Dissertations / Theses on the topic 'Sindacale'

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Banchelli, Claudia. "L'informazione sindacale nei quotidiani italiani." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20613/.

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Abstract:
La tesi è un’indagine sulla presenza nei quotidiani italiani dell’informazione sindacale. Il corpus giornalistico analizzato è composto dagli articoli che citano il sindacato pubblicati sul Corriere della Sera, La Repubblica ed Il Sole 24 Ore nel periodo dal 21 novembre 2019 al 21 dicembre 2019. Il primo capitolo descrive brevemente l’ascesa e il declino del movimento sindacale italiano negli ultimi decenni e le caratteristiche del linguaggio sindacale degli anni ottanta, anni in cui è stato coniato il termine “sindacalese”. Il secondo capitolo si occupa dell’informazione ai tempi del web, in particolare del concetto di notiziabilità di una notizia e del percorso che compie la notizia prima di arrivare alla pubblicazione in una testata giornalistica. Il terzo capitolo descrive i criteri con i quali è stato creato il piccolo corpus di riferimento, la presenza dell’informazione sindacale nelle tre testate prescelte e il confronto e l’analisi delle diverse testate. L’analisi riguarda inoltre la riconoscibilità del linguaggio sindacale all’interno dell’informazione giornalistica. In conclusione, si sono esposti i risultati di questa analisi, osservando le analogie e le differenze nel modo in cui le tre testate scelte trattano l’informazione sindacale.
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Pedersoli, E. "IL COLLEGIO SINDACALE NELLE BANCHE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/233144.

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Abstract:
This thesis is aimed at outlining the role of the Board of the Statutory Auditors (the so called “Collegio Sindacale”) in the Italian banks. Specifically, the statutory auditors perform a control that has conventionally been considered to be ex-post and periodic, normally a spot check, for the purpose of informing the shareholders of illegal acts, misconduct, or negligence by the directors. Instead, the monitoring of the Board of Statutory Auditors in the banks seems to assume different connotations in relation to the control assigned to it in "ordinary" companies, as it can be classified as a sort of supervisor of the overall system of internal controls: such monitoring can be implemented not so much subsequently and in a context of sanctions in relation to management irregularities, but more in a preventive context of continuous cooperation with the directors in the correction of organizational structures. Moreover, the goal of the last chapter of the thesis is to analyze if the Board of Statutory Auditors can perform an “ex-ante” control also in the ordinary companies, taking into account the need of protection of the minority shareholders, the creditors and the stakeholders.
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D'IPPOLITO, EDOARDO. "IL COLLEGIO SINDACALE NELLE SOCIETA' BANCARIE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/11452.

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Abstract:
La tesi ha ad oggetto lo studio della funzione di controllo del collegio sindacale nelle società bancarie. L’evoluzione del sistema dei controlli interni, quale processo che ricomprende le funzioni di compliance, risk management e internal audit, ha una notevole influenza sul ruolo svolto dal collegio sindacale delle banche, anche a seguito delle recenti Disposizioni di Vigilanza di Banca d’Italia, che hanno recepito istanze internazionali volte ad incrementare il ruolo del sistema dei controlli interni. La tesi affronta, inoltre, punti cruciali del tema, quali la natura del controllo del collegio sindacale e il rapporto “funzionale” esistente tra il collegio sindacale e Banca d’Italia.
The aim of the paper is the study of the control function of the “collegio sindacale” (the auditor board typical of the Italian corporate governance model) in banks. The evolution of the internal control system, as a process that includes compliance, risk management and internal audit, has an important influence on the role played by the collegio sindacale in banks, also because of the recently issued Disposizioni di Vigilanza issued by Bank of Italy. The Disposizioni have got from the international regulations the incremental importance of the internal control system. Furthermore, the dissertation deals with some crucial points on the subject, like the nature of collegio sindacale’s control function and the functions relationship between the collegio and the Bank of Italy.
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D'IPPOLITO, EDOARDO. "IL COLLEGIO SINDACALE NELLE SOCIETA' BANCARIE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/11452.

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Abstract:
La tesi ha ad oggetto lo studio della funzione di controllo del collegio sindacale nelle società bancarie. L’evoluzione del sistema dei controlli interni, quale processo che ricomprende le funzioni di compliance, risk management e internal audit, ha una notevole influenza sul ruolo svolto dal collegio sindacale delle banche, anche a seguito delle recenti Disposizioni di Vigilanza di Banca d’Italia, che hanno recepito istanze internazionali volte ad incrementare il ruolo del sistema dei controlli interni. La tesi affronta, inoltre, punti cruciali del tema, quali la natura del controllo del collegio sindacale e il rapporto “funzionale” esistente tra il collegio sindacale e Banca d’Italia.
The aim of the paper is the study of the control function of the “collegio sindacale” (the auditor board typical of the Italian corporate governance model) in banks. The evolution of the internal control system, as a process that includes compliance, risk management and internal audit, has an important influence on the role played by the collegio sindacale in banks, also because of the recently issued Disposizioni di Vigilanza issued by Bank of Italy. The Disposizioni have got from the international regulations the incremental importance of the internal control system. Furthermore, the dissertation deals with some crucial points on the subject, like the nature of collegio sindacale’s control function and the functions relationship between the collegio and the Bank of Italy.
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Todaro, Stefano <1984&gt. "Libertà sindacale, diritto di sciopero e libertà economiche." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4021.

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Abstract:
La tesi ha lo scopo di mettere in evidenza come, a livello comunitario e nazionale, sono regolamentate e contemperate due discipline tradizionalmente contrastanti: le libertà economiche e i diritti dei lavoratori, in particolare la libertà sindacale e il diritto di sciopero
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6

Cavallo, Nicolo' <1987&gt. "Il sistema sindacale italiano e tedesco a confronto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4848.

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Abstract:
La tesi paragona i sistemi sindacali e la struttura della contrattazione collettiva tedeschi ed italiani. L’analisi delle due realtà parte da un approfondimento della storia dei due sistemi sindacali. L’excursus storico inizia da metà Ottocento con la loro nascita fino ai giorni nostri, passando per le due guerre mondiali e un periodo storico comune come quello delle dittature. Nello sviluppo dell’argomentazione si cerca sempre di fornire i riferimenti storici essenziali per collocare nel tempo i diversi passaggi, alcuni ovviamente caratteristici della singola realtà nazionale, altri comuni ad entrambi i paesi. Per dare un’idea più precisa ed esaustiva dell’argomento affrontato si passa ad un’esposizione dei soggetti protagonisti del sistema sindacale di entrambe le parti sociali. Passaggio necessario a questo fine è l’esposizione dell’organizzazione interna dei sindacati e delle associazioni datoriali. La descrizione della struttura del sistema di contrattazione cerca di delineare i tratti principali della materia. Si parte dai fondamenti giuridici dei due paesi. Descrivendo poi la struttura della contrattazione cioè dei possibili livelli ai quali questa può avvenire e del suo sviluppo in funzione della complessità sociale che deve regolare e della spinta che in entrambi i paesi si ha verso il decentramento contrattuale. Le materie che vengono regolate dalla contrattazione e la funzione normativa ed obbligatoria che legano le due parti al momento della firma dell’accordo. Infine le struttura della retribuzione, la quale è l’argomento più importante della contrattazione, soprattutto nel definirne l’ammontare, e i tempi per il rinnovo dei contratti collettivi.
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PETTINELLI, ROBERTO. "LA GESTIONE DEL DISSENSO COLLETTIVO. FONDAMENTO E LIMITI DEL PRINCIPIO DI MAGGIORANZA TRA VALORIZZAZIONE DEL DETTATO COSTITUZIONALE E RAFFORZAMENTO DELL'ORDINAMENTO INTERSINDACALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/18749.

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Abstract:
L’opera analizza l’evoluzione dei metodi di gestione del dissenso collettivo e, in particolare, si propone di offrire una ricostruzione sistematica delle basi normative e degli effetti applicativi, attuali e potenziali, del principio di maggioranza nell’ambito delle relazioni sindacali. Ciò soprattutto alla luce del fatto che, nei casi di periodica interruzione dell’unità di azione dei maggiori sindacati confederali, la «rivoluzione maggioritaria», già sperimentata nel pubblico impiego, è spesso indicata, e non a caso accolta dai recenti accordi interconfederali, come la fondamentale soluzione alle conflittualità di sistema. Ma in che rapporto sono democrazia sindacale e regola maggioritaria? Nei quattro capitoli, con approccio storico-ricostruttivo, la risposta viene fornita attraverso lo studio del fondamento e dei limiti del principio di maggioranza sia in ambito associativo sia nell’evoluzione delle relazioni sindacali, con il traguardo di giungere all’analisi delle previsioni del Testo Unico del 10 gennaio 2014 e dell’art. 8 del d.l. 138/2011 (conv. in l. n. 148/2011). Nel capitolo conclusivo, infine, vengono discussi le sfide ed i problemi concreti che la possibile adozione legislativa della regola di maggioranza potrebbe comportare.
The work analyzes the evolution of the management of the trade union’s dissent and, in particular, it aims to offer a systematic reconstruction of the normative and an analysis of the majority principle in the context of labor relations, considering their current and potential effects. This especially because, in cases of periodic interruption of the action of the major trade union federations, the “major revolution” - already been adopted in the public sector – is often referred as the fundamental solution to conflicts; that’s why it is accepted by the recent inter-confederation agreements. But what is the relation between the union democracy and the majority rule? The answer is provided in the four chapters of the work, with the historical and reconstructive approach, through the study of the grounds and the limits of the majority principle both in its associated field and in the evolution of labor relations, with the goal of reaching the analysis of “Testo Unico del 10 gennaio 2014” and art. 8, d.l. 138/2011 (l. n. 148/2011)”. Finally, in the last chapter, we are going to discuss, in case of a trade union law, the challenges and the concrete problems that the possible adoption of the majority rule could provide.
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PETTINELLI, ROBERTO. "LA GESTIONE DEL DISSENSO COLLETTIVO. FONDAMENTO E LIMITI DEL PRINCIPIO DI MAGGIORANZA TRA VALORIZZAZIONE DEL DETTATO COSTITUZIONALE E RAFFORZAMENTO DELL'ORDINAMENTO INTERSINDACALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/18749.

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Abstract:
L’opera analizza l’evoluzione dei metodi di gestione del dissenso collettivo e, in particolare, si propone di offrire una ricostruzione sistematica delle basi normative e degli effetti applicativi, attuali e potenziali, del principio di maggioranza nell’ambito delle relazioni sindacali. Ciò soprattutto alla luce del fatto che, nei casi di periodica interruzione dell’unità di azione dei maggiori sindacati confederali, la «rivoluzione maggioritaria», già sperimentata nel pubblico impiego, è spesso indicata, e non a caso accolta dai recenti accordi interconfederali, come la fondamentale soluzione alle conflittualità di sistema. Ma in che rapporto sono democrazia sindacale e regola maggioritaria? Nei quattro capitoli, con approccio storico-ricostruttivo, la risposta viene fornita attraverso lo studio del fondamento e dei limiti del principio di maggioranza sia in ambito associativo sia nell’evoluzione delle relazioni sindacali, con il traguardo di giungere all’analisi delle previsioni del Testo Unico del 10 gennaio 2014 e dell’art. 8 del d.l. 138/2011 (conv. in l. n. 148/2011). Nel capitolo conclusivo, infine, vengono discussi le sfide ed i problemi concreti che la possibile adozione legislativa della regola di maggioranza potrebbe comportare.
The work analyzes the evolution of the management of the trade union’s dissent and, in particular, it aims to offer a systematic reconstruction of the normative and an analysis of the majority principle in the context of labor relations, considering their current and potential effects. This especially because, in cases of periodic interruption of the action of the major trade union federations, the “major revolution” - already been adopted in the public sector – is often referred as the fundamental solution to conflicts; that’s why it is accepted by the recent inter-confederation agreements. But what is the relation between the union democracy and the majority rule? The answer is provided in the four chapters of the work, with the historical and reconstructive approach, through the study of the grounds and the limits of the majority principle both in its associated field and in the evolution of labor relations, with the goal of reaching the analysis of “Testo Unico del 10 gennaio 2014” and art. 8, d.l. 138/2011 (l. n. 148/2011)”. Finally, in the last chapter, we are going to discuss, in case of a trade union law, the challenges and the concrete problems that the possible adoption of the majority rule could provide.
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Santoro, Simona. "La gestione del conflitto sindacale nelle relazioni industriali nell'Unione Europea." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2012. http://hdl.handle.net/11695/66409.

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Abstract:
Object of the search is the analysis of the management of the trade-union conflict in the industrial relations in the European Union, and in particular the absence of the acknowledgment of strike between the legislative matters of competence of the European Community. The study is structured in three chapters. The first one is dedicated to the examination of the fundamental aspects of the system of industrial relations in Europe; in particular they go over again the stages of the evolution of the social dialogue, the main actors and rules, the different kind of organization of the social parts, the forms of participation of the workers let alone the system of the industrial relations in the European Union. The second chapter focuses on the topic of the acknowledgment inside of “communitarian” fundamental of the social rights and of the strike right. In particular, in the middle paragraphs the attention is focused on the right of the workers to resort to collective actions for the defense of own interests, thus like sanctioned in the Paper of the Fundamental Rights of European Community, (proclaimed in Nizza 18 December 2000). Although such important acknowledgment, the regulation of the strike right is not included between the legislative matters of competence of European Community (art. 137.5, del TUE, ora art. 153.5 TFUE). The exclusion can be read like expression of the political will of the Member States to respect the national standards, renouncing to any interference of the communitarian right in a branch in which it is difficult to show normative agreements in reason of the excessive difference of the national disciplines. Such chosen it has, however, determined a great differentiation between the national disciplines, with detail reference to the regulation of strike in the essential public services. The topic of the exclusion has been reproposed and intensified during the last few years as a result of a series of judgment of the Law court, relative to the cases Viking, Laval and, recently, Commission vs Germany. In particular, in the second paragraph are analyzed the Viking and Laval sentences, matched not only by content but also by the temporal proximity, the first of 11 December, the second of December 18 2007. They records a change regarding the precedence phase of indifference, as for the first time, the strike right is recognized like fundamental right of the European Union. The focus is also on the recent ruling by the Strasbourg Court on right to strike, in its judgment of 21 April 2009 Enerij would mark a clear development of the case, as it could be argued that the Court has held that the right to strike, as long as it is exercised to support collective negotiation, it is equally essential to freedom of association and therefore directly recognized and protected by art. 11 of the European Convention on Human Rights. The third chapter, at last, proposes, therefore, to analyze comparatively the legal approaches adopted by the Italian, French, English and German rules, about the discipline of the collective self-defense and the right to strike in essential public services in main countries of European Union, where the different national rules make difficult a compare aimed to the reach of a common framework. In particular, the Italian legislation with a provision for a special Commission of guarantee, represents a unique case in Europe and place Italy in a more advanced position than the member States. Indeed, to this authority, are entrusted assessment tasks and regulatory in relation to essential services, that must guarantee to the citizens the possibility of continuing to enjoy, albeit with some limitations, of their constitutionally protected rights.
Oggetto della ricerca è l’analisi della gestione del conflitto sindacale nelle relazioni industriali nell’Unione europea, e in particolare l’assenza del riconoscimento dello sciopero tra le materie legislative di competenza della Comunità europea. Lo studio è strutturato in tre capitoli. Il primo è dedicato all’esame degli aspetti fondamentali del sistema di relazioni industriali in Europa; in particolare vengono ripercorse le tappe dell’evoluzione del dialogo sociale, i principali attori e regole, le differenti modalità di organizzazione delle parti sociali, le forme di partecipazione dei lavoratori nonché il sistema delle relazioni industriali nell’Unione Europea. Il secondo capitolo è incentrato sul tema del riconoscimento all’interno dei diritti sociali fondamentali “comunitari”, del diritto di sciopero. In particolare, nei paragrafi centrali l’attenzione si incentra, sul diritto dei lavoratori a ricorrere ad azioni collettive per la difesa di propri interessi, così come sancito nella Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea, (proclamata a Nizza il 18 dicembre 2000). Nonostante tale importante riconoscimento, la regolamentazione del diritto di sciopero non rientra tra le materie legislative di competenza della Comunità europea (art. 137.5, del TUE, ora art. 153.5 TFUE). L’esclusione può essere letta come espressione della volontà politica degli Stati membri di rispettare gli standard nazionali, rinunciando a qualsiasi interferenza del diritto comunitario su un terreno nel quale è difficile prospettare armonizzazioni normative, in ragione della eccessiva difformità delle discipline nazionali. Tale scelta ha, tuttavia, determinato una grande differenziazione tra le discipline nazionali, con particolare riferimento alla regolamentazione dello sciopero nei servizi pubblici essenziali. Il tema dell’esclusione si è riproposto e acutizzato negli ultimi anni a seguito di una serie di pronunce della Corte di Giustizia, relative ai casi Viking, Laval e recentemente Commissione vs Germania. In particolare, nel secondo paragrafo sono analizzate le sentenze Viking e Laval, abbinate non solo dal contenuto, ma anche dalla prossimità temporale, la prima dell’11 dicembre, la seconda del 18 dicembre 2007 che registrano un cambiamento rispetto alla precedente fase di indifferenza, in quanto per la prima volta, il diritto di sciopero è riconosciuto come diritto fondamentale dell’Unione europea. L’attenzione è posta anche sulla recentemente pronuncia della Corte di Strasburgo sul diritto di sciopero che con la sentenza Enerij del 21 aprile 2009 marcherebbe una netta evoluzione giurisprudenziale, in quanto si potrebbe sostenere che la Corte abbia ritenuto che il diritto di sciopero, fintantoché è esercitato per sostenere la contrattazione collettiva, è ugualmente essenziale alla libertà sindacale e pertanto direttamente riconosciuto e tutelato dall’art. 11 della Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo. Il terzo capitolo, infine, si propone, pertanto, di analizzare comparativamente le soluzioni legislative adottate dall’ordinamento italiano, francese, inglese e tedesco, riguardo la disciplina dell’azione di autotutela collettiva e del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali nei principali Paesi dell’Unione Europea dove, i differenti ordinamenti nazionali rendono difficile un confronto teso al raggiungimento di una disciplina comune. In particolare, la legislazione italiana con la previsione di una apposita Commissione di garanzia, quale autorità pubblica indipendente, cui sono affidati compiti di verifica e anche di statuizione in relazione alle prestazioni indispensabili da effettuare per garantire ai cittadini la possibilità di continuare a fruire, seppure con delle limitazioni, dei propri diritti costituzionalmente tutelati, rappresenta un caso unico in Europa che pone l’Italia sotto questo profilo in una posizione più avanzata rispetto all’Europa.
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CHIES, ALBERTO. "L'Effettività del Principio di Libertà Sindacale in una Prospettiva Internazionale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3459747.

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Abstract:
Il contributo esamina tutta una serie di strumenti con cui la comunità internazionale cerca di condizionare, de jure o de facto, il rispetto della libertà sindacale all’interno degli ordinamenti nazionali, con riferimento ai paesi in via di sviluppo, ma sempre tenendo presente come l’effettività della libertà sindacale rappresenti una sfida anche per le democrazie liberali. Più specificamente, il contributo si concentra sulla ricognizione degli ostacoli che indeboliscono la capacità dei lavoratori di convertire la propria libertà sindacale in un funzionamento.
The effectiveness of freedom of association from an international perspective
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Marchetti, Luca <1991&gt. "Trattamento sindacale dei lavoratori nell'ambito di operazioni di trasferimento d'azienda/ramo d'azienda." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8788.

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Abstract:
Si intende affrontare il tema relativo alle condizioni del trasferimento di lavoratori subordinati nell'ambito di operazioni che riguardano cessioni della proprietà di intere aziende, o parti di esse. A completamento di una visione teorica dell'argomento verranno affrontate delle fattispecie concrete, sia dal punto di vista delle operazioni aziendali, sia dal punto di vista degli accordi sindacali stipulati.
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Catto, Filippo <1978&gt. "Le funzioni di controllo dell'organo sindacale e del revisore legale dei conti." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9442.

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Abstract:
Titolo tesi: «Le funzioni di controllo dell'organo sindacale e del revisore legale dei conti» (nelle società di capitali non quotate) Il mio lavoro consiste nell' approfondire e meglio capire quali cambiamenti siano intervenuti negli anni, dopo gli interventi normativi del legislatore, relativamente alla disciplina dell'organo sindacale e della revisione dei conti nelle società di capitali non quotate. Molte cose sono sicuramente cambiate soprattutto dopo il d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6 (la riforma del diritto societario)che il legislatore delegato ha emanato mutuando molti principi dalla c.d. legge Draghi (d.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58) che aveva già fatto da apripista per quanto riguarda le società quotate. La scissione delle funzioni di controllo contabile e di quello di controllo sulla gestione con la previsione di un organo esterno incaricato della revisione é stato il cambiamento maggiormente significativo e che ha maggiormente contribuito a modificare in maniera trasversale tutta la disciplina del collegio sindacale nelle società di capitali non quotate; a tal riguardo, in tutto il mio lavoro il filo conduttore principale é questa grande trasposizione nelle società chiuse dell'innovazione apportata per le società quotate. Non mancheranno perciò dei confronti con quella che é la disciplina del T.u.f.. Altra disposizione normativa di grande importanza é stato il d.lgs. 27 gennaio 2010, n. 39 che ha recepito la direttiva 2006/43/CE, la quale ha contribuito a disciplinare la revisione legale dei conti nel caso in cui questa sia obbligatoria o facoltativa nelle s.p.a. e nelle s.r.l.. Ho costantemente cercato di individuare per ogni argomento i cambiamenti introdotti dal legislatore delegato mettendo in evidenza soprattutto le varie interpretazioni e critiche che si erano formate prima e dopo la riforma del diritto societario. Sicuramente il legislatore della riforma ha voluto ampliare i poteri concessi al collegio sindacale in modo tale da garantire un suo corretto funzionamento e la sua indipendenza, interpretata dalla dottrina prevalente come baluardo di tutela soprattutto dei soci di minoranza oltre che della collettività. Il legislatore ha deciso di tutelare l'indipendenza dell'organo sindacale contemperandola con l'ampia autonomia privata concessa agli attori delle società di capitali non quotate. Il tema dell'indipendenza é un principio che costantemente affiora durante la tesi.
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FERRARIO, SUSANNA. "LAVORO AUTONOMO E INTERESSI COLLETTIVI: RAPPRESENTANZA, ORGANIZZAZIONE E AZIONE SINDACALE DI TUTELA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/257.

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Abstract:
La ricerca prende avvio dalla ricostruzione dei processi socio-economici che hanno portato alla crisi del modo di produzione taylorista-fordista. Muovendo da tali riflessioni, si constata come le imprese “post-fordiste” si avvalgano in misura crescente di lavoratori autonomi, un tempo coordinati e continuativi e, oggi, a progetto (artt. 61 e ss., d.lgs. 276/2003). Tali collaboratori sono, dunque, soggetti ad un potere (contrattuale) di coordinamento del committente che, alle volte, si somma ad una condizione di dipendenza economica dal committente medesimo. Si crea, quindi, una differenziazione interna all'area dell'autonomia coordinata che non pare adeguatamente valorizzata dal legislatore ordinario, ma che sembra interessare i sindacati. Il dato reale vede, infatti, agire rappresentanze varie, sicché occorre circoscrivere l'ambito di applicabilità degli artt. 39 e 40 Cost. L'assenza di un genuino interesse collettivo e di un'effettiva attività di autotutela inducono a ritenere che i collaboratori “forti” e il relativo associazionismo possano beneficiare delle sole tutele poste dagli artt. 2, 18 e 41 Cost. A conclusione si affrontano le problematiche che la ricostruzione così svolta solleva, ovverosia come garantire l'effettività delle tutele riconosciute al sindacalismo dei collaboratori “deboli” e come contemperare l'associazionismo dei collaboratori “forti” con il diritto antitrust comunitario.
The search starts with the reconstruction of socio-economic processes. Moving from these reflections, it's possible to see that today's companies take advantage of increasingly self-employed coordinated and continuous and, after d.lgs. 276/2003 “lavoratori a progetto”. These employees are, therefore, subject to a power (contractual) coordination of the customer that, at times, it adds up to a state of economic dependence by the same. It then creates an internal differentiation into autonomy area that does not seem properly valued by the ordinary legislator, but that seems to involve trade unions. Given that in reality there are different representations, we move to circumscribe the scope of applicability of the Arts. 39 and 40 Const. The absence of a genuine interest and genuine self activities suggest that employees "strong" and its associations can only benefit from the protections posed by Arts. 2, 18 and 41 Const. At the end tackling the problems so that the reconstruction turn raises, namely how to ensure the effectiveness of the safeguards recognized unionism collaborators "weak" and reconcile the associations of employees "strong" with the antitrust law.
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FERRARIO, SUSANNA. "LAVORO AUTONOMO E INTERESSI COLLETTIVI: RAPPRESENTANZA, ORGANIZZAZIONE E AZIONE SINDACALE DI TUTELA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/257.

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Abstract:
La ricerca prende avvio dalla ricostruzione dei processi socio-economici che hanno portato alla crisi del modo di produzione taylorista-fordista. Muovendo da tali riflessioni, si constata come le imprese “post-fordiste” si avvalgano in misura crescente di lavoratori autonomi, un tempo coordinati e continuativi e, oggi, a progetto (artt. 61 e ss., d.lgs. 276/2003). Tali collaboratori sono, dunque, soggetti ad un potere (contrattuale) di coordinamento del committente che, alle volte, si somma ad una condizione di dipendenza economica dal committente medesimo. Si crea, quindi, una differenziazione interna all'area dell'autonomia coordinata che non pare adeguatamente valorizzata dal legislatore ordinario, ma che sembra interessare i sindacati. Il dato reale vede, infatti, agire rappresentanze varie, sicché occorre circoscrivere l'ambito di applicabilità degli artt. 39 e 40 Cost. L'assenza di un genuino interesse collettivo e di un'effettiva attività di autotutela inducono a ritenere che i collaboratori “forti” e il relativo associazionismo possano beneficiare delle sole tutele poste dagli artt. 2, 18 e 41 Cost. A conclusione si affrontano le problematiche che la ricostruzione così svolta solleva, ovverosia come garantire l'effettività delle tutele riconosciute al sindacalismo dei collaboratori “deboli” e come contemperare l'associazionismo dei collaboratori “forti” con il diritto antitrust comunitario.
The search starts with the reconstruction of socio-economic processes. Moving from these reflections, it's possible to see that today's companies take advantage of increasingly self-employed coordinated and continuous and, after d.lgs. 276/2003 “lavoratori a progetto”. These employees are, therefore, subject to a power (contractual) coordination of the customer that, at times, it adds up to a state of economic dependence by the same. It then creates an internal differentiation into autonomy area that does not seem properly valued by the ordinary legislator, but that seems to involve trade unions. Given that in reality there are different representations, we move to circumscribe the scope of applicability of the Arts. 39 and 40 Const. The absence of a genuine interest and genuine self activities suggest that employees "strong" and its associations can only benefit from the protections posed by Arts. 2, 18 and 41 Const. At the end tackling the problems so that the reconstruction turn raises, namely how to ensure the effectiveness of the safeguards recognized unionism collaborators "weak" and reconcile the associations of employees "strong" with the antitrust law.
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CORTESI, Claudio. "Le strategie di organizzazione e comunicazione sindacale nel nuovo contesto digitale : un’analisi internazionale." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2015. http://hdl.handle.net/10446/32816.

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AVOGARO, MATTEO. "CONTRATTAZIONE COLLETTIVA E RAPPRESENTATIVITÀ SINDACALE NEL LAVORO PRIVATO: UN'ANALISI COMPARATA CON L'ORDINAMENTO FRANCESE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/621407.

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Abstract:
Nell’ordinamento italiano, il tema della disciplina delle procedure e dei contenuti della contrattazione collettiva rappresenta una delle maggiori questioni giuslavoristiche, che non ha ancora trovato una stabile soluzione. Ad essa, inoltre, si lega strettamente il tema della regolamentazione, a fini negoziali, dei soggetti dell’autonomia collettiva. La finalità della presente trattazione è quella di esaminare, dapprima, lo sviluppo storico del dibattito nell’ordinamento italiano, per concentrare, in seguito, l’attenzione sulle tematiche più recenti che, anche alla luce della crisi dell’unità sindacale e della frammentazione dei tessuti produttivi generata dalla globalizzazione, evidenziano una richiesta di regolamentazione obiettiva dell’attività negoziale. In merito a tali questioni verrà infine esaminato, in una logica comparata, l’ordinamento francese che, a differenza di quello italiano, ha disciplinato per legge i presupposti, le procedure e i requisiti di accesso alla negoziazione collettiva sin dalla prima metà del XX Secolo. In particolare, il primo capitolo della tesi prende in esame, dapprima, la questione che si pone alla base dell’intero dibattito nazionale sulle modalità di regolamentazione della contrattazione collettiva: la mancata attuazione da parte del legislatore della seconda parte dell’art. 39 Cost. e la conseguente illegittimità costituzionale di quelle norme volte a generalizzare l’efficacia degli accordi collettivi aggirando quanto previsto dalla Carta fondamentale. L’analisi prosegue con la disamina dell’evoluzione storica della contrattazione anomica nel nostro ordinamento: a partire dalla negoziazione accentrata a livello nazionale nei primi anni Cinquanta, dalle istanze di decentramento e dall’effimera introduzione della contrattazione articolata con il Protocollo Intersind-Asap del 1962, fino alla bipolarità totale tra livello confederale e aziendale manifestatasi tra la fine degli anni Sessanta e la metà degli anni Settanta del Novecento, per giungere alla negoziazione collettiva della crisi, con gli accordi triangolari e la concertazione che, tra alterni risultati, hanno prodotto i loro effetti fino alla metà degli anni Duemila. In tale contesto, particolare attenzione è dedicata al sistema degli accordi del luglio-dicembre 1993 che, per quasi vent’anni, hanno costituito il fulcro di una disciplina delle relazioni industriali organizzata su due livelli, e che hanno tentato, nel contempo, con l’introduzione delle RSU, di contrastare la crisi di rappresentatività delle organizzazioni sindacali, evidenziata nella sua gravità, pochi mesi dopo, dal referendum del 1995 sull’art. 19 della l. 300/1970. La parte finale del primo capitolo si pone in ideale continuazione con l’inizio del secondo. Al centro dell’esame vi sono le questioni dei nostri giorni che hanno indotto le parti sociali, significativamente del settore industriale – a seguito della crisi del sistema del 1993, che ha avuto il proprio epicentro nella vertenza Fiat del 2009-2011, della successiva e connessa sentenza manipolativa della Corte Costituzionale del 2013 in riferimento, ancora una volta, all’art. 19 St. lav., e all’introduzione da parte del legislatore del discusso art. 8 del d.l. 138/2011 – a ritenere maturi i tempi per una nuova regolamentazione pattizia del sistema. Al riguardo, vengono analizzati nel dettaglio i tre accordi interconfederali del 28 giugno 2011, 31 maggio 2013 e 10 gennaio 2014, l’ulteriore e recentissima intesa del 28 febbraio-9 marzo 2018 e il dibattito, in una prospettiva de iure condendo, sull’opportunità di introduzione di una legge sindacale, capace, eventualmente, di dare completa attuazione all’art. 39 Cost. Il terzo capitolo, infine, si pone in parallelo con i primi due, dal punto di vista dell’ordinamento francese. Pertanto viene inizialmente presa in considerazione l’evoluzione normativa di tale contesto giuridico, a partire dalla loi del 1919 sulla contrattazione collettiva di diritto comune e dalla leggi del 1936 e 1950 sull’estensione erga omnes in via amministrativa dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali rappresentative, fino al nuovo modello di “cittadinanza nell’impresa” proposto dalla leggi Auroux del 1982 e alla frammentazione del sistema tra gli anni Ottanta e Duemila, punteggiata di provvedimenti privi di carattere sistematico e, in alcuni casi, contraddittori. Ci si sofferma, infine, sulle riforme che, in tempi recenti, hanno svolto il ruolo di pietre angolari nella ridefinizione degli assetti dell’ordinamento francese: l’introduzione di criteri obiettivi per la selezione dei sindacati rappresentativi nel 2008, l’estensione di tale modello alle organizzazioni datoriali nel triennio 2014-2016 e, sul versante dell’assetto contrattuale, le discusse riforme introdotte con la loi Travail dell’8 agosto 2016 e dalle ordonnances promosse dal neo-presidente Macron nell’autunno del 2017, nella direzione di una forte valorizzazione del secondo livello negoziale, a discapito delle conventions de branche. Il punto d’arrivo del percorso tracciato supra porterà a cercare di dare una risposta, da un lato, all’interrogativo inerente all’opportunità di intervenire, nell’ordinamento italiano, con una legge sindacale, per fornire certezza, chiarezza e stabilità al sistema contrattuale e, in seconda istanza, anche sulla base della riflessione comparata, ad una valutazione su quali potrebbero essere gli istituti più efficienti da adottare, nei termini anzidetti, per assicurare un’estensione generalizzata della contrattazione collettiva, idonea a permettere un armonico sviluppo anche degli accordi di secondo livello.
In the Italian legal framework, the question concerning the regulation of procedures and contents of collective bargaining represents one of the major labour law issues, which has not found a satisfying solution yet. The abovementioned topic is, in addition, strictly connected to the selection of criteria aimed to determine the actors of the bargaining process. The purpose of the present dissertation is then to examine, first of all, the historical development of the debate on the aforementioned issues in the Italian context, to focus attention, afterwards, on the most recent instances to enact a clearer regulation of the bargaining process, in reason of the crisis of trade unions’ cohesion and of the fragmentation of production originated by globalisation. Finally, the last part of the dissertation will be centred on a comparative analysis with the French regulative context that, in opposition to the Italian one, disciplined by law prerequisites and procedures to accede to collective bargaining process already at the beginning of XX Century. In particular, the first chapter starts from the matter of contention at the base of the whole national discussion referred to the regulative process of arrangements executed between employers’ and workers’ organizations: the incapability of the Italian legislator to enact a law concerning the collective bargaining proceeding respecting, in the meantime, the criteria set forth by Article 39 of the Constitution, that has been at the base of the consequential declaration of illegitimacy of all the legislative attempts to generalize the efficacy of the considered agreements, circumventing the provision of the Fundamental Chart. The analysis continues focusing on the evolution of collective agreements regulated by civil law in the national legal framework: highly centred during the Fifties, then organized on two ordered levels in the brief period of “contrattazione articolata” – introduced initially in public industries with the Protocol Intersind-Asap of 1962 and soon extended to the private field – until the total independence between company and sectorial bargaining level in the years between the end of the Sixties and the beginning of the Seventies, and to the particular characteristics assumed by the said agreements during the oil crisis and in the following years, when the practice of the three-side covenants executed between main trade unions, employers’ organizations and the government, with different outcomes, perdured until the middle of 2000’s. In this context, particular attention is devoted to the collective agreements executed at national level in July-December 1993 that, during the following twenty years, have been considered the fulcrum of the two-level collective bargaining system, and which attempted, in the meantime, with the introduction of Trade unions’ Unitary Representative bodies (in Italian, Rappresentanze Sindacali Unitarie, RSU) to contrast the deep crisis of representativeness of workers’ organizations, whose gravitas has been highlighted, several months after, by the national referendum held in 1995 on Article 19 of law no. 300 of 1970. The last section of the first chapter founds an ideal continuation in the second one. In this field, the main topic become the most recent issues concerning the Italian bargaining system, and significantly the one which moved social actors of the industrial sector – on the base of the crisis of the system of 1993, showed by the Fiat dispute of 2009-2011, followed by the connected judgment of Constitutional Court that in 2013 modified another time the interpretation of Article 19 of law no. 300 of 1970, expanding the criteria to admit workers’ organization to benefits provided by the law, and by the enactment of Article 8 of law-decree no. 138 of 2011 – to affirm that is come the time to set new rules to try to govern the bargaining system. On this point, the dissertation focuses attention on the three national collective agreements held on 28 June 2011, 31 May 2013 and 10 January 2014 and on the further arrangement of 28 February-9 March 2018 and on the respective debate centred, in a perspective of reform, on the opportunity to introduce a bill able to completely fulfil the requirements of Article 39 of the Italian Constitution. The third chapter, finally, follows the scheme of the precedent ones, from the point of view of the French legal framework. Therefore, firstly is described the evolution of the said juridical context, from the loi of 1919 concerning collective agreements regulated by civil law and the regulations of 1936 and of 1950 on the extension erga omnes, through an administrative decree, of collective agreements signed by representative trade unions, until the new model of “citizenship in the company” promoted by the laws Auroux enacted in 1982 and to the fragmentation of the labour law system occurred between the 80s and 2000s, characterised by measures without a systematic approach and, sometimes, in contrast between each other. The attention is focused, then, on the reforms that, recently, heavily redefined the structure of the French labour law framework consisting in the introduction, in 2008, of objective criteria to select representative trade unions, in the extension of this model to employers’ organizations in 2014-2016 and, with reference to the bargaining structure, in the disputed reform responding to the name of loi Travail, held in 2016, and in the ordonnances promoted by the new President Macron in the late 2017, towards the direction of a relevant and decisive expansion of company collective agreement, to the detriment of sectoral level. The arrival point of the path traced above regards the attempt to reply to the issue concerning the opportunity to provide or not, in the Italian context, for a law regulating collective bargaining and the related obligations and rights of social actors, to clarify and stabilize the arrangement system. Secondly, also on the base of the comparison with the French frame of reference, the dissertation is closed by a reflection on the possible legal institutes to be introduced in the Italian juridical framework, in order to assure a general extension of collective bargaining, in the light to allow an harmonious development also of the company level.
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FALSONE, MAURIZIO. "Contratto collettivo e conflitto sindacale: le clausole di tregua e il diritto di sciopero." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/47429.

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Abstract:
This phd thesis is about the relationship between the right to strike and collective bargaining in Italy. In the first part, it is analyzed the hypothesis of the existance of an implicit duty of peace in the industrial relations when a collective agreement is adopted. The author demonstrates the inexistance of this duty in the italian system and he shows how the last important agreements stipulated in Italy encourage a new view of the relationship between collective conflict and collective bargaining based on the unclear concept of “esigibility”. In the second part of the thesis, it is analyzed the juridical validity of the clauses of peace finalized to restrict the exercise of the constitutional right to strike. The author proves the invalidity of these clauses toward employees if the right to strike is directly limitated, and suggests to promote clauses that had indirect effects on this right.
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Cordella, Costantino <1985&gt. "Flessibilità e controllo sindacale nel mercato del lavoro contemporaneo: il caso del contratto a tempo determinato." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6688/4/cordella_costantino_tesi.pdf.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca che si presenta è suddiviso in tre capitoli nei quali, da altrettanti punti di osservazione, è analizzato il tema della instabilità del lavoro. Nel primo capitolo, il candidato evidenzia le cause che hanno determinato il vorticoso aumento di utilizzo dei contratti di lavoro flessibili e, a tal proposito, da un prospettiva extra-nazionale, analizza le direttive europee e, i principi comuni e le guidelines che, nel percorso di sviluppo della strategia europea per l’occupazione, hanno posto la flexicurity come modello di mercato europeo tipico; dalla medesima prospettiva, prendendo spunto dai cambiamenti del mercato globale, si pone attenzione all’analisi economica del diritto del lavoro e, in particolare, alle conseguenze che le trasformazioni economiche generano sulla capacità di questa materia di tenere elevato il grado di sicurezza occupazionale connesso alla stipula dei contratti di lavoro. Il secondo capitolo è dedicato al ruolo svolto in Italia dai sindacati sul tema della flessibilità. In tal senso, l’autore evidenzia come la funzione “istituzionale” cui sono chiamate anche le organizzazioni dei lavoratori abbia caratterizzato le scelte di politica sindacale in materia di lavori temporanei; è così preso in esame il concetto di flessibilità “contrattata”, come già emerso in dottrina, e si teorizza la differenza tra rinvii “aperti” e rinvii “chiusi”, quali differenti forme di delega di potere normativo alle parti sociali in materia di flessibilità. Nel terzo ed ultimo capitolo l’autore tenta di evidenziare i vantaggi e le funzioni che derivano dall’utilizzo del contratto a termine, quale principale forma di impiego flessibile del nostro mercato del lavoro. Premessi tali benefici viene formulato un giudizio critico rispetto al grado di liberalizzazione che, con le ultime riforme, è stato ammesso per questo istituto sempre più strumento di arbitrio del datore di lavoro nella scelta della durata e delle condizioni di svolgimento della prestazione di lavoro.
The research work that presents itself is divided into three chapters, in which it is examined the issue of job instability. In the first chapter, the candidate shows the causes that led to the dizzying increase in use of flexible contracts and, in this regard, analyzes the European directives, principles and guidelines that, in the path of development of the European strategy for employment, have placed the 'flexicurity' as a typical model of European labor market; from the same perspective, paying attention to the theme of social problems of the global markets, it analyzes to the economic investigation of labor law and, in particular, the consequences for job security related to the economic transformations. The second chapter is devoted to the role played by trade unions in Italy on the issue of flexibility. In this sense, the author shows how the "institutional" function which are also called to comply workers' organizations has also characterized the political choices of trade unions' in the field of temporary work; so are examined the concepts of flexibility "negotiated", as already shown in the literature, and are theorized the differences between mandate "open" and "closed", such as different forms of delegation of legislative power to the trade unions in the theme of flexibility. In the third and final chapter the author tries to highlight the benefits and features that relate to the use of fixed-term contracts, as the main form of flexible contract in use in our labor market. Introduced such benefits, he made a critical judgment about the degree of liberalization of this type of labor contract considered that in the last reforms is always more the arbitrariness in the choice of the employer of the duration and conditions of carrying out the work performance.
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Cordella, Costantino <1985&gt. "Flessibilità e controllo sindacale nel mercato del lavoro contemporaneo: il caso del contratto a tempo determinato." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6688/.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca che si presenta è suddiviso in tre capitoli nei quali, da altrettanti punti di osservazione, è analizzato il tema della instabilità del lavoro. Nel primo capitolo, il candidato evidenzia le cause che hanno determinato il vorticoso aumento di utilizzo dei contratti di lavoro flessibili e, a tal proposito, da un prospettiva extra-nazionale, analizza le direttive europee e, i principi comuni e le guidelines che, nel percorso di sviluppo della strategia europea per l’occupazione, hanno posto la flexicurity come modello di mercato europeo tipico; dalla medesima prospettiva, prendendo spunto dai cambiamenti del mercato globale, si pone attenzione all’analisi economica del diritto del lavoro e, in particolare, alle conseguenze che le trasformazioni economiche generano sulla capacità di questa materia di tenere elevato il grado di sicurezza occupazionale connesso alla stipula dei contratti di lavoro. Il secondo capitolo è dedicato al ruolo svolto in Italia dai sindacati sul tema della flessibilità. In tal senso, l’autore evidenzia come la funzione “istituzionale” cui sono chiamate anche le organizzazioni dei lavoratori abbia caratterizzato le scelte di politica sindacale in materia di lavori temporanei; è così preso in esame il concetto di flessibilità “contrattata”, come già emerso in dottrina, e si teorizza la differenza tra rinvii “aperti” e rinvii “chiusi”, quali differenti forme di delega di potere normativo alle parti sociali in materia di flessibilità. Nel terzo ed ultimo capitolo l’autore tenta di evidenziare i vantaggi e le funzioni che derivano dall’utilizzo del contratto a termine, quale principale forma di impiego flessibile del nostro mercato del lavoro. Premessi tali benefici viene formulato un giudizio critico rispetto al grado di liberalizzazione che, con le ultime riforme, è stato ammesso per questo istituto sempre più strumento di arbitrio del datore di lavoro nella scelta della durata e delle condizioni di svolgimento della prestazione di lavoro.
The research work that presents itself is divided into three chapters, in which it is examined the issue of job instability. In the first chapter, the candidate shows the causes that led to the dizzying increase in use of flexible contracts and, in this regard, analyzes the European directives, principles and guidelines that, in the path of development of the European strategy for employment, have placed the 'flexicurity' as a typical model of European labor market; from the same perspective, paying attention to the theme of social problems of the global markets, it analyzes to the economic investigation of labor law and, in particular, the consequences for job security related to the economic transformations. The second chapter is devoted to the role played by trade unions in Italy on the issue of flexibility. In this sense, the author shows how the "institutional" function which are also called to comply workers' organizations has also characterized the political choices of trade unions' in the field of temporary work; so are examined the concepts of flexibility "negotiated", as already shown in the literature, and are theorized the differences between mandate "open" and "closed", such as different forms of delegation of legislative power to the trade unions in the theme of flexibility. In the third and final chapter the author tries to highlight the benefits and features that relate to the use of fixed-term contracts, as the main form of flexible contract in use in our labor market. Introduced such benefits, he made a critical judgment about the degree of liberalization of this type of labor contract considered that in the last reforms is always more the arbitrariness in the choice of the employer of the duration and conditions of carrying out the work performance.
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Esteves, Herbert Luís. "Estrutura sindical nos direitos brasileiro e estrangeiro : do modelo estatutário ao modelo negocial /." Franca : [s.n.], 2003. http://hdl.handle.net/11449/89891.

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Abstract:
Orientador: Dorotheé Susanne Rudiger
Resumo: No presente trabalho, a organização sindical brasileira é estudada na confrontação com um modelo democrático de relações coletivas de trabalho, concebido a partir de normas da Organização Internacional do Trabalho acerca do assunto, e apresentado por intermédio do Direito Estrangeiro, centralmente Estados Unidos da América e Itália, e dos princípios comuns que o informam na União Européia. A inexistência de liberdade à associação sindical brasileira é verificada no seu relacionamento com o Estado, que mantém a sindicalização por categoria econômica e profissional em todos os graus da organização sindical - dessa maneira são excluídas as centrais sindicais - e a contribuição sindical obrigatória, e institui a unicidade sindical na Constituição Federal de 1988, bem como com outras entidades sindicais, que, desde a unicidade sindical, não têm meios para demonstrarem mais representatividade, de sorte a substituir outro sindicato em seus âmbitos pessoais e territoriais de representação legal. As causas da manutenção, a persistência das apontadas notas, que serviram de parâmetros para estudo do Direito Estrangeiro e dos referidos princípios, bem como a necessária reforma, são problematizadas no contexto das pretensões de reforma no Direito Coletivo do Trabalho, advogadas na década de 90 e informadas pelo deliberado propósito de modernização das relações de trabalho, no sentido de serem mais disciplinadas mediante negociação coletiva. Palavras-chave: liberdade sindical; enquadramento sindical; estrutura sindical; modelo de relações de trabalho.
Riassunto: In questo lavoro, l'organizzazione sindacale brasiliana viene studiata in confronto col molello democratico dei rapporti collettivi di lavoro concepito a partire dalle norme della Organizzazione Internazionale del Lavoro sull' argomento, e presentato tramite il Diritto Straniero, specie negli Stati Uniti d'America e Italia, e dei principi comuni che lo informano nell'Unione Europea. L'assenza di libertà all'associazione sindacale brasiliana viene confermata nel suo rapporto com lo Stato, che mantiene la sindacalizzazione per categoria economica e professionale in tutti i livelli dell'organizzazione sindacale - cosiquè sono escluse le centrale sindacali - e il contributo sindacale obbligatorio, e stabilisce l'unicità sindacale nella Costituzione Federativa del 1988, così come con le altre entità sindacali, che fin dalla unicità sindacale non riescono a dimonstrare piú rappresentatività, in modo da sostituire un'altro sindacato nei suoi ambiti personali e territoriali di rappresentazione legale. Le cause della manutenzione, il persistere degli appunti, che sono stati presi come parametri per gli studi del Diritto Straniero e dei principi riferiti, così come la necessária riforma, sono questionati nel contesto delle pretensioni di riforma nel Diritto Collettivo del Lavoro, diffese negli anni'90 ed informate dal deliberato proposito di modernizzazione dei rapporti di lavoro con l'intenzione di renderli piú disciplinate tramite trattativa collettiva. Parole-chiave: libertà sindacale; inquadramento sindacale; struttura sindacale; molello dei rapporti di lavoro.
Mestre
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Colaluce, Giulia <1992&gt. "La lotta sindacale in Bahrain e le politiche economiche degli Al-Khalifa: un caso eccezionale nel Golfo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10189.

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Abstract:
La tesi ha come scopo l’analisi dei movimenti operai all’ interno del piccolo stato del Bahrain, dai primi scioperi degli anni ’40, quando ancora il paese era sotto il controllo britannico, fino ai giorni nostri. Sarà possibile procedere nello studio del fenomeno alla luce dei lavori riguardanti i movimenti sociali, sviluppatisi all’ interno della sociologia. Verranno descritte le battaglie dei lavoratori che fino all’ indipendenza lottano a fianco dei nazionalisti per il riconoscimento delle organizzazioni sindacali, che avverrà solo nel 2002. Si cercherà, inoltre, di comprendere quali siano le cause del “fallimento” del movimento a partire dagli anni ’70 attraverso un’analisi delle politiche economiche portate avanti dagli Al-Khalifa, che comprendono misure volte alla liberalizzazione e nello stesso tempo alla strutturazione di un mercato del lavoro segmentato, in cui i propri cittadini e i lavoratori stranieri vanno a ricoprire incarichi rispettivamente nel settore pubblico e privato. Tali manovre provocheranno un forte aumento della disoccupazione con la saturazione del settore pubblico e costringeranno tutti i paesi del Golfo ad implementare politiche di nazionalizzazione del settore privato. Se l’interesse nei confronti dei sindacati, negli ultimi decenni passati sotto il controllo dei governi in tutto il mondo arabo, lascia il posto a quello per l’Islam politico che riesce a mobilitare le masse negli anni ’70 e ’80, le recenti “primavere” hanno comportato un ritorno all’ analisi dell’importanza dei movimenti operai all’ interno della regione. Verrà, quindi, delineato il ruolo delle organizzazioni sindacali del Bahrain nelle proteste iniziate nel 2011 e la conseguente repressione del governo.
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REMIDA, VALENTINA. "Libertà di associazione sindacale e diritto di sciopero : l'impatto degli international labour standards a livello nazionale ed europeo." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1251.

Full text
Abstract:
La tesi studia l’impatto degli standard internazionali sulla libertà di associazione sindacale negli ordinamenti nazionali e a livello europeo, al fine di verificare se essi favoriscano un innalzamento del livello di tutela dei diritti sociali collettivi. La ricerca parte dallo studio delle fonti Oil sulla libertà di associazione, considerata diritto fondamentale da promuovere universalmente, e dalla qualificazione dello sciopero come suo “corollario intrinseco” operata dagli organi di controllo dell’organizzazione. Si sofferma poi sull’utilizzo degli international labour standards da parte dei giudici di diversi ordinamenti e sul fenomeno della cooperazione tra autorità giurisdizionali e organismi non giudiziari specializzati. In particolare, la ricerca prende in esame alcune pronunce della Corte europea per i diritti dell’uomo, come Demir e Enerji Yapi, in cui gli strumenti Oil, insieme alla Carta sociale europea e alle decisioni del Comitato per i diritti sociali, sono stati impiegati per ampliare il contenuto dell’art.11 Cedu, includendovi il diritto di contrattazione e azione collettiva. Alla luce delle modifiche introdotte dal Trattato di Lisbona, successive alle sentenze Viking e Laval, si considera se e in che modo gli standard Oil e la giurisprudenza di Strasburgo possano avere un impatto positivo sull’Ue, stimolando un bilanciamento più equilibrato tra diritti sociali e libertà economiche.
The thesis analyses the impact of international labour standards about freedom of association on national legal systems and on the European level, to verify if they can reinforce the protection of collective social rights. The research starts from a survey of ILO sources on freedom of association, considered as a fundamental right to be promoted universally, and from the definition, provided by the supervisory bodies, conceiving strike as an “intrinsic corollary” of the right to organize. The thesis focuses on the use of international labour standards by judges in the context of the cooperation among judiciary authorities and quasi-judicial specialized bodies. In particular, the research considers some judgments of the European Court of Human Rights, as Demir and Enerji Yapi, where ILO instruments, together with the European Social Charter and the decisions of the European Committee of Social Rights, were used to extend the scope of art. 11 ECHR so as to cover the right to collective bargaining and collective action. In the light of the Lisbon Treaty modifications, the thesis considers, after the ECJ rulings in the Viking and Laval cases, if and how ILO standards and the recent ECHR case-law may have a positive impact on EU, stimulating a fairer balancing between economic freedoms and social rights.
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REMIDA, VALENTINA. "Libertà di associazione sindacale e diritto di sciopero : l'impatto degli international labour standards a livello nazionale ed europeo." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1251.

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Abstract:
La tesi studia l’impatto degli standard internazionali sulla libertà di associazione sindacale negli ordinamenti nazionali e a livello europeo, al fine di verificare se essi favoriscano un innalzamento del livello di tutela dei diritti sociali collettivi. La ricerca parte dallo studio delle fonti Oil sulla libertà di associazione, considerata diritto fondamentale da promuovere universalmente, e dalla qualificazione dello sciopero come suo “corollario intrinseco” operata dagli organi di controllo dell’organizzazione. Si sofferma poi sull’utilizzo degli international labour standards da parte dei giudici di diversi ordinamenti e sul fenomeno della cooperazione tra autorità giurisdizionali e organismi non giudiziari specializzati. In particolare, la ricerca prende in esame alcune pronunce della Corte europea per i diritti dell’uomo, come Demir e Enerji Yapi, in cui gli strumenti Oil, insieme alla Carta sociale europea e alle decisioni del Comitato per i diritti sociali, sono stati impiegati per ampliare il contenuto dell’art.11 Cedu, includendovi il diritto di contrattazione e azione collettiva. Alla luce delle modifiche introdotte dal Trattato di Lisbona, successive alle sentenze Viking e Laval, si considera se e in che modo gli standard Oil e la giurisprudenza di Strasburgo possano avere un impatto positivo sull’Ue, stimolando un bilanciamento più equilibrato tra diritti sociali e libertà economiche.
The thesis analyses the impact of international labour standards about freedom of association on national legal systems and on the European level, to verify if they can reinforce the protection of collective social rights. The research starts from a survey of ILO sources on freedom of association, considered as a fundamental right to be promoted universally, and from the definition, provided by the supervisory bodies, conceiving strike as an “intrinsic corollary” of the right to organize. The thesis focuses on the use of international labour standards by judges in the context of the cooperation among judiciary authorities and quasi-judicial specialized bodies. In particular, the research considers some judgments of the European Court of Human Rights, as Demir and Enerji Yapi, where ILO instruments, together with the European Social Charter and the decisions of the European Committee of Social Rights, were used to extend the scope of art. 11 ECHR so as to cover the right to collective bargaining and collective action. In the light of the Lisbon Treaty modifications, the thesis considers, after the ECJ rulings in the Viking and Laval cases, if and how ILO standards and the recent ECHR case-law may have a positive impact on EU, stimulating a fairer balancing between economic freedoms and social rights.
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Piovesan, Stefano <1988&gt. "La SanRemo di Caerano San Marco: storia d'impresa e storia sindacale in una grande fabbrica di confezioni del Trevigiano." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2681.

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Abstract:
La tesi affronta la storia della SanRemo di Caerano di San Marco (Treviso), un’azienda di confezioni tessili che nel 1970 giunse ad occupare oltre cinquemila lavoratori, collocandosi al secondo posto in provincia per numero di dipendenti dopo la Zoppas di Conegliano. Nella prima parte viene ricostruita la storia della fabbrica dagli anni cinquanta ad oggi, con particolare attenzione alle condizioni di lavoro di una manodopera in prevalenza femminile e ai passaggi di proprietà (dalla famiglia Comunello, alla multinazionale americana Genesco; dal salvataggio per opera della finanziaria pubblica Gepi, alla cessione al Gruppo Inghirami). La seconda parte tratta la sindacalizzazione e l’attività contrattuale: le prime forme di rappresentanza, il ruolo delle Acli, il riconoscimento del consiglio di fabbrica, le principali vertenze, fino ad arrivare agli accordi siglati nel tentativo di tutelare l’occupazione di fronte a ristrutturazioni e delocalizzazioni. Le vicende sono ricostruite attraverso il ricorso a fonti d’archivio e interviste a ex dipendenti e delegati sindacali.
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Bertoldi, Silvia <1993&gt. "Donne lavoratrici immigrate: oppressioni e resistenze. Percorsi di lotta sindacale e processi generativi di trasformazione individuale, collettiva e sociale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21393.

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Abstract:
In un contesto nazionale, e non solo, caratterizzato da una svalutazione complessiva della manodopera e da un'inferiorizzazione sistemica della condizione sociale e giuridica della popolazione immigrata, le donne lavoratrici immigrate ricoprono una posizione che interseca diversi assi, tra cui il genere, la classe sociale, la nazionalità, lo status giuridico, il ruolo familiare. Lungo tali assi scorrono rapporti di subordinazione e di dominio che si riproducono dentro e fuori il luogo di lavoro e da cui il sistema di produzione capitalistico trae possibilità di sfruttamento. Tuttavia, nell'ultimo decennio ha preso avvio un'importante attivazione sindacale a partire da quei settori chiave dell'attuale sistema di produzione, tra cui il settore logistico, che vedono impiegati una maggioranza di manodopera straniera. Con la presente ricerca si intende pertanto indagare i fenomeni riguardanti l'attivismo sindacale in cui le donne lavoratrici immigrate hanno ricoperto un ruolo centrale e di protagonismo: attraverso l'analisi di due casi studio - ovvero i percorsi di lotta sindacale, e non solo, avvenuti presso lo stabilimento alimentare Italpizza (Modena 2018-2019) e presso i magazzini del gruppo Yoox-Net A Porter (Bologna, 2013-2014 e 2020-2021) - si ricostruiranno le condizioni di lavoro e le motivazioni che hanno spinto all'auto-attivazione e all'organizzazione collettiva e si ripercorrerà lo sviluppo del percorso di lotta interno ed esterno al luogo di lavoro. Si proseguirà con l'analisi dei risultati ottenuti dalla lotta sindacale, tanto in termini vertenziali e materiali, quanto in riferimento ai risvolti simbolici e immateriali che hanno influito e influiscono sulla soggettività delle donne coinvolte nelle mobilitazioni, sui territori in cui queste hanno preso luogo e sulla società tutta. Ciò è stato analizzato attraverso una ricerca empirica qualitativa effettuata tramite tredici interviste in profondità e la partecipazione ad alcuni momenti collettivi auto-organizzati dalle realtà coinvolte nelle mobilitazioni. La letteratura accademica principalmente utilizzata fa riferimento alla sociologia critica degli studi sulle migrazioni e del lavoro, in particolar modo rispetto alle teorie riguardo la segmentazione del mercato del lavoro e della divisione internazionale del lavoro; agli studi sui movimenti sociali, soprattutto in riferimento ai fenomeni migratori, e alla produzione teorica e concettuale del 'black feminism' e del cosiddetto femminismo marxista della rottura.
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Dal, Cin Martina <1996&gt. "La rilevanza del collegio sindacale nella prevenzione del fallimento: un'analisi sulle S.r.l. alla luce del Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18026.

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Abstract:
L’elaborato vuole indagare sull'utilità del collegio sindacale nell'ambito della crisi d’impresa, alla luce del nuovo obbligo posto in capo alle S.r.l. minori di dotarsi dell’organo di controllo o del revisore legale dei conti. Cominciando da una presentazione generale del collegio sindacale, si è proseguito con una panoramica sui doveri e sugli obblighi posti in capo all'organo di controllo, ma anche ai singoli sindaci, per poi fare cenno ai profili di responsabilità a cui sono soggetti gli stessi; infine si sono specificati i profili peculiari dei controlli nelle S.r.l. e le caratteristiche della governance delle PMI. A seguire, è stato fornito un quadro sulla crisi d’impresa esponendo i percorsi di formazione delle crisi aziendali e le finalità perseguite ⎼ in generale ⎼ dalla legge fallimentare, per poi concludere con la presentazione del contesto, nazionale ed internazionale, ante Riforma della crisi d’impresa. Da ultimo, si è presentato il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, partendo dai presupposti oggettivi e soggettivi, passando per la centralità degli organi di controllo in tale sistema e per la conseguente nomina degli stessi, fino ad enunciare il funzionamento del sistema di prevenzione e monitoraggio e dell’allerta e composizione assistita della crisi. Successivamente, si è avanzata l’ipotesi secondo la quale il collegio sindacale può assicurare una migliore disclosure aziendale. Sono però emerse alcune criticità in merito, per le quali la migliore rendicontazione presumibilmente garantita dall'organo di controllo rimane una questione aperta e, pertanto, si tenta di fornire una risposta attraverso una breve indagine. In particolare, è stata condotta un’analisi empirica che vuole dimostrare, mettendo a confronto due campioni di piccole S.r.l. venete del settore manifatturiero ⎼ uno dotato di collegio sindacale e l’altro no ⎼, se il collegio sindacale sia utile alla tempestiva emersione degli indizi di crisi ⎼ e quindi a una potenziale uscita dalla crisi ⎼ e se sia sinonimo di migliore qualità della rendicontazione. A questo scopo, si sono applicati ai due campioni gli Indici dell’allerta predisposti dal CNDCEC per valutare le eventuali differenze, per quantità e per tempistiche dell’allerta, tra i due campioni di imprese. Dopodiché, attraverso il Modello di Beneish in ciascuna delle società sottoposte ad analisi è stata calcolata la probabilità che il bilancio sia manipolato e, ancora una volta, si sono interpretati i differenti risultati ottenuti dalle aziende dotate di collegio sindacale rispetto a quelle che ne sono sprovviste. Si vedrà, quindi, il vantaggio che il collegio sindacale può dare all'impresa nella fase di prevenzione e monitoraggio della crisi aziendale e l’apporto che conferisce al buon funzionamento del sistema dell’allerta.
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Esteves, Herbert Luís [UNESP]. "Estrutura sindical nos direitos brasileiro e estrangeiro: do modelo estatutário ao modelo negocial." Universidade Estadual Paulista (UNESP), 2003. http://hdl.handle.net/11449/89891.

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Abstract:
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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)
In questo lavoro, l'organizzazione sindacale brasiliana viene studiata in confronto col molello democratico dei rapporti collettivi di lavoro concepito a partire dalle norme della Organizzazione Internazionale del Lavoro sull' argomento, e presentato tramite il Diritto Straniero, specie negli Stati Uniti d'America e Italia, e dei principi comuni che lo informano nell'Unione Europea. L'assenza di libertà all'associazione sindacale brasiliana viene confermata nel suo rapporto com lo Stato, che mantiene la sindacalizzazione per categoria economica e professionale in tutti i livelli dell'organizzazione sindacale - cosiquè sono escluse le centrale sindacali - e il contributo sindacale obbligatorio, e stabilisce l'unicità sindacale nella Costituzione Federativa del 1988, così come con le altre entità sindacali, che fin dalla unicità sindacale non riescono a dimonstrare piú rappresentatività, in modo da sostituire un'altro sindacato nei suoi ambiti personali e territoriali di rappresentazione legale. Le cause della manutenzione, il persistere degli appunti, che sono stati presi come parametri per gli studi del Diritto Straniero e dei principi riferiti, così come la necessária riforma, sono questionati nel contesto delle pretensioni di riforma nel Diritto Collettivo del Lavoro, diffese negli anni'90 ed informate dal deliberato proposito di modernizzazione dei rapporti di lavoro con l'intenzione di renderli piú disciplinate tramite trattativa collettiva. Parole-chiave: libertà sindacale; inquadramento sindacale; struttura sindacale; molello dei rapporti di lavoro.
No presente trabalho, a organização sindical brasileira é estudada na confrontação com um modelo democrático de relações coletivas de trabalho, concebido a partir de normas da Organização Internacional do Trabalho acerca do assunto, e apresentado por intermédio do Direito Estrangeiro, centralmente Estados Unidos da América e Itália, e dos princípios comuns que o informam na União Européia. A inexistência de liberdade à associação sindical brasileira é verificada no seu relacionamento com o Estado, que mantém a sindicalização por categoria econômica e profissional em todos os graus da organização sindical - dessa maneira são excluídas as centrais sindicais - e a contribuição sindical obrigatória, e institui a unicidade sindical na Constituição Federal de 1988, bem como com outras entidades sindicais, que, desde a unicidade sindical, não têm meios para demonstrarem mais representatividade, de sorte a substituir outro sindicato em seus âmbitos pessoais e territoriais de representação legal. As causas da manutenção, a persistência das apontadas notas, que serviram de parâmetros para estudo do Direito Estrangeiro e dos referidos princípios, bem como a necessária reforma, são problematizadas no contexto das pretensões de reforma no Direito Coletivo do Trabalho, advogadas na década de 90 e informadas pelo deliberado propósito de modernização das relações de trabalho, no sentido de serem mais disciplinadas mediante negociação coletiva. Palavras-chave: liberdade sindical; enquadramento sindical; estrutura sindical; modelo de relações de trabalho.
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BONANOMI, GIANLUCA. "Rappresentanze dei lavoratori e contrattazione collettiva a livello aziendale tra legge ed autonomia collettiva." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/40637.

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Abstract:
La tesi muove dall’analisi del contenuto degli accordi interconfederali in materia di misurazione della rappresentatività sindacale, mettendo in luce le potenzialità e le criticità dell’attuale assetto, ed interrogandosi sulla necessità di una regolamentazione legislativa della materia. Si dimostra che l’intervento normativo, escluso per quanto riguarda la contrattazione collettiva nazionale, si rivelerebbe, invece, indispensabile a livello aziendale. Descritte alcune delle proposte legislative avanzate dalla dottrina, la tesi indica le linee di un possibile intervento legislativo concentrandosi sulle strutture di rappresentanza dei lavoratori in azienda e sull’esercizio dei diritti sindacali, sull’ambito di efficacia soggettiva e sulla titolarità della contrattazione collettiva a livello aziendale, nonché sui rapporti tra questa ed il contratto collettivo nazionale di lavoro. In tale prospettiva, si analizza anche il regime delle clausole di tregua sindacale in relazione alla contrattazione collettiva aziendale e all’esercizio del diritto di sciopero.
The thesis, starting from the analysis of the contents of inter-sectoral agreements regarding the measurement of unions’ representativeness, focuses on the potentialities and criticalities of the current Italian industrial relations system. The thesis stresses that a statutory regulation in this field is not needed with reference to sectoral collective bargaining, but it could be necessary as regard to collective bargaining and workplace representatives at firm level. The thesis outlines the guidelines for a possible regulatory intervention, focusing on the functions of workplace representatives, trade union rights, collective bargaining coverage, no-strike clauses and the relationship between decentralised and sectoral collective bargaining agreements.
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BONANOMI, GIANLUCA. "Rappresentanze dei lavoratori e contrattazione collettiva a livello aziendale tra legge ed autonomia collettiva." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/40637.

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Abstract:
La tesi muove dall’analisi del contenuto degli accordi interconfederali in materia di misurazione della rappresentatività sindacale, mettendo in luce le potenzialità e le criticità dell’attuale assetto, ed interrogandosi sulla necessità di una regolamentazione legislativa della materia. Si dimostra che l’intervento normativo, escluso per quanto riguarda la contrattazione collettiva nazionale, si rivelerebbe, invece, indispensabile a livello aziendale. Descritte alcune delle proposte legislative avanzate dalla dottrina, la tesi indica le linee di un possibile intervento legislativo concentrandosi sulle strutture di rappresentanza dei lavoratori in azienda e sull’esercizio dei diritti sindacali, sull’ambito di efficacia soggettiva e sulla titolarità della contrattazione collettiva a livello aziendale, nonché sui rapporti tra questa ed il contratto collettivo nazionale di lavoro. In tale prospettiva, si analizza anche il regime delle clausole di tregua sindacale in relazione alla contrattazione collettiva aziendale e all’esercizio del diritto di sciopero.
The thesis, starting from the analysis of the contents of inter-sectoral agreements regarding the measurement of unions’ representativeness, focuses on the potentialities and criticalities of the current Italian industrial relations system. The thesis stresses that a statutory regulation in this field is not needed with reference to sectoral collective bargaining, but it could be necessary as regard to collective bargaining and workplace representatives at firm level. The thesis outlines the guidelines for a possible regulatory intervention, focusing on the functions of workplace representatives, trade union rights, collective bargaining coverage, no-strike clauses and the relationship between decentralised and sectoral collective bargaining agreements.
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MARAGA, RICCARDO. "Le relazioni sindacali dopo il "Caso Fiat"." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2014. http://hdl.handle.net/11566/242881.

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Abstract:
La tesi di dottorato “Le relazioni sindacali dopo il “Caso Fiat” analizza la vicenda contrattuale che ha condotto alla stipulazione degli accordi aziendali separati negli stabilimenti Fiat di Pomigliano e Mirafiori nel 2010, considerati da molti osservatori come una vera rivoluzione nel sistema di relazioni sindacali. Fiat, infatti, uscendo da Confindustria, ha creato con gli accordi aziendali in esame un ambiente giuridico in cui l’unica norma applicabile è l’accordo stesso ed ha inteso escludere la Fiom (non firmataria degli accordi) dalla possibilità di costituire RSA invocando l’interpretazione letterale dell’art. 19 St. Lav. La ricerca prosegue analizzando la recente evoluzione del sistema di relazioni sindacali dopo il “caso Fiat” tra tentativi di ricomposizione (Accordo interconfederale del 28 giugno 2011 e Protocollo del 31 maggio 2013) in cui si è ritrovata una sostanziale unità di azione delle sigle sindacali e si sono definiti elementi fondamentali (misurazione della rappresentatività delle sigle sindacali, l’efficacia generale degli accordi aziendali, derogabilità del CCNL da parte dei contratti aziendali) e tentativi di destrutturazione del sistema (in particolare l’art. 8 della l. 148/2011 che introduce la possibilità per gli accordi aziendali di derogare non solo al CCNL ma addirittura alla legge e interviene a gamba tesa sul difficile equilibrio raggiunto dalle parti con l’accordo del 28 giugno 2011). Infine vengono prospettate le possibili caratteristiche di un nuovo sistema di relazioni sindacali che coniughi le esigenze di competitività delle imprese e il rilancio economico del sistema Paese con la necessità di preservare un quadro di regole stabile. Tale possibile nuovo sistema di relazioni sindacali passa per la valorizzazione dell’Accordo Interconfederale del 28 giugno 2011 e del Protocollo del 31 maggio 2013 con l’iniezione di forti elementi di partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa.
The doctorate thesis “Labor relations after the “Fiat case” examines the corporate contracts between Fiat and trade unions in the factories of Pomigliano and Mirafiori in 2010. These contracts are considerated by lot of observers a real revolution in the labor relations. Fiat, effectively, out of Confindustria, wanted to create, with these contracts, a juridical context in wich there is only an applicable law, the same contract, and Fiat wanted also to keep out the Fiom (no signatory of the contracts of Pomigliano and Mirafiori) from the possibility to establish RSA (corporate union representation) due to literal interpretation of art. 19, l. 300/1970. The research continues with the analysis of the recent evolution of the laboral relations system after the “Fiat case” between attempts of composition (Interconfederal pact of 28th, june, 2011 and Protocol of 31th, may, 2013) in wich Trade Unions rediscovered unity of action and defined essential elements (measurement of Trade Unions' representativity, general effect of corporate contracts, possibility to waive the Collective National Contracts by corporate contracts) and attempts of decomposition of system (particulary about art. 8, l. 148/2011 that introduces the possibility for corporate contracts to waive not only the Collective National contracts but even the law). Finally, the research advances a new possible labor relations system that combines the requirements of competitiveness of companies and economic growth of the country with the necessity to preserve a framework of stable and definite rules. This possible new system of labor relations is constituted by the appreciation of Interconfederal pact of 28th, june, 2011 and Protocol of 31th, may, 2013 with injection of strong elements of workers participation to companies management.
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FEDERICI, ANTONIO. "La responsabilità civile del sindacato: organizzazione e responsabilità del sindacato nell’ordinamento civile." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/201925.

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Abstract:
L’elaborato ripercorre gli itinerari della dottrina e della giurisprudenza in merito al problema della responsabilità civile del sindacato nel connubio con i profili riguardanti i diversi modelli di organizzazione. Il quadro che emerge è quello di una tendenza della dottrina ad affrancare le associazioni sindacali dal sistema di responsabilità, a fronte di una giurisprudenza più aperta a ritenere il sindacato soggetto alle disposizioni di diritto comune. Per verificare se il dogma della immunità del sindacato ancora resiste, sono state esaminate, a livello casistica, diverse fattispecie di responsabilità, all’interno delle quali è stata calata la specifica posizione del sindacato. Il risultato a cui giunge la ricerca è quello di una tendenziale riconduzione dell’attività sindacale alle ordinarie regole della responsabilità civile.
The paper traces the routes of the doctrine and jurisprudence on the question of civil liability of the union in marriage with profiles on the various models of organization. The picture that emerges is of a tendency of the doctrine to liberate trade unions from the accountability system, compared with a case more open to believing the union subject to the provisions of common law. To test whether the doctrine of immunity of the union still stands, have been examined in case studies of various criminal responsibility, which was dropped in the particular position of the union. The result that comes the real trend is that of a renewal of trade union activity to the normal rules of civil liability.
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CIAMPI, SONIA. "Il sindacato come organizzazione." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/513.

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Abstract:
Il lavoro, dopo una ricostruzione storica del fenomeno sindacale, è incentrato sull'analisi degli elementi costitutivi della fattispecie sindacale nonchè sull'analisi dello spazio ricoperto dalla contrattazione collettiva alla luce delle più recenti riforme in materia.
The work, further to the historical reconstruction of the trade unions, is focused on the analysis of the constituent elements of a trade union, as well as on the analysis of the position of collective bargaining in the light of the recent law reforms in regard.
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CIAMPI, SONIA. "Il sindacato come organizzazione." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/513.

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Abstract:
Il lavoro, dopo una ricostruzione storica del fenomeno sindacale, è incentrato sull'analisi degli elementi costitutivi della fattispecie sindacale nonchè sull'analisi dello spazio ricoperto dalla contrattazione collettiva alla luce delle più recenti riforme in materia.
The work, further to the historical reconstruction of the trade unions, is focused on the analysis of the constituent elements of a trade union, as well as on the analysis of the position of collective bargaining in the light of the recent law reforms in regard.
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Genovese, Giuliana <1987&gt. "Il sindacato giapponese: quale futuro?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2186.

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Abstract:
Questa tesi tratterà il problema della debolezza dei sindacati giapponesi alla luce del declino del tasso di partecipazione sindacale. Dati statistici hanno dimostrato che questo calo è avvenuto, dagli anni Ottanta ad oggi, in tutti i paesi industrializzati: in Giappone, tuttavia, questa riduzione può essere spiegata alla luce dello sviluppo storico del movimento operaio, delle relazioni labor-management e del confronto con il governo. Nel capitolo uno si analizzerà l'evoluzione storica del movimento operaio giapponese, che si è costituito durante gli anni Venti del Ventesimo secolo sotto l'influenza del pensiero socialista occidentale. La sua espansione, intralciata nel periodo precedente il secondo conflitto mondiale dalle politiche governative, è stata incentivata dall'occupazione americana. Nel nome della democratizzazione del paese, sono state istituite le leggi sul lavoro e sui sindacati, il diritto di organizzazione, di negoziazione collettiva e di sciopero. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta i lavoratori, sentendosi tutelati dalle nuove legislazioni, hanno rivendicato i propri diritti, circoscrivendo il periodo più importante in termini di attivismo sindacale. Tuttavia vedremo come il governo abbia represso queste nuove forme di ribellione, mitigando il movimento operaio attraverso il sindacato d'impresa, un'organizzazione interna all'azienda che cerca di tutelare tutti i lavoratori senza tener conto della tipologia di impiego. Nel secondo capitolo verrà chiarito come il sindacalismo d'impresa sia direttamente connesso con il calo di partecipazione sindacale. Le cause maggiori sono, infatti, insite all'interno del sistema del mercato del lavoro giapponese. Per permettere l'impiego a vita, il mercato del lavoro giapponese è stato strutturato in maniera che il numero di licenziamenti venisse ridotto: ciò ha portato all'allungamento delle ore lavorative ma non al bilanciamento tra ore lavorative e salari. Le politiche di deregolamentazione degli anni Novanta hanno provocato, inoltre, l'aumento dei lavoratori part-time, che non possono entrare a far parte dei sindacati d'impresa e sono soggetti, dunque, a discriminazioni e pratiche di lavoro scorrette. L'ipotesi di rinnovamento del movimento sindacale, presentata nel capitolo tre, propone l'incoraggiamento delle community union, organizzazioni esterne ai sindacati, nate durante gli anni Ottanta, che si propongono di tutelare sia i lavoratori regolari sia quelli atipici dalle pratiche industriali scorrette, differenziandosi dal sindacato d'impresa che si è sempre concentrato sulla negoziazione salariale collettiva. Questa ipotesi sottintende una disillusione nei confronti del sistema attuale: la cooperazione labor-management esposta nel capitolo due, propria del modello giapponese, appare inefficace ai fini di una tutela dei diritti della classe operaia. Ciò in cui si confida è il fatto che le politiche proposte dalla federazione nazionale dei sindacati, uguali da dieci anni, possano essere ascoltate: nel frattempo, la mobilitazione di sindacati esterni alle imprese appare l'unica soluzione efficace.
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La, Licata Fabrizio. "Il Fascismo Ibleo: Politica e Sindacato." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1162.

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Abstract:
Il seguente lavoro si colloca all interno del filone di studi sui fascismi periferici e prova a ricostruire la ventennale vicenda fascista dell area iblea. L attenzione è rivolta alla provincia rossa, culla del socialismo per eccellenza, che si sfrangia sotto i colpi di squadristi e fascisti. All interno del fascismo periferico ibleo, sono presenti dei particolarismi locali: il fascismo di Ragusa si può definire pennavariano, dal nome del suo leader, Filippo Pennavaria; quello di Modica è di stampo notabiliare; quello di Vittoria è, invece, nelle mani della borghesia agraria, impersonata dalla potente famiglia Iacono. Tutti questi particolarismi sono percossi da ataviche beghe paesane e lotte intestine, che non contribuiscono a migliorare il rapporto tra la popolazione e le istituzioni del regime. I dissapori presenti nella classe dirigente si intensificano allorquando Ragusa sarà elevata a capoluogo di provincia nel 1927. Se il partito si affermò con rapidità, ben diversa fu l evoluzione del sindacato fascista, che dovette confrontarsi con la fitta rete associativa già esistente e intenzionata a mantenere inalterata la propria autonomia. Vengono analizzati in maniera particolare i sindacati dell industria, volgendo lo sguardo al settore minerario-asfaltifero e i sindacati dell agricoltura, nella doppia configurazione dei datori di lavoro e dei prestatori d opera. Inoltre, un ampio spazio è dedicato alle attività sindacali: tesseramento, assistenza, contrattazioni, ecc.
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Locci, Alessandra <1986&gt. "Federazione Nazionale Sindacati Cinesi: Un'Istituzione Complessa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1824.

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Forlivesi, Michele <1988&gt. "La misurazione della rappresentatività delle associazioni sindacali: funzioni, problemi, metodi." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8233/1/Forlivesi_Michele_tesi.pdf.

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Abstract:
La tesi è redatta adottando il metodo dell’analisi funzionale del diritto, utilizzato dall’Autore per decodificare la nozione di rappresentatività e le sue tecniche di accertamento e misurazione. Seguendo tale impostazione metodologica l’A. arriva a concepire la rappresentatività sindacale come tecnica selettiva impiegata dall’ordinamento, al fine di individuare i sindacati chiamati a realizzare peculiari funzioni progressivamente emergenti nell’ordinamento nazionale e sovranazionale. Ciò comporta che i criteri di misurazione e verifica della rappresentatività variano a seconda delle funzioni, degli ambiti in cui deve essere applicata ed in base al modello sindacale prodotto dall'ordinamento, pertanto modelli, funzioni ed ambiti sono inevitabilmente destinati ad intrecciarsi, combinarsi e variare nel tempo. Tale premessa è indispensabile per stabilire, ad ogni nuovo assestamento dell'ordinamento intersindacale, se sussista o meno, e quale sia, l'equilibrio instauratosi fra la zona di "privilegio" assicurata alle organizzazioni sindacali e datoriali dotate di un certo grado di rappresentatività, e quella nella quale operano le altre organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro mediante il riconoscimento della libertà sindacale di cui all’art. 39 Cost. L’obiettivo dell’indagine è duplice e comprende, da un lato, la verifica della tenuta sistemica delle regole sulla misurazione della rappresentatività sindacale prodotte del trittico di accordi interconfederali 2011-2014 e della loro idoneità alla definizione della formula di «sindacato dei lavoratori comparativamente più rappresentativo» caratterizzante la legislazione di rinvio alla contrattazione; dall’altro, la decodificazione dell’emergente nozione di «associazione dei datori di lavoro comparativamente più rappresentativa sul piano nazionale», verificando la possibilità di elaborare in via ermeneutica e ricorrendo all’analisi comparata, indici di maggiore rappresentatività delle associazioni datoriali. Sullo sfondo riemerge il dibattito sull’opportunità o meno di un intervento eteronomo in grado di dare nuova linfa agli attori sindacali ed arginare la tendenza disgregatrice del sistema di relazioni industriali.
The Author, using the methodology of functional law analysis, seeks to define the notion of representativeness and its assessment and measurement techniques. Following this methodological setting, the A. comes to conceptualize union representativeness as a selective technique aimed at identifying unions called to realize peculiar functions that progressively emerge in national and international context. This implies that the criteria for measuring and verifying the representativeness change according to the functions, the areas of application and the union model produced by the legal system. Accordingly, patterns, functions and environments are inevitably intended to intertwine, combine and change over time. This premise is indispensable to establish, at each new settlement of the union system, whether there is a balance between the "privilege" area ensured by representative trade Unions and employers organizations, and the area in which the other organizations of workers and employers operate according to the freedom of association (art. 39 Cost.) The objective of the investigation is twofold: on the one hand, it requires to verify the rules on the measurement of the trade union representativeness set by the inter-federal agreements between 2011 to 2014 and their suitability for the definition of the legal provision of «sindacato dei lavoratori comparativamente più rappresentativo» characterizing the legal devolutions of power towards collective bargaining. On the other hand, the Autor try to decode the emerging concept of «associazione dei datori di lavoro comparativamente più rappresentativa sul piano nazionale» by verifying the possibility to create, trough theoretically developing and using comparative analysis, indexes of representativeness of employers' associations. It is also analyzed the debate over the opportunity of a “Trade Union Act” to enhancing trade unionists and employers’ organizations and to fight the disruptive tendency of the industrial relations system.
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Follieri, Francesco. "Il sindacato di legittimità sul provvedimento amministrativo." Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1509.

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Abstract:
La tesi, dopo aver esposto criticamente la dottrina sulle modalità di sindacato di legittimità sul provvedimento amministrativo, tenta un'analisi e una sistematizzazione delle modalità di sindacato, alla luce delle nozioni di legittimità, validità e atto giuridico, anche in teoria generale.
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Rosselli, Carlo Tinacci Valentina. "Linee di una teoria economica dei sindacati operai /." Siena : Betti, 2005. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb40170371f.

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DE, NICHILO STEFANO DAMIANO. "Rituali di verifica nei collegi sindacali delle società quotate italiane: un’analisi testuale e quantitativa." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2019. http://hdl.handle.net/11584/261049.

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Abstract:
The works object of the project discuss the supervisory concept of the board of auditors and of the advisory body according to two logics that of the "law" and that of the "ritual". The analysis carried out below aims precisely at identifying what is meant in this regard. The "scope of controls" is immediately clarified: controls can not be "merit" on the appropriateness and convenience of management decisions, but only on "legitimacy" of the choices themselves and the correctness of the decision-making process of the directors. The subject of the attention must never be the decision on the merits that is exclusively the responsibility of the directors but the way in which the decision-making process is formed. The board of statutory auditors and the advisory body are required to evaluate the company system as appropriate if it allows: - the complete, prompt and reliable disclosure of accounts and the representation of operating events; - the production of valid and useful information for management decisions and for the best protection of company assets; - the production of reliable data for the preparation of financial reports and, in particular, for the consolidated financial statements. It is now a known fact that corporate responsibility (administrative responsibility deriving from a crime pursuant to Legislative Decree No. 231/2001) is a significant risk from which companies should adequately protect through the adoption and effective implementation of an organizational and management model. However, even today, seventeen years after the entry into force of the D.L.gs. n. 231/2001, professional consultants, auditors and members of the supervisory bodies find models of poor adherence to the company and / or, even worse, with models, although potentially well prepared, not effectively implemented, let alone adequately supervised . Research on the best structure of the SB led to the multiplication of the guarantee figures within the company. Hence some considerations on the control network and how it is among the performance measurement and reporting tools of the company's "intangible" resources according to the international standards of the International Integrated Reporting Council (IRC). The 231 model is a tool that serves the company to have a "clear" vision of the government and business management. The model makes sense to the designer, not just as a "shield" to avoid the sanctions provided where the management or employees "break" or "elude" company protocols with the intent to make a fraud, but overall so that allows the company to operate inexpensiveness. Therefore, the model is an operative tool that serves to define through the protocols the "behaviors" that management and employees are required to observe in the company context. From the study of the theory of Michael Power on the "Rituals of verification" applied to the boards of statutory auditors and the supervisory bodies of the Italian non-financial listed companies on a sample of 170 companies, taking into account the audits carried out, my experience as auditors, meetings and interviews conducted with statutory auditors and members of supervisory bodies of listed and unlisted companies during the PhD program introduced some conclusive reflections that would help to understand the limits of work. In integrating work, the principles of business administration, internal audit and external audit have come together and we have integrated the work of the following aspects. The board of auditors and the supervisory body assure us only of one thing: that there are "verification rituals" that are "everything". And so we must trust that the "verification rituals" represent a minimum of vigilance on the "good rules" of corporate governance on "sound and prudent" management.
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Campilongo, Valentina <1978&gt. "Il sindacato della Corte di cassazione sul travisamento della prova." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2427/1/Campilongo_Valentina_IlsindacatodellaCortedicassazionesultravisamentodellaprova.pdf.

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Abstract:
Sect. 606, par. 1, e), as modified by Law 46, enacted on Februray 20th, 2006 introduced the chance to appeal to the Court of cassation in case of inconsistent reasoning and extended control on its existence and on other flaws and lack of obvious logic over the text of the contested decision, namely “to other acts the process specified in the grounds of burden”. The renewed provision seems to properly reappoint the “distortion of the evidence”, i.e. the omitted or distorted evidence that could be relevant and conclusive one, in the peculiar context of the grounds' vice. After a general review of the obligation to state reasons for judicial decisions, we analyze the innovative status of the vice of “distortion of evidence” and the conditions and the limits - defined by the law - within we can contest a resolution for illegitimacy. Then, we outline the systematic spin-off brought by the new form of sect. 606, par. 1, e) on some institutions in the code of criminal procedure. Finally, we make the role of the Court of cassation clear in the modern criminal trial, since the 2006 reform gave no definite answer on this fundamental aspect of the question.
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Campilongo, Valentina <1978&gt. "Il sindacato della Corte di cassazione sul travisamento della prova." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2427/.

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Abstract:
Sect. 606, par. 1, e), as modified by Law 46, enacted on Februray 20th, 2006 introduced the chance to appeal to the Court of cassation in case of inconsistent reasoning and extended control on its existence and on other flaws and lack of obvious logic over the text of the contested decision, namely “to other acts the process specified in the grounds of burden”. The renewed provision seems to properly reappoint the “distortion of the evidence”, i.e. the omitted or distorted evidence that could be relevant and conclusive one, in the peculiar context of the grounds' vice. After a general review of the obligation to state reasons for judicial decisions, we analyze the innovative status of the vice of “distortion of evidence” and the conditions and the limits - defined by the law - within we can contest a resolution for illegitimacy. Then, we outline the systematic spin-off brought by the new form of sect. 606, par. 1, e) on some institutions in the code of criminal procedure. Finally, we make the role of the Court of cassation clear in the modern criminal trial, since the 2006 reform gave no definite answer on this fundamental aspect of the question.
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Chemello, Lorenzo <1986&gt. "Sindacati e Partecipazioni statali. Il caso Lanerossi-ENI (1959-1973)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2282.

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Abstract:
Tesi di ricerca sugli eventi e le lotte sindacali che si sono svolte alla Lanerossi di Schio in un lasso di tempo che ha visto l'azienda passare in mano pubblica, con l'Eni, ed affrontare gli anni della contestazione attraverso piani di ristrutturazione piuttosto pesanti.
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PREMOLI, ALESSANDRO. "DECENTRAMENTO PRODUTTIVO E RUOLO DELL'AUTONOMIA COLLETTIVA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1789.

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Abstract:
L’opera analizza i fenomeni di frammentazione del ciclo produttivo dal punto di vista delle relazioni collettive, ponendosi l’obiettivo di verificare l’efficacia degli strumenti contrattuali per “governare” tali processi. Si muove dall’ipotesi per cui sia opportuno valorizzare la contrattazione di secondo livello, stante i minori problemi di applicazione generalizzata e la maggiore sensibilità rispetto agli interessi coinvolti. La parte più rilevante dell’indagine ruota attorno al tema degli appalti, dalle clausole di divieto agli obblighi di informazione e consultazione, sino alle previsioni volte a garantire determinati trattamenti contrattuali o la continuità occupazionale ai lavoratori coinvolti; esperienze apprezzabili che richiedono, tuttavia, uno sviluppo a livello decentrato, anche territoriale o interaziendale. Ci si sofferma altresì sul trasferimento d’azienda, evidenziandosi il fondamentale compito della contrattazione decentrata nel cercare un bilanciamento tra competitività e protezione sociale, oltre che nel vigilare sulla genuinità delle operazioni realizzate. Si passa, poi, agli interventi in tema di somministrazione di lavoro, auspicandosi la realizzazione di un sistema di rappresentanza e contrattazione aziendale integrata, che coinvolga anche i lavoratori somministrati. Da ultimo si guarda al lavoro parasubordinato, con riferimento al quale la contrattazione collettiva è chiamata a sviluppare un sistema di sostegno e protezione che trascenda la tutela dei soli occupati.
The work analyses the outsourcing processes on the point of view of industrial relations, with the purpose to verify the effectiveness of the collective bargaining provisions to “manage” these processes. The dissertation moves from the assumption that the second-level agreements should be implemented, considering the applicability to all employees and the greater proximity to the interests concerned. The major part of the analysis revolves around the service contracts and the heterogeneous related provisions of the national collective labour agreements (such as the ban on outsourcing, the information to trade unions, the entitlement to certain treatments or to hold down the employment relationship), which should be developed by company or territorial level agreements. Then the dissertation focuses on the transfer of business, highlighting the role of the second-level bargaining, which could be able to find a compromise between competitiveness and social protection, as well as to control the compliance of the transactions. The work also considers the staff leasing contract, hoping for a system of collective representation and negotiation which includes the temporary workers. Finally, with reference to the so called “working project consulting agreements”, the author observes that the trade unions should give to the consultants a major collective protection.
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PREMOLI, ALESSANDRO. "DECENTRAMENTO PRODUTTIVO E RUOLO DELL'AUTONOMIA COLLETTIVA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1789.

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Abstract:
L’opera analizza i fenomeni di frammentazione del ciclo produttivo dal punto di vista delle relazioni collettive, ponendosi l’obiettivo di verificare l’efficacia degli strumenti contrattuali per “governare” tali processi. Si muove dall’ipotesi per cui sia opportuno valorizzare la contrattazione di secondo livello, stante i minori problemi di applicazione generalizzata e la maggiore sensibilità rispetto agli interessi coinvolti. La parte più rilevante dell’indagine ruota attorno al tema degli appalti, dalle clausole di divieto agli obblighi di informazione e consultazione, sino alle previsioni volte a garantire determinati trattamenti contrattuali o la continuità occupazionale ai lavoratori coinvolti; esperienze apprezzabili che richiedono, tuttavia, uno sviluppo a livello decentrato, anche territoriale o interaziendale. Ci si sofferma altresì sul trasferimento d’azienda, evidenziandosi il fondamentale compito della contrattazione decentrata nel cercare un bilanciamento tra competitività e protezione sociale, oltre che nel vigilare sulla genuinità delle operazioni realizzate. Si passa, poi, agli interventi in tema di somministrazione di lavoro, auspicandosi la realizzazione di un sistema di rappresentanza e contrattazione aziendale integrata, che coinvolga anche i lavoratori somministrati. Da ultimo si guarda al lavoro parasubordinato, con riferimento al quale la contrattazione collettiva è chiamata a sviluppare un sistema di sostegno e protezione che trascenda la tutela dei soli occupati.
The work analyses the outsourcing processes on the point of view of industrial relations, with the purpose to verify the effectiveness of the collective bargaining provisions to “manage” these processes. The dissertation moves from the assumption that the second-level agreements should be implemented, considering the applicability to all employees and the greater proximity to the interests concerned. The major part of the analysis revolves around the service contracts and the heterogeneous related provisions of the national collective labour agreements (such as the ban on outsourcing, the information to trade unions, the entitlement to certain treatments or to hold down the employment relationship), which should be developed by company or territorial level agreements. Then the dissertation focuses on the transfer of business, highlighting the role of the second-level bargaining, which could be able to find a compromise between competitiveness and social protection, as well as to control the compliance of the transactions. The work also considers the staff leasing contract, hoping for a system of collective representation and negotiation which includes the temporary workers. Finally, with reference to the so called “working project consulting agreements”, the author observes that the trade unions should give to the consultants a major collective protection.
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Ragone, Giada <1987&gt. "Evidenze scientifiche e dati empirici nel sindacato di costituzionalità delle leggi." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/8306.

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Abstract:
Oggetto della tesi dottorale è l’impiego di dati empirici ed evidenze scientifiche nel sindacato di costituzionalità delle leggi. La trattazione di questo tema impone di occuparsi del principio costituzionale della ragionevolezza. Se infatti, in generale, è possibile affermare che il giudizio sulla legittimità delle leggi ha carattere “concreto” – non implica cioè un mero raffronto astratto tra norme ma chiede al Giudice costituzionale di attingere anche alla realtà fattuale –, è nel sindacato di ragionevolezza che i fatti (in generale) e quelli di caratura scientifica (in particolare) assumono maggior rilievo: essi divengono talvolta parametro vero e proprio della valutazione della legge. L'elaborato - all'interno del quale è dato spazio a cenni comparatistici - offre alcuni spunti di riflessione di portata generale (che trascendono cioè le peculiarità del nostro sistema costituzionale) sul quesito relativo al ruolo che deve rivestire la scienza nel giudizio sulle leggi, i quali muovono dalla consapevolezza che lo scontro/incontro tra scienza e diritto che si gioca al livello del giudizio delle leggi rappresenta un aspetto specifico del più ampio problema circa la capacità del diritto di prevalere sulla tecnica o viceversa di quest’ultima sulla scienza giuridica.
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Galetto, M. "Patti territoriali e sindacato : gli otto casi della provincia di Torino." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2008. http://hdl.handle.net/2434/44544.

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Abstract:
Territorial Pacts and trade unions. The eight cases of the Province of Turin ("Patti territoriali e sindacato. Gli otto casi della Provincia di Torino") By Manuela Galetto The present dissertation deals with the role played by trade unions within the Territorial Pacts. Since the mid ‘90s, in Italy Territorial Pacts have been widely adopted – especially compared to other local policy instruments - as public policy to enhance the competitiveness of the territory. After describing how Territorial Pacts were born, Chapter 1 gives an account of how many pacts we had in Italy, of which kind and where. Instead of a top-down approach in the definition of the local economic measures, a new bottom-up model is adopted. Territorial pacts have therefore attracted the attention of many scholars and policy makers and we now have a wide literature dealing with this theme. Chapter 2 makes the point on the state of the art of the literature produced and stresses the fact that attention is lacking on the role played by trade unions within Territorial Pacts. Chapter 3 concentrates on the role played, in general, by Italian trade unions within contexts that are different from the traditional collective bargaining. Chapter 4 finally presents the results of the research carried out in order to understand the role played by trade unions within the eight pacts signed in the province of Torino. About 20 interviews to trade unionists were carried out in order to investigate why they took part, when they did, to the concertation of territorial pacts, what kind of costs did such participation implied and whether there was a style of participation, according to the actions they accomplished during such experiences.
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Panozzo, Fabrizio. "Complessità organizzativa e funzionamento economico: il sindacato in una prospettiva economico aziendale." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 1995. http://hdl.handle.net/10579/104.

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COMASTRI, MICHELE ANDREA. "I Poteri officiosi della Corte di Cassazione nel Sindacato degli errores in iudicando." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/608.

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Abstract:
In the Italian judiciary system, the Corte di Cassazione is, at the same time, the highest institution of justice and judges of the contestation of sentences emanating from the primary and appellate courts. The Corte di Cassazione has the duty of overturning, at the behest of inquiring parties, sentences imposed by lower level judges who commit errors in the interpretation or application of the law. This analysis explores the theme relative to the sentence and implementation of the power of the Corte di Cassazione to overturn judgements from primary and appellate courts, made by mistranslations and misapplications of the law not brought to light by the interested parties. This analysis is composed of four chapters and an appendix. In the first chapter the fundamental concepts used in this analysis are established. The second chapter studies the practice of the actual decisions of the Italian Corte di Cassazione. The third chapter deepens the understanding of the fundamental characteristics of the justice precipitated in the Italian Corte di Cassazione, with particular attention paid to the widespread recognition of the civil codes of procedure of 1942, with their subsequent reforms in 1990 and 2006. The fourth chapter offers a prospective for a deeper understanding of the theme’s solution relative to the existence and conditions of the implementation of the power of the Corte di Cassazione to overturn previous judgements made with errors in interpretation or application of the law, however ignored by the involved parties. A last, the appendix discusses generally the theme of the power of la Corte di Cassazione, as well as an analysis of the most important European experiences (notably those of Germany and France).
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Zucca, Veronica <1985&gt. "Donne immigrate e sindacato: lavoratrici italiane e immigrate in un'istituzione declinata al maschile." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2268.

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Abstract:
La tesi è divisa in tre principali capitoli. Nel primo viene presentata una ricostruzione storica dell'evoluzione del rapporto tra lavoratrici donne e sindacato in Italia; nel secondo viene analizzato nello specifico il rapporto tra lavoratori immigrati e strutture sindacali a partire dagli anni '80, quando l'Italia è diventata un paese di immigrazione; nel terzi capitolo si analizza nello specifico la situazione delle lavoratrici immigrate rispetto al lavoro e al sindacato,servendosi in particolare dell'analisi di un progetto di respiro europeo e di alcune interviste effettuate personalmente a lavoratrici immigrate presenti nel territorio della provincia di Venezia.
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