Dissertations / Theses on the topic 'Servizi pubblici per l'impiego'

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GIUBILEO, FRANCESCO. "I servizi pubblici per l'impiego funzionano veramente? Il ruolo dell'attore pubblico lombardo nella fase di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/40096.

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Abstract:
In Regione Lombardia il ruolo dell’attore privato è diventato in questi anni fondamentale per quanto riguarda l’erogazione delle politiche attive del lavoro. Tuttavia, sin dalle prime sperimentazione nella delega ai soggetti privati si è riscontrato un diffuso fenomeno di opportunismo, in grado di generare scarsa efficienza in termini di collocamento dei soggetti svantaggiati. L’obiettivo della libro è quello di definire: come sono organizzati oggi i Servizi pubblici per l’impiego in Lombardia ed il loro ruolo nel collocamento della forza lavoro; quali sono i principali problemi legati alla delega verso i soggetti privati; e infine se è possibile comparare tale esperienza con quella di altri Paesi in modo da formulare dei modelli di riferimento nel contrasto all’opportunismo dei privati.
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2

Vitale, Carmen <1977&gt. "Governo societario e tutela dell'interesse pubblico nelle società per la gestione dei servizi pubblici locali." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/500/1/TesiCarmenVitale.pdf.

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3

Vitale, Carmen <1977&gt. "Governo societario e tutela dell'interesse pubblico nelle società per la gestione dei servizi pubblici locali." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/500/.

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4

Cirillo, Andrea. "Ripensare l'infrastruttura: Un edificio polifunzionale per la rigenerazione degli spazi pubblici a Bogota." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8674/.

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Abstract:
Una megalopoli come Bogotà ha vissuto negli anni un processo di espansione che ha portato ad una scarsa pianificazione urbanistica con edilizia autocostruita, soprattutto nell'area sud della città, quella più povera e in via di espansione dell’intera Bogotà. Per sopperire alla forte mancanza di spazi pubblici, il progetto intende affrontare quattro tematiche: il rapporto con una infrastruttura pesante, la valorizzazione di un vuoto urbano e la creazione di un parco lineare e di una piazza come luoghi di incontro per la comunità. Il nuovo edificio individua i suoi fondamenti nel ripensamento di un grande nodo stradale all'incrocio con l’Autosur e assume una configurazione circolare in seguito all'applicazione del modello proposto da Luis Kahn per il piano di Philadelphia: sono infatti i flussi e il movimento a disegnare il nuovo nodo stradale e l’edificio.
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5

Festa, Antonella. "Il ricorso per l’efficienza delle amministrazioni e dei concessionari di servizi pubblici: la “class – action”amministrativa." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1872.

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Abstract:
2012-2013
La mia ricerca è volta ad indagare i principi ispiratori ed i profili applicativi della disciplina di cui al D.Lgs. 20 dicembre 2009, n. 198, in materia di ricorso per l’efficienza delle amministrazioni e dei concessionari pubblici, in attuazione dell’art. 4 della legge 4 marzo 2009, n. 15, meglio conosciuta come <>, nell’ambito di una rivisitazione complessiva del sistema di valutazione delle strutture e dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche, in un’ottica di ottimizzazione della produttività e di valorizzazione del risultato conseguito. L’azione collettiva pubblica, infatti, è concepita come strumento di controllo esterno di tipo giurisdizionale esperibile nei confronti delle pubbliche amministrazioni e dei concessionari di pubblici servizi, che si discostano dagli standard di qualità, economicità e tempestività dell’azione amministrativa latamente intesa. [a cura dell'autore]
XII n.s.
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6

Ioli, Lucia. "Interpretare per le donne vittime di violenza: uno studio di caso sulla rete antiviolenza dell'AUSL Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22821/.

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Abstract:
Il presente elaborato si propone di mettere in luce le peculiarità della mediazione linguistico-culturale per le donne vittime di violenza attraverso uno studio di caso della rete antiviolenza dell’AUSL Romagna, in particolare dei percorsi sanitario, psicologico e sociale per le donne vittime di violenza. Il primo capitolo si apre con una breve introduzione teorica alla violenza contro le donne, seguita da alcuni dati statistici che ne illustrano la portata nel mondo, in Italia e nella Regione Emilia-Romagna; prosegue con una panoramica delle principali risposte istituzionali volte a contrastare la violenza, per descrivere poi nel dettaglio la rete antiviolenza dell’AUSL Romagna. Il secondo capitolo si concentra sul profilo professionale del/della mediatore/mediatrice in Italia e in Emilia-Romagna, in quanto i pochi riferimenti contenuti nelle linee guida e nei protocolli antiviolenza analizzati non sono sufficienti per comprendere come viene organizzato il servizio di mediazione. Il terzo capitolo è invece dedicato a una panoramica dei principali studi sull’interpretazione per le vittime di violenza. Nel quarto e ultimo capitolo viene presentato e discusso, anche alla luce della ricerca internazionale, quanto emerso dallo studio di caso, condotto mediante interviste semistrutturate a due gruppi di partecipanti (cinque operatrici della rete antiviolenza, nove mediatrici e un mediatore), incentrate su diverse aree tematiche: il funzionamento della mediazione linguistico-culturale, la formazione dei/delle mediatori/mediatrici, le conseguenze del carico emotivo degli incontri e gli strumenti a disposizione per combatterle, la deontologia professionale e il ruolo dei/delle mediatori/mediatrici, la mediazione linguistico-culturale a distanza. La mediazione linguistico-culturale emerge dal presente elaborato come un nodo fondamentale della rete antiviolenza, necessario a garantire anche alle vittime che non parlano l’italiano l’accesso all’assistenza di professionisti/e.
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7

Amorati, Elena. "Mediazione interculturale e interpretazione per i servizi pubblici nel Belgio francofono. Peculiarità del ruolo dell'interprete nell'ambito della salute mentale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10174/.

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Abstract:
La presente tesi intende analizzare il ruolo dell’interprete nel settore della salute mentale tra neutralità e partecipazione attiva. La ricerca è stata condotta nel Belgio francofono, dove il processo di professionalizzazione e armonizzazione ha portato alla creazione di due figure distinte: il mediatore interculturale che opera negli ospedali e l’interprete per i servizi pubblici. Entrambi lavorano nell’ambito della salute mentale. Benché questo settore presenti caratteristiche peculiari che influenzano la partecipazione dell’interprete, non esiste un codice deontologico specifico: quello dei mediatori interculturali è ideato sulle necessità dell’ambito medico, gli interpreti per i servizi pubblici hanno un codice etico generico. Sono stati intervistati quattordici interpreti al fine di ottenere una maggiore comprensione relativa a come concepiscono il loro ruolo, al rispetto del codice deontologico e alla gestione delle emozioni, in un contesto altamente emotivo come quello di una seduta psicoterapeutica. I risultati sono stati analizzati con un metodo qualitativo.
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8

Roversi, Monaco Micol <1984&gt. "Le società a capitale pubblico locale per i servizi pubblici locali di rilevanza economica: condizioni per la costituzione e il mantenimento, e limiti operativi." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5021/1/Roversi_Monaco_Micol_tesi.pdf.

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Abstract:
Oggetto della ricerca è l’esame del ruolo attuale della partecipazione pubblica locale in società per l’erogazione di servizi pubblici locali di rilevanza economica, nel nuovo contesto normativo caratterizzato dalla residualità dell’autoproduzione, dalla liberalizzazione, dall’organizzazione del servizio in ambiti territoriali, e dalle esigenze di contenimento della spesa locale, acuite dalla crisi economica-finanziaria. Si sono distinte quattro tipologie di società: nel caso di servizi gestiti in regime di esclusiva, le società a capitale pubblico-privato con socio privato operativo scelto mediante gara, le società in house affidatarie dirette, e le società affidatarie in quanto selezionate in procedure ad evidenza pubblica; nel caso di servizi sottratti al regime di esclusiva, le società che eroghino il servizio liberalizzato. L’indagine si è focalizzata sulle condizioni di costituzione e di mantenimento di tali società, e si è approfondito quel particolare aspetto del loro regime giuridico costituito dai limiti operativi. L’analisi è stata condotta esaminando le nuove disposizioni, le posizioni giurisprudenziali e le letture della dottrina relative alle società disciplinate come forme di gestione di servizi pubblici locali di rilevanza economica, relative alla funzionalizzazione dell’attività degli enti territoriali e delle società da questi partecipate, e relative alla tutela della concorrenza.
The research focuses on the role of the local authorities in the companies which manage the supply of public services of economic interest, within the new regulatory framework and the rules on the limits of the “in house providing” model, on the liberalization of the services of general interest, the organization on territorial zones (ambiti territoriali), and on the need to limit the expenditures. Four types of companies are identified: the semi-public companies where the private partner is selected by means of public tendering procedures, the so called “in house companies”, the companies selected by means of public and open tendering procedures, and the companies which do not hold the exclusive to provide the service. The research focuses on the possibilities of creating these companies and on their limits.
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Roversi, Monaco Micol <1984&gt. "Le società a capitale pubblico locale per i servizi pubblici locali di rilevanza economica: condizioni per la costituzione e il mantenimento, e limiti operativi." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5021/.

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Abstract:
Oggetto della ricerca è l’esame del ruolo attuale della partecipazione pubblica locale in società per l’erogazione di servizi pubblici locali di rilevanza economica, nel nuovo contesto normativo caratterizzato dalla residualità dell’autoproduzione, dalla liberalizzazione, dall’organizzazione del servizio in ambiti territoriali, e dalle esigenze di contenimento della spesa locale, acuite dalla crisi economica-finanziaria. Si sono distinte quattro tipologie di società: nel caso di servizi gestiti in regime di esclusiva, le società a capitale pubblico-privato con socio privato operativo scelto mediante gara, le società in house affidatarie dirette, e le società affidatarie in quanto selezionate in procedure ad evidenza pubblica; nel caso di servizi sottratti al regime di esclusiva, le società che eroghino il servizio liberalizzato. L’indagine si è focalizzata sulle condizioni di costituzione e di mantenimento di tali società, e si è approfondito quel particolare aspetto del loro regime giuridico costituito dai limiti operativi. L’analisi è stata condotta esaminando le nuove disposizioni, le posizioni giurisprudenziali e le letture della dottrina relative alle società disciplinate come forme di gestione di servizi pubblici locali di rilevanza economica, relative alla funzionalizzazione dell’attività degli enti territoriali e delle società da questi partecipate, e relative alla tutela della concorrenza.
The research focuses on the role of the local authorities in the companies which manage the supply of public services of economic interest, within the new regulatory framework and the rules on the limits of the “in house providing” model, on the liberalization of the services of general interest, the organization on territorial zones (ambiti territoriali), and on the need to limit the expenditures. Four types of companies are identified: the semi-public companies where the private partner is selected by means of public tendering procedures, the so called “in house companies”, the companies selected by means of public and open tendering procedures, and the companies which do not hold the exclusive to provide the service. The research focuses on the possibilities of creating these companies and on their limits.
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Marchesi, Marta. "La professionalità sociale dell'interprete: un progetto di service-learning per il Dipartimento di Interpretazione e Traduzione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17814/.

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Abstract:
Il service-learning è un approccio pedagogico innovativo, che unisce l’apprendimento e il servizio all’interno della società. In altre parole, il service-learning promuove un apprendimento “sul campo”, dove con questa espressione si intende un ambito dove sia possibile prestare un servizio socialmente utile. Inoltre, il service-learning promuove l’idea di “professionalità sociale”, ossia l’idea secondo cui ciò che fa di un lavoro una professione è anche e soprattutto la sua utilità sociale. Questa idea potrebbe fornire nuovi spunti per la professionalizzazione dell’interpretazione per i servizi pubblici, oltre che di tutte le altre modalità di interpretazione e traduzione. Quindi, all’interno di questa tesi verrà elaborata una proposta di service-learning per il Dipartimento di Interpretazione e Traduzione dell’Università di Bologna (campus di Forlì), ossia la creazione di un’agenzia di interpretazione e traduzione virtuale, che possa offrire servizi linguistici ai membri della società, apportando benefici non solo alla formazione, ma anche alla professionalizzazione dell’interprete. Nel primo capitolo sono illustrate le basi filosofiche del service-learning, in particolare la filosofia di John Dewey, la nascita del civic engagement movement negli Stati Uniti, e il concetto di professionalità sociale. Nel secondo capitolo viene analizzata la situazione italiana per quanto riguarda il service-learning per definire il contesto istituzionale in cui si inserirebbe il progetto di service-learning. Nel terzo capitolo viene preso in esame il processo di professionalizzazione dell’interpretazione per i servizi pubblici, illustrando il contributo che potrebbe comportare l’idea di professionalità sociale promossa dal service-learning. Infine, nel quarto capitolo viene illustrato nel dettaglio il progetto di creazione di un’agenzia virtuale di traduzione e interpretazione, in termini di servizi offerti, potenziali “clienti”, struttura e funzionamento.
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Foracchia, Letizia. "L'interpretazione telefonica nell'azienda Dualia: Una prospettiva di interpreti e clienti." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9868/.

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Abstract:
Da una riflessione sul multilinguismo e sul diritto di immigrati e turisti, o più in generale residenti stranieri, di accedere ai servizi pubblici nella propria lingua, nasce l’idea di questo elaborato. Ci si è voluti concentrare sull’interpretazione telefonica (IT) in quanto mezzo utile per accedere a un interprete rapidamente, soprattutto in caso di emergenza. L’elaborato presenta inizialmente un excursus storico sull’interpretazione grazie al quale si giunge a trattare dell’interpretazione a distanza, che viene divisa in videoconference interpreting e interpretazione telefonica (IT): Di quest’ultima, tema dell’elaborato,si analizza l’implementazione e si espongono le controversie che la riguardano. A seguire ci si dedica alla ricerca sull’IT che viene svolta in una realtà aziendale basca di punta nel settore spagnolo: Dualia. Viene descritta l’azienda, la sua storia, i servizi che fornisce, e le modalità di lavoro degli interpreti. La seconda parte dell’elaborato tratta dell’esposizione e analisi dei risultati della ricerca. L’obiettivo dello studio è quello di ricavare la prospettiva di interpreti e clienti sull’IT e trarne spunti di miglioramento per il servizio. La ricerca è avvenuta per mezzo di due tipi di questionari indirizzati uno ai clienti dell’IT, e l’altro agli interpreti telefonici che lavorano con Dualia. Il questionario per i clienti ha riscontrato che essi utilizzano facilmente l’IT, che è un grande aiuto nel loro lavoro e che gli interpreti sono considerati professionali. Il questionario per gli interpreti ha creato un profilo dell’interprete telefonico, ha riscontrato una propensione degli interpreti e ha mostrato le problematiche principali dell’interprete telefonico.
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Luccioli, Alessandra. "Formare per informare: identikit del mediatore in ambito sanitario." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13694/.

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Abstract:
Con questo lavoro si intende indagare sulla figura del mediatore linguistico, in particolare sul suo ruolo nei servizi pubblici. Partendo dall’analisi della normativa vigente e del profilo professionale del mediatore si evidenziano le criticità e le problematiche legate a questa figura. Data la mancanza di un iter formativo univoco su tutto il territorio nazionale, ci si trova di fronte ad una disparità di mansioni, compiti e denominazioni. Si passerà poi a definire la mediazione in ambito sanitario, le sue caratteristiche e le sue difficoltà. Verranno inoltre approfonditi gli aspetti legati al controllo della qualità e del servizio di mediazione fornito. Attraverso delle testimonianze dirette, si affronterà il tema della formazione dei mediatori linguistici. L’obiettivo dell’elaborato è infine quello di promuovere un iter formativo omogeneo su tutto il territorio nazionale grazie al ruolo dell’Università e dei corsi di Alta Formazione.
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Lucchetti, Alessandro <1968&gt. "L'integrazione verticale tra pubblico e privato.Una ricostruzione delle società a capitale misto per i servizi pubblici locali secondo le categorie della teoria economica dell’organizzazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7670/1/Lucchetti_Alessandro_tesi.pdf.

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Abstract:
L’assunto centrale della richiesta è che la partecipazione congiunta e la cooperazione tra parti pubbliche e private in una entità costituita in forma di società di capitali può essere intesa e ricostruita come una organizzazione ibrida all’interno del modello teorico dell’economia dei costi di transazione. La ricerca intende affermare che il partenariato pubblico privato istituzionalizzato è un’organizzazione ibrida all’interno della quale, le due parti (quella privata e quella pubblica) combinano impegni comuni ed obiettivi confliggenti. La ricerca rivela i tratti giuridici significativi, all’interno dell’ordinamento italiano, del partenariato pubblico-privato istituzionalizzato dove la partecipazione comune avviene all’interno della società di capitali. L’approcio al partenariato pubblico-privato istituzionalizzato secondo la teoria dei costi di transazione offre una nuova prospettiva circa la ricostruzione giuridica della cooperazione tra il soggetto pubblico e la parte privata. Le organizzazioni ibride costituite in forma di società di capitali forniscono soluzioni per la gestione dell’incertezza conseguenti all’incompletezza contrattuale attraverso l’inserimento della relazione di partenariato all’interno del sistema societario di amministrazione e controllo. In dipendenza del lungo periodo di funzionamento, il partenariato pubblico-privato istituzionalizzato deve essere in grado di adattarsi a cambiamenti nell’ambiente economico, giuridico e tecnologico e tali cambiamenti debbono essere considerati ed approvati nel contesto della relazione societaria tra il soggetto pubblico ed il socio privato. L’analisi, dedicata al sistema giuridico italiano, conferma che il diritto delle società di capitali ed il diritto amministrativo rilevano effettivamente e svolgono un ruolo cruciale nella costruzione appropriata della transazione tra le parti al fine di evitare squilibri di relazione tra il socio privato e la Parte Pubblica, la quale opera anche come Pubblica Autorità (il c.d. “problema di doppio allineamento”).
Core assumption of the research is that the joint participation and cooperation of public and private parties in a corporatized entity could be regarded and reconstructed as a hybrid organization within the theoretical model of the Transaction Cost Economics (TCE). The research is inteded to affirm that the IPPP is a hybrid” where the two parties (the public and the private one) combine joint efforts and competing goals. The research reveals the most distinctive legal features, within the Italian Jurisdiction, of this form of “Institutionalized PublicPrivate Partnerships (IPPP)” where the joint participation takes place within a corporatized entity. The TCE Approach to Institutionalised Public-Private Partnerships (IPPP) offers a new perspective on the legal reconstruction of the cooperation between the public entity and the private party. The Corporatized Hybribs organizations provide solutions to manage uncertainty due to contract incompleteness by means of embedded relationships within the corporate governance framework. Due to the long-term functioning, the IPPP must be able to adjust to changes in the economic, legal or tecnological environment and those changes must be assessed and approved in the context of the corporate relationship between the public entity and the Private Partner. The analysis, focused on the Italian legal system, confirms that company law and administrative law do matter and play a key role in the appropriate design of the transaction in order to avoid unbalanced relationship between the Private Partner and the Public Party which acts as Public Authority too (the so called “double alignment problem”).
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Lucchetti, Alessandro <1968&gt. "L'integrazione verticale tra pubblico e privato.Una ricostruzione delle società a capitale misto per i servizi pubblici locali secondo le categorie della teoria economica dell’organizzazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7670/.

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Abstract:
L’assunto centrale della richiesta è che la partecipazione congiunta e la cooperazione tra parti pubbliche e private in una entità costituita in forma di società di capitali può essere intesa e ricostruita come una organizzazione ibrida all’interno del modello teorico dell’economia dei costi di transazione. La ricerca intende affermare che il partenariato pubblico privato istituzionalizzato è un’organizzazione ibrida all’interno della quale, le due parti (quella privata e quella pubblica) combinano impegni comuni ed obiettivi confliggenti. La ricerca rivela i tratti giuridici significativi, all’interno dell’ordinamento italiano, del partenariato pubblico-privato istituzionalizzato dove la partecipazione comune avviene all’interno della società di capitali. L’approcio al partenariato pubblico-privato istituzionalizzato secondo la teoria dei costi di transazione offre una nuova prospettiva circa la ricostruzione giuridica della cooperazione tra il soggetto pubblico e la parte privata. Le organizzazioni ibride costituite in forma di società di capitali forniscono soluzioni per la gestione dell’incertezza conseguenti all’incompletezza contrattuale attraverso l’inserimento della relazione di partenariato all’interno del sistema societario di amministrazione e controllo. In dipendenza del lungo periodo di funzionamento, il partenariato pubblico-privato istituzionalizzato deve essere in grado di adattarsi a cambiamenti nell’ambiente economico, giuridico e tecnologico e tali cambiamenti debbono essere considerati ed approvati nel contesto della relazione societaria tra il soggetto pubblico ed il socio privato. L’analisi, dedicata al sistema giuridico italiano, conferma che il diritto delle società di capitali ed il diritto amministrativo rilevano effettivamente e svolgono un ruolo cruciale nella costruzione appropriata della transazione tra le parti al fine di evitare squilibri di relazione tra il socio privato e la Parte Pubblica, la quale opera anche come Pubblica Autorità (il c.d. “problema di doppio allineamento”).
Core assumption of the research is that the joint participation and cooperation of public and private parties in a corporatized entity could be regarded and reconstructed as a hybrid organization within the theoretical model of the Transaction Cost Economics (TCE). The research is inteded to affirm that the IPPP is a hybrid” where the two parties (the public and the private one) combine joint efforts and competing goals. The research reveals the most distinctive legal features, within the Italian Jurisdiction, of this form of “Institutionalized PublicPrivate Partnerships (IPPP)” where the joint participation takes place within a corporatized entity. The TCE Approach to Institutionalised Public-Private Partnerships (IPPP) offers a new perspective on the legal reconstruction of the cooperation between the public entity and the private party. The Corporatized Hybribs organizations provide solutions to manage uncertainty due to contract incompleteness by means of embedded relationships within the corporate governance framework. Due to the long-term functioning, the IPPP must be able to adjust to changes in the economic, legal or tecnological environment and those changes must be assessed and approved in the context of the corporate relationship between the public entity and the Private Partner. The analysis, focused on the Italian legal system, confirms that company law and administrative law do matter and play a key role in the appropriate design of the transaction in order to avoid unbalanced relationship between the Private Partner and the Public Party which acts as Public Authority too (the so called “double alignment problem”).
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Tagliaferri, Mirna. "L’interpretazione nelle adozioni internazionali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
I casi di adozione internazionale aumentano ogni anno e l'Italia è uno dei Paesi europei che adotta più minori stranieri. Si tratta di una procedura complessa avente le proprie specificità e le proprie criticità, dovute anche alla particolare vulnerabilità dei bambini coinvolti. Tuttavia, malgrado una tendenza generalizzata all'interno degli Interpreting Studies a fare ricerca su ambiti che coinvolgano minorenni, quello dell'interpretazione nelle adozioni internazionali è ancora poco esplorato. Il presente elaborato si propone di indagare le principali difficoltà, di stabilire il ruolo e le funzioni dell'interprete e di valutare l'aderenza al codice da parte degli interpreti che lavorano in questo ambito. A tale scopo sono state elaborate due diverse interviste semi-strutturate, una per i genitori adottivi, i fruitori del servizio, e una per gli interpreti. Data la mancanza di letteratura al riguardo, la prima parte della tesi descrive lo scopo dell'arte in ambiti affini quali l'interpretazione per i minorenni, per il terzo settore e per i servizi pubblici. Lo scopo è poi servirsi dei primi capitoli come di una solida base teorica per la discussione e l'analisi delle risposte. La seconda parte contiene un capitolo specifico su procedure e requisiti per l'adozione internazionale, la cui funzione è delineare il contesto all'interno del quale si svolge l'interpretazione stessa. Infine, l'elaborato si conclude con l'analisi e la discussione dei risultati ottenuti dalle interviste e con l'analisi delle tendenze comuni e delle differenze emerse all'interno dei due campioni.
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GIULIANI, Alessandro. "Le politiche per l'impiego tra servizi pubblici e operatori privati: dalle fonti europee all'attivazione a livello locale. Criticità e prospettive." Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/11393/192672.

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Abstract:
La tesi di dottorato si propone di ricostruire lineamenti e tendenze delle politiche per l’impiego, con un approccio che partendo dallo studio delle fonti europee arriva all'analisi dell'attuazione concreta a livello locale, al fine di individuare criticità e prospettive di un sistema caratterizzato dalla dialettica tra i servizi erogati dalla pubblica amministrazione e dagli operatori privati. In particolare, l'elaborato si concentra nel primo capitolo sul complesso tema delle politiche e dei servizi per l’impiego come concepiti nella normativa e nella giurisprudenza europee, con l'obiettivo di individuare le linee di tendenza, anche alla luce delle novità apportate dal Trattato di Lisbona. I fattori di maggiore criticità appaiono essere quelli relativi alla natura dei servizi per l’impiego, al rapporto tra questi ultimi e la disciplina sulla concorrenza e più in generale alla relazione tra ruolo degli operatori pubblici e di quelli privati. Il secondo capitolo è quindi dedicato al tema del decentramento di funzioni in materia di politiche del lavoro nell'evoluzione della normativa nazionale, con una ricognizione delle vicende e delle criticità che hanno accompagnato il cammino legislativo intrapreso con il d.P.R. n. 616 del 1977, fino alle novità introdotte con il d.lgs. n. 276 del 2003. A tale excursus ricostruttivo si accompagna l'analisi delle peculiari ricadute sul diritto del lavoro determinate dalla modifica al Titolo V della Costituzione, con la legge costituzionale n. 3 del 2001, e dalla giurisprudenza della Corte costituzionale in punto di riparto di competenze tra Stato e Regioni. Nel capitolo terzo, quindi, l'analisi si concentra sullo studio delle esperienze normative degli ordinamenti regionali, oscillanti tra attuazione tardiva del d.lgs. n. 469 del 1997 e tentativi di intervento organico, con una particolare attenzione alle politiche per l'impiego realizzate in cinque Regioni italiane (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Marche), al fine di coglierne, per quanto possibile in un quadro alquanto mutevole e magmatico, le particolarità e criticità più significative. Nello specifico, tale attività ricostruttiva è supportata anche dai risultati del contributo del Prof. Canavesi e del dottorando, dal titolo Le politiche regionali del lavoro, edito nel libro a cura del Prof. Mario Mezzanzanica, Ipotesi di lavoro. Le dinamiche, i servizi e i giudizi che cambiano il Mercato del Lavoro II Rapporto della Fondazione Obiettivo Lavoro, Aracne, Roma, 2013, p. 221 ss. Oggetto di analisi è infine il ruolo delle Province nelle politiche di attuazione, anche alla luce delle più recenti novità normative e dell’intervento della Corte costituzionale del 2013. Nel tentativo di delineare delle – inevitabilmente provvisorie – conclusioni, viene messo in luce il carattere ancora precario della costruzione giuridica delle politiche per l'impiego, nella quale ai proclami generici provenienti dall'Unione europea, basati più su approcci ideologici neo-liberali e sulla mitizzazione delle “migliori pratiche” che sulla concreta analisi di problemi e sullo studio di soluzioni adatte alle singole realtà, si aggiungono le criticità interne legate alla non agevole delimitazione del ruolo dello Stato e delle Regioni, oltre all'incerto destino degli enti provinciali. D'altra parte, l'ordinamento si caratterizza per l'ipertrofia amministrativa e il depotenziamento della legge, con decisioni concrete che dipendono dalla discrezionalità della pubblica amministrazione, a sua volta legata a doppio filo alle esigenze di pareggio di bilancio e di riduzione della spesa pubblica, ma svincolata dalla sovranità popolare, con il rischio sempre più concreto di rendere ineffettivi i diritti soggettivi, a partire da quello al lavoro, fondativo del sistema costituzionale. Da ciò si fa discendere la necessità di attualizzare i principi costituzionali, con l'impegno a garantire pienamente ed effettivamente i diritti fondamentali che, a partire dal lavoro, fanno parte del patrimonio inalienabile delle persone, in quanto tale non suscettibile di essere riconosciuto o negato esclusivamente in base ad un atto amministrativo o ad una scelta orientata da mere finalità di profitto.
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ERARIO, BOCCAFURNI EUGENIO. "Le attribuzioni della Commissione di Garanzia per gli scioperi nel contemperamento “dinamico” tra diritti nella complessità sociale." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11573/1547946.

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Abstract:
La presente tesi di dottorato costituisce la summa di un'attività di ricerca sul tema durata tre anni. Un lungo lasso temporale in cui ho avuto l'onore di poter frequentare, a più riprese, la Commissione di Garanzia per gli scioperi nei s.p.e. ed assistere alle varie relazioni annuali tenutesi alla Camera dei Deputati. Anche grazie a questi eventi (preziosi anche per recuperare materialmente una straordinaria mole di dati aggregati e specifici) è stato possibile affiancare all'esame dei "freddi" numeri del conflitto collettivo insito alle relazioni industriali del Paese, l'analisi, svolta con acribia scientifica, dei principali temi di diritto intrinsecamente connessi con le attribuzioni normative concesse all'Autorità di garanzia al fine di giungere ad un giusto contemperamento tra interessi in rilievo. Anzitutto, pur volendo fugare con decisione qualsivoglia dubbio circa la “sacralità del diritto di sciopero” , l’imposizione di limiti che siano al passo della realtà odierna, in settori peculiari per il carattere altamente vulnerante degli scioperi sulla quotidianità dei cittadini, rientra nell’ottica di quella “civilizzazione del conflitto” , tratto distintivo dei positivi effetti della legge 146 sul mondo delle relazioni industriali. Essa, icasticamente definita una “legge contrattata”, ha il suo spirito di fondo nella volontà di “istituzionalizzazione consensuale del conflitto” al fine di perseguire un contemperamento tra differenti diritti costituzionali. Una legge che ha goduto di ampia “fortuna” nella sua applicazione, ben maggiore rispetto alle tante altre che, negli anni, hanno provato a mettere ordine nell’ordinamento intersindacale; “fortuna”, senza dubbio, dovuta anche grazie al merito di aver affidato alla fonte autonoma un ruolo chiave nell’individuazione delle prestazioni indispensabili. A tal proposito, nell'elaborato ci si soffermerà lungamente sull’attività cd. “normativa” dell’Autorità (il giudizio di idoneità totale o parziale degli accordi) e sulla “supplenza regolativa” del governo del conflitto sindacale (rectius: il potere di regolamentazione provvisoria). La Commissione di garanzia per gli scioperi (istituita proprio dalla l. n. 146/1990), a cui sono attribuiti poteri più o meno incisivi, finisce così per essere lo strumento attraverso cui sollecitare un autonomo bilanciamento tra interessi. Sicché, si è inteso accordare una “posizione privilegiata” alla Commissione, quale osservatorio qualificato dei mutamenti sociali che coinvolgono il nostro Paese . Questa peculiarità sarà evidente, ad esempio, in riferimento all’analisi della sua “funzione interpretativa” in materia di servizi strumentali. D’altronde le nuove modalità di organizzazione del lavoro (l’outsourcing su tutte), le problematiche afferenti alla globalizzazione (e dunque la questione dell’applicabilità della normativa italiana ad una compagnia estera quale Ryanair) e gli effetti delle politiche di liberalizzazione dell’esercizio dei servizi pubblici (si dirà del servizio postale o dell’information Technology svolta da società in-house della P.A.) rendono estremamente attuale, affascinante e complesso il suo operato. In base a queste premesse, interrogarsi oggi sulle attribuzioni della commissione di Garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali, a trenta anni dall’entrata in vigore della L. n. 146/1990, risulta di cruciale importanza. Ciò in quanto, come evidenziava Gino Giugni, la ragion d’essere del giurista risiede proprio nella sua sollecitazione a qualificare continuamente la realtà in movimento . In tal senso, non da ultime, le valutazioni circa il delicato corretto bilanciamento di interessi nella reiterazione degli scioperi proclamati durante la più grave emergenza sanitaria della storia del Paese unificato. Il Covid-19, al pari dei problemi alla collettività arrecati dalle astensioni concertate nel trasporto pubblico locale (a tal proposito, si distingue per innovatività la Delibera n. 18/138 in materia di rarefazione oggettiva), impongono delle approfondite valutazioni circa: -il bilanciamento “dinamico” tra diritti equiordinati; -i nuovi modelli di organizzazione del lavoro e l’essenzialità delle prestazioni; -l’esatta perimetrazione delle funzioni esercitabili per indurre l’autonomia collettiva a raggiungere un adeguato contemperamento; -in un’ottica de iure condendo, l’adeguatezza, o meno, delle attribuzioni concesse all’Autorità in relazione alla nuova complessità sociale, alla scarsa formale incisività delle sue delibere di differimento e alla mancanza di una legge sulla rappresentatività sindacale nel privato. Proprio su quest’ultimo aspetto, alla luce dell’eterogenesi dei fini a cui può condurre l’esatta rilevazione del dato della rappresentatività, ci si soffermerà in particolare sul contrasto alla microconflittualità nell’esigenza di accreditamento. Lo “sciopero di accreditamento” che attanaglia, su tutti, il macrosettore del trasporto pubblico e che ha portato, nel 2015, le parti sociali a richiedere l’idoneità dell’accordo del gruppo Ferrovie dello Stato contenente una “rappresentatività contrattata”. Ebbene, in questo contesto di emergenza sanitaria, di strutturale crisi economica che si riflette nell’esercizio di impresa (la “catena degli appalti” quale causa di insorgenza del conflitto) e di rinnovamento di pulsioni pluraliste dell’agire sindacale -non sempre genuine- si descriveranno gran parte delle difficoltà interpretative nella sanzionabilità delle cd. “forme anomale di sciopero”. In altri termini, l’elaborato mira ad esaminare i più recenti e significativi arrêts della Commissione di Garanzia, e della stessa giurisprudenza ordinaria e amministrativa, provando ad analizzarla alla luce del dibattito dottrinale. In conclusione, non ci si può esimere dall’ammonire il lettore che l’opera, nonostante sia formalmente incentrata nella definizione di limiti al diritto di sciopero, che siano frutto di un’attività di contemperamento tra differenti istanze fatte proprie dall’Autorità garante quale organo terzo super partes, nel suo agire scientifico, non porrà mai “il limite” al centro dell’indagine ma il “diritto”. Questo, in quanto, come autorevolmente affermato, “Bisogna avere il coraggio dei diritti, vecchi o nuovi che siano. Non lasciarsi intimidire da chi ne denuncia l’inflazione, addirittura la prepotenza, la sfida ai valori costituiti. Viviamo un tempo di grande travaglio e difficoltà, che però non giustificano le inerzie…Ai diritti, e alle loro dinamiche, bisogna dunque guardare come a un processo mai compiuto, soprattutto nel senso che i diritti sono perennemente insediati, sono sempre a rischio, e perciò esigono strategie di difesa e di attuazione” (S. Rodotà) .
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