Academic literature on the topic 'Senso al lavoro'

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Journal articles on the topic "Senso al lavoro"

1

Pantano, Fabio. "Il lavoro a distanza dopo la pandemia: problemi organizzativi e soluzioni giuridiche." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 113 (July 2022): 167–82. http://dx.doi.org/10.3280/qua2021-113008.

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Abstract:
La diffusione "forzata" del lavoro a distanza durante la crisi pandemica ha consentito di sperimentare le principali problematiche organizzative che questa forma di lavoro solleva in relazione al benessere psico-fisico dei lavoratori, al loro rendimento e al loro senso di soddisfazione rispetto all'attività svolta. Gli studi di-sponibili evidenziano come una risoluzione razionale di questi problemi richiederebbe una modifica radicale dei modelli organizzativi, con un passaggio dai sistemi gestionali fondati sul controllo a una nuova impostazione incentrata sull'esaltazione della fiducia, dell'autonomia e della collaborazione. La cultura giuridica dimostra di trovarsi impreparata rispetto a questa prospettiva. In partico-lare, le scelte poste in essere dal legislatore si rivelano improntate a una visione tradizionale, fondata sull'idea che il lavoro sia quello svolto nell'impresa in senso fisi-co. In Italia, la legge n. 81/2017 rimette la definizione delle modalità di svolgimen-to del «lavoro agile» ad un accordo individuale tra datore di lavoro e lavoratore, tralasciando il ruolo che potrebbe essere svolto dalla contrattazione collettiva. Al contrario, nell'esperienza europea, proprio negli accordi sindacali dimostrano enormi potenzialità - benché ancora non del tutto esplorate - nell'adattamento dei problemi organizzativi del lavoro a distanza alle specificità dei diversi settori produttivi e delle singole aziende.
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2

Borgna, Eugenio. "Un pensiero che non muore." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (November 2011): 129–36. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-003003.

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Abstract:
L'articolo consente di cogliere i cambiamenti innovativi introdotti dai lavori di Enrico Morselli nella realtŕ psichiatrica italiana della prima metŕ del secolo scorso, allora radicata su una cultura positivistica, estranea sia alle influenze della psichiatria fenomenologica che della psicoanalisi. Viene ripercorso il cammino scientifico del Morselli e viene commentato il suo fondamentale lavoro del 1930, relativo alla paziente Elena, che amplia gli orizzonti di senso delle esperienze psicotiche, affermando la possibilitŕ di una cura fondata sul dialogo e l'ascolto.
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3

Morselli, Giovanni Enrico. "Sulla dissociazione mentale." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (November 2011): 15–128. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-003002.

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Abstract:
L'articolo consente di cogliere i cambiamenti innovativi introdotti dai lavori di Enrico Morselli nella realtŕ psichiatrica italiana della prima metŕ del secolo scorso, allora radicata su una cultura positivistica, estranea sia alle influenze della psichiatria fenomenologica che della psicoanalisi. Viene ripercorso il cammino scientifico del Morselli e viene commentato il suo fondamentale lavoro del 1930, relativo alla paziente Elena, che amplia gli orizzonti di senso delle esperienze psicotiche, affermando la possibilitŕ di una cura fondata sul dialogo e l'ascolto.
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Rolando, Piero. "Note sul lavoro con pazienti omosessuali." GROUNDING, no. 2 (December 2011): 31–40. http://dx.doi.org/10.3280/gro2011-002004.

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Abstract:
Viene sostenuta la tesi che il lavoro con i pazienti omosessuali non comporta differenze di rilievo rispetto a quello con i pazienti eterosessuali. Vengono presentate tre vignette cliniche, in cui si evidenzia il ruolo cruciale del contatto e del senso di connessione.
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5

Bentivogli, Marco. "Fiducia nel lavoro." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 113 (July 2022): 145–65. http://dx.doi.org/10.3280/qua2021-113007.

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Abstract:
In "Laudato Sii" Papa Francesco afferma con grande forza che il lavoro digni-toso è quello "libero, creativo, partecipativo e solidale". Il presente saggio mostra quali caratteristiche deve assumere il lavoro e quali modalità organizzative sono più adatte alla sua promozione e valorizzazione nella prospettiva indicata dal Pontefice. In particolare, si individua nello smart working un modello in grado di favorire ed esaltare l'ingaggio cognitivo del lavoratore: fiducia, libertà, responsabi-lità e autonomia sono gli aspetti caratterizzanti del lavoro agile. Tale modello per-mette anche una migliore conciliazione dei tempi di vita e di cura della famiglia, una distribuzione più equilibrata dei carichi familiari e una maggiore partecipazio-ne delle donne al mercato del lavoro e alla vita civile e democratica. Il sindacato può essere un protagonista nel passaggio a forme organizzative in grado di valorizzare la centralità della persona: i capisaldi di una strategia orientata in questo senso sono la contrattazione territoriale e la formazione dei lavoratori.
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6

Algini, Maria Luisa. ""Urtati nel buio"." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 2 (November 2020): 99–113. http://dx.doi.org/10.3280/psp2020-002006.

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Abstract:
Il lavoro sviluppa l'idea che quanto stiamo sperimentando nel tem-po del Covid e ci ha messi in crisi come persone e come analisti, ci co-stringa ad aprire nuovi sguardi sulla clinica e sulla teoria, e ad approfondire il senso della relazione analitica e degli strumenti che usiamo. Le dinamiche imposte dalla pandemia hanno fatto intuire che la qualità del lavoro psicoanalitico si amplia, si rafforza, prende nuovo senso, se siamo capaci di non rimuovere il sentimento di precarietà sperimentato, facendo nostra l'idea che le svolte creative nella storia della psicoanali-si sono nate proprio da tempi drammatici.
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7

De Masi, Franco. "Il delirio: difesa o costruzione psicopatologica?" RICERCA PSICOANALITICA, no. 2 (August 2010): 73–92. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-002008.

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Abstract:
In questo lavoro discuto la natura del delirio per prospettare un approccio terapeutico alla psicosi. Particolare attenzione č data alla natura e alla struttura dell'esperienza delirante e alla sua relazione con la parte sana della personalitŕ. Se delirio rappresenta una costruzione psicopatologica che oblitera la capacitŕ di comprendere l'esperienza emotiva, il lavoro terapeutico consiste nel ridurre il suo potere per recuperare il pensiero intuitivo e ristabilire il contatto con la realtŕ emotiva. Esiste un posto nella mente del paziente, virtualmente inaccessibile, in cui viene continuamente costruito lo stato psicotico. Di qui deriva l'importanza di orientare il lavoro analitico verso la presa di consapevolezza del significato dell'organizzazione psicotica, che tende ad inglobare il sé e a distruggere il senso di realtŕ. In questo senso, come ho cercato di mostrare nei frammenti clinici riportati nel lavoro, i sogni psicotici sono molto utili perché costituiscono la vera comunicazione all'analista che non si realizza fino quando il paziente rimane complice e sottomesso all'organizzazione delirante. Da questo punto di vista mentre il delirio nasconde, il sogno comunica.
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Capone, Vincenza, and Giovanna Petrillo. "Senso di appartenenza degli infermieri all'azienda ospedaliera: relazioni con le percezioni di efficacia personale e collettiva e con il burnout." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (March 2012): 15–38. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001003.

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Abstract:
Questo lavoro ha indagato il senso di appartenenza degli infermieri all'azienda ospedaliera, tenendo conto del genere, del reparto di afferenza e degli anni di permanenza nella struttura. Ulteriore obiettivo č stato quello di indagare la relazione tra il senso di appartenenza di questi operatori sanitari e altre variabili psicosociali, quali le percezioni di efficacia collettiva nella comunicazione in ambito ospedaliero, l'autoefficacia percepita nella comunicazione con il paziente, l'autoefficacia sociale e il burnout. Č stato somministrato un questionario self-report a 840 infermieri (47% maschi e 53% femmine) che lavorano in aziende ospedaliere del Centro e del Sud Italia. I risultati hanno evidenziato livelli piuttosto elevati di senso di appartenenza alla struttura da parte degli infermieri (con differenze per anzianitŕ di servizio e reparto di afferenza) e bassi livelli di burnout. Č stato testato un modello di equazioni strutturali che ha evidenziato come il senso di appartenenza, insieme alle percezioni di autoefficacia comunicativa, risulti un predittore negativo di tutte le dimensioni del burnout. Sono risultati predittori del senso di appartenenza all'azienda ospedaliera le percezioni di efficacia collettiva e l'anzianitŕ di servizio nello stesso ospedale.
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9

Mattei, Alberto. "Il ruolo del diritto internazionale privato nella mobilitŕ transnazionale del lavoro." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 3 (February 2012): 100–104. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-003008.

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Abstract:
Nel mercato transnazionale del lavoro, con il distacco della manodopera previsto dalla direttiva 96/71/CE, il diritto internazionale privato, a partire dalla Convenzione di Roma ora trasfusa nel Regolamento Roma I, puň incidere seriamente sulla disciplina del rapporto di lavoro con elementi di transnazionalitŕ. In tal senso, nella prospettiva del conflitto di leggi, č possibile dare rilievo agli strumenti internazional-privatistici per garantire i diritti sociali dei lavoratori "mobili". Si puň cosě rendere piů uniforme la disciplina dei rapporti di lavoro nell'ambito delle imprese "senza confine", che per loro natura sfuggono alla sottoposizione ad un unico ordinamento giuridico, al fine di dare preminenza al principio di concretezza degli effetti del lavoro transnazionale.
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10

Berlincioni, Vanna, Francesca Acerbi, and Cristina Catania. "Dalla passività dell'attesa alle trasformazioni identitarie. Un'esperienza di gruppo con giovani migranti." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (December 2021): 47–68. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003004.

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Abstract:
Il lavoro riguarda un'esperienza di psicoterapia di gruppo svoltasi in ambito istituzionale presso il dipartimento di Psichiatria dell'Università di Pavia. Il gruppo è stato condotto da una psicoanalista con la partecipazione di due mediatori cul-turali e due osservatori partecipanti, e ha coinvolto soggetti immigrati dall'Africa subsahariana. Oltre a descrivere lo svolgimento degli incontri di gruppo e i contenuti in esso discussi, l'articolo sottolinea l'importanza della mediazione culturale, analizza i vissuti connessi all'attesa della regolarizzazione, affronta il tema dei fraintendi-menti culturali, e valuta l'efficacia terapeutica di gruppi di migranti condotti utilizzando un metodo basato sull'approccio psicoanalitico. La realizzazione di un buon sistema di accoglienza ha permesso ai migranti coinvolti nel lavoro di gruppo di recuperare un senso di appartenenza e di ricostruire e trasformare, per quanto parzialmente, il proprio senso di sé.
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Dissertations / Theses on the topic "Senso al lavoro"

1

PINTO, LAURA. "LE ATTIVITA' DI UTILITA' SOCIALE NELLA GIUSTIZIA PENALE MINORILE. LA COSTRUZIONE DEL "SENSO DI SUCCESSO" CON LO SGUARDO DEL LAVORO SOCIALE: LA VOCE DEI PROTAGONISTI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/135274.

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Abstract:
La ricerca studia in che modo avvenga la co-costruzione della risposta di giustizia ai minori che commettono reato all'interno delle comunità in cui si verificano i fatti penalmente rilevanti. L'osservazione (con lo sguardo del servizio sociale) parte da un concetto di giustizia che, oltre a contenere, può creare opportunità per riparare le conseguenze dei reati commessi da una persona in crescita, rafforzando la responsabilità collettiva piuttosto che punire e comprimere la Agency del soggetto. Gli obiettivi della ricerca: • approfondire la conoscenza di ciò che rende “buona” un'esperienza di giustizia comunitaria promossa dal servizio sociale, dal punto di vista dei professionisti, della magistratura coinvolta, dei minori autori di reato, delle loro famiglie, dei collaboratori locali • esplorare i modi in cui l'assistente sociale agisce nella direzione del successo, accompagnando il minorenne autore di reato e la sua famiglia e facilitando il coping con i membri della rete. I dati sono stati raccolti utilizzando 9 focus group creati raggruppando i partecipanti in modo omogeneo sulla base del loro ruolo e della loro esperienza (compresi autori di reato minorile, assistenti sociali, magistrati, avvocati...), per co-costruire un quadro che descriva gli aspetti positivi per ciascuno delle prospettive dei protagonisti di questo percorso. In una seconda fase, i dati raccolti vengono analizzati in un focus group di secondo livello a composizione mista, comprendente un rappresentante di ciascun ruolo con cui sono stati condotti i focus group precedenti, affrontando l'analisi dei primi dati in modo partecipativo. I risultati mostrano che la risposta della comunità alla commissione di un crimine commesso da un minorenne non è una buona strategia "a priori", perché la comunità può avere paura e sentirsi insicura di fronte agli atti trasgressivi. Se coinvolti, però, la comunità e le persone sanno collaborare attivamente alla coproduzione di attività di riparazione comunitaria con i giovani che hanno commesso un reato. Questo lavoro è un tentativo di ricostruire un processo di risposta dal servizio sociale all'interno del sistema di giustizia penale minorile che può favorire, con successo, il cambiamento individuale e promuovere la fiducia della comunità in modo relazionale.
The research studies how the co-construction of the judicial response to juvenile offenders takes place within the communities where the criminally relevant facts occur. The point of view (from the point of view of social work) is a concept of justice that, in addition to containing, can create opportunities to redress the consequences of crimes committed by a growing person, strengthening collective responsibility rather than punishing and compressing the agency of the subject. The objectives of the research: • deepen the knowledge of what makes a community justice experience promoted by the social service "good", from the point of view of professionals, the judiciary involved, juvenile offenders, their families, local collaborators • explore the ways in which the social worker acts in the direction of success, accompanying the child and his family and facilitating coping. Data were collected using 9 focus groups created by grouping the participants homogeneously basis of their role and their experience (including juvenile offenders, social workers, magistrates, lawyers ...), to co-construct a framework that describe the positive aspects for each of the perspectives of the protagonists of this path. In a second phase, the collected data are analyzed in a second level focus group with mixed composition, including a representative of each role with which the previous focus groups were conducted, addressing the analysis of the first data in a participatory way. Results show that the community response to the commission of a crime is not a good "a priori" strategy, because the community can be afraid and feel insecure in the face of deviant acts. If involved, however, the community and the people know how to actively collaborate in the co-production of community reparation activities with young people who have committed a crime. This work is an attempt to reconstruct a social services response process within the juvenile criminal justice system that can successfully foster individual change and promote community trust in a relational way.
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Finnerty, Ailbhe N. "Investigating Communication and Social Behaviour Using Wearable Sensor Technology." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2015. https://hdl.handle.net/11572/368242.

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Abstract:
The behaviour that we exhibit contributes to the message that is communicated to those that we are interacting with and can have an impact on how the message is conveyed and interpreted. Nonverbal behaviour is just as important to be aware of as well as what is being said, as the subtleties of behaviour can impact the outcome of interactions. Advancements in research technologies have allowed us the chance to investigate natural human behaviour is a variety of settings outside of the laboratory, however, some gaps in the understanding of behaviour exist. The aim of this thesis is to investigate communication and social interactions in a variety of settings, paying particular attention to the methods of data collection, specifically the use of wearable sensors, to investigate phenomenon from social psychology. The thesis aims to address three specific research questions; 1) if can we predict stress using a combination of nonverbal behavioural cues along with physiological measurements, 2) understand the factors affecting happiness and productivity in the workplace from features of communication taken from wearable sensors and 3) determine the stressors that can be characterised from communication patterns assessed through Call Detail Records and smartphone sensors. The studies presented here focus on the nonverbal aspects of communication that can be measured through wearable and sensing devices. In the three types of scenarios that are detailed in the different chapters, the interactions considered are face to face meetings in a one on one interaction, co-location within a defined space in an organisation and the communications of a widely dispersed community. The interactions are recorded by wearable devices such as the Affectiva Q sensor, the Sociometric Badge, and smartphones equipped with sensing capabilities in the form of the funf and P-OWL platforms for data recording, among other forms of data collection. Each of the studies included aspects of self reported assessments that were used as a ground truth measurement of affect: these were annotations of stress, self reports of fear of negative evaluation, self perception, positive and negative affect and stress, among others. The goal was to examine how to use digital traces of behavioural expressions to have a greater understanding of these interactions and how the way in which we interact with others has an impact on the individual. The work from this thesis adds to the existing literature on these various issues by addressing the research questions from a novel perspective. The studies found support for each of the research questions and by using a mixed methods approach and digital traces from wearable sensors gained insights into how communication impacted the individual, revealing the important aspects of communication and their effect on stress, productivity and well-being.
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Poderi, Giacomo. "Making Sense of Users Participation in Open Source Projects: The case of a Mature Video Game." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2013. https://hdl.handle.net/11572/368753.

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Abstract:
Through a cyberethnographic informed approach applied to a mature Free and Open Source Software video game collective this research addressed a central issue in contemporary information age: the increasing place taken by users in creating and maintaining innovative public goods thanks to the distributed carrying capacity of the Internet. The empirical work is based on an ethnographic immersion in the field and on interviews and it is theoretically informed by Actor-Network Theory and integrated with insights coming from Action Nets.
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RISMONDO, STEFANO. "LA SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AI CANTIERI TEMPORANEI E MOBILI DEGLI APPALTI PUBBLICI E PRIVATI, AI SENSI DEL D.LGS. 494/96, COME MODIFICATO DAL D. LGS. 528/99." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2003. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12647.

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Abstract:
2001/2002
La presente dissertazione parte da una constatazione fin troppo banale, ovvero dal fatto che: " ... Storicamente il mondo delle costruzioni, nella sua accezione più ampia, non si è mai reso ben conto, fino in fondo, dei cambiamenti epocali che hanno caratterizzato i problemi relativi alla sicurezza del lavoro nel corso di questi ultimi decenni ... ". Ora, partendo da questo presupposto così banale quanto nefasto nella sua semplicità e nelle sue implicazioni la ricerca propone una serie di considerazioni che in parte negano tale assunto. Se da una parte è vero che scorrendo gli annuari relativi agli infortuni sul lavoro, dello specifico settore delle costruzioni, ci si accorge che nonostante il tempo sia trascorso, anche con l'emanazione di un gran numero di nuove norme, le cose non sono poi cambiate un granché, dall'altra, analizzando attentamente e con senso maggiormente critico i dati quantitativi a disposizione si evince che, di fatto, il problema "sicurezza" si è, in qualche modo, evoluto nel tempo, ma non in eguale misura rispetto ad altri comparti delle attività produttive. Di fatto, il "cantiere edile" ha delle peculiarità e delle specificità che lo contraddistinguono fortemente da tutte le altre attività produttive specialmente per quanto concerne i rischi, insiti nel continuo evolversi delle situazioni ambientali, estremamente variabili al mutare della vita stessa del cantiere, e per quanto concerne l'importante materia della prevenzione dei rischi d'infortunio sul lavoro. Eppure, come si diceva poc'anzi, nel corso di questi ultimi decenni molti provvedimenti legislativi, specifici per il settore delle costruzioni, si sono susseguiti nel tempo richiedendo il rispetto di un numero sempre crescente di norme prevenzionali e comportamentali, tutte orientate alla tutela della sicurezza dei lavoratori impiegati nei cantieri. Ciò a dimostrare che la semplice emanazione ed applicazione di regole astratte non sono sufficienti da sole a risolvere l'annoso problema della sicurezza negli ambienti di lavoro. Si è quindi reso evidente che il ''problema sicurezza" doveva essere affrontato mediante un nuovo approccio ed efficaci nuove metodologie che richiedessero una innovativa ''presa di coscienza" da parte di tutti gli operatori del settore. Ovvero, in siffatta prospettiva, ci si è resi conto che era necessario far nascere una nuova "cultura della sicurezza" attraverso non solo l'emanazione di norme rivoluzionarie, per il ridisegno dell'intera disciplina in materia, ma anche e soprattutto attraverso la definizione di nuovi soggetti responsabili ai quali assegnare quei delicati e strategici compiti di "costruire", attraverso la collaborazione e con il concorso degli operatori tutti, una sicurezza che sia finalmente "effettiva ed efficace" e non solamente ipotetica e puramente teorica e come tale foriera di oscuri presagi. Ed è in questo contesto che nasce la nuova disciplina quadro per la sicurezza nei cantieri temporanei e mobili, ormai entrata in vigore da diversi anni. Di fatto, il nuovo impianto normativo è stata introdotto nel nostro ordinamento con l'entrata in vigore del famigerato D.Lgs. 494/96, detto anche "Decreto cantieri", che ha finalmente recepito i contenuti della direttiva comunitaria 92/57/CEE del 24 giugno 1992, in materia di "Prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei e mobili". Vengono così individuate e analiticamente definite delle nuove figure professionali, alle quali viene richiesta una specifica preparazione e particolari attitudini, che in diversi modi e tempi e con diverso grado di responsabilità sono chiamate a porre concretamente in essere quanto sopra menzionato. Oltre a ciò, al fine di raggiungere tale obiettivo, si è resa palese la necessità di affrontare le tematiche legate alla sicurezza del lavoro in maniera preventiva, ovvero mentre l'opera sta per essere ideata, con il conseguente coinvolgimento di quel soggetto per il quale l'opera viene realizzata: il "committente dei lavori". Tale figura, strategicamente determinante nelle scelte progettuali e storicamente sinora sempre tenuta estranea alle questioni legate alla sicurezza del cantiere, oggi è chiamata a svolgere un compito fondamentale, con la contestuale attribuzione di pesanti responsabilità, per la salvaguardia della salute e dell'integrità fisica dei lavoratori, oltre che nella fase progettuale dell'opera, anche nella fase esecutiva della stessa. Nonostante tutto ciò il "mondo delle costruzioni", fatica non poco ad entrare in quest'ottica e ancor oggi le regole di cui sopra si faceva cenno stentano nel concreto ad essere pienamente ed efficacemente applicate. La dissertazione di che trattasi, quindi, è stata suddivisa in cinque capitoli, oltre alle conclusioni finali, nei quali sono state trattate approfonditamente le tematiche fin qui troppo superficialmente esposte. Nel primo di questi, preceduto da una serie di considerazioni formulate nelle premesse, è stata fatta un'analisi storica riguardante la sicurezza nei cantieri in relazione anche alle norme che nel tempo si sono susseguite. Più nello specifico, per meglio capire quali sono state e quali sono oggi le norme che governano questo particolare settore produttivo, è stata svolta un'analisi storica concernente l'evoluzione normativa in materia di sicurezza del lavoro partendo dai primi timidi tentativi di regolamentazione risalenti già agli inizi del novecento. Sono stati citati, nell'ordine, gli articoli del codice penale, del codice civile e della Costituzione della Repubblica Italiana, concernenti l'argomento, quali primi decisivi passi ancor oggi più che attuali. Sono stati altresì citati i primi provvedimenti legislativi degli anni '50 e '70 con un particolare riguardo alle norme più importanti in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro ancora oggi in vigore e ritenute unanimemente pietre miliari della materia. Ed è così che si è approfondita l'analisi dei singoli provvedimenti legislativi partendo dal D.P.R. 547/1955, passando poi al D.P.R. 164/1956 ed infine al D.P.R. 303/1956, ripeto, tutte norme facenti parte integrante della disciplina organica della sicurezza negli ambienti di lavoro. Le grandi riforme degli anni '90, anch'esse oggetto di attenta analisi, ispirate ed omologate alla forte azione propositiva e dinamica fornita dalla promulgazione di una numerosa serie di Direttive comunitarie, aventi come unico obiettivo dichiarato, da una parte, di omogeneizzare le diverse discipline degli Stati membri in materia di sicurezza ed igiene del lavoro, e dall'altra, aumentare di fatto gli standards di sicurezza in tutti i Paesi, nel ridisegnare completamente la disciplina, pur mantenendo in vigore le precedenti norme di dettaglio ritenute ancora attuali, hanno decisamente contribuito a far nascere una nuova "cultura della sicurezza". Così sono stati approfonditi meglio i vari aspetti legati all'entrata in vigore del D.Lgs. 277/91, del D.Lgs. 626/94, che del "decreto cantieri" ne è il precursore, del D.Lgs.459/96, del D.Lgs. 493/96, ed infine del D.Lgs. 494/96. Più nello specifico, le norme di cui al D.Lgs. 494/96 poi modificate ed integrate dal successivo D.Lgs. 528/99, definite a pieno titolo figlie delle Direttive comunitarie omologhe, rappresentano per loro stessa natura la disciplina quadro del settore di cui si argomenta. Disciplina quadro nel senso che con l'entrata in vigore di questo importante provvedimento legislativo la materia viene completamente ed organicamente rivisitata e, alla stessa stregua, vengono, da un lato, trasferite e meglio specificate talune responsabilità in capo ai vari soggetti e dall'altro, create nuove figure professionali con specifici ruoli e compiti, talora molto gravosi, da assolvere. Tutti aspetti ben evidenziati nel secondo capitolo della dissertazione che tratta, appunto, dei vari aspetti normativi e giuridicostituzionali della disciplina quadro. Sono stati quindi approfonditi importanti temi legati alla sicurezza cosiddetta "infra-aziendale" giustapposta alla cosiddetta "sicurezza coordinata" e posti in corretta relazione ai fattori di rischio "aggiuntivi" ed "interferenziali" caratterizzanti proprio quei luoghi di lavoro ove interagiscono diversi soggetti. Soggetti di cui sono state ampiamente descritte e inquadrate le varie prerogative e le relative responsabilità. Non sono quindi stati trascurati dall'analisi il committente, con le concernenti problematiche relative al trasferimento di responsabilità attraverso lo strumento della "delega di funzioni", il responsabile dei lavori e le altre figure professionali che intervengono nel processo, talune assolutamente inedite ed innovative rispetto al passato. Sono proprio questi soggetti e queste nuove figure professionali, alle quali vengono richieste una specifica preparazione e particolari attitudini, che sono state l'oggetto di quanto trattato nel terzo capitolo del presente lavoro. L'analisi fornita sulle varie figure, che in diversi modi e tempi vengono investite di responsabilità, e la disamina degli obblighi e dei compiti a cui quest'ultime vengono chiamate ad assolvere risulta completata da un utile, quanto mai esplicativo, quadro sanzionatorio applicabile in ordine alle eventuali infrazioni commesse. Allo stesso modo, nel quarto capitolo, si è tentato di fornire una analisi comparata tra appalti pubblici e privati, specificatamente per quanto concerne gli aspetti legati alla sicurezza nei cantieri, alla quale è stata anteposta una necessaria quanto attenta indagine sul complesso mondo degli appalti pubblici e sulla specifica, ancorché variegata, disciplina che lo accompagna ed assiste, sia di livello nazionale che di livello regionale. Infine, un approfondimento è stato dedicato agli aspetti economici e sociali intimamente collegati alla materia in trattazione, anche nel tentativo di contemperare degli aspetti meramente tecnici e giuridici con altri di natura sostanzialmente diversa, in base ai quali si è pervenuti alla considerazione che investire in "sicurezza" rappresenta, paradossalmente, uno dei più potenti strumenti di riduzione globale dei costi, sia dal punto di vista economico che sociale, anche perché agendo sugli aspetti legati alla prevenzione degli infortuni risulta evidente che i vantaggi che ne derivano sono quasi sempre superiori ai costi necessari per generarli. Il quinto capitolo di approfondimento teorico-applicativo è stato dedicato all'analisi dei vari documenti che costituiscono la sicurezza, e più precisamente: i piani di sicurezza e di coordinamento, i piani sostitutivi ed operativi, il diagramma di Gantt o cronoprogramma dei lavori, la notifica preliminare ed il fascicolo dell'opera, che sono stati oggetto, prima, di definizione e, in seguito, di ulteriore specificazione per quanto riguarda gli aspetti concernenti le loro specifiche funzioni ed i loro contenuti L'ultima parte della dissertazione è dedicata alle conclusioni a cui si è pervenuti, in relazione agli argomenti trattati ed alle tematiche che sono state ritenute meritevoli di approfondimento, fornendo, nel contempo, una panoramica di quanto si sta già facendo e quanto debba ancora essere fatto sull'argomento. Infine, segue una indispensabile appendice normativa con riportato il testo del D.Lgs. 494/96 come modificato ed integrato dal successivo D.Lgs. 528/99 e della L. 11 febbraio 1994, n.109, "Legge quadro in materia di lavori pubblici" così come modificata ed integrata dai successivi provvedimenti legislativi.
XV Ciclo
1962
Versione digitalizzata della tesi di dottorato cartacea.
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5

Francioli, L. "WORKPLACE BULLYING, ANTECEDENTS AND MECHANISMS." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/265059.

Full text
Abstract:
RIASSUNTO Introduzione Il fenomeno del mobbing, la cui frequenza si stima essere di circa il 15% a livello mondiale, è ampiamente riconosciuto come uno dei maggiori fattori di stress nelle organizzazioni di lavoro. Il mobbing comporta una serie di conseguenze negative per chi ne è vittima ma anche per i testimoni ed i colleghi, con costi rilevanti per le organizzazioni lavorative e la societa’ nel complesso. Alla luce della “work environment hypothesis” del mobbing - un approccio teorico che enfatizza lo stretto legame tra la presenza di un ambiente di lavoro psicosociale sfavorevole e l’emergere del mobbing -diversi studi hanno identificato una serie di antecedenti lavorativi del fenomeno quali ad esempio il carico di lavoro eccessivo, lo scarso livello di autonomia, il conflitto e l'ambiguità di ruolo e la qualita’ della leadership. In particolare, il ruolo di quest’ultima quale fattore antecedente il mobbing costituisce un' area di indagine molto recente, sebbene Leymann - il precursore nello studio del mobbing - gia’ ne avesse riconosciuta l'importanza fin dagli albori della ricerca sul fenomeno. Nonostante il substrato teorico alla base della relazione leadership-mobbing sia solido, tutti gli studi empirici condotti sinora si sono basati su un disegno di studio cross-sectional, limitando in tal modo la possibilita’ di effettuare inferenze causali. Inoltre un importante gap nella letteratura corrente è costituito da una scarsa conoscenza dei possibili meccanismi (moderatori o mediatori) alla base della relazione tra ambiente di lavoro psicosociale e mobbing. Obiettivo Alla luce dello stato attuale della ricerca sul mobbing, l'obiettivo di questa tesi è duplice. Il primo obiettivo è quello di studiare la relazione tra alcune caratteristiche rilevanti dell’ambiente psicosociale di lavoro, ossia pressione lavorativa e mancanza di autonomia (primo articolo) e scarsa qualita’ della leadership (secondo articolo), e presenza di mobbing sul posto di lavoro. Il secondo obiettivo è quello di indagare la presenza di moderatori o mediatori nella relazione tra ambiente psicosociale di lavoro e mobbing, al fine di individuare alcuni possibili meccanismi alla base di questo fenomeno. In particolare, viene esaminato il senso di coerenza - una caratteristica individuale - come potenziale moderatore (primo articolo) e il senso di comunità sociale sul posto di lavoro - una caratterstica del contesto lavorativo - come potenziale mediatore (secondo articolo). Metodi La tesi si basa su dati raccolti nell’ambito di uno studio prospettico a due tempi di misura (2006-2008) denominato Workplace Bullying and Harassment Cohort (WBH), condotto tramite questionario autosoministrato su un campione di lavoratori impiegati in diverse organizzazioni di lavoro in Danimarca. Il campione utilizzato e' costituito da 3363 lavoratori nel 2006 (primo articolo) e da 1664 lavoratori nel 2008 (secondo articolo). Il campione e' composto per lo più da donne (67,2%), con un'età media di 45,7 (SD = 10.11) e una anzianità media nel posto di lavoro attuale di 11,1 anni (SD = 10.1). Circa due terzi del campione risulta impiegato in organizzazioni pubbliche come ospedali (22%), istruzione superiore (13,8%), settore assistenza agli anziani (8,6%), pubblica amministrazione e servizi (7,2%), scuole pubbliche (4,3%), scuole superiori (3,8%), ecc.; circa un terzo risulta invece impiegato in ambienti di lavoro privati, quali trasporti (11,6%), industria (10,8%), edilizia (3%), finanza e servizi alle imprese (2,3%); all’incirca il 2,5% lavora infine come medico, dentista o veterinario. Risultati Nel primo articolo, basato su un disegno di studio cross-sectional, regressioni lineari gerarchiche hanno rivelato che le due dimensioni del modello job demand-control, ossia elevata pressione lavorativa e scarsa autonomia decisionale, sono significativamente associate ad una maggiore presenza di mobbing. Sebbene dal punto di vista statistico livelli piu’ elevati di senso di coerenza siano risultati ridurre significativamente la relazione tra ambiente psicosociale di lavoro sfavorevole (elevata pressione lavorativa e scarsa autonomia sul lavoro) e mobbing, tale effetto di moderazione si e’ rivelato di scarso impatto a livello pratico. Cio’ suggerisce che condizioni psicosociali negative sul posto di lavoro possano essere associate al mobbing indipendentemente dalle caratteristiche personali dei soggetti target, almeno in termini di senso di coerenza. Nel secondo articolo, basato su un disegno di studio longitudinale, i risultati delle regressioni lineari gerarchiche mostrano che la scarsa qualità della leadership svolge un ruolo significativo nella creazione di condizioni di lavoro favorenti il mobbing. Inoltre, l’analisi di mediazione ha mostrato che il senso di comunita' sociale sul posto di lavoro opera come mediatore totale dell'effetto esercitato dalla scarsa qualità della leadership sul mobbing. Conclusioni/implicazioni pratiche Una prima conclusione è che condizioni di lavoro psicosociale sfavorevoli portano ad un maggiore rischio di mobbing sul posto di lavoro. Il primo studio sottolinea in particolare l'importanza di progettare posti di lavoro in modo tale che ai lavoratori siano assegnati carichi di lavoro ragionevoli e un adeguato grado di autonomia nello svolgimento dei compiti lavorativi. Il secondo studio, confermando il ruolo di una scarsa qualita’ della leadership nel creare condizioni di lavoro favorenti il mobbing, indica l'importanza di pianificare programmi di formazione per i leader in modo da aumentare in questi la consapevolezza di come i loro comportamenti possano avere influenza sui subordinati. Inoltre, la mediazione totale del senso di comunita’ sociale sul posto di lavoro rilevata in questo studio nella relazione tra scarsa qualità di leadership sul mobbing, suggerisce che le organizzazioni di lavoro dovrebbero operare forti investimenti nel miglioramento delle relazioni sociali sul posto di lavoro allo scopo di promuovere un ambiente di lavoro a ridotto rischio mobbing. Originalità dello studio Il primo articolo contribuisce in maniera originale alla ricerca sul mobbing in quanto non esistono studi precedenti sul ruolo del senso di coerenza come moderatore della relazione tra ambiente psicosociale di lavoro e mobbing. Inoltre, il problema metodologico relativo alla significativita' statistica vs valore pratico dell’effetto di moderazione è stato raramente affrontato e discusso in letteratura. Il secondo studio, essendo di natura longitudinale, porta un sostanziale contributo alla letteratura sul mobbing in quanto conferma, mediante un disegno di studio robusto, precedenti studi cross-sectional sul ruolo sostanziale svolto dai leader nel processo di mobbing. Inoltre, nella relazione tra leadership e mobbing, il senso di comunità sociale sul posto di lavoro agisce come mediatore totale, risultato che contribuisce significativamente al dibattito scientifico attuale sui meccanismi - a tutt’oggi poco noti - coinvolti nel processo di generazione del mobbing.
SUMMARY Background Broadly recognized to be one of the major stressors in organizations, with a global estimate of about 15%, workplace bullying has detrimental consequences for victims, witnesses, organizations, and the society at large. Within the work environment hypothesis of bullying, which emphasizes the important link between a stressful and poorly organized work environment and bullying, a large number of antecedents have been identified, such as workload, low level of autonomy, role conflict, role ambiguity, and leadership. In particular, the role of leadership as antecedent of bullying is a relatively recent research area, although Leymann - the pioneer in the study of bullying - has recognized its importance since the origins of research on the phenomenon. Despite the existence of a solid theoretical basis for the relationship between leadership and workplace bullying, almost all empirical studies conducted so far are based on a cross-sectional study design, thereby limiting the possibility to draw causal inferences. In addition, to date there is scarce evidence concerning the possible mechanisms (moderators and mediators) involved in the relationship between the psychosocial work environment and workplace bullying. Aims In light of the current state of the art in the research on workplace bullying, the aim of this thesis is twofold. The first objective is to investigate the relationship between some important characteristics of the psychosocial work, such as work pressure and lack of autonomy (Paper I) and poor quality of leadership (Paper II), and the occurrence of bullying at work. The second objective is to examine moderators and mediators of the relationship between the psychosocial work environment and workplace bullying and identify possible mechanisms underlying this phenomenon. In particular, my thesis examines sense of coherence - an individual feature - as a potential moderator (Paper I), and social community at work - a characteristic of the work environment - as a potential mediator (Paper II). Methods The thesis is based on the Workplace Bullying and Harassment Cohort (WBH). This cohort consists of 3,363 employees at baseline (2006) (Paper I and Paper II) and 1,664 employees at follow-up (2008) (Paper II). At baseline, the sample was composed mostly of female employees (67.2%); the mean age was 45.7 years (SD = 10.11) and the mean job seniority in the current workplace 11.1 years (SD = 10.1). Approximately two thirds of the sample were employed in public organizations such as hospitals (22%), high education (13.8%), the eldercare sector (8.6%), public administration and services (7.2%), public schools (4.3%), high schools (3.8%), etc.; approximately one third were employed in private workplaces such as transportation (11.6%), industries (10.8%), construction (3%), finance, and business service (2.3%) or as doctors, dentists, vets (2.5%) etc. Results In Paper I, based on a cross-sectional study design, hierarchical linear regressions revealed that the two dimensions of the job demand-control model, i.e. high work pressure and low decision latitude, are significantly associated with an increased presence of bullying at work. Moreover, a higher sense of coherence was found to significantly moderate the relationship between higher job demands and higher work-related bullying, and that between lower job control and higher person-related bullying. However, the effect size of these interactions was very low. This suggests that negative psychosocial conditions in the workplace are likely to be associated with bullying regardless of the personal characteristics of the targets, at least in terms of sense of coherence. In Paper II, based on a longitudinal study design, the results of hierarchical linear regressions showed that poor quality of leadership plays a significant role in the creation of conditions favouring bullying. Furthermore, the mediation analysis showed that social of community at work operates as a full mediator of the effect exerted by poor quality of leadership on workplace bullying. Conclusions/practical implications My first conclusion is that adverse psychosocial working conditions may lead to an increased risk of bullying at work. Paper I highlights in particular the importance of designing jobs so that workers are assigned reasonable workloads and an appropriate degree of autonomy in their work tasks. Paper II, confirming the role of poor quality of leadership in creating working conditions that favour bullying, indicates the importance of planning training programs for leaders so as to increase their awareness of how their behaviours may affect subordinates. In addition, the full mediation of social community at work in the relationship between poor quality of leadership and workplace bullying suggests that organizations should improve social relations at work in order to promote work environments with a low risk of workplace bullying. Originality of the study Paper I gives an original contribution to the existing literature on workplace bullying since there are no previous studies on the role of sense of coherence as a moderator of the relationship between the psychosocial work environment and bullying. Moreover, the methodological problem concerning the statistical vs practical value of the moderating effect has been rarely addressed and discussed in the literature. Paper II, based on a longitudinal study, gives a substantial new contribution by supporting, through the adoption of a robust design, previous cross-sectional studies on the important role played by leaders in the process of workplace bullying. Moreover, the finding that social community at work acts as full mediator of the relationship between quality of leadership and workplace bullying contributes significantly to the scientific debate over the poorly known mechanisms involved in the generation of bullying.
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Cavallini, Giulia. "Sensi e significati del lavoro nelle industrie culturali e creative: il caso del game development in Italia." Doctoral thesis, 2022. https://hdl.handle.net/2158/1288504.

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Abstract:
La ricerca si inserisce nel dibattito sullo studio del senso del lavoro, presentando una prospettiva teorica di ispirazione weberiana, e fornendo un contributo empirico attraverso l’applicazione di tale approccio all’analisi del senso e dei significati del lavoro nel settore creativo del gaming. Questo caso di studio si inserisce nel più ampio insieme delle industrie culturali e creative, caratterizzate dalla letteratura sociologica come ambiti in cui il senso del lavoro è legato alla dimensione della passione. Le interviste qualitative agli sviluppatori di videogiochi italiani fanno emergere la rilevanza delle dimensioni relazionali nella costruzione delle rappresentazioni soggettive del lavoro, in cui la pluralizzazione di sensi e significati trova una ricomposizione in relazione ai gruppi sociali e agli universi simbolico-culturali in cui i creativi sono inseriti. The research is part of the debate on the study of the meaning of work, presenting a Weberian-inspired theoretical perspective, and providing an empirical contribution through the application of this approach to the analysis of the meaning and sense of work in the creative sector of gaming. This case study is part of the broader set of cultural and creative industries, characterized in the sociological literature as fields in which the meaning of work is linked to the dimension of passion. Qualitative interviews with Italian video game developers highlight the relevance of relational dimensions in the construction of subjective representations of work, in which the pluralization of senses and meanings finds a recomposition in relation to the social groups and symbolic-cultural universes in which creatives are embedded.
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Tommasi, Francesco. "Valuing people and work in work and organisational psychology: A critical perspective on the paradoxes of meaningful work." Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11562/1061918.

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Abstract:
In questi ultimi anni, le complesse dinamiche delle trasformazioni del lavoro e delle pressioni economiche e finanziarie hanno avuto notevoli riflessi nel campo della psicologia del lavoro e delle organizzazioni in relazione al bisogno dell’individuo di soddisfare il proprio bisogno di senso. Proprio sul bisogno di senso, la psicologia del lavoro e delle organizzazioni si è quindi concentrata sul cosiddetto fenomeno del meaningful work, o dell’esperienza e percezione del la-voro come portatore di un valore significativo che può essere individualmente costruito, socialmente determinato o significativo indipendentemente dalle ri-spettive rappresentazioni. Come tale il fenomeno del meaningful work rappre-senta oggi un fenomeno meramente positivo verso le quali sia il lavoratore che le organizzazioni riflettono la propria attenzione (si pensi al bisogno di senso da parte di un lavoratore nello svolgere un compito lavorativo o al potenziale per-formativo associato ad un gruppo di lavoratori motivato dal senso del proprio la-voro). I riflessi contestuali e la messa in parola di tali dinamiche personali han-no portato gli studiosi devoti allo studio del lavoro e delle organizzazioni ad as-sistere ad una crescita notevole dell’interesse e degli impegni di ricerca sul tema del meaningful work negli ultimi 20 anni. Non sorprende dunque la presenza di numerose prospettive dalla natura disciplinare varie sul tema. Ciò fa si che ri-suoni l’importanza del fenomeno in oggetto ma ha reso e lo rende tuttora un fe-nomeno contestato attorno al quale le domande di ricerca non hanno fatto altro che aumentare anziché ridurre. Secondo la letteratura, alla base di tali domande stanno tre dilemmi teorici, paradossi di ricerca, che comprendono quelli che so-no i vuoti della conoscenza attorno al fenomeno del meaningful work. Il presente lavoro ha l’obiettivo di proporre un tentativo di avanzamento della teoria e dell’evidenza relativa alla natura e ai processi sottostanti del fe-nomeno del meaningful work secondo una prospettiva psicologia critica nel pre-supposto di svolgere un lavoro di ricerca che valorizzi la persona e il lavoro. Quattro macro-capitoli costituiscono le riflessioni e le investigazioni centrali del presente lavoro dove vengono prese in considerazione i paradossi di ricerca evi-denziati nell’introduzione. Infatti, i tre paradossi di ricercar relative al fenomeno del meaningful work verranno enucleati e presentati all’inizio della tesi focaliz-zandosi anche sugli apporti della letteratura scientifica sin qui prodotta e gli im-perativi per la conduzione di un lavoro critico e multidisciplinare. Il Capitolo 1 affronterà il primo paradosso relativo alla natura temporale del fenomeno, ovvero analizzando le condizioni entro cui considerare il fenome-no come prettamente personale e stabile o come occasionale e situazionale. Per fare questo, il Capitolo 1 riporta una vasta rassegna della letteratura narrative con la quale si è tentato di proporre alcune risposte iniziali ed un’agenda di ri-cerca. Capitolo 2 e Capitolo 3 rappresentano la parte squisitamente empirica della tesi e interesseranno i paradossi 1 e 2. Per quanto riguarda il Capitolo 2, qui si darà conto della necessità di comprendere la dimensione contestuale relativa al fenomeno del meaningful work considerandolo quindi come doppiamente de-finito come inerentemente soggettivo ma riflesso contestualmente. Tale parados-so è presente in letteratura per via della mancanza di un corpo empirico che sia in grado di proporre una comprensione distintiva e comprensiva. Si è condotto quindi uno studio trasversale tramite cui si è validata una scala di misura il MEaning in Work Inventory (ME-Work) in grado di evidenziare entrambe le dimensioni e le relative associazioni. Il Capitolo 3 estende sia la componente teorica sviluppata nel Capitolo 1 sia le evidenze del Capitolo 2 considerendo en-trambi i paradossi in un’unica investigazione empirica longitudinale basata sul metodo dei Diary Studies. Qui si darà conto dei fattori psicologici e lavorativi giornalieri in combinazione con la dimensione personale determinanti l’esperienza di significato al lavoro nel quotidiano. Il Capitolo 4 invece tenterà di rispondere il nodo di ricerca relativo ad una concettualizzazione del lavoro che dia motivo di pensare al lavoro come fon-te di senso. Infatti, un problema in letteratura riguarda l’impeto verso questo fe-nomeno positivo che è il meaningful work che tuttavia avviene in mancanza di una concettualizzazione del lavoro all’interno della disciplina. Si è condotta una lettura tematica di un testo narrativo nel tentativo di proporre una metodologia che, sebbene piuttosto trascurata nel campo di ricerca, fosse in grado di dare al-cune risposte iniziali su un tema di ricerca difficile da esplorare. Infine, la tesi darà voce alle maggiori conclusioni e al percorso di ricerca condotto in quella che viene definita essere una narrazione dei risultati in pre-senza di una sintesi di un percorso multidisciplinare e pluralistico. In tal modo, la tesi si conclude tentando di avanzare alcune iniziali indicazioni di ricerca sul fenomeno e sulle possibilità offerte da una prospettiva di ricerca come quella della psicologia critica.
In these current times of labour transformation and worldwide changes, one of the most significant discussions in work and organisational psychology centres on the ways in which individuals can satisfy their wish for meaning. In respect to this, the phenomenon of meaningful work, which refers to the individual experi-ence and perception of work as holding significant value individually, socially, and/or independently, gains momentum. As such, meaningful work represents a positive phenomenon that people wish to have and organisations wish to provide. In the last decades, scholars devoted to the study of the individual, work, and or-ganisations have witnessed the growing interest and efforts into its exploration. As a result, multiple perspectives have been raised from within various disci-plines. While this demonstrates the importance of meaningful work, it also ren-ders meaningful work a contested topic that raises more questions than it an-swers. In particular, three main paradoxes on the nature and process of meaning-ful work lie at the heart of the current gaps in the literature on the phenomenon of meaningful work. The aim of this dissertation is the advancement of theory and evidence about the nature and processes of meaningful work via a psychological critical perspective in order for the value of people and work to be recognised. To reach these aims, the present dissertation consists of four main chapters reporting the four studies conducted. Each of these will be presented in the general introduc-tion chapter, where we will explain the imperatives that led to the realisation of the dissertation and the rationale for a psychological critical perspective within the context of valuing people and work. Chapter 1 presents a literature review covering the conceptual uncertainty represented in Paradox 1, that is, on the nature of meaningful work through its temporal view. Here, we conducted a broad literature review in order to answer questions on how to define meaningful work. We tried to understand to what ex-tent meaningful work can be considered as a subjective stable/permanent or an episodic/state experience of meaningfulness. Chapters 2 and 3 represent the empirical part of the dissertation and will cover Paradoxes 1 and 2. The uncertainty around meaningful work in work and organisational psychology regards the tension between (a) meaningful work as a purely subjective evaluation and (b) the impact of contextual features. This un-answered question is mainly due to the lack of empirical knowledge capable of offering indications on the distinctions between the two contraposing elements. Chapter 2 will present the cross-sectional study for the validation of a novel in-ventory aimed at the assessment of meaningful work and its facets, the MEaning in Work Inventory (ME-Work). The study presents the psychometrical properties of the scale and advances knowledge on the contextual features of meaningful work. Chapter 3 will extend this knowledge by investigating what makes a work-day meaningful given the exploration of the variations and fluctuations of mean-ingful work on a daily basis. A Daily Diary Study has been conducted with the aim to comprehend the role of daily work and the psychological conditions for the episodic experience of meaningful work. Moreover, cross-level analysis has been applied to investigate the role of subjective meaningful work. Chapter 4 will cover the intricate knot regarding the proposition of a normative and emancipatory ideal of what is work in the context of work and or-ganisational psychology (i.e. Paradox 3). The study of meaningful work occurs in a context that lacks the comprehension of what it is and what represents work that could be considered as a source of meaning. Given these questions, a literary analysis of a fictional narrative has been conducted. The chapter will shed light on what work means from a subjective stance by presenting the conditions for meaningful work and linked experience. The last part of the dissertation will present the narrative results. Given the interdisciplinary and pluralistic nature of the research, the dissertation will narratively propose an initial understanding of what is meaningful work through a critical work and organisational perspective.
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FORMICONI, Cristina. "LÈD: Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

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Abstract:
INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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9

BARTOLETTI, Gloria. "La discriminazione basata sul sesso nel campo del lavoro : Il diritto comunitario e la sua ricezione in Italia e nel Regno Unito." Doctoral thesis, 1987. http://hdl.handle.net/1814/4557.

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10

Valentini, Anna. "Il principio di non discriminazione in base al sesso in materia di accesso al lavoro nell'ordinamento giuridico dell'Unione europea : la proposta dell'associazione Choisir la cause des femmes." Thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10955/42.

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Books on the topic "Senso al lavoro"

1

Antoniazzi, Sandro. Il senso del lavoro oggi. Roma: EL-edizioni lavoro, 1989.

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2

Il lavoro come questione di senso. Macerata: EUM, 2009.

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3

Alacevich, Franca. Tempo del lavoro e senso della festa. Cinisello Balsamo (Milano): San Paolo, 1999.

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4

Alacevich, Franca. Tempo del lavoro e senso della festa. Cinisello Balsamo (Milano): San Paolo, 1999.

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5

Ripartire dall'esperienza: Direzioni di senso nel lavoro sociale. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2010.

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6

Ethos giovanile e lavoro: Senso del lavoro e strategie professionali in una società differenziata. Milano, Italy: F. Angeli, 1985.

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7

Il senso del lavoro: Pratiche e saperi di donne. Verona: Ombre corte, 2014.

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8

Mancuso, Aldo, ed. Mobbing e modernità: la violenza morale sul lavoro osservata da diverse angolature per coglierne il senso, definirne i confini. Florence: Firenze University Press, 2004. http://dx.doi.org/10.36253/88-8453-243-4.

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Abstract:
Mobbing, perché se ne parla tanto? Le manifestazioni di violenza del lavoro non misurano soltanto manutenzione e cura del rischio lavorativo. Indicano lo stato dei rapporti tra modo di produrre, senso del lavoro, legami sociali, diritti? Il lavoro della globalizzazione, segnato da insopprimibile violenza, sembra denotare l'inconciliabilità tra le forme che assume nel mercato universale e le regole politiche della modernità: infortuni e malattie da lavoro (come le catastrofi ambientali, le guerre) opacizzano il rapporto tra economia e politica nelle democrazie e nei regimi totalitari? Basta l'omaggio di un'antropologia semplificata per lenire il dubbio che si insinua sulla qualità sociale dei luoghi del nostro mondo?
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9

Cillario, Lorenzo. L'" uomo di vetro" nel lavoro organizzato: Profili postmoderni della alienazione del senso e della soggettività : rassegna bibliografica critica promossa dal CRP. Bologna: Editoriale Mongolfiera, 1990.

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10

Tatafiore, Roberta. Sesso al lavoro. Milano: Il saggiatore, 1994.

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Book chapters on the topic "Senso al lavoro"

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Caruso, Bruno, and Loredana Zappalà. "Un diritto del lavoro ‘tridimensionale’: valori e tecniche di fronte ai mutamenti dei luoghi di lavoro." In Studi e saggi, 29–79. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-484-7.06.

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Abstract:
The essay analyses the changes in labour law by examining working places’ modifications induced by the most meaningful driver: technology. In this perspective, the authors point out three macro scenarios. The first relates to industry 4.0 and to the notion of “cognitive enterprise”. This could, or should, act as a magnet model considering its social and organizational positive consequences. The second is the traditional work organization re-considered in the light of new technologies’ impact; it generates a kind of neo digital Fordism, as does the Amazon model in the logistic sector. The third scenario is linked to the rise of the gig economic, with its “workers on tap” (i.e. the platform economy with the algorithm as a boss). These different scenarios, even if characterised by blurred borders, imply the need to think of Labour law differently than in the past. Beyond its traditional protective function, there should be a promotional one, aimed at developing capabilities and positive liberties of the person in the workplace. In the face of this three-fold dimension of the workplaces and of the expansion of Labour law functions, it is also necessary to rethink its techniques and principles. In that sense, the authors propose a different regulatory perspective: no more rigid and uniform rules, as happened in the “short century”, but a regulation made by differentiation, adaptations, extensions, dilutions. With a unifying value: the reference to the individual, to her/his life project, and ultimately to her/his dignity.
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Coin, Francesca. "Introduction." In Culture del lavoro. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-222-2/000.

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Abstract:
In the United States, farm-workers are traditionally excluded from the Fair Labor Standards Act (FLSA) and from the National Labor Relations Act (NLRA) which guarantee basic rights to workers, including the right to organize and engage in collective bargaining. In a sense, farm-workers are confined to a secondary market characterized by substandard wages and labor conditions. This study explores how migrant farm-workers in North Carolina have responded to their labor conditions with a campaign that culminated in the achievement of the first labor contract for guest-workers in US history. Based on ethnographic research, it reflects upon the role of grassroots organizing in challenging a culture of racism that has remained dangerously alive in many parts of our society.
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Coin, Francesca. "Rural Wounds." In Culture del lavoro. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-222-2/001.

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Abstract:
In the United States, farm-workers are traditionally excluded from the Fair Labor Standards Act (FLSA) and from the National Labor Relations Act (NLRA) which guarantee basic rights to workers, including the right to organize and engage in collective bargaining. In a sense, farm-workers are confined to a secondary market characterized by substandard wages and labor conditions. This study explores how migrant farm-workers in North Carolina have responded to their labor conditions with a campaign that culminated in the achievement of the first labor contract for guest-workers in US history. Based on ethnographic research, it reflects upon the role of grassroots organizing in challenging a culture of racism that has remained dangerously alive in many parts of our society.
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Coin, Francesca. "Violence in the Fields." In Culture del lavoro. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-222-2/002.

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Abstract:
In the United States, farm-workers are traditionally excluded from the Fair Labor Standards Act (FLSA) and from the National Labor Relations Act (NLRA) which guarantee basic rights to workers, including the right to organize and engage in collective bargaining. In a sense, farm-workers are confined to a secondary market characterized by substandard wages and labor conditions. This study explores how migrant farm-workers in North Carolina have responded to their labor conditions with a campaign that culminated in the achievement of the first labor contract for guest-workers in US history. Based on ethnographic research, it reflects upon the role of grassroots organizing in challenging a culture of racism that has remained dangerously alive in many parts of our society.
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Coin, Francesca. "The Political Economy of Food." In Culture del lavoro. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-222-2/003.

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In the United States, farm-workers are traditionally excluded from the Fair Labor Standards Act (FLSA) and from the National Labor Relations Act (NLRA) which guarantee basic rights to workers, including the right to organize and engage in collective bargaining. In a sense, farm-workers are confined to a secondary market characterized by substandard wages and labor conditions. This study explores how migrant farm-workers in North Carolina have responded to their labor conditions with a campaign that culminated in the achievement of the first labor contract for guest-workers in US history. Based on ethnographic research, it reflects upon the role of grassroots organizing in challenging a culture of racism that has remained dangerously alive in many parts of our society.
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Coin, Francesca. "Emigration by Dispossession." In Culture del lavoro. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-222-2/004.

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In the United States, farm-workers are traditionally excluded from the Fair Labor Standards Act (FLSA) and from the National Labor Relations Act (NLRA) which guarantee basic rights to workers, including the right to organize and engage in collective bargaining. In a sense, farm-workers are confined to a secondary market characterized by substandard wages and labor conditions. This study explores how migrant farm-workers in North Carolina have responded to their labor conditions with a campaign that culminated in the achievement of the first labor contract for guest-workers in US history. Based on ethnographic research, it reflects upon the role of grassroots organizing in challenging a culture of racism that has remained dangerously alive in many parts of our society.
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Coin, Francesca. "5 Labor Representation in a Right-to-Work State." In Culture del lavoro. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-222-2/005.

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In the United States, farm-workers are traditionally excluded from the Fair Labor Standards Act (FLSA) and from the National Labor Relations Act (NLRA) which guarantee basic rights to workers, including the right to organize and engage in collective bargaining. In a sense, farm-workers are confined to a secondary market characterized by substandard wages and labor conditions. This study explores how migrant farm-workers in North Carolina have responded to their labor conditions with a campaign that culminated in the achievement of the first labor contract for guest-workers in US history. Based on ethnographic research, it reflects upon the role of grassroots organizing in challenging a culture of racism that has remained dangerously alive in many parts of our society.
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Coin, Francesca. "The Affective Dimensions of Farm-Labor Organizing." In Culture del lavoro. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-222-2/006.

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In the United States, farm-workers are traditionally excluded from the Fair Labor Standards Act (FLSA) and from the National Labor Relations Act (NLRA) which guarantee basic rights to workers, including the right to organize and engage in collective bargaining. In a sense, farm-workers are confined to a secondary market characterized by substandard wages and labor conditions. This study explores how migrant farm-workers in North Carolina have responded to their labor conditions with a campaign that culminated in the achievement of the first labor contract for guest-workers in US history. Based on ethnographic research, it reflects upon the role of grassroots organizing in challenging a culture of racism that has remained dangerously alive in many parts of our society.
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Coin, Francesca. "The Human Right to Abuse." In Culture del lavoro. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-222-2/007.

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In the United States, farm-workers are traditionally excluded from the Fair Labor Standards Act (FLSA) and from the National Labor Relations Act (NLRA) which guarantee basic rights to workers, including the right to organize and engage in collective bargaining. In a sense, farm-workers are confined to a secondary market characterized by substandard wages and labor conditions. This study explores how migrant farm-workers in North Carolina have responded to their labor conditions with a campaign that culminated in the achievement of the first labor contract for guest-workers in US history. Based on ethnographic research, it reflects upon the role of grassroots organizing in challenging a culture of racism that has remained dangerously alive in many parts of our society.
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Coin, Francesca. "Conclusion." In Culture del lavoro. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-222-2/008.

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Abstract:
In the United States, farm-workers are traditionally excluded from the Fair Labor Standards Act (FLSA) and from the National Labor Relations Act (NLRA) which guarantee basic rights to workers, including the right to organize and engage in collective bargaining. In a sense, farm-workers are confined to a secondary market characterized by substandard wages and labor conditions. This study explores how migrant farm-workers in North Carolina have responded to their labor conditions with a campaign that culminated in the achievement of the first labor contract for guest-workers in US history. Based on ethnographic research, it reflects upon the role of grassroots organizing in challenging a culture of racism that has remained dangerously alive in many parts of our society.
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Conference papers on the topic "Senso al lavoro"

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Decandia, Lidia. "Rimettere in moto e lavorare il tempo per prendersi cura dei territori contemporanei." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7976.

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Abstract:
Il saggio intende problematizzare e argomentare l’idea che le sopravvivenze del passato presenti nei territori contemporanei non debbano essere trattate come immagini e simulacri di un tempo che non è più, ma piuttosto come dei sintomi, dei segnali, degli inciampi di tempo che possono aiutarci a comprendere e ad avere cura del nostro presente. Un presente che non è una terra desolata e priva di qualità, ma piuttosto un mare che contiene abissi, grovigli vortici in cui si mescolano diverse temporalità. In questo senso il passato, contenuto nel territorio, può essere inteso come una sorta di grande inconscio con cui fare i conti per avviare un lavoro di smontaggio, attraverso cui sciogliere quei grovigli che bloccano il nostro presente, ma anche come un lavoro di scavo che potrebbe aiutarci a portare alla luce perle inabissate, liberare energie sepolte, profezie di futuro dimenticate che potrebbero contribuire a ripensare il nostro presente. E' partendo da questo presupposto che si vuole introdurre il tema della cura. L’idea attorno a cui si intende lavorare è quella di esplorare questo concetto partendo dal presupposto che sia proprio attraverso questo lavoro complesso di erosione e di scavo in profondità che occorra ripartire per stabilire relazioni profonde e significanti con il territorio. Un territorio che non può più essere inteso come una superficie a cui sovrapporre qualsiasi contenuto, ma piuttosto semmai come un “campo di energie” che contiene placente d’ombra, latenze, memorie che entrano in collisione col presente.
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Passoni, Andressa Gabriela Jana. "HEMORRAGIA PULMONAR INDUZIDA POR EXERCÍCIO NA VETERINÁRIA: REVISÃO DE LITERATURA." In I Congresso Brasileiro Online de Práticas Veterinárias: Uma abordagem para animais de grande porte e produção Animal. Revista Multidisciplinar em Saúde, 2022. http://dx.doi.org/10.51161/granvet-36.

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Abstract:
Introdução: A hemorragia pulmonar induzida por exercício (HPIE) consiste no achado de sangue no trato respiratório superior e/ou inferior e alvéolos pulmonares, seguidamente ao exercício, devido ao aumento da pressão vascular pulmonar, com falha na tensão do capilar e, assim, rompimento do mesmo, dentre outros fatores, tornando-a multifatorial. Tal afecção pode ser buscada através do uso de endoscópio introduzido por uma das narinas e lavado traqueobrônquico. Objetivo: revisar a literatura quanto a causas e alguns dos métodos diagnósticos empregados na HPIE mais aceitos na comunidade científica. Material e métodos: A pesquisa foi realizada através de busca nas seguintes bases de dados: Google Acadêmico e Scielo. A busca por material bibliográfico ocorreu no período de dezembro de 2021 à janeiro de 2022, sendo a filtragem dos artigos, pela leitura completa, selecionando apenas trabalhos em português. Resultados: No momento em que ocorre a externalização do sangue nas vias aéreas, o atleta apresenta queda de performance pois há dificuldade na oxigenação de seus tecidos. A pressão dos capilares em repouso é de 25mmHg, porém, em exercícios de alta intensidade, chega a 115 mmHg, sendo que no momento em que se encontra entre 75mmHg e 115mmHg, há o rompimento dos mesmos e os alvéolos se enchem de sangue. Porém, em laudos veterinários, nos quais não é possível observar nenhum grau de hemorragia ou grau 1 e 2, o sangramento nasal, mais possivelmente, poderá ter origem traumática. A realização da técnica diagnóstica com endoscópio é indicada após uma a duas horas após a atividade física, sendo, por meio desta, possível se realizar a graduação e ter uma ação preventiva na doença, visando melhor desempenho e vida útil no esporte para o atleta. Já a técnica de lavado traqueobrônquico, é indicada quando já se passou até uma semana do exercício, sendo de relevância para animais que não apresentaram sangramento. Conclusão: É necessário se atentar ao estudo do momento em que se encontra o animal para que seja feita a escolha do melhor método diagnóstico.
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Campos Rodrigues, Karen, Heber Martins de Paula, Antrover Panazzolo Sarmento, and Marina Sangoi de Oliveira Ilha. "Tratamento de Águas Cinzas de Máquina de Lavar Roupas com Coagulantes Químicos e Natural." In XIII SIMPÓSIO NACIONAL DE SISTEMAS PREDIAIS [SISPRED 2019]. Antac, 2021. http://dx.doi.org/10.46421/sispred.v1i.1598.

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Abstract:
RESUMO: A Moringa Oleífera (MO) é um coagulante natural que vem sendo utilizado para o tratamento de águas superficiais e residuárias, de modo a diminuir a quantidade de coagulantes químicos que são empregados para este fim. Este trabalho tem o objetivo de comparar o uso de dois coagulantes químicos (sulfato de alumínio – SA e nitrato de cálcio – NC) e de uma solução de Moringa Oleifera extraída em nitrato de cálcio (MO+NC) no tratamento de águas cinzas provenientes da máquina de lavar roupas. Os parâmetros avaliados foram pH, turbidez e volume de lodo gerado, cujos resultados foram comparados por meio do teste de Scott-Knott para a definição das dosagens ótimas de cada coagulante. Para o SA, a dosagem ótima foi de 3 ml L-1 e propiciou a redução de 98,9% na turbidez com pH igual a 6,0; para a MO+NC, foi 25 ml L-1, com redução de 98,8% na turbidez e pH igual a 6,5. O uso do NC exclusivamente propiciou o aumento da turbidez em até 19,3%. Considerando-se apenas os parâmetros em estudo, verifica-se que a água tratada com MO+NC, poderia ser utilizada para o reúso de água residencial.
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Andrade, Thiago, Rogério Antônio Silva, Christiano De Sousa Machado de Matos, Margarete Marin Lordelo Volpato, Alessandro Botelho Pereira, and Danton Diego Ferreira. "Predição de pragas e doenças no cafeeiro utilizando Redes Neurais Arti´ficiais." In Congresso Brasileiro de Automática - 2020. sbabra, 2020. http://dx.doi.org/10.48011/asba.v2i1.1286.

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Abstract:
As pragas e doenças no cafeeiro, ocasionadas por bicho-mineiro, broca-do-café, ferrugem e cercosporiose, chegam a atingir ate 50% de uma lavoura cafeeira, podendo causar grandes prejuízos aos cafeicultores. Sendo assim, os sistemas inteligentes são de suma importância para predizer esses danos ao cafeeiro. As redes neurais articiais do tipo perceptron multicamadas, foram os sistemas inteligentes utilizados neste trabalho para prever a porcentagem de ocorrência de pragas e incidência de doenças no cafeeiro. Foram utilizados dados meteorológicos, tais como: temperaturas mínima e máxima, precipitação pluviométrica, umidade relativa do ar, incidência de raios solares e pressão atmosféerica como variáveis de entrada do modelo. O valor dos dados referentes as pragas e doenças se deram quantitativamente e foram coletados no Campo Experimental da EPAMIG de São Sebastião do Paraíso, no sul de Minas Gerais. Foram empregadas as méetricas estatísticas RMSE e R2 para vericar o quão o modelo de rede neuralarticial proposto está predizendo as manifestações de pragas e doenças adequadamente.
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Abdala, Mahuan Capeletto, and Antonio Marcos Massao Hachisuca. "Utilização da Arquitetura de Computação em Névoa e Estações Agrometeorológicas para o Acompanhamento do Clima na Lavoura." In Congresso Latino-Americano de Software Livre e Tecnologias Abertas. Sociedade Brasileira de Computação - SBC, 2019. http://dx.doi.org/10.5753/latinoware.2019.10340.

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Abstract:
A agricultura moderna exige o aumento da produção de alimentos para suprir as demandas do crescimento da população mundial. Para este objetivo, novas tecnologias e soluções estão sendo aplicadas neste domínio, através da coleta e processamento de informações para aumentar significativamente a produtividade. Nos últimos anos, a evolução tecnológica, permitiu a produção de componentes eletrônicos como sensores e micro controladores a um custo acessível, permitindo que novos conceitos fossem criados, dentre eles destaca-se a Internet das Coisas (Internet of Things – IoT). Através do uso de diversos sensores distribuídos pela lavoura é possível monitorar diferentes variáveis como solo, clima e a própria cultura, porém, o monitoramento remoto das lavouras é um grande desafio tecnológico, pois existe a necessidade de transmitir, armazenar e processar grandes volumes de dados gerados pela rede de sensores, assim como possuir viabilidade econômica para a sua utilização em larga escala e em pequenas propriedades. Para auxiliar no tratamento desse grande volume de dados no local da aplicação é necessário adicionar uma camada de poder computacional entre os dispositivos IoT e a nuvem. Nesse sentido surge um novo conceito chamado computação em névoa, este trata de realizar análise, armazenamento e processamento dos dados na borda da rede. Neste contexto está o projeto SmartFarm, que se baseia no desenvolvimento de solução de hardware e software para a construção de uma rede de sensores agrícolas (AioT). Essa arquitetura possibilita ao produtor e/ou pesquisadores acompanhar os diversos estádios da planta remotamente e em tempo real auxiliando-os na tomada de decisão. Dessa forma para o desenvolvimento de uma plataforma de comunicação, armazenamento e pré-processamento de dados, foi utilizado um Raspberry Pi 3 modelo B atuando como névoa, protocolo de comunicação MQTT (Message Queuing Telemetry Transport) e uma API desenvolvida em Node.js para o fornecimento das informações para o usuário.
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Martins, Andressa Ana, Marco Antônio Zandavalli Toledo, and Eliara Marin Piazza. "DESEMPENHO DE BEZERROS EM SISTEMA SILVIPASTORIL." In I Congresso Brasileiro Online de Práticas Veterinárias: Uma abordagem para animais de grande porte e produção Animal. Revista Multidisciplinar em Saúde, 2022. http://dx.doi.org/10.51161/granvet-52.

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Abstract:
Introdução: O sistema silvipastoril é uma opção tecnológica de integração lavoura-pecuária-floresta, que consiste na combinação intencional de árvores, pastagens e animais numa mesma área e ao mesmo tempo. Esse sistema possibilita a produção animal considerando o bem estar dos animais. Objetivo: Deste modo, o presente estudo teve como objetivo avaliar o desempenho de bezerros de corte em pastejo no sistema silvipastoril. Material e métodos: A área experimental utilizada foi de 30 hectares, nesta área foram implantadas duas espécies forrageiras, a braquiária no período estival e o no período hibernal foi realizada a semeadura do azevém (Lolium multiflorum L.), estabelecendo assim, um consórcio. A avaliação foi realizada em 5 bezerros, meio sangue zebuíno, durante o inverno, portanto, sob pastejo de azevém. A produção de massa de forragem foi estimada através do método de quadrado de área conhecida, sendo que a entrada dos animais ocorreu quando a pastagem atingiu, em média, de 30 centímetros de altura. As árvores presentes no sistema são o Eucalipto (Eucalyptus camaldulensis), estabelecidos em linhas duplas com espaçamento de 3 metros entre arvores e de 25 metros entre linhas. Os dados foram submetidos à análise de variância e quando significativos, foi aplicado o teste de Tukey (P<0,05). Resultados: A produção de massa verde de forragem foi de 5.778 kg/ha, o que correspondeu a produção de matéria seca de 1.556 kg/ha. O peso médio dos bezerros foi de 156,06 kg de peso vivo, sendo que todos os animais apresentaram ganho de peso, sendo em média de 0,964 kg/dia. Todos os animais apresentaram desempenho semelhante não havendo diferença estatística entre os animais. Conclusão: Deste modo, conclui-se que o sistema silvipastoril proporciona um desempenho eficiente em bezerros de corte.
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Reuter, Rafaela Luana. "ANÁLISE FOLIAR COMO FERRAMENTA DE DIAGNÓSTICO DE EVENTUAIS DEFICIÊNCIAS NUTRICIONAIS EM LAVOURAS COMERCIAIS DE SOJA." In I Congresso Nacional de Ciências Agrárias On-line. Revista Multidisciplinar de Educação e Meio Ambiente, 2021. http://dx.doi.org/10.51189/rema/1603.

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Abstract:
Introdução: A avaliação do estado nutricional da soja é de extrema importância para se realizar um planejamento dos manejos nutricionais a serem realizados na lavoura, pois vai ser o fator determinante de qual nutriente deve ser aplicado via adubação. O uso de análises foliares tem se intensificado pelo fato de obter resultados que ajudam na tomada de decisão por mostrar o que a planta realmente está extraindo do solo, e usando em seu desenvolvimento. Objetivo: Avaliar no decorrer das safras as alterações dos nutrientes nas plantas de soja que são representados na análise foliar em relação as diferentes cidades situadas na região oeste do Paraná, diagnosticando as possíveis causas das deficiências e excessos. Material e Métodos: O trabalho foi conduzido a partir do banco de análises de folhas cedido pela C.Vale Cooperativa Agroindustrial, no período compreendido entre as safras 2014/2015 a 2018/2019. Os resultados das análises de folha foram provenientes dos municípios, Alto Piquiri, Assis Chateaubriand, Brasilândia do Sul, Francisco Alves, Guairá, Maripá, Nova Santa Rosa, Palotina e Terra Roxa, região oeste do estado do Paraná. O material vegetal foi coletado no estádio R2 em seguida, encaminhado para análise química, determinando-se nas amostras de tecido vegetal teores de N, P, K, Ca, Mg, S, Cu, Fe, Mn, Zn e B. Os resultados das análises de folha foram tabulados e submetidos a análise variância e quando significativos, as médias para as safras foram submetidas ao teste de Tukey a 5% de probabilidade, enquanto para os municípios, ao teste Scott-Knott a 5% de probabilidade. Resultados: Os municípios que obtiveram menores teores dos nutrientes foram os de característica do solo arenoso (Alto Piquiri, Brasilândia do Sul, Francisco Alves), por terem menor capacidade tampão e do menor tempo de cultivo comparado aos demais municípios de solos argilosos (Assis Chateaubriand, Guairá, Maripá, Nova Santa Rosa, Palotina e Terra Roxa). Conclusão: O manejo de adubação de cada nutriente, e das condições ambientais de cada ano agrícola mostraram-se determinantes em relação aos resultados das análises, assim as análises foliares demonstram o real manejo que está sendo realizado na lavoura além das condições ambientais, dando um diagnóstico preciso.
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Amaru, Victória Nunes, and Felipe Marti Garcia Chavez. "REVISÃO DA LITERATURA: A HETEROGENEIDADE CLÍNICA E EPIDEMIOLÓGICA EM PACIENTES COM LEISHMANIOSE TEGUMENTAR AMERICANA NO BRASIL." In I Congresso Brasileiro de Parasitologia Humana On-line. Revista Multidisciplinar em Saúde, 2021. http://dx.doi.org/10.51161/rems/729.

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Abstract:
Introdução: A Leishmaniose Tegumentar Americana (LTA) é uma zoonose causada por protozoários do gênero Leishmania. Apresenta manifestação heterogênea de pele e mucosas, sendo os vetores insetos hematófagos como os do gênero Lutzomya. Segundo o Ministério da Saúde, em 2019 foram registrados 16.135 novos casos de LTA no Brasil, sendo 94,2% na sua forma cutânea. Objetivo: Realizar um levantamento bibliográfico para analisar e comparar dados relativos às diferentes manifestações clínicas cutâneas e características epidemiológicas dos pacientes com LTA no Brasil, a fim de ampliar o conhecimento dos profissionais da saúde acerca do tema e auxiliar no diagnóstico precoce da doença. Material e métodos: Trata-se de um estudo de revisão da literatura com abordagem descritiva e analítica. Foi realizada em janeiro de 2021 uma busca eletrônica nas bases de dados PubMed, Biblioteca Eletrônica Científica Online e Biblioteca Virtual em Saúde. As palavras de busca foram: “leishmaniose”, “tegumentar”, “clínico”, “epidemiológico”, “leishmaniasis”, “cutaneous”, “clinical”, “epidemiological”. Analisaram-se 7 estudos dos últimos 15 anos com foco nas variáveis sexo, faixa etária, forma de apresentação da doença, localização das lesões e características das lesões. Resultados: Houve predomínio da doença em homens, onde 6 estudos indicaram percentuais maiores que 68%. Observou-se maior prevalência em adultos, porém em relação à faixa etária predominante, os resultados foram heterogêneos. A forma cutânea da doença prevaleceu sobre as demais, com o menor percentual de 68%. Referente aos locais das lesões, os mais afetados foram membros inferiores e superiores, cabeça e pescoço, havendo alternância de prevalência desses entre os estudos. As lesões do tipo úlcera foram as mais encontradas, porém lesões do tipo placa, pápula, nódulo, vegetante, crostosa, verrucosa, ectimatóide, infiltrativa, sarcoídica e impetigóide também foram identificadas. Conclusão: No Brasil, a LTA se mostrou mais prevalente em adultos do sexo masculino, o que se deve ao fato desses serem maioria em atividades laborais mais susceptíveis à ação dos vetores, como a lavoura. Em relação à forma cutânea, as áreas do corpo mais afetadas foram aquelas menos protegidas por vestimentas, e diversos tipos de lesão foram identificados, sendo a úlcera mais prevalente. Portanto, torna-se imprescindível conhecer essas variantes para o diagnóstico precoce da LTA.
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Abdallah, S., B. Salch, and A. K. AboulSeoud. "ITO transparent gates over Si/sub 3/N/sub 4/ laver for an IT-CCD image sensor with improved photo current." In Twenty-Second National Radio Science Conference, 2005. NRSC 2005. IEEE, 2005. http://dx.doi.org/10.1109/nrsc.2005.194040.

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Valentim, Francisco das Chagas Diassis Jácome, Sâmya Pires Batista De Azevêdo, Thayonara Irineu Da Costa, and Jamile Rodrigues Cosme De Holanda. "FATORES QUE PROPICIAM A INFECÇÃO POR CLOSTRIDIUM TETANI: UMA REVISÃO DE LITERATURA." In I Congresso Nacional de Microbiologia Clínica On-Line. Revista Multidisciplinar em Saúde, 2021. http://dx.doi.org/10.51161/rems/1180.

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Abstract:
Introdução: A bactéria Clostridium tetani, é um habitante natural do solo e encontrada nas fezes humanas e de animais domésticos, sendo mais conhecido como o agente causador do Tétano. Ela libera suas neurotoxinas transmissíveis que irão, posteriormente, cessar a neurotransmissão inibitória. E assim, podendo causar rigidez, espasmos musculares e disfunção autonômica em pessoas infectadas. Objetivos: Reunir evidências científicas a respeito da bactéria Clostridium tetani e os fatores que propiciam a sua possível infecção, bem como o tratamento ideal. Material e Métodos: Foi realizado por meio da revisão bibliográfica e relatos de caso, entre os anos de 2011 e 2020, por meio dos bancos de dados: SCIELO e MEDLINE. Resultados: Diante a realização da pesquisa, foi evidenciado que a areia, galhos, arbustos, instrumentos de lavoura, fezes de animais ou humanas, são ambientes que, em contato com algum ferimento, propiciam a infecção por Clostridium tetani. Outras pesquisas e relatos, ainda destacam também a existência desse agente infeccioso em metais enferrujados, sendo esse, o ambiente mais comum e fácil para o contágio do ser humano. Portanto, a criança ou adulto, pode se infectar tanto através de superfícies enferrujadas quanto o contato direto com o solo. Segundo dados epidemiológicos a maior incidência de tétano é acidental, através de um corte ou laceração de um material metálico enferrujado, variando de 500 mil a 1 milhão de casos no mundo, mesmo havendo a realização da vacina contra difteria, tétano e Coqueluche (DTP) antes dos dois meses de idade ou feita a reposição antitetânica quando adulto. Quando desenvolvida a infecção, a abordagem terapêutica ideal para o seu tratamento consiste, inicialmente, na limpeza do ferimento e antibioticoterapia. Em casos graves contabilizando: rigidez, espasmos musculares e a disfunção autonômica, realiza-se: sedação, bloqueio neuromuscular e suporte ventilatório. Conclusão: Tem-se que os objetos metálicos enferrujados e o contato de feridas com o solo, são as formas mais propícias à infecção pelo C. tetani. Seguidos do descuido com o protocolo imunização da vacina antitetânica.
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