Academic literature on the topic 'Servizi per l'infanzia'

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Journal articles on the topic "Servizi per l'infanzia"

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Lia Galardini, Anna. "I servizi educativi per l'infanzia durante la pandemia." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (June 2021): 79–87. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004008.

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Abstract:
La pandemia ha modificato in modo drammatico i servizi prescolastici. Gli operatori hanno dedicato ogni sforzo per trovare un equilibrio tra la sicurezza sanitaria e nuove modalità di impostare la vita educativa nei nidi e scuole dell'infanzia in grado di garantire il livello qualitativo raggiunto in precedenza. Genitori ed educatori hanno cercato di mantenere alta la consapevolezza dei diritti dei bambini e delle famiglie. È fondamentale ribadire il diritto di tutti i bambini di ricevere un'educazione adeguata in contesti in grado di garantire uguaglianza e inclusione. La realtà senza precedenti della pandemia ha offerto l'opportunità di sviluppare nuove strategie e ha messo in luce la centralità di una educazione ecologica, in grado di mantenere connessioni sempe più strette con l'ambiente e gli ambienti di vita.
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Silva, Clara. "Il coordinatore pedagogico dei servizi per l'infanzia: una professionalità in fieri." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 112 (March 2021): 59–67. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112005.

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Abstract:
L'articolo ricostruisce nelle loro linee generali le motivazioni sociali, culturali ed educative che hanno portato alla nascita della figura professionale del coordinato-re pedagogico dei servizi educativi per l'infanzia in Italia. Mostra poi come tale figura sia stata introdotta in modo stabile all'interno dell'equipe educativa nel set-tore sia pubblico che privato tramite normative regionali in assenza di un quadro legislativo nazionale. Illustra inoltre le funzioni e le principali competenze necessarie per svolgere la professione di coordinamento pedagogico, facendo emergere le ricadute del suo operato in termini di accessibilità e di qualità.
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Alessandra Augelli and Elisabetta Musi. "Sentirsi parte e prendere parte. Il contributo delle famiglie straniere alla progettazione dei servizi per l'infanzia." IUL Research 2, no. 4 (December 20, 2021): 6–22. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.156.

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Abstract:
Nei servizi educativi i genitori stranieri vengono accolti ma raramente assunti come interlocutori con cui attivare pratiche di rilettura critica di nidi e scuole d’infanzia. Come cogliere la rappresentazione multiculturale dell’infanzia attraverso la voce dei genitori stranieri? Come sostenere i genitori stranieri nel farsi portavoce di riflessioni e pratiche partecipative nei servizi? Queste le domande generative della ricerca mixed-method che si illustra nel contributo. Attraverso focus group e intervist in profondità sono state raccolti i pensieri di alcune mamme straniere con figli di età 0-6 anni. Temi del confronto sono stati: la concezione di bambino 0-6, l’idea di educazione e il ruolo dell’adulto, la vita di comunità nei servizi per l’infanzia, la partecipazione delle famiglie.
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Musatti, Tullia, Isabella Di Giandomenico, and Maria Cristina Picchio. "Il ruolo della valutazione nella costruzione di un sistema integrato di servizi per l'infanzia." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 40 (February 2009): 89–106. http://dx.doi.org/10.3280/riv2008-040006.

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Abstract:
- The analysis of the relationships between evaluation activities and re-organization of early educational provision in Italy shows the potential role of evaluation in the processes of modernization of public administration. Local governments need both to guarantee a good quality of the public as well as subsidized early educational centers and to build up an integrated network of all the centers in their area. In this perspective, evaluation becomes a basic tool of local governance. This paper will present a project of evaluation of infant-toddler daycare centers realized on demand of the City of Rome. The project implemented an articulated system of evaluation based on a process of discussion on the definition and evaluation of quality that was shared among different stakeholders and implemented according to procedures of documentation, analysis, and evaluation of the different components of the center quality. The analysis of this experience shows that, within an integrated local network of early educational centers, the evaluation activities aimed at institutional accreditation or at excellence accreditation are likely to be the same. The paper also discusses the value of an approach to the evaluation of early educational services based on inter-subjectivity and participation of many stakeholders. Key words: early educational provision, accreditation, participant evaluation, empowerment, sustainability.
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Maria, Pozzi Monzo. "L'uso dell'osservazione nella psicoterapia genitori-bambini piccoli, quando i genitori hanno disturbi psichiatrici." INTERAZIONI, no. 2 (December 2011): 69–84. http://dx.doi.org/10.3280/int2011-002007.

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Abstract:
Questo articolo esplora il lavoro con genitori affetti da malattie mentali e con il loro bebč; lavoro che presenta grandi difficoltŕ. La famiglia era stata segnalata al Servizio per la Salute Mentale di Bambini e Adolescenti, alla periferia di Londra, dalla visitatrice per l'infanzia: era preoccupata dell'attaccamento dubbio fra una mamma e la sua bambina di 4 mesi. Un contratto limitato fu stipulato con la famiglia perché giŕ riceveva molti aiuti psichiatrici e di assistenza sociale da un numero di servizi locali. Il compito della terapeuta era di osservare l'emergere della mente della bambina e della sua relazione coi genitori nell'hic et nunc della seduta e condividerlo coi genitori. Il disturbo psichiatrico genitoriale inevitabilmente si era manifestato durante le sedute ed era stato in parte riconosciuto in un dialogo che si alternava fra la terapeuta, la bambina e i genitori. Vengono messe in rilievo le scissioni, le proiezioni e gli aspetti di controtransfert del terapeuta durante il lavoro con questi genitori.
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Cau, Anna. "Pubblico Ministero Minorile ed emergenza sanitaria Covid-19." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (June 2021): 111–19. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004011.

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Abstract:
Lo stato di emergenza sanitaria ha creato condizioni di vita inadeguate per il corretto sviluppo delle persone minori di età. Alle famiglie, per arginare i danni provocati dalla compressione dei diritti di libertà, dell'istruzione nella scuola, sono richieste competenze e risorse decisamente superiori rispetto al passato. Il dovere di protezione dello Stato a garanzia del diritto del minore al proprio sviluppo armonico, riconosciuto dalla costituzione e dalla convenzione per i diritti del fanciullo, richiede un impegno rafforzato delle pubbliche istituzioni. Al diritto alla crescita - specificità che connota la popolazione dei bambini e degli adolescenti - non è stata riservata la dovuta attenzione. Hanno ricevuto una considerazione marginale i servizi per l'infanzia e l'adolescenza. Hanno del pari ricevuto una considerazione marginale gli uffici giudiziari minorili. Le procure presso i tribunali per i minorenni gestiscono l'emergenza continuando a fare affidamento su un'organizzazione propria, creata in assenza di risorse specificamente dedicate.
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D’Ambrosio, Maria, and Giovanni Laino. "Educatori come designer degli spazi perFormativi. Asili nido come ‘fabbriche' di cittadinanza e innovazione sociale." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 39–57. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001005.

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Abstract:
Il saggio apre uno spazio di riflessione sul tema della povertà educativa attraverso una pro-posta teorica e metodologica che investe le politiche e i servizi per l'infanzia di un ruolo stra-tegico nel ridisegno di un ecosistema territoriale in grado di qualificare in chiave pedagogica gli spazi e le attività rivolte ai minori e alla genitorialità. Una qualità pedagogica che passa per i professionisti dell'educazione, quindi per la loro formazione e per la loro postura da ricercatori in situazione, e anche per una pianificazione urbanistica strategica in grado di coniugarsi con una ‘visione' di città che contenga l'idea di spazio urbano e di relativa comu-nità educante, attenta alla complessità delle dinamiche che producono diseguaglianze, mar-ginalità e le molte forme di povertà. In questo senso, e recuperando una responsabilità istitu-zionale connessa alla responsabilità di ciascun professionista, il saggio fa emergere anche quanto pensato e sperimentato nell'attuazione del progetto IRIS (Interventi per Riqualificare e Innovare la Scuola) riferito agli asili nido e ai servizi per l'infanzia del Comune di Napoli. Politiche socio-educative e politiche urbane vengono lette come strumenti per connettere e articolare in chiave pedagogica, emancipativa, trasformativa, le azioni strutturali e integrate in grado di rispondere ai bisogni dell'infanzia e al ruolo dei professionisti dell'educazione, perché proprio a partire da questi professionisti si possa nutrire e potenziare la loro capacità/necessità di partecipazione alla vita e alla costruzione-rigenerazione dei legami sociali/territoriali, in chiave di contrasto alla povertà educativa. Si tratta cioè di recuperare per le professioni socio-educative e per i decisori istituzionali e i pianificatori delle politiche e dei servizi educativi, quella ‘sensibilità' e quella operosità, e quindi quella Vita Activa, rintraccia-ta dalla Arendt (1958) come specifica della condizione umana. Una condizione, quella sensi-bile e activa, quindi altamente interattiva e partecipativa, che ciascuno è chiamato a recupe-rare e a nutrire, proprio attraverso una qualità del gesto e della pratica educante che va ben oltre gli ‘spazi' destinati all'educazione. "L'educazione non è un'isola", sosteneva Jerome Bruner (1996), e in questo senso le politiche e i servizi educativi si devono riconnettere a una più estesa e complessa cultura dell'educazione che emerge proprio dalle dinamiche urbane, sociali, culturali, e trova nello spazio extra-quotidiano dell'educativo una possibilità concreta di innovazione e di nuova traiettoria. La qualità (pedagogica) dei servizi educativi in un qua-dro istituzionale di Welfare, è dunque quella possibilità della policy di tradursi in agency e di generare innovazione sociale ovvero variazioni sul piano della povertà educativa e dei feno-meni con cui si manifesta. La qualità (pedagogica) ha necessità di prendere corpo e di farsi spazio rigenerandosi in nuove pratiche che lavorino proprio sul nesso tra corpi e spazi, e sulla loro reciproca capacità di interazione. Lo scritto è dunque attraversato da un evidente sguardo epigenetico che tiene insieme rifles-sione epistemologica e sua istanza metodologica e qualifica le pratiche educative come ‘pale-stre' di cittadinanza e di coesione sociale in chiave trasformativa e rigenerativa, sia sul piano individuale che su quello politico e delle politiche, così da far emergere la metodologia ‘em-bodied' (Bongard-Pfeifer, 2007) come approccio bio-politico al governo ‘sensibile' del ‘vivente': perché l'educazione e la politica possono insieme ridisegnare un nuovo ecosistema per il process generativo della creatura vivente/living creature (Dewey, 1934).
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Dissertations / Theses on the topic "Servizi per l'infanzia"

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PASTORI, GIULIA GABRIELLA. "Bambini “fra due mondi”: idee e rappresentazioni di identità di educatrici di scuola dell’infanzia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2008. http://hdl.handle.net/10281/48871.

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Abstract:
Questa lavoro di tesi propone una riflessione pedagogica sull’identità e sulla sua formazione, in particolare sull’identità multiculturale di bambini e genitori nella migrazione, sulle ‘sofferenze identitarie’ che l’esperienza di migrazione può comportare, quale prospettiva specifica attraverso cui leggere e ripensare la scuola dell’infanzia e l’educazione interculturale, nelle pratiche relazionali e discorsive con adulti e bambini e nella costruzione del contesto scolastico, come spazio di vita quotidiano. La scuola dell’infanzia, come tutti i livelli di scuola, può essere vista come un microcosmo della società-macrocosmo nel suo complesso e fornisce un contesto in cui pratiche e idee di insegnanti e genitori rischiano di rispecchiare e riprodurre aspetti della mentalità comune, dell’ideologia dominante e della realtà sociale (frammentazione sociale, non riconoscimento delle differenze, forme di discriminazione, di stereotipizzazione etnico-culturale ecc.) che condizionano precocemente lo sviluppo identitario dei bambini. Essa, quindi, come luogo ‘intenzionalmente’ di formazione delle identità può e deve operare al suo interno una riflessione critica, a cui questo lavoro vuole offrire un contributo. Il tema dell’identità nella migrazione è distinto in due grandi aree tematiche che costituiscono il filo rosso conduttore nello studio teorico, nell’analisi dei dati di ricerca e nella riflessione pedagogica. (1) Un’area riguarda la condizione di doppia-plurima appartenenza culturale dei bambini figli di genitori stranieri, al crocevia di messaggi, valori e pratiche quotidiane legati al processo di inculturazione-filiazione familiare e messaggi, valori e pratiche quotidiane legati al processo di acculturazione-affiliazione nel rapporto con i pari, nei servizi educativi e nella scuola. (2) Una seconda area riguarda la condizione di appartenenza a una minoranza sociale ed etnica, che espone adulti e bambini a forme di discriminazione ed etichettamento, a un’immagine sociale sminuita e svalutata. Entrambe queste condizioni e ancor più il loro sovrapporsi e incrociarsi possono rendere il percorso di strutturazione dell’identità, personale e culturale dei bambini, più complesso e segnato da zone di potenziale squilibrio e non integrazione. La tesi si compone di una parte di riflessione teorica e una parte di ricerca sul campo Nella parte teorica, il primo capitolo introduttivo presenta come negli orientamenti educativi della scuola dell’infanzia e nella riflessione pedagogica l’identità, la multiculturalità e l’identità di genitori e bambini nella migrazione siano stati assunti come finalità educative della scuola e come oggetto di studio. Il secondo capitolo presenta una riflessione interdisciplinare, filosofica, psicologica e antropologica, sul concetto d’identità e sulla sua formazione, a cui seguono gli approfondimenti teorici relativi alle due tematiche principali dell’identità nella migrazione: le sofferenze identitarie che il processo di transculturazione può comportare, attraverso contributi di tipo etnopsichiatrico, psicoanalitico e di psicologia sociale sull’acculturazione (Capitolo 3) e le sofferenze identitarie relative al processo di inserimento e socializzazione nella società ospitante, attraverso contributi sociologici, antropologici, di teoria critica della razza (Capitolo 4). La ricerca empirica si distingue in due parti. Una prima parte (Capitolo 5) riguarda la presentazione della ricerca Children Crossing Borders (www.childrencrossingborders.org), coordinata a livello internazionale da Joseph Tobin e a livello nazionale da Susanna Mantovani, a cui chi scrive ha collaborato. Quale studio comparato internazionale (Usa, UK, Francia, Germania, Italia) sulla scuola dell’infanzia e sulla crescente presenza al suo interno di bambini figli di genitori stranieri, la ricerca ha coinvolto quali testimoni privilegiati, insegnanti e genitori autoctoni e stranieri in scuole dell’infanzia di diverse città in ciascun contesto nazionale, in occasioni di dialogo e confronto (focus group) avvalendosi di una metodologia di ricerca di etnografia ‘visuale’ e ‘multivocale’. Dei testi delle trascrizioni dei focus group (circa 40 in Italia) viene proposta un’analisi di ispirazione bachtiniana sui discorsi e rappresentazioni delle educatrici: (1) discorsi e rappresentazioni relative ai bambini di altre culture, alla loro identità pluriculturale, al modo con cui vivono e si confrontano con le differenze proprie e altrui, linguistiche, somatiche, religiose; (2) discorsi e rappresentazioni relative ai genitori stranieri, alla loro identità culturale e sociale, alle frontiere critiche della comunicazione fra mondi culturali degli adulti, che possono degenerare in conflittualità, incomprensioni, assimilazioni implicite e svalutazioni reciproche. L’ampia esplorazione delle rappresentazioni delle educatrici condotta nell’ambito di questa ricerca internazionale, ha permesso l’individuazione di argomenti specifici riguardanti il tema dell’identità, di materiali e di indicazioni metodologiche, che hanno portato alla progettazione e conduzione di un percorso di ricerca-formazione con un gruppo di educatrici di una scuola di Milano (Capitolo 6). Il percorso ha avuto come obbiettivo principale quello di permettere alle educatrici un’esperienza di riflessione, di revisione critica e di decentramento culturale rispetto alle proprie rappresentazioni, attraverso interviste individuali e laboratori di riflessione-interpretazione di gruppo su: 1. il concetto di ‘cultura’ e d’ identità culturale del soggetto, come processualità dinamica e non statica ed essenzialista; 2. la condizione identitaria dei bambini fra plurime appartenenze culturali; 3. l’incontro-scontro con modelli educativi diversi di educatrici e genitori, che mette i bambini al centro di messaggi divergenti e di situazioni di incomunicabilità e attriti fra adulti per loro significativi; 4. la possibilità che i bambini possano già essere sensibili e colpiti da sentimenti o idee riguardanti i temi della discriminazione e del razzismo. La scelta dell’identità quale prospettiva attraverso cui accedere a una riflessione su questi temi di educazione interculturale è stata orientata da un’ipotesi principale: guardare alla scuola come luogo di formazione dell’identità, come luogo che di per sè, in tutte le relazioni e nella sua realtà materiale e simbolica, attiva processi di identificazione, di riconoscimento, di rispecchiamento. Questa prospettiva ‘olistica’ invita ad una rilettura di tutto il contesto di vita che viene proposto a bambini e genitori quotidianamente: linguaggi, discorsi, gesti, spazi e materiali; e in rapporto all’interculturalità, promuove una riflessione non solo sul ‘singolo progetto interculturale’, ma di revisione su pratiche relazionali, pratiche discorsive, spazi, materiali, della quotidianità. Proporre un lavoro di riflessione sulle rappresentazioni e idee ha avuto come finalità principale, quindi, quella di supportare una ri-focalizzazione dello ‘sguardo sul volto’ del genitore e del bambino nella migrazione, quale presupposto fondamentale per la trasformazione di parole, gesti, relazioni, spazi, materiali, quotidiani nella scuola. Il lavoro si conclude con una riflessione pedagogica (Capitolo 7), maturata nel corso delle letture teoriche e dell’esperienza di ricerca sul campo e di analisi dei dati. La riflessione pedagogica, nel solco del pensiero pedagogico nazionale e internazionale, propone un’educazione interculturale sensibile alle pratiche di connessione fra mondi culturali e alla diffusione di una cultura antirazzista, individuando alcune aree tematiche e prospettive metodologiche per la formazione degli insegnanti. Riflessività e decentramento culturale rappresentano le direttrici fondamentali di una metodologia formativa che vede nella revisione delle rappresentazioni e credenze il presupposto fondamentale per instaurare con i genitori stranieri un rapporto più simmetrico che trasformi la scuola dell’infanzia in un luogo in cui vivere una vera forma di cittadinanza, e per instaurare con i bambini dialoghi che possano diventare luogo di ‘azione riflessiva’ per maturare identità che si confrontano e integrano la ‘differenza’, propria e altrui, perchè ciò che può configurarsi come ‘sofferenza’ si traduca in ‘risorsa, espansione, creatività’ di tutti i soggetti coinvolti, adulti e bambini, autoctoni e di altre culture.
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BERTOTTI, TERESA FRANCESCA. "Dilemmi etici e criteri di scelta degli assistenti sociali dei servizi per l'infanzia e la famiglia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/19713.

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Abstract:
The thesis investigate the impact of macro changes on the decision-making process and the dilemmas faced by the social workers involved in child and family services. It explore if and how the criteria used by social workers in order to decide “what is good” and “what is right” have changed and how they managed dilemmas typical of social work. The study analyses the ethical dilemmas that arouses from the field work and how has changed the reference to values. It consider the impact of changes in the Welfare system (with the shortage of resources and managerialism) and the changes in the legal system (with the different role of Justice in relation to the right of the parents and the right of the child). The research is a descriptive study based on in-depth interviews with 32 social workers, carried in 2009 – 2010 in Lombardia region (Italy), selected following three different dimensions: seniority of the social worker, urban or rural context, level of specialization. The results show that the dilemmas can be grouped in two main categories: one is concerning the relationship between social workers and the organization. Here, we argue that managerial contexts cause a ‘divorce’ in the values held by professionals and the institutional mandate. The second category is related to the ‘dilemmatic structure’ of child protection work, which is characterized by the task of constantly balancing the need for protection of the child and the need to help parents, and is related to the efficacy of intervention.
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ZANINELLI, FRANCESCA LINDA. "Bilinguismo infantile: parole, idee, teorie degli educatori." Doctoral thesis, UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI MILANO - BICOCCA, 2009. http://hdl.handle.net/10281/10065.

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Abstract:
What do early childhood caregivers know about children bilingualism? How do these ideas and theories influence the children’s linguistic socialization in early childhood’s educational services? These are the questions I have tried to answer by conducting, in an infant-toddler center and in a nursery school in Parma, a research based on early childhood caregivers’ ideas, beliefs and theories. This work is an extension and deepening of the linguistic themes raised by the international project Children Crossing Borders. Research method has included the proposal of focus groups, a video on language realized ad hoc and excerpts of transcripts of focus groups to stimulate discussion. This method has proved itself valuable not only to deepen my understanding of teachers linguistic “theories” but also as a professional development or training process. The research is inscribed in the area of child development and educational studies on adults’ ideas about early childhood, its development and education and it is inspired by the field study model of action research. Data analysis shows that bilingualism is only intuitively known by early childhood caregivers and teachers (their theories are naïve) and that specific reflections and interventions on children linguistic development have been neglected for a long time in educational services for early childhood.
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MASERATI, ELISA. "Efficacia della psicoterapia psicodinamica in un servizio di neuropsichiatria per l'infanzia e l'adolescenza." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2009. http://hdl.handle.net/10281/7655.

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Abstract:
The use and effectiveness of psychodinamic psychotherapy in childhood and adolescence were object of contest in scientific research until the Seventies of the last century. In spite of this question, the latest literature reports that there is a lack of empirical evaluation about psychodynamic psychotherapy techniques and use. This could be explained considering that a standardization of this method, as for example in the pharmacological-therapy studies, that are so frequently compared with psychotherapy in several studies (i.e. Target e Fonagy, 2004), is quite difficult to act, considering the specificity of therapeutic relationship in psychodinamic psychotherapy technique (i.e. Brusa, 1994) The newest results of two reviews published in 2005 and 2008 suggest that at the moment psychodinamic psychotherapy has more efficacy in spite of no therapy or other therapies, and underline that a long-term psychodinamic psychotherapy (LTPP) achieves better outcomes that a short term-one (Leichsenring, 2005; Leichsenring et al., 2008). The aim of this project was to consider the use and effectiveness of time-limited psychodynamic psychotherapy in a sample of inpatients from a child and adolescent public mental health clinic, and to compare two group of patients treated by an individual LTPP and usual-care treatment respectively. All patients and parents receive a semi structural interview for diagnosis according to the DSM IV-TR criteria (KSADS); to evaluate changes in behavior and global functioning, the operators filled out the Children Global Assessment Scale (C-GAS), than the parents were asked to fill out the Child Behavior Checklist (CBCL), used to obtain standardized reports of children' behavior, considering social and relational capacities and behavior and psychological problems, at the start of study (T0), at the end of therapy (1 year, T1) and 6 months later (follow up, T2). Starting from 2005 66 subjects were enrolled, between age from 4 to 17 years old, with DSM IV-TR diagnosis of Psychotic Disorder, Personality Disorder and Depressive Disorder and without individual psychodynamic psychotherapy ongoing yet. 33 patients composed the experimental group, mean age 11,3 years old (DS=3,1); control group is constituted by 33 patients, mean age 11,2 years old (DS=4,1). The patients were all collocated in a general waiting list, and assigned to the groups according with therapists' availability; patients' assignment used also clinical criteria, so it wasn't totally blinded, according with ethical matters. The experimental group was treated by LTPP once a week for 1 year (44 sessions in total); the control group instead received usual-care treatments, focused on rehabilitation and symptoms’ resolution, in the territorial Operative Unit of Neuropsychiatric Clinic of S. Gerardo Hospital. The data gained at T1 show higher social and relational competencies and a symptoms’ reduction in subjects treated by LTPP, considering both their own characteristics at T0, and the control group ones, too, as it can see at the scores filled out by therapists at C-GAS and parents at CBCL questionnaires. Psychodynamic psychotherapy shows also at K-SADS interview to be able to get a global symptoms’ reduction from T0 to T1, specially in patients with diagnosis of Depressive Disorders and Personality Disorders, according to literature and American Psychiatric Association’s guidelines, that indicate this therapy as the preferential for these patients. The preliminary outcomes at follow up show the persistence of the benefits of psychotherapy both considering relational and symptomatological aspects, that can't be observed in control group. A peculiarity of LTPP was also observed: the data collected at T2 show a further increase of scores in patients treated by LTPP, in particular at C-GAS. Subjects belonged to experimental group in fact achieved at T2 a not pathological score (>70), the control group instead remained in the pathological one. These improvements are reported in literature as "sleeping effects", and are typical of LTPP, that can offer better useful psychological resources and abilities also after the end of therapy.
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Books on the topic "Servizi per l'infanzia"

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Fortunati, Aldo. La progettazione dello spazio nei servizi educativi per l'infanzia. Azzano San Paolo (Bergamo): Junior, 2008.

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2

Italy) Infanzie e welfare (Conference) (2014 Casalecchio di Reno. Infanzie e welfare: Progettare il futuro : buone pratiche tra politiche per le famiglie e servizi educativi per l'infanzia. Roma: Carocci editore, 2015.

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3

Musatti, Tullia. Un luogo per bambini e genitori nella città: Trasformazioni sociali e innovazione nei servizi per l'infanzia e le famiglie. Bologna: Il mulino, 2005.

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4

Catarsi, Enzo, and Jean-Pierre Pourtois, eds. Educazione familiare e servizi per l'infanzia / Education familiale et services pour l'enfance. XIII Congresso Internazionale. Firenze, 17-19 novembre 2010. Florence: Firenze University Press, 2011. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-032-7.

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Abstract:
The research and training works of the XIII Congress of the International Association for Training and Research in Family Education (AIFREF) were guided by the term 'Service'; more specifically, of setting oneself at the service of childhood. Devoting oneself to the service of those pursuing the path towards independence is an aspect that is given great prominence in the modern world. We now find ourselves facing a profound transformation: entering the postmodern age, we realise that the concept of service has a completely different connotation. In order to offer an enhanced service to childhood, we have to be aware of what could be useful. What allows the child to grow up and become free? And, consequently what services do we need to create for children? How relevant, efficient, effective and sustainable are these services, consciously designed and rendered operational? These are some of the issues addressed within the framework of the works of the XIII AIFREF Congress.
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Jean-Pierre, Pourtois, and Catarsi Enzo, eds. Educazione familiare e servizi per l'infanzia: Atti del congresso = Education familiale et services pour l'enfance : actes de congrès : XIII Congresso internazionale, Firenze, 17-19 novembre 2010. Firenze, Italy: Firenze University Press, 2011.

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