Dissertations / Theses on the topic 'Sequenze'
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Piva, Francesco. "Analisi computazionale di sequenze del genoma umano." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2007. http://hdl.handle.net/11566/242662.
Full textBilardi, Alessandra. "Regolatori di RNA e loro sequenze bersaglio." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425986.
Full textCerasoli, Sara. "Caratterizzazione di sequenze di DNA mediante catene di Markov." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9574/.
Full textMorrone, Maria Francesca. "Analisi e confronto di sequenze di DNA mediante modelli Markoviani." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9508/.
Full textCirino, Alessandro. "Misura di risposta impulsiva mediante sequenze casuali per comunicazioni Power-Line." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11530/.
Full textZappala', Domenica. "Espressione di diverse sequenze geniche del Polyomavirus JC nel soggetto immunocompromesso." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1091.
Full textEdera, Andrea. "Simulazione e studio del modello Broken stick per l'analisi di sequenze geniche." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22781/.
Full textBaldassarre, Valentina. "Regole di Chargaff e matematica: un modello per le sequenze di DNA." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5206/.
Full textPandiscia, Nicola. "Analisi di sequenze video per rilevazioni demografiche ed emotive da software su microcontroller." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.
Find full textDi, Iorio Erika. "Suoli e peleosuoli tardo Pleistocenici-Olocenici in sequenze fluvio-lacustri della regione Molise." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2015. http://hdl.handle.net/11695/66253.
Full textI proxy ambientali ad alta risoluzione dell'Appennino centro-meridionale (Regione Molise) sono indispensabili per la comprensione dei cambiamenti climatici nel tardo Pleistocene-Olocene. Lo scopo di questa tesi di dottorato è quello di arricchire le conoscenze sulle successioni fluvio-lacustri in due bacini intermontani, situati nell'Appennino meridionale. Il primo bacino studiato si trova nella zona pedemontana del Matese ed è composto da una sequenza alluvionale di sedimenti fluvio-lacustri di circa 11 m di profondità. L'area studio è costituita da un suolo di superfice e da diversi livelli sedimentari alternati a quattro paleosuoli. I suoli attuali sono Andosuoli ben sviluppati. I suoli ed i paleosuoli sono stati analizzati mediante granulometria laser (GSD), geochimica e proprietà magnetiche, al fine di valutare i contributi pedogenetici e/o sedimentari. I risultati hanno mostrato che le particelle ferrimagnetiche pedogenetiche della frazione argillosa hanno seguito due trend diversi, indicando due livelli di pedogenesi. La sequenza dei paleosuoli è composta da Vertisuoli fortemente alterati (Solum I e IV) e da Entisuoli meno alterati (Solum II, III) intercalati da livelli clastici sedimentari. Un maggior grado di pedogenesi è rinvenuto nel Vertisuolo (Solum I), ad elevato contenuto argilloso, che potrebbe essersi formato in clima temperato al di sotto dello strato del Tufo Giallo Napoletano (12 ka BP). I Solum II e III, mostrano un basso grado magnetico dei sedimenti fluvio-lacustri che indica un minor grado di pedogenesi, coerente con delle condizioni climatiche più fredde che si verificate dopo l'ultima eruzione (Ignimbrite Campana 39 ka BP). Il Solum IV è caratterizzato da un maggiore intensità della pedogenesi associato ad elevati valori di suscettibilità magnetica. Il secondo bacino intermontano è situato nella parte nord-est della Regione Molise, nel comune di Montenero Valcocchiara. Fino ad oggi, non è stato condotto nessuno studio sistematico pedologico e paleoambientale sulla torbiera, che occupa tale bacino. Pertanto, è stato condotto uno studio sistematico combinando dati magnetici, palinologici, mineralogici e geochimici. Sulla base di tali dati, la sequenza sedimentaria rinvenuta può essere divisa in 3 unità. L’Unità 1 (0-199 cm, 2-3 ka BP) è dominata dalla presenza di sostanza organica, di pirite e da alcuni elementi in traccia di origina antropica. E’ stato osservato un basso grado di suscettibilità magnetica (χ), indicante che i segnali magnetici dei sedimenti sono condizionati dai processi di dissoluzione in ambiente anaerobico. Sono stati identificati pollini di piante acquatiche di ambienti lacustri (Potamogeton) e di cereali. Nell’unità 2 (200-300 cm, 3-5 ka BP) vi è un aumento della suscettività magnetica, corrispondente ad una più alta concentrazione di minerali ferrimagnetici, inoltre è caratterizzata da percentuale crescente di polline di cereali (graminacee). L’Unità 3 (300-400 cm, 5-7 ka BP) è dominata dalle proprietà magnetiche di litotipi sedimentari (carbonato di calcio) correlate con il contenuto di Fe e Ti. Si rinviene un cambiamento nel contenuto pollinico, da taxa arborei di caducifoglie verso la presenza di Abies alba. In conclusione, la combinazione delle proprietà magnetiche, degli elementi in traccia e altri proxy, fornisce un quadro comprensibile utile per ricostruire i cambiamenti paleoambientali di questa sequenza lacustre durante la seconda metà dell'Olocene (6 ka BP).
IZZO, EMANUELA. "SEQUENZE CONVERSAZIONALI TRA INSEGNANTI E BAMBINI IN UN CONTESTO MULTILINGUE DI SCUOLA DELL’INFANZIA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2017. http://hdl.handle.net/10281/170823.
Full textDifferent studies suggested that conversations between preschool teachers and small groups of children improve language development and cognitive growth. The current study investigated the interventions of preschool teachers to manage conversations with a small group of children in a multilingual context. Moreover, it also investigated the relationship between teachers' interventions and children's co-construction of reasoning, within sequences. Finally, it focused on bilingual children participations during the co-constructional sequences. Ten teachers were video recorded while conducting conversations with Italian and bilingual children aged 3 to 5 years old. All conversations were transcribed using Pontecorvo Fasulo’s (1999) criteria. In order to understand better some dynamics, other collecting data instruments were used: questionnaire, field notes, and interviews. A first quantitative analysis was conducted on teacher’s interventions in conversations, children's co-construction of reasoning within sequences, and Italian and bilingual children's participation during these sequences. Afterwards, starting from quantitative results, a qualitative analysis on conversations was computed . The quantitative analysis indicated a relationship between teacher’s interventions and the emergence of children-teacher co-constructional sequences . Furthermore, bilingual children were found to participate within these sequences less frequently than Italian children. Qualitative analyses suggested that teachers promoted children’s participation by showing an authentic interest in their speech. This was related with a conscious choice of what and how to ask questions, and with teachers' responsiveness by doings things like mirror talk and revoicing. At last, it emerged the importance of supporting children's discourse by connecting their interventions and using their contributions to guide conversations.
Memoli, Silvio. "Metaheuristic approaches for Complete Network Signal Setting Design (CNSSD)." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2016. http://hdl.handle.net/10556/2501.
Full textIn order to mitigate the urban traffic congestion and increase the travelers’ surplus, several policies can be adopted which may be applied in short or long time horizon. With regards to the short term policies, one of the most straightforward is control through traffic lights at single junction or network level. The main goal of traffic control is avoiding that incompatible approaches have green at the same time. With respect to this aim existing methodologies for Signal Setting Design (NSSD) can be divided into two classes as in following described Approach-based (or Phase-based) methods address the signal setting as a periodic scheduling problem: the cycle length, and for each approach the start and the end of the green are considered as decision variables, some binary variables (or some non-linear constraints) are included to avoid incompatible approaches having green at the same time (see for instance Improta and Cantarella, 1987). If needed the stage composition and sequence may easily be obtained from decision variables. Commercial software codes following this methodology are available for single junction control only, such Oscady Pro® (TRL, UK; Burrow, 1987). Once the green timing and scheduling have been carried out for each junction, offsets can be optimized (coordination) using the stage matrices obtained from single junction optimization (possibly together with green splits again) through one of codes mentioned below. Stage-based signal setting methods dealt with that by dividing the cycle length into stages, each one being a time interval during which some mutually compatible approaches have green. Stage composition, say which approaches have green, and sequence, say their order, can be represented through the approach-stage incidence matrix, or stage matrix for short. Once the stage matrix is given for each junction, the cycle length, the green splits and the offsets can be optimised (synchronisation) through some well established commercial software codes. Two of the most commonly used codes are: TRANSYT14® (TRL, UK) (recently TRANSYT15® has been released) and TRANSYT-7F® (FHWA, USA). Both allow to compute the green splits, the offsets and the cycle length by combining a traffic flow model and a signal setting optimiser. Both may be used for coordination (optimisation of offsets only, once green splits are known) or synchronisation. TRANSYT14® generates several (but not all) significant stage sequences to be tested but the optimal solution is not endogenously generated, while TRANSYT-7F® is able to optimise the stage sequence for each single junction starting from the ring and barrier NEMA (i.e. National Electrical Manufacturers Association) phases. Still these methods do not allow for stage matrix optimisation; moreover the effects of stage composition and sequence on network performance are not well analysed in literature... [edited by Author]
XIV n.s.
PAVESI, CATERINA. "Sequenze ricorrenti in un corpus di comunicazioni mediate dal computer di apprendenti di inglese." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1798.
Full textThe present dissertation contributes to studies of phraseology in learner English. It is an analysis of recurrent sequences of words in a corpus of learner Computer-mediated Communication. English, collected by means of asynchronous chats in an Italian university context. Previous research has argued that the use of recurrent word sequences plays a major role in learner English fluency both in writing and in speech, and is one of the factors behind learner English register failures. Using a corpus-driven approach, the study analyses the most frequent word sequences extracted from the specially compiled Learner Chat Corpus (LCC). To determine the level of adaptation of learner English to different registers, data regarding 3-word sequences from LCC is compared with the Italian subcomponents of a well-known corpus of learner writing (ICLE, Granger et al. 2002) and a corpus of learner speech (LINDSEI, Gilquin et al. 2010 ). The cross-corpus comparisons provide evidence that learners employ combinations which make their English suitable to the mode they are using for communication. Quantitative and qualitative findings from the present research support only in part previous studies of learner English in terms of recurrent sequences. This is probably due both to the informality and spoken-like quality of CMC, and to its motivational advantages and processing differences connected to the fact that learners can monitor their output while communicating because learner language production is distanced by the electronic means.
PAVESI, CATERINA. "Sequenze ricorrenti in un corpus di comunicazioni mediate dal computer di apprendenti di inglese." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1798.
Full textThe present dissertation contributes to studies of phraseology in learner English. It is an analysis of recurrent sequences of words in a corpus of learner Computer-mediated Communication. English, collected by means of asynchronous chats in an Italian university context. Previous research has argued that the use of recurrent word sequences plays a major role in learner English fluency both in writing and in speech, and is one of the factors behind learner English register failures. Using a corpus-driven approach, the study analyses the most frequent word sequences extracted from the specially compiled Learner Chat Corpus (LCC). To determine the level of adaptation of learner English to different registers, data regarding 3-word sequences from LCC is compared with the Italian subcomponents of a well-known corpus of learner writing (ICLE, Granger et al. 2002) and a corpus of learner speech (LINDSEI, Gilquin et al. 2010 ). The cross-corpus comparisons provide evidence that learners employ combinations which make their English suitable to the mode they are using for communication. Quantitative and qualitative findings from the present research support only in part previous studies of learner English in terms of recurrent sequences. This is probably due both to the informality and spoken-like quality of CMC, and to its motivational advantages and processing differences connected to the fact that learners can monitor their output while communicating because learner language production is distanced by the electronic means.
DENTI, LUCA. "Algorithms for analyzing genetic variability from Next-Generation Sequencing data." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/263551.
Full textDNA contains the genetic information that is essential for the correct development of any organism. Being able to investigate DNA is of utmost importance for analyzing the reasons behind diseases and for improving the quality of life. Development of DNA sequencing technologies has revolutionized the way this kind of investigation is performed. Due to the huge amount of sequencing data available, nowadays computer science plays a key role in their analysis. Luckily, in many applications, the biological information contained in a DNA molecule can be represented as a string in which each character represents a nucleotide. Strings are a well-known and well-studied notion in computer science and therefore it is possible to exploit the huge literature related to storing and processing strings for improving the analysis of DNA. Within this context, this thesis focuses on two specific problems arising from the analysis of sequencing data: the study of transcript variability due to alternative splicing and the investigation of genetic variability among different individuals due to small variations such as Single Nucleotide Polymorphisms and indels. Regarding both these problems, we investigate two novel computational approaches by devising original strategies and we prove their efficacy by comparing them with the most used state-of-the-art approaches. In both these areas, our focus is on the development of bioinformatics tools that combine accurate algorithms with efficient data structures. The first problem we tackle is the detection of alternative splicing events from RNA-Seq data. Alternative splicing plays an important role in many different life aspects, from the correct evolution of an individual to the development of diseases. Differently from current techniques that rely on the reconstruction of transcripts or on the spliced alignment of RNA-Seq reads against a reference genome, we investigate an alternative algorithmic approach that exploits the novel notion of alignment against a splicing graph. We implemented such an approach in a tool, called ASGAL, that aligns a RNA-Seq sample against the splicing graph of a gene and then detects the alternative splicing events supported by the sample by comparing the alignments with the gene annotation. ASGAL is the first tool that aligns reads against a splicing graph and that is able to detect novel alternative splicing events even when only a single transcript per gene is supported by the sample. The results of our experiments show the usefulness of aligning reads against a splicing graph and prove the ability of the proposed approach in detecting alternative splicing events. The second problem we tackle is the genotyping of a set of known Single Nucleotide Polymorphisms and indels from sequencing data. An in-depth analysis of these variants allows to understand genetic variability among different individuals of a population and their genetic risks factors for diseases. Standard pipelines for variant discovery and genotyping include read alignment, a computationally expensive procedure that is too time consuming for typical clinical applications. When variant discovery is not desired, it is possible to avoid read alignment by genotyping only the set of known variants that are already established to be of medical relevance. To solve this problem, we devised a novel alignment-free algorithmic approach and we implemented it in a bioinformatic tool, called MALVA. MALVA is the first alignment-free approach that is able to genotype SNPs, indels, and multi-allelic variants. Thanks to its alignment-free strategy, MALVA requires one order of magnitude less time than alignment-based pipelines to genotype a donor individual while achieving similar accuracy. Remarkably, on indels it provides even better results than the most widely adopted approaches.
Fortino, Vittorio. "Sequence analysis in bioinformatics: methodological and practical aspects." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2013. http://hdl.handle.net/10556/985.
Full textMy PhD research activities has focused on the development of new computational methods for biological sequence analyses. To overcome an intrinsic problem to protein sequence analysis, whose aim was to infer homologies in large biological protein databases with short queries, I developed a statistical framework BLAST-based to detect distant homologies conserved in transmembrane domains of different bacterial membrane proteins. Using this framework, transmembrane protein domains of all Salmonella spp. have been screened and more than five thousands of significant homologies have been identified. My results show that the proposed framework detects distant homologies that, because of their conservation in distinct bacterial membrane proteins, could represent ancient signatures about the existence of primeval genetic elements (or mini-genes) coding for short polypeptides that formed, through a primitive assembly process, more complex genes. Further, my statistical framework lays the foundation for new bioinformatics tools to detect homologies domain-oriented, or in other words, the ability to find statistically significant homologies in specific target-domains. The second problem that I faced deals with the analysis of transcripts obtained with RNA-Seq data. I developed a novel computational method that combines transcript borders, obtained from mapped RNA-Seq reads, with sequence features based operon predictions to accurately infer operons in prokaryotic genomes. Since the transcriptome of an organism is dynamic and condition dependent, the RNA-Seq mapped reads are used to determine a set of confirmed or predicted operons and from it specific transcriptomic features are extracted and combined with standard genomic features to train and validate three operon classification models (Random Forests - RFs, Neural Networks – NNs, and Support Vector Machines - SVMs). These classifiers have been exploited to refine the operon map annotated by DOOR, one of the most used database of prokaryotic operons. This method proved that the integration of genomic and transcriptomic features improve the accuracy of operon predictions, and that it is possible to predict the existence of potential new operons. An inherent limitation of using RNA-Seq to improve operon structure predictions is that it can be not applied to genes not expressed under the condition studied. I evaluated my approach on different RNA-Seq based transcriptome profiles of Histophilus somni and Porphyromonas gingivalis. These transcriptome profiles were obtained using the standard RNA-Seq or the strand-specific RNA-Seq method. My experimental results demonstrate that the three classifiers achieved accurate operon maps including reliable predictions of new operons. [edited by author]
XI n.s.
Artini, Federico. "Uso di sequenze video non professionali da UAV per la modellazione 3D di siti archeologici con tecniche SfM." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.
Find full textMARZO, MAURO CRISTINA. "Elementi, forme, sequenze dell'abitare : case con vista di Mario De Renzi, Ugo Luccichenti, Mario Ridolfi : Roma 1935-1940." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2006. http://hdl.handle.net/11578/278217.
Full textLOBINA, CINZIA. "Studio citogenetico della famiglia Muraenidae (Anguilliformes: Actinopterygii) mediante tecniche di citogenetica classica e molecolare." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266680.
Full textGeromel, Margherita <1996>. "Studio sperimentale sulla percezione di consonanti palatalizzate e sequenze consonantiche con [j] nella lingua russa da parte di studenti italofoni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19322.
Full textMARGONI, MONICA. "Quantificazione del danno microstrutturale nella sclerosi multipla attraverso il rapporto delle sequenze pesate in T1 e T2: uno studio multicentrico." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3450308.
Full textBackground. The T1-weighted (w)/T2w-ratio has been proposed as a clinically feasible method to investigate white matter (WM) and gray matter (GM) integrity in multiple sclerosis (MS). However, its clinical relevance and suitability in a multicenter setting still need to be fully explored. Objective. To evaluate WM and GM T1w/T2w-ratio in a large multicenter cohort of healthy controls (HC) and MS patients, and its association with clinical disability. Methods. Brain T2w and T1w scans were identified retrospectively at 7 European sites from 434 MS patients (57 clinically isolated syndrome, 196 relapsing-remitting [RR], 106 secondary progressive [SP], 75 primary progressive [PP]) and 270 HC. T1w/T2w-ratio maps were obtained after calibrating signal intensities to eyes and temporal muscle. Sex- and site-adjusted lifespan trajectories of T1w/T2w-ratio were estimated in different brain structures of HC using linear mixed models. Then, sex-, age- and site-specific T1w/T2w-ratio z-scores were derived in MS patients and compared among different clinical phenotypes and levels of disability. The associations with clinical and MRI variables were investigated. Results. In HC, T1w/T2w-ratio increased with age until 50-60 years both in WM and GM. Compared to HC, T1w/T2w-ratio was significantly lower in WM lesions of all MS phenotypes, and in normal-appearing (NA) WM and cortex of RRMS and SPMS patients (p≤0.026), but it was significantly higher in the striatum and pallidum of RRMS, SPMS and PPMS patients (p≤0.042). Furthermore, compared to HC, T1w/T2w-ratio was significantly lower in WM lesions and NAWM in relapse-onset MS patients with mild levels of disability (Expanded Disability Status Scale [EDSS]<3.0) and in the cortex in relapse-onset MS patients with EDSS≥3.0 (p≤0.023). Conversely, T1w/T2w-ratio was significantly higher in the striatum and pallidum in relapse-onset MS patients starting at EDSS≥4.0 (p≤0.005). In PPMS, T1w/T2w-ratio was significantly higher in the striatum and pallidum beyond EDSS≥6.0 (p≤0.001). In MS, longer disease duration, higher EDSS, higher brain T2-hyperintense lesion volume, and lower normalized brain volume were associated with lower T1w/T2w-ratio in WM lesions and cortex and a higher T1w/T2w-ratio in the striatum and pallidum (β from -1.168 to 0.286, p≤0.040). Conclusions. Compared to HC, heterogeneous T1w/T2w-ratio abnormalities were detected in specific brain compartments according to MS clinical phenotypes and disability. Various pathological substrates, including demyelination, inflammation, neurodegeneration, and iron accumulation may explain alterations of this index and their clinical relevance.
DE, NADAI ALESSANDRA. "ANALISI DELLA CONSERVAZIONE DELLE SEQUENZE INTRONICHE NEI GENI CODIFICANTI PER IL RECETTORE DEGLI ESTROGENI FORMA ALFA IN TELEOSTEI E MAMMIFERI." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3427047.
Full textINTRODUZIONE Per molti anni gli introni sono stati considerati un semplice costo aggiuntivo alla replicazione e alla trascrizione; nei primi studi compiuti sugli introni, questi ultimi sono stati descritti essenzialmente come “Junk DNA” (Wong, 2000). Successive osservazioni hanno rivelato che alcune delle sequenze introniche mostrano un controllo di tipo regolativo nei confronti dei geni in cui sono collocati. Nonostante ciò, l’enorme spazio occupato dagli introni nella cellula non può essere giustificato solo da questi dati. In base alla letteratura, sono state tratte alcune considerazioni riguardo alla presenza degli introni. Roy e Gilbert (2006) mostrano che densità intronica e complessità condividono una relazione di proporzionalità diretta. Gli introni possono inoltre aumentare l’efficienza di trascrizione, come dimostrato da alcuni studi compiuti su topi transgenici (Le Hir et al., 2003). La stabilità degli mRNA è migliorata dalla presenza degli introni che agiscono proteggendo il trascritto dalla degradazione. Inoltre, nonostante gli introni non siano conservati quanto gli esoni a loro associati, molti studi dimostrano un inatteso pattern di conservazione tra introni ortologhi (Mattick, 1994). Questi e altri dati suggeriscono che gli introni abbiano un ruolo cruciale nel network regolatorio della cellula. SCOPO DELLA TESI Nel presente studio, sono state analizzate le sequenze introniche del gene del recettore degli estrogeni forma alfa (ERalfa) in mammiferi e teleostei. Un’indagine preliminare di tipo bioinformatico è stata utile per scegliere una sequenza intronica conservata al fine di testare il possibile binding a fattori proteici. L’esame di queste sequenze ha riguardato la struttura, la posizione di siti importanti per la trascrizione e lo splicing, la ricerca di regioni conservate, l’individuazione di elementi ripetitivi e di siti di binding potenziali per fattori di trascrizione. In seguito a questo, per mezzo di esperimenti di gelshift, è stato testato il legame di sonde a RNA e DNA a elementi di estratto nucleare proteico. MATERIALI E METODI Indagini bioinformatiche sono state condotte sulle sequenze introniche ed esoniche del gene ERalfa disponibili nella banca dati Ensembl (Homo sapiens, Macaca mulatta, Canis familiaris, Mus musculus, Bos taurus, Monodelphis domestica, Oryctolagus cuniculus, Echinops telfairi e Ochotona princeps). Anche un introne del medesimo gene è stato sequenziato ed analizzato (Atherina boyeri, Barbus plebejus, Chondrostoma genei, Rutilus aula, Rutilus rutilus, Phoxinus phoxinus, Rhodeus amarus, Gasterosteus aculeatus, Psetta maxima, Scorpaena porcus, Polyprion americanus and Sparus aurata). Lo stesso introne è stato ricavato dal database Ensembl per le specie Danio rerio, Takifugu rubripes e Oryzia latipes. Allineamento: caratteristiche tipiche delle sequenze introniche sono una lunghezza considerevole e difficilmente comparabile con altre sequenze, basso tasso di conservazione e presenza di inserzioni, delezioni e inversioni. Il software MLAGAN (Brudno et al., 2003) è stato un valido strumento per allineare sequenze che condividono queste caratteristiche. Il programma restituisce anche porzioni di sequenza, definite Conserved Non-Coding Sequences o CSN, che mostrano più del 70% di identità. Dotplot: il software Dotplot è stato sfruttato per ritrovare parole esatte conservate tra due sequenze. Fattori di trascrizione: la presenza di potenziali siti di binding per fattori di trascrizione all’interno e all’esterno delle zone di conservazione è stata individuata tramite in programma TFSEARCH versione 1.3. Ripetizioni: l’analisi sulle ripetizioni tandem all’interno degli introni è stata effettuata col programma mreps (Kolpakov et al., 2003). Dopo ciò, è stato eseguito un confronto tra le ripetizioni conservate e non. microRNA: è stata infine ricercata la presenza di precursori di microRNA con i software RNA22, proMirII (Nam et al., 2006) e mipred (Jiang et al., 2007). Gelshift: esperimenti di binding sono stati effettuati con sonde a DNA e RNA dell’introne I117 di D. rerio ed estratti nucleari proteici da tessuti e-sprimenti ERalfa nelle femmine di D. rerio. RISULTATI E DISCUSSIONE Splicing: è stata ricercata la presenza di sequenze consenso necessarie per il branching degli introni e di splice sites conservati. La sequenza consenso necessaria per la formazione del laccio non è stata riscontrata in tutti gli introni, in altri invece era presente in copie multiple. Gli splice sites al terminale 5’ e 3’ sono risultati altamente conservati. Allineamento: le regioni conservate sono state studiate considerando la lunghezza media e la percentuale di identità media delle regioni conservate, il numero di regioni conservate, il numero di nucleotidi conservati nella sequenza, il rapporto tra il numero di nucleotidi all’interno delle CNS e la lunghezza totale della sequenza. Questi dati mostrano una grande quantità di regioni che condividono più del 70% di identità. Alcuni allineamenti pairwise rivelano che più di metà della lunghezza dell’introne può essere conservata (questo avviene ad esempio tra alcuni introni di C. familiaris e H. sapiens). Fattori di trascrizione: questa analisi ha rivelato un gran numero di potenziali siti di binding per fattori di trascrizione. Si può inoltre precisare che i fattori di trascrizione più rappresentati sono CdxA (caudal type homeobox transcription factor 1) e SRY (sex determining factor). La considerevole presenza di copie del sito di binding per SRY è probabilmente correlabile alla funzione di ERalfa. Tuttavia considerando la percentuale di siti di binding all’interno e all’esterno delle CNS, non si riscontra un pattern comune per tutte le sequenze. Ripetizioni: quasi tutte le sequenze ripetute trovate nelle sequenze introniche sono microsatelliti. Nei teleostei le ripetizioni sono presenti solo in alcuni introni e comunque sempre al di fuori delle zone conservate. Anche nei mammiferi, le ripetizioni sono state riscontrate più frequentemente nelle regioni non conservate. MicroRNA: negli introni dei mammiferi sono state trovate strutture a stem-loop potenziali precursori di microRNA. Sono stati riscontrati negli introni C. familiaris, H. sapiens, M. domestica e M. musculus. Nei teleostei non sono stati ritrovati precursori. Gelshift: considerando i risultati degli studi bioinformatici, per gli esperimenti di binding è stato scelto l’introne I117 di D. rerio. Questo introne è collocato tra il DNA binding domain e la regione cerniera del gene dell’ERalfa. Gli esperimenti di gel retardation hanno rivelato la presenza di binding sia per la sonda a RNA che per la sonda a DNA. Per le sonde a DNA sono stati ottenuti i risultati migliori con l’estratto nucleare proteico di fegato. Per le sonde a RNA è stato individuato il binding ma, probabilmente a causa del legame con più fattori, i risultati sono al momento di complessa interpretazione. Ad ogni modo, questi risultati suggeriscono un potenziale ruolo regolativo per l’introne I117 di D. rerio.
Bruson, Alice. "Sviluppo di metodi per l'identificazione e l'analisi di sequenze geniche fetali nella circolazione materna per una diagnosi prenatale non invasiva." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422437.
Full textNegli ultimi anni l'evoluzione della biologia molecolare ha permesso una conoscenza sempre maggiore del genoma umano e consente ormai la diagnosi in utero di un numero crescente di patologie genetiche. Al momento attuale la diagnostica prenatale di anomalie cromosomiche o di malattie genetiche richiede il prelievo di cellule fetali ottenibili con metodiche invasive, l'amniocentesi e la villocentesi. Queste tecniche comportano un rischio di provocare un aborto compreso fra 0.5% e 1%. Di fronte a questi limiti delle metodiche invasive sono stati messi a punto alcuni metodi di screening alternativi non invasivi, basati su parametri ecografici fetali e/o biochimici su sangue materno, che però hanno il limite di fornire risposte solo di tipo probabilistico. L'introduzione di un test realmente alternativo di diagnosi prenatale non invasiva che permetta di eliminare il rischio di aborto legato all’amniocentesi e alla villocentesi è fortemente attesa. Infatti un simile test permetterebbe una estensione dell'analisi del materiale genetico fetale a molte più donne all'inizio della gravidanza e diminuirebbe l'impatto fisico e psicologico di questo tipo di indagine. Nel 1997 uno studio ha dimostrato la presenza di DNA libero fetale (cell-free fetal DNA, cffDNA) nel plasma materno e ha evidenziato la sua potenzialità per una diagnosi prenatale non invasiva (NIPD). Durante i 15 anni successivi, si è sviluppata la ricerca di base sulle caratteristiche del DNA libero fetale e molti ricercatori hanno studiato la biologia e il significato clinico del trasporto di cffDNA nel circolo materno. Il DNA libero fetale origina dall’apoptosi dei trofoblasti costantemente rimpiazzati sulla superficie della placenta e comprende circa il 3-6% del DNA libero totale nella circolazione materna. E’ stato inoltre osservato che è costituito da corti frammenti di DNA (<200bp) piuttosto che interi cromosomi e che la sua concentrazione aumenta gradualmente durante la gravidanza: è rilevabile nella circolazione materna già a 32 giorni circa di gestazione (in quantità affidabile solo dopo le 7 settimane) e aumenta del 21% ogni settimana nel primo trimestre, con un forte picco durante le ultime 8 settimane di gravidanza per poi venire rapidamente rimosso dalla circolazione materna subito dopo il parto. L’utilizzo del DNA fetale libero come mezzo per la diagnosi prenatale non invasiva di malattie genetiche fino ad ora è fortemente limitato dall’elevato background di DNA materno pertanto le prime strategie messe a punto per l’identificazione del DNA libero fetale si sono basate sul rilevamento di sequenze assenti nel genoma materno, come le sequenze Y-specifiche, la determinazione del genotipo RhD fetale in donne RhD-negative e l’identificazione di sequenze fetali con mutazioni ereditate dal padre. L’amplificazione tramite Real Time qPCR di sequenze unicamente fetali nel plasma di donne gravide rappresenta ad oggi il metodo di elezione per lo studio del DNA libero fetale, ma numerosi sforzi sono stati realizzati per la messa a punto di sistemi sempre più sensibili ed universali per rilevare le più piccole differenze tra il DNA fetale libero e quello materno, al fine di consentire un utilizzo su larga scala del cffDNA per la diagnosi prenatale non invasiva. Lo scopo di questa ricerca è stato quindi, la messa a punto di protocolli validi per l’identificazione e l’analisi di sequenze geniche fetali nella circolazione materna. Il progetto è stato quindi suddiviso in tre fasi: la prima fase ha comportato la messa a punto di opportuni protocolli di Real-Time qPCR per il rilevamento e la quantificazione sia del DNA libero totale estratto sia del cffDNA estratto in gravidanze con feto di sesso maschile; la seconda fase del progetto si è occupata di testare e sviluppare un protocollo affidabile per l’identificazione di sequenze geniche fetali utili al riconoscimento di cffDNA nelle gravidanze con feto di sesso femminile, mediante l’utilizzo della tecnica di mini-sequencing; l’ultima fase del progetto si è concentrata infine sulla messa a punto di un protocollo di verifica della presenza/assenza di mutazioni paterne in plasma materno mediante nested PCR allele-specifica. L’analisi dei risultati ha dimostrato, per ogni tecnica sviluppata, elevate sensibilità e capacità di risoluzione accoppiate a velocità e facilità di esecuzione, confermandone quindi l’applicabilità per una diagnosi prenatale non invasiva. Inoltre l’utilizzo in combinazione delle due tecniche (Real-Time qPCR e mini-sequencing) per la conferma della presenza del cffDNA nel campione in analisi, si è rilevata indispensabile per poter escludere che il feto abbia ereditato la mutazione paterna, in tutti i casi in cui non viene identificata la mutazione. L’esclusione della mutazione paterna nel feto attraverso l’analisi su plasma materno permetterebbe quindi di evitare l’utilizzo di procedure invasive per il prelievo di cellule fetali e avere questa informazione alla 9-10 settimana di gravidanza consentirebbe di rassicurare la coppia prima di qualsiasi altro test diagnostico di routine.
Borghesi, Mauro. "Misure di caratterizzazione su un prototipo di LiDAR basato su modulazione pseudocasuale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7436/.
Full textBoghi, Caterina. "Nuovo copolimero triblocco per applicazioni biomedicali a base di polilattico e contenente sequenze "PEG-like": sintesi e caratterizzazione allo stato solido." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12222/.
Full textMartelli, Francesco. "Sviluppo di un approccio terapeutico basato su piccoli rna diretti verso i segmenti genomici codificanti la polimerasi del virus dell'influenza." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3423954.
Full textI virus dell'influenza di tipo A sono in grado di infettare gli esseri umani e gli uccelli ed essendo responsabili non solo di di epidemie stagionali, ma anche di pandemie, hanno un impatto importante per la Salute Pubblica. L' insorgenza di virus influenzali resistenti ai farmaci attualmente disponibili e la mancanza di una terapia vaccinale universale sono una fonte di costante preoccupazione tanto per la popolazione umana quanto per quella animale. Pertanto, la ricerca di nuovi bersagli per lo sviluppo di approcci terapeutici / preventivi nei confronti del virus influenzale di tipo A è ancora necessaria. Lo scopo di questo studio è stato quello di sviluppare e valutare una strategia antivirale innovativa basata sul delivery in cellule eucariotiche suscettibili d’infezione da parte del virus dell’influenza di tipo A di piccoli RNA. Questi ultimi hanno come bersaglio le regioni conservate presenti al 5’ dei 3 segmenti del genoma virale codificanti la polimerasi (PA, PB1, PB2), enzima essenziale perché il virus possa replicarsi (Giannecchini S. et al., 2009- 2011). Nelle regioni bersaglio si trovano i segnali di packaging, che svolgono un ruolo importante durante le fasi di assemblaggio e gemmazione delle particelle virali nascenti (Qinshan Gao et al., 2012). A tale scopo, abbiamo sviluppato diversi vettori lentivirali esprimenti miRNA [pLenti6/V5-GW/EmGFP-miR] o antisenso-RNA [pLentilox 3.7 GFP] diretti verso i segmenti genomici PA, PB1 e PB2. Le particelle lentivirali ricombinanti, sono state prodotte trasfettando cellule umane embrionali renali (293T) con entrambi i vettori insieme ad un appropriato sistema di packaging. Leparticelle lentivirali ricombinanti sono state utilizzate per trasdurre le cellule umane di derivazione alveolare (A549) che rappresentano un ottimo modello per lo studio di molecole in grado di interferire con la replicazione del virus dell’influenza di tipo A. Le cellule trasdotte sono state quindi infettate con virus dell'influenza di tipo A di origine umana e aviaria e con un virus di tipo B. L’effetto di inibizione sul titolo della progenie virale è stato valutato mediante un test di infettività. Abbiamo dimostrato che le particelle lentivirali ricombinanti che esprimono miRNA o antisenso-RNA, trasducendo in modo efficiente la linea cellulare A549, determinano una riduzione del titolo virale che varia dagli 1 a 3 logaritmi, a seconda del virus e del bersaglio molecolare preso in esame. Al contrario, non è stata osservato nessun effetto nel caso del virus dell'influenza di tipo B. Inoltre, mutazioni all'interno delle sequenze bersaglio fanno sì che non vi siano più effetti antivirali dei vettori sviluppati, confermando la specificità dell’approccio sviluppato. I nostri dati contribuiscono alla dimostrazione che il delivery intracellualre di piccoli RNA specifici per i segnali di packaging dei geni virali codificanti la polimerasi, possono rappresentare una valida strategia terapeutica nei confronti dei virus dell’influenza umani, specialmente nell’eventualità di insorgenza di virus pandemici, e aviari.
Shafqat, Numera. "Nuovo copoliestere multiblocco a base di acido 2,5-furandicarbossilico contenente sequenze PEG-like per la realizzazione di film compostabili per il packaging flessibile ecosostenibile." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16687/.
Full textHerrmann, Ralf [Verfasser], Reiner [Akademischer Betreuer] Thomä, Motoyuki [Akademischer Betreuer] Sato, and Reinhard [Akademischer Betreuer] Knöchel. "M-sequenze based ultra-wideband radar and its application to crack detection in salt mines / Ralf Herrmann. Gutachter: Motoyuki Sato ; Reinhard Knöchel. Betreuer: Reiner Thomä." Ilmenau : Universitätsbibliothek Ilmenau, 2011. http://d-nb.info/1017078963/34.
Full textCai, Zheng. "Repetitive sequence analysis for soybean genome sequences." Diss., Columbia, Mo. : University of Missouri-Columbia, 2005. http://hdl.handle.net/10355/4249.
Full text"May 2005" The entire dissertation/thesis text is included in the research.pdf file; the official abstract appears in the short.pdf file (which also appears in the research.pdf); a non-technical general description, or public abstract, appears in the public.pdf file. Includes bibliographical references.
GAROFALO, CARMELA. "Management delle risorse microbiotiche per la produzione di vini tipici pugliesi." Doctoral thesis, Università di Foggia, 2014. http://hdl.handle.net/11369/331791.
Full textMARZIALI, SIMONE. "Valutazione dell'efficacia della terapia trombolitica con rt-PA endovena in pazienti con ictus ischemico acuto entro 4.5 ore dall'esordio clinico mediante rm 3t con sequenze pesate in diffusione e perfusione." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/208554.
Full textVITTE, PATRICK. "Plus longue sous-sequence commune et analyse de sequences biologiques." Aix-Marseille 2, 1996. http://www.theses.fr/1996AIX22073.
Full textArner, Erik. "Solving repeat problems in shotgun sequencing /." Stockholm, 2006. http://diss.kib.ki.se/2006/91-7140-996-3/.
Full textValgiusti, Vittoria. "Catene di Markov: applicazioni e sviluppi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16124/.
Full textPray, Keith A. "Apriori Sets And Sequences: Mining Association Rules from Time Sequence Attributes." Link to electronic thesis, 2004. http://www.wpi.edu/Pubs/ETD/Available/etd-0506104-150831/.
Full textKeywords: mining complex data; temporal association rules; computer system performance; stock market analysis; sleep disorder data. Includes bibliographical references (p. 79-85).
Faulkner, Sean (Sean Anthony) Carleton University Dissertation Engineering Electrical. "Composite sequences for rapid acquisition of direct-sequence spread spectrum signals." Ottawa, 1992.
Find full textParsons, Jeremy David. "Computer analysis of molecular sequences." Thesis, University of Cambridge, 1993. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.282922.
Full textLui, Man-Cheung Max. "Generation and evaluation of mechanical assembly sequences using the liaison-sequence method." Thesis, Massachusetts Institute of Technology, 1988. http://hdl.handle.net/1721.1/14544.
Full textGarriga, Nogales Edgar 1990. "New algorithmic contributions for large scale multiple sequence alignments of protein sequences." Doctoral thesis, TDX (Tesis Doctorals en Xarxa), 2022. http://hdl.handle.net/10803/673526.
Full textEn aquests dies de profunds canvis i una ràpida evolució de la tecnologia, la quantitat de dataque la ciència ha de treballar ha crescut increïblement ràpid i la grandària dels arxius ha crescutde manera quasi prohibitiva.Els alineaments múltiples de seqüència (MSA) es fan servir endiverses àrees de la biologia, i l'increment de les dades ha produït una degradació delsresultats. És per això, que es proposa una nova estratègia per realitzar els alineaments. Aquestnou paradigma permet alinear milions de seqüències i l'opcio de modularitzar el procés.'Regressive' permet la paral·lelització del procés i la combinació de diferents algoritmesd'agrupacio (guide-tree) amb el mètode de alineament que és desitgi. Dins del camp del'agrupació, s'ha de repensar l'estratègia per crear els guide-tree. Un estudi sobre l'estat actualdels mètodes i les seves virtuts i punts febles ha sigut realitzar per llençar una mica de llum enaquesta àrea. Els 'guide-tree' no poden ser el coll de botella, i haurien de servir per començarde la millor manera possible el procés d'alineament.
Kimothi, Dhananjay. "Learning representations for molecular sequences." Thesis, Queensland University of Technology, 2021. https://eprints.qut.edu.au/226106/1/Dhananjay_Kimothi_Thesis.pdf.
Full textSeth, Pawan. "STUDY OF THE RELATIONSHIP BETWEEN Mus musculus PROTEIN SEQUENCES AND THEIR BIOLOGICAL FUNCTIONS." University of Akron / OhioLINK, 2007. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=akron1176736255.
Full textLomas, Martin John. "A bioinformatics analysis of sequences and sequence libraries from the moss Physcomitrella patens." Thesis, University of Leeds, 2003. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.396944.
Full textFarrington, Paul. "The behaviour of sequence transformations as applied to slowly converging sequences and series." Thesis, Keele University, 2001. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.327636.
Full textLiakhovitch, Evgueni. "Genetic algorithm using restricted sequence alignments." Ohio : Ohio University, 2000. http://www.ohiolink.edu/etd/view.cgi?ohiou1172598174.
Full textFastelli, Ambra. "Implicit Learning and Deafness: from the Assessment to the Design and Implementation of a Serious Game-based Training for Deaf Children with Cochlear Implants." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3425428.
Full textUna deprivazione uditiva precoce, durante la prima infanzia, influisce negativamente sulla capacità dei bambini di elaborare ed acquisire il linguaggio parlato. I bambini con problemi di udito o sordi rischiano quindi di sviluppare in ritardo o in modo deficitario le abilità linguistiche. Se confrontati con i loro coetanei udenti, i bambini sordi con impianto cocleare ottengono risultati peggiori nelle prove di linguaggio orale e scritto, e questo è stato associato ad una minore efficienza della memoria di lavoro verbale (Burkholder & Pisoni, 2003; Geers, 2003; Harris, et al., 2013; Pisoni & Cleary, 2003). Nonostante l'indagine dei fattori che influenzano lo sviluppo delle abilità di linguaggio orale e dell’alfabetizzazione sia in costante evoluzione, gli studi che si occupano di bambini sordi con l'impianto cocleare tipicamente osservano grandi differenze individuali nei risultati ottenuti nelle prove linguistiche (Pisoni et al., 1999), e non sono ancora stati in grado di spiegare una porzione notevole di questa variabilità (Geers, 2002, 2006). Una recente ipotesi suggerisce che questa potrebbe essere parzialmente spiegata da un deficit nei processi di apprendimento implicito (Conway et al., 2009). Per apprendimento implicito si intende la capacità di elaborare ed apprendere modelli di informazione statisticamente ricorrenti, senza volontà di imparare o consapevolezza del processo di apprendimento. L’apprendimento implicito è stato descritto per la prima volta da Reber (1989) come un precursore evolutivo dell'apprendimento esplicito che avviene incidentalmente, senza intenzione, e al di fuori della consapevolezza. Esso permette l'individuazione e l'elaborazione implicita della distribuzione delle regolarità statistiche che ricorrono nelle informazioni in entrata. Svolge un ruolo cruciale nelle prime fasi dello sviluppo del linguaggio (Saffran & Kirkham, 2018; Romberg & Saffran, 2010), ed è considerato un meccanismo fondamentale per lo sviluppo umano e per l’adattamento alla vita quotidiana (Abrahamse, 2012). Secondo la "auditory scaffolding hypothesis", la mancanza di stimolazione uditiva in età precoce potrebbe influenzare lo sviluppo linguistico sia in modo diretto, a causa della scarsa esposizione alla lingua parlata, sia indirettamente, influenzando negativamente l'apprendimento implicito delle regolarità linguistiche e quindi lo sviluppo del linguaggio (Conway et al., 2009). Questa ipotesi controversa è stata recentemente ampiamente dibattuta. In questo lavoro di tesi, abbiamo indagato questa ipotesi utilizzando due diversi paradigmi sperimentali di valutazione delle abilità di apprendimento implicito: un compito di apprendimento di grammatiche artificiali e un compito basato sui tempi di reazione semplici. I nostri studi, descritti nella prima parte della tesi, hanno coinvolto bambini sordi profondi con impianto/i cocleare/i tra i 5 e gli 11 anni di età, con l’obiettivo di contribuire alla vivace discussione sui processi cognitivi alla base dell'acquisizione del linguaggio nei bambini sordi con impianto cocleare. Le conoscenze ottenute grazie a questi studi servono un secondo obiettivo, di tipo applicativo. Ossia, la creazione di un serious game che possa servire come training per esercitare i processi cognitivi di apprendimento carenti in questa popolazione, massimizzando, si spera, il potenziale di apprendimento linguistico dei bambini con problemi di udito e sordi con impianto cocleare. I processi di design, implementazione, ed i cicli di valutazione della user experience di "SELEDE" (a SErious game for training sequence LEarning in DEaf children) sono descritti nella seconda parte della tesi. Proporre un training sotto forma di videogioco può contribuire a catturare l'interesse dei bambini e ad accrescere le possibilità di successo. SELEDE è stato sviluppato in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler (Trento). Si compone di tre mini-giochi in cui sequenze uditive e visive sono utilizzate per allenare i processi di apprendimento di sequenze impliciti ed espliciti. I giochi sono stati realizzati seguendo un approccio di co-design nel quale sono stati coinvolti psicologi, tecnici informatici, medici audiologi, e logopedisti. Il processo di progettazione ha portato allo sviluppo di un prototipo di gioco che è stato sottoposto a due cicli di valutazione della user experience. Questo potrebbe essere il primo tentativo presente in letteratura di sviluppare uno strumento di training che integri entrambi i processi di apprendimento: impliciti ed espliciti. SELEDE potrebbe rappresentare un punto di partenza innovativo per interventi innovativi rivolti a tutti quei bambini che mostrano difficoltà nell'elaborazione di informazioni distribuite in sequenze temporali (es. linguaggio).
陳子健 and Chi-kin John Baptist Chan. "A study of binary sequences for direct-sequence spread-spectrum multiple-access communication systems." Thesis, The University of Hong Kong (Pokfulam, Hong Kong), 1996. http://hub.hku.hk/bib/B31212761.
Full textChan, Chi-kin John Baptist. "A study of binary sequences for direct-sequence spread-spectrum multiple-access communication systems /." Hong Kong : University of Hong Kong, 1996. http://sunzi.lib.hku.hk/hkuto/record.jsp?B16043005.
Full textSteiner, Renate. "Darstellung von Meniskusläsionen an einem 3 Tesla Hochfeld Magnetresonanztomographen Vergleich zweier 3D-Gradientenecho-Sequenzen ; einer fettsupprimierten Flash-3D-VIBE-Sequenz mit einer Dess-3D-Sequenz /." [S.l. : s.n.], 2006.
Find full textRitter, Geoffrey William. "Lithofaces and Sequence Architecture of the Upper Paradox Formation (Middle Pennsylvanian)in the Subsurface Northern Blanding Subbasin, Paradox Basin, Utah." BYU ScholarsArchive, 2018. https://scholarsarchive.byu.edu/etd/7319.
Full textAniba, Mohamed Radhouane. "Knowledge based expert system development in bioinformatics : applied to multiple sequence alignment of protein sequences." Strasbourg, 2010. https://publication-theses.unistra.fr/public/theses_doctorat/2010/ANIBA_Mohamed_Radhouane_2010.pdf.
Full textThe objective of this PhD project was the development of an integrated expert system to test, evaluate and optimize all the stages of the construction and the analysis of a multiple sequence alignment. The new system was validated using standard benchmark cases and brings a ncw vision to software development in Bioinformatics: knowledge-guided systems. The architecture used to build the expert system is highly modular and flcxible, allowing AlcxSys to evolve as new algorithms are made available. In the future, AlexSys will he uscd to furthcr optimize each stage of the alignment process, for example by optimizing the input parameters of the different algorithms. The inference engine could also be extended to identify combinations of algorithms that could potentially provide complementary information about the input sequences. For example, well aligned regions from different aligners could be identified and combined into a single consensus alignment. Additional structural and functional information could also be exploited to improve the final alignment accuracy. Finally, a crucial aspect of any bioinformatics tool is its accessibility and usability. Therefore, we are currently developing a web server, and a web services based distributed system. We will also design a novel visualization module that will provide an intuitive, user-friendly interface to all the information retrieved and constructed by AlexSys