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Dissertations / Theses on the topic 'Sistema dei ruoli'

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1

Lorenzini, Marco. "Ruolo del cloud nell'amministrazione dei sistemi informatici moderni." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8380/.

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Abstract:
Per far fronte alla necessità di sviluppo incrementale ed evolutivo dell'IT, è necessario un continuo rinnovamento del sistema aziendale. Negli ultimi anni, il progresso informatico è stato caratterizzato dall'espansione delle tecnologie Cloud, in grado di semplificare la complessità amministrativa delle aziende, aumentare la scalabilità dei sistemi e ridurre i costi di produzione. Nel corso di questo elaborato analizzerò nel dettaglio come il Cloud sia capace di rivoluzionare, in primis dal punto di vista amministrativo, ma non solo, i sistemi informatici moderni, valutando i molteplici benefici da esso generati e gli inevitabili trade-off che ne derivano.
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2

ROMANO', SIMONA. "Il ruolo dei giudizi prognostici nel sistema sanzionatorio." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/258915.

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Abstract:
Il lavoro analizza il ruolo fondamentale delle prognosi nel sistema sanzionatorio penale. Dopo una breve presentazione delle questioni problematiche che emergono nella formulazione delle prognosi, vengono esaminate le singole disposizioni che richiedono al giudice una valutazione del rischio di recidiva e degli effetti special-preventivi della risposta al reato. Sul piano normativo, le tipologie di giudizio prognostico si differenziano a seconda delle informazioni di cui il giudice dispone per prevedere il comportamento futuro dell'autore di reato (o dell'imputato). Dinanzi a questo quadro normativo, l'analisi si sposta sull'importanza del sapere empirico e delle scienze umane per attribuire maggiore affidabilità e controllobilità ai giudizi prognostici. Solo attraverso una formulazione legislativa più accurata delle disposizioni che richiedono una valutazione prognostica e un ampliamento delle basi conoscitive necessarie per effettuarla, sembra possibile dare concreta attuazione alla finalità rieducativa della pena.
The work analyzes the fundamental role of prognosis in the penal sanction system. After a brief presentation of problematic issues that emerge in the formulation of the prognosis, the study examines the provisions that require recidivism risk assessment by. On regulatory level, prognostic judgments differ according to the information available to the judge in order to predict the future behavior of the offender (or defendant). Faced with this regulatory framework, the analysis shifts to the great importance of empirical and scientific knowledge to give greater reliability to the prognostic judgments. Only through a more careful legislative formulation of provisions that require prognostic judgments and the widening of knowledge necessary to carry it out, it seems possible to implement the rehabilitative purpose of the penal sanction system.
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3

Montini, Barbara. "Ruolo del Sistema Immunitario e dei Progenitori Endoteliali nella Patogenesi della Sclerodermia Localizzata Giovanile." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3425674.

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Abstract:
Juvenile Localized Scleroderma (JLS) is a chronic inflammatory disease. Abnormalities in the Immune System (IS) and in the microvasculature are important. Forty two JLS patients and 39 healthy controls entered the study. They were analyzed at the beginning and then randomized into two subgroups, one treated with MTX and the other one treated with placebo. Lymphocyte distribution and NK cell receptor (NKR) expression was explored and EPCs were quantifyed in the peripheral blood of the patients by flow cytometric analysis and the inflammatory infiltrate in the skin lesions was evaluated by immunoistochemical analysis. JLS patients showed an enhanced expression of the NK cell activity, a decreased number of circulating EPCs and an infiltrate rich in T lymphocyte in the affected skin. MTX affected the disease locally, at skin level, by a consistent reduction of the inflammatory infiltrate while did not influence the immunological pattern in the peripheral blood.
La Sclerodermia Localizzata Giovanile è una malattia infiammatoria cronica. Sono state riscontrate anormalità del Sistema Immunitario e della microvascolatura. In questo studio sono stati arruolati 42 pazienti con diagnosi di JLS e 39 soggetti sani come controlli. I pazienti sono sati analizzati al momento dell'arruolamento e in seguito sono stati randomizzati in due gruppi, uno trattato con MTX e uno trattato con placebo. E' stata analizzata la distribuzione delle sottopopolazioni linfocitarie, l'espressione dei recettori delle cellule NK e il numero delle EPC nel sague periferico dei pazienti attraverso analisi citofluorimetrica; inoltre è stato caratterizzato l'infiltrato infiammatorio presente nelle lesioni cutanee mediante analisi immunoistochimica. I pazienti affetti da JLS studiati hanno mostrato un aumento della citotossicità delle cellule NK e una deplezione del numero delle EPC nel sangue periferico ed un infiltrato ricco di linfociti T a livello delle lesioni cutanee. Il MTX sembrava indurre una remissione dell'infiltrato infiammatorio cutaneo, ma non sembrava avere alcun effetto sull'assetto immunologico presente nel sangue periferico.
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4

Lunardon, Giovanni <1990&gt. "Il ruolo del controllo di gestione con l’implementazione dei sistemi informativi integrati ERP." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8694.

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Abstract:
La ricerca approfondisce l'argomento dell'implementazione del sistemi informativi integrati erp nelle funzioni aziendali. In particolare argomenta in modo più specifico l'area funzionale del controllo di gestione, cioè come questa introduzione tecnologica influenza e modifica il ruolo del controllo di gestione e del controller stesso. La struttura della tesi è costituita da i primi capitoli in cui vengono delineate il controllo di gestione, i sistemi informativi e i software erp, in particolare la funzione controllo di gestione. Infine si procederà ad una raccolta di informazioni empirica, con interviste a responsabili di aziende che hanno intrapreso questa innovazione, per concludere con alcune considerazioni sull'argomento.
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5

Grassi, Nikolas. "Il ruolo dei sistemi robotici in neuroriabilitazione: utilizzo del Lokomat nel trattamento del cammino - case report." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19359/.

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Abstract:
Background Il recupero e il miglioramento della funzione deambulatoria sono fra gli obiettivi maggiormente perseguiti in medicina riabilitativa, nonché desiderio primario delle persone che residuano disabilità a seguito di patologie di origine neurologica. L’utilizzo dei robot fra gli strumenti a disposizione del team riabilitativo ha ampliato le possibilità a disposizione per il trattamento del cammino, la cui dimostrazione di efficacia è tutt'ora di grande interesse nell'ambito della ricerca scientifica. L’obiettivo di questo studio è verificare i benefici derivanti dall'utilizzo dei sistemi esoscheletrici nel trattamento del cammino in persone con esiti di patologie neurologiche, tramite misure di valutazione riproducibili nella pratica riabilitativa. Materiali e metodi Il campione oggetto di questo studio è composto da una singola persona con esiti di deficit neurologici nel cammino in fase post-acuta. La valutazione degli effetti del trattamento per mezzo di sistema esoscheletrico Lokomat® è stata effettuata mediante la somministrazione delle scale Berg Balance, Tinetti e FAC, e con i test Time Up-and-Go e 10 m Walking con l’impiego del sensore G-Walk®. Risultati I dati ottenuti supportano l’ipotesi di partenza dello studio. Dall'analisi dei dati si evince come siano migliorati i parametri qualitativi del cammino, dove gli item delle scale e i parametri dei test indicano un cammino più simmetrico e una migliore distribuzione del carico sull'arto inferiore maggiormente compromesso. Non si registrano miglioramenti quantitativi significativi in seguito al ciclo di trattamento. Conclusioni Il trattamento con Lokomat® ha avuto un effetto positivo sulle componenti qualitative del pattern motorio rispetto ai paramenti quantitativi citati in letteratura come velocità e cadenza del cammino.
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6

Fabbri, Andrea. "La Tecnologia Software Container - Ruolo nell'Ingegneria dei Sistemi Software." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15869/.

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Abstract:
Analisi dell'evoluzione storica della tecnologia dei Software Container. Introduzione e spiegazione delle caratteristiche principali che hanno portato i Software Container a essere una delle tecnologie principali per la virtualizzazione e la distribuzione di software. Infine si è parlato dei vantaggi che i Software Container hanno portato in campo ingegneristico e dei diversi collegamenti con nuove tecnologie come le architetture a microservizi e il cloud.
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7

Lenzi, Chiara <1974&gt. "Efficienza energetica dei sistemi acquedottistici: ruolo delle perdite idriche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2874/1/lenzi_chiara_tesi.pdf.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca esplora il panorama dell’efficienza energetica dei sistemi acquedottistici, soffermandosi a considerare possibili indicatori che possano valutarla in maniera corretta e completa, in particolare nei confronti della presenza di perdite in rete. Si prendono in considerazione con maggiore attenzione, tra tutte le strategie per aumentare l’efficienza energetica, quelle che contemporaneamente producono anche risparmi idrici, come la riduzione della pressione e la ricerca attiva delle perdite . Dopo un inquadramento internazionale, sono stati analizzati mediante mappe tematiche di intensità energetica, i consumi energetici specifici sui sistemi acquedottistici della regione Emilia Romagna per gli anni 2006 e 2007, si è passati ad una analisi critica degli indicatori attualmente in uso. Inoltre per casi di studio sintetici e tutti i casi di studio proposti, si sono valutate curve di relazione tra percentuale di perdita idrica e aumento del consumo energetico, in grado di dare indicazioni su come ciascun sistema reagisce, in termini di aumento dell’energia consumata, all’aumentare del livello di perdita. Questa relazione appare fortemente influenzata da fattori come la modalità di pompaggio, la posizione delle rotture sulla rete e la scabrezza delle condotte. E’ emersa la necessità solo poter analizzare separatamentel’influenza sull’efficienza energeticadei sistemi di pompaggio e della rete, mostrando il ruolo importante con cui questa contribuisce all’efficienza globale del sistema. Viene proposto uno sviluppo ulteriore dell’indicatore GEE Global Energy Efficiency (Abadia, 2008), che consente di distinguere l’impatto sull’efficienza energetica dovuto alle perdite idriche e alla struttura intrinseca della rete, in termini di collocazione reciproca tra risorsa idrica e domanda e schema impiantistico.Questa metodologia di analisi dell’efficienza energetica è stata applicata ai casi di studio, sia sintetici che reali, il distretto di Marzaglia (MO) e quello di Mirabello (FE), entrambi alimentati da pompe a giri variabili.. La ricerca ha consentito di mostrare inoltre il ruolo della modellazione numerica in particolare nell’analisi dell’effetto prodotto sull’efficienza energetica dalla presenza di perdite idriche. Nell’ultimo capitolo si completa la panoramica dei benefici ottenibili attraverso la riduzione della pressione, che nei casi citati viene conseguita tramite pompe asservite ad inverter, con il caso di studio del distretto Bolognina all’interno del sistema di distribuzione di Bologna, che vede l’utilizzo di valvole riduttrici di pressione. Oltre a stimare il risparmio energetico derivante dalla riduzione delle perdite ottenuta tramite le PRV, sono stati valutati su modello i benefici energetici conseguenti all’introduzione nel distretto di turbine per la produzione di energia
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Lenzi, Chiara <1974&gt. "Efficienza energetica dei sistemi acquedottistici: ruolo delle perdite idriche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2874/.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca esplora il panorama dell’efficienza energetica dei sistemi acquedottistici, soffermandosi a considerare possibili indicatori che possano valutarla in maniera corretta e completa, in particolare nei confronti della presenza di perdite in rete. Si prendono in considerazione con maggiore attenzione, tra tutte le strategie per aumentare l’efficienza energetica, quelle che contemporaneamente producono anche risparmi idrici, come la riduzione della pressione e la ricerca attiva delle perdite . Dopo un inquadramento internazionale, sono stati analizzati mediante mappe tematiche di intensità energetica, i consumi energetici specifici sui sistemi acquedottistici della regione Emilia Romagna per gli anni 2006 e 2007, si è passati ad una analisi critica degli indicatori attualmente in uso. Inoltre per casi di studio sintetici e tutti i casi di studio proposti, si sono valutate curve di relazione tra percentuale di perdita idrica e aumento del consumo energetico, in grado di dare indicazioni su come ciascun sistema reagisce, in termini di aumento dell’energia consumata, all’aumentare del livello di perdita. Questa relazione appare fortemente influenzata da fattori come la modalità di pompaggio, la posizione delle rotture sulla rete e la scabrezza delle condotte. E’ emersa la necessità solo poter analizzare separatamentel’influenza sull’efficienza energeticadei sistemi di pompaggio e della rete, mostrando il ruolo importante con cui questa contribuisce all’efficienza globale del sistema. Viene proposto uno sviluppo ulteriore dell’indicatore GEE Global Energy Efficiency (Abadia, 2008), che consente di distinguere l’impatto sull’efficienza energetica dovuto alle perdite idriche e alla struttura intrinseca della rete, in termini di collocazione reciproca tra risorsa idrica e domanda e schema impiantistico.Questa metodologia di analisi dell’efficienza energetica è stata applicata ai casi di studio, sia sintetici che reali, il distretto di Marzaglia (MO) e quello di Mirabello (FE), entrambi alimentati da pompe a giri variabili.. La ricerca ha consentito di mostrare inoltre il ruolo della modellazione numerica in particolare nell’analisi dell’effetto prodotto sull’efficienza energetica dalla presenza di perdite idriche. Nell’ultimo capitolo si completa la panoramica dei benefici ottenibili attraverso la riduzione della pressione, che nei casi citati viene conseguita tramite pompe asservite ad inverter, con il caso di studio del distretto Bolognina all’interno del sistema di distribuzione di Bologna, che vede l’utilizzo di valvole riduttrici di pressione. Oltre a stimare il risparmio energetico derivante dalla riduzione delle perdite ottenuta tramite le PRV, sono stati valutati su modello i benefici energetici conseguenti all’introduzione nel distretto di turbine per la produzione di energia
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9

Favrin, Alberto <1994&gt. "EVOLUZIONE DEL RUOLO DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE NELL'AMBITO DEI SISTEMI DI CONTROLLO INTERNO NELLE IMPRESE DI ASSICURAZIONI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13844.

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Abstract:
LA TESI E' INCENTRATA NELLO SVILUPPARE IL RUOLO DEL CDA DELLE IMPRESE ASSICURATIVE NELL'AMBITO DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI. LO SCOPO PRINCIPALE E' QUELLO DI SOTTOLINEARE LE DIFFERENZE E LE INNOVAZIONI CHE SONO STATE APPORTATE NEGLI ULTIMI ANNI IN QUESTO AMBIENTE.
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Lazzari, Roberta. "Ruolo del sistema endocannabinoide nella cirrosi biliare primitiva." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425955.

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Abstract:
Endocannabinoid system (EC) has emerged as a crucial mediator in a variety of pathophysiological conditions. A cannabinoid agonist (WIN5521-2) has been shown to increase the pruritus threshold in cholestatic rats. Moreover, in the course of chronic cholangiopaties hepatic progenitor cells are activated constituting a neuroendocrine compartment regulated by different agents including neuropeptides. Aims: 1. To evaluate whether the EC system is activated in PBC; 2. To evaluate if genetic variations in human cannabinoid-specific receptor genes (CB1 and CB2) might cause a different phenotypic expression of the disease in terms of association with pruritus. Methods: 1) Morphological study: CB1 and CB2 receptors were characterized in biopsy specimens of 2 normal human liver and 9 PBC (IV stage) by immunohistochemistry. CB1 and CB2 mRNA expression was also assayed through RT-PCR in liver samples. 2) Genetic study: the following groups of subjects have been enrolled: 68 consecutive PBC Italian pts, 84 PBC pts residents in USA; 70 controls, matched for sex, age, and geographical area with the Italian PBC pts. Genomic DNA was extracted from peripheral venous blood leucocytes with standard method. PCR was used to amplify the coding regions of the CB1 and CB2 genes with specific primers. Results: in PBC, CB1 was markedly expressed in hepatocytes, biliary epithelial cells and in Kupffer cells; conversely, in control livers was virtually absent. CB2 was markedly expressed in hepatocytes and in biliary epithelial cells, in CBP. The variability of mRNA expression of CB1 and CB2 receptors, that are expressed in liver samples both CBP, both in normal liver, makes it impossible to prove a transcriptional iper-regulation of CB1 and CB2 receptors during cholestatic disease (CBP). CB1 polymorphism (1359 G/A) was present in 26.5% of Italian PBC pts, in 22.9% of healthy controls, and in 27.4% of an US PBC series (p=n.s.). CB2 polymorphism (188-189 AA/GG) was present in 24.4% vs 30.4% of Italian and US PBC respectively, and in 28% of Italian controls (p=n.s.) Stratifying the PBC patients according to pruritus there was no difference in either Italian and US series in the distribution of CB1 and CB2 mutation in patients with or without pruritus. CB1 SNP (1359 G/A) was correlated with CBP histologic evolution (p=0,05) and with response to treatment with UDCA (p=0,028). Conclusions: EC system is up-regulated in PBC and CB1 SNP (1359 G/A) seems to correlate with the evolution of the disease, in terms of reduced effectiveness of UDCA therapy in slowing the rate of progression of the disease, but this system probably exert a role regulating metabolic homeostasis.
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Innocenti, A. "IL RUOLO DEL SISTEMA MOTORIO NELLA COMPRENSIONE VERBALE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/233155.

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Abstract:
Cognitive science approaches disagree on how the human brain organizes semantic information. Some authors argue that embodied experience is important for conceptual processing and claim that semantic knowledge is grounded on sensory and motor representations; this hypothesis, however, is not universally shared, and the relationship between motor system, language and semantic system is not entirely known. In a TMS experiment, single pulse stimulation was delivered to hand motor cortex 300 or 500 ms after action-related and abstract verbs presentation. The presentation of the same verbs was repeated twice: in this way we investigated the use of cognitive strategies aimed at learning by practice. In the first presentation, stimulation induced facilitation only when TMS was applied 300 ms after action verb presentation. In the second presentation, no modulation was found. In keeping with these results, in a behavioural experiment reaction times were shorter to hand-action related than abstract verbs and this facilitation decreased with practice. These results suggest that motor simulation could contribute to understand action-related rather than abstract verbs. Facilitation is induced only by the early but not by the late stimulation: motor simulation does not seem the result of verb understanding but it would seem directly involved in action verb comprehension, perhaps by facilitating access to semantics. Concerning abstract verbs, motor simulation is not used for comprehension: the access to the semantic meaning could use strategies not involving the motor activation. Finally, with practice the activation of the primary motor cortex is no longer necessary: the meaning of the verb could be automatically retrieved from a lexical-semantic storage without simulation in primary motor cortex. In other words, motor simulation is initially used to retrieve a meaning from the lexical-semantic storage; with practice, the access to semantics is facilitated and motor simulation becomes unnecessary. We explained these data taking into account latest hypothesis on language organization and we tried to overcome dualism between modal and amodal theories on the semantic system.
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CARMINATI, Enrica. "Il ruolo delle relazioni industriali nella costruzione dei sistemi dell'apprendistato." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28642.

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Pierobon, Gisella <1983&gt. "Ruolo del sistema Bancario nell'ambito della crisi di impresa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9617.

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SIRCA, DONATELLA. "Stimolazione da etanolo del sistema dopaminergico mesolimbico: ruolo dell'acetaldeide." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2007. http://hdl.handle.net/11584/266021.

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Abstract:
Evidence shows that acetaldehyde (ACD), the main metabolite of alcohol previously considered only a toxic substance, may actually mediates the reinforcing effects of ethanol (EtOH) (1). Accordingly, in rodents ACD is self-administred and stimulates the firing of Ventral Tegmental Area (VTA) mesolimbic dopaminergic neurones (2,3). Moreover, recent data show that ACD blockade by sequestration with D-penicillamine or by alcohol dehydrogenase competitive inhibition with 4-methylpyrazolean prevent various electrophysiological and behavioral effects of EtOH (3,4). In this study, we used in vivo microdialysis to measure dopamine (DA) output in the Nucleus Accumbens shell (Nacbs) of male albino Wistar rats in response to a challenge with ACD and EtOH. Both EtOH (0.5, 1.0, 2.0 g/kg) and ACD (10,20 40 mg/kg) were administered by gavage (i.g.) in order to mimic the route of administration used by humans. To further research the effect of ACD on the mesolimbic DAergic system, ACD (50, 75, 100 µM) was administered via reverse dialysis within the VTA while measuring DA output in the NAcbs. Intragastric EtOH and ACD administration dose-dependently increased DA extracellular levels in (i.g. administration) was more potent than EtOH, eliciting similar effects on DA outflow in the NAcbs at doses 50-fold lower. These findings support the hypothesis that ACD has central nervous system effects in its own right and show that ACD stimulates mesolimbic DAergic neurons by an NAcbs. Our results, togheter with the data in the literature, allows to conclude that ACD plays a key role in the EtOH-induced stimulation of mesolimbic pathway and possibly in its rewarding and motivational properties. 1) Quartemont et Al., TIPS 25(3): 130-4, 2004 2) Rodd-Henricks et Al., PBB 72:55-64, 2002 3) Foddai et Al., Neuropsych. 29(3): 530-6, 2004 4) Font et Al., Neuropsych. 184(1): 56-64, 2005
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Liu, S. "RUOLO DEL CANALE HCN4 NEL SISTEMA DI CONDUZIONE CARDIACO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/215233.

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Abstract:
Cardiac pacemaking is generated and modulated by the coordinated action of several processes. In mammals heart rhythm originates from specialized myocytes of the sinoatrial node (SAN) due to the presence of the spontaneous diastolic depolarization. The If (“funny” or pacemaker) current, whose molecular constituents are the Hyperpolarization-activated Cyclic Nucleotide-gated (HCN) channels, and mainly HCN4, is considered to play the most important role for the maintenance of cardiac automaticity. Most of the data on the role of this current were collected by in vitro experiments and only recently initial data on the role of If in intact animal have become available in our laboratory thanks to the knockout mouse technology, applied to the Hcn4 gene. We therefore set to further investigate the role of the HCN4 channels in the adult by creating a transgenic mouse line in which the Hcn4 gene can be deleted in a conditional and inducible manner, using the Cre/LoxP system. We recorded a reduced contribution of the If current evaluated in vivo by telemetric ECG recordings, and in vitro by single cell electrophysiology. In our ci-HCN4 knockout mice, deletion of HCN4 consistently leads the progressive development of severe bradycardia (~50% reduction) and AV block which always progressed to heart arrest and death of the animals in about 5 days; in control mice the same experiments did not result any rate modification or premature death. In ciHCN4-KO animals the residual If was also sensitive to β-AR modulation, and the permanence of rate response to β-AR stimulation was observed both in vivo and in vitro, but the β-AR response of ciHCN4-KO animals was not able to reach the maximum value. Similar results were obtained by means of pharmacologic selective block using the If-specific reducing agent Ivabradine. The finding that If removal leads to AV conduction block was novel and the exact role of the If current in this contest still requires careful analysis and understanding. We therefore set to carry out an initial evaluation of the electrical properties of single cells isolated from ciHCN4-KO AVN and compare them to those of wild type AVN cells: cells isolated from ciHCN4-KO AV nodes showed a decrease in the If current density, and normal kinetics. In conclusion our results indicate that the functional presence of the HCN4 protein in the SAN and AVN of adult mice is required to maintain the heart rate to levels compatible with life.
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LUI, Alice. "LA RISPOSTA DEL SISTEMA IMMUNITARIO DEI PESCI ALLE INFESTAZIONI PARASSITARIE: IL RUOLO DELLE MAST CELLS NELLA DIFESA DELL’OSPITE." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2013. http://hdl.handle.net/11392/2388871.

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Abstract:
The ability to avoid infection depends on animal mechanisms of innate immunity. The innate immune system is responsible for the primary response and one type of granular cells, mast cells (MCs), has been reported to play a critical role as part of the defence function against pathogens and evidence for its involvement in the immune system of fish is growing. Antimicrobial peptides (AMPs) are widely distributed in nature and are considered to be ancestral components in the evolution on innate immunity. Several types of AMPs have been isolated from fish and they are present in mucosal surfaces and in immune cells such as MCs. One type of AMPs expressed by fish MCs is piscidins, which are 22-44 residue, α-helical AMPs that were originally isolated from MCs of hybrid striped bass. In this study on gills of 45 Dicentrarchus labrax, the MCs positive to piscidin 3 and 4 synthesized greater amounts of these peptides in the presence of metazoans, irrespective of the number of parasites or of the proximity to them. In the 46 specimens of Sparus aurata heavily parasitized the number of positive cells to piscidin 3 was higher than both those lightly parasitized and healthy ones in all the investigated tissue districts (central venous sinus, capillaries of secondary lamellae and extravascular tissue), irrespective of the vicinity of the parasite. In the extravascular tissue, furthermore, the intensity of the immunostaining was stronger in heavily parasitized fish compared to both lightly parasitized and healthy. The study on 24 Perca fluviatilis showed that the intensity of immunostaining for both piscidin 3 and 4 was stronger in healthy fish than those parasitized and that there were no differences in abundance of MCs expressing piscidins in the presence or absence of helminths. Our report documents the response of gills of D. Labrax and S. Aurata, and intestine of P. Fluviatilis and provides further evidence that MCs and their AMPs may play a role in response to branchial ectoparasite and intestine endoparasite infection.
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MATTARELLI, Agnese. "PROGETTARE L'EFFICIENZA ENERGETICA: esperienze sul ruolo del sistema edificio, del sistema impianto e della loro gestione." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2389443.

Full text
Abstract:
The present study deals with the issue of energy efficiency in buildings, considering that the choice of the optimal solution can be performed only starting from a joint design of all systems and technologies available, and bearing in mind that the final goals are the pursuit of the user’s overall wellbeing, energy saving and building functionality with respect to its intended use. For this reason, a set of issues have been investigated, very different from one another but that allowed for a wider perspective on the various aspects to be taken into account for a suitable and integrated design and for their interaction. Every experience encountered plays a different and specific role in defining the key-points of an integrated design, i.e. reducing thermal energy demands for heating, cooling and lighting purposes by acting on the whole building; reducing primary energy consumption by adopting highly efficient building services; maximizing the use of renewable energy sources to cater for electricity and thermal energy demands; optimizing the energy performance of buildings by using automated control and regulation systems and by setting a suitable building management and maintenance program. More specifically, Section 2 deals with the role of passive solar systems in reducing thermal energy demands when different constraints (morphological, urban planning and architectural ones…) existed, for the energy retrofit of both existing and newly built constructions. In Section 3 simplified models for the analysis of heat generators, with specific reference to the two Methods defined by UNI TS 11300-2 technical standard are examined. Section 4 explores the role of renewable energy sources. In particular, is described a hot water equipment supplying a hospital complex in the province of Milan, consisting of a gas-fired heat generator, a solar thermal plant and a heat pump extracting low temperature energy from groundwater intended for technical use, i.e. to preheat domestic water supplied by the water purification system. Finally, in Section 5 the role of building management is discussed. In particular, heat accounting systems and methods for the compensated share of heating expenses are analysed.
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Ghini, Gian Luca. "Realizzazione di un sistema di controllo per l'automazione dei test su veicolo a banco rulli." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6947/.

Full text
Abstract:
Per eseguire dei test automatizzati su una moto posta su banco a rulli, è necessario un software che permetta di gestire determinati attuatori sulla moto, in modo da poter simulare le condizioni di guida desiderate. Nel modello preso in esame, sono stati utilizzati Simulink e NI VeriStand. Simulink è un ambiente grafico di simulazione e analisi di sistemi dinamici completamente integrato con Matlab, caratterizzato dalla tipica interfaccia a blocchi, che possono essere personalizzati o scelti dalla libreria. Ni VeriStand è invece un ambiente software che permette di elaborare modelli scritti in Simulink in real time. Il presente lavoro è stato incentrato proprio su quest’ultimo aspetto. Per prima cosa è stata esaminata a fondo la parte del modello in Simulink, dopo di che è stata valutata la possibilità di riscrivere alcune parti del modello con un’applicazione interna a Simulink (StateFlow), che si potrebbe prestare meglio a simulare la logica di controllo rispetto a com’è gestita attualmente.
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Tollardo, Alessandro <1983&gt. "Il ruolo del settore assicurativo privato nel sistema sanitario Cinese." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6119.

Full text
Abstract:
Gli ultimi decenni hanno visto l’ emergere dell’economia cinese ad un ritmo esponenziale fino ad imporsi con forza come una delle principali protagoniste del teatro economico globale. La direzione verso cui questa crescita sembra diretta desta ancora maggiore stupore se si considerano gli eventi storici che la nazione ha attraversato nell’ ultimo secolo: la decadenza dell’ ultima dinastia imperiale; la lunga guerra civile che ha comportato l’ instaurazione del regime socialista tuttora alla guida del paese; fino a diventare oggi, dopo oltre un trentennio di profonde riforme, una tra le maggiori destinzaioni al mondo per Investimenti diretti dall’ estero (FDI).
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Napoli, Barbara. "La valorizzazione del ruolo strategico della farmacia nel sistema sanitario." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/2479.

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Abstract:
2015 - 2016
L’attività di ricerca condotta si interroga sul ruolo che può assumere la farmacia all’interno del sistema sanitario. Le modificazioni istituzionali e competitive del settore farmaceutico evidenziano, difatti, la necessità di sviluppare un nuovo modello di farmacia e di ripensarne la gestione in modo tale da garantirne o migliorarne la redditività. Lo scenario in cui operano le farmacie è caratterizzato da cambiamenti che traggono origine da diversi fattori: razionalizzazione della spesa pubblica; cambiamenti della domanda di prestazioni sanitarie; riduzione della marginalità sulla vendita dei farmaci prescrivibili; ampliamento della concorrenza (commercio elettronico, corner della GDO, parafarmacie ed erboristerie). I nuovi fattori premono sull’economia di tutti gli operatori del settore sanitario e quindi anche sulla farmacia. Il ruolo e il posizionamento dell’azienda farmacia - un tempo intesa come unico presidio sanitario al quale i cittadini si rivolgevano per soddisfare i loro bisogni di salute — devono, oggi, essere riconsiderati, esplorando nuove basi per la sua legittimazione sociale, istituzionale e di mercato1. Obiettivo del lavoro di tesi è individuare una nuova identità strategica per la farmacia all’interno del sistema sanitario considerando i vincoli che caratterizzano il comparto farmaceutico e i cambiamenti emersi negli ultimi anni. Oltre all’offerta tradizionale di farmaci e all’erogazione di servizi aggiuntivi, si ritiene che il farmacista - laddove il paziente/utente è disposto - debba creare uno “spazio di comunicazione” con il cittadino, l’“assistenza”, il “servizio”. Nel presente lavoro per “servizio” non si intendono i servizi erogabili in farmacia introdotti dalle recenti normative, ma la “relazione”, il rapporto “consulenziale” e “fiduciario” con i pazienti. Nella prospettiva suggerita il rapporto continuativo, relazionale e fiduciario che la farmacia deve creare con il cittadino è considerato come fonte di valore aggiunto attraverso il quale, poi, si “co-crea valore” con e per mezzo di tutti gli attori del sistema. La nuova identità della farmacia del futuro è quella di un point della salute di riferimento per i cittadini. Lungo l’asse strategico del consolidamento e dello sviluppo di un’interfaccia sempre più efficace e completa nei confronti del paziente le farmacie possono, difatti, svolgere un’attività di coordinamento ed integrazione di prestazioni sanitarie e assumere il ruolo di punto sanitario territoriale. Il primo capitolo della tesi fornisce una ricognizione teorica dell’attuale scenario del mercato farmaceutico attraverso una disamina dei cambiamenti istituzionali e normativi che si sono susseguiti negli anni. Il capitolo si propone l’obiettivo di analizzare lo scenario della farmacia e le strategie che possono essere attivate dall’imprenditore/farmacista per sopravvivere nel nuovo contesto. Quindi viene approfondito il sistema normativo che regola, vincolandolo, l’intero settore, dalla produzione all’assistenza farmaceutica (pharmaceutical care) con i relativi riflessi sul servizio offerto al cittadino/utente finale. L’analisi del contesto si è focalizzata sui vari attori della filiera partendo dal mercato in generale e calandosi nella distribuzione dei farmaci fino ad analizzare la farmacia. Inoltre si è proceduto ad una disamina dello stato dell’arte dei settori farmaceutici e della farmacia nei più importanti paesi dell’Unione Europea2. Il secondo capitolo ripercorre i principali contributi teorici sulla farmacia dapprima in una prospettiva manageriale, poi di marketing e, infine, di marketing dei servizi. Una gestione manageriale della farmacia si rende oggi indispensabile per i professionisti del settore3. Esiste una discreta letteratura, soprattutto internazionale, per ciò che concerne le tecniche e gli strumenti di marketing attivabili dal farmacista. Molti sono i contributi teorici per quanto riguarda l’applicazione delle funzioni operative alla farmacia: logistica, acquisti, allestimento del punto vendita, commercializzazione dei farmaci e dei prodotti4. Dal momento che la farmacia è un’azienda a tutti gli effetti in questo capitolo si esplora se e in che modo è declinato nella letteratura il concetto di “servizio” in farmacia. Alla luce del gap emerso dall’analisi dei contributi sul servizio in farmacia e, in relazione all’attività di studio pianificata, è emersa la necessità di un nuovo approccio di indagine. Nel terzo capitolo si procede con l’analisi della letteratura di alcuni filoni di ricerca che si ritiene possano offrire un utile supporto interpretativo alla fenomenologia indagata. L’obiettivo principale di questo capitolo è di presentare il valore aggiunto che può apportare alle farmacie l’implementazione di una logica relazionale di servizio in cui il farmacista non vende un prodotto ma offre un servizio e lavora per conciliare le prospettive economiche e sociali dei diversi attori. Il terzo capitolo si propone, pertanto, di investigare come sia possibile da parte della farmacia favorire l’integrazione fra tutti gli attori del settore sanitario mediante l’applicazione di nuove metodologie di studio. La metodologia interpretativa utilizzata è quella offerta dal Viable System Approach (VSA)5 unitamente alla Network & Systems Theory6, alla Service Science (SS)7 e alla Service Dominant Logic (S-DL)8. La metodologia interpretativa dell’Approccio Sistemico Vitale analizza il percorso evolutivo dell’orientamento al marketing nella gestione della farmacia evidenziando l’ampliamento della prospettiva da riduzionistica a sistemica, dal momento che l’approccio riduzionistico è inadatto ad analizzare un contesto complesso e in cambiamento come quello sanitario. L’orientamento del marketing nella gestione di impresa ha visto spostare il focus dell’attenzione dall’acquisizione della clientela (logica transazionale) al mantenimento della clientela (logica relazionale), aprendo al Marketing Relazionale e alla Network & Theory Systems che conduce, anche in ambito sanitario, ad uno spostamento della prospettiva dell’analisi alla relazione fra le parti9. Alla luce dell’Approccio Sistemico Vitale lo spostamento del focus dalle parti alla relazione fra le parti decreta il passaggio da una visione riduzionistica ad una sistemica. L’attenzione posta sulla relazione e l’applicazione della Service Science rendono possibile il passaggio all’ottica sistemica di servizio. Difatti la Service Science, applicata all’area del pharmaceutical care, permette di indirizzare la gestione dell’intera filiera in un’ottica di servizio; inoltre ipotizza che il paziente/utente partecipi attivamente alla gestione dell’offerta del farmacista. Infine il paradigma della Service Dominant Logic sposta il focus dall’ “atto di scambio” di beni e servizi al “processo di interazione” in cui ogni attore diventa risorsa integrante e contribuisce alla creazione di valore10. Dal terzo capitolo emerge, pertanto, una duplice prospettiva dell’azienda farmacia: da un lato è una componente necessaria del sistema sanitario; dall’altro, sotto la spinta del cambiamento del contesto competitivo, si coglie un approccio evoluto di management e di service marketing. Con la logica di servizio il farmacista mette a disposizione della clientela le sue conoscenze e la sua professionalità che diventano il differenziale competitivo della farmacia. Il quarto capitolo si concentra su una indagine quali-quantitativi presso 21 farmacie. La scelta del campione è giustificata dalla finalità dell’indagine che è stata essenzialmente esplorativa. Inoltre le interviste hanno avuto una finalità di validazione del questionario, che è stato più volte rivisto, ed esplorativa dell’approccio metodologico utilizzato. Il sample è ridotto perché questa ricerca mostra i risultati della prima fase di un progetto che sarà sviluppato nei prossimi anni. L’indagine, conoscitiva sul mondo delle farmacie, ha avuto l’obiettivo di identificare tendenze, prospettive e variabili rilevanti del settore. A tal fine è stato somministrato un questionario esplorativo relativamente ai seguenti argomenti di ricerca:  percezione dei farmacisti dello scenario di riferimento e del proprio ruolo nel sistema sanitario;  sistema di offerta commerciale;  rapporto con la clientela. La scelta del campione da indagare ha riguardato alcune farmacie private e alcune farmacie comunali, facenti parte del Co.Fa.Ser., Consorzio Farmacie Servizi, tutte con sede nella Provincia di Salerno11. Le motivazioni di questa scelta risiedono nel fatto che dovendo partire un’indagine esplorativa della realtà dell’assistenza farmaceutica abbiamo preferito iniziare dalle imprese del contesto in cui viviamo. Lo scopo della ricerca, nella sua più ampia prospettiva, è di sviluppare un modello innovativo di efficacia relazionale nel rapporto tra farmacia e utenza per poter definire una nuova identità strategica dell’azienda farmacia nel Sistema Sanitario. Il passaggio da una logica transazionale ad una logica relazionale permette, infatti, di definire un modello di progettazione per la ricerca empirica che ha un intento “descrittivo” dell’attuale situazione ed “esplorativo” di eventuali opportunità di sviluppo. Alla luce di tale modello si procede a concepire possibili strumenti, metodi e tecniche che possano supportare l’approccio relazionale service-based della farmacia, favorendo al tempo stesso lo sviluppo di una visione che vede formalizzato il contributo di valore nonché le responsabilità dell’utente stesso quale fulcro dell’impianto relazionale. L’intervista è stata di tipo face-to-face, pertanto tutti i farmacisti sono stati contattati personalmente. Per l’analisi quantitativa è stato realizzato un questionario, semi-strutturato in base ai temi di indagine e alle finalità della ricerca, che ha rappresentato lo strumento di rilevazione delle informazioni. Per l’analisi qualitativa si è cercato di acquisire informazioni di natura qualitativa durante e dopo l’intervista mediante l’osservazione diretta. A tutti i farmacisti è stato somministrato lo stesso questionario con domande sia a risposta chiusa che a risposta aperta. L’indagine on field ha permesso di sondare il giudizio dei farmacisti sui cambiamenti del settore. E’ stato, inoltre, possibile conoscere se attivano strategie volte a consolidare il rapporto con la clientela e quali elementi ritengono che possano influenzare la sopravvivenza della farmacia nel nuovo contesto. L’analisi del campione rappresentativo ha altresì permesso di verificare quale significato attribuiscono gli operatori del settore ai concetti di service e di relationship marketing. Il gap esistente nella realtà operativa si tramuta nella possibilità di elaborare un nuovo modello di gestione dell’impresa farmacia in un’ottica manageriale e di service marketing, che prevede tecniche e strumenti a supporto dell’interazione di servizio per la co-creazione di valore con il cliente. L’Organo di Governo dell’impresa farmacia deve gradualmente ripensare i suoi compiti e la sua figura: oltre a tutti i tipi di approcci necessari oggi per la gestione di una farmacia, manageriali, di marketing, di merchandising, l’orientamento del farmacista deve essere anche alla co-creazione di valore con tutti i sovra-sistemi e con il paziente, mediante l’offerta di un’assistenza completa che ha come finalità la salute del cittadino. Il focus sulla farmacia quale anello chiave di collegamento tra l’intero sistema sanitario e l’utenza è inteso a valutare l’opportunità di un ripensamento dell’approccio di gestione della stessa in ottica di service, in modo tale da valorizzare le competenze professionali del farmacista e aprire al potenziale contributo di valore offerto dal cittadino. L’approccio di gestione della farmacia deve essere in ottica service. La farmacia deve instaurare un rapporto personalizzato con il cittadino-utente, ascoltare le sue istanze, gestire in maniera proattiva bisogni e aspettative. La soddisfazione del cliente è dovuta al comportamento di chi eroga il servizio, in un circolo virtuoso in cui soddisfare i bisogni del nostro cliente significa soddisfare i bisogni dell’impresa farmacia. Un servizio ed un’assistenza elevata al cliente significano un cliente soddisfatto, che si sente stimato e riconosciuto nei suoi bisogni e che quindi si lega alla farmacia. La progettazione di farmacie orientate al rafforzamento della relazione con il cittadinoutente rappresenta un fattore determinante per garantire la redditività della farmacia. L’attività di ricerca condotta ha esaminato il tema attualissimo dei cambiamenti intervenuti nell’assistenza farmaceutica e ha indagato una nuova modalità di gestione della farmacia. La problematica analizzata viene affrontata mediante una metodologia di indagine innovativa in cui l’interpretazione della realtà avviene non considerando le singole parti ma attraverso un’interpretazione dell’insieme. L’applicazione del Viable System Approach al pharmaceutical care apre a numerosi spunti di riflessione che possono attrarre futuri approfondimenti. Anche il concetto di servizio offerto dalla Service Science apre a future applicazioni nell’ambito dell’assistenza farmaceutica in quanto prevede che il responsabile delle decisioni — nel caso in oggetto, chi gestisce una farmacia — debba costantemente ricercare consonanza con gli utenti serviti (i pazienti) arrivando ad anticiparne bisogni ed esigenze. Il nuovo approccio rappresenta un modello di come una visione più ampia del sistema possa riuscire a costruire l’identità della farmacia del domani, una farmacia in grado di attivare partnership con i suoi interlocutori, di condividere informazioni, di ricercare vantaggi competitivi nella collaborazione e non nella conflittualità, decretando la sua sopravvivenza nel contesto. [a cura dell'autore]
XV n.s.
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Bianco, Federica. "Innovazione tecnologica ed organizzazione nelle imprese editoriali: il ruolo dei sistemi di gestione dei contenuti." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425037.

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Abstract:
Technological innovation is usually associated with performance improvement in terms of products, processes or business meanings. In order to integrate technical solutions firms have to reorganize their business, redefining processes and reforming some decisions to reach higher performance levels. It is important to underline that benefits cannot be achieved only through the new technology adoption, being the result of a real assets reorganization; technology can be considered an enabler in value chain depicting. In the last decades data storage and processing need directs studies on how information and communication technologies (ICTs) affect internal and inter-firm organizational features. This research focus on mutual relation between the adoption of information and content management technologies and the organizational form. Even thought the great number of scientific contributions about the impact of technologies on organizational design dimensions and governance variables, a specific widening on cases where information is core business seems to be lacking; in fact, there are few studies analyzing the role of ICT on governance form definition with regard to specific industries where information or contents are exchange goods. For this reason printing and publishing industry has been chosen for the analysis and as a consequence digital asset management (DAM) systems are examined. The thesis main goal is the analysis of DAM systems role in printing and publishing firms organization. This study also enables supply chain mapping and activities and main processes identification as well as key players and theirs competences recognition. Theory building through case studies is the methodological approach used: ten of the more important and famous Italian firms are involved in the analysis. Organizational dimensions analyzed derive from literature review about the ICT role in organizations and from meetings with consultants and industry experts to consider industry distinctiveness. Comparing data, I identify some organizational dimensions associated with major use of DAM systems and formulate a theoretical framework which is the main contribution of this study. The framework points out how behavior and relationship formalization and knowledge spreading are organizational characteristics used by technology-oriented Italian printing firm as well as interpersonal exchange and skill standardization became their main coordination mechanisms. These dimensions represent organizational design keys for a effective introduction of DAM systems. My framework also analyzes the impact of a specific technology on organizations, highlighting which are main organizational parameters influenced by the use of DAM systems. Finally this framework can support management for a conscious choice of technology implementation suggesting them main benefits and technical problems.
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Babini, Lucia. "Ruolo del sistema FASL/FAS nella biologia delle cellule mesenchimali staminali." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2013. http://hdl.handle.net/11566/243016.

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Abstract:
Le cellule staminali mesemchimali (MSC) sono una popolazione eterogenea di cellule stromali multipotenti, possono essere isolate da diversi tessuti adulti e possono dare origine a diversi tipi cellulari(21). Nel midollo osseo (BM) differenziano principalmente in osteoblasti e adipociti, e l’ interazione con questo microambiente influenza da vicino il loro programma differenziativo. FasL è una citochina molto conosciuta per il suo ruolo pro-apoptotico, in associazione con il suo recettore specifico Fas, tuttavia diversi studi propongono che sia coinvolta anche in altri processi biologici. Questo lavoro dimostra per la prima volta che FasL può essere coinvolto nella proliferazione e nella differenziazione delle BM-MSC. Le BM-MSC trattate con una bassa dose di FasL (0.5 ng/ml) proliferano più rapidamente delle cellule non trattate, senza andare incontro ad apoptosi o a processi differenziativi, mentre dosi più alte (25 ng/ml) inducono il processo apoptotico nel 20% delle cellule, selezionando una popolazione con un fenotipo ancora staminale. A livello molecolare il trattamento con FasL 0.5 ng/ml induce la fosforilazione di ERK 1/2 e l’aumento dell’espressione della survivina mentre FasL 25 ng/ml determina l’attivazione delle caspasi 8 e 3. Inoltre FasL 25 ng/ml attraverso la modulazione di PPARγ e FABP4/aP2 inibisce reversibilmente la differenziazione delle BM-MSC in adipociti. I dati di inibizione dell’adipogenesi in vitro sono stati confermati su topi Fas lpr, mutati per Fas, che hanno mostrato una maggiore espressione dell’mRNA e delle proteine PPARγ e FABP4/aP2 rispetto ai controlli. I nostri dati suggeriscono che il sistema FasL/Fas è coivolto nella biologia delle BM-MSC, e può regolarne sia la proliferazione che il differenziamento adipogenico. Questi risultati possono avere una rilevanza clinica, chiarendo i meccanismi che determinano l’aumento dell’adipogenesi nel midollo durante l’invecchiamento o in alcune condizioni patologiche come l’osteoporosi.
Mesenchymal stem cells (MSCs) are multipotent progenitor cells that can differentiate into several cell types. Bone marrow (BM)-MSCs mainly differentiate into osteoblasts or adipocytes. MSC interactions with their microenvironment directly affect their self-renewal/differentiation program. Here we show for the first time that FasL, a well-explored pro-apoptotic cytokine, can promote proliferation of BM-derived MSCs in vitro and inhibits their differentiation into adipocytes. BMMSCs treated with a low FasL dose (0.5 ng/ml) proliferated more rapidly than untreated cells without undergoing spontaneous differentiation or apoptosis, whereas higher doses (25 ng/ml) induced significant though not massive BM-MSC death, with surviving cells maintaining a stem cell phenotype. At the molecular level, 0.5 ng/ml FasL induced ERK1/2 phosphorylation and surviving up-regulation, whereas 25 ng/ml FasL induced caspase activation. Importantly, 25 ng/ml FasL reversibly prevented BM-MSC differentiation into adipocytes by modulating PPARγ and FABP4/aP2 expression induced by adipogenic medium. All such effects were inhibited by anti-Fas neutralizing antibody. The in vitro data regarding adipogenesis were confirmed using Faslpr mutant mice, where higher PPARγ and FABP4/aP2 mRNA and protein levels were documented in whole tibia. These data show that the FasL/Fas system plays a role in BM-MSC biology via regulation of both proliferation and adipogenesis. These findings may have clinical relevance because circulating Fas/FasL levels decline with age and several age-related conditions, including osteoporosis, are characterized by adipocyte accumulation in BM.
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CICIARELLO, MARILENA. "Ruolo del sistema Ran/importine nel controllo del fuso mitotico in cellule di mammifero." Doctoral thesis, La Sapienza, 2005. http://hdl.handle.net/11573/916955.

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Trocciola, Gaetano. "Il ruolo della co-produzione di servizi nella Pubblica Amministrazione: il sistema dei Beni Culturali." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2016. http://hdl.handle.net/10556/2295.

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Abstract:
2014-2015
This research project is aimed at exploring the rising role of service co-production in the public sector, with a focus on cultural heritage. In several countries, both in Europe and abroad, an increasing involvement of users in service co-production, at both the individual and the collective levels, could be identified. Eventually, co-production is intended at addressing the political, economic and social challenges which have been produced by the crisis of the welfare state. Since ‘70s, the scientific literature has widely discussed the distinguishing attributes of co-production in the fields of education, social services, health care, social safety, and environment protection, claiming that the involvement of users is crucial, on the one hand, to improve service quality, enhancing their ability to meet the growing expectations of users, and, on the other hand, to pave the way for increased sustainability, due to cost reduction and higher effectiveness. This thesis attempts to examine whether significant experiences of co-production have been realized in a particular public context, that is to say cultural heritage, which have been poorly analyzed through the lenses of co-production. Besides, it investigates what kinds of changes the involvement of users could generate on the cultural heritage management. This work is organized as follows. First of all, a brief introduction contextualizes the object of the research. Then, the research design is depicted; a mixed research method has been adopted, in line with the specific characteristics of this research project. In the first chapter, a narrative literature review has been performed, to describe the evolution of the co-production concept and to devise a theoretical framework aimed at providing several insights on the potential role of co-production in the process of public value creation. The second chapter focuses on the relationship between users and providers, examining the specific experiences of co-production experienced by the Royal Palace of Caserta, one of the most renowned cultural site of Italy and included among the UNESCO world heritage sites since 1997. The third chapter analyzes the contribution of service co-production for the purposes of protection and promotion of cultural heritage. The role of co-production is examined in light of the recent legislative reform of the Italian Ministry for cultural heritage and Tourism (MiBACT), which have provided the main cultural sites of Italy with an increased managerial autonomy. Conclusions summarized the role that information technologies and digital tools could play – especially in a social perspective – to pave the way for co-creating relationships, realizing the full potential of innovative forms of participation, including co-production. [edited by Author]
XIV n.s.
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SINISTRO, ANNA. "Meccanismi di immunosoppressione in corso di sepsi: ruolo del sistema monocito-macrofagico." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/403.

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Abstract:
Introduzione. Durante le fasi avanzate della sepsi è presente uno stato di immunosoppressione caratterizzato da alterazione della funzionalità sia dei macrofagi che dei linfociti. Di fatto, la principale causa di morte nei pazienti settici non è l'insufficienza d’organo multisistemica, associata a shock quanto piuttosto le conseguenze dello sviluppo incontrollato di infezioni secondarie di tipo “opportunistico”. Nelle sepsi da batteri Gram-negativi il lipopolisaccaride (LPS) batterico svolge un ruolo chiave nel determinare questa disfunzione immunitaria. A questo riguardo, il nostro Gruppo di Ricerca ha recentemente dimostrato che LPS è in grado di interferire con la produzione di l'interleuchina 12 (IL-12) e del fattore di necrosi tumorale (TNF-α) e con l'espressione di molecole co-stimolatorie (CD40, CD80 e CD86) indotte daCD40L. L'interazione tra il CD40L, espresso dai linfociti T attivati ed il CD40, un recettore presente sulla membrana dei monocito-macrofagi, determina un’attivazione delle cellule monocito-macrofagiche che si concretizza nella produzione di citochine (IL-12 e TNF-α), nell'aumento di espressione di molecole costimolatorie (CD40, CD80, CD86) ed, in ultima analisi, nel corretto sviluppo della risposta immune umorale e cellulare. Alterazioni, congenite o acquisite del meccanismo di attivazione macrofagico mediato dal CD40L si riflettono in stati di grave immunosoppressione. L'obiettivo di questa ricerca è di verificare se nei pazienti settici si verifichi una alterazione della capacità dei monocito-macrofagi di rispondere all'attivazione con CD40L. Materiali e metodi Pazienti. Sono stati arruolati 20 pazienti con sepsi e 15 controlli sani paragonabili per età e sesso. Criteri di inclusione: evidenza microbiologica di infezione presenza di SIRS e almeno due dei seguenti segni di disfunzione d’organo: pressione arteriosa sistolica <90mmHg o pressione arteriosa media <70 mmHg, stabilizzabile mediante fluido-terapia; diuresi <0.5mL/kg/ora; PaO2/FiO2<250, conta piastrinica <80,000/μL; pH <7,30 o deficit di basi >5,0 mEq/L o lattati aumentati di 1,5 volte. Criteri di Esclusione: età <18 anni; infezione da HIV, storia di trapianto d’organo,neoplasie metastatiche; trattamento con farmaci immunosoppressori, insufficienza renale cronica in fase dialitica, gravidanza in atto. Cellule. Le cellule mononucleate da sangue periferico (PBMC) sono state separate mediante centrifugazione su gradiente di densità. I monocito-macrofagi sono stati successivamente purificati mediante centrifugazione contro-corrente. Le cellule sono state coltivate in RPMI con aggiunta di Granulocyte Macrophage-Colony Stimulating Factor (100 UI). Per la stimolazione è stato utilizzato CD40Ltrimerico solubile ricombinante. Citofluorimetria. La produzione intracellulare di citochine e l’espressione di membrana di CD40, CD86 e CD80 sono state valutate al citofluorimetro (FACS). Risultati. I monocito-macrofagi prelevati da pazienti con sepsi presentavano una grave riduzione della capacità di rispondere alla stimolazione con CD40L sia per quanto riguarda la produzione di citochine che per quanto concerne l’espressione di CD40, CD86 e CD80, rispetto a monocito-macrofagi espiantati da donatori sani. Di conseguenza, anche la capacità di co-stimolazione dei linfociti T da parte dei macrofagi prelevati da pazienti con sepsi era gravemente compromessa rispetto a quella osservata nei macrofagi ottenuti da soggetti sani. Da rilevare il fatto che non era stato possibile evidenziare alcuna alterazione nella capacità dei linfociti T da pazienti settici di rispondere con la produzione di interferone (IFN)-γ alla stimolazione con CD3/CD28. Quest'ultimo dato suggerisce che l'alterazione funzionale dei macrofagi del paziente settico sia specifica e non dovuta ad una generale tossicità cellulare legata alla sepsi stessa. Discussione I dati presentati in questo lavoro mettono in evidenza, per la prima volta, la presenza in corso di sepsi di una alterazione della trasduzione del segnale mediato dal CD40 che condiziona la possibilità da parte delle cellule monocito-macrofagiche di rispondere con appropriatezza alla stimolazione da parte del CD40L. I risultati di questo lavoro possono contribuire in maniera sostanziale a definire i meccanismi che sono alla base dell'immunosoppressione in corso di sepsi e fornire possibili indicazioni per eventuali interventi di tipo terapeutico.
Background. During the late stages of sepsis, deterioration of the immune response occurs, which is characterized by suppression of both macrophage and lymphocyte immune function. CD40 is a 50- kD molecule expressed on different cell types including monocyte-macrophages. Human form of a ligand for CD40 (CD40L) is a type II integral membrane protein expressed primarily on activated CD4+ T cells. Upon CD40 engagement, monocytic cells secrete a vast array of cytokines, among them, interleukin (IL)-12 and tumor necrosis factor (TNF)-α, which are important in promoting and maintaining T-helper (Th)1 and pro-inflammatory responses during bacterial infection. CD40L activation of macrophages also results in the up-regulation of surface molecules, such as CD40, CD80 and CD86, which play a critical role in T cell activation. Thus, CD40-CD40L interaction is an essential step for triggering the adaptive immune response, and is very likely to play a prominent role during sepsis, as demonstrated by the increased mortality observed in septic animals with mutations of the CD40L gene. Recently, our Group of research reported that Lipopolysaccharide (LPS), a major cell wall component of Gram-negative bacterial organisms interfere with the ability of CD40L to activate macrophages to produce IL-12 and TNF-α and to up regulate CD40, CD80 and CD86. Aims. To study the responsiveness of macrophages to CD40L in patients with sepsis. Material and methods. Patients. Twenty patients_with gram-negative sepsis_ and 15 healthy controls were enrolled in this study. Inclusion criteria microbiologically proved infection, evidence of systemic inflammatory reaction syndrome (SIRS) plus two or more of the following: systolic pression <90 mmHg or mean arterial pression <70 mmHg, responsive to normal saline administration; diuresis <0.5 mL/kg/h; PaO2/FiO2<250, platelets <80,000/μL; pH <7,30 o base deficit >5,0 mEq/L or lactate >1,5 fold. Exclusion criteria: age <18 anni; HIV infection, previous organ transplantation, metastatic neoplasms; immunosoppressive therapy, chronic renal failure, pregnancy. Cells. Peripheral blood was enriched for PBMC by centrifugation over Ficoll Hypaque. PBMC were then further enriched for monocytes by elutriation. Cell stimulation. To evaluate the ability of CD40L to induce IL-12 and TNF-α production, freshly elutriated cells were cultured for 24 hours in the presence of 500 ng/ml CD40L. Thirty minutes after CD40L stimulation, 1 μg/ml brefeldin A was added. To evaluate the ability of CD40L to modulate the expression of CD40, CD80 and CD86, elutriated cells were cultured for 7 days in the presence of 500 ng/ml CD40L. At the end of the incubation period the cells were analyzed by FACS for CD40, CD80 and CD86 expression. FACS analysis. Flow cytometry was performed using a FACScan flow cytometer and analyzed with Cell Quest software (Beckton Dickinson). Results. The CD40L-induced production of both IL-12 and TNF-α was severely impaired (more than 60%) in macrophages from septic patients as compared to controls. Similarly, CD40L failed to induce an increase of CD40, CD80 and CD86 surface expression comparable to that obtained in macrophages from healthy subjects. Consequently, the co-stimulatory ability of CD40Lstimulated macrophages from septic patients was significantly lower than that observed in macrophages from controls. Interestingly, no alteration of the ability of T lymphocytes to produce interferon (IFN)-γ upon CD3/CD28 stimulation was demonstrated in septic patients ac compared to controls. Conclusions. Death due to hyper activation of the innate immune system is an uncommon result of sepsis. Moreover, immunomodulatory therapy directed at inhibition of the inflammatory response has been largely unsuccessful. Indeed, it has been observed that subsequent to septic shock there often follows a clinical state characterized by profound immunosuppression. Modern medicine is now able to potentially control acute hyperinflammatory situations, but there is no established therapy to deal with the high risk associated with immunosuppression. We propose that CD40L tolerance may explain some of the immunological dysfunction during sepsis and may individuate a possible pathway to be addressed in the development of novel therapeutic strategies.
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Faccini, Lorenzo <1991&gt. "Il ruolo del sistema educativo autonomo nella resistenza zapatista. Storia, memoria, identità." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17964.

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Abstract:
Il presente lavoro intende indagare la funzione del sistema educativo autonomo nello sviluppo della resistenza dell’EZLN. Si intende approfondirne le origini, gli sviluppi e le evoluzioni, focalizzando l’attenzione sul ruolo esercitato nella produzione di significati, identità e di elaborazione di pensiero e di pratiche. Il campo così delineato risulta collocato all’intersezione delle aree di indagine storiografica, antropologica. Muovendo dalla descrizione della realtà delle comunità indigene chiapaneche e delle ragioni storiche del llevantamiento del 1°Gennaio 1994, attraverso la fase, avviata dal 2003, di strutturazione e organizzazione dell’autonomia civile nei territori recuperati, si tenterà di delineare approfonditamente il parallelo processo di costruzione, ampliamento e sistematizzazione del sistema educativo autonomo. In questo modo si evidenzierà l’assoluta centralità del campo dell’educazione nella resistenza zapatista come pilastro fondamentale nella costruzione del modello politico e sociale, nella riflessione rispetto alla propria condizione ed alle proprie rivendicazioni. Nello specifico verrà descritta la preminenza di storia e memoria all’interno delle attività didattiche, e come questi temi costituiscano il fulcro della narrazione, dell’auto percezione e dell’elaborazione di pensiero delle comunità zapatiste. L’oggetto di studio è tutt’oggi in evoluzione, la ricostruzione del suo percorso storico obbliga per quanto possibile ad una prospettiva interdisciplinare. L’analisi delle fonti bibliografiche è stata infatti integrata da un periodo di ricerca sul campo in Chiapas nell’estate 2019, nel quale, attraverso colloqui con integranti dell’organizzazione, attivisti e organizzazioni di supporto che lavorano a stretto contatto con le comunità zapatiste, sono stati raccolte molte informazioni utili a colmare il vuoto bibliografico del recente periodo.
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BELMONTE, MARTINA. "Edifici alti e ascensori rope-less. Ruolo del sistema di comunicazione nella definizione del tipo." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/11578/286328.

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Abstract:
La ricerca mira a valutare l’importanza e il ruolo che l’ascensore ha avuto nel corso della storia, in relazione all'evoluzione e definizione dell’edificio (alto e non). Riconosciuto quale elemento fondativo, l’ascensore ha da sempre determinato limiti e requisiti funzionali, dimensionali e prestazionali, portando però a una sedimentazione del tipo edilizio. La staticità morfologica degli edifici, inizialmente motivata dalla coincidenza tra unità tecnologiche funzionali e core strutturale, trova oggi giustificazione solo nei limiti imposti dal sistema di trasporto monodirezionale, poiché oramai concepibile come distinto dal più versatile sistema portante. Una rivoluzione della mobilità interna potrebbe portare a nuove opportunità? Se i sistemi ropeless diventassero realtà, svincolando la movimentazione dalla mono-direzionalità, ci sarebbero immediate conseguenze nelle forme, negli schemi strutturali e nelle relazioni urbane. Il tipo diventerebbe un organismo più complesso, stratificato e dinamico, definendo così nuovi e diversi scenari che la ricerca intende analizzare e verificare da un punto di vista architettonico-costruttivo, strutturale e trasportistico.
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UCCELLI, Stefano. "Il ruolo del contesto temporale in percezione e azione." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2021. http://hdl.handle.net/11380/1239498.

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Abstract:
La visione è fondamentale per interagire con gli oggetti. Il sistema visivo codifica le informazioni visive per creare rappresentazioni interne che sono usate per guidare azioni come l’afferramento, un’azione che eseguiamo con efficienza molte volte ogni giorno. Tuttavia è poco chiaro come il sistema motorio codifichi le caratteristiche degli oggetti per afferrarli. Nello specifico, un vecchio dibattito nelle neuroscienze cognitive riguarda la natura della rappresentazione della grandezza per afferrare oggetti. Secondo la più influente interpretazione funzionale del sistema visivo dei primati, i flussi dorsale e ventrale codificano la grandezza in modi diversi. Queste differenze hanno diverse conseguenze comportamentali, inclusa una certa immunità delle rappresentazioni dorsali a effetti stimolo-contestuali come quelli osservati nella percezione conscia. Lo scopo di questa tesi è di contribuire alla comprensione delle rappresentazioni per l’azione raccogliendo dati in paradigmi di psicofisica, cinematica, ed elettroencefalografia. Ho condotto quattro esperimenti misurando risposte motorie e percettive all’illusione di Uznadze. In questa illusione, lo stesso oggetto ‘test’ appare più grande (o più piccolo) dopo aver visto un oggetto ‘inducente’ più piccolo (o più grande). Gli Studi 1 e 2 hanno indagato se le rappresentazioni della grandezza in azione e percezione sono influenzate da questa illusione. Nello Studio 1 i partecipanti afferravano il test o ne giudicavano la grandezza (eseguendo un confronto cross-modale chiamato ‘stima manuale’) dopo aver visto un inducente che poteva essere identico, più piccolo, o più grande. I risultati hanno rivelato che in entrambe le risposte motorie e percettive le aperture delle dita mostravano il contrasto di grandezza, cioè erano influenzate dalla grandezza dell’inducente. Lo Studio 2 ha esaminato due ulteriori manipolazioni dell’illusione di Uznadze. Gli inducenti erano presentati apticamente o visivamente, nella stessa posizione del test o in una diversa. I risultati hanno rivelato che le riposte motorie mostrano contrasto di grandezza (l’illusione di Uznadze), assimilazione di grandezza (l’illusione di Uznadze inversa), o nessuna illusione. Questo sembra dipendere da fattori legati all’integrazione multisensoriale e allo schema corporeo, piuttosto che a una distinzione fra azione e percezione. Complessivamente, gli Studi 1 e 2 provano che la codifica della grandezza per l’azione è influenzata da informazioni contestuali. Gli Studi 3 e 4 indagavano il decorso temporale delle rappresentazioni motorie nel flusso dorsale. Abbiamo valutato se il tempo necessario per preparare una presa fosse influenzato dalla vista di un precedente oggetto distrattore di uguale o diversa grandezza. Lo Studio 3 ha mostrato che i partecipanti erano più lenti nel preparare la presa quando i distrattori erano più grandi del test, ma non quando erano più piccoli. Lo Studio 4 estende questo risultato a registrazioni di potenziali evento-reati (ERPs). Abbiamo esaminato indici corticali della preparazione motoria per afferrare il test dopo la presentazione di distrattori di uguale o diversa grandezza. I risultati hanno rivelato che componenti dei potenziali di preparazione lateralizzati (LRPs) erano spostati nel tempo in linea con i tempi di preparazione. Questi studi assieme mostrano che l’afferramento non è programmato solo online ma può essere influenzato da informazioni precedenti. Concludo che il contrasto di grandezza temporale di Uznadze rivela che la preparazione visuomotoria si basa su informazioni spazio-temporali contestuali confrontabili a quelle usate per i giudizi percettivi. Questa conclusione contraddice i modelli attuali sulle proprietà funzionali del flusso dorsale, suggerendo una visione più sfumata dei fattori che influenzano l’afferramento e delle apparenti dissociazioni fra percezione-azione.
Visual information is fundamental to interact with objects. For instance, information is coded by the visual system to create internal representations used to guide actions such as grasping, an action we perform efficiently daily many times. However, how the motor system codes object features for grasping remains poorly understood. In particular, a long-standing debate in the cognitive neurosciences concerns the nature of internal representations of object size during motor preparation, a key aspect of grasping. According to the most influential functional interpretation of the primate visual system, size representations are coded in critically different ways in the dorsal and ventral streams. These key differences in turn have several behavioural consequences, including a relative immunity of the dorsal representations of size from stimulus-contextual effects such as those observed for consciously perceived size. Accordingly, the goal of this thesis is to contribute to the understanding of representations for visually-guided actions by collecting data from psychophysical, kinematics, and EEG paradigms. I conducted four experiments assessing motor and perceptual responses to the Uznadze illusion. In this illusion, the same ‘test’ object appears larger (or smaller) after having seen a smaller (or larger) ‘inducing’ object. Studies 1 and 2 investigated whether size representations in action and perception are affected by this form of size contrast. In Study 1, participants either grasped a test or provided a perceptual judgment of its size (by performing a cross-modal match called a “manual estimation”) after the presentation of an inducer that could be identical, smaller, or larger. Results revealed that finger apertures in both motor and perceptual responses showed a size contrast effect, that is, were affected by the inducer size. In Study 2, two further manipulations of the Uznadze illusion were investigated. Inducers were presented either haptically or visually, and either in the same or in a different position relative to the test. Surprisingly, results revealed that motor responses show size contrast (the Uznadze illusion), or size assimilation (the inverse Uznadze illusion), or even no illusion, depending on factors that seem related to multisensory integration and the body schema rather than a perception-action distinction. Overall, Studies 1 and 2 provide evidence that size representations for action are affected by contextual information. Studies 3 and 4 investigated the time course of motor representations in the dorsal stream. We focussed on the time needed to prepare a grasp, testing whether motor preparation is affected by viewing a previous distractor object equal or different in size. Study 3 showed that participants were slower in preparing the grasp when distractors were larger than the test, but not when they were smaller. Study 4 extended this finding to event-related potentials (ERPs) recordings. Here, cortical indices of motor preparation to grasp the test were investigated after presenting distractors equal or different in size. Results revealed that components of lateralized readiness potentials (LRPs) were displaced in time consistent with the pattern of preparation times observed in Study 3 and 4. Taken together, Studies 3 and 4 show that grasping is not programmed solely from online information, but can be affected by information experienced recently. I conclude that the Uznadze temporal size contrast reveals that visuomotor preparation relies on relative spatiotemporal information comparable to that used to produce perceptual judgments. This conclusion challenges current theoretical models of the functional properties of the dorsal stream, suggesting a more nuanced view of factors affecting grasping and seeming behavioural perception-action dissociations.
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Pulice, Elisabetta. "Il ruolo della deontologia medica nel sistema delle fonti del diritto : un'analisi comparata." Thesis, Paris 10, 2014. http://www.theses.fr/2014PA100101/document.

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Abstract:
L'objet de la thèse, préparée dans le cadre de la convention de co-tutelle entre l’Université de Trento en Italie et l’Université Paris Ouest Nanterre la Défense en France, consiste dans une analyse comparée du rôle de la déontologie médicale dans les sources du droit en Italie, France et Allemagne. Le spectre d’analyse adopté est double. On cherche d’abord à rendre compte des aspects architecturaux des rapports entre droit et déontologie médicale ; ce faisant, on concentre l’analyse sur les modalités de la codification de l’éthique professionnelle en France, en Allemagne et en Italie, sur le pouvoir normatif des ordres professionnels, et sur la valeur juridique des codes de déontologie médicale et leur intégration dans le système des sources du droit. En second lieu, on cherche, dans une perspective plus substantielle, à comprendre les relations entre droit et déontologie, et notamment le rôle de la déontologie médicale dans le domaine du biodroit. Ce spectre d’analyse est en outre élargi à la procédure disciplinaire et à la perspective européenne. La première partie de la thèse est dédiée à certaines remarques préliminaires et notamment à un effort de définition de la déontologie médicale, à certaines « questions ouvertes » de son rapport avec le droit et à la relation, en perspective comparée, entre langue et droit dans la signification du mot « déontologie ». La seconde partie est dédiée à la codification de l’éthique professionnelle, alors que le rôle de la déontologie médicale dans le biodroit est l’objet de la troisième partie. La quatrième partie concerne la procédure disciplinaire et, finalement, la cinquième partie est dédiée à la reconstruction et l’analyse critique des résultats de la comparaison, à la perspective européenne et à la proposition d’un nouveau modèle italien des rapports entre le droit et la déontologie médicale
The thesis aims at analysing, from a comparative perspective, the role of medical ethics in Italy, France and Germany. The survey focuses on both the formal and substantive aspects of the relationships between law and medical ethics. As to the first issue, the thesis analyses the codification of medical ethics, the normative function of the medical councils, the binding value of the codes of medical ethics and their position in the hierarchy of norms. With regard to the second aspect, the role of medical ethics is studied from a more substantial perspective, analysing the concrete interrelations between law and medical ethics in the field of biolaw. The survey is then extended to the disciplinary procedure and to the European level. In the first part, the relationships between law and medical ethics are analysed from a linguistic perspective, aiming at underlining some specific features of the concepts referred to as “déontologie”, “deontologia” or “Standesrecht” and “Berufsordnung” in France, Italy and Germany. This part also deals with some “open questions” characterising the relationships between medical ethics and the law. The second part concerns the codification of medical ethics, while its role in the field of biolaw is analysed in the third part. The fourth part deals with deontological liability and disciplinary procedures. Lastly, the fifth part aims at elaborating a theoretical reconstruction of the results of the comparative analysis, at highlighting the main roles of medical ethics at the European level and at suggesting a different model for the relationships between law and medical ethics in the Italian system
L’obiettivo della tesi è un’analisi comparata del ruolo della deontologia medica nel sistema delle fonti del diritto in Italia, Francia e Germania. Per tenere conto della complessità del rapporto tra diritto e deontologia, sono stati analizzati sia gli aspetti formali di tale rapporto, sia i profili sostanziali del ruolo della deontologia medica nel biodiritto. Nella prima parte alcune considerazioni preliminari e l’analisi linguistica hanno permesso di definire l’ambito di indagine e i profili di maggiore complessità del rapporto tra dimensione deontologica e dimensione giuridica sui quali nelle parti successive si è concentrata l’indagine. La seconda parte, dedicata alla codificazione dell’etica medica, ha messo in luce la varietà di soluzioni e di modalità di ingresso della norma deontologica nell’ordinamento giuridico. Nella terza parte sono stati analizzati il ruolo della deontologia medica nell’ambito del biodiritto e l’influenza di alcuni fattori particolarmente rilevanti sull’evoluzione dei contenuti concreti dei codici deontologici e sulla loro portata pratica. La quarta parte è dedicata alla violazione della deontologia e ai procedimenti disciplinari. Infine la parte conclusiva contiene una ricostruzione teorica dei risultati emersi dall’analisi comparata, lo studio di alcuni profili legati alla dimensione europea della deontologia e la proposta di alcune ipotesi di riforma per un modello italiano più coerente, flessibile ed efficace dei rapporti tra diritto e deontologia
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Zanella, Riccardo <1997&gt. "L'intensità competitiva tra i produttori di telefoni cellulari: il ruolo dei provider di sistemi operativi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20920.

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Abstract:
Il presente elaborato ha lo scopo di analizzare se e come le dinamiche competitive tra i produttori di telefoni cellulari sono state influenzate dalle dinamiche competitive tra i provider di sistemi operativi per telefoni cellulari. Il sistema operativo rappresenta, infatti, uno dei componenti chiave del telefonino. Alla luce di ciò, per rispondere al quesito, innanzitutto, è stata analizzata l’evoluzione storica dei sistemi operativi per cellulari, evidenziando come la competizione, nel corso degli anni, abbia assunto le dinamiche di un mercato winner-take-all-or-most, cioè un mercato molto concentrato in cui un determinato player detiene una quota estremamente elevata. Nello specifico, il leader indiscusso del mercato dei sistemi operativi per telefoni cellulari è Android, un OS gratuito ed open source sviluppato da Google. Verranno spiegati i motivi che hanno permesso ad Android di conquistare una fetta di mercato sempre più ampia, eliminando o marginalizzando gli altri players storici del settore. Per rispondere, infine, alla domanda di ricerca verranno illustrate le conseguenze che l’arrivo di Android ha causato sul mercato a valle, tra i produttori di telefoni cellulari. Per fare ciò è stata condotta un’analisi su un campione rappresentativo di produttori di telefoni cellulari e provider di sistemi operativi, che ha interessato il periodo compreso tra il 2003 ed il 2015, al fine di capire quali e quante sono state le azioni competitive messe in atto dai produttori di telefoni al variare delle caratteristiche strutturali del mercato a monte. Ciò ha permesso di capire come l’intensità competitiva tra i costruttori di telefoni cellulari si è modificata dopo l’arrivo di Android.
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SCANDURRA, Silvia Annamaria. "Democrazia ed educazione alla democrazia : il ruolo del sistema educativo di istruzione e formazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2015. http://hdl.handle.net/10446/32821.

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Dotta, Silvia <1994&gt. "Il ruolo della Guardia di Finanza nel sistema di prevenzione del rischio di riciclaggio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19072.

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Abstract:
Questo elaborato di tesi tratta il sistema di prevenzione del rischio di riciclaggio e, nello specifico, il ruolo ricoperto dalla Guardia di Finanza nella lotta per il contrasto e la repressione di questo fenomeno. Il primo capitolo si concentra sul sistema di prevenzione del rischio di riciclaggio, spiegando in modo approfondito quali sono le regole e le misure che vengono adottate per contrastare il fenomeno. Il secondo capitolo si sofferma sulla Guardia di Finanza: la storia, l’evoluzione, la struttura ed il ruolo che ricopre questo Corpo di Polizia. Il terzo ed ultimo capitolo, invece, approfondisce il lavoro svolto dalla Guardia di Finanza nello svolgimento delle proprie mansioni. L’elaborato di tesi si focalizza quindi nello spiegare, in modo completo e mirato, il rapporto che intercorre tra lotta al riciclaggio e Guardia di Finanza.
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Cavina, Chiara <1980&gt. "Ruolo biologico del sistema neuropeptidergico N/OFQ-NOP in fenomeni di degenerazione neuronale e tossicodipendenza." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2654/1/cavina_chiara_tesi.pdf.

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Cavina, Chiara <1980&gt. "Ruolo biologico del sistema neuropeptidergico N/OFQ-NOP in fenomeni di degenerazione neuronale e tossicodipendenza." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2654/.

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SERINO, SILVIA. "SPAZIO INTERNO ED ESTERNO: IL RUOLO DEI SISTEMI DI RIFERIMENTO SPAZIALI EGOCENTRICO E ALLOCENTRICO NELLA COGNIZIONE UMANA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6214.

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Abstract:
La domanda "Che cos’è lo spazio?" è sempre stata un tema centrale per la filosofia, ed è diventata di interesse anche per la psicologia cognitiva e per le neuroscienze, con una domanda cruciale strettamente legata: "Dove sono io?". Lo sforzo per collegare le risposte a queste due domande mira proprio a comprendere la complessa relazione che esiste tra lo spazio interno ed esterno, che è l'obiettivo finale di questo lavoro. L'idea è che la nostra posizione nel mondo influenzi fortemente il modo in cui codifichiamo, archiviamo e recuperiamo dalla memoria un layout spaziale. Inoltre, questo layout spaziale serve da impalcatura che vincola tutte le informazioni relative al nostro passato, presente e futuro, e tutte le esperienze legate al nostro corpo. All’interno di un approccio enattivo, si suggerisce una sincronizzazione continua (cioè, il “mental frame syncing") tra una rappresentazione allocentrica indipendente dal punto di vista allocentrica (i.e. che include solo relazioni oggetto-oggetto astratte) e una rappresentazione allocentrica dipendente dal punto di vista (i.e. che include informazioni sulla nostra direzione egocentrica attuale) possa permettere di posizionare il corpo nello “spazio memorizzato” rendendo più semplice la traduzione di questo in un “lived space” di cui si necessita per navigare, per ricordare il passato e per sentire il corpo. Sulla base di queste premesse teoriche, quattro studi sperimentali saranno presentati per studiare il ruolo del mental frame syncing come un principio di allineamento centrato sull’osservatore nei processi di codifica e di recupero delle informazioni.
The question "What is space?" has always been a central topic for philosophy, and a closely linked crucial question becomes of interest for cognitive psychology and neuroscience, that is "Where am I?" The efforts to answer these two questions are means to better understanding of the complex relation between the outer and the inner space, which is the final goal of this work. The idea is that that our bodily position in the world strongly affects the way in which we encode, store and retrieve a spatial layout. Moreover, this spatial layout serves as a scaffold, binding all the information of our past, present, future and body-related experiences. Within an enactive approach, it is suggested that this continuous synchronization (namely, the “mental frame syncing”) of an allocentric viewpoint-independent representation (i.e. including only abstract object-to-object relations) and an allocentric viewpoint-dependent representation (i.e. comprising information about our current heading) may permit to place current bodily position in the “memorized space" making easy the translation of it into a “lived space” that it is needed to navigate, remember the past and feel the body. On these theoretical premises, four experimental studies will be presented to investigate the role of mental frame syncing as an alignment principle centred on observer the processes of encoding and retrieval of information
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SERINO, SILVIA. "SPAZIO INTERNO ED ESTERNO: IL RUOLO DEI SISTEMI DI RIFERIMENTO SPAZIALI EGOCENTRICO E ALLOCENTRICO NELLA COGNIZIONE UMANA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6214.

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Abstract:
La domanda "Che cos’è lo spazio?" è sempre stata un tema centrale per la filosofia, ed è diventata di interesse anche per la psicologia cognitiva e per le neuroscienze, con una domanda cruciale strettamente legata: "Dove sono io?". Lo sforzo per collegare le risposte a queste due domande mira proprio a comprendere la complessa relazione che esiste tra lo spazio interno ed esterno, che è l'obiettivo finale di questo lavoro. L'idea è che la nostra posizione nel mondo influenzi fortemente il modo in cui codifichiamo, archiviamo e recuperiamo dalla memoria un layout spaziale. Inoltre, questo layout spaziale serve da impalcatura che vincola tutte le informazioni relative al nostro passato, presente e futuro, e tutte le esperienze legate al nostro corpo. All’interno di un approccio enattivo, si suggerisce una sincronizzazione continua (cioè, il “mental frame syncing") tra una rappresentazione allocentrica indipendente dal punto di vista allocentrica (i.e. che include solo relazioni oggetto-oggetto astratte) e una rappresentazione allocentrica dipendente dal punto di vista (i.e. che include informazioni sulla nostra direzione egocentrica attuale) possa permettere di posizionare il corpo nello “spazio memorizzato” rendendo più semplice la traduzione di questo in un “lived space” di cui si necessita per navigare, per ricordare il passato e per sentire il corpo. Sulla base di queste premesse teoriche, quattro studi sperimentali saranno presentati per studiare il ruolo del mental frame syncing come un principio di allineamento centrato sull’osservatore nei processi di codifica e di recupero delle informazioni.
The question "What is space?" has always been a central topic for philosophy, and a closely linked crucial question becomes of interest for cognitive psychology and neuroscience, that is "Where am I?" The efforts to answer these two questions are means to better understanding of the complex relation between the outer and the inner space, which is the final goal of this work. The idea is that that our bodily position in the world strongly affects the way in which we encode, store and retrieve a spatial layout. Moreover, this spatial layout serves as a scaffold, binding all the information of our past, present, future and body-related experiences. Within an enactive approach, it is suggested that this continuous synchronization (namely, the “mental frame syncing”) of an allocentric viewpoint-independent representation (i.e. including only abstract object-to-object relations) and an allocentric viewpoint-dependent representation (i.e. comprising information about our current heading) may permit to place current bodily position in the “memorized space" making easy the translation of it into a “lived space” that it is needed to navigate, remember the past and feel the body. On these theoretical premises, four experimental studies will be presented to investigate the role of mental frame syncing as an alignment principle centred on observer the processes of encoding and retrieval of information
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CERAVOLO, PASQUALE. "Il ruolo della modulazione del sistema immunitario in seguito alla rottura della placca aterosclerotica durante IMA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1354.

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Abstract:
L’aterosclerosi, a lungo considerata una patologia essenzialmente legata all’ accumulo di lipidi all’interno della tonaca intima, oggi è riconosciuta come un processo degenerativo infiammatorio cronico ad eziologia multifattoriale che, pur manifestandosi clinicamente nell’adulto, trova prodromi sin dalla giovane età. Il nostro studio, condotto sui pazienti arruolati dopo infarto STEMI e sottoposti a intervento di angioplastica coronarica primaria, è finalizzato a valutare il ruolo della modulazione del sistema immunitario in seguito alla rottura della placca aterosclerotica durante l’infarto. Lo studio ancora in corso, ha evidenziato una presenza massiva dell’ IFN-γ, dell’IL-17 e dell’IL- 21 nelle coronarie affette dalla lesione rispetto a quelle esenti e alle arterie periferiche. Gli elevati livelli di citochine osservati nelle arterie danneggiate non sono dovuti all'aumento del numero delle cellule leucocitarie presenti, ma sono riconducibile all’attivazione cellulare delle stesse e all’espressione del loro pattern citochinico. Nella fase acuta dell’infarto inoltre, i livelli sierici dei fattori proinfiammatori come IL-6 e antiinfiammatori come IL-10 sono aumentati, tuttavia, l'aumento di IL-6 è sensibilmente superiore a quello di IL-10. Dopo un mese dalla lesione i livelli sierici di IL-6 e IL-10 osservati risultano bilanciati. A nostro avviso, l’attivazione prevalente dei fattori proinfiammatori è rilevante nella progressione della lesione e nello sviluppo di complicanze associate all’infarto miocardico acuto.
Atherosclerosis, once considered a disease mainly linked to accumulation of lipids within the inner tunic, is now recognized as a chronic inflammatory degenerative process with a multifactorial etiology that, even if occurs clinically in adults, shows prognostic signs at an early age. Our study, performed on patients enrolled after acute myocardial infarction with ST elevation (STEMI) undergoing primary coronary angioplasty, aims to assess the role of the immune system modulation during the atherosclerotic plaque rupture due to myocardial infarction. Preliminary data, showed a massive presence of IFN-γ, IL-17 and IL-21 in coronary arteries affected by lesion compared to those exempt and to peripheral arteries. The high levels of cytokines observed in damaged arteries are not due to the increase in the number of leukocyte cells present, but are due to activation of the same cell and expression of their cytokine pattern. Moreover, in the acute myocardial infarction the serum levels of pro-inflammatory factors such as IL-6 and anti-inflammatory such as IL-10 increased. However, the increase of IL-6 was significantly higher than that of IL-10. After a month of the injury, the observed serum levels of IL-6 and IL-10 are balanced. In our view, the main activity of pro-inflammatory factors is relevant in the progression of the lesion and in the development of complications associated with acute myocardial infarction.
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Tombari, Federico <1990&gt. "Italia e Giappone dalla sconfitta al reinserimento nel sistema delle relazioni internazionali: analisi del ruolo statunitense." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/5989.

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Abstract:
La presente ricerca compara l’evoluzione della diplomazia italiana e giapponese dalla sconfitta nella Seconda guerra mondiale sino al formale reinserimento nel mondo delle relazioni internazionali, dalla mancanza o sostanziale mancanza di diplomazia (controllo alleato o occupazione) al reinserimento nel mondo diplomatico (sanzionato dalla possibilità di entrare nelle Nazioni Unite). Dato il periodo temporale e il tema, la tesi analizza il ruolo statunitense nella formazione di un sistema diplomatico nei due paesi coerente con l’alleanza con Washington, parallelo alla formazione del sistema internazionale caratterizzato dalla presenza di blocchi contrapposti. Il primo capitolo prende in esame il periodo dalla sconfitta dei due paesi nel secondo conflitto mondiale sino all’emergere della divisione in blocchi: l’arco di tempo risulta in ultima analisi caratterizzato dalla mancanza in Italia e Giappone di una sostanziale diplomazia autonoma. L’analisi esamina i motivi per cui nei due paesi, nonostante la presenza di forze diverse caratterizzate dalla volontà di controllo (Gran Bretagna, Unione Sovietica), alla fine emerga il preponderante ruolo statunitense che diventa egemone nel controllare e guidare i paesi. Il secondo capitolo analizza il periodo successivo all’emergere dei blocchi: data la posizione geostrategicamente importante di Italia e Giappone e il controllo statunitense maturato negli anni precedenti, l’amministrazione americana attuerà quello che comunemente viene definito «cambio di rotta», ovvero le politiche riformistiche nei due paesi subiranno un repentino cambiamento di obiettivo, cioè il consolidamento economico e politico dei due paesi. In Italia ebbe luogo una vera e propria ingerenza statunitense nel periodo precedente alle prime elezioni repubblicane, Washington temeva una vittoria comunista e si adoperò con mezzi finanziari, economici, politici e propagandistici per evitare una situazione politica favorevole all’Unione Sovietica; in Giappone l’occupazione cambia di finalità, dalla smilitarizzazione e democratizzazione si passa a ricostruzione economica e sdoganamento di principale figure politiche e conglomerati economici in passato protagonisti della deriva militare del paese. Il terzo capitolo vede l’entrata di Italia e Giappone in un sistema di alleanza internazionali. La comparazione risulta utile per comprendere pienamente le ragioni per cui in Europa gli statunitensi optarono per un’alleanza multilaterale (NATO) e in Giappone, al contrario, per una bilaterale (Trattato di sicurezza nippo-statunitense). Il capitolo finale analizzerà i motivi e le circostanze per cui entrambi i paesi analizzati nel biennio 1955-56 furono ammessi al consesso internazionale dopo dieci anni dalla creazione dello stesso.
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Carollo, Alessandro. "Il ruolo delle politiche marittime nello sviluppo delle regioni costiere. Ipotesi di riequilibrio del sistema portuale siciliano." Thesis, Universita' degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/130.

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Abstract:
La tesi analizza le politiche marittime per indagare il ruolo dei sistemi portuali nello sviluppo locale delle regioni costiere e nella sostenibilita' del rapporto tra spazio marittimo e territori interni. Pertanto la ricerca si propone di perseguire un duplice obiettivo: - Analizzare il ruolo attivo delle politiche marittime e delle infrastrutture portuali nelle strategie di riequilibrio territoriale. - Valutare l'efficacia nel contesto locale delle politiche di sviluppo portuale promosse a livello europeo e nazionale. Ricostruendo il quadro delle politiche marittime individuate a livello sovralocale, l'indagine si concentra sul caso regionale siciliano per verificare la sostenibilita' delle strategie attuate in un contesto locale rispetto alla rivoluzione globale dei trasporti marittimi e della portualita'.
The thesis analyzes maritime policies to investigate the role of the port systems in local development of coastal regions and in the sustainability of the relationship between inner regions and maritime space. Thus the research objectives are the following: - To analyze the active role of ports and maritime policies in the regional development strategies. - To evaluate the effectiveness in the local context of port development policies promoted at European and national level. After reconstructing the maritime policy framework, the thesis focuses on the Sicilian case in order to assess the sustainability of strategies in a regional context. Finally the research compares local strategies to the global scenario in maritime transport and port facilities.
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SATTA, VALENTINA. "Possibile ruolo del sistema endocannabinoide nel disturbo d’alimentazione incontrollata (binge eating disorder): studi comportamentali, farmacologici e biochimici." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2014. http://hdl.handle.net/11584/266471.

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Abstract:
According to the Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-V), binge eating disorder (BED) is an eating disorder characterized by repetitive episodes of uncontrolled and excessive food consumption (binge eating), in a short period of time, without the inappropriate compensatory behaviors for limiting weight gain. BED is a stable condition that is associated with elevated psychiatric comorbidity, including depression and anxiety. A large body of evidence supports a contribution of the endocannabinoid system in the modulation of energy balance by controlling food intake through central and peripheral mechanisms. The cannabinoid CB1 receptor is abundantly expressed in the central nervous system and induces inhibition of neurotransmission through modulation of presynaptic neurotransmitter release. CB1 receptors inverse agonists inhibit food intake through both central and peripheral mechanisms while, in contrast, cannabinoid agonists stimulate food intake in humans and induce beneficial effects in acquired immune deficiency syndrome related to anorexia, suggesting altered endocannabinoid neurotransmission in anorectic conditions. A possible involvement of the endocannabinoid system in the pathogenesis of BED and other eating disorders has recently been supported by independent experimental evidence. Elevated plasma levels of anandamide were found in women affected by AN and BED. Moreover, anandamide levels were inversely correlated with plasma leptin concentrations. On the basis of these evidence, the aim of this thesis was to study whether and which elements of the endocannabinoid system might be correlated with the binge eating behavior, which brain areas are specifically involved, and if pharmacological treatments specific for the endocannabinoid system (i.e. agonists, antagonists, inverse agonists of cannabinoid receptors, inhibitors of endocannabinoid metabolisms) are be able, besides to modify the state of BED induced in laboratory animals, to restore a correct functionality of the endocannabinoid system. Furthermore an analysis of the behavioral profile of animals with BED has been evaluated before the start of drug treatment by means of different mazes in which is possible to study anxiety and depression. Binge eating behavior was induced in animals by giving them a sporadic (3 days/week) and limited (2h) access to a high fat diet (margarine) in addition to a continuous access to chow and water. In these animals, the intake of margarine becomes significantly greater than in animals with limited daily access to margarine and remains stable over prolonged periods of time. As revealed by forced swim test, animals with binge eating behavior did not show a depressive like behavior compared to control animals. However, using the elevated plus maze, an anxiety like behavior was highlighted in those animals before access to margarine (Pre - binge phase) that it was significantly reduced after the consumption of this palatable food (Post - binge phase). Results showed that an increase of the endocannabinoid signaling by CB1 agonists or by inhibitors of endocannabinoid metabolism did not modify the binge eating behavior presents in our animals. On the contrary, a decrease of the endocannabinoid signaling by CB1 receptors inverse agonist/antagonist rimonabant, was able to alter this behavior when given chronically. As regards the CB1 receptor density, no difference has been highlighted between animals showing binge eating behavior and control group. In conclusion, negative modulation of the endocannabinoid signal may represent an important strategy in the treatment of Binge Eating Disorder.
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Vignoli, Alessandro. "Test di veicoli con prove di omologazione sul banco a rulli e su pista e analisi dei sistemi RDE." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23541/.

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Abstract:
L'elaborato tratta, inizialmente, le differenze tra i test che si svolgevano nel passato e quelli attuali e il procedimento seguito per lo svolgimento delle prove, prendendo come esempio le modalità di esecuzione di Mercedes-Benz nel laboratorio di Stoccarda su una GLE. In seguito viene analizzata più nel dettaglio l’unità PEMS, che rappresenta una nuova tecnologia in grado di misurare le emissioni inquinanti svolgendo una prova direttamente su strada. Lo studio dei crash test viene svolto mettendo in luce come si quantifica la severità di un incidente; gli incidenti stradali costituiscono la seconda causa di morte nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 29 anni e, quindi, ho ritenuto importante approfondire come le case automobilistiche debbano adoperarsi per rendere i propri veicoli più sicuri possibile. Sono prese in considerazione le caratteristiche dei manichini utilizzati ed i sensori montati su di essi e vengono mostrate le prove effettuate dall’ente europeo Euro NCAP e le valutazioni che ne derivano. Infine, ho spiegato come le aziende produttrici di auto debbano testarle accuratamente su svariati tipi di circuiti e con differenti prove specifiche per analizzare ogni possibile aspetto ed essere in grado di acquisire più dati significativi possibile: si passa, quindi, da zone ad alta velocità a zone più lente, passando per tratti in fuoristrada o con strade dissestate, per giungere ad altri in salita con pendenze rilevanti, fino a strade cittadine con dossi e buche, il tutto per fornire al cliente un prodotto sicuro ed efficiente.
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IANNI, PIERPAOLO. "IL RUOLO DEI PARLAMENTI NAZIONALI NEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE GIURIDICA EUROPEA DOPO IL TRATTATO DI LISBONA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/17948.

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Abstract:
Questa tesi di ricerca si occupa del ruolo rivestito dai parlamenti nazionali italiano, britannico e tedesco. Analizza il modo in cui questi parlamenti partecipano al processo decisionale ed implementano il diritto dell'Unione europea dopo il Trattato di Lisbona. La ricerca si concentra su un'analisi comparata delle leggi, delle procedure e consuetudini parlamentari al fine di esaminare il ruolo rivestito dai parlamenti nazionali nel contesto europeo. Il nuovo quadro giuridico previsto dal Trattato di Lisbona promuove la creazione di un sistema parlamentare integrato, basato sulle istituzioni europee e sui parlamenti nazionali cui è attribuito un ruolo più incisivo nel processo decisionale europeo, nella convinzione che un loro maggiore coinvolgimento possa contribuire a garantire un livello più efficace di democrazia nel funzionamento complessivo dell'Unione. I parlamenti nazionali possono contribuire a rendere l'U.E. più o meno efficiente. Essi sono chiamati a svolgere un ruolo rilevante nel processo legislativo europeo, in particolare nella fase di formazione delle politiche e del diritto dell’Unione europea (c.d. fase ascendente) e nel monitoraggio dell'esecuzione del principio di sussidiarietà. Il Trattato di Lisbona introduce norme di partecipazione diretta dei parlamenti nazionali nel processo legislativo europeo, trasformandoli in "guardians of subsidiarity". Il Trattato di Lisbona e i relativi Protocolli riconoscono il ruolo della cooperazione interparlamentare, affidando ai parlamenti nazionali il compito di promuovere e organizzare la sua realizzazione all'interno dell'Unione europea. In questa prospettiva le competenze delle commissioni specializzate in affari europei e della COSAC (Conference of Parliamentary Committees for Union Affairs of Parliaments of the European Union) sono ulteriormente potenziate.
This research thesis deals with the role of national parliaments in Italy, United Kingdom and Germany. It analyses the way in which these Parliaments participate in the European Union and implement the Law of the European Union after the Treaty of Lisbon. The research focuses on a comparative analysis of parliamentary procedures, instruments, and practices in order to examine the respective roles of the European Institutions and the national parliaments within the European framework. The new legal framework laid down the Treaty of Lisbon encourages the creation of an integrated parliamentary system, based on the European Parliament and on the national parliaments which are assigned a more incisive role in the European decision-making process, in the belief that these innovations may contribute to guaranteeing a more effective level of democracy in the overall functioning of the Union. The national parliaments can contribute to making Europe more or less effective. They will be called on to play a more important role in the European law-making process, specifically in the pre-legislative dialogue with European institutions and particularly in the monitoring of the enforcement of the subsidiarity principle in European legislation proposals. The Treaty of Lisbon regulations introduce direct participation of national parliaments in the European law-making process, transforming them into the "guardians of subsidiarity". The Treaty of Lisbon and the related protocols recognise and encourage interparliamentary cooperation, entrusting national parliaments with the task of promoting and organising its achievement within the European Union. In this perspective, the competences of the Conference of Community and European Affairs Committees of Parliaments of the European Union (COSAC) are further enhanced. In this thesis, the reasons for overall inclusion of national parliaments in the European Union activities are analysed. The role of national parliaments in the EU according to the specific provisions of the EU treaties is also discussed and the largest part of the work is devoted to the ex ante subsidiarity principle control mechanism (the Early Warning System), which gives the right for the national parliaments to influence the EU legislative process.
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IANNI, PIERPAOLO. "IL RUOLO DEI PARLAMENTI NAZIONALI NEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE GIURIDICA EUROPEA DOPO IL TRATTATO DI LISBONA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/17948.

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Abstract:
Questa tesi di ricerca si occupa del ruolo rivestito dai parlamenti nazionali italiano, britannico e tedesco. Analizza il modo in cui questi parlamenti partecipano al processo decisionale ed implementano il diritto dell'Unione europea dopo il Trattato di Lisbona. La ricerca si concentra su un'analisi comparata delle leggi, delle procedure e consuetudini parlamentari al fine di esaminare il ruolo rivestito dai parlamenti nazionali nel contesto europeo. Il nuovo quadro giuridico previsto dal Trattato di Lisbona promuove la creazione di un sistema parlamentare integrato, basato sulle istituzioni europee e sui parlamenti nazionali cui è attribuito un ruolo più incisivo nel processo decisionale europeo, nella convinzione che un loro maggiore coinvolgimento possa contribuire a garantire un livello più efficace di democrazia nel funzionamento complessivo dell'Unione. I parlamenti nazionali possono contribuire a rendere l'U.E. più o meno efficiente. Essi sono chiamati a svolgere un ruolo rilevante nel processo legislativo europeo, in particolare nella fase di formazione delle politiche e del diritto dell’Unione europea (c.d. fase ascendente) e nel monitoraggio dell'esecuzione del principio di sussidiarietà. Il Trattato di Lisbona introduce norme di partecipazione diretta dei parlamenti nazionali nel processo legislativo europeo, trasformandoli in "guardians of subsidiarity". Il Trattato di Lisbona e i relativi Protocolli riconoscono il ruolo della cooperazione interparlamentare, affidando ai parlamenti nazionali il compito di promuovere e organizzare la sua realizzazione all'interno dell'Unione europea. In questa prospettiva le competenze delle commissioni specializzate in affari europei e della COSAC (Conference of Parliamentary Committees for Union Affairs of Parliaments of the European Union) sono ulteriormente potenziate.
This research thesis deals with the role of national parliaments in Italy, United Kingdom and Germany. It analyses the way in which these Parliaments participate in the European Union and implement the Law of the European Union after the Treaty of Lisbon. The research focuses on a comparative analysis of parliamentary procedures, instruments, and practices in order to examine the respective roles of the European Institutions and the national parliaments within the European framework. The new legal framework laid down the Treaty of Lisbon encourages the creation of an integrated parliamentary system, based on the European Parliament and on the national parliaments which are assigned a more incisive role in the European decision-making process, in the belief that these innovations may contribute to guaranteeing a more effective level of democracy in the overall functioning of the Union. The national parliaments can contribute to making Europe more or less effective. They will be called on to play a more important role in the European law-making process, specifically in the pre-legislative dialogue with European institutions and particularly in the monitoring of the enforcement of the subsidiarity principle in European legislation proposals. The Treaty of Lisbon regulations introduce direct participation of national parliaments in the European law-making process, transforming them into the "guardians of subsidiarity". The Treaty of Lisbon and the related protocols recognise and encourage interparliamentary cooperation, entrusting national parliaments with the task of promoting and organising its achievement within the European Union. In this perspective, the competences of the Conference of Community and European Affairs Committees of Parliaments of the European Union (COSAC) are further enhanced. In this thesis, the reasons for overall inclusion of national parliaments in the European Union activities are analysed. The role of national parliaments in the EU according to the specific provisions of the EU treaties is also discussed and the largest part of the work is devoted to the ex ante subsidiarity principle control mechanism (the Early Warning System), which gives the right for the national parliaments to influence the EU legislative process.
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Salvatore, Viviana <1979&gt. "Cambiamenti nell'espressione genica in un sistema di co-coltura di fibroblasti umani e cellule di osteosarcoma: il ruolo del microambiente." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7416/1/Tesi_Definitiva_Viviana_Salvatore.pdf.

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Abstract:
L’importanza del microambiente nella progressione metastatica iniziò a delinearsi sin dalla fine del XIX secolo attraverso la teoria del “seed and soil”, proposta dal chirurgo inglese Stephen Paget (1855-1926), secondo la quale determinati tumori sono in grado di formare metastasi in organi specifici, proprio come un seme trova il terreno giusto per poter attecchire. In termini molecolari, Paget intuì come la cellula tumorale potesse esprimere molecole riconosciute solo in determinati tessuti. Negli stessi anni, il patologo americano James Ewing (1866-1943) elaborò una teoria complementaria, la “anatomical-mechanical hypothesis”, suggerendo l’idea che i sistemi linfatico e vascolare svolgessero un ruolo preponderante nella diffusione passiva delle cellule verso un determinato sito anatomicamente accessibile. Nel 1982, Bissell delineò la teoria moderna secondo cui, alla base dello sviluppo del tumore, sia il microambiente sia le mutazioni genetiche svolgono un ruolo fondamentale. Negli ultimi decenni, infatti, accanto alla definizione di cancro come malattia genetica, si è delineata l’importanza fondamentale delle interrelazioni che intercorrono tra l'epitelio tumorale e il microambiente tissutale nel processo di tumorigenesi. Il tumore è da tempo considerato un tessuto complesso, le cui cellule mutate non agiscono da sole durante la progressione del cancro, ma reclutano le normali cellule circostanti come collaboratori attivi per instaurare un fenotipo neoplastico. Se da un lato l’instabilità genomica dei tumori garantisce loro un vantaggio evolutivo continuo, permettendo a cellule sempre più resistenti e aggressive di sopravvivere alle terapie, dall’altro la loro natura malleabile ha evidenziato la necessità di attuare strategie multiple: molti studi pre-clinici e clinici hanno suggerito l’efficacia di terapie combinate che abbiano come target non solo le cellule tumorali, ma anche le componenti del microambiente e, in particolare, quelle dello stroma.
The relevance of the microenvironment in metastatic progression began to take shape since the late nineteenth century through the theory of the "seed and soil", given by the English surgeon Stephen Paget (1855-1926), according to which certain cancers are able to form metastases in specific organs, just like a seed finds the right soil to take root. In molecular terms, Paget understood as cancer cell could express molecules recognized only in certain tissues. In the same years, the American pathologist James Ewing (1866-1943) developed a complementary theory, "anatomical-mechanical hypothesis ", suggesting that the lymphatic and vascular systems could play a predominant role in the passive diffusion of cells toward a particular site anatomically accessible. In 1982, Bissell delineated the modern theory that, at the basis of tumor growth, both the microenvironment and the genetic mutations play a key role. In recent decades, in fact, next to the definition of cancer as a genetic disease, it has outlined the fundamental importance of the interrelationships that exist between the tumor epithelium and tissue microenvironment in the process of tumorigenesis. The tumor has long been considered a complex tissue, the cells of which do not act alone during the progression of cancer, but they can recruit normal surrounding cells as active collaborators to establish a neoplastic phenotype. While the genomic instability of tumors guarantees them a continuous evolutionary advantage, allowing more and more aggressive and resistant cells to survive the therapies, their malleable nature has highlighted the need to implement multiple strategies: many pre-clinical and clinical studies have suggested the efficacy of combination of therapies targeting not only the tumor cells, but also the components of the microenvironment, in particular those of the stroma.
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Salvatore, Viviana <1979&gt. "Cambiamenti nell'espressione genica in un sistema di co-coltura di fibroblasti umani e cellule di osteosarcoma: il ruolo del microambiente." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7416/.

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Abstract:
L’importanza del microambiente nella progressione metastatica iniziò a delinearsi sin dalla fine del XIX secolo attraverso la teoria del “seed and soil”, proposta dal chirurgo inglese Stephen Paget (1855-1926), secondo la quale determinati tumori sono in grado di formare metastasi in organi specifici, proprio come un seme trova il terreno giusto per poter attecchire. In termini molecolari, Paget intuì come la cellula tumorale potesse esprimere molecole riconosciute solo in determinati tessuti. Negli stessi anni, il patologo americano James Ewing (1866-1943) elaborò una teoria complementaria, la “anatomical-mechanical hypothesis”, suggerendo l’idea che i sistemi linfatico e vascolare svolgessero un ruolo preponderante nella diffusione passiva delle cellule verso un determinato sito anatomicamente accessibile. Nel 1982, Bissell delineò la teoria moderna secondo cui, alla base dello sviluppo del tumore, sia il microambiente sia le mutazioni genetiche svolgono un ruolo fondamentale. Negli ultimi decenni, infatti, accanto alla definizione di cancro come malattia genetica, si è delineata l’importanza fondamentale delle interrelazioni che intercorrono tra l'epitelio tumorale e il microambiente tissutale nel processo di tumorigenesi. Il tumore è da tempo considerato un tessuto complesso, le cui cellule mutate non agiscono da sole durante la progressione del cancro, ma reclutano le normali cellule circostanti come collaboratori attivi per instaurare un fenotipo neoplastico. Se da un lato l’instabilità genomica dei tumori garantisce loro un vantaggio evolutivo continuo, permettendo a cellule sempre più resistenti e aggressive di sopravvivere alle terapie, dall’altro la loro natura malleabile ha evidenziato la necessità di attuare strategie multiple: molti studi pre-clinici e clinici hanno suggerito l’efficacia di terapie combinate che abbiano come target non solo le cellule tumorali, ma anche le componenti del microambiente e, in particolare, quelle dello stroma.
The relevance of the microenvironment in metastatic progression began to take shape since the late nineteenth century through the theory of the "seed and soil", given by the English surgeon Stephen Paget (1855-1926), according to which certain cancers are able to form metastases in specific organs, just like a seed finds the right soil to take root. In molecular terms, Paget understood as cancer cell could express molecules recognized only in certain tissues. In the same years, the American pathologist James Ewing (1866-1943) developed a complementary theory, "anatomical-mechanical hypothesis ", suggesting that the lymphatic and vascular systems could play a predominant role in the passive diffusion of cells toward a particular site anatomically accessible. In 1982, Bissell delineated the modern theory that, at the basis of tumor growth, both the microenvironment and the genetic mutations play a key role. In recent decades, in fact, next to the definition of cancer as a genetic disease, it has outlined the fundamental importance of the interrelationships that exist between the tumor epithelium and tissue microenvironment in the process of tumorigenesis. The tumor has long been considered a complex tissue, the cells of which do not act alone during the progression of cancer, but they can recruit normal surrounding cells as active collaborators to establish a neoplastic phenotype. While the genomic instability of tumors guarantees them a continuous evolutionary advantage, allowing more and more aggressive and resistant cells to survive the therapies, their malleable nature has highlighted the need to implement multiple strategies: many pre-clinical and clinical studies have suggested the efficacy of combination of therapies targeting not only the tumor cells, but also the components of the microenvironment, in particular those of the stroma.
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Bonfiglio, Giuseppe Gaetano Emanuele. "Povertà alimentare e reti di solidarietà. Il ruolo dell'Agea e degli enti caritatevoli nell'ambito del sistema di aiuti dell'unione europea." Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1625.

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Abstract:
Scopo di questa tesi è quello di analizzare l entità e la valenza del fenomeno in una situazione, mai quanto oggi, di crisi economica partendo da un quadro mondiale per andare ad analizzare più dettagliatamente la situazione Italiana- Il paradosso della scarsità nell abbondanza , che rappresenta oggi una delle piaghe dei paesi più industrializzati, è un fenomeno che la letteratura (tranne alcuni studiosi) ha tralasciato, data anche la difficoltà palese di andare a reperire dati specifici nei vari livelli del sistema agroalimentare. Questo lavoro tende ad accendere ancor di più un campanello d allarme sulla situazione nazionale e mondiale e si pone come obiettivo la diffusione e l implementazione di modelli di recupero di alimenti che in alternativa andrebbero sprecati. L elaborato e costituito da una serie di approfondimenti che partono dall analisi della povertà alimentare e del bisogno, definendola nelle sue peculiarità, individuando quelle che sono le condizioni di indigenza in un contesto extranazionale che poi tende a focalizzare il suo obiettivo a livello nazionale con un analisi della scarsità,degli sprechi e degli interventi effettuati. Segue una trattazione che va ad analizzare nel dettaglio le fasi dello spreco alimentare all interno del sistema agroalimentare passando dalla produzione agricola, all Industria , alla distribuzione per ultimare l analisi sul consumatore finale. Lo studio procede con un analisi delle politiche statali di intervento effettuate dagli Enti preposti in sinergia con le organizzazioni caritatevoli andando ad esaminare due esperienze rappresentative del mondo del non profit come la Fondazione Banco Alimentare creata da Don Giussani e il Last Minute Market sviluppato dal professore Segrè dell Università di Bologna. Acune considerazioni conclusive sintetitizzano evidenziare alcuni caratteri rappresentativi degli interventi che attraverso la rete di iniziative onlus vengono attuati in Italia a beneficio dei soggetti esposti al fenomeno della povertà alimentare mediante il recupero degli sprechi. . Per un ente o associazione che si occupa di sostegno alimentare verso persone disagiate, l acquisto quotidiano di generi alimentari da destinare all'a¬limentazione degli assistiti è molto oneroso, e rappresenta solitamente la pri¬ma voce di costo, spesso sovvenzionata da enti comunali, benefattori o fonda¬zioni. Il recupero degli sprechi alimentari a favore di fasce della popolazione in difficoltà può essere vista come un opportunità per considerare questi due problemi in maniera congiunta risolvendo contemporaneamente il fallimento economico e il fallimento sociale.
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GAVARINI, ALESSANDRO. "Markers biologici di risposta clinica alla clozapina in soggetti schizofrenici resistenti al trattamento : il ruolo degli antigeni del sistema HLA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2005. http://hdl.handle.net/2434/40029.

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Abstract:
It has been suggested that the individual susceptibility to develop agranulocytosis and the patients' responsiveness to clozapine are both Human Leukocyte Antigen (HLA) associated. The study below was designed to re-examine the role of HLA antigens in influencing the clinical outcome of clozapine treatment in schizophrenic patients refractory to treatment. 112 Italian schizophrenic outpatients were treated with clozapine for 8 months. BPRS was used to assess clinical symptomatology at baseline (T0) and after 8 months' clozapine therapy (T1). HLA were serologically typed on peripheral blood lymphocytes at T1. None of the patients developed agranulocytosis or leucopenia. 23 patients (20.53%) were rated as high clozapine responders (as defined by a BPRS score reduced by =60% from T0 to T1) and 46 patients (41.06%) as low clozapine responders (as defined by a BPRS score reduced by <40% from T0 to T1). Looking at the frequencies of HLA antigens between high and low clozapine responders, our results show that HLA B35 seems to be a strong predictor of a high response to the drug (high responders vs low clozapine responders OR = 3.65, p = 0.042). Our results suggest that HLA-B35 antigen behaves like strong and independent predictor of clozapine responsiveness in Italian schizophrenic patients refractory to treatment.
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LABARILE, MISA. "Il ruolo sociale delle Università il caso della partnership Boston University-Chelsea." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/306.

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Abstract:
La mia tesi in questo lavoro di ricerca è che le università possono costituire attori di sviluppo grazie ad un'azione immediata e diretta su un'area problematica locale condotta attraverso partnership e reti con altri attori pubblici e privati. L'obiettivo è di creare due fattori di sviluppo: capitale sociale e capitale umano. Ho contestualizzato questa idea nella letteratura dell'istruzione superiore, relativamente ai termini del dibattito intorno a un ruolo innovativo e attivo dell'università contemporanea nel contesto sociale. Di questo mi occupo nel capitolo 1. Nel capitolo 2 analizzo il problema di secondo livello, ovvero l'aspetto organizzativo che può assumere una forma innovativa di funzione sociale: le partnership pubblico-private. Le ipotesi che emergono nei primi due capitoli vengono testate nel terzo sul caso di studio, la partnership tra Boston University e il distretto scolastico di Chelsea, MA: un esperimento unico nel quale un'università privata ha gestito sistematicamente per due decenni un distretto scolastico pubblico. Benché il caso di studio sia unico nel suo genere, e quindi non comparabile, ho voluto contestualizzarlo nel capitolo 4 attraverso l'analisi di altri due casi relativi a problemi affini: riforme scolastiche per la qualità dell'istruzione, e le politiche e la missione delle istituzioni di istruzione superiore. Tutti i casi presentati in questo lavoro appartengono alla prospettiva statunitense.
My thesis in this work is that the universities could be active agents of development, intervening successfully on a local problematic area by networking with public and private actors in order to generate two specific factors of development: social and human capital. I set this idea in the context of the literature on higher education and the debates on innovative and active social functions for the contemporary university. This is the focus of Chapter 1. In Chapter 2 I approach the problem on a deeper level, in its organizational terms: I analyse the public-private partnerships as instruments for the universities to self-assign and re-interpret their local engagement for the creation of human and social capitals. The hypothesis presented in the first two chapters are tested in Chapter 3 on my case study: the Boston University-Chelsea Partnership, a unique example of the day-by-day management of a public district (the Chelsea public schools, MA) by a private university (the Boston University). My case study is set in context in Chapter 4, through the provision of other cases that, albeit not comparably, address similar concerns (quality of education and systems reform, and higher education policies and mission). All these cases are US-focused.
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LABARILE, MISA. "Il ruolo sociale delle Università il caso della partnership Boston University-Chelsea." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/306.

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Abstract:
La mia tesi in questo lavoro di ricerca è che le università possono costituire attori di sviluppo grazie ad un'azione immediata e diretta su un'area problematica locale condotta attraverso partnership e reti con altri attori pubblici e privati. L'obiettivo è di creare due fattori di sviluppo: capitale sociale e capitale umano. Ho contestualizzato questa idea nella letteratura dell'istruzione superiore, relativamente ai termini del dibattito intorno a un ruolo innovativo e attivo dell'università contemporanea nel contesto sociale. Di questo mi occupo nel capitolo 1. Nel capitolo 2 analizzo il problema di secondo livello, ovvero l'aspetto organizzativo che può assumere una forma innovativa di funzione sociale: le partnership pubblico-private. Le ipotesi che emergono nei primi due capitoli vengono testate nel terzo sul caso di studio, la partnership tra Boston University e il distretto scolastico di Chelsea, MA: un esperimento unico nel quale un'università privata ha gestito sistematicamente per due decenni un distretto scolastico pubblico. Benché il caso di studio sia unico nel suo genere, e quindi non comparabile, ho voluto contestualizzarlo nel capitolo 4 attraverso l'analisi di altri due casi relativi a problemi affini: riforme scolastiche per la qualità dell'istruzione, e le politiche e la missione delle istituzioni di istruzione superiore. Tutti i casi presentati in questo lavoro appartengono alla prospettiva statunitense.
My thesis in this work is that the universities could be active agents of development, intervening successfully on a local problematic area by networking with public and private actors in order to generate two specific factors of development: social and human capital. I set this idea in the context of the literature on higher education and the debates on innovative and active social functions for the contemporary university. This is the focus of Chapter 1. In Chapter 2 I approach the problem on a deeper level, in its organizational terms: I analyse the public-private partnerships as instruments for the universities to self-assign and re-interpret their local engagement for the creation of human and social capitals. The hypothesis presented in the first two chapters are tested in Chapter 3 on my case study: the Boston University-Chelsea Partnership, a unique example of the day-by-day management of a public district (the Chelsea public schools, MA) by a private university (the Boston University). My case study is set in context in Chapter 4, through the provision of other cases that, albeit not comparably, address similar concerns (quality of education and systems reform, and higher education policies and mission). All these cases are US-focused.
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Mongardi, Elena. "Il ruolo dell'Infant Massage nello sviluppo neurologico del neonato pretermine: revisione sistematica della letteratura." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16906/.

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Abstract:
Introduzione: L’Infant Massage è uno degli interventi maggiormente attuati allo scopo di fornire un sostegno allo sviluppo dei neonati pretermine in TIN. Tuttavia, gli studi presenti a riguardo in letteratura sono pochi, spesso eterogenei, molto datati o poco validi dal punto di vista della qualità metodologica. Obiettivi: Indagare quali siano le più recenti e valide evidenze presenti in letteratura riguardo all’effetto dell’Infant Massage sullo sviluppo del sistema nervoso del neonato pretermine, durante e a seguito del ricovero in Terapia Intensiva Neonatale. Metodi: La ricerca è stata svolta sulle principali banche dati biomediche ed ha incluso studi pubblicati in letteratura negli ultimi 10 anni. Sono stati inclusi soltanto studi clinici randomizzati controllati in cui l’Infant Massage venisse proposto a neonati pretermine e che ponessero come outcome la valutazione di funzioni correlate allo sviluppo del sistema nervoso. Risultati: Sono stati selezionati in totale 4 studi, valutati tramite la scala PEDro. I risultati ottenuti dai singoli studi sono stati analizzati e confrontati. Tutti gli studi hanno riportato risultati positivi, più o meno significativi a seconda dei casi, ciascuno in relazione alle proprie misure di outcome, e non sono stati rilevati effetti avversi. Tutte le evidenze fornite sono quindi concordi nell’affermare che la pratica dell’Infant Massage applicata a bambini nati con diversi gradi di prematurità, ma accomunati da una condizione di stabilità clinica e di assenza di patologie e malformazioni maggiori, determini un beneficio sullo sviluppo neurologico dei neonati. Conclusioni: È consigliabile proseguire nella ricerca in questo ambito, realizzando trial clinici dotati di campioni di ampiezza adeguata per l’inferenza degli esiti, ed eventualmente modificando i criteri di inclusione ed esclusione in modo da poter verificare gli effetti di tale tecnica, per quanto possibile, anche nei neonati in condizioni cliniche più critiche.
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