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Journal articles on the topic 'Scuole popolari'

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De Domizio, Anna, and Darja Mertelj. "I giochi didattici nell’insegnamento/apprendimento d’italiano come lingua straniera." Journal for Foreign Languages 7, no. 1 (December 30, 2015): 191–215. http://dx.doi.org/10.4312/vestnik.7.191-215.

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Abstract:
Nonostante le numerose e diverse definizioni del gioco, in generale, si considera che il gioco stimoli e sostenga lo sviluppo cognitivo, sociale, emozionale e motorio degli individui. Nell’ambiente scolastico si usano i cosiddetti giochi didattici che sono organizzati in base agli obiettivi formativi. La differenza tra questi e i ‘giochi popolari’ consiste nel fatto che questi non sono frutto della tradizione popolare o dell’invenzione spontanea dei bambini, ma sono creati e adattati dagli insegnanti stessi, secondo criteri organizzativi e contenutistici che coincidono con gli obiettivi specifici dell’unità didattica. In conseguenza sono sempre più numerosi gli insegnanti e gli autori di libri di testo che decidono di includere questo tipo di tecnica didattica nel processo d’insegnamento. I giochi didattici nelle lezioni di lingue straniere hanno un’importanza notevole perché possono essere usati sia per sviluppare le abilità ricettive che per quelle produttive. Un’ulteriore caratteristica potenzialmente positiva dei giochi didattici è che non sono adatti solo per bambini ma anche per adolescenti e adulti, quindi adatti anche per l’insegnamento delle lingue straniere in vari contesti d’apprendimento. Nella parte empirica di quest’articolo si cerca di chiarire in quale misura si usino i giochi didattici durante le lezioni d’italiano come lingua straniera nelle scuole secondarie superiori e come questa tecnica d’insegnamento/apprendimento sia accolta tra gli studenti.
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Martinelli, Chiara. "Lo sguardo ambivalente sulla tradizione nei quaderni di scuola durante il periodo fascista: Pistoia 1929." SOCIETÀ E STORIA, no. 137 (September 2012): 599–626. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-137004.

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Abstract:
Attraverso l'analisi dei quaderni e dei diari esposti durante la Mostra della Scuola tenutasi a Pistoia nel 1929, l'articolo esamina le relazioni tra scuola e tradizioni popolari quali si erano configurate con la riforma Gentile e l'avvento del Fascismo: l'attenzione che queste ultime riversarono sul folklore, infatti, si riflette nel cospicuo numero di poesie e tradizioni popolari trascritte nei quaderni. Le modalitÀ con cui le tradizioni popolari vennero presentate, secondo l'Autore, delinea i contorni di una musealizzazione della tradizione che, definita a grandi linee giÀ dal Fascismo stesso, selezionava tutte quelle abitudini che potevano giovare al regime e rigettava quelle che, al contrario, potevano minarne i tentativi di influenzare la mentalitÀ contadina. Tale comportamento, secondo l'Autore, indusse il Regime a cercare di acquisire la preminenza giÀ propria della famiglia: il contrasto tra le autoritÀ, tuttavia, creň una sorta di "terra di nessuno" dove i bambini poterono cominciare ad approcciarsi alla modernitÀ in maniera autonoma.
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Simone, Sara. "Paola Lombroso e Zia Mariù: l’ispirazione socialista negli scritti sull’infanzia e per l’infanzia." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 1 (March 2, 2020): 331–53. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820908693.

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Abstract:
Paola Lombroso, psicologa, pedagogista, antropologa e scrittrice, dedicò la sua creatività letteraria, la sua riflessione scientifica e il suo impegno politico ai più indifesi, per età e per condizioni materiali. Cresciuta alla scuola scientifica del padre criminologo e antropologo Cesare Lombroso, affascinata dalle idee socialiste e solidaristiche che apprendeva anche dagli amici di famiglia, fra i quali Filippo Turati e Anna Kuliscioff, si impegnò per realizzare opere di sostegno ai bambini delle classi popolari, alla diffusione della lettura e della cultura nelle aree più disagiate e povere dell’Italia. Con i suoi saggi scientifici analizzò la psicologia dell’infanzia e la formazione della personalità nel processo di crescita, affrontando anche la questione dell’emancipazione femminile attraverso l’istruzione delle bambine. L’attività letteraria spaziò dalla novellistica alla raccolta di bozzetti descrittivi, alle fiabe per ragazzi; collaborò a numerose riviste letterarie, politiche, per l’infanzia. Da una sua idea nacque il Corriere dei Piccoli e, sulle pagine di questo, la rubrica di corrispondenza sotto lo pseudonimo di Zia Mariù. Fu promotrice anche della nascita e diffusione delle “Bibliotechine”, per sostenere l’acculturazione dei bambini delle classi popolari e rurali attraverso la lettura.
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Emma Abbate. "Promuovere l'innovazione nell'educazione STEM utilizzando i giochi come catalizzatore : Un caso di studio di educazione al cambiamento climatico attraverso Minecraft." IUL Research 1, no. 2 (December 1, 2020): 225–35. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i2.73.

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Abstract:
Come affrontare il tema globale del cambiamento climatico in classe approfondendo al contempo le discipline STEM? Come trasmettere il concetto di sostenibilità nelle scuole attraverso un modello pedagogico innovativo sostenuto dalla tecnologia informatica? La gamification, intesa come il processo di integrazione di procedure di gioco in attività del mondo reale al fine di aumentare la propensione ad assumere comportamenti virtuosi, risulta essere uno strumento educativo efficace in un ambiente immersivo e coinvolgente. L’articolo presenta un esempio pratico di approccio al cambiamento climatico basato sul gioco in una classe liceale attraverso l’uso di un popolare videogame, Minecraft, allo scopo di incrementare le competenze trasversali e digitali, il pensiero logico/critico degli alunni e l’apprendimento delle discipline STEM.
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Miletti, Marco Nicola. "Le facce d’un diamante. Appunti per una storia dell’immediatezza nella procedura penale italiana." Revista Brasileira de Direito Processual Penal 7, no. 2 (August 29, 2021): 827. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v7i2.596.

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Abstract:
Il saggio ripercorre alcune tappe dell’evoluzione del principio di immediatezza nella procedura penale italiana, entro l’arco cronologico compreso tra la fine del secolo XVIII e il codice Finocchiaro-Aprile del 1913. Dopo una breve rassegna delle diverse definizioni del lemma e un cenno diacronico alla demarcazione dal concetto di oralità, la ricerca muove dagli spunti offerti da ‘pionieri’ quali Francesco Mario Pagano e Niccola Nicolini; esamina la letteratura europea (francese e, soprattutto, tedesca) che permeò la riflessione dei giuristi italiani; quindi si addentra nella stagione post-unitaria. Quest’ultima fu connotata dal contrasto tra un codice di rito (1865) ancora prettamente inquisitorio e una dottrina tutt’altro che compatta: se i primi commentari e, ancor piú, la scuola carrariana classificavano l’immediatezza tra i canoni inderogabili della giustizia liberale, la scuola positiva vi scorgeva un indebito cedimento alle interferenze popolari ed emotive nel dibattimento. La lunga elaborazione del codice Finocchiaro-Aprile non solo stimolò un serrato confronto dottrinale ma partecipò a quel movimento per l’oralità grazie al quale Chiovenda confidava di modernizzare il rito civile e penale.
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Rabaglietti, Emanuela, Maria Fernanda Vacirca, and Silvia Ciairano. "Il tempo virtuale nello sviluppo degli adolescenti: opportunitŕ o rifugio?" PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (May 2011): 67–82. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001006.

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Abstract:
I giovani trascorrono parte del loro tempo quotidiano esplorando lo spazio virtuale offerto dalle nuove tecnologie, soprattutto il computer, utilizzato per studio o per svago. Attraverso questo studio condotto su 189 adolescenti di ambo i sessi, con un'etŕ media di 16 anni e frequentanti la scuola media di secondo grado, ci proponiamo di: 1) descrivere il tempo giornaliero da essi dedicato all'uso del computer per studio e per svago, le relazioni tra questi due comportamenti e le differenze di genere, fascia d'etŕ e tipo di scuola; 2) indagare nei due generi le relazioni fra tempo dedicato all'uso del computer per studio e per svago e: a) senso di alienazione e percezione positiva di sé; b) soddisfazione per l'esperienza scolastica e autoefficacia scolastica; c) autoefficacia sociale e regolatoria; d) popolaritŕ nel contesto scolastico. I risultati (frequenze, correlazioni, medie, analisi della varianza fattoriale, analisi di regressione gerarchica) evidenziano che per gli adolescenti, soprattutto maschi e studenti di istituti tecnici e professionali, il computer per studio e per svago č un compagno con cui trascorrere parte del tempo quotidiano. Inoltre, le due attivitŕ al computer, formativa e di svago, sono molto legate. Infine, nei maschi emergono relazioni tra bassa popolaritŕ e maggiore uso di computer per studio e tra bassa percezione di sé e maggiore uso di computer per svago; nelle ragazze la bassa soddisfazione per i risultati scolastici si associa ad un maggiore uso del computer per studio.
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Patuano, Chiara. "The development of life skills: between archive and teaching." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 3 (December 31, 2022): 252–59. http://dx.doi.org/10.36253/form-13114.

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Abstract:
Being a teacher is a complex and articulated task. The pandemic and the consequent introduction of distance learning in schools, has increased the difficulties of the Italian educational system. Students have lost the opportunity to learn through an involving sensorial, emotional and cognitive experience, while teaching has become even more transmissive, and in other words, mis-educational, mis-instructional and ineffective. This contribution seeks to highlight the importance of an historical reflection as the tool for understanding our own personal identity. A particular focus is given to the Ligurian Archive of People’s Writing (Archivio Ligure della Scrittura Popolare - ALSP), which, in collaboration with the University Museum System (Sistema Museale dell’Ateneo - SMA) of Genoa, aims at bringing the archive closer to the schools by creating and implementing educational paths. Lo sviluppo delle competenze per la vita: tra archivio e didattica. Essere insegnante è un compito complesso e articolato: la pandemia, con la conseguente attivazione della didattica a distanza, ha acuito le difficoltà del sistema scolastico italiano sottraendo agli studenti la possibilità di imparare attraverso l’esperienza cognitiva, emotiva e sensoriale, rendendo l’insegnamento ancor più trasmissivo e quindi de-formante, dis-educante e de-istruttivo. Questo contributo cerca di mettere in evidenza l’importanza della riflessione storica come strumento di comprensione dell’identità personale. Particolare attenzione verrà data all’Archivio Ligure della Scrittura Popolare (ALSP), che, in collaborazione con il Sistema Museale dell’Ateneo (SMA) dell’Università degli Studi di Genova, si pone l’obiettivo di avvicinare l’archivio al mondo delle scuole attraverso la creazione e la sperimentazione di percorsi didattici.
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Calamai, Silvia, and Francesca Biliotti. "Archivi orali, memoria, migrazione." Mnemosyne, no. 10 (October 15, 2018): 18. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i10.14103.

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Abstract:
Il progetto Grammo-foni. Le soffitte della voce (Gra.fo, grafo.sns.it ; Scuola Normale Superiore & Università di Siena, Regione Toscana PAR-FAS 2007-13) ha scoperto, digitalizzato, catalogato e reso fruibili attraverso un portale online quasi 3000 ore di registrazioni orali provenienti da circa 30 archivi orali di area toscana raccolti da studiosi e appassionati di cultura e tradizioni popolari. Data la vastità e l’eterogeneità del materiale conservato (es. biografie, etnotesti, questionari linguistici, letteratura orale), Gra.fo costituisce un archivio preziosissimo della memoria toscana e restituisce una documentazione di prima mano delle varietà linguistiche toscane dai primi anni ‘60 in poi. L’articolo fa uso di questo materiale per un’analisi sociolinguistica incentrata sulla costruzione del racconto orale e su alcuni aspetti della morfologia verbale (l’uso del passato remoto e la variazione tra forme standard e dialettali di passato remoto e imperfetto). Lo studio di caso riguarda l’Archivio ‘Dina Dini’ (Pieve Santo Stefano, Arezzo), che contiene interviste su esperienze di emigrazione all’estero negli anni 1955-1987.
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Amoruso, Marcello. "UN NUOVO PROFILO DI APPRENDENTI. ANALFABETI PLURILINGUI." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 21, 2022): 19–27. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18150.

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Abstract:
In questa presentazione si introducono i risultati di una ricerca il cui obiettivo era valutare se il multilinguismo potesse essere visto come un elemento di miglioramento della capacità di memoria e di abilità metalinguistica anche in soggetti analfabeti. La ricerca si inserisce nel quadro delle azioni condotte all'interno della Scuola di Lingua Italiana per Stranieri (ItaStra) dell'Università degli Studi di Palermo, il cui obiettivo è costruire un profilo più completo dei tanti analfabeti che popolano le classi della scuola e una didattica più rispondente alle i bisogni educativi degli studenti. A new learner profile. Multilingual illiterates This paper introduces the results of a study whose goal was to evaluate whether multilingualism could be seen as element of improvement of memory and metalinguistic ability even in illiterate subjects. The study is part of the actions carried out within the School of Italian Language for Foreigners (ItaStra) of the University of Palermo, whose goal is to build a more complete profile of the many illiterate people who populate the classrooms of the school and didactics that are more responsive to the educational needs of students.
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Manganaro, Maria. "DALLA LINGUA MATERNA ALLA SECONDA LINGUA." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 2 (October 28, 2016): 359. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n2.v1.677.

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Abstract:
Abstract.Learning a second language, in addition to the mother tongue, helps to significantly improve the maturation and cultural education of the child, and to enhance its expressive and communicative skills. The 85 New Programs for the Primary School, emphasize the need to strengthen the pupils’ ability to make linguistic relationship with various interlocutors using the language in its variety of codes and its main functions. You need to direct the child to take account of extra-linguistic elements (situations, characters, topics, roles) as a fundamental condition for understanding texts and to produce oral and written messages, in relation to cognitive situations. On 1 September 2012, the Minister Profumo issues the New Indications, maintaining continuity with the previous ones. They assume an intercultural aspect, which concerns, not only the presence of foreign students in the classes, but also an open attitude towards the world and the reality of which the younger generation will be part. In recent years, mankind has achieved a considerable progress in the field of mass communication, the economic and cultural exchanges with different peoples and in the field of science and technology; hence the use of foreign languages is becoming indispensable tool of modern man, open to a broader vision of life. In this regard, school is primarily called to make its contribution, because it first must fulfill these needs, as an institution to which it is specifically entrusted with the task of preparing the new generations in society. So the early teaching of a second language is possible, as long as you lay down clearly achievable goals and implement a suitable educational mediation. In addition, to know how one acquires a language, you have to observe the evolution in the period of growth of the child since he is infant and, above all, the relationship between language and thought.Keywords: Learning a second language - L2 - Bilingualism - Learning motivationRiassunto.Apprendere una seconda lingua oltre a quella materna contribuisce a migliorare in modo considerevole la maturazione e la formazione culturale del bambino, nonché a potenziare le sue capacità espressive e comunicative. I Nuovi Programmi dell’85, per la Scuola Elementare, mettono in evidenza la necessità di potenziare nell’alunno la capacità di porsi in relazione linguistica con interlocutori diversi usando la lingua nella sua varietà di codici e nelle sue numerose funzioni. Bisogna avviare il bambino a tener conto degli elementi extralinguistici (situazioni, personaggi, argomenti, ruoli) come condizione fondamentale per comprendere testi e per produrre messaggi, orali e scritti, rapportati alla situazione cognitiva. Il 1° Settembre 2012 il Ministro Profumo emana le nuove indicazioni, mantenendo una continuità con quelle precedenti. Esse assumono un carattere interculturale, che non riguarda soltanto la presenza di alunni stranieri nelle classi, ma anche un atteggiamento di apertura verso il mondo e la realtà in cui si troveranno le giovani generazioni. Negli ultimi anni l’umanità ha raggiunto un notevole progresso nell’ambito delle comunicazioni di massa, degli scambi economico-commerciali e culturali con diversi popoli e nel campo delle scienze e della tecnologia, di conseguenza l’uso delle lingue straniere è diventato strumento indispensabile dell’uomo moderno, aperto ad una visione più ampia ed universale della vita. A tal proposito, la scuola è chiamata principalmente a dare il suo contributo, perché essa in primo luogo, come istituzione a cui è specificatamente affidato il compito di preparare le nuove generazioni alla vita sociale, deve assolvere a queste necessità. Dunque l’insegnamento precoce di una seconda lingua è possibile, purché si fissino chiaramente gli obiettivi raggiungibili e si attui un’ idonea mediazione didattica. Inoltre, per sapere come si acquisisce una lingua, bisogna osservare le evoluzioni nel periodo di crescita del bambino sin da quando è infante e, soprattutto il rapporto intercorrente tra linguaggio epensiero.Parole Chiave: Apprendere una seconda lingua- L2- Bilinguismo- Motivazione all’apprendimento
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Sindoni, Maria Grazia. "TRAIETTORIE DELLA MULTIMODALITÀ: GLI SNODI TEORICI E I MODELLI APPLICATIVI." Italiano LinguaDue 14, no. 2 (January 17, 2023): 19–46. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19647.

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Questo saggio ripercorre le principali linee di sviluppo degli studi della multimodalità intesa come semiosi della comunicazione nell’ambito di derivazione angloamericana. La multimodalità è definita come una disciplina a sé e discussa nella sua epistemologia attraverso un excursus della sua storia ed evoluzione dalla fine degli anni Novanta ad oggi. Si passano in rassegna alcune scuole di pensiero della multimodalità, a partire dagli sviluppi socio-semiotici di matrice linguistica sistemico-funzionale elaborata da Michael A. K. Halliday in Inghilterra negli anni Settanta. Le principali teorie e prassi di analisi multimodale sono illustrate attraverso alcuni principi cardine per delineare l’ambito di applicazione e le aree privilegiate di indagine. Il saggio inoltre illustra le differenze teoriche e pratiche fra multimodalità e multimedialità, termini spesso utilizzati in modo interscambiabile e dunque improprio. Successivamente, si presenta un’analisi multimodale del video TikTok più popolare di un creator italiano, Khaby Lame, che ha raggiunto livelli di viralità tali da guadagnargli fama e successo a livello globale. L’analisi, di natura qualitativa classica, consiste in una trascrizione e annotazione integrale del breve video più visualizzato al momento della scrittura del saggio, per inquadrare i fenomeni della semiosi della comunicazione digitale in un ambito disciplinare più vasto rispetto alla linguistica pura. Questa apertura ad aspetti non verbali include nell’analisi delle risorse semiotiche elementi quali lo sguardo, il montaggio, la distanza fra partecipanti, la musica, i rumori ambientali, la distribuzione degli elementi nel tempo e nello spazio, e così via. Coerentemente con questo presupposto di base, le conclusioni invitano a un ripensamento della definizione stessa di “lingua della rete”, indicando nella multimodalità, sia come teoria sia come metodo, una prospettiva utile alla lettura consapevole, etica e inclusiva della complessa testualità digitale contemporanea. Trajectories of multimodality: theoretical foundations and application model This paper discusses the main theories that map out the development of multimodality as semiosis of communication within the Anglo-American tradition. An overview of the history and evolution of multimodality starting in the late Nineties will motivate the claim that this is a discipline in its own, with its specific epistemology. Some major theories within sociosemiotics approaches are outlined, as resulting from the developments of systemic-functional linguistics as theorized by Michael A. K. Halliday in the Seventies in the UK. Theories and methods will be presented by means of an illustration of some key concepts and principles, with a view to explore some potential applications and preferential objects of studies. The paper also sets out to explain the differences between the concepts of multimodality and multimediality, which are often used interchangeably, thus bringing about theoretical and empirical issues. As a case study, I have selected the most viewed TikTok video produced by an Italian creator, Khaby Lame, who has gained global recognition and immense popularity, to the point of allowing him to obtain Italian citizenship after almost twenty years of Italian residency. The qualitative analysis makes use the typical heuristic tools used by multimodal analysts, namely an integral transcription and annotation of the video, with the aim of showing the full range of the involved digital communicative phenomena that cannot be accounted for only on linguistic grounds. Broadening the domain of analysis beyond the tools provided by linguistics includes the analysis and description of non-verbal semiotic resources, such as gaze, editing, distance between participants, music, ambient sound, compositional strategies in time and space, among others. Consistent with this approach, the concluding remarks encourage further reflections of the very definition of the “language of the net”. It follows that theoretical and empirical research lines mapped out by multimodal studies may ultimately help promote awareness, ethics, and inclusion when engaging with contemporary digital textualities.
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RINCÓN, Jorge Enrique García. "De Estero en Estero : Construcciones Educativas de las Comunidades Negras del Pacífico Sur Colombiano en Medio del Conflicto Armado." INTERRITÓRIOS 6, no. 12 (December 7, 2020): 244. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i12.248999.

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RESUMENEste artículo se ocupará de los procesos académicos, sociales, culturales y políticos que dieron origen a un movimiento intelectual y pedagógico del Pacifico Sur colombiano, con especial énfasis en los territorios afronariñenses. Vale aclarar que en materia de obras escritas se destacan los pensadores negros del departamento del Chocó quienes, incursionaron en el siglo XX en variados campos del conocimiento y desarrollaron una crítica fuerte al sistema de enseñanza nacional. En cambio, las experiencias educativas surgidas en la cotidianidad de los pueblos negros del suroccidente colombiano, se incubaron y consolidaron en los valles interandinos (norte del Cauca y sur del Valle), así como en Buenaventura y la Costa de Nariño. Estas subregiones, especialmente la costa del departamento de Nariño, asumieron la escuela como escenario para la eclosión del pensamiento ancestral afrocolombiano y las tradiciones culturales de sus pueblos en un intento por concretar en la práctica una ecuación política que involucra la Territorialidad como práctica de la educación.Costa de Nariño. Etnoeducación. Sistema de educación propia. comunidades afronariñenses. Territorialidad. Conflicto armado. ABSTRACTThis article will deal with the academic, social, cultural and political processes that gave rise to an intellectual and pedagogical movement in the Colombian South Pacific, with special emphasis on the Afro-Afro territories. It is worth clarifying that in terms of written works, the black thinkers of the department of Chocó stand out, who ventured into various fields of knowledge in the 20th century and developed a strong criticism of the national education system. On the other hand, the educational experiences that emerged in the daily life of the black peoples of southwestern Colombia were incubated and consolidated in the inter-Andean valleys (north of Cauca and south of the Valley), as well as in Buenaventura and the Costa de Nariño. These subregions, especially the coast of the department of Nariño, assumed the school as the setting for the emergence of Afro-Colombian ancestral thought and the cultural traditions of their peoples in an attempt to put into practice a political equation that involves Territoriality as a practice of education.Costa de Nariño. ethno-education. self-education system. afronariñenses communities. Territoriality. Armed conflict. RESUMOEste artigo discutirá aspectos acadêmicos, sociais, culturais e políticos que deram origem a um movimento intelectual e pedagógico no Pacífico Sul colombiano, com especial ênfase para os territórios de afronariñenses. Vale ressaltar que, em termos de obras escritas se destacam os pensadores negros do departamento de Chocó, que influenciaram no século XX, em diferentes áreas do conhecimento e desenvolveram uma forte crítica do sistema de educação nacional. Por outro lado, as experiências educativas que surgiram da cotidianidade dos povos negros do sudoeste colombiano, incubaram e se consolidaram nos vales interandinos (norte de Cauca e sul do Valle), bem como em Buenaventura e a costa de Nariño. Estas sub-regiões, especialmente a costa do departamento de Nariño, assumiram a escola como cenário para o surgimento do pensamento ancestral afro-colombiano e das tradições culturais de seus povos na tentativa de concretizar na prática, uma educação política que envolve a Territorialidade como prática de educação.Costa de Nariño. Etno-educação. Educação Própria. Comunidades afronarinenses. Territorialidade. Conflito armado.SOMMARIOQuesto articolo tratterà dei processi accademici, sociali, culturali e politici che hanno dato origine a un movimento intellettuale e pedagogico nel Sud Pacifico colombiano, con un'enfasi speciale sui territori afro-afro. Vale la pena chiarire che in termini di opere scritte, spiccano i pensatori neri del dipartimento di Chocó, che si sono avventurati in vari campi del sapere nel XX secolo e hanno sviluppato una forte critica al sistema educativo nazionale. D'altra parte, le esperienze educative emerse nella vita quotidiana dei popoli neri della Colombia sud-occidentale sono state incubate e consolidate nelle valli interandine (a nord di Cauca ea sud della valle), così come a Buenaventura e la Costa de Nariño. Queste sottoregioni, in particolare la costa del dipartimento di Nariño, hanno assunto la scuola come scenario per l'emergere del pensiero ancestrale afro-colombiano e delle tradizioni culturali dei loro popoli nel tentativo di mettere in pratica un'equazione politica che coinvolge la territorialità come pratica educativa.Costa di Nariño. Etnoeducazione. Sistema educativo proprio. Comunità africane. Territorialità. Conflitto armato.
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González Fernández, Rafael, and Miguel Pablo Sancho Gómez. "La institución del domicilium (en Derecho romano) y su expresión en la epigrafía latina." Vínculos de Historia Revista del Departamento de Historia de la Universidad de Castilla-La Mancha, no. 11 (June 22, 2022): 296–310. http://dx.doi.org/10.18239/vdh_2022.11.13.

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Abstract:
La institución romana del domicilium convierte al sujeto en residente. Suele designar el lugar de residencia prolongada del incola o habitante que ha emigrado a una comunidad, por contraposición al municeps; por lo tanto, es un vínculo jurídico entre la ciudad y la persona que ha emigrado a ella. Frente a la expresión de la origo en los textos epigráficos, que es muy abundante, la manifestación del domicilo solo se hace de forma excepcional, en atención al escaso número de referencias conservadas, y su enunciación es muy similar a la que marca el origen. Palabras clave: domicilium, origo, ciudadano, epigrafía, latina.Topónimos: Imperio Romano.Periodo: Principado (27 a. C. – 284 d. C.) ABSTRACTThe Roman institution of the domicilium turns the subject into a resident. It usually designates the place of prolonged residence of the incola or inhabitant who has emigrated to a community, as opposed to the municeps. Therefore, it is a legal link between the city and the person who emigrates there. As opposed to the expression of the origo in epigraphic texts, which is very common, the manifestation of the domicile occurs only exceptionally, in view of the scant number of surviving references, and its enunciation is very similar to that which indicates provenance. Keywords: domicilium, origo, citizen, epigraphy, Latin.Place names: Roman EmpirePeriod: Principate (27 BC - 284 AD) REFERENCIASAncelle, A. (1875), Du Domicile, Paris, these pour le doctorat, Faculte de droit de Paris.Andreu, J., (2008), “Sentimiento y orgullo cívico en Hispania: en torno a las menciones de origo en la Hispania Citerior”, Gerión, 26(1), pp. 349-378.Ayiter, K. (1962),“Einige Bemerkungen zum Domicilium des Filius Familias im römischen Recht“, en Studi in onore di Emilio Betti, vol. II, Milano, pp. 71-84.Baccari, M. P. (1996), Cittadini, popoli e comunione nella legislazione dei secoli IV-VI, Torino, G. 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Мингазов, Шамиль Рафхатович. "БУЛГАРСКИЕ РЫЦАРИ ЛАНГОБАРДСКОГО КОРОЛЕВСТВА." Археология Евразийских степей, no. 6 (December 20, 2020): 132–56. http://dx.doi.org/10.24852/2587-6112.2020.6.132.156.

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Abstract:
Настоящая работа является первым общим описанием на русском языке двух некрополей Кампокиаро (Кампобассо, Италия) – Виченне и Морионе, датируемых последней третью VII в. – началом VIII в. Культурное содержание некрополей показывает прочные связи с населением центральноазиатского происхождения. Важнейшим признаком некрополей являются захоронения с конем, соответствующие евразийскому кочевому погребальному обряду. Автор поддержал выводы европейских исследователей о том, что с большой долей вероятности некрополи оставлены булгарами дукса–гаштальда Алзеко, зафиксированными Павлом Диаконом в VIII в. на территориях Бояно, Сепино и Изернии. Аналогии некрополей Кампокиаро с погребениями Аварского каганата показывают присутствие в аварском обществе булгар со схожим погребальным обрядом. Из тысяч погребений с конем, оставленных аварским населением, булгарам могла принадлежать большая часть. Авары и булгары составляли основу и правящую верхушку каганата. Народ Алзеко являлся той частью булгар, которая в 631 г. боролась за каганский престол, что указывает на высокое положение булгар и их большое количество. После поражения эта группа булгар мигрировала последовательно в Баварию, Карантанию и Италию. Несколько десятков лет проживания в венедской, а затем в лангобардской и романской среде привели к гетерогенности погребального инвентаря, но не изменили сам обряд. Булгары лангобардского королевства составляли новый военный слой, который представлял из себя профессиональную кавалерию, получивший землю. Эта конная дружина является ранним примером европейского феодального воинского и социального сословия, которое станет называться рыцарством. Библиографические ссылки Акимова М.С. Материалы к антропологии ранних болгар // Генинг В.Ф., Халиков А.Х. Ранние болгары на Волге (Больше–Тарханский могильник). М.: Наука, 1964. С. 177–191. Амброз А.К. Кинжалы VI – VIII вв, с двумя выступами на ножнах // СА. 1986. № 4. С. 53–73. 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Petrone, Michel. "POESIA ARABA E SUFISMO NELL’ETIOPIA CONTEMPORANEA,FRA PRATICA E DOTTRINA." El Azufre Rojo, no. 9 (December 10, 2021). http://dx.doi.org/10.6018/azufre.504421.

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Abstract:
Riassunto: In questo studio si prenderanno in esame alcuni esempi provenienti dall’Etiopia Sud Occidentale, tutt’ora inediti. Composti da Sufi locali fra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, questi testi mostrano un profondo legame con la pratica del mawlid come festività popolare. Allo stesso tempo i versi racchiudono alcuni insegnamenti metafisici di scuola akbariana. Abstract: Sufi poetry is widespread, in Arabic and local languages, throughout the Islamic world. In this study, some examples from Southwestern Ethiopia, still unpublished, will be examined. Composed by local Sufis between the end of the nineteenth century and the be-ginning of the twentieth, these texts show a profound link with the practice of the mawlid as a popular festival. At the same time the verses contain some metaphysical teachings of the Akbarian school.
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Leccese, Francesco Alfonso. "LA DIMENSIONE METAFISICA DEL SUFISMO:UNO SGUARDO SULL’OPERA DI ALBERTO VENTURA." El Azufre Rojo, no. 9 (December 10, 2021). http://dx.doi.org/10.6018/azufre.503841.

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Abstract:
Riassunto: L’analisi dello sviluppo del Il Sufismo ha svolto un ruolo di prim’ordine all’interno delle società islamiche sia da un punto di vista della religiosità popolare sia da un punto di vista sociale. Esiste tuttavia un aspetto più strettamente dottrinale del Sufismo che possiamo definire come metafisica sufi. In particolare, in Ibn ‘Arabī e nei maggiori esponenti della sua scuola si possono rintracciare alcune delle tematiche che hanno universalmente influenzato la dottrina sufi (waḥdat al-wuǧūd, al-insān al-kāmil, al-ḥaqīqa al-muḥammadiyya) e che hanno rivestono un’importanza centrale anche nell’elaborazione dottrinale di Aḥmad Sirhindi e della ṭarīqa Naqšbandiyya. Abstract: The analysis of the development of Sufism has played a leading role within Islamic societies both from the point of view of popular religiosity and from a social point of view. However, there is a more strictly doctrinal aspect of Sufism that we can define as Sufi metaphysics. In particular, in Ibn ‘Arabī and in the major exponents of his school we can trace some of the themes that have universally influenced the Sufi doctrine (waḥdat al-wuǧūd, al-insān al-kāmil, al-ḥaqīqa al-muḥammadiyya) and which have they are also of central importance in the doctrinal elaboration of Aḥmad Sirhindi and of the ṭarīqa Naqšbandiyya.
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"Gherardo Ortalli. Scuole, maestri e istruzione di base tra Medioevo e Rinascimento: II caso veneziano. (Cultura Popolare Veneta, number 3.) Venice: Neri Pozza, editore. 1993. Pp. x, 151. L. 22,000." American Historical Review, February 1998. http://dx.doi.org/10.1086/ahr/103.1.163.

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"Gherardo Ortalli. Scuole, maestri e istruzione di base tra Medioevo e Rinascimento: Il caso veneziano. (Cultura popolare veneta, new series, number 3.) Venice: Neri Pozzo. 1993. Pp. x, 151. L. 22,000." American Historical Review, February 1996. http://dx.doi.org/10.1086/ahr/101.1.202.

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