Journal articles on the topic 'SISTEMA RAPPRESENTATIVO'

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Uleri, Pier Vincenzo. "REFERENDUM: TRA LIBERALISMO E DEMOCRAZIA. ASSERZIONI DI VALORE E OSSERVAZIONI EMPIRICHE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, no. 2 (August 2002): 195–238. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200030136.

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Abstract:
Introduzione«Avremo dunque il referendum? La democrazia moderna non può essere che democrazia rappresentativa. La sostanza viva della democrazia moderna […] non consiste nella diretta partecipazione di tutti i cittadini alla formazione delle decisioni politiche… La democrazia liberale non è solo la legge brutale della maggioranza, non è una risultante solo aritmetica […] La democrazia liberale contemporanea è dunque necessariamente democrazia rappresentativa. […] la storia delle dittature è ricca di plebisciti e di referendum, mentre le democrazie liberali hanno dovuto ripudiare il referendum, o ridurlo entro confini cautissimi. (la) nostra costituzione, ha accolto […] il referendum senza troppa cautela; e bisognerebbe essere ciechi per non vedere i tremendi pericoli insiti nel referendum abrogativo delle leggi. Ma comunque, lo ha accolto in subordine al sistema rappresentativo: a quel sistema rappresentativo che l'involuzione partitocratica ha privato di ogni concretezza. […] (il referendum) nelle presenti condizioni, lungi dal poter essere uno strumento di espressione popolare, sarà forse solo un'arma di più offerta alle potenti oligarchie partitiche» (Giuseppe Maranini, Corriere della Sera, 13 gennaio 1959) (Maranini 1963, 111–3).
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Mastropaolo, Alfio. "PARLAMENTI E PARLAMENTARI NEGLI ANNI OTTANTA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, no. 1 (April 1990): 29–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008947.

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Abstract:
IntroduzioneAll'interno di quello che si suole ormai definire il mercato politico, il successo degli interessi organizzati ha da qualche decennio a questa parte finito, com'é noto, per cancellare del tutto la tradizionale rappresentazione del parlamento quale baricentro del sistema politico. Superata la fase in cui l'insidia piò grave alle prerogative delle assemblee legislative veniva dai partiti politici, i grandi gruppi d'interesse funzionali hanno addirittura dato luogo ad un secondo circuito rappresentativo in pieno regola, postosi decisamente in concorrenza rispetto a quello della rappresentanza politica democratica, che ha nel parlamento il suo principale punto di transito.
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Cirillo, Vincenzo, and Ornella Zerlenga. "Entre arquitectura y geometría. Un ejemplo de escalera oval en la toba napolitana." EGA Revista de Expresión Gráfica Arquitectónica 25, no. 39 (July 22, 2020): 196. http://dx.doi.org/10.4995/ega.2020.11962.

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Abstract:
<p>Questa ricerca è dedicata allo studio della configurazione geometrica della scala come spazio rappresentativo dell’architettura. Questo contributo analizza una sorprendente scala, situata a Napoli (Italia) a Capodimonte, costruita in tufo (con sistema a sbalzo) e con sviluppo spaziale su una pianta a forma di cono rovescio. I metodi di indagine adottati sono stati il rilievo architettonico (diretto e con scanner laser) e l’analisi geometrica delle forme. I dati raccolti hanno permesso di riconoscere in questa scala la presenza di un grande pensiero progettuale capace di costruire una scala ovata a sbalzo nel tufo, adattando il suo sviluppo a un’elica conica invertita. Il modello della scala ovata è stato analizzato anche nei trattati di architettura italiana dal XVI al XVIII secolo.</p>
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4

Lewanski, Rodolfo. "Istituzionalizzare la partecipazione deliberativa: la politica della Regione Toscana." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001002.

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Abstract:
Una delle risposte alla crisi delle istituzioni rappresentative che attraversa molti paesi democratici viene ricercata nella riscoperta del "potere del popolo", ovvero in un maggior coinvolgimento dei cittadini nelle scelte e nelle politiche pubbliche. In particolare la partecipazione viene declinata secondo la specifica accezione della teoria dialogicodeliberativa, i cui tratti salienti sono: interazione discorsiva dialogica, basata sull'ascolto attivo; deliberazione, ovvero ponderazione attenta delle diverse opzioni e delle loro implicazioni; informazione adeguata e bilanciata; inclusione, ovvero consentire a tutte le "voci" di farsi sentire; partecipazione di campioni casuali stratificati di cittadini rappresentativi sotto il profilo socio-demografico. La democrazia deliberativa ha espresso numerose "promesse": decisioni migliori in quanto capaci di incorporare informazioni, conoscenze tecnico-scientifiche e preferenze, scelte condivise e percepite come legittime, maggiore legittimazione del sistema politico in generale, crescita del capitale sociale, solo per citarne alcune. Tale promesse vanno peraltro empiricamente verificate. La teoria deliberativa č stata applicata in numerose esperienze in numerosi paesi. Forse oggi uno dei "laboratori" piů interessanti in questo campo č oggi rappresentato dalla Toscana, dove é stata approvata alla fine del 2007 la l.r. 69, verosimilmente la prima normativa al mondo che mira a promuovere pro-attivamente la partecipazione alle decisioni locali e regionali ispirandosi almeno sotto alcuni aspetti alla teoria deliberativa.
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Erlicher, Arcadio, and Antonio Lora. "Conclusioni." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S6 (December 2002): 74–75. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000253.

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Abstract:
Il progetto ha rappresentato un notevole sforzo organizzativo, che ha coinvolto per un anno un ampio numero di DSM/UOP, di operatori e di pazienti.La ricerca ha dimostrato che, all'interno e tra i Dipartimenti di Salute Mentale:possibile costruire un network di ricerca,che possono essere utilizzati nella routine strumenti per la valutazione della gravità e dell'esito,possibile raccogliere ampi campioni di pazienti rappresentativi della realtà clinica dei servizi,gruppi di clinici possono collaborare tra loro per raccogliere dati sull'effective-ness e sui costi dei trattamenti.La possibilità di costruire un network di ricerca nei servizi clinici richiede uno sforzo organizzativo e ha un costo. Per fare questo sono necessari una struttura centrale in grado di dare supporto formativo, epidemiologico, informatico e di analisi, un sistema strutturato di incentivi scientifici e la restituzione agli operatori “in tempo reale” delle informazioni ricavate dalla ricerca.Questa ricerca ha portato ad una estesa conoscenza sulle caratteristiche sociodemografiche e cliniche (diagnosi e gravità) dei pazienti in trattamento nei servizi di salute mentale: il campione indagato è il più ampio oggi raccolto in Italia. La ricerca è anche stata la prima esperienza nazionale di stima dei costi per 50 strutture, con analisi dei costi standard delle singole prestazioni e del pattern di trattamento annuo e relativi costi.
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Trupiano, Gaetana. "Tax Harmonization of Capital Incomes in the European Union." Journal of Public Finance and Public Choice 12, no. 1 (April 1, 1994): 41–53. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539824.

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Abstract:
Abstract Con la liberalizzazione dei movimenti di capitali il maggiore ostacolo alla efficiente localizzazione di investimenti diretti e finanziari nell’Unione Europea è rappresentato dalle differenze nel trattamento fiscale delle attività finanziarie nei diversi paesi membri.In questo lavoro, dopo una discussione critica a favore e contro l’armonizzazione del trattamento fiscale dei redditi di capitale, sono illustrate sinteticamente le principali differenze nei sistemi di tassazione delle attività finanziarie nella U.E.Si passa, quindi, ad una analisi delle proposte di armonizzazione europea presentate dal 1989 sottolineando l’importanza di un sistema generalizzato di ritenuta alla fonte a titolo d’acconto o definitivo.Particolarmente interessante è l’esame dei possibili effetti di tali proposte sul sistema finanziario italiano in presenza di una struttura della tassazione dei redditi di capitale che, nonostante le recenti modifiche, appare ancora frammentata e distorsiva.
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Camilloni, M., D. de Bernart, and G. Pinto. "lo sviluppo della flessibilitŕ rappresentativa nel disegno infantile: l'influenza del compito." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (June 2012): 151–70. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-002001.

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Abstract:
Nell'ambito degli studi sullo sviluppo pittorico infantile, questa ricerca ha l'obiettivo di analizzare lo sviluppo della flessibilitŕ rappresentativa nei disegni dei bambini ponendo particolare attenzione alla misura in cui questa capacitŕ č legata all'etŕ e all'effetto di istruzioni pittoriche. Disegni tematici sono stati analizzati per verificare quando e come i bambini diventano capaci di differenziare i loro prodotti pittorici in risposta a due diverse istruzioni. Lo studio č stato condotto su 99 partecipanti, di etŕ compresa tra i sei e i dieci anni, ed ha comportato la messa a punto di uno specifico sistema di codifica, volto a rilevare entitŕ e strategie degli scostamenti dalla canonicitŕ. I risultati indicano che la flessibilitŕ rappresentativa migliora con l'etŕ e che i bambini piů grandi sono piů efficienti rispetto a quelli di etŕ inferiori nell'utilizzare strategie maggiormente complesse dal punto di vista cognitivo ed esecutivo.
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Longo, Antonio. "Progettare in regime di risorse scarse." TERRITORIO, no. 57 (June 2011): 93–101. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057013.

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Abstract:
Cernusco sul Naviglio č una cittŕ di notevole abitabilitŕ, apparentemente lontana dagli aspetti critici che connotano la gran parte del territorio Milanese. Gli effetti dello sviluppo immobiliare degli anni recenti, modificando la percezione del paesaggio urbano e gravando sul sistema dei servizi locali, hanno rappresentato per la cittŕ una complessiva perdita di valore dei luoghi e la compromissione di una condizione di equilibrio della comunitŕ. L'avvio del progetto di Piano ha rappresentato inizialmente l'occasione e lo strumento per rifiutare le modalitŕ di cambiamento recenti. Solo in un secondo momento ha rappresentato la via per riorientare lo sviluppo e per riportare la cittŕ entro una propria misura. Infine ha costituito una via per immaginare una diversa forma di cambiamento fondata sull'attribuzione di un senso nuovo alle risorse esistenti, sulla loro ricomposizione, su pochi e controllati nuovi sviluppi.
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Scelzi, Raffaella. "Moda e metodo semiotico." dObra[s] – revista da Associação Brasileira de Estudos de Pesquisas em Moda, no. 31 (April 15, 2021): 352–58. http://dx.doi.org/10.26563/dobras.i31.1303.

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Abstract:
Il volume dal titolo La moda fra senso e cambiamento. Teorie, oggetti, spazi, edito da Meltemi, a cura di Isabella Pezzini e Bianca Terracciano, è definito dalle stesse autrici un libro di metodo in forma antologica in quanto raccoglie articoli rappresentativi e qualitativamente pregnanti di illustri accademici, che hanno da sempre esaminato il tema del “sistema segnico della moda”, sebbene ognuno orientandosi con propri riferimenti teorici.[...]
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Finotto, Francesca, Roberto Monaco, and Giorgia Servente. "Un modello per la valutazione di energia biologica in un sistema ambientale." SCIENZE REGIONALI, no. 3 (November 2010): 61–84. http://dx.doi.org/10.3280/scre2010-003003.

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Abstract:
Nell'ambito di ricerche volte allo studio del mantenimento della stabilitŕ ecologica e della conservazione della biodiversitŕ di un sistema ambientale, uno strumento utile alla valutazione della frammentazione di un territorio č il cosiddetto grafo ecologico. La costruzione di quest'ultimo si propone un modello dinamico per la valutazione dell'evoluzione dell'energia biologica nel sistema stesso. Una volta determinato il modello, rappresentato da un sistema di due equazioni differenziali ordinarie, si determinano gli equilibri dello stesso e se ne discute la stabilitŕ. Infine, in sede applicativa, si considera il sistema ambientale relativo al comune di Monforte d'Alba (CN) ottenendo l'evoluzione delle variabili del modello ai fini della stabilitŕ del sistema stesso.
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Bortoletti, Francesca. "Per una nuova drammaturgia. L'egloga nel Quattrocento italiano: dall'idea dell'esecuzione alla pratica scenica." Quaderni d'italianistica 30, no. 1 (January 1, 2009): 67–108. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v30i1.8427.

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Abstract:
Tema centrale del presente saggio è la questione assai dibattuta dell'egloga rappresentativa a confine tra XV e XVI secolo, qui indagata al di fuori delle categorie aristoteliche, che saranno proprie del dramma pastorale del pieno Cinquecento. L'egloga rappresentativa è così posta in relazione, da un lato, all'esperienza lirica dei poeti bucolici quattrocenteschi entro un quadro di acceso sperimentalismo sulla poesia recitativa e, dall'altro, alle singole realtà locali e all'interno dei singoli sistemi produttivi coevi dello spettacolo, delle tecniche recitative, delle riflessioni teoriche, dei rapporti tra intellettuali e specialisti dell'intrattenimento e tra questi e le corti. Attraverso alcuni passaggi esemplificativi il saggio propone di localizzare le tensioni e gli esiti di un processo di deduzione del materiale lirico pastorale nelle convenzioni di una drammaturgia atta alla scena e allo spettacolo di corte.
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Cava, Antonia. "Una rassegna sul diritto rappresentato. Racconti mediali e interazioni giuridiche a confronto." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2011): 163–71. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-001008.

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Abstract:
Alcuni testi mediali danno corpo al diritto che vive nella societŕ, al di lŕ della sua dimensione piů strettamente giuridica. In questo contributo si analizza il ruolo che i media hanno nell'"edificare" il diritto: il diritto raccontato dai media diviene ilall'interno del quale collocare le "interpretazioni giuridiche" degli spettatori. L'interpretazione delle narrazioni dei media suggerisce, infatti, un certo modo di conoscere il diritto. Č importante considerare come questi testi dei media si incontrino con i pensieri, le immagini, le parole che si generano nella vita quotidiana, nelle interazioni extramediali. Siamo fatti di fantasia mediale e vita reale, due dimensioni che s'intrecciano e che sfioriamo costantemente. E allora la realtŕ del sistema giudiziario come sfera del diritto e la sua costruzione mediatica s'interfacciano costantemente e determinano un certo modo di immaginare il diritto.
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Kenda, Jana. "Il modello valenziale." Journal for Foreign Languages 13, no. 1 (December 27, 2021): 519–36. http://dx.doi.org/10.4312/vestnik.13.519-536.

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Abstract:
L’elaborazione della grammatica valenziale, che considera il verbo come l’elemento centrale e generatore della frase, predisposto a combinarsi con un certo numero di elementi per realizzare un’espressione minima di senso compiuto, trova applicazione anche nel contesto dell’insegnamento/apprendimento dell’italiano L2. L’articolo evidenzia i vantaggi glottodidattici del modello che sono rappresentati in primo luogo dall’importanza attribuita all’imprescindibile legame tra semantica e sintassi e alla correlazione tra frase e testo. In relazione a ciò, il discente impara a i) riflettere sugli elementi obbligatori e facoltativi della frase e a considerare i parametri con cui il verbo definisce e modifica la sua struttura argomentativa in funzione del suo significato e ii) trasformare i singoli elementi frasali da elementi nominali in frasi dipendenti. L’esercitazione sull’abilità di passaggio da un elemento nominale a uno frasale nella stessa funzione sintattica costituisce una importante risorsa didattica in quanto abitua l’apprendente a esprimere lo stesso concetto con strutture linguistiche differenti. L’articolo mette in evidenza l’utilità didattica e matetica della descrizione della frase secondo il modello valenziale anche per l’approccio all’analisi del testo in ottica della classificazione della tipologia testuale fondata sul grado di rigidità/elasticità dei testi: l’apprendente impara a misurare lo scarto tra la modalità di uso della lingua a livello di sistema (rappresentato dalla struttura della frase-tipo) e la modalità che appare negli enunciati dei testi reali illustrando lo stretto nesso tra queste due dimensioni della lingua. Il modello valenziale offre anche un valido supporto all’apprendimento sotto forma di rappresentazioni grafiche della frase per mezzo di cerchi radiali, che facilitano sia l’apprendimento dei postulati teorici che la pratica delle attività produttive degli studenti. La flessibilità del metodo lo rende compatibile con diversi livelli di conoscenza dell’italiano, diverse età e background culturali.
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Campione, Anna. "LE ELEZIONI NELLA CECOSLOVACCHIA DEMOCRATICA (1990-1992)." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, no. 2 (August 1993): 315–47. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200022267.

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Abstract:
IntroduzioneNei decenni precedenti l'instaurazione dei regimi comunisti nessuno dei sistemi politici dell'Europa centro-orientale, ad eccezione della Cecoslovacchia e della Germania, aveva sviluppato strutture partitiche relativamente forti, specie se confrontate con i sistemi democratici dell'Europa occidentale. Dopo la breve parentesi post-bellica di competizione «pluralistica» gli organi rappresentativi e le elezioni stesse erano stati trasformati in strumenti funzionali al dominio del partito unico. Benché il parlamento costituisse secondo le costituzioni di quei paesi l'organo più autorevole dello stato, le stesse avevano finito per recepire il principio (stabilito dalla costituzione sovietica del 1977) del partito comunista come «forza guida della società» (Ulc 1982)
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Palmieri, A., L. Cesaro, C. Girardi, and R. Bonsignore. "Rottura spontanea di un dermoide intracranico." Rivista di Neuroradiologia 6, no. 4 (November 1993): 503–8. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600415.

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Abstract:
Viene presentato un caso di tumore dermoide intracranico spontaneamente rotto, in un ragazzo di 16 anni, con esordio clinico rappresentato da crisi epilettica generalizzata. La TC e la RM evidenziano bene i caratteri morfologici e strutturali della cisti consentendo una valutazione completa della diffusione del suo contenuto nello spazio liquorale. Vengono presentati tutti i differenti aspetti che può assumere il liquido cistico sia all'interno del sistema ventricolare che nello spazio subaracnoideo.
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MUÑOS, Favio Rivas. "Aprender Bioética desde la Re-existencia." INTERRITÓRIOS 6, no. 11 (August 6, 2020): 196. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i11.247756.

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Abstract:
Es aceptado que movimientos sociales de diferente tipo jugaron algún papel de importancia en el surgimiento de la bioética en las últimas décadas del siglo XX, junto con los avances biomédicos y la experimentación con seres humanos. Sin embargo, hoy dichos movimientos yacen en el olvido dado el énfasis de esta inter-disciplina científica en lo estrictamente biomédico y su práctica encerrada en comités éticos de asistencia e investigación donde se adelanta, a su vez, un ejercicio de democracia liberal, representativa o comisionada, el paradigma de democracia en el llamado occidente al Norte y al Sur. Latinoamérica, en particular, ha sido y sigue siendo un continente rico en movimientos sociales, según informe del sistema de Naciones Unidas. Entre ellos, los llamados Movimientos contra-hegemónicos son movimientos de resistencia en diferentes partes del mundo que ponen de manifiesto elementos de importancia hacia la construcción de una bioética más acorde con las realidades del Sur global. Como movimientos de resistencia a esa centralidad en el negocio, propia de esta época, los seres humanos a su interior han ido haciéndose a otras formas de vida, es decir, de re-existencia, que rebelan opciones para la supervivencia de la especie humana en un mundo que arrasa y depreda para sólo favorecer la rentabilidad de inversiones a escala global.Bioética. Bioética De Intervención. Movimientos Sociales Contra-Hegemónicos. América Latina.RESUMO Aceita-se que movimentos sociais de diferentes tipos tenham desempenhado papel importante no surgimento da bioética nas últimas décadas do século XX, juntamente com avanços biomédicos e experimentação com seres humanos. No entanto, hoje esses movimentos estão no esquecimento, dada a ênfase dessa interdisciplina científica no estritamente biomédico e sua prática encerrada em comitês éticos de assistência e pesquisa, onde, por sua vez, um exercício liberal, representativo ou comissário, o paradigma da democracia no chamado oeste para o norte e sul. A América Latina, em particular, tem sido e continua sendo um continente rico em movimentos sociais, de acordo com um relatório do sistema das Nações Unidas. Entre eles, os chamados movimentos contra-hegemônicos são movimentos de resistência em diferentes partes do mundo que revelam elementos importantes para a construção de uma bioética mais alinhada às realidades do sul global. Como movimentos de resistência a essa centralidade nos negócios, típicos da época, os seres humanos têm criado outras formas de vida, isto é, de re-existência, que revelam opções para a sobrevivência da espécie humana em um mundo que devasta e deprecia apenas para favorecer a lucratividade dos investimentos em escala global. Bioética. Bioética De Intervenção. Movimentos Sociais Contra-Hegemônicos. América Latina.ABSTRACT It is accepted that social movements of different types have played an important role in the emergence of bioethics in the last decades of the 20th century, together with biomedical progress and experimentation with humans. However, today these movements are in oblivion, given the emphasis of this scientific interdiscipline on strictly biomedical and its practice contained in ethical committees of assistance and research where, in turn, an exercise of liberal, representative or commissioner, the paradigm of democracy in the so-called west to north and south. Latin America in particular has been and continues to be a continent rich in social movements, according to a report by the United Nations system. Among these, the so-called counter-hegemonic movements are resistance movements in different parts of the world that reveal important elements towards the construction of a bioethics more in line with the realities of the global South. As movements of resistance to this centrality in the business world, typical of this period, human beings within them have created other forms of life, that is, of new existence, which reveal options for the survival of the human species in a world that devastates and he was only preying on the profitability of investments on a global scale. Bioethics. Bioethics of Intervention. Counter-Hegemonic Social Movements. Latin America.RIASSUNTO È accettato che movimenti sociali di diverso tipo abbiano giocato un ruolo importante nell'emergere della bioetica negli ultimi decenni del 20 ° secolo, insieme ai progressi biomedici e alla sperimentazione con gli esseri umani. Tuttavia, oggi questi movimenti si trovano nell'oblio, data l'enfasi di questa interdisciplina scientifica sul rigorosamente biomedico e la sua pratica racchiusa in comitati etici di assistenza e ricerca dove, a loro volta, un esercizio di liberale, rappresentativo o commissario, il paradigma della democrazia nel cosiddetto ovest a nord e sud. L'America Latina, in particolare, è stata e continua ad essere un continente ricco di movimenti sociali, secondo un rapporto del sistema delle Nazioni Unite. Tra questi, i cosiddetti movimenti contro-egemonici sono movimenti di resistenza in diverse parti del mondo che rivelano elementi importanti verso la costruzione di una bioetica più in linea con le realtà del Sud globale. Come movimenti di resistenza a questa centralità nel mondo degli affari, tipici di questo periodo, gli esseri umani al loro interno hanno creato altre forme di vita, cioè di nuova esistenza, che rivelano opzioni per la sopravvivenza della specie umana in un mondo che devasta e depredava solo per favorire la redditività degli investimenti su scala globale. Bioetica. Bioetica Dell'intervento. Movimenti Sociali Contro-Egemonici. America Latina.
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Romano, Giulia, and Andrea Guerrini. "L'efficacia del sistema dei controlli contabili delle società quotate italiane: un'analisi delle impugnative di bilancio effettuate dalla Consob." FINANCIAL REPORTING, no. 4 (December 2011): 49–79. http://dx.doi.org/10.3280/fr2011-004003.

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Abstract:
L'oggetto di indagine del presente lavoro è costituito dal sistema dei controlli sull'informativa contabile diffusa dalle società quotate, con particolare riferimento al bilancio di esercizio e consolidato. Attraverso l'analisi dei casi in cui la Consob ha esercitato il potere di impugnativa sui bilanci, gli Autori effettuano un'indagine sull'efficacia dei principali presidi di controllo previsti dalla normativa vigente, rappresentati dal collegio sindacale1 e dalla società di revisione, nominati entrambi dall'assemblea dei soci. Le evidenze empiriche segnalano alcune criticità rilevanti che caratterizzano le attività di controllo ed i "giudizi" sull'informativa contabile dei due organi.
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Mattei, Franco. "LE DIMENSIONI DELL'EFFICACIA POLITICA: ASPETTI METODOLOGICI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 17, no. 1 (April 1987): 105–33. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200016440.

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Abstract:
IntroduzioneIl senso di efficacia politica definito inizialmente come «la percezione che l'azione politica individuale ha, o può avere, un peso nel processo politico » ovvero come « la percezione che il mutamento politico e sociale è possibile e che i cittadini possono avere una parte nella determinazione di questo mutamento », ha rappresentato una variabile-chiave in numerose ricerche su cultura e comportamenti politici di massa nei sistemi democratici.
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Florit, Francesco. "Obiettivo: Tre anni presso la corte internazionalizzata di Timor Est." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (July 2009): 80–87. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-003007.

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Abstract:
- La storia della corte internazionalizzata che ha operato a Timor Est si radica nello sviluppo della democrazia in quel Paese. La presenza di giudici provenienti da Paesi diversi ha favorito la crescita di una giurisdizione locale sufficientemente attrezzata, anche se segnata da difficoltŕ e contraddizioni. L'apporto della cultura giuridica e dell'esperienza italiane ha rappresentato un fattore positivo e, nello stesso tempo, l'esperienza č stata per noi occasione di una riflessione che meriterebbe di essere meglio conosciuta e valorizzata all'interno del sistema giudiziario del nostro Paese1.
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Tabarrani, Ilaria. "Il patrimonio forestale nei piani paesaggistici copianificati." L'Italia forestale e montana 77, no. 6 (January 30, 2023): 225–27. http://dx.doi.org/10.36253/lifm-1087.

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Abstract:
Attualmente in Italia i piani paesaggistici approvati sono presenti solo in quattro regioni (Puglia, Toscana, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia). I piani paesaggistici agiscono attraverso diverse disposizioni riguardanti obiettivi, direttive e prescrizioni che dovranno costruire un sistema volto ad assicurare che tutti gli interessi pubblici presenti nella gestione forestale siano rappresentati, acquisiti e valutati. Le linee guida che dovranno essere redatte dovranno tener conto non solo del valore estetico o storico identitario del patrimonio da tutelare, ma dovranno essere recepite anche dalla pianificazione forestale che dovrà applicare differenti metodologie coinvolgendo differenti settori.
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Tabarrani, Ilaria. "Il patrimonio forestale nei piani paesaggistici copianificati." L'Italia forestale e montana 77, no. 6 (January 30, 2023): 225–27. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1087.

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Abstract:
Attualmente in Italia i piani paesaggistici approvati sono presenti solo in quattro regioni (Puglia, Toscana, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia). I piani paesaggistici agiscono attraverso diverse disposizioni riguardanti obiettivi, direttive e prescrizioni che dovranno costruire un sistema volto ad assicurare che tutti gli interessi pubblici presenti nella gestione forestale siano rappresentati, acquisiti e valutati. Le linee guida che dovranno essere redatte dovranno tener conto non solo del valore estetico o storico identitario del patrimonio da tutelare, ma dovranno essere recepite anche dalla pianificazione forestale che dovrà applicare differenti metodologie coinvolgendo differenti settori.
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Farina, Laura. "I Crisomelidi (Coleoptera; Chrysomelidae) del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone (Italia, Lombardia, provincia di Lecco) [Leaf beetles (Coleoptera Chrysomelidae) from Montevecchia and Curone Valley Natural Park (Italy, Lombardy, Lecco)]." Natural History Sciences 2, no. 2 (November 9, 2015): 61. http://dx.doi.org/10.4081/nhs.2015.233.

Full text
Abstract:
<p>Vengono presentati i risultati di un’indagine faunistica condotta nel Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, localizzato all’estremità meridionale del sistema Sudalpino, in provincia di Lecco. Viene fornito un elenco delle 92 specie di Crisomelidi censite (tre delle quali risultano nuove per la fauna lombarda: <em>Aphthona</em> <em>sicelidis</em>, <em>Dibolia</em> <em>femoralis</em>, <em>Crepidodera</em> <em>fulvicornis</em>) con indicazioni corologiche, fenologiche e la lista delle piante nutrici, ricavate in parte dalla letteratura e in parte da osservazioni sul campo. Vengono inoltre fornite alcune considerazioni sistematiche e biogeografiche relative alla specie <em>Aphthona</em> <em>sicelidis</em>. Le raccolte sono state effettuate prevalentemente in 9 stazioni situate all’interno del parco regionale e selezionate in base a criteri fitosociologico-vegetazionali. L’analisi zoogeografica mostra che il gruppo corologico maggiormente rappresentato è quello delle specie ad ampia distribuzione nella regione Olartica (57 specie = 62%), seguito dagli elementi ad ampia distribuzione in Europa (26 specie = 28%), e nel bacino mediterraneo (5 specie = 6%); i gruppi delle specie afrotropicali e orientali presenti anche nell’area mediterranea sono rappresentati da una sola specie (<em>Chaetocnema</em> <em>hortensis</em>), i gruppi di origine Neartica invece sono rappresentati da tre specie (<em>Diabrotica virgifera, Ophraella communa, Leptinotarsa decemlineata</em>).</p><p> </p><p>This paper is the result of a faunistic research on the Chrysomelidae fauna of Montevecchia and Curone Valley Natural Park. The Park is located south of the Alps, in Lombardy, in the province of Lecco. The author provides a list of 92 species collected. Three of these are new for the Lombardy fauna: <em>Aphthona sicelidis,</em> <em>Dibolia</em> <em>femoralis</em> and <em>Crepidodera fulvicornis</em>. The paper contains chorological and phenological notes for many species and taxonomical remarks on <em>Aphthona</em> <em>sicelidis</em>. Most specimens have been collected in 9 sampling-sites placed inside the Park and selected according to physiognomic-vegetational criteria. The zoogeographical analysis shows that the list of species is dominated by Olarctic species (57 species = 62%), followed by European elements (26 species = 28%) and Mediterranean species (5 species = 6%). Afrotropical and Oriental species also present in the Mediterranean area are represented by a single species (<em>Chaetocnema hortensis</em>), the groups of Nearctic origin instead are represented by three species (<em>Diabrotica virgifera, Ophraella communa, Leptinotarsa decemlineata</em>).</p>
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Granchi, Massimo. "Sviluppo urbano e localismo. Note sulla nascita del concetto di sviluppo locale territoriale." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 99 (November 2012): 50–63. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-099006.

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Abstract:
L'autore suggerisce alcune riflessioni sulla nascita del concetto di sviluppo locale territoriale. Egli ritiene che il concetto sia piuttosto recente e cerca di dimostrare come la sua attestazione, ancora oggi incompleta, abbia portato alla definizione di alcuni contributi di carattere scientifico in merito al suo significato, che fanno riferimento innanzitutto alla pianificazione e alla programmazione territoriale. L'autore, a tale proposito, distingue prioritariamente tre periodi storici evolutivi del concetto: la fase dell'autonomismo, la nascita del sistema di sviluppo locale, la nascita del localismo, e cerca di descriverli. Le riflessioni sono sviluppate attraverso un approfondimento normativo e storico che ripercorre due secoli, XIX e XX. Il lavoro č compiuto attraverso un breve excursus dei piů rappresentativi contributi scientifici di settore esistenti nel periodo preso in esame.
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Varesi, Pier Antonio. "Pluralismo e rappresentatività sindacale cinquant'anni dopo lo Statuto dei lavoratori. Proposte per una legislazione mirata di sostegno al sistema di relazioni sindacali." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 171 (December 2021): 459–98. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-171004.

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Abstract:
L'articolo affronta, a cinquant'anni dallo Statuto dei lavoratori ed alla luce del principio costi-tuzionale di libertà sindacale, le principali questioni in tema di rappresentatività sindacale che da tempo si pongono agli attori del sistema italiano di relazioni sindacali ed alle forze politiche. L'Autore dimostra come tali problemi nella fase più recente siano stati resi più acuti dal para-dosso generato, per un verso, dal costante ampliamento dell'area di diritti, tutele e poteri che lo Stato ha progressivamente posto in capo ai soggetti sindacali qualificati come «rappresentativi» e, per altro verso, dal contemporaneo indebolimento dei concetti e dei criteri selettivi applicati. Inoltre, tenendo in debita considerazione l'importante esperienza acquisita dalle riforme riguar-danti le relazioni sindacali nel pubblico impiego, è sottoposto a verifica lo stato di avanzamento del processo di implementazione del sistema di misurazione e di certificazione della «rappre-sentatività sindacale» previsto dagli accordi interconfederali per il settore privato stipulati nello scorso decennio. Nella parte conclusiva, l'Autore avanza alcune proposte di riordino della le-gislazione in materia.
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Elster, Jon. "La democrazia deliberativa." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 36 (January 2010): 33–50. http://dx.doi.org/10.3280/las2009-036004.

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Abstract:
- L'articolo esamina le qualitÀ della democrazia deliberativa a partire dal riferimento a espressioni storiche di questa: nelle istituzioni ateniesi del quinto-quarto secolo a. C., nella Convenzione Federale statunitense del 1788, negli Stati Generali della Rivoluzione francese, in varie esperienze locali odierne. Stabiliti tre modelli di democrazia (diretta, rappresentativa, del sorteggio) e tre criteri per la deliberazione (moralitÀ, causalitÀ, probabilitÀ), la questione da affrontare č se la forma deliberativa di democrazia sia un buon sistema politico. La risposta č sě, purché si verifichino tre condizioni: intensitÀ della motivazione nei partecipanti, orientamento al bene pubblico della motivazione stessa, corretta informazione dei partecipanti. Ma si tratta di una conclusione ipotetica, che tiene conto della complessitÀ e molteplicitÀ dei fattori in gioco, e dunque del fatto che nessuna proprietÀ dei processi decisionali collettivi č desiderabile incondizionatamente.
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Moccia, Luigi. "Cittadinanza e democrazia nell'Europa in crisi: quale via all'Unione politica." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (November 2012): 35–78. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2012-002002.

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Abstract:
Prendendo spunto dalle vicende relative alla crisi economico-finanziaria dell'eurozona e dalle connesse misure di modifica dei trattati, il saggio, attraverso un esame del sistema di potere e decisionale al livello di Unione, assume una posizione di critica nei confronti di un metodo e modello di governo europeo a sempre piů forte impronta intergovernativa, cercando di dimostrare l'esistenza di principi normativo-istituzionali di rilievo costituzionale che consentono invece di dare significato al principio di democrazia rappresentativa posto dal trattato a base del funzionamento dell'Unione, definendone pertanto un modello di governo democraticamente fondato sulla sovranitŕ dei cittadini dell'Unione. Cosě da ricondurre il dibattito in tema di ‘piů Europa' al suo cuore federale e insieme democratico costituito dal problema di un maggiore e piů consapevole consenso popolare a base delle istituzioni e decisioni comuni.
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Ambrosini, Maurizio. "Tra sopravvivenza marginale e innovazione dell'offerta imprenditoriale: il caso delle attivitŕ indipendenti degli immigrati." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 94–107. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122007.

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Abstract:
Il fenomeno della partecipazione degli immigrati al lavoro indipendente sta crescendo notevolmente in Europa, secondo una linea di tendenza da tempo riscontrata oltre oceano. è probabilmente la maggiore novitŕ emersa negli ultimi vent'anni nei rapporti tra lavoratori immigrati e sistemi economici riceventi. L'articolo analizza portata e limiti dell'innovazione economica, sociale e culturale ascrivibile alle attivitŕ indipendenti promosse da immigrati sulla base di ricerche empiriche svolte a Milano, Torino e Genova, con particolare riferimento alle iniziative con caratteri transnazionali. Considera altresě il dark side rappresentato dalle resistenze locali verso questi nuovi attori e fenomeni delle economie urbane.
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Mazzucotelli, Francesco. "FRAGMENTS OF LEBANON: SECTARIANISM AND THE FINANCIAL CRISIS." Il Politico 252, no. 1 (June 22, 2020): 24–42. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2020.295.

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Abstract:
L’attuale crisi finanziaria libanese è per molti versi il risultato di un sistema politico clientelare, rivestito di narrazioni e di rivendicazioni confessionali, che ha utilizzato le risorse pubbliche in cambio di un instabile supporto. L’articolo prende in considerazione il default del marzo 2020 nel quadro del dibattito sulla fragilità dello stato libanese e la natura del sistema confessionalista. La fragilità delle istituzioni pubbliche libanesi è stata spesso convenientemente spiegata come l’effetto di fattori esterni, ultimo tra i quali il fardello rappresentato dai rifugiati della guerra civile siriana, o come il risultato delle frammentazioni religiose. L’articolo inquadra la crisi in corso all’intersezione tra il collasso di un sistema neopatrimoniale di rendite legate alle economie del Golfo e la crisi di legittimità delle élites politiche locali. La combinazione di tutti questi fattori esaspera i meccanismi di impoverimento della maggioranza della popolazione, e particolarmente della sua classe media, che rimane esposta a meccanismi confessionali di clientelismo, disciplina e controllo. Il paradosso dell’attuale crisi è che essa sta rafforzando le fondamenta del sistema che è all’origine dei meccanismi di indebitamento e di insostenibilità finanziaria. Dopo essere state messe sotto pressione dalle manifestazioni di piazza negli ultimi mesi del 2019, la pandemia di Covid-19 sta offrendo alle élites politiche la possibilità di riaffermare il proprio controllo egemonico sui propri territori e settori sociali di riferimento.
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Tonarelli, Alessandro. "Gli amministratori locali di Forza Italia." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no. 1 (April 1999): 89–119. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200026502.

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Abstract:
IntroduzioneA pochi mesi dal primo congresso nazionale di Forza Italia riteniamo utile esporre, sia pure in forma sintetica, i risultati di una ricerca empirica sugli eletti di questo partito nei consigli comunali, provinciali e regionali. La decisione di focalizzare l'analisi sui rappresentanti di Forza Italia nelle amministrazioni locali è suggerita da una serie di fattori, alcuni di rilievo sistemico e altri di portata più circoscritta. I primi inducono a collocare lo studio dei gruppi dirigenti locali di Forza Italia nel più ampio contesto della crisi e del cambiamento del sistema partitico italiano. A tale proposito, posto che fra gli indicatori più importanti di questo fenomeno troviamo il mutamento organiz-zativo ed il ricambio delle élites (Morlino 1996), uno studio del caso come quello condotto consente di misurare, con riferimento ad un importante attore politico, l'intensità e le modalità con le quali si sono manifestati questi processi. La scelta di Forza Italia è dovuta al fatto che, per la sua stessa apparizione, ha significativamente rappresentato la crisi del sistema partitico e quella più generale della democrazia italiana.
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Vicoli, Daniele. "La mediazione in fase esecutiva nel sistema italiano: il quadro normativo e le dinamiche applicative." Revista Brasileira de Direito Processual Penal 7, no. 3 (October 31, 2021): 2285. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v7i3.623.

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Abstract:
Nel sistema italiano, la vittima, sebbene abbia assunto un ruolo di crescente importanza, resta ai margini della fase di esecuzione della pena. All’indifferenza legislativa se ne aggiunge un’altra: il tema della mediazione – al centro di diffuse analisi sul piano delle possibili alternative al rito ordinario – risulta esaminato in modo superficiale nel quadro delle dinamiche esecutive. L’articolo intende offrire un contributo utile a colmare questa lacuna. Nelle linee di fondo, il tratto distintivo della mediazione in executivis è rappresentato dall’intervenuta irrevocabilità della sentenza: un fattore che si palesa ambivalente, nella misura in cui può agevolare percorsi a valenza conciliativa ma anche renderli più ostici. In simile scenario, diventa centrale il nesso tra la giustizia riparativa e gli scopi di risocializzazione sottesi alla pena, tali da esplicarsi nell’impegno dell’autore a rivisitare in chiave critica l’illecito commesso e ricostruire il rapporto con la persona offesa. Stabilita questa premessa, l’accento va posto sulla logica del dialogo: le parti sono chiamate a sviluppare, con l’aiuto del mediatore, una trama relazionale che permetta di sanare la frattura originata dal reato. Tali canoni – già sfuggenti nella dimensione normativa dell’affidamento in prova (art. 47 comma 7 ord. penit.) e del lavoro all’esterno (art. 21 comma 4-ter ord. penit.) – sono del tutto obliterati sul versante applicativo. Appare, quindi, indispensabile un deciso cambio di rotta al fine di introdurre, nella fase esecutiva, forme di mediazione a carattere individualizzato e comunicativo.
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Giangrande, Nicolò. "I contratti collettivi nazionali di lavoro, il ruolo dei sindacati confederali e i lavoratori coperti." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE 40, no. 3 (December 2022): 33–42. http://dx.doi.org/10.3280/es2022-003004.

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Abstract:
Nel recente dibattito pubblico che ha accompagnato l'approvazione della Direttiva sui salari minimi adeguati nell'Unione Europea ci si è interrogati sullo stato della contrattazione collet-tiva in Italia e su quanti lavoratori coinvolgesse. L'Italia, pur essendo un Paese storicamente caratterizzato da un consolidato sistema di relazioni industriali, non ha ancora statistiche defi-nitive sulla copertura contrattuale formalmente riconosciute e di riferimento per la definizione delle politiche. Sulla base di queste premesse sono stati esaminati, tramite dati ufficiali, il nu-mero dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (Ccnl), le organizzazioni sindacali contraenti e il numero dei lavoratori dipendenti effettivamente coperti, sia nel settore privato, esclusi i settori agricolo e domestico, che nel pubblico. La ricerca evidenzia un'altissima copertura dei Ccnl firmati dalle maggiori organizzazioni sindacali confederali (Cgil, Cisl, Uil) e un'anomala proliferazione di Ccnl che, sebbene interessi un numero esiguo di lavoratori, può esercitare una pressione verso il basso sui salari e sulle condizioni lavorative stabilite nei Ccnl più con-solidati e rappresentativi.
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Carla, Ponterio, and Riverso Roberto. "L'articolo 8 della legge 14 settembre 2011 n. 148 e la morte annunciata del diritto del lavoro." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 6 (February 2011): 63–75. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-006006.

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Abstract:
A nemmeno due mesi dalla firma unitaria dell'accordo interconfederale del giugno 2011, le relazioni industriali trovano una nuova fonte esterna di regolamentazione con l'art. 8 della legge di manovra finanziaria (legge 14 settembre 2011 n. 148 di conversione del decreto legge 13 agosto 2011 n. 138), con cui si introduce la generale e praticamente illimitata derogabilitŕ da parte della contrattazione aziendale e territoriale agli assetti disciplinati dal contratto collettivo nazionale e, ciň che rappresenta la vera rottura con il sistema previgente, alla legge. Il pericolo concreto č rappresentato - al di lŕ della volontŕ delle parti sociali - dalla morte del diritto del lavoro, che sin qui ha risposto a una naturale vocazione all'inderogabilitŕ del principio di legge, e all'eguaglianza del trattamento, su tutto il territorio nazionale, garantito nella sua effettivitŕ dall'uniforme applicazione in sede giurisdizionale.
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Avarotti, E., and R. Gangitano. "L'osteoporosi in Italia oggi." Rivista di Neuroradiologia 15, no. 4 (August 2002): 431–37. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500412.

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Abstract:
L'andamento e la diffusione della Osteoporosi assume sempre maggiore rilevanza dato l'aumento continuo della vita media della popolazione. Per tale motivo valutati gli eventi finali della malattia Osteoporosi rappresentati da fratture del femore prossimale, delle vertebre e del polso e valutate sia l'incidenza che i costi per il sistema sanitario, gli Autori vogliono porre il giusto accento sugli aspetti terapeutici più moderni quali la Vertebroplastica ed il Trattamento Ortopedico delle fratture, come anche sulla terapia farmacologica di prevenzione. La patologia osteoporotica stante la sempre maggiore presenza nella popolazione mondiale ed italiana in particolare di soggetti anziani con incremento della aspettative di vita media, non può più essere sottovalutata. Il gap fra la esatta conoscenza dei rischi del paziente osteoporotico e la giusta e tempestiva intrapresa di una terapia preventiva deve essere ancora compreso e colmato.
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Elefante, R., S. Cirillo, L. Simonetti, G. La Tessa, and F. Smaltino. "La Risonanza Magnetica in età pediatrica." Rivista di Neuroradiologia 1, no. 1_suppl (April 1988): 27–33. http://dx.doi.org/10.1177/19714009880010s104.

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Abstract:
La Risonanza Magnetica (RM) ha trovato un campo di applicazione ideale nello studio neuroradiologico della patologia del Sistema Nervoso Centrale in età pediatrica. Essa, infatti, presenta potenzialmente chiari vantaggi rispetto alle altre tecniche disponibili, prima tra tutte la Tomografia Computerizzata. Questi vantaggi sono rappresentati dalla assenza di invasività radiobiologica e farmacologica e dalla alta efficacia diagnostica nella maggior parte dei capitoli della patologia neurologica del bambino. Nella sua applicazione in età pediatrica la RM presenta anche alcuni problemi. Si tratta principalmente dello scadimento della qualità di immagine per la necessità di usare scansioni sottili e campi di vista ridotti, della necessità di procedere, nei bambini più piccoli alla narcosi e della difficile accessibilità dell'esame. Risolti tali problemi, la RM si propone quale metodica di prima scelta in neuroradiologia pediatrica.
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Viñuela, Enrique García, and Pablo Vázquez Vega. "The Financing of Political Parties: a Public Choice Approach*." Journal of Public Finance and Public Choice 14, no. 1 (April 1, 1996): 41–55. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907540246.

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Abstract:
Abstract I numerosi e recenti casi di finanziamenti illegali ai partiti politici, malgrado la diffusa convinzione dell’importanza del finanziamento legale ai partiti come prerequisite di una efficiente democrazia rappresentativa, mettono in evidenza come il fenomeno del finanziamento illegale ai partiti sia un fenomeno alquanto diffuso. Ciò ha portato i Paesi più afflitti da questa pratica ad introdurre riforme nella legislazione che riguarda il finanziamento dei partiti politici.Gli AA. ricostruiscono in questo articolo i punti salienti dell’organizzazione dei partiti politici nei Paesi a più radicata democrazia, analizzando separatamente sia il finanziamento pubblico (suggerito qualora i cittadini fossero riluttanti alia contribuzione), sia il finanziamento privato (più adatto in una democrazia con partiti forti e liberi dal con- * trollo statale e dei gruppi di pressione).La loro pragmatica conclusione è nel senso che i partiti politici dovrebbero sfruttare l’occasione della riforma di questa normativa per riguadagnare consensi presso l’elettorato e che il sistema più efficace per controllare il fenomeno del finanziamento illegale dei partiti è quello di ridurre gli incentivi verso la ricerca di rendite parassitarie nel settore pubblico.
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Wakefield, Jerome C. "Patologizzare la normalitŕ: l'incapacitŕ della psichiatria di individuare i falsi positivi nelle diagnosi dei disturbi mentali." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 3 (September 2010): 295–314. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-003001.

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Abstract:
Quando la psichiatria si č trasformata da un'attivitŕ basata sul lavoro nei manicomi a una professione inserita nella comunitŕ, le diagnosi false positive hanno rappresentato una vera sfida alla validitŕ dei sistemi diagnostici. L'introduzione, col DSM-III del 1980, di criteri diagnosti operazionalizzati basati sui sintomi descrittivi ha esacerbato questa difficoltŕ a causa della natura contestuale della distinzione tra normale disagio e disturbo mentale. Viene discusso, anche con esempi clinici, se i DSM-III e DSM-IV sono riusciti a evitare i falsi positivi, e viene fatta un'analisi concettuale dei criteri di alcune diagnosi, proponendo contro-esempi alla pretesa dei DSM di identificare un disturbo. A tutt'oggi la psichiatria non č riuscita a risolvere il problema dei falsi positivi. Permangono lacune riconoscibili persino da non specialisti, e questo anche se il problema č puramente concettuale e non dipende da nuove informazioni provenienti da ricerche.
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N. Vujović, Marija, and Luigi E. Beneduci. "LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLʼITALIANO NEO-STANDARD IN DUE ROMANZI ITALIANI CONTEMPORANEI (ASPETTO MORFOLOGICO)." Филолог – часопис за језик књижевност и културу 12, no. 24 (December 30, 2021): 239–67. http://dx.doi.org/10.21618/fil2124239v.

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Abstract:
Se l’italiano standard è la varietà linguistica codifcata nei libri di grammatica, per neo-standard si intendono le abitudini comunicative, parlate e scritte, di una fascia di parlanti acculturati, in una varietà linguistica più informale. Utilizzando le tassonomie di Sabatini e Berruto, gli autori dello studio hanno rintracciato la presenza del neo-standard in un corpus formato da due romanzi italiani contemporanei, Io e te di Niccolò Ammaniti ed Esco a fare due passi di Fabio Volo. Considerando l’alto numero di occorrenze, ci si è limitati all’aspetto morfologico del sistema pronominale e verbale, con valore esemplifcativo. Le opere analizzate sono diversamente signifcative di due autori agli antipodi: il romanzo di un acclamato scrittore e il romanzo di esordio di un DJ e conduttore televisivo. Il risultato dello studio è che, a parte poche differenze, i tratti neo-standard caratterizzano entrambe le operazioni di scrittura, con l’intento di raggiungere l’immediatezza comunicativa della lingua parlata. Se ne conclude che i narratori hanno colto, rappresentato e riprodotto l’urgenza e la penetrazione delle nuove forme della lingua italiana, che potrebbero diventare un nuovo futuro standard normativo.
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Majone, Giandomenico. "LA CRESCITA DEI POTERI REGOLATIVI NELLA COMUNITÀ EUROPEA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, no. 3 (December 1995): 409–39. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023790.

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Abstract:
IntroduzioneLa rilevanza conferita dal Trattato di Maastricht al principio di sussidiarietà se da un lato rivela una diffusa preoccupazione circa la tendenza alla crescita dei poteri di regolazione di Bruxelles, solleva anche diversi interrogativi interessanti sotto il profilo teorico. In primo luogo, è possibile una sovra-regolazione al livello europeo, nonostante che i governi nazionali siano fortemente rappresentati ad ogni livello del processo decisionale? In secondo luogo, se è vero che gli stati membri si sforzano di preservare il più ampio margine possibile di sovranità e di autonomia nel policy-making, come dimostrano le forti resistenze agli interventi comunitari in aree quali la politica macroeconomica e la tassazione indiretta, perché allora essi hanno accettato molte misure regolative non previste dai trattati originari e non strettamente necessarie per il funzionamento del mercato comune? Infine, per quello che riguarda la qualità più che la quantità delle regole comunitarie, quanto è davvero possibile l'innovazione in un sistema dove i poteri formali di iniziativa della Commissione, così come le sue funzioni esecutive, sembrano essere così severamente controllati?
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Margara, Alessandro. "Il lungo processo di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2011): 53–74. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-001005.

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Abstract:
Il sistema degli OPG per accogliere gli autori di reato, prosciolti per vizio totale di mente, č contenuto nel Codice penale, ma č stato fortemente modificato da sentenze costituzionali e da interventi legislativi, che lo hanno adattato alla nuova concezione dell'assistenza psichiatrica: gli OPG esistenti sono perň rimasti eguali al modello carcerario del passato sia per i luoghi, sia per il personale prevalente, rappresentato dalla Polizia penitenziaria. La pericolositŕ sociale č la condizione per la applicazione della misura di sicurezza dell'OPG, che si esegue negli stessi OPG. Il concetto di pericolositŕ sociale, assoluto nel Codice penale, si č relativizzato e va accertato nel concreto del singolo caso e delle sue risorse socio-familiari. Il DPCM 1/4/2008 che ha stabilito il passaggio della sanitŕ penitenziaria al Servizio sanitario nazionale ha un progetto di distribuzione degli internati nelle regioni di appartenenza, cosě che le stesse seguano i malati residenti nei loro territori e tendano a riportarli all'assistenza psichiatrica generale degli stessi. L'allegato C al DPCM descrive le fasi di questo passaggio e della presa in carico del Servizio sanitario di ogni regione, cosě che sia superato e abbandonato il vecchio modello degli OPG.
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Zane, Antonella, Lorisa Andreoli, and Laura Tallandini. "La Biblioteca Digitale dell’Università di Padova." DigItalia 15, no. 1 (June 2020): 69–86. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00005.

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Abstract:
Questo contributo intende documentare sinteticamente l'evoluzione dei servizi della Biblioteca Digitale dell'Ateneo di Padova dagli inizi, nei primi anni'90, al 31 dicembre 2018. Tale evoluzione può essere considerata rappresentativa degli sviluppi avvenuti, con l’avvento del digitale, nei Sistemi Bibliotecari dei maggiori Atenei Italiani. I primi passi della Biblioteca Digitale sono stati caratterizzati da una visione dell’utilizzo delle nuove tecnologie come vettore del miglioramento dei tradizionali servizi delle biblioteche accademiche alla propria utenza istituzionale. Questi passi hanno consentito l’accesso ad un patrimonio informativo in continua crescita e sempre più costituito da risorse digitali. Contestualmente si è attuato un profondo cambiamento delle relazioni tra l’utente e la biblioteca. La crescita degli accessi ai materiali e del loro utilizzo sono prova dell’aumento costante dei flussi informativi consentiti dalla Biblioteca Digitale e come tali recepiti dall’utenza. In questa situazione le biblioteche sono state interpreti in prima linea della mutazione in atto nelle modalità di trasmissione della conoscenza andando a studiare le nuove realtà e progettando e realizzando i servizi innovativi da queste resi attuabili. Non è possibile oggi prevedere quali saranno gli sviluppi della biblioteca e della Biblioteca Digitale nei prossimi anni ma resta comunque necessario rispondere alle sempre nuove esigenze dell’utenza, in una continua e tempestiva navigazione a vista.
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Marotta, Giuseppe, and Concetta Nazzaro. "Value portfolio in the multifunctional farm: new theoretical-methodological approaches." RIVISTA DI ECONOMIA AGRARIA, no. 2 (October 2012): 7–36. http://dx.doi.org/10.3280/rea2012-002001.

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Abstract:
La creazione di valore e stata oggetto di significativa attenzione nel dibattito economico- agrario, nazionale e internazionale, degli ultimi anni, portando allo sviluppo di nuovi approcci teorici che hanno permesso di reinterpretare i processi di riposizionamento funzionale dell'impresa agricola (multifunzionale). In quest'ottica, percio, la multifunzionalita permette all'azienda di rispondere alle nuove istanze sociali, consapevoli e responsabili, produrre benessere collettivo, integrare il reddito, individuare percorsi di creazione di valore socialmente responsabile. In questo senso, si rinnova la tradizionale visione della multifunzionalita, la quale da strumento di giustificazione dell'intervento pubblico in agricoltura assume valore di vero e proprio fattore strategico di vantaggio competitivo. Il paper propone un modello teorico che consente di analizzare come i processi di boundary shift portino alla creazione di un "portafoglio di valori" (PV) (Marotta, Nazzaro, 2010; 2011a, 2011b), e a nuovi modelli di impresa agricola multifunzionale e multi-valore. Sul piano metodologico, l'utilizzo della Value Portfolio and Multifunctional Governance Analysis (VPMGA) (Marotta, Nazzaro, 2010; 2011a, 2011b), ha permesso di validare empiricamente il modello del PV, in specifiche filiere agroalimentari e sistemi rurali della Campania, secondo un approccio che, integrando e completando la value chain analysis e la governance value analysis, si pone come innovativo e meglio rappresentativo delle specificita dell'impresa agricola multifunzionale. I risultati hanno permesso di verificare come il boundary shift e, quindi, il PV, consentono di diversificare il rischio, in situazioni di crisi, rappresentando una strategia competitiva per le imprese multifunzionali rispetto alle imprese che conservano il solo core business tradizionale.
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Grassi, Davide. "LA GLOBALIZZAZIONE DELLA DEMOCRAZIA: TRANSIZIONI E CONSOLIDAMENTO DEMOCRATICO AGLI ALBORI DEL XXI SECOLO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, no. 1 (April 2002): 3–29. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200029919.

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Abstract:
IntroduzioneUno degli aspetti più influenti del discusso processo della globalizzazione, con le sue molteplici ripercussioni economiche, sociali e politiche, è rappresentato dalla propagazione su scala mondiale della democrazia. Sappiamo che la democrazia è oggi il sistema politico più diffuso e che gran parte dell'umanità vive oramai in regimi eletti democraticamente, con ripercussioni ampiamente positive: a livello nazionale i regimi democratici garantiscono, rispetto ai loro predecessori autoritari, una migliore protezione dei principali diritti civili e politici, pur se questa rimane in alcuni casi insoddisfacente. A livello internazionale il prevalere della democrazia garantisce, tra le altre cose, scenari meno conflittuali, riducendo le chances di ostilità o vere e proprie guerre tra Stati (Bonanate 2000, 204-210 per una discussione). Il successo democratico in aree geopolitiche molto diverse, tuttavia, ne rende particolarmente complessa l'analisi: decine di paesi sono impegnati, con alterne fortune, nelle fasi della transizione alla democrazia o in quelle successive del rafforzamento del nuovo regime. E inevitabile, in casi del genere, valutare con maggiore attenzione i processi politici che per primi si sono sviluppati ed hanno attecchito, lasciando in ombra quelli successivi. Dei processi più recenti, anzi, è spesso arduo offrire una descrizione accurata, per il turbinio di eventi e personaggi che spesso ne caratterizzano le vicende.
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Francesconi, Marco. "Ricordi in attesa di un pensatore. Memoria, trauma e ambiguitŕ." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2012): 75–98. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-002005.

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Abstract:
L'articolo si propone di esaminare il modello di memoria che emerge dai primi scritti freudiani, in particolare il "Progetto per una psicologia scientifica" e "L'interpretazione dei sogni", raccordandolo con alcune visioni delle neuroscienze. Freud appare assai moderno quando afferma la prioritŕ dell'elemento mnestico sulla percezione, la natura solo inibitoria dell'Io, rappresentato come sistema di rinuncia e controllo di fronte alla spontanea comparsa di ricordi/allucinazioni come prima risposta al bisogno-desiderio. I concetti freudiani di identitŕ percettiva e identitŕ di pensiero, antesignani della necessitŕ di correlazione e di continua ricategorizzazione della memoria sembrano un utile strumento nella elaborazione di un modello di mente che integri questi apporti a quanto le neuroscienze definiscono con maggiore rigore scientifico. Attraverso i concetti di ambiguitŕ e di metamorfosi si cerca inoltre di fornire una serie di spunti per meglio comprendere la portata dell'impatto traumatico sulla mente: viene discusso quanto si possa parlare di "irrappresentabilitŕ" dell'evento traumatico o quanto, piuttosto, si riattivino forme di rappresentazione arcaica appartenenti a funzionamenti primitivi della mente che non escludono la presenza di "fantasie inconsce". Attraverso i concetti di Sé alieno e Sé a nuclearitŕ indifferente, vengono, infine, proposti richiami a "stati primigeni della mente" che potrebbero essere visioni significative dello stato iniziale del pensiero, quando appare piů vulnerabile alle situazioni traumatiche.
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Grimaldi, Pietro. "Cognizione sociale, metacognizione e psicopatologia." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 51 (January 2023): 9–31. http://dx.doi.org/10.3280/qpc51-2022oa15180.

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Abstract:
Gli esseri umani comprendono e danno un senso al mondo sociale utilizzando la cognizione sociale, ovvero processi cognitivi attraverso i quali vengono comprese, elaborate e ricordate le proprie interazioni con gli altri (Morgan et al., 2017). Il termine cognizione sociale in maniera generale, viene riferito alle operazioni mentali che sono alla base delle interazioni sociali, tra cui percepire, interpretare e generare risposte alle intenzioni, alle disposizioni e ai comportamenti degli altri (Green et al., 2008). Un livello di ordine superiore della cognizione sociale &egrave; rappresentato dalla capacit&agrave; di comprendere e ragionare sugli stati mentali e affettivi propri e altrui, utilizzando tale comprensione per risolvere i problemi e gestire la sofferenza soggettiva, livello definito mentalizzazione (Bateman &amp;amp; Fonagy, 2012; Choi-Kain &amp;amp; Gunderson, 2008) o metacognizione (Semerari &amp;amp; Dimaggio, 2003). L'attivazione dei sistemi motivazionali interpersonali, cos&igrave; come degli schemi relazionali, possono influenzare l'intersoggettivit&agrave; e le capacit&agrave; mentali necessarie per gestire i compiti della vita e le relazioni interpersonali.La compromissione della cognizione sociale, cos&igrave; come le disfunzioni delle diverse abilit&agrave; metacognitive sono riconosciute come una caratteristica chiave di diverse condizioni psicopatologiche.
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Shepherd, Geoff. "System failure? The problems of reductions in long-stay beds in the UK." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no. 2 (August 1998): 127–34. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007260.

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RIASSUNTOScopo — Esaminare la letteratura riguardante gli effetti della riduzione del numero di letti per lungodegenti nei Servizi di Salute Mentale della Gran Bretagna. Metodo — Revisione selettiva della letteratura, con particolare riferimento a ricerche condotte dall'autore e dai suoi colleghi presso il Sainsbury Centre for Mental Health.Risultati — Le evidenze suggeriscono che gli effetti della riduzione dei letti dei lungodegenti dovrebbero essere esaminati separatamente, distinguendo i «vecchi» dai «nuovi» lungodegenti. Mentre i «vecchi» lungodegenti, che sono stati più direttamente toccati da questi cambiamenti, hanno avuto generalmente risultati positivi, lo stesso non può dirsi per i «nuovi» lungodegenti. Questi pazienti vengono correntemente accumulati in Unità per pazienti gravi, spesso in reparti di ospedali generali o entrano nel meccanismo della «porta girevole», che è rappresentato dai trattamento dei pazienti acuti a cui segue un inadeguato supporto sociale. Nonostante sia evidente la scarsita di letti per acuti, specialmente nelle aree centrali delle città, molti di questi letti sono attualmente occupati da pazienti che sarebbero curati meglio (e con minore spesa) in strutture territoriali alternative, se esse fossero disponibili. Le evidenze suggeriscono che e possibile migliorare gli esiti per questo gruppo di «nuovi» lungodegenti, se fossero utilizzabili specifici team territoriali che si occupino di reperire alloggi e lavoro e di assicurare adeguato sostegno. Conclusioni — Gli effetti della riduzione dei letti di pazienti lungoassistiti dovrebbero essere considerati in una prospettiva sistemica. Si possono organizzare servizi sociali efficaci, ma, per ottenere una efficace sostituzione di un tipo di servizio con un altro, ci deve essere un sistema ben coordinato, con obiettivi definiti e tecnicamente efficiente. Attualmente tali tipi di servizi sono rari. Comunque è improbabile che mettere a fuoco semplicemente un singolo elemento del sistema (ad esempio, il numero di letti) produca soluzioni efficaci ed efficienti.
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Astuto, G. "Dostoevskij: La Russia e l’Europa. Alcune riflessioni sulle opere letterarie." Язык и текст 7, no. 1 (2020): 6–30. http://dx.doi.org/10.17759/langt.2020070101.

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Abstract:
Сerco di capire le modalità di espressione delle concezioni di Dostoevskij che, per il tramite della «vivente fantasia», traducono i rapporti reali in sistemi di segni artistici, con le inevitabili strutture problematiche interne e le significative contraddizioni. Per gli slavofili, la polarità Russia-Europa si concretizza in due modelli di vita diversi. Dostoevskij, al contrario, riprende le tensioni presenti nel rapporto tra Russia ed Europa, per esempio quello tra popolo e intelligencija, «verità di Cristo» e arbitrio individualistico, e le analizza con un impianto concettuale nuovo e originale. L’elemento «positivo» della concezione dostoevskojana è rappresentato dall’esperienza sociale e dalla capacità di avvertire, proprio per questo suo radicamento, «la frattura con il passato» e la crisi dell’epoca in cui vive. Nell’ambito di tale crisi vanno collocate le drammatiche vicende dell’«uomo del sottosuolo», dei Roskol’nikov e della famiglia Karamzov. Per tali ragioni, si può sostenere che Dostoevskij, tramite il confronto tra Europa e Russia e con la sua visione genialmente penetrante, riesce a individuare i conflitti fondamentali e le tensioni esistenziali dell’uomo contemporaneo, che hanno le radici nel passato e si proiettano nell’essenza problematica del futuro. Da qui deriva anche la diffusione della popolarità della sua opera, e tutto ciò a prescindere dagli aspetti riconducibili all’utopia sociale.
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Carrosio, Giovanni. "La diffusione degli impianti per la produzione di energia da biogas agricolo in Italia: una storia di isomorfismo istituzionale." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 9–25. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002001.

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Abstract:
L'articolo affronta il tema della diffusione degli impianti per la produzione di energia da biogas agricolo in Italia, partendo da una lettura di tipo socio-organizzativo. Tale approccio ha consentito di mettere in luce una serie di evidenze emerse da una ricerca sul campo: ovvero, il ruolo esercitato dai fattori istituzionali e dalla formazione di un campo organizzativo strutturato nella produzione di una serie di spinte all'omogeneizzazione delle esperienze di produzione agroenergetica. Questo processo, che viene inquadrato attraverso gli stimoli interpretativi del neo-istituzionalismo e degli studi sugli stili aziendali peculiari della sociologia rurale, ha significato la messa in opera di una serie di modelli organizzativi che hanno determinato, in alcuni casi, uno scostamento significativo tra gli obiettivi delle politiche di incentivazione per le agroenergie – riduzione delle emissioni climalteranti, indipendenza energetica, sviluppo rurale - e i risultati effettivamente ottenuti. Dalla analisi emerge come le spinte isomorfiche abbiano prodotto dei modi di organizzare la produzione di energia ed il suo dispacciamento, decisamente incoerenti rispetto alle motivazioni per le quali le energie rinnovabili vengono incentivate ed inefficienti nel garantire assetti sostenibili per le singole imprese agricole. Si mette in luce, infatti, come le politiche di incentivazione della produzione di energia da biogas abbiano favorito soprattutto il rafforzarsi di uno stile aziendale riconducibile al modello della modernizzazione agricola - caratterizzato da una tendenza all'ampliamento di scala delle aziende ed una marcata accelerazione dell'industrializzazione dei processi produttivi, piuttosto che l'emergere di assetti gestionali basati sulla pluriattivitŕ, dove il sistema di produzione di energia diviene funzionale alla chiusura dei cicli ecologici ed alla creazione di valore aggiunto a partire dagli stessi fattori produttivi. L'analisi compiuta si basa sui dati del censimento degli impianti a biogas realizzato nell'ambito del progetto di ricerca PRIN 2008LY7BJJ_002, che consentono di capire l'evoluzione del settore in modo diacronico, mettendo in luce localizzazione degli impianti, potenza elettrica installata, matrici agricole utilizzate nel processo di digestione anaerobica. Ad una analisi di tipo quantitativo, si č aggiunta l'individuazione di una serie di studi di caso rappresentativi della varietŕ dei modelli organizzativi adottati per la produzione agroenergetica e sono state effettuate diciotto interviste a testimoni qualificati: agricoltori, tecnici, progettisti, agronomi. Le interviste, in particolare hanno permesso di comprendere le varie sfaccettature dei tipi di pressione esistenti in un campo organizzativo popolato da una vastitŕ di figure professionali. In sede di conclusione si ipotizza come, a partire da una revisione dei sistemi di incentivazione, sarebbe possibile contrastare le pressioni che hanno portato il campo organizzativo verso un isomorfismo inefficiente, favorendo la diversificazione degli impianti, dei modi di approvvigionamento, degli utilizzi e delle destinazioni del biogas e dell'energia prodotta da esso.
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Mancini, Elena, and Roberta Martina Zagarella. "Modelli deliberativi per l’allocazione delle risorse in sanità: il caso della dengue in Tanzania." Medicina e Morale 68, no. 3 (October 15, 2019): 313–35. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.589.

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Abstract:
Nei piani di intervento a sostegno dei sistemi sanitari dei paesi in via di sviluppo, l’utilizzo prevalente di approcci tecnici (basati su strumenti economici) ha rappresentato la via maestra per l’individuazione delle priorità sanitarie. Tali approcci mostrano tuttavia il limite, sotto il profilo etico, di non includere un’analisi dei valori e del contesto culturale e di essere scarsamente responsivi nei confronti delle reali domande di salute della popolazione. Nascondono, inoltre, un sostanziale conflitto tra i valori sottesi, quali l’efficienza e l’equità. La nostra analisi si rivolge ai modelli partecipati e deliberativi di allocazione delle risorse, e specialmente all’approccio elaborato da Norman Daniels – che prende il nome di Accountability for Reasonableness (A4R) – con l’intento di proporre un metodo finalizzato alla definizione di priorità “giuste”, definite cioè non in base a predefinite scelte di valori bensì derivanti da una procedura deliberativa legittima (trasparente e negoziata tra tutti i portatori di interessi in gioco). Per testare l’applicabilità in circostanze reali (soprattutto per paesi a basso reddito) del modello A4R, l’articolo propone l’analisi dello studio di un caso. In particolare, viene esaminata una concreta applicazione dell’A4R relativa alla prioritarizzazione degli interventi di contrasto alla Dengue in Tanzania, al fine di mostrare cosa ha funzionato in questa circostanza specifica, quali difficoltà si sono incontrate e quali reazioni sono scaturite da parte della popolazione.
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Palandri, Maria Mercedes. "Lo sport cattolico italiano, dalla fine del II guerra mondiale alle Olimpiadi del Sessanta." El Futuro del Pasado 6 (October 1, 2015): 127–57. http://dx.doi.org/10.14516/fdp.2015.006.001.005.

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Abstract:
All’interno di una cornice che descrive la situazione storico-politica del primo II dopoguerra, la ricostruzione dello sport italiano prende l’abbrivo dopo la lunga parentesi del periodo fascista. Accanto al Comitato Olimpico Nazionale Italiano (Coni) emergono nuovi organismi che si occupano di sport e contribuiscono ad arricchire la società italiana, tra tutti spicca il Centro Sportivo Italiano (CSI).Questa ricerca ha lo scopo di indagare il contributo che l’organizzazione dello sport cattolico ha messo in campo a favore dello sviluppo del sistema sportivo nazionale. Dalla relazione privilegiata che papa Pacelli ha concesso al popolo sportivo cattolico elaborando con i suoi discorsi una concezione di sport «cristianamente e sanamente inteso», capace di guidarlo e orientarlo di fronte a questo fenomeno in continua espansione. Alla presentazione della figura di Luigi Gedda, presidente del Csi dal 1944, anno della sua fondazione, fino al 1960, anno della XVII Olimpiade romana, e che ha rappresentato il trait d’union tra le gerarchie ecclesiastiche, il Csi e lo sport. All’alacre attività del Csi degli anni Cinquanta che ha visto un sostanziale sviluppo del suo impegno e delle sue attività nei confronti del gioventù sportiva che si è concretizzato attraverso il riscontro di un maggiore numero di tesserati. Ma soprattutto all’operosa condotta portata avanti da questa organizzazione cattolica in prospettiva dei Giochi Olimpici di Roma del 1960 con la preparazione della Giornata Olimpica indetta dal Coni per diffondere lo spirito olimpico tra la popolazione in ogni luogo d’Italia e per sollecitare lo sviluppo di una coscienza critica di fronte al vasto analfabetismo motorio degli italiani.
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Genovino, Cinzia, and Rosa Maria Caprino. "Il ruolo della banca nel processo di innovazione del modello di business." ESPERIENZE D'IMPRESA, no. 2 (January 2021): 69–105. http://dx.doi.org/10.3280/ei2018-002005.

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Abstract:
Il contributo rappresenta un approfondimento del Rapporto MACREF Strategie di integrazione tra produzioni agroalimentari e turismo ed in particolar modo il ruolo della banca nei processi d'innovazione dei modelli di business per le PMI. Si è cercato di offrire un'analisi critica della letteratura sul tema della scelta relativa alla struttura finanziaria efficiente delle imprese, con particolare riguardo alla realtà delle piccole e medie imprese italiane, ed in particolar modo del settore agroalimentare, attraverso una visione della letteratura empirica sull'argomento. Le PMI si caratterizzano tradizionalmente per l'uso quasi esclusivo di capitale di debito nella copertura del fabbisogno finanziario e presentano di conseguenza una struttura finanziaria quanto mai semplificata, nella maggior parte dei casi composta dal debito bancario da una parte e dal capitale dei soci fondatori dall'altra. In questo momento di crisi e di particolare frammentazione del tessuto societario italiano, in particolar modo quello del comparto agroalimentare, un ruolo determinante è stato rivestito dagli istituti bancari anche come gestori di garanzie e contributi pubblici. La scarsa patrimonializzazione delle nostre aziende, spesso a carattere e proprietà familiare, è stata negli anni supplita con un forte ricorso al credito bancario, dal quale le imprese sono diventate dipendenti a scapito di un corretto equilibrio finanziario. L'intero sistema si trova difronte ad una rieducazione finanziaria, dunque sia le imprese che le banche, quest'ultime spinte dall'innovazione tecnologica e dalla ricerca di redditività, si accingono al superamento della loro tradizionale veste istituzionale legata alla erogazione di credito. Gli istituti di credito possono e stanno quindi trasformando in opportunità tale situazione rivedendo i propri modelli distributivi e di business per diversificare le proprie fonti di reddito concentrandosi sull'offerta di nuovi servizi ad alto valore aggiunto alle imprese, sostenendo lo sviluppo e la crescita economica del nostro paese. Oggi il ruolo trainante della ripresa è infatti rappresentato da quelle imprese che sono innovative, che sanno coniugare la produttività e la tecnologia, che si aggregano tra loro o che si internazionalizzano: è proprio a queste impr- se che il sistema bancario deve guardare offrendo loro un supporto non solo in termini finanziari ma in termini di esperienza, conoscenze, competenza e consulenza.
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