Academic literature on the topic 'SERVIZI EDUCATIVI PER L'INFANZIA'

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Journal articles on the topic "SERVIZI EDUCATIVI PER L'INFANZIA"

1

Lia Galardini, Anna. "I servizi educativi per l'infanzia durante la pandemia." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (June 2021): 79–87. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004008.

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Abstract:
La pandemia ha modificato in modo drammatico i servizi prescolastici. Gli operatori hanno dedicato ogni sforzo per trovare un equilibrio tra la sicurezza sanitaria e nuove modalità di impostare la vita educativa nei nidi e scuole dell'infanzia in grado di garantire il livello qualitativo raggiunto in precedenza. Genitori ed educatori hanno cercato di mantenere alta la consapevolezza dei diritti dei bambini e delle famiglie. È fondamentale ribadire il diritto di tutti i bambini di ricevere un'educazione adeguata in contesti in grado di garantire uguaglianza e inclusione. La realtà senza precedenti della pandemia ha offerto l'opportunità di sviluppare nuove strategie e ha messo in luce la centralità di una educazione ecologica, in grado di mantenere connessioni sempe più strette con l'ambiente e gli ambienti di vita.
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2

Silva, Clara. "Il coordinatore pedagogico dei servizi per l'infanzia: una professionalità in fieri." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 112 (March 2021): 59–67. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112005.

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Abstract:
L'articolo ricostruisce nelle loro linee generali le motivazioni sociali, culturali ed educative che hanno portato alla nascita della figura professionale del coordinato-re pedagogico dei servizi educativi per l'infanzia in Italia. Mostra poi come tale figura sia stata introdotta in modo stabile all'interno dell'equipe educativa nel set-tore sia pubblico che privato tramite normative regionali in assenza di un quadro legislativo nazionale. Illustra inoltre le funzioni e le principali competenze necessarie per svolgere la professione di coordinamento pedagogico, facendo emergere le ricadute del suo operato in termini di accessibilità e di qualità.
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3

Alessandra Augelli and Elisabetta Musi. "Sentirsi parte e prendere parte. Il contributo delle famiglie straniere alla progettazione dei servizi per l'infanzia." IUL Research 2, no. 4 (December 20, 2021): 6–22. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.156.

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Abstract:
Nei servizi educativi i genitori stranieri vengono accolti ma raramente assunti come interlocutori con cui attivare pratiche di rilettura critica di nidi e scuole d’infanzia. Come cogliere la rappresentazione multiculturale dell’infanzia attraverso la voce dei genitori stranieri? Come sostenere i genitori stranieri nel farsi portavoce di riflessioni e pratiche partecipative nei servizi? Queste le domande generative della ricerca mixed-method che si illustra nel contributo. Attraverso focus group e intervist in profondità sono state raccolti i pensieri di alcune mamme straniere con figli di età 0-6 anni. Temi del confronto sono stati: la concezione di bambino 0-6, l’idea di educazione e il ruolo dell’adulto, la vita di comunità nei servizi per l’infanzia, la partecipazione delle famiglie.
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4

D’Ambrosio, Maria, and Giovanni Laino. "Educatori come designer degli spazi perFormativi. Asili nido come ‘fabbriche' di cittadinanza e innovazione sociale." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 39–57. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001005.

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Abstract:
Il saggio apre uno spazio di riflessione sul tema della povertà educativa attraverso una pro-posta teorica e metodologica che investe le politiche e i servizi per l'infanzia di un ruolo stra-tegico nel ridisegno di un ecosistema territoriale in grado di qualificare in chiave pedagogica gli spazi e le attività rivolte ai minori e alla genitorialità. Una qualità pedagogica che passa per i professionisti dell'educazione, quindi per la loro formazione e per la loro postura da ricercatori in situazione, e anche per una pianificazione urbanistica strategica in grado di coniugarsi con una ‘visione' di città che contenga l'idea di spazio urbano e di relativa comu-nità educante, attenta alla complessità delle dinamiche che producono diseguaglianze, mar-ginalità e le molte forme di povertà. In questo senso, e recuperando una responsabilità istitu-zionale connessa alla responsabilità di ciascun professionista, il saggio fa emergere anche quanto pensato e sperimentato nell'attuazione del progetto IRIS (Interventi per Riqualificare e Innovare la Scuola) riferito agli asili nido e ai servizi per l'infanzia del Comune di Napoli. Politiche socio-educative e politiche urbane vengono lette come strumenti per connettere e articolare in chiave pedagogica, emancipativa, trasformativa, le azioni strutturali e integrate in grado di rispondere ai bisogni dell'infanzia e al ruolo dei professionisti dell'educazione, perché proprio a partire da questi professionisti si possa nutrire e potenziare la loro capacità/necessità di partecipazione alla vita e alla costruzione-rigenerazione dei legami sociali/territoriali, in chiave di contrasto alla povertà educativa. Si tratta cioè di recuperare per le professioni socio-educative e per i decisori istituzionali e i pianificatori delle politiche e dei servizi educativi, quella ‘sensibilità' e quella operosità, e quindi quella Vita Activa, rintraccia-ta dalla Arendt (1958) come specifica della condizione umana. Una condizione, quella sensi-bile e activa, quindi altamente interattiva e partecipativa, che ciascuno è chiamato a recupe-rare e a nutrire, proprio attraverso una qualità del gesto e della pratica educante che va ben oltre gli ‘spazi' destinati all'educazione. "L'educazione non è un'isola", sosteneva Jerome Bruner (1996), e in questo senso le politiche e i servizi educativi si devono riconnettere a una più estesa e complessa cultura dell'educazione che emerge proprio dalle dinamiche urbane, sociali, culturali, e trova nello spazio extra-quotidiano dell'educativo una possibilità concreta di innovazione e di nuova traiettoria. La qualità (pedagogica) dei servizi educativi in un qua-dro istituzionale di Welfare, è dunque quella possibilità della policy di tradursi in agency e di generare innovazione sociale ovvero variazioni sul piano della povertà educativa e dei feno-meni con cui si manifesta. La qualità (pedagogica) ha necessità di prendere corpo e di farsi spazio rigenerandosi in nuove pratiche che lavorino proprio sul nesso tra corpi e spazi, e sulla loro reciproca capacità di interazione. Lo scritto è dunque attraversato da un evidente sguardo epigenetico che tiene insieme rifles-sione epistemologica e sua istanza metodologica e qualifica le pratiche educative come ‘pale-stre' di cittadinanza e di coesione sociale in chiave trasformativa e rigenerativa, sia sul piano individuale che su quello politico e delle politiche, così da far emergere la metodologia ‘em-bodied' (Bongard-Pfeifer, 2007) come approccio bio-politico al governo ‘sensibile' del ‘vivente': perché l'educazione e la politica possono insieme ridisegnare un nuovo ecosistema per il process generativo della creatura vivente/living creature (Dewey, 1934).
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Tricarico, Luca, Federica Fulghesu, and Chiara Missikoff. "Spunti per un'agenda territoriale su educazione e cultura: contesti di apprendimento inclusivi e pratiche di innovazione sociale." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 133 (March 2022): 130–54. http://dx.doi.org/10.3280/asur2022-133006.

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Abstract:
Questo articolo offre una prospettiva sulle pratiche di innovazione sociale che sviluppano "contesti di apprendimento inclusivi", ossia processi di coesione sociale indotti dalla gestione di spazi per lo sviluppo di servizi educativi condotti tramite approcci place-based sperimentali. L'obiettivo è fornire degli spunti di discussione per un'agenda territorialista volta a promuovere approcci e organizzazioni capaci di allargare la platea di servizi educativi da affiancare a quelli tradizionali.
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Braga, Piera Maria, Chiara Maria Bove, Mary Jane Moran, Robyn Brookshire, and Maria Aparecida Antero Correia. "Reciprocal learning: il confronto interculturale come dispositivo per la formazione degli educatori - insights da una ricerca tra Italia e Stati Uniti." Zero-a-Seis 23, no. 43 (March 12, 2021): 495–523. http://dx.doi.org/10.5007/1980-4512.2021.e72979.

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Abstract:
Il tema della formazione a una “postura interculturale” fin dai servizi per la prima infanzia è al centro della riflessione contemporanea su come sostenere gli educatori impegnati in contesti educativi multiculturali. Cambiare prospettiva, decentrarsi, provare a vedere i fenomeni educativi da un altro punto di vista, vedere altrimenti sono competenze oggi necessarie per garantire la qualità del lavoro educativo in contesti educativi complessi e multiculturali. Come formare gli educatori che già lavorano nei servizi per l’infanzia a una cultura pedagogica aperta al dialogo interculturale e capace di cogliere nello spiazzamento culturale un’occasione di formazione e di allenamento al pensiero critico-riflessivo?A partire dai dati emersi da una ricerca sulla formazione degli educatori che ha coinvolto alcune educatriciin Italia e negli Stati Uniti, l’articolo propone una riflessione su come i processi di dialogo, confronto e scambio interculturale, mediati da video, possano essere dispositivi interessanti per promuovere lo sviluppo di una postura e non solo di strumenti per l’azione educativa in contesti multiculturali.
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Laura Mattera and Patrizia Granata. "Stare in benessere per un contesto di alleanza. Partiamo dallo “zerosei” per promuovere la salute futura." IUL Research 2, no. 4 (December 22, 2021): 110–19. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.148.

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Abstract:
Il presente contributo vuole essere una riflessione sull’importanza della promozione del benessere nei contesti educativi e nei servizi per l’infanzia. Punto focale è il contesto inteso come ambiente abitato non solo da bambini ma anche da educatori, insegnanti, operatori, genitori, nonni, figure significative che portano con sé insegnamenti, saperi, valori, e soprattutto emozioni. Promuovere una prospettiva globale favorendo un’alleanza tra le diverse figure significative che accompagnano il bambino nel suo percorso di sviluppo e tra i professionisti dello “zerosei” permette di co-costruire non solo nuovi saperi, ma anche nuovi contesti educativi. Visioni e competenze di professionalità differenti contribuiscono ad analizzare e interpretare situazioni, relazioni e attività.
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Antonio Gariboldi and Antonella Pugnaghi. "Valutazione come dialogo." IUL Research 2, no. 4 (December 20, 2021): 308–21. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.166.

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Abstract:
L’istituzione del sistema integrato “zerosei” (decreto legislativo n. 65/2017) mira a garantire a tutti i bambini il diritto all’educazione, riconoscendo nei servizi per l’infanzia dei luoghi di cultura educativa e di inclusione sociale. Tuttavia, oltre ad assicurare l’accessibilità, la sostenibilità e l’inclusività, diviene necessario introdurre dei sistemi efficaci di monitoraggio e valutazione, per garantire delle prassi educative di qualità. Nel contesto di un approccio formativo alla valutazione, il presente contributo intende illustrare due differenti percorsi di autovalutazione, il primo legato al processo di accreditamento dei servizi educativi 0-3 in Regione Emilia-Romagna e il secondo realizzato in 20 scuole dell’infanzia statali della provincia di Como.
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Moira Sannipoli. "I servizi per la prima infanzia come contesti inclusivi: visioni e possibilità." IUL Research 2, no. 4 (December 20, 2021): 208–24. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.158.

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Abstract:
L’articolo propone una riflessione sulle possibili dimensioni inclusive dei servizi per la prima infanzia. Le considerazioni presentate nascono da un progetto di ricerca condotto nella Regione Umbria attraverso uno strumento autoriflessivo chiamato Self Reflection Tool, messo a punto dall’Agenzia europea per i Bisogni Educativi Speciali e l’educazione inclusiva. I punti attenzionati, in termini di elementi esistenti e da potenziare, hanno riguardato l’atmosfera complessivamente accogliente, il contesto sociale inclusivo, l’approccio centrato sul bambino, l’accessibilità di ambiente, i materiali e le opportunità di comunicazione, l’insegnamento e l’ambiente apprendimento inclusivo a misura anche di famiglia.
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Silva, Clara Maria, and Ana Maria Orlandina Tancredi Carvalho. "Bambine e bambini con background migratorio nei servizi educativi in Italia." Zero-a-Seis 23, no. 43 (March 12, 2021): 543–60. http://dx.doi.org/10.5007/1980-4512.2021.e73636.

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Abstract:
L’articolo verte sul tema dell’educazione interculturale in relazione alla presenza delle bambine e dei bambini con background migratorio nei servizi educativi per l’infanzia in Italia. Una presenza che ha posto gli educatori e i coordinatori pedagogici di fronte all’esigenza di ripensare le pratiche educative e di partecipazione dei genitori al fine di riconoscere e valorizzare le specificità di cui è portatrice la nuova utenza. Alla luce di ricerche condotte negli ultimi anni in Italia e in Europa sono illustrati i principali nodi teorici alla base dell’educazione interculturale e presentate alcune esperienze educative realizzate in Toscana, volte a promuovere la relazione tra le diversità attraverso la lettura degli albi illustrati.
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Dissertations / Theses on the topic "SERVIZI EDUCATIVI PER L'INFANZIA"

1

PASTORI, GIULIA GABRIELLA. "Bambini “fra due mondi”: idee e rappresentazioni di identità di educatrici di scuola dell’infanzia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2008. http://hdl.handle.net/10281/48871.

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Abstract:
Questa lavoro di tesi propone una riflessione pedagogica sull’identità e sulla sua formazione, in particolare sull’identità multiculturale di bambini e genitori nella migrazione, sulle ‘sofferenze identitarie’ che l’esperienza di migrazione può comportare, quale prospettiva specifica attraverso cui leggere e ripensare la scuola dell’infanzia e l’educazione interculturale, nelle pratiche relazionali e discorsive con adulti e bambini e nella costruzione del contesto scolastico, come spazio di vita quotidiano. La scuola dell’infanzia, come tutti i livelli di scuola, può essere vista come un microcosmo della società-macrocosmo nel suo complesso e fornisce un contesto in cui pratiche e idee di insegnanti e genitori rischiano di rispecchiare e riprodurre aspetti della mentalità comune, dell’ideologia dominante e della realtà sociale (frammentazione sociale, non riconoscimento delle differenze, forme di discriminazione, di stereotipizzazione etnico-culturale ecc.) che condizionano precocemente lo sviluppo identitario dei bambini. Essa, quindi, come luogo ‘intenzionalmente’ di formazione delle identità può e deve operare al suo interno una riflessione critica, a cui questo lavoro vuole offrire un contributo. Il tema dell’identità nella migrazione è distinto in due grandi aree tematiche che costituiscono il filo rosso conduttore nello studio teorico, nell’analisi dei dati di ricerca e nella riflessione pedagogica. (1) Un’area riguarda la condizione di doppia-plurima appartenenza culturale dei bambini figli di genitori stranieri, al crocevia di messaggi, valori e pratiche quotidiane legati al processo di inculturazione-filiazione familiare e messaggi, valori e pratiche quotidiane legati al processo di acculturazione-affiliazione nel rapporto con i pari, nei servizi educativi e nella scuola. (2) Una seconda area riguarda la condizione di appartenenza a una minoranza sociale ed etnica, che espone adulti e bambini a forme di discriminazione ed etichettamento, a un’immagine sociale sminuita e svalutata. Entrambe queste condizioni e ancor più il loro sovrapporsi e incrociarsi possono rendere il percorso di strutturazione dell’identità, personale e culturale dei bambini, più complesso e segnato da zone di potenziale squilibrio e non integrazione. La tesi si compone di una parte di riflessione teorica e una parte di ricerca sul campo Nella parte teorica, il primo capitolo introduttivo presenta come negli orientamenti educativi della scuola dell’infanzia e nella riflessione pedagogica l’identità, la multiculturalità e l’identità di genitori e bambini nella migrazione siano stati assunti come finalità educative della scuola e come oggetto di studio. Il secondo capitolo presenta una riflessione interdisciplinare, filosofica, psicologica e antropologica, sul concetto d’identità e sulla sua formazione, a cui seguono gli approfondimenti teorici relativi alle due tematiche principali dell’identità nella migrazione: le sofferenze identitarie che il processo di transculturazione può comportare, attraverso contributi di tipo etnopsichiatrico, psicoanalitico e di psicologia sociale sull’acculturazione (Capitolo 3) e le sofferenze identitarie relative al processo di inserimento e socializzazione nella società ospitante, attraverso contributi sociologici, antropologici, di teoria critica della razza (Capitolo 4). La ricerca empirica si distingue in due parti. Una prima parte (Capitolo 5) riguarda la presentazione della ricerca Children Crossing Borders (www.childrencrossingborders.org), coordinata a livello internazionale da Joseph Tobin e a livello nazionale da Susanna Mantovani, a cui chi scrive ha collaborato. Quale studio comparato internazionale (Usa, UK, Francia, Germania, Italia) sulla scuola dell’infanzia e sulla crescente presenza al suo interno di bambini figli di genitori stranieri, la ricerca ha coinvolto quali testimoni privilegiati, insegnanti e genitori autoctoni e stranieri in scuole dell’infanzia di diverse città in ciascun contesto nazionale, in occasioni di dialogo e confronto (focus group) avvalendosi di una metodologia di ricerca di etnografia ‘visuale’ e ‘multivocale’. Dei testi delle trascrizioni dei focus group (circa 40 in Italia) viene proposta un’analisi di ispirazione bachtiniana sui discorsi e rappresentazioni delle educatrici: (1) discorsi e rappresentazioni relative ai bambini di altre culture, alla loro identità pluriculturale, al modo con cui vivono e si confrontano con le differenze proprie e altrui, linguistiche, somatiche, religiose; (2) discorsi e rappresentazioni relative ai genitori stranieri, alla loro identità culturale e sociale, alle frontiere critiche della comunicazione fra mondi culturali degli adulti, che possono degenerare in conflittualità, incomprensioni, assimilazioni implicite e svalutazioni reciproche. L’ampia esplorazione delle rappresentazioni delle educatrici condotta nell’ambito di questa ricerca internazionale, ha permesso l’individuazione di argomenti specifici riguardanti il tema dell’identità, di materiali e di indicazioni metodologiche, che hanno portato alla progettazione e conduzione di un percorso di ricerca-formazione con un gruppo di educatrici di una scuola di Milano (Capitolo 6). Il percorso ha avuto come obbiettivo principale quello di permettere alle educatrici un’esperienza di riflessione, di revisione critica e di decentramento culturale rispetto alle proprie rappresentazioni, attraverso interviste individuali e laboratori di riflessione-interpretazione di gruppo su: 1. il concetto di ‘cultura’ e d’ identità culturale del soggetto, come processualità dinamica e non statica ed essenzialista; 2. la condizione identitaria dei bambini fra plurime appartenenze culturali; 3. l’incontro-scontro con modelli educativi diversi di educatrici e genitori, che mette i bambini al centro di messaggi divergenti e di situazioni di incomunicabilità e attriti fra adulti per loro significativi; 4. la possibilità che i bambini possano già essere sensibili e colpiti da sentimenti o idee riguardanti i temi della discriminazione e del razzismo. La scelta dell’identità quale prospettiva attraverso cui accedere a una riflessione su questi temi di educazione interculturale è stata orientata da un’ipotesi principale: guardare alla scuola come luogo di formazione dell’identità, come luogo che di per sè, in tutte le relazioni e nella sua realtà materiale e simbolica, attiva processi di identificazione, di riconoscimento, di rispecchiamento. Questa prospettiva ‘olistica’ invita ad una rilettura di tutto il contesto di vita che viene proposto a bambini e genitori quotidianamente: linguaggi, discorsi, gesti, spazi e materiali; e in rapporto all’interculturalità, promuove una riflessione non solo sul ‘singolo progetto interculturale’, ma di revisione su pratiche relazionali, pratiche discorsive, spazi, materiali, della quotidianità. Proporre un lavoro di riflessione sulle rappresentazioni e idee ha avuto come finalità principale, quindi, quella di supportare una ri-focalizzazione dello ‘sguardo sul volto’ del genitore e del bambino nella migrazione, quale presupposto fondamentale per la trasformazione di parole, gesti, relazioni, spazi, materiali, quotidiani nella scuola. Il lavoro si conclude con una riflessione pedagogica (Capitolo 7), maturata nel corso delle letture teoriche e dell’esperienza di ricerca sul campo e di analisi dei dati. La riflessione pedagogica, nel solco del pensiero pedagogico nazionale e internazionale, propone un’educazione interculturale sensibile alle pratiche di connessione fra mondi culturali e alla diffusione di una cultura antirazzista, individuando alcune aree tematiche e prospettive metodologiche per la formazione degli insegnanti. Riflessività e decentramento culturale rappresentano le direttrici fondamentali di una metodologia formativa che vede nella revisione delle rappresentazioni e credenze il presupposto fondamentale per instaurare con i genitori stranieri un rapporto più simmetrico che trasformi la scuola dell’infanzia in un luogo in cui vivere una vera forma di cittadinanza, e per instaurare con i bambini dialoghi che possano diventare luogo di ‘azione riflessiva’ per maturare identità che si confrontano e integrano la ‘differenza’, propria e altrui, perchè ciò che può configurarsi come ‘sofferenza’ si traduca in ‘risorsa, espansione, creatività’ di tutti i soggetti coinvolti, adulti e bambini, autoctoni e di altre culture.
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2

ZANINELLI, FRANCESCA LINDA. "Bilinguismo infantile: parole, idee, teorie degli educatori." Doctoral thesis, UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI MILANO - BICOCCA, 2009. http://hdl.handle.net/10281/10065.

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Abstract:
What do early childhood caregivers know about children bilingualism? How do these ideas and theories influence the children’s linguistic socialization in early childhood’s educational services? These are the questions I have tried to answer by conducting, in an infant-toddler center and in a nursery school in Parma, a research based on early childhood caregivers’ ideas, beliefs and theories. This work is an extension and deepening of the linguistic themes raised by the international project Children Crossing Borders. Research method has included the proposal of focus groups, a video on language realized ad hoc and excerpts of transcripts of focus groups to stimulate discussion. This method has proved itself valuable not only to deepen my understanding of teachers linguistic “theories” but also as a professional development or training process. The research is inscribed in the area of child development and educational studies on adults’ ideas about early childhood, its development and education and it is inspired by the field study model of action research. Data analysis shows that bilingualism is only intuitively known by early childhood caregivers and teachers (their theories are naïve) and that specific reflections and interventions on children linguistic development have been neglected for a long time in educational services for early childhood.
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VITALE, ALESSIA. "Trasformazioni sensibili. Una ricerca - formazione sulle rappresentazioni in due servizi educativi per la famiglia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/23554.

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Abstract:
The inquiry was carried out starting from the following question: what are the reciprocal representations that are generated and interchanged between practitioners and families in educational family-care services? This question arose from a premise that the existence of a connection between the ideas/images of both practitioners and families and their actions inside the services. Moreover, we considered the possibility to generate reflexivity about the practices and possibly transformations in the services while studying the world of ideas. In the fist part of my thesis, I focused on the epistemological premises of the research. I have chosen as a framework the ecological paradigm and the social constructivist perspective. I discussed the state-of-the-art of the family pedagogy and I defined the term "representation". I treated the term representation in its sensitive dimension, I focused on the way the senses build the ideas and knowledge. In the second part of my dissertation, I presented the research I carried out in two different services dealing with family issues. In these services, I carried out a it recherche-formation involving both practitioners and families. I used as a methodological model the so called "Spiral of knowledge" and I analysed the materials produced during the meetings together with the other researchers involved. The materials have been analysed in the framework of a model inspired by the "Spiral of knowledge". At the end of the research, we organised a meeting with all practitioners and families to discuss about the research. The third part of the thesis outlines the two main lines of reflection I followed in my dissertation. The first one concerns the representation of the services generated by the subjects: services appeared as "liquid places". The second line concerns the reflection on the transformative aspects related to the research methodological and theoretical basis.
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BERTOTTI, TERESA FRANCESCA. "Dilemmi etici e criteri di scelta degli assistenti sociali dei servizi per l'infanzia e la famiglia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/19713.

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Abstract:
The thesis investigate the impact of macro changes on the decision-making process and the dilemmas faced by the social workers involved in child and family services. It explore if and how the criteria used by social workers in order to decide “what is good” and “what is right” have changed and how they managed dilemmas typical of social work. The study analyses the ethical dilemmas that arouses from the field work and how has changed the reference to values. It consider the impact of changes in the Welfare system (with the shortage of resources and managerialism) and the changes in the legal system (with the different role of Justice in relation to the right of the parents and the right of the child). The research is a descriptive study based on in-depth interviews with 32 social workers, carried in 2009 – 2010 in Lombardia region (Italy), selected following three different dimensions: seniority of the social worker, urban or rural context, level of specialization. The results show that the dilemmas can be grouped in two main categories: one is concerning the relationship between social workers and the organization. Here, we argue that managerial contexts cause a ‘divorce’ in the values held by professionals and the institutional mandate. The second category is related to the ‘dilemmatic structure’ of child protection work, which is characterized by the task of constantly balancing the need for protection of the child and the need to help parents, and is related to the efficacy of intervention.
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Mauro, Chiara. "Piccoli visitatori nei musei delle scienze. I servizi educativi nei musei scientifici veneti e l'offerta formativa per la seconda infanzia." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3426646.

Full text
Abstract:
During the second half of the XX century a multitude of small museums were founded in Italy to answer the cultural needs of an increasing population. At the moment, there are more than 4500 museums in Italy. Italian museums are slowly transforming in their mission to be institutions "in the service of society and its development, open to the public" with purposes of "education and enjoyment" in addition to the traditional aims of acquiring, cataloguing, conserving and studying cultural heritage (ICOM Definition 2007). Within this framework, we observe science museums as institutions particularly involved in designing many educational activities and in individualizing and customizing the activities for different categories of publics. Science museums and other formal, non-formal and informal life contexts contribute towards sharpening and improving Science Literacy. Science literacy is recognised as one of the key competences and Europe promote science-literacy education for younger generations (Lisbon Strategy 2000). Taking this challenge into consideration, it needs to be promoted from when children are very young. In particular, my research deals with the topic of science education in museums and it explores and goes in-depth into the theme of early childhood education in science museums. For an in-depth look at these issues, the research investigated how science museums in the Veneto Region organize their educational services. The research applies a descriptive-interpretative approach. In order to obtain a comprehensive framework of the topics, mixed methods are applied, complementing and hybriding qualitative and quantitative approaches. It tries to answer two questions: 1) What kind of educational activities are offered by science museums of the Veneto Region? Do educational offers for early childhood exist? 2) What are the characteristics of the activities carried out by science museums with young children? The research is organized in two empiric stages: Stage 1. Exploratory research; Stage 2. In-depth examination. Each stage answers one of the two questions. The results offer a general framework we could apply to draw up and discuss some pedagogical guidelines.
Durante la seconda metà del XX secolo sono stati fondati in Italia una quantità notevole di piccoli musei per rispondere alle richieste di una popolazione sempre più esigente e, attualmente, sono presenti nel territorio nazionale più di 4500 musei. I musei italiani si stanno progressivamente trasformando in "istituzione [...] al servizio della società e del suo pubblico" con finalità di "educazione e diletto" oltre che di acquisizione, catalogazione, conservazione e studio dei beni culturali (Definizione ICOM 2007). All'interno di questa cornice di riferimento, i musei scientifici si configurano come istituzioni particolarmente impegnate nel coinvolgimento del pubblico, che offrono attività educative sempre più varie e individualizzate. I musei scientifici e gli altri luoghi di apprendimento formale, non-formale e informale contribuiscono ad accrescere e ad affinare la literacy scientifica, che è stata riconosciuta come una delle competenze chiave da promuovere nelle giovani generazioni (Strategia di Lisbona 2000). Accogliendo questa sfida, la literacy scientifica può e deve essere promossa già da quando i bambini sono molto piccoli. La ricerca qui presentata affronta il tema dell'educazione scientifica in museo e si addentra sulle specificità dell'offerta formativa per la seconda infanzia in questo particolarissimo contesto educativo, analizzando come i musei scientifici della Regione Veneto organizzano i propri servizi educativi. Con l'intento di ottenere una veduta generale e specifica su queste tematiche, si è utilizzato un approccio descrittivo-interpretativo applicando metodi di ricerca misti: si sono integrati approcci qualitativi e quantitativi ponendoli in dialogo tramite strategie di ibridazione e di complementarietà. Concretamente, si è cercato di rispondere ad alcune domande: 1) Qual è l'offerta educativa dei musei scientifici veneti? Esiste un'offerta educativa dedicata alla seconda infanzia? 2) Quali caratteristiche presentano le attività educative realizzate con i bambini da 3 a 6 anni? Si è deciso, quindi, di costruire un disegno di indagine complesso che prevede due livelli di approfondimento, ciascuno dei quali risponde a uno dei due quesiti: fase 1. Ricerca esplorativa; fase 2. Ricerca di approfondimento. I risultati emersi potranno essere utili per avere un quadro più circostanziato della situazione e per delineare linee guida pedagogiche e didattiche.
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Coquinati, Stefano. "La valorizzazione della qualità nei servizi per la prima infanzia della Regione Veneto. Creazione e sperimentazione di uno strumento riflessivo." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3425397.

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Abstract:
The object of this work is the management of quality in the services for the early childhood of the Veneto and it was developed by providing the involvement of the educational staff in the enhancement of the service. The hypothesis of this work is that quality should start from the service and should be recognized, explained and shared by the service operators. This hypothesis has already been traveled in other studies, but the specificity of this work is to have focused on the working Group, through a quality reading tool that is managed totally within the group and it is able to start the process of improvement and transformation. The research started from the construction of a self-assessment tool, then there was two types of administration (accompanied and self-managed), which involved 71 educational services. The proposed methodology had the objective to increase the awareness of the Working Group on the characteristics of the service, working on the ability to develop a deep reflection to make changes. This research highlights the effectiveness of the instrument through a "accompanied" mode of administration and reveals the importance of the facilitator's figure, a specialist who is able to guide the group of educators in a path of thoughtful.
Questo lavoro ha come oggetto la gestione della qualità nei servizi per la prima infanzia del Veneto ed è stato sviluppato prevedendo il coinvolgimento del personale educativo per la valorizzazione e il miglioramento del servizio. L'ipotesi di questo lavoro è che la qualità debba partire dal servizio ed essere riconosciuta, esplicitata e condivisa dagli operatori del servizio. Questa ipotesi è già stata percorsa in altri studi, ma la specificità di questo lavoro è l’essersi concentrato sul gruppo di lavoro, attraverso uno strumento valorizzazione della qualità gestito totalmente all’interno del gruppo ed in grado di delineare dei percorsi di miglioramento. La ricerca è partita dalla costruzione di uno strumento di autovalutazione, poi sperimentato sul campo attraverso due tipologie di somministrazione (accompagnata e autogestita), che hanno coinvolto 71 servizi educativi. La metodologia proposta aveva l'obiettivo di aumentare la consapevolezza del gruppo di lavoro sulle caratteristiche del servizio, operando sulla capacità di sviluppare una riflessione profonda capace di operare cambiamenti. L’attività sul campo ha dimostrato l’efficacia dello strumento attraverso una modalità di somministrazione “accompagnata” ed ha fatto emergere l’importanza della figura del facilitatore, un professionista in grado di guidare il gruppo degli educatori in un percorso riflessivo.
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Serbati, Sara. "Valutare per meglio intervenire. Ricerca sugli esiti degli interventi educativi domiciliari con bambini e famiglie vulnerabili nell'Azienda ULSS di Belluno." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422018.

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Abstract:
In the current economic crisis context less and less resources are used to support social services intervention promoting vulnerable children and family wellbeing. The Conference of Mayors of ULSS 1 (Belluno, Vento Region) and the Consortium of social agencies S.A.C.S. (Belluno), facing the need to give legitimacy of resource investment, asked for a 3 year experimentation (2008‐2010) of outcome evaluation methods and tools within home intervention for vulnerable children and family, which is an essential way of intervention used by the above services. Research focused on activities of 13 social workers (educators) that were involved in home care services during the project. The research involved the co‐building of tools for verifying results and the planning interventions. The tools were used three times, on May 2009, on December 2009, and on May 2010, by the social workers and by the others professionals that refer to the 10 social agencies involved. The knowledge coming from the intervention effectiveness evaluation is key in decision‐making and planning process for promoting activities and services working in terms of process documentation and transparency. With these aims, the research has had the opportunity to respond to issues raised by the actors (politicians and administrators), making the criterion of social relevance of research and waiting for the production of knowledge useful to those working in the area. The social relevance of this research focused not only on the goal achievement analysis relating to the resources, but it also aimed at focussing on the practice of social workers involved in the project, in terms of an emancipatory function. The evaluation project was planned within the learning by the practice perspective, assuming a participative approach giving social workers a key relevance, in the project design, implementation and evaluation. Thanks to this participative approach, social workers were allowed to evaluate their own practice and to start a reflective process which enhanced their learning and improved their current practice. The project became an opportunity to improve the context by a “training latency” which promoted change processes and news skills in the involved practitioners (Bove, 2009; De Ambrogio, 2004; Santelli Beccegato, Varisco, 2000; Patton, 1998; Weiss, 1998). Through listening and systematic collection of social workers’ point of view and needs, the evaluation path aimed at fulfilling a methodological and a content need: - the need to clearly define paths and methods for designing and evaluating the effectiveness of home care interventions; - the need to focus the intervention with vulnerable children and families towards an approach giving more value to family relational aspects and to family empowerment. At the end of the experimental program, the research used the collected material "to develop it into scientific knowledge " (Cadei, 2008, p. 48), including all available data within a broader theoretical framework, according to the results on intervention effectiveness shown by the international literature, and mainly characterized by the Bronfenbrenner’s bio‐ecological perspective (1979, 2005). The results were related within an overall interpretation that allowed to give a unitary explanation of what influenced the outcomes of intervention.
Nell’attuale contesto di crisi economica una quota sempre più ridotta di risorse è impegnata nella promozione del benessere dei bambini e delle famiglie vulnerabili che afferiscono ai servizi sociali. Da qui nasce l’esigenza di legittimazione delle risorse investite che ha portato la Conferenza dei Sindaci dell’A.Ulss n. 1 di Belluno e il Consorzio di Cooperative Sociali S.A.C.S. di Belluno a richiedere per il triennio 2008‐2010 un percorso di sperimentazione di metodi e strumenti per la valutazione di esito degli interventi educativi domiciliari a favore di bambini e famiglie vulnerabili, risorsa fondamentale dei servizi territoriali del Bellunese. La ricerca si è focalizzata sull’attività di 13 educatrici che nel periodo di sperimentazione hanno svolto interventi educativi domiciliari. La ricerca ha previsto la definizione condivisa degli strumenti per la verifica degli esiti e la progettazione degli interventi che sono stati utilizzati in tre momenti temporali successivi (maggio 2009, dicembre 2009, maggio 2010) dalle educatrici e dagli altri operatori dei 10 servizi coinvolti che le hanno affiancate. Le conoscenze che è possibile ottenere grazie alla valutazione dell’efficacia degli interventi offrono la possibilità di fondare i processi decisionali e programmatori di attività e servizi da mettere in campo sulla base di contributi informativi documentati e trasparenti. Con tali propositi, la ricerca ha avuto la possibilità di rispondere alle problematiche poste dai soggetti interessati (operatori e amministratori politici), realizzando il criterio di pertinenza sociale della ricerca e attendendo alla produzione di conoscenza utile a quanti operano sul territorio. La pertinenza sociale della ricerca non ha riguardato solo l’analisi del grado di conseguimento degli obiettivi nell’utilizzazione delle risorse, ma ha investito anche in una funzione emancipatrice delle pratiche degli operatori che hanno partecipato alla ricerca. Ci si è posti, dunque, nell’ottica di una valutazione che consentisse di apprendere dall’esperienza, attraverso l’assunzione di un approccio partecipativo che ha attribuito importanza agli operatori dei servizi. La costruzione partecipata del percorso valutativo ha posto i soggetti nelle condizioni di vagliare le proprie pratiche, avviando un processo di riflessione che ha condotto ad un percorso di apprendimento e di miglioramento delle pratiche in atto. La ricerca ha assunto una funzione modificatrice del contesto attraverso una “latenza formativa”, che ha promosso processi di cambiamento e ha portato all’acquisizione di nuove competenze da parte dei professionisti coinvolti (Bove, 2009; De Ambrogio, 2004; Santelli Beccegato, Varisco, 2000; Patton, 1998; Weiss, 1998). Attraverso l’ascolto e la raccolta sistematica dei punti di vista e dei bisogni degli operatori sociali partecipanti alla ricerca, il percorso valutativo ha inteso rispondere a due esigenze specifiche di apprendimento, l’una metodologica, l’altra contenutistica: - l’esigenza di definire con precisione percorsi e modalità di progettazione e di valutazione dell’efficacia degli interventi educativi; - l’esigenza di orientare i contenuti del lavoro educativo domiciliare con i bambini e le famiglie vulnerabili verso una maggiore valorizzazione della dimensione relazionale e dell’empowerment per le famiglie. Al termine del percorso sperimentale, la ricerca ha poi impiegato “il materiale raccolto per svilupparlo in conoscenza scientifica” (Cadei, 2008, p. 48), inserendo tutti i dati disponibili all’interno di una cornice teorica più ampia, anche alla luce dei risultati espressi dalla letteratura internazionale sull’efficacia degli interventi. Tale cornice, individuata nel modello ecologico dello sviluppo umano di Bronfenbrenner (1979, 2005), ha consentito di porre in relazione e in comunicazione tutti i risultati raccolti all’interno di una lettura complessiva che ha permesso di dare una spiegazione unitaria di ciò che sembra aver influenzato gli esiti.
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TIBOLLO, ALESSANDRA. "LO SVILUPPO E LA DIFFERENZIAZIONE DELLE COMUNITA' PER MINORI IN ITALIA. ANALISI PEDAGOGICA DEI PRINCIPI E DEI MODELLI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1377.

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Abstract:
L’obiettivo della ricerca è valorizzare il senso delle comunità per minori oggi come dispositivo adatto all’accoglienza, alla luce delle evoluzioni legislative in Italia. Il lavoro di tesi si svilupperà intorno ai seguenti temi: I. ricostruzione storica dei servizi educativi, dei servizi sociali, con riferimento al quadro legislativo; II. analisi dell’attuale differenziazione delle comunità per minori attraverso la lettura del monitoraggio effettuato dall’Istituto degli Innocenti di Firenze (2009); III. rilettura pedagogica dello strumento di comunità attraverso la valenza formativa del dispositivo; IV. ricerca di un “modello base”: una mappa di possibili principi per consentire una risposta unitaria e convincente all’allontanamento dei minori.
The purpose of this research project is to underline the sense of educative communities for younger people today as a tool suitable for the reception, taking into account all the legislative evolutions in Italy. In this thesis work the attention will be focused on the following topics: I. historical reconstruction of educative services and social services, with a reference to the legislative scenario; II. analysis of the current educative communities differentiation through the analysis of the monitoring realised by the “Institutes of the Innocents” in Florence (2009); III. pedagogical re-reading of the community framework thought the “device”’s formative merit; IV. research on a “base model”: a map of possible principles for a persuasive answer to the younger removals.
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Books on the topic "SERVIZI EDUCATIVI PER L'INFANZIA"

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Fortunati, Aldo. La progettazione dello spazio nei servizi educativi per l'infanzia. Azzano San Paolo (Bergamo): Junior, 2008.

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Italy) Infanzie e welfare (Conference) (2014 Casalecchio di Reno. Infanzie e welfare: Progettare il futuro : buone pratiche tra politiche per le famiglie e servizi educativi per l'infanzia. Roma: Carocci editore, 2015.

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Catarsi, Enzo, and Jean-Pierre Pourtois, eds. Educazione familiare e servizi per l'infanzia / Education familiale et services pour l'enfance. XIII Congresso Internazionale. Firenze, 17-19 novembre 2010. Florence: Firenze University Press, 2011. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-032-7.

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Abstract:
The research and training works of the XIII Congress of the International Association for Training and Research in Family Education (AIFREF) were guided by the term 'Service'; more specifically, of setting oneself at the service of childhood. Devoting oneself to the service of those pursuing the path towards independence is an aspect that is given great prominence in the modern world. We now find ourselves facing a profound transformation: entering the postmodern age, we realise that the concept of service has a completely different connotation. In order to offer an enhanced service to childhood, we have to be aware of what could be useful. What allows the child to grow up and become free? And, consequently what services do we need to create for children? How relevant, efficient, effective and sustainable are these services, consciously designed and rendered operational? These are some of the issues addressed within the framework of the works of the XIII AIFREF Congress.
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Jean-Pierre, Pourtois, and Catarsi Enzo, eds. Educazione familiare e servizi per l'infanzia: Atti del congresso = Education familiale et services pour l'enfance : actes de congrès : XIII Congresso internazionale, Firenze, 17-19 novembre 2010. Firenze, Italy: Firenze University Press, 2011.

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5

Musatti, Tullia. Un luogo per bambini e genitori nella città: Trasformazioni sociali e innovazione nei servizi per l'infanzia e le famiglie. Bologna: Il mulino, 2005.

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6

Matteini, Massimo, Cristina Fabbri, and Donatella Mauro. Adulti in relazione nei contesti educativi: Formazione sistemica per insegnanti di nido, servizi integrativi al nido, scuole dell'infanzia e per l'integrazione. Azzano San Paolo (Bergamo): Junior, 2003.

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Burattino Come Strumento Di Valore Educativo: Servizi Educativi per la Prima Infanzia. Independently Published, 2019.

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Iaccarino, Silvia, and Paula Eleta. Appuntamento Scuola-Famiglie All'incrocio Fra le Culture: Guida Operativa per Progetti Interculturali con il Coinvolgimento Delle Famiglie Nei Servizi Educativi. Independently Published, 2017.

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9

Iaccarino, Silvia, and Paula Eleta. Appuntamento Scuola-Famiglie All'incrocio Fra le Culture: Guida Operativa in Bianco e Nero per Progetti Interculturali con il Coinvolgimento Delle Famiglie Nei Servizi Educativi. Independently Published, 2017.

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Book chapters on the topic "SERVIZI EDUCATIVI PER L'INFANZIA"

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D’Ambrosio, Maria, and Enrica Spada. "ABITARE LA RELAZIONE43 PRATICHE PERFORMATIVE PER LA COMUNITÀ DEI SERVIZI EDUCATIVI PER L’INFANZIA A NAPOLI." In Investigación e innovación educativa frente a los retos para el desarrollo sostenible., 1471–91. Dykinson, 2022. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3w6t.118.

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