Academic literature on the topic 'Sicurezza pubblica dell'Unione europea'

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Journal articles on the topic "Sicurezza pubblica dell'Unione europea"

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Balboni, Marco. "Diritto dell'Unione europea. Giurisprudenza." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 2 (September 2011): 111–27. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-002008.

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Abstract:
Rassegna di giurisprudenza (periodo 1.12.2010/15.6.2011). Corte di Giustizia dell'Unione europea 28.4.2011, caso Hassen El Dridi, alias Soufi Karim, causa C-61/11 - spazio di libertŕ, di sicurezza e di giustizia - rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno č irregolare - normativa nazionale che prevede la reclusione per i cittadini di Paesi terzi in soggiorno irregolare in caso di inottemperanza all'ordine di lasciare il territorio di uno Stato membro - compatibilitŕ.
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Lang, Alessandra. "Ancora modifiche alla disciplina italiana sulle condizioni di ingresso, soggiorno e allontanamento dei cittadini dell'Unione." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 3 (December 2011): 51–61. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-003004.

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Abstract:
Sommario: Premessa - 1. Modifiche intese a migliorare il recepimento della direttiva - 2. Modifiche relative alla disciplina delle espulsioni per motivi di ordine pubblico e sicurezza pubblica - 3. Allontanamento per cessazione delle condizioni che giustificano il soggiorno.
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Moccia, Luigi. "Cittadinanza europea e spazio di libertŕ, sicurezza e giustizia." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (December 2010): 115–34. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2010-001006.

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Abstract:
L'obiettivo dell'Unione di offrire ai suoi cittadini uno spazio di libertŕ, sicurezza e giustizia senza frontiere interne fa della cittadinanza europea, al di lŕ del suo valore ideale e simbolico, il terreno operativo su cui fondare un'Europa unita come unione di popoli e quindi di cittadini. In questa cornice di riferimento vengono segnalati i principali contenuti normativi, insieme con le strategie e prioritŕ politiche poste con i programmi pluriennali, da quello di Tampere a quello, per ultimo, di Stoccolma, in merito alla costruzione di tale spazio, quale spazio di coesione e integrazione tra popolazioni dei paesi membri (ma anche di protezione nei riguardi di stranieri, migranti e richiedenti asilo, provenienti da paesi terzi), cioč quale spazio comune di cittadinanza dell'Unione avente rilievo autonomo che, come tale, si aggiunge a quella nazionale.
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Aitala, Rosario Salvatore. "Obiettivo: La magistratura italiana e il futuro della comunitŕ internazionale." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (July 2009): 106–15. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-003010.

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Abstract:
- 1. Introduzione2. Le politiche esterne dell'Unione europea fra politiche criminali, istanze di sicurezza e prospettive geopolitiche. Il caso dell'Albania3. L'impegno italiano nella stabilizzazione dell'Afghanistan. In particolare la costruzione dello Stato di diritto e della funzione giudiziaria.
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Zetter, Roger. "La securitizzazione e le politiche europee in materia di asilo e rifugiati." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2010): 7–25. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-003001.

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Abstract:
Anche se il numero di rifugiati e richiedenti asilo che fanno ingresso in Europa č diminuito rispetto al picco raggiunto all'inizio di questo decennio, il volume delle domande č ancora significativo e la questione č ancora di alta rilevanza sia a livello dei singoli Stati membri che della Commissione e dell'Unione Europea. Il processo di armonizzazione delle politiche di asilo e immigrazione e lo sviluppo della Diret-tiva sulle Qualifiche riflette il continuo impegno a "gestire" le migrazioni o almeno questo settore dell'immigrazione verso l'Europa. Questo articolo esplora i modi contraddittori attraverso cui la sicurezza umana dei rifugiati e dei richiedenti asilo in Europa si č intrecciata con politiche di piů ampio respiro in competizione tra loro. Si sostiene che i bisogni di sicurezza di questa particolare categoria di persone sono stati inseriti nella piů ampia cornice della gestione interna ed esterna delle migrazioni per salvaguardare il primato del mercato unico europeo. Allo stesso modo, le minacce esterne alla sicurezza europea poste da migranti e rifugiati/richiedenti asilo in particolare - una minaccia che risulta essere soprattutto percepita e simbolica, piuttosto che reale - sono state snaturate per sostenere una retorica politica e un'agenda nazionale e sovranazionale che subordina i bisogni di sicurezza dei rifugiati in nome del piů alto imperativo della "securitizzazione". Fondate sulla paura crescente nei confronti dell' "altro", entrambe queste traiettorie - sicurezza umana e securitizzazione - sono andate a detrimento delle persone che hanno piů bisogno di protezione. L'articolo analizza queste tendenze, le dinamiche contraddittorie tra interessi nazionali e sovranazionali, e le conseguenze per le per-sone messe a rischio a causa di queste politiche e di questi processi.
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Fabbro Carmen. "Telecomunicazioni aeronautiche: natura giuridica, regime normativo e forme di delega." International Journal of Science and Society 4, no. 4 (November 25, 2022): 388–98. http://dx.doi.org/10.54783/ijsoc.v4i4.584.

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Abstract:
Questo articolo si propone di analizzare la natura giuridica delle telecomunicazioni aeronautiche e il potere-dovere dell'Unione di promuoverne la delega. Si segue il metodo di approccio descrittivo e logico-induttivo, indagando la strutturazione del servizio nell'ordinamento del Paese e verificandone la conformazione pragmatica, in modo da suggerire un modello di delega rilevante. Sembra che le telecomunicazioni aeronautiche siano un argomento poco studiato nel campo delle scienze giuridiche. In quanto servizio posto a tutela dell'Unione, integra un elemento di navigazione aerea, con un intrinseco collegamento alla sicurezza aeroportuale, ma con elementi caratteristici di un servizio di telecomunicazioni (art. 21, XI c/c XII, c della Costituzione del Repubblica Federativa del Brasile). Considerato il comando legale che ne consente la prestazione da parte di agenti pubblici o soggetti privati specializzati (art. 47 c/c 48 e unico comma del Codice Aeronautico Brasiliano), tale servizio dovrebbe seguire il trend di depubblicizzazione degli aeroporti pubblici, per essere oggetto di delega autonoma su larga scala, con opportuna definizione della corretta modalità (concessione o autorizzazione). Si prevede, infine, di incoraggiare incursioni legali che approfondiscano il tema, oltre a suggerire una politica pubblica finalizzata alla privatizzazione delle Telecomunicazioni Aeronautiche.
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Martín Morales, Ricardo. "El Estado de Derecho y el mercado de la verdad." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (January 2022): 137–59. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-002005.

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Abstract:
I processi deliberativi democratici sono minacciati dalla disinformazione deliberata su larga scala, diffusa attraverso Internet e i social media, i quali hanno notevolmente aumentato il rischio di manipolazione elettorale dell'opinione pubblica. Qualsiasi buon specialista può attualmente provocare il contagio emozionale di milioni di persone all'idea contrattata con il miglior offerente. Gli Stati membri dell'Unione Europea si organizzano e collaborano per combattere questo tipo di disinformazione. Il presente contributo analizza fino a che punto il Diritto può e deve reagire alle fake news, valutando la portata, la natura, il contenuto e il bene giuridico protetto da un eventuale "diritto a non essere ingannati".
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Lombrano, Alessandro. "Dall'armonizzazione alla standardizzazione contabile. Quale via per la riforma degli ordinamenti contabili europei." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (November 2021): 7–31. http://dx.doi.org/10.3280/ep2021-003001.

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Abstract:
Gli Stati membri dell'Unione Europea condividono la politica monetaria e sono indirettamente responsabili del debito complessivo dell'eurozona. Da ciò l'importanza di bilanci omogenei e trasparenti nonché l'adozione di politiche di finanza pubblica condivise che, da ultimo, hanno portato all'ipotesi di emanare principi contabili pubblici comuni (EPSAS - European Public Sector Accounting Standard). Attraverso l'analisi del caso italiano, questo contributo propone alcune riflessioni critiche sull'opportunità di una regolamentazione contabile unitaria di rango eu-ropeo alla luce, da una parte, degli specifici obiettivi della ventilata riforma (il coordinamento e il controllo) e, dall'altra, degli inevitabili costi che essa produr-rebbe, anche in termini di incoerenza o ridondanza delle soluzioni individuate. Le implicazioni di ricerca e di policy sono rilevanti. Il rischio che sotto l'etichetta dell'armonizzazione passino soluzioni tecniche tanto complesse quanto inutili, che ne snaturino il senso e la portata, è concreto e va allontanato dall'agenda politica europea. Al tempo stesso va recuperato un chiaro rapporto tra gli stru-menti contabili delle riforme e risultati attesi dalle stesse, distinguendo, anche sul piano concettuale degli studi, il piano delle contabilità nazionali da quello delle contabilità per il governo.
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Nicosia, Emanuele. "Misure a tutela della sicurezza pubblica e diritti del minore alla luce della Convenzione europea dei diritti dell'uomo." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (February 2011): 214–24. http://dx.doi.org/10.3280/mg2010-003022.

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Pergolizzi, Antonio, and Emanuela Somalvico. "Le bonifiche delle discariche in procedura di infrazione UE. Criticità, infiltrazioni criminali e proposte di policy." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 2 (February 2022): 68–82. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-002005.

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Abstract:
L'articolo passa in rassegna la lunga e complessa evoluzione, politica e normativa, delle procedure di bonifiche dei siti contaminati, individuando criticità, contraddizioni, opacità, lentezze e manifestazioni di illegalità. A livello generale, almeno due sono emerse come le principali criticità di sistema, che hanno fatto da freno alle attività concrete di bonifica: 1) criteri non idonei di scelta per l'identificazione del sito da bonificare; 2) errata ripartizione delle responsabilità tra gli enti territoriali, che spesso non hanno adeguati mezzi e risorse, soprattutto in termini di personale qualificato per rispondere a procedure così complesse. Anche da questa prospettiva, l'inquinamento diffuso provato anche dalla presenza dei siti da bonificare rappresentano il punto finale di un processo di sviluppo industriale e consumistico privo di regole e di limiti. Deregulation che è valsa per almeno un quarantennio, un ampio arco temporale in cui il territorio nazionale ha visto l'esplosione dei siti inquinati (di interesse nazionale, regionale o comunale), dove per almeno 200 casi l'Unione Europea ha addirittura aperto due distinte procedure d'infrazione. Procedure che sono costate all'Italia oltre 40 milioni, più una penalità semestrale iniziale di 42.800.000 euro. Per far fronte a questo salasso il 24 marzo 2017 il Governo dell'epoca ha costituto il Commissario Straordinario di Governo per svolgere la missione di bonifica e messa in sicurezza degli 81 siti di discarica abusivi sotto procedura di infrazione a seguito della Sentenza di condanna sanzionatoria della Corte di giustizia dell'Unione Europea del 2 dicembre 2014.
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Dissertations / Theses on the topic "Sicurezza pubblica dell'Unione europea"

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BENEDETTO, F. DI. "LA PROTEZIONE DEI SETTORI STRATEGICI EUROPEI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/345493.

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Abstract:
“The Protection of the European Strategic Sectors”. The kind of protection that is at the heart of this doctoral thesis is the defence of the strategic companies established in the European Union (EU) from takeovers by foreign investors, that is to say investors from countries which are not part of the European Economic Area. This work aims, on the one hand, at outlining the main features of a screening mechanism of foreign investments at the EU level and, on the other, at identifying the proper legal basis in the EU Treaties for its establishment. Chapter 1 contains a non-exhaustive list of the European strategic sectors which consist in all the economic sectors in which the EU or its Member States have adopted rules to limit foreign investors’ right to acquire participations in strategic companies for reasons of public security. Indeed, the Court of Justice of the EU (CJEU) used the expression “strategic sectors” in relation to undertakings whose activities are deeply linked to the protection of public security. The EU notion of public security contains both internal and external security, but also the production of goods and the supply of services which are essential for the very existence of a country. Chapter 2 provides a comparative study of the present situation of strategic enterprises’ protection in three EU Member States (Germany, Italy and France). It shows that a fragmented landscape of foreign investment control rules adopted by national authorities represents both a constraint to an efficient internal market of capital movements, and a limit to an effective protection of the European strategic sectors. By contrast, an EU foreign investment control mechanism could lead to a less fragmented system of strategic companies’ protection, which would be able to encourage foreign investments. At the same time, a single EU body of foreign investment control should be more efficient in order to protect EU public security. Moreover, unlike Member States measures such as “golden shares”, this mechanism could enjoy a greater degree of compatibility with the fundamental freedoms of the Treaties. In effect, the CJEU recognises a “presumption of conformity” with the freedoms of movement to the EU secondary legislation which pursues objectives of general interest like the protection of public security. Chapter 3 analyses the most significant experience of foreign investment control at the global level, the Committee on Foreign Investment in the United States, in order to understand if it could be a suitable model for the establishment of a similar body in the EU, the Committee on Foreign Investment in the EU (CFIEU). Once outlined the key aspects of the CFIEU, chapter 3 focuses on the search of the most proper legal basis in the EU Treaties for its establishment. The study tries to demonstrate that Article 207(2) TFEU on unilateral measures of Common Commercial Policy (CCP) could be the right legal basis for the creation of the CFIEU. Indeed, after the Lisbon Treaty, the CCP has become an exclusive competence of the EU which also encompasses the admission and the treatment of foreign direct investments. In conclusion, chapter 3 tries to figure out the implications of the establishment of the CFIEU both on Member States competences (especially their exclusive competence on national security by virtue of Article 4 TEU), and on the international obligations undertaken by the EU towards third countries, with particular reference to the World Trade Organisation rules and international investment law.
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Cavarzeran, Pietro <1991&gt. "Attività agricola e sicurezza alimentare nelle politiche dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/17826.

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Abstract:
Il lavoro, partendo da una puntuale definizione del concetto di food security, analizza l'impatto delle politiche europee nel sostenere il sistema di approvvigionamento di beni alimentari all'interno dell'Unione. Particolare attenzione è rivolta al ruolo svolto dai produttori agricoli ed dalle loro forme associative. Si è dunque proposta un'approfondita analisi da un lato dei vantaggi derivanti dall'associazionismo economico nel rafforzare la posizione dei produttori all'interno delle filiere di approvvigionamento e dei mercati agricoli, dall'altro delle forme di deroga all'applicazione del diritto della concorrenza europeo garantite dai Trattati UE e dai Regolamenti della Politica Agricola Comune (PAC).
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FORMICI, GIULIA. "BIG DATA TRA ESIGENZE SECURITARIE E DIRITTI ALLA RISERVATEZZA E ALLA PROTEZIONE DEI DATI: QUESTIONI NORMATIVE E GIURISPRUDENZIALI IN MATERIA DI DATA RETENTION." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/831332.

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Abstract:
L’affermarsi del terrorismo internazionale e l’inasprirsi della gravità di fenomeni criminosi ha drammaticamente riportato al centro del dibattito politico e legislativo la necessità di adottare misure efficaci al fine di garantire un elevato livello di sicurezza. Il progresso tecnologico, la disponibilità di una enorme mole di dati (c.d. Big Data), derivanti in particolare dai mezzi di telecomunicazione, nonché lo sviluppo di sofisticati sistemi di Intelligenza Artificiale rappresentano strumenti importanti dalle innumerevoli potenzialità anche nell’ambito della lotta alla criminalità grave. Non possono tuttavia essere ignorati i rischi e pericoli per i diritti fondamentali che tali sistemi comportano, in particolare per i diritti alla riservatezza e protezione dei dati, la cui compressione rischia di incidere fortemente anche sul godimento di altre libertà fondamentali nonché sulla stessa democraticità delle nostre società. In tale contesto, nel quale dunque si afferma il complesso trinomio ‘Big Data-sicurezza-riservatezza/protezione dei dati’, emergono significative sfide per il mondo del diritto, chiamato a determinare un punto di equilibrio tra esigenze securitarie e garanzia dei diritti fondamentali. Il presente lavoro si propone di riflettere sul difficile e articolato rapporto tra gli elementi del citato trinomio mediante l’analisi di uno specifico caso-studio, individuato nello strumento della data retention ovvero nella conservazione e successivo eventuale accesso a dati e metadati. Restringendo lo studio all’ambito dell’Unione europea, vengono esaminate l’evoluzione legislativa e le vicende giurisprudenziali nonché le criticità incontrate nella determinazione di una disciplina armonizzata della data retention. La disamina prende abbrivio da una ricostruzione della Direttiva 2002/58 che forniva agli Stati la facoltà di adottare normative in materia di conservazione dei dati per finalità di garanzia della sicurezza, nonché della specifica Direttiva 2006/24 (c.d. Data Retention Directive) che imponeva invece agli Stati membri di prevedere in capo ai fornitori di servizi di telecomunicazione l’obbligo di conservazione generalizzata ed indiscriminata dei metadati di tutti i propri utenti. Il dibattito e le preoccupazioni che hanno caratterizzato l’approvazione di tali normative e le difficoltà riscontrate dagli Stati membri nella trasposizione sul piano interno del diritto dell’UE, sono sfociate in numerosi rinvii pregiudiziali alla CGUE che hanno affrontato molteplici aspetti controversi della disciplina della data retention, dalla base giuridica al riparto di competenze tra Stati membri e Unione, alla proporzionalità e necessità di tali misure. Ne sono derivate storiche sentenze dei giudici di Lussemburgo che pure hanno lasciato, come emerge dai molti casi ancora ad oggi pendenti, svariate zone grigie e problematiche ancora in attesa di chiara definizione. Il presente lavoro si propone inoltre di analizzare, sotto il profilo del diritto pubblico comparato, le ricadute della giurisprudenza europea nel contesto di alcuni Stati membri selezionati – Regno Unito, Belgio e Italia – studiandone le reazioni, gli approcci e le soluzioni normative nonché gli interventi giurisprudenziali nei quali legislatori e giudici si sono interrogati sul corretto equilibrio e sulla proporzionalità di una compressione della sfera privata e della data protection per scopi di tutela della sicurezza. La tesi dunque offre spunti di riflessione sulla peculiare posizione che le Istituzioni europee hanno assunto dinnanzi alla sfida della data retention, proponendo una lettura del tema attenta a tutte le criticità ancora irrisolte, ai possibili sviluppi futuri, alle conseguenze della giurisprudenza della CGUE sia nella dimensione interna all’UE, sia in quella esterna sotto il profilo del trasferimento e conservazione dei dati in Stati terzi per scopi securitari. Particolare rilievo è inoltre attribuito ai alle implicazioni della analizzata dimensione europea rispetto agli Stati membri: le scelte e differenti approcci di questi ultimi risultano fortemente intrecciati con il livello europeo e risentono sia dell’attivismo della CGUE, sia dell’assordante silenzio del legislatore dell’UE, nel peculiare contesto di un continuo dialogo e rapporto multilivello nel quale emerge peraltro tutta la difficoltà e delicatezza della chiara determinazione dei confini dell’ambito di applicazione del diritto dell’UE in una materia tanto complessa.
International terrorism, together with serious and transnational crimes has dramatically influenced the political and legislative debate, underling the necessity to adopt efficient instruments able to ensure a high level of security. At the same time, technological progress and technical innovations, based on the enormous amount of data (so-called Big Data) daily produced particularly through the use of telecommunications, as well as on sophisticated Artificial Intelligence systems, have created important instruments in the hands of public authorities, also for security purposes. Notwithstanding the great potentialities, it is important to detect and consider the serious risks and dangers these instruments could cause on the effective protection of fundamental rights, with particular regard to the right to privacy and data protection: a substantive violation of these rights, by consequently jeopardizing the guarantee and enjoyment of other fundamental rights such as freedom of expression or freedom of association, could ultimately endanger the very democratic nature of our societies. The affirmation of the complex and debated trio, to be identified in the strict connection between Big Data, security and privacy, represent one of the most significant and relevant challenges Legislators and Courts are asked to face, in the effort of balancing security needs in times of stress and fundamental rights’ protection. The present work aims at critically analyzing the complex relationship between the different elements composing the above-mentioned trio through the exam of a specific case study: the data retention regime, consisting of the retention and the subsequent possible access to retained data and metadata by law enforcement or intelligence agencies for security purposes. By restricting the analysis only to the European Union context, the present thesis will examine the legislative evolution as well as the most relevant European Court of Justice (ECJ) case law, by paying particular attention to the difficulties in approving a harmonized legislation on data retention at the EU level. The study will start, first of all, with the analysis of the so called e-Privacy Directive (Directive 2002/58/EC), giving the Member States the possibility to adopt national legislation establishing a data retention regime; secondly, the controversial Data Retention Directive will be examined: this legislation imposed Member States to oblige service providers to retain, in bulk, all metadata deriving from all telecommunications, related to the totality of users. The complex debate and the profound doubts and concerns expressed at the EU level by various authorities in the legislative process concerning the adoption of the DRD, together with the difficulties Member States faced in the implementation of the EU legislation, ultimately led to numerous references for preliminary rulings to the ECJ. In their decisions, the EU Judges dealt with many controversial and difficult aspects connected to the data retention regime and its limits, from the legal basis to the correct application of the principle of conferral, to the proportionality and necessity of the measures and obligations imposed. The famous landmark cases pronounced by the ECJ didn’t solve or clarify all the difficult and problematic issues linked to the data retention discipline as well as to the access regulation, as testified by a wide range of preliminary rulings still pending before the ECJ. The present work also aims at analyzing this complex topic through the public comparative law lenses, by studying the differences or similarities in the approaches and legislative choices made by three specific and selected Member States: Belgium, United Kingdom (also considering the Brexit process) and Italy. The comparative analysis will offer the opportunity to deepen the knowledge on the peculiar national approaches and on the most relevant case law of national Courts dealing with data retention regulation and determining different interpretations and applications of the criteria established at the EU level. The present work represents an opportunity to profoundly study the challenges and issues the EU Institutions as well as the Member States confronted with, in the difficult effort to find a proper balance between security needs and fundamental rights’ protection, by paying attention to the possible future developments and to the consequences related the ECJ case law both in the EU internal dimension and in the external one, looking at the complex regulation of the data transfer outside EU borders. The present research will also focus on the rather unexplored aspect of the impacts of the EU legislation and ECJ decisions affecting the EU Member States: their choices and solutions, representing different approaches to the analyzed challenges, are strictly interrelated to the EU developments, essentially based on the ECJ activism in the privacy and data protection field and, at the same time, on the inaction and lack of decisions taken by the EU legislator. The multilevel dialogue and the difficulties both the EU and the Member States addressed are a clear manifestation of the complexity and delicacy of the research topic, in which a precise recognition of the EU law scope of application demonstrated to be even more complicated and challenging.
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Civello, Conigliaro Silvio. "Il diritto penale dell'unione Europea tra sicurezza e diritti fondamentali." Thesis, Paris 10, 2017. http://www.theses.fr/2017PA100036.

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Abstract:
La recherche analyse le développement du droit pénal et des politiques criminelles de l'Union européenne, en supposant que la poursuite de buts sécuritaires et de protection des droits fondamentaux soient ses principales forces motrices et justifications pour la criminalisation de certains comportements au niveau européen. Elle vise donc à clarifier ce que «sécurité» et «droits fondamentaux» signifient dans ce contexte, et de montrer comment l'intervention de l'UE dans le domaine pénal, ait affecté et remodelé les principes et catégories traditionnels du droit pénal matériel. La recherche essayer d'identifier des coordonnées pour préciser la nature et les limites de la sécurité comme intérêt juridique protégé et le but de la protection des droits fondamentaux dans leurs interrelations complexes, et leur rôle dans l'espace commun de liberté, de sécurité et de justice - ce que va etre construit par l'Union aussi par l'harmonisation du droit pénal.Après quelques considérations préliminaires sur la société occidentale postmoderne “du risque", pour mettre en évidence les difficultés rencontrées par les hypothèses traditionnelles de la théorie libérale de jus puniendi, on évaluera l'évolution des principes et catégories fondamentales du droit pénal, dont la structure est mise sous pression par l'harmonisation européenne.La recherche fait partie du domaine du droit pénal et de la théorie du droit de l'UE. Il repose largement sur l'analyse scientifique développée dans ces domaines et sur l'analyse des dispositions pertinentes des traités et des sources européennes secondaires, ainsi que sur les décisions les plus pertinentes de la CJCE, en essayant de tirer quelques considérations générales forment la politique et le document institutionnel élaboré par la Commission, le PE et le Conseil de l'UE
The research analyses the development of criminal law and policies of the European Union, assuming that the pursuit of security and the protection of fundamental rights have been its main driving forces and principal justifications for criminalisation.It aims, therefore to clarify what “security” and “fundamental rights” mean in this context, and to show how EU intervention in criminal field, following security and fundamental rights policies, affected and reshaped the traditional principles and categories of substantive criminal law.The research try to identify some coordinates to clarify the nature and limits of security as a protected legal interest and the purpose of protection of fundamental rights in their complex interrelationship, and their role in the Common area of Freedom, Security and Justice - which is being built by the Union also through the harmonisation of criminal law.The starting point is the marked expansive trend in criminal matters due to the current conditions of the State and of representative democracy, typical of the contemporary society.After making some preliminary considerations on western postmodern “risk” society, to highlight the challenges faced by the traditional assumptions of the liberal theory of jus puniendi, I will evaluate the evolution of principle and fundamental categories of criminal law, whose structure is being put under pressure by European harmonisation.The research belongs to the field of criminal law and EU law theory. It extensively rely on influential scholarly analysis developed in those fields and on the analysis of the relevant provisions of the Treaties and secondary EU sources, as well as on the most relevant rulings from the ECJ, also trying to pull out some broad considerations form the political and institutional document produced by the Commission, the EP and the Council of the EU
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Paladini, Luca <1970&gt. "Gli accordi di politica estera e di sicurezza comune dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/109/1/tesi_paladini_pdf.pdf.

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Paladini, Luca <1970&gt. "Gli accordi di politica estera e di sicurezza comune dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/109/.

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Bazzocchi, Valentina. "I diritti fondamentali nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia dell'Unione Europea." Université Robert Schuman (Strasbourg) (1971-2008), 2007. http://www.theses.fr/2007STR30007.

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Abstract:
L’espace de liberté, de sécurité et de justice est devenu progressivement l’une des priorités de l’UE. Il est souvent analysé du point de vue des avantages qu’il garantira aux citoyens de l’Union et, plus généralement, aux individus qui s’y trouvent. Mais cet espace a un « côté obscur»: les limitations des droits individuels qu’il peut, par sa nature, impliquer. La recherche se propose de vérifier si les actes adoptés dans cet espace garantissent un équilibre entre les exigences de sécurité et celles de protection des droits individuels. Les paramètres de référence utilisés sont la Convention européenne des droits de l’homme, la Charte des droits fondamentaux de l’Union européenne et la jurisprudence des Cours de Strasbourg et de Luxembourg. De l’analyse des actes ayant des répercussions sur la protection des données, il apparaît une tendance à considérer prioritaire l’aspect sécuritaire. De l’analyse des actes ayant des conséquences sur les garanties procédurales, il apparaît une tendance à développer la dimension épée du droit pénal. L’absence d’un système complet de remèdes juridictionnels dans le troisième pilier constitue une limite que l’intervention des juridictions nationales et de la Cour européenne peut en partie combler. Une révision des Traités serait donc nécessaire aussi pour éviter les conflits intrapiliers, toujours plus fréquents. Seulement un développement parallèle des exigences de sécurité et celles de protection des droits individuels peut assurer la réalisation d’un réel espace de liberté, de sécurité et de justice de l’UE
The Area of freedom, security and justice has increasingly become one of the fundamental objectives of the European Union. This is often analysed for the benefits that it will guarantee to the European citizens as well as to all the individuals within its territory. However, this Area has a “dark side”, namely the limits that for its own nature it might entail to individual rights. This research aims at assessing whether the acts adopted in this Area guarantee a balance between the need of security and the need of protection of individual rights. References that have been used are the ECHR, the Charter of fundamental rights of the eu and the case law of the European Court and the Court of Justice. From an analysis of the legislation that has implications on data protection; a trend has emerged to consider the security aspect as a priority. From an analysis of the legislation on the procedural rights, a trend has emerged to develop the repressive aspect of criminal law. The absence of a complete system of judicial remedies in the third pillar is limit that the national judges and the European court can only partially overcome. A treaty’s reform is therefore necessary, also in order to limit interpillar conflicts. Only a parallel development of the needs of security and of protection of individual rights can ensure the achievement of a real Area of freedom, security and justice of EU
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Bazzocchi, Valentina <1976&gt. "I diritti fondamentali nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/502/1/TesiValentinaBazzocchi.pdf.

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Bazzocchi, Valentina <1976&gt. "I diritti fondamentali nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/502/.

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LOZZI, NICOLE. "POLITICHE DELLA SICUREZZA E ALLERTE ALIMENTARI NELL'UNIONE EUROPEA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/777.

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Abstract:
La tesi ha come finalità lo studio della sicurezza alimentare e del suo sistema di controllo nel contesto europeo. Per sicurezza alimentare qui s’intende da un lato, quell’insieme di disposizioni e di procedure previste dal legislatore, atte a garantire che gli alimenti a rischio non siano immessi sul mercato; dall’altro quel meccanismo predisposto per individuare i problemi di sicurezza degli alimenti e agire di conseguenza. Sicurezza alimentare, intesa dal punto di vista normativo, è sia l’ampia gamma di disposizioni che hanno un’incidenza diretta o indiretta sulla sicurezza degli alimenti e dei mangimi (come ad esempio i provvedimenti sui materiali e gli oggetti a contatto con gli alimenti, sui mangimi e su altri mezzi di produzione agricola a livello primario), sia un vero e proprio sistema inteso come meccanismo o insieme di procedure pensate per garantire la sicurezza degli alimenti. Tale apparato di tutela opera, tenendo in considerazione tutti gli aspetti della catena di produzione alimentare, come un unico processo, partendo dalla produzione, passando attraverso la trasformazione fino ad arrivare alla distribuzione e vendita dei prodotti. Oggetto principale di questa tesi è l’analisi del sistema di controllo alimentare, poiché non solo elemento integrante, ma soprattutto presupposto della sicurezza stessa. Precisamente, in Europa il sistema di sorveglianza si presenta come un meccanismo di allarme rapido per la notificazione di un rischio diretto o indiretto per la salute umana dovuto ad alimenti o mangimi, una sorta di rete di collegamento cui partecipano gli Stati membri, la Commissione Europea e l’Autorità per la sicurezza alimentare
The idea of research comparing the legal and policy choices which form the basis for the current agrofood safety systems derive from the observation of several cases of “food emergency”(such as BSE, dioxin contamination , bird flu, GMOs) and food alert, which occurred in the recent European history and have caused reactions and worries in public opinion. The study of the above mentioned events and the reflection upon the attitudes and the decisions about food safety made by the European Union institutions raised many different questions. First of all I wondered if this is only a European phenomenon or if it may also apply to overseas countries like the USA. I also wanted to investigate about science regulation policies ruling the safety system born to face feared or evident risks for public health (as a consequence of BSE), i.e. to understand how scientific knowledge is used in legal and policy choices and which are the political and social consequences. In effect, the emergencies, risks and uncertainties caused by the social implementation of science have increased the gap between society and institutions both at national and community level, generating mistrust not so much of scientific and technological progress but of the institutions themselves. The public isn’t only worried about “safety” meant as the likelihood of a damage occurring, but also about the unexpected social effects neglected by the institutions. Europe expressed its concerns about these situations by trying to fill the gap from different perspectives : • new governance of science; • subsequent new regulatory and policy model of science; • expertise and its credibility; • more collective decision making processes Such steps are fundamental to generate and new idea of science governance which connects the need of a more democratic science with that of a more involving society . The Democratization of science implies the acquisition by institutions of several scientific opinions involving all of the aspects of knowledge in order to obtain decisions making processes meeting social needs and, consequently, closer to citizens.
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Books on the topic "Sicurezza pubblica dell'Unione europea"

1

La politica di sicurezza esterna dell'Unione europea. Padova: CEDAM, 2005.

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Maniscalco, Maria Luisa. Opinione pubblica, sicurezza e difesa europea. Soveria Mannelli (Catanzaro): Rubbettino, 2004.

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3

Obiettivo sicurezza umana per la politica estera dell'Unione europea. Padova: CLEUP, 2010.

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Serena, Giusti, and Locatelli Andrea 1974-, eds. L' Europa sicura: Le politiche di sicurezza dell'Unione europea. Milano: EGEA, 2008.

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5

Massimo, Panebianco, Risi Cosimo, and Barbirotti S, eds. Il nuovo diritto dell'Unione europea: Diritti umani, politica estera, sicurezza comune. Napoli: Editoriale scientifica, 1999.

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6

Ugo, Draetta, Parisi Nicoletta, and Rinoldi Dino, eds. Lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia dell'Unione europea: Princìpi fondamentali e tutela dei diritti. Napoli: Scientifica, 2008.

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7

Mariani, Paola. Le relazioni internazionali dell'Unione europea: Aspetti giuridici della politica estera, di sicurezza e difesa comune. Milano: Giuffrè, 2005.

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8

L'integrazione europea e l'opinione pubblica cattolica: Ambienti ecclesiali, circoli intellettuali e associazionismo alla vigilia dell'unione (1945-1954). [Milan]: Edizioni Unicopli, 2020.

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Fulvio, Attinà, ed. La politica di sicurezza e difesa dell'Unione europea: Il cammino europeo dopo il trattato di Amsterdam. Gaeta (Latina): Artistic & Publishing Company, 2002.

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La cooperazione tra Europa e Stati Uniti nel settore dell'intelligence e del controllo parlamentare sugli organismi di informazione e sicurezza: 2. Convegno dei comitati parlamentari di controllo sui servizi di informazione e sicurezza dei paesi dell'Unione europea ... Roma: Camera dei deputati, 2005.

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