Journal articles on the topic 'Sistema produttivo locale'

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Sacchetto, Devi. "L'immigrazione interna e internazionale in un sistema di occupazione regionale." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 121 (February 2011): 79–95. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-121005.

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Abstract:
Il Veneto è stato caratterizzato nel corso degli ultimi dieci anni da consistenti flussi migratori interni e internazionali. Si tratta di una forza lavoro che si è inserita in vari settori produttivi sovente in mansioni a bassa qualificazione e assunta con maggiore frequenza, rispetto ai locali, attraverso contratti non standard. Se i lavoratori meridionali sono talvolta solo temporaneamente residenti nell'area veneta, i lavoratori stranieri tendono a risiedere in modo semi-permanente. La distinzione principale tra questi due segmenti di forza lavoro è che gli immigrati interni giungono talvolta attraverso imprese di appalto o agenzie di lavoro collocate nell'Italia meridionale, mentre i lavoratori stranieri vengono più spesso assunti direttamente dalle imprese venete o tramite agenzie di lavoro comunque collocate nella regione. L'analisi si sofferma sull'inserimento differenziato di immigrati meridionali e stranieri nel sistema produttivo e sulla presenza diffusa di forza lavoro solo temporaneamente residente, con un interesse relativo rispetto al sistema occupazionale locale. L'articolo quindi analizza l'inserimento di lavoratori immigrati con particolare attenzione alle forme contrattuali, ai rapporti lavorativi instaurati e più in generale alle condizioni di lavoro.
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Curiazi, Roberta, and Fernando Martin Mayoral. "Ancora sul distretto industriale ecuadoriano: l'agglomerazione manifatturiera del cuoio di Quisapincha (Ecuador)." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 3 (September 2020): 51–92. http://dx.doi.org/10.3280/rgi2020-003003.

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Abstract:
Nella fase II di un'indagine sui distretti manifatturieri dell'Ecuador analizziamo l'agglomerato di produttori di pelletteria di Quisapincha (Provincia del Tungurahua), con l'obiettivo di investigarne le caratteristiche come sistema di produzione locale e ragionare sul ruolo delle PMI locali come possibili vettori di sviluppo economico e sociale del territorio. La carenza di dati quantitativi e la difficoltà di accesso a informazioni in loco ci hanno spinto stavolta verso un'analisi in toto qualitativa, dinamica e di matrice comparativa, realizzata con il supporto di macro-categorie concettuali interpretative, diverse da quelle utilizzate nella fase I, che rispettano la natura immateriale e disomegenea di molti dei fattori analizzati come parte di una struttura più ampia di regole, procedure e convenzioni sociali, culturali e politiche del territorio. Quisapincha, ancora in uno stato di sviluppo distrettuale "embrionale", appare caratterizzato da una particolare "atmosfera industriale" e patisce l'assenza di una governance interna che produca "efficienza collettiva", di iniziative di outsourcing e di un adeguato supporto istituzionale. A questi fattori si aggiungono il marcato declino economico del paese in atto dal 2014 e la crescente concorrenza (settoriale e territoriale) degli ultimi anni, che hanno messo in pericolo la sopravvivenza stessa del distretto produttivo. Tuttavia questa sorte potrebbe essere invertita con processi di integrazione verticale e orizzontale tra microimprese, guidati da un potenziale agente coordinatore (l'impannatore), l'impresa Curtiembres Quisapincha1, l'unica realtà locale nelle condizioni di generare un possibile "effetto distretto" e permettere la sopravvivenza e il consolidamento del sistema produttivo locale.
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Antonioli, Davide, Annaflavia Bianchi, Massimiliano Mazzanti, and Paolo Pini. "Crisi economica e performance d'impresa: il ruolo dell'innovazione in un contesto produttivo locale." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 1 (September 2010): 177–206. http://dx.doi.org/10.3280/es2010-001012.

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Abstract:
Partendo dalla base di studi microeconomici sul comportamento delle imprese in termini di attivitÀ innovativa, il presente lavoro offre un'analisi empirica per un sistema produttivo locale (Ferrara) volta ad evidenziare la presenza di legami tra attivitÀ innovativa in differenti sfere e performance economica d'impresa in un periodo di recessione. Si testa se l'attivitÀ innovativa svolta prima della crisi economica ed in risposta ad essa garantisca migliori performance economiche durante la fase acuta della crisi stessa. I risultati mostrano che le imprese piů impegnate in attivitÀ innovative pregresse e contemporanee alla crisi sono anche quelle che risentono in minor misura della crisi, che la affrontano con comportamenti proattivi e mostrano migliori performance economiche anche nel pieno della crisi. Questo risultato si realizza grazie soprattutto al ruolo cruciale svolto dalle complementarietÀ e sinergie tra le attivitÀ intraprese dall'impresa nelle differenti sfere innovative.
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4

Pasetto, Attilio. "Imprese sociali e sistemi produttivi locali." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 3 (September 2011): 149–66. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-003007.

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Abstract:
La Nota approfondisce il rapporto tra imprese sociali e sistemi produttivi locali, partendo dalla constatazione che oggi i distretti non riescono piů ad assicurare la coesione sociale territoriale che, in passato, era stato un fattore determinante del loro successo. Č, infatti, cresciuta l'esigenza di fruire di beni sociali in modo personalizzato, che, a livello locale, sono spesso assicurati dal settore nonprofit. Serve quindi una governance del territorio, in cui il sistema manifatturiero e quello dei servizi alle persone dialoghino fra loro, puntando alla valorizzazione delle risorse in una logica inclusiva per tutti i soggetti che ne fanno parte.
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Betti, Marco. "Struttura produttiva e performance economiche del Sistema locale del lavoro di Thiene." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 1 (March 2011): 82–105. http://dx.doi.org/10.3280/rest2011-001003.

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Abstract:
Il paper analizza la relazione tra mutamento socio-politico locale e sviluppo economico in seguito alle trasformazioni politiche che hanno investito il Veneto. La nostra attenzione č concentrata sulle trasformazioni di medio e breve periodo nel distretto industriale di Thiene. Per rispondere al quesito sono state effettuate due analisi. La prima, di medio periodo, mette al centro la trasformazione della struttura produttiva nel decennio compreso tra il censimento del 1991 e quello del 2001. La seconda, invece, analizza le trasformazioni di breve periodo nel quinquennio 2001-2006: il fenomeno della terziarizzazione del distretto, con una particolare attenzione all'occupazione nei "servizi alle imprese". In un'ottica di medio periodo, l'immagine del Sistema locale del lavoro che emerge analizzando i dati del Censimento del 2001 non č molto diversa da quella del 1991. Cresce l'occupazione complessiva e rimangono stabili le specializzazioni produttive. Nel breve periodo, invece, prosegue sia l'erosione della base occupazionale nelle specializzazioni tipiche sia la crescita della terziarizzazione. Il Sistema locale del lavoro mostra una sostanziale tenuta dell'occupazione complessiva, con un incremento modesto di occupati. La riduzione dell'occupazione manifatturiera viene compensata dalla crescita degli occupati nei servizi, in particolare nel settore dei "servizi alle imprese". In un contesto di forte dinamismo a livello regionale, il distretto industriale di Thiene segue un trend di crescita di occupati che accomuna quasi tutti i sistemi locali regionali. Diminuisce l'occupazione manifatturiera, compensata dalla crescita degli addetti nei "servizi alle imprese", evidenziano un processo di "terziarizzazione complementare". In questo ambiente le imprese leader giocano un ruolo strategico creando un rete di subfornitura radicata nel territorio.
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de Salvo, Paola. "Le reti di governance e il turismo. I Sistemi Turistici Locali: il caso dell'Umbria." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 92 (February 2011): 145–66. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092010.

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Abstract:
Il tema centrale del presente contributo č costituito da un'analisi sullo sviluppo dei Sistemi turistici locali, che ha interessato generalmente le regioni italiane, dove, a far data dalle relative leggi attuative della legge di riforma nazionale del turismo n. 135/2001, si sviluppa un'interessante ed innovativa esperienza, tesa a definire un nuovo modello aggregativo per lo sviluppo turistico integrato. Un nuovo modello di governance del sistema turistico locale, basato su una partnership pubblico/privato, dove le istituzioni pubbliche e le organizzazioni private si accordano per la formulazione di progetti di sviluppo locale e per l'integrazione di altre realtŕ produttive al turismo.
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Foresti, Giovanni. "Osservatorio sui distretti industriali e sistemi produttivi locali. Introduzione." ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, no. 2 (June 2010): 95–97. http://dx.doi.org/10.3280/poli2010-002005.

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Orazi, Francesco. "I sistemi locali di sviluppo del Medio-Adriatico: i risultati di una ricerca." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 116 (April 2010): 204–19. http://dx.doi.org/10.3280/sl2009-116017.

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Abstract:
L'articolo, riprendendo i dati di una ricerca svolta su 5 distretti industriali nelle Regioni Marche e Abruzzo (area Medio-Adriatica), cerca di descrivere le profonde trasformazioni economiche e socio culturali che hanno investito negli ultimi anni queste comunitŕ e queste forme organizzate e diffuse della produzione. Sul piano della struttura industriale si notano due eventi cruciali: l'emergere di poche medio-grandi imprese leader distrettuali che ne guidano di fatto gli esiti, fino a mutare l'articolazione del distretto di specializzazione in post-distretto "ri-verticalizzato"; il processo di delocalizzazione produttiva delle filiere di Pmi in paesi di nuovo approdo industriale, con il conseguente processo di erosione dei legami sociali tra struttura produttiva endogena e comunitŕ locali (a es. disoccupazione industriale). Infine, il lavoro sostiene l'esigenza di un nuovo e moderno apporto istituzionale allo sviluppo, sia con il reale potenziamento delle strategie di governance che con un forte processo innovativo innescato dalle risorse locali, cognitive, umane e tecniche per traghettare le economie distrettuali verso sentieri innovativi della competitivitŕ globale.
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La Notte, Alessandra. "Come applicare l'approccio NAMEA ai Rifiuti Solidi Urbani: un caso studio nella provincia di Torino." ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no. 3 (April 2010): 165–86. http://dx.doi.org/10.3280/efe2009-003008.

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Abstract:
Analisi e trattazione del tema ‘rifiuti' sono diverse a seconda che si tratti di rifiuti solidi urbani (RSU) o rifiuti speciali. La legislazione italiana prevede infatti regimi diversi per le due classi di rifiuti: variano gli strumenti di gestione, le istituzioni che se ne occupano e i datasets utilizzati per azioni di controllo e monitoraggio. Se l'autoritŕ pubblica locale volesse in qualche modo monitorare l'origine e destinazione dei rifiuti cercando di far luce sulle cause generatrici del problema e sull'efficacia delle politiche impiegate sarebbe utile applicare un modulo di contabilitŕ ambientale tipo NAMEA che metta in relazione le attivitŕ produttive e le quantitŕ di rifiuti prodotti. L'applicazione di tale modulo implica tre passaggi fondamentali. Innanzitutto va individuata l'unitŕ critica di riferimento a cui i dati puntuali pervengono e sono elaborati: in base all'ordinamento italiano tale unitŕ per i RSU č il consorzio dei comuni. In secondo luogo occorre verificare come estrarre i dati di interesse per compilare la parte ambientale di un approccio di tipo NAMEA: il sistema di tariffazione (TIA) attualmente in uso permette una stima puntuale delle quantitŕ di rifiuti prodotti per attivitŕ produttiva. Infine č necessario adattare la classificazione dei RSU alla classificazione NACE tipica dei moduli NAMEA: la classicazione RSU permette di identifcare le codificazioni dettagliate NACE piů appropriate per settore terziario. Dato il dettaglio territoriale di cui si dispone č possibile redigere la matrice per origine e destinazione e quindi riportare dove e come il rifiuto viene trattato/smaltito/riciclato.
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Orazi, Francesco. "Innovazione, tecnologia e governance: il ruolo dell'universitŕ nel rilancio delle economie locali." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 125 (March 2012): 155–73. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-125010.

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Abstract:
L'articolo, a partire da ipotesi innovative di governance (Rete di Competenza) descrive il ruolo strategico dell'universitŕ in un contesto di economie basate sul fattore conoscenza, mettendo in luce ipotesi di ammodernamento dei sistemi territoriali. L'obiettivo del lavoro intende verificare le condizioni di persistenza, presso i territori provinciali della Terza Italia, di condizioni favorevoli per lo sviluppo di tessuti produttivi innovativi basati sui fattori tecnologia e conoscenza e caratterizzati per capacitŕ operative di tipo reticolare/virtuale. Il prodotto della ricerca da un lato propone una specifica pratica di governance diffusa per il coordinamento istituzionale delle risorse di sviluppo, dall'altro una dorsale connettiva web based per l'interazione strategica degli attori produttivi, istituzionali e sociali e per l'incremento delle attivitŕ di networking territoriale e virtuale.
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Avola, Maurizio, Alberto Gherardini, and Rosanna Nisticò. "I sistemi produttivi locali dell'innovazione di fronte alla crisi. Un caso studio nel settore dell'elettronica." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 131 (July 2013): 139–54. http://dx.doi.org/10.3280/sl2013-131009.

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Fazio, Natale Renato, and Carmela Pascucci. "Le esportazioni dei sistemi produttivi locali di piccole e medie imprese nel 2005: i risultati dell'utilizzo di nuove metodologie e fonti statistiche." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 2 (June 2009): 5–34. http://dx.doi.org/10.3280/rest2009-002001.

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Abstract:
- This paper presents findings of a new methodology to attribute national exports to the Local Labour Market Area (LLMA). This methodology allows overcoming limitations due to the use of administrative units, i. e. provinces (NUTS 3), for foreign trade analysis. Methods The methodology is based on several Istat databases (Foreign Trade, Statistic Archive of Active Enterprises and Local Units Archive). In the first part of the work, sources and methodology are described, the second part is devoted to aggregated and macro-sectors results. Results The results show for 2005 that 37.5% of national exports of manufactured goods derived from local systems of small and medium enterprises. The analysis of the exporter enterprises in the 2005-2007 panel, shows that the contribution of these local systems grew slightly from 37.3% in 2005 to 37.5% in 2007. Conclusions The export performance analysis shows different results for Center-North and South LLMA. In southern regions, in spite of lower export activities, there are local systems with significant levels of performance on international markets.JEL: C81, F10, R11, R12Keywords: export, province of departure, microeconomic data, sectorial specialization, local labour market areas (LLMAS), industrial districts.Parole chiave: esportazioni, provincia di origine, dati microeconomici, specializzazione settoriale, sistema locale del lavoro, distretti industriali.
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Bertolini, Sonia, and Valentina Goglio. "L'imprenditoria femminile come strumento di innovazione per lo sviluppo locale." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 206–17. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122015.

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Abstract:
La valorizzazione dell'occupazione femminile è considerato un obiettivo strategico per lo sviluppo del paese, ma persistono ancora numerose difficoltŕ per le donne ad accedere a determinate posizioni ed occupazioni, in particolare la presenza delle donne rimane minoritaria nel campo dell'imprenditoria. Il presente articolo si propone di mostrare come l'imprenditoria possa essere una delle modalitŕ attraverso le quali far crescere l'occupazione femminile e contribuire all'innovazione dei sistemi produttivi locali. In particolare, la ricerca si concentra sul territorio della provincia di Cuneo, un contesto locale di "successo economico" ma allo stesso tempo portatore di valori tradizionali. I risultati di ricerca fanno emergere l'importanza del capitale sociale e delle politiche per il suo sostegno. In questo quadro è cruciale il contesto istituzionale in cui le imprese si collocano ed il contributo che le istituzioni pubbliche possono dare per una "costruzione sociale dell'innovazione".
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Gobbo, Raffaella. "Un esempio di interazione tra sistema formativo tecnico-professionale e territorio: il biellese tra UnitÀ ed etÀ giolittiana." SOCIETÀ E STORIA, no. 123 (June 2009): 57–96. http://dx.doi.org/10.3280/ss2009-123004.

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Abstract:
- The author analyses interactions and mutual influences between technical-professional education and industrial development in and around Biella in the decades from the Unification of Italy and the age of Giolitti. The environment, the economy and the production system, as well as the actions of the leading social agents - enterpreneurs, local administrators, families, school system - are all taken into account. This enables the author to show how effective education, especially secondary education, can be in furthering industrialization and territorial development. Particular attention is paid to the reconstruction of the career prospects of students who attended the technical-vocational schools considered in the essay, with a view to assessing the degree of correspondence between educational achievements and the skills acquired and deployed at work.Keywords: Biella; XIX-XX centuries; educational system; industrial development; career prospectsParole chiave: Biellese, sec. XIX-XX, sistema produttivo, sistema formativo, istruzione tecnico-professionale, destinazioni lavorative
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Coltorti, Fulvio. "L'industria italiana tra declino e trasformazione: un quadro di riferimento." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 2 (July 2012): 7–50. http://dx.doi.org/10.3280/qu2012-002001.

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Abstract:
L'industria italiana tra declino e trasformazione: un quadro di riferimento L'obiettivo del lavoro č delineare un quadro di riferimento micro e macro in cui allocare correttamente problemi e ricette per lo sviluppo di lungo periodo. Questo viene visto nel contesto di un processo di trasformazione indotto, da un lato, dalla crisi delle grandi imprese e, dall'altro, dall'emergere di una categoria di aziende di dimensione intermedia (quarto capitalismo) aventi elevate capacitŕ innovative. Il quarto capitalismo origina per lo piů dai sistemi produttivi locali, si caratterizza per la proprietŕ familiare e il basso ricorso alla finanza, resta radicato nei territori e configura dunque un nuovo ed efficace motore dello sviluppo italiano.
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Paoloni, Lorenza. "L'impresa agricola nella transizione verso le energie rinnovabili." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (June 2011): 25–56. http://dx.doi.org/10.3280/aim2011-001003.

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Abstract:
Nel presente articolo si affrontano alcuni aspetti critici del passaggio dal vigente sistema di produzione energetica basato sui combustibili fossili alla c.d.. In particolare viene analizzato il settore agricolo ove si registra una crescente attenzione verso la produzione di energia proveniente dalle risorse naturali e dalle coltivazioni di vegetali sul fondo o da fonti agro-forestali. Nel contempo, perň, si evidenzia come le produzioni agricole contribuiscano in maniera significativa al fenomeno delmentre le produzioni agroenergetiche, sebbene indirizzate a mitigare le emissioni di CO2, e dunque a limitare gli effetti nocivi del cambiamento climatico sull'intero pianeta, possono confliggere con alcune fondamentali esigenze dell'uomo prima fra tutte la produzione di prodotti agricoli destinati all'alimentazione. Si scontrano, cosě, modelli produttivi agricoli energivori e plasmati sul paradigma industriale con modelli produttivi sostenibili e piů attenti all'utilizzo razionale delle risorse naturali anche al fine di garantire l'autosufficienza alimentare e laalle singole comunitŕ. In questo contesto cosě complesso si colloca l'impresa agricola che produce energie rinnovabili (da biomasse, da agro-combustibili, da utilizzo delle energie naturali) oggi presente nel nostro ordinamento con una sua fisionomia specifica pur in assenza di una qualificazione giuridica unitaria. Si analizza anche il ruolo dei certificati verdi agricoli nella lotta al cambiamento climatico e la funzione delle filiere agro-energetiche, in particolare di quelle corte, che consentono di ridurre al massimo la distanza tra luogo di produzione e di consumo dell'energia e possono rappresentare, altresě, un volano per lo sviluppo economico-sociale delle comunitŕ locali.
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Bortoletti, Francesca. "Per una nuova drammaturgia. L'egloga nel Quattrocento italiano: dall'idea dell'esecuzione alla pratica scenica." Quaderni d'italianistica 30, no. 1 (January 1, 2009): 67–108. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v30i1.8427.

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Abstract:
Tema centrale del presente saggio è la questione assai dibattuta dell'egloga rappresentativa a confine tra XV e XVI secolo, qui indagata al di fuori delle categorie aristoteliche, che saranno proprie del dramma pastorale del pieno Cinquecento. L'egloga rappresentativa è così posta in relazione, da un lato, all'esperienza lirica dei poeti bucolici quattrocenteschi entro un quadro di acceso sperimentalismo sulla poesia recitativa e, dall'altro, alle singole realtà locali e all'interno dei singoli sistemi produttivi coevi dello spettacolo, delle tecniche recitative, delle riflessioni teoriche, dei rapporti tra intellettuali e specialisti dell'intrattenimento e tra questi e le corti. Attraverso alcuni passaggi esemplificativi il saggio propone di localizzare le tensioni e gli esiti di un processo di deduzione del materiale lirico pastorale nelle convenzioni di una drammaturgia atta alla scena e allo spettacolo di corte.
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Buciuni, Giulio. "Sistemi produttivi locali e competizione globale. Analisi di due regioni industriali: la produzione legno-arredo in North Carolina e nel Nord-Est italiano." ARGOMENTI, no. 27 (December 2009): 99–114. http://dx.doi.org/10.3280/arg2009-027005.

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Abstract:
- This article explores the international upgrading processes taking place within two furniture industrial clusters: the Distretto dell'Alto Livenza in Friuli Venezia Giulia and the cluster of High Point in North Carolina. The choise to direct the research activity on these industrial regions comes from the evidence that both the clusters have recently faced the outsourcing of numerous manufacturing activities. Starting from this remark, the study's objectives are oriented to detect the motivations that have led the outsourcing processes and the related consequences on the industrial regions and to analyze how High Point and the Alto Livenza are changing their international boundaries from both the production and the distribution perspective.
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Scamardě, Giuseppina. "Per mare e per terra. L'immagine del mediterraneo nei primi anni del xvii secolo, tra i disegni e i racconti di una cronaca manoscritta." STORIA URBANA, no. 135 (February 2013): 5–26. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-135001.

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Abstract:
Un'inedita cronaca manoscritta tratta degli eventi vissuti e delle terre visitate o soltanto osservate nel corso di quindici navigazioni compiute dal suo autore, imbarcato su una delle galere dell'Ordine mediceo di Santo Stefano negli anni tra 1602-1616, all'interno dell'intero bacino del Mediterraneo. Le descrizioni, che non si limitano ai soli caratteri fisici, ma sono arricchite da note su struttura sociale, usanze e tradizioni, economia locale e principali risorse produttive, sono arricchite da circa 200 disegni. L'assoluta autonomia dell'autore, che scrive per se stesso e non per un committente da compiacere, induce a considerare le informazioni fornite come oggettive. Ciň consente di ricostruire l'immagine precisa e realistica di terre e popoli mediterranei, all'interno di un importante momento storico: l'etŕ delle guerre dei corsari e dei conflitti tra le principali potenze, impegnate a contendersi il predominio sul Mediterraneo e sull'Occidente (Francia, Spagna, Impero Ottomano), e gli Stati loro alleati. Particolarmente significativa, a tal proposito, č la descrizione dei territori ellenici, presenza importante a\ll'interno del manoscritto e in cui la cristianitŕ convive in maniera piů o meno pacifica con il nemico ottomano. Č uno scenario estremamente variegato, di cui l'autore mette in risalto le peculiaritŕ e le "stranezze" sia per quanto riguarda i sistemi urbani o comunque antropizzati, sia, soprattutto per ciň che riguarda gli aspetti antropologici e sociali, lontani dalla cultura e dalle tradizioni dell'autore.
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Pasquariello, Massimo, Michela Bia, and Alberto Cassone. "Uno studio economico-territoriale del Nord-Ovest italiano tramite l'analisi delle componenti principali." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 1 (March 2011): 43–81. http://dx.doi.org/10.3280/rest2011-001002.

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Abstract:
L'analisi economica di contesti micro-territoriali č di grande interesse per le scienze sociali, in quanto capace di contribuire all'interpretazione di processi sociali ed economici complessi spesso sottostanti a dinamiche macro-economiche. Scopo di questo studio č descrivere e analizzare una realtŕ economica e sociale articolata, attraverso l'utilizzo di adeguati indicatori. In particolare il presente lavoro sviluppa un'analisi empirica dei Sistemi locali del lavoro. L'area geografica presa in considerazione č il Nord-Ovest dell'Italia (Piemonte, Liguria, Lombardia e Valle d'Aosta). Allo scopo di individuare i principali fattori economici descrittivi delle diverse realtŕ locali, applichiamo la tecnica dell'analisi delle componenti principali. In particolare i risultati ottenuti mettono in evidenza tre componenti che risultano meglio descrivere le aree studiate: la componente, la componentee la componente. La prima segnala la relazione positiva tra la numerositŕ delle imprese manifatturiere, livelli occupazionali piů elevati e infrastrutture piů diffuse nell'area oggetto di studio; la seconda individua una relazione positiva tra i settori dei servizi alle imprese, il commercio e piů alti tassi di disoccupazione; la terza rileva la correlazione positiva tra il valore aggiunto, il tasso di occupazione e la densitŕ imprenditoriale ma negativa se ci si condiziona alle strutture imprenditoriali di tipo micro. L'articolo pone in evidenza le relazioni esistenti tra il territorio, le specializzazioni produttive e il posizionamento geografico delle unitŕ di osservazione. Particolare attenzione č stata data all'aspetto geo-spaziale individuando aree di analisi omogenee che trascendono i meri confini amministrativi.
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Sobański, Remigiusz. "Prawo kanoniczne a kultura prawna." Prawo Kanoniczne 35, no. 1-2 (June 5, 1992): 15–33. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1992.35.1-2.02.

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Abstract:
Si presenta la versione polacca di una relazione tenuta nell’ambito dei seminari sul tema „Scienza giuridica e diritto canonico” al’Università di Torino 2. 5. 1990. Il testo originale viene pubblicato nel volume sullo stesso tema curato da Rinaldo Bertolino, Torino 1991. Ci presentiamo le osservazioni finali. 1. Il diritto canonico non può non giovarsi dello sviluppo della cultura giuridica (allo stesso modo che l'intero magistero della Chiesa non può non giovarsi del patrimonio culturale dell’umanità). Immutato è il quesito di fondo: in che misura queste vicende possono riuscire utili ad esprimere la „verità” ecclesiale. L’utilità dipende dallo sviluppo delle scienze giuridiche, come di quelle ecclesiali: il che significa che il diritto canonico ha, di fronte alla cultura giuridica, un atteggiamento aperto ed assorbente, pur se differenziato e non privo di critica. 2. Per sua vocazione universale la Chiesa ha un atteggiamento aperto di fronte alla cultura giuridica d’ogni ambiente in cui esse è presente ed agisce. Il riferimento alla cultura giuridica locale e i rapporti con le vicende delle culture regionali sono omogenei con i principi fondamentali della relazione Chiesa universale-Chiese locali. L’influsso del diritto romano e di quello germanico sul diritto canonico, da un lato; la romanizzazione del diritto dei barbari attraverso la Chiesa o, anche, l’influsso del diritto canonico p. es. sul diritto polacco dall’altro, dimostrano quanto il contatto della Chiesa con la cultura giuridica dell’ambiente possa ruiscire fecondo. 3. Negli ultimi secoli la presenza del diritto canonico nella cultura giuridica è, al massimo, passiva. Cerca d’assicurarsela una presenza mediante l’adattamento. Se anche sia vero che qualunque presenza debba accompagnarsi con la disponibilità ad imparare, occorre riconoscere che questa posizione unicamente difensiva non consente al diritto canonico di incidere e di ispirare la cultura giuridica. Inoltre, l’esito di questa presenza (passiva) è parziale, non solo perché le premesse filosofiche che fondano il pensiero giuridico sono (o sembrano essere) per la Chiesa inaccettabili, ma perché, in seguito all‘atteggiamento esclusivamente recettizio, si corre il rischio di trasferire nell’ambito metagiuridico tutto cio che non si ritrovi nell’ottica delle attuali dottrine giuridiche. 4. Non c’è dubbio che la Chiesa non sia l’ambiente topico di sviluppo delle scienze giuridiche e che la scienza giuridica goda di una sua piena autonomia. Ma la comunione ecclesiale, non di raro definita Ecclesia iuris, non lo è in seguito alla recezione del diritto ab extrinseco, ma in forza della propria immanente dimensione giuridica. (Senza di essa non avrebbe ragion d’essere un autonomo diritto canonico, ed i problemi organizzativi della Chiesa potrebbero essere risolti alla stregua del solo diritto ecclesiastico dello Stato). Si deve quindi riconoscere che la Chiesa, iscritta nella storia umana del diritto, ha qualche cosa da dire nella sfera del diritto, sia nella sua dimensione ideologica che in quella della sua realizzazione pratica. L’assenza di un ruolo ispiratore del diritto canonico sulla scienza giuridica contemporanea dovrebbe dar a pensare per la più che i fondamentali problemi giuridici vengono continuamente discussi dai cultori di diritto: viviamo tuttavia in un mondo di nazioni sempre più unite nel quale le interferenze di differenti teorie e sistemi giuridici tendono ad aumentare e le dottrine giuridiche si rivelano particolarmente suscettibili agli influssi di molteplici filosofie. 5. Su un contatto non unidirezionale ma bilaterale del diritto canonico con la cultura giuridica si potrà contare soltanto allora, quando la canonistica abbia fatto proprio il metodo del Concilio Vaticano II, durante il quale la Chiesa ha rinunciato a presentarsi ratione status, ed ha invece cercato di esporre la sua natura secondo la propria convinzione di fede. Anche nel diritto canonico bisogna finalmente decidersi ad una riflessione profondo sulla Chiesa alla luce della fede, sulle proprie radici e finalità, per poter realizzare il diritto ecclesiale nel modo più coerente e per potere, per cio stesso, dialogare con le altre culture giuridiche. Il dialogo non nascerà da una passiva traslitterazione, quasi a ricalco, del diritto civile nell’ambiente ecclesiale, ma attraverso una franca ed aperta meditazione sulle proprie premesse ontologiche, le proprie peculiarità, le proprie esigenze: anche quelle di una „nuova giustizia”. Soltanto allora la presenza del diritto canonico nella cultura giuridica potrà essere non solo riproduttiva, ma anche produttiva. 6. Anche sotto questo punto di vista appare urgente la necessità di una robusta elaborazione di una teoria generale del diritto canonico. Si tratta di una teoria del diritto della Chiesa secondo il suo proprio „credo Ecclesiam”, non già elaborata all’interno di rigide teorie aprioristiche. Troppo generiche e scarsamente feconde le prese di posizione a favore di una deteologizzazione del diritto ecclesiale e, al contrario, le obiezioni stesse contro una presunta sua teologizzazione. Non si tratta invero di una „teologizzazione”, ma di prendere in seria considerazione i principi teologici, grazie ai quali il dialogo con la cultura giuridica diventa possibile e razionale.
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"Azioni e programmi di investimento strategici per il rafforzamento competitivo del sistema produttivo locale dell'audiovisivo - Regione Lazio." QT Quaderni di Tecnostruttura, no. 39 (December 2010): 72–77. http://dx.doi.org/10.3280/qt2010-s39015.

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