Academic literature on the topic 'Segnali del volto'

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Journal articles on the topic "Segnali del volto"

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Sani, Giacomo. "1992: LA DESTRUTTURAZIONE DEL MERCATO ELETTORALE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 22, no. 3 (December 1992): 539–65. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200018906.

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Abstract:
IntroduzioneNel corso degli anni ottanta gli osservatori hanno colto molteplici segnali di mutamento del sistema dei partiti in Italia e, in particolare, nel rapporto partiti-elettori, vedendo nei risultati delle diverse consultazioni indicazioni di un (potenziale) maggior dinamismo dei comportamenti di massa rispetto al passato. In quella fase l'attenzione degli studiosi è caduta a volte sulla graduale erosione dei tassi di partecipazione elettorale, a volte sulla diminuzione delle quote di consenso raccolto dai grandi partiti storici, a volte sull'emergere di nuove formazioni, a volte ancora sui tassi di instabilità registratisi in alcune zone del paese (Corbetta, Parisi e Schadee 1988; Caciagli e Spreafico 1990; Mannheimer 1991). Segnali convergenti provenivano da ricerche sugli orientamenti degli elettori rilevati tramite indagini demoscopiche. Così uno studio condotto alla metà degli anni ottanta suggeriva che, sotto la spinta di fattori diversi, si era verificato un allargamento della quota di elettori «nel mercato», cioè di cittadini disposti a considerare di volta in volta opzioni diverse da quelle del passato. Se ne deduceva l'esistenza di un accresciuto potenziale di mobilità con potenziali riflessi in futuro sulla forza dei diversi gruppi politici (Mannheimer e Sani 1987). Sino alla fine dello scorso decennio, tuttavia, il mercato elettorale italiano continuava a mantenere molte delle caratteristiche di un tempo. Certo, non mancavano gli elementi di novità, ma era difficile sostenere che si fosse già verificata una vera e propria rottura rispetto alle caratteristiche prevalenti nel passato. In sostanza, ci si trovava in presenza di un forte scollamento tra il potenziale di cambiamento intravisto dagli osservatori e l'evidenza delle cifre all'indomani del voto.
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Sinardo, Stefania. "«Signa crucis e signa tabellionatus». Segni e Simboli." ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no. 2 (December 2021): 81–92. http://dx.doi.org/10.3280/asso2020-002006.

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Abstract:
I simboli della croce e i segni o sigilli notarili estrapolati da taluni documenti del Tabulario dei Monasteri di San Nicolò l'Arena e di Santa Maria di Licodia, qui per la prima volta inventariati, rappresentano un corpus omogeneo dal quale si ricavano informazioni preziose in merito allo stretto legame tra il momento diplomatistico del documento e quello redazionale. La documentazione esaminata mette in luce pergamene validate sia col solo signum crucis, più o meno accurato, sia col signum crucis accompagnato dal signum tabellionis, volti a garantire l'autenticità dell'atto pubblico.
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Boldreghini, Fulvio, and Giuseppe Sancetta. "Early warning system e governance del rischio di credito: l'emersione anticipata della crisi d'impresa dal punto di vista dei creditori finanziari." CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & DEVELOPMENT STUDIES, no. 2 (January 2022): 147–75. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds2-2021oa12637.

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Abstract:
La capacità di stimare la probabilità di default è da sempre uno degli obiettivi principali delle istituzioni finanziarie e, nell'imminente futuro, sarà sicuramente la chiave per far fronte all'aumento delle esposizioni deteriorate dovuto agli impatti dell'emergenza pandemica da Covid-19. Il presente lavoro si propone di indagare le pratiche di governance e gli strumenti di gestione del rischio di credito adottati per rilevare tempestivamente segnali di squilibrio economico e finanziario delle società. Di conseguenza, è stata prima condotta una revisione approfondita dei modelli di previsione dell'insolvenza per illustrare limiti e punti di forza ampiamente discussi in letteratura. In secondo luogo, si è fatto ricorso all'analisi di un case study per descrivere sia la metodologia dell'Early Warning System (EWS), sia le pratiche di governance interna adottate per monitorare e gestire tempestivamente i segnali di deterioramento del merito creditizio. I risultati evidenziano la necessità di combinare modelli quantitativi con un approccio di tipo judgmental per costruire un processo di monitoraggio in grado di intercettare anomalie ed evitare errate classificazioni. L'analisi del case study mostra inoltre come il coinvolgimento anticipato degli esperti di ristrutturazione del debito sia un elemento chiave nella definizione delle azioni volte a prevenire eventi di default. 
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Russo, Vittoria. "Storia di una battaglia senza guerra." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 37 (September 2022): 92–102. http://dx.doi.org/10.3280/eds2022-037008.

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Abstract:
Parlare di disabilità in un contesto di psicoterapia psicoanalitica non è usuale, ancora meno quando ci si confronta con disabilità sensoriali specifiche. Consideriamo la sordità, la possibilità di incontrare un paziente sordo, di interagire con lui in maniera diretta utilizzando come strumento di comunicazione la LIS (Lingua Italiana dei Segni). La terapia diventa in questo modo un viaggio nel viaggio, tanto per la terapeuta che incontra il paziente quanto per la persona sorda che decide in maniera autonoma di entrare in contatto con un soggetto udente, che utilizza la sua modalità di interazione con il mondo della sordità. Il setting della terapia, che prende forma dalla sua concretezza nell'essere prima di tutto luogo dell'incontro di due persone, poco per volta diventa luogo dell'incontro di due menti, due sensibilità, due mondi. Nella psicoterapia con i pazienti sordi le caratteristiche del setting sembrano ampliarsi, acquistano una forma tridimensionale: ci sono corpi che si incontrano, stili narrativi che prendono forma attraverso l'utilizzo di una lingua nuova definita da regole specifiche, segni, significati come nell'interazione con una lingua straniera. Paziente e terapeuta si conoscono anche attraverso l'espressione dello stile narrativo, dell'utilizzo delle mani per segnare, delle modalità di interazione di quelle mani sui propri corpi nell'esecuzione del segno. Si tratta di un viaggio affascinante, complesso e faticoso. Lo sguardo tra paziente e terapeuta a volte celato, negato o desiderato in altri casi, nell'incontro con la persona sorda diviene forma essenziale del setting: è importante lo sguardo che si rivolge al segno disegnato dalle mani, è rilevante lo sguardo che si posa sui volti per coglierne espressioni e caratteristiche elementi fondamentali nella LIS. L'incontro con Edoardo, giovane paziente adulto all'epoca del primo contatto per iniziare una terapia, presenta poco per volta la trama di una narrazione mai ascoltata ma forse ancora prima mai narrata. Nei segni che quasi timidamente si concedono paziente e terapeuta si coglie l'evoluzione di un percorso, che all'interno del setting prende forma e si trasforma. Edoardo cresce, la sua terapeuta insieme a lui e il luogo delle sedute diventa momento prezioso di condivisione emotiva ed affettiva. Il desiderio di autonomia di Edoardo, i suoi progetti delineati all'interno della terapia un giorno purtroppo vengono bruscamente tagliati, negati da un ambiente familiare chiuso e intimorito di fronte ai progressi del figlio. Edoardo esce di scena, costretto ad abbandonare il luogo della terapia diventa nuovamente sordo di fronte alle sue possibilità di crescita. Il setting della terapia perde la presenza di Edoardo, il tempo si dilata e i mesi diventano anni nel ricordo della sua assenza. L'irrompere nella vita di tutti della pandemia stravolge ritmi e consuetudini, le terapie cercano nuovi assetti per definire nuove forme di incontro e far fronte alla nuova realtà. In questo clima Edoardo dopo anni decide di riprendere la sua terapia, di ridare forma viva al setting del suo lavoro clinico. Edoardo desidera l'incontro in presenza, l'utilizzo delle mascherine simbolicamente gli ha fatto sentire il dolore provato per la negazione della comunicazione, con emozione ritrova il suo luogo con la sua terapeuta e può riprendere la trama della sua narrazione. Il lavoro con Edoardo permette di cogliere la specificità del setting, che ha trovato spazio nella mente del paziente, facendogli compagnia durante gli anni di assenza dal luogo della terapia. Edoardo ha custodito dentro di sé il senso del lavoro terapeutico, è riuscito ad ascoltarsi e riconoscere nella ricerca del setting perduto la voce di quella relazione che lo ha fatto sentire vivo.
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Marinetto, Paola. "INDIVIDUARE LA POLIFONIA NEI TESTI ESPOSITIVI-ARGOMENTATIVI: QUANDO IL CAPOVERSO AIUTA." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 28, 2022): 660–80. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18320.

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Abstract:
L’articolo si propone di individuare gli “strumenti” relativi alla lingua e all’organizzazione del testo che sono segnali della sua polifonia, ossia della compresenza di voci e pensieri diversi, affiancati o sovrapposti a quelli dell’autore. Nei testi vi sono infatti a volte, oltre al Discorso Riportato, elementi più nascosti e sfuggenti, che lasciano intravedere un distanziamento (o, viceversa, un’accettazione) dell’autore rispetto a dei punti di vista diversi dal suo. L’articolo ha intenti didattici e, attraverso l’analisi di due testi di tipo espositivo/argomentativo utilizzati nei corsi di scrittura di sintesi con gli studenti universitari, mette in luce come l’utilizzo dei capoversi (segnali a loro volta dei Movimenti Testuali), e alcune scelte lessicali e sintattiche possano aiutare il lettore nell’individuazione della polifonia. Identifying polyphony in expository-argumentative texts: when the paragraphs help The article aims at identifying the “tools” related to text language and organization that signal polyphony, that is, of the coexistence of different voices and thoughts, side by side or superimposed on those of the author. In the texts there are, in addition to Reported Speech, more hidden and elusive elements, which allow us to glimpse at a distancing (or, vice versa, an acceptance) by the author with respect to points of view different from his/her own. The article has didactic purposes and, through the analysis of two expository/argumentative texts used in writing synthesis courses with university students, it highlights how the use of paragraphs (which are in turn signals of Textual Movement), and some lexical and syntactic choices help the reader identify polyphony.
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Ferrari, G., G. Giovannini, and A. Prinster. "Le sequenze Fast Fluid Attenuated Inversion Recovery (FFLAIR)." Rivista di Neuroradiologia 11, no. 2 (April 1998): 187–92. http://dx.doi.org/10.1177/197140099801100206.

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Abstract:
Lo sviluppo della sequenza FLAIR è nato dalla necessità di produrre immagini che mettessero bene in evidenza le lesioni situate nelle regioni periventricolari e subcorticali dell'encefalo. Tale sequenza, derivata dall'inversion-recovery, è caratterizzata da un lungo tempo d'inversione utile ad annullare il segnale del liquor e da un TE e un TR utili per produrre a livello del parenchima un segnale dipendente dal T2. Il lungo tempo d'acquisizione della FLAIR è stato sensibilmente ridotto con l'uso della tecnica utilizzata con le sequenze fast spin-eco. La selezione e l'accoppiamento dei parametri di sequenza è oggetto di analisi e i vari produttori hanno scelto differenti ed interessanti soluzioni, privilegiando a volte un ridotto tempo d'acquisizione, altre una ponderazione T2 più marcata, con un annullamento assoluto del segnale del liquor. L'uso di questa recente sequenza è presto divenuto d'elezione per il monitoraggio delle patologie demielinizzanti multifocali. Altri impieghi, in altre patologie, sono al vaglio di molti centri e l'ampliamento delle casistiche permetterà di comprendere quali sono le opportunità e l'efficacia offerte dall'utilizzo della sequenza Fast FLAIR.
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Basso, G., M. L. Gorno-Tempini, G. Calandra-Buonaura, M. Serafini, G. Pagnoni, L. Mavilla, C. A. Porro, P. Baraldi, and P. F. Nichelli. "Localizzazione cerebrale funzionale delle aree del linguaggio per mezzo di un compito di decisione lessicale." Rivista di Neuroradiologia 13, no. 1 (February 2000): 139–47. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300125.

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Abstract:
La metodica di risonanza magnetica funzionale (fMRI) permette di esplorare le funzioni cognitive in vivo sull'uomo in modo non invasivo. In questo studio presentiamo i primi risultati di un progetto volto alla localizzazione delle aree cerebrali del linguaggio a scopo clinico per la valutazione prechirurgica e per il controllo riabilitativo di pazienti cerebrolesi. Sono stati studiati 10 soggetti sani destrimani e un paziente cerebroleso sinistro. È stata valutata la differenza di segnale di risonanza registrato con sequenza ecoplanare gradient-echo sensibile al segnale T2* comparando volumi cerebrali acquisiti in blocchi di 30 secondi. I soggetti eseguivano alternativamente un compito di decisione lessicale o un compito di decisione grafemica. I risultati dei dati ottenuti dai pazienti di controllo indicano una elevata sensibilità del test mettendo in evidenza tutte le aree note coinvolte nelle funzione linguistiche. L'analisi dei dati ottenuti dal paziente cerebroleso suggeriscono che il protocollo di studio descritto può essere applicato con successo allo studio delle funzioni linguistiche anche in presenza di danno cerebrale.
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Gallucci, M., I. Aprile, A. Bozzao, B. Orlandi, and O. Migliori. "La RM nei tumori extrassiali intracranici." Rivista di Neuroradiologia 4, no. 3_suppl (December 1991): 13–18. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s303.

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Abstract:
La RM si rivela genericamente più accurata della TC per stabilire l'origine intra o extra-assiale di una formazione neoplastica encefalica; tale scopo può essere raggiunto sia valutando dei segni diretti (presenza di un piano di clivaggio e dislocazione della corteccia per quanto riguarda i tumori estrinseci) che valutando i segni indiretti (per es. compressione dei ventricoli o delle cisterne dell'angolo ponto-cerebellare, angoli che la massa forma con il tessuto adiacente, presenza o meno del segno meningeo). Al fine di poter effettuare tali valutazioni nella maniera più corretta è necessario adottare una tecnica d'esame rigorosa: acquisizione di scansioni secondo tutti i piani necessari per una corretta valutazione della massa neoplastica (assiali, coronali, sagittali e obliqui), uso di spessori di strato sottili (2 o 3 mm) ogni volta che lo si ritenga necessario (es. neurinomi del n. acustico) e infine adozione praticamente routinaria del mdc ev. La RM è estremamente vantaggiosa anche nel tentativo di caratterizzazione istologica del tumore, ma al momento attuale riteniamo che non presenti sufficiente specificità. L'intensità di segnale e il comportamento dopo somministrazione di mdc possono indirizzare nei confronti di un istotipo o di un altro, ma sicuramente non possono essere considerati come categoricamente diagnostici. È opinione degli autori, tuttavia, che il fine più importante da ottenere con la RM sia quello di stabilire l'origine intra o extra-assiale della neoplasia.
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Donati, P. Tortori, M. P. Fondelli, A. Rossi, A. Iester, and G. L. Piatelli. "Cerebellite: Evoluzione di un caso." Rivista di Neuroradiologia 6, no. 3 (August 1993): 341–45. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600316.

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Abstract:
Una bambina di 5 anni, reduce da una banale infezione delle vie aeree superiori, si ricovera in seguito alla comparsa di atassia cerebellare ed emiparesi. Una TC dà esito negativo; la RM dimostra invece una diffusa alterazione di segnale a carico di un emisfero cerebellare, elettivamente localizzata alla corteccia, in assenza di lesioni del comparto sopratentoriale. Un primo controllo eseguito a distanza di un mese, dopo regressione della sintomatologia neurologica, evidenzia la comparsa di una atrofia cerebellare monolaterale, associata a riduzione del segnale patologico a livello della corteccia interessata. Un secondo controllo a distanza di 9 mesi, a completa regressione della sintomatologia, mostra una marcata atrofia deU'emisfero cerebellare, ed una nuova alterazione di segnale a livello della corteccia, questa volta riferita alla comparsa di fenomeni gliosico-riparativi. La elettiva localizzazione delle lesioni alla corteccia cerebellare potrebbe essere imputata, secondo gli autori, ad una necrosi cellulare selettiva nell'ambito di una sorta di polio- tropismo virale, diversamente dalla vasculo-mielinopatia disseminata che caratterizza l'Encefalomielite Acuta Disseminata.
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Bertossi, Francesca. "Il ruolo del microbiota nell'aumento ponderale associato alla terapia antipsicotica." PNEI REVIEW, no. 2 (November 2022): 108–22. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2022-002010.

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Abstract:
Per il trattamento di un disturbo mentale severo e la prevenzione delle ricadute sono indicate delle terapie a lungo termine con farmaci antipsi- cotici. Gli antipsicotici di seconda generazione sono associati ad un minor numero di sintomi extrapiramidali, tuttavia sono gravati da importanti effetti collaterali di tipo metabolico e dal rischio di aumento ponderale, effetti mediati sia dai recettori centrali e periferici, sia a modifiche della composizione del microbiota. Numerose sono le evidenze del ruolo del microbiota intestinale nell'indur- re l'aumento ponderale ed i disturbi metabolici indotti dagli antipsicotici di seconda generazione attraverso un alterato segnale dello stimolo della fame e della sazietà, una riduzione della spesa energetica, la modulazione del metabolismo lipidico e glucidico, le modifiche dell'infiammazione e del- la permeabilità della barriera intestinale. Nella prevenzione e nel trattamento integrato dell'aumento ponderale as- sociato alla terapia antipsicotica, oltre alle terapie di tipo farmacologico, i programmi nutrizionali e l'attività fisica trova impiego un approccio volto a modulare il microbiota intestinale per correggere la disbiosi. Tra i diversi probiotici impiegati quello più promettente sembra essere l'Akkermansia muchiniphila.
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Dissertations / Theses on the topic "Segnali del volto"

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BACCOLO, ELISA. "It’s written all over your face. The ontogeny of sensitivity to facial cues to trustworthiness." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/277385.

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Abstract:
Gli esseri umani sono ipersensibili a quelle proprietà facciali che trasmettono segnali sociali. La capacità di attribuire giudizi di affidabilità basati sui segnali del volto, vale a dire quei segnali che usiamo per dedurre se una persona può essere avvicinata in modo sicuro o piuttosto evitata, è nota per essere veloce, automatica e basata su pochissime informazioni. Questa tesi di dottorato mira a indagare: (1) se la sensibilità ai tratti di affidabilità del volto sia modulata da differenze individuali nelle attitudini sociali e comportamentali; (2) la traiettoria evolutiva di questa sensibilità; (3) se la sensibilità alle sottili variazioni degli indizi facciali all'affidabilità è un fenomeno universale o è piuttosto modulata dalla cultura e / o dall'etnia del viso. Il Capitolo 1 mira a indagare se differenze nella sensibilità percettiva e nella rappresentazione mentale di volti che variano per livello di affidabilità espressa sono associate a differenze individuali relative alla motivazione sociale. I risultati hanno mostrato che le differenze individuali nella motivazione sociale possono avere un impatto sulla quantità di esperienza sociale e quindi sul livello di sensibilità nei confronti di segnali facciali all'affidabilità. Il capitolo 2 si è concentrato sulla traiettoria evolutiva di tale sensibilità. Lo studio 2 mira a studiare in che modo la sensibilità percettiva e la rappresentazione mentale di differenze minime nell'informazione facciale che sottende la percezione di affidabilità si sviluppano nel tempo, tenendo conto delle differenze individuali nello sviluppo emotivo. I risultati hanno mostrato che la sensibilità ai segnali di affidabilità del volto e la capacità di impiegare questi segnali per generare giudizi di affidabilità è presente in età prescolare, ma matura per raggiungere livelli simili a quelli degli adulti all'età di 7 anni, sviluppandosi insieme alle capacità di comprensione delle emozioni. Gli studi 3 e 4 hanno utilizzato due diversi paradigmi EEG con neonati di 6 mesi per indagare se questa sensibilità sia già presente nel primo anno di vita. I dati combinati provenienti dagli studi 3 e 4 contribuiscono a dimostrare che i bambini di 6 mesi sono sensibili a quegli indizi facciali che vengono successivamente utilizzati per generare giudizi di affidabilità. Infine, il capitolo 3 presenta una convalida di stimoli che verranno utilizzati per esplorare la presenza di differenze cross-culturali nello sviluppo nella percezione dell'affidabilità del volto. Nel complesso, tutti gli studi presentati suggeriscono che la sensibilità ai tratti di affidabilità del volto si manifesta nei primissimi anni di vita, per poi affinarsi tramite l'esperienza nel corso dello sviluppo. Inoltre, suggeriscono che la percezione dell’affidabilità di un volto potrebbe essere cross-culturale, in quanto non è influenzata dall'esperienza che un individuo acquisisce con una determinata categoria di volti.
Human beings are hypersensitive to those facial properties that convey social signals. The ability to attribute trustworthiness judgements based on facial cues to trustworthiness, i.e. those cues that we use to derive whether a person can be safely approached or better avoided, is known to be fast, automatic and based on very little information. This doctoral dissertation aims at investigating: (1) whether sensitivity to facial cues to trustworthiness is modulated by individual variations in social personality characteristics; (2) the developmental trajectory of this sensitivity; (3) if sensitivity to subtle variations in facial cues to trustworthiness is a universal phenomenon or is it modulated by culture and/or face ethnicity. Chapter 1 aimed at investigating whether individual differences in fine-grained perceptual sensitivity and mental representation of facial features related to trustworthiness judgements are associated with individual differences in social motivation. Results showed that individual differences in social motivation can have an impact on the amount of social experience and thus the level of developed sensitivity to facial cues to trustworthiness. Chapter 2 focused on the developmental trajectory of such sensitivity. Study 2 aimed to investigate how perceptual sensitivity to and mental representation of fine-grained differences in facial information subtending social perception of trustworthiness develops in time, taking into account individual differences in emotional development. Results showed that sensitivity to facial cues to trustworthiness and the ability to employ these cues to generate trustworthiness judgements is present in preschool years, but matures to reach adult-like levels at the age of 7, developing together with emotion understanding abilities. Study 3 and 4 used two different EEG paradigms with 6-month-old infants to question whether this sensitivity is already present in the first year of life. Combined data coming from Study 3 and 4 contribute in showing that 6-month-old infants are sensitive to those facial cues that are later used to generate trustworthiness judgements. Finally, Chapter 3 presents a validation of stimuli that will be used to explore the presence of developmental cross-cultural differences in the perception of face trustworthiness. Overall, all presented studies suggest that sensitivity to facial cues to trustworthiness manifests in the very first years of life, to be then refined by experience over the course of development. Moreover, they suggest that trustworthiness perception could be cross-cultural, as it is not influenced by the experience an individual gains with a certain face category.
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Korcari, William. "Analisi del segnale temporale del sistema a tempo di volo dell'esperimento ALICE a LHC per le procedure di controllo di qualita dei dati." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14607/.

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Abstract:
Come migliorare l'algoritmo di Quality Assurance per il rivelatore TOF dell'esperimento ALICE ad LHC? Nel corso di questo elaborato si passerà attraverso una breve introduzione del Modello Standard e della fisica di cui si occupa l'esperimento ALICE a LHC, che illustrerà secondo quali principi l'apparato è stato costruito e quali sono i fenomeni di cui si va alla ricerca: il QGP, mostrato attraverso le sue molteplici conseguenze, da "Quarkonia" al "Jet Quenching". Verrà introdotto l'acceleratore di particelle LHC che ospita l'esperimento ALICE e i suoi rivelatori, protagonisti assoluti nello studio sul QGP e si porterà il focus sulla descrizione del rivelatore a tempo di volo TOF, dei suoi principi di funzionamento e delle sue caratteristiche significative per questo lavoro di tesi. Quindi si entrerà nel vivo della ottimizzazione dell'algoritmo di Quality Assurance, se ne vedrà lo stato attuale e la sua evoluzione nel tentativo di produrre una sua versione migliorata e più efficiente. Infine si confronteranno i risultati del nuovo algoritmo con la sua versione iniziale per valutare l'entità del miglioramento apportato.
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Melfi, Lorenzo. "Ricostruzione di segnali multipli del rivelatore a tempo di volo (ToF) di ALICE: confronto fra dati e Monte Carlo." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9579/.

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Abstract:
La fisica delle collisioni ad alte energie è, ad oggi, uno dei campi di ricerca più interessante per la verifica di modelli teorici che spieghino la nascita e la formazione dell'universo in cui viviamo. In quest'ottica lavorano esperimenti presso i più importanti acceleratori di particelle: tra questi anche l'esperimento ALICE, presso il Large Hadron Collider LHC del CERN di Ginevra. Il suo scopo principale è quello di verificare e ampliare l'insieme delle prove sperimentali alla base sull'esistenza di un nuovo stato della materia: il Quark Gluon Plasma. La presenza della transizione di fase della materia adronica ordinaria a QGP era stata teorizzata da diversi studi termodinamici e da calcoli di QCD su reticolo: in particolare si prevedeva l'esistenza di uno stato della materia in cui i quark sono deconfinati. Il QGP è dunque un plasma colorato e densissimo di quark e gluoni, liberi di interagire tra loro. Queste condizioni sarebbero state quelle dell'universo primordiale, circa 1µs dopo il Big Bang: a seguito di una transizione di fase, si sarebbe poi formata tutta la materia adronica ordinaria. Per riprodurre le condizioni necessarie alla formazione del QGP occorrono collisioni ad energie ultrarelativistiche come quelle prodotte, negli ultimi anni, dall'acceleratore LHC. Uno dei principali rivelatori dedicati all'identificazione di particelle in ALICE è il sistema a tempo di volo TOF. Nonostante un attento processo di ottimizzazione della risoluzione delle sue componenti, persistono residui errori strumentali che limitano la qualità (già ottima) del segnale, tutt'oggi oggetto di studio. L'elaborato presentato in questa tesi è suddiviso in tre capitoli: nel primo ripercorriamo gli aspetti teorici del Modello Standard e del Quark Gluon Plasma. Nel secondo descriviamo la struttura di rivelazione di ALICE, analizzando il funzionamento delle singole componenti. Nel terzo, infine, verifichiamo le principali correzioni al TOF ad oggi note, confrontando i dati a nostra disposizione con delle simulazioni Monte Carlo: questo ci permette da un lato di approfondirne la conoscenza, dall'altro di cercarne di migliorare la descrizione del comportamento del rivelatore.
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Tenasini, Giulia. "Studio della distribuzione del segnale misurato dal rivelatore a tempo di volo (tof) di alice e di nuovi algoritmi per la sua ottimizzazione." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6287/.

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Abstract:
Questa tesi si propone di investigare l'origine di effetti non gaussiani nella distribuzione del segnale del rivelatore Time of Flight (TOF) dell'esperimento A Large Ion Collider Experiment (ALICE). Con la presa dati iniziata nel 2009 si è infatti osservata un'asimmetria nel segnale la cui origine è ancora oggetto di studio. L'analisi svolta mostra come essa sia dovuta a motivi strumentali piuttosto che fenomenologici e permette quindi di correggere in parte questa anomalia migliorando la risoluzione del rivelatore. ALICE è uno dei quattro esperimenti allestiti lungo l'anello del LHC e ha come obiettivo principale verificare l'esistenza di prove sperimentali che confermino l'esistenza di un nuovo stadio della materia, il cosiddetto Quark Gluon Plasma (QGP). Secondo la Cromodinamica Quantistica (QCD), la teoria che descrive l'interazione forte, caratteristica fondamentale di quark e gluoni è il loro confinamento all'interno di adroni. Studi recenti nell'ambito della QCD non-perturbativa hanno tuttavia dimostrato che in condizioni estreme di densità di materia adronica e temperatura sarebbe possibile un'inversione di tendenza nell'andamento della costante di accoppiamento forte. Le condizioni necessarie alla formazione del QGP sono ben riproducibili nelle collisioni ad energie ultrarelativistiche tra ioni pesanti, come quelle che sono state prodotte a LHC negli ultimi due anni, fra ioni di piombo con energie del centro di massa pari a 2.76 TeV per coppia di nucleoni. L'esperimento ALICE si propone di studiarne i prodotti e poiché la molteplicità di particelle che si generano nell'urto e considerevole, e necessario un sistema di rivelazione che permetta l'identificazione di particelle cariche su un grande angolo solido e in un ampio intervallo di impulsi. Il TOF, utilizzando un particolare rivelatore a gas detto Multigap Resistive Plate Chamber (MRPC), svolge brillantemente questo compito permettendo di raggiungere una risoluzione temporale inferiore ai 100 ps.
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BASILI, Silvia. "Gli attuali scenari del commercio internazionale dei prodotti agroalimentari, tra vecchie e nuove questioni di sicurezza alimentare: una riflessone comparatistica ta UE, USA e CINA." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251081.

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Abstract:
Il commercio dei prodotti agroalimentari ha assunto oggi una dimensione globale, che pone una serie di questioni su cui è necessario riflettere. Una di queste riguarda la sicurezza alimentare intesa nell'accezione di food safety, ossia come il diritto di ogni individuo a consumare cibo sano e sicuro. La sicurezza alimentare implica l'assenza di elementi estranei che sono riconducibili ai residui dei trattamenti antiparassitari, veterinari, contaminanti ambientali o ancora l'assenza di adulterazioni nel processo di produzione, che possono comportare un rischio per la salute dei consumatori. La tesi analizza le principali dinamiche internazionali relative all'attuale commercio dei prodotti agroalimentari, focalizzando l'attenzione sulla questione della sicurezza alimentare, che da un lato deve garantire senza compromessi la tutela di tutti i consumatori, e dall'altro però, le misure adottate non devono costituire inutili ostacoli commerciali per le imprese alimentari esportatrici. L'analisi inizia dagli accordi nati nell'ambito della WTO, con la firma del Trattato di Marrakech nel 1994, con lo scopo di favorire gli scambi commerciali internazionali attraverso una maggiore armonizzazione delle differenti normative di riferimento. Per quanto riguarda specificamente la sicurezza alimentare si fa riferimento all'Accordo SPS sulle misure sanitarie e fitosanitarie e al Codex Alimentarius, che hanno lo scopo di creare un sistema di norme internazionali valido all'interno dei paesi membri della WTO per tutelare la salute dei consumatori e garantire pratiche eque nel commercio degli alimenti. Dal contesto multilaterale della WTO si procede ad analizzare il ruolo degli accordi bilaterali o regionali, nati in seguito alla crisi del multilateralismo, iniziata con il round di Doha nel 2001e dovuta principalmente all'eterogeneità delle posizioni dei Paesi membri. In particolare nell'ambito degli accordi bilaterali si fa riferimento al partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) recentemente negoziato tra UE e USA, e fermo per ora a tale fase. Si tratta di un accordo di libero scambio volto ad abbattere molte barriere commerciali esistenti tra le due sponde dell'Atlantico, con particolare riferimento a quelle non tariffarie consistenti in divergenze normative che ostacolano le esportazioni, tra cui vanno sicuramente ricomprese le misure sanitarie e fitosanitarie, che si sono rivelate le questioni maggiormente dibattute nel corso delle trattative del TTIP, offrendo lo spunto per analizzare in chiave comparatistica le due diverse tradizioni giuridiche di food safety, delineate attraverso la tematica degli OGM, dove emerge la distanza dell'approccio giuridico tra le due potenze transatlantiche. L'uso delle moderne tecniche di ingegneria genetica in campo alimentare è stato uno dei temi particolarmente discussi nell'ambito delle negoziazioni; gli OGM erano già stati oggetto di una controversia tra Europa e USA nell'ambito della WTO. In ogni caso il TTIP, nonostante il suo fallimento, segna comunque la volontà delle due potenze di trovare una base normativa comune. L'ultima parte della tesi riguarda invece l'evoluzione della sicurezza alimentare in Cina, che grazie alla rapida crescita economica degli ultimi anni, si attesta ad essere una delle potenze protagoniste degli scambi commerciali mondiali, completando in tal modo il quadro internazionale di riferimento. L'introduzione nel 2009 della prima legge sulla sicurezza alimentare, poi modifica nel 2015, rappresenta un primo avvicinamento ai sistemi normativi occidentali. L'analisi delle diverse normative di food safety nel contesto europeo, statunitense e cinese mostra come la globalizzazione economica abbia determinato anche una globalizzazione giuridica o meglio un progressivo allineamento dei diversi sistemi normativi. La necessità di facilitare gli scambi commerciali per competere a livello mondiale ha favorito l'avvicinamento dei vari ordinamenti giuridici. Pertanto si assiste a una sorta di "contaminazione legislativa" estranea alla politica commerciale comune della WTO, ferma da tempo ad una fase di completa stagnazione. In particolare per quanto riguarda il settore alimentare si auspica che il progressivo avvicinamento dei sistemi normativi sul tema della sicurezza alimentare possa favorire la nascita di una food law unitaria a livello globale, che sappia rispondere alle esigenze economiche - commerciali della libera circolazione dei prodotti, e contemporaneamente garantire la tutela di tutti i consumatori, assicurando un elevato livello di qualità e sicurezza.
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Books on the topic "Segnali del volto"

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Caproni, Giorgio. Il mondo ha bisogno dei poeti. Edited by Melissa Rota. Florence: Firenze University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-677-0.

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Intrigante e apparentemente facile, l’intervista può a volte essere generatrice di stress. In ogni caso è quello che pensava Caproni, che però era anche convinto che solo nel rapporto con il lettore la poesia potesse trovare il “suo reale valore” e la sua possibilità di esistenza. Per questo, piegandosi con garbo e ritrosia alle domande, accettò negli anni di guidare i suoi interlocutori nel mondo misterioso e inafferrabile dell’arte, là dove si producono idee e emozioni con la sola “musica delle parole”. Per aiutarci ad afferrarla, quella imprendibile musica, in questo libro struggente ed ironico, ci parla delle dimore vitali (Genova, Livorno), delle figure lariche, delle passioni giovanili, delle ferite immedicate (Olga, la guerra), del bisogno di scrivere, tradurre, conoscere, e della proustiana introiezione del passato sulla “carta velina della memoria”. Per oltre centoquaranta volte (tanti sono i pezzi ricostruiti e riuniti adesso per la prima volta grazie al prezioso e accurato lavoro di ricerca di Melissa Rota) le interviste restituiscono – come sottolinea Anna Dolfi nella bella introduzione – al di fuori di ogni retorica e gigantografia, le grain de la voix , le grain de la vie di un intellettuale ‘eretico’, libero nelle scelte e nella determinazione del proprio destino. Sì che una sottile malia ci guida nel seguire su queste pagine troppo a lungo dimenticate i segni di una vocazione, e il ‘tremore’ che, stroncando una carriera, lasciò gli scatti nervosi del violinista all’inconfondibile piglio dei versi a venire.
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Vespucci, Amerigo. Cronache epistolari. Lettere 1476-1508. Edited by Leandro Perini. Florence: Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-464-6.

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Amerigo Vespucci fu, dopo Cristoforo Colombo, il navigatore ed esploratore più importante di tutti i tempi, tanto da meritare la stima non solo dei geografi suoi contemporanei, ma anche quella degli storici come Francesco Guicciardini che, in uno dei capitoli più importanti della sua Storia d’Italia, lo innalzò al rango di protagonista della storia universale. L’originalità di questa raccolta – che riunisce per la prima volta tutte le lettere note del Vespucci – consiste nell’aver considerato (e dimostrato) questo epistolario come una ‘cronaca’ della vita quotidiana della Toscana e della Firenze rinascimentali, profondamente segnate dall’Umanesimo, con il suo gusto, stile di vita, idee, interessi (anche geografici), realizzazioni (i libri a stampa e i suoi opifici tipografici) da cui il Vespucci trasse non poche suggestioni. Una volta trasferitosi prima a Siviglia e poi a Lisbona, Vespucci maturò un’esperienza umana nuova che lo spinse, seguendo i misteri dell’Oceano Atlantico, alla ricerca della ‘fama’ trasmessagli dall’Umanesimo. Il risultato di questa ‘chimica intellettuale’, una volta superata la ‘meraviglia’ del Nuovo Mondo scoperto, lo mosse a raccontare la vita quotidiana sulle caravelle spagnole e portoghesi, e a descrivere con passione etnologica le nuove terre e i loro abitanti in un momento unico ed irripetibile nella storia dell’umanità.
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Storia delle battaglie sul mare: Dieci scontri che hanno cambiato il volto del mondo, e segnato l'evoluzione del potere marittimo. Bologna: Odoya, 2014.

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di Pagolo Morelli, Giovanni. Ricordi. Nuova edizione e introduzione storica. Edited by Claudia Tripodi. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-913-3.

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Abstract:
I Ricordi di Giovanni di Pagolo Morelli, da tempo noti agli storici, sono qui pubblicati per la prima volta in versione integrale e linguisticamente fedele al testo originale del manoscritto. A questa nuova edizione critica si accompagna un lungo saggio introduttivo sull’autore, sugli intenti della sua opera e sugli esiti che essa ebbe presso gli eredi cui era destinata. I 74 anni vissuti da Giovanni Morelli dagli anni ’70 del Trecento alla metà degli anni ’40 del secolo successivo attraversano un arco temporale decisivo per la storia fiorentina, segnato da una forte mobilità sociale di cui i Morelli, famiglia dalle origini modeste, furono protagonisti. La lettura dei Ricordi, unita all’analisi della corposa documentazione superstite a carico dell’autore e della sua casa, aiutano a comprendere la forte spinta all’ascesa sociale che animò il Morelli e le ragioni dell’affermazione dei suoi discendenti nel panorama delle famiglie più in vista del tardo Quattrocento a Firenze.
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Dessì, Giuseppe, and Mario Pinna. Tre amici tra la Sardegna e Ferrara. Edited by Costanza Chimirri. Florence: Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-478-3.

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Abstract:
Una Sardegna riservata e lontana anima i testi di questo doppio carteggio, tra paesaggi arcaici e mitologie personali e letterarie nelle quali si inserisce ogni tanto la Ferrara degli anni giovanili degli autori, ricca di vita, di riviste («Primato» di Bottai, il «Corriere Padano» con la presenza di Bassani…), incontri serali nelle osterie o nelle camere in affitto, passeggiate lungo i Rampari, e l’uso di scherzosi soprannomi che sarebbe continuato oltre la giovinezza. Un mondo fatto di cose concrete, animato e vivificato da forti curiosità e passioni intellettuali, emerge dalle lettere, accuratamente trascritte e annotate da Costanza Chimirri, che ricostruiscono la vita e la storia di Giuseppe Dessí, Mario Pinna, Claudio Varese. La corrispondenza si apre con gli anni trascorsi a Ferrara – dopo Pisa momento cruciale per la loro formazione – e consente di ricostruire atmosfere ed ambienti, letture e lavoro, offrendo dall’interno un significativo spaccato dell’Italia del Novecento. Mai slegati tra loro, bensì uniti dal continuo richiamo alla triplice amicizia nel nome di Giuseppe Dessí, che è sempre presente, anche in assenza, nei discorsi degli altri, i carteggi hanno consentito anche di riportare alle luce testi inediti del più appartato del gruppo (Mario Pinna, accanito lettore di classici, ispanista, autore di poesie in dialetto logudorese e di brevi racconti ambientati in Sardegna), di rafforzare il ruolo da sempre ricoperto dal più ‘antico’ – per tutti maître-camarade – Claudio Varese; e di confermare ancora una volta quanto l’universo creativo di Dessí, profondamente segnato dalla componente biografica, abbia continuato a svilupparsi e alimentarsi sotto lo sguardo sapiente e affettuoso di amici fraterni, in uno scambio capace di dare vita a un vero e proprio immaginario collettivo.
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Marchesini, Irina. I volti della Rivoluzione d’ottobre. Bologna University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.30682/979-12-5477-139-6.

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Riflessa nel presente volume è la volontà di indagare in ottica comparata i vari “volti” di un evento che ha segnato il corso del Novecento e che ancora oggi gioca un ruolo precipuo nel plasmare la società russa: la Rivoluzione d’ottobre. Contraddittoria forza motrice di profondo cambiamento e trasformazione, la Rivoluzione d’ottobre sin dal suo avvento sembrava uno snodo storico ineluttabile. Come scrisse acutamente Nabokov, «era opinione diffusa che [la Rivoluzione] si fosse ripercossa sulla vita di ogni russo; un autore non poteva farci passare in mezzo il suo eroe senza che quello ne restasse scottato, e schivarla era impossibile». I saggi qui raccolti costituiscono una riflessione corale volta a restituire una visione eterogenea e ad ampio respiro su questa fase della Storia russa a cent’anni dal suo inizio (1917-2017). Interrogandosi su aspetti di carattere storico, politico, letterario e artistico, i contributi ne sottolineano l’estrema complessità, ne ricostruiscono campi di appartenenza e valori, elementi di frattura e continuità col passato, pur non dimenticandone l’attualità nel contesto odierno.
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Tassinari, Davide. Nemo tenetur se detegere. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg263.

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Il tema dei profili sostanziali del nemo tenetur se detegere è stato di rado analizzato dalla letteratura penalistica italiana, che se ne è occupata in pochi – ma assai pregevoli – studi. La possibile valenza del principio quale causa di non punibilità, operante al di fuori dell’angusto ambito segnato dall’art. 384 c.p., è stata, a seconda dei diversi punti di vista, tout court esclusa, ovvero ricondotta all’ambito dell’antigiuridicità penale, ovvero ancora al discusso contesto della inesigibilità. La problematica viene affrontata attraverso un’analisi del principio, estesa ai suoi profili storici e filosofici, nei sistemi di common law, ove esso è stato per la prima volta affermato ed ha altresì trovato un espresso riconoscimento nel quinto Emendamento della Costituzione statunitense. Lo studio di diritto comparato assume un ruolo centrale per la ricostruzione della struttura e dei contenuti del se detegere anche nell’ordinamento italiano. In particolare, il principio si rivela connotato da una duplice valenza, oggettiva e soggettiva, al contempo valore dell’ordinamento e prerogativa individuale, e perciò interagisce con i diversi livelli della struttura del reato: tipicità, antigiuridicità e colpevolezza. Nell’ambito dell’antigiuridicità, il suo modus operandi viene ricostruito mediante un’innovativa analisi dei problemi (di fatto lasciati irrisolti dal dibattito dottrinale del nostro Paese) del bilanciamento di interessi e del concorso di persone nel reato; nel contesto della colpevolezza, per contro, emergono i profili umanistici del se detegere, ed esso non viene in considerazione quale diritto, ma assume una fisionomia ribelle e anarchica, dominata dall’impulso del reo alla ricerca dell’impunità.
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