Academic literature on the topic 'Selezione alimentare'

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Journal articles on the topic "Selezione alimentare"

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Musso, Fabio, Mario Risso, and Barbara Francioni. "Grande distribuzione alimentare e criteri di selezione dei fornitori nella prospettiva dei piccoli e medi produttori." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 1 (March 2011): 73–92. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-001005.

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Abstract:
Il criterio con cui le imprese della grande distribuzione selezionano i fornitori tiene sempre piů conto dell'esigenza di rendere gli assortimenti differenziati, aumentando le opportunitÀ per i fornitori minori con specializzazioni di nicchia. Questo lavoro si pone l'obiettivo di analizzare i cambiamenti che stanno caratterizzando i rapporti fra le piccole e medie imprese (Pmi) produttrici e le imprese della grande distribuzione (Gd). L'analisi trae spunto da una ricerca condotta su un campione di Pmi del settore alimentare finalizzata a comprendere la prospettiva dei produttori nel rapporto con le imprese della Gd nazionale ed estera. Dalla ricerca emerge come l'importanza dei criteri di valutazione si stia progressivamente spostando verso aspetti riguardanti la capacitÀ del fornitore di sostenere rapporti secondo logiche evolute, soprattutto in termini di efficienza e controllo delle filiere.
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Abstract:
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Dissertations / Theses on the topic "Selezione alimentare"

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LUNADEI, LOREDANA. "L’analisi dell’immagine come metodologia per migliorare la fase di selezione dei prodotti alimentari." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2008. http://hdl.handle.net/2434/49305.

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Abstract:
With increased expectations for high quality and safety foodstuffs, the need for an accurate, fast and objective quality determination of these characteristics in food products continues to grow. Computer vision provides one alternative for an automated, non-destructive and cost-effective technique to accomplish these requirements. This inspection approach based on image analysis and processing has found a variety of different applications in the food industry. Considerable research has highlighted its potential for the inspection and grading of fruits and vegetables and It has been successfully adopted for the quality analysis of meat and fish, cheese, bread, etc. The final purpose of this work is the implementation of artificial vision systems able to: detect defects related to dirt on the eggshell standard conditions; identify and separate aflatoxin contaminated pistachios and cashews; classify peaches (var. Rich Lady) into different postharvest maturity classes. In this work we present the results of the application of the proposed visual processes on a wide sample of both clean-dirt eggs, contaminated-uncontaminated nuts and on peach at different ripening states. Particular attention It was been payed to adaptability of the systems to on-line grading existing machines to detect and sort out dirt, contaminated and over-ripened samples. In this way, the food producers, processors and traders will be able to control every sample of the lot quickly and accurately, separating dirt, contaminated and over-ripened samples from the process streams, increasing the general food quality and safety.
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Giorgi, Matteo. "Ruolo delle colture starter nei salami e loro criteri di selezione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21869/.

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Abstract:
Nell’industria dei salami, per garantire una corretta fermentazione e maturazione e la conseguente sicurezza dei prodotti, è ampiamente diffuso l’impiego di colture starter. Tali colture rappresentano un fattore chiave del processo produttivo, controllando il possibile sviluppo di microrganismi patogeni e garantendo l’ottenimento di un prodotto con caratteristiche organolettiche desiderate. Tuttavia, i ceppi commercialmente disponibili sono limitati e spesso vengono applicati in maniera standardizzata, determinando un appiattimento delle peculiarità organolettiche del prodotto. Per questa ragione, la ricerca di nuovi ceppi di batteri lattici da utilizzare come starter, isolati da matrici fermentate spontaneamente, è considerata fondamentale. I ceppi proposti devono soddisfare criteri di sicurezza (tra cui l’incapacità di produrre ammine biogene e l’assenza di resistenza trasmissibile verso gli antibiotici), e determinate proprietà tecnologiche (performance di acidificazione e vigore fermentativo anche a basse temperature, produzione di aromi, resistenza al sale ecc.). Pertanto, nella presente tesi è stata effettuata un’analisi approfondita di dati raccolti dal gruppo di ricerca di Microbiologia degli Alimenti del DISTAL su ceppi di possibile interesse da proporre come starter nei salami, esaminando in particolare il loro antibiogramma e alcune caratteristiche tecnologiche. I risultati ottenuti hanno evidenziato un’ampia variabilità fenotipica dei ceppi, pur appartenendo principalmente alla stessa specie (Latilactobacillus sakei). Alcuni mostravano resistenza ad alcuni antibiotici mentre la maggior parte aveva ottime performance di crescita a percentuali di sale compatibili con quelle utilizzate nei salami anche alle basse temperature impiegate comunemente durante la fermentazione e la maturazione di questi prodotti nelle zone Mediterranee (10-15°C). I dati sono stati infine confrontati con quelli di letteratura per valutare incongruenze o parallelismi.
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GUIDESI, ELENA. "Approccio integrato alla selezione di nuovi probiotici per l'applicazione nell'uomo." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10796.

Full text
Abstract:
Durante la mia tesi di dottorato ho selezionato nuovi potenziali ceppi probiotici, combinando l'approccio convenzionale con l’utilizzo di piattaforme di nuova concezione. Mi sono concentrata inizialmente sul cosiddetto "screening tradizionale" finalizzato all'isolamento di nuovi ceppi batterici di lattobacilli e bifidobatteri e alla valutazione della loro sicurezza per il consumo umano e della loro efficacia. I ceppi selezionati sono stati quindi sottoposti ad uno screening più specifico, a seconda dell'applicazione a cui sarebbero stati destinati. In questa fase sono stati utilizzati sia test in vitro che modelli animali, al fine di valutare l'applicabilità dei ceppi di recente selezionati come probiotici per la promozione della salute umana e il loro possibile impiego in campo alimentare. Ho valutato il potenziale utilizzo dei ceppi nell’integrazione alimentare di soggetti che seguono diete ad alto contenuto proteico per ridurre il rischio di accumulo intestinale di ammine biogene, e ho individuato un ceppo di Lactobacillus con presunta attività ammino-degradativa. L'obiettivo principale di un’altra attività di screening è stato lo studio degli effetti immunomodulanti di nuovi ceppi: combinazioni di probiotici sono risultati buoni candidati per il trattamento delle malattie infiammatorie e autoimmuni (miastenia grave e sclerosi multipla) nel modello di topo. Infine, i ceppi sono stati sottoposti a screening per una potenziale applicazione in campo alimentare, finalizzata ad indagare la possibilità di produrre formulazioni di probiotici “atomizzati” da utilizzare insieme alla base commerciale del gelato.
During my PhD thesis I screened new potential probiotic strains by combining conventional approach to newly designed platforms. I focused first on the so-called "conventional screening” aimed to the isolation of new bacterial strains of lactobacilli and bifidobacteria and to assess their safety for human consumption and their efficacy by in-vitro methods. Selected strains were then submitted to a targeted screening by specifically designed models, depending on the application to which they would be destined. These models combined in vitro tests and animal models in order to assess the applicability of newly selected strains as probiotics for the promotion of human health and their possible use in food field. I evaluated the potential use of strains in the food supplementation of subjects that follow high-protein diets to reduce the risk of intestinal accumulation of biogenic amines, and I identified a strain of Lactobacillus with alleged amino degradative activity. The main objective of another screening activity was the study of the immunoregulatory effects of new strains: combinations of probiotics resulted good promising candidates for the treatment of inflammatory and autoimmune diseases (myasthenia gravis and multiple sclerosis) in rat model. Finally, strains were screened for a potential application in food field, in order to investigate the possibility of producing spray-dried probiotic formulations to be used together with commercial ice-cream bases.
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GUIDESI, ELENA. "Approccio integrato alla selezione di nuovi probiotici per l'applicazione nell'uomo." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10796.

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Abstract:
Durante la mia tesi di dottorato ho selezionato nuovi potenziali ceppi probiotici, combinando l'approccio convenzionale con l’utilizzo di piattaforme di nuova concezione. Mi sono concentrata inizialmente sul cosiddetto "screening tradizionale" finalizzato all'isolamento di nuovi ceppi batterici di lattobacilli e bifidobatteri e alla valutazione della loro sicurezza per il consumo umano e della loro efficacia. I ceppi selezionati sono stati quindi sottoposti ad uno screening più specifico, a seconda dell'applicazione a cui sarebbero stati destinati. In questa fase sono stati utilizzati sia test in vitro che modelli animali, al fine di valutare l'applicabilità dei ceppi di recente selezionati come probiotici per la promozione della salute umana e il loro possibile impiego in campo alimentare. Ho valutato il potenziale utilizzo dei ceppi nell’integrazione alimentare di soggetti che seguono diete ad alto contenuto proteico per ridurre il rischio di accumulo intestinale di ammine biogene, e ho individuato un ceppo di Lactobacillus con presunta attività ammino-degradativa. L'obiettivo principale di un’altra attività di screening è stato lo studio degli effetti immunomodulanti di nuovi ceppi: combinazioni di probiotici sono risultati buoni candidati per il trattamento delle malattie infiammatorie e autoimmuni (miastenia grave e sclerosi multipla) nel modello di topo. Infine, i ceppi sono stati sottoposti a screening per una potenziale applicazione in campo alimentare, finalizzata ad indagare la possibilità di produrre formulazioni di probiotici “atomizzati” da utilizzare insieme alla base commerciale del gelato.
During my PhD thesis I screened new potential probiotic strains by combining conventional approach to newly designed platforms. I focused first on the so-called "conventional screening” aimed to the isolation of new bacterial strains of lactobacilli and bifidobacteria and to assess their safety for human consumption and their efficacy by in-vitro methods. Selected strains were then submitted to a targeted screening by specifically designed models, depending on the application to which they would be destined. These models combined in vitro tests and animal models in order to assess the applicability of newly selected strains as probiotics for the promotion of human health and their possible use in food field. I evaluated the potential use of strains in the food supplementation of subjects that follow high-protein diets to reduce the risk of intestinal accumulation of biogenic amines, and I identified a strain of Lactobacillus with alleged amino degradative activity. The main objective of another screening activity was the study of the immunoregulatory effects of new strains: combinations of probiotics resulted good promising candidates for the treatment of inflammatory and autoimmune diseases (myasthenia gravis and multiple sclerosis) in rat model. Finally, strains were screened for a potential application in food field, in order to investigate the possibility of producing spray-dried probiotic formulations to be used together with commercial ice-cream bases.
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Bellavista, Martina. "Caratteristiche di sicurezza di batteri lattici isolati da salami fermentati spontaneamente." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25499/.

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Abstract:
Negli ultimi decenni è diventato sempre più comune l’utilizzo di colture starter nella produzione di carni fermentate. Questo determina aspetti positivi, come il controllo delle fermentazioni che porta all’ottenimento di prodotti di qualità e sicuri dal punto di vista igienico-sanitario, ma anche svantaggi, come la possibile perdita di tipicità dei prodotti locali. In questa tesi, parte di un progetto più ampio, sono stati caratterizzati a livello di sicurezza (antibiotico resistenza [AR], produzione di amine biogene [AB]) 148 ceppi di battei lattici isolati da diversi salami europei fermentati spontaneamente. I risultati evidenziano una AR legata all’origine degli isolati: ceppi isolati da prodotti spagnoli e croati mostravano una maggiore incidenza di AR, con anche resistenze multiple, mentre ceppi isolati da prodotti italiani e sloveni erano sensibili agli antibiotici testati. In generale vi era una diffusa la resistenza alla streptomicina, mentre per (gentamicina, kanamicina e tetraciclina i valori di MIC erano molto variabili, in relazione sia alla specie che al biotipo. Anche la produzione di AB era molto variabile: tra i ceppi spagnoli, alcuni Lat. curvatus erano in grado di produrre tiramina e/o putrescina e in un caso istamina, mentre il 30% dei Comp. alimentarius produceva sia tiramina che istamina. Inoltre, sono stati effettuati test per valutare l’attività antimicrobica con spiccati risultati per i ceppi croati. Molti ceppi erano caratterizzati da geni codificanti le batteriocine (sakacina e curvacina), evidenziando un possibile legame con la loro attività. Dai risultati ottenuti, è stato quindi possibile selezionare un gruppo di ceppi considerati sicuri che saranno studiati a livello tecnologico (potere acidificante, resistenza al sale, profilo termico, profilo in metaboliti volatili), al fine di selezionare i migliori candidati da utilizzare come colture starter e/o protettive nella produzione di salumi a livello industriale.
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PONZETTA, MARIA. "Comportamento alimentare e capacità digestive del cervo nobile (Cervus elaphus) e del daino (Dama dama)." Doctoral thesis, 1990. http://hdl.handle.net/2158/963002.

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Abstract:
L'elaborato tratta dell'acquisizione di elementi oggettivi di valutazione del comportamento alimentare di alcuni ungulati selvatici in ambiente appenninico e delle capacità digestive degli stessi mediante prove di alimentazione e di digeribilità in vivo, su soggetti confinati, ed in vitro, utilizzando alimenti spontanei e coltivati ed inoculo ruminale delle specie oggetto di studio.
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MERLINO, MARIA. "SELEZIONE DI LATTOBACILLI PROBIOTICI AD ATTIVITA’ β-GALATTOSIDASICA E PRODUZIONE DI UN FORMAGGIO FRESCO FUNZIONALE A RIDOTTO CONTENUTO DI LATTOSIO. QUALITA’, SICUREZZA E SHELF-LIFE." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11570/3182581.

Full text
Abstract:
L‘attività di ricerca svolta ha consentito lo sviluppo di una nuova strategia produttiva per il miglioramento della qualità e sicurezza dei prodotti lattiero-caseari delattosati. È noto che il latte delattosato è più suscettibile ai trattamenti termici ed alla reazione di Maillard con conseguente diminuzione della sua qualità nutrizionale e sensoriale. Dunque, l‘obiettivo di questa tesi è stato quello di produrre formaggi a ridotto contenuto di lattosio senza ricorrere all‘utilizzo di latte delattosato o all‘aggiunta al latte di caseificazione dell‘enzima lattasi commerciale, ma di impiegare batteri lattici con attività β-galattosidasica, quali ―adjunct culture‖. A tal fine, è stato effettuato uno screening dell‘attività β-galattosidasica di batteri lattici, isolati da campioni di colostro bovino, che ha consentito di selezionare, caratterizzare e identificare due ceppi di lattobacilli, L. reuteri e L. amilovorus, scelti, oltre che per la loro capacità di idrolizzare il lattosio, anche per la loro attività probiotica al fine di ottenere un formaggio fresco a ridotto contenuto di lattosio e, al contempo, funzionale. Tra i due ceppi, L. amilovorus ha mostrato la maggiore attività β-galattosidasica riducendo a valori intorno allo 0.5% il contenuto di lattosio del formaggio già al secondo giorno di produzione. Il formaggio così ottenuto ha mantenuto le caratteristiche compositive (eccetto per il contenuto in lattosio), microbiologiche e reologiche del formaggio prodotto in maniera tradizionale. In un mercato mondiale in cui la domanda di alimenti ―free from‖ e di alimenti salutistici (funzionali) è in continua crescita, l‘innovazione di processo proposta lascia intravedere interessanti sviluppi per l‘applicazione su larga scala.
The research activity carried out has allowed the development of a new production strategy to improve the quality and safety of lactose-free dairy products. It is well known that lactose-depleted milk is more susceptible to heat treatments and Maillard's reaction with a consequent decrease of its nutritional and sensorial quality. Therefore, the aim of this thesis was to produce lactose-reduced cheeses without using lactose-depleted milk by the addition of commercial lactase enzyme to the cheese milk, but by using lactic bacteria with β-galactosidasic activity as "adjunct culture". Therefore, a screening of β-galactosidasic activity of lactic bacteria isolated from bovine colostrum samples was carried out. This screening allowed to select, characterize and identify two strains of lactobacilli, namely L. reuteri and L. amylovorus, chosen, not only for their ability to hydrolyze lactose, but also for their probiotic activity. They were applyied to the production of a fresh cheese type named Minas Frescal allowing to obtain a fresh cheese with reduced lactose content and, at the same time, a functional cheese. Between the two strains, L. amylovorus showed the highest β-galactosidasic activity reducing the lactose content of the cheese to values around 0.3% on the second day after production. The cheese thus obtained has maintained the same compositional (except for the lactose content), microbiological and rheological characteristics of the traditionally produced cheese. In a world market where the demand for "free from" and health (functional) food is constantly growing, the proposed process innovation suggests interesting developments for large-scale application.
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Books on the topic "Selezione alimentare"

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Fanfani, David, Francesco Berni, and Alessandro Tirinnanzi, eds. Tra territorio e città. Florence: Firenze University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-613-8.

Full text
Abstract:
Il volume restituisce, attraverso le sintesi di alcune tesi triennali e magistrali selezionate, un quadro di insieme delle attività di studio condotte nell’ambito dei Corsi di Laurea in Pianificazione dell’Università di Firenze con sede ad Empoli. Le diverse sezioni che compongono il lavoro evidenziano una metodologia di lavoro multiscalare e multidisciplinare che si alimenta di una approccio prevalentemente centrato sul rilievo attribuito al valore dei luoghi e degli specifici contesti territoriali. Ne risulta una quadro originale di contributi che rappresentano un modo potenzialmente innovativo di mettere a confronto gli studi territoriali ed urbani con i vari dilemmi operativi che si generano all’incrocio fra definizione delle politiche, costruzione di progetti durevoli di territorio ed indirizzi di sviluppo locale.
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