Academic literature on the topic 'Significato del parlante'

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Journal articles on the topic "Significato del parlante"

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Vučetić, Zorica. "Contributo allo studio della composizione delle parole : Raffronto contrastivo italiano-croato, croato-italiano. Primi risultati." Linguistica 39, no. 1 (December 1, 1999): 83–98. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.39.1.83-98.

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Abstract:
Nel presente lavoro si considerano le parole composte italiane e croate, e più pre­ cisamente nella fase moderna dell'italiano e del croato. L'approccio allo studio della composizione delle parole nelle due lingue è sincronico. Si prendono in considerazione solo parole motivate nella coscienza linguistica dei parlanti di oggi. La composizione delle parole, che unisce due o più elementi costitutivi, creando in tal modo nuove unità lessicali, è molto importante nella lingua italiana. Si distinguono due casi: in un gran numero di composti ii parlante continua ad identificare i due ele­ menti costitutivi dopo che la fusione è avvenuta (A+B=AB): in questo caso ii signifi­ cato del composto è la somma dei significati dei membri costitutivi e il composto è motivato nella consapevolezza linguistica dei parlanti di oggi; mentre in altri composti la fusione dei due elementi costitutivi dà origine a un nuovo significato (A+B=C), per cui i composti non sono motivati nella consapevolezza linguistica dei parlanti di oggi, quindi non sono trasparenti e dal punto di vista sincronico non sono parole composte, ma vanno studiati dal punto di vista diacronico.
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2

Berezowska, Małgorzata. "ntensificazione del significato tramite l’uso dei prefissi e dei suffissi superlativi nel linguaggio giovanile e nello stile femminile." Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis. Studia de Cultura 1, no. 9 (2017): 19–28. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.1.2.

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Abstract:
Abstrakt L’uso dei prefissi e dei suffissi superlativi, oltre alla loro funzione di base in quanto indicatori delle dimensioni dell’oggetto descritto o dell’intensità delle sue proprietà, può servire a esprimere l’atteggiamento del parlante nei confronti della realtà extralinguistica. Questi elementi morfologici svolgono non solo la loro funzione di base, ma possono essere utilizzati nella loro funzione secondaria: quella di trasmettere le emozioni dell’autore dell’enunciato. Il materiale linguistico analizzato nell’articolo, tratto dai forum di discussione, riflette le tendenze tipiche dello stile femminile e del linguaggio giovanile. Intensyfikacja znaczenia poprzez użycie prefiksów i sufiksów superlatywnych w młodzieżowej odmianie języka oraz w stylu kobiecym Użycie prefiksów i sufiksów superlatywnych, poza ich zasadniczą funkcją oznaczania rozmiarów opisywanego przedmiotu oraz intensyfikacji jego właściwości, może służyć również wyrażaniu stosunku mówiącego do rzeczywistości pozajęzykowej. Wyżej wspomniane elementy morfologiczne nie tylko spełniają zatem swoją podstawową funkcję, ale mogą być również stosowane w ich drugorzędnej funkcji, tj. w celu przekazywania emocji autora wypowiedzi. Materiał językowy, zaczerpnięty z forów dyskusyjnych, którego analiza jest przedmiotem niniejszego artykułu, odzwierciedla tendencje typowe dla stylu kobiecego oraz młodzieżowej odmiany języka.
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Pelillo-Hestermeyer, Giulia. "I parlanti dialettofoni e le loro storie." Mnemosyne, no. 3 (October 11, 2018): 9. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i3.12173.

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Abstract:
Nella narrazione orale, la voce esprime una molteplicità di significati, non solo in riferimento al contenuto vero e proprio del racconto, ma anche rispetto alla disposizione psicologica dei parlanti coinvolti nell’interazione, nonché in rapporto alle modalità di ricostruzione e trasmissione della memoria. Nel descrivere tale stratificazione, partirò da etnotesti tratti da un’intervista dialettologica, per mostrare come in questo tipo di racconto orale prenda forma una sorta di drammatizzazione dell’esperienza vissuta, la quale è interpretata, messa in scena dal parlante per l’interlocutore. Tale drammatizzazione impiega i mezzi espressivi propri del parlato, che saranno descritti in rapporto alle molteplici funzioni svolte nel contesto discorsivo.
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Sigüenza Martín, Raquel. "De buenas y malas lenguas." Eikon / Imago 3, no. 1 (June 10, 2014): 97–132. http://dx.doi.org/10.5209/eiko.73390.

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Abstract:
La lengua, como órgano del habla, ofrece una doble vertiente plena de significados: bien utilizada se convierte en instrumento de alabanza y bondad, pero, cuando se maneja con perfidia, puede provocar desastres. En este artículo, analizamos su ambivalencia para centrarnos, a continuación, en los diferentes pecados de la lengua, su representación iconográfica, así como los castigos recibidos por blasfemos, mentirosos o aduladores, dejando para un próximo estudio las connotaciones positivas del órgano parlante.
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Stella Castañeda, Luz, José Ignacio Henao, and Sergio Alonso Lopera. "El proceso de resemantización de los términos parche y chimba en el parlache." Literatura y Lingüística, no. 39 (September 23, 2019): 175–98. http://dx.doi.org/10.29344/0717621x.39.2010.

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Abstract:
En este artículo se presenta el análisis del proceso de resemantización y recategorización de las piezas lexicales parche y chimba, las cuales forman parte del parlache, variedad argótica del español colombiano. Basados en el Diccionario de uso de parlache (2015) los resultados indican que la palabra parche adquiere unos nuevos significados como sustantivo, verbo pronominal y forma varias locuciones. Chimba cambia de sustantivo a verbo, se usa la parasíntesis para la creación léxica, en fórmulas rutinarias y locuciones verbales.
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6

Sangiorgi, Giorgio. "Mi paghi? Quanto mi paghi?" COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no. 21 (April 2011): 69–79. http://dx.doi.org/10.3280/cost2011-021004.

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Abstract:
Per una sorta di pudore, del rapporto denaro/lavoro si parla poco e quel poco solo in termini retributivi, dimenticando i significati psicologici che assume per tutti: lavoratori o no. Il nostro esame parte innanzitutto da una riflessione sui soggetti privi di occupazione: sono un numero impressionante e per loro non ha neppure senso parlare del significato del denaro. Per i lavoratori, al di lŕ del valore della retribuzione, il denaro acquista numerosi significati psicologici, contribuendo a definire l'identitŕ, il contratto psicologico con l'organizzazione, la misura del successo, la risposta al sentimento di giustizia, ... Peraltro, in una fase in cui il mercato del lavoro accentua le sue tendenze duali, suddividendo i lavoratori tra aristocratici e servi, occorre che i decisori riprendano a studiare il lavoro, anche nelle sue componenti conflittuali, per farne un oggetto plausibile di investimento psicologico.
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Di Franco, Andrea. "Quando si entra in un asilo. La scuola d'infanzia di Giuseppe Terragni a Como." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 172–81. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056026.

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Abstract:
La ‘disarmante' costituzione dell'asilo determina un momento particolare nell'orizzonte dell'opera di Giuseppe Terragni. Sul piano del rapporto con il suo tempo e dell'analisi del significato dello spazio architettonico č interessante rilevare come, da parte delle diverse e piů importanti letture critiche, questa costruzione si ponesse quale termine di paragone rispetto al resto del suo lavoro; tutte letture fortemente supportate dal dato emotivo sia nel caso di quella coeva che di quella seguente, per via della contrastata, ambigua, diciamo difficilmente decifrabile relazione tra l'autore, le correnti artistiche e culturali nazionali ed europee ed il regime fascista. Comunque sia, per questa piccola costruzione, parlare dell'architettura, dell'oggetto e dello spazio senza contemplare l'orizzonte emotivo quale materia originaria e poi interpretativa, rende incompleta la narrazione.
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Pasuy Guerrero, Gladys Yolanda, and Claudia Liliana Agudelo Montoya. "Competencia léxica y procesos de variación semántica en los verbos del parlache." Cuadernos de Lingüística Hispánica, no. 39 (June 1, 2022): 1–20. http://dx.doi.org/10.19053/0121053x.n39.2022.13902.

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Abstract:
Este artículo surge de una exploración diagnóstica de tipo documental, que se configura como teórica, monográfica y descriptiva, y utiliza fuentes secundarias, esencialmente las designadas por la teoría lingüística semántica y por los estudios sociolingüísticos estadounidenses, hispanoamericanos y colombianos. Pretende dar cuenta de la manera como la competencia léxica del usuario debe resolver la resemantización dada en los verbos de la variedad de habla colombiana denominada parlache. Los fenómenos observados fueron, sobre todo, los distintos tipos de unidades léxicas en las que participan los verbos resemantizados y los procesos y estrategias implicados en su producción y comprensión. Se concluye que la competencia léxica, como capacidad para relacionar las formas con los significados, recurre a los referentes, a las asociaciones conceptuales y funcionales, a las relaciones semánticas,a la lexicogénesis, a las unidades fraseológicas, a los registros, y a los niveles de uso, así que apela a aspectos referenciales e inferenciales.
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Greco, Cristina. "La costruzione dell’identità dello scienziato nel graphic novel." Mnemosyne, no. 6 (October 15, 2018): 16. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i6.13673.

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Abstract:
Negli ultimi anni si è assistito allo sviluppo di una produzione di graphic novel sempre più attenta alle narrazioni del sé e al fumetto come luogo di valorizzazione della memoria individuale e collettiva. In Logicomix, che racconta la storia di Bertrand Russell, la costruzione dell’identità dello scienziato si fonda su una forma di narrazione a metà strada tra finzione autobiografica e racconto biografico. La prospettiva semiotica ci ha permesso di indagare le modalità di costruzione dell’Io dello scienziato adoperate dal testo. Emerge in maniera significativa il rinvio alla dimensione di affettività del soggetto narrativo, che si intreccia al tema della ricerca della verità, tra genio e follia. Si potrebbe parlare, allora, di una fusione tra romanzo biografico e autobiografico, tra documento e finzione, tra passato e presente. Il testo sembrerebbe, dunque, in grado di produrre nuovi ambiti di senso e, per mezzo del dispositivo dell’immaginazione, ridefinire significati già noti.
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Petrilli, Susan, and Augusto Ponzio. "L’accentuazione e la ri-accentuazione nella lingua, nella scrittura letteraria e nella traduzione." Letrônica 14, sup. (December 31, 2021): e42510. http://dx.doi.org/10.15448/1984-4301.2021.s.42510.

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Abstract:
Intonacija, akcentuacija sono termini ricorrenti nei testi di Michail Bachtin e Valentin N. Vološinov. Ogni enunciazione, ogni testo, ha la sua intonazione e la sua specifica accentuazione. La comprensione non è solo comprensione del contenuto, del significato, ma anche e soprattutto comprensione del testo comprensione del senso, e il senso è dato proprio dalla particolare, specifica intonazione, dalla singolare accentuazione. Ciò non vale soltanto nel parlato, ma anche nella scrittura, dunque nella lettura e anche nella traduzione interlinguistica. È compito del traduttore saper riaccentuare il testo nella lingua d’arrivo così come “risuona” nella lingua di partenza
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Dissertations / Theses on the topic "Significato del parlante"

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RECCHI, Simonetta. "THE ROLE OF HUMAN DIGNITY AS A VALUE TO PROMOTE ACTIVE AGEING IN THE ENTERPRISES." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251122.

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Abstract:
Ogni azienda che si riconosca socialmente responsabile deve occuparsi dello sviluppo delle carriere dei propri dipendenti da due punti di vista: quello individuale e personale e quello professionale. La carriera all’interno di un’azienda coinvolge, infatti, la persona in quanto individuo con un proprio carattere e una precisa identità e la persona in quanto lavoratore con un bagaglio specifico di conoscenze e competenze. L’azienda ha, quindi, il compito di promuovere carriere professionalmente stimolanti che si sviluppino in linea con i suoi stessi valori, la sua visione e la sua missione. Nel panorama moderno, aziende che sviluppano la propria idea di business nel rispetto dei lavoratori proponendo loro un percorso di crescita, si mostrano senza dubbio lungimiranti. Un tale approccio, però, non basta a far sì che vengano definite socialmente responsabili. I fattori della Responsabilità Sociale d’Impresa sono infatti numerosi e, ad oggi, uno dei problemi principali da affrontare è quello del progressivo invecchiamento della popolazione. Dal momento che la forza lavoro mondiale sta invecchiando e che si sta rispondendo al problema spostando la linea del pensionamento, tutte le aziende sono obbligate a mantenere le persone il più a lungo possibile attive e motivate a lavoro. L’età è spesso visto come un fattore di diversità e di discriminazione, ma nello sviluppare la mia argomentazione, cercherò di dimostrare che una politica del lavoro che supporti l’idea dell’invecchiamento attivo può trasformare questo fattore da limite in opportunità. Il rispetto degli esseri umani, a prescindere dalle differenze legate all’età, dovrebbe essere uno dei valori fondanti di ogni impresa. Nel primo capitolo della tesi, svilupperò il tema della dignità umana così come è stato concepito a partire dalla filosofia greca fino alla modernità. La dignità intesa come valore ontologico, legato all’essenza dell’uomo, diventerà con Kant il fattore di uguaglianza tra tutti gli esseri viventi, la giustificazione del rispetto reciproco. Il concetto di dignità verrà, poi, definito nel secondo capitolo come il principale valore che deve ispirare l’azione sociale delle imprese, come l’elemento che garantisce il rispetto di ogni dipendente che prima ancora di essere un lavoratore è un essere umano. La dignità è ciò che rende l’essere umano degno di essere considerato un fine in se stesso piuttosto che un mezzo per il raggiungimento di un fine esterno. Nell’era della globalizzazione, dove il denaro è il valore principale, gli esseri umani rischiano di diventare un mezzo al servizio dell’economia. A questo punto, il rispetto della dignità deve divenire il fondamento di un ambiente di lavoro che promuove la crescita e la fioritura dell’essere umano. Nel secondo capitolo cercherò quindi di dimostrare come l’idea di dignità possa promuovere un management “umanistico” centrato sul rispetto dell’essere umano. Un’impresa socialmente responsabile può promuovere il rispetto di ogni lavoratore se fa propri i valori di dignità e uguaglianza. Attraverso la teoria dello Humanistic Management che veicola tali valori, il lavoro diventa un luogo in cui l’uomo può esprimere se stesso, la sua identità, le sue conoscenze e competenze. Inoltre, dal momento che la popolazione sta invecchiando, le aziende devono farsi carico della forza lavoro più anziana, come è emerso sopra. A questo punto, nel terzo capitolo, il concetto della Responsabilità Sociale d’Impresa sarà analizzato nel suo legame con i temi dell’invecchiamento attivo e della diversità sul posto di lavoro. Conosciamo diverse ragioni di differenza a lavoro: genere, cultura, etnia, competenze, ma qui ci concentreremo sul fattore età. È naturale che i lavoratori anziani abbiano un’idea di lavoro diversa da quella dei giovani e che le loro abilità siano differenti. Ma questa diversità non deve essere valutata come migliore o peggiore: essa dipende da fattori che analizzeremo e che l’impresa socialmente responsabile conosce e valorizza per creare un ambiente di lavoro stimolante e collaborativo, eliminando possibili conflitti intergenerazionali. Alcune delle teorie che permettono di raggiungere tali obiettivi sono il Diversity Management e l’Age Management: ogni impresa può promuovere pratiche per valorizzare gli anziani, permettendo loro di rimanere più a lungo attivi e proattivi a lavoro e di condividere le proprie conoscenze e competenze. L’ultimo capitolo della tesi si concentrerà su un caso di azienda italiana che ha sviluppato uno strumento di valorizzazione di collaboratori over 65. Sto parlando della Loccioni, presso cui ho svolto la ricerca applicata e che promuove il progetto Silverzone, un network di persone in pensione che hanno conosciuto l’azienda nel corso della loro carriera e che continuano a collaborare con essa ancora dopo il pensionamento. Per capire l’impatto qualitativo e quantitativo che il progetto ha sull’azienda, ho portato avanti un’analisi qualitativa dei dati ottenuti grazie a due tipi di questionari. Il primo ha visto il coinvolgimento dei 16 managers della Loccioni a cui sono state sottoposte le seguenti domande: 1. Chi sono i silver nella tua area di business? Quali i progetti in cui essi sono coinvolti? 2. Qual è il valore del loro supporto per l’azienda? E, allo stesso tempo, quali sono le difficoltà che possono incontrarsi durante queste collaborazioni? 3. Qual è la frequenza degli incontri con i silver? 4. Perché l’azienda ha bisogno di questo network? Successivamente, ho sottoposto un altro questionario agli 81 silver della rete. Di seguito i dettagli: 1. Qual è il tuo nome? 2. Dove sei nato? 3. Dove vivi? 4. Qual è stato il tuo percorso formativo? 5. Qual è stata la tua carriera professionale? 6. Come e con chi è avvenuto il primo contatto Loccioni? 7. Come sei venuto a conoscenza del progetto Silverzone? 8. Con quali dei collaboratori Loccioni stai lavorando? 9. In quali progetti sei coinvolto? 10. Potresti descrivere il progetto in tre parole? 11. Che significato ha per te fare parte di questa rete? 12. Nella tua opinione, come deve essere il Silver? 13. Che tipo di relazioni hai con i collaboratori Loccioni? 14. Quali dimensioni umane (dono, relazione, comunità, rispetto) e professionali (innovazione, tecnologia, rete) emergono lavorando in questo progetto? Il progetto Silverzone è sicuramente una buona pratica di Age Management per mantenere più a lungo attivi i lavoratori over 65. I progetti in cui i Silver sono coinvolti hanno un importante impatto economico sull’impresa, in termini di investimento ma anche di guadagno. Ad ogni modo, qui la necessità di fare profitto, stando a quanto è emerso dai risultati delle interviste, è subordinata al più alto valore del rispetto dei bisogni umani che diventa garante di un posto di lavoro comfortable, dove si riesce a stringere relazioni piacevoli, collaborative e produttive.
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Books on the topic "Significato del parlante"

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Pizzirani, Chiara. Iconografia e rituale funerario. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/disciarche29.

Full text
Abstract:
In ogni tempo e in ogni luogo, le immagini hanno rappresentato un codice di comunicazione dalla straordinaria ricchezza semantica. Così fu anche per Etruschi, Italici e Greci, che attraverso temi, scene e schemi iconografici crearono un vero e proprio mondo di significati e di valori, nel quale le singole comunità umane potevano rispecchiarsi al loro interno e autorappresentarsi verso l’esterno. Il linguaggio che le immagini parlano è però tutt’altro che immediatamente comprensibile all’osservatore moderno. Infatti, l’immaginario non è fotografia della realtà antica, ma è, al contrario, codice comunicativo arbitrario, meditato, filtrato in conseguenza della scelta di valori che la comunità – e il singolo individuo – decidono di affidare alla memoria collettiva. L’esegesi dei significati, spesso volutamente ambigui, che le immagini sottendono rappresenta una delle più affascinanti sfide della ricerca archeologica. Per la loro straordinaria portata semantica, figure e rappresentazioni furono presto integrate all’interno della ritualità funeraria, nei singoli corredi tombali, venendo a configurarsi spesso come vero e proprio manifesto ideologico del defunto o dei defunti che in quella sepoltura trovavano la loro ultima dimora. Chiave di lettura indispensabile per comprenderne la valenza semantica originaria è l’interpretazione del contesto nel quale erano inserite. La prospettiva contestuale nella lettura delle immagini funerarie è il trait d’union imprescindibile dei contributi che questo volume raccoglie. I saggi, inoltre, si coagulano attorno ad un tema di straordinaria rilevanza nella percezione antica: la prospettiva della morte e, eventualmente, del destino oltremondano. Il volume inaugura una serie di incontri e di riflessioni sul significato delle immagini nei contesti funerari che si propone di indagare in maniera ampia, contestuale e interculturale il problema della percezione antica dell’immaginario rapportato alla dimensione funeraria, dalla selezione, alla fruizione, all’eventuale rifunzionalizzazione del segno iconico.
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Conference papers on the topic "Significato del parlante"

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Cerasoli, Mario, and Biancamaria Rizzo. "Il futuro tecnologico dei centri storici." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7979.

Full text
Abstract:
Parlare di recupero e valorizzazione dei centri storici può essere quanto mai attuale in un’epoca in cui, forse per la prima volta, si mettono in discussione alcuni modelli insediativi e di sviluppo volti prevalentemente alla espansione delle aree urbane. A cinquant’anni di distanza da quando si è cominciato a parlare in modo organico di centri storici, in un periodo caratterizzato da una delle più gravi crisi economiche globali dopo quella del 1929, com’è cambiato il rapporto tra le città e i propri Centri Storici? Come sono visti i centri storici da chi li abita e da chi non li abita? Quale può essere allora il ruolo potenziale delle nuove tecnologie per la tutela e la valorizzazione dei Centri Storici? Le nuove tecnologie possono non solamente cambiare significativamente la qualità di chi abita e vive nei centri storici ma anche aumentare la competitività degli stessi, aumentando così la loro capacità di attrarre risorse umane e finanziarie e favorendone lo sviluppo economico e socio-culturale. Tuttavia, come si coniuga il valore della storia con le mutevoli esigenze della vita contemporanea? Quali le potenziali applicazioni delle nuove tecnologie per il miglioramento della vita nei centri antichi? Il Centro Storico costituisce un ambito territoriale estremamente delicato, con una precisa identità urbanistica e un elevato valore storico e testimoniale riferibile sia al tessuto urbano, sia a elementi del patrimonio edilizio di rilevante valore, sia ai suoi abitanti. Ma può in realtà rivelarsi una risorsa importante in un progetto di trasformazione virtuosa dell'intera compagine urbana, rafforzandone sia l'identità propria che la capacità di attrazione verso l'esterno. E le nuove tecnologie in questo progetto possono assumere un ruolo determinante. Talk about recovery and valorisation of the historic centers can be as timely as ever at a time when, perhaps for the first time, are put into question some settlement and development models principally aimed to the expansion of urban areas. After fifty years since it been started talking about in an organic way of historical centers, in a period characterized by one of the most serious global economic crisis after the one of 1929, as the relationship between the city and its historical centers has changed? As the historical centers are seen by those who live there and those who do not live in them? Which then can be the potential role of new technologies for the protection and valorisation of historical centers? The new technologies can not only significantly change the quality whose inhabits and lives in the historic centers but also increase the competitiveness of the same, thus increasing their ability to attract human and financial resources and promoting the economic development and socio-cultural. However, how it combines the value of history with the changing needs of contemporary life? What are the potential applications of new technologies for the improvement of life in the ancient centers? The historical center constitutes a territorial field extremely delicate, with a specific urban identity and an high historical and testimonial value referable both to the urban texture, both to elements the building heritage of significant value, both to its inhabitants. But it can actually become an important resource in a virtuous transformation project of the whole urban structure, strengthening both the its own identity that the attractiveness to the outside. And the new technologies in this project can play a decisive role.
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