Journal articles on the topic 'Sintomi'

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Teggi, R., M. Manfrin, C. Balzanelli, O. Gatti, F. Mura, S. Quaglieri, F. Pilolli, L. O. Redaelli de Zinis, M. Benazzo, and M. Bussi. "Prevalenza dei sintomi vertigine e instabilità in un campione di 2672 soggetti e correlazione con il sintomo cefalea." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 3 (May 2016): 215–19. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-847.

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Abstract:
La vertigine e l’instabilità sono sintomi molto comuni nella popolazione la cui prevalenza è stimata tra il 20 e il 56%. L’obiettivo del nostro lavoro è stato quello di determinare la prevalenza di questi sintomi in una popolazione di 2672 soggetti. È stato somministrato loro loro un questionario; nella prima parte sono stati richiesti i dati demografici e se avessero mai sofferto di vertigine o instabilità nella loro vita. L’età media del campione è stata di 48,3 ± 15 anni, il 46,7% erano maschi. Sul totale della popolazione 1077 (40,3%) hanno riferito di aver sofferto di vertigine o instabilità nella loro vita, con un primo episodio occorso all’età di 39,2 ± 15,4 anni. Nella seconda parte del questionario sono state indagate le caratteristiche delle vertigini (età del primo episodio, il tipo di vertigine, presenza di più episodi, esacerbazione posizionale della vertigine, presenza di sintomi cocleari infine la presenza di cefalea da moderata o severa nel corso della vita e le sue caratteristiche cliniche (riferita a un emicrania, pulsante, associata a fono o fotofobia, peggiore con l’attività fisica). È stata osservata una correlazione della vertigine con l’età e con il sesso, essendo la prima 4,4 volte più frequente nelle donne e 1,8 volte nei soggetti con oltre 50 anni. Sul campione complessivo di 2672 soggetti, 13,7% hanno riferito vertigine rotatoria, 26,3% episodi recidivanti, 12,9% esacerbazione correlata alla posizione e il 4,8% presenza sintomi cocleari; il 34,8% ha lamentato cefalea nel corso della loro vita. I soggetti affetti da cefalea presentavano un’incidenza aumentata di vertigini recidivanti, di esacerbazione correlata alla posizione, di sintomi cocleari e un’età più giovane di comparsa del primo episodio di vertigine/instabilità. Nella discussione i nostri dati sono stati confrontati con quelli di precedenti studi. Gli autori sottolineano la correlazione tra vertigine/instabilità da un lato e cefalea con caratteristiche emicraniche dall’altro.
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Pinquier, C., and J. Lesouef. "Sintomi psichiatrici più frequenti." EMC - AKOS - Trattato di Medicina 18, no. 4 (December 2016): 1–6. http://dx.doi.org/10.1016/s1634-7358(16)80633-6.

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Ardino, Vittoria, Paola Di Blasio, and Luca Milani. "Disturbo post-traumatico e comportamento criminale: rischio di recidiva e costrutti personali." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (March 2010): 45–65. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-001004.

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Abstract:
Gli eventi traumatici causano esiti psicopatologici di natura diversa e con diverse configurazioni di sintomi. Il presente studio analizza le cognizioni post-traumatiche nei contesti forensi per verificare le connessioni tra esperienze di traumatizzazione precoce, sintomi del Disturbo Post-Traumatico da Stress e rischio di recidiva di reato in una popolazione carceraria. L'ipotesi principale sostiene che cognizioni disfunzionali (worry, percezione negativa del supporto degli altri) mediano la relazione tra i sintomi DPTS ed il rischio di recidiva. Lo studio, inoltre, esplora il modello della Psicologia dei Costrutti Personali basato sulla teoria di Kelly (1995) per comprendere in che modo un sistema di credenze post-traumatico possa frammentare la visione del mondo e del Sé del campione. I risultati hanno mostrato che la percezione negativa del supporto degli altri media tra sintomi DPTS e rischio di recidiva e che i partecipanti con i sintomi DPTS hanno maggiori difficoltŕ ad integrare eventi traumatici e il reato stesso all'interno del loro sistema di costrutti e credenze.
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Cavalletti, Matteo, Maria Paola Boldrini, Alessandra Catania, Valeria Fusco, Nicoletta Serra, and Giovanni Tagliavini. "Utilizzare la TADS-Interview di S. Boon e H. Matthess per la diagnosi dei Disturbi Dissociativi e Complex PTSD." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (December 2021): 79–91. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003006.

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Abstract:
La Trauma and Dissociation Symptoms Interview di S. Boon e H. Matthess (da qui TADS-I) è un'intervista clinica semi-strutturata, composta da 214 domande, che ha lo scopo di valutare in modo approfondito i sintomi dissociativi e i sintomi correlati al trauma. L'obiettivo principale della TADS-I è valutare la gravità e la qualità dei sintomi dissociativi e di tutti gli altri sintomi clinici che si possono sviluppare a seguito di una o più esperienze traumatiche. Con l'attuale versione della TADS-I è possibile superare il limite di altri strumenti dedicati alla diagnosi dei sintomi dissociativi, in quanto sono presenti più indicatori specifici per differenziare questi due aspetti. L'obiettivo, a cui questo lavoro dà un primo contributo, è lo studio e lo sviluppo di nuovi profili diagnostici che permetteranno di osservare in uno stesso grafico, per ogni scheda sintomatologica, frequenza, distress, gravità sintomatologica, gravità sintomatologica con alterazione di coscienza e gravità sintomatologica con possibile divisione del sè attualmente in corso.
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Passali, D., and F. Piragine. "A Comparison of Azelastine Nasal Spray and Cetirizine Tablets in the Treatment of Allergic Rhinitis." Journal of International Medical Research 22, no. 1 (January 1994): 17–23. http://dx.doi.org/10.1177/030006059402200102.

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Abstract:
A total of 40 patients with perennial allergic rhinitis were treated with either azelastine nasal spray 0.14 mg/nostril twice daily (0.56 mg/day) or cetirizine tablets 10 mg once daily. Treatment was for a period of eight weeks. The rhinitis symptoms were evaluated according to a four-point scale (0 = absent, 3 = severe). The Total Rhinitis Symptom Score (TRSS) was derived from the sum of the individual symptom scores. Symptoms were assessed at baseline prior to treatment and at weeks 2, 4 and 8. Compared to baseline, TRSS for both the azelastine and cetirizine groups were less at each assessment during treatment, a slight nonsignificant advantage was seen in the azelastine group. At the end of the study, physicians rated global efficacy as being ‘good’ or ‘excellent’ in 73.7% of azelastine patients and 55.5% of cetirizine patients. Both treatments were well tolerated and no serious adverse events were reported, however, two cetirizine patients withdrew from the study because of somnolence. In conclusion, azelastine has been shown to be at least as effective as cetirizine in the relief of the symptoms of perennial allergic rhinitis. Un campione clinico di 20 + 20 pazienti con rinite allergica è stato trattato con Azelastina spray nasale alla dose di 2 puff da 0.14 mg/narice/die (0.56 mg/die) o con 1 compressa/die di Cetirizina da 10 mg. La durata del trattamento è stata di 8 settimane. I sintomi di rinite sono stati valutati in base ad una scala a 4 punti (in cui 0 = assente o scomparso, 3 = sintomo grave). Il Punteggio Totale dei Sintomi di Rinite (PTSR) è stato ottenuto addizionando i punteggi dei singoli sintomi. I sintomi sono stati rilevati prima dei trattamenti (valore basale) e successivamente ad intervalli di 2, 4 e 8 settimane. Ad ogni rilevamento nel corso del trattamento si è riscontrata una diminuzione del PTSR rispetto al valore basale, in entrambi i gruppi di trattamento. Nel gruppo Azelastina si è manifestata una maggiore diminuzione del punteggio, non statisticamente significativa. Alla conclusione dello studio i ricercatori hanno definita “eccellente” o “buona” l'efficacia nel 73.7% del casi trattati con Azelastina Spray Nasale e nel 55.5% di quelli trattati con Cetirizina. Entrambi i trattamenti sono stati ben tollerati e non si sono rilevati effetti collaterali. In conclusione, Azelastina Spray Nasale, ha dimostrato efficacia comparabile a quella di Cetirizina compresse nell'alleviare i sintomi della rinite allergica.
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Tombolini, Lucia. "Metafore e immagini. Sogni, sintomi, rappresentazioni interpersonali." PSICOBIETTIVO, no. 2 (June 2019): 17–32. http://dx.doi.org/10.3280/psob2019-002002.

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Dalle, Luche Riccardo Piero. "Dai sintomi di base al Sè psicotico." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (December 2013): 63–95. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2013-003005.

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Avagnina, Irene, Chiara Paolin, Micaela Santini, and Franca Benini. "Tosse e astenia: consigli pratici di gestione nei pazienti eleggibili alle cure palliative pediatriche." QUADERNI ACP 28, no. 3 (2021): 125–30. http://dx.doi.org/10.53141/qacp.2021.125-130.

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Abstract:
Le cure palliative pediatriche (CPP) rappresentano un ambito multidisciplinare della pediatria che si prefigge l’obiettivo di garantire la qualità di vita a bambini affetti da malattie inguaribili ad alta complessità assistenziale e di rispondere ai loro bisogni e a quelli delle loro famiglie. A livello clinico, molteplici sono i sintomi disturbanti con ampia ricaduta sulla qualità della vita, che devono essere gestiti e trattati. Alcuni di questi, in modo particolare, rappresentano una sfida importante per i caregiver e i sanitari che si occupano dei bambini eleggibili alle CPP. Questo secondo lavoro si propone di presentare, con un taglio pratico e di immediata utilità per il pediatra, le strategie di gestione di tosse e astenia. Nell’ambito delle CPP questi due sintomi sono frequenti. La tosse e l’astenia, assieme agli atri sintomi respiratori, al dolore, alla difficoltà di alimentazione, rappresentano un’importante determinante della qualità di vita nei pazienti, impattando significativamente sulla capacità di svolgere le attività della vita quotidiana e sulla loro sfera psicologica e sociale. Per entrambi i sintomi ci sono ancora pochi studi in letteratura che guidino il clinico nella loro gestione, che a oggi si basa ancora troppo sull’esperienza individuale piuttosto che sull’evidenza scientifica.
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Bove, Egidio, and Andrea Raballo. "Sintomi di base e vulnerabilità esperienziale alla psicosi." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (December 2013): 47–62. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2013-003004.

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Morganti, Giovanna, and Paola Castelli Gattinara. "La maternitŕ negata. Dal corpo come oggetto all'identitŕ incarnata." PSICOBIETTIVO, no. 1 (August 2010): 115–24. http://dx.doi.org/10.3280/psob2010-001007.

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Abstract:
Partendo dall'ipotesi di un collegamento tra esperienze precoci di traumi relazionali e successive evidenze psicopatologiche di tipo dissociativo, verrŕ illustrato il percorso terapeutico con una paziente grave che presenta sia sintomi somatici come la sterilitŕ sine causa che sintomi psicologici come la depersonalizzazione. Particolare rilievo viene dato alla relazione terapeutica quale contesto interpersonale "sicuro" che permette l'integrazione di memorie implicite dissociate collegate alle esperienze traumatiche.
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De Stefano, Marika, Martina Rispoli, Assunta Rotondo, Raffaella Siniscalchi, and Rosa Spina. "Un progetto di ricerca sugli stili familiari di ragazzi e famiglie con un membro hikikomori." PSICOBIETTIVO, no. 2 (June 2022): 161–70. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-002013.

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Abstract:
L'obiettivo di questo articolo è approfondire il fenomeno giapponese hikikomori; i sintomi dell'hikikomori sono il risultato di meccanismi disfunzionali che coinvolgono molteplici livelli: sociale, familiare e individuale, e vanno inquadrati nella storia dell'individuo e dei contesti di riferimento. Il focus sarà la famiglia e il suo funzionamento, prendendo in considerazione il modello circonflesso di Olson e adottando come strumento il "Faces IV". L'obiettivo è verificare l'esistenza di una correlazione tra struttura familiare e sintomo. Il modello di riferimento è quello sistemico-relazionale con l'obiettivo finale di dar voce a questo malessere e allargare il campo di osservazione.
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Milner, Joel, Cynthia Thomsen, Julie Crouch, Mandy Rabenhorst, Patricia Martens, Christopher Dyslin, Jennifer Guimond, Valerie Stander, and Lex Merrill. "I sintomi traumatici mediano la relazione fra maltrattamento fisico infantile e il rischio in etŕ adulta di maltrattamento?" MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (April 2011): 11–45. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-001002.

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Abstract:
: anche se la trasmissione intergenerazionale della violenza familiare č stata ben documentata, il meccanismo responsabile di questo effetto non č stato ancora completamente accertato. Il presente studio valuta se i sintomi traumatici mediano la relazione fra una storia di maltrattamento fisico infantile (CPA, Child Physical Abuse) e il rischio in etŕ adulta di perpetrare il maltrattamento fisico (rischio di CPA in etŕ adulta), e se tale mediazione sia uguale per le donne e per gli uomini.: reclute femminili e maschili della Marina Statunitense (USN, US Navy) (N = 5.394) e studenti universitari (N = 716) hanno completato un questionario self-report riguardante la loro storia di maltrattamento infantile (nello specifico, maltrattamento fisico infantile e abuso sessuale infantile [CSA, Child Sexual Abuse]), l'esposizione alla violenza intima tra i partner (IPV, Intimate Partner Violence), attuali sintomi traumatici, e il rischio in etŕ adulta di perpetrare il maltrattamento fisico infantile.: come atteso, č stata riscontrata una forte associazione fra una storia di maltrattamento fisico infantile e il rischio di CPA in etŕ adulta. Questa associazione č risultata significativa anche dopo aver controllato le variabili demografiche e l'esposizione infantile ad altre forme di violenza (CSA e IPV), e la forza della relazione non č risultata variare in base alle variabili demografiche o all'esposizione ad altre forme di violenza. Tuttavia, l'associazione fra una storia di CPA e il rischio di CPA in etŕ adulta č risultata piů forte fra i soggetti con alti punteggi di evitamento difensivo rispetto ai soggetti con bassi punteggi. L'associazione fra una storia di CPA e il rischio di CPA in etŕ adulta č risultata largamente, ma non interamente, mediata dai sintomi psicologici traumatici. La mediazione č stata osservata per gli uomini e per le donne sia del campione della Marina Statunitense sia degli studenti universitari.: i sintomi traumatici associati ad una storia di CPA rendono conto di una sostanziale parte della relazione fra una storia di CPA e il rischio in etŕ adulta di perpetrare il maltrattamento fisico infantile sia negli uomini sia nelle donne.: nella misura in cui i sintomi traumatici sono un meccanismo a partire dal quale si verifica la trasmissione intergenerazionale dell'abuso infantile, intervenire per ridurre i sintomi traumatici nelle vittime di CPA ha il potenziale di ridurre il rischio di perpetuare il ciclo della violenza.
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Greco, Carla, Chiara Pacchioni, and Manuela Simoni. "Manifestazioni cliniche della neuropatia autonomica diabetica: valutazione dei sintomi." L'Endocrinologo 22, no. 6 (October 20, 2021): 514–18. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00978-2.

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Floris, F. "Sintomi E Complicanze Da Catetere Autostatico a Doppio J." Urologia Journal 57, no. 3 (June 1990): 284–92. http://dx.doi.org/10.1177/039156039005700307.

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Gaeta, Francesca, Francesco Valitutti, and Daniela Melis. "Sintomi gastroenterologici come esordio nei disturbi del comportamento alimentare." Medico e Bambino Pagine elettroniche 25, no. 10 (December 31, 2022): 214. http://dx.doi.org/10.53126/mebxxvd214.

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Boccanelli, Alessandro. "Stenosi aortica, un problema ad alta prevalenza e morbilità." Cardiologia Ambulatoriale 30, no. 3 (December 9, 2022): 146–51. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-3-2.

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Abstract:
L’aumento dell’età media della popolazione a cui si è assistito negli ultimi 40 anni ha reso epidemiologicamente rilevanti le valvulopatie degenerative, tra cui la Stenosi Valvolare Aortica (SAV). La diagnosi precoce di questa condizione può consentire di allungare anche non di poco la vita dei pazienti e sicuramente migliorarne la qualità. Una causa possibile della sottodiagnosi della SAV è la scarsa consapevolezza del peso epidemiologico della malattia. La prevalenza della SAV moderata-severa nella popolazione generale tra i 70 e i 75 anni è di circa il 2%, crescente con l’età. La sclerosi valvolare aortica, premessa per lo sviluppo nel tempo di SAV, è presente nel 34% della popolazione oltre i 65 anni. Nei pazienti asintomatici con SAV moderata-severa, durante un periodo di follow up medio di 2 anni circa, il 39,4% sviluppa sintomi tali da giustificare la sostituzione valvolare. Circa il 50% dei pazienti con SAV da moderata a severa non riferisce sintomi. In letteratura, il rischio di morte improvvisa nella fase silente della SAV varia dallo 0,25% al 1,7% per anno. È molto frequente che i pazienti con SAV riferiscano con ritardo i propri sintomi. Se si considera una mortalità annua del 30% in presenza di sintomi, il loro riconoscimento precoce e il tempestivo avvio a sostituzione protesica sono fondamentali Da queste considerazioni emerge la necessità di una diagnosi precoce e possibilmente ad uno stadio di minore gravità, attraverso campagne di screening istituzionale.
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Lello, S. "Sintomi vasomotori ed estratto di polline purificato: meccanismo di azione." Giornale Italiano di ostetricia e ginecologia 39, no. 2 (2017): 104. http://dx.doi.org/10.11138/giog/2017.39.2.104.

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Tipaldo, Giuseppe, Sara Rocutto, Carlotta Merlo, and Fabio Bruno. "Il dibattito degli esperti sul Covid-19: sintomi di decivilizzazione." Quaderni di Sociologia, no. 89- XLVI (August 1, 2022): 47–81. http://dx.doi.org/10.4000/qds.4976.

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Borgna, Eugenio. "Le fragili certezze della diagnosi in psichiatria." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2011): 11–18. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-002002.

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Abstract:
Nel contesto di una psichiatria rivalutata come scienza umana, come scienza della intersoggettivitŕ, e non solo come scienza naturale che la comprende solo in parte, la diagnosi non puň essere considerata nella sua ghiacciata e impersonale dimensione categoriale; ma deve essere riconsiderata nella sua dimensione problematica e interpersonale. Questo cosa significa in un contesto di psichiatria applicata alla clinica e alla riconoscibilitŕ dei molteplici fenomeni della sofferenza psichica: definizione radicalmente antropologica, e non drasticamente naturalistica come č quella di malattia tout court? Non altro significa che, in psichiatria, come ha scritto una volta per tutte Kurt Schneider, i sintomi non hanno nulla a che fare con la loro riduzione naturalistica a segmenti pietrificati di una malattia in senso clinico; ma con esperienze vissute che narrano qualcosa di significativo storicamente, e soggettivamente, e che conseguentemente non possono se non essere interpretati. Non esistono fatti, ma interpretazioni di fatti, come ha scritto Friedrich Nietzsche; e cosě la diagnosi, in psichiatria, e cioč la connotazione neurotica, o psicotica, dei sintomi (la sola cosa che, in fondo, conti), cambia nella misura in cui nasca, o non nasca, una relazione terapeutica fra chi cura e chi č curato. La diagnosi, insomma, come esperienza, e non come pietrificata espressione di un incasellamento dei diversi sintomi in uno schema sindromico precostituito.
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Gabrielli, Giampietro. "La triade sanitaria riabilitativa nella malattia di Parkinson: fi sioterapia, logopedia, neuropsicologia." PNEI REVIEW, no. 2 (November 2022): 20–30. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2022-002003.

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Abstract:
La malattia di Parkinson (MdP) è la più diffusa malattia neurodege- nerativa dopo la malattia Alzheimer, con un numero di casi destinati ad aumentare in futuro. È una malattia che presenta un quadro di sintomi complesso, che comprende aspetti motori e non motori, che possono influire molto negativamente sulla qualità di vita. Gli studi scientifici degli ultimi anni dimostrano che l'approccio multidisciplinare sia essenziale per il mantenimento ed il miglioramento delle funzioni più colpite dalla malattia. L'approccio multidisciplinare prevede la presenza di un team composto da neurologi, cardiologi, urologi, fisioterapisti, logopedisti, neuropsicologi, infermieri; il team necessita di un coordinatore che abbia conoscenze cliniche interdisciplinari per riuscire ad avere una visione globale del livello di salute del paziente e del suo intero nucleo familiare, il cui coinvolgimento è importante per il buon livello di recupero. Il coordinatore deve riuscire, inoltre, a distinguere sintomi strettamente legati alla malattia e sintomi causati da altre situazioni patologiche o disfunzionali, al fine di ottimizzare gli interventi terapeutici. La riabilitazione nella MdP si occupa della rieducazione neuromotoria, della terapia della voce e della deglutizione, delle funzioni cognitive e degli aspetti emotivi del paziente e dei familiari. Queste discipline non intervengono separatamente ma ne cessitano di un continuo interscambio, dando spazio alla componente riabilitativa più urgente rispetto ad altre.
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Logias, F., M. J. Sequenza, A. Granata, and D. Soru. "Depressione e patologia renale: rassegna della letteratura e prospettive di intervento." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 4 (January 26, 2018): 8–13. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1166.

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Abstract:
La depressione nei pazienti affetti da patologia renale è un problema rilevante poiché essa è associata a un aumento del tasso di decesso e ospedalizzazione e a una riduzione della compliance. Il trattamento farmacologico si presenta come la terapia elettiva, tuttavia si riscontra una maggiore difficoltà nel trattare i sintomi depressivi che si presentano in comorbidità con la patologia renale rispetto a quando la depressione è l'unica patologia. Diverse ricerche mostrano che questo problema può essere affrontato attraverso un intervento integrato farmacologico e psicoterapeutico, il quale ha un effetto additivo nel trattamento di questa patologia. Per quanto riguarda la patologia renale diversi studi suggeriscono l'efficacia di un intervento psicoterapeutico nel trattamento dei sintomi depressivi, tuttavia sono necessarie ulteriori ricerche che confrontino l'efficacia dei diversi approcci psicoterapeutici.
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Vietri, Agostino. "Dalla riva al mare aperto. Il rapporto tra legami familiari e autonomia." PSICOBIETTIVO, no. 3 (May 2010): 163–74. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-003009.

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Abstract:
In questo articolo rileggiamo da un'altra prospettiva il caso clinico di S., proposto da Claudia Lupi, secondo un'ottica sistemico-relazionale. S. č un uomo di 24 anni che si presenta alla terapeuta con dei sintomi psico-somatici. La storia di S. sembra riportare i sintomi in un quadro relazionale di rigiditŕ intrafamiliare, con difficoltŕ di espressione emotiva e di legittimazione dei bisogni. L'evento traumatico assumerebbe in questo caso un significato metaforico, in quanto rappresentativo dei sentimenti di rabbia, colpa e vergogna legati al fallimento delle iniziative autonome. Anche se l'intervento proposto ha dato risultati soddisfacenti un eventuale psicoterapia sistemico-relazionale, con il coinvolgimento della famiglia, avrebbe ricercato l'attivazione di risorse intrafamiliari, con l'obiettivo di ridurre ulteriormente l'ansia attraverso la legittimazione dei movimenti di autonomia e di differenziazione.
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Giuseppina Bartolo, Maria, Anna Lisa Palermiti, Rocco Servidio, Flaviana Tenuta, Francesco Craig, and Angela Costabile. "L'impatto della paura da COVID-19 sui livelli di stress e sui sintomi di ansia e depressione in adolescenti." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (August 2021): 47–62. http://dx.doi.org/10.3280/mal2021-002004.

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Abstract:
La pandemia da COVID-19 rappresenta una minaccia per il benessere psicologico degli adolescenti per via delle problematiche legate allo stress causato dall'isolamento sociale. Attraverso la somministrazione di un questionario online anonimo, l'obiettivo dello studio è esplorare, in un gruppo di 345 adolescenti (età 15-19 anni), la relazione tra la paura da COVID-19 e i livelli di stress, i sintomi di ansia e depressione, e il ruolo di quest'ultima sul benessere. I risultati confermano che la paura da COVID-19 è positivamente associata ai livelli di stress e ai sintomi dell'ansia, e quest'ultima media la relazione tra i livelli di de-pressione e stress. I risultati evidenziano la necessità di proporre azioni utili a promuovere il benessere psicologico negli adolescenti.
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Lombardo, Luigi, and Roberta Rossi. "Disfunzioni sessuali e Sclerosi multipla: aspetti epidemiologici, eziopatogenetici e clinici." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 1 (July 2011): 55–74. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-001004.

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Abstract:
La Sclerosi multipla (SM) č una malattia cronica che colpisce i giovani adulti in un'etŕ compresa fra i 21 ed i 54 anni ed č piů comune fra le donne che fra gli uomini. Č una malattia degenerativa che provoca una demielinizzazione progressiva nel sistema nervoso con sintomi che dipendono dal tipo di forma clinica e dalla localizzazione delle lesioni. La SM č una malattia a genesi presumibilmente autoimmune associata a fattori di rischio genetici ed ambientali probabilmente correlati ad agenti patogeni ancora non esattamente individuati. Tra i fattori ambientali, le infezioni sessualmente trasmesse sono quelle piů probabilmente connesse con l'eziologia della malattia. Nelle ultime decadi č stato osservato un aumento dei tassi di incidenza e prevalenza e ciň ha posto l'Italia fra le zone ad lato rischio. La SM esercita un impatto diretto sulla sessualitŕ dovuto alle lesioni nel sistema nervoso centrale e periferico ed ai diversi sintomi neurologici ed ha un grosso impatto sulla qualitŕ della vita. Le disfunzioni sessuali colpiscono circa il 50-90% degli uomini ed il 40-80% delle donne affette da SM. I tipi di disfunzione sessuale (DS) possono essere categorizzati in tre livelli. DS primaria, che include la riduzione della libido, della lubrificazione e dell'orgasmo. DS secondaria, caratterizzata da limitazioni nell'attivitŕ sessuale dovute a sintomi fisici. DS terziaria, legata ad aspetti psicologici, emotivi, sociali e culturali.
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Bortolami, A. "Riabilitazione del pavimento pelvico per i sintomi del basso tratto urinario." EMC - Medicina Riabilitativa 17, no. 4 (January 2010): 1–20. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(10)70197-8.

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Lotti, F., G. Corona, M. Mancini, C. Biagini, G. M. Colpi, S. Degli Innocenti, E. Filimberti, et al. "Associazione tra varicocele, eiaculazione precoce e sintomi di prostatite: possibili meccanismi." L'Endocrinologo 12, no. 3 (June 2011): 152–53. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344814.

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Chiuini, Emilia, and Ketty Savino. "Impatto del Long COVID sulla medicina di genere." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 3 (December 31, 2022): 165–73. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-3-3.

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Abstract:
Nei mesi successivi alla diffusione della pandemia da SARS-COV-2 molti pazienti hanno cominciato a riferire persistenza di sintomi dopo la guarigione dalla fase acuta, in prevalenza affaticamento, affanno, disturbi neurologici e psicologici. L’attenzione della comunità scientifica e delle strutture sanitarie si è dovuta quindi rivolgere a questa larga popolazione di individui con prolungamento della sintomatologia per analizzare l’impatto e le conseguenze del fenomeno, denominato “Long COVID”. I risultati delle raccolte dati a livello internazionale hanno mostrato una prevalenza netta del genere femminile in questa popolazione con sintomi persistenti. Il presente articolo passa in rassegna le caratteristiche del Long COVID, analizzando la sua incidenza sulla popolazione generale, la sua probabile eziologia, le differenze di genere e le conseguenze della pandemia in campo non solo sanitario ma anche socio-economico.
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Pozzetti, Roberto. "La psicoanalisi e la clinica di frontiera: nuovi sintomi e nuove povertŕ." COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no. 20 (December 2010): 31–45. http://dx.doi.org/10.3280/cost2010-020002.

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Abstract:
La psicoanalisi applicata si rivolge oggi a diverse situazioni che esulano dallo studio privato; fra queste vi č quella degli esseri umani in condizioni di disinserimento. Si tratta di soggetti che presentano delle difficoltŕ nei legami sociali accentuate dalle condizioni socio-economiche di precarietŕ tanto diffuse in questo momento. Alcuni contesti clinici relativi ai nuovi sintomi e alle nuove povertŕ costituiscono delle figure emblematiche di tale realtŕ.
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Russo, Concetta. "Sintomi di alterità. Per una critica antropologica dell'incontro psicoterapeutico con bambini migranti." COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no. 28 (November 2014): 65–80. http://dx.doi.org/10.3280/cost2014-028006.

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Mastropaolo, Lia. "Nuove patologie adolescenziali o nuove emergenze sociali? L'hikikomori č solo giapponese?" TERAPIA FAMILIARE, no. 97 (January 2012): 31–57. http://dx.doi.org/10.3280/tf2011-097002.

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Abstract:
L'autrice, nella sua attivitŕ clinica si č trovata negli ultimi anni a lavorare, sempre piů frequentemente, con giovani adulti che presentano sintomatologie comuni: chiudersi in casa, passare la giornata a navigare in internet, crearsi una vita virtuale parallela o vivere nella stanza/tana in cui si consuma l'intera quotidianitŕ del vivere... Si pone l'interrogativo: siamo in presenza di nuove patologie o di nuove emergenze sociali? Confronta le precedenti ricerche fatte sugli adolescenti con l'attuale ricerca, il fenomeno giapponese dell'hikikomori con il nuovo fenomeno dei giovani italiani e, attraverso tre casi clinici, presenta nuove modalitŕ di intervento: le "terapie fluttuanti", il lavoro sul sé. Per rispondere al quesito racconta come nel tempo si siano modificate le sue metodologie di trattamento della patologia, come legge il sintomo, come utilizza ora le ipotesi, come tratta l'ingaggio dell'adolescente, del giovane adulto e della sua famiglia, come mantiene la relazione terapeutica ora rispetto al passato e come utilizza i sintomi all'interno del percorso terapeutico.
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Balestrieri, Matteo. "Expressions of depression in Alzheimer's disease. The current scientific debate." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 9, no. 2 (June 2000): 126–39. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008319.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo– In questa rassegna sono stati raccolti ed analizzati i dati conoscitivi provenienti da ricerche che si occupano della relazione tra depressione e malattia di Alzheimer (Alzheimer's Disease, AD).Metodo– E' stata analizzata in modo sistematico la letteratura, attingendo sia alle segnalazione presenti nella banca-datiMedlineche alle informazioni ricavabili da una analisi ragionata degli studi pubblicati.Risultati– La prevalenza di segni e sintomi depressivi nei pazienti con AD è piuttosto elevata (40-50%). II ruolo della depressione all'interno dell'AD (indipendente, prodromo, fattore di rischio) deve in realtà essere ancora definito. I dati sulla familiarità per la depressione suggeriscono che l'AD agisca come stimolo scatenante la depressione su una base di vulnerabilità genetica. Su un versante biologico l'insorgenza di depressione nell'AD potrebbe derivare da uno sbilanciamento tra sistema colinergico e noradrenergico, mentre sul versante della comprensione psicologica la depressione costituirebbe una reazione di lutto per il decadimento cognitivo. Gli attuali strumenti diagnostici validati in pazienti con AD costituiscono un buon ausilio nella clinica e nella ricerca. L'individuazione di una depressione nel corso di un AD rimane in realtà sempre difficoltosa se non sono presenti sintomi affettivi franchi, poichè i sintomi cognitivi, psicomotori e vegetativi appartengono sia alia depressione che all'AD. I disturbi affettivi più frequentemente riportati sono la depressione maggiore e la distimia. Nel trattamento farmacologico si suggerisce l'utilizzo dei farmaci antidepressivi con minori effetti anticolinergici. Buoni risultati sono stati ottenuti anche adattando diversi tipi di psicoterapia alle particolari esigenze del paziente demente.Conclusioni– L'attuale dibattito scientifico si basa su conoscenze ancora limitate e parcellizzate. La futura ricerca in questo campo dovrà produrre studi che siano in grado di soddisfare criteri di indagine più rigidi, con una migliore definizione dei casi, una stratificazione per fattori di rischio ed una prospettiva longitudinale.
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Linares, Juan Luis. "Depressione e distimia: basi relazionali e guide per l'intervento." TERAPIA FAMILIARE, no. 94 (February 2011): 79–94. http://dx.doi.org/10.3280/tf2010-094006.

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Abstract:
L'Autore sottolinea l'importanza di distinguere le due forme fondamentali della depressione: una piů grave, erede dell'antica psicosi maniaco-depressiva ed un'altra piů lieve, di tipo nevrotico (la distimia). Nella famiglia d'origine del depresso si incontra generalmente una coppia genitoriale con una buona intesa, con una relazione complementare, ed il fallimento delle funzioni genitoriali sotto il segno di un livello di richieste alto, senza valorizzazione. Squalificato, il paziente tende a sua volta a costruire una coppia complementare, che si irrigidisce quando, dopo essere state frustrate le aspettative di protezione e valorizzazione, intervengono i sintomi a chiudere il cerchio della squalifica. Il distimico, invece, proviene da una famiglia con dei genitori che non hanno una buona intesa, che lo "triangolano", e favoriscono la coalizione con uno di loro e l'antagonismo con l'altro. Imitando il modello dei genitori, il paziente tende a costruire una coppia simmetrica, nella quale i sintomi si integrano, prendendo parte ai giochi di potere. L'intervento terapeutico si concentrerŕ principalmente sulla coppia. Nel caso della depressione grave, si include anche un approccio con la famiglia d'origine ed un lavoro individuale con il paziente.
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Carrozzo, Romeo, Irene Bonicelli, Chiara Caldiani, Monica Altobelli, Marzia Bacchini, Alberto Vitali, Claudia Contardi, and Danila Mariani. "OctoberFAST: segni e sintomi dei bambini sottoposti a tampone per SARS-CoV-2." Medico e Bambino pagine elettroniche 40, no. 1 (January 31, 2021): 1–8. http://dx.doi.org/10.53126/mebxxiv001.

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Abstract:
Background - From the beginning of the SARS-CoV-2 outbreak one major issue has been the early identification of infectious cases. It is particularly challenging to perform a symptom-based screening in the paediatric population because of the seeming overlap of early clinical manifestations between Covid-19 and other common viral infections. Aims - This study was aimed to assess the likelihood that clinical scenarios driving to the SARS-CoV-2 molecular swab test (SMST) might be suggestive for Covid-19 in children. Materials and methods - A survey was proposed to the family paediatricians of the Province of Bergamo (Italy). For all the patients referred for SMST due to symptoms in the period 28/Sep/2020 - 31/Oct/2020, the request was to gather the following data: symptoms, outcome of the SMST, school level, and period between onset of symptom/s and SMST. Data were centralised in anonymous format, making use of pivot-table with aggregate data for final statistical analysis. Results - Data were exploitable for 75 family paediatricians, for a total 3,093 SMST. SMST were positive in 119 cases (3.85%). The rate of SMST positivity was: 1) higher when the interval between symptoms and SMST was shorter than 24h; 2) slightly higher at middle school vs. pre-school or elementary school. Among the observed symptoms, a robust positive association with SMST positivity was observed (OR = 7.77) with a high PPV (22.5%) only for anosmia/ageusia. Conclusion - Although this study detected a few more suggestive signs/symptoms for Covid-19 with respect to other common viral illnesses, a symptom-based screening for SARS-CoV-2 appears less effective to flush out the virus in children. The estimation of the pre-test probability should also rely on the concurrent evaluation of the epidemiological setting.
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Baldetti, Marco, Carmelo Giovanni La Mela, Sara Mori, and Maria Sansone. "Schemi Maladattivi Precoci e sintomi psicopatologici: studio esplorativo in una popolazione non clinica." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 36 (October 2015): 133–43. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2015-036010.

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Della Vedova, Anna Maria, Laura Vismara, and Carlo Cristini. "Maternità e migrazione: rischio psicosociale e sintomi depressivi nel periodo del post partum." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (April 2020): 243–57. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-001011.

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Negri, Attà, and Luca Belotti. "Sulla funzionalità dei sintomi e dei problemi - I pretesti professionali della psicologia clinica." RICERCA PSICOANALITICA, no. 3 (December 2017): 21–35. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2017-003003.

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Foresti, Giovanni. "Tormenti di Anime, Passioni, Sintomi, Sogni [Torments of the Soul: Passions, Symptoms, Dreams]." International Journal of Psychoanalysis 93, no. 6 (December 2012): 1527–31. http://dx.doi.org/10.1111/1745-8315.12005.

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Ruggieri, Alessandro. "Il corpo in psicoanalisi. Pensieri in merito al lavoro: "Patologia somatica, relazionalità e conoscenza nel processo psicoanalitico" di Carlo Vittorio Todesco." PSICOANALISI, no. 1 (July 2022): 27–37. http://dx.doi.org/10.3280/psi2022-001003.

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Abstract:
Partendo dal lavoro di Todesco vengono proposte riflessioni riguardo al problema dell'interazione tra mente e corpo. Più il bambino è piccolo, più i suoi sintomi avranno un'espressione prevalentemente, se non esclusivamente, somatica. Spesso il corpo e gli affetti ci parlano più di quanto riescano le parole. Persino le interpretazioni in analisi sono e restano caratterizzate da una componente corporea che si intreccia con un significato affettivo, oltre che cognitivo, sia nel paziente che nell'analista. Gli affetti sono una possibile chiave di volta tra mente e corpo, costituiscono il terreno nel quale una materia sconfina e si sovrappone con l'altra. L'analista necessita di una teoria metapsicologica per potersi orientare rispetto a quan-do, come e cosa interpretare. Il sintomo somatico non necessita peraltro sempre di un'interpretazione, questa può essere in alcune circostanze anche inutile o dannosa. Nel testo si riflette sulla necessità di prendere in considerazione i livelli profondi del funzionamento umano in analisi come in psichiatria. Spesso la frammentazione del sé del paziente si esprime con ma-nifestazioni somatiche che, se interpretate scorrettamente, possono determinare conseguenze non indifferenti sul piano clinico.
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Costanzo, E., G. Caravaglios, G. Failla, R. Marziolo, M. G. Pennisi, and G. Rapisarda. "Low Back Pain." Rivista di Neuroradiologia 15, no. 4 (August 2002): 401–6. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500407.

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Abstract:
Il low back pain è un dolore localizzato a livello lombo-sacrale, eventualmente associato ad irradiazione radicolare sciatalgica o cruralgica. È uno dei sintomi più frequenti per cui viene consultato un medico. Si tratta di una sindrome ad elevato costo sociale. La regione denominata low-back è composta dalle ultime vertebre lombari, il sacro ed il coccige, le articolazioni sacro-iliache ed intervertebrali, i muscoli, i legamenti, gli elementi nervosi. La patogenesi del dolore lombare può essere meccanica, compressiva, infiammatoria, neuropatica e da somatizzazione. Le patologie più frequentemente riscontrate sono quella vertebrale degenerativa e quella discale. Il dolore è il sintomo più importante. Se la sintomatologia è persistente, si accompagna a segni neurologici obiettivi e a segni sistemici d'infezione o di neoplasia, è opportuno procedere con esami di laboratorio e radiologici. Gli esami neurofisiologici sono utili in caso di deficit neurologici evidenti od estesi. Il management del paziente con low back pain è multidisciplinare ed una stretta collaborazione tra le varie figure professionali è essenziale per la diagnosi e la terapia.
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Brancatella, Alessandro, Nicola Viola, Daniele Sgrò, Debora Ricci, Paolo Vitti, Ferruccio Santini, and Francesco Latrofa. "Il gozzo multinodulare." L'Endocrinologo 22, no. 4 (August 2021): 318–24. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00926-0.

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Abstract:
SommarioSi definisce gozzo l’incremento diffuso o nodulare della ghiandola tiroidea. Il suo sviluppo è legato a fattori genetici e ambientali, di cui il più importante è rappresentato dalla carenza iodica. L’inquadramento clinico prevede un’attenta valutazione dei sintomi, dei segni, dei risultati degli esami ormonali, delle caratteristiche ecografiche e citologiche. Il trattamento deve essere poi individualizzato tenendo conto della disponibilità di molteplici opzioni terapeutiche.
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Minonzio, G., F. Baruzzi, P. Beretta, A. Ercoli, A. Facchinetti, A. Mercuri, and G. Bonaldi. "Eclampsia gravidica con sequele neurologiche a distanza." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 3 (August 1992): 379–84. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500312.

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Abstract:
L'eclampsia gravidica costituisce una infrequente ma grave complicanza in corso di sindrome gestosica ed è caratterizzata da episodi di convulsioni generalizzate seguiti da coma che generalmente recede in un breve lasso di tempo. A questi tipici sintomi principali si associano altri segni di interessamento del sistema nervoso centrale, spesso di natura focale, che in passato sono stati descritti come a rapida risoluzione (2–3 giorni) senza reliquati sia dal punto di vista clinico che radiologico, ove si escludano gli infrequenti casi (5%) in cui si osserva l'instaurarsi di una grave emorragia cerebrale capace di condurre al decesso la paziente. Vengono descritti due casi che si discostano in parte da quanto finora segnalato in letteratura poiché, dopo il superamento da parte delle pazienti dell'episodio eclamptico acuto, si è osservato in entrambe il persistere di segni neurologici per la durata di mesi. In base a tali rilievi viene ipotizzato che l'evoluzione dei sintomi neurologici post-eclampsia sia più variabile nell'entità e nella durata di quanto finora dimostrato, evidenziandosi in tal modo un possibile inquadramento di tali rilievi in gradi progressivi di gravità legati al tipo (edema, sofferenza ischemica, emorragia) ed all'entità del danno instauratosi a carico del sistema nervoso centrale.
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Abramovitch, Sheila. "Sexo, gênero. Sintoma e sinthoma." Revista de Psicanálise Stylus, no. 34 (August 29, 2017): 129–35. http://dx.doi.org/10.31683/stylus.v0i34.32.

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Abstract:
Atualmente, ciência e tecnologia unidas podem mudar o corpo do ser falante – gênero –, produzindo criaturas capazes de realizar escolhas objetais com Freud, ou modalidades de gozo em Lacan, antes impedidas por sua biologia. A pulsão ao tentar contornar o objeto a vai enredando a trama do sujeito, transformandoo mal-estar do sintoma em um sinthoma particular. A autora apresenta o caso de uma adolescente de doze anos, que diz “não se sentir uma menina e quer ser um menino”. Apresenta, também, em contraponto, o caso do primeiro homem trans brasileiro, que com uma laçada reinventa um lugar para si no mundo, com a expressão de seu sinthoma.
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Zanoletti, E., L. Girasoli, D. Borsetto, G. Opocher, A. Mazzoni, and A. Martini. "Endolymphatic sac tumour in von Hippel-Lindau disease: management strategies." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 5 (October 2017): 423–29. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1402.

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Abstract:
Il carcinoma del sacco endolinfatico è un tumore molto raro come evidente dai dati presenti in letteratura ove anche centri di esperienza riferiscono tuttavia casistiche limitate. E’ un tumore maligno a lenta crescita, con tendenza all’invasione locale e scarsa tendenza alla disseminazione metastatica. L’insorgenza spesso tardiva dei sintomi e la difficoltà ad eseguire indagini bioptiche a livello della sede di origine, parete posteriore della rocca, ha reso la diagnosi di questo tumore spesso difficile, nonostante si riconoscano attualmente dati radiologici patognomonici della neoplasia. Patterns tipici di presentazione sono evidenziabili alla RM con mezzo di contrasto e alla TC per osso a strato sottile, rendendo nella maggior parte dei casi possibile la diagnosi radiologica. L’incidenza del tumore del sacco endolinfatico è maggiore nei pazienti affetti da sindrome di von Hippel Lindau (VHL), con una frequenza del 25% che fa parte del quadro sindromico. Negli anni dal 2012 al 2015 abbiamo osservato 7 casi, uno di essi con manifestazione della patologia bilaterale, tutti affetti da VHL. Quattro tra questi sono stati sottoposti a chirurgia presso il nostro centro per un totale di 5 procedure chirurgiche. Ogni caso è stato descritto dettagliatamente analizzando sintomi, intervallo tra comparsa dei sintomi, diagnosi e terapia. Non vi è stata morbidità post-operatoria aggiuntiva nei pazienti in cui la diagnosi e la terapia sono state precoci, mentre la gestione di tumori localmente avanzati è stata associata a deficit neurologici postoperatori, in particolare del VII, IX e X nervo cranico. I siti anatomici critici di coinvolgimento della malattia che hanno coinciso con un pianificato rischio di danno neuronale sono risultati essere il canale di Falloppio, il forame giugulare, l’apice della rocca petrosa. L’estensione intradurale nella fossa cranica posteriore è stato un altro elemento caratterizzante i tumori in stadio avanzato. I tumori del sacco endolinfatico che lo screening permette di evidenziare precocemente nei pazienti VHL, hanno buona prognosi quando affrontati precocemente, compatibilmente con le esigenze terapeutiche della malattia di base.
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Capaccio, P., M. Gaffuri, V. Rossi, and L. Pignataro. "Sialendoscope-assisted transoral removal of hilo-parenchymal sub-mandibular stones: surgical results and subjective scores." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 2 (April 2017): 122–27. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1601.

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Abstract:
Come si evince dall’analisi della letteratura, l’approccio transorale ai calcoli prossimali e ilo-parenchimali della ghiandola sottomandibolare rappresenta una valida alternativa alla scialoadenectomia tradizionale. Lo scopo di questo studio è quello di valutare i risultati chirurgici, ecografici e soggettivi di questa tecnica conservativa. Tra Gennaio 2003 e Settembre 2015 sono stati trattati con l’approccio transorale scialoendoscopico-assistito 479 pazienti affetti da calcoli ilo-parenchimali sottomandibolari palpabili, non mobili, di dimensioni superiori ai 7 mm. Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad un follow-up clinico, ecografico e ad una valutazione soggettiva dell’outcome chirurgico per mezzo di un apposito questionario somministrato attraverso un’intervista telefonica. Il successo chirurgico definito come completa asportazione del calcolo ilo-parenchimale è stato ottenuto in 472 pazienti (98.5%); in sette casi (1.5%) si è verificato un insuccesso chirurgico, riguardante esclusivamente calcoli parenchimali puri. Un anno dopo l’intervento chirurgico, 408 pazienti (85.1%) non riferivano più sintomi ostruttivi, 59 pazienti (12.3%) riferivano sintomi ostruttivi ricorrenti e 12 (2.6%) infezioni ricorrenti. Dei 54 pazienti (11.2%) affetti da litiasi sottomandibolare ricorrente, 52 sono stati sottoposti ad una seconda procedura terapeutica, nello specifico in 29 casi a scialoendoscopia, in 2 casi a litotrissia pneumatica intracorporea, in 8 casi a chirurgia transorale, in 6 casi ad un ciclo di litotrissia extracorporea, in 7 casi a scialoadenectomia sottomandibolare. La maggior parte dei pazienti (75.2%) ha riferito un dolore post-chirurgico di grado lieve. Al termine del follow-up, i sintomi riferiti da 454 pazienti (94.8%) erano migliorati dopo il secondo trattamento e la ghiandola sottomandibolare affetta era stata preservata nel 98.5% dei casi. La chirurgia transorale scialoendoscopico-assistita dei calcoli ilo-parenchimali della ghiandola sottomandibolare rappresenta un’opzione terapeutica sicura, efficace e conservativa e la preservazione del dotto e del parenchima ghiandolare permette di esplorare il sistema duttale attraverso l’ostio naturale in caso di ricorrenza della patologia. L’utilizzo combinato dell’approccio transorale e delle altre tecniche mini-invasive permette di trattare con successo la maggior parte dei pazienti affetti da litiasi ilo-parenchimale sottomandibolare.
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Gambardella, R. "A Comparison of the Efficacy of Azelastine Nasal Spray and Loratidine Tablets in the Treatment of Seasonal Allergic Rhinitis." Journal of International Medical Research 21, no. 5 (September 1993): 268–75. http://dx.doi.org/10.1177/030006059302100505.

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Abstract:
A total of 30 patients suffering from seasonal allergic rhinitis were treated in a 6-week randomized, double-blind, double-dummy parallel-group study, comparing azelastine nasal spray (0.14 mg/nostril administered twice daily) and loratidine tablets (10 mg once daily). Symptoms evaluated were sneezing, nose and/or eye itching, lacrimation, rhinorrhoea, photophobia, nasal occlusion, throat irritation, smell loss, nasal mucosa swelling, conjunctivitis, and pharyngeal mucosa reddening. Each symptom was assessed according to severity and given a score on a fourpoint rating scale. Compared with baseline, total symptom scores for both the azelastine and loratidine treatment groups were reduced at each of the assessments during treatment. No significant differences were observed between the two treatment groups. The investigator concluded that azelastine, formulated as a nasal spray, is as effective as loratidine tablets in the relief of the symptoms of seasonal rhinitis and that it has a rapid onset of action. Un gruppo di 30 pazienti affetti da rinite allergica stagionale è stato trattato, in uno studio radomizzato, tra gruppi paralleli, doppio cieco, double dummy della durata di 6 settimane con azelastina spray nasale (0.14 mg/narice 2 volte al giorno) e loratina compresse (10 mg/die). I sintomi controllati sono stati i seguenti: starnuti, prurito nasale e/o oculare, lacrimazione, rinorrea, fotofobia, occlusione nasale, irritazione faringea, perdita dell'olfatto, edema della mucosa nasale, congiuntivite ed arrossamento della mucosa faringea. I sintomi sono stati valutati in base alia loro gravità assegnando un punteggio variabile da 1 a 4. In entrambi i gruppi di trattamento il punteggio totale della sintomatologia è risultato inferiore a quello basale ad ogni controllo nel corso dei trattamenti. Non sono state rilevate differenze significative tra i due trattamenti che si sono dimostrati entrambi efficaci. I ricercatori hanno concluso che azelastina spray nasale ha la stessa efficacia di loratidina compresse nell'alleviare i sintomi della rinite allergica stagionale e possiede una notevole rapidità di azione ed una notevole maneggevolezza clinica.
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Gatta, Michela, Federica Zanelli, Lara Del Col, Linda Fornaro, Maria Cristina Gatto Rotondo, and Pier Antonio Battistella. "Adolescenza e psicodramma analitico: analisi testuale ed effetti a breve termine sui sintomi psichiatrici." GRUPPI, no. 2 (March 2016): 61–83. http://dx.doi.org/10.3280/gru2015-002006.

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Gottken, Tanja. "Terapia Psicoanalitica Infantile breve (PaCT) per bambini che mostrano sintomi emotivi e disturbi dell'affettivitŕ." INTERAZIONI, no. 1 (July 2012): 53–78. http://dx.doi.org/10.3280/int2012-001005.

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Abstract:
La Terapia Psicoanalitica infantile breve (PaCT) prevede 20-25 sedute psicoterapeutiche condotte in diversi setting (genitori e bambino insieme; bambino e genitori separatamente). Nel corso di tali sedute, terapeuta, genitori e bambino cercano di individuare e modificare il tema conflittuale centrale, mettendo in evidenza la relazione che definiamo "Triangolo di costellazioni Psicodinamiche" (ToP, Triangle of Psychodynamic constellations). Conformemente alle nozioni di terapia psicoanalitica, proponiamo due fattori di cambiamento. Innanzitutto, il trattamento intende modificare le rappresentazioni mentali ancora in essere nel bambino, come pure i conseguenti stili cognitivi-emotivi. In secondo luogo, si impegna a promuovere la mentalizzazione genitoriale (Fonagy et al., 2002) intorno al bambino tramite sedute con i genitori, con cadenza regolare (ogni 4 sedute). Nel gioco libero, intendiamo agire sul conflitto principale del bambino per integrarlo con tecniche basate sulla mentalizzazione, adattandole al livello di strutturalizzazione del bambino. Riteniamo che l'efficacia della PaCT dipenda in modo critico dal lavoro con i genitori, in particolare dal padre e dalla sua capacitŕ di "triangolare", ovvero di accettare in modo attendibile e fedele il ruolo di "terzo oggetto" al fine di consentire il distacco del bambino dall'oggetto primario che č la madre (Mahler, Abelin). Nonostante le difficoltŕ riscontrabili nell'applicazione concreta dei trattamenti psicodinamici senza epurarli della loro complessitŕ, abbiamo cercato di creare la PaCT in forma concreta. Auspichiamo pertanto di accrescere l'applicazione e l'accessibilitŕ dei trattamenti psicoanalitici, per una piů vasta gamma di setting (ad esempio, vantaggi per i tirocinanti), nonché per aiutare a valutare sistematicamente il risultato del trattamento attraverso sperimentazioni controllate, la prima delle quali č attualmente in corso presso la nostra clinica. Questo articolo illustrerŕ la PaCT attraverso del materiale clinico.
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Camisasca, Elena, Sarah Miragoli, and Paola Di Blasio. "La disorganizzazione dell'attaccamento spiega i sintomi post-traumatici nei bambini vittime di violenza intrafamiliare?" MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (June 2014): 35–55. http://dx.doi.org/10.3280/mal2014-002003.

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Dogliani, Mario. "Cittadino: un modello culturale superato?" QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (September 2011): 19–27. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003003.

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Abstract:
Quella che caratterizza la nostra epoca č una situazione di fatto, nuova, che sembra incidere profondamente sulla possibilitŕ di tenuta del modello culturale presupposto dalle costituzioni democratiche contemporanee. Essa tocca, infatti, la stessa capacitŕ dei soggetti di riconoscersi come "soggetti" a una Legge (che č la base dello Stato costituzionale contemporaneo). Compito delle brevi considerazioni che seguono č quello di indicare alcuni sintomi di questa situazione di fatto.
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Hoffer, Axel. "Che cosa vuole l'analista? Il rapporto tra la libera associazione, l'attivitŕ, l'ambizione e le innovazioni tecniche dell'analista." PSICOANALISI, no. 1 (September 2010): 25–49. http://dx.doi.org/10.3280/psi2010-001002.

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Abstract:
L'A. ricostruisce la storia della libera associazione, la "regola fondamentale", attraverso la relazione/controversia Freud-Ferenczi. L'idea dell'"attivitŕ", inizialmente proposta da Freud per i pazienti fobici e ossessivi, si lega agli inizi degli anni '20 al nome di Ferenczi. Scopo dell'attivitŕ č agevolare o, piů accuratamente, "forzare" le associazioni in analisi. Poi Ferenczi cambia idea perché si accorge che la sua analisi ha ricreato l'ambiente genitoriale traumatico che ha causato la nevrosi del paziente. Questo mutamento d'opinione lo induce a ridefinire il controtransfert e a sviluppare le nuove tecniche dell'"indulgenza" e del "rilassamento", mitigando l'enfasi di Freud su "astinenza" e "frustrazione". Una vignetta tratta dall'analisi di una paziente bulimica pericolosamente auto-distruttiva illustra il valore della libera associazione come strumento prezioso per aiutare il paziente a sentirsi compreso senza pressioni alla rinuncia dei sintomi. Monitorando costantemente l'ambizione terapeutica, l'analista dimostra l'importanza della libera associazione nel favorire nella paziente una migliore comprensione di sé e del valore di sopravvivenza dei suoi sintomi. La vignetta evidenzia quanto l'ambizione terapeutica dell'analista renda difficile la libertŕ di associare della paziente e inevitabilmente intralci l'attenzione uniformemente fluttuante dell'analista. Naturalmente č necessario e auspicabile che l'analista nutra un desiderio terapeutico, ma esigendo il cambiamento si finisce per promuovere la condiscendenza e la ribellione nascosta che limitano l'analisi.
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