Academic literature on the topic 'Sfide digitali'

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Journal articles on the topic "Sfide digitali"

1

Tresca, Michela. "La trasformazione digitale del settore energetico: strumenti di regolazione e nuovi attori." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 2 (July 2022): 199–216. http://dx.doi.org/10.3280/dc2022-002012.

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Abstract:
Le tecnologie digitali rivestono un ruolo centrale nella trasformazione del settore energetico. I nuovi obiettivi climatici e ambientali, supportati dalla digitalizzazione, impongono di riflettere sulle implicazioni giuridiche e istituzionali, con particolare riferimento alle sfide poste alla regolazione e ai soggetti chiamati ad accompagnare la transizione energetica. A fronte dei principali impieghi delle tecnologie digitali nel settore, l'articolo analizza le modifiche del ruolo del consumatore e il rinnovato intervento pubblico, con uno sguardo al ruolo ricoperto dagli organi di governo centrale, dai governi locali, oltre che dall'Autorità di regolazione.
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2

Carioli, Stefania. "Influenze digitali sull’albo illustrato: metamorfosi artistiche e sfide di “iper-lettura”." Journal of Literary Education, no. 6 (December 31, 2022): 91. http://dx.doi.org/10.7203/jle.6.25365.

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Abstract:
The influence of electronic and digital codes on children's literature represents one of the most interesting aspects of the artistic and literary productions of the last decades. Signs of the profound and irrevocable change that has taken place in children’s literature and in the ecosystem to be read of the electronic age are particular picturebooks, which reflect how even the printed book has drawn from the multilinear structures of the digital and from the expressive codes of the screens. In the context of this cultural mutation, the present contribution explores two illustrated books representative of the media technology mutation and integration, which, on the one hand, maintain the stability of reading on a traditional printed book, on the other, they contain the challenges of a "hyper-reading" experience.
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3

Dondi, Cristina, and Matilde Malaspina. "L'ecosistema digitale del CERL per lo studio del libro antico a stampa: dal progetto 15cBOOKTRADE a oggi." DigItalia 17, no. 1 (June 2022): 134–56. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00044.

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Abstract:
Nel corso dei cinque anni del suo svolgimento, il progetto 15cBOOKTRADE, finanziato con un Consolidator Grant dello European Research Council (2014-2019) ha favorito il consolidamento e l’espansione di una serie di strumenti digitali e di una ampia rete di collaborazione tra individui, istituzioni e progetti di ricerca incentrati sull’utilizzo degli incunaboli, e più in generale del libro antico a stampa, come fonte storica. Dopo la conclusione ufficiale progetto, il lavoro dei membri e della rete di studiosi e bibliotecari costituita durante i cinque anni della durata del finanziamento è continuato. Singoli ricercatori o gruppi di ricerca hanno orientato le proprie indagini verso categorie ben precise di libri antichi a stampa: edizioni di testi di diritto, di materia medica, edizioni illustrate, collezioni di alcuni possessori antichi, biblioteche monastiche, censimenti illustrati, e così via. Vari tra questi progetti hanno esteso il limite cronologico dell’interesse di ricerca oltre il dicembre 1500, assottigliando la convenzionale distinzione tra incunaboli e post-incunaboli. Di fatto però, la metodologia per tutte queste nuove strade di ricerca resta basata sull’utilizzo delle informazioni di provenienza come dati storici; sull’integrazione di fonti bibliografiche e documentarie allo scopo di arricchire ulteriormente il dato materiale; sulla creazione di collaborazioni internazionali di ampio respiro che consentano di raccogliere dati che difficilmente sarebbero accessibili altrimenti (specialmente in questi anni difficili di pandemia); infine, sull’utilizzo di strumenti digitali efficaci per facilitare la raccolta dei dati e l’accesso agli stessi. Il presente contributo fornisce una panoramica sullo stato attuale di questi progetti e propone una serie di riflessioni sui benefici e sulle sfide connessi alla creazione di un ecosistema digitale per lo studio del libro antico a stampa, una necessità di recente condivisa anche dall’ICCU, quale soluzione intelligente e sostenibile.
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Pellai, Alberto. "Costruzione di identità e nuovi processi di socializzazione: le sfide evolutive dei nativi digitali." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (July 2018): 68–76. http://dx.doi.org/10.3280/mg2018-001007.

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5

Petti, Claudio. "Università fra digitalizzazione e territori: sfide e opportunità per l'internazionalizzazione dopo la pandemia." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 1 (June 2021): 107–16. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-001009.

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Abstract:
L'accelerazione della digitalizzazione imposta dalla pandemia ha proiettato moltissime attività online. Le forme di internazionalizzazione virtuale per far fronte all'emergenza Covid-19 sono il punto di partenza del presente contributo per discutere le sfide per le Università medio-piccole di una potenziale spinta alla globalizzazione dell'istruzione superiore. Un uso più di-sinvolto delle tecnologie digitali, in un contesto di economia dell'informazione, pone infatti l'attenzione sui rischi di polarizzazione e di accrescimento delle disuguaglianze, individuali e territoriali. Al contempo, il richiamo alle motivazioni di inclusione alla genesi delle nuove forme di internazionalizzazione, unitamente ad una concezione più moderna della globalizza-zione, evidenzia come il radicamento territoriale delle Università medio-piccole possa rappre-sentare una opportunità da giocare nel nuovo palcoscenico globale, in uno scambio simbiotico con la comunità e l'economia locale.
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Garista, Patrizia, and Cristina Coccimiglio. "Digital resilient narratives. Pedagogic gender frailties crossing time and space in emergency." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 1 (April 30, 2022): 422–30. http://dx.doi.org/10.36253/form-12608.

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Abstract:
In times of crisis, vulnerable groups face more challenges and experience a greater sense of exclusion, due to being separated from positive relationships, caregivers, supporters. A challenge that many women face is having multiple identities as mothers, workers, wives, caregivers. However, fragility can become the wheel of positive change if well supported by technologies and appropriate educational strategies. We know how narratives can serve to hold all these identities together, creating a digital space, where everyone can recognize similar stories or share their own. This article proposes a theoretical reflection on gender frailties during the time of the pandemic, and reflects on spaces and time which generate digital resilient narratives. Narrazioni digitali resilienti. Le fragilità educative al femminile attraversano spazi e tempi dell’emergenza. In tempo di crisi, i gruppi vulnerabili devono affrontare più sfide e vivere di più la dimensione dell'esclusione, lontani da relazioni positive, caregivers, sostenitori. Tra loro, le donne si trovano a dover agire con le loro molteplici identità di madri, lavoratrici, mogli, caregivers. Tuttavia, la fragilità può essere riscattata se supportata da tecnologie e strategie educative e formative adeguate. Soprattutto sappiamo come le narrazioni condivise anche digitalmente creino uno spazio dove ognuno può riconoscere storie simili o condividerne una propria. Questo articolo propone una riflessione teoretica sulle fragilità attraverso uno sguardo di genere durante il periodo della pandemia, riflettendo su spazi e tempi che generano narrazioni resilienti digitali.
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Bucchetti, Valeria. "Pubblica utilità: nuovi e vecchi compiti del Design della comunicazione." i+Diseño. Revista científico-académica internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 14 (December 5, 2019): 133. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2019.v14i0.7088.

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Abstract:
Il progetto WeMi. La città per il welfare costituisce il fulcro di questo contributo poiché si offre come caso paradigmatico per compiere, ex post, alcune riflessioni sul terreno disciplinare del Design della comunicazione e, più specificamente, del Design della comunicazione per il welfare.Si tratta di riflettere su nuovi e vecchi compiti del Design della comunicazione, sulle responsabilità e funzioni del Design della comunicazione per il Welfare, considerando le sfide progettuali e le Insidie che la trasformazione, guidata dal ruolo assunto dalla Rete e dai media digitali, impone a questo campo del progetto. Ma anche di soffermarsi sul modello di società che si intende promuovere, interrogandosi sui modi più adeguati per favorire spazi di incontro, tra designer della comunicazione e istituzioni pubbliche, sul piano delle comuni responsabilità culturali.
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8

Coscia, Maria Emanuela. "Abitare i Social Network con autenticità: nuove sfide per l'Evangelizzazione e la testimonianza cristiana." Revista Pistis Praxis 8, no. 2 (September 13, 2016): 415. http://dx.doi.org/10.7213/revistapistispraxis.08.002.ds08.

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Abstract:
Nell’epoca della “modernità liquida” si assiste al riavvicinamento degli individui al “sacro” ma non nel senso di “istituzione religiosa”, bensì di una sorta di religiosità fai da te, priva di mediazioni, non di rado sincretica, a cui tentare di aggrapparsi per restare a galla in un mare di incertezze e in assenza di appigli solidi, ma che non limiti il proprio percorso di autoaffermazione e la ricerca della soddisfazione personale. In tutto ciò un ruolo di primaria importanza è rivestito dai Social Network, proprio per la loro natura e per le modalità di interazione che consentono. Nel presente articolo – dopo aver descritto cosa siano i Social Network, come e quanto incidano sulla formazione dell’identità degli individui e sulle relazioni che costoro intessono gli uni con gli altri – ci si chiede quali sfide si ritrovino oggi ad affrontare l’evangelizzazione e la testimonianza cristiane: la Chiesa, infatti, ha riservato una particolare attenzione ai media digitali fin dalla loro comparsa. In definitiva, ci si chiede come il credente possa oggi “abitare” con autenticità la Rete.
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Kempf, Klaus. "Il sistema bibliotecario di ricerca tedesco tra trasformazione digitale e "Covid lockdown"." SOCIETÀ E STORIA, no. 175 (April 2022): 157–65. http://dx.doi.org/10.3280/ss2022-175010.

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Abstract:
La pandemia di Covid 19 ha imposto tutta una nuova serie di sfide da un giorno all'altro per le biblioteche di ricerca, ma soprattutto per le biblioteche pubbliche. Entrambe le categorie, come tutte le altre istituzioni pubbliche, sono state colpite dalle dure procedure di chiusura in misura considerevole. La loro attività di servizio «classica», cioè soprattutto l'uso dei media nelle sale di lettura e il prestito locale e interbibliotecario, si è fermata quasi completamente. Solo i servizi senza contatti personali potevano continuare ad essere utilizzati. Pertanto, i servizi elettronici sono fioriti, nella misura in cui erano già offerti dalle biblioteche. E non solo. È giusto dire che la pandemia ha fatto da «acceleratore» per molte funzioni nel settore bibliotecario, portando in primo piano quelle che in vari casi erano già in fase di crescita - come i servizi digitali - e d'altra parte ha suggerito che altri servizi analogici dovessero essere abbandonati o almeno temporaneamente messi da parte.
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Hörnschemeyer, Jörg. "„Möchten Sie das Programm wirklich löschen?“." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 99, no. 1 (November 1, 2019): 491–501. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2019-0019.

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Abstract:
Riassunto Nucleo centrale dei digital humanities (DH) è lo sviluppo e l’analisi di metodi digitali che sono finalizzati a risolvere quesiti posti nell’ambito delle scienze umanistiche. La creazione di software ne costituisce un elemento fondamentale. Mentre i dati raccolti sono di regola punto di partenza e d’arrivo della ricerca, i processi trasformativi che, basati su calcoli algoritmici, conducono dall’uno all’altro, rappresentano lo sforzo intellettuale decisivo e vanno considerati il vero risultato scientifico. Il software dedicato alla ricerca scientifica nasce di solito nel corso di un processo creativo e combinatorio molto complesso che dipende da molteplici legami con altre risorse. Il ciclo di vita del software in questione è molto più breve e molto più soggetto a influenze esterne rispetto a quello dei classici dati di ricerca. Come forma particolare dei dati di ricerca, il software pone pertanto sfide particolari al processo di sviluppo e a una gestione sostenibile dei dati. Il riconoscimento del software come risultato di ricerca, la creazione di strutture istituzionali che offrono opportunità di carriera agli sviluppatori e alle sviluppatrici, e l’integrazione del software in infrastrutture sostenibili di dati di ricerca sono la chiave per un’attività di ricerca più trasparente e più qualificata.
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Dissertations / Theses on the topic "Sfide digitali"

1

BUA, ILENIA. "Heritage as dynamic capability: organizational analysis of two Maison in Champagne sector." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/305228.

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Abstract:
In letteratura, molto è stato scritto sui due costrutti fondanti di questa ricerca: heritage e trasformazione digitale. Pochissimi articoli però hanno messo in relazione questi due costrutti, soprattutto nessuna ricerca è stata condotta su come l'heritage, se "attivato", possa diventare esso stesso una dynamic capability che aiuta le aziende ad affrontare la sfida della trasformazione digitale. Inoltre, questa ricerca si è concentrata sul settore dello Champagne, un mercato tradizionale, elitario e molto conservatore. Un contesto in cui il patrimonio gioca un ruolo fondamentale per potersi distinguere dai competitors. Fondamentalmente, molte aziende sono consapevoli dell'heritage dentro di sé ma, ormai è presente da così tanto tempo che lo danno per scontato. Questa ricerca si propone di analizzare la relazione tra heritage e trasformazione digitale. L'idea alla base di questa ricerca è quella di considerare l'heritage come una dynamic capability, un'abilità che può essere "attivata". Una rassegna della letteratura sulla trasformazione digitale ha mostrato che l'heritage gioca spesso un ruolo "conservatore", una sorta di resistenza ai cambiamenti, soprattutto quelli digitali. La storia, le tradizioni, le persone e le strategie che hanno caratterizzato quell'azienda hanno creato una traiettoria difficile da cambiare. Partendo da una domanda generale: che rapporto c'è tra heritage e trasformazione digitale? Poi mi sono concentrata su: RQ1: A quale delle 3 dynamic capability è riconducibile l'heritage? RQ2: È possibile ipotizzare delle condizioni organizzative per l'attivazione dell'heritage? La costruzione dell'heritage è spesso collegata al concetto di azienda familiare, artigianato e qualità del prodotto. Ma più in generale, valorizzare la storia di un'azienda, rendendola rilevante per il presente e per il futuro, permette ai brand di differenziarsi e creare un vantaggio competitivo, di comunicare i propri valori, creare una connessione emotiva con il consumatore e affermare i propri autenticità. Per rispondere alle domande di ricerca che hanno guidato questo studio, ho utilizzato, partendo da un modello di ricerca induttiva basato sul caso studio, uno degli strumenti più utilizzati della metodologia qualitativa: l'intervista. La ricerca qualitativa intende capire come le persone in un determinato contesto sociale sperimentano e percepiscono le cose (Creswell, 2014). Ciò è generalmente considerato appropriato per creare chiarezza all'interno di uno specifico campo, concetto, fenomeno o argomento di ricerca caratterizzato da confusione o ambiguità. Lo studio è progredito attraverso tre diverse fasi. La prima fase riguarda una literature review su heritage e trasformazione digitale. Inoltre, è stata effettuata anche una revisione della letteratura sull'argomento "dynamica capability" per rispondere alla domanda di ricerca e creare un framework teorico. La definizione di questi costrutti mi ha permesso di avere una maggiore padronanza della letteratura scientifica su questi temi. La seconda fase ha riguardato l'individuazione dei settori e delle aziende per i quali potrebbe svolgersi un approfondito caso di studio qualitativo. Dopo aver considerato alcuni settori la ricerca ha deciso di concentrarsi sull'industria dello Champagne; in quanto è un settore caratterizzato da un forte heritage e da una forte tradizione. Durante la terza fase, ho raccolto i dati nella Maison Taittinger durante un periodo di visiting di 4 mesi (da Marzo a Giugno 2019). Questa ricerca si basa su 2 casi di studio. Il primo caso di studio (Maison Taittinger) analizzato con 8 interviste e analisi di materiale secondario (dati d'archivio, riviste, libri, ecc.). Il secondo caso di studio (Maison Krug) è stato analizzato solo con dati secondari.
In literature, much has been written about the two founding constructs of this research: heritage and digital transformation. But, very few articles have related these two constructs, above all no research has been done on how heritage, if activated, can itself become a dynamic capability that helps companies face the challenge of digital transformation. In addition, this research focused on the Champagne sector, a traditional, élite and very conservative market. A context in which heritage plays a fundamental role in distinguishing itself from other competitors. What is fundamental is that many companies are aware of the historicity within themselves but, taking it a little for granted, they cannot make fun of this. This research aims to analyze the relationship between heritage and digital transformation. The idea behind this research is to consider heritage as a dynamic capability, a skill that can be "activated". A literature review on digital transformation has shown that heritage often plays a "conservative" role, a sort of resistance to changes, especially digital ones. The history, traditions, people and strategies that characterized that company have created a trajectory that is difficult to change. Starting from a general question: what relationship is there between heritage and digital transformation? I then focused on: RQ1: To which of the 3 dynamic capabilities can the heritage be traced? RQ2: Is it possible to hypothesize the conditions for activating the heritage? The heritage construct is often linked to the concept of family business, craftsmanship and product quality. But more generally, enhancing the history of a company, making it relevant for the present and for the future, it allows brands to differentiate themselves and create a competitive advantage, to communicate their values, create an emotional connection with the consumer and affirm their own authenticity. To answer the research questions that guided this study, I used, starting from an inductive research model based on the case study, one of the most used tools of the qualitative methodology: the interview. Qualitative research intends to understand how people in a certain social setting experience and perceives things (Creswell, 2014). Such is generally considered appropriate by means of creating clarity within a specific field, concept, phenomenon or research topic marked by confusion or ambiguity. The study progressed through three different stages. The first stage concerns desk analysis about heritage and digital transformation. In addition, a literature review on the topic "dynamic capability" was also carried out to answer the research question. Defining these constructs has allowed me to have a greater command of the scientific literature on these issues. The second stage involved the identification of sectors and companies for which an in-depth qualitative case study could take place. After considering a number of sectors the researches decided to focus on Champagne industry; as a sector characterized by strong heritage and strong tradition. During the third stage, I collected data in Maison Taittinger during a fourth-month period in 2019. This research is based on 2 case studies. The first case study (Maison Taittinger) analyzes with 8 interviews and analysis of secondary material (archival data, journals, books, etc). The second case study (Maison Krug) was analyzed only with secondary data.
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2

Trefusio, Arianna <1995&gt. "TWIN-BANK TRASFORMATION: traditional, digital e FinTech. Sfide e Opportunità nel mondo Finance." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21403.

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Abstract:
Bill Gates dichiarò che “the world needs banking not bank”. Si iniziò il processo di ricerca verso la digitalizzazione del sistema Finanziario, unendo la terminologia finanza con tecnologia: Fintech. Le aziende Fintech stanno destando subbugli nel sistema bancario proponendo alla loro clientela, private e retail, soluzioni finanziarie vantaggiosi specie per quanto riguardano i costi. La digitalizzazione automatizzò la maggior parte dei servizi, permettendo l’abbattimento di costi ma specialmente far risparmiar tempo ai customers. Quest’approccio sta mettendo in discussione non solo il modello di banca universale ma anche quello di business bank traditional. Il processo di digital trasformation del settore bancario-finanziario è in corso da diversi anni, ma la crisi economico finanziaria del 2008 e pandemia di covid 19 del 2020, hanno contribuito a dare una spinta al mondo digital nelle banche ma specialmente al settore Fintech. L’obiettivo dell’elaborato consiste nell’analisi per cui il sistema di banca universale sta negli anni venendo meno, cercando di trasformarsi, o quantomeno adattandosi al mondo digital. Verranno analizzate le principali fonti di finanziamento e reperimento delle risorse come il Crowdfunding Si analizzerà la proiezione delle aziende Digital-Fintech nel mondo. Si vedrà infine come il settore traditional e quello digital non potranno andare a scomparire ma, si andrà a creare una sorta di gemellaggio tra sistemi economici, bancari e finanziari.
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CELANI, ROBERTA. "Il processo di “Digitalizzazione”: nuove sfide e opportunità per le imprese della GDO. Il caso Magazzini Gabrielli SpA." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2019. http://hdl.handle.net/11566/263426.

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Abstract:
La trasformazione digitale ha innescato drastiche trasformazioni a livello di strategie di business aziendale e nei settori economici con numerosi componenti digitali. Alla base del processo di digitalizzazione c’è il cambiamento del comportamento dei consumatori, clienti più esigenti, più informati; l’attenzione è rivolta all’esperienza del cliente; indispensabile per ottenere un vantaggio competitivo. Partendo da un’analisi letteraria sui cambiamenti generati dal processo in un contesto generale e poi nel settore del retail; si è proceduto con un’analisi di tipo esplorativo e di tipo qualitativo relativa al metodo del “case study” dell’azienda Magazzini Gabrielli Spa. In essa, il processo di trasformazione digitale si basa sull’investimento e sulla crescita digitale, e sull’attuazione di strategie per incrementare il livello di Customer Experience. L’azienda, oggi, ha un approccio multicanale con un basso livello di integrazione e con un orientamento all’omnicanalità, grazie al processo di riorganizzazione dei sistemi informativi, avviato alla fine del 2015. Resta comunque ferma l’importanza verso il punto vendita fisico, per supportare i clienti e rendere migliore la loro esperienza di acquisto (fisica e digitale). L’ostacolo più grande è la mancanza di una cultura digitale; compito del commitment, infatti, è spingere e valorizzare il processo ai massimi livelli aziendali. Investire solo nella tecnologia non basta, ma è occorre agire anche sulle capacità di chi opera all’interno dell’organizzazione, si parla di cambiamento tecnico e culturale, trasformando le logiche di business dell’azienda. La Magazzini Gabrielli è un azienda solida, che opera in un mercato maturo e consolidato, in cui è difficile iniziare un percorso evolutivo come quello intrapreso. È possibile affermare che, le iniziative di coinvolgimento, divulgazione e spiegazione delle strategie evolutive che hanno coinvolto tutto il management sono, ad oggi, un elemento di fondamentale importanza.
The digital transformation has triggered drastic transformations at the level of corporate business strategies and in the economic sectors with a lot of digital components. At the base of the digitalization process there is a change in the behavior of consumers, more demanding and informed customers; the focus is on the customer experience; essential for obtaining a competitive advantage. Starting from a literary analysis on the changes generated by the process in a general context and then in the retail sector; it proceeded with an exploratory and qualitative analysis of the "case study" method of the Magazzini Gabrielli Spa. The digital transformation process is based on digital investment and growth, and on the implementation of strategies to increase the level of Customer Experience. Today, the company has a multi-channel approach with a low level of integration and an omnichannel orientation, because of the reorganization process of information systems, launched at the end of 2015. However, the importance towards the physical point of sale remains steady, to support customers and make better their shopping experience (physical and digital). The biggest obstacle is the lack of a digital culture; the task of the commitment, in fact, is to push and enhance the process at the highest levels of the company. Investing only in technology is not enough, but it is also necessary to act on the skills of those who work within the organization, it’s technical and cultural change, that transforms the company's business logic. Magazzini Gabrielli is a solid company, operating in a mature and consolidated market, where it is difficult to start an evolutionary path like the one undertaken. It is possible to state that the initiatives of involvement, disclosure and explanation of the evolutionary strategies that have involved all the management are, to date, an element of fundamental importance.
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Camporesi, Linda <1997&gt. "Vetro di Murano in Giappone: una sfida di export digitale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20366.

Full text
Abstract:
Sullo sfondo della situazione epidemiologica, investire in un piano di digital export efficace può essere la chiave di sopravvivenza per le PMI italiane: l’export digitale offre infatti nuove opportunità di vendita online, permettendo alle imprese di accedere ai mercati esteri e superare così il limite della distanza fisica. Lo scopo dell’elaborato è quello di dimostrare come gli artigiani, appoggiandosi ad aziende con competenze digitali e a figure di mediatori linguistici come il Content Strategist, possano sostenere le proprie vendite anche all’estero tramite il web e la comunicazione digitale. Nel raggiungere questo obiettivo, il lavoro sarà suddiviso in tre macro sezioni. La prima, dal carattere compilativo, presenterà le sfide e le opportunità che il digital export pone alle PMI artigiane. Nella sezione successiva, verrà preso in esame un progetto di e-commerce per la vendita in Giappone di prodotti in vetro di Murano, e saranno approfondite le caratteristiche del mercato online giapponese per tale offerta. Nell’ultima macro sezione, dal carattere sperimentale, si esploreranno le attività SEO del Content Strategist nel progetto, ovvero traduzione, localizzazione e ottimizzazione dei contenuti per Amazon Japan e per i SNS (social network services) giapponesi. Infine, la speranza per le PMI artigiane è quella di superare più facilmente situazioni future di crisi commerciale, continuando ad investire su questo tipo di competenze digitali.
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Poletto, Giulia <1991&gt. "Information Technology: la sfida del digital business e l'IT bimodale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9342.

Full text
Abstract:
L'elaborato tratta dell'uso strategico dell'information technology da parte delle imprese contemporanee. Inizialmente viene analizzato il percorso evolutivo dell'IT, per poi proseguire con la rilevanza del suo utilizzo nell'influenzare la performance organizzativa. La seconda parte, invece, espone due delle più moderne e rivoluzionarie frontiere dell'utilizzo dell'IT: lil digital business (attraverso business trasformation e digital business stratey) e dell'IT bimodale.
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BARBIERI, ALBERTO. "Sfide della rivoluzione digitale nel contesto educativo. L'impatto del progetto di formazione ForTutor del personale scolastico." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/51650.

Full text
Abstract:
Ambito di indagine e contestualizzazione teorica. Le trasformazioni in atto nell’odierna società digitale impongono alla scuola e a chi in essa opera di riconsiderare radicalmente il proprio ruolo. Il necessario rinnovamento dei metodi didattici e delle pratiche scolastiche deve tenere conto delle attitudini e dei comportamenti verso le tecnologie delle nuove generazioni di studenti, per i quali il primato del libro e della scrittura alfabetica non è più scontato. Il dibattito sui nativi digitali chiarisce che c’è spazio per gli educatori per accrescere la consapevolezza e la “saggezza” digitale dei giovani, innanzitutto attraverso la definizione dei termini di una nuova literacy digitale da integrare nel curriculum dell’istruzione formale. Una ricognizione delle esperienze di applicazione degli strumenti Web 2.0 al contesto educativo, ricondotte ai principali filoni della ricerca pedagogica, dimostra il peso crescente della cultura partecipativa e dell’apprendimento informale. Questo conferma non solo le potenzialità, ma anche le criticità, di una transizione che mette in discussione sia il setting educativo tradizionale sia il ruolo dell’insegnante. Contesto e obiettivi della ricerca. In passato gli interventi di aggiornamento e formazione di strutture e personale scolastico in materia di Information and Communication Technology (ICT) hanno avuto approcci tipicamente “tecnologizzanti” e “incorporanti”, con il risultato che i docenti nel nostro paese apprezzano e usano la tecnologia, ma la portano raramente in classe; in anni più recenti si è agito in favore di una più netta rottura degli schemi didattici tradizionali, ma con interventi di piccola scala. In questa direzione, è importante un rinnovato ricorso alle prospettive pedagogiche costruttiviste e attiviste. La domanda centrale della ricerca è dunque: gli interventi di formazione del personale scolastico sono efficaci in questa direzione? Nel triennio 2007 - 2009 è stato realizzato il progetto ForTutor Lombardia, in collaborazione fra l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, l’Università Cattolica di Milano e l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. ForTutor si è caratterizzato come un corso di formazione di secondo livello, con lo scopo di qualificare professionalmente le figure di tutor e-learning già operanti in Lombardia, puntando al tempo stesso verso l’obiettivo di fornire ad ognuna delle 1300 scuole della regione una figura formata di tutor e-learning. Fra i 460 corsisti formati nelle tre edizioni del corso sono stati indagati gli esiti nel lungo periodo di ForTutor. È stata indagata la ricaduta a) sulle pratiche formative, didattiche e/o organizzative dei corsisti nelle rispettive istituzioni scolastiche e b) sull’operato che essi hanno avuto occasione di svolgere in qualità di e-tutor nei corsi di formazione nazionale o regionale. Obiettivi specifici sono stati: - la diffusione dell’uso delle tecnologie e della Comunicazione Mediata da Computer (CMC) - l’approfondimento della cultura dei nuovi media e dei nuovi ambienti Web 2.0 - l’introduzione del lavoro cooperativo e di metodi di gestione costruttivista dell’interazione online - uso e approfondimento delle tecniche di moderazione in ambiente e-learning. - attitudini e atteggiamenti culturali verso le tecnologie Tali obiettivi sono stati riferiti a tre ben distinti contesti in cui i corsisti possono aver operato: didattica, formazione del personale, organizzazione scolastica. Metodologia e struttura della ricerca. Sono state applicate metodologie classiche delle scienze sociali, con l’obiettivo di raccogliere dati sia di natura quantitativa sia di natura qualitativa. La parte più corposa della ricerca è consistita nella redazione e nella somministrazione di un questionario online, teso a indagare le pratiche dei soggetti negli ambiti definiti come obiettivi nella sezione precedente. La compilazione del questionario è stata resa possibile attraverso l’utilizzo della piattaforma sondaggi dell’Università di Milano-Bicocca sulla quale è stata predisposta un’apposita pagina Web alla quale i rispondenti potevano accedere volontariamente. All’interno del gruppo dei partecipanti a ForTutor sono state possibili le seguenti suddivisioni: a) docenti e non docenti b) corsisti con precedente esperienza come e-tutor e privi di esperienza come e-tutor c) docenti appartenenti a scuole di diverso ordine e grado d) corsisti “esperti” e “inesperti” di tecnologie e) corsisti partecipanti a diverse edizioni del corso. Alla somministrazione del questionario ha fatto seguito la realizzazione di alcune interviste a distanza a docenti ex corsisti, incentrate su aspetti generali come la questione dei nativi digitali, il ruolo dell’insegnante, l’implementazione di servizi di social network e strumenti Web 2.0 nella didattica, il cambiamento indotto nella scuola dalle tecnologie e l’influenza a lungo termine di ForTutor sulle competenze agite nella professione. I risultati raccolti sono stati rielaborati attraverso sistemi informatizzati di analisi statistica e del testo, utili a mettere in rilievo le tematiche più centrali e ad evidenziare le correlazioni più vistose fra le evidenze emergenti. Risultati. In generale, nel lungo periodo gli ex corsisti Fortutor continuano a dimostrare una maggiore consapevolezza sull’uso e l’utilità delle tecnologie e dimostrano una vivace attività professionale in merito a ciascuno dei cinque obiettivi indicati, costituendo un gruppo aperto all’innovazione e alla sperimentazione didattica. La ricerca ha messo in luce anche le difficoltà e le delusioni incontrate sia nel confronto con l’utenza che con l’autorità scolastica, in particolare l’azione formativa non ha avuto molto successo nel mettere in campo un buon numero di e-tutor attivi nella scuola lombarda, in quanto le occasioni professionali sono diminuite negli anni. Nell’ipotesi, infine, che nella scuola esistano fondamentalmente due modalità di approccio diverse all’introduzione dei nuovi media, una “tecnologizzante”, in cui tendenzialmente le tecnologie sono viste come un fine, e una “culturalizzante”, in cui le tecnologie sono viste come un mezzo, l’aver partecipato a ForTutor ha comportato un deciso orientamento dei soggetti verso la seconda modalità.
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Mapelli, Maria <1963&gt. "Il Rinascimento, l'intelligenza connettiva e l'era digitale: una nuova sfida per ripensare la formazione." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2009. http://hdl.handle.net/10579/791.

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TONELLI, ANDREA. "I musei, il pubblico e la sfida digitale. Experience design e user evaluations nella progettazione di percorsi museali esperienziali." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2021. http://hdl.handle.net/11566/289031.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca intende definire un metodo per la progettazione di percorsi museali esperienziali che adottino il “digitale” come strategia di audience development e in quanto modalità dinamica, inclusiva e partecipativa di dialogo con i pubblici. A partire dalle riflessioni maturate su questo settore da esperti di museologia e ICT, sono state delineate le fasi necessarie per una progettazione di esperienze digitali museali basata su obiettivi strategici, architettura dei contenuti e caratteristiche dei pubblici di riferimento e in grado di coinvolgere tanto la sfera cognitiva, quanto quella percettiva ed emotiva dei visitatori. L’articolazione per fasi proposta è stata sperimentata e definita attraverso la conduzione di casi studio relativi alla progettazione sia di nuovi percorsi museali esperienziali dedicati al patrimonio culturale immateriale (Experience museums), sia di singole esperienze digitali per musei di collezione già esistenti. Parte integrante di questo metodo per fasi è anche la valutazione in itinere ed ex post dell’efficacia di queste esperienze digitali in termini di usabilità, gradimento e di capacità di attrazione ed attenzione. In tal senso, il lavoro di ricerca ha previsto anche l’applicazione in diversi casi studio di tecniche riconosciute di formative evaluation (indagine osservante e test a scenario) e la sperimentazione di un nuovo sistema di monitoraggio automatico del comportamento dei visitatori basato su flussi video registrati da camere Rgb-D. Il precipitato finale di questa ricerca risiede nell’individuazione del ruolo e delle competenze del Digital Experience Manager, una nuova figura professionale incaricata di coordinare, gestire e mediare il metodo di progettazione e valutazione per fasi e di assicurare efficacia ed efficienza nei processi di applicazione del digitale nell’ambito degli allestimenti museali, obiettivo perseguito anche dal Mibact con il “Piano triennale per la digitalizzazione e l’innovazione dei musei”.
This research project aims at defining a method for designing experiential museum paths that adopt digital technologies as an audience development strategy and as a dynamic, inclusive and participatory way of dialogue with the public. Starting from the reflections made by museology and ICT experts in this field, the necessary steps for the design of digital museum experiences have been outlined, based on strategic objectives, content architecture and characteristics of the target audience and able to involve the cognitive, perceptive and emotional spheres of visitors. The proposed step-by-step approach was tested and defined by conducting case studies on the design of both new experiential museum paths dedicated to intangible cultural heritage (Experience museums) and individual digital experiences for existing collections. An integral part of this staged method is the simultaneous and ex-post evaluation of the effectiveness of the digital experiences in terms of usability, enjoyment and attractiveness. Regarding this aspect, the research also included the application in several case studies of recognised formative evaluation techniques (observing survey and scenario tests) and the testing of a new automatic monitoring system of visitors’ behaviour based on videos recorded by Rgb-D cameras. The outcome of this research is the identification of the role and competences of the Digital Experience Manager, a new professional figure in charge of coordinating, managing and mediating the method of planning and evaluation by phases and of ensuring effectiveness and efficiency in the processes of applying digital technology in museum settings, an objective also pursued by the Mibact with the "Three-year plan for the digitisation and innovation of museums".
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PETRINI, Maria Celeste. "IL MARKETING INTERNAZIONALE DI UN ACCESSORIO-MODA IN MATERIALE PLASTICO ECO-COMPATIBILE: ASPETTI ECONOMICI E PROFILI GIURIDICI. UN PROGETTO PER LUCIANI LAB." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251084.

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Abstract:
Con l’espressione “marketing internazionale” ci si riferisce a quell’insieme di attività adottate dall’impresa al fine di sviluppare o perfezionare la propria presenza sul mercato estero. Oggetto della presente ricerca è l’analisi degli aspetti problematici che tali attività sollevano sul piano giuridico: attraverso un approccio basato sull’integrazione della cultura economica del marketing d’impresa con quella più propriamente giuridica, l’indagine mira ad individuare le fattispecie di marketing rilevanti sotto il profilo giuridico e giuspubblicistico, ad analizzarne i profili che risultano più critici per l’impresa e proporre soluzioni concrete. La ricerca è stata condotta in collaborazione all’azienda Gruppo Meccaniche Luciani, che oltre ad essere un affermato fornitore di stampi per calzature, progetta design innovativi attraverso una sua articolazione organizzativa creativa, denominata Luciani LAB. L’impresa investe molto nell’innovazione, ed in questo senso, particolarmente significativo è stato l’acquisto di una potente stampante 3D, tecnologicamente all’avanguardia, che ha consentito all’azienda di progettare diversi prodotti, tra cui una borsa, realizzarli in prototipazione rapida, e successivamente renderli oggetto di specifiche campagne promozionali, illustrate nel presente lavoro. Viene evidenziato come queste rispecchino la peculiarità dell’approccio al marketing da parte della piccola/media impresa, descritto dalla dottrina maggioritaria come intuitivo ed empirico, distante da quello teorico e strategico del marketing management. La collaborazione con l’impresa partner del progetto ha costituito il riferimento principale per l’elaborazione del metodo con cui condurre la ricerca: l’azienda ha promosso i propri prodotti mediante diverse strumenti di marketing, come inserti pubblicitari su riviste, campagne di e-mail marketing e fiere di settore. Queste attività si distinguono tra esse non solo rispetto alle funzioni, alle differenti modalità con cui vengono impiegate e al pubblico cui si rivolgono, ma anche e soprattutto rispetto alla disciplina giuridica di riferimento: ognuna di esse infatti è regolata da un determinato complesso di regole e solleva questioni che si inseriscono in una specifica cornice giuridica. Al fine di giungere ad una sistematica trattazione dei profili giuridici connessi, si è scelto di classificare le diverse azioni di marketing in tre gruppi: quelle riferite alla comunicazione, quelle inerenti l’aspetto del prodotto e quelle che si riferiscono al cliente Per ognuna di queste aree si individua una precisa questione critica per l’impresa, e se ne trattano i profili problematici dal punto di vista giuridico. In relazione al primo gruppo, ovvero la comunicazione pubblicitaria d’impresa, si evidenziano le criticità connesse alla possibilità di tutelare giuridicamente l’idea creativa alla base del messaggio pubblicitario: si mette in discussione l’efficacia degli strumenti giuridici invocabili a sua tutela, in particolare della disciplina del diritto d’autore, della concorrenza sleale e dell’autodisciplina. Si prende come riferimento principale il contesto italiano, considerando la pluralità degli interessi pubblici, collettivi ed individuali coinvolti. Il secondo profilo d’indagine riguarda la disciplina giuridica riconducibile all’e-mail marketing, uno degli strumenti più diffusi di comunicazione digitale. L’invasività di questo sistema nella sfera personale dei destinatari impone l’adozione di adeguati rimedi da parte delle imprese per evitare di incorrere nella violazione delle disposizioni a tutela della privacy. Si trattano le diverse implicazioni derivanti dall’uso di tale strumento, in particolare quelle riferite al trattamento dei dati personali alla luce della normativa vigente in Italia e nell’Unione Europea, e connesse alle modalità di raccolta degli indirizzi e-mail dei destinatari potenzialmente interessati. Infine, la costante partecipazione alle fiere di settore da parte dell’azienda dimostra quanto l’esteriorità del prodotto costituisca uno strumento di marketing decisivo per la competitività aziendale, dunque grande è l’interesse dell’impresa a che il suo aspetto esteriore venga protetto dall’imitazione dei concorrenti. Il tema giuridico più significativo che lega il processo di marketing al prodotto dell’azienda è proprio la protezione legale del suo aspetto, ovvero la tutela del diritto esclusivo di utilizzarlo, e vietarne l’uso a terzi. L’aspetto di un prodotto può essere oggetto di protezione sulla base di diverse discipline che concorrono tra loro, sia a livello nazionale che sovranazionale, dei disegni e modelli, del marchio di forma, del diritto d’autore e della concorrenza sleale. Si è scelto di concentrare il lavoro, in particolare, sulla prima: si ricostruisce il quadro normativo e l’assetto degli interessi implicati dalla fattispecie, per arrivare ad evidenziare le principali criticità nell’interpretazione delle norme, sia a livello nazionale, che nell’Unione Europea. Si approfondiscono gli orientamenti di dottrina e giurisprudenza di alcune disposizioni chiave per l’applicazione della disciplina, quali gli artt. 6 e 7 del Regolamento CE, n. 6/2002, concernenti rispettivamente il «carattere individuale» e la «divulgazione», i due requisiti fondamentali per ottenere la registrazione e conseguente protezione giuridica del disegno. Tali nozioni sono soggette ad interpretazioni parzialmente difformi da parte dei giudici dei diversi Stati membri, e ciò contribuisce a minare l’applicazione omogenea della disciplina in tutto il territorio UE. In questo senso, viene messo in evidenza il ruolo chiave dell’orientamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea nell’interpretazione di tali concetti, avente l’effetto di uniformare l’approccio degli Stati. La Direttiva 98/71/CE ha introdotto la possibilità di cumulare la protezione conferita all’aspetto del prodotto dalla disciplina dei disegni e modelli con quella riconosciuta dalle altre normative. Tale previsione solleva questioni di rilievo sistematico e concorrenziale: ci si interroga su quali problemi di tipo sistematico e di concorrenza vengano sollevati dal riconoscimento su uno stesso prodotto della protezione sia come disegno che come marchio di forma, e sia come disegno che come opera dell’ingegno. In particolare nell’ambito del diritto dei marchi d’impresa e del diritto d’autore, le tutele hanno durata potenzialmente perpetua, diversamente dalla registrazione come disegno o modello, che garantisce la titolarità del diritto di utilizzare il proprio disegno in via esclusiva per un periodo limitato di massimo 25 anni. Questa differenza temporale rende il cumulo problematico sia a livello di coordinamento, che di concorrenza, poiché incentiva il sorgere di “monopoli creativi” sulle forme del prodotto. Il presente lavoro ha come obiettivo l’ampliamento della conoscenza sul tema del marketing con particolare riferimento ai profili giuridici che si pongono, con riguardo alla promozione del prodotto nell’ambito dell’Unione Europea. Si ritiene che il valore aggiunto e l’aspetto più originale della ricerca consista nella sua forte aderenza alla realtà della piccola/media impresa: tramite l’integrazione della ricerca giuridica e dello studio dei fenomeni di marketing si delineano i problemi pratici che questa si trova a dover affrontare nell’implementazione delle attività quotidiane di marketing. Tale indagine vuole essere utile a tutte le piccole/medie imprese che si trovano impreparate nell’affrontare le sfide poste dal marketing e nel conoscere le implicazioni giuridiche che da questo derivano.
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Books on the topic "Sfide digitali"

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La Chiesa in internet: La sfida dei media digitali. Roma: Carocci editore, 2015.

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editor, Brancato Francesco 1971, ed. Ripensare l'umano?: Neuroscienze, new-media, economia : sfide per la teologia. Milano: Glossa, 2021.

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Iannone, Roberta. Società dis-connesse: La sfida del digital divide. Roma: Armando, 2007.

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Iannone, Roberta. Società dis-connesse: La sfida del digital divide. Roma: Armando, 2007.

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5

Dal digital divide ai media sociali: Le nuove sfide della comunicazione pubblica. Acireale: Bonanno, 2010.

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Book chapters on the topic "Sfide digitali"

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Fascione, Luca. "Da King Kong a Ratatouille: nuove sfide matematiche per i personaggi digitali." In Matematica e cultura 2010, 109–20. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1594-4_8.

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Lombardi, Mauro. "XXI secolo: l’universo fisico-cibernetico e le grandi sfide emergenti." In Studi e saggi, 15–27. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-310-9.03.

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Abstract:
In this chapter we outline the cyber-physical world we entered following the pervasive diffusion of information processing devices that are able to able to interact through exchanging information (cyber-physical systems). In this way ubiquitous computing and ubiquitous connectivity are changing how people think, act and produce. Indeed processes and products are becoming smart and connected on a potentially global level. The possibility of realizing a digital of everything representation from the subatomic level and nanoscale to the astronomical level implies that the physical world is surrounded and pervaded by a digital sphere that interacts with and influences it. Are we in a world like the one hypothesized by Borges' famous paradoxes of the 1: 1 map? The reality Is very different from the imagery Borges’s map: hyperstructures self-organize and emerge, global players act and influence the dynamics of complex adaptive systems.
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Materassi, Letizia, and Silvia Pezzoli. "Migranti e rappresentazioni. Linguaggio, integrazione, discriminazione." In Migrazioni in Italia: oltre la sfida, 169–90. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-965-2.09.

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Abstract:
Public discussion on migration is addressed through frame and signification processes in which journalistic production plays a crucial role. Compared to the past, more diversified and articulated frames are adopted in the current representation of migration. Publics grassroots productivity goes along and overlaps with journalistic contents. The chapter aims to investigate how discussion on migration develops, with a focus on the innovations introduced by digital technologies and social web and the new possibilities for access, participation and production of contents by the audience.
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Fabio Bianconi and Marco Filippucci. "Digital Draw Connections. La sfida culturale della rappresentazione della complessità e contraddizioni nel paesaggio." In CONNETTERE - UN DISEGNO PER ANNODARE E TESSERE · CONNECTING - DRAWING FOR WEAVING RELATIONSHIPS. FrancoAngeli srl, 2020. http://dx.doi.org/10.3280/oa-548.164.

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Conference papers on the topic "Sfide digitali"

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Pucci, Paola. "Pratiche di mobilitá e fonti digitali: opportunità e limiti dei dati di traffico telefonico." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7925.

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Abstract:
I cambiamenti nelle pratiche di mobilità nei territori della città contemporanea costituiscono un’utile chiave di lettura del processo di trasformazione dei tempi, dei luoghi e dei modi della vita sociale e dei programmi di attività che concorrono a strutturare il territorio. In questa prospettiva - che assume la mobilità come dispositivo di lettura delle trasformazioni urbane e sociali (Urry, 2005) - la sfida che si pone riguarda la disponibilità di fonti utili a restituire la variabilità spazio-temporale delle pratiche di mobilità con continuità temporale. In questo contesto, un valido supporto ai metodi tradizionali di rilevamento viene da fonti digitali, riconducibili alle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, di cui il paper descrive potenzialità e limiti, con particolare riferimento ai dati di traffico telefonico. A partire dai risultati di una ricerca empirica condotta dal Dastu Politecnico di Milano sui dati di telefonia mobile della rete di Telecom Italia (Manfredini, Pucci, Tagliolato, 2012 e 2013), il paper evidenzia le possibili applicazioni di tali fonti per l’analisi, la visualizzazione e l’interpretazione delle pratiche di mobilità e dei ritmi d’uso degli spazi urbani, utili per costruire politiche per la mobilità più efficaci ed eque, poiché meno generaliste. Changes in mobility practices are a useful tool to describe urban transformations in times, places, social life and work programs, as well as a structural element of contemporary cities. This is because mobility is cause and consequence of changes in the organization of everyday life (Urry, 2000). With the aim to reading the density of urban spaces usages and urban mobility practices, a valid support of conventional urban analysis methods comes from digital data sources (mobile phone data, ICT, digital traces acquired by social media).This paper focuses on the potentialities and limits offered by mobile phone data to a reading of the site practices and rhythms of usage of the contemporary city by identifying the principal mobile practices of different urban populations in Milan Urban Region. Starting from the results of a research carried out at the Dastu, Politecnico di Milano, using mobile phone data provided by Telecom Italia (Manfredini, Pucci & Tagliolato, 2012 and 2013) we will demonstrate how new maps, based on the processing of mobile phone data can represent spatialized urban practices and how they can give new insights for analyze space-time patterns of mobility practices. In the paper, the identification of temporary urban populations through mobile phone data (density of the calls and origin - destination traces of the calls) has not only a knowing purpose, but it is the condition for recognize new claims referred to “communities of practice”, by which to build mobility policies incisive, also because not generalist.
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