integrato è l'unica soluzione possibile.
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Pulignano, Valeria. "E-democrazia al lavoro: effetti e problematicità dell'era digitale." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 160 (August 2021): 7–23. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-160001.

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Abstract:
Questo contributo mette in evidenza le problematicità derivanti dagli effetti della tecnologia digitale sulla democrazia. Tre sono i temi principali che vengo affrontati. Il primo è legato al controllo di sistemi tecnologici avanzati nelle mani di una élite che rischia di aumentare il suo potere e la sua influenza sulle masse di utenti e consumatori che utilizzano le nuove tecnologie. Il secondo tema, direttamente connesso al primo, riguarda la fiducia del pubblico verso le istituzioni democratiche a seguito dell'entrata in campo di sistemi di comunicazione digitale di massa, che spesso sono portatori di disinformazione e notizie false (‘fake news'). Il terzo tema, è quello del ‘capitalismo della sorveglianza', che si lega alle relazioni industriali e di lavoro, nel senso che esamina le implicazioni che questo comporta per la democrazia, intesa come partecipazione diretta e indiretta dei lavoratori sui luoghi di lavoro.
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Vasselli, Stefania, and Antonio Federici. "La valutazione dei Piani regionali di prevenzione." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 50 (December 2012): 41–53. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-050004.

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Abstract:
L'esperienza del Piano nazionale di prevenzione 2010-2012 (PNP), adottato con Intesa Stato Regioni 29 aprile 2010, si segnala per la sua importanza non solo per i contenuti e le metodologie adottate ma anche per il significato che assume all'interno dei rapporti tra le Istituzioni. La sua impostazione prevede infatti che il Ministero svolga Azioni centrali (DM 4 agosto 2011) a supporto della Programmazione regionale, come espressione dell'assetto costituzionale, secondo il modello di governance della stewardship, recepito dall'Italia con la carta di Tallin. Sul piano dei contenuti, il PNP pone grande e sistematica attenzione alla necessitŕ di disponibilitŕ e fruibilitŕ delle evidenze in tre momenti principali: prove di efficacia teorica (efficacy); monitoraggio e valutazione degli interventi; evidenze di impatto sugli outcome (effectiveness). In questa logica, e nel modello di governance adottato, l'attivitŕ di valutazione ha un significato sistemico di produzione di informazioni (intelligenza) funzionali a supportare la programmazione, l'implementazione, la valutazione degli interventi e si sta realizzando mettendo in campo molteplici azioni (certificazione; capacity building; promozione della cultura e degli strumenti di pianificazione e valutazione; attivitŕ di studio) e coinvolgendo interlocutori e partner diversi. In particolare, attraverso l'Azione centrale prioritaria "Intesa Stato Regioni su registri, sorveglianze e sistemi informativi per la prevenzione", si sta perseguendo l'obiettivo di un approccio integrato alle valutazioni di impatto degli interventi di prevenzione che definisca, al piů alto livello di concertazione, gli ambiti tematici, gli obiettivi conoscitivi e le regole di implementazione di un sistema informativo integrato per la prevenzione e che quindi tenga conto sia delle caratteristiche proprie di questi interventi (e delle relative difficoltŕ epistemologiche della loro valutazione), sia della conseguente attuale scarsezza e frammentarietŕ di informazione e valutazione.
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Tesoriere, Zeila. "Figure del contagio: dalle topografie mediche al contact tracing." Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no. 1 (July 26, 2021): 152–71. http://dx.doi.org/10.36253/rv-10258.

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Abstract:
Il tracciamento del contagio è fra le più efficaci forme di difesa dal coronavirus attuate oggi a scala planetaria. Si tratta di una pratica che mette in luce il ruolo fondamentale svolto dal pensiero architettonico sullo spazio delle epidemie negli ultimi due secoli. Il rapporto fra la diffusione delle malattie e le forme del costruito è stato individuato attraverso le mappature tematiche, che hanno origine nella seconda metà dell’Ottocento e sono ancora oggi in continua evoluzione. A partire dalle topografie mediche comparse per la prima volta in Francia, interpolate con le intuizioni di J. Snow sulla base delle mappe da lui elaborate nello stesso periodo in Inghilterra, si tracciano i modi di formazione di un regime di sapere teso fra sorveglianza e azione, che nel corso del Novecento ha progettato la riforma profonda dei tipi architettonici e del paesaggio urbano e che oggi evolve differentemente attraverso i sistemi dinamici, digitali e locativi del contact tracing usati per la pandemia in corso. Queste figure del contagio sono qui rilette in rapporto alle loro principali implicazioni progettuali, basandosi su un corpus di documenti grafici originali ed inediti. Estesa alla condizione in atto, una lettura comparativa del rapporto fra descrizioni spazializzate della diffusione dei virus e innovazioni nel progetto e nei modi di abitare, conduce ad alcune riflessioni conclusive relative all’architettura degli edifici e degli spazi pubblici del nostro prossimo futuro intra-pandemico.
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Pantaleo, E., E. Gamalero, C. Leli, and A. Rocchetti. "Il sistema di sorveglianza dell’antibiotico resistenza AR-ISS: uno strumento efficace per migliorare la gestione degli antibiotici." Working Paper of Public Health 9, no. 1 (June 25, 2021). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2021.9299.

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Abstract:
Obiettivi: analizzare i dati di resistenza agli antibiotici raccolti dal Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Azienda Ospedaliera SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria per gli anni 2019 e 2020. Metodi: negli ultimi decenni, l’antibiotico resistenza è aumentata a livello globale, diventando una delle maggiori sfide per la salute pubblica dei giorni nostri. Il fenomeno attualmente è inserito nella lista dell’Unione Europea dei problemi sanitari speciali ed è monitorato tramite il sistema di sorveglianza EARSNet. In Italia, il sistema di sorveglianza dell’antibiotico resistenza AR-ISS, coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità, è uno strumento essenziale per studiare e descrivere la comparsa e la diffusione del fenomeno. Il sistema di si basa su una rete di laboratori ospedalieri presenti su tutto il territorio nazionale, che inviano dati di routine sulla suscettibilità agli antibiotici per patogeni selezionati da infezioni invasive. In questo lavoro, nell'ambito della rete AR-ISS, vengono presentati i report di sorveglianza annuali 2019 e 2020 dell'Azienda Ospedaliera di Alessandria tramite statistiche riassuntive ed istogrammi. Risultati: sono state analizzate le specie batteriche sotto sorveglianza e i dati del 2020 confrontati con quelli del 2019. Inoltre, viene valutata la tendenza europea ed italiana del quinquennio 2015-2019 per quattro combinazioni farmaco/batterio. Particolare attenzione è stata rivolta a possibili previsioni di resistenza agli antibiotici. Conclusioni: i programmi di sorveglianza forniscono informazioni attuali e storiche indispensabili per una corretta stewardship antibiotica; inoltre, possibili previsioni future della resistenza agli antibiotici potrebbero essere utili per guidare le decisioni sulle strategie di mitigazione.
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Barni, R., M. Vita, F. Agozzino, G. Cattaneo, L. Borghetti, M. Cavalleri, M. Re, C. Rescaldani, and G. Del Corno. "VALUTAZIONI SULL’ACCURATEZZA DI UN SISTEMA DI SORVEGLIANZA DELLE INFEZIONI OSPEDALIERE." Microbiologia Medica 21, no. 3 (September 30, 2006). http://dx.doi.org/10.4081/mm.2006.3333.

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"Prevenzione e controllo delle infezioni associate all'assistenza sanitaria. Infezioni del Sito Chirurgico. Sorveglianza ISC. Protocollo Sperimentale HELICS." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (March 2010): 11–88. http://dx.doi.org/10.3280/sa2009-004003.

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Abstract:
Le infezioni del sito chirurgico rappresentano in Italia mediamente il 20% di tutte le infezioni ospedaliere. Dal momento che esse comportano un danno per la salute dei pazienti e rilevanti implicazioni economiche per il sistema sanitario, si impone la necessitŕ di ridurne la frequenza. La sorveglianza in Ospedale si č dimostrata uno strumento efficace nel ridurre la frequenza di infezioni ospedaliere (NNIS, USA, 2000). Per questo motivo numerose sono le raccomandazioni per la loro identificazione, classificazione e prevenzione. Nel Presidio Ospedaliero Centro Fondi-Terracina vengono sottoposti ad intervento chirurgico circa 4.000 pazienti all'anno, e per tale motivo si č reso necessario un sistema di sorveglianza delle infezioni del sito chirurgico, comprendente anche il periodo di follow up, per evitare quanto piů possibile le complicanze ad esse correlate. L'obiettivo generale dello studio č quello di valutare l'incidenza di ISS presso le UUOO chirurgiche, identificando i principali fattori di rischio e implementando misure preventive assistenziali efficaci.
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Boni, S., S. Artioli, C. Amodeo, A. Derchi, E. Battola, and M. Dono. "DUE CASI DI MENINGO/ENCEFALITE DA L. MONOCYTOGENES: ATTUALITÀ DEL SISTEMA DI SORVEGLIANZA DELLE LISTERIOSI." Microbiologia Medica 22, no. 3 (September 30, 2007). http://dx.doi.org/10.4081/mm.2007.2886.

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Dissertations / Theses on the topic "Sistema sorveglianza"

1

MAGARO', PIERFRANCESCO. "Sistema di multilaterazione (MLAT) per sorveglianza aeroportuale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2005. http://hdl.handle.net/2108/132.

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Abstract:
I sistemi di multilaterazione (brevemente, MLAT) di Modo S utilizzano la ricezione, da parte di un certo numero di stazioni a terra, di segnali (repliche/squitter) emessi da trasponder installati a bordo per la determinazione della posizione (tramite tecnica iperbolica, TDOA Time Difference of Arrival). Tali sistemi già sperimentati in aeroporti esteri come Francoforte, possono consentire il raggiungimento d’elevate prestazioni per quanto riguarda la funzione di sorveglianza del sistema A-SMGCS in termini d’accuratezza, risoluzione, identificazione. I sistemi MLAT consentono la localizzazione e la sorveglianza cooperativa d’aeromobili e di mezzi di servizio dotati di transponder di Modo S (e di Modo A/C se presenti), presenti sia sulla superficie aeroportuale sia nelle fasi di avvicinamento e, più in generale, nell’Area Terminale di Manovra (TMA: Terminal Manoeuvering Area). E’ quindi necessario (1) equipaggiare velivoli e veicoli da localizzare (e di conseguenza sorvegliare) con opportuni strumenti compatibili con la tecnologia di Modo S, e (2) poi implementare un sistema distribuito di stazioni di terra, sia di sola ricezione sia rice-trasmittenti. In questo modo è possibile utilizzare la multilaterazione per calcolare in maniera accurata la posizione del bersaglio, sia esso un aeromobile o un veicolo. Nel presente lavoro è effettuata dapprima un’analisi critica della documentazione relativa ai requisiti ICAO (ICAO Annex 10, volume IV) e dei requisiti specifici d’utente (Eurocae ED 117, April 2003). Questa fase si è resa necessaria poiché i sistemi MLAT utilizzano, come segnali per la sorveglianza/identificazione, risposte Modo A/C e repliche/squitter Modo S. Si è analizzata la struttura dei segnali (Modo A/C/S) e i vari protocolli di comunicazioni in cui tali segnali sono impiegati. È, inoltre, elencata una rassegna dei principali sistemi attualmente esistenti prodotti da aziende europee e americane – ERA (Repubblica Ceca), Thales (Germania) e SENSIS (USA) – mostrandone l’architettura generale e il funzionamento dei vari sottosistemi. Sono state presentate le prestazioni ottenute da tali sistemi nelle varie configurazioni esaminate. Lo sviluppo di un algoritmo (brevettato) di stima TOA è mostrato nel dettaglio con derivazioni teoriche. Le simulazioni delle prestazioni, in funzione della banda del ricevitore, hanno riguardato uno scenario tipico in termini di rapporto segnale-rumore. Sono riportati confronti con il metodo tradizionale di superamento della soglia sia per un ricevitore lineare che logaritmico. Sono, inoltre, mostrate le possibili alternative per la catena ricevente con una proposta realizzativa di una stazione MLAT, dalla ricezione e stima del tempo d’arrivo alla parte relativa alla decodifica. Il calcolo della posizione di un bersaglio richiede l’utilizzo di un algoritmo di localizzazione che dalle misure di TOA (e quindi di TDOA) ricavi la stima delle coordinate del target. Le prestazioni sono influenzate, a parità di algoritmo, sia dalla bontà della misura che dalla geometria dell’installazione. Sono affrontati, quindi, gli aspetti relativi alle geometrie delle installazioni. In particolare, sono stati curati i problemi di singolarità e di malcondizionamento delle equazioni per la soluzione della posizione del trasponder e ricavati i parametri DOP (Diluition of Precision) nelle varie configurazioni testate. Dalla scelta della configurazione ottimale è effettuata un’analisi teorica degli algoritmi (tradizionali e innovativi presenti in letteratura) di localizzazione. Sono presentati due algoritmi, uno iterativo l’altro in forma chiusa; ne sono stati analizzati gli svantaggi e le prestazioni, in termini d’accuratezza e di complessità realizzativa. È avanzata l’ipotesi di combinare le due soluzioni per una proposta di algoritmo da poter applicare in un sistema operativo.
The ground stations of Mode S Multilateration systems (MLAT) receive Mode S signals (reply/squitter) transmitted by on board transponders to determine their position. These systems use TDOA (Time Difference of Arrival) technique. The MLAT systems can achieve high performance for surveillance in A-SMGCS in term of accuracy, resolution and identification. Multilateration systems provide the localization and surveillance of co-operative targets, both aircraft and service vehicles, equipped with Mode S transponders on the airport surface and in the Terminal Area. The typical installation presents (1) the installation on board of device Mode S compatible, (2) the deployment of a finite number of ground stations in order to have a good geometry for the measurements. In this work, a deep analysis of the ICAO requirements (ICAO Annex 10, volume IV, 2002) and of the user requirements (Eurocae ED 117, April 2003) is made. A brief list presents some commercial Multilateration systems by European and American companies (Sensis – USA, Thales – France, ERA – Czech Republic). The general architecture and logic connection by subsystem has been reported. A clear overview compares the performance in their different configurations. The development of a patented algorithm for TOA estimation is shown. The relevant simulations show the results under a typical SNR scenario. The comparison with the traditional method currently used is also dealt with. Together with the analysis of the TOA algorithm a proposal of a receiving station for MLAT applications, from the TDOA measurements to the decoding part. The localization problem solution depends on both the accuracy of the measurement (TOA, TDOA) and the geometry of the installation. Therefore, the present work deals also with the problems related to DOP (Diluition of Precision) parameters. The choice of a configuration considered optimal is made. Different localization algorithms have been analysed. The simulation of two of them is shown. The first one is an iterative solution, the latter a closed form. The results in term of accuracy and computational cost are presented. After these simulation a cascade of the two solutions is proposed to overcome the drawbacks of each single algorithm.
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Fapohunda, Adamo. "HomeSurveillance: studio e realizzazione di un sistema di videosorveglianza a basso costo con riconoscimento delle sagome umane." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15460/.

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Abstract:
Scopo di questo progetto di tesi è implementare un sistema di sorveglianza domestico intelligente alternativo alle soluzioni proprietarie. Si vuole fornire una soluzione ibrida che sfrutti sensori e intelligenza artificiale per avvisare istantaneamente l’utente una volta rilevata la minaccia.
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Armaroli, Elisa <1977&gt. "Sorveglianza dell'influenza aviare: studio di un sistema di rilevazione precoce della circolazione virale in popolazioni di volatili selvatici." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2599/1/Armaroli_Elisa_tesi.pdf.

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Abstract:
The emergency of infection by highly pathogenic avian influenza virus (HPAI) subtype H5N1 has focused the attention of the world scientific community, requiring the prompt provision of effective control systems for early detection of the circulation of low pathogenic influenza H5 viruses (LPAI) in populations of wild birds to prevent outbreaks of highly pathogenic (HPAI) in populations of domestic birds with possible transmission to humans. The project stems from the aim to provide, through a preliminary analysis of data obtained from surveillance in Italy and Europe, a preliminary study about the virus detection rates and the development of mathematical models, an objective assessment of the effectiveness of avian influenza surveillance systems in wild bird populations, and to point out guidelines to support the planning process of the sampling activities. The results obtained from the statistical processing quantify the sampling effort in terms of time and sample size required, and simulating different epidemiological scenarios identify active surveillance as the most suitable for endemic LPAI infection monitoring in wild waterfowl, and passive surveillance as the only really effective tool in early detecting HPAI H5N1 circulation in wild populations. Given the lack of relevant information on H5N1 epidemiology, and the actual finantial and logistic constraints, an approach that makes use of statistical tools to evaluate and predict monitoring activities effectiveness proves to be of primary importance to direct decision-making and make the best use of available resources.
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Armaroli, Elisa <1977&gt. "Sorveglianza dell'influenza aviare: studio di un sistema di rilevazione precoce della circolazione virale in popolazioni di volatili selvatici." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2599/.

Full text
Abstract:
The emergency of infection by highly pathogenic avian influenza virus (HPAI) subtype H5N1 has focused the attention of the world scientific community, requiring the prompt provision of effective control systems for early detection of the circulation of low pathogenic influenza H5 viruses (LPAI) in populations of wild birds to prevent outbreaks of highly pathogenic (HPAI) in populations of domestic birds with possible transmission to humans. The project stems from the aim to provide, through a preliminary analysis of data obtained from surveillance in Italy and Europe, a preliminary study about the virus detection rates and the development of mathematical models, an objective assessment of the effectiveness of avian influenza surveillance systems in wild bird populations, and to point out guidelines to support the planning process of the sampling activities. The results obtained from the statistical processing quantify the sampling effort in terms of time and sample size required, and simulating different epidemiological scenarios identify active surveillance as the most suitable for endemic LPAI infection monitoring in wild waterfowl, and passive surveillance as the only really effective tool in early detecting HPAI H5N1 circulation in wild populations. Given the lack of relevant information on H5N1 epidemiology, and the actual finantial and logistic constraints, an approach that makes use of statistical tools to evaluate and predict monitoring activities effectiveness proves to be of primary importance to direct decision-making and make the best use of available resources.
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Salvatore, Daniela <1981&gt. "Esperienza all'interno di un progetto per la realizzazione di un sistema di sorveglianza della leishmaniosi canina in Emilia-Romagna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2658/1/salvatore_daniela_tesi.pdf.

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Abstract:
La leishmaniosi è una malattia protozoaria importante che interessa l’ambito della sanità animale e umana, in relazione al carattere zoonotico dell’infezione. In Italia l’infezione è sostenuta da Leishmania infantum, i cui ceppi viscerotropi sono responsabili della leishmaniosi canina (LCan) e della forma viscerale zoonotica (LVZ), ed i ceppi dermotropi della forma cutanea sporadica nell’uomo (LCS). La trasmissione dell’infezione è sostenuta da femmine ematofaghe di ditteri appartenenti al genere Phlebotomus, che hanno il ruolo di vettori biologici attivi. L’unico serbatoio domestico riconosciuto è il cane. In Italia la LCan è in forte espansione. Fino agli anni ottanta era presente in forma endemica nel centro-sud Italia e nelle isole mentre il nord Italia, fatta eccezione per la Liguria e una piccola parte dell’Emilia-Romagna risultava indenne. A partire dagli anni novanta, parallelamente ad un aumento della consistenza e del numero dei focolai nelle aree storicamente endemiche, sono iniziate, nelle regioni del Nord, le segnalazioni di focolai autoctoni stabili. Le attività del network scientifico LeishMap™, tra il 2002 e il 2005, hanno evidenziato un nuovo quadro epidemiologico in tutte le regioni del nord Italia, confermato anche da indagini successive. Alla riemergenza della leishmaniosi hanno concorso una serie di fattori ecologico-ambientali e umani. Tra i primi si ricorda il cambiamento climatico che ha influito sulla distribuzione e sulla densità della popolazione vettoriale; tra i secondi, ruolo fondamentale ha giocato la maggiore movimentazione di animali, provenienti da aree indenni, in zone interessate dalla malattia. La valutazione di tutti questi aspetti è stato il punto di partenza per la messa a punto di un progetto per la realizzazione della sorveglianza della leishmaniosi in Emilia-Romagna. Parte delle attività previste da tale progetto costituiscono la prima parte della presente tesi. Mediante la realizzazione di una banca dati e, la successiva georeferenziazione, dei casi di leishmaniosi canina (LCan) in cani di proprietà della regione e zone limitrofe (Pesaro-Urbino, Repubblica di San Marino), sono stati evidenziati 538 casi, la maggior parte dei quali nelle province di Bologna e Rimini (235 e 204, rispettivamente). Nelle due province sono stati individuati clusters di aggregazione importanti in base alla densità di casi registrati/km2 (4 nella provincia di Bologna e 3 in quella di Rimini). Nella seconda parte della presente tesi è stato approfondito l’aspetto diagnostico della malattia. Molte sono le metodiche applicabili alla diagnosi di LCan: da quelle dirette, come i metodi parassitologici e molecolari, a quelle indirette, come le tecniche sierologiche. Nella II parte sperimentale della presente tesi, 100 sieri di cane sono stati esaminati in Immunofluorescenza Indiretta (IFI), Enzyme-Linked Immunosorbent Assay (ELISA) e Western Blot (WB), al fine di valutare l’applicazione di queste metodiche a scopi diagnostici ed epidemiologici. L’elaborazione statistica dei risultati ottenuti conferma l’IFI metodica gold standard per la diagnosi della LCan. Inoltre, si è osservato che il grado di concordanza tra l’IFI e le altre due metodiche aumenta quando nell’animale si instaura una risposta anticorpale forte, che, corrisponderebbe ad uno stato di infezione in atto.
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Salvatore, Daniela <1981&gt. "Esperienza all'interno di un progetto per la realizzazione di un sistema di sorveglianza della leishmaniosi canina in Emilia-Romagna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2658/.

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Abstract:
La leishmaniosi è una malattia protozoaria importante che interessa l’ambito della sanità animale e umana, in relazione al carattere zoonotico dell’infezione. In Italia l’infezione è sostenuta da Leishmania infantum, i cui ceppi viscerotropi sono responsabili della leishmaniosi canina (LCan) e della forma viscerale zoonotica (LVZ), ed i ceppi dermotropi della forma cutanea sporadica nell’uomo (LCS). La trasmissione dell’infezione è sostenuta da femmine ematofaghe di ditteri appartenenti al genere Phlebotomus, che hanno il ruolo di vettori biologici attivi. L’unico serbatoio domestico riconosciuto è il cane. In Italia la LCan è in forte espansione. Fino agli anni ottanta era presente in forma endemica nel centro-sud Italia e nelle isole mentre il nord Italia, fatta eccezione per la Liguria e una piccola parte dell’Emilia-Romagna risultava indenne. A partire dagli anni novanta, parallelamente ad un aumento della consistenza e del numero dei focolai nelle aree storicamente endemiche, sono iniziate, nelle regioni del Nord, le segnalazioni di focolai autoctoni stabili. Le attività del network scientifico LeishMap™, tra il 2002 e il 2005, hanno evidenziato un nuovo quadro epidemiologico in tutte le regioni del nord Italia, confermato anche da indagini successive. Alla riemergenza della leishmaniosi hanno concorso una serie di fattori ecologico-ambientali e umani. Tra i primi si ricorda il cambiamento climatico che ha influito sulla distribuzione e sulla densità della popolazione vettoriale; tra i secondi, ruolo fondamentale ha giocato la maggiore movimentazione di animali, provenienti da aree indenni, in zone interessate dalla malattia. La valutazione di tutti questi aspetti è stato il punto di partenza per la messa a punto di un progetto per la realizzazione della sorveglianza della leishmaniosi in Emilia-Romagna. Parte delle attività previste da tale progetto costituiscono la prima parte della presente tesi. Mediante la realizzazione di una banca dati e, la successiva georeferenziazione, dei casi di leishmaniosi canina (LCan) in cani di proprietà della regione e zone limitrofe (Pesaro-Urbino, Repubblica di San Marino), sono stati evidenziati 538 casi, la maggior parte dei quali nelle province di Bologna e Rimini (235 e 204, rispettivamente). Nelle due province sono stati individuati clusters di aggregazione importanti in base alla densità di casi registrati/km2 (4 nella provincia di Bologna e 3 in quella di Rimini). Nella seconda parte della presente tesi è stato approfondito l’aspetto diagnostico della malattia. Molte sono le metodiche applicabili alla diagnosi di LCan: da quelle dirette, come i metodi parassitologici e molecolari, a quelle indirette, come le tecniche sierologiche. Nella II parte sperimentale della presente tesi, 100 sieri di cane sono stati esaminati in Immunofluorescenza Indiretta (IFI), Enzyme-Linked Immunosorbent Assay (ELISA) e Western Blot (WB), al fine di valutare l’applicazione di queste metodiche a scopi diagnostici ed epidemiologici. L’elaborazione statistica dei risultati ottenuti conferma l’IFI metodica gold standard per la diagnosi della LCan. Inoltre, si è osservato che il grado di concordanza tra l’IFI e le altre due metodiche aumenta quando nell’animale si instaura una risposta anticorpale forte, che, corrisponderebbe ad uno stato di infezione in atto.
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Lamberti, A. "OKKIO ALLA SALUTE IMPLEMENTAZIONE DI UN SISTEMA DI SORVEGLIANZA SULLO STATO PONDERALE E SUI COMPORTAMENTI A RISCHIO NEI BAMBINI DELLA SCUOLA PRIMARIA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/169557.

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Abstract:
Introduction Obesity childhood has been identified as a major public health problem and is associated with increased risks of adult obesity and chronic diseases. In 2007 the Italian Ministry of health promoted a national school-based nutritional surveillance system, based on biannual cross-sectional surveys and coordinated by the National Institute of Health. The aim was to estimate the prevalence of overweight and obesity among Italian schoolchildren and to examine the main risks behaviour. Methods Cluster sampling in all Italian regions was used to identify the 3rd primary classes for participation. Parents, children and teachers completed brief questionnaires to study the risks behaviour of children. The body mass index was calculated and cut-offs of the International Obesity Task Force were used to define overweight and obesity. Results In 2010, 42549 students were weighed and measured by trained local health staff. 34.2% of the children were overweight or obese. Data on dietary habits shows that 9% of the children did not have breakfast and 68% consumed mid-morning calorific snacks. Furthermore 23% of parents said their children did not consume fruits and vegetables daily. 22% of the children practiced usually physical activity for one hour a week and only 25% did it for 4 hours or more. Conclusions This surveillance system collected information on the behaviour of children and their weight status, and it is a valuable tool to monitor the evolution of the obesity epidemic.
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FILIA, ANTONIETTA. "Eliminazione del morbillo e della rosolia congenita in Italia: avvio di un sistema nazionale di sorveglianza speciale per il morbillo, valutazione dello stato di avanzamento del Piano di eliminazione e proposte di nuove strategie." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/208730.

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Abstract:
In Italia, nel 2003, è stato approvato il Piano nazionale per l’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita (PNEMoRc 2003). Gli obiettivi erano quelli di eliminare il morbillo e di ridurre l’incidenza della rosolia congenita (RC) a valori < 1/100.000 nati vivi, entro il 2007. Le strategie includevano il raggiungimento di coperture vaccinali (CV) ≥95% per due dosi di MPR, l’attuazione di un campagna supplementare di vaccinazione, strategie mirate per vaccinare le donne suscettibili in età fertile e il rafforzamento dei sistemi di sorveglianza. Per migliorare il sistema di sorveglianza del morbillo, nell’aprile 2007 è stato istituito il sistema di sorveglianza speciale del morbillo. Oltre alle strategie generali, il Piano definiva le azioni da mettere in atto e gli obiettivi operativi da raggiungere entro il 2007. Visto che gli obiettivi di CV per la prima dose entro i due anni non sono stati raggiunti nei tempi previsti e visto anche il continuo verificarsi di epidemie di morbillo e di casi di RC si è ritenuto necessario valutare lo stato di avanzamento relativo ad ogni obiettivo operativo del PNEMoRc 2003, il grado di attuazione, nelle Regioni e ASL, delle attività previste, e i dati epidemiologici del morbillo (incluso i dati della sorveglianza speciale), della rosolia, e della RC. Metodologia E’ stata avviata la sorveglianza speciale del morbillo ed è stata effettuata un’analisi dei dati raccolti al periodo 2007- 2010. Sono stati analizzati i dati epidemiologici della rosolia e della RC. E’ stata inoltre condotta un’indagine conoscitiva nelle Regioni e ASL. Risultati Dalla data di istituzione del sistema di sorveglianza speciale del morbillo al 30 dicembre 2010 sono stati segnalati complessivamente 8.342 casi di cui il 38% confermati in laboratorio. Durante il picco del 2009-2010 sono stati segnalati 2.151 casi da 15 Regioni, di cui 895 (41,6%) confermati in laboratorio. Il 92% dei casi totali era non vaccinato. L’età mediana dei casi è stata di 17 anni e l’incidenza più elevata si è verificata negli adolescenti tra 15 e 19 anni di età. Il 14% dei casi ha riportato una complicanza per un totale di 422 complicanze, tra cui 48 casi di polmonite e tre casi di encefalite. Sono stati ricoverati 652 casi (35%). L’analisi filogenetica ha permesso di identificare tre ceppi: D4, D8 e B3. Per quanto riguarda la rosolia, nel 2008 è stata registrata una vasta epidemia con 6.183 notifiche (incidenza 10,4/100.000) di cui quasi un terzo dei casi è stato notificato dalla PA Bolzano. Il 42% dei casi era di sesso femminile ed il 50% dei casi totali avevano un’età inclusa tra 15 e 24 anni. Il 26% dei casi notificati ha riguardato donne in età fertile (età 15-44 anni. L’età media dei casi di rosolia è passata da 12 anni nel periodo 1998-2004 a 17 anni nel periodo 2005-2009. Sono stati notificati 2 casi di RC nel 2007, 23 nel 2008 e 6 nel 2009. Hanno partecipato all’indagine conoscitiva 17 Regioni e 154 ASL in 20 Regioni. I risultati hanno evidenziato che solo il 28% delle ASL ha raggiunto una CV ≥ 95% per la prima dose di MPR nei bambini entro due anni e che esiste un’ampia variabilità di CV anche a livello distrettuale. Nell’83% delle ASL è presente un’anagrafe vaccinale informatizzata ma solo il 24% di queste è collegata con l’anagrafe di popolazione. Le azioni di comprovata efficacia utilizzate più frequentemente per aumentare le coperture vaccinali sono state la chiamata attiva e i solleciti per chi non si presenta agli appuntamenti vaccinali, ma anche queste non vengono attuate in tutte le ASL. Le azioni sulle donne in età fertile per la prevenzione della rosolia congenita sono state scarsamente attuate, inclusa la vaccinazione delle donne nel post partum. Le maggiori criticità evidenziate sono state l’insufficienza di personale nelle ASL, l’assenza di anagrafe vaccinale e l’inadeguatezza degli strumenti di lavoro. Conclusioni L’Italia è ancora nello stadio di controllo limitato del morbillo e della rosolia congenita. Sono stati fatti dei progressi, inclusa l’attivazione del sistema di sorveglianza speciale del morbillo, ma l’indagine ha messo in evidenza che le strategie previste dal PNEMoRc 2003 non sono state pienamente attuate. I dati dell’analisi filogenetica dei ceppi virali mostrano che attualmente circolano in Italia solo un numero limitato di ceppi, il che è coerente con l’epidemiologia attuale della malattia nel nostro Paese. I dati raccolti hanno permesso di formulare nuove proposte di strategie per l’eliminazione, molte delle quali sono state incluse nel nuovo Piano nazionale per l’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita 2010-2015, approvato dalla Conferenza Stato-Regioni il 23 marzo 2011.
A national measles and congenital rubella elimination plan was approved in Italy in 2003, with the aim of interrupting indigenous measles transmission and reducing the incidence of congenital rubella to below 1 case/100.000 live births by the year 2007. Strategies of the national plan included improving two-dose measles mumps-rubella (MMR) coverage rates to ≥95%, conducting a catch-up campaign in school-age children, vaccinating women of childbearing age and improving surveillance. Proposed activities included, among others, the use of effective interventions in increasing vaccination coverage rates, implementation of computerised information registries, and vaccination of women in the post partum period. In order to improve disease surveillance, rubella in pregnancy and congenital rubella became statutory notifiable diseases in 2005 and an enhanced national measles surveillance system was introduced in 2007. Coverage rates for the first MMR dose in 2-year old children were only 90.1% in 2008, with some variability among Italy’s 21 Regions (range 75.9%-94.6%). No information was available regarding coverage rates for the second MMR dose, MMR coverage rates for the first and second dose at the district level, nor MMR coverage rates in women of childbearing age. Also it was not known how and to what degree the strategies of the national plan had been implemented at the regional and district levels. Methods The methodology of the enhanced measles surveillance system is described, including data flow, case definitions, case classification, and data analysis. Data for 2007-2010 were analysed to calculate the number of probable and confirmed cases per month and year and incidence rates per year. A more detailed analysis was performed for cases with date of rash onset from 1 July 2009 to 30 September 2010, including the distribution of cases by age, geographical area, and vaccination status, the frequency of complications and of hospitalisations and the isolated genotypes. Congenital rubella notification data for 2007-2009 were analysed. In addition, a questionnaire survey was conducted in 2009 to collect data for evaluating progress towards meeting each of the intermediate objectives of the elimination plan at the regional and district levels, and for evaluating the degree of implementation of the activities proposed by the elimination plan. Results From the date of implementation of the enhanced measles surveillance system in April 2007 to 30 December 2010, 8,342 cases were reported, 38% of which were laboratory confirmed. Two incidence peaks occurred, one in 2008, the second in 2009-2010. During the second incidence peak , 2,151 possible, probable and confirmed cases with rash onset date from 1 July 2009 to 30 September 2010 were reported. Forty-one percent of cases were laboratory confirmed. The median age of cases was 18 years and 92% were unvaccinated. Incidence rates were highest in the 15-19 year-old age group. 15% of cases had complications, including three cases of encephalitis, and 652 cases (36%) were hospitalized. Molecular characterization data revealed circulation of a limited number of measles genotypes (D4, D8 and B3), which is consistent with the current epidemiology of the disease in Italy. Two confirmed congenital rubella cases (including laboratory confirmed cases with no symptoms) were reported in 2007, 23 in 2008 and 6 in 2009. Seventeen regional and 154 district health authorities participated in the questionnaire survey. Results show that MMR coverage levels are still below target levels in most areas. Only 28% of local health districts have reached coverage rates for the first dose of MMR in children below two years of age ≥95%, and less than 5% have done so for the second dose in the 1991-2001 birth cohorts. The strategies and activities of the national plan have not been fully implemented. Conclusions Italy can be considered to be at a limited control stage for measles and rubella. Interventions proven to be effective in increasing vaccination coverage should be more widely implemented. In addition, surveillance needs to be further strengthened and more efforts should be made to identify and vaccinate women of childbearing age susceptible to rubella. The data collected in the present study has contributed to assessing progress towards elimination targets and to identify populations at risk of transmission. Findings were useful for recommending the most appropriate strategies and activities for the new elimination plan, approved in March 2011.
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COLCIAGO, ELISABETTA. "Near miss ostetrici in Italia: la sepsi, l’eclampsia, l’embolia di liquido amniotico e l’emoperitoneo spontaneo in gravidanza." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/304755.

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Abstract:
Stato dell'arte: gli studi che indagano la mortalità materna offrono preziose informazioni per migliorare la salute di donne e neonati. Tuttavia, in Paesi come l'Italia la mortalità materna è rara. Per ogni donna deceduta, molti altre vanno incontro a gravi complicanze durante il percorso nascita che comportano diversi conseguenze. Le condizioni pericolose per la vita, definite near miss, possono quindi arricchire la conoscenza in campo ostetrico fornendo dati relativi a fattori di rischio, prevenzione e trattamento di qeuste patologie ostetriche, per migliorare l'assistenza ostetrica e la salute di madre e neonati. Il Sistema di Sorveglianza Ostetrico Italiano (ItOSS) è stato generato per monitorare condizioni ostetriche rare in Italia. Nel 2017 ItOSS ha attivato un progetto per raccogliere near miss materni dovuti a sepsis, eclampsia, embolia di liquido amniotico (AFE) e emoperitoneo spontaneo in gravidanza (SHiP) in 9 Regioni italiane. Scopo: stimare l'incidenza di eclampsia, sepsi, AFE e SHiP e descrivere l'assistenza erogata alle donne. Metodi: studio descrittivo population-based, associato a studio caso-controllo per i casi di spesi nel post-partum con l'obiettivo di valutare i fattori di rischio associati al tale complicanza. I dati sono stati raccolti prospetticamente tramite schede di raccolta dati appositamente sviluppate all'interno di una piattaforma on-line tramite il seguente link: http://www.salutedonnabambino.it/ITOSS/login.asp. La conferma dello "zero mensile" era richiesta nel caso non fossero avvenuti casi. La raccolta dati ha avuto inizio in data 1/11/2017, concludendosi in data 31/10/2019 per i casi di sepsi e proseguendo fino al 31/3/2020 per i casi dovuti alle altre complicanze. L'analisi statistica è stata condotta considerando i casi di eclampsia e sepsi peripartum; i dati raccolti relativi ad AFE e SHiP saranno utilizzati per partecipare ad uno studio multi-nazione, promosso dall'International Obstetric Surveillance System Network (INOSS) per fornire dati validi su queste complicanze estremamente rare. La presente tesi fornirà i risultati relativi ad eclampsia e sepsi, poichè il numero di casi raccolti permette di restituire dati significativi ai professionisti sanitari Risultati: lo studio ha raggiunto un buon tasso di partecipazione. Sono stati raccolti 109 casi di near miss dovuti ad eclampsia per un'incidenza di 0.15 ogni 1000 parti. I risultati indicano che vi è ampio spazio per il miglioramento nell'utilizzo profilattico di magnesio solfato nelle donne con precedente pre-eclampsia e di aspirina a basso dosaggio nelle donne alto rischio. Più di 3 donne ogni 10 hanno sviluppato una complicanza grave dopo l'episodio di eclampsia, probabilmente a causa di un'inappropriata stabilizzazione prima dell'espletamento del parto. L'incidenza di sepsi è stata stimata di 0.87 casi ogni 1000 parti. I risultati mostrano che 1 donna ogni 4 sviluppa gravi complicanze a seguito della sepsi. Questo potrebbe trovare una spiegazione nelle diverse criticità rilevate: diagnosi tardiva, trattamento tardivo ed inappropriato, numero eccessivo di esplorazioni vaginali in travaglio e mancata tecnica asettica durante le procedure. Conclusioni: questa ricerca offre informazioni significative sulla popolazione italiana, non disponibili in precedenza. Lo studio rappresenta una fonte di informazioni unica per permettere l'identificazione delle criticità relative all'assistenza, che orientino verso strategie di intervento mirate al miglioramento della qualità delle cure e alla promozione di una pratica ostetrica basata sulle evidenze.
Background: Data on maternal mortality offers valuable information to improve women’s health. In countries such as Italy maternal mortality is a rare event. For each death, many other women survive serious complications during pregnancy, birth and the post-natal period that lead to different degree of sequelae. Life-threating conditions, defined as near miss, could provide additional information on disease risk factors, prevention and treatment for promoting best practices, improving quality of care and achieving better health for mothers and babies. The Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS) was set up to monitor the maternal morbidity rate in Italy. In 2017 ItOSS activated a project to collect maternal near miss cases due to sepsis, eclampsia, amniotic fluid embolism (AFE) and spontaneous haemoperitoneum in pregnancy (SHiP) in 9 Italian Regions. Aim: To estimate the incidence rate of eclampsia, sepsis, amniotic fluid embolism and spontaneous haemoperitoneum in pregnancy and to describe the care provided during the near miss episode. Method: A Population-based descriptive study was conducted, a case-control design was applied only on post-partum sepsis cases to evaluate risk factors associated to the complication. Data were obtained through a prospective active collection of cases by a monthly call according to the principle of nothing-to-report, along with data collection forms that confirm the diagnosis and gather detailed information. Data collection occurred web-based since November 2017 through http://www.salutedonnabambino.it/ITOSS/login.aspx and was completed on the 31st of October 2019 for the sepsis cases, while the remaining complications were investigated until the 31st of March 2020. Statistical analysis was performed on eclampsia and peripartum sepsis cases; data collected on AFE and SHiP will be used to participate into a multi-national study promoted by INOSS, with the aim to give a stable incidence about this extremely rare conditions. For this reason this thesis will present findings regarding Eclampsia and Sepsis, of which there are sufficiently enough cases to give a useful feedback to healthcare professionals. Results: Our study achieved good participation and response rates. A total of 109 near misses of eclampsia were identified, representing an estimated incidence rate of 0.15 cases per 1,000 births. Findings indicated that there is space to improve the use of magnesium sulphate as prophylactic treatment in women diagnosed with pre-eclampsia and underlighted the importance of population risk stratification to administer low-dose aspirin to high risk women and at the appropriate time. More than 3 women in 10 developed sever complications after the eclamptic episode, this could be due to an inappropriate stabilization before birth. Sepsis estimated incidence rate was 0.87 cases per 1,000 births. The high rate of women who developed severe complications, might reflect the inappropriate time of diagnosis and treatment prescribed to our population. Findings reported different major criticisms during the care of women with sepsis: delayed diagnosis and treatment, the administration of inappropriate antibiotic therapy, the high number of vaginal examinations in labour and the need of correct aseptic technique during all procedures. This might reflect the high rate of women, 1 in 4, with severe complications after sepsis. Conclusions: This research developed significant information concerning obstetric disorders related to the Italian population, prior to this project no Italian data were available. The present study offers an unique source of information and allows to identify the Italian system or clinical practice related-failures, in order to address strategies and strengths to improve the quality of maternal health care and promote an evidence-based practice.
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BARISIONE, GAIA. "La sorveglianza del morbillo per la Regione Liguria negli ultimi cinque anni." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1007379.

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Abstract:
Introduzione: Il virus del morbillo appartiene al genere Morbillivirus della famiglia dei Paramixoviridae. Il virione contiene un RNA non–segmentato, a singolo strand, di senso negativo di circa 16 kb. Il genoma contiene 6 geni che codificano per 6 proteine: proteina del nucleocapside (N), fosfoproteina (P), proteina della matrice (M), proteina di fusione (F), emoagglutinina (H) e proteina grande (L). Il virus del morbillo è nato come una zoonosi da quello della peste bovina (bovini peste). Ad oggi l'uomo è l'unico serbatoio naturale del virus. Il contagio avviene per via aerea, con il virus trasportato dalle goccioline di Flugge ovvero le micro gocce di saliva che vengono emesse attraverso il respirare lo starnutire o il tossire, e per contatto diretto o indiretto con i fluidi corporei di una persona malata (saliva, sperma, muco). Il virus penetra attraverso le mucose respiratorie e la congiuntiva e raggiunge i linfonodi dove si moltiplica e si diffonde così per via sistemica. L'incubazione dura circa 10 giorni. La viremia ha un picco in corrispondenza del 12° giorno dopo il contagio. E' una patologia particolarmente contagiosa per cui rientra tra le patologie da notifica obbligatoria. E' disponibile un vaccino. Il PNPV 2017-2019 prevede il Vaccino anti Morbillo-Parotite-Rosolia. Il sistema di sorveglianza WHO si pone l’obiettivo di eliminare la trasmissione endemica mantenendo alti i livelli delle vaccinazioni e implementando il sistema di sorveglianza in particolar modo nell’ambito del WHO Global Measles and Rubella laboratory Network . A livello nazionale è stata istituita una rete di laboratori afferenti alla rete MoRoNet con obbligo di notifica all'Istituto Superiore di Sanità dei casi confermati positivi. Oggetto di questa tesi è la descrizione dell'attività di sorveglianza per il morbillo della Regione Liguria negli ultimi cinque anni di lavoro. Materiali e metodi: Il laboratorio dell’UO Igiene dell’Ospedale Policlinico San Martino IRCCS, Università di Genova, raccoglie urine e tampone faringeo di pazienti con probabile o possibile morbillo, i casi da confermare e notificare su piattaforma MoRoNet quindi vengono analizzati come segue: estrazione degli acidi nucleici, amplificazione e sequenziamento del gene NP. Ottenuta la sequenza è possibile determinare il genotipo del virus circolante e confrontarlo con altre sequenze di riferimento disponibili o con altri casi di morbillo. Questa informazione si ottiene costruendo un albero filogenetico con programmi bioinformatici di allineamento di sequenze e analisi di omologia tra sequenze. Risultati: Nel laboratorio di riferimento della Regione Liguria nel periodo 2015-2019 abbiamo raccolto 114 casi di morbillo da confermare. Di questi 57 casi sono stati confermati positivi. La media dell'età sul periodo è risultata essere 26,8 anni e la mediana 32 anni. In particolare abbiamo riscontrato la presenza dei focolai epidemici nella provincia di Imperia tra la fine 2017 e l' 2018. I risultati dei test di caratterizzazione molecolare hanno permesso di identificare nei campioni raccolti nel 2018 un’unica variante di genotipo B3 circolante, mentre nel 2019 si è osservata la circolazione di diverse varianti appartenenti al genotipo D8 clade Manchester.UNK/3. Precedentemente le stagioni epidemiologiche sono state caratterizzate dalla circolazione della variante B3, quindi si conclude considerando attualmente una alternanza quasi annuale delle varianti circolanti di virus del morbillo. Conclusioni e discussione: Il morbillo continua a circolare in Italia e causare epidemie per le coperture vaccinali inadeguate nel corso degli anni, che hanno portato all’accumulo di ampie quote di popolazione suscettibili all’infezione. Le adesioni alla prima e alla seconda dose di vaccino MPR sono in aumento ma ancora inferiori al target del 95% e con una rilevante variabilità tra regioni. Inoltre l'elevata età mediana dei casi indica che esistono ampie sacche di giovani adulti suscettibili, mentre i casi tra gli operatori sanitari Imperiesi evidenziano il problema della bassa copertura vaccinale tra questi ultimi. E' infine evidente la necessità di individuare nel Piano nazionale per l'eliminazione del morbillo e della rosolia congenita nuove azioni rispetto a quanto previsto nei precedenti Piani, per esempio rafforzare la copertura nella popolazione adulta. Si conclude ricordando che l'obiettivo generale da raggiungere entro il 2023 è: incidenza <1 caso di morbillo / 1,000,000 popolazione, e tra gli obiettivi specifici rimane fondamentale raggiungere e mantenere una copertura vaccinale maggiore o uguale al 95% per la prima dose di morbillo.
Introduction: Measles virus belongs to the genus Morbillivirus of the Paramixoviridae family. The virion contains a non-segmented RNA, a single strand, of a negative sense of approximately 16 kb. The genome contains 6 genes that code for 6 proteins: nucleocapsid protein (N), phosphoprotein (P), matrix protein (M), fusion protein (F), hemagglutinin (H) and large protein (L). Measles virus originated as a zoonosis from that of the bovine plague ( Rinderpest) . To date, man is the natural reservoir user of the virus. Contagion occurs by air, with the virus carried by the droplets of Flugge or the micro drops of saliva that are emitted through breathing, sneezing or coughing, and by direct or indirect contact with the body fluids of a sick person (saliva, sperm, mucus). The virus penetrates through the respiratory mucous membranes and the conjunctiva and observes the lymph nodes where it multiplies and spreads systemically. Incubation lasts approximately 10 days. The viraemia peaks in the correspondence on the 12th day after the infection. It is a particularly contagious pathology for which it falls under the pathologies of mandatory notification. A vaccine is available. The PNPV 2017-2019 provides for the measles-mumps-rubella vaccine.nThe WHO surveillance system aims to eliminate endemic transmission by keeping vaccination levels high and by implementing the surveillance system especially within the WHO Global Measles and Rubella laboratory Network. At national level, a network of laboratories has been set up belonging to the MoRoNet network with the obligation to notify the Istituto Superiore di Sanità of confirmed positive cases. The subject of this thesis is the description of the surveillance activity for measles of the Liguria Region in the last five years of work. Materials and methods: The laboratory of the Hygiene Unit of the Policlinico San Martino IRCCS Hospital, University of Genoa, collects urine and pharyngeal swab of patients with probable or possible measles, the cases to be confirmed and notified on the MoRoNet platform are therefore analyzed as follows: extraction of nucleic acids , amplification and sequencing of the NP gene. Once the sequence is obtained, it is possible to determine the genotype of the circulating virus and compare it with other available reference sequences or with other cases of measles. This information is obtained by building a phylogenetic tree with bioinformatic programs of sequence alignment and homology analysis between sequences. Results: In the reference laboratory of the Liguria Region in the period 2015-2019 we collected 114 cases of measles to be confirmed. Of these 57 cases were confirmed positive. The average age over the period was 26.8 years and the median 32 years. In particular, we found the presence of epidemic outbreaks in the province of Imperia between the end of 2017 and 2018. The results of the molecular characterization tests made it possible to identify a single circulating variant of genotype B3 in the samples collected in 2018, while in 2019 the circulation of several variants belonging to the D8 clade Manchester genotype was observed.UNK / 3. Previously the epidemiological seasons have been characterized by the circulation of the B3 variant, therefore it concludes considering at present an almost annual alternation of the circulating variants of measles virus. Conclusions and discussion: Measles continues to circulate in Italy and cause epidemics for inadequate vaccination coverage over the years, which have led to the accumulation of large portions of the population susceptible to infection. The adhesions to the first and second dose of MPR vaccine are increasing but still lower than the target of 95% and with a significant variability between regions. Furthermore, the high median age of the cases indicates that there are large pockets of susceptible young adults, while the cases among Imperia health workers highlight the problem of low vaccination coverage among the latter. Lastly, there is a clear need to identify new actions in the National Plan for the elimination of measles and congenital rubella compared to the previous Plans, for example to strengthen coverage in the adult population. It concludes by recalling that the general objective to be achieved by 2023 is: incidence <1 case of measles / 1,000,000 population, and among the specific objectives it remains essential to achieve and maintain a vaccination coverage greater than or equal to 95% for the first dose of measles .
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Books on the topic "Sistema sorveglianza"

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Gruppo di Lavoro INFLUNET (Italy). INFLUNET, sistema di sorveglianza sentinella delle sindromi influenzali in Italia: Rapporto sulla stagione influenzale 2010-2011. Roma: Istituto superiore di sanità, 2012.

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Moliterni, Francesco. Autoregolamentazione e sorveglianza nei sistemi di pagamento. Bari: Cacucci, 2001.

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FLU-ISS: Sistema di sorveglianza sentinella dell'influenza basata su medici di medicina generale e pediatri di libera scelta. Roma: Istituto superiore di sanità, 2000.

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FLU-ISS: Sistema di sorveglianza sentinella dell'influenza basata su medici di medicina generale e pediatri di libera scelta : rapporto finale sulla stagione influenzale 2000-2001. Roma: Istituto superiore di sanità, 2001.

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Book chapters on the topic "Sistema sorveglianza"

1

"Sistemi di sorveglianza e di allarme rapido." In Zoonosi e sanità pubblica, 24–34. Milano: Springer Milan, 2007. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-0528-0_5.

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