Academic literature on the topic 'Sensibilità sociale'

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Journal articles on the topic "Sensibilità sociale"

1

Schirò, Pietro. "Da Pietro Ellero a Enrico Ferri: la genesi della penalistica sociale." Italian Review of Legal History, no. 7 (December 22, 2021): 257–94. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16890.

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Abstract:
L’articolo tratta la genesi della penalistica sociale che si afferma nell’ultimo ventennio del XIX secolo, ovvero un movimento di giuristi che mostra grande sensibilità per la dimensione sociale del diritto e attribuisce un ruolo decisivo ai fattori sociali nella generazione dei crimini. Una prima parte dell’articolo si concentrerà sulla definizione della penalistica sociale e sul superamento dell’etichetta socialismo giuridico; successivamente verranno considerati i diversi contributi apportati alla penalistica sociale da Pietro Ellero e da Enrico Ferri. I due autori possono essere considerati i precursori della penalistica sociale.
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2

Paci, Deborah. ""Proudhon in esilio". La ricezione del pensiero proudhoniano negli ambienti del fuoruscitismo italiano in Francia (anni venti e trenta)." SOCIETÀ E STORIA, no. 131 (May 2011): 104–31. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-001004.

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Abstract:
L'autore intende analizzare la ricezione di Pierre-Joseph Proudhon da parte degli antifascisti italiani esuli in Francia negli anni tra le due guerre, prendendo in esame l'interpretazione del pensiero proudhoniano fornita dal sociologo russo Georges Gurvitch. Fu grazie alla mediazione di Gurvitch che fuorusciti italiani come Andrea Caffi e Silvio Trentin accolsero con favore le intuizioni proudhoniane relative al "Diritto economico". La nozione gurvitchiana di "Diritto sociale" (rielaborazione del "Diritto economico" proudhoniano) - l'unico principio normativo in grado di governare in maniera equa il corpo sociale stabilendo una condizione di equilibro all'interno del conflitto - ha suscitato una grande influenza sulla cultura antitotalitaria che gravitava intorno agli ambienti giellisti. L'autore illustra le differenti sensibilitÀ espresse dai fuorusciti a partire da un'indagine dei loro scritti rintracciando i riferimenti teorici presenti nell'opera proudhoniana e nel lavoro di Gurvitch.
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3

Vasta, Gregorio. "Le ultime volontà di suor Costanza da Pistoia." ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no. 2 (December 2021): 152–58. http://dx.doi.org/10.3280/asso2020-002010.

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Abstract:
La trascrizione della pergamena n. 64 di questo catalogo porta in luce il testamento di una religiosa paternese del ‘300, Costanza da Pistoia, probabilmente benedettina ma vicina per vari indizi a una sensibilità francescana. La testatrice sceglie di lasciare i propri beni al doppio monastero di San Nicolò l'Arena e di Santa Maria di Licodia, confermando con questo atto di ultima volontà una sua precedente donazione allo stesso ente religioso. Il lettore che avrà la compiacenza di accostarsi al testo, potrà farsi un'idea dei legami umani intessuti fra la testatrice e il suo mondo affettivo; la sua mentalità da religiosa e le motivazioni che la guidarono nelle scelte da compiere in prossimità del trapasso; i suoi rapporti con esponenti della "terra" di Paternò e del suo territorio, ovvero sia con esponenti del ceto sociale d'appartenenza sia con quelli della sua quotidianità.
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4

Santovito, Viviana. "Verità della physis e menzogna sociale: Doktor Glas, un Übermensch fallito?" ACME 74, no. 2 (September 14, 2022): 167–80. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/18666.

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Abstract:
Questo studio investiga quali siano i punti di contatto tra il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche e lo scrittore svedese Hjalmar Söderberg nel romanzo di quest’ultimo Doktor Glas. L’articolo prende in esame due testi nietzschiani finora poco messi in relazione con l’opera söderberghiana, Über Wahrheit und Lüge im außermoralischen Sinne e Die fröhliche Wissenschaft, evidenziando gli influssi che il pensiero del filosofo tedesco ha esercitato sulla concezione del Doktor Glas. L’analisi prende le mosse dai concetti di menzogna e conoscenza così come formulati in Über Wahrheit und Lüge im außermoralischen Sinne e dal concetto di “morte di Dio”, identificando in quest’ultimo il crollo della metafisica nel pensiero filosofico europeo a partire dalla rivoluzione copernicana. Il saggio illustra come a questo cambiamento sia sopraggiunto lo svilupparsi di una nuova sensibilità tecnico-scientifica legata alla physis, cambiamento che vede nella figura del medico il suo massimo esponente. L’articolo mette dunque in luce come nel Doktor Glas il passaggio dalla metafisica alla physis venga rappresentato come un momento di crisi esistenziale, non avendo il medico la capacità di superare il trauma della perdita della metafisica. Quest’incapacità è causata dalla conoscenza, la quale se offre la possibilità di scoprire le menzogne usate dalla società, non consente però di trovare lo stimolo per superare la condizione di vuoto causata dalla “morte di Dio”. Söderberg fornisce dunque nel suo romanzo un’interpretazione pessimistica della crisi di Fin de siècle, inquadrando nella paralisi interiore del dottor Tyko Gabriel Glas e l’omicidio inconcludente del pastore Gregorius il fallimento del passaggio dal paradigma metafisico al paradigma della physis e l’impossibilità di superare la crisi tramite una metamorfosi nella condizione di Übermensch.
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5

D'Aprile, Gabriella. "Per una Pedagogia della fragilità." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 520–30. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9518.

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Abstract:
Qual è il senso di un discorso pedagogico sulla fragilità? Quello di riflettere sulla realtà umana, nei suoi volti luminosi e oscuri, nelle sue laceranti contraddizioni, nei suoi dilemmi e nelle sue attese; quello di accogliere i valori della sensibilità e della delicatezza, della gentilezza e della dignità; quello di scoprire modi altri di "stare al mondo". Fragilità come gemmazione della vita nell'infanzia o come metamorfosi evolutiva nell'adolescenza; fragilità come marginalità e precarietà esistenziale o ombra nei meccanismi di esclusione della diversità; fragilità come vulnerabilità e liminarità nei destini di sofferenza e di disagio individuale e sociale. Intraprendere la strada di una ermeneutica pedagogica è un possibile tentativo per affermare una pedagogia della fragilità, quale dispositivo di ascolto e di dialogo con il "sentire" umano. L'autrice propone una riflessione su una categoria che si presta a molteplici attraversamenti, per un progetto pedagogico teso a valorizzare le diverse fondazioni esistenziali della soggettività in tutte le periferie umane.
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6

Lora, Antonio, Gabriella Baj, Emiliano Monzani, Barbara Panetta, and Daniele Von Morghen. "Capitolo 2: Strumenti della ricerca." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S6 (December 2002): 8–14. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000198.

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Abstract:
La valutazione della gravità e dell'esito nei servizi clinici richiede strumenti specifici, che, oltre a possedere le classiche proprietà psicometriche (riproducibilità, validità, sensibilità al cambiamento, ecc.), siano anche applicabili, cioè brevi, semplici da usare e accettabili. La scala HoNOS rappresenta uno dei primi strumenti di valutazione, sviluppati in modo specifico per essere utilizzati routinariamente nei servizi di salute mentale.Nel 1993 la Research Unit del Royal College of Psychiatrists (CRU) venne incaricata dal Ministero della Sanità inglese di sviluppare uno strumento in grado di monitorare il raggiungimento degli obiettivi, individuati nel campo della salute mentale dal libro bianco governativo “The Health of The Nation“ (uno di questi era, ad esempio, il miglioramento del funzionamento sociale nei pazienti psichiatrici). Lo strumento avrebbe dovuto essere utilizzato sia a fini gestionali che clinici. A livello gestionale avrebbe dovuto, ad esempio, quantificare l' “effectiveness” del servizio, mettendola in relazione con i costi, e monitorare gli accordi stretti tra erogatori ed acquirenti di servizi. Nell'ambito clinico avrebbe dovuto misurare la gravità del quadro psicopatologico e della situazione psicosociale degli utenti, valutare l'esito degli interventi e definire il carico degli operatori.
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D’Ambrosio, Maria, and Giovanni Laino. "Educatori come designer degli spazi perFormativi. Asili nido come ‘fabbriche' di cittadinanza e innovazione sociale." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 39–57. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001005.

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Abstract:
Il saggio apre uno spazio di riflessione sul tema della povertà educativa attraverso una pro-posta teorica e metodologica che investe le politiche e i servizi per l'infanzia di un ruolo stra-tegico nel ridisegno di un ecosistema territoriale in grado di qualificare in chiave pedagogica gli spazi e le attività rivolte ai minori e alla genitorialità. Una qualità pedagogica che passa per i professionisti dell'educazione, quindi per la loro formazione e per la loro postura da ricercatori in situazione, e anche per una pianificazione urbanistica strategica in grado di coniugarsi con una ‘visione' di città che contenga l'idea di spazio urbano e di relativa comu-nità educante, attenta alla complessità delle dinamiche che producono diseguaglianze, mar-ginalità e le molte forme di povertà. In questo senso, e recuperando una responsabilità istitu-zionale connessa alla responsabilità di ciascun professionista, il saggio fa emergere anche quanto pensato e sperimentato nell'attuazione del progetto IRIS (Interventi per Riqualificare e Innovare la Scuola) riferito agli asili nido e ai servizi per l'infanzia del Comune di Napoli. Politiche socio-educative e politiche urbane vengono lette come strumenti per connettere e articolare in chiave pedagogica, emancipativa, trasformativa, le azioni strutturali e integrate in grado di rispondere ai bisogni dell'infanzia e al ruolo dei professionisti dell'educazione, perché proprio a partire da questi professionisti si possa nutrire e potenziare la loro capacità/necessità di partecipazione alla vita e alla costruzione-rigenerazione dei legami sociali/territoriali, in chiave di contrasto alla povertà educativa. Si tratta cioè di recuperare per le professioni socio-educative e per i decisori istituzionali e i pianificatori delle politiche e dei servizi educativi, quella ‘sensibilità' e quella operosità, e quindi quella Vita Activa, rintraccia-ta dalla Arendt (1958) come specifica della condizione umana. Una condizione, quella sensi-bile e activa, quindi altamente interattiva e partecipativa, che ciascuno è chiamato a recupe-rare e a nutrire, proprio attraverso una qualità del gesto e della pratica educante che va ben oltre gli ‘spazi' destinati all'educazione. "L'educazione non è un'isola", sosteneva Jerome Bruner (1996), e in questo senso le politiche e i servizi educativi si devono riconnettere a una più estesa e complessa cultura dell'educazione che emerge proprio dalle dinamiche urbane, sociali, culturali, e trova nello spazio extra-quotidiano dell'educativo una possibilità concreta di innovazione e di nuova traiettoria. La qualità (pedagogica) dei servizi educativi in un qua-dro istituzionale di Welfare, è dunque quella possibilità della policy di tradursi in agency e di generare innovazione sociale ovvero variazioni sul piano della povertà educativa e dei feno-meni con cui si manifesta. La qualità (pedagogica) ha necessità di prendere corpo e di farsi spazio rigenerandosi in nuove pratiche che lavorino proprio sul nesso tra corpi e spazi, e sulla loro reciproca capacità di interazione. Lo scritto è dunque attraversato da un evidente sguardo epigenetico che tiene insieme rifles-sione epistemologica e sua istanza metodologica e qualifica le pratiche educative come ‘pale-stre' di cittadinanza e di coesione sociale in chiave trasformativa e rigenerativa, sia sul piano individuale che su quello politico e delle politiche, così da far emergere la metodologia ‘em-bodied' (Bongard-Pfeifer, 2007) come approccio bio-politico al governo ‘sensibile' del ‘vivente': perché l'educazione e la politica possono insieme ridisegnare un nuovo ecosistema per il process generativo della creatura vivente/living creature (Dewey, 1934).
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Oppes, Mario. "La Deontologia medica all’inizio del ’900: i principi del primo Codice italiano." Medicina e Morale 52, no. 6 (December 31, 2003): 1203–12. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.659.

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Abstract:
Il Codice di Etica e di Deontologia dell’Ordine dei medici della provincia di Sassari, pubblicato nel 1903, rappresenta il primo esempio in Italia di Codice di deontologia medica. A cento anni di distanza dalla sua promulgazione appare interessante valutare i principi in esso contenuti e confrontarli con quelli inseriti nei successivi codici. Attraverso il percorso storico della deontologia è possibile infatti comprendere il significato che essa ha avuto nel determinare i comportamenti dei medici nell’esercizio della professione, ma soprattutto si può scoprire, il vero significato da attribuire alla deontologia stessa. Infatti negli ultimi trent’anni, con l’avvento della bioetica, si è assistito ad una vera e propria crisi della deontologia che ha portato persino alla perdita di una concezione condivisa del suo significato all’interno della categoria professionale dei medici. Dall’analisi del testo del codice emerge la sottolineatura del dovere di ottenere il consenso del paziente per ogni atto operativo, inattesa per quei tempi, caratterizzati da un rapporto medico-paziente di tipo paternalistico. Vi è inoltre un ripetuto richiamo alla necessità di curare tutti i malati con lo stesso impegno, indipendentemente dalla classe sociale di appartenenza, e ciò assume particolare rilevanza se si considera che all’epoca non esisteva un servizio sanitario nazionale in grado di garantire uniformi livelli di assistenza. In gran parte del codice ci si sofferma poi ai rapporti fra colleghi e negli articoli dedicati a tale problematica si evidenzia una particolare sensibilità verso la correttezza fra professionisti, oggi decisamente disattesa, tanto che tale esigenza non trova particolari sottolineature nell’ultimo codice nazionale. Infine è significativo il richiamo esplicito a tutti gli associati al rispetto delle regole deontologiche, pena la comminazione di sanzioni disciplinari e ciò assume particolare rilevanza se si pensa che cento anni fa gli Ordini dei medici non avevano ancora ottenuto il riconoscimento giuridico, che arriverà solo nel 1910.
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Granier-Deferre, Carolyn. "Sensibilité visuelle prénatale." Spirale 59, no. 3 (2011): 59. http://dx.doi.org/10.3917/spi.059.0059.

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Caron, Pier-Olivier, Jacques Forget, and Ariane Leroux-Boudreault. "Les applications de la sensibilité sociale en contexte éducatif." Journal de Thérapie Comportementale et Cognitive 24, no. 4 (December 2014): 144–50. http://dx.doi.org/10.1016/j.jtcc.2014.07.004.

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Dissertations / Theses on the topic "Sensibilità sociale"

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GARAU, ANNA. "Isolamento sociale nel ratto adolescente:differenze di genere nella sensibilità allo stress ed influenza sulla generazione successiva." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2014. http://hdl.handle.net/11584/266474.

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Abstract:
Social isolation in male rats at weaning results in reduced basal levels of the neuroactive steroid allopregnanolone (AP) in the brain and plasma as well as in increased anxiety-like behavior. Moreover, social isolation induced an enhanced neurosterogenesis in response to acute stressful stimuli and impairs negative feedback regulation of HPA axis. Socially isolated female rats also manifest a reduced basal cerebrocortical concentration of AP as well as an anxiety-like profile in the elevated plus-maze and Vogel’s conflict tests compared with group-housed controls. At variance, socially isolated female showed less sensitivity the acute stress induced by foot-shock: there was no significant change in the plasma and brain concentration of AP, and an attenuation of corticosterone release. The basal level of corticotrophin releasing factor (CRF) was not changed by social isolation, however, we found that the CRF receptor type 1 in the pituitary was significantly decreased compared to group-housed. Immunoblot analysis revealed that hippocampal abundance of glucocorticoid receptors was significantly higher in the socially isolated female rats; on the contrary, social isolation significantly decreased mineralocorticoid receptors in the same brain area. The effect of social isolation was also evaluated in the neuroendocrine profile during pregnancy and in the quality of maternal care. The pattern of plasmatic variations of 17b-estradiol, oxytocin and vasopressin was not different in the two groups of rats. The analysis of maternal behavior revealed that socially isolated dams displayed less arched-back nursing than control across all day of the observation period. Despite the fact that they were raised under normal conditions, adult male offspring of male and female rats subjected to social isolation before mating exhibited an increased basal cerebrocortical level of AP. These animals also showed a blunted corticosterone release induced by foot-shock stress compared to group-housed offspring. Moreover, the exposure to a chronic stress (social isolation) failed to decrease plasma AP levels in socially isolated offspring. The results indicate that there are same sex differences in the effect of social isolation and that offspring of socially isolated parents can be classified as a resilient. �
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MADDALUNO, OTTAVIA. "Disentangling the social brain: Interactions between empathic abilities, personality traits and space boundaries." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241171.

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Abstract:
Gli esseri umani sono animali sociali. Altruismo e comportamenti cooperativi migliorano le relazioni tra conspecifici aiutando nel contempo la sopravvivenza della specie. In questo quadro, l'empatia e lo spazio interpersonale (IPS) sono due fattori cruciali per le interazioni tra conspecifici. Da un lato, gli individui con capacità empatiche migliori avranno relazioni durature e una predisposizione per cooperazione e comportamenti altruistici che sono abilità fondamentali per gli animali sociali. Dall’altro, lo sviluppo di tratti di personalità disfunzionali può ostacolare questi processi, portando ad una compromissione delle relazioni. Recentemente, le neuroscienze cognitive hanno dimostrato che l'empatia, lo spazio sociale e la psicopatia sembrano condividere, almeno in parte, una rete neurale comune. Lo scopo generale del presente lavoro è di investigare la relazione tra questi costrutti, indagando come personalità e tratti psicopatici nella popolazione generale modulano lo spazio interpersonale e le abilità empatiche. Inoltre, questo contributo presenta un'esplorazione degli effetti di lesioni cerebrali sulla cognizione sociale, sull’empatia e sullo spazio sociale. In particolare, lo Studio 1 indaga in una grande popolazione non clinica (N = 309), la relazione tra Teoria della Mente, empatia, tratti di personalità psicopatici e disadattivi. I risultati mostrano un’associazione tra empatia, psicopatia e tratti della personalità, evidenziando la relazione tra dimensioni diverse della psicopatia e tratti della personalità disadattivi (in particolare quelli legati a disinibizione, impulsività e aggressività), e tra questi ultimi e e la teoria della mente. Dati i risultati dello Studio 1, lo Studio 2 esplora ulteriormente la relazione tra abilità empatiche, personalità e tratti psicopatici, prendendo in considerazione la loro influenza sullo spazio sociale. Questo studio mette in luce il ruolo di impulsività e aggressività, insieme alle caratteristiche psicopatiche e alla dimensione cognitiva dell’empatia, nel plasmare lo spazio sociale. In particolare, è fornita una prima prova che l'IPS sia principalmente influenzato dalla disinibizione e dalla capacità di assumere il punto di vista degli altri. Entrambi questi fattori sono associati ad una riduzione dell’IPS. Infine, lo Studio 3 ha lo scopo di esplorare come danni cerebrali che causano una sindrome frontale associata a sindrome disesecutiva, influenzino l'IPS e l'empatia, alla luce del fatto che la disregolazione comportamentale è stata proposta come determinante cruciale dei cambiamenti dello spazio interpersonale. Lo Studio 3 valuta anche possibili collegamenti tra IPS ed empatia, dati i loro comuni substrati neurali. I risultati non mostrano un’alterazione dello spazio sociale nei pazienti con disfunzioni del comportamento, rispetto ai controlli neurologicamente sani. Tuttavia, l'esplorazione della performance di ciascun paziente evidenzia la presenza di due profili diversi: un quadro caratterizzato da sintomatologia positiva comporta una riduzione dell'estensione IPS, mentre un profilo caratterizzato da sintomi negativi sembra allargare l'IPS. Infine, lo Studio 3 rivela una compromissione selettiva dell'empatia affettiva nei pazienti con danni cerebrali. In conclusione, il presente progetto di ricerca offre nuove evidenze sulle complesse relazioni tra tratti di personalità, psicopatia e dimensioni (cognitiva e affettiva) dell’empatia, e come queste incidono sulla regolazione dell'IPS in individui sani. Questa evidenza estende la comprensione attuale delle condizioni psicopatologiche caratterizzate da mancanza di empatia e disregolazione comportamentale. Inoltre, l'ultimo studio sui pazienti cerebrolesi suggerisce che la distanza interpersonale e la dimensione affettiva dell’empatia possono essere influenzati, in modo non lineare, da danni cerebrali che provocano contemporaneamente disfunzioni comportamentali.
Human beings are social animals. It is important for our species to engage in healthy and fruitful relationships. Altruism and cooperative behaviors help us to improve these bonding relationships and are helpful for the survival of the species. In this framework, empathy and interpersonal space (IPS) are two crucial factors for social interactions. On the one hand, individuals with better empathic abilities will have lasting relationships and a predisposition for cooperativeness and altruistic behaviors that are fundamental skills to develop in large groups. On the other hand, the development of maladaptive or dysfunctional personality traits can hinder these processes, leading to impairment in relationships. Evidence from cognitive neuroscience demonstrate that empathy, social space, and psychopathy seem to rely – at least partially – on a common neural network, in turn being intrinsically linked and potentially influencing each other. The general aim of the present work is to disentangle the relationship between these constructs, investigating how personality and psychopathic traits in the general population shape and modulate interpersonal space and empathic abilities. Furthermore, this contribution presents an exploration of the effects of brain damage on social cognition, emotional response, and social space. In particular, Study 1, investigates the relationship between mentalizing abilities, empathy, psychopathic and maladaptive personality traits in a large (N=309) healthy population. Results show the relation between empathic abilities, personality traits and psychopathy, highlighting the relationship between primary and secondary psychopathic dimensions and maladaptive personality traits (specifically those related to disinhibition, impulsivity, and aggression), and between the latter and social sensitivity (as assessed by a complex emotions recognition task). Given the results of Study 1, Study 2 further explores the relationship between empathic abilities, personality, and psychopathic traits, taking into consideration their influence of IPS extension. This study sheds light on the role of impulsivity, aggressivity, along with psychopathic features and cognitive empathy in shaping social space. In particular, I provide a first novel evidence that IPS is primarily influenced by disinhibition and the ability to assume the others point of view (i.e., perspective taking ability). Both of these factors are associated with a shorter comfort distance. Finally, Study 3 is aimed at exploring how brain damages causing frontal behavioral symptoms affect IPS and empathy, in light of the fact that behavioral dysregulation has been proposed as a crucial determinant of interpersonal space changes. Study 3 also takes into account possible links between IPS and empathy, given their common neural substrates. The results do not confirm that IPS size is altered in patients with frontal behavioral dysfunctions, as compared to neurologically healthy controls. However, the exploration of the performance on an individual base highlights the presence of two different profiles: a portray of positive symptomatology entails a reduction of IPS extension, while a profile characterized by negative symptoms seem to enlarge IPS. Finally, Study 3 reveals a selective impairment of affective empathy in brain-damaged patients. In conclusion, the present research project offers novel insights on the complex relations between psychopathic and personality traits, the cognitive and affect sides of empathy, and their impact on the regulation of the IPS size in healthy individuals. This evidence extends current understanding of psychopathological conditions characterized by lack of empathy and behavioral dysregulation. Additionally, the last study on brain-damaged patients suggests that the interpersonal distance and the affective side of empathy may be affected, in a non-linear way, by brain damages concurrently causing behavioral dysfunctions.
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3

Damini, Marialuisa. "Sviluppare sensibilità interculturale attraverso il cooperative learning: un percorso di ricerca-azione nelle scuole secondarie di secondo grado." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423399.

Full text
Abstract:
In Italy, intercultural education has often been reduced to episodic initiatives (Tarozzi, 2011, p. 175) although according to the Ministry of Education “teaching from an intercultural perspective means to consider diversity as a paradigm of school’s own identity” (MPI, 2007, pp. 3-4). This implies an educational change as a proper intercultural education approach needs to provide room for dialogue and negotiation and to focus students’ attention on narrative exchanges that promote mutual respect and understanding (Aquario et al., 2008, pp. 273-274). Within a pedagogical framework, centred on the fundamental importance of dialogue and reciprocity, this 2-year research project aimed at helping teachers to develop a growing awareness about the reality they operate in, and to project, observe and manage intercultural processes (thus oriented towards exchange and cooperation) in an action-research approach. At the same time, the research wanted to investigate the development of an open attitude towards diversity by the students, through cooperative learning activities, in the Group Investigation approach (Sharan, Sharan, 1990; 1994; 1998). Furthermore, the research investigated to what extent – from a students’ and a teachers’ perspective – “cooperation” can be created at school, and how this fits with cooperative learning, in particular with the Group Investigation approach. The research also investigated whether, working with cooperative learning, diversity can be appreciated within the class and on a wider level. The study involved 17 secondary school teachers of different sujects, and six classes from three different types of secondary schools. It adopts a mixed-method approach (Steckler, McLeroy, 1992; Tasshakori, Teddlie, 2003) involving mainly qualitative instruments (interviews, focus groups, open questions about critical incidents, whose data have been analysed in an ermeneutical perspective), but also quantitative instruments such as a questionnaire (Aquario et al., 2008) and critical incidents (Goebel and Hesse, 2000), in order to identify changes in student attitudes in relation to cultural diversity and to map their shifts concerning intercultural sensitivity on the basis of the Developmental Model of Intercultural Sensitivity (Bennett, 1993). The results of this research allow us to say that cooperative learning can influence a change of attitude towards diversity, cultural as well, by the students. To do so, it is important to create cooperation spaces at school, where diveristy can be experimented as a value and as an asset. For this purpose, Group Investigation can be a particularly fitting and fruitful approach
In Italia l’educazione interculturale è spesso stata ridotta a momenti episodici e sporadici (Tarozzi, 2011, p. 175) nonostante nei documenti ufficiali appaia chiaro che: “Insegnare in una prospettiva interculturale vuol dire piuttosto assumere la diversità come paradigma dell’identità stessa della scuola” (MPI, 2007, pp. 3-4). Questo implica certamente un cambio di prospettiva dal punto di vista della didattica nella consapevolezza che ogni proposta interculturale deve dare spazio al dialogo e alla negoziazione e focalizzare l’attenzione degli studenti sullo scambio narrativo orientato alla comprensione e al rispetto reciproci (Aquario et al., 2008, pp. 273-274). All'interno di un contesto pedagogico di riferimento che mette al centro l'importanza fondamentale dell'educazione al dialogo e alla reciprocità, il fine di questa ricerca biennale è stato quello di aiutare gli insegnanti a prendere maggiore coscienza della realtà in cui essi si trovano ad operare, e a progettare, osservare e gestire processi interculturali (e quindi orientati allo scambio e alla cooperazione) in una logica di ricerca-azione. Nello stesso tempo, la ricerca si è proposta di indagare se, attraverso percorsi didattici strutturati con il cooperative learning, in particolare con l’approccio della Group Investigation (Sharan, Sharan, 1990; 1994; 1998), gli studenti maturino, nella loro stessa percezione e nella percezione dei loro insegnanti, atteggiamenti di maggiore apertura verso la diversità. Ancor più in dettaglio, ciò che si è cercato di indagare è stato in che modo - dal punto di vista di insegnanti e studenti - sia possibile creare “cooperazione” a scuola, se questo possa essere in linea con quanto proposto dal cooperative learning, in particolare nella strategia della Group Investigation, e se, lavorando con strategie cooperative, la diversità possa essere valorizzata sia a livello di gruppo classe sia a livello più ampio. La ricerca ha coinvolto diciassette insegnanti di diverso ambito disciplinare e sei classi di tre istituti di scuola secondaria superiore di Verona e provincia. All’interno di un approccio mixed-method (Steckler, McLeroy, 1992; Tasshakori, Teddlie, 2003), gli strumenti di rilevazione utilizzati sono stati prevalentemente qualitativi (interviste, focus group, domande “aperte” su incidenti critici, i cui dati sono stati analizzati in prospettiva ermeneutico-interpretativa), ma si è fatto ricorso anche a strumenti quantitativi, ovvero un questionario (cfr. Aquario et al., 2008) per rilevare l'atteggiamento degli studenti rispetto alla diversità culturale e tre incidenti critici analizzati secondo una modalità già utilizzata da Goebel ed Hesse del 2000, e che ha permesso di “posizionare” le risposte degli studenti all'inizio, a metà e alla fine del percorso rispetto al Developmental Model of Intercultural Sensitivity proposto da Bennett nel 1993. I risultati di tale lavoro ci permettono di affermare che il cooperative learning può influire su un cambio di atteggiamento verso la diversità, anche culturale, da parte degli studenti. Perché ciò avvenga è importante che a scuola si creino vari spazi di cooperazione in cui la diversità possa essere sperimentata come valore e come risorsa. A questo scopo la Group Investigation pare essere un approccio particolarmente adeguato e fecondo
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4

Moriaux, Lysiane. "La sensibilite reactive de l'individualiste : une sensibilite reactive qui se determine par reaction contre la realite sociale." Caen, 2000. http://www.theses.fr/2000CAEN1314.

Full text
Abstract:
De nombreux ouvrages ont porte sur l'individualisme. Cependant << l'individualisme palantien >> que je definis ici, de facon volontairement contra♭ dictoire comme un << individualisme altruiste >>, se marginalise des essais qui ont ete realise sur ce sujet. << l'individualisme palantien >> ne decrit pas un individu narcissique, he♭ doniste, replie sur sa sphere privee qui se complait dans un vide moralet ideolo♭ gique. Il ne decrit pas non plus un individu citoyen, qui se serait libere en partie de ses contraintes pour prendre en charge sa destinee et nous inviter a un enga♭ gement militant dans la societe. Cette these veut montrer qu'il existe un individualisme d'un autre type : << l'individualisme altruiste >>. Il decrit un individu libertaire, altruiste, reactif toujours pret a s'indigner contre ce que la realite sociale a pour lui d'injuste. En << eveilleur des consciences >>, il n'a qu'un seul but, reveler leur identite singu♭ liere aux individus qu'il choisit selon le critere des << affinites electives >>.
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DEIGNI, NEUBA. "Nadine gordimer. Sensibilite feminine et lucidite sociale." Montpellier 3, 1990. http://www.theses.fr/1990MON30032.

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Abstract:
Cette etude porte sur les themes de la sensibilite et de la lucidite en tant que forces de penetration de la realite de l'apartheid. Apres avoir examine le contexte socio-politique, culturel et litteraire de l'afrique du sud, et apres avoir analyse et situe les oeuvres de nadine gordimer dans ce contexte, nous pouvons conclure que la conscience sociale et esthetique a permis a l'auteur de livrer une etude fort penetrante de la societe sudafricaine. Le gout tres prononce de la minutie et des nuances, le sens aigu de l'observation et de la precision, et enfin, la profondeur de l'analyse sont incontestablement le produit d'une ame sensible et d'un esprit lucide
This study focuses on the themes of sensibility and lucidity as forces of penetration into the realities of apartheid. After an examination of the socio-political, the cultural and the literary contexts of south africa, and having analysed and placed nadine gordimer's works within these contexts, we are able to conclude that her social and esthetic awareness has enabled the author to make a profound study of south african society. The keen observation, the attention to detail and the depth of analysis are, without doubt, the product of a sensitive and perceptive mind
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Mann, Patricia. "La sensibilité esthétique et la sensibilité à l'interaction sociale : deux nouvelles variables pour expliquer le comportement de fréquentation des concerts de musique classique." Dijon, 2000. http://www.theses.fr/2000DIJOE010.

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Abstract:
La culture est un domaine très vaste aux contours mal définis et souvent fluctuants, et qui mêle des dimensions très diverses: sociales, esthétiques, économiques, politiques en particulier. Aujourdh'hui, avec l'augmentation du temps libre, les entreprises culturelles ont un poids très important dans l'économie nationale. C'est pourquoi, il est nécessaire de s'intéresser tout particulièrement à ces entreprises, d'autant plus qu'elles évoluent dans un environnement complexe où la concurrence est rude. Les entreprises culturelles ne peuvent pas définir objectivement des performances maximales à leurs productions puisqu'elles ne maitrisent pas leurs conditions de valorisation. La problématique de la valorisation se trouve dans de nombreuses consommations et tout particulièrement dans le domaine culturel. Au même titre que d'autres formes de consommation, la consommation d'activités culturelles semble impliquer la subjectivité des individus. La valeur des produits culturels parait être liée à la réponse subjective provoquée par l'expérience de consommation chez l'individu. La consommation culturelle est une expérience individuelle qui peut être qualifiée d'esthétique mais aussi une expérience sociale du fait que la manifestation culturelle peut être le support d'interactions sociales. La consommation peut donc être orientée vers soi ou vers les autres. Ce critère a été retenu dans la thèse pour expliquer la valorisation de la manifestation culturelle faite par l'individu. Les deux dimensions de la valorisation de la manifestation culturelle ont été théorisées à l'aide de deux nouvelles variables propres à l'individu qui sont la sensibilité esthétique et la sensibilité à l'interaction sociale. La recherche permet donc d'apporter une lecture nouvelle de la manifestation culturelle à travers sa valorisation par le public et apporte des éléments de réponse aux interrogations des professionnels.
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Lootvoet, Erik. "Approche institutionnelle de l'influence et de la sensibilité des organisations : Le cas de l'adoption des pratiques visant à réduire les infections nosocomiales dans les établissements de soins français." Phd thesis, Jouy-en Josas, HEC, 2009. http://pastel.archives-ouvertes.fr/pastel-00005179.

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Abstract:
Cette thèse a pour objectif de mieux expliquer l'hétérogénéité et l'évolution des pressions institutionnelles dans une population d'organisations. Nous avançons que l'étude de l'influence et de la sensibilité institutionnelles des organisations en sont des facteurs majeurs mais sous-exploités dans la littérature. L'adoption de certaines pratiques incarnant une institution reflète l'adhésion à cette institution, la transforme, la renforce et influence les autres organisations. La sensibilité plus ou moins grande de l'organisation à cette influence détermine en partie sa propension à adopter la pratique. Nous tentons de démontrer l'importance de l'influence et de la sensibilité institutionnelle des organisations sur le terrain des établissements de soins français. L'adhésion des organisations à l'institution hygiéniste, reflétée entre 2000 et 2004 par l'adoption d'un « recueil centralisé des infections et vigilances », montre que cette théorie est non seulement valide, mais aussi complémentaire et fortement significative vis-à-vis d'autres théories sociologiques bien établies telles que l'homophilie, la théorie des réseaux ou l'inertie organisationnelle. Elle permet de résoudre l'ambiguïté suivante : les hôpitaux publics qui adoptent ont un impact important sur l'adoption par d'autres organisations, alors que les cliniques privées, qui ont pourtant plus fréquemment adopté, ont un impact moindre. Nous montrons que cette théorie peut permettre de résoudre plusieurs ambiguïtés évoquées dans la littérature.
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Nascimento, José Leonardo do. "Culture et politique : positivisme et darwinisme social : généalogie d'une sensibilité brésilienne, 1870-1930." Paris 10, 1989. http://www.theses.fr/1989PA100070.

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Abstract:
Cette thèse essaye de préciser, à travers la comparaison entre deux écrivains, Euclides da Cunha et Machado de Assis, la généalogie de la pensée et de la sensibilité de la fin du IXIème siècle. Il s'agit donc d'une réflexion sur la culture de la période 1870-1930. Ainsi, à partir du Brésil, le travail discute les présupposés de la philosophie positiviste et du darwinisme social dans leur opposition à la philosophie du XVIIème siècle (Rousseau, Montesquieu et Diderot), et cherche ensuite a définir la position de la culture brésilienne face à ce débat européen
The aim of this thesis is to specify the genealogy of Brazilian thought an sensibility at the end of the xix century through comparison to two writers : Euclides da Cunha and Machado de Assis. The period to be treated therefore is from 1870 to 1930. The work considers the presuppositions of positive philosophy and social Darwinism in their opposition to XVII century philosophy (Rousseau, Diderot and Montesquieu) and wants finally to define the position of Brazilian culture with respect to this European debate
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Brough, Clayre D. "Medieval children and surrogate mothers : a study of maternal sensibility." Thesis, McGill University, 1985. http://digitool.Library.McGill.CA:80/R/?func=dbin-jump-full&object_id=65430.

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Gallin, Steffie. "Effets de la participation à une communauté en ligne de soutien à la perte de poids sur les comportements alimentaires : le rôle médiateur de la sensibilité à l'influence sociale." Thesis, Montpellier, 2017. http://www.theses.fr/2017MONTD009.

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Abstract:
La recherche s’est très peu intéressée aux groupes de soutien (Moisio et Beruchashvili, 2010), et notamment aux communautés en ligne dédiées à la santé et à leur impact sur le comportement des consommateurs (Ma, Chen et Xiao, 2010). Ce travail doctoral a pour but d’étudier les effets positifs et négatifs de la participation à une communauté en ligne de soutien à la perte de poids (degré de participation et soutien social) sur les comportements alimentaires (restriction, diversification et auto-efficacité alimentaires). Ce lien est testé au travers d’une double médiation : l’identification aux membres de la communauté et la sensibilité à l’influence de la communauté (ou sensibilité à l’influence sociale). En effet, l’influence sociale a été étudiée dans le contexte de l’alimentation mais principalement dans le cadre de la prise d’un repas en compagnie d’autres personnes (De Castro et De Castro, 1989 ; McFerran et al., 2010 ; Vartanian, Herman et Wansink, 2008). Cette recherche vient également compléter les travaux sur l’influence sociale négative qui sont peu nombreux et concernent les réseaux sociaux tels que Facebook (Wilcox et Stephen, 2013). Ainsi, deux phases qualitatives exploratoires ont été menées auprès de 23 experts en nutrition, puis auprès de 25 utilisateurs de ce type de communautés. Ces entretiens ont permis de mieux comprendre les mécanismes de la sensibilité à l’influence de la communauté ainsi que son lien avec la comparaison sociale, l’homophilie (combinaison de la similitude et de la proximité perçues), les normes de la communauté et l’estime de soi. Par ailleurs, la restriction alimentaire est apparue comme une conséquence négative de l’influence de la communauté. Une phase quantitative a ensuite été conduite auprès de 335 utilisateurs de communautés en ligne de soutien à la perte de poids. Les résultats montrent que la participation active et le soutien social ont un effet positif sur la restriction et la diversification alimentaires, par l’intermédiaire de l’identification à la communauté et de certaines variables liées à la sensibilité à l’influence de la communauté. Ces relations n’avaient pas été mises en lumière dans la littérature. Cette recherche doctorale est également la première à montrer que la sensibilité à l’influence informationnelle a un effet positif sur la diversification alimentaire, alors que la sensibilité à l’influence normative a une influence positive sur la restriction. De plus, la comparaison sociale a un effet sur certaines variables liées à l’influence sociale dans la lignée des travaux de Polivy et Pliner (2015) qui n’avaient pas établi ce lien empiriquement. De nouveaux standards et critères de comparaison ont aussi été mis en évidence. L’homophilie liée à la perte de poids, les normes de la communauté et l’estime de soi ont également un lien avec la sensibilité à l’influence de la communauté. La thèse permet de conclure qu’il est nécessaire de sensibiliser les individus souffrant de surpoids ou d’obésité sur les dangers de la restriction et sur l’importance de la diversification de différentes manières : par les professionnels de santé, par les pouvoirs publics et par les modérateurs de communautés
Research has shown little interest in support groups (Moisio & Beruchashvili, 2010), and especially in online health support communities and their impact on consumers’ behavior (Ma, Chen & Xiao, 2010). This doctoral research aims at studying the positive and negative effects of participating in an online dieting support community (participation level and social support) on eating behaviors (restrained eating, food variety and eating self-efficacy). A double mediation is assumed to occur: identification to community’s members and susceptibility to community influence (or susceptibility to social influence). Indeed, the effect of social influence on eating behavior was only studied when sharing a meal with other people (De Castro & De Castro, 1989; McFerran et al., 2010; Vartanian, Herman & Wansink, 2008), but not in an online context. In addition, this study extends the very few works on negative social influence which are related to online social networks like Facebook (Wilcox & Stephen, 2013). To address this issue, two exploratory qualitative studies were carried out by interviewing 23 nutrition experts, and then 25 communities’ users. Interviews enable to better understand the mechanisms of susceptibility to community influence and its link with social comparison, homophily (to feel both similar and close with others), community norms and self-esteem. A quantitative study was then conducted by questioning 335 online dieting support communities’ users. Results show that active participation and social support has a positive effect on restrained eating, food variety and eating self-efficacy, through community identification and some aspects of susceptibility to community influence. These relations were not highlighted in existing literature. So, this doctoral research is the first work to point out that susceptibility to informational influence has a positive effect on food variety whereas susceptibility to normative influence has a positive influence on restrained eating. Social comparison appears to be linked with some aspects of social influence, in line with Polivy and Pliner (2015) that dit not precisely addressed this link. New comparison standards and criteria are extracted. Homophily related to weight loss, community norms and self-esteem are also related to susceptibility to community influence. The conclusion of this work is that awareness of overweight and obese people have to be raised by health professionals, public authorities and communities’ moderators in order to avoid restraint behaviors and to promote food variety
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Books on the topic "Sensibilità sociale"

1

Casa di riposo per musicisti (Milan, Italy), ed. La sensibilità sociale di Giuseppe e Giuseppina Verdi: Dalle società di mutuo soccorso alla tutela dei musicisti d'oggi : atti del convegno 'ah, la paterna mano' dedicato ai cent'anni di Casa Verdi, Milano, 27 maggio 1999. Milano: Casa di riposo per musicisti, Fondazione Giuseppe Verdi, 2002.

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2

Sex & sensibility. London: Grafton, 1992.

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3

G, Schneiderman Howard, ed. Judgment and sensibility: Religion and stratification. New Brunswick, N.J: Transaction Publishers, 1994.

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4

Trollope, Joanna. Sense & sensibility. New York: HarperLuxe, 2013.

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5

Trollope, Joanna. Sense & sensibility. Leicester: Charnwood, 2014.

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6

Roots of social sensibility and neural function. Cambridge, Mass: MIT Press, 2000.

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7

Barnard, Ashley J. Sense and sensibility. Woodstock, Ill: Dramatic Pub., 2005.

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8

1775-1817, Austen Jane, ed. Sense and sensibility. Woodstock, Ill: Dramatic Pub., 2008.

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9

Jane, Austen. Sense & sensibility. Rockville, MD: TARK Classic Fiction, an imprint of Arc Manor, 2008.

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10

Jane, Austen. Sense & Sensibility. London: Sovereign, 2012.

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Book chapters on the topic "Sensibilità sociale"

1

Schulkin, Jay. "Cognitive Neuroscience of Social Sensibility." In Hermeneutic Philosophy of Science, Van Gogh’s Eyes, and God, 315–22. Dordrecht: Springer Netherlands, 2002. http://dx.doi.org/10.1007/978-94-017-1767-0_27.

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2

Allatt, Patricia. "The Political Economy of Romance: Popular Culture, Social Divisions and Social Reconstruction in Wartime." In Sex, Sensibility and the Gendered Body, 37–59. London: Palgrave Macmillan UK, 1996. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-349-24536-9_3.

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3

Zavros-Orr, Agli. "Developing an Individuated Sensibility at the Margins." In Storying Social Movement/s, 117–45. Cham: Springer International Publishing, 2023. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-031-09667-9_7.

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4

Kurowska, Xymena, and Friedrich Kratochwil. "The Social Constructivist Sensibility and CSDP Research." In Explaining the EU's Common Security and Defence Policy, 86–110. London: Palgrave Macmillan UK, 2012. http://dx.doi.org/10.1057/9780230355729_5.

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5

McKie, Linda. "Women Hearing Men: The Cervical Smear Test and the Social Construction of Sexuality." In Sex, Sensibility and the Gendered Body, 120–35. London: Palgrave Macmillan UK, 1996. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-349-24536-9_7.

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6

Tessler, Mark. "Introduction: Origins, Approach, and an Arab Sensibility." In Social Science Research in the Arab World and Beyond, 1–18. Cham: Springer International Publishing, 2022. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-031-13838-6_1.

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Abstract:
AbstractThis guide offers readers a concise overview of the elements of social science research, from topic to design to data and analysis. By incorporating examples of research in Arab societies and including exercises using data from the Arab Barometer survey project, the guide situates social scientific concepts and methods in the social and political environment of the Arab world. It will, therefore, be of particular relevance to social scientists who study the Arab region, including, and perhaps especially, Arab scholars who conduct social science research.
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7

Carter, Pam. "Breast Feeding and the Social Construction of Heterosexuality, or ‘What Breasts are Really for’." In Sex, Sensibility and the Gendered Body, 99–119. London: Palgrave Macmillan UK, 1996. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-349-24536-9_6.

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8

Vandenabeele, Bart. "Burke and Kant on the Social Nature of Aesthetic Experience." In The Science of Sensibility: Reading Burke's Philosophical Enquiry, 177–92. Dordrecht: Springer Netherlands, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-94-007-2102-9_9.

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9

Edwards, Anne. "Gender and Sexuality in the Social Construction of Rape and Consensual Sex: A Study of Process and Outcome in Six Recent Rape Trials." In Sex, Sensibility and the Gendered Body, 178–201. London: Palgrave Macmillan UK, 1996. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-349-24536-9_10.

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10

Alperstein, Neil M. "The New New Sensibility: Selling Celebrity/Celebrities Selling on Digital Media." In Celebrity and Mediated Social Connections, 95–127. Cham: Springer International Publishing, 2019. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-17902-1_4.

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Conference papers on the topic "Sensibilità sociale"

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Sokolov, Boris. "NECRO-TRAINING OF SPATIAL FORMS OF SENSIBILITY." In 4th SGEM International Multidisciplinary Scientific Conferences on SOCIAL SCIENCES and ARTS Proceedings. STEF92 Technology, 2017. http://dx.doi.org/10.5593/sgemsocial2017/62/s26.035.

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Chen, Liyu. "Research on the Literature Sensibility in Ancient Literature Researches." In 2016 5th International Conference on Social Science, Education and Humanities Research. Paris, France: Atlantis Press, 2016. http://dx.doi.org/10.2991/ssehr-16.2016.63.

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3

INDRAYUDA, Indrayuda. "Concept of Art Education: Developing Aesthetic Sensibility, Social and Situational Awareness." In Sixth International Conference on Languages and Arts (ICLA 2017). Paris, France: Atlantis Press, 2018. http://dx.doi.org/10.2991/icla-17.2018.68.

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4

Sultana, Sharifa, Pratyasha Saha, Shaid Hasan, S. M. Raihanul Alam, Rokeya Akter, Md Mirajul Islam, Raihan Islam Arnob, Mahdi Nasrullah Al-Ameen, and Syed Ishtiaque Ahmed. "Understanding the Sensibility of Social Media Use and Privacy with Bangladeshi Facebook Group Users." In COMPASS '20: ACM SIGCAS Conference on Computing and Sustainable Societies. New York, NY, USA: ACM, 2020. http://dx.doi.org/10.1145/3378393.3402235.

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5

Sun, Dong-Ni, and Ying-Ying Xian. "Misunderstanding Discrimination of the Music Aesthetic Sensibility Cultivation of Primary and Secondary School Students." In 2nd Annual International Conference on Social Science and Contemporary Humanity Development. Paris, France: Atlantis Press, 2016. http://dx.doi.org/10.2991/sschd-16.2016.68.

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6

Wei, Zumei. "The Struggle between Sense and Sensibility amid Conspiracies--The Love and Humanity in the Film Lust, Caution." In 4th International Symposium on Social Science (ISSS 2018). Paris, France: Atlantis Press, 2018. http://dx.doi.org/10.2991/isss-18.2018.20.

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Segura Baró, Sílvia. "Planificar el llocs del rebuig: identificació de la invisibilitat del lloc a través del planejament per resoldre la problemàtica existent." In Seminario Internacional de Investigación en Urbanismo. Barcelona: Facultad de Arquitectura. Universidad de la República, 2015. http://dx.doi.org/10.5821/siiu.6135.

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Abstract:
Els llocs del rebuig sorgeixen a partir de la tensa relació que s’estableix entre home i natura. Són llocs que acumulen rebuig i alhora són rebutjats per la comunitat, una dualitat explosiva que aflora una problemàtica existent. Cal buscar solucions des del planejament territorial al conflicte generat, ja que són territoris que han sofert una triple fractura econòmica, ecològica i social; des del desplaçament de la comunitat, augment de l’atur, presència de materials tòxics i contaminació, empobriment de la població, ... Així doncs, el planejament ha d’establir estratègies per anticipar-se a la problemàtica del lloc i ha de tenir la capacitat de detectar i reconèixer allò intangible, allò que no es veu i allò que no es vol. El rebuig fa que el lloc esdevingui invisible, per la comunitat, per les autoritats, per les forces econòmiques. Cal identificar els valors d’aquest territori per fer-lo visible de nou, i el paisatge és l’eina que ens ofereix el planejament territorial per establir les noves pautes de recuperació, ja que té la sensibilitat suficient per analitzar de manera transversal els llocs del rebuig i per tant, aportar solucions a través de la planificació en aquests llocs. The rejection sites grow up from the strained relation between man and nature. They are sites that accumulate whatever we reject, like waste sites, and they are also rejected by the community, an explosive duality that shows a really existing problem. We have to look for measures from the regional development to the conflict produced, in the way that they are territories who have suffered a triple fracture, in the economical, ecological and social way; from the community moving, to the losing of employments, the big presence of toxic materials and pollution, impoverishment of the population, etc... In this case, the regional development had to establish strategies to anticipate the trouble of the site and it has to have the capacity to detect and recognize whatever is intangible, whatever is invisible and whatever is unwanted. The rejection makes the site become invisible, for the community, for decision makers, for economical players. The territory values need to be identified in order to make it visible again. Landscape is the tool offered by territorial planning to establish new refurbishment procedures, as it possesses the sufficient sensibility to analyze transversally the rejection places, bringing along solutions through planning in these sites.
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Zhao, Xinshu, and Xin Liu. "The Occurrence of Aesthetic Ethics in Primitive Society: Marx’s Perspective of Objective Sensibility." In 5th International Conference on Contemporary Education, Social Sciences and Humanities - Philosophy of Being Human as the Core of Interdisciplinary Research (ICCESSH 2020). Paris, France: Atlantis Press, 2020. http://dx.doi.org/10.2991/assehr.k.200901.023.

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Mastronardi, Luigi, and Elena Battaglini. "Turismo sostenibile e tensioni urbane nel terzo millennio." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7990.

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Abstract:
Il processo di urbanizzazione è un fenomeno che, negli ultimi decenni, ha registrato notevoli cambiamenti, i quali hanno avuto delle ripercussioni sulla distribuzione della popolazione mondiale tra aree urbane e rurali. L’aumento di popolazione nei centri urbani sta già creando problemi relativi alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti e alla disponibilità e qualità della risorsa idrica, come anche problemi di sicurezza sanitaria nelle periferie che continuano ad espandersi in assenza di infrastrutture e servizi. In relazione a ciò, il modello di sviluppo urbano sostenibile assume una valenza strategica in termini sociali, economici ed ambientali. Il turismo può, infatti, contribuire ad aumentare la vitalità economica delle città e a rafforzare il senso di identità urbana. Il turismo sostenibile contribuisce, inoltre, a mantenere l'integrità ambientale e culturale delle comunità, a conservare il patrimonio naturale e le zone ecologicamente sensibili. In questa Sessione dedicata al turismo è stata avviata una riflessione su ciò che il turismo può e deve fare per la sostenibilità del territorio, in maniera particolare di quello urbano. Diventa fondamentale comprendere in che modo il turismo può essere un elemento che può dare un contributo significativo allo sviluppo e all’innovazione sostenibile urbana, dato il suo impatto trasversale sulla società e le sue molteplici sfaccettature ambientali, economiche, sociali, culturali. In conclusione, sulla base degli spunti emersi è lecito affermare che il turismo rappresenti una opportunità di trasformazione delle città e dei territori circostanti, modificando gli equilibri sociali e culturali, economici e urbanistici, riuscendo persino a cambiare il modo di intendere e di vivere le città.
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Roselli, Claudia. "Geografie della memoria e zone di transizione: interpretare le possibilità future di salvaguardia dei legami territoriali a Delhi." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7959.

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Abstract:
Il futuro delle metropoli sarà quello di continuare ad aumentare in dimensioni ed estensioni, fagocitando territorio, oppure ci sarà un momento in cui le cose cominceranno a cambiare, nella consapevolezza collettiva e politica, che è necessario assimilare i concetti di limite e di sostenibilità? Sembra che le svolte economiche globali abbiano già allertato le menti sensibili verso un necessario cambiamento di rotta nella governance urbana. Non è più possibile ignorare le trasformazioni, talvolta molto pericolose, in atto nelle nostre città, ed è piuttosto necessario tentare un loro indirizzamento verso passaggi temporali che considerino l'importanza della memoria collettiva, attivando l'engramma giusto per costruire nuove relazioni antropologiche, culturali e sociali. Nello specifico il paper vuole esaminare la realtà della città di Delhi, la capitale indiana, svelando l'esistenza nel suo corpo di zone di confine territoriali: zone dove ancora è possibile trovare e riconoscere tracce della sua antica origine rurale fatta di mestieri agricoli e artigiani, forni di argilla e terre coltivate. Questa anima della città, costituita da memorie, saperi e relazioni territoriali è stata minacciata, negli ultimi anni, dal desiderio cieco di espansione di imprenditori senza scrupoli e da decisioni non monitorate capillarmente relative ai piani di sviluppo urbanistico, le quali hanno avuto ricadute non prevedibili a spese del territorio e dell'ambiente. Negli ultimi anni, dopo la fine delle aspettative create dai Giochi del Commonwealth, la città ha sviluppato una rete infrastrutturale più veloce, promuovendo l'utilizzo dei mezzi pubblici e creando una rete metropolitana molto efficiente, presupposto iniziale per riconquistare la sua antica fama di città verde. Oltre a queste nuove potenzialità infrastrutturali anche i tessuti connettivi, tra area ed area e le grandi zone di verde urbano ( giardini, parchi e foreste ) potenziano l'ipotesi di trasformare Delhi in una delle più competitive capitali del futuro. Per realizzare questa visione è necessario creare vocabolari, strade e linguaggi, capaci di suggerire lo sviluppo di nuovi modelli di insediamenti urbani sopratutto nelle zone più sensibili ovvero laddove avviene l'incontro tra l'urbano ed il rurale. The future of the metropolis will be to increase in dimension and extension phagocyting territory, or it will be a moment where the things will start to change, in the collective and politic awareness, that it is necessary to absorb the concepts of limits and sustainability? It seems that the global economic turns have already alerted the sensitive minds towards a necessary change of the course of the urban governance. It is not possible to ignore longer, the transformations, sometime very dangerous, in our cities, todays. Rather it is necessary try to addressed them in a time crossing, capable of understanding the importance of the collective memory, attracting the proper engramma to build new anthropological, cultural and social relations. Specifically the paper would like analyze the reality of the city of Delhi, the Indian capital, disclosing the existences, on its body, of some territorial boundaries. Zones where it is possible to find and to recognize tracks of its ancient rural origins made by crafts and agricultural artisan, clay ovens and cultivated lands. This soul of the city, made by memories, knowledges and territorial relations was menaced, on the last years, from the blind wish of expansions of unscrupulous businessman and from decisions not capillary monitored relatively to urban development plans, which have had unpredictable consequences for the territory and for the environment. After the end of the expectations created from the Commonwealth Games, on 2010, the city developed an infrastructural net more quick, promoting the use of the public transports and creating an underground net very efficient, initial assumption to regain its former glory of green city. Over these new infrastructural potentialities also the connective tissues, between area and area and the big zones of urban green, like gardens, parks and forests, they had great potential in themselves to make Delhi one of the most competitive capital of the future.To realize this visions it is necessary to create vocabularies, roads and languages, capable of suggesting the development of new models of urban settlements mainly on the sensitive zones, where it will happen the encounter between urban and rural.
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