Journal articles on the topic 'Sistema di controllo interno'

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1

Bivona, Enzo. "Sistema di Controllo Interno e prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata." MANAGEMENT CONTROL, no. 1 (March 2019): 51–68. http://dx.doi.org/10.3280/maco2019-su1004.

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2

Beretta, Sergio, Saverio Bozzolan, and Giovanna Michelon. "La disclosure sul sistema di controllo interno come meccanismo di monitoraggio: evidenze empiriche da differenti contesti istituzionali." MANAGEMENT CONTROL, no. 1 (April 2011): 125–49. http://dx.doi.org/10.3280/maco2011-001006.

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Abstract:
I sistemi di controllo interno (SCI) orientano l'azione del management e contribuiscono alla protezione degli interessi degli investitori (e degli altri stakeholder). La natura di meccanismi di governo interni all'organizzazione, tuttavia, impedisce la diretta osservazione dei SCI da parte degli investitori, i quali possono maturare un proprio giudizio sulla qualitŕ della loro struttura e l'efficacia del loro funzionamento solo attraverso la diffusione di informazioni fornite dal management. La teoria dell'agenzia offre un'utile prospettiva di indagine, suggerendo che il management avrŕ maggiori incentivi alla disclosure sui SCI quanto piů deboli sono i meccanismi di governo aziendale. In particolare questo lavoro indaga in merito alla esistenza di un rapporto di sostituzione fra disclosure sui SCI ed altri meccanismi di monitoring riconducibili in essenza alla struttura proprietaria dell'impresa ed alla composizione dei massimi organi di governo aziendale. L'ipotesi di sostituzione viene esaminata in differenti contesti istituzionali attraverso l'analisi della disclosure sui SCI di 160 societŕ europee quotate su quattro differenti mercati finanziari (Londra, Parigi, Francoforte, Milano) per il triennio 2003- 2005. Le evidenze raccolte e le analisi condotte testimoniano l'esistenza di tale rapporto di sostituzione, contribuendo a chiarire le logiche di utilizzo discrezionale della disclosure da parte del management.
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3

Lamboglia, Rita. "Un'analisi della letteratura sulla valutazione del sistema di controllo interno: stato dell'arte e prospettive future." MANAGEMENT CONTROL, no. 2 (October 2011): 105–31. http://dx.doi.org/10.3280/maco2011-002006.

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4

Anaclerio, Mario, Gian Paolo Bazzani, and Angelo Miglietta. "Con il Regtech banche più efficienti e compliance più efficace." CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & DEVELOPMENT STUDIES, no. 2 (January 2021): 111–39. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds2-2020oa10442.

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Abstract:
Il presente lavoro si concentra sull'analisi dei benefici che possono derivare dall'implementazione di soluzioni Regtech nell'ambito del sistema bancario, nella convinzione che la dote che lo sviluppo tecnologico mette oggi a disposizione degli intermediari finanziari costituisce al tempo stesso una sfida per la sopravvivenza e una opportunità di sviluppo del proprio modello di business.Nell'affrontare la tematica, da un lato si pone l'accento sul fatto che con il Regtech, la tecnologia a supporto della compliance, le banche possono adempiere in modo più efficace a obblighi normativi e regolamentari complessi e in continua evoluzione. Dall'altro ci si spinge a sostenere, con un approccio innovativo al tema, che il supporto tecnologico del Regtech contribuisce a rifocalizzare il ruolo delle funzioni aziendali di controllo e a migliorare il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. Da ciò ne discende la possibilità di rafforzare le basi di un modello di business che è sostenibile in quanto in grado di generare valore nel tempo, garantendo un'adeguata remunerazione di tutti gli stakeholders.Su questi ultimi concetti il presente lavoro fornisce stimolo per ulteriori riflessioni e per una maggiore consapevolezza anche da parte degli operatori.
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5

Mori, Simona, Laura Di Fiore, Chiara Lucrezio Monticelli, and Marco Meriggi. "Un confronto sui sistemi di polizia politica nell'Italia preunitaria." SOCIETÀ E STORIA, no. 176 (August 2022): 301–71. http://dx.doi.org/10.3280/ss2022-0176005.

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Abstract:
Il forum propone una riflessione a più mani sul tema della polizia politica nell'Italia post-napoleonica, che la maturità degli studi su quel comparto strategico dei governi legittimisti sembra ormai consentire. Questa prima messa a punto di taglio comparato vuole cogliere le molte risonanze esistenti fra i dispositivi di controllo politico che, muovendo dalla paradigmatica esperienza rivoluzionaria e napoleonica, gli stati della penisola misero in campo per contrastare le pulsioni eversive dilaganti nell'intero continente con strategie coordinate. L'esame dei casi evidenzia al contempo i profili comuni e le curvature che ciascun governo impresse alle politiche securitarie, tematizzandole in vario modo nel discorso pubblico. Si conferma così, accanto al portato repressivo di questa azione, la duttilità della funzione poliziesca e il ruolo ambivalente che essa giocò nei processi di politicizzazione delle società agli albori della contemporaneità. Per il Regno delle Due Sicilie il contributo di Laura Di Fiore guarda con particolare attenzione alla fase post-quarantottesca, rilevando per un verso l'intensa cooperazione instaurata dal governo borbonico con gli stati confinanti per il contrasto all'attività cospirativa degli esuli, per l'altro la strategia di degradazione del nemico, ovvero della militanza anti-sistema, adottata sul piano retorico. Chiara Lucrezio Monticelli mette a fuoco la peculiare interazione realizzata dallo Stato della Chiesa fra gli ordinamenti di polizia sperimentati nell'incisiva stagione francese e le più tradizionali strutture del controllo ecclesiastico, effetto di un'intensa dialettica interna fra conservazione e riforma. Il Regno Lombardo-Veneto esaminato da Simona Mori mette la polizia politica al servizio del suo progetto imperiale di temperata conservazione, sostanzialmente fallendo nell'intento di egemonizzare i servizi di sicurezza operanti nella penisola, mentre sul versante interno alterna fasi di tolleranza ad altre di rigore, senza riuscire ad arginare l'allargarsi del dissenso. Marco Meriggi conclude con un quadro d'insieme che attinge alla memorialistica, alla letteratura e alle fonti normative, per restituire una rappresentazione multiprospettica della polizia politica che, ridimensionata rispetto al titanismo evocato dalla narrazione risorgimentale, viene a configurarsi come strumento di un complessivo disegno di governo verticale della società, che accomuna i maggiori contesti politici dell'Italia restaurata.
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Guarini, Enrico, Francesca Magli, and Mauro Martinelli. "La prospettiva del "Sistema di Controllo Interno Integrato2 nella Pubblica Amministrazione: riflessioni a partire dal caso Regione Lombardia." MANAGEMENT CONTROL, no. 2 (June 2022): 63–89. http://dx.doi.org/10.3280/maco2022-002004.

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Laurenti, Andrea, Luca Orlandi, and Mauro Panebianco. "Un nuovo ruolo per funzioni di controllo interno in azienda: il modello della Compliance integrata." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (September 2011): 593–612. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003010.

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Abstract:
Negli ultimi anni, l'evoluzione della normativa e la crescente complessitŕ dei prodotti di risparmio gestito hanno richiesto agli intermediari finanziari un maggiore sforzo nel presidio del rischio regolamentare e di conformitŕ, spingendoli ad istituire una funzione "permanente, efficace e indipendente" di Compliance, che sia adeguatamente integrata con la struttura di governance e le strutture di controllo tradizionali (Internal Audit e Risk management). La recente fase di crisi del risparmio gestito, dovuta alla perdita di fiducia da parte del risparmiatore ed all'esposizione alla concorrenza dei prodotti bancari ed assicurativi, sta spingendo le societŕ di gestione del risparmio verso una rinnovata attenzione alle esigenze degli stakeholder, che richiedono una maggiore tutela e piů elevati livelli di performance. Questi due elementi, ovvero l'evoluzione del quadro normativo in materia di modelli di controllo ed i rapporti con gli stakeholder intesi come l'universo dei clienti, dei dipendenti e della societŕ piů in generale, disegnano un nuovo scenario, nel quale la funzione di Compliance integrata diventa la guida imprescindibile nella catena del valore aziendale e nella gestione dei cambiamenti verso la riaffermazione del proprio brand, la tutela dei clienti ed il recupero della loro fiducia. Stiamo infatti assistendo ad una continua evoluzione dei sistemi di Governance, Risk e Compliance, che ha ormai reso obsoleto il modello tradizionale a favore di una visione di Compliance integrata ai processi operativi e di business, e quindi orientata alla creazione di valore, all'etica ed alla gestione dei rischi. La funzione di Compliance diventa in questo modo il mezzo piů efficace nella protezione contro il rischio reputazionale. Gli adeguamenti richiesti agli intermediari possono comportare oneri, ma non devono essere considerati solo come un obbligo stringente imposto dal Legislatore: portano infatti benefici tangibili e anche misurabili in termini di creazione di valore, fidelizzazione dei propri dipendenti e affermazione del brand sul mercato.
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Linney, A. D., A. C. Tan, R. Richards, J. Gardener, and W. R. Lees. "Visualizzazione tridimensionale del corpo umano per diagnosi e per programmazione chirurgica." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 4 (November 1992): 483–88. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500412.

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Abstract:
Viene descritto un sistema che produce rappresentazioni di superfici anatomiche basandosi su immagini ottenute mediante tomografia assiale computerizzata a raggi X, risonanza magnetica ed ecografia. Le rappresentazioni vengono create per mostrare il carattere tridimensionale (3D) dell'anatomia interna ed esterna. Le immagini possono essere sezionate e manipolate sullo schermo come se fossere l'oggetto tridimensionale che rappresentano. Con questo sistema è possibile pianificare interventi chirurgici per simulazione. È inoltre possibile esporre ed isolare strutture sottostanti di un oggetto anatomico, aumentando così il valore diagnostico dei dati di partenza. Tale sistema di rappresentazione fornisce anche dati per l'azionamento di una fresatrice a controllo numerico per la produzione di modelli anatomici, protesi e impianti. Le esigenze di pianificazione nella chirurgia maxillofacciale sono particolarmente marcate. Va considerata sia la funzione, sia l'estetica facciale1. I sistemi di pianificazione ricorrono ad una combinazione di fotografie, modelli e radiografie planari nel tentativo di tenere conto della natura tridimensionale dell'anatomia. Quindici anni fa i progressi nella tecnologia informatica e della rappresentazione, insieme alla disponibilità della tomografia assiale computerizzata a raggi X (TC), permisero di avviare la creazione di una unità di lavoro per clinici facente uso di grafici al computer per simulare, pianificare e prevedere il risultato della chirurgia maxillofacciale. Benchè inizialmente le applicazioni cliniche fossero alquanto limitate, esse sono notevolmente aumentate con il costante miglioramento dei computer e degli algoritmi. Oltre alle applicazioni originarie, esse comprendono ora: la cranioplastica, la diagnosi radiologica complessa, l'analisi di fratture, l'osservazione del feto e la produzione di impianti scheletrici adattati. Sono allo stato esplorativo le applicazioni in campo neurologico.
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Giannotti, Claudio. "Il risk management nelle Sgr immobiliari tra regole, stato dell'arte e sfide aperte." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (September 2011): 533–47. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003007.

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Abstract:
Le Sgr che gestiscono fondi immobiliari devono avere una funzione di risk management. Il controllo dei rischi puň rappresentare non solo un obbligo regolamentare, ma anche un modus operandi premiante e un vantaggio competitivo. Occorre un passaggio culturale dallaformale allasostanziale. Attraverso un questionario inviato al gruppo di lavoro di Assogestioni, questo articolo si propone di analizzare lo stato dell'arte delmanagement delle Sgr immobiliari italiane, per evidenziare anche le principali sfide aperte per il settore. Dai questionari emerge che i rischi della Sgr sono gestiti attraverso un'articolata mappatura, che evidenzia i fattori di rischio nelle fasi del processo gestionale. Per la gestione dei rischi dei fondi immobiliari, le Sgr utilizzano prevalentemente l'analisi di sensitivitŕ sul business. Le principali sfide aperte sono: l'utilizzo di misurazioni e modelli statistici adatti agli investimenti immobiliari, la scarsa adeguatezza del sistema informativo immobiliare, l'efficacia della comunicazione interna ed esterna e la definizione dicondivise.
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Rizzo, Mario. "Fra terra e mare. qualche riflessione circa le frontiere della Toscana moderna e il ruolo di quest'ultima nello spazio mediterraneo." SOCIETÀ E STORIA, no. 135 (July 2012): 183–88. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-135010.

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Abstract:
Il volume analizza le molteplici frontiere della Toscana moderna (terrestri e marittime, interne ed esterne, laiche ed ecclesiastiche, economiche e culturali), illustrandone le complesse interazioni e ponendole in stretta correlazione con piů ampi contesti storici e geografici, quali il variegato scacchiere mediterraneo e il sistema imperiale degli Asburgo di Spagna. La costruzione e il controllo dei confini, lungi dall'essere l'esito esclusivo dell'attivitÀ statale, erano profondamente influenzati anche dall'azione di altri attori periferici: emerge in tal modo una struttura del potere piuttosto diffusa nella societÀ e sul territorio, il che peraltro non implica affatto la sottovalutazione del ruolo dello stato. La frontiera appare come una realtÀ ‘vivente', concepita non tanto come una linea continua, ben definita e stabile nel tempo, quanto come uno spazio granulare e discontinuo, sovente frutto di un processo storico lungo e intricato.
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van Meerhaeghe, Marcel A. G. "Protection of Competition in Belgium*." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 93–101. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345036.

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Abstract:
Abstract Le recenti leggi sulla concorrenza introdotte in alcuni Paesi europei sono basate sulle norme comunitarie. È questo il caso della legge italiana del 10 ottobre 1990 e del progetto di legge belga del 10 settembre 1990.In Belgio è in vigore la legge 27 maggio 1960 contro l’abuso di posizione dominante, mentre non hanno concluso l’iter parlamentare altri progetti di legge sulla politica della concorrenza elaborati successivamente.Pertanto, il testo da esaminare (confrontandolo con la legge italiana e anche con quella comunitaria) è il progetto di legge del settembre 1990.Un primo problema è dato dal fatto che il Trattato di Roma non definisce il concetto di «concorrenza». Questa lacuna caratterizza anche molte leggi nazionali, inclusa quella belga del 1960, che contiene definizioni alquanto approssimative di «abuso» e di «posizione dominante». Il progetto di legge definisce solo tre concetti: «undertaking», «posizione dominante” e «ministro». Neppure la legge italiana fornisce definizioni.Il progetto di legge propone l’istituzione di un «Consiglio della concorrenza», con compiti sia di decisione circa attività anti-concorrenziali, sia di consultazione, di sua iniziativa o su richiesta del Ministro degli affari economici.Il consiglio è composto di dodici membri, di cui sei (compreso il presidente ed il vice-presidente) appartenenti alla magistratura ed altri sei designati sulla base della loro specifica competenza. Dodici membri supplenti sono designati sulla stessa base. Le nomine durano sei mesi e sono effettuate su deliberazione del Consiglio dei ministri. È facile immaginare che la Commissione sulla concorrenza sarà sottoposta a notevoli pressioni politiche. Inoltre, si prevede una commissione di consiglieri, rappresentanti le parti sociali, la cui consultazione ritarderà certamente le procedure.Il sistema previsto dalla legge italiana sembra preferibile, sia perché assicura una maggiore indipendenza dal potere politico, sia perché è più agile.Per quanto riguarda le operazioni di concentrazione, il progetto belga richiede una percentuale della quota di mercato (il 20%) che è inferiore a quella prevista dalla regolamentazione CEE (il 25%) ed inoltre il fatturato minimo richiesto, pari ad un miliardo di franchi belgi, appare eccessivamente basso, anche confrontato con quello della legge italiana, che è circa 15 volte più elevato e da commisurare ad un prodotto interno lordo cinque volte maggiore.Le procedure previste dal progetto belga (come, peraltro, anche quelle comunitarie) sembrano richiedere un eccessivo lavoro burocratico, anche a danno della riservatezza.Uno dei timori suscitati dalla regolamentazione comunitaria, attraverso le deroghe ai divieti di comportamento anticoncorrenziale, è quello di voler dar luogo a politiche industriali o sociali, piuttosto che ad una politica della concorrenza. In una parola, vi è il rischio che prevalga la «politica” vera e propria.Per quanto riguarda i rapporti tra normativa comunitaria e leggi nazionali, è possibile che ambedue siano applicate, purché non venga pregiudicata l’applicazione uniforme delle norme comunitarie.Le autorità nazionali possono vietare accordi rispetto ai quali la Commissione abbia dichiarato di non intervenire. Oltre a svolgere un ruolo di consulenza nei riguardi della Comunità, gli Stati possono inserirsi nel procedimento comunitario. Di fatto, per gli attori puo essere preferibile ricorrere alla magistratura, la quale può decidere il pagamento dei danni, anziché limitarsi ad imporre multe, come fa la Commissione.Con riferimento al sistema belga, si può dubitare che un Paese con un territorio così limitato possa regolamentare le concentrazioni, le quali sono già oggetto di normative comunitarie.Appare inoltre sorprendente, sia nel rapporto belga che nella legge italiana, l’assenza di norme che sopprimano il controllo dei prezzi.Poiché sia la legge italiana che il progetto belga si basano sulla normativa comunitaria, per fame una valutazione complessiva bisogna fare riferimento a quest’ultima, la quale si fonda sulla legislazione anti-trust statunitense che, tuttavia, negli ultimi anni e stata sottoposta a numerose critiche.Appare sempre piu di frequente che monopoli ed oligopoli non siano cosl preoccupanti come si pensava in passato. In particolare, un sistema oligopolistico può essere nella sua essenza concorrenziale.Non sembra quindi opportuno che, di fronte ad una revisione sostanziale di molte idee tradizionali in tema di funzionamento dei mercati, la Commissione e gli Stati membri accentuino il controllo delle concentrazioni.La politica comunitaria non sembra aver avuto un’evoluzione logica e coerente. In passato le concentrazioni mediante fusione venivano incoraggiate; dopo le si è considerate con diffidenza.Gli stessi concetti di «mercato rilevante», «pratiche concertate» e «posizione dominante” sono cambiati nel corso del tempo.Data l’ispirazione liberale del Trattato di Roma, la determinazione del «valore economico” dovrebbe essere lasciata al mercato, senza porsi il problema di identificare prezzi che siano «eccessivi». Anche per quanto riguarda gli accordi di distribuzione esclusiva, non sono chiari i danni che potrebbero conseguirne.In conclusione, le autorità nazionali farebbero meglio se cercassero d’influire sulla politica comunitaria della concorrenza piuttosto che adottarla senza i necessari approfondimenti.
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Butera, Federico, and Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Abstract:
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Campeis, Massimiliano. "Il trust di partecipazioni societarie di controllo." Trusts, no. 6 (December 1, 2022): 1108–15. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.223.

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Abstract:
Tesi La detenzione di una partecipazione di controllo in una società da parte del trustee pone una serie di interrogativi riguardanti la posizione di quest’ultimo rispetto ai diritti connessi allo status socii: ci si chiede, in particolar modo, se egli possa disinteressarsi alla gestione societaria o, al contrario, sia tenuto ad un particolare onere di vigilanza e, conseguentemente, di attivazione. Il tema assume particolare rilevanza in presenza di clausole di «esonero», di cui viene analizzata la compatibilità con le prerogative spettanti al socio in base al diritto interno. The author’s view The trustee’s possession of a controlling interest in a company raises several issues regarding his attitude in exercising his rights as a shareholder; in particular, the question arises whether the trustee can neglect the way the company is managed or, on the contrary, has the duty to supervise and, if necessary, to take appropriate action. This matter is all the more relevant in the presence of «exemption» clauses, which are analyzed in relation to their compatibility with the shareholders’ prerogatives according to domestic law.
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Pavan, Aldo. "Controllo interno e di gestione nella prospettiva del valore." MANAGEMENT CONTROL, no. 1 (March 2019): 5–12. http://dx.doi.org/10.3280/maco2019-su1001.

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Ingrassia, Raimondo. "Il whistle-blowing come strumento di controllo interno delle organizzazioni." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (December 2009): 40–70. http://dx.doi.org/10.3280/so2009-002003.

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Abstract:
- Uno di problemi che si pongono quando si parla di abusi dei colletti bianchi nel mondo del lavoro č quello di sottoporre al giudizio della collettivitŕ condotte discutibili sul piano etico, manageriale, professionale e giuridico delle quali perň č difficile avere conoscenza in quanto esse vengono consumate al riparo di organizzazioni legali e, spesso, poco permeabili alla societŕ. Una forma di controllo privilegiata per la qualitŕ delle informazioni che č in grado di fornire č la denuncia pubblica degli abusi del prestatore di lavoro legato all'organizzazione da un rapporto di dipendenza. La cultura anglosassone ha metaforicamente etichettato tale pratica con il termine di "whistleblowing", letteralmente "soffiare il fischietto", cioč dare un segnale di allarme per gli abusi osservati nel luogo di lavoro. Questo articolo intende offrire una rassegna sistematica dei principali temi esistenti in materia. Sono pertanto oggetto di trattazione i seguenti argomenti: le relazioni fra gli abusi dei colletti bianchi e le organizzazioni legali; le tipologie di abusi piů comuni; il profilo identitario di coloro che denunciano; i fattori oggettivi che influenzano le decisioni di denuncia; i rischi legati alle attivitŕ di denuncia; l'efficacia, la tutela giuridica e le policy del whistle blowing. La tesi conclusiva č che la denuncia pubblica degli abusi deve fare leva sulla responsabilitŕ personale e che il contesto organizzativo e istituzionale nei quali i prestatori di lavoro operano devono svolgere una funzione di incentivo e protezione dell'iniziativa individuale.
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Coller, Graziano, Paolo Collini, and M. Laura Frigotto. "Strategia e design del sistema di controllo." MANAGEMENT CONTROL, no. 2 (September 2012): 15–41. http://dx.doi.org/10.3280/maco2012-002002.

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Abstract:
The relationship between management control system (MCS) and strategy has been widely discussed in literature but traditional studies on the fit between MCS and strategy assume that MCS must be designed to conform with a previously welldefined strategy. In this paper we adopt the idea that strategy is a continuous process, intertwined with daily business practice, and that strategy and MCS are mutually dependent; both these elements should be considered when designing a MCS. Through the analysis of a case study, we investigate how MCS affects firm's ability in strategy exploration and firm's strategy evolution. We claim that MCS design must be periodically revised in order to seek a balance between its ability to support exploration of new strategic directions and its capacity to allow the exploitation of previously defined strategies.
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Peta, Anna. "I controlli interni gestionali nella PA: criticità e correttivi di un sistema in continua evoluzione." ECONOMIA PUBBLICA, no. 1 (July 2017): 97–132. http://dx.doi.org/10.3280/ep2017-001004.

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Rizzotti, Davide, and sebastiano Lombardo. "Fattori influenti sull'efficacia del whistleblowing come strumento di controllo interno." MANAGEMENT CONTROL, no. 3 (October 2016): 9–26. http://dx.doi.org/10.3280/maco2016-003002.

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Mancini, Daniela. "L'azienda-rete e le decisioni di partnership: il ruolo del sistema informativo relazionale." MANAGEMENT CONTROL, no. 1 (April 2011): 65–97. http://dx.doi.org/10.3280/maco2011-001004.

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Abstract:
La collaborazione tra aziende č sempre piů il percorso tipico per realizzare la crescita e determinare la strategia aziendale: dalle singole relazioni ditra due aziende, alla rete di aziende, per arrivare all'azienda-rete. Parallelamente, si determina un ampliamento, oltre i confini della singola azienda, dell'orizzonte nell'ambito del quale formulare i giudizi di convenienza. Oggetto di questo articolo č l'evidenziazione di alcune problematiche ancora aperte nello studio dei sistemi informativi dell'azienda-rete. L'autore ritiene, infatti, che la gestione delle informazioni rappresenti un elemento chiave per il successo della rete di collaborazioni sviluppate. Il sistema informativo diventa un elemento fondamentale per la sincronizzazione dei processi di governo e di controllo della rete di collaborazioni ed il fenomeno delle alleanze ne costituisce un elemento di cambiamento che deve essere investigato nei diversi aspetti. Nel primi due paragrafi l'autore descrive proprio la relazione chiave che si stabilisce tra sistema di governo, sistema di controllo e sistema informativo in contesti relazionali, mentre nei paragrafi successivi l'attenzione viene focalizzata sul sistema informativo relazionale.
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Romano, Giulia, and Andrea Guerrini. "L'efficacia del sistema dei controlli contabili delle società quotate italiane: un'analisi delle impugnative di bilancio effettuate dalla Consob." FINANCIAL REPORTING, no. 4 (December 2011): 49–79. http://dx.doi.org/10.3280/fr2011-004003.

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Abstract:
L'oggetto di indagine del presente lavoro è costituito dal sistema dei controlli sull'informativa contabile diffusa dalle società quotate, con particolare riferimento al bilancio di esercizio e consolidato. Attraverso l'analisi dei casi in cui la Consob ha esercitato il potere di impugnativa sui bilanci, gli Autori effettuano un'indagine sull'efficacia dei principali presidi di controllo previsti dalla normativa vigente, rappresentati dal collegio sindacale1 e dalla società di revisione, nominati entrambi dall'assemblea dei soci. Le evidenze empiriche segnalano alcune criticità rilevanti che caratterizzano le attività di controllo ed i "giudizi" sull'informativa contabile dei due organi.
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Marina, R., A. Landi, E. Sganzerla, L. Nosetto, C. De Grandi, R. Keim, and S. M. Gaini. "Verifica di qualità nell'applicazione diretta della RM in Neurochirurgia stereotassica." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 4 (August 1996): 433–38. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900414.

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Abstract:
Si descrive la procedura d'installazione ed il controllo di qualità di un sistema per neurochirurgia stereotassica, che utilizza la risonanza magnetica per il calcolo diretto delle coordinate dei «bersagli». L'applicazione clinica del sistema conferma la fattibilità degli interventi in condizioni di sicurezza, e la validità del metodo adottato per l'eliminazione degli artefatti di distorsione spaziale nelle immagini.
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Gatti, Marco. "Gli strumenti di controllo orientati al cliente: un'analisi sistemica." MANAGEMENT CONTROL, no. 1 (April 2011): 99–124. http://dx.doi.org/10.3280/maco2011-001005.

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Abstract:
In tempi recenti la dimensione statica del controllo ha conosciuto profondi rinnovamenti. L'affermazione di strumenti fortemente orientati al monitoraggio di taluni aspetti critici della relazione con il cliente ha stimolato l'attenzione degli Autori, inducendo ad una focalizzazione sulle peculiaritŕ distintive degli stessi e sul loro utilizzo. Scopo di questo articolo č, in termini generali, di analizzare le modalitŕ con cui le informazioni multidimensionali prodotte dagli strumenti indagati possono essere impiegate in maniera integrata all'interno del sistema di controllo e, in termini particolari, di porre in luce le modalitŕ con cui esse possono contribuire al calcolo del customer lifetime value.
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Bordone, Dafne. "Procedimenti disciplinari a carico di avvocati: un'indagine presso l'Ordine degli avvocati di Milano." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2010): 103–21. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-001005.

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Abstract:
Deontologia - Professione forense - Sistema disciplinare - Ricerca empirica. Le statistiche relative al numero dei procedimenti a carico degli avvocati e ai tipi di sanzioni inflitte dagli organi forensi sono stati oggetto di aspre critiche negli ultimi anni e molto si č discusso sulle carenze del sistema disciplinare nel suo complesso, al punto che si č indotti a chiedersi quali possano essere le conseguenze per il futuro dell'avvocatura, soprattutto in termini di autonomia degli ordini professionali, di autoregolamentazione dei consigli e di conservazione del monopolio professionale. Il presente scritto, dopo aver illustrato brevemente le fonti normative e la struttura del procedimento disciplinare forense nel nostro paese, esamina l'attivitŕ disciplinare svolta dal Consiglio dell'Ordine di Milano nei confronti di avvocati tra il 1990 e il 2009 ed infine tenta di trarre qualche conclusione sia sull'efficienza del controllo formale sull'operato degli iscritti all'Albo professionale, sia sul contributo delle misure sanzionatorie al mantenimento degli standard professionali richiesti agli avvocati. L'indagine non ha alcuna pretesa di generalitŕ, ma la situazione dell'Ordine milanese puň certo ben rappresentare uno spaccato della realtŕ del controllo disciplinare e dunque fornire elementi per comprendere i problemi patologici che caratterizzerebbero il giudizio disciplinare a carico degli avvocati.
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Andrulli, S., S. Mancuso, M. C. Bigi, A. Granata, F. Logias, F. Floccari, and L. Di Lullo. "La prevenzione primaria e secondaria dell'ipertensione arteriosa: il punto di vista del nefrologo." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 1 (January 24, 2018): 29–33. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1112.

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Abstract:
La prevenzione primaria e secondaria della insufficienza renale cronica da nefroangiosclerosi è rappresentata dallo stretto controllo dei valori pressori e dalla riduzione della proteinuria. In presenza di proteinuria, il controllo pressorio va ottenuto con il blocco del sistema renina-angiotensina anche in pazienti con importante riduzione della funzione renale. La terapia di associazione di ACE inibitore con sartano non sembra portare vantaggi aggiuntivi ma può essere saggiata in pazienti selezionati con proteinuria persistente superiore al grammo/die. L'associazione ACE inibitore con antialdosteronico sembra promettere bene ma occorrono ulteriori studi, possibilmente multicentrici.
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Poggi, Stefano. "Conflitti d'identità. Pratiche, gestione e controllo delle identità nell'Italia napoleonica." SOCIETÀ E STORIA, no. 172 (June 2021): 287–320. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-172003.

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Abstract:
Di fronte allo sviluppo dello Stato amministrativo, i governi delle repubbliche Cisalpine/Italiana e del regno d'Italia elaborarono un sistema identificatorio statale autonomo dal modello francese. Il caso studio della città di Vicenza - capoluogo del dipartimento del Bacchiglione - permette di verificare l'effettiva applicazione di questo progetto politico a livello locale. Attraverso lo studio sistematico dell'archivio del commissariato di polizia di Vicenza emerge così un insieme di pratiche popolari e strategie di controllo distante dal sistema uniforme previsto dalla legislazione nazionale. Un modello duale, in cui i sistemi identificatori tradizionale e statale convivevano intrecciandosi e integrandosi. Un modello che rispecchiava due diverse concezioni di identità: una, promossa dallo Stato, rigida ed esterna alla società; l'altra, radicata nella mentalità degli attori storici, fluida e costantemente ridefinita.
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Mazzucotelli, Francesco. "FRAGMENTS OF LEBANON: SECTARIANISM AND THE FINANCIAL CRISIS." Il Politico 252, no. 1 (June 22, 2020): 24–42. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2020.295.

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Abstract:
L’attuale crisi finanziaria libanese è per molti versi il risultato di un sistema politico clientelare, rivestito di narrazioni e di rivendicazioni confessionali, che ha utilizzato le risorse pubbliche in cambio di un instabile supporto. L’articolo prende in considerazione il default del marzo 2020 nel quadro del dibattito sulla fragilità dello stato libanese e la natura del sistema confessionalista. La fragilità delle istituzioni pubbliche libanesi è stata spesso convenientemente spiegata come l’effetto di fattori esterni, ultimo tra i quali il fardello rappresentato dai rifugiati della guerra civile siriana, o come il risultato delle frammentazioni religiose. L’articolo inquadra la crisi in corso all’intersezione tra il collasso di un sistema neopatrimoniale di rendite legate alle economie del Golfo e la crisi di legittimità delle élites politiche locali. La combinazione di tutti questi fattori esaspera i meccanismi di impoverimento della maggioranza della popolazione, e particolarmente della sua classe media, che rimane esposta a meccanismi confessionali di clientelismo, disciplina e controllo. Il paradosso dell’attuale crisi è che essa sta rafforzando le fondamenta del sistema che è all’origine dei meccanismi di indebitamento e di insostenibilità finanziaria. Dopo essere state messe sotto pressione dalle manifestazioni di piazza negli ultimi mesi del 2019, la pandemia di Covid-19 sta offrendo alle élites politiche la possibilità di riaffermare il proprio controllo egemonico sui propri territori e settori sociali di riferimento.
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Lalli, Angelo. "Effetti istituzionali e strutturali dell'espansione dei golden powers." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 2 (July 2022): 77–101. http://dx.doi.org/10.3280/dc2022-002006.

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Abstract:
Lo scritto analizza le recenti normative che hanno incrementato i poteri speciali di controllo sugli investimenti esteri nel contesto dei rapporti tra Stato e mercato. Sono studiati i profili organizzativi che investono la Presidenza del Consiglio dei ministri; le procedure istruttorie e valutative, sia a livello nazionale, sia europeo; gli obblighi delle imprese. L'autore mette in luce come sia cambiata la ratio dell'istituto che, da eccezionale e limitato mezzo di protezione contro paventate aggressioni economiche provenienti da Paesi extra UE, è divenuto uno strumento di controllo esteso a pressoché tutto il sistema economico, finalizzato a proteggerlo nella sua interezza, anche in occasioni che prescindono del tutto dall'ingresso di capitali stranieri
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Kernberg, Otto F. "Replica agli interventi." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (December 2011): 496–98. http://dx.doi.org/10.3280/pu2011-004008.

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Abstract:
L'Autore risponde agli interventi di Thomas von Salis, Emilio Modena, Marianna Bolko, Pier Francesco Galli, Alberto Merini e Paolo Migone. Tra i tanti problemi sollevati, vengono scelti solo alcuni temi: la questione della "democrazia" nella formazione psicoanalitica, la funzionalitŕ della formazione e l'importanza dei controlli di qualitŕ, il rapporto tra ideologia e scienza in psicoanalisi, le spinte interne ed esterne all'istituzione per migliorare il sistema del training, l'importanza della ricerca scientifica, il problema della neutralitŕ analitica e l'originalitŕ della proposta di Pier Francesco Galli di definire la neutralitŕ come continuitŕ e coerenza dell'atteggiamento dell'analista, la questione della selezione dei candidati degli istituti psicoanalitici, il rapporto tra la teoria generale della psicoanalisi e le sue applicazioni, e cosě via.
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Scalia, Vincenzo. "Dall'altra parte del cancello. La vita dietro le sbarre di due detenuti." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 40 (April 2011): 53–64. http://dx.doi.org/10.3280/las2011-001005.

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Abstract:
La realtÀ penitenziaria viene di solito analizzata a partire da approcci, che privilegiano o le analisi strutturali, di tipo socio-economico, oppure vertono sui processi relativi al controllo sociale. In questo lavoro, l'autore, adotta un approccio di tipo, che trae spunto dal lavoro di Erving Goffmann, per descrivere ed analizzare il percorso di due detenuti, un uomo e una donna, all'interno del sistema penitenziario italiano.
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Grasby, Richard. "A Comparative study of five latin inscriptions: measurement and making." Papers of the British School at Rome 64 (November 1996): 95–138. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010369.

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Abstract:
UNO STUDIO COMPARATIVO DI CINQUE ISCRIZIONI LATINE: MISURE E COSTRUZIONEQuesto lavoro prende in considerazione il progetto e la costruzione di cinque iscrizioni del I secolo d.C. Misure prese da ogni iscrizione portano alla conclusione che esistesse un sistema per organizzare l'area occupata dallo scritto; questo controllava la lunghezza delle linee, lo spazio tra le linee, l'altezza e la forma delle lettere. Viene evidenziato come tale sistema fosse basato sulla suddivisione di un modulo in unità; il modulo stesso rappresentava un elemento di una generale griglia di controllo. Griglie sovrapposte sulle stesse lettere all'interno di ogni iscrizione hanno mostrato la notevole somiglianza della forma delle lettere anche di dimensioni molto diverse. Il metodo con cui tale precisione fosse ottenuta viene discusso e confrontato con i metodi moderni di organizzazione delle lettere e pratiche di incisione. Le conseguenze per l'interpretazione epigrafica di un tale piano di organizzazione geometrica possono essere giudicate sulla base dei testi ricostruiti delle cinque iscrizioni esaminate in questo lavoro. Sebbene si tratti di uno studio limitato ogni iscrizione viene differenziata per età, origine e funzione e rivela un sistema di controllo delle misure in maniera sufficientemente chiara da suggerire che esso avesse una più ampia applicazione. Teorie sui metodi adottati dai Romani nell'organizzazione delle iscrizioni, e nel modellamento ed incisione delle lettere, vengono avanzate sullo sfondo di due ricostruzioni a grandezza naturale fatte dall'autore di RIB.330 e RIB.288.
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Guglielmetti, Chiara, Silvia Gilardi, Sara Casati, and Paolo Monti. "Divenire partner del team di cura: qualitŕ del servizio e senso di appartenenza negli adulti con Beta Talassemia Major." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (March 2012): 87–109. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001006.

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Abstract:
Il contributo presenta i risultati di una ricerca che ha coinvolto 137 pazienti adulti affetti da Beta Talassemia Major. A partire da un'analisi della letteratura sulle dimensioni che caratterizzano un sistema di presa in carico della malattia cronica, č stato esaminato il rapporto tra elementi di gestione collaborativa della cura e la percezione di controllo della malattia in relazione a due outcomes: la soddisfazione per il servizio di cura e la soddisfazione per la qualitŕ della vita. Inoltre si č voluto indagare in via esplorativa il contributo del costrutto senso di appartenenza alla comunitŕ di cura nel legame con i livelli di soddisfazione per il servizio e la qualitŕ della vita. I risultati confermano la rilevanza del senso di appartenenza alla comunitŕ di cura quale significativo predittore di entrambi gli outcomes. La soddisfazione per le cure trova nella dimensione della fiducia l'altro significativo predittore, mentre la soddisfazione per la qualitŕ della vita viene spiegata anche dall'apporto della percezione di controllo sulla malattia.
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Realini, Lucia. "Milano, fronte interno 1941-1943 Ebrei, antifascisti, clero e militari nelle segnalazioni dell'Uoc." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 258 (September 2010): 108–25. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-258007.

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Abstract:
Il saggio esamina i documenti relativi a uno dei tre settori di attivitŕ, il P, dell'Ufficio organizzazione capillare (Uoc) di Milano, articolazione a livello provinciale dell'omonimo Servizio centrale istituito dal Direttorio del Pnf e in funzione dal 1941 al 1943, come strumento di controllo della popolazione. L'Uoc aveva lo scopo di raccogliere capillarmente informazioni sui comportamenti dei cittadini e lo spirito pubblico attraverso svariate organizzazioni radicate sul territorio, e di trasmetterle al prefetto che disponesse i necessari accertamenti e/o sollecitasse a chi di dovere gli opportuni provvedimenti. L'analisi dei documenti evidenzia come il settore P dell'Uoc, con le sue segnalazioni, volesse colpire a ogni costo le condizioni di vita e di lavoro degli ebrei, e come d'altra parte, dagli accertamenti disposti da prefetto, risultasse sempre che gli ebrei denunciati non avevano violato nessuna delle leggi razziali e nemmeno le norme antisemitiche introdotte successivamente. Prive di riscontri risultano essere anche le segnalazioni relative al clero, a cittadini cui si imputano "attivitŕ sovversive", ad alcuni militari. Va infine sottolineato che sia i carabinieri sia il questore, pur eseguendo le indagini di cui erano incaricati, tendevano nei loro rapporti a minimizzare i fatti segnalati.
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Radaelli, Claudio Maria. "IL CONTROLLO POLITICO DELL'ECONOMIA: GLI STUDI SUL CICLO POLITICO-ECONOMICO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no. 2 (August 1991): 315–41. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200013290.

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Abstract:
IntroduzioneLo studio degli aspetti politici dei fenomeni economici ha acquisito, nel corso degli ultimi due decenni, un ruolo di crescente importanza nei lavori di politologi ed economisti appartenenti alla «scuola» della political economy, generando grandi aspettative, ma anche qualche cocente delusione. Le aspettative sono sicuramente elevate, se Stephen Weatherford (1988, 99) ha potuto sostenere che «i modelli del ciclo economico-politico sono diventati la nuova ortodossia negli studi accademici sul processo di formazione della politica economica». Le delusioni discendono invece dalla mancata rilevazione di regolarità empiriche dotate di una sufficiente stabilità, dall'esiguità di controlli comparati delle ipotesi, da un apparato concettuale che contempla tratti estremamente ed eccessivamente stilizzati del sistema politico.
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Radaelli, Claudio Maria. "IL CONTROLLO POLITICO DELL'ECONOMIA: GLI STUDI SUL CICLO POLITICO-ECONOMICO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no. 2 (August 1991): 315–41. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200021845.

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Abstract:
IntroduzioneLo studio degli aspetti politici dei fenomeni economici ha acquisito, nel corso degli ultimi due decenni, un ruolo di crescente importanza nei lavori di politologi ed economisti appartenenti alla «scuola» della political economy, generando grandi aspettative, ma anche qualche cocente delusione. Le aspettative sono sicuramente elevate, se Stephen Weatherford (1988, 99) ha potuto sostenere che «i modelli del ciclo economico-politico sono diventati la nuova ortodossia negli studi accademici sul processo di formazione della politica economica». Le delusioni discendono invece dalla mancata rilevazione di regolarità empiriche dotate di una sufficiente stabilità, dall'esiguità di controlli comparati delle ipotesi, da un apparato concettuale che contempla tratti estremamente ed eccessivamente stilizzati del sistema politico.
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Ionio, Chiara, and Elvira Ripamonti. "Rappresentazione mentale del Sé e funzionamento psicologico in bambini vittime di violenza: uno studio pilota." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (April 2011): 111–22. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-001006.

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Abstract:
I vissuti traumatici conseguenti ad esperienze di violenza nell'infanzia rendono spesso difficile agli specialisti comprendere il mondo interno dei bambini, le loro competenze e le loro problematiche. Nel tentativo di indagare il funzionamento psicologico e la rappresentazione del Sé in minori maltrattati, č stato condotto uno studio pilota avvalendosi di una duplice metodologia: due questionari compilati da genitori o educatori (CBCL, Achenbach, 1991; PROPS, Greenwald, 1996) e un test grafico, il disegno del Bambino nella Pioggia (Crocetti, 1991). Lo studio, che ha coinvolto 54 bambini (18 del campione clinico e 36 del campione di controllo), di etŕ compresa tra i 5 e i 13 anni, ha messo in luce l'effettiva utilitŕ della scelta della doppia fonte di informazione per cogliere le differenze tra i bambini del gruppo normativo e i minori ospiti di comunitŕ d'accoglienza.
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Pommerehne, Wemer W. "Drugs and Politicians: The Failures of the Market and of Public Policy." Journal of Public Finance and Public Choice 12, no. 2 (October 1, 1994): 87–94. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539897.

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Abstract:
Abstract Il punto centrale di questo scritto è se debba o meno essere decriminalizzato il mercato della droga. Come base dell’analisi e utilizzato un modello che prevede il libero mercato dei narcotici e che così consente di effettuare una valutazione delle alternative.L’argomentazione fondamentale è che questo modello soffre di difetti intrinseci al mercato e che militano contro la completa legalizzazione della droga. D’altra parte è egualmente inaccettabile l’altro caso estremo, che è quello predominante nel mondo di oggi, del completo bando delle vendite di tutti i tipi di narcotici. Esso, infatti, impone elevati costi alla società.Dal punto di vista sociale ed anche economico, la mighore soluzione sembra quindi una politica intermedia tra completa decriminalizzazione e bando totale: il controllo statale della distribuzione di narcotici. In tal modo si viene incontro alle obiezioni dei sostenitori del sistema attuale, mantenendo importanti aspetti del controllo pubblico, mentre al tempo stesso si tiene maggiormente conto dell’interesse delle persone maggiormente colpite dal problema, nonché della società nel suo insieme.
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Romano, R., R. Lamanna, M. T. Santini, and P. L. Indovina. "Confronto di spettri protonici cellulari mediante l'algoritmo di normalizzazione MaSNAl." Rivista di Neuroradiologia 13, no. 1 (February 2000): 37–43. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300107.

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Abstract:
La spettroscopia con risonanza magnetica nucleare è utilizzata, in modo sempre crescente, per studi sia in vivo che in sistemi biologici in vitro, per esaminare variazioni indotte dall'azione di agenti chimici, fisici e biologici. In questo tipo di studi si effettua, in genere, un confronto tra le intensità dei segnali di campioni controllo con campioni trattati per poter ricavare delle informazioni sull'azione dell'agente. I metodi di confronto finora adottati consistono nel quantificare, mediante l'utilizzo di una sostanza di riferimento interna od esterna ai campioni, i segnali nei singoli spettri e nel confrontarne i valori. In questo lavoro, viene presentato un nuovo metodo di confronto, che consiste nel normalizzare gli spettri mediante un nuovo algoritmo. Esso fa riferimento ai segnali nella loro totalità e non richiede, per ottenere informazioni quantitative sulle variazioni relative, di alcuna sostanza di riferimento ( standard). In particolare, l'algoritmo è fondato sulla massimizzazione, mediante una opportuna misura a segno variabile, delle regioni di sovrapposizione degli spettri. L'algoritmo è stato verificato con simulazioni Monte Carlo e con esperimenti di laboratorio, che ne dimostrano l'affidabilità, la precisione e la sensibilità. Infine, è stato applicato a spettri relativi a campioni cellulari per dimostrarne l'applicabilità a campioni biologici reali.
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di Cortona, Pietro Grilli. "RIVOLUZIONI E BUROCRAZIE. QUATTRO CASI A CONFRONTO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no. 1 (April 1989): 23–62. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017482.

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Abstract:
IntroduzioneUno degli argomenti critici più noti nei confronti delle rivoluzioni è che queste conducono ad un maggior dominio burocratico, reso inevitabile da una nuova centralizzazione del sistema e dall'estensione del controllo statale sull'economia. La tesi della degenerazione burocratica delle rivoluzioni, come formazione di nuove stasi e inflessibilità strutturali capaci di frenarne la spinta propulsiva originaria, è dominante, per esempio, anche nella polemica condotta da molti critici marxisti del sistema sovietico che, da Trockij in poi, sottolineano come questo abbia «tradito» gli ideali della rivoluzione bolscevica.
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Capurro, Rosita, Raffaele Fiorentino, Stefano Garzella, and Carla Morrone. "La creazione del valore: il necessario completamento del sistema di controllo e di comunicazione aziendale." MANAGEMENT CONTROL, no. 2 (July 2020): 37–55. http://dx.doi.org/10.3280/maco2020-002003.

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Montirosso, Rosario, Lynne Murray, Guenda Ghezzi Perego, Roberto Brusati, Francesco Morandi, and Renato Borgatti. "Modalitŕ interattive nella relazione precoce tra madre e bambino affetto da labio-palato-schisi. Studio osservativo su un campione italiano." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2010): 134–52. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-003007.

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Abstract:
I bambini affetti da labio-palato-schisi (LPS) possono presentare difficoltŕ nell'interazione socio-emozionale con la madre. L'obiettivo dello studio č analizzare la qualitŕ degli scambi affettivi in una fase precoce dello sviluppo. Hanno preso parte alla ricerca due gruppi (clinico e di controllo) composti entrambi da 16 diadi madre-bambino. Un'interazione di cinque minuti viso-a-viso č stata vi- deo-registrata quando il bambino aveva 2 mesi di vita. I comportamenti e lo stile interattivo della madre e del bambino sono stati codificati mediante il sistema GRS - Global Rating Scales [29]. Č stato inoltre somministrato il questionario BDI - Beck Depression Inventory - compilato dalle madri per valutare la sintomatologia depressiva. I risultati evidenziano che rispetto ai bambini del gruppo di controllo i bambini con LPS manifestano una ridotta partecipazione allo scambio relazionale con la madre. Le madri del gruppo clinico appaiono meno sensibili rispetto alle madri del gruppo di controllo. Tra i due gruppi di madri non emergono differenze ai punteggi ottenuti al questionario sulla sintomatologia depressiva. Tuttavia, nel corso dell'interazione con il loro bambino le madri del gruppo clinico manifestavano segni di natura depressiva. Globalmente le interazioni madrebambino affetto da LPS risultano meno fluide e con un minor numero di scambi comunicativi positivi. In conclusione, la presenza di LPS nel bambino interferisce in modo rilevante sulla qualitŕ dell'interazione precoce madre-bambino. Questi risultati suggeriscono l'importanza di pianificare interventi precoci indirizzati a facilitare la relazione tra la madre e il bambino affetto da LPS.
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Mocca, Alessandro. "Apprendimento e insegnamento nel contesto odierno." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 13 (February 2010): 171–88. http://dx.doi.org/10.3280/eds2010-013012.

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Abstract:
L'articolo muove dalla distinzione tra due approcci nella formazione, definiti come "educare" e "apprendere"; il primo indica la prospettiva normativa-comportamentale eterodiretta, caratterizzata dal controllo, considerando la conoscenza come oggettivabile e trasmissibile; il secondo una prospettiva che fa i conti con la soggettivitŕ, necessariamente autoriflessiva e caratterizzata da una visione autonoma del partecipante. L'apprendimento č riflessione in azione, quindi riflessione critica, capace di mettere in discussione degli assunti di base che guidano l'interpretazione della realtŕ offrendo l'occasione per una significativa tras-formazione. Fondamento dell'apprendimento č la capacitŕ di apprendere dall'esperienza e dagli errori. La difficoltŕ di apprendere da errori e dall'esperienza č una difficoltŕ che trova la sua origine nel mondo interno del soggetto. Si puň quindi affermare che il processo di conoscenza umana dipende da fattori emotivoaffettivi profondi in gioco in ogni relazione e contesto esperienziale.
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Levaggi, Rosella. "The History of Intergovernmental Grants in Britain: a New Perspective in an Asymmetry of Information Framework*." Journal of Public Finance and Public Choice 12, no. 2 (October 1, 1994): 171–89. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539950.

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Abstract:
Abstract L’asimmetria informativa è l’elemento caratteristico della relazione tra governo centrale e governi locali. Da un lato, l’esistenza dei governi locali si giustifica per il loro maggior grado di conoscenza circa le preferenze ed i bisogni locali. Dall’altro lato, quando si deve organizzare l’allocazione delle risorse sul piano nazionale attraverso un sistema di trasferimenti, queste informazioni dovrebbero essere conosciute a livello di governo centrale.In questo scritto si presenta la storia recente dei trasferimenti alle autorità locali in Gran Bretagna per mostrare un esempio pratico del modo in cui il governo centrale ha tentato di risolvere il problema.Dapprima il governo centrale ha ritenuto di conoscere tutti i parametri necessari per stabilire un sistema ottimale di trasferimenti. In una seconda fase, esso ha compreso la natura dei problemi derivanti dal fatto che le autorità locali disponevano di informazioni migliori. Il controllo della spesa è divenuto il principale obiettivo del governo e le riforme introdotte nel sistema dei trasferimenti riflettono quest’obiettivo.
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Di Fabio, Laura. "Due democrazie, una sorveglianza comune. Note a margine di una ricerca." SOCIETÀ E STORIA, no. 173 (November 2021): 539–45. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173007.

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Abstract:
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autrice argomenta i motivi alla base del volume, da lei scritto, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), disegnandone un profilo.
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Langella, Cecilia, and Niccolò Persiani. "Il sistema delle procedure amministrativo-contabili della GSA: il caso di Regione Lombardia e Regione Veneto." MECOSAN, no. 122 (December 2022): 59–84. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-122oa14618.

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Abstract:
Il presente studio intende offrire un contributo al dibattito sulla Gestione Sanitaria Accentrata (GSA). Nello specifico, propone uno strumento innovativo, vale a dire la redazione di un sistema di procedure amministrativo-contabili della GSA che, travalicando i confini organizzativi della GSA stessa e abbracciando una logica integrata di sistema del SSR, mappa i flussi di risorse afferenti al fabbisogno sanitario. Attraverso la disamina di due casi studio particolarmente emblematici (quello della GSA in Lombardia e quello di Azienda Zero in Veneto), lo studio mostra che le procedure sistemiche e integrate della GSA (i) sono utilmente applicabili in contesti diversi, in quanto in grado di coglierne e valorizzarne le peculiarità organizzative e contabili; (ii) costituiscono un valido strumento di risposta alle principali problematiche della GSA soprattutto in termini di governo e controllo della filiera Regione-GSAaziende sanitarie.
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D'Atri, Stefano. "«Le navi e il mar, invece di campi e d'oliveti, tengono la cittŕ abbondante d'ogni bene». Il sistema annonario di Ragusa (Dubrovnik) in etŕ moderna." STORIA URBANA, no. 134 (June 2012): 31–56. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-134003.

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Abstract:
Se analizziamo il sistema annonario di Ragusa secondo il tempo, il luogo e le circostanze - seguendo le suggestioni di Ferdinando Galiani contenute nei suoi Dialogues sur le commerce des blés - ecco che ci appare come una realtŕ molto diversa all'interno del contesto mediterraneo in etŕ moderna. Una diversitŕ fondata principalmente sul rapporto privilegiato con l'Impero Ottomano, un rapporto che per la Repubblica di San Biagio significava pace, sicurezza e privilegi commerciali, che le garantiva un margine di manovra inimmaginabile, soprattutto se misurato dal punto di vista delle sue dimensioni politiche e territoriali. Tutto questo ha consentito la creazione di un sistema annonario - che faceva del controllo dei prezzi e dell'offerta il suo punto di forza - difficilmente comparabile con le altre realtŕ mediterranee ma che, allo stesso tempo, rende quelle realtŕ piů intelligibili attraverso la propria «peculiaritŕ».
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Bortolato, Marcello. "Sovraffollamento carcerario e trattamenti disumani o degradanti. La CEDU condanna l'Italia per le condizioni dei detenuti." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (November 2009): 111–21. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-005008.

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Abstract:
- La Corte europea dei diritti dell'uomo č stata esplicita: le condizioni di detenzione non sono sottratte al controllo giudiziario e la mancanza degli spazi minimi di vivibilitŕ «č di per sé costitutiva di un trattamento disumano o degradante». Per queste ragioni l'Italia, tratta a giudizio da un cittadino bosniaco, giŕ detenuto nel carcere di Rebibbia, č stata condannata. La Corte ci ricorda ancora una volta che il buon funzionamento del sistema carcerario e il corretto trattamento dei detenuti č il piů importante indicatore del grado di civiltŕ e democrazia di un Paese. I giudici di Strasburgo hanno suonato la loro campana, resta a noi non rimanere sordi.
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Barbetta, Pietro. "Dentro il virus." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 33 (September 2020): 37–45. http://dx.doi.org/10.3280/eds2020-033007.

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Abstract:
L'autore, professore di Psicologia Dinamica presso l'Università di Bergamo, si è ammalato per coronavirus ed è stato ospedalizzato per due settimane. Ancora in quarantena a casa sua scrive questa testimonianza e ce la invia, mentre viene prontamente pubblicata online da Eu-ropean Journal of Psychoanalysis . La testimonianza dell'autore muove verso eclettiche ri-flessioni che mettono in connessione virus e inconscio. L'autore rileva in presa diretta quanto l'esperienza d'impotenza catastrofica includa ed imponga la sottrazione del sistema inconscio dal dominio del controllo umano.
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Bassani, Gaia, and Cristiana Cattaneo. "Pratiche di controllo di gestione nel contesto sanitario italiano: i cambiamenti in atto nel Sistema Sociosanitario Lombardo." MANAGEMENT CONTROL, no. 3 (September 2017): 11–29. http://dx.doi.org/10.3280/maco2017-003002.

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Rognoni, Carla, Silvio Brusaferro, Elisabetta Caselli, Luca Arnoldo, Gabriele Pelissero, Vincenza La Fauci, Paola Antonioli, et al. "Controllo delle infezioni ospedaliere attraverso un sistema di sanificazione a base di probiotici: valutazione clinica ed economica." MECOSAN, no. 107 (September 2019): 81–98. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2018-107005.

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Giuliani, Gaia. "Assegnazione del colore e lavoro servile. Il fenomeno del blackbirding nel contesto australiano." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 41 (September 2011): 22–38. http://dx.doi.org/10.3280/las2011-041003.

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Abstract:
Questo contributo esplora le connessioni esistenti tra un particolare sistema di produzione e il corrispondente modello di sfruttamento nel contesto dell'assegnazione del colore - o razzializzazione - delle popolazioni del Pacifico e di una concezione dell'Australia come spazio politico ‘bianco'. L'analisi si concentra sul fenomeno del, quel particolare sistema di reclutamento e sfruttamento della forza lavoro impiegato prevalentemente nelle piantagioni di canna da zucchero del Queensland e delle Isole Fiji che, tra il 1863 e il 1904, coinvolse uomini e donne, adulti e ragazzi delle isole della Melanesia, della Micronesia e, in minor modo, della Polinesia. Il processo di reclutamento comprendeva quasi sempre la coazione e il servaggio, per quanto vi fossero tra i lavoratori reclutati anche coloro che si offrivano volontariamente. Il lavoro a contratto o, sottoposto a livelli di disciplina, controllo e coercizione molto elevati e senza reali garanzie di salario, condizioni e durata, aveva termini temporali precisi e difficilmente rinnovabili.
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