Academic literature on the topic 'Sistema idraulico'

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Journal articles on the topic "Sistema idraulico"

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Albarella, Umberto, Valeria Ceglia, and Paul Roberts. "S. Giacomo degli Schiavoni (Molise): an early fifth century AD deposit of pottery and animal bones from central Adriatic Italy." Papers of the British School at Rome 61 (November 1993): 157–230. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009971.

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Abstract:
S. GIACOMO DEGLI SCHIAVONI (MOLISE): UN DEPOSITO DI CERAMICA E OSSA ANIMALI DELL'INIZIO DEL V SECOLO d.C.—ADRIATICO CENTRALE, ITALIAGli scavi recentemente effettuati presso S. Giacomo degli Schiavoni (CB) hanno portato alla luce un complesso di carattere industriale, con zone lavorative, magazzini ed un sistema idraulico di pozzi, contenitori e fogne, centrato su di una cisterna.Il riempimento di questa cisterna conteneva una grande quantità di ceramica (400 vasi circa), databile agli anni 420–440 sulla base della terra sigillata chiara africana e focese ivi rinvenuta. Inoltre erano presenti anfore da trasporto dell'Africa e del Mediterraneo orientale, lucerne di produzione locale e molta ceramica dipinta e comune (anche quest'ultima, in parte, inportata dal Mediterraneo orientale).La presenza di scarti di fornace di ceramica dipinta e comune e l'alta percentuale di ceramica importata suggeriscono che il sito avesse un ruolo economico abbastanza importante durante il tardo impero. La qualità delle importazioni dal Mediterraneo orientale suggerisce la presenza di un sistema economico apparentemente diverso da quello dell'Italia tirrenica.Lo scavo della cisterna ha messo in luce anche un piccolo campione faunistico di estremo interesse.La relativamente ampia varietà di specie, la inusuale (per questo periodo) predominanza degli ovicaprini sui suini e la presenza di una scapola di cammello (o dromedario) sembrano rappresentare gli elementi di maggiore interesse di questa fauna.Interessante è anche la presenza di ossa di equidi (sia cavallo che asino) il cui ipotetico utilizzo come animali da trasporto fa supporre che il sito avesse un ruolo in un sistema economico di più ampia scala, nel cui ambito anche la presenza del cammello potrebbe essere interpretata.Seppure l'incompleto recupero del materiale (dovuto ad assenza di setacciatura) e la piccolezza del campione invitino alla cautela, sembra lecito ipotizzare la presenza di un sito dalle molteplici attività economiche: allevamento (probabilmente per carne, latte e lana), agricoltura, caccia, commercio.
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Santorelli, G., and R. Scanziani. "Il trattamento delle acque di dialisi: dalla storia ai giorni nostri." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 3 (January 26, 2018): 16–21. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1153.

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Abstract:
Nella storia della dialisi, la presenza di alcuni quadri clinici tipici, come la “sindrome dell'acqua dura”, l'encefalopatia e l'osteomalacia da alluminio o le reazioni da pirogeni, ha determinato la necessità di trattare l'acqua di rete prima di renderla disponibile per la dialisi; infatti negli anni la scelta dell'acqua per la dialisi ha subito pe-riodiche variazioni passando dall'utilizzo di quella di rete a quella ultrapura, attraverso le fasi di acqua decalcificata, demineralizzata e da osmosi. Attualmente il trattamento prevede: il pre-trattamento, il trattamento vero e proprio e il circuito idraulico. Il pre-trattamento ha il compito di rimuovere le particelle in sospensione garantendo l'integrità delle membrane poste a valle. Il trattamento vero e proprio rende l'acqua disponibile per la dialisi e comprende la biosmosi inversa, ottenuta sottoponendo l'acqua da trattare ad un doppio passaggio su membrane osmotiche. Il circuito idraulico ha il compito di distribuire l'acqua osmotizzata in sala dialisi. Gli Impianti delle Ditte Fresenius, Gambro e Farmacastelli si differenziano tra di loro per le modalità di trattamento dell'acqua, per la struttura degli impianti e i sistemi di disinfezione.
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Ulivieri, Denise. "Acque regolamentate: gli statuti delle comunitŕ e le disposizioni dei governi." STORIA URBANA, no. 125 (April 2010): 59–79. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125004.

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Abstract:
L'acqua era un bene comune e prezioso e le autoritŕ si occupavano della sua salva- guardia. Fossi, corsi, cadute d'acqua erano un fattore di produzione al pari della terra, delle miniere di ferro, di carbone, di argento e le comunitŕ impararono a sfruttare in maniera sempre piů efficiente l'energia idraulica. Le comunitŕ locali si impegnavano a rendere efficienti i sistemi delle acque evitando che le acque si guastassero, che gli argini e i terrapieni cedessero. Nel corso del XVIII secolo si cerca di sperimentare "modi piů sicuri di riparare ŕ danni, che sogliono farsi dall'Acque". La rassegna e l'analisi del quadro normativo, dalla fine del 1600 ai primi decenni del 1700, in materia di acqua evidenzia una serie di affinitŕ e continuitŕ con le disposizioni statutarie circa la regolamentazione in genere. Dalla seconda metŕ del XVIII secolo le riforme leopoldine influenzano pesantemente anche la gestione del regime delle acque.
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Rinne, Katherine Wentworth. "Hydraulic infrastructure and urbanism in early modern Rome." Papers of the British School at Rome 73 (November 2005): 191–222. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003020.

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Abstract:
INFRASTRUTTURE IDRAULICHE E URBANISMO AGLI INIZI DELLA ROMA MODERNATra il 1570 e il 1620, Roma fu trasformata da una città essenzialmente medievale in una città barocca. Durante questo periodo, papi, cardinali e altri cittadini infiuenti restaurarono antichi acquedotti e costruirono nuove fontane con l'intento di usare le infrastrutture idriche come strumento per riportare Roma alla sua antica grandezza, solidificare il prestigio papale, cambiare l'assetto urbano esistente, stimolare lo sviluppo economico e accrescere la salute pubblica. Tre acquedotti a caduta furono costruiti per servire Roma: l'Acqua Vergine (1562–70), l'Acqua Felice (1585–7) e l'Acqua Paola (1607–12). Dopo un migliaio di anni di risorse limitate Roma fu rifornita di acqua e dal 1625 fu dotata di 80 nuove fontane pubbliche. In questo articolo tratterò queste fontane al fine di dimostrare come lo sviluppo urbano fu ottimizzato nelle aree in cui l'acqua poté essere distribuita. Si dimostrerà che le fontane erano molto più che ornamenti urbani; esse erano realmente le strutture più visivamente prominenti di un nuovo, benché perlopiù nascosto, ordine fisico, costruito sopra un sistema integrato di infrastrutture idriche che includeva acquedotti, condotti, distribuzione di cisterne e cloache, che nell'insieme verranno discusse in questa sede. Tale ordine esisteva in proporzione nelle vicinanze e nella città in quanto l'infrastruttura idrica forniva un'armatura per organizzare e effettivamente controllare lo spazio pubblico, forse per la prima volta dall'antichità.
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Wilson, Andrew. "The aqueducts of Italy and Gaul - G. BODON, I. RIERA and P. ZANOVELLO, UTILITAS NECESSARIA: SISTEMI IDRAULICHI NELL'ITALIA ROMANA (Il Sottosuolo nel mondo antico; Progetto Quarta Dimensione, Milano 1994). Pp. xxxi + 565, numerous ills. Lit. 180.000. - R. BEDON (ed.), LES AQUEDUCS DE LA GAULE ROMAINE ET DES RÉGIONS VOISINES (Caesarodunum 31; Presses Universitaires de Limoges 1997). Pp. 786, numerous illustrations and photos. ISBN 2-84287-III-1. FF 450." Journal of Roman Archaeology 13 (2000): 597–604. http://dx.doi.org/10.1017/s104775940001936x.

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Dissertations / Theses on the topic "Sistema idraulico"

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Mastrodicasa, Francesco. "Prototipo del sistema idraulico per lo studio sperimentale del fenomeno di piping nei rilevati arginali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
La stabilità degli argini fluviali è un tema che assume oggi maggiore rilievo per effetto degli eventi estremi di piena indotti dai cambiamenti climatici. I conseguenti gradienti idraulici che si determinano innescano fenomeni tra i quali quello più dannoso è il Backward Erosion Piping. Questo consiste nello sviluppo di un tubo di erosione che corre al di sotto della struttura arginale collegando il punto di uscita a valle con il corpo idrico a monte. L’effetto è un’accelerazione del fenomeno di erosione che può portare in breve tempo a cedimenti arginali. Le tecniche di prevenzione attuali spesso riescono solamente a ritardare il crollo, oltre ad essere di grande impatto per l’ambiente circostante. Sono quindi allo studio tecnologie alternative ecosostenibili ed in questo contesto si inserisce la tecnologia Coarse Sand Barrier al centro delle attività sperimentali previste dal progetto LIFE Sand Boil coordinato dall’Università di Bologna. Esso si pone l’obiettivo di indagare questa tecnologia attraverso prove sperimentali in laboratorio ed in campo, in modo da valutarne la replicabilità. A causa delle potenziali criticità legate all'implementazione diretta della soluzione ingegneristica proposta nei tratti fluviali interessati, verrà dapprima realizzato un prototipo da laboratorio. L’obiettivo di questa tesi è la progettazione e la verifica sperimentale del circuito idraulico a supporto della sperimentazione geotecnica prevista in laboratorio dal progetto LIFE Sand Boil. Partendo dai parametri geotecnici di riferimento per l’esecuzione dei test, l’attenzione è stata rivolta particolarmente al sistema idraulico e alle tecniche di monitoraggio delle grandezze in gioco. A tal proposito è stato realizzato un prototipo in scala minore così da testare la funzionalità delle scelte progettuali effettuate. Una volta verificato che il tutto funzionasse, si è passati al dimensionamento del circuito idraulico del prototipo vero e proprio previsto dal progetto LIFE San Boil.
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Pozza, Enrico. "SCENARI D'EVENTO E PREVISIONE DELLA RISPOSTA DEL SISTEMA VERSANTE-RETICOLO-OPERE DI DIFESA PER LA PREVENZIONE DEL DISSESTO IDROGEOLOGICO NEI BACINI MONTANI." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3424538.

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Abstract:
Every year Italy is affected by several major hydro-geological events occurred in mountain or hilly basins. These phenomena can lead to dangerous situations on the human activity near streams. These can be summarized, as follows, in four types of phenomena: a) Shallow and deep landslides b) Debris/mud flows c) Debris-flood, bedload transport d) Flash – floods This project will focus especially on the second and third phenomenon. Sometimes it appears that events of great magnitude occur due to special situations (basin characteristics, rainfall patterns, ecc.) and not in relation to extreme hydrological input (return periode Tr = 100 - 200 years). One of the main aims of this study is to foresee the hazard concerning the whole of occurrence of alluvial events, when meteorological scenarios (extreme event or unfavorable succession of moderate events) are combined with possible scenarios of efficiency/vulnerability of defensive measures. Besides, the project aims to investigate the event influence on the system ‘hillslope-network-defense works’ with the purpose to identify interventions and prevention of natural disasters. It’s important to identify specific cases (small-medium basin, <= 100km2) and critical events which have showed set of hydrogeological problems in association with defense systems: - different storm patterns; climate change events; combined rainfall events; - snowmelt and antecedent soil moisture condition; - hydrogeological unfavorable conditions (karst, ecc..) These situations were used to analyze typical tools or methods to define design discharge (corrivation time and others) and call into question the influence of this parameters. Several post event back-analyses suggest scenarios of hazard of an intense event. Field observations were carried out in some cases at outlet of the basin and/or at subasin scale. The work of the thesis allowed to define quick empirical methods to measure the maximum discharge; these methods can be applied in other streams where hydraulic structures can obstruct the passage of unforeseen exceptional discharge. In addition, the project analyzes, for several case studies, if soil bioengineering techniques are functional and efficient during major alluvial events, combined with sediment. Literature already shows outcomes regarding the applicability of these methods in Alpine area; instead, a serious lack of information affects Prealpine areas, in particular concerning bankfull discharge and debris flood, ecc.. The aim, in this case, is to analyze the shear stress resistance of consolidation works (e.g. vegetated double-fence timber walls) in order to improve the design phase. The shear stresses, which were imposed by severe floods in six mountain streams, have been assessed through post event back analysis and field surveys. After the calculation of maximum shear stress at the bottom and at the banks, a dedicated database was created. This one was used to verify the efficiency of the protection works and to estimate their vulnerability accounting for contour shear stresses and form of sediment transport. The shear stress values were analyzed also to research a correlation with some morphological variables of stream reaches (local slope, channel width, stream power). Hydrodynamic modeling, such as FLO-2D, has been carried out to achieve useful information about the hazard conditions and to improve the design of defensive measures.The hazard mapping produced and the information identified by this thesis work will be useful tools for the assessment of Civil Protection acts and actions in organizing prevention and rescue activities. The study areas are located in the North-East Prealpine area (Veneto Region) and Bolzano autonomous Province, precisely in: - Alto Vicentino (Basins: Leogra e tributari); - Rio Secco basin (Brentino-Belluno, VR) - Corin creek basin (Follina, TV) - Rio Gadria basin (Lasa, BZ) - Rio Tulve basin(Val di Vizze, BZ)
Il nostro Paese viene colpito ogni anno da numerosi gravi eventi di dissesto idrogeologico che interessano bacini montani o collinari. Tali fenomeni possono provocare situazioni di pericolosità sulle diverse attività antropiche localizzate nelle zone di influenza dei torrenti. Gli eventi di dissesto idrogeologico che maggiormente interessano il nostro paese, possono essere riassunti in quattro tipologie di fenomeno: a) Frane superficiali e profonde b) Colate detritiche o di fango (Debris o mud -flow) c) Trasporto solido (Debris – flood, bed trasport) d) Piene improvvise (Flash - flood) In questo studio si tratterà più nello specifico del secondo e del terzo fenomeno e in misura minore degli altri due. Talvolta eventi di forte magnitudo si verificano a causa di particolari situazioni (caratteristiche predisponenti a scala di bacino, pattern di precipitazione critici, ecc.) che non corrispondono necessariamente a input idrologici eccezionali (Tempo di ritorno Tr = 100, 200 anni). Uno dei principali obiettivi di questo studio è prevedere la pericolosità complessiva di eventi alluvionali, dove gli scenari meteorologici (un evento estremo, la presenza di fusione nivale, la successione sfavorevole di eventi più moderati) si combinano ai possibili scenari di efficienza/vulnerabilità dei sistemi di difesa. In bacini montani di piccola – media scala (<= 100 km2) è stata analizzata la probabile risposta all'evento conseguentemente alla presenza di situazioni predisponenti come: - lo sviluppo temporale dell'evento piovoso (diversi "storm pattern", scenari in linea con i cambiamenti climatici, multitemporalità di eventi piovosi); - la presenza del manto nevoso sul terreno (snowmelt) e condizioni di umidità antecedente; - idrogeologia sfavorevole (influenza del carsismo e delle falde sotterranee). Focalizzando sulle condizioni predisponenti che possono condizionare il successivo calcolo di progetto, volte anche a stimare la risposta del sistema "versante - reticolo - opere di difesa", si possono approfondire i classici metodi di stima della risposta liquida e solida (ad es. il tempo di corrivazione), in termini di pericolo, per analizzare anche eventi teoricamente di basso Tr ma che eguagliano, come conseguenze, eventi con un Tr più elevato. Si mette in discussione il concetto di Tempo di corrivazione critico (Tc) tramite l'analisi dell'importanza delle condizioni predisponenti. Lo studio della risposta idrologica è stato condotto in a scala di bacino e su fenomeni con scala spaziale e temporale diversa a seconda del territorio colpito dall'evento: - a livello di sezione di chiusura per analisi di scenari di pericolo per territori urbanizzati (mappatura del pericolo, determinazione di strumenti e prescrizioni di Protezione Civile atti a organizzare le attività di prevenzione e le eventuali operazioni di soccorso) - a livello di sottobacini per l'analisi dell’efficienza e dell’eventuale vulnerabilità dei sistemi di difesa presenti nel reticolo idrografico anche secondario (risposta delle opere e limiti di resistenza). Il lavoro è stato supportato da attente e precise indagini di campo condotte rispetto a uno o più eventi secondo la metodologia della back analysis su eventi di particolare impatto territoriale. Con tali informazioni, oltre a poter ben descrivere e ricostruire i vari eventi alluvionali analizzati, è stato possibile disporre di un database di dati conoscitivi e analitici (per ciascuna situazione) utili per ulteriori studi di ricerca o progettazioni all'interno del bacino. A scala di sottobacino, è stata analizzata l’influenza delle opere di Sistemazione Idraulico-Forestale (SIF) sugli eventi alluvionali intensi, con annesso trasporto solido. In area Alpina sono già presenti risultati in letteratura rispetto alla risposta di tali tecniche, per l'area Prealpina, invece - soprattutto in funzione di eventi come piene al bankfull, trasporto solido di massa, ecc. - le informazioni risultano scarse. L'obiettivo, in questo caso, è di ricercare soglie di applicazione delle tecniche di SIF per valori di massima sopportazione di sforzo tangenziale agente. Tali soglie sono utili per classificare le tipologie di intervento applicabili in diverse situazioni. Lo sforzo tangenziale è stato oggetto di un’analisi specifica per ricercare una possibile correlazione con alcuni parametri morfometrici dei tratti analizzati (pendenza del canale, larghezza del canale e stream power). Si sono utilizzate simulazioni idrologiche e idrodinamiche con modelli bidimensionali, come per esempio il modello FLO-2D, per restituire informazioni molto utili per la produzione di mappe di pericolo raffinate e per la realizzazione di opere di difesa mirate. La mappatura e le informazioni raccolte potranno essere utili per la determinazione di strumenti e prescrizioni di Protezione Civile atti a organizzare le attività di prevenzione e le eventuali operazioni di soccorso. Le zone di studio si estendono nell’area Alpina e Prealpina: - Torrenti Leogra e tributari (Alto Vicentino); - Rio Secco (Brentino-Belluno, VR) - Bacino del torrente Corin (Follina, TV) - Bacino del torrente Gadria (Lasa, BZ) - Bacino del torrente Tulve (Val di Vizze, BZ)
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Gabellini, Giulia. "Modellazione numerica del sistema di distribuzione idrica di Cesena." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Nel presente elaborato di tesi si esporranno le fasi di costruzione ed i risultati del modello idraulico del sistema di distribuzione idrica della città di Cesena, comprendente tutta l’area cittadina e la zona di pianura a nord-ovest adiacente. Il caso di studio è stato reso disponibile dal gestore del Servizio idrico integrato nel territorio Hera S.p.A. Il modello numerico è stato implementato utilizzando il programma Infoworks® WS di HR Wallingford per la progettazione e gestione delle reti idriche. La realizzazione di un modello idraulico richiede la conoscenza topologica della rete e del suo funzionamento, nonché informazioni sul consumo idrico, fondamentali per la determinazione della domanda idrica. Essa comprende il consumo idropotabile delle utenze e la perdita idrica. Per le elaborazioni sono stati utilizzati i programmi open source QGis e RStudio. La variabilità del consumo è stata rappresentata attraverso una curva costruita sulla base del bilancio idrico della rete, mentre quella della perdita attraverso un pattern basato sul metodo del Minimum Night Flow. Compiuta la prima simulazione su un periodo di 7 giorni e ottenuti i primi risultati, si sono rese necessarie delle operazioni di calibrazione eseguite confrontando i dati risultanti dal modello con quelli misurati sul campo. Uno dei vantaggi di un modello numerico è quello di poter indagare le grandezze idrauliche in ogni punto della rete. È stato, infatti, possibile creare vere e proprie mappe tematiche che illustrano la variazione delle grandezze di interesse al variare dello spazio e del tempo. Un altro vantaggio è quello di poter prevedere il comportamento della rete in seguito a delle modifiche. Si è potuto, infatti, applicare lo strumento modellistico ad un’ipotesi di distrettualizzazione del sistema.
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Montanari, Giulia. "Analisi del sistema idraulico e di monitoraggio dei Consorzi dei canali di Reno e Savena e caratterizzazione degli eventi storici di siccita meteorologica ed idrologica del Fiume Reno a Casalecchio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
La tesi è suddivisa in tre parti. Nella prima parte si descrive il sistema dei canali bolognesi che derivano acqua dal bacino montano del Fiume Reno e dal Torrente Savena, e il sistema di gestione e di monitoraggio utilizzato dal Consorzio dei canali di Reno e Savena. Nella seconda parte si illustra una proposta di sistema di visualizzazione dei dati idro-pluviometrici che si sta valutando, assieme al Presidente del Consorzio e ad Arpa, per il monitor che il Consorzio intende installare al fine di illustrare al pubblico il monitoraggio e l’evoluzione degli eventi di piena e di scarsità idrica/siccità. Nella terza parte, infine, si effettuano la stima e un’analisi della correlazione tra due diversi indici di siccità, meteorologica ed idrologica, per il bacino del Reno chiuso a Casalecchio. Il sistema dell’intero bacino del Reno e della rete dei canali cittadini risulta molto complesso. Vista tale complessità del sistema, si è proposto di distinguere uno scenario di piena e uno scenario di magra. Tra le diverse informazioni da visualizzare nel monitor si intendono anche visualizzare informazioni relative alla disponibilità idrica alla scala del bacino in esame. Per questo è stata svolta l’analisi sugli indici di siccità Standard Precipitation Index (SPI) e Streamflow Drought Index per il bacino del Reno chiuso a Casalecchio . Tali indici hanno portato a dei risultati consistenti con le condizioni idro-metereologiche e con le informazioni sugli impatti al suolo disponibili per alcuni degli eventi più significativi presi in esame. In base ai risultati ottenuti è possibile affermare che gli indici SPI e SDI a scala di bacino hanno una buona correlazione che permette di poter considerare anche la sola caratterizzazione pluviometrica per identificare la situazione della disponibilità idrica del fiume a monte dell’opera di presa del Canale di Reno.
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Gaspa, Costantino. "Progettazione e verifica componenti di una machina transfer." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
Il trattato riguarda la progettazione di un sistema frenante di una macchina transfer, verranno indicate tutte le fasi che hanno riguardato la progettazione di tale sistema caratterizzato da pistone e disco, verranno descritte le diverse soluzioni ottenute. Infine sarà eseguita una breve verifica sulla tavola rotante della stessa macchina al fine di valutare gli spostamenti.
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Simone, Sara. "Simulazione di un caso di rotta arginale in destra fluviale Reno e confronto dei risultati con il modello d’intervento del sistema di Protezione Civile Emilia Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25830/.

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Abstract:
Il fiume Reno è stato, solo nel corso degli ultimi 100 anni, teatro di numerosi eventi di piena con conseguenze a volte anche catastrofiche per i territori circostanti. La paura per il ricorrente pericolo di nuovi eventi calamitosi rende il tema della prevenzione e protezione dal rischio idraulico una materia molto delicata e passibile di un continuo sforzo per il miglioramento del sistema di intervento e l’attenuazione dei possibili danni a persone e beni. Il presente elaborato sintetizza il lavoro svolto in collaborazione con il Dipartimento di Protezione Civile dell’Emilia-Romagna, riguardante il progetto di riordino dei quadri conoscitivi sul rischio idraulico e idrogeologico a supporto della pianificazione di protezione civile e della gestione dell’emergenza. Il lavoro si è sviluppato reperendo informazioni sull’organizzazione della P.C. in ambito di risposta ad eventi alluvionali e poi simulando, attraverso modelli idraulici sviluppati con programma di calcolo HEC-RAS, un’emergenza idraulica in Destra Reno secondo uno scenario ipotetico che prevede l’allagamento di alcuni territori dei comuni di Pieve di Cento, Castello D’Argile e San Pietro in Casale. I modelli idraulici proposti sono quelli utilizzati per la redazione dei Piani di Gestione del Rischio di Allagamento (PGRA); all’interno di questi è stata simulata una breccia in un punto concordato con il dipartimento di Protezione Civile e si sono studiati i dati relativi a: aree allagate, volumi esondati, tempi di inondazione e ristagno, tiranti idraulici, etc. I dati raccolti sono poi stati utilizzati per procedere ad una campagna di interviste presso alcuni degli enti coinvolti all’interno del servizio di gestione emergenze del territorio in questione. Al centro delle interviste vi è l’analisi della propagazione dell’alluvione nel territorio e la ricostruzione dell’organizzazione del Sistema di protezione Civile e del modello di intervento.
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Cavallo, Andrea. "Sviluppo di un sistema di controllo della coppia frenante per freni idraulici." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19525/.

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Abstract:
L’attività di tesi verte sull'elaborazione di un controllo, diverso rispetto all'attuale sistema, utilizzato nei freni dinamometrici idraulici della ditta “Borghi & Saveri”. La prima parte del lavoro svolto è stata indirizzata alla comprensione del funzionamento del freno idraulico; l’idea sulla quale ci siamo concentrati comprende l’eliminazione delle valvole di controllo di pressione e portata a monte del freno. Il controllo della portata che fluisce al freno idraulico non è più effettuato tramite una valvola di regolazione a farfalla in uscita dal freno, ma tramite una pompa, equipaggiata di un inverter. Regolando quindi il numero di giri della pompa, si regola la portata di acqua che fluisce al freno e di conseguenza si regola la coppia frenante. Una volta ricercate e montate tutte le componenti, insieme al professor Enrico Corti e all’ingegner Michele Taccioli, abbiamo redatto lo schema d’impianto e indicato le caratteristiche di ogni componente. Poi siamo passati alla messa in posa dell'impianto presso il banco prova dell’azienda “Borghi & Saveri”. Successivamente, abbiamo proceduto al cablaggio di tutta la sensoristica legata all’impianto e, infine, abbiamo svolto svariate prove sul freno idraulico, per capire effettivamente quale leva di controllo fosse la più indicata per questo tipo di sistema. Perciò siamo andati ad analizzare il comportamento del sistema sia con il controllo degli rpm della pompa tramite inverter, sia con il controllo tramite valvola a farfalla in uscita dallo stesso. In ultimo, analizzando i test eseguiti con degli step della pompa, abbiamo creato un controllo per la coppia in regime transitorio: per fare ciò abbiamo limitato il più possibile il ritardo tra la velocità di rotazione della pompa richiesta e la velocità di rotazione della pompa effettiva, per ridurre le oscillazioni della coppia frenante.
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VUONO, PIETRO. "L’UTILIZZO DEI SISTEMI A PILOTAGGIO REMOTO PER IL MONITORAGGIO IDROLOGICO." Doctoral thesis, Università degli studi della Basilicata, 2021. http://hdl.handle.net/11563/147232.

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Abstract:
Lo studio condotto in questo lavoro di tesi ha lo scopo di analizzare l’applicazione del Sistema con Aeromobile a Pilotaggio Remoto (SAPR) per il monitoraggio idraulico di un corso d’acqua naturale. Il controllo dell’evoluzione dei corsi d’acqua naturali è un argomento di fondamentale importanza per la comunità scientifica, per i tecnici del settore e per le attività di protezione civile. Il contributo fornito dalle nuove tecnologie, come i sistemi a pilotaggio remoto combinato a tecniche ottiche computazionali sempre più performanti, ha consentito di aprire nuove strade migliorando così, la capacità del monitoraggio, semplificando notevolmente ed eliminando le difficoltà che le tradizionali metodologie hanno frequentemente evidenziato. Lo studio però non si è limitato alla sola analisi idraulica, ma ha riguardato anche l’analisi morfologica con l’impiego di tecniche di ricostruzione (software Agisoft Photoscan), basate su immagini riprese da SAPR, con l’obiettivo di verificare la qualità e l’accuratezza metrica offerta dalle nuove metodologie e dalle strumentazioni attualmente presenti sul mercato. Dall’analisi dei risultati relativi ad un particolare caso di studio, emergono chiare e precise informazioni in merito al numero e alla dislocazione plano – altimetrica dei punti di controllo, nonché alle specifiche caratteristiche operative di volo. Inoltre sono state analizzate le problematiche riscontrate in fase di rilievo con drone (come ad esempio tremolio della piattaforma aerea durante il movimento), e di come queste possano inficiare la stabilità del velivolo, la qualità dell’immagine rilevata e la georeferenziazione dei punti. Il tema anche in questo caso è stato affrontato con riferimento a specifiche indagini di tipo sperimentale e con l’impiego di algoritmi di calcolo di tipo computazionale, appositamente programmati. L’analisi per la stabilizzazione e l’ortorettifica delle immagini digitali, ha preceduto lo studio idraulico vero e proprio, il quale ha previsto l’applicazione a diversi casi studio, delle tecniche ottiche più largamente impiegate dalla comunità scientifica, ovvero la “Particle Tracking Velocimetry” (PTV) e la “Large Scale Particle Tracking Velocimetry” (LSPIV). Le indagini sperimentali, relative ai casi di studio appena citati, sono state effettuate di giorno e in condizioni di buona visibilità, ed hanno previsto, in alcuni casi, un rilievo aerofotogrammetrico con SAPR, in altri telecamere fisse istallate al di sopra del corso d’acqua e in piccola parte l’impiego di comuni telefoni cellulari e tablet. Durante le indagini di campo sono state effettuate ulteriori misure con strumentazione di tipo tradizionale, al fine di individuare i valori di velocità, considerati come soglia di riferimento. L’analisi svolta ha permesso di investigare al meglio le peculiarità delle due metodologie e di estrapolare chiare e precise informazioni in merito alla sensibilità dei risultati in funzione, ad esempio, del numero dei fotogrammi, dalla densità di tracciante, dall’algoritmo di calcolo, dall’area d’interrogazione, dal processo di validazione dei vettori velocità dell’insieme di dati ma soprattutto dalla condizione idrodinamica del flusso, espressa ad esempio con il parametro “vorticity” o anche con il numero di Reynolds e il numero di Froude. L’attività di ricerca ha poi riguardato la definizione di specifiche “Linee Guida” ovvero di suggerimenti metodologici utili alla realizzazione in modo continuo e coordinato, del monitoraggio dei parametri idraulici di un corso d’acqua fluviale, attraverso l’impiego del sistema a pilotaggio remoto, combinato con le tecniche ottiche di misura in superficie. Le linee guida si compongono di svariate schede di controllo, molto utili per le applicazioni sperimentali di campo. Le medesime sono state implementate anche per il rilievo morfologico mediante SAPR. Infine, sulla base delle nozioni acquisite e dei soddisfacenti risultati raggiunti, si propone una potenziale applicazione che prevede l’uso dei sistemi a pilotaggio remoto insieme alla tecnica ottica LSPIV, ma senza l’impiego di traccianti distribuiti manualmente dagli operatori, il che rende questa soluzione molto utile per la determinazione dei parametri idraulici principali, come ad esempio la velocità superficiale, in condizioni di flusso non intenso e quindi per la definizione di un sistema utile alla mitigazione del rischio idraulico, in una situazione emergenziale. In questo lavoro oltre alle tecniche ottiche ampiamente trattate e comunemente impiegate nel mondo scientifico, sono state sfruttate le potenzialità di altre tecniche ottiche presenti in letteratura al fine di testarne l’efficacia e comprenderne al meglio il funzionamento.
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PINNA, ANDREA. "Paesaggio e turismo culturale. Verso scenari di valorizzazione dei sistemi insediativi storici della Sardegna." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2019. http://hdl.handle.net/11584/261284.

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Abstract:
It is a common opinion that the greater consequences of tourism are related to the physical environment deterioration, through the developer plans on the coasts, the pollution or the consumption of natural resources. Actually, the phenomenon presents much more complex issues that, also in the field to cultural heritage, affect many disciplinary sectors, such as economics, sociology, psychology, and so on. Thus, the general objective of the research is the study and development of sustainable tourism models that can favour the protection and enhancement of the historic landscape, through the study of the Sardinian case. This case study is representative of all those peripheral areas that see tourism as a potential factor for economic development, but which have difficulty in promotion of effective tourism models. The objects of the research are landscape and tourism. The former, according to its modern concept, is the object that better represent the cultural heritage in a holistic, dynamic and relative perspective. Tourism, because of its nature, is a multidisciplinary phenomenon that needs to be faced according the point of view of different research fields, in order to understand all the dynamics that interact between heritage and tourism. In order to synthetize these complex and multidisciplinary notions, and to integrate the different disciplinary approaches, the research reinterprets the Rieglian analysis of values. Riegl’s values are, as we will see, both a theoretical basis and a fundamental component for the methodology. Three main tasks constitute the methodology. The first one aims to contribute to the construction of knowledge in the field of historic conservation and, at the same time, to build up a set of information which is useful for the next methodological steps. It is based on the concept of land as a palimpsest, thus the goal is to read the landscape through its historic layers, and understand two of the three components of landscape, the holistic and dynamic ones. The second methodology is based on the analysis of values, and it aims to deepen the third component of landscape, related to its individual perception as perceived by different people. On the basis of the latter step results and on the heritage classification, the research can finally intervene on intensity and diversity of historic systems and suggest the corresponding guidelines for the protection and enhancement of cultural heritage: a low diversity index should bring policies toward an enhancement strategy, a medium index to reinforcement measures and, finally, a high index to a maintenance approach. Obviously, measures must be evaluated case by case, but the methods could represent an important support tool for the decision-making process. All this course of the research aims to lead to an antifragile and ‘good’ tourism, that means that touristic models have to favour a diversified cultural offer, to share activities between locals and visitors, to not create a fashionable and global-style destination, to develop territorial rather than touristic policies (thus accessible both to locals and tourists), to integrate strategies with local economic structures and activities. So, the work ends up with the exposition of a few touristic opportunities that could foster these aspects, in order to integrate the results of the methodological approach. In conclusion, the work is a contribution to the field of historic conservation referring to the issue of tourism and its influence for cultural heritage. The aim was to develop ideas, measures, strategies in order not to preserve in a passive or static way landscape and heritage, but to consciously guide the process of transformation due to the impact of the touristic sector, avoiding as much as possible the negative effects and favouring, at the same time, the positive factors.
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Bertozzi, Giacomo. "Sviluppo del sistema di controllo di una pressa idraulica per prove di caratterizzazione dei materiali su architettura B&R Automation." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Il seguente elaborato tratta la progettazione del sistema di controllo relativo ad una pressa idraulica per prove di caratterizzazione dei materiali. L’idea alla base è quella di utilizzare l’ambiente di sviluppo Automation Studio per realizzare il software di controllo della macchina e la relativa interfaccia grafica. Alla pressa è richiesto di poter effettuare prove di trazione e di compressione, sia di tipo statico che a fatica, avendo la possibilità di scegliere se controllare: il carico, la posizione, la deformazione. È richiesto inoltre di poter salvare i risultati delle prove all'interno di un file. Durante lo sviluppo del software è stata inoltre implementata una modalità di funzionamento aggiuntiva, la quale permette all'operatore di eseguire le prove a partire dalla storia temporale di un segnale. La parte hardware del sistema risulta già installata e perfettamente operativa, infatti nella prima parte del testo verranno presentati i componenti che costituiscono: il circuito pneumatico, il circuito elettrico, il regolatore PID, la strumentazione installata sulla macchina. La seconda parte è dedicata invece alla descrizione delle varie funzionalità che il software implementa nella macchina. La trattazione è strutturata in modo da assumere il ruolo di manuale d’uso per un eventuale operatore.
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Books on the topic "Sistema idraulico"

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Gisonni, Corrado, and Willi H. Hager. Idraulica dei sistemi fognari. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1445-9.

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Bodon, Giulio. Utilitas necessaria: Sistemi idraulici nell'Italia romana. [Milano]: Progetto Quarta Dimensione, 1994.

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Cessari, Luciano. Sistemi idraulici di origine araba nella cultura mediterranea. [Rome]: Gangemi, 2000.

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H, Hager Willi, and SpringerLink (Online service), eds. Idraulica dei sistemi fognari: Dalla teoria alla pratica. Milano: Springer Milan, 2012.

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Lincei, Accademia nazionale dei, Università di Catania. Istituto di idraulica, idrologia e gestione delle acque., and Centro di formazione e studi per il Messogiorno., eds. La Scienza e l'ingegneria dei sistemi nella gestione delle acque: (Roma, 20-22 novembre 1984) : seminario, promosso in collaborazione con l'Istituto di idraulica, idrologia e gestione delle acque della Facoltà di ingegneria dell'Università di Catania e con il FORMEZ (Centro di formazione e studi per il Mezzogiorno). Roma: Accademia nazionale dei Lincei, 1986.

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Hager, Willi H., and Gisonni Corrado. Idraulica dei sistemi fognari. Springer, 2013.

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Idraulica Dei Sistemi Fognari Dalla Teoria Alla Pratica. Springer, 2012.

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Book chapters on the topic "Sistema idraulico"

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Gisonni, Corrado, and Willi H. Hager. "Risalto idraulico e bacini di dissipazione." In Idraulica dei sistemi fognari, 185–226. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1445-9_7.

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Gisonni, Corrado, and Willi H. Hager. "Il progetto del sistema fognario." In Idraulica dei sistemi fognari, 55–70. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1445-9_3.

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3

Gisonni, Corrado, and Willi H. Hager. "Equazioni fondamentali." In Idraulica dei sistemi fognari, 1–16. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1445-9_1.

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Gisonni, Corrado, and Willi H. Hager. "Stramazzi." In Idraulica dei sistemi fognari, 291–311. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1445-9_10.

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5

Gisonni, Corrado, and Willi H. Hager. "Sbocco libero da canali e condotte." In Idraulica dei sistemi fognari, 313–40. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1445-9_11.

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6

Gisonni, Corrado, and Willi H. Hager. "Venturimetri per canali." In Idraulica dei sistemi fognari, 341–61. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1445-9_12.

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7

Gisonni, Corrado, and Willi H. Hager. "Misuratori mobili di portata." In Idraulica dei sistemi fognari, 363–89. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1445-9_13.

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Gisonni, Corrado, and Willi H. Hager. "Pozzetti di ispezione." In Idraulica dei sistemi fognari, 391–401. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1445-9_14.

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9

Gisonni, Corrado, and Willi H. Hager. "Manufatti di salto." In Idraulica dei sistemi fognari, 403–31. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1445-9_15.

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Gisonni, Corrado, and Willi H. Hager. "Pozzetti e manufatti ricorrenti." In Idraulica dei sistemi fognari, 433–534. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1445-9_16.

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