Academic literature on the topic 'Secolo XX'

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Journal articles on the topic "Secolo XX"

1

DE CANDOLLE, AUGUSTIN PYRAMUS. "XX." Nuncius 4, no. 2 (1989): 244–48. http://dx.doi.org/10.1163/182539189x00932.

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Abstract:
Abstracttitle RIASSUNTO /title L'inventario del carteggio di Giorgio Santi conservato nella Biblioteca Comunale di Siena rivela i numerosi contatti di questo chimico, botanico e naturalista toscano, fra il 1776 e il 1822. Formatosi in Francia a stretto contatto con le nuove teorie di Buffon e Lavoisier, professore all'Universit di Pisa e direttore del Giardino Botanico dal 1782, Santi costituisce una delle personalit scientifiche di maggiore interesse fra diciottesimo e diciannovesimo secolo, esponente di punta di quel gruppo toscano impegnato nella realizzazione del vasto progetto del Granduca Pietro Leopoldo prima e della nuova amministrazione francese in seguito.
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2

Obermájer, Ervin. "Párhuzamok a vértanúságba ágyazott hősiesség horizontján." Studia Theologica Transsylvaniensia 23, no. 1 (June 15, 2020): 167–75. http://dx.doi.org/10.52258/stthtr.2020.1.06.

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Abstract:
Se c’affrontiamo la realtà del secolo XXI., possiamo confermare, che l’archetipo dell’eroe non vive più nella quella forma in cui fu abituato nei secoli precedenti. Nello questo studio, l’autore desidera a presentarci l’evoluzione dell’immagine dell’eroismo attraverso tre vari campi della scienza umana. Analizzando il prototipo dell’eroe antico dal punto di vista della letteratura antica, riconosciamo un essere umano, il quale fu colpito dalla gloria terrena, la corona di alloro posta sulla testa dell’uomo e l’apprezzamento del popolo. Possiamo dire con massima certezza, che quest’immagine fu conservato attraverso dei secoli nella storia della maggior parte dei popoli. Nella storia del popolo ungherese (nel secolo XVII. e XX.) c’è un aspetto molto speciale dell’eroismo, in cui la battaglia dell’eroe contiene in più un additivo teologico-nazionale per cui l’eroe entra nel santuario del popolo, mostrandoci la sua battaglia soprannaturale per la fede in liberta nazionale. Alla fine, se ci pensiamo profondamente sul termine del martirio, ci rivela l’assioma, che il martirio autentico si trova nel cristianesimo, dove la battaglia dei fedeli è per lo scopo divino, per la gloria eterna. Questa battaglia, la gloria divina non è più egoista, ma guarda alla fede sublime e divina, e quest’aspetto fu coerente in ogni secolo della Chiesa, in Transilvania anche. Analizzando la vita dei Dieci Martiri di Transilvania, possiamo confermare che l’essenza della loro eroicità è identico di quella dei primi martiri della Chiesa primitiva, cioè l’idea del martirio cristiano è costantemente lo stesso.
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3

Sasso, Alfredo. "Un continente plural: Le Americhe Latine nel XX secolo, de Tiziana Bertaccini." Tiempo devorado 2, no. 1 (May 26, 2015): 104–7. http://dx.doi.org/10.5565/rev/tdevorado.19.

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4

Pane, Andrea, and Valentina Russo. "Le fortificazioni napoletane tra dismissione e valorizzazione (1860-1939)." STORIA URBANA, no. 136 (March 2013): 123–63. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-136005.

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Abstract:
La dismissione, la trasformazione e la valorizzazione delle fortificazioni costituiscono, anche per Napoli, temi trainanti nell'evoluzione urbana tra la seconda metŕ del XIX e la prima metŕ del XX secolo. Nella prima parte del saggio, incentrato sul periodo post-unitario, sono approfondite le motivazioni psicologiche, sociali ed economiche connesse all'annullamento di simboli "negativi" che conducono alla riconfigurazione di ampie parti urbane: a tale quadro d'insieme possono riferirsi gli interventi di tabula rasa effettuati sulla cinta bastionata circostante Castelnuovo dalla fine del XV secolo. Lo smantellamento dei bastioni e delle fabbriche di uso militare racchiuse nel recinto fortificato assume un ruolo centrale nella configurazione della cittŕ del Novecento e, con essa, della piazza Municipio, come confermano anche disegni di legge e dibattiti parlamentari avviati fin dal 1861. La seconda parte del saggio affronta le vicende delle mura aragonesi, che saranno oggetto di interventi di demolizione e trasformazione a partire dalla metŕ del XIX secolo, per giungere ad una fase di progressiva presa di coscienza del loro valore. Dall'apertura della nuova via dei Fossi fino alla liberazione di porta Capuana, si evidenzia il progredire di un atteggiamento che da una sostanziale condanna delle fortificazioni, intese come ostacoli all'espansione urbana, muove verso una loro valorizzazione, ancorché fondata sulla prassi dell'isolamento del "monumento", conducendo, come nel caso di porta Capuana, all'estraniazione di un ambiente stratificato da molti secoli.
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5

Geloso, Livia. "Bioenergetica e Teatro: riscoperta del corpo e creativitŕ." GROUNDING, no. 2 (January 2013): 25–41. http://dx.doi.org/10.3280/gro2012-002003.

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Abstract:
Il contributo descrive il terreno comune alla danza e al teatro moderni, da un lato, e all'analisi bioenergetica, dall'altro. Infatti, tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo, la ricerca di una nuova coscienza avvenne attraverso la riscoperta del corpo, e tale ricerca si sviluppň praticamente in particolar modo nel campo della danza e del teatro. L'autrice fornisce informazioni sugli esercizi attoriali, e pone attenzione alla definizione loweniana di creativitŕ, suggerendo affinitŕ e sinergie.
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6

Cattoni, Silvia. "La letteratura italiana tradotta in Argentina." Revista de Italianística, no. 34 (November 7, 2017): 90. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i34p90-102.

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Abstract:
In due secoli di storia della letteratura argentina, lo sviluppo della letteratura italiana tradotta è in stretto rapporto con i propositi pedagogici o estetici determinati dal contesto culturale dei diversi momenti storici. In linea di massima, è possibile affermare che, dalla conformazione dello Stato nazionale e durante i primi decenni del XX secolo, la traduzione letteraria mirava ad ampliare l’orizzonte culturale di un lettore che si consolidava al ritmo della fiammante nazione. Nelle fasi successive e in stretto rapporto con la politica culturale portata avanti da Victoria Ocampo a partire dal 1931 tramite la rivista Sur e il suo posteriore progetto editoriale, la traduzione è stata soprattutto una pratica di scrittura che ebbe un’influenza decisiva nell’ordito della letteratura nazionale favorendo il suo rinnovo e incentivando le versioni di traduttori argentini. Fu questa un’apertura che favorì, durante la seconda metà del secolo, nel contesto della ricezione della letteratura universale, l’ingresso della letteratura italiana in Argentina. Il presente lavoro tratta in maniera sistematica, ma provvisoria, il panorama della letteratura italiana tradotta in Argentina. Lo scopo principale comporta il registro dei momenti più fecondi e l’interpretazione degli esiti ottenuti nei confronti della traduzione nel sistema letterario nazionale.
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7

D’Amia, Giovanna. "Alessandro Rimini e gli altri: le sale milanesi e la questione dell'autorialità." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 87–98. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095010.

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Abstract:
Il contributo analizza le vicende edilizie di alcunesale cinematografiche milanesi - e in particolare diquelle realizzate o comunque attribuite all'architettoAlessandro Rimini - in un arco cronologico che si estendedall'inizio del secolo agli anni '50 del Novecento.L'obiettivo è quello di puntare l'attenzione sullaquestione dell'autorialità che, anche nel caso diun professionista accreditato da una bibliografiaconsolidata, risulta talvolta di incerta definizione. Ilprogetto di una sala cinematografica è infatti il prodottodi competenze disciplinari diverse che costringono adallargare la rosa degli attori in gioco, invitandoci ariconsiderare alcune chiavi interpretative nell'analisidell'architettura del xx secolo.
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8

Hurtado, Javier Tébar, and Andrea Tappi. "Storia della Spagna del XX secolo." PASSATO E PRESENTE, no. 92 (June 2014): 185–217. http://dx.doi.org/10.3280/pass2014-092012.

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9

Calder, William M. (William Musgrave). "Bibliografia Senecana del XX Secolo (review)." Classical World 100, no. 2 (2007): 174–75. http://dx.doi.org/10.1353/clw.2007.0004.

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10

De Giorgio, Renata. "Lucio Fontana: un artista che sarebbe piaciuto a Jung?" STUDI JUNGHIANI, no. 50 (January 2020): 95–100. http://dx.doi.org/10.3280/jun2-2019oa8880.

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Abstract:
L'articolo indaga il valore e il senso complessivo della visione che Lucio Fontana, un artista-icona del XX secolo, propone dell'arte, dell'artista e dell'osservatore. Si evidenziano altresì i legami con la filosofia e la psicologia del profondo.
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Dissertations / Theses on the topic "Secolo XX"

1

Del, Savio Alessandro <1990&gt. "Rivoluzione sessuale nella società capitalistica del XX secolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14713.

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Abstract:
La tesi ripercorre lo sviluppo storico, sociale e ideologico della Rivoluzione sessuale. Un periodo che nell’immaginario collettivo si concentra troppo superficialmente nell’iconico Sessantotto, in cui la sessualità è stata sdoganata da una morale sociale sentita troppo restrittiva e coercitiva. Tuttavia non è possibile pensare a una Rivoluzione sessuale senza fare riferimento al lavoro di Wilhelm Reich, iniziato tra gli anni Venti e Trenta, il quale attribuiva gran parte dei disturbi psichici alla repressione sessuale che è stata imposta dalla società borghese del tempo. Tema, quello della repressione delle pulsioni, che sarà ripreso da Marcuse sotto il concetto di principio di realtà al quale l’individuo si è dovuto adeguare così da permettere lo sviluppo della civiltà. Si concluderà con l’analisi del sociologo Zygmunt Bauman, secondo il quale l’uomo moderno, soggiogato dalla società dei consumi, ha perso la propria libertà diviso “tra il desiderio di emozioni e la paura del legame”.
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2

Telese, Raffaella. "Il restauro dell'architettura del XX secolo : il caso francese." Versailles-St Quentin en Yvelines, 2004. http://www.theses.fr/2004VERS029S.

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Abstract:
La première partie de ce travail de recherche est centrée sur l'analyse de la politique de protection et de sauvegarde du patrimoine du XXe siècle en France. Elle s'appuie sur le fond documentaire des archives de la médiathèque du patrimoine à Paris et sur l'examen de la très riche documentation relative aux activités des différents ministres de la culture et des nombreuses commissions d'étude constituées avec l'objectif précis de définir les lignes d'une programmation en adéquation avec l'état de conservation et les caractéristiques d'un patrimoine moderne en constante évolution, dont les limites chronologiques sont élargies. Les mesures prises dans ce domaine par la direction de l'architecture et du patrimoine, les rapports rédigés par les différentes commissions, associés à l'étude de dossiers de protection, ont permis de dépeindre un tableau clair des motivations culturelles et administratives. L'étude relate les phases d'un processus de maturation jusqu'au dispositif actuel de protection patrimoniale. La deuxième partie de la recherche procède à l'examen de onze cas choisis parmi les récents chantiers de restauration conduits sur des ouvrages français du XXe siècle. Ceux-ci constituent une base importante d'évaluation et de vérification du mode opératoire et des résultats concrets de la gestion du patrimoine moderne en France
Sebbene indagato da ricercatori e tecnici da almeno un ventennio, il tema del restauro dell'architettura moderna e contemporanea conserva a tutt'oggi immutata la sua attualità in ambito internazionale. Molto eterogene et sono infatti le posizioni teoriche ed ideologiche rispetto al patrimonio ed all'architettura moderna in ambito internazionale. Spesso contraddette da una pratica operativa troppo frettolosamente orientata verso soluzioni di ripristino dello stato originario, esse oscillano fra la linea dell' unita di metodo, per l'intervento tanto sia sul patrimonio antico che sul moderno, e quella della diversificazione specialistica, giustificata da una serie di caratteristiche e di fattori peculiari di volta attribuiti all'architettura del Novecento. In questo variegato panorama internazionale particolarmente interessante ci è sembrata la posizione francese, caratterizzata da un lungo processo di maturazione attraverso il quale è stata infine predisposta una precisa strategia di tutela e di valorizzazione dell'architettura del XX secolo. L'analisi della pratica del restauro dell'architettura del XX secolo in Francia, nel suo aspetto tecnico e metodologico, constituisce infatti il contributo centrale e originale di questo lavoro, concepito come una dettagliata indagine sul terreno attraverso l'esperienza concreta e attuale di undici cantieri di restauro condotti, fra la line degli anni Novanta e l'anno corrente. L'obiettivo di questo contributo è di fornire il supporto di conoscenze e di elementi indispensabili alla formulazione di considerazioni critiche sulla pratica francese del restauro del patrimonio recente
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3

Pasquale, Gianluigi. "La teologia della storia della salvezza nel secolo XX /." Bologna : EDB, 2002. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb39917245k.

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4

Cavallaro, Alessia <1988&gt. "La persistenza dell'icona nell'arte russa del XX e XXI secolo." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10354.

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Abstract:
Il progetto si propone di indagare la presenza e la persistenza del modello culturale dell’icona nell’arte russa del XX e XXI secolo. Si cercherà di dimostrare come l'icona ortodossa sia sopravvissuta ai cambiamenti storici, politici e culturali che nei secoli hanno investito la Russia, costituendo un costante modello di riferimento stilistico e iconografico di artisti moderni e contemporanei. La ricerca partirà dall’analisi di una specifica raccolta di icone russe, quella conservata nel Palazzo Leone Montanari di Vicenza.
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5

Bedon, Elettra. "Il filo di Arianna : letteratura in lingua veneta nel XX secolo." Thesis, National Library of Canada = Bibliothèque nationale du Canada, 1997. http://www.collectionscanada.ca/obj/s4/f2/dsk2/ftp03/NQ29888.pdf.

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6

Dimitrio, Laura <1974&gt. "L'influenza del Giappone sulla moda italiana dal XVI al XX secolo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7308/1/dimitrio_laura_tesi.pdf.

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Abstract:
Questa ricerca ha per oggetto lo studio dell’influenza del Giappone sulla moda italiana, dalla metà del XVI alla fine del XX secolo. Le prime notizie sugli abiti giapponesi giunsero in Italia intorno al 1550, dopo che il Giappone era stato ‘scoperto’ nel 1543 da alcuni mercanti portoghesi naufragati sulle sue coste. Tuttavia i primi timidi influssi giapponesi nella moda italiana si manifestarono solo dopo la seconda metà del XVII secolo, quando i nobiluomini italiani cominciarono a indossare kimono giapponesi come vesti da camera. Inoltre in alcuni tessuti di produzione italiana furono introdotti schemi decorativi desunti dalle contemporanee stoffe nipponiche. Ma fu solo alla fine dell’Ottocento che scoppiò in Europa e in Italia una diffusa passione per il Giappone e per la sua cultura, che è stata definita giapponismo. Dal momento che la moda è lo specchio dei tempi, anche la moda italiana, tra gli anni Ottanta dell’Ottocento e gli anni Venti del Novecento, venne percorsa da insistiti riferimenti all’abbigliamento giapponese, in particolar modo al kimono. Dopo il giapponismo tardo ottocentesco, il secondo periodo in cui sono riscontrabili evidenti influssi giapponesi sulla moda italiana si colloca tra gli anni Settanta e gli anni Novanta del Novecento. Durante questa fase di neo-giapponismo, alcuni stilisti italiani come Mila Schön e Ken Scott hanno continuato a trarre ispirazione dai costumi giapponesi tradizionali. Altri, invece, come Romeo Gigli ed Ennio Capasa, sono stati influenzati dai fashion designers giapponesi contemporanei Kenzo Takada, Issey Miyake, Yohji Yamamoto e Rei Kawakubo, che proponevano abiti oversize, spesso informi e asimmetrici.
The aim of this paper is to investigate the influence of Japan on Italian fashion from the half of the XVIth century to the end of the XXth century. The first information on Japanese clothes reached Italy around 1550, after Japan was ‘discovered’ by some Portuguese sailors who arrived on Japanese coasts after a shipwreck in 1543. However, the first mild influences of Japan on Italian fashion can be seen only after the second half of the XVIIth century when Italian noblemen started wearing kimonos as night-gowns. In addition, at that time, Japanese-style patterns derived from Japanese fabrics were introduced in some Italian fabrics. But it was just at the end of the XIXth century that a sort of Japanese culture mania called Japonisme spread out in Europe and in Italy. Since fashion is a reliable mirror of its times, also Italian fashion between 1880 and 1920 experienced more than once the influence of Japanese clothing, especially of the kimono. After late XIXth century Japonisme, the second time when Italian fashion was profoundly influenced by Japan was between the Seventies and the Nineties of the XXth century. During that phase of neo-Japonisme, some Italian fashion designers such as Mila Schön and Ken Scott repeatedly drew inspiration from old Japanese clothes. Others, such as Romeo Gigli and Ennio Capasa were influenced by contemporary Japanese fashion designers such as Kenzo Takada, Issey Miyake, Yohji Yamamoto and Rei Kawakubo who designed over-size clothes, often shapeless and asymmetrical.
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7

Dimitrio, Laura <1974&gt. "L'influenza del Giappone sulla moda italiana dal XVI al XX secolo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7308/.

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Abstract:
Questa ricerca ha per oggetto lo studio dell’influenza del Giappone sulla moda italiana, dalla metà del XVI alla fine del XX secolo. Le prime notizie sugli abiti giapponesi giunsero in Italia intorno al 1550, dopo che il Giappone era stato ‘scoperto’ nel 1543 da alcuni mercanti portoghesi naufragati sulle sue coste. Tuttavia i primi timidi influssi giapponesi nella moda italiana si manifestarono solo dopo la seconda metà del XVII secolo, quando i nobiluomini italiani cominciarono a indossare kimono giapponesi come vesti da camera. Inoltre in alcuni tessuti di produzione italiana furono introdotti schemi decorativi desunti dalle contemporanee stoffe nipponiche. Ma fu solo alla fine dell’Ottocento che scoppiò in Europa e in Italia una diffusa passione per il Giappone e per la sua cultura, che è stata definita giapponismo. Dal momento che la moda è lo specchio dei tempi, anche la moda italiana, tra gli anni Ottanta dell’Ottocento e gli anni Venti del Novecento, venne percorsa da insistiti riferimenti all’abbigliamento giapponese, in particolar modo al kimono. Dopo il giapponismo tardo ottocentesco, il secondo periodo in cui sono riscontrabili evidenti influssi giapponesi sulla moda italiana si colloca tra gli anni Settanta e gli anni Novanta del Novecento. Durante questa fase di neo-giapponismo, alcuni stilisti italiani come Mila Schön e Ken Scott hanno continuato a trarre ispirazione dai costumi giapponesi tradizionali. Altri, invece, come Romeo Gigli ed Ennio Capasa, sono stati influenzati dai fashion designers giapponesi contemporanei Kenzo Takada, Issey Miyake, Yohji Yamamoto e Rei Kawakubo, che proponevano abiti oversize, spesso informi e asimmetrici.
The aim of this paper is to investigate the influence of Japan on Italian fashion from the half of the XVIth century to the end of the XXth century. The first information on Japanese clothes reached Italy around 1550, after Japan was ‘discovered’ by some Portuguese sailors who arrived on Japanese coasts after a shipwreck in 1543. However, the first mild influences of Japan on Italian fashion can be seen only after the second half of the XVIIth century when Italian noblemen started wearing kimonos as night-gowns. In addition, at that time, Japanese-style patterns derived from Japanese fabrics were introduced in some Italian fabrics. But it was just at the end of the XIXth century that a sort of Japanese culture mania called Japonisme spread out in Europe and in Italy. Since fashion is a reliable mirror of its times, also Italian fashion between 1880 and 1920 experienced more than once the influence of Japanese clothing, especially of the kimono. After late XIXth century Japonisme, the second time when Italian fashion was profoundly influenced by Japan was between the Seventies and the Nineties of the XXth century. During that phase of neo-Japonisme, some Italian fashion designers such as Mila Schön and Ken Scott repeatedly drew inspiration from old Japanese clothes. Others, such as Romeo Gigli and Ennio Capasa were influenced by contemporary Japanese fashion designers such as Kenzo Takada, Issey Miyake, Yohji Yamamoto and Rei Kawakubo who designed over-size clothes, often shapeless and asymmetrical.
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8

Baldin, Inessa <1989&gt. "Azulejos portoghesi tra arte e decorazione nel XIX e XX secolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4929.

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Abstract:
RIcerca sullo sviluppo artistico degli azulejos portoghesi nel XIX e nel XX secolo. Analisi del XIX secolo e il passaggio a produzione industriale e semi-industriale degli azulejos. Analisi dello sviluppo artistico degli azulejos nel XX secolo tra dittatura, innovazione e architettura urbana.
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9

Martino, Floriano. "Intellettuali del XX secolo : Garin e le Cronache di filosofia italiana." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2017. http://hdl.handle.net/11384/86145.

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10

STRAZZI, FRANCESCA. "Il veicolo a due ruote nell'immaginario letterario italiano del XX secolo." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/295.

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Abstract:
Parlare dell'influenza dei mezzi di trasporto moderni, e in particolare della motocicletta, nella letteratura italiana permette di aprire nuove prospettive di studio, perché oggi ci si confronta giornalmente con veicoli potenti e tecnologicamente sempre più avanzati. In ambito culturale gli intellettuali riconoscono al veicolo a due ruote un ruolo importante per descrivere la società. Attraverso la motocicletta l'individuo avverte in sé una nuova forza che lo porta a sperimentare l'ansia d'infinito. Egli si sente un nuovo centauro che ha assunto in sé le medesime caratteristiche di forza e velocità del suo mezzo meccanico. Nei secoli passati il veicolo più usato era il cavallo, nell'era di navi, treni e aerei il mezzo che più gli si avvicina è la moto, non solo per la postura del cavaliere, ma perché essa lascia il pilota a contatto con il paesaggio esterno, con i vari fenomeni atmosferici (pioggia, sole e vento) e con i profumi della natura. Se in passato il moto del cavallo poteva diventare il pretesto per esprimere determinati processi narrativi, nel Novecento tale compito è affidato alla motocicletta che cha finito per condizionare il modo di vivere e di pensare degli uomini del XX secolo.
Speaking about the influence of modern means of transport (in particular about the motorcycle) in literature, fixes a new way of studying culture, because today we have to cope with more and more powerful and technologically advanced vehicles. Intellectuals acknowledge motorcycles an important role to describing society. Thanks to the motorcycle man exploits a new strength that enables him to overcome his limits. He feels a sort of divinity embodying the same peculiarities as his vehicle. In the past the horse was the most widespread means of transport while today, in an age of airplanes, ships and trains, it has been replaced by the motorcycle, both for the rider's posture and for his contact with the environment and its expressions: rain, sun and wind as well as the perfumes of the Earth. Just like the horse's motion was in the past a way to express narrative processes, the motorcycle has inherited this task today, therefore conditioning the contemporary way of living and thinking.
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Books on the topic "Secolo XX"

1

Cleen, Claudie de. XX secolo. Amsterdam: Industrie BV, 1996.

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2

Storia del XX secolo. [Milano]: B. Mondadori, 2000.

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3

Spagnoli, Lorenzo. Berlino: XIX-XX secolo. Bologna: Zanichelli, 1993.

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4

Praz, Anne-Françoise. Memoria del XX secolo. Prilly: Editions Eiselé, 1999.

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5

Antonietta, Crippa Maria, Gavinelli Corrado, and Loik Mirella, eds. Architettura del XX secolo. Milano: Jaca Book, 1993.

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6

Autobiografia del XX secolo. Milano: Skira, 2005.

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7

Dario, Cocchiara, ed. Alcamo nel XX secolo. Alcamo (TP) [i.e. Trapani, Italy]: Campo, 2005.

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8

Tarzia, Giancarlo. Terni XVI-XX secolo: Bibliografia. Manziana: Vecchiarelli, 1996.

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9

Intellettuali italiani del XX secolo. Roma: Editori riuniti, 1987.

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10

sagittaria, Galleria d'arte, ed. Maestri italiani del XX secolo. Pordenone [Italy]: Centro iniziative culturali Pordenone, 2003.

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Book chapters on the topic "Secolo XX"

1

Di Martino, Enzo. "Armando Pizzinato, una avventura espressiva del XX secolo." In matematica e cultura 2005, 276–79. Milano: Springer Milan, 2005. http://dx.doi.org/10.1007/88-470-0360-1_22.

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2

Davoli, di Ivan. "La rivoluzione scientifca della seconda metà del XX secolo." In Oltre i materiali. La scienza tra le nostre dita, 19–30. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1762-7_3.

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3

Gelmetti, Carlo. "La dermatologia e la venereologia dal XIX al XX secolo." In Storia della Dermatologia e della Venereologia in Italia, 103–41. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5717-3_5.

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4

Rigatelli, Laura Toti. "Contributi Italiani della prima meta’ del XX secolo alla teoria di Galois." In Amphora, 773–80. Basel: Birkhäuser Basel, 1992. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-0348-8599-7_36.

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5

Funari, Fernando. "I «vocabula puerilia» nelle versioni francesi di «Purg.» XI." In L'illustre volgare, 49–66. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2022. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-685-0.04.

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Abstract:
Nel quadro di una «politique du traduire», invocata da Typhaine Samoyault come forma di regolazione del rapporto tra justesse (esattezza) e justice (equità), il saggio prenderà in esame la traduzione dei «vocabula puerilia» pappo e dindi nelle traduzioni francesi del Purgatorio dantesco. Le differenti strategie traduttive, oggetto di uno studio sistematico delle versioni francesi della Commedia del XIX, XX e XXI secolo, sono in questo senso analizzate come espressioni di una «migration croisée», caratterizzata dal dialogo di ogni traduzione con le traduzioni che la precedono.
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6

Michetti, Raimondo. "Gli storici e il profetismo medievale: alcuni percorsi degli studi tra XIX e XX secolo." In L’attente des temps nouveaux. Eschatologie et millénarismes et visions du futur du Moyen Âge au XXe siècle, 111–33. Turnhout: Brepols Publishers, 2002. http://dx.doi.org/10.1484/m.stmh-eb.3.2474.

Full text
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7

Caprioglio, Nadia. "Nietzsche e l’immaginazione culturale in Russia all’inizio del XX secolo. Un caso di studio: Dmitrij Merežkovskij." In Biblioteca di Studi Slavistici, 251–59. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-672-9.28.

Full text
Abstract:
In the decades prior to the Revolution of 1917, the Russian intelligencija was strongly influenced by Western European intellectuals, including Friedrich Nietzsche. Nietzsche was one of the European philosophers who played a prominent role in shaping Russian perceptions of reality in this period, although his thought was interpreted by Russians in contrasing ways. The article examines the case of Dmitrij Merežkovskij, reassessing the extent of Nietzsche’s influence on his oeuvre. In our view, Nietzsche did not only influence Merežkovskij’s early poetry, where aesthetic and anti-Christian views prevail, but also contributed to the sensual and individualist nature of his later prose.
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Caprioglio, Nadia. "Nietzsche e l’immaginazione culturale in Russia all’inizio del XX secolo. Un caso di studio: Dmitrij Merežkovskij." In Biblioteca di Studi Slavistici, 251–59. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-910-2.28.

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Abstract:
In the decades prior to the Revolution of 1917, the Russian intelligencija was strongly influenced by Western European intellectuals, including Friedrich Nietzsche. Nietzsche was one of the European philosophers who played a prominent role in shaping Russian perceptions of reality in this period, although his thought was interpreted by Russians in contrasing ways. The article examines the case of Dmitrij Merežkovskij, reassessing the extent of Nietzsche’s influence on his oeuvre. In our view, Nietzsche did not only influence Merežkovskij’s early poetry, where aesthetic and anti-Christian views prevail, but also contributed to the sensual and individualist nature of his later prose.
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Siedina, Giovanna. "Le traduzioni ucraine della Divina Commedia nei secoli XX-XXI: Karmans’kyj/Ryl’s’kyj, Drob’jazko, Stricha." In Biblioteca di Studi di Filologia Moderna, 225–43. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/979-12-2150-003-5.14.

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Abstract:
In the present article, the author briefly retraces the stages of Dante’s reception in Ukraine, then analyzes the main Ukrainian translations of Dante’s Divine Comedy in the 20th-21st century, namely those by Petro Karmans’kyj, Jevhen Drob’jazko and Maksym Stricha. The author briefly dwells on Karmans’kyj’s translation, highlighting the flaws already noted by H. Kočur and M. Stricha. Then the author analyzes Drob’jazko’s and Stricha’s translations, the only two complete Ukrainian translations of the Divine Comedy published so far. The author particularly compares the translators’ approaches to potential difficulties (e.g., the rendering of verse lines or single words in Latin, the verse lines in Provencal in Purgatory, song XXVI, ll. 141-147; the translations of some characters’ names, especially speaking names), and highlights the merits of their long and accurate work, which finally allowed Ukrainian readers to truly experience the Italian national poet, on one side, and filled the gap that divided Ukrainian literature from the neighboring Polish and Russian literature, on the other.
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Pombo, Olga. "Signs of Interdisciplinarity in the Second Half of the XX Century and Prospects for the XXI Century." In Logic, Argumentation & Reasoning, 241–99. Cham: Springer International Publishing, 2023. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-031-20405-0_13.

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Conference papers on the topic "Secolo XX"

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Carrau Carbonell, Teresa, and Alberto Burgos Vijande. "El Patrimonio del Movimiento Moderno en la conformación de la ciudad. La Casa Guzmán de Alejandro de la Sota." In 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia: Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.6088.

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Abstract:
El Patrimonio del Movimiento Moderno en la conformación de la ciudad. La Casa Guzmán de Alejandro de la Sota. Alberto Burgos Vijande¹, Teresa Carrau Carbonell² ¹Departamento de Proyectos Arquitectónicos. Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Valencia, UPV. Camino de Vera, s/n. 46022 Valencia ² Escuela de Doctorado. Departamento de Proyectos Arquitectónicos. Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Valencia, UPV. Camino de Vera, s/n. 46022 Valencia E-mail: estudio@albertoburgos.es, teresa.carrau.es@gmail.com Keywords (3-5): Patrimonio, conservación, Movimiento Moderno, vivienda Conference topics and scale: City transformations La Casa Guzmán de Alejandro de la Sota, Maestro de la Arquitectura Moderna española, ha sido recientemente demolida. ¿Hacia dónde nos dirigimos y de donde venimos en la conformación del nuestras ciudades? Esta catástrofe cultural es un síntoma del modo en que la metrópoli evoluciona, atolondrada, ¿a la deriva?. “Que la vivienda unifamiliar como tema sea el tubo de ensayo, la preparación microscópica de las grandes experiencias”. La casa Guzmán supone la resolución de constantes preocupaciones sobre el habitar. Allí, Sota materializó temas como la relación del hombre con la naturaleza, el orden y libertad de circulaciones, la flexibilidad espacial, y tantos otros temas que se traducen y reflejan en la arquitectura de mayor escala, en la propia ciudad. ¿Donde estamos pues los arquitectos? Somos los responsables del devenir de nuestro Patrimonio, de la salvaguarda de la buena arquitectura y de la evolución constante de nuestra ciudad. El Patrimonio del Movimiento Moderno se hace frágil en este discurso. Apostemos por el, por nuestra cultura. Anticipémonos, como Le Corbusier en la salvaguarda de la Villa Savoie, con actitud productiva. La conservación de nuestro Patrimonio y por tanto el incremento del valor de la urbe comienza por la formación. Ya es mucho el camino recorrido, por organismos como Docomomo o la Fundación Alejandro de la Sota, que difunden y hacen accesible la arquitectura del siglo XX. Pero todavía hay mucho camino por recorrer, sigamos el consejo de Sota: ”Proteger el patrimonio no con ordenanzas, sino con sensibilidades es el único camino”. References (100 words) Allan, J (2012) “From Sentiment to Science”, in Docomomo Proceedings, Helsinki Burgos, A. (2011) Modernidad Atemporal (General Ediciones de Arquitectura, Valencia) Canziani, A. (ed.) (2009). Conservare l'architettura. Conservazione programmata per il patrimonio architettonico del XX secolo. (Electa, Milano) De la Sota, A. (2002) Escritos, conversaciones, conferencias (Gustavo Gili: Fundación Alejandro de la Sota, Madrid) Macdonald, S., Normandin, K., Kindred, B (ed.) (2007). Conservation of Modern Architecture (Donhead Publishing, Shaftesbury)
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Lecardane, Renzo, and Zeila Tesoriere. "Patrimonio militare e progetti di rigenerazione urbana: l’infrastruttura bellica dell’Atlantic Wall e di Saint-Nazaire." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7908.

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Abstract:
Nel 2010, la base sottomarina di Saint-Nazaire è stata dichiarata «Patrimonio del XX secolo» dal Ministère de la Culture et de la Communnication francese ed è divenuta il simbolo di un nuovo approccio patrimoniale che riconosce il patrimonio materiale e immateriale in tutte le sue forme, non limitandosi soltando al manufatto certificato come monumento. La memoria, i beni materiali o i luoghi poco conosciuti hanno così contribuito a definire una nuova dimensione urbana proiettata verso il futuro. Riferirsi esplicitamente al tema del rapporto tra waterfront e patrimonio militare, attraverso l’esempio di Saint-Nazaire, ci porta a riflettere sul ruolo del progetto urbano nella trasformazione della città contemporanea. Gli stessi principi collegano tale caso di studio a molte altre operazioni di rigenerazione della città europea e, in particolare, delle città portuali francesi. A partire dagli anni ‘80, per far fronte alla crisi del settore industriale, alcune città portuali, tra cui Marsiglia, Le Havre, Saint-Nazaire e Dunkerque, hanno elaborato numerosi studi e progetti sulle loro aree industriali obsolete o abbandonate, al fine di potenziare le attività portuali e di destinare gli spazi resi liberi a nuove attività. Il riconoscimento del valore di risorsa urbana e patrimoniale a tali aree portuali ha consentito di riattivare dinamiche economiche, sociali e spaziali spesso interrotte o in disuso. In 2010 the submarine base in Saint-Nazaire was declared ‘Heritage of the XX century’ by the French Ministère de la Culture et de la Communnication. Thereafter it became the symbol of a new approach related to heritage that recognises the tangible and intangible heritage in all its forms, not only restricted to the artifact acknowledged as a ‘monument’. Remembrance, the material assets or the little known places have thus contributed to defining a new urban dimension projected toward the future. The case of Saint-Nazare, relating clearly to the relationship between waterfront and military heritage, encourages us to meditate on the role of urban design in the transformation of the contemporary city. The same principles connect this case study to several other redevelopment operations in the European city and, in particular, the French port cities. Starting from the '80s, in order to face the crisis in the industrial sector, several port cities, including Marseille, Le Havre, Dunkirk and Saint-Nazaire, produced diverse studies and projects regarding their obsolete or abandoned industrial areas, in order to boost port activities and to allocate the vacant places to new activities. Acknowledgment of the value of these port areas as urban resources (as well as cultural heritage) has consented the regeneration of (often previously interrupted or abandoned) economic, social and spatial activity.
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Dupuy, Jacques, Joost Schrijvers, and Gerard Wolzak. "XX 1610 The Super Second Generation Image Intensifier." In OE/LASE '89, edited by Illes P. Csorba. SPIE, 1989. http://dx.doi.org/10.1117/12.952533.

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DE OLIVEIRA ANDRADE, WALNA PATRICIA. "O ASSOCIATIVISMO NAS INSTITUICOES DE EDUCACAO ESPECIAL SERGIPANAS NO SECULO XX." In XIV Colóquio Internacional "Educação e Contemporaneidade". Grupo de Estudos e Pesquisas "Educação e Contemporaneidade", 2020. http://dx.doi.org/10.29380/2020.14.02.84.

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Chibalashvili, Asmati. "COMPOSERS PRACTICES OF THE SECOND HALF OF THE XX - EARLY XXI CENTURY." In INTEGRACIÓN DE LAS CIENCIAS FUNDAMENTALES Y APLICADAS EN EL PARADIGMA DE LA SOCIEDAD POST-INDUSTRIAL. European Scientific Platform, 2020. http://dx.doi.org/10.36074/24.04.2020.v3.40.

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Полякова, Екатерина. ""QUALITY" NEWSPAPERS IN RUSSIA IN THE SECOND HALF OF THE XIX - EARLY XX CENTURY." In CROSS-CULTURAL↔INTRA-CULTURAL COMMUNICATION: THEORY AND PRACTICE OF TRAINING AND TRANSLATING. Baskir State University, 2021. http://dx.doi.org/10.33184/miktipoip-2021-12-02.32.

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Молчанова, Елена. "Немцы на Дальнем Востоке России во второй половине XIX — начале XX вв." In Россия — Германия в образовательном, научном и культурном диалоге. Конкорд, 2021. http://dx.doi.org/10.37490/de2021/017.

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Abstract:
The article is devoted to the Germans who lived and worked in the Russian Far East in the second half of the XIX — early XX centuries. The author identifies two groups in the German diaspora of the region. The first group is Russia Germans who moved to the Russian Far East from central regions of Russia. They were mostly officials, military personnel, and representatives of the intelligentsia. The second group is Germans who arrived directly from Germany and other countries. Most of them were entrepreneurs and employees of their firms. The article shows the contribution of the Germans to the development of the Far Eastern region of the Russian Empire.
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Suzdaleva, Tatiana, and Konstantin Fedorov. "Modernization Models of the Second Half of the XX Century in a Comparative Historical Dimension." In Proceedings of the International Conference on Contemporary Education, Social Sciences and Ecological Studies (CESSES 2018). Paris, France: Atlantis Press, 2018. http://dx.doi.org/10.2991/cesses-18.2018.218.

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Colombo, Leonardo, Fernando Jiménez, and David Martín de Diego. "Second order Euler-Lagrange equations for trivial principal bundles." In XX INTERNATIONAL FALL WORKSHOP ON GEOMETRY AND PHYSICS. AIP, 2012. http://dx.doi.org/10.1063/1.4733378.

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Maria Tavares Cavalcanti, Ana, João Paulo Coelho e Castro, and Débora Poncio Soares. "As exposiçoes de arte francesa no Rio de Janeiro e em Sao Paulo no inicio do seculo XX." In 31º Encontro Nacional da ANPAP - EXISTÊNCIAS. ,: Even3, 2022. http://dx.doi.org/10.29327/31enanpap2022.513409.

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Reports on the topic "Secolo XX"

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Холошин, Ігор Віталійович, Тетяна Геннадіївна Назаренко, Ольга Володимирівна Бондаренко, Олена Вікторівна Ганчук, and Ірина Миколаївна Варфоломєєва. The Application of Geographic Information Systems in Schools around the World: a Retrospective Analysis. КДПУ, 2020. http://dx.doi.org/10.31812/123456789/3924.

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Abstract:
The article is devoted to the problem of incorporation geographic information systems (GIS) in world school practice. The authors single out the stages of GIS application in school geographical education based on the retrospective analysis of the scientific literature. The first stage (late 70s – early 90s of the XX century) is the beginning of the first educational GIS programs and partnership agreements between schools and universities. The second stage (mid-90s of the XX century – the beginning of the XXI century) comprises the distribution of GIS-educational programs in European and Australian schools with the involvement of leading developers of GIS-packages (ESRI, Intergraph, MapInfo Corp., etc.). The third stage (2005–2012) marks the spread of the GIS school education in Eastern Europe, Asia, Africa and Latin America; on the fourth stage (from 2012 to the present) geographic information systems emerge in school curricula in most countries. The characteristics of the GIS-technologies development stages are given considering the GIS didactic possibilities for the study of school geography, as well as highlighting their advantages and disadvantages.
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Холошин, Ігор Віталійович, Тетяна Геннадіївна Назаренко, Ольга Володимирівна Бондаренко, Олена Вікторівна Ганчук, and Ірина Миколаївна Варфоломєєва. The Application of Geographic Information Systems in Schools around the World: a Retrospective Analysis. КДПУ, 2020. http://dx.doi.org/10.31812/123456789/3924.

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Abstract:
The article is devoted to the problem of incorporation geographic information systems (GIS) in world school practice. The authors single out the stages of GIS application in school geographical education based on the retrospective analysis of the scientific literature. The first stage (late 70s – early 90s of the XX century) is the beginning of the first educational GIS programs and partnership agreements between schools and universities. The second stage (mid-90s of the XX century – the beginning of the XXI century) comprises the distribution of GIS-educational programs in European and Australian schools with the involvement of leading developers of GIS-packages (ESRI, Intergraph, MapInfo Corp., etc.). The third stage (2005–2012) marks the spread of the GIS school education in Eastern Europe, Asia, Africa and Latin America; on the fourth stage (from 2012 to the present) geographic information systems emerge in school curricula in most countries. The characteristics of the GIS-technologies development stages are given considering the GIS didactic possibilities for the study of school geography, as well as highlighting their advantages and disadvantages.
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