Academic literature on the topic 'SENSO DEL LAVORO'

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Journal articles on the topic "SENSO DEL LAVORO"

1

Mattei, Alberto. "Il ruolo del diritto internazionale privato nella mobilitŕ transnazionale del lavoro." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 3 (February 2012): 100–104. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-003008.

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Abstract:
Nel mercato transnazionale del lavoro, con il distacco della manodopera previsto dalla direttiva 96/71/CE, il diritto internazionale privato, a partire dalla Convenzione di Roma ora trasfusa nel Regolamento Roma I, puň incidere seriamente sulla disciplina del rapporto di lavoro con elementi di transnazionalitŕ. In tal senso, nella prospettiva del conflitto di leggi, č possibile dare rilievo agli strumenti internazional-privatistici per garantire i diritti sociali dei lavoratori "mobili". Si puň cosě rendere piů uniforme la disciplina dei rapporti di lavoro nell'ambito delle imprese "senza confine", che per loro natura sfuggono alla sottoposizione ad un unico ordinamento giuridico, al fine di dare preminenza al principio di concretezza degli effetti del lavoro transnazionale.
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2

Pantano, Fabio. "Il lavoro a distanza dopo la pandemia: problemi organizzativi e soluzioni giuridiche." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 113 (July 2022): 167–82. http://dx.doi.org/10.3280/qua2021-113008.

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Abstract:
La diffusione "forzata" del lavoro a distanza durante la crisi pandemica ha consentito di sperimentare le principali problematiche organizzative che questa forma di lavoro solleva in relazione al benessere psico-fisico dei lavoratori, al loro rendimento e al loro senso di soddisfazione rispetto all'attività svolta. Gli studi di-sponibili evidenziano come una risoluzione razionale di questi problemi richiederebbe una modifica radicale dei modelli organizzativi, con un passaggio dai sistemi gestionali fondati sul controllo a una nuova impostazione incentrata sull'esaltazione della fiducia, dell'autonomia e della collaborazione. La cultura giuridica dimostra di trovarsi impreparata rispetto a questa prospettiva. In partico-lare, le scelte poste in essere dal legislatore si rivelano improntate a una visione tradizionale, fondata sull'idea che il lavoro sia quello svolto nell'impresa in senso fisi-co. In Italia, la legge n. 81/2017 rimette la definizione delle modalità di svolgimen-to del «lavoro agile» ad un accordo individuale tra datore di lavoro e lavoratore, tralasciando il ruolo che potrebbe essere svolto dalla contrattazione collettiva. Al contrario, nell'esperienza europea, proprio negli accordi sindacali dimostrano enormi potenzialità - benché ancora non del tutto esplorate - nell'adattamento dei problemi organizzativi del lavoro a distanza alle specificità dei diversi settori produttivi e delle singole aziende.
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Bentivogli, Marco. "Fiducia nel lavoro." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 113 (July 2022): 145–65. http://dx.doi.org/10.3280/qua2021-113007.

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Abstract:
In "Laudato Sii" Papa Francesco afferma con grande forza che il lavoro digni-toso è quello "libero, creativo, partecipativo e solidale". Il presente saggio mostra quali caratteristiche deve assumere il lavoro e quali modalità organizzative sono più adatte alla sua promozione e valorizzazione nella prospettiva indicata dal Pontefice. In particolare, si individua nello smart working un modello in grado di favorire ed esaltare l'ingaggio cognitivo del lavoratore: fiducia, libertà, responsabi-lità e autonomia sono gli aspetti caratterizzanti del lavoro agile. Tale modello per-mette anche una migliore conciliazione dei tempi di vita e di cura della famiglia, una distribuzione più equilibrata dei carichi familiari e una maggiore partecipazio-ne delle donne al mercato del lavoro e alla vita civile e democratica. Il sindacato può essere un protagonista nel passaggio a forme organizzative in grado di valorizzare la centralità della persona: i capisaldi di una strategia orientata in questo senso sono la contrattazione territoriale e la formazione dei lavoratori.
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4

Borgna, Eugenio. "Un pensiero che non muore." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (November 2011): 129–36. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-003003.

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Abstract:
L'articolo consente di cogliere i cambiamenti innovativi introdotti dai lavori di Enrico Morselli nella realtŕ psichiatrica italiana della prima metŕ del secolo scorso, allora radicata su una cultura positivistica, estranea sia alle influenze della psichiatria fenomenologica che della psicoanalisi. Viene ripercorso il cammino scientifico del Morselli e viene commentato il suo fondamentale lavoro del 1930, relativo alla paziente Elena, che amplia gli orizzonti di senso delle esperienze psicotiche, affermando la possibilitŕ di una cura fondata sul dialogo e l'ascolto.
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Morselli, Giovanni Enrico. "Sulla dissociazione mentale." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (November 2011): 15–128. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-003002.

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Abstract:
L'articolo consente di cogliere i cambiamenti innovativi introdotti dai lavori di Enrico Morselli nella realtŕ psichiatrica italiana della prima metŕ del secolo scorso, allora radicata su una cultura positivistica, estranea sia alle influenze della psichiatria fenomenologica che della psicoanalisi. Viene ripercorso il cammino scientifico del Morselli e viene commentato il suo fondamentale lavoro del 1930, relativo alla paziente Elena, che amplia gli orizzonti di senso delle esperienze psicotiche, affermando la possibilitŕ di una cura fondata sul dialogo e l'ascolto.
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Rolando, Piero. "Note sul lavoro con pazienti omosessuali." GROUNDING, no. 2 (December 2011): 31–40. http://dx.doi.org/10.3280/gro2011-002004.

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Abstract:
Viene sostenuta la tesi che il lavoro con i pazienti omosessuali non comporta differenze di rilievo rispetto a quello con i pazienti eterosessuali. Vengono presentate tre vignette cliniche, in cui si evidenzia il ruolo cruciale del contatto e del senso di connessione.
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Capone, Vincenza, and Giovanna Petrillo. "Senso di appartenenza degli infermieri all'azienda ospedaliera: relazioni con le percezioni di efficacia personale e collettiva e con il burnout." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (March 2012): 15–38. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001003.

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Abstract:
Questo lavoro ha indagato il senso di appartenenza degli infermieri all'azienda ospedaliera, tenendo conto del genere, del reparto di afferenza e degli anni di permanenza nella struttura. Ulteriore obiettivo č stato quello di indagare la relazione tra il senso di appartenenza di questi operatori sanitari e altre variabili psicosociali, quali le percezioni di efficacia collettiva nella comunicazione in ambito ospedaliero, l'autoefficacia percepita nella comunicazione con il paziente, l'autoefficacia sociale e il burnout. Č stato somministrato un questionario self-report a 840 infermieri (47% maschi e 53% femmine) che lavorano in aziende ospedaliere del Centro e del Sud Italia. I risultati hanno evidenziato livelli piuttosto elevati di senso di appartenenza alla struttura da parte degli infermieri (con differenze per anzianitŕ di servizio e reparto di afferenza) e bassi livelli di burnout. Č stato testato un modello di equazioni strutturali che ha evidenziato come il senso di appartenenza, insieme alle percezioni di autoefficacia comunicativa, risulti un predittore negativo di tutte le dimensioni del burnout. Sono risultati predittori del senso di appartenenza all'azienda ospedaliera le percezioni di efficacia collettiva e l'anzianitŕ di servizio nello stesso ospedale.
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De Masi, Franco. "Il delirio: difesa o costruzione psicopatologica?" RICERCA PSICOANALITICA, no. 2 (August 2010): 73–92. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-002008.

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Abstract:
In questo lavoro discuto la natura del delirio per prospettare un approccio terapeutico alla psicosi. Particolare attenzione č data alla natura e alla struttura dell'esperienza delirante e alla sua relazione con la parte sana della personalitŕ. Se delirio rappresenta una costruzione psicopatologica che oblitera la capacitŕ di comprendere l'esperienza emotiva, il lavoro terapeutico consiste nel ridurre il suo potere per recuperare il pensiero intuitivo e ristabilire il contatto con la realtŕ emotiva. Esiste un posto nella mente del paziente, virtualmente inaccessibile, in cui viene continuamente costruito lo stato psicotico. Di qui deriva l'importanza di orientare il lavoro analitico verso la presa di consapevolezza del significato dell'organizzazione psicotica, che tende ad inglobare il sé e a distruggere il senso di realtŕ. In questo senso, come ho cercato di mostrare nei frammenti clinici riportati nel lavoro, i sogni psicotici sono molto utili perché costituiscono la vera comunicazione all'analista che non si realizza fino quando il paziente rimane complice e sottomesso all'organizzazione delirante. Da questo punto di vista mentre il delirio nasconde, il sogno comunica.
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Algini, Maria Luisa. ""Urtati nel buio"." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 2 (November 2020): 99–113. http://dx.doi.org/10.3280/psp2020-002006.

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Abstract:
Il lavoro sviluppa l'idea che quanto stiamo sperimentando nel tem-po del Covid e ci ha messi in crisi come persone e come analisti, ci co-stringa ad aprire nuovi sguardi sulla clinica e sulla teoria, e ad approfondire il senso della relazione analitica e degli strumenti che usiamo. Le dinamiche imposte dalla pandemia hanno fatto intuire che la qualità del lavoro psicoanalitico si amplia, si rafforza, prende nuovo senso, se siamo capaci di non rimuovere il sentimento di precarietà sperimentato, facendo nostra l'idea che le svolte creative nella storia della psicoanali-si sono nate proprio da tempi drammatici.
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Bologna, Maria. "Il senso del passato. L'esperienza del sosia in psicopatologia." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (December 2012): 135–40. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-003009.

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Abstract:
Scopo del lavoro č descrivere l'esperienza del DH di Psichiatria dell'AUSL di Modena che tratta prevalentemente pazienti con Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA); il paradigma teorico-clinico č quello dell'integrazione funzionale. Viene descritto il setting in cui č stato possibile attuare, per un piccolo numero di pazienti, un intervento psicoterapeutico focale; questa modalitŕ di presa in carico integrata ha permesso ai pazienti di attivarsi per trattamenti evolutivi rispetto a quelli attuati precedentemente. Viene presentata una vignetta clinica come esemplificazione di trattamento integrato in cui č stato effettuato un intervento psicoterapeutico focale. Nella nostra esperienza, l'intervento focale diviene uno degli elementi di cura proposto, al pari degli altri, in un clima culturale-operativo condiviso con tutta l'équipe, integrato nell'intero programma di trattamento.
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Dissertations / Theses on the topic "SENSO DEL LAVORO"

1

PINTO, LAURA. "LE ATTIVITA' DI UTILITA' SOCIALE NELLA GIUSTIZIA PENALE MINORILE. LA COSTRUZIONE DEL "SENSO DI SUCCESSO" CON LO SGUARDO DEL LAVORO SOCIALE: LA VOCE DEI PROTAGONISTI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/135274.

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Abstract:
La ricerca studia in che modo avvenga la co-costruzione della risposta di giustizia ai minori che commettono reato all'interno delle comunità in cui si verificano i fatti penalmente rilevanti. L'osservazione (con lo sguardo del servizio sociale) parte da un concetto di giustizia che, oltre a contenere, può creare opportunità per riparare le conseguenze dei reati commessi da una persona in crescita, rafforzando la responsabilità collettiva piuttosto che punire e comprimere la Agency del soggetto. Gli obiettivi della ricerca: • approfondire la conoscenza di ciò che rende “buona” un'esperienza di giustizia comunitaria promossa dal servizio sociale, dal punto di vista dei professionisti, della magistratura coinvolta, dei minori autori di reato, delle loro famiglie, dei collaboratori locali • esplorare i modi in cui l'assistente sociale agisce nella direzione del successo, accompagnando il minorenne autore di reato e la sua famiglia e facilitando il coping con i membri della rete. I dati sono stati raccolti utilizzando 9 focus group creati raggruppando i partecipanti in modo omogeneo sulla base del loro ruolo e della loro esperienza (compresi autori di reato minorile, assistenti sociali, magistrati, avvocati...), per co-costruire un quadro che descriva gli aspetti positivi per ciascuno delle prospettive dei protagonisti di questo percorso. In una seconda fase, i dati raccolti vengono analizzati in un focus group di secondo livello a composizione mista, comprendente un rappresentante di ciascun ruolo con cui sono stati condotti i focus group precedenti, affrontando l'analisi dei primi dati in modo partecipativo. I risultati mostrano che la risposta della comunità alla commissione di un crimine commesso da un minorenne non è una buona strategia "a priori", perché la comunità può avere paura e sentirsi insicura di fronte agli atti trasgressivi. Se coinvolti, però, la comunità e le persone sanno collaborare attivamente alla coproduzione di attività di riparazione comunitaria con i giovani che hanno commesso un reato. Questo lavoro è un tentativo di ricostruire un processo di risposta dal servizio sociale all'interno del sistema di giustizia penale minorile che può favorire, con successo, il cambiamento individuale e promuovere la fiducia della comunità in modo relazionale.
The research studies how the co-construction of the judicial response to juvenile offenders takes place within the communities where the criminally relevant facts occur. The point of view (from the point of view of social work) is a concept of justice that, in addition to containing, can create opportunities to redress the consequences of crimes committed by a growing person, strengthening collective responsibility rather than punishing and compressing the agency of the subject. The objectives of the research: • deepen the knowledge of what makes a community justice experience promoted by the social service "good", from the point of view of professionals, the judiciary involved, juvenile offenders, their families, local collaborators • explore the ways in which the social worker acts in the direction of success, accompanying the child and his family and facilitating coping. Data were collected using 9 focus groups created by grouping the participants homogeneously basis of their role and their experience (including juvenile offenders, social workers, magistrates, lawyers ...), to co-construct a framework that describe the positive aspects for each of the perspectives of the protagonists of this path. In a second phase, the collected data are analyzed in a second level focus group with mixed composition, including a representative of each role with which the previous focus groups were conducted, addressing the analysis of the first data in a participatory way. Results show that the community response to the commission of a crime is not a good "a priori" strategy, because the community can be afraid and feel insecure in the face of deviant acts. If involved, however, the community and the people know how to actively collaborate in the co-production of community reparation activities with young people who have committed a crime. This work is an attempt to reconstruct a social services response process within the juvenile criminal justice system that can successfully foster individual change and promote community trust in a relational way.
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Francioli, L. "WORKPLACE BULLYING, ANTECEDENTS AND MECHANISMS." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/265059.

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Abstract:
RIASSUNTO Introduzione Il fenomeno del mobbing, la cui frequenza si stima essere di circa il 15% a livello mondiale, è ampiamente riconosciuto come uno dei maggiori fattori di stress nelle organizzazioni di lavoro. Il mobbing comporta una serie di conseguenze negative per chi ne è vittima ma anche per i testimoni ed i colleghi, con costi rilevanti per le organizzazioni lavorative e la societa’ nel complesso. Alla luce della “work environment hypothesis” del mobbing - un approccio teorico che enfatizza lo stretto legame tra la presenza di un ambiente di lavoro psicosociale sfavorevole e l’emergere del mobbing -diversi studi hanno identificato una serie di antecedenti lavorativi del fenomeno quali ad esempio il carico di lavoro eccessivo, lo scarso livello di autonomia, il conflitto e l'ambiguità di ruolo e la qualita’ della leadership. In particolare, il ruolo di quest’ultima quale fattore antecedente il mobbing costituisce un' area di indagine molto recente, sebbene Leymann - il precursore nello studio del mobbing - gia’ ne avesse riconosciuta l'importanza fin dagli albori della ricerca sul fenomeno. Nonostante il substrato teorico alla base della relazione leadership-mobbing sia solido, tutti gli studi empirici condotti sinora si sono basati su un disegno di studio cross-sectional, limitando in tal modo la possibilita’ di effettuare inferenze causali. Inoltre un importante gap nella letteratura corrente è costituito da una scarsa conoscenza dei possibili meccanismi (moderatori o mediatori) alla base della relazione tra ambiente di lavoro psicosociale e mobbing. Obiettivo Alla luce dello stato attuale della ricerca sul mobbing, l'obiettivo di questa tesi è duplice. Il primo obiettivo è quello di studiare la relazione tra alcune caratteristiche rilevanti dell’ambiente psicosociale di lavoro, ossia pressione lavorativa e mancanza di autonomia (primo articolo) e scarsa qualita’ della leadership (secondo articolo), e presenza di mobbing sul posto di lavoro. Il secondo obiettivo è quello di indagare la presenza di moderatori o mediatori nella relazione tra ambiente psicosociale di lavoro e mobbing, al fine di individuare alcuni possibili meccanismi alla base di questo fenomeno. In particolare, viene esaminato il senso di coerenza - una caratteristica individuale - come potenziale moderatore (primo articolo) e il senso di comunità sociale sul posto di lavoro - una caratterstica del contesto lavorativo - come potenziale mediatore (secondo articolo). Metodi La tesi si basa su dati raccolti nell’ambito di uno studio prospettico a due tempi di misura (2006-2008) denominato Workplace Bullying and Harassment Cohort (WBH), condotto tramite questionario autosoministrato su un campione di lavoratori impiegati in diverse organizzazioni di lavoro in Danimarca. Il campione utilizzato e' costituito da 3363 lavoratori nel 2006 (primo articolo) e da 1664 lavoratori nel 2008 (secondo articolo). Il campione e' composto per lo più da donne (67,2%), con un'età media di 45,7 (SD = 10.11) e una anzianità media nel posto di lavoro attuale di 11,1 anni (SD = 10.1). Circa due terzi del campione risulta impiegato in organizzazioni pubbliche come ospedali (22%), istruzione superiore (13,8%), settore assistenza agli anziani (8,6%), pubblica amministrazione e servizi (7,2%), scuole pubbliche (4,3%), scuole superiori (3,8%), ecc.; circa un terzo risulta invece impiegato in ambienti di lavoro privati, quali trasporti (11,6%), industria (10,8%), edilizia (3%), finanza e servizi alle imprese (2,3%); all’incirca il 2,5% lavora infine come medico, dentista o veterinario. Risultati Nel primo articolo, basato su un disegno di studio cross-sectional, regressioni lineari gerarchiche hanno rivelato che le due dimensioni del modello job demand-control, ossia elevata pressione lavorativa e scarsa autonomia decisionale, sono significativamente associate ad una maggiore presenza di mobbing. Sebbene dal punto di vista statistico livelli piu’ elevati di senso di coerenza siano risultati ridurre significativamente la relazione tra ambiente psicosociale di lavoro sfavorevole (elevata pressione lavorativa e scarsa autonomia sul lavoro) e mobbing, tale effetto di moderazione si e’ rivelato di scarso impatto a livello pratico. Cio’ suggerisce che condizioni psicosociali negative sul posto di lavoro possano essere associate al mobbing indipendentemente dalle caratteristiche personali dei soggetti target, almeno in termini di senso di coerenza. Nel secondo articolo, basato su un disegno di studio longitudinale, i risultati delle regressioni lineari gerarchiche mostrano che la scarsa qualità della leadership svolge un ruolo significativo nella creazione di condizioni di lavoro favorenti il mobbing. Inoltre, l’analisi di mediazione ha mostrato che il senso di comunita' sociale sul posto di lavoro opera come mediatore totale dell'effetto esercitato dalla scarsa qualità della leadership sul mobbing. Conclusioni/implicazioni pratiche Una prima conclusione è che condizioni di lavoro psicosociale sfavorevoli portano ad un maggiore rischio di mobbing sul posto di lavoro. Il primo studio sottolinea in particolare l'importanza di progettare posti di lavoro in modo tale che ai lavoratori siano assegnati carichi di lavoro ragionevoli e un adeguato grado di autonomia nello svolgimento dei compiti lavorativi. Il secondo studio, confermando il ruolo di una scarsa qualita’ della leadership nel creare condizioni di lavoro favorenti il mobbing, indica l'importanza di pianificare programmi di formazione per i leader in modo da aumentare in questi la consapevolezza di come i loro comportamenti possano avere influenza sui subordinati. Inoltre, la mediazione totale del senso di comunita’ sociale sul posto di lavoro rilevata in questo studio nella relazione tra scarsa qualità di leadership sul mobbing, suggerisce che le organizzazioni di lavoro dovrebbero operare forti investimenti nel miglioramento delle relazioni sociali sul posto di lavoro allo scopo di promuovere un ambiente di lavoro a ridotto rischio mobbing. Originalità dello studio Il primo articolo contribuisce in maniera originale alla ricerca sul mobbing in quanto non esistono studi precedenti sul ruolo del senso di coerenza come moderatore della relazione tra ambiente psicosociale di lavoro e mobbing. Inoltre, il problema metodologico relativo alla significativita' statistica vs valore pratico dell’effetto di moderazione è stato raramente affrontato e discusso in letteratura. Il secondo studio, essendo di natura longitudinale, porta un sostanziale contributo alla letteratura sul mobbing in quanto conferma, mediante un disegno di studio robusto, precedenti studi cross-sectional sul ruolo sostanziale svolto dai leader nel processo di mobbing. Inoltre, nella relazione tra leadership e mobbing, il senso di comunità sociale sul posto di lavoro agisce come mediatore totale, risultato che contribuisce significativamente al dibattito scientifico attuale sui meccanismi - a tutt’oggi poco noti - coinvolti nel processo di generazione del mobbing.
SUMMARY Background Broadly recognized to be one of the major stressors in organizations, with a global estimate of about 15%, workplace bullying has detrimental consequences for victims, witnesses, organizations, and the society at large. Within the work environment hypothesis of bullying, which emphasizes the important link between a stressful and poorly organized work environment and bullying, a large number of antecedents have been identified, such as workload, low level of autonomy, role conflict, role ambiguity, and leadership. In particular, the role of leadership as antecedent of bullying is a relatively recent research area, although Leymann - the pioneer in the study of bullying - has recognized its importance since the origins of research on the phenomenon. Despite the existence of a solid theoretical basis for the relationship between leadership and workplace bullying, almost all empirical studies conducted so far are based on a cross-sectional study design, thereby limiting the possibility to draw causal inferences. In addition, to date there is scarce evidence concerning the possible mechanisms (moderators and mediators) involved in the relationship between the psychosocial work environment and workplace bullying. Aims In light of the current state of the art in the research on workplace bullying, the aim of this thesis is twofold. The first objective is to investigate the relationship between some important characteristics of the psychosocial work, such as work pressure and lack of autonomy (Paper I) and poor quality of leadership (Paper II), and the occurrence of bullying at work. The second objective is to examine moderators and mediators of the relationship between the psychosocial work environment and workplace bullying and identify possible mechanisms underlying this phenomenon. In particular, my thesis examines sense of coherence - an individual feature - as a potential moderator (Paper I), and social community at work - a characteristic of the work environment - as a potential mediator (Paper II). Methods The thesis is based on the Workplace Bullying and Harassment Cohort (WBH). This cohort consists of 3,363 employees at baseline (2006) (Paper I and Paper II) and 1,664 employees at follow-up (2008) (Paper II). At baseline, the sample was composed mostly of female employees (67.2%); the mean age was 45.7 years (SD = 10.11) and the mean job seniority in the current workplace 11.1 years (SD = 10.1). Approximately two thirds of the sample were employed in public organizations such as hospitals (22%), high education (13.8%), the eldercare sector (8.6%), public administration and services (7.2%), public schools (4.3%), high schools (3.8%), etc.; approximately one third were employed in private workplaces such as transportation (11.6%), industries (10.8%), construction (3%), finance, and business service (2.3%) or as doctors, dentists, vets (2.5%) etc. Results In Paper I, based on a cross-sectional study design, hierarchical linear regressions revealed that the two dimensions of the job demand-control model, i.e. high work pressure and low decision latitude, are significantly associated with an increased presence of bullying at work. Moreover, a higher sense of coherence was found to significantly moderate the relationship between higher job demands and higher work-related bullying, and that between lower job control and higher person-related bullying. However, the effect size of these interactions was very low. This suggests that negative psychosocial conditions in the workplace are likely to be associated with bullying regardless of the personal characteristics of the targets, at least in terms of sense of coherence. In Paper II, based on a longitudinal study design, the results of hierarchical linear regressions showed that poor quality of leadership plays a significant role in the creation of conditions favouring bullying. Furthermore, the mediation analysis showed that social of community at work operates as a full mediator of the effect exerted by poor quality of leadership on workplace bullying. Conclusions/practical implications My first conclusion is that adverse psychosocial working conditions may lead to an increased risk of bullying at work. Paper I highlights in particular the importance of designing jobs so that workers are assigned reasonable workloads and an appropriate degree of autonomy in their work tasks. Paper II, confirming the role of poor quality of leadership in creating working conditions that favour bullying, indicates the importance of planning training programs for leaders so as to increase their awareness of how their behaviours may affect subordinates. In addition, the full mediation of social community at work in the relationship between poor quality of leadership and workplace bullying suggests that organizations should improve social relations at work in order to promote work environments with a low risk of workplace bullying. Originality of the study Paper I gives an original contribution to the existing literature on workplace bullying since there are no previous studies on the role of sense of coherence as a moderator of the relationship between the psychosocial work environment and bullying. Moreover, the methodological problem concerning the statistical vs practical value of the moderating effect has been rarely addressed and discussed in the literature. Paper II, based on a longitudinal study, gives a substantial new contribution by supporting, through the adoption of a robust design, previous cross-sectional studies on the important role played by leaders in the process of workplace bullying. Moreover, the finding that social community at work acts as full mediator of the relationship between quality of leadership and workplace bullying contributes significantly to the scientific debate over the poorly known mechanisms involved in the generation of bullying.
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Cavallini, Giulia. "Sensi e significati del lavoro nelle industrie culturali e creative: il caso del game development in Italia." Doctoral thesis, 2022. https://hdl.handle.net/2158/1288504.

Full text
Abstract:
La ricerca si inserisce nel dibattito sullo studio del senso del lavoro, presentando una prospettiva teorica di ispirazione weberiana, e fornendo un contributo empirico attraverso l’applicazione di tale approccio all’analisi del senso e dei significati del lavoro nel settore creativo del gaming. Questo caso di studio si inserisce nel più ampio insieme delle industrie culturali e creative, caratterizzate dalla letteratura sociologica come ambiti in cui il senso del lavoro è legato alla dimensione della passione. Le interviste qualitative agli sviluppatori di videogiochi italiani fanno emergere la rilevanza delle dimensioni relazionali nella costruzione delle rappresentazioni soggettive del lavoro, in cui la pluralizzazione di sensi e significati trova una ricomposizione in relazione ai gruppi sociali e agli universi simbolico-culturali in cui i creativi sono inseriti. The research is part of the debate on the study of the meaning of work, presenting a Weberian-inspired theoretical perspective, and providing an empirical contribution through the application of this approach to the analysis of the meaning and sense of work in the creative sector of gaming. This case study is part of the broader set of cultural and creative industries, characterized in the sociological literature as fields in which the meaning of work is linked to the dimension of passion. Qualitative interviews with Italian video game developers highlight the relevance of relational dimensions in the construction of subjective representations of work, in which the pluralization of senses and meanings finds a recomposition in relation to the social groups and symbolic-cultural universes in which creatives are embedded.
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FORMICONI, Cristina. "LÈD: Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

Full text
Abstract:
INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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BARTOLETTI, Gloria. "La discriminazione basata sul sesso nel campo del lavoro : Il diritto comunitario e la sua ricezione in Italia e nel Regno Unito." Doctoral thesis, 1987. http://hdl.handle.net/1814/4557.

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ROMAGNOLI, Valentina. "La gestione dei resi dei clienti come strumento per lo sviluppo del commercio elettronico delle aziende: il caso Santoni S.p.A." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251107.

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Abstract:
Il settore del commercio elettronico è un settore in sempre più ampio e rapido sviluppo. Le motivazioni possono essere molteplici ma sono sicuramente legate al cambiamento dello stile di vita delle persone e alla possibilità di accedere all’acquisto di beni che altrimenti sarebbe stato pressoché impossibile acquistare. La disciplina riguardante questo settore è anch’essa stata elaborata mano a mano che questo settore si è evoluto, per rispondere di volta in volta alle diverse necessità che si sono presentate. La disciplina è tutt’oggi ancora in evoluzione, soprattutto a causa del fatto che in questo settore ci sono molteplici forme contrattuali che vengono utilizzate per creare accordi commerciali dei più vari tipi, e ognuno dei quali prospetta problematiche diverse. In questo lavoro si parte dalla nascita e dallo sviluppo del commercio elettronico per analizzare l’evoluzione della disciplina associata. Dopodiché si analizza il tipo di contratto posto in essere tra la Santoni S.p.A. (noto marchio di calzature di alta gamma) e la Filoblu s.rl. (società veneta che si occupa della creazione e gestione di piattaforme e-commerce) per valutarne i punti cruciali. Dopo aver analizzato in dettaglio gli aspetti sopra citati, viene illustrata la disciplina delle denunce per difetto di conformità del bene e come queste vengono gestite dalla Santoni S.p.A., per passare poi all’analisi delle denunce per difetto di conformità degli ultimi 3 anni. Questo perché, come si noterà, questo è un campo in cui le problematiche sono controverse e gran parte della gestione viene lasciata alle ditte produttrici che si trovano di volta in volta di fronte alla scelta su come gestire il caso per rendere il cliente soddisfatto del servizio. La disciplina segue i suoi sviluppi e cerca di prevenire (per quanto possibile) situazioni sgradevoli sia per il fornitore del bene che per l’acquirente. L’entusiasmo mostrato dagli acquirenti per la comodità e la facilità dell’acquisto on-line, viene molto spesso smorzato dall’impossibilità di vedere e toccare con mano il bene oggetto della transazione, creando un senso di inquietudine legata alla qualità del bene che si sta acquistando. Per questo motivo, nel momento in cui un acquirente denuncia un difetto di conformità sul bene acquistato on-line o semplicemente la sua insoddisfazione su determinati aspetti del bene (colore, calzata, forma, ecc.), si attiva un meccanismo volto a valutare la presenza o meno di un eventuale difetto sul bene e di risolverlo nel modo più soddisfacente per l’acquirente. Dopotutto per un’azienda, gestire un negozio on-line equivale ad avere una vetrina di sé stessa attiva 24 ore su 24 e visibile a chiunque abbia un accesso al mondo di internet, e per questo motivo gestire i clienti che utilizzano questo tipo di servizio significa migliorare o peggiorare, in maniera esponenziale rispetto a quanto può avvenire in un negozio fisico, l’immagine percepita da ogni singolo acquirente. C’è però da dire che, in molti casi registrati, nonostante una perizia tecnica effettuata da operai specializzati sul prodotto venduto, la poca conoscenza dei processi di produzione dei singoli clienti, mette i venditori in situazioni difficili da gestire, in quanto il cliente non riesce a capire che quello che lui percepisce come un difetto in realtà non lo è, e che quindi non è imputabile all’azienda quello che lui crede che lo sia. Generalmente in questi casi, sempre per cercare di limitare degli inevitabili danni d’immagine, si offrono al cliente soluzioni alternative come resi gratuiti, omaggi di piccoli prodotti complementari o buoni sconto su acquisti successivi, ma sarebbe sicuramente necessaria una normativa completa e definitiva, che indichi in maniera risoluta come gestire casistiche particolari che si presentano frequentemente nella fase post-vendita. Viste le innumerevoli problematiche che si riscontrano frequentemente in questo ambito, la normativa a tutt’oggi presente non risulta essere sufficientemente soddisfacente per lo scopo a cui è stata creata. Come detto precedentemente, tutto il meccanismo che viene messo in atto all’interno di ogni azienda dopo una denuncia di difetto di conformità, si innesca per risolvere il problema ed evitare un inevitabile danno d’immagine, quindi si può concludere che, nonostante la presenza di una normativa (anche se ancora in via di sviluppo), l’arma migliore che un consumatore on-line può mettere in atto e che spaventa di più i venditori è sicuramente il danno d’immagine. Una cattiva recensione su un blog, un social network, o semplicemente un racconto di una brutta esperienza derivante da un acquisto on-line, può vanificare tutti gli sforzi fatti dal venditore per raggiungere una buona percezione del proprio marchio, e innestare un meccanismo a catena che non giova all’immagine aziendale.
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7

CICCARE, MICHELE. "Il provvedimento abnorme nel processo civile." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/940094.

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Abstract:
La tesi di dottorato è incentrata sull’indagine del provvedimento «abnorme» nel diritto processuale civile. Dopo aver tracciato la linea evolutiva del fenomeno - che ha avuto genesi nel campo del diritto processuale penale - nonché all'esito di un'analisi sistematica di tutte le delicate problematiche che questo fenomeno comporta, l'elaborato mira a raggiungere due fondamentali risultati: a) dal punto di vista statico, contestualizzare il vizio di abnormità nell’ambito delle fattispecie di invalidità dell’atto processuale, al fine di vagliarne l'eventuale rilevanza autonoma; b) dal punto di vista dinamico, riconnettere al tessuto normativo astratto la specificità di queste concrete evenienze patologiche, individuando, in armonia con l’impianto sistematico del codice di rito, il regime giuridico del provvedimento «abnorme» emanato.
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GORLA, Sandra. "Metamorfosi e magia nel Roman de Renart. Traduzione e commento delle branches XXII e XXIII." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251268.

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Abstract:
Il presente lavoro è incentrato su due branches del Roman de Renart, delle quali propone la prima traduzione completa del testo in italiano e un’analisi al contempo interpretativa, letteraria e filologico-testuale. Il lavoro risulta diviso in due grandi nuclei contraddistinti. La prima parte, comprensiva di due capitoli, affronta l'analisi della tradizione manoscritta e la traduzione del testo delle due branches in italiano (considerando anche le interpolazioni del ms. M). La seconda parte, nuovamente suddivisa in due capitoli, costituisce il necessario accompagnamento critico-letterario al lavoro di traduzione. Tradizione e traduzione. Prima ancora di affrontare la traduzione del testo e la sua interpretazione, è stato necessario porsi il problema di quale testo tradurre. Il primo capitolo, pertanto, affronta la tradizione – e dunque l’edizione – del Roman de Renart, tenendo in considerazione che per quest’opera medievale è praticamente impossibile stabilire uno stemma codicum che sia utile ad una ricostruzione del testo in senso lachmanniano, e dunque scegliere tra una delle edizioni disponibili significa nei fatti scegliere uno dei codici relatori. Viene altresì discussa la questione riguardante l'ordine in cui restituire le due branches. E' risultato impossibile stabilire quale fosse l’ordine migliore e più fedele alla tradizione. Per questo ci si è arresi all’evidenza che anche la disposizione stessa del testo non possa essere assolutamente neutrale, ma includa elementi interpretativi. Il lavoro di traduzione – che occupa il secondo capitolo – costituisce una parte fondamentale della tesi, sia per la voluminosità del testo originale sia per i numerosi problemi 'tecnici' che necessariamente si susseguono sul cammino di chi affronti l'opera di traduzione-interpretazione di un testo medievale. La traduzione è accompagnata da un apparato di note che rendono conto delle scelte operate nei passaggi più complessi e che forniscono indicazioni utili alla comprensione del testo, soprattutto nel caso di riferimenti sottesi a un’enciclopedia presumibilmente condivisa dall’autore e il suo pubblico ma difficilmente discernibili dal lettore moderno. Il terzo capitolo è interamente dedicato alla branche XXII nella versione ‘indipendente’ (BCL); vengono messe in luce le peculiarità e le caratteristiche che la avvicinano al genere dei fabliaux e vengono avanzate delle ipotesi interpretative che evidenziano quelli che si ritengono essere aspetti unici e significativi dell’episodio all’interno dell'intero ciclo. Viene messo in rilievo come il ricorso a temi relativi alla sfera sessuale e corporea e l’uso di un lessico esplicito e a tratti osceno, sebbene ovviamente non esclusivi di questa branche del Roman de Renart, venga qui presentato in un contesto narrativo unico. L'ultimo capitolo della tesi si concentra invece sui testi tramandati da M delle branches XXII e XXIII. Si è cercato innanzitutto di ricostruire i numerosi legami intertestuali che la branche XXIII intesse innanzitutto con le altre branches del RdR (in particolare I, Va, VI, X) e di analizzare le specifiche tecniche narrative dialogiche e polifoniche impiegate all'interno del testo. Per la prima parte del commento, che riguarda poco più di metà della branche ed è dedicata alla lunga narrazione di uno dei processi giudiziari di cui è protagonista Renart, si è scelto di seguire l’ordine diegetico dell’episodio; la complessità dell'ambiente legale impone infatti di seguire con la massima attenzione il serrato alternarsi di accuse, contro-accuse e testimonianze. Data la concentrazione di diversi nuclei narrativi che caratterizza questa seconda parte, l'analisi del testo si discosta a questo punto dall'impostazione cronologica e procede invece per tematiche. Vengono dunque analizzati la figura e l'inedito ruolo di consigliera di Hermeline. Il commento procede poi con un'analisi delle ulteriori peculiarità presenti nella branche XXIII, nel momento in cui il protaginista si reca a Toledo per apprendere le arti magiche: questo viaggio è l’unico vero viaggio che la volpe compie al di fuori del regno nell’intero Roman. Spiccano, qui, la dimensione quasi epica, arturiana, del viaggio, che si traduce in un percorso di formazione per il personaggio; le nuove qualità acquisite da Renart magicien – un intermediario fra due mondi – e l’importanza delle parole nel veicolare il potere dell’art d’enchantement. L'originalità della branche XXIII ha così una vera e propria evoluzione di Renart, che si presenta come un Renart demiurgo. Il commento prosegue a questo punto tornando nuovamente alla branche XXII, questa volta nella versione del ms. M. Benché il testo di M riporti un’importante lacuna (per la caduta del bifolio centrale di un fascicolo) che impedisce di valutare complessivamente l’operazione di riscrittura, sono state esaminate, per quanto possibile, le modalità con cui il testo è stato interpolato dal codice e avanzato delle ipotesi su come e perché possa essere stata compiuta questa operazione, tenendo presente anche i rapporti che intercorrono tra M e il ms. C della sua stessa famiglia, che operano entrambi importanti scelte di riorganizzazione della materia narrativa e dell’ordine di disposizione delle branches rispetto agli altri codici relatori del Roman de Renart.
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GUIDI, Arianna. "Il reato a concorso necessario improprio." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251080.

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Abstract:
Oggetto del presente lavoro è stata la tematica dei reati a concorso necessario (detti anche plurisoggettivi): una categoria penalistica scarsamente presa in considerazione da parte della dottrina e giurisprudenza più recenti, eppure dai risvolti sistematici di un certo rilievo, in quanto coinvolge profili sia di parte generale che speciale del diritto penale. L’indagine è partita dal piano definitorio e classificatorio: sono state riportate dettagliatamente le diverse tesi dottrinali sviluppatesi sul tema (suddivisibili in due macrocategorie, quella dei sostenitori di una concezione ampia di reato a concorso necessario e quella dei sostenitori di una concezione ristretta dello stesso), nonché le pronunce della Cassazione ritenute maggiormente significative. Un’attenzione particolare è stata dedicata alla delimitazione – in negativo – del campo d’indagine, tracciando le differenze intercorrenti fra i reati a concorso necessario (o plurisoggettivi, a seconda della terminologia impiegata) ed istituti ritenuti erroneamente contigui, primo fra tutti quello del concorso eventuale di persone nel reato. Dopodiché, all’interno del secondo capitolo si è scelto di riflettere sulle questioni maggiormente rilevanti e problematiche attinenti ai reati a concorso necessario impropri: in primis, la ratio che giustifica l’esenzione dalla pena in capo ad un soggetto; secondariamente, la possibilità di punire o meno la condotta tipica, nonché le eventuali condotte atipiche, poste in essere dal soggetto non punibile per mezzo dell’applicazione degli artt. 110 ss. c.p. in funzione incriminatrice. La panoramica di orientamenti dottrinali e giurisprudenziali quanto mai oscillanti e fra loro divergenti su questioni di particolare importanza, non è stata solo funzionale ad offrire al lettore una dettagliata ricognizione in generale, piuttosto, da questa è scaturita una vera e propria esigenza di (ri)considerare l’intera materia in modo organico e chiarificatore. Per tale ragione, nel terzo capitolo è stata introdotta una nuova definizione, in sostituzione a quella maggiormente impiegata da dottrina e giurisprudenza: “fattispecie incriminatrici normativamente plurisoggettive”. Una definizione idonea a ricomprendere tutti quegli illeciti penali che, a livello astratto, presentano caratteristiche simili: il riscontro di una pluralità di soggetti e di condotte quali elementi costitutivi del fatto tipico. Pertanto, si è cercato di individuare i confini della categoria assumendo quale criterio di partenza il piano normativo astratto, in considerazione del fatto che ciò che il legislatore ha scelto di codificare come tipo criminoso è dato dall’insieme degli elementi oggettivi e soggettivi, i quali compaiono nella descrizione della norma incriminatrice. La visione d’insieme ha permesso di non limitare l’attenzione al solo soggetto punibile, bensì di spostarla anche sul soggetto non punibile, il quale, con la sua condotta rientrante fra gli elementi oggettivi del fatto tipico, contribuisce alla configurabilità del reato. Infine, all’interno del quarto capitolo si è proceduto all’analisi dei principali reati classificati da parte della dottrina come a concorso necessario impropri, per verificare, tenuto conto della nuova definizione proposta, se possano o meno essere qualificati come fattispecie incriminatrici normativamente plurisoggettive improprie. Il confronto con la parte speciale ha permesso di evidenziare l’estrema delicatezza dell’operazione d’individuazione di fattispecie incriminatrici normativamente plurisoggettive (in senso lato): anzitutto, perché non sempre la pluralità di soggetti e di condotte costitutive del fatto tipico è oggetto di descrizione espressa, risultando alle volte ricavabile solo a seguito di un attento esame della tipologia e del significato delle parole impiegate dal legislatore; secondariamente, perché alle volte è facile lasciarsi confondere dal piano naturalistico della realtà concreta, mentre l’individuazione di una fattispecie incriminatrice in termini di plurisoggettività normativa dovrebbe avvenire, secondo l’impostazione adottata, a partire dal piano normativo astratto. Da ultimo, ci si è soffermati sul ruolo del soggetto non punibile che tenga rispettivamente la condotta tipica o una condotta ulteriore e diversa da quella descritta, cercando di offrire una possibile soluzione al problema. Nel primo caso, si è concluso per l’impossibilità di applicare l’art. 110 c.p. in funzione incriminatrice, pena la violazione delle garanzie proprie del sistema penalistico. Nel secondo, invece, si è concluso in senso affermativo, precisando che l’interprete è tenuto a prestare attenzione a diversi aspetti, fra cui il tipo d’equilibrio intercorrente fra le condotte dei soggetti parte della fattispecie incriminatrice normativamente plurisoggettiva impropria, nonché l’alterità effettiva della condotta atipica rispetto a quella descritta, pena la violazione dei principi di legalità, tipicità e certezza del diritto.
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PETRINI, Maria Celeste. "IL MARKETING INTERNAZIONALE DI UN ACCESSORIO-MODA IN MATERIALE PLASTICO ECO-COMPATIBILE: ASPETTI ECONOMICI E PROFILI GIURIDICI. UN PROGETTO PER LUCIANI LAB." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251084.

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Abstract:
Con l’espressione “marketing internazionale” ci si riferisce a quell’insieme di attività adottate dall’impresa al fine di sviluppare o perfezionare la propria presenza sul mercato estero. Oggetto della presente ricerca è l’analisi degli aspetti problematici che tali attività sollevano sul piano giuridico: attraverso un approccio basato sull’integrazione della cultura economica del marketing d’impresa con quella più propriamente giuridica, l’indagine mira ad individuare le fattispecie di marketing rilevanti sotto il profilo giuridico e giuspubblicistico, ad analizzarne i profili che risultano più critici per l’impresa e proporre soluzioni concrete. La ricerca è stata condotta in collaborazione all’azienda Gruppo Meccaniche Luciani, che oltre ad essere un affermato fornitore di stampi per calzature, progetta design innovativi attraverso una sua articolazione organizzativa creativa, denominata Luciani LAB. L’impresa investe molto nell’innovazione, ed in questo senso, particolarmente significativo è stato l’acquisto di una potente stampante 3D, tecnologicamente all’avanguardia, che ha consentito all’azienda di progettare diversi prodotti, tra cui una borsa, realizzarli in prototipazione rapida, e successivamente renderli oggetto di specifiche campagne promozionali, illustrate nel presente lavoro. Viene evidenziato come queste rispecchino la peculiarità dell’approccio al marketing da parte della piccola/media impresa, descritto dalla dottrina maggioritaria come intuitivo ed empirico, distante da quello teorico e strategico del marketing management. La collaborazione con l’impresa partner del progetto ha costituito il riferimento principale per l’elaborazione del metodo con cui condurre la ricerca: l’azienda ha promosso i propri prodotti mediante diverse strumenti di marketing, come inserti pubblicitari su riviste, campagne di e-mail marketing e fiere di settore. Queste attività si distinguono tra esse non solo rispetto alle funzioni, alle differenti modalità con cui vengono impiegate e al pubblico cui si rivolgono, ma anche e soprattutto rispetto alla disciplina giuridica di riferimento: ognuna di esse infatti è regolata da un determinato complesso di regole e solleva questioni che si inseriscono in una specifica cornice giuridica. Al fine di giungere ad una sistematica trattazione dei profili giuridici connessi, si è scelto di classificare le diverse azioni di marketing in tre gruppi: quelle riferite alla comunicazione, quelle inerenti l’aspetto del prodotto e quelle che si riferiscono al cliente Per ognuna di queste aree si individua una precisa questione critica per l’impresa, e se ne trattano i profili problematici dal punto di vista giuridico. In relazione al primo gruppo, ovvero la comunicazione pubblicitaria d’impresa, si evidenziano le criticità connesse alla possibilità di tutelare giuridicamente l’idea creativa alla base del messaggio pubblicitario: si mette in discussione l’efficacia degli strumenti giuridici invocabili a sua tutela, in particolare della disciplina del diritto d’autore, della concorrenza sleale e dell’autodisciplina. Si prende come riferimento principale il contesto italiano, considerando la pluralità degli interessi pubblici, collettivi ed individuali coinvolti. Il secondo profilo d’indagine riguarda la disciplina giuridica riconducibile all’e-mail marketing, uno degli strumenti più diffusi di comunicazione digitale. L’invasività di questo sistema nella sfera personale dei destinatari impone l’adozione di adeguati rimedi da parte delle imprese per evitare di incorrere nella violazione delle disposizioni a tutela della privacy. Si trattano le diverse implicazioni derivanti dall’uso di tale strumento, in particolare quelle riferite al trattamento dei dati personali alla luce della normativa vigente in Italia e nell’Unione Europea, e connesse alle modalità di raccolta degli indirizzi e-mail dei destinatari potenzialmente interessati. Infine, la costante partecipazione alle fiere di settore da parte dell’azienda dimostra quanto l’esteriorità del prodotto costituisca uno strumento di marketing decisivo per la competitività aziendale, dunque grande è l’interesse dell’impresa a che il suo aspetto esteriore venga protetto dall’imitazione dei concorrenti. Il tema giuridico più significativo che lega il processo di marketing al prodotto dell’azienda è proprio la protezione legale del suo aspetto, ovvero la tutela del diritto esclusivo di utilizzarlo, e vietarne l’uso a terzi. L’aspetto di un prodotto può essere oggetto di protezione sulla base di diverse discipline che concorrono tra loro, sia a livello nazionale che sovranazionale, dei disegni e modelli, del marchio di forma, del diritto d’autore e della concorrenza sleale. Si è scelto di concentrare il lavoro, in particolare, sulla prima: si ricostruisce il quadro normativo e l’assetto degli interessi implicati dalla fattispecie, per arrivare ad evidenziare le principali criticità nell’interpretazione delle norme, sia a livello nazionale, che nell’Unione Europea. Si approfondiscono gli orientamenti di dottrina e giurisprudenza di alcune disposizioni chiave per l’applicazione della disciplina, quali gli artt. 6 e 7 del Regolamento CE, n. 6/2002, concernenti rispettivamente il «carattere individuale» e la «divulgazione», i due requisiti fondamentali per ottenere la registrazione e conseguente protezione giuridica del disegno. Tali nozioni sono soggette ad interpretazioni parzialmente difformi da parte dei giudici dei diversi Stati membri, e ciò contribuisce a minare l’applicazione omogenea della disciplina in tutto il territorio UE. In questo senso, viene messo in evidenza il ruolo chiave dell’orientamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea nell’interpretazione di tali concetti, avente l’effetto di uniformare l’approccio degli Stati. La Direttiva 98/71/CE ha introdotto la possibilità di cumulare la protezione conferita all’aspetto del prodotto dalla disciplina dei disegni e modelli con quella riconosciuta dalle altre normative. Tale previsione solleva questioni di rilievo sistematico e concorrenziale: ci si interroga su quali problemi di tipo sistematico e di concorrenza vengano sollevati dal riconoscimento su uno stesso prodotto della protezione sia come disegno che come marchio di forma, e sia come disegno che come opera dell’ingegno. In particolare nell’ambito del diritto dei marchi d’impresa e del diritto d’autore, le tutele hanno durata potenzialmente perpetua, diversamente dalla registrazione come disegno o modello, che garantisce la titolarità del diritto di utilizzare il proprio disegno in via esclusiva per un periodo limitato di massimo 25 anni. Questa differenza temporale rende il cumulo problematico sia a livello di coordinamento, che di concorrenza, poiché incentiva il sorgere di “monopoli creativi” sulle forme del prodotto. Il presente lavoro ha come obiettivo l’ampliamento della conoscenza sul tema del marketing con particolare riferimento ai profili giuridici che si pongono, con riguardo alla promozione del prodotto nell’ambito dell’Unione Europea. Si ritiene che il valore aggiunto e l’aspetto più originale della ricerca consista nella sua forte aderenza alla realtà della piccola/media impresa: tramite l’integrazione della ricerca giuridica e dello studio dei fenomeni di marketing si delineano i problemi pratici che questa si trova a dover affrontare nell’implementazione delle attività quotidiane di marketing. Tale indagine vuole essere utile a tutte le piccole/medie imprese che si trovano impreparate nell’affrontare le sfide poste dal marketing e nel conoscere le implicazioni giuridiche che da questo derivano.
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Books on the topic "SENSO DEL LAVORO"

1

Antoniazzi, Sandro. Il senso del lavoro oggi. Roma: EL-edizioni lavoro, 1989.

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2

Alacevich, Franca. Tempo del lavoro e senso della festa. Cinisello Balsamo (Milano): San Paolo, 1999.

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3

Alacevich, Franca. Tempo del lavoro e senso della festa. Cinisello Balsamo (Milano): San Paolo, 1999.

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4

Il senso del lavoro: Pratiche e saperi di donne. Verona: Ombre corte, 2014.

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5

Ethos giovanile e lavoro: Senso del lavoro e strategie professionali in una società differenziata. Milano, Italy: F. Angeli, 1985.

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6

Mancuso, Aldo, ed. Mobbing e modernità: la violenza morale sul lavoro osservata da diverse angolature per coglierne il senso, definirne i confini. Florence: Firenze University Press, 2004. http://dx.doi.org/10.36253/88-8453-243-4.

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Abstract:
Mobbing, perché se ne parla tanto? Le manifestazioni di violenza del lavoro non misurano soltanto manutenzione e cura del rischio lavorativo. Indicano lo stato dei rapporti tra modo di produrre, senso del lavoro, legami sociali, diritti? Il lavoro della globalizzazione, segnato da insopprimibile violenza, sembra denotare l'inconciliabilità tra le forme che assume nel mercato universale e le regole politiche della modernità: infortuni e malattie da lavoro (come le catastrofi ambientali, le guerre) opacizzano il rapporto tra economia e politica nelle democrazie e nei regimi totalitari? Basta l'omaggio di un'antropologia semplificata per lenire il dubbio che si insinua sulla qualità sociale dei luoghi del nostro mondo?
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7

Cillario, Lorenzo. L'" uomo di vetro" nel lavoro organizzato: Profili postmoderni della alienazione del senso e della soggettività : rassegna bibliografica critica promossa dal CRP. Bologna: Editoriale Mongolfiera, 1990.

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Mancuso, Aldo. Mobbing e modernità: La violenza morale sul lavoro osservata da diverse angolature per coglierne il senso, definirne i confini : punti di vista a confronto : atti del Convegno, Firenze, 20 aprile 2004, Aula magna dell'Università degli studi di Firenze. Firenze: Firenze university press, 2004.

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9

Bisutti, Francesca, and Elisabetta Molteni. La corte della Niobe. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-281-9.

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Abstract:
La coincidenza delle ricorrenze – l’Università Ca’ Foscari compie 150 anni dalla fondazione e sono passati 100 anni dalla fine della Grande guerra – invita a ricordare la coraggiosa, allora ancora giovane, Scuola Superiore di Commercio, che, alla fine del primo conflitto, è costretta a contare i suoi allievi caduti. Dopo due decenni, nel 1943, il Regio Istituto di Economia e Commercio stabilisce di dedicare la corte minore del palazzo Giustinian dei Vescovi alla memoria di tutti gli studenti, i docenti e i dipendenti caduti nei conflitti che fino ad allora avevano insanguinato il secolo. Monumenti, memorie e lapidi sono, in senso figurato, ricomposti nella statua di Niobe, Mater Studiorum che piange la morte violenta dei propri allievi. La corte della Niobe è abitata dalla potente scultura di Napoleone Martinuzzi, suo fulcro visivo ed emotivo, e da tanti, tanti nomi. Il tentativo è stato quindi di cominciare a restituire non solo la storia di quello spazio ma anche delle esistenze e del pensiero di coloro i cui nomi hanno qui trovato dimora. Questi aspetti della memoria sono stati al centro del lavoro di molti e sottotraccia nel lavoro di tutti: di chi si è occupato di delineare un profilo esistenziale dei caduti, di chi ha studiato le ideologie e le politiche che hanno animato i periodi tribolati delle guerre e dei dopoguerra o ha analizzato i processi istituzionali e la mentalità in tempo di guerra, di chi ha indagato sull’assetto e le trasformazioni architettoniche della corte. Ma il problema del tempo passato, delle tracce che lascia e di come conservarle si è posto anche a chi ha compiuto ricerche sui documenti e a chi ha studiato le pietre del sacrario e ne ha avuto cura.
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Becucci, Stefano, ed. Oltre gli stereotipi. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-764-1.

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Abstract:
Il volume raccoglie una serie di scritti di Renzo Rastrelli (1948-2008), a lungo docente di Storia politica e diplomatica dell’Asia orientale presso la facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” di Firenze. L’antologia di testi mette in evidenza alcuni aspetti salienti del lavoro scientifico dell’autore: l’analisi, di là da stereotipi di senso comune, sull’immigrazione cinese in Italia; le dinamiche interne circa le modalità associative e le forme di interlocuzione che le comunità cinesi hanno con la società italiana; infine, il contesto sociale più ampio nel quale si trovano i migranti cinesi, richiamando l’attenzione sull’intreccio fra normative restrittive all’ingresso e facilitazione di pratiche illegali, che coinvolgono sia cittadini cinesi che italiani.
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Book chapters on the topic "SENSO DEL LAVORO"

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Caruso, Bruno, and Loredana Zappalà. "Un diritto del lavoro ‘tridimensionale’: valori e tecniche di fronte ai mutamenti dei luoghi di lavoro." In Studi e saggi, 29–79. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-484-7.06.

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Abstract:
The essay analyses the changes in labour law by examining working places’ modifications induced by the most meaningful driver: technology. In this perspective, the authors point out three macro scenarios. The first relates to industry 4.0 and to the notion of “cognitive enterprise”. This could, or should, act as a magnet model considering its social and organizational positive consequences. The second is the traditional work organization re-considered in the light of new technologies’ impact; it generates a kind of neo digital Fordism, as does the Amazon model in the logistic sector. The third scenario is linked to the rise of the gig economic, with its “workers on tap” (i.e. the platform economy with the algorithm as a boss). These different scenarios, even if characterised by blurred borders, imply the need to think of Labour law differently than in the past. Beyond its traditional protective function, there should be a promotional one, aimed at developing capabilities and positive liberties of the person in the workplace. In the face of this three-fold dimension of the workplaces and of the expansion of Labour law functions, it is also necessary to rethink its techniques and principles. In that sense, the authors propose a different regulatory perspective: no more rigid and uniform rules, as happened in the “short century”, but a regulation made by differentiation, adaptations, extensions, dilutions. With a unifying value: the reference to the individual, to her/his life project, and ultimately to her/his dignity.
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Coin, Francesca. "Introduction." In Culture del lavoro. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-222-2/000.

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Abstract:
In the United States, farm-workers are traditionally excluded from the Fair Labor Standards Act (FLSA) and from the National Labor Relations Act (NLRA) which guarantee basic rights to workers, including the right to organize and engage in collective bargaining. In a sense, farm-workers are confined to a secondary market characterized by substandard wages and labor conditions. This study explores how migrant farm-workers in North Carolina have responded to their labor conditions with a campaign that culminated in the achievement of the first labor contract for guest-workers in US history. Based on ethnographic research, it reflects upon the role of grassroots organizing in challenging a culture of racism that has remained dangerously alive in many parts of our society.
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Coin, Francesca. "Rural Wounds." In Culture del lavoro. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-222-2/001.

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Abstract:
In the United States, farm-workers are traditionally excluded from the Fair Labor Standards Act (FLSA) and from the National Labor Relations Act (NLRA) which guarantee basic rights to workers, including the right to organize and engage in collective bargaining. In a sense, farm-workers are confined to a secondary market characterized by substandard wages and labor conditions. This study explores how migrant farm-workers in North Carolina have responded to their labor conditions with a campaign that culminated in the achievement of the first labor contract for guest-workers in US history. Based on ethnographic research, it reflects upon the role of grassroots organizing in challenging a culture of racism that has remained dangerously alive in many parts of our society.
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Coin, Francesca. "Violence in the Fields." In Culture del lavoro. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-222-2/002.

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Abstract:
In the United States, farm-workers are traditionally excluded from the Fair Labor Standards Act (FLSA) and from the National Labor Relations Act (NLRA) which guarantee basic rights to workers, including the right to organize and engage in collective bargaining. In a sense, farm-workers are confined to a secondary market characterized by substandard wages and labor conditions. This study explores how migrant farm-workers in North Carolina have responded to their labor conditions with a campaign that culminated in the achievement of the first labor contract for guest-workers in US history. Based on ethnographic research, it reflects upon the role of grassroots organizing in challenging a culture of racism that has remained dangerously alive in many parts of our society.
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Coin, Francesca. "The Political Economy of Food." In Culture del lavoro. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-222-2/003.

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Abstract:
In the United States, farm-workers are traditionally excluded from the Fair Labor Standards Act (FLSA) and from the National Labor Relations Act (NLRA) which guarantee basic rights to workers, including the right to organize and engage in collective bargaining. In a sense, farm-workers are confined to a secondary market characterized by substandard wages and labor conditions. This study explores how migrant farm-workers in North Carolina have responded to their labor conditions with a campaign that culminated in the achievement of the first labor contract for guest-workers in US history. Based on ethnographic research, it reflects upon the role of grassroots organizing in challenging a culture of racism that has remained dangerously alive in many parts of our society.
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Coin, Francesca. "Emigration by Dispossession." In Culture del lavoro. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-222-2/004.

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Abstract:
In the United States, farm-workers are traditionally excluded from the Fair Labor Standards Act (FLSA) and from the National Labor Relations Act (NLRA) which guarantee basic rights to workers, including the right to organize and engage in collective bargaining. In a sense, farm-workers are confined to a secondary market characterized by substandard wages and labor conditions. This study explores how migrant farm-workers in North Carolina have responded to their labor conditions with a campaign that culminated in the achievement of the first labor contract for guest-workers in US history. Based on ethnographic research, it reflects upon the role of grassroots organizing in challenging a culture of racism that has remained dangerously alive in many parts of our society.
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Coin, Francesca. "5 Labor Representation in a Right-to-Work State." In Culture del lavoro. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-222-2/005.

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Abstract:
In the United States, farm-workers are traditionally excluded from the Fair Labor Standards Act (FLSA) and from the National Labor Relations Act (NLRA) which guarantee basic rights to workers, including the right to organize and engage in collective bargaining. In a sense, farm-workers are confined to a secondary market characterized by substandard wages and labor conditions. This study explores how migrant farm-workers in North Carolina have responded to their labor conditions with a campaign that culminated in the achievement of the first labor contract for guest-workers in US history. Based on ethnographic research, it reflects upon the role of grassroots organizing in challenging a culture of racism that has remained dangerously alive in many parts of our society.
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Coin, Francesca. "The Affective Dimensions of Farm-Labor Organizing." In Culture del lavoro. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-222-2/006.

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Abstract:
In the United States, farm-workers are traditionally excluded from the Fair Labor Standards Act (FLSA) and from the National Labor Relations Act (NLRA) which guarantee basic rights to workers, including the right to organize and engage in collective bargaining. In a sense, farm-workers are confined to a secondary market characterized by substandard wages and labor conditions. This study explores how migrant farm-workers in North Carolina have responded to their labor conditions with a campaign that culminated in the achievement of the first labor contract for guest-workers in US history. Based on ethnographic research, it reflects upon the role of grassroots organizing in challenging a culture of racism that has remained dangerously alive in many parts of our society.
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Coin, Francesca. "The Human Right to Abuse." In Culture del lavoro. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-222-2/007.

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Abstract:
In the United States, farm-workers are traditionally excluded from the Fair Labor Standards Act (FLSA) and from the National Labor Relations Act (NLRA) which guarantee basic rights to workers, including the right to organize and engage in collective bargaining. In a sense, farm-workers are confined to a secondary market characterized by substandard wages and labor conditions. This study explores how migrant farm-workers in North Carolina have responded to their labor conditions with a campaign that culminated in the achievement of the first labor contract for guest-workers in US history. Based on ethnographic research, it reflects upon the role of grassroots organizing in challenging a culture of racism that has remained dangerously alive in many parts of our society.
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Coin, Francesca. "Conclusion." In Culture del lavoro. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-222-2/008.

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Abstract:
In the United States, farm-workers are traditionally excluded from the Fair Labor Standards Act (FLSA) and from the National Labor Relations Act (NLRA) which guarantee basic rights to workers, including the right to organize and engage in collective bargaining. In a sense, farm-workers are confined to a secondary market characterized by substandard wages and labor conditions. This study explores how migrant farm-workers in North Carolina have responded to their labor conditions with a campaign that culminated in the achievement of the first labor contract for guest-workers in US history. Based on ethnographic research, it reflects upon the role of grassroots organizing in challenging a culture of racism that has remained dangerously alive in many parts of our society.
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Conference papers on the topic "SENSO DEL LAVORO"

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Decandia, Lidia. "Rimettere in moto e lavorare il tempo per prendersi cura dei territori contemporanei." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7976.

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Abstract:
Il saggio intende problematizzare e argomentare l’idea che le sopravvivenze del passato presenti nei territori contemporanei non debbano essere trattate come immagini e simulacri di un tempo che non è più, ma piuttosto come dei sintomi, dei segnali, degli inciampi di tempo che possono aiutarci a comprendere e ad avere cura del nostro presente. Un presente che non è una terra desolata e priva di qualità, ma piuttosto un mare che contiene abissi, grovigli vortici in cui si mescolano diverse temporalità. In questo senso il passato, contenuto nel territorio, può essere inteso come una sorta di grande inconscio con cui fare i conti per avviare un lavoro di smontaggio, attraverso cui sciogliere quei grovigli che bloccano il nostro presente, ma anche come un lavoro di scavo che potrebbe aiutarci a portare alla luce perle inabissate, liberare energie sepolte, profezie di futuro dimenticate che potrebbero contribuire a ripensare il nostro presente. E' partendo da questo presupposto che si vuole introdurre il tema della cura. L’idea attorno a cui si intende lavorare è quella di esplorare questo concetto partendo dal presupposto che sia proprio attraverso questo lavoro complesso di erosione e di scavo in profondità che occorra ripartire per stabilire relazioni profonde e significanti con il territorio. Un territorio che non può più essere inteso come una superficie a cui sovrapporre qualsiasi contenuto, ma piuttosto semmai come un “campo di energie” che contiene placente d’ombra, latenze, memorie che entrano in collisione col presente.
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Passoni, Andressa Gabriela Jana. "HEMORRAGIA PULMONAR INDUZIDA POR EXERCÍCIO NA VETERINÁRIA: REVISÃO DE LITERATURA." In I Congresso Brasileiro Online de Práticas Veterinárias: Uma abordagem para animais de grande porte e produção Animal. Revista Multidisciplinar em Saúde, 2022. http://dx.doi.org/10.51161/granvet-36.

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Abstract:
Introdução: A hemorragia pulmonar induzida por exercício (HPIE) consiste no achado de sangue no trato respiratório superior e/ou inferior e alvéolos pulmonares, seguidamente ao exercício, devido ao aumento da pressão vascular pulmonar, com falha na tensão do capilar e, assim, rompimento do mesmo, dentre outros fatores, tornando-a multifatorial. Tal afecção pode ser buscada através do uso de endoscópio introduzido por uma das narinas e lavado traqueobrônquico. Objetivo: revisar a literatura quanto a causas e alguns dos métodos diagnósticos empregados na HPIE mais aceitos na comunidade científica. Material e métodos: A pesquisa foi realizada através de busca nas seguintes bases de dados: Google Acadêmico e Scielo. A busca por material bibliográfico ocorreu no período de dezembro de 2021 à janeiro de 2022, sendo a filtragem dos artigos, pela leitura completa, selecionando apenas trabalhos em português. Resultados: No momento em que ocorre a externalização do sangue nas vias aéreas, o atleta apresenta queda de performance pois há dificuldade na oxigenação de seus tecidos. A pressão dos capilares em repouso é de 25mmHg, porém, em exercícios de alta intensidade, chega a 115 mmHg, sendo que no momento em que se encontra entre 75mmHg e 115mmHg, há o rompimento dos mesmos e os alvéolos se enchem de sangue. Porém, em laudos veterinários, nos quais não é possível observar nenhum grau de hemorragia ou grau 1 e 2, o sangramento nasal, mais possivelmente, poderá ter origem traumática. A realização da técnica diagnóstica com endoscópio é indicada após uma a duas horas após a atividade física, sendo, por meio desta, possível se realizar a graduação e ter uma ação preventiva na doença, visando melhor desempenho e vida útil no esporte para o atleta. Já a técnica de lavado traqueobrônquico, é indicada quando já se passou até uma semana do exercício, sendo de relevância para animais que não apresentaram sangramento. Conclusão: É necessário se atentar ao estudo do momento em que se encontra o animal para que seja feita a escolha do melhor método diagnóstico.
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Andrade, Thiago, Rogério Antônio Silva, Christiano De Sousa Machado de Matos, Margarete Marin Lordelo Volpato, Alessandro Botelho Pereira, and Danton Diego Ferreira. "Predição de pragas e doenças no cafeeiro utilizando Redes Neurais Arti´ficiais." In Congresso Brasileiro de Automática - 2020. sbabra, 2020. http://dx.doi.org/10.48011/asba.v2i1.1286.

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Abstract:
As pragas e doenças no cafeeiro, ocasionadas por bicho-mineiro, broca-do-café, ferrugem e cercosporiose, chegam a atingir ate 50% de uma lavoura cafeeira, podendo causar grandes prejuízos aos cafeicultores. Sendo assim, os sistemas inteligentes são de suma importância para predizer esses danos ao cafeeiro. As redes neurais articiais do tipo perceptron multicamadas, foram os sistemas inteligentes utilizados neste trabalho para prever a porcentagem de ocorrência de pragas e incidência de doenças no cafeeiro. Foram utilizados dados meteorológicos, tais como: temperaturas mínima e máxima, precipitação pluviométrica, umidade relativa do ar, incidência de raios solares e pressão atmosféerica como variáveis de entrada do modelo. O valor dos dados referentes as pragas e doenças se deram quantitativamente e foram coletados no Campo Experimental da EPAMIG de São Sebastião do Paraíso, no sul de Minas Gerais. Foram empregadas as méetricas estatísticas RMSE e R2 para vericar o quão o modelo de rede neuralarticial proposto está predizendo as manifestações de pragas e doenças adequadamente.
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Campos Rodrigues, Karen, Heber Martins de Paula, Antrover Panazzolo Sarmento, and Marina Sangoi de Oliveira Ilha. "Tratamento de Águas Cinzas de Máquina de Lavar Roupas com Coagulantes Químicos e Natural." In XIII SIMPÓSIO NACIONAL DE SISTEMAS PREDIAIS [SISPRED 2019]. Antac, 2021. http://dx.doi.org/10.46421/sispred.v1i.1598.

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Abstract:
RESUMO: A Moringa Oleífera (MO) é um coagulante natural que vem sendo utilizado para o tratamento de águas superficiais e residuárias, de modo a diminuir a quantidade de coagulantes químicos que são empregados para este fim. Este trabalho tem o objetivo de comparar o uso de dois coagulantes químicos (sulfato de alumínio – SA e nitrato de cálcio – NC) e de uma solução de Moringa Oleifera extraída em nitrato de cálcio (MO+NC) no tratamento de águas cinzas provenientes da máquina de lavar roupas. Os parâmetros avaliados foram pH, turbidez e volume de lodo gerado, cujos resultados foram comparados por meio do teste de Scott-Knott para a definição das dosagens ótimas de cada coagulante. Para o SA, a dosagem ótima foi de 3 ml L-1 e propiciou a redução de 98,9% na turbidez com pH igual a 6,0; para a MO+NC, foi 25 ml L-1, com redução de 98,8% na turbidez e pH igual a 6,5. O uso do NC exclusivamente propiciou o aumento da turbidez em até 19,3%. Considerando-se apenas os parâmetros em estudo, verifica-se que a água tratada com MO+NC, poderia ser utilizada para o reúso de água residencial.
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Abdala, Mahuan Capeletto, and Antonio Marcos Massao Hachisuca. "Utilização da Arquitetura de Computação em Névoa e Estações Agrometeorológicas para o Acompanhamento do Clima na Lavoura." In Congresso Latino-Americano de Software Livre e Tecnologias Abertas. Sociedade Brasileira de Computação - SBC, 2019. http://dx.doi.org/10.5753/latinoware.2019.10340.

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Abstract:
A agricultura moderna exige o aumento da produção de alimentos para suprir as demandas do crescimento da população mundial. Para este objetivo, novas tecnologias e soluções estão sendo aplicadas neste domínio, através da coleta e processamento de informações para aumentar significativamente a produtividade. Nos últimos anos, a evolução tecnológica, permitiu a produção de componentes eletrônicos como sensores e micro controladores a um custo acessível, permitindo que novos conceitos fossem criados, dentre eles destaca-se a Internet das Coisas (Internet of Things – IoT). Através do uso de diversos sensores distribuídos pela lavoura é possível monitorar diferentes variáveis como solo, clima e a própria cultura, porém, o monitoramento remoto das lavouras é um grande desafio tecnológico, pois existe a necessidade de transmitir, armazenar e processar grandes volumes de dados gerados pela rede de sensores, assim como possuir viabilidade econômica para a sua utilização em larga escala e em pequenas propriedades. Para auxiliar no tratamento desse grande volume de dados no local da aplicação é necessário adicionar uma camada de poder computacional entre os dispositivos IoT e a nuvem. Nesse sentido surge um novo conceito chamado computação em névoa, este trata de realizar análise, armazenamento e processamento dos dados na borda da rede. Neste contexto está o projeto SmartFarm, que se baseia no desenvolvimento de solução de hardware e software para a construção de uma rede de sensores agrícolas (AioT). Essa arquitetura possibilita ao produtor e/ou pesquisadores acompanhar os diversos estádios da planta remotamente e em tempo real auxiliando-os na tomada de decisão. Dessa forma para o desenvolvimento de uma plataforma de comunicação, armazenamento e pré-processamento de dados, foi utilizado um Raspberry Pi 3 modelo B atuando como névoa, protocolo de comunicação MQTT (Message Queuing Telemetry Transport) e uma API desenvolvida em Node.js para o fornecimento das informações para o usuário.
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Martins, Andressa Ana, Marco Antônio Zandavalli Toledo, and Eliara Marin Piazza. "DESEMPENHO DE BEZERROS EM SISTEMA SILVIPASTORIL." In I Congresso Brasileiro Online de Práticas Veterinárias: Uma abordagem para animais de grande porte e produção Animal. Revista Multidisciplinar em Saúde, 2022. http://dx.doi.org/10.51161/granvet-52.

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Abstract:
Introdução: O sistema silvipastoril é uma opção tecnológica de integração lavoura-pecuária-floresta, que consiste na combinação intencional de árvores, pastagens e animais numa mesma área e ao mesmo tempo. Esse sistema possibilita a produção animal considerando o bem estar dos animais. Objetivo: Deste modo, o presente estudo teve como objetivo avaliar o desempenho de bezerros de corte em pastejo no sistema silvipastoril. Material e métodos: A área experimental utilizada foi de 30 hectares, nesta área foram implantadas duas espécies forrageiras, a braquiária no período estival e o no período hibernal foi realizada a semeadura do azevém (Lolium multiflorum L.), estabelecendo assim, um consórcio. A avaliação foi realizada em 5 bezerros, meio sangue zebuíno, durante o inverno, portanto, sob pastejo de azevém. A produção de massa de forragem foi estimada através do método de quadrado de área conhecida, sendo que a entrada dos animais ocorreu quando a pastagem atingiu, em média, de 30 centímetros de altura. As árvores presentes no sistema são o Eucalipto (Eucalyptus camaldulensis), estabelecidos em linhas duplas com espaçamento de 3 metros entre arvores e de 25 metros entre linhas. Os dados foram submetidos à análise de variância e quando significativos, foi aplicado o teste de Tukey (P<0,05). Resultados: A produção de massa verde de forragem foi de 5.778 kg/ha, o que correspondeu a produção de matéria seca de 1.556 kg/ha. O peso médio dos bezerros foi de 156,06 kg de peso vivo, sendo que todos os animais apresentaram ganho de peso, sendo em média de 0,964 kg/dia. Todos os animais apresentaram desempenho semelhante não havendo diferença estatística entre os animais. Conclusão: Deste modo, conclui-se que o sistema silvipastoril proporciona um desempenho eficiente em bezerros de corte.
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Reuter, Rafaela Luana. "ANÁLISE FOLIAR COMO FERRAMENTA DE DIAGNÓSTICO DE EVENTUAIS DEFICIÊNCIAS NUTRICIONAIS EM LAVOURAS COMERCIAIS DE SOJA." In I Congresso Nacional de Ciências Agrárias On-line. Revista Multidisciplinar de Educação e Meio Ambiente, 2021. http://dx.doi.org/10.51189/rema/1603.

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Abstract:
Introdução: A avaliação do estado nutricional da soja é de extrema importância para se realizar um planejamento dos manejos nutricionais a serem realizados na lavoura, pois vai ser o fator determinante de qual nutriente deve ser aplicado via adubação. O uso de análises foliares tem se intensificado pelo fato de obter resultados que ajudam na tomada de decisão por mostrar o que a planta realmente está extraindo do solo, e usando em seu desenvolvimento. Objetivo: Avaliar no decorrer das safras as alterações dos nutrientes nas plantas de soja que são representados na análise foliar em relação as diferentes cidades situadas na região oeste do Paraná, diagnosticando as possíveis causas das deficiências e excessos. Material e Métodos: O trabalho foi conduzido a partir do banco de análises de folhas cedido pela C.Vale Cooperativa Agroindustrial, no período compreendido entre as safras 2014/2015 a 2018/2019. Os resultados das análises de folha foram provenientes dos municípios, Alto Piquiri, Assis Chateaubriand, Brasilândia do Sul, Francisco Alves, Guairá, Maripá, Nova Santa Rosa, Palotina e Terra Roxa, região oeste do estado do Paraná. O material vegetal foi coletado no estádio R2 em seguida, encaminhado para análise química, determinando-se nas amostras de tecido vegetal teores de N, P, K, Ca, Mg, S, Cu, Fe, Mn, Zn e B. Os resultados das análises de folha foram tabulados e submetidos a análise variância e quando significativos, as médias para as safras foram submetidas ao teste de Tukey a 5% de probabilidade, enquanto para os municípios, ao teste Scott-Knott a 5% de probabilidade. Resultados: Os municípios que obtiveram menores teores dos nutrientes foram os de característica do solo arenoso (Alto Piquiri, Brasilândia do Sul, Francisco Alves), por terem menor capacidade tampão e do menor tempo de cultivo comparado aos demais municípios de solos argilosos (Assis Chateaubriand, Guairá, Maripá, Nova Santa Rosa, Palotina e Terra Roxa). Conclusão: O manejo de adubação de cada nutriente, e das condições ambientais de cada ano agrícola mostraram-se determinantes em relação aos resultados das análises, assim as análises foliares demonstram o real manejo que está sendo realizado na lavoura além das condições ambientais, dando um diagnóstico preciso.
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Amaru, Victória Nunes, and Felipe Marti Garcia Chavez. "REVISÃO DA LITERATURA: A HETEROGENEIDADE CLÍNICA E EPIDEMIOLÓGICA EM PACIENTES COM LEISHMANIOSE TEGUMENTAR AMERICANA NO BRASIL." In I Congresso Brasileiro de Parasitologia Humana On-line. Revista Multidisciplinar em Saúde, 2021. http://dx.doi.org/10.51161/rems/729.

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Abstract:
Introdução: A Leishmaniose Tegumentar Americana (LTA) é uma zoonose causada por protozoários do gênero Leishmania. Apresenta manifestação heterogênea de pele e mucosas, sendo os vetores insetos hematófagos como os do gênero Lutzomya. Segundo o Ministério da Saúde, em 2019 foram registrados 16.135 novos casos de LTA no Brasil, sendo 94,2% na sua forma cutânea. Objetivo: Realizar um levantamento bibliográfico para analisar e comparar dados relativos às diferentes manifestações clínicas cutâneas e características epidemiológicas dos pacientes com LTA no Brasil, a fim de ampliar o conhecimento dos profissionais da saúde acerca do tema e auxiliar no diagnóstico precoce da doença. Material e métodos: Trata-se de um estudo de revisão da literatura com abordagem descritiva e analítica. Foi realizada em janeiro de 2021 uma busca eletrônica nas bases de dados PubMed, Biblioteca Eletrônica Científica Online e Biblioteca Virtual em Saúde. As palavras de busca foram: “leishmaniose”, “tegumentar”, “clínico”, “epidemiológico”, “leishmaniasis”, “cutaneous”, “clinical”, “epidemiological”. Analisaram-se 7 estudos dos últimos 15 anos com foco nas variáveis sexo, faixa etária, forma de apresentação da doença, localização das lesões e características das lesões. Resultados: Houve predomínio da doença em homens, onde 6 estudos indicaram percentuais maiores que 68%. Observou-se maior prevalência em adultos, porém em relação à faixa etária predominante, os resultados foram heterogêneos. A forma cutânea da doença prevaleceu sobre as demais, com o menor percentual de 68%. Referente aos locais das lesões, os mais afetados foram membros inferiores e superiores, cabeça e pescoço, havendo alternância de prevalência desses entre os estudos. As lesões do tipo úlcera foram as mais encontradas, porém lesões do tipo placa, pápula, nódulo, vegetante, crostosa, verrucosa, ectimatóide, infiltrativa, sarcoídica e impetigóide também foram identificadas. Conclusão: No Brasil, a LTA se mostrou mais prevalente em adultos do sexo masculino, o que se deve ao fato desses serem maioria em atividades laborais mais susceptíveis à ação dos vetores, como a lavoura. Em relação à forma cutânea, as áreas do corpo mais afetadas foram aquelas menos protegidas por vestimentas, e diversos tipos de lesão foram identificados, sendo a úlcera mais prevalente. Portanto, torna-se imprescindível conhecer essas variantes para o diagnóstico precoce da LTA.
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Valentim, Francisco das Chagas Diassis Jácome, Sâmya Pires Batista De Azevêdo, Thayonara Irineu Da Costa, and Jamile Rodrigues Cosme De Holanda. "FATORES QUE PROPICIAM A INFECÇÃO POR CLOSTRIDIUM TETANI: UMA REVISÃO DE LITERATURA." In I Congresso Nacional de Microbiologia Clínica On-Line. Revista Multidisciplinar em Saúde, 2021. http://dx.doi.org/10.51161/rems/1180.

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Introdução: A bactéria Clostridium tetani, é um habitante natural do solo e encontrada nas fezes humanas e de animais domésticos, sendo mais conhecido como o agente causador do Tétano. Ela libera suas neurotoxinas transmissíveis que irão, posteriormente, cessar a neurotransmissão inibitória. E assim, podendo causar rigidez, espasmos musculares e disfunção autonômica em pessoas infectadas. Objetivos: Reunir evidências científicas a respeito da bactéria Clostridium tetani e os fatores que propiciam a sua possível infecção, bem como o tratamento ideal. Material e Métodos: Foi realizado por meio da revisão bibliográfica e relatos de caso, entre os anos de 2011 e 2020, por meio dos bancos de dados: SCIELO e MEDLINE. Resultados: Diante a realização da pesquisa, foi evidenciado que a areia, galhos, arbustos, instrumentos de lavoura, fezes de animais ou humanas, são ambientes que, em contato com algum ferimento, propiciam a infecção por Clostridium tetani. Outras pesquisas e relatos, ainda destacam também a existência desse agente infeccioso em metais enferrujados, sendo esse, o ambiente mais comum e fácil para o contágio do ser humano. Portanto, a criança ou adulto, pode se infectar tanto através de superfícies enferrujadas quanto o contato direto com o solo. Segundo dados epidemiológicos a maior incidência de tétano é acidental, através de um corte ou laceração de um material metálico enferrujado, variando de 500 mil a 1 milhão de casos no mundo, mesmo havendo a realização da vacina contra difteria, tétano e Coqueluche (DTP) antes dos dois meses de idade ou feita a reposição antitetânica quando adulto. Quando desenvolvida a infecção, a abordagem terapêutica ideal para o seu tratamento consiste, inicialmente, na limpeza do ferimento e antibioticoterapia. Em casos graves contabilizando: rigidez, espasmos musculares e a disfunção autonômica, realiza-se: sedação, bloqueio neuromuscular e suporte ventilatório. Conclusão: Tem-se que os objetos metálicos enferrujados e o contato de feridas com o solo, são as formas mais propícias à infecção pelo C. tetani. Seguidos do descuido com o protocolo imunização da vacina antitetânica.
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DA SILVA CAMARGO, DANIELA, and MIRIAN SILIANE BATISTA DE SOUZA. "HISTEROCELE INGUINAL EM CADELA COM PIOMETRA- RELATO DE CASO." In Congresso Online Acadêmico de Medicina Veterinária. Congresse.me, 2022. http://dx.doi.org/10.54265/inrm1059.

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1 INTRODUÇÃO A histerocele inguinal é uma afecção caracterizada pela protrusão do útero pelo canal inguinal sem ruptura do peritônio. Pode ser classificada como, histerocele inguinal, umbilical, diafragmática, podendo estar relacionado a gestação ou piometra sendo pouco frequente na espécie canina. Apresenta como fator predisponente o aumento da pressão intra-abdominal, acompanhado pelo enfraquecimento das estruturas do contorno adjacentes; associado ao desequilíbrio hormonal que enfraquece o tecido conjuntivo, alargando os anéis inguinais. 2 OBJETIVO O presente trabalho tem como objetivo relatar um caso de histerocele inguinal associada a piometra em um cão. 3 RELATO DE CASO Descreve um caso de histerocele inguinal em uma cadela com piometra, da raça Blue Heller, 5 anos, pesando 23kg. Animal foi atendido com queixas de apatia, anorexia e êmese. Ao exame físico, o animal apresentava apatia, desidratação 6% distensão abdominal com aumento de volume inguinal esquerdo. Foi realizado exames hematológicos que apresentou leucocitose 18.000 com desvio a esquerda de 5% e bioquímicos sem alterações. Na ultrassonografia abdominal foi evidenciado piometra com grave dilatação uterina comprimindo demais órgãos abdominais; hérnia inguinal esquerda com segmento uterino herniado; alterações renais compatíveis com insuficiência renal aguda. O animal foi então encaminhado para cirurgia. Como medicação préanestésica, foi utilizado a metadona na dose de 0,3mg/Kg, indução com cetamina 0,1mg/Kg e propofol 3mg/kg e manutenção anestésica com isofluorano. Realizado celiotomia mediana, visualizado grande aumento de volume uterino, corno esquerdo encarcerado na hérnia inguinal. Iniciado procedimento pela ovariohisterectomia (OH) no corno uterino direito com transfixação de pedículos ovarianos e coto uterino com fio nailon 2-0. Removido saco herniário e ampliado o anel inguinal para conseguir passar a parte do corno esquerdo que estava encarcerado, ordenhado conteúdo uterino em direção a parte do corno que estava na cavidade abdominal, para permitir a passagem do restante do útero pelo anel. Após finalização da OH, realizado herniorrafia inguinal utilizado nailon 2-0, sutura padrão Sultan na musculatura, subcutâneo com intradérmica, ambos com nailon 2-0 e pele sutura simples separado com fio nailon 3.0. Lavado a cavidade abdominal com solução NaCl 0,9% estéril aquecida. Após, foi realizado a celiorrafia (musculatura padrão Sultan com nailon 0, intradérmico nailon 2-0 e pele nailon 3-0.) 4 DISCUSSÃO Após procedimento cirúrgico animal foi encaminhado para internamento sendo instituído tratamento com fluidoterapia intravenosa com ringer com lactato 5ml/kg/h enrofloxacino 10mg/Kg SID, omeprazol 1mg/Kg SID, ondansetrona 0,5 mg/Kg BID, dipirona 25mg/Kg TID, cloridrato de tramadol 4mg/kg TID, dando continuidade com mesmas medicações em casa. Animal retornou em dez dias para retirada dos pontos e apresentava boa recuperação e ausência de sinais clínicos, recebendo alta médica. 5 CONCLUSÃO Conclui-se que a conduta clinicocirúrgica foi efetiva para recuperação do paciente. Enfatiza que se torna se suma importância ter conhecimento sobre à afecção, mesmo sendo de rara ocorrência, para assim encaminhar para conduta correta e sempre orientar tutores sobre a OH preventiva. PALAVRAS-CHAVE: hérnia inguinal, infecção, útero, cão
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